Welcome to the NHK (Novel)
Questo è il romanzo da cui è stato tratto l'anime omonimo. Per me è stata una scoperta in quanto non sapevo che tutto fosse nato da questo libro. La serie anime è un capolavoro, ma questo libro è all'altezza e rappresenta una lettura dovuta (al contrario del manga che, invece, non è realizzato molto bene, soprattutto nella seconda metà, in cui cerca l'originalità nel discostarsi da anime e romanzo, ma fallendo nell'intento).
La trama riguarda alcuni ragazzi che vivono la condizione di "hikikomori", ovvero persone molto chiuse che tendono ad isolarsi dal resto del mondo, vivendo reclusi nelle loro case, fissandosi su un hobby particolare (come i cartoni animati o i videogiochi) o semplicemente lasciandosi vivere (come fa il protagonista, Sato).
A causa di questa loro condizione si convincono che vi sia un complotto ai loro danni: ordito dalla associazione giapponese degli hikomori proprio per metterli fuori gioco, estrometterli dalla vita "normale" che tutte le altre persone conducono.
Ho rivisto l'anime una gran quantità di volte, e ancora oggi ne rivedo degli episodi di tanto in tanto.
Rappresenta in modo magistrale la situazione che gli hikikomori vivono e, purtroppo, essendolo in parte anche io, mi ci sono immedesimato tantissimo. Forse anche per questa ragione mi sento legato a questo romanzo e alla relativa serie anime.
Lo consiglio a tutti, in quanto, al di la, della identificazione coi protagonisti, è davvero divertente e profondo.
La trama riguarda alcuni ragazzi che vivono la condizione di "hikikomori", ovvero persone molto chiuse che tendono ad isolarsi dal resto del mondo, vivendo reclusi nelle loro case, fissandosi su un hobby particolare (come i cartoni animati o i videogiochi) o semplicemente lasciandosi vivere (come fa il protagonista, Sato).
A causa di questa loro condizione si convincono che vi sia un complotto ai loro danni: ordito dalla associazione giapponese degli hikomori proprio per metterli fuori gioco, estrometterli dalla vita "normale" che tutte le altre persone conducono.
Ho rivisto l'anime una gran quantità di volte, e ancora oggi ne rivedo degli episodi di tanto in tanto.
Rappresenta in modo magistrale la situazione che gli hikikomori vivono e, purtroppo, essendolo in parte anche io, mi ci sono immedesimato tantissimo. Forse anche per questa ragione mi sento legato a questo romanzo e alla relativa serie anime.
Lo consiglio a tutti, in quanto, al di la, della identificazione coi protagonisti, è davvero divertente e profondo.
Questo romanzo, sebbene l'autore non abbia una spiccata capacità tecnica e narrativa, ricorda molto una di quelle opere esistenzialiste in prima persona che andavano molto di moda nel '900, come ad esempio "Lo straniero" di Albert Camus. I contenuti sono in parte autobiografici, in quanto l'autore ha dichiarato di aver vissuto un periodo della sua vita da perfetto Hikkikomori.
Il protagonista è un Hikkikomori, ovvero una persona in preda ad un grave disagio psicologico e sociale che si rinchiude volontariamente in casa, nella più totale apatia.
A differenza della versione animata e manga di questa storia, che ormai conosciamo tutti, nella novel assisteremo a pochi eventi esterni e a tanti deliri esistenziali di Sato. Queste riflessioni del protagonista ruberanno spazio anche alla Senpai, personaggio onnipresente nell'anime e nel manga, che comparirà solamente in un breve paragrafo.
L'anime è molto fedele ai dialoghi di questo romanzo, e ne conserva anche il finale. Tuttavia gli episodi riguardanti l'isola, la senpai, le vendite multilivello e i giochi online nella novel saranno assenti.
A differenza dell'anime, Sato è molto più lucido e consapevole della sua condizione. È proprio questo fatto che me lo fa associare al protagonista del romanzo "Lo straniero", con cui quest'ultimo condivide la completa indifferenza verso tutto e verso tutti che sfocia nell'alienazione totale dal mondo. Tuttavia, grazie anche a Misaki e Yamazaki, Sato si redime, mentre per il protagonista del romanzo di Camus non esiste alcuna redenzione.
Nella novel sono presenti dei capitoli extra assenti nel manga e nell'anime, come ad esempio la divertente incursione di Sato e Yamazaki nel salone dei testimoni di Geova per spiare la misteriosa Misaki. Quest'ultima nella novel ha lo stesso carattere e la stessa storia dell'anime, ed è ben lontana dalla sua effervescente controparte manga.
In definitiva questa lettura è altamente consigliata, in quanto non è prolissa e sopratutto presenta una caratterizzazione psicologica del protagonista molto accurata.
Il protagonista è un Hikkikomori, ovvero una persona in preda ad un grave disagio psicologico e sociale che si rinchiude volontariamente in casa, nella più totale apatia.
A differenza della versione animata e manga di questa storia, che ormai conosciamo tutti, nella novel assisteremo a pochi eventi esterni e a tanti deliri esistenziali di Sato. Queste riflessioni del protagonista ruberanno spazio anche alla Senpai, personaggio onnipresente nell'anime e nel manga, che comparirà solamente in un breve paragrafo.
L'anime è molto fedele ai dialoghi di questo romanzo, e ne conserva anche il finale. Tuttavia gli episodi riguardanti l'isola, la senpai, le vendite multilivello e i giochi online nella novel saranno assenti.
A differenza dell'anime, Sato è molto più lucido e consapevole della sua condizione. È proprio questo fatto che me lo fa associare al protagonista del romanzo "Lo straniero", con cui quest'ultimo condivide la completa indifferenza verso tutto e verso tutti che sfocia nell'alienazione totale dal mondo. Tuttavia, grazie anche a Misaki e Yamazaki, Sato si redime, mentre per il protagonista del romanzo di Camus non esiste alcuna redenzione.
Nella novel sono presenti dei capitoli extra assenti nel manga e nell'anime, come ad esempio la divertente incursione di Sato e Yamazaki nel salone dei testimoni di Geova per spiare la misteriosa Misaki. Quest'ultima nella novel ha lo stesso carattere e la stessa storia dell'anime, ed è ben lontana dalla sua effervescente controparte manga.
In definitiva questa lettura è altamente consigliata, in quanto non è prolissa e sopratutto presenta una caratterizzazione psicologica del protagonista molto accurata.
Opera prima di Tatsuiko Takimoto, la light novel "Welcome to the NHK" è il primo capitolo della trilogia dedicata a Sato e ai suoi stravaganti compagni di viaggio. I temi trattati sono di quelli tosti, che colpiscono con la stessa violenza di un pugno allo stomaco: la solitudine e la sottile disperazione che porta alcuni ragazzi ad avere una visione estremamente pessimista della vita, che li spinge ad avvicinarsi pericolosamente al mondo delle droghe e ad accarezzare l'idea del suicidio.
Il protagonista è un hikikomori, termine a noi sconosciuto che indica le persone che si isolano completamente dal mondo e hanno grosse difficoltà a mettersi in relazione con gli altri. Il tutto è accentuato da un comportamento estremamente paranoico, che gli deriva dal credere di essere al centro di una cospirazione che lo obbliga ad isolarsi dal mondo. La realtà è ben diversa, e l'autore - anche lui con un passato da hikikomori - ha il coraggio di indicarcelo nelle prime righe del romanzo. Se le cose non vanno come vogliamo è più facile credere a un destino avverso o a una manovra contro di noi piuttosto che rendersi conto del fatto che tutto dipende dalle nostre debolezze: affrontare la situazione vuol dire prendere atto dei propri difetti e per fare questo è necessaria una notevole dose di coraggio, dote che spesso manca alle persone che tendono a subire gli eventi.
I personaggi del romanzo sembrano fare a gara tra loro "a chi sia messo peggio" con le vicissitudini della vita. L'ambientazione è piuttosto pessimista, e non poteva essere diversamente, ma Takimoto crede che con la volontà le cose possano cambiare: le situazioni evolvono in un finale che rimane incompiuto ma comunque pieno di speranza per il futuro di tutti i personaggi.
Passaggi crudi, scene estremamente brutali nella loro narrazione ma funzionali allo sviluppo del racconto. Takimoto usa uno stile piuttosto particolare per il suo romanzo: gli eventi sono raccontati in prima persona da Sato, ma durante i vari passaggi ci sono delle frasi (scritte in corsivo per evidenziarle anche dal punto di vista grafico) che rappresentano i pensieri del protagonista. Un altro elemento caratteristico sono le frasi brevi e secche, con pagine che si leggono molto rapidamente ma riescono a trasmettere l'intensità delle emozioni proprio grazie alla rapidità dell'espressione.
Un romanzo che si legge in poco tempo ma che riesce a coinvolgere il lettore e ad appassionarlo: veramente un ottimo lavoro per Takimoto, che si ripeterà in futuro con il manga e con la trasposizione in anime dell'opera.
Il protagonista è un hikikomori, termine a noi sconosciuto che indica le persone che si isolano completamente dal mondo e hanno grosse difficoltà a mettersi in relazione con gli altri. Il tutto è accentuato da un comportamento estremamente paranoico, che gli deriva dal credere di essere al centro di una cospirazione che lo obbliga ad isolarsi dal mondo. La realtà è ben diversa, e l'autore - anche lui con un passato da hikikomori - ha il coraggio di indicarcelo nelle prime righe del romanzo. Se le cose non vanno come vogliamo è più facile credere a un destino avverso o a una manovra contro di noi piuttosto che rendersi conto del fatto che tutto dipende dalle nostre debolezze: affrontare la situazione vuol dire prendere atto dei propri difetti e per fare questo è necessaria una notevole dose di coraggio, dote che spesso manca alle persone che tendono a subire gli eventi.
I personaggi del romanzo sembrano fare a gara tra loro "a chi sia messo peggio" con le vicissitudini della vita. L'ambientazione è piuttosto pessimista, e non poteva essere diversamente, ma Takimoto crede che con la volontà le cose possano cambiare: le situazioni evolvono in un finale che rimane incompiuto ma comunque pieno di speranza per il futuro di tutti i personaggi.
Passaggi crudi, scene estremamente brutali nella loro narrazione ma funzionali allo sviluppo del racconto. Takimoto usa uno stile piuttosto particolare per il suo romanzo: gli eventi sono raccontati in prima persona da Sato, ma durante i vari passaggi ci sono delle frasi (scritte in corsivo per evidenziarle anche dal punto di vista grafico) che rappresentano i pensieri del protagonista. Un altro elemento caratteristico sono le frasi brevi e secche, con pagine che si leggono molto rapidamente ma riescono a trasmettere l'intensità delle emozioni proprio grazie alla rapidità dell'espressione.
Un romanzo che si legge in poco tempo ma che riesce a coinvolgere il lettore e ad appassionarlo: veramente un ottimo lavoro per Takimoto, che si ripeterà in futuro con il manga e con la trasposizione in anime dell'opera.
Attenzione, possibili spoiler
Le light-novel, hai sempre saputo, sono quei romanzi "leggeri" a metà tra manga e romanzo classico. In Giappone sono diffusissimi. Ne pubblicano migliaia ogni anno e dai migliori vengono tratti un sacco di anime e dorama. Ti sei sempre chiesto che cavolo vuol dire il termine romanzo leggero: leggero perché è scritto in maniera semplice? O forse per gli argomenti? O il taglio del racconto è leggero, magari umoristico? Finalmente in Italia qualcuno si è deciso ad importare qualcuno di questi romanzi light, e tu, da bravo otaku, non ti sei lasciato sfuggire l'occasione e hai provato la tua prima... light novel.
L'hai letta, l'hai finita, e francamente ancora non sai dare una risposta alle domande sul perché del termine "light". Welcome to the NHK è un grande, dannatissimo romanzo, e ti ha sorpreso perché non è niente delle cose di cui hai letto sopra. È la storia di un hikikomori, uno di quei disadattati che vivono soli in casa, senza un lavoro, tutto il giorno davanti al computer, sociopatici, incapaci di mantenere una relazione con qualcuno. Ce ne sono tanti in questo periodo in Giappone, tantissimi.
Sato, il protagonista della storia, l'hikikomori che vive nel suo monolocale segregato dal resto del mondo, è l'io narrante del romanzo. All'inizio la storia sembra umoristica, come te l'aspettavi: le solite gag sugli otaku, Sato che fa cazzate giganti, delle cose palesemente stupide, tutto quello che ci si aspetterebbe da un hikikomori. La cosa notevole, però, e che lo differenzia dalle solite parodie di otaku, è come Takimoto, l'autore, lo faccia agire e pensare su due binari diversi. Sato fa sì la cosa stupida, ma mentre la fa, pensa : "Che cazzo sto facendo"? Sato si critica mentalmente per il suo comportamento autodistruttivo, ma continua compierlo lo stesso. Sato sa che fare quella cosa sarebbe una cazzata, ma la fa comunque. Quando apre bocca Sato dice frasi brevi, lunghe al massimo mezza riga. E poi pensa: "Ma come cazzo si fa a dire una cosa tanto idiota?".
Un giorno una signora con una ragazza, testimoni di Geova, bussano alla sua porta. Sato li manda via, ma per una serie di circostanze fortuite rincontra più volte Misaki, la ragazza che accompagnava la signora più anziana. Misaki, per ragioni che scopriremo solo verso la fine, prende a cuore la condizione penosa di Sato, e decide di aiutarlo sottoponendolo ad un programma di rieducazione inventato "alla buona" da lei, con manualetti da due soldi tirati su dalla biblioteca, roba del tipo "Come vivere felici", "Il senso della vita in 100 pagine" e cose così.
La storia umoristica e tragicomica per più di metà libro vira sul drammatico, diventa claustrofobica, angosciante. Sato da solo, di notte, nel parchetto sull'altalena vede l'ambulanza sotto la casa di Misaki. Il doppio tentativo di fuga, quello reale, al paese d'origine di lei, quello interiore, da se stessi, con quel lancio dal burrone, disperato, epico; quella discussione tra Sato e Misaki sotto la neve, finalmente nudi, in senso figurato. Le gocce di sangue che cadono nella neve.
E allora ti ha proprio sorpreso questo romanzo... light (maledizione!). Perché se "Welcome to NHK" è light, che cavolo sono Twilght, la Kinsella e i libri di Moccia?
Le light-novel, hai sempre saputo, sono quei romanzi "leggeri" a metà tra manga e romanzo classico. In Giappone sono diffusissimi. Ne pubblicano migliaia ogni anno e dai migliori vengono tratti un sacco di anime e dorama. Ti sei sempre chiesto che cavolo vuol dire il termine romanzo leggero: leggero perché è scritto in maniera semplice? O forse per gli argomenti? O il taglio del racconto è leggero, magari umoristico? Finalmente in Italia qualcuno si è deciso ad importare qualcuno di questi romanzi light, e tu, da bravo otaku, non ti sei lasciato sfuggire l'occasione e hai provato la tua prima... light novel.
L'hai letta, l'hai finita, e francamente ancora non sai dare una risposta alle domande sul perché del termine "light". Welcome to the NHK è un grande, dannatissimo romanzo, e ti ha sorpreso perché non è niente delle cose di cui hai letto sopra. È la storia di un hikikomori, uno di quei disadattati che vivono soli in casa, senza un lavoro, tutto il giorno davanti al computer, sociopatici, incapaci di mantenere una relazione con qualcuno. Ce ne sono tanti in questo periodo in Giappone, tantissimi.
Sato, il protagonista della storia, l'hikikomori che vive nel suo monolocale segregato dal resto del mondo, è l'io narrante del romanzo. All'inizio la storia sembra umoristica, come te l'aspettavi: le solite gag sugli otaku, Sato che fa cazzate giganti, delle cose palesemente stupide, tutto quello che ci si aspetterebbe da un hikikomori. La cosa notevole, però, e che lo differenzia dalle solite parodie di otaku, è come Takimoto, l'autore, lo faccia agire e pensare su due binari diversi. Sato fa sì la cosa stupida, ma mentre la fa, pensa : "Che cazzo sto facendo"? Sato si critica mentalmente per il suo comportamento autodistruttivo, ma continua compierlo lo stesso. Sato sa che fare quella cosa sarebbe una cazzata, ma la fa comunque. Quando apre bocca Sato dice frasi brevi, lunghe al massimo mezza riga. E poi pensa: "Ma come cazzo si fa a dire una cosa tanto idiota?".
Un giorno una signora con una ragazza, testimoni di Geova, bussano alla sua porta. Sato li manda via, ma per una serie di circostanze fortuite rincontra più volte Misaki, la ragazza che accompagnava la signora più anziana. Misaki, per ragioni che scopriremo solo verso la fine, prende a cuore la condizione penosa di Sato, e decide di aiutarlo sottoponendolo ad un programma di rieducazione inventato "alla buona" da lei, con manualetti da due soldi tirati su dalla biblioteca, roba del tipo "Come vivere felici", "Il senso della vita in 100 pagine" e cose così.
La storia umoristica e tragicomica per più di metà libro vira sul drammatico, diventa claustrofobica, angosciante. Sato da solo, di notte, nel parchetto sull'altalena vede l'ambulanza sotto la casa di Misaki. Il doppio tentativo di fuga, quello reale, al paese d'origine di lei, quello interiore, da se stessi, con quel lancio dal burrone, disperato, epico; quella discussione tra Sato e Misaki sotto la neve, finalmente nudi, in senso figurato. Le gocce di sangue che cadono nella neve.
E allora ti ha proprio sorpreso questo romanzo... light (maledizione!). Perché se "Welcome to NHK" è light, che cavolo sono Twilght, la Kinsella e i libri di Moccia?
Hikikomori. Questo astruso termine di origine asiatica nasce come mezzo per identificare coloro che soffrono di particolari disagi psicologici che li portano ad avere comportamenti gravemente antisociali e alla reclusione, estraniandosi dal mondo intero. Questo fenomeno sociale è in continuo aumento, non solo nella terra del sol levante, e l'autore Tatsuhiko Takimoto decide di usare le sue esperienze di ex-hikikomori per poter raccontare con toni tragicomici la difficile vita di chi soffre di tali problemi.
I complotti sono spesso trovate false ed assurde con poche basi di fondamento, se non particolarmente assurde ed incredibili, spesso create da gente problematica per sopperire ai propri disagi mentali. Probabilmente tra queste ci saranno anche alcune rarissime eccezioni con basi solide, ma per ora Sato - un Hikikomori ventiquattrenne che ha interrotto gli studi e non lavora, sopravvivendo solo con i soldi mandati dai genitori - ha trovato l'unico vero complotto che piegherà il mondo: il complotto della NHK!
Dietro la sigla della TV pubblica si nasconde una realtà ben diversa: da anni propinano ai giovani gli anime ricchi di bei messaggi di speranza, ottimismo e "tante belle cose" che regalano falsi ideali. In questo modo, mentre si raggiunge l'età adulta, questi illusi ragazzi non sanno più come difendersi dal mondo e dalla difficoltà giornaliera nel perseguire la felicità, trasformandoli tutti in Hikikomori!
I primi capitoli sono inaspettatamente pesanti e visionari, con dialoghi astrusi e personaggi criptici che si dipanano tra argomenti pesanti quali l'uso di droghe leggere, i giochi erotici ed i lolicon. Anche la commedia che ha distinto le trasposizioni di questo libro è molto labile, spesso l'atmosfera tragicomica è palpabile ma non sempre efficace, però proseguendo la storia diventa sempre più intrigante e la commedia migliora, seppur di poco.
I personaggi, per quanto ricercati nella loro delirante follia, sono necessari per andare ad impattare con il più vasto pubblico possibile e dare figure nelle quali il lettore possa anche rispecchiarsi, e complessivamente possono anche vantare una discreta cura psicologica, soprattutto la dolce Misaki, che si rivelerà terribilmente umana nella sua fragilità e nel suo modo di ferire gli altri per valutare meglio se stessa.
Complessivamente, quindi, la storia migliora sotto ogni aspetto ad ogni capitolo, andando inoltre a regalare piccoli approfondimenti sempre più curati e profondi, riunendo tutte queste peculiarità nell'incredibile finale, eccezionalmente intenso ed emozionante.
L'inizio non è molto esaltante, oltre che confusionario per via della narrazione non proprio perfetta, ma continua a migliorare come in un vortice sempre più intenso e rapido che cattura sempre più il lettore, portandolo a porsi domande interessanti e accompagnandolo per la strada giusta da seguire per trovare le risposte a importanti domande, qualsiasi esse siano.
In tutti noi c'è un Hikikomori più o meno grande, che cerca di rifugiarsi in un mondo tutto suo dove poter fuggire dal dolore, dalla paura e dal futuro. E questa lettura, per quanto folle ed audace, può darci una mano importante.
I complotti sono spesso trovate false ed assurde con poche basi di fondamento, se non particolarmente assurde ed incredibili, spesso create da gente problematica per sopperire ai propri disagi mentali. Probabilmente tra queste ci saranno anche alcune rarissime eccezioni con basi solide, ma per ora Sato - un Hikikomori ventiquattrenne che ha interrotto gli studi e non lavora, sopravvivendo solo con i soldi mandati dai genitori - ha trovato l'unico vero complotto che piegherà il mondo: il complotto della NHK!
Dietro la sigla della TV pubblica si nasconde una realtà ben diversa: da anni propinano ai giovani gli anime ricchi di bei messaggi di speranza, ottimismo e "tante belle cose" che regalano falsi ideali. In questo modo, mentre si raggiunge l'età adulta, questi illusi ragazzi non sanno più come difendersi dal mondo e dalla difficoltà giornaliera nel perseguire la felicità, trasformandoli tutti in Hikikomori!
I primi capitoli sono inaspettatamente pesanti e visionari, con dialoghi astrusi e personaggi criptici che si dipanano tra argomenti pesanti quali l'uso di droghe leggere, i giochi erotici ed i lolicon. Anche la commedia che ha distinto le trasposizioni di questo libro è molto labile, spesso l'atmosfera tragicomica è palpabile ma non sempre efficace, però proseguendo la storia diventa sempre più intrigante e la commedia migliora, seppur di poco.
I personaggi, per quanto ricercati nella loro delirante follia, sono necessari per andare ad impattare con il più vasto pubblico possibile e dare figure nelle quali il lettore possa anche rispecchiarsi, e complessivamente possono anche vantare una discreta cura psicologica, soprattutto la dolce Misaki, che si rivelerà terribilmente umana nella sua fragilità e nel suo modo di ferire gli altri per valutare meglio se stessa.
Complessivamente, quindi, la storia migliora sotto ogni aspetto ad ogni capitolo, andando inoltre a regalare piccoli approfondimenti sempre più curati e profondi, riunendo tutte queste peculiarità nell'incredibile finale, eccezionalmente intenso ed emozionante.
L'inizio non è molto esaltante, oltre che confusionario per via della narrazione non proprio perfetta, ma continua a migliorare come in un vortice sempre più intenso e rapido che cattura sempre più il lettore, portandolo a porsi domande interessanti e accompagnandolo per la strada giusta da seguire per trovare le risposte a importanti domande, qualsiasi esse siano.
In tutti noi c'è un Hikikomori più o meno grande, che cerca di rifugiarsi in un mondo tutto suo dove poter fuggire dal dolore, dalla paura e dal futuro. E questa lettura, per quanto folle ed audace, può darci una mano importante.