Dopo l'annuncio avvenuto lo scorso 23 luglio, Yamato Video torna a parlare del doppiaggio italiano di Arte. Con un comunicato pubblicato su Facebook, l'editore riepiloga il cast e lo staff della versione italiana dell'anime, che erano stati annunciati durante una live di Caverna di Platone. Inoltre, è stato rivelato che la serie è di imminente trasmissione televisiva e pubblicazione streaming. Qui di seguito trovate tutti i dettagli.
Doppiatori italiani:
ARTE: Emanuela Ionica
LEO: Lorenzo Scattorin
VERONICA: Chiara Gioncardi
UBERTINO: Bruno Alssandro
DANILO: Luca Biagini
AROLDO: Roberto Stocchi
ANGELO: Stefano Broccoletti
DARCIA: Agnese Marreddu
LUSANNA: Ughetta D'Onorascenzo
MADRE DI ARTE: Antonella Alessandro
PADRE DI ARTE: Mauro Magliozzi
YURI: Federico Zanandrea
KATARINA: Carolina Gusev
DAPHNE: Rossa Caputo
SOPHIA: Ilaria Latini
MALTA: Nicola Braile
BONA: Cristina Poccardi
GIMO: Lorenzo Crisci
MATTEI: Massimo Triggiani
NARRATORE: Stefano Mondini
ALTRE VOCI:
Andrea Aulitto, Alessandra Berardi, Valerio Bertaccini, Fabiola Bittarello, Maicol Carlini, Enrico Chirico, Sacha De Toni, Marco Fumarola, Luca Ghillino, Carmen Iovine, Tiziana Martello, Stefan Popa, Guido Sagliocca, Serena Sigismondo, Gianluca Solombrino, Daniel Spizzichino, Valentina Stredini, Annalisa Usai, Gabriele Vender
Edizione italiana:
Yamato Video
Doppiaggio:
Asci Voice & Mind
Traduzione da giapponese:
Mattia Soave
Nausicaä Piccolo
Dialoghi:
GAMILAX
Consulente storico-artistico:
Lorenzo Galasso
Direzione del doppiaggio:
Gualtiero Cannarsi
Assistente al doppiaggio:
Anacleto Santangelo
Fonico di doppiaggio:
Iari Sgarlato
Fonte Consultata:
Yamato Video (Facebook)
XVI secolo, Firenze. La giovane di nobili origini Arte desidera diventare pittrice e fare apprendistato nella bottega di un maestro. Nell’età del Rinascimento non è però concesso spazio alle ambizioni di una donna e, per inseguire il suo sogno, Arte dovrà sfidare le convenzioni sociali della sua epoca.
Doppiatori italiani:
ARTE: Emanuela Ionica
LEO: Lorenzo Scattorin
VERONICA: Chiara Gioncardi
UBERTINO: Bruno Alssandro
DANILO: Luca Biagini
AROLDO: Roberto Stocchi
ANGELO: Stefano Broccoletti
DARCIA: Agnese Marreddu
LUSANNA: Ughetta D'Onorascenzo
MADRE DI ARTE: Antonella Alessandro
PADRE DI ARTE: Mauro Magliozzi
YURI: Federico Zanandrea
KATARINA: Carolina Gusev
DAPHNE: Rossa Caputo
SOPHIA: Ilaria Latini
MALTA: Nicola Braile
BONA: Cristina Poccardi
GIMO: Lorenzo Crisci
MATTEI: Massimo Triggiani
NARRATORE: Stefano Mondini
ALTRE VOCI:
Andrea Aulitto, Alessandra Berardi, Valerio Bertaccini, Fabiola Bittarello, Maicol Carlini, Enrico Chirico, Sacha De Toni, Marco Fumarola, Luca Ghillino, Carmen Iovine, Tiziana Martello, Stefan Popa, Guido Sagliocca, Serena Sigismondo, Gianluca Solombrino, Daniel Spizzichino, Valentina Stredini, Annalisa Usai, Gabriele Vender
Edizione italiana:
Yamato Video
Doppiaggio:
Asci Voice & Mind
Traduzione da giapponese:
Mattia Soave
Nausicaä Piccolo
Dialoghi:
GAMILAX
Consulente storico-artistico:
Lorenzo Galasso
Direzione del doppiaggio:
Gualtiero Cannarsi
Assistente al doppiaggio:
Anacleto Santangelo
Fonico di doppiaggio:
Iari Sgarlato
Fonte Consultata:
Yamato Video (Facebook)
Il testo giapponese è di una elementarità così bassa che a 5 anni riesci a capire quello che succede e colleghi i nessi sintattici, è un copione volutamente basico perché il pubblico è molto giovane.
Anche se non capisci niente di giapponese e ascolti il doppiaggio italiano, anche solo per registro linguistico e lessico ti accorgi che i testi non si stanno indirizzando a una bimba/o di 5 anni.
Per non parlare di tutte le persone che traducono i manga che leggiamo dal giapponese, possibile mai che gli oltre 30 e passi traduttori professionisti giapponese-italiano siano dei fessi e solo il Sommo capti le guize de il Giapponese tutto? Al pensiero mi si strappa il naso!
Non sei l'unico, ma quando nel web si diffonde un'idea bisogna seguire la massa o dalla massa ne vieni sopraffatto.
Il web è un importante materiale di studio sociologico, se solo alcune personalità di fine 800 fossero ancora in vita chissà quanto potrebbero scrivere.
"Stupido d'un papino!" citando una tomba per le lucciole
Eh sì, seguire la massa è il male; perché noi non si è madre lingua italiani e si carpisca che l'idioma noi parlante diverso per bene da ciò che Cannarsi depenni è.
detta così però, sembra che si sia diffusa un idea che non ha nessun fondamento, come se l'idioma usato dal sommo sia l'italiano colloquiale e vero, e quello nostro invece un'altra lingua del tutto diversa. E quindi chi lo critica lo fa solo per un circostanza ideologica e non perchè si rende conto che qualcosa non va.
non vorrei dirtelo, ma le critiche non si basano su ideologie astratte, e anche gli esperti del settore, compresi quelli che lo studiano il giapponese, hanno trovato modo in passato di fare delle critiche con tanto di competenze, proprio per dimostrare che la critica non è solo su base ideologica. Poi se certe parti dei suoi adattamenti sono diventati dei meme, lì è perchè quelle parti suonavano male a tutti e sono diventate famose, aggiungendo dell'umorismo e un sarcasmo, diverso dal contenuto che sicuramente non era previsto dall'autore originale. Questo perchè bisogna pensare la lingua dal punto di vista del fruitore italiano e non cercando come unico caposaldo, quello di rispettare il testo a prescindere dall'ascoltatore. Se una frase risentita in italiano fa ridere, a quel punto, il concetto originario della frase si è perso per diventare un altra cosa.
quindi no, non è una moda, è proprio una conseguenza di quello che è stato fatto in quegli adattamenti.
Per fortuna non è uno che mi interessa, visto due puntate sub e mollato, non vale il manga, che leggo con piacere.
Come no, dilettantesco. Parli di un professionista (me) che fa il suo lavoro da un quarto di secolo (25 anni). Ma sicuramente ne sai più tu, eh? Complimenti. Davvero un funzster.
Non ci fanno a pugni. Parli di due doppiatrici straordinarie con cui mi trovo particolarmente bene. Con Ilaria abbiamo ancora ricordato i tempi in cui ci conoscemmo, quando facemmo il provino per Asuka (1997). Da allora abbiamo sempre collaborato e abbiamo sempre avuto grande stima reciproca, come quando la volli categoricamente per doppiare Miyamura Yuuko su Battle Royale (era quasi scontato...).
Con la splendida Rossa Caputo solo lieto di avere una grande intesa. Da quando vinse il provino e poi interpretò magistralmente Nahoko in "Si alza il vento", a quando poi interpreto il personaggio della Maestra Hidzuru in "Shinko Ghiribizzo", e infine a quando è stata la straordinaria protagonista in "Mirto Crespo", anche lì vincitrice di provino. Ogni volta che lavoriamo insieme ci troviamo molto bene. E sai cosa? Oltre ad apprezzarmi, mi invita a ignorare i commenti astiosi ed andare dritto per la mia strada, che lei condivide. Le buone amiche danno sempre buoni consigli, si sa.
Interessante, vero? Non lo sapevi, vero?
Perché in effetti, tu cosa ne sai? Ma cosa ti piange il cuore? Per le tue visioni del tutto autoindotte?
Guarda che io non ho, né ho mai avuto, alcun parente o amico nel mondo del doppiaggio.
Queste sono solo millanterie fatte da persone che forse vorrebbero fare il mio lavoro, che ho fatto e faccio con molta soddisfazione da cinque lustri.
Dopo che ho lavorato molti anni, ho instaurato rapporti con molti stimati colleghi. Chi mi critica spesso non capisce, e non ragiona neppure che in venticinque anni di lavoro ho lavorato con centinaia, CENTINAIA di doppiatori, fonici di sala e di mix, assistenti al doppiaggio. Di fatto, ho collaborato – e con soddisfazione – con numerosi dei più grandi interpreti del nostro settore. Alcuni erano già anziani quando io ero giovane, e ora non ci sono più. Alcuni erano giovani quando io iniziavo, e ora hanno bimbi loro. Altri ancora erano giovanissimi ai tempi dei miei esordi, e ora sono baldi giovani.
La levatura del cast italiano di ARTE è, di fatto, anche (non dico "solo", ma "anche") l'effetto della grande stima che così tanti colleghi hanno di me e del mio lavoro. In particolare il signor Bruno Alessandro, e il signor Luca Biagini, si congratulavano tanto con me, dimostrandomi grande stima. Il signor Biagini lo conobbi da giovane perché interpretò il prim'ufficiale della portaerei Over The Rainbow nell'episodio 9 di Evangelion (primo doppiaggio). E l'ho fatto ridere, perché ancora mi ricordo la sua prima battuta, ovvero "Appena sbarcato il carino a NeoYokosuka".
Il consiglio è non credere che il mondo sia quello che si riflette sui social network. Quello è più probabilmente il malanimo del mondo. O, per chi non ama l'italiano corretto e ricco, l'odio.
Quindi: la "logica" di mercato non è quella che credi tu, palesemente. La realtà di lavoro ancor meno, ancor più palesemente. Ma mi stupisce sempre come tanti signori nessuno si sentano così competenti da predicare a un professionista con la sicurezza di chi si sente la verità in tasca, complimenti. Auguro dunque a tutti una buona visione!
PS:
Io non mi chiamo "il Sommo", non sono il personaggio delle gag di bassa levatura che circolano in certi circoli (pleonasmo inteso, accipicchia!). anche tu dovresti imparare il rispetto per le persone prima di mettere le mani sulla tastiera, sai? Ah, certo, l'anonimato, i ruggiti...
Ed è per questo che Anno Hideaki, dico Anno Hideaki - che oltre a essere il regista di Eva è un uomo giapponese innanzitutto – e l'aiuto regista Katayama nel commentario di Nausicaä si chiedono "chissà perché Miyazaki fa parlare i suoi personaggi in un modo così strano?", per poi concludere "beh, però questo da un sapore particolare ai suoi film".
Critiche come la tua sono create su castelli di bugie. Ma scommetto che tu sei certo di saperne di più. Vero?
E invece probabilmente non ne sai proprio niente. Purtroppo. Per te.
Non vorrei dirtelo, ma io collaboro da anni con traduttori che hanno studiato il giapponese e hanno vissuto il Giappone, quando non bi-madrelingua.
Le critiche talvolta legittime, talvolta palesemente mosse da acredine quando non malcelata invidia, sono spesso base su finte "prove" strumentali fabbricate ad arte e poi blasonante con titoli sbandierati all'occorrenza, ma cattive notizie per te: ci sono tante persone che apprezzano il mio lavoro, tra il pubblico, nel mondo del lavoro, nonché tra conoscenti giapponesi che parlano italiano.
Ciò che diventa meme, o "tormentone" come si diceva un tempo senza sentirsi così moderni per usare un pur sciatto neologismo, lo doventa per la volontà di "demenziale" il tormentone lo crea, estrapolandolo, decontestualizzandolo, e ponendolo in una detta chiave. Ho studiato abbastanza di psicologia cognitiva e filosofia estetica per sapere come funzionano queste semplici meccaniche. Nulla di dignitoso, in assoluto.
Ma su una cosa hai ragione: denigrarmi non è una moda, in genere (non sempre, certo) è solo un'espressione di pilotata disapprovazione espressa con una liberatoria veemenza. Bisogna sentirsi migliori di qualcun altro per sentirsi meglio con sé stessi, eh? Lo diceva anche Uberto Eco (ne: "Il cimitero di Praga"). Buona lettura!
In realtà è una cosa che io e Domenico (Guastafierro) abbiamo voluto improvvisare in 24 ore, senza alcuna specifica programmazione. Domenico è stato grandissimo ad organizzare tutto in così poco tempo. Essendo tutti molto indaffarati con i rispettivi lavori, non avevamo progettato nulla di preciso. In compenso trovo non sia davvero elegante, e neppure ducato, spare giudizi davvero "alla cieca" come hai fatto tu nel testo da me citato, ti pare?
PS: "abbi"? Cos'è, italiano fantozziano? Anche "e davvero imbarazzante" è notevole. Sai cos'è imbarazzante davvero? Che tu abbia l'ardire e il coraggio di esprimere con questo livello di italiano delle critiche a chiunque, figurarsi a me.
Io ripeto: attenzione alla posizione dei due canali Mediaset, che per queste serie sono comunque in ballo.
Mediaset porta una o due serie all'anno, qui Yamato ha annunciato come 20 doppiaggi. Che una sia Arte è possibile, ma resta il mistero di tutti gli altri annunci. Almeno che Mediaset, che sta rilanciando i canali a pagamento, non intenda fare un canale di anime in infinity plus. Resterebbe strano aver fatto passare in chiaro fireforce e i nuovi doppiaggi di One Piece
Lo scopo del doppiaggio e dell'adattatore è adattare, non tradurre. Lo spettatore non deve, nemmeno per un nanosecondo, rendersi conto che sta guardando un'opera tradotta/adattata. Deve essere tutto coerente e fluido. Il giapponese è fluido e coerente per un giapponese, ma non lo è per un italiano. L'adattatore deve restituire in altra lingua e in un'altra cultura ciò che avviene in quella originale.
Inoltre lo spettatore non deve sentire la prima battuta e passare 20 minuti a ripensare per capire che cosa ha sentito.
A parte la simpatia a mille -in fiondo anche comprensibile considerando gli attacchi ricevuti- ma ammettere che -forse- a volte si sono prese delle cantonate nell'adattamento?
Esempio angeli-apostoli.
Oreste Lionello è stato un'eccellente direttore del doppiaggio, ma un pessimo adattatore (non lo dico io, lo dicono esperti del settore)
Indipendemente da chi ha tradotto (che a quanto dite è gente del suo giro) il direttore di doppiaggio ha voce eccome sull'adattamento.
Infatti il cannarsiano è una lingua a sé, non è italiano né moderno né desueto.
Basterebbe leggersi Boccaccio o Machiavelli per capire che non c'entrano nulla (ho citato apposta loro due perché uno è più popolare e l'altro più aristocratico).
Confermo. Mi guardai Mononoke Hime in Giapponese proprio per capire se parlassero strano. E se lo capisco io che il giapponese non posso dire di saperlo, se non un pochino per la mia breve carriera come fansubber...
Ma anche ragionando, vi pare che Miyazaki sia così stupido da fare un film che non capisce nessuno?
In realtà i cannarsiani sono un po' come i novax: chiunque sappia davvero il giapponese evita Cannarsi, ma dato che lui è bravo a far finta di avere ragione ci sono quelli che gli credono e pensano che ci sia un gomblotto contro di lui.
Chissà perché questi traduttori però non si sa mai chi siano, né spendono mai una parola nei tuoi confronti. Quella frase che ripeti ogni volta ormai suona un po' come "ammiocuggino".
Anche io conosco diversi traduttori/madrelingua/gente che vive e lavora in Giappone, ma chissà come mai a loro i tuoi lavori fanno venire il voltastomaco.
mia moglie è giapponese e certe traduzioni le trova inadatte.
"Le critiche talvolta legittime, talvolta palesemente mosse da acredine quando non malcelata invidia, sono spesso base su finte "prove" "
Quindi si hanno critiche legittime basate su finte prove e critiche basate su invidia (di cosa?) su fatti reali?
E, in ogni caso, rimangono critiche legittime basate su fatti reali. Ma che lei tratta come critiche da acredine basate su dati falsi.
"ci sono tante persone che apprezzano il mio lavoro, tra il pubblico, nel mondo del lavoro, nonché tra conoscenti giapponesi che parlano italiano."
Ci sono anche dottori che negano l'esistenza del covid. E, lo dovrebbe sapere meglio di chiunque altro, i conoscenti e i parenti (sì lo so questo l'ho aggiunto io) sono i peggiori critici che possano esistere. Chissà perché per amici e parenti il nostro lavoro non fa mai schifo, ma è sempre da Nobel!
Il problema, no le questioni sono 2:
non accettare nemmeno le critiche corrette e ritenere d'essere superiore a tutto e a tutti.
Partiamo dal fatto che la fluidità o meno è determinata dal grado di conoscenza della lingua italiana e della materia. Se io leggessi un libro di ingegneria nucleare con ogni certezza incontrerei uno dopo l'altro termini a me sconosciuti; non è il libro a non essere fluido, sono io che non conosco il significato dei termini ivi scritti.
Con gli adattamenti c.d. "cannarsiani" ho incontrato diversi termini a me sconosciuti, ma non è un difetto dell'adattamento, è una mia mancanza che grazie a una rapida ricerca (o molte volte solo con il contesto) ho colmato.
In secondo punto non concordo che non ci si debba rendere conto di guardare un'opera straniera. Il Giappone ha una sua cultura ben definita e diversa da quella italiana; l'applicazione estrema del tuo assunto causerebbe anche alla cancellazione di tutta questa cultura per noi aliena, portando a un appiattamento dell'opera. Stile doppiaggio Mediaset, per capirci.
In terzo luogo io reputo una traduzione buona solo e solamente se attraverso un processo di "reverse translation" io riesco a ottenere il testo originale.
Cioè, dal testo italiano traducendolo in giapponese è possibile riottenere il testo originale dell'autore? Se sì la traduzione italana è accurata. Ovviamente la piena corrispondenza è utopistica. Ci dobbiamo accontentare del risultato che più si avvicina.
p.s. chiedere a un traduttore di nazionalità giapponese di giudicare un adattamento (e sottolineo ADATTAMENTO) in italiano è come chiedere a un laureato in giurisprudenza di valutare la teoria del bosone di Higgs... magari non è la scelta giusta
Mi pare che tu stia facendo troppa confusione tra traduzione e adattamento.
Sono due fasi ben distinte della trasposizione di un'opera.
Per gli approfondimenti linguistici esistono le note (se si tratta di un libro o un fumetto) e i libretti se si tratta di un'opera di animazione.
Mi viene in mente il famoso "Mirai no Nadeshiko", errore di Yamato nei sottotitoli di un anime shoujo che ora non ricordo, che diventò "Ti farò vedere come calcia un garofano selvatico giapponese del futuro".
Traduzione impeccabile se non esistesse un contesto.
Concordo!
Ti consiglio di leggere più opere medievali (che tra l'altro non sono poi molte) e rinascimentali. Oppure di leggerle meglio.
Essendo rievocatore storico io un po' ne ho lette e non c'entrano un cavolo a merenda.
Così come il giapponese classico è ben altra lingua. Infatti quando abbiamo subbato "Tasogare Otome x Amnesia" abbiamo dovuto chiedere a un traduttore professionista di tradurci gli haiku delle anticipazioni a cui poi è stato applicato l'adattamento.
Per rendere un "sonata" o un "watakushi", che in Giappone tutti sanno cosa vogliono dire anche se suonano arcaici e non bastano certo a giustificare un registro forbito ("watakushi" l'ho sentito dire pure in un hentai, il che è tutto dire), basta usare il "voi". Non serve far parlare tutti come nell'Armata Brancaleone.
E' la seconda persona singolare dell'imperativo del verbo avere
https://www.treccani.it/enciclopedia/imperativo_%28La-grammatica-italiana%29/
Questa perla me l'ero persa fra tutte le farneticazioni.
A quanto pare il primo a non sapere l'italiano è proprio Shito (ma non avevo dubbi).
Shito è Cannarsi, online si fa chiamare così
il problema che libri, film, anime, cartoni non si traducono: si adattano.
Faccio un esempio.
Se in italiano trovo "Buon mattino miss Sullivan" disse l'uomo con la sua inconfondibile r moscia. Non ti pare che qualcosa non vada?
Se in italiano scrivo che Tizio aveva un orribile gusto nel vestirsi mettendo i calzini bianchi e infradito, se quel testo lo adatto per la Germania non posso fare una traduzione perché chi lo legge non troverà quel modo di vestirsi orripilante.
Un anime è un prodotto commerciale per la massa. Se voglio ampliare il mio vocabolario vado in libreria o mi guardo un film d'essai... non Evangelion o Totoro.
Prendendo il tuo esempio su un testo di fisica nucleare se questo non è scorrevole nemmeno per un fisico nucleare, come lo giudicheresti? In inglese ci sono moltissime frasi che in italiano devono essere cambiate e non possono essere tradotte pari-pari. L'esempio più bello di adattamento vs traduzione è nel film Frankestein junior
Una battuta originale è:
werewolf -> where wolf -> there wolf
Traducendo e come farebbe Cannarsi diverrebbe:
Lupo mannaro -> Dove lupo -> Là il lupo
Questa è la traduzione.
L'adattamento
Ci ha reso il famoso
lupo ulu-là, castello ulu-lì
Lo stesso, e ancor di più in Giapponese.
Non è quello che ho detto. Lo spettatore non si deve render conto che sta guardando un film adattato/tradotto. Se sto guardando un film ambientato a Londra nel 1950 doppiato e improvvisamente usano dei termini in inglese, ammetterai che c'è qualcosa che non funziona: perché tutte le battute sono in italiano, ma questa parola è in inglese? Allora non è ambientato a Londra
Ok, provaci con i testi degli adattament.. pardon traduzioni di Cannarsi, e dimmi che risultato hai ottenuto.
ah è quello vero. o santissimissimo iddio. e perché non sta parlando italiano? ah no, altra domanda stupida.
bisogna però non fare confusione, un adattatore si deve sempre basare su quella che è il registro usato nella lingua di partenza, se questa si avvale di un giapponese moderno e colloquiale, non è che la lingua d'arrivo deve diventare differente e suonare vagamente aulica o antica, perchè se questo è il risultato, significa non aver rispettato il testo e ne l'internzione dei parlanti iniziali. siccome gran parte delle caratterizzazioni vengono date anche dal modo in cui parlano i personaggi, già solo l'uso del registo altera la caratterizzazione del personaggio e comunque non è in quel modo che l'autore li ha pensati.
ogni qualvolta che si decide un registro diverso da quello dell'autore, non si può parlare di adattamento, ma di alterazione, di quello che si può ritenere senza ombra di dubbio "inquinamento culturale."
il fatto è, che non si sta leggendo un libro di ingegneria nuclare ma si sta leggendo una sceneggiatura di un anime. Sceneggiatura che in giappone è destinata a tutti e che usa un registo linguistico fatto per l'untente medio e che non richiede nessuna conoscenza pregressa per essere compreso, quindi ogni qualvolta l'adattatore usa parole diverse o comunque molto differenti nei sinonimi, da quelle usate dall'autore, si sta stravolgendo il testo. Poi siamo nel 2021, se tu incontri un termine sconosciuto in in italiano, basta andare a vedere il corrispondente giapponese per vedere se anche nel testo base è stato usato un corrispettivo che rende quel testo in quel modo, se non c'è, evidentemente allora qualcosa non ha funzionato o è andato storto.
Sul secondo punto, ossia su quello che ci si debba rendere conto di leggere un opera straniera, dissento in modo totale. Anzi è puro idealismo e nell'affermarlo si fa molta retorica. Anche perchè a quel punto si sta dicendo che il testo scritto ha una valenza superiore a quello che è il contesto dell'opera, e questa cosa è talmente anti narrativa che andrebbe incorniciata e messa come esempio negativo in qualsiasi manuale di scrittura creativa.
Ti faccio un esempio: supponiamo di stare a leggere un libro ambientato in italia e scritto da uno scrittore giapponese. Ovviamente l'autore scrive in giapponese e pensa in giapponese, ma lo stesso ha deciso di ambientare l'opera in italia ai giorni nostri.
Questo significa che lui, anche se adotta la sua scrittura e il suo modo di pensare, grazie alla regola di contesto: farà si che chiunque la legga, possa immaginare che i personaggi parliano e pensino in italiano. Se il personaggio protagonista è nato a roma e vissuto a roma, e mettiamo il caso che dica “buongiorno,” a nessuno verebbe mai da pensare che ha detto “ohayoo.”
Questa regola farà si di rendere la narrativa universale a tutti gli effetti, e qualsiasi lingua verrà utlizzata per esplicitare quel “buongiorno,” grazie a questa regola, farà si che il lettore la identifichi a tutti gli effetti detta in italiano, questo anche se è stato usato il moldavo o il greco o qualsiasi altra lingua del mondo.
Perchè un conto è la lingua usata dallo scrittore, un altro è il contesto di narrazione.
Il contesto di narrazione in questo caso ha sempre la preminenza su qualsiasi lingua usata per esplicitare quel testo.
Così come l'autore ha costruito l'opera con quella regola, anche il lettore, o lo spettatore nel caso di un anime, deve necessariamente adoperare quel modo per ricevere l'opera.
Quindi no, non si deve sentire, non c'è affatto bisogno di rendere evidente qualcosa che di fatto è già esplicito nel contesto di riferimento. E anche nel caso che la lingua dello scrittore e contesto coincidano, non c'è bisogno di artefare il testo per rendere qualcosa che di fatto è già evidente e chiaro allo spettatore. Quindi ogni operazione in cui si cercherà di sovvertire una regola base della narrativa, creerà di conseguenza un contesto arteffatto.
Quindi, mettetevi bene in testa che il contesto narrativo ha la preminenza sulla lingua adoperata dallo scrittore, sempre, sempre, sempre.
Questa regola è quella che permette a uno scrittore di ambientare la sua opera dove gli pare e gli piace senza conoscere nessariamente la lingua di quel paese, a New York, a Mosca o persino su Marte o in mondi di fantasia.
Ricordatevi che adattare un'opera non è solo tradurre, ma far passare e comprendere il messaggio dell'autore ed essere fedeli all'effetto che tale messaggio provoca nei fruitori di tale opera.
Altrimenti invece di "che bella storia racconta quest'anime", passa il messaggio "i giapponesi sono cretini" perché non usano i pronomi, si chiamano con vezzeggiativi stupidi, ecc. ecc.
Vedi che non ne sai niente?
Ecco, per te, studia pure:
https://magazine.pluschan.com/apostoli-e-angel-la-parola-definitiva/
e magari così impara cosa vuol dire "esegesi delle fonti", così che poi tu sappia a tua volta farla quando selezioni a chi credere.
È un buon auspicio che ti dedico. A me davvero non cambia nulla, eh.
E sì, sono simpatico e affabile con chi mi ispira simpatia e affabilità, duro e sprezzante con chi non sento meriti altro. Indi forse più che predicare, dovresti guardarti allo specchio, che ne dici? Di nuovo, solo un consiglio. "Ammettere", dicevi. Tu a me. Ok.