Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
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Recensione di Zoltan Redbeard
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Quando si parla di anime simili a “Hybrid × Heart Magias Academy Ataraxia”, o, se preferite, “Masō Gakuen H×H”, bisogna sempre metterli nel loro contesto e valutarli secondo il loro scopo, altrimenti non ha senso neppure parlarne. E in questo caso si parla di un ecchi, di un signor ecchi per la precisione, di accezione moderna e, tra le altre cose, di incredibilmente buona fattura artistica. È uno di quegli anime ecchi che si possono stilisticamente e concettualmente considerare figli di “To LOVEる”, con la differenza non banale che qui la trama c’è, ed è pure sorprendentemente consistente e appassionante!
La vicenda si svolge in una sorta di vicino futuro post-apocalittico, in cui una forza d’invasione aliena proveniente da un’altra dimensione, e costituita apparentemente da robot di vario tipo, ha invaso, distrutto e sottomesso gran parte del pianeta, costringendo i superstiti a rifugiarsi su grandi piattaforme mobili armate e galleggianti, sulle quali sono state ricostruite delle città non dissimili da quelle perdute durante gli attacchi. In questo contesto troviamo Kizuna Hida, il nostro protagonista, che si avvia verso il suo primo giorno di scuola all’accademia Ataraxia, un istituito nel quale, tra le altre cose, vengono formate e addestrate delle unità difensive d’élite - la squadra Amaterasu - in grado di combattere e contrastare gli invasori grazie all’uso di speciali equipaggiamenti, gli Hybrid Heart, di cui sono dotate, tanto poderosi quanto potenzialmente letali per l’utilizzatore. In aggiunta a ciò, è necessario sapere che anche Kizuna è dotato di uno di questi equipaggiamenti, in quanto figlio minore della donna che li ha inventati, e che la sua iscrizione forzata sia all’accademia che alla squadra Amaterasu sono stati pilotati da sua sorella maggiore Reiri, direttrice e comandante dell’accademia nonché succeditrice della scomparsa madre di entrambi.
A questo punto, affinché possa sussistere una minima motivazione che renda questa premessa in grado di giustificare anche soltanto una scena ecchi in un anime del genere, è necessario precisare che, tranne il protagonista, tutte le persone dotate di Hybrid Heart sono ragazze (molto carine e formose, tra l’altro), inoltre va ricordato che ogni Hybrid Heart è unico e dotato di un potere caratteristico e che queste apparecchiature una volta impiantate non possono più essere rimosse; in più, se l’energia magica, il mana, dell’ospite scende oltre una certa soglia, l’ospite muore. E qui casca l’asino, perché il potere speciale dell’Hybrid Heart di Kizuna consiste proprio nel ricaricare molto velocemente l’energia delle ragazze, ma per farlo egli le deve toccare, palpare e farci sconcerie varie, infatti la ricarica si attiva attraverso l’eccitazione - peraltro, oltre una certa soglia, la ricarica si trasforma in un vero e proprio potenziamento degli equipaggiamenti delle ragazze.
In soldoni questo anime potrebbe sembrare veramente banale, perché, anche se mettere giù il contesto basilare può prendere tante parole, dopotutto il concetto alla base di tutto è parecchio semplice, e, se fosse finita lì, probabilmente non sarebbe qualcosa di spettacolare, sarebbe infatti qualcosa di molto simile a una versione futuristica ed ecchi di “Strike Witches”, e intendo davvero ecchi, perché “Strike Witches”, checché se ne dica, proprio non lo è, almeno non per i miei standard.
Tuttavia, l’autore fa la bravata di sviluppare da questo prologo una trama avvincente, con pure dei momenti seri ed emotivi che si alternano al fanservice, il che dà all’anime un valore aggiunto non trascurabile; poi è vero che ci sono alcune soluzioni spaventosamente banali per quanto sono al servizio dell’ecchi, però, nel contesto della vicenda, hanno pure perfettamente senso. Inoltre i personaggi sono dotati di personalità caratteristiche proprie, e il loro comportamento, seppur fondamentalmente dettato da stereotipi di genere, è coerente, ma non esageratamente banale. Inoltre la caratterizzazione dei personaggi non rimane solo accennata, ha infatti un certo approfondimento (limitato dai dodici episodi e sei special, insufficienti per nove personaggi tra protagonisti, secondari e antagonisti), che però non è fine a sé stesso e trova motivazioni anche a livello di trama.
In conclusione, come non bisognerebbe mangiare noccioline se si è allergici alle arachidi, non bisogna nemmeno guardare un ecchi se non si sopportano le scene osé oppure se si cerca la profondità filosofica nell’opera, tuttavia, nel caso di “Hybrid × Heart Magias Academy Ataraxia”, se si riesce a superare l’ostacolo iniziale, ne può risultare anche un bella esperienza, e guardarlo non sarà necessariamente tempo perso. Nel caso in cui, invece, amaste gli ecchi, allora probabilmente si tratta di un must senza mezzi termini, anche perché dal punto di vista grafico e delle animazioni l’opera è fatta molto bene, inoltre la colonna sonora è molto piacevole e il doppiaggio è sia convincente che di qualità.
P.S. Ovviamente, guardare questo anime nella sua versione censurata è quasi privo di senso.
La vicenda si svolge in una sorta di vicino futuro post-apocalittico, in cui una forza d’invasione aliena proveniente da un’altra dimensione, e costituita apparentemente da robot di vario tipo, ha invaso, distrutto e sottomesso gran parte del pianeta, costringendo i superstiti a rifugiarsi su grandi piattaforme mobili armate e galleggianti, sulle quali sono state ricostruite delle città non dissimili da quelle perdute durante gli attacchi. In questo contesto troviamo Kizuna Hida, il nostro protagonista, che si avvia verso il suo primo giorno di scuola all’accademia Ataraxia, un istituito nel quale, tra le altre cose, vengono formate e addestrate delle unità difensive d’élite - la squadra Amaterasu - in grado di combattere e contrastare gli invasori grazie all’uso di speciali equipaggiamenti, gli Hybrid Heart, di cui sono dotate, tanto poderosi quanto potenzialmente letali per l’utilizzatore. In aggiunta a ciò, è necessario sapere che anche Kizuna è dotato di uno di questi equipaggiamenti, in quanto figlio minore della donna che li ha inventati, e che la sua iscrizione forzata sia all’accademia che alla squadra Amaterasu sono stati pilotati da sua sorella maggiore Reiri, direttrice e comandante dell’accademia nonché succeditrice della scomparsa madre di entrambi.
A questo punto, affinché possa sussistere una minima motivazione che renda questa premessa in grado di giustificare anche soltanto una scena ecchi in un anime del genere, è necessario precisare che, tranne il protagonista, tutte le persone dotate di Hybrid Heart sono ragazze (molto carine e formose, tra l’altro), inoltre va ricordato che ogni Hybrid Heart è unico e dotato di un potere caratteristico e che queste apparecchiature una volta impiantate non possono più essere rimosse; in più, se l’energia magica, il mana, dell’ospite scende oltre una certa soglia, l’ospite muore. E qui casca l’asino, perché il potere speciale dell’Hybrid Heart di Kizuna consiste proprio nel ricaricare molto velocemente l’energia delle ragazze, ma per farlo egli le deve toccare, palpare e farci sconcerie varie, infatti la ricarica si attiva attraverso l’eccitazione - peraltro, oltre una certa soglia, la ricarica si trasforma in un vero e proprio potenziamento degli equipaggiamenti delle ragazze.
In soldoni questo anime potrebbe sembrare veramente banale, perché, anche se mettere giù il contesto basilare può prendere tante parole, dopotutto il concetto alla base di tutto è parecchio semplice, e, se fosse finita lì, probabilmente non sarebbe qualcosa di spettacolare, sarebbe infatti qualcosa di molto simile a una versione futuristica ed ecchi di “Strike Witches”, e intendo davvero ecchi, perché “Strike Witches”, checché se ne dica, proprio non lo è, almeno non per i miei standard.
Tuttavia, l’autore fa la bravata di sviluppare da questo prologo una trama avvincente, con pure dei momenti seri ed emotivi che si alternano al fanservice, il che dà all’anime un valore aggiunto non trascurabile; poi è vero che ci sono alcune soluzioni spaventosamente banali per quanto sono al servizio dell’ecchi, però, nel contesto della vicenda, hanno pure perfettamente senso. Inoltre i personaggi sono dotati di personalità caratteristiche proprie, e il loro comportamento, seppur fondamentalmente dettato da stereotipi di genere, è coerente, ma non esageratamente banale. Inoltre la caratterizzazione dei personaggi non rimane solo accennata, ha infatti un certo approfondimento (limitato dai dodici episodi e sei special, insufficienti per nove personaggi tra protagonisti, secondari e antagonisti), che però non è fine a sé stesso e trova motivazioni anche a livello di trama.
In conclusione, come non bisognerebbe mangiare noccioline se si è allergici alle arachidi, non bisogna nemmeno guardare un ecchi se non si sopportano le scene osé oppure se si cerca la profondità filosofica nell’opera, tuttavia, nel caso di “Hybrid × Heart Magias Academy Ataraxia”, se si riesce a superare l’ostacolo iniziale, ne può risultare anche un bella esperienza, e guardarlo non sarà necessariamente tempo perso. Nel caso in cui, invece, amaste gli ecchi, allora probabilmente si tratta di un must senza mezzi termini, anche perché dal punto di vista grafico e delle animazioni l’opera è fatta molto bene, inoltre la colonna sonora è molto piacevole e il doppiaggio è sia convincente che di qualità.
P.S. Ovviamente, guardare questo anime nella sua versione censurata è quasi privo di senso.
Nekopara
5.0/10
Utente970
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Tratto da un eroge, disponibile su Steam in versione censurata per famiglie, "Nekopara" è ambientato in un mondo in cui gli ibridi umani-felini sono all'ordine del giorno e hanno regole sociali fatte su misura per loro. Per farla breve, le due gatte principali, Chocola e Vanilla, vengono abbandonate in fasce in uno scatolone, per poi essere trovate e salvate da due fratelli molto benestanti, grazie a cui possono crescere serenamente, insieme ad altre gatte, nell'agiatezza. Successivamente, il maggiore dei due fratelli, e unico maschio, per seguire il suo sogno, in contrasto con le aspettative paterne, decide di andare via di casa e aprirsi in proprio un'attività per fare il pasticciere. Ovviamente, l'improvvisa lontananza è dura da accettare per i suoi "familiari", specialmente per Chocola, che per il suo padrone prova un amore più simile a quello di un cagnolino piuttosto che a quello di un gatto. Di conseguenza, sia lei che la più scaltra sorella Vanilla, che a Chocola è sempre stata estremamente attaccata, dovranno, tra compagnia, dimostrazioni di affetto, lacrime e discorsi sinceri, cercare di convincerlo a tenerle con sé, a costo di diventare sue dipendenti nel locale.
La storia, se così di può chiamare, di questo OAV è fondamentalmente la versione leggermente compressa del primo volume della serie che attualmente conta tre volumi più due prequel speciali (vol.0 ed Extra) entrambi di infima durata. Nell'OAV verranno saltati alcuni momenti con un venditore di takoyaki (con gatta aiutante), qualcosina nel parco giochi e qualche dialogo con Shigure, la loli-sorella del protagonista dal comportamento posato e tradizionalista.
Tornando alla longevità dei giochi originali, nemmeno i capitoli principali durano molto, stanno tutti intorno alle cinque ore, e il loro gameplay è basilare anche per una visual novel. Infatti non vi sono scelte da fare nei dialoghi coi personaggi e nemmeno bivi narrativi, si riduce tutto al semplice testo da leggere, con l'aggiunta, dal secondo volume in poi, di poter accarezzare la testa delle gatte tramite cursore del mouse, per goderci... le loro fusa. Ah già, nelle opzioni si può aumentare l'effetto rimbalzo del busto, quando si dice "le priorità". Comunque, questi capitoli, venduti separatamente, trattano tutti del riavvicinamento del "padrone" con lo stuolo di "gatte" della villa in cui viveva prima. "Gatte" che al contrario dell'energica e focosa Chocola e della riflessiva e punzecchiante Vanilla sono tutte con pedigree e, al pari di loro, tutte con nomi di elementi culinari. Tra loro vi sono: la fragile ma giunonica Coconuts (cocco), la tosta tappetta Azuki (fagioli), la raffinata Maple (acero) e infine la procace e involontariamente sporcacciona Cinnamon (cannella). Con l'andare dei volumi videoludici, tutte loro per un motivo o un altro si faranno il padrone, per dirla chiaramente, ma ovviamente in questo OAV vedremo solo l'affetto platonico con le sue due più fedeli "catpanion", cioè compagne. Diversamente, nella versione occidentale del gioco non si vedrà nulla, ma verrà inteso comunque chiaramente l'esistenza del rapporto fisico tra loro. Sì, i giochi hanno una censura molto alla buona, niente di sostitutivo, semplice salto alla scena successiva, talvolta con ritardo.
Riguardo al rapporto umani/ibridi, la cosa non è problematica nella società di "Nekopara", infatti pare essere abbastanza d'uso comune avere un'amante mezza felina, e il fatto di essere "gatte" pare non provocare sentimenti di gelosia paragonabili a quelli verso una rivale umana, benché d'aspetto siano molto simili. Caso emblematico di questo è Shigure, la sorella del protagonista, innamorata persa del suo oni-chan, a livelli che rischia di morire di epistassi con una carezza, ma comunque perfettamente d'accordo, per non dire complice, del fatto che suo fratello si faccia gradualmente, grazie anche all'intromissione di Chocola e Vanilla, anche loro molto aperte di mente, un harem di "catpanion".
Diversamente dall'OAV, nei giochi (mi sono fermato al secondo volume) si riescono a reperire un paio di informazioni in più su questi ibridi. La loro crescita sembra essere diversa non solo da un umano, ma anche da un normale felino, infatti Chocola e Vanilla sono diventate fisicamente due signorine in poco più di... un anno di vita, ma in un dialogo dicono che le gatte vivono a lungo, il che fa chiaramente pensare più di un felino comune. Altra cosa importante, e un filo inquietante per la sopravvivenza umana, pare che gli ibridi, per quanto generalmente disponibili con il loro padrone, non possano concepire figli con un umano normale per incompatibilità genetica, trovata che tenta di giustificare in parte il diverso trattamento che viene loro riservato dalle donne come Shigure, e anche per evitare ovviamente limitazioni coi capitoli seguenti. C'è poi anche il fattore mentale, dato che in teoria le mezze gatte, anche per loro stessa ammissione, sono di base più limitate nei ragionamenti, ma questo è difficile da credere, dato che la più adulta tra quelle presenti, cioè Azuki, ha tre anni di vita, e in generale non sembrano certo delle ritardate, al limite ingenuotte per limiti d'esperienza...
Se uno guarda attentamente oltre la spensieratezza dei personaggi, non si può negare che quello di "Nekopara" sia un mondo un tantino controverso, che inneggia a cercare l'amore facile con persone mentalmente immature, di cui tra l'altro si ha praticamente possesso. Si intravede anche lo schiavismo, dato che le gatte, con i dovuti permessi (testimoniati da una campanella GPS), possono lavorare ed essere mantenute solo con vitto e alloggio. Insomma, è un titolo che può scatenare polemiche. Cosa strana, fin dove ho visto io, non pare esserci traccia in giro di ibridi maschi, e informazioni dettagliate sulla creazione passata degli ibridi stessi non ve ne sono.
La cosa forse più distinguibile di "Nekopara" resta il fatto di aver mantenuto uno stretto contatto tra le kemonomimi e la loro parte animale. Il fatto che tutte loro abbiano vizi, debolezze e virtù feline, il farle giocare e spaventare da determinate cose, il farle essere golose e schizzinose verso determinati cibi, le distingue dalla maggior parte delle rappresentazioni, solitamente più umanizzate, che scorrazzano negli anime, e permette loro ovviamente di mettere in atto alcune scene stupide ma graziose.
Tecnicamente, per essere un OAV finanziato tramite kickstarter, è ben fatto, e, seguendo gli avvenimenti, ci si riesce ad affezionare ai personaggi, in questo caso giusto con Chocola e Vanilla. Per il resto, "Nekopara" non ha particolari meriti oltre la 'pucciosità' degli elementi femminili, anche perché di base i giochi da cui è stato tratto si fondano solo sul: conosci meglio il carattere della gatta, confortala con dei discorsi, aspetta che qualche altra "gatta" la convinca al posto tuo a venire a letto con te; infine, che lei stessa ti chieda di essere aggiunta al tuo cat-harem. Stop! C'era poco da sfruttare, oggettivamente.
Piccola nota personale: Kashou, il protagonista, è davvero inutile, nell'OAV si nota limitatamente, ma la sua ricerca dell'indipendenza è andata a farsi friggere quasi subito. Non tanto per l'aiuto di Chocola e Vanilla, quanto per l'intromissione della sorellina Shigure, molto più capace di lui, e che tra mezzi di famiglia, conoscenze burocratiche sulle gatte e abilità manageriali lo ha praticamente salvato da una vita spartana, dal fallimento immediato del negozio e dalla solitudine. Kashou saprà pure fare i dolci, va bene, non sarà il migliore, ma se la cava, però non sarebbe andato molto lontano da solo. Già l'idea di aprire un negozio, non solo senza aiuto in cucina, ma pure senza nessuno a servire i clienti, la dice lunga sull'intelligenza del personaggio.
In definitiva, "Nekopara" OAV fa passare un oretta in modo leggero, senza però avere particolari meriti.
La storia, se così di può chiamare, di questo OAV è fondamentalmente la versione leggermente compressa del primo volume della serie che attualmente conta tre volumi più due prequel speciali (vol.0 ed Extra) entrambi di infima durata. Nell'OAV verranno saltati alcuni momenti con un venditore di takoyaki (con gatta aiutante), qualcosina nel parco giochi e qualche dialogo con Shigure, la loli-sorella del protagonista dal comportamento posato e tradizionalista.
Tornando alla longevità dei giochi originali, nemmeno i capitoli principali durano molto, stanno tutti intorno alle cinque ore, e il loro gameplay è basilare anche per una visual novel. Infatti non vi sono scelte da fare nei dialoghi coi personaggi e nemmeno bivi narrativi, si riduce tutto al semplice testo da leggere, con l'aggiunta, dal secondo volume in poi, di poter accarezzare la testa delle gatte tramite cursore del mouse, per goderci... le loro fusa. Ah già, nelle opzioni si può aumentare l'effetto rimbalzo del busto, quando si dice "le priorità". Comunque, questi capitoli, venduti separatamente, trattano tutti del riavvicinamento del "padrone" con lo stuolo di "gatte" della villa in cui viveva prima. "Gatte" che al contrario dell'energica e focosa Chocola e della riflessiva e punzecchiante Vanilla sono tutte con pedigree e, al pari di loro, tutte con nomi di elementi culinari. Tra loro vi sono: la fragile ma giunonica Coconuts (cocco), la tosta tappetta Azuki (fagioli), la raffinata Maple (acero) e infine la procace e involontariamente sporcacciona Cinnamon (cannella). Con l'andare dei volumi videoludici, tutte loro per un motivo o un altro si faranno il padrone, per dirla chiaramente, ma ovviamente in questo OAV vedremo solo l'affetto platonico con le sue due più fedeli "catpanion", cioè compagne. Diversamente, nella versione occidentale del gioco non si vedrà nulla, ma verrà inteso comunque chiaramente l'esistenza del rapporto fisico tra loro. Sì, i giochi hanno una censura molto alla buona, niente di sostitutivo, semplice salto alla scena successiva, talvolta con ritardo.
Riguardo al rapporto umani/ibridi, la cosa non è problematica nella società di "Nekopara", infatti pare essere abbastanza d'uso comune avere un'amante mezza felina, e il fatto di essere "gatte" pare non provocare sentimenti di gelosia paragonabili a quelli verso una rivale umana, benché d'aspetto siano molto simili. Caso emblematico di questo è Shigure, la sorella del protagonista, innamorata persa del suo oni-chan, a livelli che rischia di morire di epistassi con una carezza, ma comunque perfettamente d'accordo, per non dire complice, del fatto che suo fratello si faccia gradualmente, grazie anche all'intromissione di Chocola e Vanilla, anche loro molto aperte di mente, un harem di "catpanion".
Diversamente dall'OAV, nei giochi (mi sono fermato al secondo volume) si riescono a reperire un paio di informazioni in più su questi ibridi. La loro crescita sembra essere diversa non solo da un umano, ma anche da un normale felino, infatti Chocola e Vanilla sono diventate fisicamente due signorine in poco più di... un anno di vita, ma in un dialogo dicono che le gatte vivono a lungo, il che fa chiaramente pensare più di un felino comune. Altra cosa importante, e un filo inquietante per la sopravvivenza umana, pare che gli ibridi, per quanto generalmente disponibili con il loro padrone, non possano concepire figli con un umano normale per incompatibilità genetica, trovata che tenta di giustificare in parte il diverso trattamento che viene loro riservato dalle donne come Shigure, e anche per evitare ovviamente limitazioni coi capitoli seguenti. C'è poi anche il fattore mentale, dato che in teoria le mezze gatte, anche per loro stessa ammissione, sono di base più limitate nei ragionamenti, ma questo è difficile da credere, dato che la più adulta tra quelle presenti, cioè Azuki, ha tre anni di vita, e in generale non sembrano certo delle ritardate, al limite ingenuotte per limiti d'esperienza...
Se uno guarda attentamente oltre la spensieratezza dei personaggi, non si può negare che quello di "Nekopara" sia un mondo un tantino controverso, che inneggia a cercare l'amore facile con persone mentalmente immature, di cui tra l'altro si ha praticamente possesso. Si intravede anche lo schiavismo, dato che le gatte, con i dovuti permessi (testimoniati da una campanella GPS), possono lavorare ed essere mantenute solo con vitto e alloggio. Insomma, è un titolo che può scatenare polemiche. Cosa strana, fin dove ho visto io, non pare esserci traccia in giro di ibridi maschi, e informazioni dettagliate sulla creazione passata degli ibridi stessi non ve ne sono.
La cosa forse più distinguibile di "Nekopara" resta il fatto di aver mantenuto uno stretto contatto tra le kemonomimi e la loro parte animale. Il fatto che tutte loro abbiano vizi, debolezze e virtù feline, il farle giocare e spaventare da determinate cose, il farle essere golose e schizzinose verso determinati cibi, le distingue dalla maggior parte delle rappresentazioni, solitamente più umanizzate, che scorrazzano negli anime, e permette loro ovviamente di mettere in atto alcune scene stupide ma graziose.
Tecnicamente, per essere un OAV finanziato tramite kickstarter, è ben fatto, e, seguendo gli avvenimenti, ci si riesce ad affezionare ai personaggi, in questo caso giusto con Chocola e Vanilla. Per il resto, "Nekopara" non ha particolari meriti oltre la 'pucciosità' degli elementi femminili, anche perché di base i giochi da cui è stato tratto si fondano solo sul: conosci meglio il carattere della gatta, confortala con dei discorsi, aspetta che qualche altra "gatta" la convinca al posto tuo a venire a letto con te; infine, che lei stessa ti chieda di essere aggiunta al tuo cat-harem. Stop! C'era poco da sfruttare, oggettivamente.
Piccola nota personale: Kashou, il protagonista, è davvero inutile, nell'OAV si nota limitatamente, ma la sua ricerca dell'indipendenza è andata a farsi friggere quasi subito. Non tanto per l'aiuto di Chocola e Vanilla, quanto per l'intromissione della sorellina Shigure, molto più capace di lui, e che tra mezzi di famiglia, conoscenze burocratiche sulle gatte e abilità manageriali lo ha praticamente salvato da una vita spartana, dal fallimento immediato del negozio e dalla solitudine. Kashou saprà pure fare i dolci, va bene, non sarà il migliore, ma se la cava, però non sarebbe andato molto lontano da solo. Già l'idea di aprire un negozio, non solo senza aiuto in cucina, ma pure senza nessuno a servire i clienti, la dice lunga sull'intelligenza del personaggio.
In definitiva, "Nekopara" OAV fa passare un oretta in modo leggero, senza però avere particolari meriti.
Shinsekai Yori
8.0/10
"Shinsekai Yori" potrebbe sembrare un qualunque manga ecchi dai contorni fantasy, in particolar modo in questa trasposizione cartacea che è molto, ma molto più spinta dell'anime.
Niente di più sbagliato. "Shinsekai Yori" è un capolavoro del genere fantascientifico, come a dirla tutta se ne trovano ben pochi in circolazione. L' ecchi è presente, purtroppo, in modo esagerato, cosa che ho gradito poco e la si potrebbe considerare la nota dolente dell'opera. La promiscuità della società dei bonobo risulta un eccellente spiegazione che serve a giustificare la tendenza alla bisessualità oltre che ai rapporti sessuali continui, tuttavia non giustifica affatto il porno gratuito del manga ed anzi tende a far perdere di valore la serietà e bellezza di questa spiegazione. Se l'argomento fosse stato trattato con l'eleganza presente invece nel'anime, quest'opera avrebbe guadagnato non poco.
A livello di stile ho preferito un pò più l'anime con tutti i suoi pro e contro. Nel'anime, tutto, partendo dal tratto è espresso con eleganza, non solo le poche scene ecchi. L'anime è etereo, così come lo è la storia di "Shinsekai Yori", il manga molto meno. Del fumetto ho però apprezzato l'eccentricità del tratto, che permette ad alcune situazioni di essere rappresentate in maniera molto piu' grottesca e "distopica".
Come dicevo prima "Shinsekai" è un eccellente opera di fantascienza unita al genere fantastico.
In questo caso l'elemento fantastico, ossia il cantus, viene naturalizzato del tutto, per cui in questo mondo è errato parlare di paranormale. Il rapporto distopia/utopia viene trattato in modo molto maturo, ma in particolare narrato con grande inventiva. Non a caso "Shinsekai" può vantare di essere uno dei migliori distopici mai scritti.
Ho preferito il manga all'anime e chiunque a abbia apprezzato quest ultimo, obbligatoriamente deve leggere il fumetto. Questo perchè le vicende del manga approfondiscono di parecchio vicende che nel anime o erano trattate superficialmente oppure non trattate affatto. Ad esempio vengono rivelato tante e tante cose riguardo gli akki e meglio approfonditi i gouma. Oppure vengono rivelate alcune cose che riguardano il mondo esterno.
Purtroppo però anche il manga non risulta veramente esaustivo al 100%. Si ha la sensazione una volta concluso che manchi qualcosa. Infatti il mondo di "Shinsekai" è ancora più vasto, ed è possibile conoscerlo a pieno solo attraverso la novel. Se non è possibile leggere la nove,, leggetevi il fumetto che di sicuro non potrà lasciarvi insoddisfatti. L'azione regna sovrana a differenza dell'anime dove spesso gli episodi inconcludenti giravano intorno allo stesso punto.
Quindi nel complesso ho preferito il manga, ma per quanto riguarda lo stile il punto in più va alla versione animata.
Niente di più sbagliato. "Shinsekai Yori" è un capolavoro del genere fantascientifico, come a dirla tutta se ne trovano ben pochi in circolazione. L' ecchi è presente, purtroppo, in modo esagerato, cosa che ho gradito poco e la si potrebbe considerare la nota dolente dell'opera. La promiscuità della società dei bonobo risulta un eccellente spiegazione che serve a giustificare la tendenza alla bisessualità oltre che ai rapporti sessuali continui, tuttavia non giustifica affatto il porno gratuito del manga ed anzi tende a far perdere di valore la serietà e bellezza di questa spiegazione. Se l'argomento fosse stato trattato con l'eleganza presente invece nel'anime, quest'opera avrebbe guadagnato non poco.
A livello di stile ho preferito un pò più l'anime con tutti i suoi pro e contro. Nel'anime, tutto, partendo dal tratto è espresso con eleganza, non solo le poche scene ecchi. L'anime è etereo, così come lo è la storia di "Shinsekai Yori", il manga molto meno. Del fumetto ho però apprezzato l'eccentricità del tratto, che permette ad alcune situazioni di essere rappresentate in maniera molto piu' grottesca e "distopica".
Come dicevo prima "Shinsekai" è un eccellente opera di fantascienza unita al genere fantastico.
In questo caso l'elemento fantastico, ossia il cantus, viene naturalizzato del tutto, per cui in questo mondo è errato parlare di paranormale. Il rapporto distopia/utopia viene trattato in modo molto maturo, ma in particolare narrato con grande inventiva. Non a caso "Shinsekai" può vantare di essere uno dei migliori distopici mai scritti.
Ho preferito il manga all'anime e chiunque a abbia apprezzato quest ultimo, obbligatoriamente deve leggere il fumetto. Questo perchè le vicende del manga approfondiscono di parecchio vicende che nel anime o erano trattate superficialmente oppure non trattate affatto. Ad esempio vengono rivelato tante e tante cose riguardo gli akki e meglio approfonditi i gouma. Oppure vengono rivelate alcune cose che riguardano il mondo esterno.
Purtroppo però anche il manga non risulta veramente esaustivo al 100%. Si ha la sensazione una volta concluso che manchi qualcosa. Infatti il mondo di "Shinsekai" è ancora più vasto, ed è possibile conoscerlo a pieno solo attraverso la novel. Se non è possibile leggere la nove,, leggetevi il fumetto che di sicuro non potrà lasciarvi insoddisfatti. L'azione regna sovrana a differenza dell'anime dove spesso gli episodi inconcludenti giravano intorno allo stesso punto.
Quindi nel complesso ho preferito il manga, ma per quanto riguarda lo stile il punto in più va alla versione animata.
Il manga e l'anime li metto pari livello perchè si completano a vicenda, mi manca però la trilogia di romanzi.
1)
2)
Che poi, l'atto vero e proprio ha luogo (a più riprese) solo nell'ultimo volume. Ultimo fino a non molto tempo fa perché ne è uscito uno ulteriore.
Il manga non lo conosco, ma di certo vedere che ha un voto più basso di Hybrid x Heart Magias Academy Ataraxia mi fa solo scompisciare dalle risate.
ahahha per ovvi motivi
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