Shingeki no Bahamut: Genesis è un anime del 2014, costituito da dodici episodi di durata canonica e ispirato al card battle game Shingeki no Bahamut (Rage of Bahamut, in inglese), sviluppato e pubblicato da Cygames.
La storia, ambientata nel magico mondo di Mistarcia, vede come protagonisti principali due giovani e gagliardi cacciatori di taglie: Favaro Leone e Kaisar Lidfard. Mentre il primo è un simpatico mascalzone, il secondo sembra possedere una sorta di orgoglio cavalleresco e, per un non meglio specificato motivo legato al loro passato, tra i due esiste un evidente rancore, che porta Kaisar a dare perennemente la caccia al suo rivale. Favaro si ritrova successivamente legato a una ragazza, Amira, che lo costringe ad accompagnarla, in veste di guida, in un pericoloso viaggio per raggiungere la di lei madre. Favaro, con Kaisar sempre alle calcagna, rimane così coinvolto in un'epica avventura, attraversando terre popolate da mostri, Demoni, Dei e uomini, su cui incombe la minaccia del risveglio del Bahamut, un enorme, invincibile drago che, duemila anni prima, aveva devastato il mondo con la propria furia distruttiva.
Dal punto di vista del genere di appartenenza, Shingeki no Bahamut: Genesis si rivela un'opera eccezionalmente vasta e articolata: si passa con disinvoltura dal drammatico all'horror, dal sovrannaturale al piratesco, il tutto arricchito dall'influenza della mitologia cristiana e greca e dall'inserimento di personaggi storici, rivisitati in chiave epico-fantastica. Nonostante l'elevato rischio di realizzare un indigesto polpettone, incapace di soffermarsi e sviluppare in maniera soddisfacente ciascuno di questi aspetti, questa serie riesce ad amalgamare senza problemi tutte le proprie sfumature, costruendo, episodio dopo episodio, un insieme organico e sempre sorprendente. Partito come un anime dai toni piuttosto scanzonati, col passare del tempo Shingeki no Bahamut: Genesis si evolve in maniera via via più intrigante, senza però rinunciare all'ironia di fondo.
I personaggi, protagonisti e antagonisti, principali e secondari, sono interessanti e affascinanti: a volte sarcastici, a volte ingenui, altre volte ancora scaltri, colpevoli o innocenti, spietati o generosi, ma comunque sempre ben caratterizzati.
Particolare attenzione è riservata al trio Favaro, Kaisar e Amira, i cui rapporti sono costruiti con intelligenza, magari non originalissimi, ma mai scontati, e le cui personalità sono complesse e intriganti. Ad essi sono anche dedicati degli importanti flashback, utili per approfondirne al meglio le motivazioni e le emozioni. Ho apprezzato soprattutto il legame di rivalità tra i due cacciatori di taglie: si affrontano, si riappacificano, si scontrano nuovamente, si aiutano e, se se ne presenta l'occasione, cercano di uccidersi a vicenda. Eppure, nonostante tutto, è impossibile non notare la profonda amicizia che li lega e la stima reciproca.
Anche la relazione tra Favaro e Amira, dapprima legata al puro raggiungimento reciproco di un vantaggio personale, diventa col tempo sempre più intensa e umana.
I personaggi di minor rilievo, seppur meno approfonditi psicologicamente, rivestono ruoli determinanti ai fini della trama e risultano sempre completi e credibili, sia come alleati dei protagonisti, sia come nemici, autenticamente malvagi, infidi e pieni di risorse. L'appartenenza a una di queste categorie, tra l'altro, non è nemmeno facilmente intuibile, continuamente rimescolata da tradimenti e inganni.
Il design dei personaggi è sempre molto curato e ricco di dettagli, anche per quanto riguardo il vestiario, sia civile che militare. Atipico e originale è l'aspetto di Favaro e Kaisar, decisamente poco aitanti, ad un primo sguardo: il primo porta un vistoso afro fulvo, mentre il secondo ostenta un'improbabile pettinatura pompadour. Inoltre, buona parte dei personaggi maschili è provvisto di lunghe ciglia e labbra carnose, il che dona loro un look vagamente androgino, più evidente in alcuni e meno in altri. Le donne, invece, sono tendenzialmente molto graziose, Amira su tutte (meravigliosa), resa ancora più adorabile dai propri atteggiamenti spesso infantili. I volti, poi, sono sempre straordinariamente espressivi.
Notevoli anche le varie creature fantastiche cui i protagonisti vanno incontro nel corso delle puntate, anche se alcune di esse sono realizzate con una CG che salta troppo all'occhio e risulta un po' sgradevole.
Le ambientazioni di carattere medievale sono molto suggestive e ampiamente particolareggiate e regalano imponenti fortezze, confortevoli locande, cupi villaggi immersi nella foresta, le splendide e lucenti residenze degli angeli e quelle grottesche e pulsanti dei demoni. Si passa da luoghi oscuri e tenebrosi ad altri caratterizzati da colori decisamente più luminosi e brillanti.
Le animazioni sono fluide e dinamiche, il che rende le frequenti scene d'azione coinvolgenti e avvincenti, oltre che ottimamente girate.
La colonna sonora costituisce indubbiamente uno dei punti di forza di questo anime: all'opening, dall'energico e duro sound metallico, si contrappone un'ending dolce e rilassante; entrambe le sigle sono molto belle anche dal punto di vista grafico. Durante i vari episodi, è possibile ascoltare, a seconda delle circostanze, brani solenni, epici e altri dalle inconfondibili sonorità latine, resi alla perfezione da amabili schitarrate acustiche.
La storia, ambientata nel magico mondo di Mistarcia, vede come protagonisti principali due giovani e gagliardi cacciatori di taglie: Favaro Leone e Kaisar Lidfard. Mentre il primo è un simpatico mascalzone, il secondo sembra possedere una sorta di orgoglio cavalleresco e, per un non meglio specificato motivo legato al loro passato, tra i due esiste un evidente rancore, che porta Kaisar a dare perennemente la caccia al suo rivale. Favaro si ritrova successivamente legato a una ragazza, Amira, che lo costringe ad accompagnarla, in veste di guida, in un pericoloso viaggio per raggiungere la di lei madre. Favaro, con Kaisar sempre alle calcagna, rimane così coinvolto in un'epica avventura, attraversando terre popolate da mostri, Demoni, Dei e uomini, su cui incombe la minaccia del risveglio del Bahamut, un enorme, invincibile drago che, duemila anni prima, aveva devastato il mondo con la propria furia distruttiva.
Dal punto di vista del genere di appartenenza, Shingeki no Bahamut: Genesis si rivela un'opera eccezionalmente vasta e articolata: si passa con disinvoltura dal drammatico all'horror, dal sovrannaturale al piratesco, il tutto arricchito dall'influenza della mitologia cristiana e greca e dall'inserimento di personaggi storici, rivisitati in chiave epico-fantastica. Nonostante l'elevato rischio di realizzare un indigesto polpettone, incapace di soffermarsi e sviluppare in maniera soddisfacente ciascuno di questi aspetti, questa serie riesce ad amalgamare senza problemi tutte le proprie sfumature, costruendo, episodio dopo episodio, un insieme organico e sempre sorprendente. Partito come un anime dai toni piuttosto scanzonati, col passare del tempo Shingeki no Bahamut: Genesis si evolve in maniera via via più intrigante, senza però rinunciare all'ironia di fondo.
I personaggi, protagonisti e antagonisti, principali e secondari, sono interessanti e affascinanti: a volte sarcastici, a volte ingenui, altre volte ancora scaltri, colpevoli o innocenti, spietati o generosi, ma comunque sempre ben caratterizzati.
Particolare attenzione è riservata al trio Favaro, Kaisar e Amira, i cui rapporti sono costruiti con intelligenza, magari non originalissimi, ma mai scontati, e le cui personalità sono complesse e intriganti. Ad essi sono anche dedicati degli importanti flashback, utili per approfondirne al meglio le motivazioni e le emozioni. Ho apprezzato soprattutto il legame di rivalità tra i due cacciatori di taglie: si affrontano, si riappacificano, si scontrano nuovamente, si aiutano e, se se ne presenta l'occasione, cercano di uccidersi a vicenda. Eppure, nonostante tutto, è impossibile non notare la profonda amicizia che li lega e la stima reciproca.
Anche la relazione tra Favaro e Amira, dapprima legata al puro raggiungimento reciproco di un vantaggio personale, diventa col tempo sempre più intensa e umana.
I personaggi di minor rilievo, seppur meno approfonditi psicologicamente, rivestono ruoli determinanti ai fini della trama e risultano sempre completi e credibili, sia come alleati dei protagonisti, sia come nemici, autenticamente malvagi, infidi e pieni di risorse. L'appartenenza a una di queste categorie, tra l'altro, non è nemmeno facilmente intuibile, continuamente rimescolata da tradimenti e inganni.
Il design dei personaggi è sempre molto curato e ricco di dettagli, anche per quanto riguardo il vestiario, sia civile che militare. Atipico e originale è l'aspetto di Favaro e Kaisar, decisamente poco aitanti, ad un primo sguardo: il primo porta un vistoso afro fulvo, mentre il secondo ostenta un'improbabile pettinatura pompadour. Inoltre, buona parte dei personaggi maschili è provvisto di lunghe ciglia e labbra carnose, il che dona loro un look vagamente androgino, più evidente in alcuni e meno in altri. Le donne, invece, sono tendenzialmente molto graziose, Amira su tutte (meravigliosa), resa ancora più adorabile dai propri atteggiamenti spesso infantili. I volti, poi, sono sempre straordinariamente espressivi.
Notevoli anche le varie creature fantastiche cui i protagonisti vanno incontro nel corso delle puntate, anche se alcune di esse sono realizzate con una CG che salta troppo all'occhio e risulta un po' sgradevole.
Le ambientazioni di carattere medievale sono molto suggestive e ampiamente particolareggiate e regalano imponenti fortezze, confortevoli locande, cupi villaggi immersi nella foresta, le splendide e lucenti residenze degli angeli e quelle grottesche e pulsanti dei demoni. Si passa da luoghi oscuri e tenebrosi ad altri caratterizzati da colori decisamente più luminosi e brillanti.
Le animazioni sono fluide e dinamiche, il che rende le frequenti scene d'azione coinvolgenti e avvincenti, oltre che ottimamente girate.
La colonna sonora costituisce indubbiamente uno dei punti di forza di questo anime: all'opening, dall'energico e duro sound metallico, si contrappone un'ending dolce e rilassante; entrambe le sigle sono molto belle anche dal punto di vista grafico. Durante i vari episodi, è possibile ascoltare, a seconda delle circostanze, brani solenni, epici e altri dalle inconfondibili sonorità latine, resi alla perfezione da amabili schitarrate acustiche.
Tirando le somme, Shingeki no Bahamut: Genesis trova il proprio difetto principale in una trama di base non esattamente originale, che vede un gruppo di "eroi" impegnati in un viaggio/missione che li porterà a visitare località estremamente varie e ad impedire il ritorno di un mostro dalla forza e le dimensioni titaniche, rimasto fino a quel momento sigillato. Questo presunto elemento negativo, tuttavia, passa in secondo piano di fronte all'estrema simpatia e al carisma dei protagonisti, assolutamente irresistibili, a una componente tecnica di primo livello e a una storia con degli sviluppi sempre inaspettati, delle rivelazioni sconvolgenti e dei momenti a dir poco emozionanti e commoventi (alcuni quasi strazianti). Complessivamente, si tratta di una serie semplicemente splendida, che non annoia mai e che si è rivelata, almeno per il sottoscritto, una grandiosa sorpresa, oltre che uno degli anime più validi delle passate stagioni.
Non spoilero nulla, ovviamente, ma gli ultimi due episodi non solo sono brutti, ma rovinano anche alcuni personaggi che prima erano caratterizzati perfettamente. Peccato perché per i primi 10 episodi questo anime era tanta roba.
In effetti, con un intero universo a disposizione e così tanti personaggi affascinanti e carismatici, mi aspettavo una serie da 24 episodi. In quel caso, a meno di grosse sviste intermedie, avrei sicuramente assegnato il massimo voto. Una dozzina di puntate ha reso l'opera più compatta, ma non rende giustizia a tutte le eccezionali figure che la affollano.
Mi auguro davvero che realizzino una seconda stagione, a questo punto. Hanno già annunciato un altro anime tratto dallo stesso card game, forse c'è speranza per un sequel di questo.
Dal titolo Genesis, si può intuire che l'autore volesse dal inizio rendere la vicenda inconclusa, senza contare che il finale di stagione è stato intenso e appagante, il ritmo era molto illusorio visto che molti avvenimenti che sembravano inutili per lo spettatore, costruivano le basi per la parte finale e di questa stagione (questo non posso che considerarlo un ottimo modo per gestire gli episodi) che ricordiamo non sarà l'ultima.
Una delusione, strascichi dell'animazione giapponese che cerca ancora di dare l'impressione di essere viva nel 2015, quando è un po' come la ragazzina zombi di quest'anime: zombi.
(PS la musica era buona però)
Ribadisco solo che a me il finale di questa serie non è piaciuto, è il suo difetto principale. Per carità, a chi invece lo ha apprezzato non posso dire nulla, i gusti non si discutono; ma oggettivamente gli sceneggiatori hanno fatto degli errori che non si dovrebbero mai fare quando si vuole concludere una storia in maniera coerente.
Quell'anime delle due scolarette che utilizzano la magia è solo uno spinoff sempre inerente al gioco Bahamut (da qui il nome in comune). La seconda serie di Favaro & Co. non c'entra niente con quello e verrà annunciata in futuro.
Comunque una bella recensione!
Per il sottoscritto è stata una serie piacevole, ma niente di più.
Complimenti a Eoin comunque, rece ben scritta
Ho apprezzato sicuramente le splendide ambientazioni, personaggi carismatici, animazioni fluide e che sapevano intrattenere.
L'aspetto invece che più mi ha lasciato deluso riguarda il susseguirsi caotico e sconclusionato degli eventi, il tutto sembrava troppo forzato, frettoloso, poco approfondito e talvolta non riuscivi a darti una spiegazione su cosa effettivamente stesse accadendo D:
In conclusione, la serie era partita con ottimi propositi ma l'aver voluto terminare in sole 12 puntate è risultato l'elemento maggiormente penalizzante ahimé
ps: ottima rece Eoin anche se non totalmente condivisa
Sui personaggi posso essere d'accordo per quanto riguarda il trio protagonista, ma gli altri a mio parere non godono di una così profonda introspezione (angeli e demoni soprattutto, ma anche Jeanne ad esempio è imprigionata nel suo cliché di vergine combattente).
Del finale apprezzo le ultime scene (e spero che la storia sia finita così, perché se, come temo, tireranno fuori l'ennesimo coniglio dal cappello, si banalizzerebbe il tutto), non certo il modo raffazzonato e frettoloso con cui ci si è arrivati.
Graficamente è davvero impressionante nei primi episodi, poi la qualità cala, e la CG usata non è granché.
Da vedere come passatempo non impegnato. Ma non mi ha lasciato molto.
Indubbiamente più episodi avrebbero permesso di mettere sotto i riflettori dei personaggi minori o ampliare alcune storie come quella di Jeanne, ma sono cose che in fondo non "mancano" e dispiace più per quello che ancro si sarebbe potuto godere dell'anime che per una sua debolezza.
Ecco, diciamo che un 16-18 episodi forse sarebbero stati perfetti.
In ogni caso mi ritengo npienamente soddisfatto, pur sperando di vedere un'altra serie ambientata nel medesimo universo.
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