L'esistenza di un legame tra mondo dei videogiochi e mondo degli anime è ormai una realtà indiscutibile: pur non esistendo alcuna correlazione automatica, ci sono sempre forti probabilità che un appassionato di anime sia anche un videogiocatore abituale. Il perché di una simile connessione fra i due mondi è facilmente comprensibile: queste due forme di intrattenimento si assomigliano moltissimo in quanto entrambe raccontano storie che possono essere vissute o in prima persona (nel caso dei videogame) o in terza persona (nel caso degli anime). È dunque inevitabile che le aree di mercato a cui questi prodotti si rivolgono finiscano per sovrapporsi in parecchi punti.
Già in passato si è cercato in più di un'occasione di sfruttare questo legame attraverso la realizzazione di anime che cercavano di riproporre dinamiche tipiche dei videogiochi; ma dopo il grande successo ottenuto su pc e sulle console di tutto il mondo dagli MMMORPG, il numero di titoli di questo tipo ha subito un'improvvisa impennata. L'enorme numero di giocatori coinvolti dagli MMMORPG determina infinite possibilità in termini di socializzazione e di cooperazione tra giocatori e ciò rende l'esperienza di gioco sempre diversa, partita dopo partita. E questa caratteristica costituiva un potenziale troppo grande per non essere sfruttato massivamente anche dal mondo dell'animazione.
Inizialmente l'attenzione degli autori si era diretta verso la creazione di titoli completamente immersi nel mondo virtuale di gioco (si pensi a Sword Art Online, Log Horizon, Overlord, KonoSuba, ecc.); ma col passare del tempo l'attenzione si sta gradualmente spostando dal "gioco" al "videogiocatore", con una serie di titoli che raccontano la "doppia vita" di quest'ultimo, ossia quella "online" e quella in modalità "real life". Recovery of an MMO Junkie è un anime appartenente a questa seconda categoria.
Recovery of an MMO Junkie, anche conosciuto col suo titolo giapponese Net-jū no susume, è la trasposizione dell'omonimo web-manga di Rin Kokuyō, edito dalla Media Factory sulla sua rivista Comico Japan a partire dal 2013. L'adattamento a serie TV vede Kazuyoshi Yaginuma alla regia e lo studio Signal MD alle animazioni.
Recovery of an MMO Junkie può essere agevolmente diviso in due parti: la parte "online" e la parte "real life".
La parte "online" domina per la prima metà della serie ma, a esser sincero, non mi ha fatto una grandissima impressione. In primo luogo non trovo molto divertente assistere alle fasi di gioco quando queste non hanno alcuna rilevanza sull'evoluzione della trama, cosa che, almeno finora, è ciò che è capitato ogni volta in cui i personaggi non sono stati fisicamente intrappolati nel gioco. È purtroppo un difetto comune a quasi tutti gli anime di questo tipo; bisogna però anche dire che in Recovery questa componente è meno invadente: i personaggi di gioco, infatti, preferiscono parlare piuttosto che combattere.
In secondo luogo, e anche questo è un difetto comune a tutto il genere, la rappresentazione che si fa degli MMMORPG in questi anime è spesso irrealistica ed esagerata. Per essere più precisi, la mia critica non è diretta al fatto che personaggi digitali abbiano la facoltà di muoversi, assumere espressioni o avere gestualità del tutto identiche a quelle delle persone reali; è chiaro che ciò è dovuto alla necessità di mostrare il gioco così come lo vivono i giocatori, e come interpretazione mi sembra corretta. Però questa simbiosi tra mondo reale e mondo virtuale spesso sfiora il ridicolo: ad esempio vedere Hayashi seduto su un albero mentre afferma che «questo è il posto dove amo venire a riflettere per non arrecare disturbo agi altri» è del tutto senza senso! Cosa farebbe la persona dietro lo schermo in quei momenti? Resterebbe impalato a guardare il suo personaggio seduto su un albero?
In terzo e ultimo luogo, il ruolo assegnato ai personaggi secondari appare abbastanza nebuloso. Inizialmente sembra che non debbano fare solo da scenografia, ma che anzi abbiano una loro parte da recitare e una loro storia da raccontare; in alcuni casi vengono addirittura mostrate le loro controparti nel mondo reale. Ma poi (almeno nell'anime) non se ne fa più niente e la loro presenza si nota appena.
Come visto, nella maggior parte dei casi si tratta di difetti comuni all'intero genere e non esclusivi di questo singolo anime; anzi va sottolineato il fatto che Recovery of an MMO Junkie riesca a limitare molto il loro impatto sulla godibilità generale dell'opera. Tuttavia sono comunque presenti, rendono il tutto più noioso e perciò influenzano negativamente il giudizio complessivo.
La parte in modalità "real life", al contrario, è veramente superba e riesce a capovolgere completamente l'impressione poco entusiasta maturata nei primi episodi. La trama non è certamente di quelle più originali né di quelle più impegnate: quest'anime, infatti, non ha fra le sue qualità quella di fornire spunti critici rilevanti contro una certa realtà sociale. L'idea che si possa uscire dalla condizione di NEET giocando a un MMMORPG fa un po' sorridere: sarebbe come credere che sia possibile dimagrire attraverso una dieta a base di dolci e frittura. Ma una volta compreso che l'anime non ha finalità "sociali", la sua visione risulta comunque molto piacevole: la storia è leggera e intrisa di una comicità semplice e immediata in cui, nonostante un tema decisamente "moderno", domina un tipo di umorismo fortemente tradizionale.
Il punto di forza di Recovery sono i personaggi principali, Sakurai e soprattutto Moriko, mattatrice assoluta dello schermo. La NEET trentenne, infatti, riesce a conquistare immediatamente le simpatie dello spettatore col suo aspetto da donna bella ma molto trasandata, e col suo carattere introverso, che la espone spesso al ridicolo quando viene costretta a esporsi. Le sue paure, le sue insicurezze, perfino il suo inopportuno brontolio dello stomaco inducono facilmente al sorriso perché, in fondo, mettono in evidenza tutta la sua umanità. Anche Sakurai è un personaggio che riesce a raccogliere la simpatia dello spettatore, col suo carattere goffo e impacciato, ma fatto anche di sincerità e coraggio nei momenti più difficili. In più ha anche il pregio di far risaltare la figura di Homare Koiwai, l'amico che tutti vorrebbero avere e che con la sua simpatia esplosiva rappresenta l'unico personaggio secondario degno di nota presente nell'anime.
Passiamo al comparto tecnico. L'apparato grafico non può di certo essere considerato come il punto forte di quest'anime, in quanto il suo livello si attesta sostanzialmente nella media; tuttavia anche nella sua ordinarietà non sfigura grazie a disegni che, pur se a tratti sembrano un po' troppo accennati, risultano sempre gradevoli alla vista, e a un uso dei colori che non mi ha convinto del tutto, ma che in sostanza ci può stare.
La colonna sonora è piacevole; sia l'opening "Saturday Night Question", interpretata da Megumi Nakajima, che l'ending "Hikari, Hikari", cantata da Yūka Aisaka, sono molto orecchiabili.
Già in passato si è cercato in più di un'occasione di sfruttare questo legame attraverso la realizzazione di anime che cercavano di riproporre dinamiche tipiche dei videogiochi; ma dopo il grande successo ottenuto su pc e sulle console di tutto il mondo dagli MMMORPG, il numero di titoli di questo tipo ha subito un'improvvisa impennata. L'enorme numero di giocatori coinvolti dagli MMMORPG determina infinite possibilità in termini di socializzazione e di cooperazione tra giocatori e ciò rende l'esperienza di gioco sempre diversa, partita dopo partita. E questa caratteristica costituiva un potenziale troppo grande per non essere sfruttato massivamente anche dal mondo dell'animazione.
Inizialmente l'attenzione degli autori si era diretta verso la creazione di titoli completamente immersi nel mondo virtuale di gioco (si pensi a Sword Art Online, Log Horizon, Overlord, KonoSuba, ecc.); ma col passare del tempo l'attenzione si sta gradualmente spostando dal "gioco" al "videogiocatore", con una serie di titoli che raccontano la "doppia vita" di quest'ultimo, ossia quella "online" e quella in modalità "real life". Recovery of an MMO Junkie è un anime appartenente a questa seconda categoria.
Recovery of an MMO Junkie, anche conosciuto col suo titolo giapponese Net-jū no susume, è la trasposizione dell'omonimo web-manga di Rin Kokuyō, edito dalla Media Factory sulla sua rivista Comico Japan a partire dal 2013. L'adattamento a serie TV vede Kazuyoshi Yaginuma alla regia e lo studio Signal MD alle animazioni.
Stanca della sua routine quotidiana, un bel giorno la trentenne Moriko Morioka decide di abbandonare il lavoro e di diventare una NEET; da quel momento passerà quasi tutto il suo tempo rinchiusa in casa giocando a Fruits de Mer, un videogioco online. Dopo aver scelto come suo alter ego un personaggio maschile che battezzerà col nome di Hayashi, farà il suo ingresso in questo nuovo mondo virtuale e qui conoscerà Lily, un simpatico personaggio dai capelli rosa di sesso femminile. Tra i due si instaurerà un legame molto profondo ma che, almeno in apparenza, non sembra essere suscettibile di grandi sviluppi. Ma evidentemente le cose erano destinate ad andare in maniera diversa: in primo luogo a controllare Lily è in realtà Yūta Sakurai, un uomo di ventott'anni che, così come Moriko, ha mentito sulla sua vera identità sessuale nel mondo reale. In secondo luogo i due erano destinati a "scontrarsi" anche nella vita reale, con conseguenze facilmente prevedibili.
Recovery of an MMO Junkie può essere agevolmente diviso in due parti: la parte "online" e la parte "real life".
La parte "online" domina per la prima metà della serie ma, a esser sincero, non mi ha fatto una grandissima impressione. In primo luogo non trovo molto divertente assistere alle fasi di gioco quando queste non hanno alcuna rilevanza sull'evoluzione della trama, cosa che, almeno finora, è ciò che è capitato ogni volta in cui i personaggi non sono stati fisicamente intrappolati nel gioco. È purtroppo un difetto comune a quasi tutti gli anime di questo tipo; bisogna però anche dire che in Recovery questa componente è meno invadente: i personaggi di gioco, infatti, preferiscono parlare piuttosto che combattere.
In secondo luogo, e anche questo è un difetto comune a tutto il genere, la rappresentazione che si fa degli MMMORPG in questi anime è spesso irrealistica ed esagerata. Per essere più precisi, la mia critica non è diretta al fatto che personaggi digitali abbiano la facoltà di muoversi, assumere espressioni o avere gestualità del tutto identiche a quelle delle persone reali; è chiaro che ciò è dovuto alla necessità di mostrare il gioco così come lo vivono i giocatori, e come interpretazione mi sembra corretta. Però questa simbiosi tra mondo reale e mondo virtuale spesso sfiora il ridicolo: ad esempio vedere Hayashi seduto su un albero mentre afferma che «questo è il posto dove amo venire a riflettere per non arrecare disturbo agi altri» è del tutto senza senso! Cosa farebbe la persona dietro lo schermo in quei momenti? Resterebbe impalato a guardare il suo personaggio seduto su un albero?
In terzo e ultimo luogo, il ruolo assegnato ai personaggi secondari appare abbastanza nebuloso. Inizialmente sembra che non debbano fare solo da scenografia, ma che anzi abbiano una loro parte da recitare e una loro storia da raccontare; in alcuni casi vengono addirittura mostrate le loro controparti nel mondo reale. Ma poi (almeno nell'anime) non se ne fa più niente e la loro presenza si nota appena.
Come visto, nella maggior parte dei casi si tratta di difetti comuni all'intero genere e non esclusivi di questo singolo anime; anzi va sottolineato il fatto che Recovery of an MMO Junkie riesca a limitare molto il loro impatto sulla godibilità generale dell'opera. Tuttavia sono comunque presenti, rendono il tutto più noioso e perciò influenzano negativamente il giudizio complessivo.
La parte in modalità "real life", al contrario, è veramente superba e riesce a capovolgere completamente l'impressione poco entusiasta maturata nei primi episodi. La trama non è certamente di quelle più originali né di quelle più impegnate: quest'anime, infatti, non ha fra le sue qualità quella di fornire spunti critici rilevanti contro una certa realtà sociale. L'idea che si possa uscire dalla condizione di NEET giocando a un MMMORPG fa un po' sorridere: sarebbe come credere che sia possibile dimagrire attraverso una dieta a base di dolci e frittura. Ma una volta compreso che l'anime non ha finalità "sociali", la sua visione risulta comunque molto piacevole: la storia è leggera e intrisa di una comicità semplice e immediata in cui, nonostante un tema decisamente "moderno", domina un tipo di umorismo fortemente tradizionale.
Il punto di forza di Recovery sono i personaggi principali, Sakurai e soprattutto Moriko, mattatrice assoluta dello schermo. La NEET trentenne, infatti, riesce a conquistare immediatamente le simpatie dello spettatore col suo aspetto da donna bella ma molto trasandata, e col suo carattere introverso, che la espone spesso al ridicolo quando viene costretta a esporsi. Le sue paure, le sue insicurezze, perfino il suo inopportuno brontolio dello stomaco inducono facilmente al sorriso perché, in fondo, mettono in evidenza tutta la sua umanità. Anche Sakurai è un personaggio che riesce a raccogliere la simpatia dello spettatore, col suo carattere goffo e impacciato, ma fatto anche di sincerità e coraggio nei momenti più difficili. In più ha anche il pregio di far risaltare la figura di Homare Koiwai, l'amico che tutti vorrebbero avere e che con la sua simpatia esplosiva rappresenta l'unico personaggio secondario degno di nota presente nell'anime.
Passiamo al comparto tecnico. L'apparato grafico non può di certo essere considerato come il punto forte di quest'anime, in quanto il suo livello si attesta sostanzialmente nella media; tuttavia anche nella sua ordinarietà non sfigura grazie a disegni che, pur se a tratti sembrano un po' troppo accennati, risultano sempre gradevoli alla vista, e a un uso dei colori che non mi ha convinto del tutto, ma che in sostanza ci può stare.
La colonna sonora è piacevole; sia l'opening "Saturday Night Question", interpretata da Megumi Nakajima, che l'ending "Hikari, Hikari", cantata da Yūka Aisaka, sono molto orecchiabili.
Nell'attesa di un anime che riesca finalmente ad analizzare in modo più critico il rapporto tra MMORPG e il fenomeno dell'allontanamento del singolo individuo dalla vita in società, dobbiamo accontentarci di titoli come Recovery of an MMO Junkie, che si limitano soltanto a sfiorare il problema e a sottolineare solo i possibili aspetti positivi che possono derivare dalla passione per questi giochi. Il risultato ottenuto è comunque molto buono: una commedia davvero spassosa, una storia romantica ben costruita e personaggi veramente all'altezza rendono molto piacevole la sua visione. Non è certamente un'eccellenza, e tutto fa pensare che non fossero queste le intenzioni dell'autore; ma Recovery è un anime leggero e molto divertente, che piacerà sicuramente a chi è alla ricerca di un prodotto di pura evasione.
Pro
- La parte in real life funziona
- Moriko Morioka è una bomba comica
- Yūta Sakurai è una spalla all'altezza
- Homare Koiwai è quel personaggio secondario che vorresti trovare ovunque
Contro
- La parte in modalità online ha gli stessi soliti difetti propri agli anime dello stesso tipo
- Manca una parte veramente critica
- A parte Koiwai gli altri personaggi secondari non sono né carne né pesce
Un buon passatempo, ma se avessero rivisto alcuni aspetti sarebbe stato un gran bell'anime.
L'idea di mettere il proprio pg su un albero per ore, come dice la recensione, non ha senso; per quanto si possa andare and esplorare alcune zone solo per vedere un bel posto nel gioco, non ci passerei di certo le ore. Una scusa plausibile sarebbe stata quella di skillare un mestiere e con la scusa star li a pensare (considerando che il pg non si può muovere non c'è molto da fare).
I personaggi secondari potevano benissimo avere più spazio (considerando che si stavano creandondo alchimie anche tra alcuni secondari), ma poi è svanito tutto nel nulla. Peccato.
Anche le causalità sono state un po' forzate, per quanto siano carini questi escamotage, il troppo storpia.
In generale lo consiglierei a chi vuole un anime simpatico e leggero, senza troppe pretese. Alla fine la storia, i personaggi principali e lo stesso Homare Koiwai meritano la visione.
Ultima cosa; ma lui è un amico di Hamtaro? ahahahah.
@Tsuki!
Lo sai che come idea non sarebbe stata niente male? Noi giocatori di MMMORPG avremmo apprezzato
@Mirokusama
Non c'è dubbio che sia così. Il problema, però, è che non solo l'anime non critica ma per certi versi addirittura dà un'immagine positiva della cosa (sei un NEET? gioca ad un MMMORPG!).
Che spariscano non è questo gran problema, nella seconda parte la componente real life diventa dominante ed è quella la parte che, almeno io, desideravo vedere. E sono d'accordo col fatto che è assurdo che abitino tutti nello stesso quartiere, cosa che non ho citato perché mi rendevo conto che era necessario alle finalità narrative (altri anime come Netoge hanno fatto di peggio sul tema). Però la storia all'inizio fa sì che lo spettatore si aspetti che anche altri abbiano un ruolo più rilevante nella storia. Ma non accade, tutti si perdono nell'anonimato e quindi finiscono tra i miei aspetti critici
Qualcosa bisogna pure fare , no ma scherzi a parte io non l'ho vista così, anche perchè lei era una giocatrice di MMMORPG anche prima di diventare una neet quando lavorava e non era soddisfatta della sua vita, questa associazione neet-mmmorpg, che vuole suggerire anche il pessimo titolo inglese che infatti non uso mai, io non l'ho avvertita considerando pure che, tolta Moriko, gli altri personaggi sono giocatori online e persone normalissime, cosa che non deve sconvolgere chiaroXD
E' vero però l'evolversi della storia giustifica, secondo me, la loro scomparsa questo intendevo dire, poi che sia un aspetto critico ci può stare, gli assegniamo una rilevanza diversa questo sì ma niente di grave
Il giocatore di MMMORPG è una persona normalissima, ci mancherebbe altro Solo che incoraggiare un Neet che già sta scappando dalla realtà a dedicarsi a un gioco del genere non mi sembra la soluzione ideale. Non credo che l'anime voglia lanciare un messaggio simile, non volontariamente almeno; ma mostrando una persona simile che ritrova sé stessa giocando ad un MMMORPG... non lo so. Immagino possa succedere; ma il più delle volte, secondo me, si finisce solo per peggiorare la situazione.
Può essere interpretato anche in quel modo, certo.
Però io non l'ho pensata così guardando l'anime. Morimori ha ritrovato sé stessa quando ha avuto il coraggio di lasciare un lavoro che non le piaceva ed era per lei ormai fonte solo di stress, ed ha trovato nuovi amici con cui parlare e crescere come persona. Il gioco è stato un mezzo, ma non il fine; ai fini del messaggio di fondo poteva essere sostituito da tante altre attività e l'effetto sarebbe stato il medesimo.
Si ma lei ci si mette da sola e questo non succede nei giochi E dice:"Questo è il posto in cui vengo quando voglio pensare senza disturbare gli altri". Poi si aggiunge anche Lily e in due ci può stare. Tra l'altro fa anche diverse cose improbabili: ad esempio si nasconde in un cespuglio per non essere vista.
Su questo non ci andrei molto lontano, magari non ci si nasconde dei tutto, ma su WOW ci si può un po' mimetizzare nella natura. Se poi sei un elfo della notte c'è la spell di razza che ti rende "trasparente-quasi invisibile" (non ricordo il nome adesso). Non mi è sembrato, per questo motivo, un'assurdità ?
Lei si nascondeva perché non voleva essere vista da nessuno e non per gioco. In questi casi la scelta logica è non loggare o crearsi un secondo pg, non stare fermi a guardare un cespuglio su uno schermo. Cmq negli MMMORPFG nascondersi così è piuttosto complicato (spunta sempre il nome) ed infatti l'hanno beccata subito.
Non parlavo di Lili infatti. Dicevo che se Morimori vuol giocare senza farsi riconoscere avrebbe, ad esempio, potuto crearsi un secondo pg e non restare nascosta in un cespuglio a far niente. Chi gioca a questi giochi certe cose le sa.
E' una questione di secondo piano, il mio giudizio complessivo è buono. Però come elemento di critica ci sta
Ci sono "licenze poetiche" meno sensate di quella, però nessuno di voi se n'è accorto.
Che confusione! Faccio un piccolo riepilogo giusto per chiarirci: io ho sempre e solo parlato di Morimori/Hayashi. E' lei che va a sedersi sull'albero per pensare ed è lei che si nasconde nei cespugli. MM Junkie fa anche una rappresentazione degli MMMORPG ed ha gli stessi difetti di molte altre; ma non essendo quello il tema principale dell'opera resta un difetto ma non di grandissima importanza (infatti la mia valutazione è buona); sì ci sono altre licenze ma non si possono elencare tutte per cui nella recensione ho citato quella che mi sembrava più inverosimile (ma una sola) e nei commenti ho segnato un altro comportamento che mi è sembrato abbastanza anomalo. Ciò non toglie che complessivamente l'anime m'è piaciuto e che spero ci sia un seguito
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