Si parla sempre più spesso di problemi legati al superlavoro in Giappone, in particolare nel settore dell'animazione. Sebbene i danni che questa pratica affligge ai dipendenti siano evidenti, sembra si fatichi per trovare delle soluzioni concrete, in linea con le rigide scadenze da rispettare al lavoro. Questa volta, però è niente meno che Hayao Miyazaki a dire la sua. Il regista, in una video intervista ha detto:
"Lavorare sodo dovrebbe essere scontato. Ma nel nostro lavoro ci sono molti individui che si impegnano alla grande ma che, al di fuori del lavoro, non sono buone persone. Attribuire tutto questo valore al semplice 'lavorare sodo' è un errore incredibile. [...]
Lavorando sodo si ottengono dei risultati che altrimenti sarebbero irraggiungibili. Pensando a questo, molti non dormono la notte. Ma anche questo è ovvio. In certi momenti di difficoltà so bene che l'incoraggiamento ed il conforto di altri non contano granché: sta solo a te. In quei momenti alcune persone sono pronte a perdonare se stesse, altre no. Questa differenza separa i destini di questi individui: coloro che riescono sempre a perdonarsi facilmente non faranno un buon lavoro."
Le parole di Miyazaki sono state prese molto sul serio e di seguito sono riportati alcuni commenti trovati su Twitter.
"Se non hai una certa visione ed intelligenza, non importa quanto lavori, il tuo lavoro non sarà degno di nota. Se non capisci quale sia la direzione verso cui dirigere i tuoi sforzi tutto il duro lavoro sarà assolutamente inutile."
"Sono un impiegato senza alcun legame con il mondo dell'animazione ma penso che le parole di Miyazaki si possano applicare anche al mio lavoro."
"Quindi sta dicendo, in poche parole: 1) poiché tutti lavorano sodo per raggiungere i propri obiettivi è sbagliato giudicare una persona in base agli sforzi eseguiti; 2) ciò che bisognerebbe valutare è il risultato di quegli sforzi; 3) Quando le cose non vanno come previsto o gli altri non apprezzano il risultato dei tuoi sforzi, o ti arrendi o ti impegni per migliorare te stesso. E' importante tenerlo a mente indipendentemente dal tipo di lavoro."
Ma alcuni ritengono che il maestro avesse potuto usare toni meno assoluti...
"Non bisogna confondere il 'non perdonare se stessi' con il 'pensare di non essere all'altezza'. Guardandosi attorno si possono incontrare molte persone che, a furia di non perdonarsi, soffrono di depressione."
"Capisco il punto, ma le parole che usa sono quelle di un uomo che ha già raggiunto l'apice del successo. Penso che a coloro che lavorano in aziende le cui condizioni di lavoro sono pessime i rizzerebbero i capelli leggendo quello che ha scritto. Molti vorrebbero raggiungere il successo grazie ai risultati del loro duro lavoro o, quantomeno, che il loro impegno venisse giustamente riconosciuto. Per favore, signor Miyazaki, cerchi di comprendere anche loro."
"Non perdonando se stessi non si migliorano le cose. A volte chi non si perdona mai finisce con il rimetterci la vita. Avevo un amico che lavorava come vice regista per alcuni grandi titoli dell'animazione ed è morto prima di compiere 30 anni. Il lavoro in quel settore ti toglie davvero anni di vita."
"Penso che il Buon Vecchio Miyazaki non abbia molta considerazione dei sentimenti altrui. Eppure i sentimenti sono un tema centrale nei suoi lavori... Che stia a significare che le emozioni degli altri possono essere calpestate al fine di raggiungere i propri traguardi?"
A complicare il discorso è il fatto che, secondo @YuyaKaji, la video intervista fu ripresa nel periodo di uscita de I Racconti di Terramare, etichettato da subito come uno dei peggiori anime Ghibli. Ma il regista del film è nientemeno che Goro Miyazaki, il figlio del maestro, il quale dovette fare i conti con l'inadeguatezza ed il confronto con il padre. Che questo fattore possa aver, nel tempo, riplasmato il giudizio di Miyazaki?
Fonte consultata:
Sora News 24
"Lavorare sodo dovrebbe essere scontato. Ma nel nostro lavoro ci sono molti individui che si impegnano alla grande ma che, al di fuori del lavoro, non sono buone persone. Attribuire tutto questo valore al semplice 'lavorare sodo' è un errore incredibile. [...]
Lavorando sodo si ottengono dei risultati che altrimenti sarebbero irraggiungibili. Pensando a questo, molti non dormono la notte. Ma anche questo è ovvio. In certi momenti di difficoltà so bene che l'incoraggiamento ed il conforto di altri non contano granché: sta solo a te. In quei momenti alcune persone sono pronte a perdonare se stesse, altre no. Questa differenza separa i destini di questi individui: coloro che riescono sempre a perdonarsi facilmente non faranno un buon lavoro."
Le parole di Miyazaki sono state prese molto sul serio e di seguito sono riportati alcuni commenti trovati su Twitter.
"Se non hai una certa visione ed intelligenza, non importa quanto lavori, il tuo lavoro non sarà degno di nota. Se non capisci quale sia la direzione verso cui dirigere i tuoi sforzi tutto il duro lavoro sarà assolutamente inutile."
"Sono un impiegato senza alcun legame con il mondo dell'animazione ma penso che le parole di Miyazaki si possano applicare anche al mio lavoro."
"Quindi sta dicendo, in poche parole: 1) poiché tutti lavorano sodo per raggiungere i propri obiettivi è sbagliato giudicare una persona in base agli sforzi eseguiti; 2) ciò che bisognerebbe valutare è il risultato di quegli sforzi; 3) Quando le cose non vanno come previsto o gli altri non apprezzano il risultato dei tuoi sforzi, o ti arrendi o ti impegni per migliorare te stesso. E' importante tenerlo a mente indipendentemente dal tipo di lavoro."
Ma alcuni ritengono che il maestro avesse potuto usare toni meno assoluti...
"Non bisogna confondere il 'non perdonare se stessi' con il 'pensare di non essere all'altezza'. Guardandosi attorno si possono incontrare molte persone che, a furia di non perdonarsi, soffrono di depressione."
"Capisco il punto, ma le parole che usa sono quelle di un uomo che ha già raggiunto l'apice del successo. Penso che a coloro che lavorano in aziende le cui condizioni di lavoro sono pessime i rizzerebbero i capelli leggendo quello che ha scritto. Molti vorrebbero raggiungere il successo grazie ai risultati del loro duro lavoro o, quantomeno, che il loro impegno venisse giustamente riconosciuto. Per favore, signor Miyazaki, cerchi di comprendere anche loro."
"Non perdonando se stessi non si migliorano le cose. A volte chi non si perdona mai finisce con il rimetterci la vita. Avevo un amico che lavorava come vice regista per alcuni grandi titoli dell'animazione ed è morto prima di compiere 30 anni. Il lavoro in quel settore ti toglie davvero anni di vita."
"Penso che il Buon Vecchio Miyazaki non abbia molta considerazione dei sentimenti altrui. Eppure i sentimenti sono un tema centrale nei suoi lavori... Che stia a significare che le emozioni degli altri possono essere calpestate al fine di raggiungere i propri traguardi?"
A complicare il discorso è il fatto che, secondo @YuyaKaji, la video intervista fu ripresa nel periodo di uscita de I Racconti di Terramare, etichettato da subito come uno dei peggiori anime Ghibli. Ma il regista del film è nientemeno che Goro Miyazaki, il figlio del maestro, il quale dovette fare i conti con l'inadeguatezza ed il confronto con il padre. Che questo fattore possa aver, nel tempo, riplasmato il giudizio di Miyazaki?
Fonte consultata:
Sora News 24
Ciò che va cambiata è proprio la mentalità
Non si deve vivere per lavorare
Poi la questione della brutta o buona persona (?) fuori dal lavoro la trovo un pò senza senso o addirittura il sapersi perdonare oppure no come se la propria esistenza e felicità dovrebbe basarsi sul lavoro
Ripeto è proprio la mentalità da cambiare
E pensare che da parte di una persona che fa di tutto per raccontare al meglio le emozioni dei suoi personaggi mi aspettavo una visione dei sentimenti delle persone a 360°
Come puoi cambiare questa mentalità?
Loro vivono per lavorare. E' allucinante!
Fuori dal lavoro, parlando come Miyazaki, e cioè in maniera estrema, potrei dire che i giapponesi sono persone inutili! Insignificanti.
L'autoindulgenza è una paraculata che va di moda in tutto il mondo, al di là di questo credo che il superlavoro non sia gratificante neanche per quelli a cui piace il proprio mestiere, nel mondo del gaming le industrie sfruttano i lavoratori che sarebbero disposti a lavorare per 48 ore di fila per passione e questo è un male, soprattutto per chi fa certi lavori per esprimere emozioni, purtroppo il mondo del industria culturale è davvero famelico come tutti i lavori(e no, amare una certa arte non giustifica il farsi sfruttare)
Poi mi pare troppo semplicistico parlare di "cattiva" o "buona" persona. Abbiamo talmente tante sfaccettature che risolverla con questi 2 estremi risulta troppo comodo e desueto.
Allora spiegami tu quale è l'argomento. Perché io, anche sforzandomi, non riesco a capire cosa ha detto Miyazaki.
Comunque Miyazaki mai banale, proprio perché è Miyazaki.
Citazione inventata però.
Ho controllato per curiosità perché trovavo assurdo che un informatico potesse aver detto qualcosa di simile visto la qualità in un software è un processo che richiede serietà, fatica e duro lavoro e chi dice il contrario ha probabilmente visto troppi film.
Detto questo non ha senso nemmeno fare paragoni tra tipologie di lavoro così differenti, un'etica lavorativa che può essere vincente nel fare animazione può essere totalmente inappropriata e controproducente in altri ambiti.
Parlando del mio ho letto parecchie horror stories sui programmatori giapponesi.
Davvero, fare questi discorsi senza capire l'ambito, senza pesare l'importanza delle soft skills ecc ecc non serve davvero a niente se non a sputare generalizzazioni inutili.
Lasciamo parlare Miyazaki e dedichiamoci a cose più serie, che è meglio.
Se non metti in campo "te stesso" e non solo le tue capacità, sarai solo una macchina che esegue un compito.
Non devi sputare sangue. Devi sputare l'anima.
Ed è altrettanto è chiaro che se sei auto indulgente sul tuo lavoro , se ti perdoni spesso dicendoti " ma si, va bene così " , non potrai mai raggiungere picchi di eccellenza .
Non crederete che Miyazaki o chi come lui abbia fatto i capolavori che ha fatto pensando " buona la prima " vero ?
Si potrebbero interpretare le sue parole in maniera positiva:
"Non si deve giudicare il valore delle persone in base a quanto lavorano, meglio lavorare il giusto per raggiungere degli obbiettivi che ammazzarsi di lavoro"
Oppure in maniera negativa:
"È necessario lavorare tanto e non basta. Oltre a lavorare tanto bisogna anche raggiungere dei risultati ed evitare di criticare."
O una cosa nel mezzo.
Io continuo a pensare che raggiungere degli obbiettivi nella vita sia qualcosa che può anche non coincidere con il lavoro (che può essere un semplice modo per guadagnare quel tanto da pagare le spese) e che quindi quest'ultimo non debba mai togliere più tempo del necessario alla vita di tutti i giorni... di certo non deve arrivare al punto di esaurire le persone.
Insomma fosse per me si farebbero anche meno di 40 ore settimanali perché ritengo esagerato passare 3/4 della giornata a lavorare.
Poi se uno ama quel che fa e lo fa in proprio è giusto che possa lavorare quanto gli pare, ma il lavoro dipendente non può avere quei ritmi, perché il risultato dei propri sforzi non è una scelta e non è di propria proprietà.
Aggiungo, raggiungere l'eccellenza non dev'essere un obbligo per tutti e non bisogna farlo a costo della propria salute fisica/mentale, dev'essere una propria scelta e solo quando il prodotto è di propria proprietà. Pensare di costringere un dipendente a lavorare oltre l'orario con straordinari continui puntando sul "non arriverai mai all'eccellenza se non lo fai" è inaccettabile.
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