Cross Game
<b>Attenzione: lievi spoiler</b>
Recensire un manga di Adachi non è impresa facile, perché tutte le sue storie hanno la stessa impronta, che si tratti di tipologia di personaggi, di modo di porre le scene, di stile descrittivo, il che rischia di portare a ripetere sempre gli stessi complimenti per ciascuno dei suoi manga che vengono recensiti. Anche qui quindi si trovano i pannelli silenziosi, la dolcezza nella descrizione dell'amore, dei drammi, dell'amicizia, la caratterizzazione buonista ma affascinante dei personaggi, l'umorismo particolare che si basa sulle individualità dei personaggi e sull'autore che non si prende mai sul serio.
Fortunatamente, ogni storia possiede anche una propria individualità che permette di distinguerle ed apprezzarle in maniere diverse. Per ora Crossgame è salita nell'olimpo delle storie di Adachi e cercherò di spiegare perché senza ripetere cose che ho già detto per Rough.
La trama, come spesso succede, è soprattutto romantica avvolta intorno ad una questione sportiva (in questo caso, il baseball). Si seguono infatti le vicende di Ko, che diventa il lanciatore di punta della sua squadra delle superiori, sia a livello sportivo con il suo obiettivo di raggiungere il koshien, sia a livello amoroso, non solo suo ma anche degli altri personaggi che si avvicendano nella storia.
La prima cosa che mi è piaciuta di Crossgame è stato, infatti, l'incredibile cast di personaggi che fin dall'inizio ha fatto parte di questa storia, sia dentro sia fuori dal campo. Anche nelle storie precedenti erano presenti altri personaggi, amici/amiche dei protagonisti, ma non ho trovato che avessero il ruolo predominante che invece possiedono qui. Ko è l'ace della squadra e il lanciatore, ma fondamentale per la squadra è anche il ricevitore, l'amico-rivale in amore, e anche il battitore, con la sua storia personale e la sua crescita. L'intera squadra assume quindi una grande importanza non solamente legata al protagonista, e anche i personaggi minori meno caratterizzati hanno il loro momento di brillare. I personaggi comunque non mancano anche fuori dal campo; laddove la protagonista era generalmente unica, qui il cast femminile si allarga a ben quattro personaggi, ciascuna con la loro storia personale, senza considerare naturalmente genitori, amici e fratelli.
Da questo punto di vista, grandemente apprezzato anche il fatto che Aoba abbia avuto un ruolo molto importante all'interno dell'aspetto sportivo del baseball. Laddove la protagonista in Rough faceva sport ma non ne era caratterizzata, e laddove quella di Touch basava il suo obiettivo sugli sforzi degli altri, prima di trovarne uno personale, qui Aoba è coinvolta in prima persona nelle attività del club di baseball, essendo lei stessa una lanciatrice. Rimane comunque al bordo durante le partite, ma il suo apporto negli allenamenti e nella storia personale sportiva di Ko è fondamentale e predominante, il che mi ha fatto seguire le vicende con ancora più attenzione perché lei ne faceva parte, non era solo l'osservatrice esterna delle partite.
Da questo punto di vista, forse proprio per questo motivo, ho trovato in Crossgame un migliore bilanciamento tra l'aspetto sportivo e quello romantico. In Touch, i due erano quasi del tutto separati, tanto che in certi volumi lo sport era così predominante da farti dimenticare della storia d'amore. In Rough, lo sport era importante ma per la storia d'amore faceva effettivamente da sfondo. Qui, al contrario, ho trovato un modo di narrare che permetteva di concentrarsi sui due aspetti contemporaneamente, senza che l'uno diventi predominante sull'altro. All'interno delle partite non si perde mai il punto di vista di realizzare anche il sogno di Wakaba, ma allo stesso modo le partite restano entusiasmanti e avvincenti, con grande cameratismo fra i personaggi e attenzione ai loro obiettivi personali.
Il trope utilizzato in questo caso da Adachi per sviluppare la coppia protagonista è quello del 'dico che ti odio ma in realtà ti amo' che è forse quello che apprezzo di meno al mondo. La bravura dell'autore sta nel fatto che, nonostante questo fastidiosissimo cliché, il rapporto fra i protagonisti è ben svolto. C'è l'irritazione di vederli continuamente litigare quando tu, come lettore, sai benissimo che finiranno per mettersi assieme perché tutto punta in quella direzione, ma non si riesce ad odiare la storia né i personaggi. Loro, la loro caratterizzazione, il loro rapporto, il rapporto con gli altri sono tutte cose che rendono Crossgame completo e distraggono l'attenzione da ciò che in altre tipologie di storie si odierebbe.
Se devo trovare un difetto all'interno della storia, è la trattazione dei 'rivali amorosi'. Come ho detto prima, Adachi segue uno schema molto preciso in cui la coppia protagonista è decisa fin dall'inizio (e se c'è qualche dubbio, viene risolto in modo definitivo quasi subito, in modo molto definitivo!) per cui qualsiasi possibile interferenza da parte di ragazzi/ragazze interessati ai protagonisti è destinata a rimanere un tentativo. In più, si aggiunge che la maggior parte dei personaggi sono sostanzialmente buoni, per cui il sapere che un amico ama la stessa ragazza, o che il ragazzo a cui si è interessati potrebbe amare un'altra, non crea alcuna tensione all'interno della trama né fra i personaggi, è semplicemente una cosa che succede. La gelosia, se c'è, viene semplicemente mostrata attraverso uno sguardo o un silenzio, ma non porta mai effettivamente ad uno sviluppo. Questo andrebbe benissimo se lo scopo fosse semplicemente mostrare che ci sono amori che restano non corrisposti ma nonostante questo si può restare amici, o che si vuole supportare la persona che si ama a prescindere dal fatto che ci ricambi o no; tuttavia, in Crossgame diventa un problema quando certi personaggi sembrano essere inseriti dal nulla all'unico scopo di muovere le acque, cosa che però non avviene.
Fortunatamente, Adachi svicola facilmente questo difetto dando ai 'rivali' altri scopi, altri interessi, altre storie che non li focalizzano affatto sull'essere un possibile interesse amoroso. C'è un unico personaggio che rimane a questo livello, difatti la sua presenza si riduce a praticamente zero perché non riesce ad avere più scopo nella storia, mentre gli altri risultano comunque interessanti e contribuiscono al miglioramento di quel cast di cui ho parlato e che rende la storia così interessante.
La fine avrebbe potuto essere perfetta anche prima dell'ultimo capitolo, con la definitiva risoluzione fra i protagonisti, ma anche la scelta di terminarla con l'ultimo capitolo non è male. E' una fine conclusa ma allo stesso tempo aperta, e in un certo senso è la fusione tra Rough (dove molto era stato lasciato aperto) e Touch (dove tutto era stato chiuso, anche troppo) e per questo, a mio parere, le supera entrambe.
Personalmente, se una persona venisse a chiedermi da quale manga cominciare per leggere Adachi, ora come ora gli direi senza dubbio Crossgame.
Recensire un manga di Adachi non è impresa facile, perché tutte le sue storie hanno la stessa impronta, che si tratti di tipologia di personaggi, di modo di porre le scene, di stile descrittivo, il che rischia di portare a ripetere sempre gli stessi complimenti per ciascuno dei suoi manga che vengono recensiti. Anche qui quindi si trovano i pannelli silenziosi, la dolcezza nella descrizione dell'amore, dei drammi, dell'amicizia, la caratterizzazione buonista ma affascinante dei personaggi, l'umorismo particolare che si basa sulle individualità dei personaggi e sull'autore che non si prende mai sul serio.
Fortunatamente, ogni storia possiede anche una propria individualità che permette di distinguerle ed apprezzarle in maniere diverse. Per ora Crossgame è salita nell'olimpo delle storie di Adachi e cercherò di spiegare perché senza ripetere cose che ho già detto per Rough.
La trama, come spesso succede, è soprattutto romantica avvolta intorno ad una questione sportiva (in questo caso, il baseball). Si seguono infatti le vicende di Ko, che diventa il lanciatore di punta della sua squadra delle superiori, sia a livello sportivo con il suo obiettivo di raggiungere il koshien, sia a livello amoroso, non solo suo ma anche degli altri personaggi che si avvicendano nella storia.
La prima cosa che mi è piaciuta di Crossgame è stato, infatti, l'incredibile cast di personaggi che fin dall'inizio ha fatto parte di questa storia, sia dentro sia fuori dal campo. Anche nelle storie precedenti erano presenti altri personaggi, amici/amiche dei protagonisti, ma non ho trovato che avessero il ruolo predominante che invece possiedono qui. Ko è l'ace della squadra e il lanciatore, ma fondamentale per la squadra è anche il ricevitore, l'amico-rivale in amore, e anche il battitore, con la sua storia personale e la sua crescita. L'intera squadra assume quindi una grande importanza non solamente legata al protagonista, e anche i personaggi minori meno caratterizzati hanno il loro momento di brillare. I personaggi comunque non mancano anche fuori dal campo; laddove la protagonista era generalmente unica, qui il cast femminile si allarga a ben quattro personaggi, ciascuna con la loro storia personale, senza considerare naturalmente genitori, amici e fratelli.
Da questo punto di vista, grandemente apprezzato anche il fatto che Aoba abbia avuto un ruolo molto importante all'interno dell'aspetto sportivo del baseball. Laddove la protagonista in Rough faceva sport ma non ne era caratterizzata, e laddove quella di Touch basava il suo obiettivo sugli sforzi degli altri, prima di trovarne uno personale, qui Aoba è coinvolta in prima persona nelle attività del club di baseball, essendo lei stessa una lanciatrice. Rimane comunque al bordo durante le partite, ma il suo apporto negli allenamenti e nella storia personale sportiva di Ko è fondamentale e predominante, il che mi ha fatto seguire le vicende con ancora più attenzione perché lei ne faceva parte, non era solo l'osservatrice esterna delle partite.
Da questo punto di vista, forse proprio per questo motivo, ho trovato in Crossgame un migliore bilanciamento tra l'aspetto sportivo e quello romantico. In Touch, i due erano quasi del tutto separati, tanto che in certi volumi lo sport era così predominante da farti dimenticare della storia d'amore. In Rough, lo sport era importante ma per la storia d'amore faceva effettivamente da sfondo. Qui, al contrario, ho trovato un modo di narrare che permetteva di concentrarsi sui due aspetti contemporaneamente, senza che l'uno diventi predominante sull'altro. All'interno delle partite non si perde mai il punto di vista di realizzare anche il sogno di Wakaba, ma allo stesso modo le partite restano entusiasmanti e avvincenti, con grande cameratismo fra i personaggi e attenzione ai loro obiettivi personali.
Il trope utilizzato in questo caso da Adachi per sviluppare la coppia protagonista è quello del 'dico che ti odio ma in realtà ti amo' che è forse quello che apprezzo di meno al mondo. La bravura dell'autore sta nel fatto che, nonostante questo fastidiosissimo cliché, il rapporto fra i protagonisti è ben svolto. C'è l'irritazione di vederli continuamente litigare quando tu, come lettore, sai benissimo che finiranno per mettersi assieme perché tutto punta in quella direzione, ma non si riesce ad odiare la storia né i personaggi. Loro, la loro caratterizzazione, il loro rapporto, il rapporto con gli altri sono tutte cose che rendono Crossgame completo e distraggono l'attenzione da ciò che in altre tipologie di storie si odierebbe.
Se devo trovare un difetto all'interno della storia, è la trattazione dei 'rivali amorosi'. Come ho detto prima, Adachi segue uno schema molto preciso in cui la coppia protagonista è decisa fin dall'inizio (e se c'è qualche dubbio, viene risolto in modo definitivo quasi subito, in modo molto definitivo!) per cui qualsiasi possibile interferenza da parte di ragazzi/ragazze interessati ai protagonisti è destinata a rimanere un tentativo. In più, si aggiunge che la maggior parte dei personaggi sono sostanzialmente buoni, per cui il sapere che un amico ama la stessa ragazza, o che il ragazzo a cui si è interessati potrebbe amare un'altra, non crea alcuna tensione all'interno della trama né fra i personaggi, è semplicemente una cosa che succede. La gelosia, se c'è, viene semplicemente mostrata attraverso uno sguardo o un silenzio, ma non porta mai effettivamente ad uno sviluppo. Questo andrebbe benissimo se lo scopo fosse semplicemente mostrare che ci sono amori che restano non corrisposti ma nonostante questo si può restare amici, o che si vuole supportare la persona che si ama a prescindere dal fatto che ci ricambi o no; tuttavia, in Crossgame diventa un problema quando certi personaggi sembrano essere inseriti dal nulla all'unico scopo di muovere le acque, cosa che però non avviene.
Fortunatamente, Adachi svicola facilmente questo difetto dando ai 'rivali' altri scopi, altri interessi, altre storie che non li focalizzano affatto sull'essere un possibile interesse amoroso. C'è un unico personaggio che rimane a questo livello, difatti la sua presenza si riduce a praticamente zero perché non riesce ad avere più scopo nella storia, mentre gli altri risultano comunque interessanti e contribuiscono al miglioramento di quel cast di cui ho parlato e che rende la storia così interessante.
La fine avrebbe potuto essere perfetta anche prima dell'ultimo capitolo, con la definitiva risoluzione fra i protagonisti, ma anche la scelta di terminarla con l'ultimo capitolo non è male. E' una fine conclusa ma allo stesso tempo aperta, e in un certo senso è la fusione tra Rough (dove molto era stato lasciato aperto) e Touch (dove tutto era stato chiuso, anche troppo) e per questo, a mio parere, le supera entrambe.
Personalmente, se una persona venisse a chiedermi da quale manga cominciare per leggere Adachi, ora come ora gli direi senza dubbio Crossgame.
Iniziato nel 2005 e conclusosi 5 anni dopo a quota 17 volumi, Cross Game è una delle ultime fatiche di Mitsuru Adachi, mangaka noto per titoli quali Touch o Rough. In Cross Game l'autore narra la storia di Kitamura Ko, normale ragazzo di quinta elementare figlio del gestore di un negozio di articoli sportivi, e delle quattro sorelle Tsukishima sue vicine di casa: c'è la piccola Momiji, la sorella maggiore Ichijo, figura quasi materna sostituta della madre defunta, il maschiaccio Aoba con cui Ko litiga sempre e Wakaba, fidanzata di Ko col quale condivide persino la data di nascita.
Mai come in Cross Game Adachi si dimostra maestro delle pause e dei silenzi, in grado di emozionare con uno sguardo, di raccontare con vignette interamente mute e spesso ambigue, abile nel sottinteso e raramente esplicito, in modo tale che sia il lettore ad intuire sentimenti e legami tra i vari personaggi senza bisogno di spiegazioni esterne che ne ne limitino la malinconica poesia. Chiave di decodifica dell'intera opera è la figura del quadrifoglio, pianta della famiglia delle fabacee al contempo fine ed inizio, portatore di buona sorte e metafora della ciclicità della vita e dell'alternarsi delle stagioni; a prima vista una citazione abbastanza inutile ai fini della storia, se ne percepisce l'importanza quasi profetica solo ad opera conclusa o nelle successive riletture.
Cross Game presenta una struttura quasi ad incastro, con flashback, colpi di scena e momenti di suspense calibrati quasi al millimetro in modo da guidare passo passo il lettore lungo la via della piena comprensione dell'opera e dei suoi personaggi, come un puzzle da riempire un pezzo alla volta ed in grado di disvelarsi in tutta la sua bellezza solo al suo completamento.
Tutto questo non impedisce tuttavia ad Adachi di focalizzarsi sugli aspetti che sa narrare meglio: in Cross Game non mancano gli scorci di vita di tutti i giorni marchio di fabbrica dell'autore, tra un'uscita con gli amici ad un pranzo in un family restaurant, da una gita di notte al combini alle appassionati partite di baseball scolastico.
Cosi come in Nine, Touch e H2 anche in Cross Game seguiamo le avventure di un club scolastico di baseball, un gruppo di ragazzi come tanti uniti dal sogno di raggiungere il Koshien, di primeggiare su tutte le altre scuole della nazione, ragazzi che una volta concluse le superiori appenderanno il guantone al chiodo, per diventare impiegati, professori, dipendenti pubblici, lavori probabilmente anonimi, spenti, omologati, ma serbando sempre in se il ricordo di una gioventù vissuta al massimo, per bruciare, anche solo per un secondo, come una fiamma rossa e accecante.
Perfetto suggello alle vicende narrate è lo stile grafico di Adachi, semplice come le storie che racconta, minimalista ma preciso, quasi ad incarnare i canoni classici del fumetto giapponese. Adachi non ha bisogno di pirotecnici virtuosismi grafici, non punta a stupire il lettore, ma è in grado di commuoverlo con uno sguardo ed appassionarlo con una linea. Sullo sfondo, sempre precisi ed estremamente dettagliati, fondali di scuole, bar, ristoranti e campi da gioco; insomma, scenari in cui imbattersi nella vita di tutti i giorni, esattamente come i suoi personaggi.
L'edizione italiana a opera di Flashbook Edizioni è quella canonica a cui ci ha abituato l'editore: sovracopertina lucida, buona stampa, carta ben spessorata in grado di garantire un'ottima sfogliabilità e una trasparenza delle tavole completamente nulla; mancano le tavole a colori pubblicate su rivista, assenti tuttavia anche nei volumi giapponesi. Ottimo l'adattamento dei dialoghi, che riesce a mantenere un registro linguistico informale senza risultare banale, mentre risulta degna di lode la decisione di inserire in appendice al volume una serie di approfondimenti sul baseball, partendo dalle regole base fino ad una trattazione del fenomeno in Italia.
Vincitore del Premio Shogakukan come miglior shounen 28 anni dopo Touch e Miyuki, Cross Game è il traguardo raggiunto da Adachi dopo 40 anni di carriera, il punto d'arrivo - almeno finora, considerata anche la mediocrità dei primi numeri di Q&A - in cui condensare tutto se stesso. In Cross Game infatti c'è un po' di Rough e un po' di Touch, un po' di H2 e un po' di Katsu, il tutto condito dai consueti rimandi più o meno espliciti anche alle sue opere minori (Idol A, per esempio). Dopo un primo volume quasi autoconclusivo tra i più belli mai narrati, Adachi ci consegna una delle storie migliori del suo catalogo, commovente e profonda come solo lui è in grado di realizzare e la cui conclusione sarà in grado di lasciare un vuoto nel lettore, un vuoto colmabile solo con un'altra opera di questo piccolo grande maestro della quotidianità disegnata.
Mai come in Cross Game Adachi si dimostra maestro delle pause e dei silenzi, in grado di emozionare con uno sguardo, di raccontare con vignette interamente mute e spesso ambigue, abile nel sottinteso e raramente esplicito, in modo tale che sia il lettore ad intuire sentimenti e legami tra i vari personaggi senza bisogno di spiegazioni esterne che ne ne limitino la malinconica poesia. Chiave di decodifica dell'intera opera è la figura del quadrifoglio, pianta della famiglia delle fabacee al contempo fine ed inizio, portatore di buona sorte e metafora della ciclicità della vita e dell'alternarsi delle stagioni; a prima vista una citazione abbastanza inutile ai fini della storia, se ne percepisce l'importanza quasi profetica solo ad opera conclusa o nelle successive riletture.
Cross Game presenta una struttura quasi ad incastro, con flashback, colpi di scena e momenti di suspense calibrati quasi al millimetro in modo da guidare passo passo il lettore lungo la via della piena comprensione dell'opera e dei suoi personaggi, come un puzzle da riempire un pezzo alla volta ed in grado di disvelarsi in tutta la sua bellezza solo al suo completamento.
Tutto questo non impedisce tuttavia ad Adachi di focalizzarsi sugli aspetti che sa narrare meglio: in Cross Game non mancano gli scorci di vita di tutti i giorni marchio di fabbrica dell'autore, tra un'uscita con gli amici ad un pranzo in un family restaurant, da una gita di notte al combini alle appassionati partite di baseball scolastico.
Cosi come in Nine, Touch e H2 anche in Cross Game seguiamo le avventure di un club scolastico di baseball, un gruppo di ragazzi come tanti uniti dal sogno di raggiungere il Koshien, di primeggiare su tutte le altre scuole della nazione, ragazzi che una volta concluse le superiori appenderanno il guantone al chiodo, per diventare impiegati, professori, dipendenti pubblici, lavori probabilmente anonimi, spenti, omologati, ma serbando sempre in se il ricordo di una gioventù vissuta al massimo, per bruciare, anche solo per un secondo, come una fiamma rossa e accecante.
Perfetto suggello alle vicende narrate è lo stile grafico di Adachi, semplice come le storie che racconta, minimalista ma preciso, quasi ad incarnare i canoni classici del fumetto giapponese. Adachi non ha bisogno di pirotecnici virtuosismi grafici, non punta a stupire il lettore, ma è in grado di commuoverlo con uno sguardo ed appassionarlo con una linea. Sullo sfondo, sempre precisi ed estremamente dettagliati, fondali di scuole, bar, ristoranti e campi da gioco; insomma, scenari in cui imbattersi nella vita di tutti i giorni, esattamente come i suoi personaggi.
L'edizione italiana a opera di Flashbook Edizioni è quella canonica a cui ci ha abituato l'editore: sovracopertina lucida, buona stampa, carta ben spessorata in grado di garantire un'ottima sfogliabilità e una trasparenza delle tavole completamente nulla; mancano le tavole a colori pubblicate su rivista, assenti tuttavia anche nei volumi giapponesi. Ottimo l'adattamento dei dialoghi, che riesce a mantenere un registro linguistico informale senza risultare banale, mentre risulta degna di lode la decisione di inserire in appendice al volume una serie di approfondimenti sul baseball, partendo dalle regole base fino ad una trattazione del fenomeno in Italia.
Vincitore del Premio Shogakukan come miglior shounen 28 anni dopo Touch e Miyuki, Cross Game è il traguardo raggiunto da Adachi dopo 40 anni di carriera, il punto d'arrivo - almeno finora, considerata anche la mediocrità dei primi numeri di Q&A - in cui condensare tutto se stesso. In Cross Game infatti c'è un po' di Rough e un po' di Touch, un po' di H2 e un po' di Katsu, il tutto condito dai consueti rimandi più o meno espliciti anche alle sue opere minori (Idol A, per esempio). Dopo un primo volume quasi autoconclusivo tra i più belli mai narrati, Adachi ci consegna una delle storie migliori del suo catalogo, commovente e profonda come solo lui è in grado di realizzare e la cui conclusione sarà in grado di lasciare un vuoto nel lettore, un vuoto colmabile solo con un'altra opera di questo piccolo grande maestro della quotidianità disegnata.
<b>ATTENZIONE SPOILER</b>
Si è appena concluso, con il volume n. 17, Cross Game, uno dei più recenti lavori del Maestro Mitsuru Adachi, manga vincitore del Premio Shogakukan nella categoria shonen nel 2009. Che dire? I "topoi" di Adachi ci sono tutti: la poesia della quotidianità, lo sport, la gioventù, un sogno da realizzare e la morte inaspettata e prematura di una delle protagoniste principali: la dolce e bella Wakaba, bambina di appena 11 anni. Questo tragico evento cambierà per sempre la vita e l'anima di coloro che la amavano, lasciando in loro un vuoto incolmabile ma, nello stesso tempo, il suo ricordo nelle loro menti resterà così vivo da influenzare in maniera decisiva le loro esistenze, le loro scelte. Un assenza che diventa presenza direi, come se la loro amata esistesse ancora e ne fosse la guida.
Veri protagonisti della storia sono proprio coloro che sono stati più segnati dalla scomparsa di Wakaba, visto il rapporto particolare che li legava a lei: Aoba Tsukishima, la sorella più piccola di un anno, e Kitamura Ko, vicino di casa ma più che altro oggetto dell'amore e della stima di Wakaba, da sempre.
Proprio questo particolare legame che unisce Ko e Wakaba, indispettisce e ingelosisce (di chi?) Aoba in continuazione e non fa che inasprire il suo carattere già scontroso, ruvido e indomabile. A ciò si aggiunge la svogliatezza con cui Ko si dedica al baseball, vera passione di Aoba, e la convinzione di Wakaba che Ko potrebbe diventare il miglior lanciatore del Giappone un giorno.
La sua antipatia e ostilità per Ko, perciò, perdura anche dopo che molti anni sono passati dalla tragedia. Il dolore che entrambi hanno vissuto in modo prepotente, la costante assenza di Wakaba che avvertono, pensando a lei in continuazione, non avvicina Aoba a Ko, non la ammorbidisce. Per lei, lui resterà sempre l'oggetto del suo odio. Mentre per lui, lei sarà l'unica ragazza capace di conquistarlo, proprio per la sua energia e caparbietà.
Ci vorrà il baseball (vero sport catartico per Adachi) e il comune desiderio di realizzare l'ultimo sogno di Wakaba, di vedere Ko arrivare al Koshien, ad avvicinarli piano piano, a far realizzare ad Aoba, anche se contro voglia, che Wakaba aveva ragione ad apprezzare Ko per le sue qualità umane, il carattere e le sue capacità nel baseball, che ne fanno un asso. Lui per conquistarla darà il massimo, arriverà al Koshien e riuscirà addirittura a lanciare la palla a 160 km/h, per dimostrare di essere il suo ragazzo ideale. Come compenso, si beccherà un bello schiaffo da Aoba per aver tentato di abbracciarla per la felicità di aver vinto e realizzato il desiderio di Wakaba. Tranquilli: subito dopo arriverà il cedimento di Aoba, che si lascerà andare ad un pianto liberatorio, di gratitudine e di felicità, sul petto di Ko.
Il finale è di quelli Adachiani alla massima potenza. Le mani di Aoba e Ko che finalmente si trovano e i pensieri di lei che continuano a insistere sul fatto che, più di chiunque altro, per sempre lei lo... detesta.
Forse questa volta però finalmente consapevole della falsità di questi suoi pensieri. È un finale aperto, come al solito, forse perché Adachi desidera far continuare a vivere i personaggi al di là dell'ultima vignetta del manga e non mettere il punto definitivo.
Così mi piace immaginare Ko e Aoba che continuano ancora adesso a bisticciare tra di loro come d'abitudine, con la consapevolezza però che si vogliono bene e sono fatti l'uno per l'altra.
Lo stile del manga non ha bisogno di molte parole. Chi ha già letto Adachi ritroverà tutte le caratteristiche tipiche di questo autore: un disegno semplice, tavole pulite e ordinate, momenti di silenzio e di pausa, che non fanno che accrescere l'aspettativa del lettore per le vignette successive. Naturalmente, anche se sempre gli stessi, i disegni del maestro si sono comunque evoluti nel corso degli anni e migliorati, senza perdere la loro identità. Il mio voto dipende dal fatto che non raggiunge i livelli massimi di Touch: anche se la storia un po' gli si avvicina, non raggiunge i vertici del suo capolavoro. In ogni caso è un voto alto perché Adachi tratta sempre emozioni e sentimenti profondi: i suoi protagonisti sembrano reali e comunicano una complessità interiore che difficilmente si trova in altri manga. La loro sostanza, il loro animo resta sempre un po' nascosto a noi lettori che dobbiamo intuire, osservare, riflettere sui loro comportamenti e sentimenti per cercare di capirli a fondo al di là della superficie. Restano creature complesse, con un alone di insondabile, così come accade nella vita reale con le persone che incontriamo quotidianamente. Riuscire a creare una situazione del genere, tramite disegni, non spettacolari poi, è veramente difficile,se ci si riflette. E poi il tutto è condito con una forte dose di ironia, di battute simpatiche e originali, di personaggi che sono macchiette e rallegrano la vicenda e le danno brio.
Adachi regala sempre opere di qualità, senza banalità, senza sentimentalismi da romanzetti rosa, situazioni eclatanti ma irreali e da soap opera. Il che non è davvero poco.
Si è appena concluso, con il volume n. 17, Cross Game, uno dei più recenti lavori del Maestro Mitsuru Adachi, manga vincitore del Premio Shogakukan nella categoria shonen nel 2009. Che dire? I "topoi" di Adachi ci sono tutti: la poesia della quotidianità, lo sport, la gioventù, un sogno da realizzare e la morte inaspettata e prematura di una delle protagoniste principali: la dolce e bella Wakaba, bambina di appena 11 anni. Questo tragico evento cambierà per sempre la vita e l'anima di coloro che la amavano, lasciando in loro un vuoto incolmabile ma, nello stesso tempo, il suo ricordo nelle loro menti resterà così vivo da influenzare in maniera decisiva le loro esistenze, le loro scelte. Un assenza che diventa presenza direi, come se la loro amata esistesse ancora e ne fosse la guida.
Veri protagonisti della storia sono proprio coloro che sono stati più segnati dalla scomparsa di Wakaba, visto il rapporto particolare che li legava a lei: Aoba Tsukishima, la sorella più piccola di un anno, e Kitamura Ko, vicino di casa ma più che altro oggetto dell'amore e della stima di Wakaba, da sempre.
Proprio questo particolare legame che unisce Ko e Wakaba, indispettisce e ingelosisce (di chi?) Aoba in continuazione e non fa che inasprire il suo carattere già scontroso, ruvido e indomabile. A ciò si aggiunge la svogliatezza con cui Ko si dedica al baseball, vera passione di Aoba, e la convinzione di Wakaba che Ko potrebbe diventare il miglior lanciatore del Giappone un giorno.
La sua antipatia e ostilità per Ko, perciò, perdura anche dopo che molti anni sono passati dalla tragedia. Il dolore che entrambi hanno vissuto in modo prepotente, la costante assenza di Wakaba che avvertono, pensando a lei in continuazione, non avvicina Aoba a Ko, non la ammorbidisce. Per lei, lui resterà sempre l'oggetto del suo odio. Mentre per lui, lei sarà l'unica ragazza capace di conquistarlo, proprio per la sua energia e caparbietà.
Ci vorrà il baseball (vero sport catartico per Adachi) e il comune desiderio di realizzare l'ultimo sogno di Wakaba, di vedere Ko arrivare al Koshien, ad avvicinarli piano piano, a far realizzare ad Aoba, anche se contro voglia, che Wakaba aveva ragione ad apprezzare Ko per le sue qualità umane, il carattere e le sue capacità nel baseball, che ne fanno un asso. Lui per conquistarla darà il massimo, arriverà al Koshien e riuscirà addirittura a lanciare la palla a 160 km/h, per dimostrare di essere il suo ragazzo ideale. Come compenso, si beccherà un bello schiaffo da Aoba per aver tentato di abbracciarla per la felicità di aver vinto e realizzato il desiderio di Wakaba. Tranquilli: subito dopo arriverà il cedimento di Aoba, che si lascerà andare ad un pianto liberatorio, di gratitudine e di felicità, sul petto di Ko.
Il finale è di quelli Adachiani alla massima potenza. Le mani di Aoba e Ko che finalmente si trovano e i pensieri di lei che continuano a insistere sul fatto che, più di chiunque altro, per sempre lei lo... detesta.
Forse questa volta però finalmente consapevole della falsità di questi suoi pensieri. È un finale aperto, come al solito, forse perché Adachi desidera far continuare a vivere i personaggi al di là dell'ultima vignetta del manga e non mettere il punto definitivo.
Così mi piace immaginare Ko e Aoba che continuano ancora adesso a bisticciare tra di loro come d'abitudine, con la consapevolezza però che si vogliono bene e sono fatti l'uno per l'altra.
Lo stile del manga non ha bisogno di molte parole. Chi ha già letto Adachi ritroverà tutte le caratteristiche tipiche di questo autore: un disegno semplice, tavole pulite e ordinate, momenti di silenzio e di pausa, che non fanno che accrescere l'aspettativa del lettore per le vignette successive. Naturalmente, anche se sempre gli stessi, i disegni del maestro si sono comunque evoluti nel corso degli anni e migliorati, senza perdere la loro identità. Il mio voto dipende dal fatto che non raggiunge i livelli massimi di Touch: anche se la storia un po' gli si avvicina, non raggiunge i vertici del suo capolavoro. In ogni caso è un voto alto perché Adachi tratta sempre emozioni e sentimenti profondi: i suoi protagonisti sembrano reali e comunicano una complessità interiore che difficilmente si trova in altri manga. La loro sostanza, il loro animo resta sempre un po' nascosto a noi lettori che dobbiamo intuire, osservare, riflettere sui loro comportamenti e sentimenti per cercare di capirli a fondo al di là della superficie. Restano creature complesse, con un alone di insondabile, così come accade nella vita reale con le persone che incontriamo quotidianamente. Riuscire a creare una situazione del genere, tramite disegni, non spettacolari poi, è veramente difficile,se ci si riflette. E poi il tutto è condito con una forte dose di ironia, di battute simpatiche e originali, di personaggi che sono macchiette e rallegrano la vicenda e le danno brio.
Adachi regala sempre opere di qualità, senza banalità, senza sentimentalismi da romanzetti rosa, situazioni eclatanti ma irreali e da soap opera. Il che non è davvero poco.
Cross Game inizia con un racconto d'infanzia, il protagonista Ko ha 11 anni e inizia a giocare a baseball, nella sua vita sono presenti da sempre e rivestono grande importanza le sorelle Tsukishima, sue vicine di casa. Le sorelle Tsukishima sono 4, Ko è più legato alla secondogenita Wakaba, sua coetanea, si potrebbe dire che i due sono fidanzati se non avessero un'età in cui la parola amore fa sorridere. Wakaba è affezionatissima alla sorella minore di un anno Aoba, la quale detesta Ko perché le contende le attenzioni della sorella. Nell'estate dei suoi 11 anni Wakaba muore, lasciando un grosso vuoto nel cuore di chi l'ha conosciuta.
Il secondo volume inizia dopo un salto temporale di 4 anni, la vita di Ko e gli altri è andata avanti nonostante il dolore della perdita e il baseball ricopre un'importanza estrema per i personaggi. Ko inizia a impegnarsi seriamente nel baseball per una promessa fatta a Wakaba, è il classico protagonista "adachiano", un bravo ragazzo sensibile e di buon cuore, riesce in tutto quel che si prefissa grazie alla tenacia e alla perseveranza. Wakaba è la ragazza che fa innamorare tutti grazie al suo sorriso solare e un carattere dolce e gentile. La sua morte che causa una voragine nel cuore del protagonista verrà poi parzialmente sanata dall'entrata in scena di Akane, una ragazza fisicamente e caratterialmente identica a lei.
Fin qui niente di nuovo, che cosa distingue allora Cross Game dalle altre opere di baseball di Adachi?
Prima di tutto il personaggio di Aoba, inizialmente risulta odiosa ma poi non si può evitare di provare simpatia per questa ragazza ruvida e scontrosa, con un carattere sanguigno e infantile, che non riesce ad essere sincera con se stessa e con un'energia vitale invidiabile. Cross Game vale la lettura anche per Azuma, il battitore senza punti deboli, presentato come un temibile nemico, serio, chiuso e un po' stronzo; con il procedere della trama lo si conosce meglio e diventa uno dei personaggi più amati della storia.
Oltre che per i due personaggi ben caratterizzati il manga è apprezzabile per la storia di sport e amicizia, al lettore viene naturale simpatizzare per Ko e i suoi compagni di squadra.
Se devo trovare difetti in CG: non mi è piaciuta l'entrata in scena di Akane, non capisco perché far morire Wakaba per poi rimpiazzarla con un personaggio identico; a questo punto penso che poteva essere più interessante senza morti ma con una semplice evoluzione dei sentimenti e delle dinamiche tra i personaggi, in fin dei conti nella vita reale gli equilibri nelle relazioni cambiano continuamente, ancor di più se c'è il passaggio dall'infanzia all'adolescenza. A parte questa scelta dell'autore che non comprendo questo manga mi è piaciuto molto e il finale mi ha emozionata e soddisfatta, quindi lo consiglio caldamente.
Il secondo volume inizia dopo un salto temporale di 4 anni, la vita di Ko e gli altri è andata avanti nonostante il dolore della perdita e il baseball ricopre un'importanza estrema per i personaggi. Ko inizia a impegnarsi seriamente nel baseball per una promessa fatta a Wakaba, è il classico protagonista "adachiano", un bravo ragazzo sensibile e di buon cuore, riesce in tutto quel che si prefissa grazie alla tenacia e alla perseveranza. Wakaba è la ragazza che fa innamorare tutti grazie al suo sorriso solare e un carattere dolce e gentile. La sua morte che causa una voragine nel cuore del protagonista verrà poi parzialmente sanata dall'entrata in scena di Akane, una ragazza fisicamente e caratterialmente identica a lei.
Fin qui niente di nuovo, che cosa distingue allora Cross Game dalle altre opere di baseball di Adachi?
Prima di tutto il personaggio di Aoba, inizialmente risulta odiosa ma poi non si può evitare di provare simpatia per questa ragazza ruvida e scontrosa, con un carattere sanguigno e infantile, che non riesce ad essere sincera con se stessa e con un'energia vitale invidiabile. Cross Game vale la lettura anche per Azuma, il battitore senza punti deboli, presentato come un temibile nemico, serio, chiuso e un po' stronzo; con il procedere della trama lo si conosce meglio e diventa uno dei personaggi più amati della storia.
Oltre che per i due personaggi ben caratterizzati il manga è apprezzabile per la storia di sport e amicizia, al lettore viene naturale simpatizzare per Ko e i suoi compagni di squadra.
Se devo trovare difetti in CG: non mi è piaciuta l'entrata in scena di Akane, non capisco perché far morire Wakaba per poi rimpiazzarla con un personaggio identico; a questo punto penso che poteva essere più interessante senza morti ma con una semplice evoluzione dei sentimenti e delle dinamiche tra i personaggi, in fin dei conti nella vita reale gli equilibri nelle relazioni cambiano continuamente, ancor di più se c'è il passaggio dall'infanzia all'adolescenza. A parte questa scelta dell'autore che non comprendo questo manga mi è piaciuto molto e il finale mi ha emozionata e soddisfatta, quindi lo consiglio caldamente.
Adachi è tornato!!!
Se avete amato manga quali Rough, Touch, H2 e Short Program, sappiate che quel Mitsuru Adachi è tornato! Cross Game è incredibilmente fresco, i disegni sono superbi, i personaggi sono immediatamente familiari e vicini al lettore, le situazioni comiche come quelle drammatiche arricchiscono questa storia come solo il maestro Adachi è in grado di fare! Se in più amate il baseball non potete perdere questo piccolo capolavoro!
Se avete amato manga quali Rough, Touch, H2 e Short Program, sappiate che quel Mitsuru Adachi è tornato! Cross Game è incredibilmente fresco, i disegni sono superbi, i personaggi sono immediatamente familiari e vicini al lettore, le situazioni comiche come quelle drammatiche arricchiscono questa storia come solo il maestro Adachi è in grado di fare! Se in più amate il baseball non potete perdere questo piccolo capolavoro!
All'interno della vasta produzione di Mitsuru Adachi, Cross Game appare come un'opera davvero strana.
Il primo volume si presenta come uno degli incipit più toccanti e meglio realizzati che si siano mai visti in un manga, sfrutta al meglio tutte le caratteristiche stilistico-narrative dell'autore e ha una carica emotiva davvero grandissima. Quando lo lessi la prima volta, in edizione giapponese, un paio d'anni prima che uscisse in lingua italiana, la sua lettura mi spiazzò e investii grandissime speranze nei riguardi della prosecuzione della trama.
Talvolta Cross Game si pone come un "best of" dell'autore, che presenta tutti gli elementi caratteristici dei suoi fumetti e i "personaggi-tipo", magari lasciando di tanto in tanto, la sensazione, nei lettori che seguono Adachi da tempo, che questo o quel personaggio si siano già visti in H2, che questo o quel risvolto della trama siano simili a quanto accaduto, ad esempio, in Touch, e cose del genere.
In queste occasioni, soprattutto nei primi numeri (che risultano un po' giù di tono se paragonati col folgorante e bellissimo primo volume), i personaggi di Cross Game appaiono un po' "già visti" e privi di carisma, e si tende un a sottovalutare lievemente questa storia, a valutarla come uno scivolone da parte del nostro beneamato Maestro.
Eppure, quando il lettore arriva a pensare cose del genere, l'autore se ne accorge (forse, chissà, perchè è stato proprio l'autore a far sì che le pensasse!) ed ecco che i pensieri del lettore vengono completamente rivoluzionati.
Accadono avvenimenti inattesi, divertenti gags, o ci vengono dipinti momenti di grande poesia, che ci faranno appassionare intensamente alla lettura (e anche commuovere, perchè no!), e, in men che non si dica, quegli stessi personaggi che credevamo di conoscere perchè li avevamo già visti in altre opere assumono tutt'un altro significato, fanno cose che ci stupiscono. Ci siamo affezionati, insomma.
Cross Game è così. Un momento credi già di poter prevederne tutto lo svolgimento, e il momento dopo sei a bocca aperta e con gli occhioni luccicanti perchè la storia va contro tutte le tue previsioni, e non vedi l'ora di scoprire cosa quei personaggi faranno in seguito.
A livello stilistico, il disegno rimane quello classico (sia pure nella sua accezione più recente) dell'autore, e non ci sarà difficile riconoscere nei personaggi di Cross Game i loro illustri predecessori di altre opere che avevamo già amato in precedenza ma, di tanto in tanto, spunterà anche qualche nuovo "tipo", qualche nuovo accorgimento grafico.
E' una storia di difficile giudizio Cross Game, proprio per la sua impredivibilità di fondo. Io, così come voi lettori, non posso far altro che continuare a seguirlo, attendendone con trepidazione gli sviluppi senza credere di poterli intuire, amarne il ritmo narrativo e i personaggi, come se questi fossero persone in carne ed ossa da scoprire vivendoci a contatto più che disegni su carta, e magari anche emozionarmi per le loro vicende.
Acquisto irrinunciabile per i fans dell'autore, manga da provare per i profani.
Il primo volume si presenta come uno degli incipit più toccanti e meglio realizzati che si siano mai visti in un manga, sfrutta al meglio tutte le caratteristiche stilistico-narrative dell'autore e ha una carica emotiva davvero grandissima. Quando lo lessi la prima volta, in edizione giapponese, un paio d'anni prima che uscisse in lingua italiana, la sua lettura mi spiazzò e investii grandissime speranze nei riguardi della prosecuzione della trama.
Talvolta Cross Game si pone come un "best of" dell'autore, che presenta tutti gli elementi caratteristici dei suoi fumetti e i "personaggi-tipo", magari lasciando di tanto in tanto, la sensazione, nei lettori che seguono Adachi da tempo, che questo o quel personaggio si siano già visti in H2, che questo o quel risvolto della trama siano simili a quanto accaduto, ad esempio, in Touch, e cose del genere.
In queste occasioni, soprattutto nei primi numeri (che risultano un po' giù di tono se paragonati col folgorante e bellissimo primo volume), i personaggi di Cross Game appaiono un po' "già visti" e privi di carisma, e si tende un a sottovalutare lievemente questa storia, a valutarla come uno scivolone da parte del nostro beneamato Maestro.
Eppure, quando il lettore arriva a pensare cose del genere, l'autore se ne accorge (forse, chissà, perchè è stato proprio l'autore a far sì che le pensasse!) ed ecco che i pensieri del lettore vengono completamente rivoluzionati.
Accadono avvenimenti inattesi, divertenti gags, o ci vengono dipinti momenti di grande poesia, che ci faranno appassionare intensamente alla lettura (e anche commuovere, perchè no!), e, in men che non si dica, quegli stessi personaggi che credevamo di conoscere perchè li avevamo già visti in altre opere assumono tutt'un altro significato, fanno cose che ci stupiscono. Ci siamo affezionati, insomma.
Cross Game è così. Un momento credi già di poter prevederne tutto lo svolgimento, e il momento dopo sei a bocca aperta e con gli occhioni luccicanti perchè la storia va contro tutte le tue previsioni, e non vedi l'ora di scoprire cosa quei personaggi faranno in seguito.
A livello stilistico, il disegno rimane quello classico (sia pure nella sua accezione più recente) dell'autore, e non ci sarà difficile riconoscere nei personaggi di Cross Game i loro illustri predecessori di altre opere che avevamo già amato in precedenza ma, di tanto in tanto, spunterà anche qualche nuovo "tipo", qualche nuovo accorgimento grafico.
E' una storia di difficile giudizio Cross Game, proprio per la sua impredivibilità di fondo. Io, così come voi lettori, non posso far altro che continuare a seguirlo, attendendone con trepidazione gli sviluppi senza credere di poterli intuire, amarne il ritmo narrativo e i personaggi, come se questi fossero persone in carne ed ossa da scoprire vivendoci a contatto più che disegni su carta, e magari anche emozionarmi per le loro vicende.
Acquisto irrinunciabile per i fans dell'autore, manga da provare per i profani.
Forse è un po' presto per parlare di questa nuova opera del maestro Asachi, ma comunque io ci provo; fino ad ora, ho trovato questo manga, veramente bello, sia per i disegni perfetti del maestro, sia per i personaggi della storia ben caratterizzati. Devo dire che per ora non raggiunge la perfezione assoluta delle storia come H2, ma questo perché alla fin fine, la trama è molto somigliante ad altre opere dello stesso autore, quindi dopo un po' rischia seriamente di annoiare rivedere spesso le stesse vicende. Credo che piacerà molto ai fan sfegatati di Adachi e delle sue opere come Touch, come sono io. Comunque io continuo a seguire i suoi manga e continuano a piacermi sempre di più.
Purtroppo devo dire che questo manga mi ha leggermente deluso. Non perché la storia sia brutta, non perché i disegni non siano caratteristici del poeta Adachi ma perché obiettivamente è sempre la stessa storia. Baseball, scuola, tragedia, vai al Koshien, famiglie amiche, fratelli e sorelle, allenatori cattivi... Con questo manga Adachi cerca di ripristinare le emozioni che ci ha fatto leggere in Touch ma a parer mio non ci riesce. Copia da se stesso insomma. Anzi la protagonista a me risulta quasi antipatica. A tratti non si riconoscono nemmeno i personaggi nei disegni ma questa è un caratteristica del maestro che ho sempre apprezzato perché non erano i disegni ad attirare nei suoi manga. Cross Game è uscito quasi in contemporanea che Katsu in Italia, io in Katsu ho trovato "novità" ed "emozioni" stile Touch, Rough e compagnia bella ma in Cross Game purtroppo no. Consegno la sufficienza in onore del maestro ma devo dire che mi sa che questa volta il poeta si è inciampato. Consiglio di leggerlo prima di Touch almeno altrimenti vi sembrerà ripetitivo e noioso.
Dopo la mezza delusione di <b>H2</b>, che onestamente non era riuscito mai a coinvolgermi come altre opere di Adachi, e che ritengo sia durato qualche volumetto di troppo, e dopo comunque essere rimasto piacevolmente impressionato da diverse sue opere brevi che ho potuto godermi grazie a Star Comics, mi trovo finalmente tra le mani la sua nuova opera 'maggiore', a sorpresa grazie a Flashbook Edizioni.
Cross Game è attualmente all’undicesimo vulumetto in Giappone e credo non terminerà a breve. Fortunatamente l’impostazione che Adachi ha pensato, forse imparando dagli errori fatti in H2, non rischia di rendere l’opera ripetitiva: il primo volumetto è ambientato quando i personaggi sono ancora in tenera età, poi dal secondo al nono c’è il primo balzo temporale in avanti, balzo che viene riproposto dal volume 11.
Avendo solo letto il primo volumetto posso esprimere la mia opinione solo sulla prima parte e devo ammettere che Cross Game sembra molto promettente. Mi ha fatto inevitabilmente tornare in mente <i>Touch</i>, tanto che se dovessi descriverlo in poche parole, esemplificando lo definirei un "<b>Touch al contrario</b>".
Per il resto offre tutti i pregi delle opere di Adachi: riesce ad essere fresco, divertente, spigliato e poetico, in grado di far emozionare e commuovere anche un trentenne come il sottoscritto. Si legge sempre con estrema piacevolezza, in relax, ma mai si dimostra banale, anzi, l’autore riesce a far riflettere su alcune situazioni della vita di tutti i giorni grazie a piccoli particolari, a silenzi, coincidenze, sguardi o sorrisi. Insomma, non posso che consigliarvelo caldamente.
L’edizione Flashbook è molto curata: non conosco il giapponese e pertanto non posso esprimermi sull’adattamento o sulle traduzioni, ma posso tuttavia notare come i dialoghi sembrino molto curati e come l’adattatore abbia voluto impreziosire il suo lavoro con diverse note. La stampa si attesta su livelli molto buoni, mentre la carta, seppur buona, ritengo sia il lato più debole di questo volumetto, che comunque risulta anche molto ben confezionato e rifinito da una bella sovracopertina.
La pubblicazione è bimestrale, cosa che ci permetterà di non raggiungere la pubblicazione nipponica in tempi brevi: si ha già abbastanza materiale per due anni e una volta che sarà finito ne sarà uscito quasi altrettanto, visto che la periodicità nipponica è più o meno trimestrale, per cui in pratica si rosicchiano solo due volumetti all’anno (pertanto per 5 anni e mezzo siamo a posto e fra 5 anni spero sia concluso anche in Giappone)!
Cross Game è attualmente all’undicesimo vulumetto in Giappone e credo non terminerà a breve. Fortunatamente l’impostazione che Adachi ha pensato, forse imparando dagli errori fatti in H2, non rischia di rendere l’opera ripetitiva: il primo volumetto è ambientato quando i personaggi sono ancora in tenera età, poi dal secondo al nono c’è il primo balzo temporale in avanti, balzo che viene riproposto dal volume 11.
Avendo solo letto il primo volumetto posso esprimere la mia opinione solo sulla prima parte e devo ammettere che Cross Game sembra molto promettente. Mi ha fatto inevitabilmente tornare in mente <i>Touch</i>, tanto che se dovessi descriverlo in poche parole, esemplificando lo definirei un "<b>Touch al contrario</b>".
Per il resto offre tutti i pregi delle opere di Adachi: riesce ad essere fresco, divertente, spigliato e poetico, in grado di far emozionare e commuovere anche un trentenne come il sottoscritto. Si legge sempre con estrema piacevolezza, in relax, ma mai si dimostra banale, anzi, l’autore riesce a far riflettere su alcune situazioni della vita di tutti i giorni grazie a piccoli particolari, a silenzi, coincidenze, sguardi o sorrisi. Insomma, non posso che consigliarvelo caldamente.
L’edizione Flashbook è molto curata: non conosco il giapponese e pertanto non posso esprimermi sull’adattamento o sulle traduzioni, ma posso tuttavia notare come i dialoghi sembrino molto curati e come l’adattatore abbia voluto impreziosire il suo lavoro con diverse note. La stampa si attesta su livelli molto buoni, mentre la carta, seppur buona, ritengo sia il lato più debole di questo volumetto, che comunque risulta anche molto ben confezionato e rifinito da una bella sovracopertina.
La pubblicazione è bimestrale, cosa che ci permetterà di non raggiungere la pubblicazione nipponica in tempi brevi: si ha già abbastanza materiale per due anni e una volta che sarà finito ne sarà uscito quasi altrettanto, visto che la periodicità nipponica è più o meno trimestrale, per cui in pratica si rosicchiano solo due volumetti all’anno (pertanto per 5 anni e mezzo siamo a posto e fra 5 anni spero sia concluso anche in Giappone)!
<b>Mitsuru Adachi</b> si conferma un autore su cui gli editori italiani puntano, se possono, molto volentieri, visto che ha un buon seguito di pubblico ed appassionati. Da pochissimo è stato pubblicato in Italia <a href="http://animeclick.lycos.it/manga.php?xtit=L+Avventuroso">L'Avventuroso</a>, una raccolta di storie brevi edita da <b>Star Comics</b>.
<b>Cross Game</b> è, invece, la nuova opera che il mangaka sta portando avanti in Giappone e che si prospetta di lunga durata, visto che ha già raggiunto l’undicesimo volumetto. Ricorda per molti aspetti le opere più famose di Adachi, ma se credete che sia semplicemente una copia, vi sbagliate. I punti comuni sono soprattutto l’ambientazione di carattere adolescenziale e i temi dello sport, l’amore e la morte. Non tratterà forse di un prodotto innovativo, ma al solito riesce ad essere molto poetico.
Cross Game narra la storia di quattro sorelle, Ichigo, Wakaba, Aoba e Momiji, e del loro vicino di casa, Ko. Il primo volumetto parte da quando il protagonista frequenta ancora le scuole elementari insieme a Wakaba. E’ ben evidente sin dall’inizio che tra i due esiste un legame più forte della semplice amicizia, tanto che spesso l’atteggiamento di Wakaba causa a Ko delle difficoltà con i compagni di scuola, anch'essi innamorati dalla ragazza. A movimentare le cose e a far girare gli ingranaggi della storia sarà un tragico evento che accadrà alla fine del primo volumetto.
Già dal secondo inizia un nuovo ciclo narrativo, ambientato diversi anni dopo: ci vengono ripresentati i protagonisti e possiamo vedere come i rapporti tra di essi siano cambiati. L'inserimento di nuovi "attori" complica maggiormente la storia e inizia a farsi sentire anche l'importanza dello sport, ancora una volta il baseball, che avvolge attorno a se vari protagonisti. Da indiscrezioni della casa editrice italiana sappiamo che questo secondo ciclo termina verso il decimo volume e che nel terzo ricomparirà un personaggio appartenente al primo che darà nuova vitalità alla storia, impedendo una ripetitività lunga e noiosa.
Per quanto riguarda lo stile di disegno siamo di fronte al classico tratto di Adachi: semplice, pulito, privo di fronzoli, dettagliato nei particolari, ma non banale. Sicuramente uno dei punti di forza di tutte le sue opere. Ancora una volta sono meravigliato da come l'autore, tramite vignette piene di silenzio nelle quali a volte non compaiono nemmeno i personaggi, riesca ad esprimere i sentimenti degli stessi. Tale abilità è sicuramente il fattore più caratteristico dello stile di questo mangaka: così facendo riesce a rendere molto scorrevole e di facile interpretazione quanto sta raccontando, in modo che il lettore non debba concentrarsi a seguire la trama e sia così più coinvolto emotivamente.
Per la prima volta in Italia Adachi non viene pubblicato dalla Star Comics, ma da <b>FlashBook Edizioni</b>. La qualità dell'edizione è nello standard di FlashBook: l’ottima carta e l’ottima stampa valorizzano molto il tratto del disegno. Ottima anche la cura dei particolari: alla fine del volume si trovano una serie di note che spiegano al lettore sia i giochi di parole proposti, spesso nascosti nei nomi dei personaggi, che eventuali particolarità poco conosciute della cultura giapponese. Anche la sovracopertina a colori è molto ben curata e al suo interno vengono riproposte, sempre colorate, alcune tavole che fanno da intestazione ai capitoli.
L'editore ha in programma di serializzare il manga a cadenza bimestrale al prezzo di € 5.90, non economicissimo, ma adeguato alla cura dell'edizione.
<b>Cross Game</b> è, invece, la nuova opera che il mangaka sta portando avanti in Giappone e che si prospetta di lunga durata, visto che ha già raggiunto l’undicesimo volumetto. Ricorda per molti aspetti le opere più famose di Adachi, ma se credete che sia semplicemente una copia, vi sbagliate. I punti comuni sono soprattutto l’ambientazione di carattere adolescenziale e i temi dello sport, l’amore e la morte. Non tratterà forse di un prodotto innovativo, ma al solito riesce ad essere molto poetico.
Cross Game narra la storia di quattro sorelle, Ichigo, Wakaba, Aoba e Momiji, e del loro vicino di casa, Ko. Il primo volumetto parte da quando il protagonista frequenta ancora le scuole elementari insieme a Wakaba. E’ ben evidente sin dall’inizio che tra i due esiste un legame più forte della semplice amicizia, tanto che spesso l’atteggiamento di Wakaba causa a Ko delle difficoltà con i compagni di scuola, anch'essi innamorati dalla ragazza. A movimentare le cose e a far girare gli ingranaggi della storia sarà un tragico evento che accadrà alla fine del primo volumetto.
Già dal secondo inizia un nuovo ciclo narrativo, ambientato diversi anni dopo: ci vengono ripresentati i protagonisti e possiamo vedere come i rapporti tra di essi siano cambiati. L'inserimento di nuovi "attori" complica maggiormente la storia e inizia a farsi sentire anche l'importanza dello sport, ancora una volta il baseball, che avvolge attorno a se vari protagonisti. Da indiscrezioni della casa editrice italiana sappiamo che questo secondo ciclo termina verso il decimo volume e che nel terzo ricomparirà un personaggio appartenente al primo che darà nuova vitalità alla storia, impedendo una ripetitività lunga e noiosa.
Per quanto riguarda lo stile di disegno siamo di fronte al classico tratto di Adachi: semplice, pulito, privo di fronzoli, dettagliato nei particolari, ma non banale. Sicuramente uno dei punti di forza di tutte le sue opere. Ancora una volta sono meravigliato da come l'autore, tramite vignette piene di silenzio nelle quali a volte non compaiono nemmeno i personaggi, riesca ad esprimere i sentimenti degli stessi. Tale abilità è sicuramente il fattore più caratteristico dello stile di questo mangaka: così facendo riesce a rendere molto scorrevole e di facile interpretazione quanto sta raccontando, in modo che il lettore non debba concentrarsi a seguire la trama e sia così più coinvolto emotivamente.
Per la prima volta in Italia Adachi non viene pubblicato dalla Star Comics, ma da <b>FlashBook Edizioni</b>. La qualità dell'edizione è nello standard di FlashBook: l’ottima carta e l’ottima stampa valorizzano molto il tratto del disegno. Ottima anche la cura dei particolari: alla fine del volume si trovano una serie di note che spiegano al lettore sia i giochi di parole proposti, spesso nascosti nei nomi dei personaggi, che eventuali particolarità poco conosciute della cultura giapponese. Anche la sovracopertina a colori è molto ben curata e al suo interno vengono riproposte, sempre colorate, alcune tavole che fanno da intestazione ai capitoli.
L'editore ha in programma di serializzare il manga a cadenza bimestrale al prezzo di € 5.90, non economicissimo, ma adeguato alla cura dell'edizione.