Amon - The Dark Side of the Devilman
Questo manga si può considerare una sorta di complemento e integrazione alle vicende della serie "Devilman" di Go Nagai.
Esso infatti è strutturato a partire dalla figura di Amon, il demone con cui Akira si era fuso originando Devilman: la storia si delinea così approfondendo da una parte le vicende dei personaggi legati al mondo dei demoni e dall’altra ampliando alcuni passaggi del precedente Devilman. In tal senso, la narrazione è po’ articolata, comunque personalmente l’ho seguito con curiosità e anche i disegni in generale sono ben curati e rendono bene l’universo dei demoni.
Ovviamente, il Devilman originale di Nagai conserva sempre un impatto e una potenza difficilmente eguagliabile, per cui è comprensibile che alcuni fan possano non apprezzare questo “seguito”, comunque per quanto mi riguarda il mio giudizio è nell’insieme positivo e così ritengo possa meritare un bel 9.
Esso infatti è strutturato a partire dalla figura di Amon, il demone con cui Akira si era fuso originando Devilman: la storia si delinea così approfondendo da una parte le vicende dei personaggi legati al mondo dei demoni e dall’altra ampliando alcuni passaggi del precedente Devilman. In tal senso, la narrazione è po’ articolata, comunque personalmente l’ho seguito con curiosità e anche i disegni in generale sono ben curati e rendono bene l’universo dei demoni.
Ovviamente, il Devilman originale di Nagai conserva sempre un impatto e una potenza difficilmente eguagliabile, per cui è comprensibile che alcuni fan possano non apprezzare questo “seguito”, comunque per quanto mi riguarda il mio giudizio è nell’insieme positivo e così ritengo possa meritare un bel 9.
Un buon manga a cura di Yuu Kinutani con una qualità grafica eccelsa.
La trama va ad arricchire notevolmente l'universo dell'uomo diavolo soffermandosi in particolare modo sulla figura di Amon, il campione della stirpe dei demoni che si fonde con il giovane Akira Fudo, e le sue origini.
La storia si sviluppa su due linee temporali: quella del presente legata agli avvenimenti narrati nell'opera originale di Nagai e quella del passato in cui vengono svelate le origin stories dei demoni.
Se le intenzioni sono buone, la trama è solida e i disegni sono di pregiata qualità, un po'meno lo è il modo in cui questi elementi sono stati messi in pratica: infatti la fluida lettura può spesso essere compromessa in quanto non sempre si riesce a capire subito la linea temporale in cui sono ambientate.
Mi sento di dare a quest'opera un buon voto, ovvero 8, per via degli ottimi spunti che ho elencato qui sopra ma non mi sento di stare più alto in quanto l'ambientazione delle tavole non è sempre chiara.
La trama va ad arricchire notevolmente l'universo dell'uomo diavolo soffermandosi in particolare modo sulla figura di Amon, il campione della stirpe dei demoni che si fonde con il giovane Akira Fudo, e le sue origini.
La storia si sviluppa su due linee temporali: quella del presente legata agli avvenimenti narrati nell'opera originale di Nagai e quella del passato in cui vengono svelate le origin stories dei demoni.
Se le intenzioni sono buone, la trama è solida e i disegni sono di pregiata qualità, un po'meno lo è il modo in cui questi elementi sono stati messi in pratica: infatti la fluida lettura può spesso essere compromessa in quanto non sempre si riesce a capire subito la linea temporale in cui sono ambientate.
Mi sento di dare a quest'opera un buon voto, ovvero 8, per via degli ottimi spunti che ho elencato qui sopra ma non mi sento di stare più alto in quanto l'ambientazione delle tavole non è sempre chiara.
Credo che un approfondimento su Devilman fosse d’obbligo per la brevità dell’opera originaria di Go Nagai (solo cinque volumi) e quindi sono stato felice quando mi sono ritrovato tra le mani questo manga di Yu Kinutani. Ho già recensito Devilman e gli ho dato un voto basso, nonostante l’importanza dell’opera, a causa dei disegni e del fatto che poteva essere gestito meglio a livello di trama… gli stessi difetti li imputo a questo "Amon - The Dark Side of Devilman"… il tutto meno giustificabile perché l’opera di Kinutane ha trent’anni meno dell’opera di Nagai.
I primi tre volumi sono decisamente inutili, buoni al massimo a far vedere la perizia dell’autore a disegnare mostri, ma dai quali non si riesce a capire molto se non alla luce dei volumi successivi… Alcuni dicono che non esiste in questo Amon una vera trama ma solo dei flashback che vanno a coprire le lacune del Maestro Nagai in Devilman, ma ciò costituisce un secondo gap: chi non conosce quest’opera (piuttosto datata) non capirà nemmeno Amon… la sconsiglio però anche agli ammiratori del sensei in quanto si vede che è un’altra persona che disegna e racconta, e lo ripeto lo fa male… non si capisce come abbia avuto in Italia due edizioni (D/visual e JPop) mentre opere migliori restano in Giappone...
I primi tre volumi sono decisamente inutili, buoni al massimo a far vedere la perizia dell’autore a disegnare mostri, ma dai quali non si riesce a capire molto se non alla luce dei volumi successivi… Alcuni dicono che non esiste in questo Amon una vera trama ma solo dei flashback che vanno a coprire le lacune del Maestro Nagai in Devilman, ma ciò costituisce un secondo gap: chi non conosce quest’opera (piuttosto datata) non capirà nemmeno Amon… la sconsiglio però anche agli ammiratori del sensei in quanto si vede che è un’altra persona che disegna e racconta, e lo ripeto lo fa male… non si capisce come abbia avuto in Italia due edizioni (D/visual e JPop) mentre opere migliori restano in Giappone...
ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!
Amon – The Dark Side of the Devilman è un manga di sei volumi pubblicato per la prima volta nel 1999 in Giappone e arrivato in Italia nel 2005, scritto e disegnato da Yuu Kinutani.
Trama:
Gli eventi di questa nuova serie sono ambientati dopo la morte di Miki e prima dello scontro finale tra i Devilman e i demoni; qui ci verrà narrato cosa è successo in quel lasso di tempo. Inoltre conosceremo il demone che risiede dentro il corpo di Akira: Amon.
Queste sono le premesse del manga ma la storia non si limiterà a mostrarci quel determinato momento e questa è una cosa che mi ha sorpreso in senso positivo.
Infatti verremo catapultati anche nel passato, ai tempi in cui i demoni dominavano la terra. Oltre ciò il mangaka reinterpreterà alcuni eventi e personaggi creati da Go Nagai.
Il lavoro che ne viene fuori alla fine è purtroppo altalenante. E credo che questo sia il termine migliore per descrivere questo manga.
Incominciamo dalla storia.
Nel primo volume si parte con Akira che, distrutto per la perdita di Miki, perde il controllo e viene sopraffatto da Amon. Ci vorrà l’aiuto di parecchi Devilman per farlo tornare alla normalità.
Nonostante mi abbia divertito non ha aggiunto niente di rilevante alla storia e, anche se inizia in un modo scoppietante, finisce con un nulla di fatto.
Dal secondo al quarto volume invece Kinutani ci catapulterà nel passato. Qui ho trovato molto interessante il modo in cui ci viene introdotta la stirpe delle Siréne e di Sheena, una delle guerriere più forti di questo tipo di demoni. Non sarà stato un lavoro molto originale, ma il modo in cui è stata strutturata questa specie di “società” mi è piaciuto e ancor di più ho apprezzato il personaggio di Sheena, della sua caduta e del viaggio che intraprende per ritrovare se stessa.
Ovviamente ritroveremo anche il demone Siréne, colei che nell’opera originale aveva dato del filo da torcere ad Akira. Il suo personaggio viene reinterpretato e purtroppo non ha convinto per niente.
La Siréne originale era una guerriera fiera, orgogliosa della sua forza e sicura di sé, mentre questa nuova versione è l’esatto opposto; non riesce a prendere decisioni, si lascia scoraggiare facilmente e, nonostante ci venga descritta come un demone molto potente, la vediamo sempre soccombere.
Ciò che mi delude veramente non è il fatto che Kinutani abbia deciso di stravolgere Siréne (anzi, su questo punto sono anche molto aperto) ma il modo con cui lo fa. Non ha un percorso di crescita o evoluzione e rimane uguale fino alla fine. L’autore tenta anche di caratterizzarla a dovere cercando di creare un essere pieno di debolezze e in qualche punto ci riesce pure mentre in altri sembra di assistere alle vicende di un personaggio piatto.
Negli ultimi due volumi si torna nel presente, poco prima della morte di Miki. Oltre all’apparizione di un personaggio interessante non presente nell’opera originale, vengono affrontati molto bene i dubbi che tormentano Akira, del demone dentro di lui e se sia ancora umano o no. E in quest’ultima parte il manga recupera parecchio.
Ora però vorrei parlare di due figure importanti; il primo è Amon, il protagonista.
Senza mezzi termini, è un personaggio piatto quanto una tegola. E’ anche peggio di Siréne che almeno aveva un minimo di caraterizzazione. Amon assomiglia molto a un boss finale di serie B: incredibilmente potente, si crede il più forte di tutti, menefreghista e ascolta solo se stesso. Messa in questo modo non sembra neanche tanto male e sicuramente come personaggio poteva funzionare benissimo, ma gli manca la personalità. Ed essendo il protagonista è una cosa molto grave.
Il secondo personaggio di cui voglio parlare è colui che tiene in piedi l’intera storia e che si riconferma ancora una volta il migliore della saga di Devilman: Ryo Asuka/Satana. Su di lui non c’è stata nessuna reiterpretazione (per fortuna), è uguale al Ryo Asuka originale ma qui viene ancor di più approfondita sia la sua figura sia l’amore che prova per Akira. Tra tutti i personaggi di quest’opera è colui che riesce a trasmettere le emozioni più profonde e ad essere il più umano di tutti nei suoi pregi ma specialmente nei suoi difetti.
Però alla fine una piccola differenza c’è: lui è costretto a subire una terribile punizione divina (non vi dico quale). Neanche questa particolarità è molto originale ma è contestualizzata benissimo nella narrazione.
Ora passiamo al lato tecnico, anche questo abbastanza altalenante. I disegni di Kinutani sono particolari e molto belli con tratti spessi, molto precisi e soprattutto ricchi di dettagli. Il design di molti demoni unito a questo tipo di tratto è stata un’accoppiata vincente, creando creature molt belle e inquietanti. In molti punti però Kinutani rende l’espressione dei personaggi molto rigida, non riuscendo a esprimere le loro vere emozioni in determinate situazioni.
L’autore riesce anche a creare delle scene stupende capaci di esprimere al meglio le vicende. Però mentre le singole scene sono costruite molto bene, lo stesso non si può dire di alcune sequenze. I combattimenti a volte sono un po’ caotici ma il vero problema sono i cambi di scena che a volte arrivano in maniera improvvisa e i dialoghi sono un po’ confusionari. A volte alcune sequenze sono stato costretto a rileggerle più volte dato che non capivo bene come si svolgeva l’azione.
Quindi, com’è questo Amon?
Come ho già detto è un’opera con vari alti e bassi, che ha tanti pregi quanti sono i difetti ma che alla fine è riuscita a intrattenermi. La consiglio solo ai fan di Devilman incuriositi da questa storia.
Amon – The Dark Side of the Devilman è un manga di sei volumi pubblicato per la prima volta nel 1999 in Giappone e arrivato in Italia nel 2005, scritto e disegnato da Yuu Kinutani.
Trama:
Gli eventi di questa nuova serie sono ambientati dopo la morte di Miki e prima dello scontro finale tra i Devilman e i demoni; qui ci verrà narrato cosa è successo in quel lasso di tempo. Inoltre conosceremo il demone che risiede dentro il corpo di Akira: Amon.
Queste sono le premesse del manga ma la storia non si limiterà a mostrarci quel determinato momento e questa è una cosa che mi ha sorpreso in senso positivo.
Infatti verremo catapultati anche nel passato, ai tempi in cui i demoni dominavano la terra. Oltre ciò il mangaka reinterpreterà alcuni eventi e personaggi creati da Go Nagai.
Il lavoro che ne viene fuori alla fine è purtroppo altalenante. E credo che questo sia il termine migliore per descrivere questo manga.
Incominciamo dalla storia.
Nel primo volume si parte con Akira che, distrutto per la perdita di Miki, perde il controllo e viene sopraffatto da Amon. Ci vorrà l’aiuto di parecchi Devilman per farlo tornare alla normalità.
Nonostante mi abbia divertito non ha aggiunto niente di rilevante alla storia e, anche se inizia in un modo scoppietante, finisce con un nulla di fatto.
Dal secondo al quarto volume invece Kinutani ci catapulterà nel passato. Qui ho trovato molto interessante il modo in cui ci viene introdotta la stirpe delle Siréne e di Sheena, una delle guerriere più forti di questo tipo di demoni. Non sarà stato un lavoro molto originale, ma il modo in cui è stata strutturata questa specie di “società” mi è piaciuto e ancor di più ho apprezzato il personaggio di Sheena, della sua caduta e del viaggio che intraprende per ritrovare se stessa.
Ovviamente ritroveremo anche il demone Siréne, colei che nell’opera originale aveva dato del filo da torcere ad Akira. Il suo personaggio viene reinterpretato e purtroppo non ha convinto per niente.
La Siréne originale era una guerriera fiera, orgogliosa della sua forza e sicura di sé, mentre questa nuova versione è l’esatto opposto; non riesce a prendere decisioni, si lascia scoraggiare facilmente e, nonostante ci venga descritta come un demone molto potente, la vediamo sempre soccombere.
Ciò che mi delude veramente non è il fatto che Kinutani abbia deciso di stravolgere Siréne (anzi, su questo punto sono anche molto aperto) ma il modo con cui lo fa. Non ha un percorso di crescita o evoluzione e rimane uguale fino alla fine. L’autore tenta anche di caratterizzarla a dovere cercando di creare un essere pieno di debolezze e in qualche punto ci riesce pure mentre in altri sembra di assistere alle vicende di un personaggio piatto.
Negli ultimi due volumi si torna nel presente, poco prima della morte di Miki. Oltre all’apparizione di un personaggio interessante non presente nell’opera originale, vengono affrontati molto bene i dubbi che tormentano Akira, del demone dentro di lui e se sia ancora umano o no. E in quest’ultima parte il manga recupera parecchio.
Ora però vorrei parlare di due figure importanti; il primo è Amon, il protagonista.
Senza mezzi termini, è un personaggio piatto quanto una tegola. E’ anche peggio di Siréne che almeno aveva un minimo di caraterizzazione. Amon assomiglia molto a un boss finale di serie B: incredibilmente potente, si crede il più forte di tutti, menefreghista e ascolta solo se stesso. Messa in questo modo non sembra neanche tanto male e sicuramente come personaggio poteva funzionare benissimo, ma gli manca la personalità. Ed essendo il protagonista è una cosa molto grave.
Il secondo personaggio di cui voglio parlare è colui che tiene in piedi l’intera storia e che si riconferma ancora una volta il migliore della saga di Devilman: Ryo Asuka/Satana. Su di lui non c’è stata nessuna reiterpretazione (per fortuna), è uguale al Ryo Asuka originale ma qui viene ancor di più approfondita sia la sua figura sia l’amore che prova per Akira. Tra tutti i personaggi di quest’opera è colui che riesce a trasmettere le emozioni più profonde e ad essere il più umano di tutti nei suoi pregi ma specialmente nei suoi difetti.
Però alla fine una piccola differenza c’è: lui è costretto a subire una terribile punizione divina (non vi dico quale). Neanche questa particolarità è molto originale ma è contestualizzata benissimo nella narrazione.
Ora passiamo al lato tecnico, anche questo abbastanza altalenante. I disegni di Kinutani sono particolari e molto belli con tratti spessi, molto precisi e soprattutto ricchi di dettagli. Il design di molti demoni unito a questo tipo di tratto è stata un’accoppiata vincente, creando creature molt belle e inquietanti. In molti punti però Kinutani rende l’espressione dei personaggi molto rigida, non riuscendo a esprimere le loro vere emozioni in determinate situazioni.
L’autore riesce anche a creare delle scene stupende capaci di esprimere al meglio le vicende. Però mentre le singole scene sono costruite molto bene, lo stesso non si può dire di alcune sequenze. I combattimenti a volte sono un po’ caotici ma il vero problema sono i cambi di scena che a volte arrivano in maniera improvvisa e i dialoghi sono un po’ confusionari. A volte alcune sequenze sono stato costretto a rileggerle più volte dato che non capivo bene come si svolgeva l’azione.
Quindi, com’è questo Amon?
Come ho già detto è un’opera con vari alti e bassi, che ha tanti pregi quanti sono i difetti ma che alla fine è riuscita a intrattenermi. La consiglio solo ai fan di Devilman incuriositi da questa storia.
Mi rivolgo con questa recensione solo a coloro che hanno già completato la lettura di Devilman.
È difficile rovinare un'opera del calibro di Devilman, è difficile rovinare i suoi attimi più poetici o scioccanti o ancora sminuire i suoi protagonisti, eppure Yu Kinutani riesce in tutto questo con un solo fumetto: Amon - The Darkside of Devilman.
Amon è un manga illeggibile a mio parere sotto tutti i punti di vista. La trama è confusionaria senza capo né coda, non si capisce mai dove l'autore voglia andare a parare e poi non va a parare da nessuna parte. La narrazione è ambientata prima nel passato, al tempo in cui i demoni regnavano incontrastati sulla Terra, quindi vengono presentati alcuni demoni che erano semplici comparse nella saga originale e ai quali Kinutani cerca di dare un background più dettagliato, ma sebbene riesca ad aggiungere dettagli, questi non impreziosiscono la figura dei personaggi, anzi, come nel caso di Sirene, tendono a svilirne la statura. La Sirene nagaiana era elegante, orgogliosa, e in qualche modo emanava un'aria di purezza e castità, completamente demolita da Kinutani (molto abile in questo: avere a disposizione un personaggio epico e corromperlo subito non è da tutti).
La seconda parte del racconto è contemporanea ai fatti narrati in Devilman e cerca di raccontare gli stessi avvenimenti da un altro punto di vista, senza aggiungere niente di rilevante. Ancora una volta le poche aggiunte sono mirate a dissacrare degli attimi che hanno fatto la storia del manga e forse del fumetto in genere, come quando Akira vede la testa di Miki su una picca.
Ho letto quasi tutte le opere di Go Nagai pubblicate in Italia e posso dire che questo fumetto non è suo, anche la storia, che figura essere partorita da lui, è invece nata da Kinutani (è scritto implicitamente in fondo ai volumi): ciò è deducibile dai diversi tempi di narrazione e dalla mancanza totale di colpi di scena o immagini tragiche che sconvolgono il lettore, tratti caratteristici del Maestro.
Il disegno, sebbene riconosca che è particolare e piuttosto elaborato, ricco di dettagli, preciso e pulito, non mi è piaciuto affatto. L'ho trovato poco espressivo, freddo, mi ha dato una sensazione totalmente opposta a quella provata durante la lettura del Devilman originale, in cui il tratto grezzo, sporco, anatomicamente impreciso, dava una dinamicità e un pathos decisamente superiori.
Non che mi aspettassi un'opera del calibro di Devilman sia chiaro, ma di certo non una semi revisione unita a una sorta di genesi di alcuni personaggi secondari scialba e senza mordente.
Insomma, bocciato sotto ogni punto di vista. Vorrei essere più severo ma un paio di scene le ho gradite e sono troppo affezionato al titolo. Mi dispiace solo che con un soggetto di base così non si sia riusciti a fare molto ma molto di più. Da evitare a meno che non siate fan di Go Nagai o di Devilman e riteniate quindi di dover leggere qualsiasi cosa mai scritta dal Maestro.
È difficile rovinare un'opera del calibro di Devilman, è difficile rovinare i suoi attimi più poetici o scioccanti o ancora sminuire i suoi protagonisti, eppure Yu Kinutani riesce in tutto questo con un solo fumetto: Amon - The Darkside of Devilman.
Amon è un manga illeggibile a mio parere sotto tutti i punti di vista. La trama è confusionaria senza capo né coda, non si capisce mai dove l'autore voglia andare a parare e poi non va a parare da nessuna parte. La narrazione è ambientata prima nel passato, al tempo in cui i demoni regnavano incontrastati sulla Terra, quindi vengono presentati alcuni demoni che erano semplici comparse nella saga originale e ai quali Kinutani cerca di dare un background più dettagliato, ma sebbene riesca ad aggiungere dettagli, questi non impreziosiscono la figura dei personaggi, anzi, come nel caso di Sirene, tendono a svilirne la statura. La Sirene nagaiana era elegante, orgogliosa, e in qualche modo emanava un'aria di purezza e castità, completamente demolita da Kinutani (molto abile in questo: avere a disposizione un personaggio epico e corromperlo subito non è da tutti).
La seconda parte del racconto è contemporanea ai fatti narrati in Devilman e cerca di raccontare gli stessi avvenimenti da un altro punto di vista, senza aggiungere niente di rilevante. Ancora una volta le poche aggiunte sono mirate a dissacrare degli attimi che hanno fatto la storia del manga e forse del fumetto in genere, come quando Akira vede la testa di Miki su una picca.
Ho letto quasi tutte le opere di Go Nagai pubblicate in Italia e posso dire che questo fumetto non è suo, anche la storia, che figura essere partorita da lui, è invece nata da Kinutani (è scritto implicitamente in fondo ai volumi): ciò è deducibile dai diversi tempi di narrazione e dalla mancanza totale di colpi di scena o immagini tragiche che sconvolgono il lettore, tratti caratteristici del Maestro.
Il disegno, sebbene riconosca che è particolare e piuttosto elaborato, ricco di dettagli, preciso e pulito, non mi è piaciuto affatto. L'ho trovato poco espressivo, freddo, mi ha dato una sensazione totalmente opposta a quella provata durante la lettura del Devilman originale, in cui il tratto grezzo, sporco, anatomicamente impreciso, dava una dinamicità e un pathos decisamente superiori.
Non che mi aspettassi un'opera del calibro di Devilman sia chiaro, ma di certo non una semi revisione unita a una sorta di genesi di alcuni personaggi secondari scialba e senza mordente.
Insomma, bocciato sotto ogni punto di vista. Vorrei essere più severo ma un paio di scene le ho gradite e sono troppo affezionato al titolo. Mi dispiace solo che con un soggetto di base così non si sia riusciti a fare molto ma molto di più. Da evitare a meno che non siate fan di Go Nagai o di Devilman e riteniate quindi di dover leggere qualsiasi cosa mai scritta dal Maestro.
Scrutare l'abisso, guardando negli occhi il demone che ha vissuto e combattuto al fianco di Akira Fudo. Le premesse erano sensazionali e il soggetto aveva delle potenzialità enormi che non sono state sfruttate a dovere. "Amon" rimane una buona idea e nulla più: un'intuizione sprecata ma ben confezionata dal tratto suggestivo di Yuu Kinutani, che in certe tavole è veramente superbo. Il comparto grafico è quindi la nota più lieta di una serie che ha poco da offrire sotto l'aspetto narrativo. Va avanti a tentoni con un canovaccio non ben definito, quasi come se si stesse guidando alla cieca. Problematiche che il lettore percepisce, perdendo la bussola in questo oceano di rimandi che rimbalzano come in un flipper. Le idee dovevano invece essere molto chiare in una storia strutturata su due livelli temporali che si alternano continuamente. Cosa emerge dunque da questo caos? cosa resta al lettore? delle suggestioni! dei fantasmi sullo sfondo! delle emozioni passeggere che impallidiscono dinanzi alla grandezza del capolavoro di Go Nagai, che resta un traguardo irraggiungibile per "Amon".
<b> Attenzione: spoiler! </b>
Devilman è un capolavoro assoluto. La sua ricchezza concettuale e la genialità con cui tutti gli elementi della trama e del disegno si intrecciano perfettamente ne hanno fatto un caposaldo della nona arte (non solo dei manga ma del fumetto in generale).
Qualunque seinen (e non solo) si è dovuto e si dovrà confrontare con esso; lo stesso Nagai nelle sue opere successive (e se vogliamo anche precedenti) ne è sempre stato fortemente influenzato.
Quindi non si può che comprendere l'autore Yuu Kinutani, quando alla fine del primo volume di Amon scrive: "Sin da bambino ho letto e riletto Devilman infinite volte […] è un fumetto incredibile, davvero incredibile. Mi propongo di disegnare questo Amon senza lasciarmi schiacciare dalla pressione o trasportare dalla gioia di dover dare un nuovo capitolo ad un'opera tanto importante!".
Il progetto è in sé tanto ambizioso quanto complesso. Infatti uno degli aspetti di maggiore fascino di Devilman è che nell'opera, durante lo svolgersi della vicenda, vengono presentati diversi contenuti, ma sono ancora di più quelli che non vengono detti. I possibili sviluppi e interpretazioni sono tantissimi e spesso lasciati all'immaginario del lettore.
Alla fine di questo Amon mi è sembrato di trovarmi di fronte non a un nuovo capitolo, ma più che altro a una di queste possibili interpretazioni.
Questo perché la vicenda inizialmente ci viene presentata come un excursus tra la morte di Miki e la guerra tra demoni e devilmen, successivamente evolve in una dettagliata genesi del demone Amon (dove vengono narrate anche le vicende di altri demoni della serie di Devilman), per poi diventare negli ultimi volumi un remake dell'ultima parte del manga di Nagai.
Quindi alla fine si ha la sensazione di qualcosa di sconnesso e poco incisivo, anzi spesso durante la lettura ho avuto la sensazione che il vero filo conduttore di tutta la storia non fosse il personaggio di Amon, ma quello di Satana. Il primo infatti è abbastanza statico e poco approfondito, mentre il secondo viene analizzato più in dettaglio.
In particolare la pena che gli viene inflitta per essersi ribellato a Dio, ovvero di rivivere infinitamente la perdita delle persone a lui care, non sarà spiccatamente innovativa, ma l'ho trovata molto calzante con la storia e con la vicenda originale.
Se quindi lo sviluppo della storia e le scelte narrative della serie sono affiancabili al Devilman di Nagai, i disegni sono un invece un chiaro punto di rottura. Il tratto è molto più maturo, i personaggi e i paesaggi sono ricchi di dettagli e rappresentati magistralmente.
Alla fine, nel bene e nel male, questo Amon lascia comunque una leggera traccia, perciò mi viene spontaneo consigliarlo almeno a tutti quelli che hanno letto e apprezzato Devilman; inoltre l'edizione curatissima della Dynit e i prezzi relativamente abbordabili sono senz'altro un ulteriore buon motivo per acquistarlo o almeno leggerlo.
Devilman è un capolavoro assoluto. La sua ricchezza concettuale e la genialità con cui tutti gli elementi della trama e del disegno si intrecciano perfettamente ne hanno fatto un caposaldo della nona arte (non solo dei manga ma del fumetto in generale).
Qualunque seinen (e non solo) si è dovuto e si dovrà confrontare con esso; lo stesso Nagai nelle sue opere successive (e se vogliamo anche precedenti) ne è sempre stato fortemente influenzato.
Quindi non si può che comprendere l'autore Yuu Kinutani, quando alla fine del primo volume di Amon scrive: "Sin da bambino ho letto e riletto Devilman infinite volte […] è un fumetto incredibile, davvero incredibile. Mi propongo di disegnare questo Amon senza lasciarmi schiacciare dalla pressione o trasportare dalla gioia di dover dare un nuovo capitolo ad un'opera tanto importante!".
Il progetto è in sé tanto ambizioso quanto complesso. Infatti uno degli aspetti di maggiore fascino di Devilman è che nell'opera, durante lo svolgersi della vicenda, vengono presentati diversi contenuti, ma sono ancora di più quelli che non vengono detti. I possibili sviluppi e interpretazioni sono tantissimi e spesso lasciati all'immaginario del lettore.
Alla fine di questo Amon mi è sembrato di trovarmi di fronte non a un nuovo capitolo, ma più che altro a una di queste possibili interpretazioni.
Questo perché la vicenda inizialmente ci viene presentata come un excursus tra la morte di Miki e la guerra tra demoni e devilmen, successivamente evolve in una dettagliata genesi del demone Amon (dove vengono narrate anche le vicende di altri demoni della serie di Devilman), per poi diventare negli ultimi volumi un remake dell'ultima parte del manga di Nagai.
Quindi alla fine si ha la sensazione di qualcosa di sconnesso e poco incisivo, anzi spesso durante la lettura ho avuto la sensazione che il vero filo conduttore di tutta la storia non fosse il personaggio di Amon, ma quello di Satana. Il primo infatti è abbastanza statico e poco approfondito, mentre il secondo viene analizzato più in dettaglio.
In particolare la pena che gli viene inflitta per essersi ribellato a Dio, ovvero di rivivere infinitamente la perdita delle persone a lui care, non sarà spiccatamente innovativa, ma l'ho trovata molto calzante con la storia e con la vicenda originale.
Se quindi lo sviluppo della storia e le scelte narrative della serie sono affiancabili al Devilman di Nagai, i disegni sono un invece un chiaro punto di rottura. Il tratto è molto più maturo, i personaggi e i paesaggi sono ricchi di dettagli e rappresentati magistralmente.
Alla fine, nel bene e nel male, questo Amon lascia comunque una leggera traccia, perciò mi viene spontaneo consigliarlo almeno a tutti quelli che hanno letto e apprezzato Devilman; inoltre l'edizione curatissima della Dynit e i prezzi relativamente abbordabili sono senz'altro un ulteriore buon motivo per acquistarlo o almeno leggerlo.
Ci sono opinioni molto discordanti riguardo questo manga, secondo alcuni è una delusione, per altri decisamente bello, ed io appartengo a questa seconda categoria. Partendo dall'edizione italiana, le sovracoperte argentate con sopra i disegni dei protagonisti sono tra le più belle che abbia visto per un manga, inoltre la d/visual utilizza una qualità di carta bianca e liscia che rende disegno e vignette più nitidi.
I disegni sono un vero capolavoro, dettagliatissimi tanto da far sembrare i personaggi delle statue scolpite nel marmo, inoltre è data una nuova caratterizzazione fisica ai protagonisti, ed in particolare a Devilman.
Per molti è la trama il vero punto debole di quest'opera, invece a me ha appassionato molto, ho praticamente divorato i 6 volumi, dato che l'origine di Amon ha suscitato in me molta curiosità; una storia davvero coinvolgente nella quale non mancano colpi di scena ed interessanti spiegazioni riguardo i personaggi che abbiamo visto nel precedente Devilman, il tutto accompagnato da un'analisi anche psicologica degli stessi.
Data la forte divergenza di opinioni riguardo quest'opera, consiglio a tutti gli appassionati di Devilman e non di leggerla, in modo che possiate giudicare voi stessi.
I disegni sono un vero capolavoro, dettagliatissimi tanto da far sembrare i personaggi delle statue scolpite nel marmo, inoltre è data una nuova caratterizzazione fisica ai protagonisti, ed in particolare a Devilman.
Per molti è la trama il vero punto debole di quest'opera, invece a me ha appassionato molto, ho praticamente divorato i 6 volumi, dato che l'origine di Amon ha suscitato in me molta curiosità; una storia davvero coinvolgente nella quale non mancano colpi di scena ed interessanti spiegazioni riguardo i personaggi che abbiamo visto nel precedente Devilman, il tutto accompagnato da un'analisi anche psicologica degli stessi.
Data la forte divergenza di opinioni riguardo quest'opera, consiglio a tutti gli appassionati di Devilman e non di leggerla, in modo che possiate giudicare voi stessi.
Amon realizzato in patria nel 2000, è stato portato in Italia da d/books in un'edizione “di lusso” di cui parlerò in seguito.
Diciamo che nel corso dei volumi non si rintraccia una vera e propria trama, anzi, tutto è abbastanza confusionario e non si comprende se il tutto sia una prosecuzione dell’opera di Go Nagai o una specie di remake. Il primo volume inizia con Akira Fudo, in un mondo che si sta letteralmente sciogliendo a causa della fusione dei demoni. Il ragazzo però, come si può ben capire ( specialmente per chi ha già letto Devilman), è posseduto del demone che è penetrato nel suo corpo e sembra che quest’ultimo prevalga sulla coscienza del giovane. I suoi amici tentano di risvegliare il la coscienza del giovane ma invano. Alla fine del primo volume Amon incontra un suo ancestrale amico/nemico, Satana e quasi improvvisamente quest’ultimo fa ritornare Akira Fudo ad essere un devilman. Nel secondo volume si apre un vicenda completamente sconnessa con la precedente. Lo scenario cambia e non si chiarisce bene in quale epoca ci si trovi, la terra è tornata ad essere dominio dei demoni, i primi abitanti del pianeta terra, e qui ritroviamo di nuovo sia un ragazzo che assomiglia in modo impressionante ad Akira Fudo, che Satana che si presenta ai demoni come il messia arrivato per guidare il popolo dei demoni contro il loro peggior nemico, Dio. In più ritroviamo una stirpe di demoni tratta dai primi volumi di Devilmen, il popolo delle Sirene. La vicenda di Sirene e della sua stirpe continua fino al quarto volume. Dal quinto riprende una nuova vicenda, cambia di nuovo tutto; questa volta sembra di essere tornati nel futuro, come se ci si trovasse fra la prima e la seconda vicenda. Ritroviamo il devilman Akira Fudo e tutti i suoi amici, compresa la dolce Miki che chi ha letto Devilman ricorderà bene. Quest’ultima vicenda si chiude ancora una volta in modo inconcludente.
La trama, come avete ben capito, è tutt’altro che lineare... in altre parole un casino completo. Ma ad una trama così male articolata si accostano dei disegni superbi che sinceramente non avevo mai visto prima. Le tavole caratterizzate da un tratto molto dettagliato e particolareggiato, sono ricche d’azione e davvero molto belle.
L’edizione è ben fatta. Presenta una sovraccoperta bianca con un personaggio colorato con un grigio metallizzato. Le carta è di una buona qualità.
Non è un manga che consiglio a tutti. Innanzitutto ai soli che hanno già letto Devilman, altrimenti non si capirebbe davvero nulla. Tuttavia anche a questi ultimi solo come una manga tutto sommato bello da leggere, ma che non ha nulla a che fare con gli standard del grande Go Nagai.
Diciamo che nel corso dei volumi non si rintraccia una vera e propria trama, anzi, tutto è abbastanza confusionario e non si comprende se il tutto sia una prosecuzione dell’opera di Go Nagai o una specie di remake. Il primo volume inizia con Akira Fudo, in un mondo che si sta letteralmente sciogliendo a causa della fusione dei demoni. Il ragazzo però, come si può ben capire ( specialmente per chi ha già letto Devilman), è posseduto del demone che è penetrato nel suo corpo e sembra che quest’ultimo prevalga sulla coscienza del giovane. I suoi amici tentano di risvegliare il la coscienza del giovane ma invano. Alla fine del primo volume Amon incontra un suo ancestrale amico/nemico, Satana e quasi improvvisamente quest’ultimo fa ritornare Akira Fudo ad essere un devilman. Nel secondo volume si apre un vicenda completamente sconnessa con la precedente. Lo scenario cambia e non si chiarisce bene in quale epoca ci si trovi, la terra è tornata ad essere dominio dei demoni, i primi abitanti del pianeta terra, e qui ritroviamo di nuovo sia un ragazzo che assomiglia in modo impressionante ad Akira Fudo, che Satana che si presenta ai demoni come il messia arrivato per guidare il popolo dei demoni contro il loro peggior nemico, Dio. In più ritroviamo una stirpe di demoni tratta dai primi volumi di Devilmen, il popolo delle Sirene. La vicenda di Sirene e della sua stirpe continua fino al quarto volume. Dal quinto riprende una nuova vicenda, cambia di nuovo tutto; questa volta sembra di essere tornati nel futuro, come se ci si trovasse fra la prima e la seconda vicenda. Ritroviamo il devilman Akira Fudo e tutti i suoi amici, compresa la dolce Miki che chi ha letto Devilman ricorderà bene. Quest’ultima vicenda si chiude ancora una volta in modo inconcludente.
La trama, come avete ben capito, è tutt’altro che lineare... in altre parole un casino completo. Ma ad una trama così male articolata si accostano dei disegni superbi che sinceramente non avevo mai visto prima. Le tavole caratterizzate da un tratto molto dettagliato e particolareggiato, sono ricche d’azione e davvero molto belle.
L’edizione è ben fatta. Presenta una sovraccoperta bianca con un personaggio colorato con un grigio metallizzato. Le carta è di una buona qualità.
Non è un manga che consiglio a tutti. Innanzitutto ai soli che hanno già letto Devilman, altrimenti non si capirebbe davvero nulla. Tuttavia anche a questi ultimi solo come una manga tutto sommato bello da leggere, ma che non ha nulla a che fare con gli standard del grande Go Nagai.
Da fan di Devilman non ho potuto fare a meno di comprarlo, anche se immaginavo il peggio. Purtroppo le mie previsioni si sono rivelate esatte. A parte il primo numero (che giudico appena appena sufficiente), gli altri sono imbarazzanti. I disegni non sono male, ma la storia è penosa. Sconsigliato a chi adora Devilman.
Da grande fan di Nagai e di tutte le sue opere, Devilman in particolare, sono rimasto terribilmente deluso da questo Amon; per quanto lo stile grafico mi piaccia e lo abbia gradito, l'importante per me è la storia; quella ha reso grande Devilman, quella affossa completamente Amon. Eccettuato il primo volumetto, certamente godibile, il resto è una convulsa accozzaglia di eventi e stravolgimenti per me incomprensibile. Sinceramente ritengo che con un soggetto del genere si potesse fare molto di più; è un vero peccato perché si è persa l'occasione di colmare i buchi narrativi lasciati da Nagai nel finale di Devilman, mettendo in scena invece una truzzata per me sgradevolissima da leggere. Un vero peccato.
Un insieme di episodi che vanno ad ampliare il mondo del nostro uomo diavolo. Il punto di forza di questo nuovo manga sono i disegni che danno nuova linfa e personalità ai personaggi nagaiani; il modo in cui viene rappresentato Amon è favoloso: viene reso ancora più malvagio ed enigmatico e soprattutto letale. Fantastica la tavola dove Akira Fudo si erge sopra una croce di una chiesa in rovina!
Per i fanatici e non del maestro Nagai un'opera da non perdere!
Per i fanatici e non del maestro Nagai un'opera da non perdere!
Amon si svolge in tre linee temporali ben distinte: finale di Devilman, pre-Devilman (con i demoni) e nuovamente finale di Devilman. Apparentemente sembra che il pre-Devilman si svolga nel passato della stessa linea temporale del fumetto di Nagai. Niente di più errato: Amon è un sequel diretto di Devilman. Comincia integrandosi al finale per poi passare al resto della storia. A cosa si deve tutto questo “casino” (virgolettato, visto che una volta compreso il meccanismo è semplicissimo)? Ovviamente non è possibile rivelarlo, visto che si potrebbe rovinare il finale a chi ancora sta acquistando o leggendo questo fumetto.
Questo manga nasce nel 2000 come approfondimento, da parte degli autori, del concetto di dualismo tra Dio e Diavolo (tematica molto cara a Nagai) e al confronto tra Satana e Amon. Due obiettivi raggiunti, ma tra noia e sbadigli. La trama, per quanto interessante, rimane eccessivamente annacquata (tre tankobon per approfondire le dinamiche tra Silen, Amon e Satana sono davvero troppi) e i dialoghi, spesso, rivelano una certa ridondanza…Persino le caratterizzazioni dei personaggi appaiono troppo stereotipate (Amon, il classico figo tenebroso che mena le mani troppo spesso).
Nel momento in cui si cambia linea temporale, si cambia anche ritmo, rendendo il tutto più veloce ma, purtroppo, anche banale e, nel caso del finale, troppo complicato.
Insomma, dal punto di vista della storia si ha una trama mediocre (probabilmente sviluppata dal solo Kinutani su semplice soggetto di Nagai), dei dialoghi dispersivi e caratterizzazioni semplificate…peccato, perché la possibilità di generare un altro capolavoro c’era.
Ai disegni, stavolta, non troviamo lo stesso Nagai, ma il giovane Yu Kinutani, che re-interpreta con un tratto ricercato e meticoloso i personaggi e la storia di Devilman.
In sei numeri è possibile notare una notevole evoluzione stilistica: nel primo numero è presente (per chi scrive) una sorta di disegno che richiama il gusto rinascimentale, in cui Devilman e Amon diventano creature feroci e violente, dall’anatomia nodosa e affilata, sadicamente sogghignanti, spinti fino all’estremo…una rivisitazione del personaggio davvero splendida, in cui braccia, gambe e code vengono rese come fasci di materia; le battaglie e i massacri sembrano delle sculture, e, grazie all’impaginazione, acquisiscono forza e violenza. Dal secondo numero cambia, insieme alla storia, anche il tratto di Kinutani: ancora più meticoloso per quanto riguarda gli sfondi e i particolari, il disegnatore sacrifica un po’ la resa anatomica, ma, in compenso, aumenta l’uso dei retini, che arriva a livelli eccelsi. Nella metà del quinto e nel sesto numero, purtroppo, si ha un declino grafico, non enorme ma evidente. Gli sfondi quasi scompaiono, lasciano il posto a linee cinetiche e retini; il tratto diventa più pesante e statico, persino l’anatomia sembra essere disegnata in fretta. Discutibili anche le varie soluzioni grafiche (per lo più collegate alla complicatezza della trama) nella parte finale.
Tutto sommato, Kinutani, nella parte artistica, ha fatto un lavoro non eccezionale, ma discreto…anche se per molti (compreso il sottoscritto) i disegni che meglio descrivono le vicende dell’Uomo Diavolo sono quelli sgraziati, grotteschi e violenti del Maestro Nagai.
In definitiva, non un prodotto da buttare, ma nemmeno da elevare a capolavoro. Si poteva fare di meglio se Nagai avesse partecipato direttamente alla stesura della trama e non solo scrivendo un soggetto…comunque sia, un manga che, forse, è meglio lasciare sullo scaffale della fumetteria, a meno che non si voglia avere tutto il materiale sul personaggio creato da Go Nagai.
Questo manga nasce nel 2000 come approfondimento, da parte degli autori, del concetto di dualismo tra Dio e Diavolo (tematica molto cara a Nagai) e al confronto tra Satana e Amon. Due obiettivi raggiunti, ma tra noia e sbadigli. La trama, per quanto interessante, rimane eccessivamente annacquata (tre tankobon per approfondire le dinamiche tra Silen, Amon e Satana sono davvero troppi) e i dialoghi, spesso, rivelano una certa ridondanza…Persino le caratterizzazioni dei personaggi appaiono troppo stereotipate (Amon, il classico figo tenebroso che mena le mani troppo spesso).
Nel momento in cui si cambia linea temporale, si cambia anche ritmo, rendendo il tutto più veloce ma, purtroppo, anche banale e, nel caso del finale, troppo complicato.
Insomma, dal punto di vista della storia si ha una trama mediocre (probabilmente sviluppata dal solo Kinutani su semplice soggetto di Nagai), dei dialoghi dispersivi e caratterizzazioni semplificate…peccato, perché la possibilità di generare un altro capolavoro c’era.
Ai disegni, stavolta, non troviamo lo stesso Nagai, ma il giovane Yu Kinutani, che re-interpreta con un tratto ricercato e meticoloso i personaggi e la storia di Devilman.
In sei numeri è possibile notare una notevole evoluzione stilistica: nel primo numero è presente (per chi scrive) una sorta di disegno che richiama il gusto rinascimentale, in cui Devilman e Amon diventano creature feroci e violente, dall’anatomia nodosa e affilata, sadicamente sogghignanti, spinti fino all’estremo…una rivisitazione del personaggio davvero splendida, in cui braccia, gambe e code vengono rese come fasci di materia; le battaglie e i massacri sembrano delle sculture, e, grazie all’impaginazione, acquisiscono forza e violenza. Dal secondo numero cambia, insieme alla storia, anche il tratto di Kinutani: ancora più meticoloso per quanto riguarda gli sfondi e i particolari, il disegnatore sacrifica un po’ la resa anatomica, ma, in compenso, aumenta l’uso dei retini, che arriva a livelli eccelsi. Nella metà del quinto e nel sesto numero, purtroppo, si ha un declino grafico, non enorme ma evidente. Gli sfondi quasi scompaiono, lasciano il posto a linee cinetiche e retini; il tratto diventa più pesante e statico, persino l’anatomia sembra essere disegnata in fretta. Discutibili anche le varie soluzioni grafiche (per lo più collegate alla complicatezza della trama) nella parte finale.
Tutto sommato, Kinutani, nella parte artistica, ha fatto un lavoro non eccezionale, ma discreto…anche se per molti (compreso il sottoscritto) i disegni che meglio descrivono le vicende dell’Uomo Diavolo sono quelli sgraziati, grotteschi e violenti del Maestro Nagai.
In definitiva, non un prodotto da buttare, ma nemmeno da elevare a capolavoro. Si poteva fare di meglio se Nagai avesse partecipato direttamente alla stesura della trama e non solo scrivendo un soggetto…comunque sia, un manga che, forse, è meglio lasciare sullo scaffale della fumetteria, a meno che non si voglia avere tutto il materiale sul personaggio creato da Go Nagai.
Non fatevi ingannare dal voto alto, come in altre mie recensioni è la media tra il 10 nostalgico (Devilman è il più azzeccato e accattivante personaggio partorito da una mente umana... il fumetto originale un capolavoro) , l' 8 dei disegni (BELLISSIMI adoro il tratto di Kinutani, il suoi Amon, Silen, Satana e Miki sono affascinanti) il 5+ per la storia (troppi flashback nei flashback... ogni volume sembra un opera a parte... cosa di per se Non Negativa, ma può lasciare spiazzato) e il 2 per l'occasione persa!
Nagai qui centra poco, il suo stile narrativo, per quanto incentrato sui colpi di scena, è lineare. La storia non aggiunge nulla, anzi mescola le carte confondendo quello che l' opera originale già aveva detto!
Come ho detto, un occasione mancata!
Nagai qui centra poco, il suo stile narrativo, per quanto incentrato sui colpi di scena, è lineare. La storia non aggiunge nulla, anzi mescola le carte confondendo quello che l' opera originale già aveva detto!
Come ho detto, un occasione mancata!
Mi trovo sfortunatamente disappunto con le precedenti recensioni, i gusti son gusti si, ma Amon è un bel manga solo dal punto di vista dei disegni... la storia si sembra accattivante e bella nei primi numeri ma poi ecco che non ci si capisce più nulla e diventa un flashback enorme (bello anche il flashback ma inutile ai fini della storia) e poi di nuovo in un presente diverso d quello apparsi nei primi volumi... ma siamo sicuri che lo abbia scritto go nagai? no dico io ho letto devilman, mao dante, cutie honey, mi sono visto tutti i suoi robottoni la serie di devilman le serie di cutie honey, qui di nagai c'è solo il nome e i personaggi. Purtroppo i bellissimi disegni non riescono a far si che l'intera opera possa essere un capolavoro come l'originale devilman. Io sono rimasto deluso da ciò ed è per questo che il mio voto non supera la sufficenza. PS: Scrive meglio mio nonno in parasido :)
I numeri conclusivi si presentano in un'edizione straordinaria edita da Dvisual,la qualità della carta è perfetta,pur aprendo con forza(non troppa^^)i volumetti,le pagine non ne risentono minimamente,la sovracopertina argentata rende in tutto il suo splendore,la storia è straordinaria proprio come ci si aspettava dal genio Nagai,la suddivisione della storia nei volumi e casuale infatti non c'è un preciso ordine cronologico,si passa dal passatto al presente ed al futuro come niente fosse,il tratto grazie a Yu Kinutani fà diventare ogni pagina un'opera d'arte di un dinamismo fino ad ora mai visto;l'unico motivo per il quale non dò il voto pieno è la strana cronologia data alla storia(come avevo scritto sopra)che può spiazzare inizialmente il lettore,ma la storia è comunque godilissima e stupenda,consiglio a tutti di leggere Amon e prima ancora Devilman due vere opere d'arte.
Un manga dal tratto fantastico. Una rielaborazione perfetta dei personaggi Nagaiani. Yu Kinutani ha saputo perfettamente cogliere l'inquietudine presente in Devilman per trasporlo in questi volumi Per chi non avesse mai letto o non sapesse la storia di Devilman (se c'è veramente qualcuno) capire i contenuti di Amon risulta impossibile. Se nei volumi 2-3 la storia ritorna all'era preistorica e narra la nascita di Amon e dell'Arpia Silen, ecco che nel volume 5 di punto in bianco si torna al presente con Miki di nuovo viva (nel volume 1 è morta).
Come avete capito è un casino micidiale. A mio avviso gli autori hanno voluto colmare le "lacune" di Devilman scrivendo queste pagine, incuranti di sviluppare una trama vera e propria.
Sinceramente la storia a mia piace comunque molto (nonchè i disegni a dir poco fantastici). Il fatto comunque di questa strana trama mi "obbliga" a non promuove a pieni voti questo manga.
Consiglio comunque a chi avesse letto Devilman questo manga. Vi appassionerà come non mai.
Come avete capito è un casino micidiale. A mio avviso gli autori hanno voluto colmare le "lacune" di Devilman scrivendo queste pagine, incuranti di sviluppare una trama vera e propria.
Sinceramente la storia a mia piace comunque molto (nonchè i disegni a dir poco fantastici). Il fatto comunque di questa strana trama mi "obbliga" a non promuove a pieni voti questo manga.
Consiglio comunque a chi avesse letto Devilman questo manga. Vi appassionerà come non mai.