Il termine hafu deriva dall'inglese half che significa metà. Questa parola è spesso usata (a volte anche con un senso dispregiativo) per indicare coloro che hanno un genitore giapponese e uno di un'altra nazionalità. Per queste persone spesso non è facile capire a quale cultura appartengano. Se vivono in Giappone sono considerati quelli stranieri, se vivono all'estero sono quelli giapponesi.
La questione era stata per un po' agli onori della cronaca quando nel 2015, la corona di Miss Universo Japan era andata a Ariana Miyamoto, metà afro-americana e metà giapponese e un anno dopo era invece stata vinta da Priyanka Yoshikawa, metà indiana e metà giapponese. Ma nonostante questo, nonostante recenti studi demografici prevedano che entro il 2039 il 7,64% della popolazione giapponese avrà un genitore straniero, l'argomento è caduto nel dimenticatoio, lasciando agli hafu il solito senso di incompiutezza.
A cercare di portare nuovamente sotto i riflettori la questione, ci sta pensando Tetsuro Miyazaki, fotografo e figlio di madre belga e padre giapponese, creatore del progetto fotografico Hafu2Hafu.
Lo scopo è quello di riuscire a presentare tutte le 192 possibili combinazioni di nazionalità miste attraverso un libro fotografico in cui ritrarre tutti coloro che si offriranno per realizzare questo progetto, ben spiegato nel video seguente:
Miyazaki ha attualmente fotografato 90 hafu giapponesi di 65 paesi. La sua ambizione è quella di rappresentare un hafu giapponese da ogni paese del mondo.
Il suo lavoro si può ammirare sul sito hafu2hafu.org in cui ogni intervista di Miyazaki con un hafu diventa un ritratto e una domanda che la persona coinvolta vuole porre ad altre persone mezzo giapponesi. Sul sito si può rispondere e continuare la conversazione tramite la sezione dei commenti, avviando così un processo emotivo il cui compito è esplorare la propria identità e lasciare che gli altri facciano lo stesso.
Molti hanno dichiarato di amare il progetto perché li ha spinti a esplorare ulteriormente le aree "grigie" di una società come quella nipponica che si ritiene spesso sia rigorosamente definita.
"Sfortunatamente, nella società giapponese, è sempre una questione di classificazione, una questione di appartenenza a qualcosa di preciso", ha dichiarato Hisanori Tamura, di origini tailandesi e giapponesi "Ci sono zone grigie, che si tratti di etnia, genere, sessualità - nulla è completamente bianco o nero. Ed è importante fare in modo che la popolazione giapponese, specialmente le nuove generazioni, capisca cosa significa grigio".
Secondo Tetsuro Miyazaki, il termine hafu: "significa che sei "solo" la metà di un intero. Questo è negativo. Il problema in questo caso sta proprio nella parola "solo" e non hafu. Essere cresciuto da genitori con background diversi e valori a volte in conflitto mi ha offerto una visione sfumata del mondo. Posso passare da una prospettiva all'altra e rendermi conto che non è nera, bianca o grigia ma variegata. Uno svantaggio è che spesso mi viene chiesto di fare delle scelte che i miei amici non hafu non devono mai prendere in considerazione. Perché ad esempio mi viene chiesto di scegliere un paese in cui tifare per le Olimpiadi o nella Coppa del Mondo?"
Essendo metà belga e metà giapponese, Testuro Miyazaki cerca sempre di bilanciare i due aspetti. A chi gli chiede che sentimenti prova verso il Giappone, il fotografo risponde: "Adoro così tante cose del Giappone! Adoro il cibo, la sicurezza nelle strade di notte e i caldi sedili del water in inverno, solo per citarne alcuni. Ma più invecchio, più chiaramente posso vedere come la società giapponese si confronta con i suoi problemi.
Ciò che sento fortemente ora è la necessità di presentare un'immagine equilibrata e chiara del paese. Quando qualcuno attacca i suoi costumi o la società, voglio istintivamente proteggere e giustificare come vengono fatte le cose in Giappone. Allo stesso tempo, quando qualcuno adora ogni aspetto del Giappone, sento il bisogno di bilanciarlo essendo molto critico su quelle stesse cose. Per alcune persone, è tutto o niente. Per me, è sempre un po 'di entrambi".
Fonti consultate:
Gaijinpot
JapanToday
La questione era stata per un po' agli onori della cronaca quando nel 2015, la corona di Miss Universo Japan era andata a Ariana Miyamoto, metà afro-americana e metà giapponese e un anno dopo era invece stata vinta da Priyanka Yoshikawa, metà indiana e metà giapponese. Ma nonostante questo, nonostante recenti studi demografici prevedano che entro il 2039 il 7,64% della popolazione giapponese avrà un genitore straniero, l'argomento è caduto nel dimenticatoio, lasciando agli hafu il solito senso di incompiutezza.
A cercare di portare nuovamente sotto i riflettori la questione, ci sta pensando Tetsuro Miyazaki, fotografo e figlio di madre belga e padre giapponese, creatore del progetto fotografico Hafu2Hafu.
Lo scopo è quello di riuscire a presentare tutte le 192 possibili combinazioni di nazionalità miste attraverso un libro fotografico in cui ritrarre tutti coloro che si offriranno per realizzare questo progetto, ben spiegato nel video seguente:
Miyazaki ha attualmente fotografato 90 hafu giapponesi di 65 paesi. La sua ambizione è quella di rappresentare un hafu giapponese da ogni paese del mondo.
Il suo lavoro si può ammirare sul sito hafu2hafu.org in cui ogni intervista di Miyazaki con un hafu diventa un ritratto e una domanda che la persona coinvolta vuole porre ad altre persone mezzo giapponesi. Sul sito si può rispondere e continuare la conversazione tramite la sezione dei commenti, avviando così un processo emotivo il cui compito è esplorare la propria identità e lasciare che gli altri facciano lo stesso.
Molti hanno dichiarato di amare il progetto perché li ha spinti a esplorare ulteriormente le aree "grigie" di una società come quella nipponica che si ritiene spesso sia rigorosamente definita.
"Sfortunatamente, nella società giapponese, è sempre una questione di classificazione, una questione di appartenenza a qualcosa di preciso", ha dichiarato Hisanori Tamura, di origini tailandesi e giapponesi "Ci sono zone grigie, che si tratti di etnia, genere, sessualità - nulla è completamente bianco o nero. Ed è importante fare in modo che la popolazione giapponese, specialmente le nuove generazioni, capisca cosa significa grigio".
Secondo Tetsuro Miyazaki, il termine hafu: "significa che sei "solo" la metà di un intero. Questo è negativo. Il problema in questo caso sta proprio nella parola "solo" e non hafu. Essere cresciuto da genitori con background diversi e valori a volte in conflitto mi ha offerto una visione sfumata del mondo. Posso passare da una prospettiva all'altra e rendermi conto che non è nera, bianca o grigia ma variegata. Uno svantaggio è che spesso mi viene chiesto di fare delle scelte che i miei amici non hafu non devono mai prendere in considerazione. Perché ad esempio mi viene chiesto di scegliere un paese in cui tifare per le Olimpiadi o nella Coppa del Mondo?"
Essendo metà belga e metà giapponese, Testuro Miyazaki cerca sempre di bilanciare i due aspetti. A chi gli chiede che sentimenti prova verso il Giappone, il fotografo risponde: "Adoro così tante cose del Giappone! Adoro il cibo, la sicurezza nelle strade di notte e i caldi sedili del water in inverno, solo per citarne alcuni. Ma più invecchio, più chiaramente posso vedere come la società giapponese si confronta con i suoi problemi.
Ciò che sento fortemente ora è la necessità di presentare un'immagine equilibrata e chiara del paese. Quando qualcuno attacca i suoi costumi o la società, voglio istintivamente proteggere e giustificare come vengono fatte le cose in Giappone. Allo stesso tempo, quando qualcuno adora ogni aspetto del Giappone, sento il bisogno di bilanciarlo essendo molto critico su quelle stesse cose. Per alcune persone, è tutto o niente. Per me, è sempre un po 'di entrambi".
Fonti consultate:
Gaijinpot
JapanToday
Alcuni fanno parte del mondo dello spettacolo e per questo il loro essere "di aspetto esotico" (occhi o capelli chiari o altro) è un fattore di successo in più. Per le persone normali però, essere hafu è un problema, perché avere l'aspetto diverso significa che non si è "giapponesi abbastanza," non si è uguali a tutti gli altri, non si è omologati. Distinguersi dalla massa per i giapponesi è quasi sempre "un problema."
Bello questo progetto fotografico, davvero. La società giapponese è lentiiiiiiiiiiiiiiissima al cambiamento, ma spero che anche in questo 'campo' le cose pian pianino, anche grazie a progetti di questo tipo, cambino ^^
Purtroppo non è un problema solo in Giappone. Molti paesi non sanno come vedere i "meticci". Un po' come una volta si faceva con gli orfani. Se il tuo sangue dice chi sei (bah!), un orfano è un'incognita, senza identità, un "bastardo", uno che in pratica non esiste.
Invece io chissà perché li invidio... >_>
Spiegacelo sarebbe interessante sapere perché li invidi
Esattamente. E' un problema ben diffuso e che ritroveremo sempre più spesso, un problema che abbiamo già affrontato, ma di cui ci siamo dimenticati: a chi va la "fedeltà" delle seconde generazioni? o delle terze ? CI sono paesi che riescono a integrare bene queste persone, sospese a metà fra culture spesso opposte, in altri casi li tengono a distanza, creando veri e propri ghetti, altre volte non ci si pone il problema..confidando nel "fato"...Ho come l'impressione che in questo Giappone ed Italia, malgrado siano due culture ben distanti, siano molto simili....anche da noi si preferisce far risuonare i campanacci ed alzare croci - per ora non infuocate - a mò di arma contundente più che porsi qualche domanda sul futuro.
Hai perfettamente ragione era qui che volevo arrivare concordo in toto.
Ci sono molte situazioni ovunque, oggi come oggi basta guardarci nelle nostre scuole, nelle nostre strade per vedere situazioni di discriminazione o soggetti di altre etnie, e molti modi per affrontare la questione delle convivenze e delle 2 generazioni che non ha, però, "una soluzione" valida per sempre, questo deve essere chiaro. Non esistono £riti magici" od Esorcismi...Esistono situazioni, possibilità, problemi, e possibili soluzioni - non sò se avete notato quanto scritto da @kotaro sulla comunità nippo brasiliana, è molto significativo - diversi da paese a paese, da momento storico a momento storico.
Ricordo, quando parlo di queste cose, sempre il massacro delle Acque Morte in Francia, massacro di Italiani, perchè il modo in cui venne affrontato, senza rodomontate ma con l'impegno giornaliero e fattivo di tanti italiani e francesi, dovrebbe essere sempre tenuto presente. Io ho diversi parenti Italo-francesi, orgogliosi di essere europei!
Il punto è che si deve affrontare, non lasciar lì a marcire certe situazioni...Poi ci sarà sempre chi fà errori, chi compie reati, od erige se stesso a vendicatore di "torti". Anime in pena che scatenano la loro ira sugli altri e su se stessi...ma questa è solo la follia di alcuni, sfruttata da menti, quelle si "raffinatissime".
Per il semplice motivo di conoscere due culture e lingue diverse senza dover studiare o altro... Roba pragmatica, nulla di filosofico...
AH ma certamente su questo posso essere d'accordissimo. Ma non devi mai dimenticarti un punto. Sei sempre un estraneo. Da adulto posso dirti che si apprezza meglio l'essere sospeso fra i due mondi, il riuscire a prenderne il meglio. Ma da ragazzi - anche io seguo Federico Norsa, ed ho alcuni amici che stanno in Giappone e talora parliamo di argomenti non ameni- quel che conta è "come" ti inserisci, e come vieni accolto nella comunità.Come gli altri ti guardano.
I "bambini" non sono piccoli adulti, ma neppure esseri così immuni dalle loro ansie e ubbie, spesso loro trasmesse dalla socialità intorno. Una socialità che è assai vasta ma inizia nella famiglia, e vale ovunque, se tua madre o tuo padre, o tuoi parenti inveiscono da mane a sera contro "quei maledetti coreani".....bhè voglio vedere cosa penserai tu bambino/bambina trovandoti davanti un arcimaledetto mezzo coreano...
Molto dipende dalle scuole. Da come gli insegnanti riescono a costruire un'atmosfera propositiva nella classe....Ho già detto che non basta insegnare ai ragazzi a pulire la scuola se a casa non muovono dito.
Magari vedere i bambini pulire la scuola può far piacere a noialtri ma poi ??
Quando si alleva un figlio dovremmo sempre seguire le nostre esperienze migliori, o costruircene, abbandonando i nostri odi, le nostre acrimonie. Creandogli davvero per loro, con loro, percorsi nuovi.
Spesso Norsa ha detto chiaramente che, per quanto lui ami il Giappone, ne apprezzi molti aspetti, sia inserito anche n alcune attività sociali resta, e lo avverte, "Uno straniero". Ed i suoi figli? Sono bambini e vogliono solo essere accettati.
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