Questa vita è puro caos, non prendiamoci in giro. Non so se diversi anni fa fosse migliore o semplicemente ero (ed eravamo) troppo piccoli per rendercene conto, ma di certo questi ultimi due anni non verranno rivalutati positivamente col tempo, questi mesi sono un’ennesima pugnalata al buon senso e a tutti i meravigliosi discorsi sul karma che molti di noi amavano fare prima del 2020.

Di cosa necessitiamo? Soldi, ovvio. Fortuna, che ve lo dico a fare. Ma anche qualcosa in cui credere, una forza interiore che possa tenerci con la testa alzata, che ci dia modo di attraversare questa orribile cloaca. Ci serve prima di tutto equilibrio. So che non si trova facilmente e non è una preghiera che sto facendo a voi, però sono felice che ci siano manga che nonostante tutto cercano di prefissarsi come obiettivo quello di parlarci dell’importanza dell’equilibrio. Forse.
 
jigokuraku j-pop


Jigokuraku – Hell’s Paradise è un manga di Yuuji Kaku di 13 volumi (concluso) pubblicato in Italia da J-POP Manga in formato 12x16,9 cm con sovraccoperta e al classico prezzo di 5,90. La serie è tradotta per noi da Matteo Cremaschi, con lettering di Massimiliano Lucidi ed editing di Valentina Ghidini, i quali hanno confermato l'estrema qualità dell'editore milanese anche con questo titolo. Il manga è edito in patria da Shueisha ed è stato pubblicato su Jump+; è inoltre attesa una trasposizione animata a cura dello studio MAPPA.


Equilibrio nel Vuoto
 
Siamo in Giappone nel Periodo Edo, un periodo di grandi incertezze, pieno di tumulti politici e culturali. Di fronte a noi c’è un’esecuzione: un ragazzo viene prima bruciato e poi bollito vivo, addirittura tirato via da dei buoi, ma lui rimane ancora in vita come se non fosse successo nulla, solo con un po' di prurito. Si tratta di Gabimaru, uno shinobi del Villaggio della Pietra, un demone orribile anche conosciuto come “Il Vuoto” (dal giapponese "garan", che può vuol dire dire desertico, arido, vuoto, nell'edizione italiana è stato scelto "arido"), un nome che solo lo shinobi più cruento può vantare. Per lui è impossibile morire: la sua vita è stata perlopiù un inferno in terra, i suoi genitori vennero uccisi poco dopo la sua nascita e lui ha vissuto per anni con la morte come unica compagna, pronto a uccidere chiunque e a rispondere in maniera tempestiva agli ordini del capo villaggio. Ma se è un demone che al suo interno non ha nulla per quale motivo si sta ancora aggrappando alla vita? Sei vuoto, muori.

Accanto a lui c’è Yamada Asaemon Sagiri, l’erede del clan Asaemon, rōnin (samurai senza padrone) che avevano il compito di giustiziare i criminali e collaudare spade. Lei è l’ultima risorsa per porre fine alla vita di Gabimaru, troppo pericoloso per rimanere in vita: Gabimaru è uno shinobi che osa pretendere libertà, che ha sfidato i principi dogmatici del proprio villaggio e che osa pensare che il suo Inferno possa diventare un Paradiso solo perché ha incontrato l’amore, ovvero la stolta figlia del capo villaggio. Sagiri è l’unica persona che riuscirebbe a porre fine ai suoi dolori ma anche alle sue speranze, la sua lama è abbastanza affilata, il peso del suo clan è sopra le sue spalle, le quali sono ormai abbastanza pesanti per aiutarla a fendere con un colpo mortale anche il Vuoto. Gabimaru però non è vuoto, Gabimaru vuole ancora vivere e Sagiri gli offre l’ultima possibilità di redenzione per la sua anima: raggiungere il vero Paradiso.
 
Jigokuraku recensione

Un’isola paradisiaca, nella quale pare si trovi l’elisir di vita eterna, ovviamente preteso dallo shogun. La prima e unica imbarcazione che ha fatto ritorno per adempiere alla santa richiesta dello shogun però presenta tanti fiori, diciamo anche troppi fiori, che sbucano dal corpo ormai praticamente senza vita dell’equipaggio. Le successive cinque imbarcazioni non sono mai ritornate e sono tutti concordi che sia uno spreco mandare al macero delle brave persone ancora utili per lo shogunato! Quindi, la soluzione più logica è quella di mandare in questo meraviglioso Paradiso dei criminali condannati a morte, i quali ovviamente non avranno la libertà di muoversi come vorranno: ognuno di loro, infatti, verrà assegnato a un membro del clan Yamada Asaemon. I condannati non devono essere altro che degli schiavi, la loro unica preoccupazione deve essere quella di accompagnare i nobili spadaccini in questo viaggio, così da rendere loro più facile l’ottenimento dell’ambito elisir; qualora la missione dovesse ritenersi conclusa con successo allora il suddetto criminale che ha portato l’elisir si potrà dire perdonato dallo shogun e potrà vivere come meglio crede, a patto però che anche il suo guardiano sia con lui.

Da questo momento facciamo la conoscenza di tanti altri demoni che osano mettere piede nel Paradiso: la bellissima Yuzuriha, una kunoichi senza scrupoli; Aza Chōbei, un bandito estremamente violento; Nurugai, una giovane ragazza nata in un villaggio che si è opposto allo shogunato; Tamiya Gantetsusai, un uomo che vive solo per trovare avversari sempre più potenti. Meriterebbero di essere citati anche i loro guardiani de facto ma lascio a voi la loro scoperta (ed evito di spoilerare troppe cose). Uomini e donne diversi tra di loro ma che hanno in comune storie colme di dolore ma non di sconfitta: sia i membri del clan Yamada che i condannati a morte (perlomeno quelli di cui facciamo conoscenza) possiedono infatti un’anima in fermento che non conosce pace. Il loro viaggio sarà pieno di sorprese e sofferenze, il Paradiso è un Inferno… o per meglio dire non è il loro Paradiso. Del resto sono solo degli umani, esseri inferiori di fronte a delle divinità.

L’elisir di lunga vita esiste ma non è un qualcosa che possa avere a che fare con gli umani. L’isola è governata dai Tensen, esseri al limite del divino che compiono continue ricerche per perfezionare questo elisir per chissà quanti e quali altri scopi. Per poter realizzare i loro obiettivi i Tensen praticano in modo assiduo gli insegnamenti derivati dal Taoismo, ovvero vanno alla ricerca dell’assoluto equilibrio della propria anima. Il mondo è caos e per poterlo dominare ci vuole equilibrio.
 
Jigokuraku recensione


In questo manga ci sono innumerevoli riferimenti alla cultura e la filosofia cinese; come già detto il Taoismo è una presenza continua nell’opera, il clan Yamada Asaemon è reale (ma la figura di Sagiri è totalmente inventata), i Tensen, il Tan (ciò che possiamo considerare l’elisir). La figura di Xu Fu (personaggio centrale nella storia) è realmente esistita così come la storia che pone le basi per la genesi di questa isola. Secondo alcuni racconti della tradizione originale cinese Xu Fu non trovò l’elisir e scappò in un nuovo arcipelago che poi divenne il Giappone, e quindi secondo alcuni sarebbe lui Jimmu Tenno, il fondatore storico del Giappone; in Jigokuraku, invece, Xu Fu ha continuato a fare ricerche sull’elisir creando le varie conseguenze narrate nell’opera.

L'autore, Kaku, si prende numerosissime libertà, come ad esempio nella sua interpretazione del Tao e del Chi, creando anche una grande confusione verso la quale è meglio fare finta di nulla; diversi termini sono stravolti o sono resi in “simil cinese”, ovvero ricordano nel suono e nella grafia alcuni termini esistenti o comprensibili ma che in realtà non esistono o non dovrebbero essere utilizzati così, come 丹 in riferimento al Tan o 竈神 e 門神 rispettivamente in relazione al Soushin e al Monshin. Credo che sia d’obbligo sottolineare che, insieme agli ottimi disegni e alla caratterizzazione dei personaggi, la presenza di tale nozioni, le quali vengono perfettamente adattate ad un’opera di finzione che non ha di certo pretese di essere considerata documentaristica, rappresentano il pregio più grande di questa opera.

Quindi, solo complimenti per un mangaka capace di creare un mondo di fantasia nel quale vengono riportati temi capaci di arricchire oltremodo l’opera… il problema reale è un altro: spesso molti di questi temi hanno solo un valore superficiale. Di certo è centrale la figura del Tao, sia i Tensen e successivamente i nostri protagonisti ci introdurranno a diversi concetti di questa dottrina, così come sono numerosissimi i richiami religiosi e filosofici presenti nell’isola ma in realtà, e mi duole ribadirlo, questi temi non vengono mai approfonditi a dovere e non vengono integrati con la dovuta solerzia all’interno della storia, ad eccezion fatta del particolare battle system (eccellente, sia chiaro, ma con tali premesse ci si aspettava ben altro).

La sensazione che si ha è quella di un manga che ti attira con un contesto storico e, soprattutto, culturale che parrebbe denotare una grande ricerca ma che non riesce mai davvero a sublimarsi. Jigokuraku è un ottimo battle shōnen, con scontri intelligenti e ben congeniati ma che non riesce a sfruttare al meglio il meraviglioso mondo che ci ha introdotto e i suoi tantissimi significati. Quel che fa rimanere con l’amaro in bocca è l’avere la certezza che Kaku avesse progettato con estrema cura questo Paradiso, i Tensen e le loro implicazioni, ma non sia riuscito a fare quell’ultimo passo, a convogliare un messaggio d’impatto che potesse andare oltre quei temi che, per carità, funzionano sempre ma con certe premesse era d'obbligo aspettarsi un qualcosa in più.
 
Jigokuraku recensione

Paradise’s Hell
 

In conclusione, voglio che sia chiaro a tutti che Jigokuraku è un manga divertente, disegnato in maniera superlativa e che molto difficilmente potrà deludere coloro che amano i manga d'azione. Probabilmente l’autore è ancora acerbo per quanto riguarda la scrittura e non riesce ad imprimere nelle tavole tutto ciò che vorrebbe (e tristemente si nota anche con Ayashimon, il suo manga successivo rivelatosi un flop) ma i personaggi e le storie che è riuscito a delineare per questo manga saranno capaci di accompagnarvi per anni.

Quello che è iniziato come un “Hell’s Paradise” si tramuta sempre di più nel suo esatto opposto. Una cosa chiara è che il Paradiso non fa parte del loro (loro?) mondo, complice anche il periodo storico nel quale loro (loro?) vivono, ma se questo viaggio di certo non è stato una passeggiata è innegabile come andando avanti l'aria che respiriamo si fa sempre più benevola, forse anche troppo. La redenzione li aspetta, non solo quella fisica (nel caso in cui riuscissero a tornare indietro sani e salvi) ma anche quella emotiva e spirituale anche se, non lo dirò mai abbastanza, questo tema è stato solo accennato e trattato con immensa leggerezza; lottando per un bene superiore hanno tutti trovato qualcosa che li ha resi migliori, qualcosa che li ha purificati. Non sorprende, quindi, che gli ultimi volumi del manga siano, per quanto interessanti dato che i personaggi erano e rimangono eccezionali per tutta la durata della serie, decisamente piatti: si lotta per la vita, si lotta per la salvezza, si lotta per i nostri sogni, e quel che sarà… sarà! Lo stesso finale avrà dei toni del tutto opposti all’inizio e non voglio asserire che sia un difetto, ma è solo l’ennesima conferma di un progressivo appiattimento dei toni e magari anche delle intenzioni dell’autore (che sia per mancanza di forze, energie mentali, di idee o anche di capacità).

I personaggi entrano in quello che a tutti gli effetti sembra essere l’Inferno del Paradiso. ma direi senza alcun timore che andando avanti tutto cambia forma e diventa il Paradiso degli Inferi e non credo che in troppi si possano arrabbiare se definiamo il nostro (nostro) mondo un Inferno, nel quale al massimo dobbiamo essere noi a cercare di ritagliarci il nostro piccolo Paradiso.

Tensen, Demoni, Angeli, Umani, Paradiso, Inferno, Buddismo, Taoismo… diventa tutto un unicum e tutto sommato un Equilibrio in questo caos c’è. Forse.
 
Jigokuraku recensione


Titolo Prezzo Casa editrice
Hell's Paradise – Jigokuraku  1 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  2 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  3 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  4 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  5 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  6 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  7 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  8 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  9 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  10 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  11 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  12 € 5.90 JPOP
Hell's Paradise – Jigokuraku  13 € 5.90 JPOP