Quello di Ashly Burch è un nome ben conosciuto nel mondo dei videogiochi, l'attrice americana ha infatti contribuito con movimenti facciali e doppiaggio a dare vita a personaggi iconici di diverse serie come Chloe Price di Life is Strange, Tiny Tina di Borderlands e persino nel mondo anime interpretando Sasha Braus de l'Attacco dei Giganti. Tra i tanti lavori svolti da Ashly figura anche Aloy di Horizon: Forbidden West e in parte anche per questo è interessante ascoltare la sua opinione in merito al recente video pubblicato da Sony in merito alle nuove sperimentazioni con la IA.

Di seguito riportiamo una traduzione delle parole dell'attrice, ma prima facciamo un passo indietro e presentiamo il "caso" che ha dato il via a tutto questo. Il 10 marzo l'utente Oliver Darko ha postato su X un video leak relativo ad un primo prototipo di "AI-Aloy", un video con la voce narrante di Sharwin Raghoeberdajal, Direttore della divisione Software Engineering di Sony Playstation. Nel video, ora non più visibile, Aloy risponde in tempo reale a delle semplici domande del tipo "come stai" e dopo alcune risposte generiche inizia a parlare della lore di Horizon. "Questo è solo un assaggio di cosa è possibile fare" dice il direttore a fine video, ma ciò che stupisce è che tutto il lavoro ha richiesto circa 7 giorni lavorativi usando, stando a quanto riportato da The Verge, l'applicazione Whisper speech-to-text di OpenAI e una combinazione di GPT-4 e LLama 3 per la parte di decision making, il tutto unito ad un sistema proprietario di Sony per l'Emotional Voice Synthesis per la generazione dei dialoghi. Le espressioni facciali di Aloy sono state create da un altro sistema di Sony chiamato Mockingbird.
Dopo aver visto il video, Ashly Burch ha commentato con le seguenti parole che riportiamo tradotte provenienti dai suoi canali social, come ad esempio il suo canale TikTok.
Andando avanti nel discorso, Ashly Burch racconta di amare l'industria del videogiochi e delle forme d'arte creative che essa ha generato. Burch vorrebbe vedere una nuova generazione di attori che possano portare le loro incredibili performance nei giochi - a questo proposito è difficile non pensare al nostro Luca Marinelli che debutterà in Death Stranding 2: On the Beach. L'attrice americana prosegue il discorso chiudendo con le seguenti parole che riportiamo tradotte:
"Vorrei poter continuare a fare questo lavoro e se non vinciamo allora si che il nostro futuro sarà compromesso. Sto genuinamente provando a non mettere nessuna compagnia specifica nel mirino, certamente non voglio puntare il dito contro Guerrilla, perché come ho già detto... non penso che la tecnologia sia il problema. Le software house che vogliono usare queste tecnologie non sono il problema. Il problema è che noi attori siamo attualmente in pericolo e il nostro collettivo non accetta di fornirci protezioni adeguate, difese minime che ci si aspetterebbe dal buon senso.
Combattere è l'unica cosa che possiamo fare per proteggere il futuro e la longevità delle nostre cariere che amiamo dal profondo del cuore"
Le nuove tecnologie portano sempre importanti scossoni nelle industrie.
Fonte consultata:
Eurogamer 1 - 2
The Verge
TikTok

Di seguito riportiamo una traduzione delle parole dell'attrice, ma prima facciamo un passo indietro e presentiamo il "caso" che ha dato il via a tutto questo. Il 10 marzo l'utente Oliver Darko ha postato su X un video leak relativo ad un primo prototipo di "AI-Aloy", un video con la voce narrante di Sharwin Raghoeberdajal, Direttore della divisione Software Engineering di Sony Playstation. Nel video, ora non più visibile, Aloy risponde in tempo reale a delle semplici domande del tipo "come stai" e dopo alcune risposte generiche inizia a parlare della lore di Horizon. "Questo è solo un assaggio di cosa è possibile fare" dice il direttore a fine video, ma ciò che stupisce è che tutto il lavoro ha richiesto circa 7 giorni lavorativi usando, stando a quanto riportato da The Verge, l'applicazione Whisper speech-to-text di OpenAI e una combinazione di GPT-4 e LLama 3 per la parte di decision making, il tutto unito ad un sistema proprietario di Sony per l'Emotional Voice Synthesis per la generazione dei dialoghi. Le espressioni facciali di Aloy sono state create da un altro sistema di Sony chiamato Mockingbird.
Dopo aver visto il video, Ashly Burch ha commentato con le seguenti parole che riportiamo tradotte provenienti dai suoi canali social, come ad esempio il suo canale TikTok.
Ho visto la tech-demo uscita la scorsa settimana. Guerrilla Games [la software house dietro lo sviluppo di Horizon ndr] mi ha assicurato che quanto mostrato non rispecchia nulla che sia attivamente in fase di sviluppo.
Anche Sony mi ha rassicurato specificando che quanto mostrato nella demo non è basato su nessuna delle mie performance. In quel video non ci sono quindi tracce delle mie espressioni facciali, voce o altro. Guerrilla possiede Aloy come personaggio.
Nonostante questo non posso fare a meno che definirmi preoccupata. Non sono preoccupata di Guerrilla nello specifico o di Horizon né delle mie performace e nemmeno della mia carriera nel prossimo futuro. Sono preoccupata per l'arte. Le performance legate ai videogiochi sono una forma d'arte.
Noi performer chiediamo protezione, quello che vogliamo è che ci venga chiesto il consenso prima di una qualsiasi applicazione AI legata a noi. Le case devono risarcirci in modo congruo e devono farci sapere per cosa vorranno usare i nostri doppioni realizzati con le AI.

[Burch specifica che non è preoccupata dalla tecnologia in se o di come le compagnie useranno questi nuovi strumenti: "è ovvio che usino strumenti così potenti, tutti vogliono usare tecnologie all'ultimo grido"]
Immagino che un giorno possa uscire un gioco del genere dove i personaggi parlano e si muovono con il lavoro di attori e la voce di qualcuno a noi familiare, ma senza sapere davvero chi è. Se perdiamo questa battaglia, la persona che ha lavorato per permettere di dare vita a quel personaggio non riceverà mai un compenso. Quella persona non avrà protezioni e non avrà alcun modo di rispondere.
Se penso ad una realtà del genere... mi sento triste. Mi fa male il cuore e mi fa paura.
Anche Sony mi ha rassicurato specificando che quanto mostrato nella demo non è basato su nessuna delle mie performance. In quel video non ci sono quindi tracce delle mie espressioni facciali, voce o altro. Guerrilla possiede Aloy come personaggio.
Nonostante questo non posso fare a meno che definirmi preoccupata. Non sono preoccupata di Guerrilla nello specifico o di Horizon né delle mie performace e nemmeno della mia carriera nel prossimo futuro. Sono preoccupata per l'arte. Le performance legate ai videogiochi sono una forma d'arte.
Noi performer chiediamo protezione, quello che vogliamo è che ci venga chiesto il consenso prima di una qualsiasi applicazione AI legata a noi. Le case devono risarcirci in modo congruo e devono farci sapere per cosa vorranno usare i nostri doppioni realizzati con le AI.

[Burch specifica che non è preoccupata dalla tecnologia in se o di come le compagnie useranno questi nuovi strumenti: "è ovvio che usino strumenti così potenti, tutti vogliono usare tecnologie all'ultimo grido"]
Immagino che un giorno possa uscire un gioco del genere dove i personaggi parlano e si muovono con il lavoro di attori e la voce di qualcuno a noi familiare, ma senza sapere davvero chi è. Se perdiamo questa battaglia, la persona che ha lavorato per permettere di dare vita a quel personaggio non riceverà mai un compenso. Quella persona non avrà protezioni e non avrà alcun modo di rispondere.
Se penso ad una realtà del genere... mi sento triste. Mi fa male il cuore e mi fa paura.
Andando avanti nel discorso, Ashly Burch racconta di amare l'industria del videogiochi e delle forme d'arte creative che essa ha generato. Burch vorrebbe vedere una nuova generazione di attori che possano portare le loro incredibili performance nei giochi - a questo proposito è difficile non pensare al nostro Luca Marinelli che debutterà in Death Stranding 2: On the Beach. L'attrice americana prosegue il discorso chiudendo con le seguenti parole che riportiamo tradotte:
"Vorrei poter continuare a fare questo lavoro e se non vinciamo allora si che il nostro futuro sarà compromesso. Sto genuinamente provando a non mettere nessuna compagnia specifica nel mirino, certamente non voglio puntare il dito contro Guerrilla, perché come ho già detto... non penso che la tecnologia sia il problema. Le software house che vogliono usare queste tecnologie non sono il problema. Il problema è che noi attori siamo attualmente in pericolo e il nostro collettivo non accetta di fornirci protezioni adeguate, difese minime che ci si aspetterebbe dal buon senso.
Combattere è l'unica cosa che possiamo fare per proteggere il futuro e la longevità delle nostre cariere che amiamo dal profondo del cuore"
Le nuove tecnologie portano sempre importanti scossoni nelle industrie.
Fonte consultata:
Eurogamer 1 - 2
The Verge
TikTok
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Tutti i doppiatori del mondo sono preoccupati, poiché le AI hanno il potenziale per sostituire i doppiatori e quindi far sì che il mestiere del doppiatore sia un lavoro che scomparirà nei prossimi 20 o 30 anni.
Il sunto però è un'intera dichiarazione dove l'unico problema che ha con la questione è l'uso della propria interpretazione e la relativa monetizzazione. Dal mio punto di vista gli interpreti dovrebbero iniziare a venire incontro alla tecnologia così da garantirsi un ritorno economico grazie alla loro capacità interpretativa ma lasciando libero l'uso di questi mezzi ausiliari per quello che estende l'uso del personaggio oltre l'attualmente possibile. Altrimenti finirà che verranno definitivamente accantonati per l'uso al 100% di versioni sintetizzate, lì si che perdi l'umanizzazione del personaggio, ma chissà se col progresso di queste tecnologie poi gli utenti finali se ne accorgeranno o no.
Come ho già detto nello scorso articolo all'intelligenza artificiale mancherà sempre quella componente umana che fa la differenza e che rende le persone uniche e non tutte uguali come se fossero delle stampe.
Per fare un esempio anche quando si usa l'intelligenza artificiale per generare delle immagini se non c'è il controllo umano il risultato che viene fuori è davvero pessimo e scadente oppure non corrisponde alle richieste fatte.
Perciò la tecnologia sia solo un validissimo strumento di aiuto all'uomo e non un modo per sostituirlo.
Vale sia per l'arte che anche per tutti gli altri ambiti in cui si è deciso di puntare sull'intelligenza artificiale.
Mi sfugge l'ovvietà di questo assunto, visto che è come dire che se vado in Ferrari "è ovvio" che debba andare a 300 km/h, e quindi che se poi ammazzo qualcuno è nell'ordine delle cose.
Se la IA si limitasse solo a dare una mano con la localizzazione dei giochi io non avrei nulla da ridire, ma in questo caso sì: assolutamente non è giusto nei confronti dei doppiatori
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