Ushio è un ragazzo come tanti, finché la sua vita non viene sconvolta da uno straordinario incontro.
Curiosando nello scantinato del tempio dove vive con suo padre, il ragazzo incontra Tora, un demone tenuto prigioniero da una lancia, e finisce, così, accidentalmente per liberarlo e finire da lui posseduto.
Il demone vorrebbe papparselo in un sol boccone, ma, fortunatamente, Ushio è protetto dalla magica arma, la mistica Lancia della Bestia, temuta da mostri e demoni poiché ha il potere di soggiogarli.
Inizia così, fra uno stranito Ushio e un reticente Tora, una bizzarra convivenza fatta di screzi continui ma anche di combattimenti mortali. Da quel momento, infatti, il povero ragazzo si troverà ad attrarre a sé frotte di creature sovrannaturali decise a distruggere l’odiata lancia e il suo portatore.
Una serie di incontri e di lotte quasi fortuite, ma che, forse, chissà, fanno parte di un disegno più grande ed importante…
Un ragazzo buono e coraggioso, un demone tigrato possente ed irascibile, una lancia dai poteri magici e un’avventura tutta da scoprire: nell’ormai lontano 1990 iniziava così Ushio e Tora, manga firmato da Kazuhiro Fujita per la casa editrice Shogakukan e pubblicato in 33 volumi fino al 1996.
Una storia apparentemente molto semplice, poco commerciale rispetto ad altre che impazzavano nello stesso periodo, ma che, in qualche modo, è riuscita a lasciare un segno profondo in molti autori, manga e anime contemporanei o successivi. Sin dai primi anni ’90, infatti, non sono poche le opere che, dopo Ushio e Tora, hanno finito per raccontarci di sovrannaturale, youkai, burrascosi amori con amiche d’infanzia, adolescenti che scoprono demoni imprigionati nei templi o che combattono demoni e spettri: si pensi, per fare qualche nome, a Yuu Yuu Hakusho, Tenchi Muyo, Inuyasha, Bleach.
L’opera di Kazuhiro Fujita, forse a causa delle sue particolari atmosfere tendenti all’horror, non ha mai avuto un adattamento televisivo, dovendo accontentarsi solo di una misera serie di 10 OAV negli anni ’90 che raccontavano soltanto le parti iniziali della storia. Questo fino al 2015, in cui, per festeggiare il suo venticinquesimo anniversario, Ushio e Tora è stato rilanciato con numerose iniziative a tema: una ristampa del manga in formato Perfect Edition (di prossima uscita in Italia per Star Comics), l’uscita di alcuni artbook e, soprattutto, la produzione di una serie animata televisiva in 39 episodi.
Uno dei motivi del successo di Ushio e Tora è sicuramente la bellezza dei personaggi e della storia, un intreccio che si sviluppa in maniera complessa e intricata andando via via sempre più in crescendo.
Si comincia con una serie di episodi autoconclusivi che presentano la vita familiare/quotidiana di Ushio e dei suoi amici e i primi incontri del ragazzo con demoni e mostri vari, ma ben presto ci si rende conto che questa storia apparentemente casuale è in realtà già scritta in un destino più grande, dove ogni incontro, ogni personaggio ha un ruolo ben preciso che poi ritorna in maniera più o meno importante man mano che la vicenda va avanti. L’autore è molto bravo a gestire i tempi della sua storia, alternando comicità ed emozioni, drammaticità e azione, horror e poesia, per creare una trama affascinante e completa, ricchissima di personaggi in continua evoluzione e tutti con qualcosa da dire, fino ad arrivare ad una delle battaglie finali più coinvolgenti di sempre. Una vicenda corale e ricca di emozioni, molto vicina alla coralità di opere come La grande avventura di Dai o Full Metal Alchemist, che ha incantato tantissimi lettori nel corso degli anni.
Lettori che hanno accolto con gioia ed entusiasmo l’inaspettato ma gradito annuncio di una serie animata, sperando che l’intento di narrare tutta la storia potesse rendere giustizia al bellissimo manga di Kazuhiro Fujita.
Ushio e Tora colpisce immediatamente per il suo innegabile “vecchio stile”: niente ragazzine carucce dall’aspetto infantile o ragazzi coi capelli ingellati che si sparano le pose; una computer grafica ridotta all’osso (giusto qualche inquadratura di nugoli di mostri o della Lancia della Bestia); un tipo di umorismo molto semplice e diretto con smorfie, deformazioni e bernoccoli che ci riporta a piacevoli atmosfere di tanti anni fa; un cast ricco di doppiatori adulti e rodati.
Peccato che la storia sia stata riportata ai giorni nostri, come dimostrato dagli immancabili smartphone inquadrati qua e là. Poco male, in fondo quella di Ushio e Tora è una storia priva di precise connotazioni temporali, e potrebbe anche essere ambientata oggi, ma in alcuni punti della storia il fatto che i personaggi abbiano un loro smartphone personale ha rotto un po’ l’incanto e la drammaticità della vicenda: che Asako chiami Ushio al cellulare dall’interno della pancia di un mostro per farsi salvare, invece di usare il simbolico walkie-talkie di fortuna che era un elemento molto importante dell’episodio originale, ha fatto perdere diversi punti all’adattamento.
Piccolezze come questa a parte, l’atmosfera è pressoché la stessa del manga originale, pur smorzata un po’ attenuando le scene più splatter o ammorbidendo i disegni. Inevitabile, dato che lo stile di disegno di Fujita è grezzo, sporco e inquietante, elemento che ha donato ai suoi fumetti uno stile unico e azzeccatissimo, ma che per forza di cose non poteva restare in un adattamento fatto di colori, immagini in movimento e disegni abbelliti.
Rimane, però, quella splendida alternanza di azione, comicità, intimismo, sovrannaturale, horror e momenti pregni di una carica emozionale fortissima che avevano fatto la fortuna dell’opera originale, così come la sua struttura di un viaggio fisico e interiore di un ragazzo che scopre di essere parte di un grande destino e che incontrerà lungo il cammino innumerevoli personaggi con cui instaurerà un profondo legame.
Pur essendo una storia ricca d’azione e di combattimenti, questi in realtà non sono poi così elaborati (si limitano a qualche colpo di lancia di Ushio o a qualche fiammata o fulmine di Tora) e il focus della storia è, invece, tutto sui personaggi, sui loro sentimenti, sulla crescita che inevitabilmente subiscono grazie all’incontro con quel sorridente ragazzo dal grande cuore e dal grande coraggio.
Il cammino di crescita interiore del protagonista è palpabile e piacevolissimo: inizialmente catapultato suo malgrado in un mondo fatto di demoni che vogliono mangiarselo e che è costretto a uccidere di volta in volta, comincia poi a comprendere pian piano che anche queste creature hanno dei sentimenti e che fra le due razze, nonostante i numerosi conflitti passati, si può ancora creare complicità e fratellanza.
Allo stesso tempo, è costretto ad abbracciare il suo destino, scoprendo verità celate nel passato della sua famiglia che non mancheranno di sconvolgere la sua vita, rendendo la trama e la caratterizzazione del suo personaggio decisamente più articolate ed interessanti.
Tora riesce ad essere anche più affascinante di Ushio, affrontando un percorso di crescita più marcato: inizialmente demone crudele e sanguinario che vuole solo mangiare e uccidere tutti gli umani, finisce per affezionarsi a loro, accettare i loro sentimenti, combattere per proteggerli a rischio della propria vita. Forse perché il legame che unisce quel burbero demone tigrato, gli umani, la Lancia della Bestia e il terribile e ancestrale nemico della stessa è più profondo e affascinante di ciò che sembra inizialmente, chissà.
A Tora, ai suoi battibecchi con Ushio e ai suoi comicissimi approcci al mondo moderno degli umani, fra televisione e hamburger, corredati da buffi siparietti in superdeformed dove il possente demone tigre perde tutta la sua fierezza per diventare tenero e divertente, ci si affeziona con facilità, risultando un personaggio decisamente indovinato.
Ushio e Tora ha tantissimi personaggi, chi più chi meno tutti importanti, e nel corso del suo svolgimento finisce per trattare tantissimi temi: la lotta tra il bene e il male, il destino, i legami familiari, l’amore, l’amicizia, la vendetta, il razzismo, il perdono, la morte delle persone e l’accettazione del lutto, il rapporto tra l’uomo e il sovrannaturale, fra il sovrannaturale e la scienza...
E’ una grande storia fatta di tante piccole storie, che non mancano di essere toccanti o di regalarci scene molto intense ed emozionanti e personaggi che decisamente si fanno ricordare, lasciando tutti quanti qualcosa di sé a Ushio e allo spettatore che insieme a Ushio li ha incontrati.
La serie ha, però, un difetto piuttosto grave, che le impedisce di raggiungere lo stesso livello di bellezza del manga originale: il limitato numero di episodi. Solo 39, decisamente troppo pochi per adattare pedissequamente i 33+1 volumi del fumetto.
Il risultato è una serie che sì, a differenza dei precedenti OAV, arriva fino alla fine della storia, ma che finisce per tagliare almeno un terzo delle vicende del manga, specialmente quelle considerate poco importanti per la trama principale.
Ushio e Tora è, però, un manga dove tutto è importante, dove tutto prima o poi ritorna nel bellissimo finale, anche solo per una comparsata di una vignetta che però riesce ad emozionare, o dove anche episodi apparentemente inutili per la trama principale riescono ad essere divertenti, a distendere un po’ l’atmosfera tesa e orrorifica di molte avventure o a raccontare perle di lirismo ed emotività straordinarie.
Nell’adattamento animato ci si è persi personaggi interessanti (uno su tutti il monaco badass Nigira, uno dei personaggi più fighi del manga), vicende commoventi (la donna dei ghiacci, il demone degli occhi), piccoli dettagli che aiutavano a caratterizzare meglio i personaggi e le loro storie personali (penso al non ricambiato amore di Kagari per Tora, alla passione per la palestra del padre di Asako, alla vicenda che porta Kirio a finire adottato dalla famiglia di Mayuko, al racconto della storia d’amore dei genitori di Ushio, al ruolo del giornalista televisivo nella battaglia finale, per fare qualche esempio).
Peccato che alcuni di questi tagli siano effettuati su vicende importantissime per la trama, che infatti poi inevitabilmente fanno la loro comparsa, senza però che la cosa sia stata spiegata nel dettaglio. Capiterà quindi, ogni tanto, che compaiano personaggi che lo spettatore non sa chi siano (i mostri rivali del decano tengu, ad esempio) o che qualche vicenda sia stata liquidata con troppa semplicità. Peccato.
Tanti tagli piccoli e grandi che minano la bellezza di una storia che, su carta, era veramente perfetta e che, invece, in animazione risulta “solo” bella. Naturalmente, chi non conosce il manga originale non avvertirà questa cosa come un problema, ma dovendo valutare l’adattamento non si può dire che sia stato perfetto al 100%, e ci si chiede come mai, dato che non si doveva correre dietro alla lavorazione del manga e che esempi di ripescaggi precedenti (JoJo su tutti) stanno facendo un ottimo lavoro nell’adattare alla perfezione il manga originale senza tagli di sorta.
Ancora una volta, la maledizione dell’animazione moderna, dove deve essere tutto breve e conciso, tutto di meno di 50 episodi, tutto con mille pause tra una stagione e l’altra, tutto privo di “filler” (anche quando, come in questo caso, i “filler” sono parte integrante della vicenda e assumono poi un loro ruolo importante) ha mietuto una vittima, e dispiace che un manga bello e praticamente perfetto come Ushio e Tora, che ha ancora tanti fans sia in Giappone che all’estero (non stupisce che Yamato Video, che già aveva pubblicato gli OAV, abbia subito opzionato i diritti per l’Italia, trasmettendo la serie in versione sottotitolata sul suo canale Yamato Animation e su Man-ga), non sia riuscito ad avere un adattamento animato che ne restituisse tutta la bellezza.
Tagli a parte, Ushio e Tora rimane ugualmente un bell’anime, aiutato anche da uno stile di disegno molto classico ma efficace, che ripulisce e abbellisce i disegni di Fujita mantenendone, sia pure con le dovute limitazioni, la forza e l’efficacia, e di un’alternanza di colori tra il cupo (per le scene d’azione/horror) e il vivace (nelle numerose gags di cui l’opera è costellata, specialmente nei primi episodi).
Una colonna sonora orchestrata di grande impatto aiuta a incrementare il lirismo di molte scene, mentre le varie sigle d’apertura e chiusura, tutte caratterizzate da un ritmo molto forte, fanno il loro lavoro, anche se dubito che verranno ricordate sulla lunga distanza.
Decisamente ottimo il doppiaggio, che mischia vecchi e nuovi talenti per creare un piacevole affresco. Splendida la prova di Rikiya Koyama, che ci regala un Tora perennemente scontroso e incavolato dalla voce roca, al punto da risultare adorabile, ma la parte del leone la fa sicuramente una irriconoscibile e fenomenale Megumi Hayashibara, che dà la voce al cattivo principale dell’opera.
Questo personaggio, già nel manga originale, è uno dei più complessi, malvagi, inquietanti e affascinanti cattivi mai visti nel mondo dei fumetti nipponici, capace di far rabbrividire il lettore anche solo con un’inquadratura dei suoi occhi.
L’adattamento animato riesce a rendere la sua complessa malvagità alla perfezione, impreziosendone il maligno carisma con una splendida doppia voce maschile e femminile. Anche chi si approccia a Ushio e Tora soltanto in versione animata finirà ben presto per tremare di terrore ma restare al contempo affascinato alla presenza di questo personaggio, e questa cosa è bellissima. Sicuramente uno degli elementi più riusciti dell’adattamento, oltre al fatto che fa piacere, una volta tanto, veder dato spazio a qualche doppiatore veterano in un ruolo di primo piano, fra tanti giovani talenti, cosa ormai sempre più rara.
Nonostante i tanti tagli alla storia del manga originale, la versione animata di Ushio e Tora è ugualmente pregna di lirismo, orrore, poesia e tantissime emozioni. Arrivati agli ultimi episodi, anche se rispetto al manga manca qualche tassello e dettaglio, avremo vissuto una grande storia, ricchissima di personaggi e sfumature.
Un anime da consigliare a chi ama le storie d’azione con venature horror, ma anche agli amanti del folklore giapponese, che è uno degli elementi più caratterizzanti di tutta l'opera, sia pure rielaborato in versione orrorifica.
Di sicuro, con tutti i suoi difetti, probabilmente, questa serie ha avuto il merito di riportare sotto i riflettori un bravo autore di cui si parla sempre troppo poco (ora ci fate anche l’anime di Karakuri Circus, vero?). In quest’ottica, e in virtù delle belle emozioni che comunque la visione riesce a regalare, si possono perdonare a Ushio e Tora i suoi difetti nella trasposizione da manga ad anime, perché quel sorridente ragazzo con la lancia e quel burbero ma adorabile demone tigrato si finisce comunque per amarli, in un modo o nell’altro.
Pro
- Una delle più belle storie manga mai scritte, finalmente diventata una serie animata
- Ottima caratterizzazione dei personaggi
- Storia ricchissima di emozioni di vario tipo
- Comparto grafico e sonoro molto suggestivo
- Probabilmente il miglior cattivo mai visto in un anime
Contro
- Molti tagli alle vicende del manga, che eliminano vicende e dettagli anche importanti
- Narrazione un po' frettolosa in alcuni frangenti a causa della compressione della storia in pochi episodi
- Modifiche di alcuni dettagli spostando la storia ai giorni nostri, che fanno perdere un po' d'atmosfera
- Un generale ammorbidimento dell'atmosfera splatter, inquietante e horror del manga
Vabbè, peccato, magari un giorno lo riprenderò (forse).
Si salva solo per Tora che per quanto abbia quel fare "tsundere" possiede anche un notevole carisma, abbinato a quella rabbia e poca attenzione verso il prossimo (se non per rare eccezioni). Ha strappato un po' dell'eccessiva dolcezza di Ushio, e se ho finito quest'anime lo devo a lui.
Infatti sono arrivato all'episodio 15 e poi l'ho droppato perché il rush era terribile, mi sono andato a leggere il manga e non me ne sono assolutamente pentito!
Penso che ha novembre comprerò la Perfect Edition del manga anche se possiedo la versione precedente edita sempre dalla Star Comics!
U&T rientra in quel periodo d'oro dove le serie erano si allungate, ma si legavano comunque ad un proposito di fine a cui arrivare, senza l'elemento infinito, oggi abusato, e avendo una storia principale con cui dover sempre fare i conti. Va assolutamente recuperata anche per via della grande influenza che ha avuto sui manga avvenire, Naruto su tutti (per citare un esempio: nell'arco finale, la cooperazione di Naruto e Kurama ed il loro rapporto, non ricorda un po' quella di Ushio e Tora?).
Ho appena finito di vedere l'ultimo episodio, grande conclusione con colonna sonora commovente, comunque sia come hanno fatto notare alcuni, questa serie dalla sua ha anche enormi lacune (buchi di trama, molte cose poco plausibili, cose un po' a caso, ecc...), di cui ne ho già parlato nella mia bacheca o in qualche altra news, è che l'anime con i suoi tagli e le sue velocizzazioni rende più evidenti e accentuate, ed un buonismo decisamente forzato in alcune parti (ora sapete da dove Kishimoto si è ispirato per il buonismo di Naruto Uzumaki xD).
Nel finale è comunque un bel prodotto, però parlando dell'anime, la voce modificata di Hakumen a me spesso più che il grande cattivo che è, lo faceva apparire come una bestiolina dispettosa. Forse dovevano renderla più acuta.
Non capisco questo astio nei confronti di Ushio e questo continuo tacciare tutto di "buonismo". Per quanto orrorifico, drammatico e inquietante, Ushio e Tora è uno shounen, quindi deve comunque essere positivo e presentare dei bei messaggi costruttivi e non solo morte e distruzione. La bontà e il coraggio di Ushio servono da monito per i lettori (gli spettatori dell'anime han già letto il manga vent'anni fa, l'anime è per loro, non per i ragazzi di oggi) e il modo in cui questo ragazzo riesce a far passare dalla sua parte mostri e demoni che odiano gli umani e vorrebbero papparseli o ucciderli è qualcosa di cui oggi, in questi tempi dove si continua a farsi la guerra e a odiare/uccidere per diversità di religione, di cultura, di orientamenti sessuali, avremmo assai bisogno, invece di criticarla. Molto meglio la bontà di Ushio che i tanti antieroi fighetti e annoiati della vita che si sparano le pose mentre uccidono a sangue freddo che caratterizzano molte produzioni odierne. Che poi c'è già Tora a fare il cattivo, il carattere di Ushio deve fargli da contraltare, è così che funziona nelle coppie, o forse volevate due Terence Hill o due Asterix?
Anche per quanto riguarda i "cliché", molti dei cliché di oggi nascono qui, non si può fare una colpa a Ushio e Tora se li ha creati, e per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, questi tornano sempre a più riprese nella storia e compiono un loro percorso, che indubbiamente nel manga era narrato in maniera più completa ma si vede anche qui. Molti colleghi di Ushio e Tora i personaggi secondari se li dimenticano, Ushio e Tora riesce a dare un senso a tutti, e questo va premiato.
@ Nyx
No problem. Ci sono diverse gag, ma principalmente nei primi episodi. In ogni caso l'atmosfera è quasi sempre orrorifica, inquietante, d'azione o di tensione.
La struttura episodica per me è stata seriamente snervante, e faccio fatica a pensare ad una storia che proprio mi sia piaciuta, visto che c'era sempre tanta carne al fuoco concentrata in uno, massimo due episodi, frettolosi e velocizzati.
Quindi, ho percepito tutto il tempo come se si volesse arrivare velocemente alla fine, senza preoccuparsi della trama e dei personaggi (che per 3/4 ho dimenticato, se devo essere sincera).
Nel manga si sarà fatto un lavoro migliore, però per me l'anime ha delle lacune che difficilmente possono essere ignorate (specie per chi, come me, non ha letto l'opera originale).
(ora mi preparo a tutti i pollici negativi, che specie in questa recensione sembrano fioccare indiscriminatamente )
Indubbiamente si poteva fare di meglio ed il lavoro di Mappa e Voln spesso lasciano a desiderare, ma come ha detto Kotaro qui nei commenti, questa è una serie creata per i fan del manga. Se volevano monetizzare di sicuro non investivano in un'opera come questa.
La cosa che trovo più tragicomica però sono i commenti del tipo: "Non ho letto il manga, ma l'anime è pieno di cliché insopportabili".
Ragazzi, non è che Ushio e Tora debba per forza piacervi, ma diamine, cercate almeno di contestualizzarlo per l'epoca in cui è stato pubblicato (dal 1990 al 1996). Il buonismo che tanto criticate al protagonista era praticamente la norma di tutti gli shounen dell'epoca (Saint Seiya e Dragon Ball su tutti), quindi vederlo come un difetto vuol dire non capire il contesto storico in cui è stato pubblicato. E' un po' come voler fare il nerd rompiballe criticando la verosimilità delle saghe robotiche di Go Nagai.
Ma qui si parla di una trasposizione animata del 2016... e non tutti pensano "ah ma è stato creato 20 anni fa". Giusto che questo prodotto venga giudicato SOLO in base all'anime di 39 episodi che è stato messo in onda, il manga è un altra cosa e merita un'altra recensione e giudizio. Dubito si possa negare che qua la maggior parte dell'utenza è influenzata dal prodotto originale e dall'effetto nostalgia.
Se la critica dell'anime è rivolta al fatto che sia troppo breve rispetto al manga, come ha scritto kotaro, lo posso capire.
Se invece si vuole prendere UeT di mira e massacrare un certo tipo di shounen, mi sembra assurdo.
Assurdo per tre motivi.
Motivo 1: ingeneroso, perchè stiamo parlando di un titolo di tutto rispetto.
Motivo 2: inutile, nel senso che tanto anime/manga così non ne fanno più, quindi chi li disprezza non ha da temere di vederne in giro molti altri, anzi ora come ora deve stare attento a non scivolare sopra la miriade di spazzatura ecchi-harem-fintofantasy-fintoscolastica-fintoavventura con protagonisti maschili mediocri, inetti, abulici, svogliati di fronte alla vita quotidiana, ma "motivati" per miracolo dalle solite ragazze prosperose in minigonna che si innamorano di loro non so per quale motivo. Protagonisti maschili medi, con la cameretta media piena di scaffali di manga medi, che giocano a videogame medi, che indossano vestiti medi, con tagli di capelli medi, sempre uguali in tutto, che vivono col sogno delle "oppai, ma non le becco mai". Insomma anime che devono rincuorare il ragazzo "sfigato" medio, quello che mediamente compra i dvd di questi anime medi. Tutto fumo smerciato dalle case di produzione per appagare l'ego degli otaku medi. Con questo non voglio dire che una volta era tutto meglio, anzi la spazzatura c'è sempre stata.
Motivo 3: Chi critica questi anime vecchia scuola perché buonisti, pieni di buoni sentimenti e di protagonisti buoni, bravi e coraggiosi, non capisce lo scopo che tanti autori di una volta davano ai loro manga/anime. Non voglio generalizzare, ma in linea di massima oltre al successo di numeri, a quei tempi si cercava di dare alle storie una valenza istruttiva ed educativa. Le storie non dovevano essere prese troppo sul serio, però insieme all'aspetto ludico, servivano per trasmettere dei messaggi positivi ai bambini e ai ragazzi di 30-40 anni fa: la vita va presa con coraggio e con passione. Il mondo là fuori sarà anche cattivo, ma se esiste un male, esiste anche un bene verso cui tendere. Non bisogna afflosciarsi su un computer, bisogna uscire dalla cameretta e prendere il toro per le corna per costruire qualcosa di buono nella vita, anche se questa non è sempre tutta rose e fiori. Nella vita bisogna impegnarsi e farsi il culo: questo tentavano di trasmettere le storie di una volta nella società Giapponese di allora.
In sostanza, ce ne fossero di anime come questo.
Oltre al fatto che ai ragazzi, tutti presi dai loro One Piece, Love Live, Youkai Watch queste storie non interessano nemmeno, perché raccontano di mondi che non hanno vissuto con uno stile che non gli appartiene.
Stile con cui, eventualmente, si deve per forza di cose scendere a patti: non e' Ushio e Tora a dover cambiare per piacere ai ragazzi di oggi, sono i ragazzi di oggi a doversi sforzare di accettarlo così com'è.
Se poi guardate Ushio e Tora senza leggere prima le news di AnimeClick dove è scritto a chiare lettere che è tratto da un vecchio manga... è ovviamente colpa vostra
(ridicolo...)
Ho visto in manga e anime cattivi con motivazioni e psicologie tremendamente più complesse.
Non spacciamo uno shonen/harem per l'anime del millennio
Ma hai visto l'opera fino in fondo?
Perché è solo nel finale che si svela la vera natura "dell'essere dalla maschera bianca" che mi sembra sia piuttosto lontana dal classico stereotipo del cattivo megalomane di turno, che guarda tutti dall'alto verso il basso.
Ho deciso di rimandare la visione di questo adattamento a quando avrò terminato il manga (sia lodata Star Comics per la nuova edizione).
Ho sempre sentito parlare parecchio di questa opera, è giunto il momento che anche io mi faccia un' opinione XD
Con la grande differenza che, almeno in Italia, la stragrande maggioranza delle persone non ha (o aveva) mai letto Kiseiju, ed è riuscito a farsi apprezzare molto anche da chi non lo aveva mai sentito nominare. Ushio e Tora invece punta sul fattore nostalgia e... basta? Tutti quelli che lo difendono a spada tratta sono gli stessi che tempo fa lessero l'originale, ma non ho sentito tutto questo fervore altrove, tra chi ha conosciuto UeT solo nell'estate 2015 (indipendentemente dalla propria età, visto che io oramai sono più vicina ai trenta che ai venti).
E vabbè, al di là del fatto che Ushio e Tora andava in onda alle dieci e mezza, non alle tre del mattino, quindi evidentemente chi lo ha prodotto non mirava unicamente alle schiere di appassionati dell'opera originale (se no lo avrebbero messo alle tre del mattino e ciccia) (e Love Live, comunque sia, è destinato ad un pubblico di adolescenti e adulti - anzi, forse più adulti che altro -, quindi lo stesso di UeT); però sinceramente non vedo come l'idea di base possa risultare ostica ai giovani d'oggi, quando roba con yokai e mostri la trovi in ogni dove.
Io mi arrenderei semplicemente al fatto che Ushio e Tora è invecchiato piuttosto male, semplicemente questo, ed è una cosa che capita quando un'opera ha più di vent'anni (venticinque o ventisei se non erro).
In realtà è stato proprio questo elemento a spingermi a guardarlo, ironia della sorte.
Non sono d'accordo e non ho mai capito questo modo di pensare; possono esserci i protagonisti buoni senza un perchè, ma i cattivi no... non può essere che uno è figlio di t***a nell'anima no?
Francamente questi cattivi negli anime e manga che poi si scoprono non essere originariamente cattivi, ma che qualcosa gli ha portati ad essere loro tali o che si devono per forza redimere alla fine, o più semplicemente che devono avere delle motivazioni oniriche, ha francamente stufato, perchè sono 30 anni che se ne abusa, ed è diventata una cosa ridicola quando è inserita a forza.
Infatti quando mi capita nelle opere recenti di trovare cattivi principali malvagi fino al midollo per pura natura, sono molto contento. Dove sta scritto che uno per essere un bastardo deve avere delle "motivazioni", lo "spessore psicologico", ma anche no, come esistono i buoni perchè sono buoni, esistono i cattivi perchè sono cattivi.
No, no, no, direi di no, della serie "travisare le parole perché sì". Non ho detto nulla di tutto questo, né che non mi piaccia l'arte, né del conformarsi all'attuale mercato, solo che trovo inutile aspettarsi che sia lo spettatore d'oggi a conformarsi all'opera. Punto. Stop. Se non piace non piace, amen.
(tra l'altro, per invecchiate mi riferivo alle storie, ai vari episodi narrati, che magari piacevano all'epoca ma che a me, oggi, non sono piaciuti)
Stiamo parlando di un anime tratto da un manga scritto e pubblicato 25 anni fa, che uno lo abbia letto all'epoca o visto l'anime ora non cambia nulla, la storia sempre quella è.
Il mio discorso riguarda le critiche mosse verso il buonismo del protagonista, caratteristica riscontrabile anche in tanti altri personaggi attualmente acclamati come Rufy o Naruto.
Vedere la caratterizzazione di Ushio come un difetto significa non capire che all'epoca gli shounen avevano uno scopo educativo e formativo, a differenza di oggi che sono perlopiù forme di intrattenimento per adolescenti. Non è scritto da nessuna parte che quest'opera debba piacervi, ma se dovete criticarlo tenete sempre in conto il fatto che è stato creato in un'epoca editoriale del tutto diversa da quella attuale.
Alt, stai paragonando due prodotti con caratteristiche radicalmente diverse fra di loro.
Kiseiju è un manga di appena 10 volumi disegnato anche abbastanza male, ma dalla storia molto profonda e matura (non a caso è un seinen).
Se Madhouse è riuscito a farci uscire un quasi capolavoro è perché ha letteralmente stravolto l'opera dandogli un character design diverso e tempi narrativi più consoni al formato televisivo. Il manga a tratti è imbarazzante, te lo posso garantire.
Ushio e Tora è uno shounen di 33 volumi che ovviamente risente dell'epoca in cui è stato creato. E' invecchiato male?! Punta sul fattore nostalgia?! Probabilmente si, ma fare su di un'opera così lunga e complessa un lavoro come quello di Madhouse con Kiseiju sarebbe stato difficile, se non impossibile, anche per il miglior studio al mondo.
Ushio e Tora non è un anime perfetto ed è ben lungi dall'esserlo, quindi le critiche ci stanno, ma, come ho detto prima, va preso per quello che è: un prodotto creato 25 anni fa e che con sé si è portato dietro i suoi tanti pregi ed i suoi anacronistici difetti.
Difetti che io non sono riuscita a mandare giù e che mi hanno impedito di finirlo, tutto qui xD
Non ti preoccupare, il mondo è bello perché è vario
Sono meno stereotipati i personaggi di Love Live al confronto
Il protagonista che puo' solo pensare la cosa giusta e il cattivone tsundere hanno fatto il loro tempo.
L'unica nota positiva di questo anime è che non è stato adattato in CG.
Lo avessero rifatto in computer grafica sarebbe passato per il flop della stagione... (come sta succedendo per Berserk)
Ushio e Tora NON è un harem (no, ma sul serio? Non ci credo che l'ho letto davvero) e dire questo significa non averlo capito minimamente e nemmeno meritarselo, perciò di che stiamo a parlare?
Chi scrive ha un debole per i cattivi redenti, ma un cattivo deve, per definizione, essere, toh, cattivo e la Maschera Bianca, un essere fatto di puro terrore che gode nel tormentare i deboli e trae forza dal loro dolore, mi ha fatto ca*are in mano dall'inquietudine in vari punti, quindi non esiterò a considerarlo uno dei migliori cattivi degli anime/manga. Sono gusti, chiaramente soggettivi, ma la recensione è mia, ed è una recensione e non una pagina di Wikipedia, quindi la soggettività è inevitabile e doverosa (e poi "oggettività" era la parola di moda di Animeclick di diversi anni fa, siete out ).
I gusti dei ragazzi sono cambiati radicalmente (come i commenti a questa recensione dimostrano) e un anime come Ushio e Tora, che non ha disegni alla moda, effetti speciali, personaggi simpatici di cui vendere pupazzetti, colori vivaci, sigle con balletti, giochi di carte e quant'altro al seguito difficilmente susciterebbe il loro interesse, è chiaro che è stato realizzato per gli adulti ex-lettori. Che poi non lo abbiano apprezzato per i vari tagli è un altro discorso, che non c'entra con la storia di Ushio e Tora in sé, da molti considerata bellissima ancora oggi.
Ci può stare naturalmente che non piaccia, ma è una storia che non poteva certo cambiare per adattarsi ai gusti di un pubblico che non è il suo.
Disegni alla moda -> Cortili del Cuore (1995)
Effetti speciali -> direi che già ai tempi di Gundam (1979), per gli anime, con tutti i laser e le esplosioni, ma poi con Dragon Ball (1984-1995), su
Personaggi simpatici di cui vendere pupazzetti -> chiamasi merchandising, ma basti pensare che i Pokémon nacquero nel 1996, e i pupazzetti giusto poco dopo
Colori vivaci -> Sailor Moon? Tutto era rosa, viola, fucsia e gli anni novanta erano appena iniziati
Sigle con balletti -> Magica Emi (1985), Idol Densetsu Eriko (1989) ...
Giochi di carte -> Yu-Gi-Oh (1996)
Scusate se magari sembrerò un po' aggressiva ma diamine, la commercialità non è nata con lo scoccare dell'anno 2000.
Non ho detto "la commercialità è nata con lo scoccare del 2000". Tutto ciò che annoti è giusto (tranne i disegni di Cortili del cuore, che sono particolari e lontani dallo stile di moda degli anni '90, che era quello di Marmalade Boy), ma non è questo il discorso che stavo facendo. A Ushio e Tora tutte queste caratteristiche mancavano vent'anni fa (dove appunto non è riuscito a spuntarla contro rivali più commerciabili come Dragon Ball, pur avendo comunque fatto scuola in altri contesti) e gli mancano adesso, perché per il tipo di storia che è non può averle, e va benissimo così. Ma se vedi i ragazzi giapponesi di oggi (io in Giappone ci vivo e ci ho avuto a che fare in più occasioni) i loro gusti e i loro interessi quelli sono: lo shounen Shueisha del momento, gli anime e i telefilm tokusatsu Toei, i grandi franchise fatti di giochi di carte, anime, videogiochi vari, modellini, tutte cose che Ushio e Tora non ha. Può sembrare strano, ma i ragazzi giapponesi sono ancora pazzi di Dragon Ball, quindi Ushio e Tora può offrirgli ben poco di quell'aspetto colorato, commerciale e crossmediale che a loro piace, mentre invece è una storia che interessa, come tante altre che sono state adattate tardivamente in anime, il pubblico degli adulti nostalgici, che supporta i manga in edizione di lusso e i vari dvd e blu-ray.
Complimenti a Kotaro per la bellissima recensione su Ushio e Tora che concordo in toto! Ribadisco anchio che il vero capolavoro è il manga, l'anime è ottimo per il pattume medio che circola oggi, ma non è certo del livello del fumetto, molto più completo sia a livello di personaggi che di trama ^^
@A q u i l e g i a Gli anime sono da sempre commerciali, non capisco dove tu voglia arrivare...
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.