Blue Dragon
Anche se mi dispiace dirlo, quest'anime di Akira Toriyama ha fatto davvero pena. La trama in sé mi sembrava davvero interessante, ma quando ho iniziato a vederlo, mi sembrava di partorire: era davvaro lento e pesante seguire tutti gli episodi. Questa lentezza ha provocato una certa banalità nello svolgimento della storia, e ciò non mi ha per niente emozionato. L'unica cosa salvabile è la sigla italiana, quella sì che mi ha emozionato, la reputo davvero stupenda, ed ecco il solo motivo per cui homesso 4 e non 2.
Grazie alla sigla ho visto qualche altro episodio, ma alla fine era diventato uno strazio, non riuscivo a sopportare più la mancanza di coinvolgimento. In parte è stato determinante il doppiaggio che rendeva quest'anime visibile per i soli bambini. Per curiosità ho visto il finale e devo dire che non mi ha stupito più di tanto. Non so come abbia fatto a piacere ad altri, tanto che è stata realizzata una seconda serie. Mah!
Sconsiglio di vedere "Blue Dragon" a chi cerca un anime di azione e pieno di combattimento, data la mancanza quasi totale di questi requisiti al suo interno.
Grazie alla sigla ho visto qualche altro episodio, ma alla fine era diventato uno strazio, non riuscivo a sopportare più la mancanza di coinvolgimento. In parte è stato determinante il doppiaggio che rendeva quest'anime visibile per i soli bambini. Per curiosità ho visto il finale e devo dire che non mi ha stupito più di tanto. Non so come abbia fatto a piacere ad altri, tanto che è stata realizzata una seconda serie. Mah!
Sconsiglio di vedere "Blue Dragon" a chi cerca un anime di azione e pieno di combattimento, data la mancanza quasi totale di questi requisiti al suo interno.
"Blue Dragon" è un anime, mandato in onda in patria nel 2007, prodotto dallo Studio Pierrot, mentre è giunto in Italia nel 2009 sulle reti Mediaset Italia1, Cartoon Network e Boing. Inoltre, vale la pena ricordare che il character designer è nientemeno che del sensei Akira Toriyama, creatore del famoso "Dragon Ball".
La storia, di tipico genere shounen, in alcuni versi anche educativa, è molto semplice e chiara da seguire. Mette sempre in mostra i valori di onestà, lealtà, coraggio, virtù, come più o meno fanno tutti gli shounen del genere combattimento. Narra di Shu, protagonista e apparentemente normale ragazzo di campagna, e del suo futuro gruppo di amici. Un giorno il villaggio di Shu, e della sua amica Kluke, che in seguito diverrà la coprotagonista femminile, viene attaccato dall'esercito del tiranno Nene. Shu, in questa occasione, scopre di avere un potere formidabile, ovvero quello di controllare un drago blu (dal quale è tratto il titolo della serie) che nasce dalla sua ombra nelle situazioni critiche.
Nel frattempo, una ragazza di nome Zola, insieme al suo allievo Jiro, assiste alla scena e decide di portare con sé il giovane ragazzo, che verrà accompagnato da Kluke; anche loro sono dei "manipolatori" di ombre, e aiuteranno i ragazzi a controllare le loro con lo scopo di attaccare il quartier generale di Nene per porre fine alla tirannia che invade tutte le terre.
Così inizieranno le avventure del gruppo di amici alla ricerca del potere, al quale in futuro si aggiungeranno altri due compagni, ovviamente anch'essi "speciali".
La storia è semplice, facile da seguire, ma allo stesso tempo anche avvincente ed entusiasmante. Certo non è delle più originali, però "Blue Dragon" è comunque un buon shounen da seguire senza troppo impegno. Personalmente mi è piaciuto molto, e consiglio, nel caso qualcuno volesse seguirlo, di non fare il mio errore e di seguire la serie originale, e non quella censurata e modificata dalla Mediaset.
Questa serie in particolare, più di tutte le altre mandate in onda dalla Mediaset, è censurata notevolmente, in tutti i campi; in particolare le censure abbondano sulla scollatura del personaggio femminile Bouquet.
Nel complesso è una buona serie, con un grande potenziale, e che in diversi casi può sembrare molto simile a "Dragon Ball".
Il lato tecnico per me è buono, sia a livello di video sia a livello di audio. Il doppiaggio è buono, ben realizzato, con nuove persone davvero promettenti come doppiatori.
Quindi, nel complesso, a mio parere "Blue Dragon" è un anime buono consigliato a tutti gli amanti del genere e non.
La storia, di tipico genere shounen, in alcuni versi anche educativa, è molto semplice e chiara da seguire. Mette sempre in mostra i valori di onestà, lealtà, coraggio, virtù, come più o meno fanno tutti gli shounen del genere combattimento. Narra di Shu, protagonista e apparentemente normale ragazzo di campagna, e del suo futuro gruppo di amici. Un giorno il villaggio di Shu, e della sua amica Kluke, che in seguito diverrà la coprotagonista femminile, viene attaccato dall'esercito del tiranno Nene. Shu, in questa occasione, scopre di avere un potere formidabile, ovvero quello di controllare un drago blu (dal quale è tratto il titolo della serie) che nasce dalla sua ombra nelle situazioni critiche.
Nel frattempo, una ragazza di nome Zola, insieme al suo allievo Jiro, assiste alla scena e decide di portare con sé il giovane ragazzo, che verrà accompagnato da Kluke; anche loro sono dei "manipolatori" di ombre, e aiuteranno i ragazzi a controllare le loro con lo scopo di attaccare il quartier generale di Nene per porre fine alla tirannia che invade tutte le terre.
Così inizieranno le avventure del gruppo di amici alla ricerca del potere, al quale in futuro si aggiungeranno altri due compagni, ovviamente anch'essi "speciali".
La storia è semplice, facile da seguire, ma allo stesso tempo anche avvincente ed entusiasmante. Certo non è delle più originali, però "Blue Dragon" è comunque un buon shounen da seguire senza troppo impegno. Personalmente mi è piaciuto molto, e consiglio, nel caso qualcuno volesse seguirlo, di non fare il mio errore e di seguire la serie originale, e non quella censurata e modificata dalla Mediaset.
Questa serie in particolare, più di tutte le altre mandate in onda dalla Mediaset, è censurata notevolmente, in tutti i campi; in particolare le censure abbondano sulla scollatura del personaggio femminile Bouquet.
Nel complesso è una buona serie, con un grande potenziale, e che in diversi casi può sembrare molto simile a "Dragon Ball".
Il lato tecnico per me è buono, sia a livello di video sia a livello di audio. Il doppiaggio è buono, ben realizzato, con nuove persone davvero promettenti come doppiatori.
Quindi, nel complesso, a mio parere "Blue Dragon" è un anime buono consigliato a tutti gli amanti del genere e non.
Strano, strano e innovativo. Non avevo mai visto un anime in cui i protagonisti combattevano con le loro ombre.
Quest'anime è un po' particolare, diverso dal solito. Però andiamo con ordine
Commento: la trama è la classica trama dell'anime per i ragazzini, con tanta azione e combattimenti ben congegnati. Si parte da un ragazzo, Shu, che possiede un'ombra tra le più potenti. Shu durante gli episodi si alleerà con una ragazza esperta di robotica che vuole liberare il mondo dalla dittatura di Nene.
Come trama, all'inizio la serie sembra dedicata esclusivamente a un pubblico giovanissimo, ma con l'avanzare degli episodi si sviluppano argomenti di carattere più serio.
Personaggi: i protagonisti sono i soliti, il ragazzino che non si arrende mai, il suo rivale, la ragazza che è innamorata del primo ma non riesce a dirlo, quella tutte coccole e tenerezza, il cattivo che poi si redime etc. et.
Però, però, però, c'è un però. Questo è stato l'unico anime in cui io abbia mai visto un colpo do scena tra i protagonisti. Infatti la mente del gruppo, il capo dei combattenti o il capo dei ribelli, chiamatela come volete, alla fine ma proprio verso l'ultima decina di episodi si dimostra totalmente il contrario di come è stata nei primi 30, e, udite udite, dice che aveva pianificato tutto sin dall'inizio: magnifica.
Passiamo all'animazione: è fatta bene, mi sento di dire. Le scene di lotta sono chiare e scorrevoli, anche se qualche volta c'è un po' di trambusto. Poi anche i colori utilizzati, sgargianti e allegri, calzano a pennello con il carattere di ogni personaggio rendendo facilissimo immaginare anche senza conoscere la storia chi è il cattivo e chi il buono.
Sono soddisfatta di quest'anime e spero che anche la seconda serie sia bella come questa.
Quest'anime è un po' particolare, diverso dal solito. Però andiamo con ordine
Commento: la trama è la classica trama dell'anime per i ragazzini, con tanta azione e combattimenti ben congegnati. Si parte da un ragazzo, Shu, che possiede un'ombra tra le più potenti. Shu durante gli episodi si alleerà con una ragazza esperta di robotica che vuole liberare il mondo dalla dittatura di Nene.
Come trama, all'inizio la serie sembra dedicata esclusivamente a un pubblico giovanissimo, ma con l'avanzare degli episodi si sviluppano argomenti di carattere più serio.
Personaggi: i protagonisti sono i soliti, il ragazzino che non si arrende mai, il suo rivale, la ragazza che è innamorata del primo ma non riesce a dirlo, quella tutte coccole e tenerezza, il cattivo che poi si redime etc. et.
Però, però, però, c'è un però. Questo è stato l'unico anime in cui io abbia mai visto un colpo do scena tra i protagonisti. Infatti la mente del gruppo, il capo dei combattenti o il capo dei ribelli, chiamatela come volete, alla fine ma proprio verso l'ultima decina di episodi si dimostra totalmente il contrario di come è stata nei primi 30, e, udite udite, dice che aveva pianificato tutto sin dall'inizio: magnifica.
Passiamo all'animazione: è fatta bene, mi sento di dire. Le scene di lotta sono chiare e scorrevoli, anche se qualche volta c'è un po' di trambusto. Poi anche i colori utilizzati, sgargianti e allegri, calzano a pennello con il carattere di ogni personaggio rendendo facilissimo immaginare anche senza conoscere la storia chi è il cattivo e chi il buono.
Sono soddisfatta di quest'anime e spero che anche la seconda serie sia bella come questa.
Nato in realtà come gioco per console (Xbox 360), Blue Dragon gode nel 2007 di una trasposizione animata a esso ispirata a opera dello Studio Pierrot per un totale di 51 episodi complessivi.
Chi si troverà per la prima volta davanti questo titolo certamente noterà qualcosa di familiare nel character design e difatti dietro vi è la mano del grande Akira Toriyama, famosissimo mangaka noto ai più per essere il "creatore", tra gli altri, di quel successo mondiale che risponde al nome di Dragon Ball.
Proprio quest'ultimo punto è stato l'elemento cardine che mi ha portato a prendere in considerazione questa serie, dato che ero curioso di scoprire cosa sarebbe scaturito fuori dal sensei.
La storia ha come protagonista Shu, ragazzino sui 10 anni di età (all'incirca) molto impulsivo e sempre propenso all'avventura che ha come sogno quello d'incontrare un “Maestro Cavaliere”, figura di enorme prestigio e valore rispettata da tutti, e diventare suo allievo affinché un giorno egli stesso possa ricevere tale onorificenza.
Un giorno proprio nel suo villaggio pensa di averne finalmente incontrato uno, o per meglio dire “una”, visto che si tratta di una ragazza; il suo nome è Zola e ad accompagnarla vi è un ragazzo della stessa età di Shu, Jiro.
Come accennato non si tratta della persona che tanto desidera incontrare Shu, ma in compenso, grazie alla ragazza e a una situazione difficile che si viene a creare nel villaggio, fa una scoperta sensazionale, ovvero, che ci sono individui capaci di evocare delle ombre. Ancor più stupore sarà per lui scoprire che egli stesso rientra tra questi “evocatori” riuscendo a richiamare a se l'ombra di Blue Dragon.
Da qui in poi per Shu inizierà un lungo viaggio insieme a Zola e Jiro con lo scopo di affrontare e sconfiggere il perfido Lord Nene, che da parecchio tempo va causando con il suo esercito morte e distruzione nei vari villaggi.
Nel prosieguo del loro viaggio incontreranno svariati personaggi e alcuni di essi si aggregheranno alla comitiva di ciascuno ha la capacità di evocare un'ombra.
L'inizio non è stato dei più esaltanti, tutt'altro. Tralasciando le censure su cui mi soffermerò dopo, non riuscivo proprio ad affezionarmi ai personaggi e la trama certamente non aiutava su questo fronte, visto che per quanto mi riguarda non riusciva proprio a decollare e il mio coinvolgimento era pari a zero tanto che ormai consideravo la sua visione più come passatempo che altro.
La mia avversione però nel mollare le serie in corso una volta tanto si è rilevata non dico azzeccata ma quanto meno premiata, visto che dopo molte puntate, finalmente, iniziava a non restarmi l'indifferenza più assoluta a cui ormai ero abituato, ma invece con enorme sorpresa cresceva in me la curiosità nello scoprire cosa sarebbe accaduto subito dopo e da lì in poi è stato sempre un crescendo fino all'epilogo - salvo rari casi.
Oltre allo sviluppo della trama ha contribuito a ciò il conoscere meglio ogni personaggio con le loro storie passate, i loro sogni futuri, le paure, speranze, tutto quello insomma che li ha portati ad avventurarsi in un cammino potenzialmente fatale.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico dell'anime, sui disegni non c'è quasi nulla da obiettare visto chi c'è dietro, l'unico appunto che potrei fare è la forte somiglianza di alcuni personaggi con altri appartenenti alle storie precedenti di Toriyama, ma questo in fondo accade spesso con molti disegnatori.
Le musiche invece non mi hanno convinto del tutto, ma comunque la sufficienza riescono a ottenerla.
Per quanto riguarda il nostro doppiaggio, l'ho trovato più che buono, ho trovato ciascuno dei doppiatori presenti all'altezza su ogni personaggio interpretato. Una nota di merito particolare mi sento di esprimerla verso Leonardo Graziano (famoso soprattutto per essere la voce di Naruto), che in Blue Dragon interpreta un personaggio marginale, Homeron, che comparirà infatti per non molti episodi, ma in quei pochi mi ha davvero impressionato in positivo per la sua versatilità tanto che, inizialmente, quasi faticavo ad accostarlo allo stesso doppiatore che dà vita al ninja di Konoha.
La vera nota dolente di Blue Dragon, come brevemente accennato sopra, è purtroppo la presenza di censure che definire ridicole sarebbe riduttivo.
Va precisato innanzitutto che questa volta Mediaset (dov'è stato trasmesso free) non ha particolari colpe perché la serie proviene direttamente dagli Stati Uniti che si sono occupati di distribuirla in Europa, e non solo, e tutte le censure a cui abbiamo assistito episodio dopo episodio provengono dalle loro “sapienti” mani.
I tagli e/o modifiche apportati si concentrano maggiormente su due punti e cioè:
1 - i colpi che dovrebbero subire i personaggi sono coperti da fermi immagini abbinati a un audio in sottofondo stile gag comica rovinando così (e spesso anche) alcuni momenti seri che la trama stava offrendo;
2- il seno abbondante di una delle ragazzine, Bouquet, è trasformato tramite computer in una specie di tutt'uno con il vestito da lei indossato; in pratica è stato appiattito completamente.
Il bello, o brutto sarebbe più giusto dire, è che poi sono stati realizzati male questi stravolgimenti perché, nel primo caso, sono stati adoperati anche in vari siparietti comici tra i personaggi che si scambiavano colpi per scherzo e quindi erano più che inopportuni dato che si capiva facilmente l'atmosfera e lo spirito con il quale “se le davano”; mentre nel secondo Bouquet ha ricevuto la “diminuizione”, per non dire sparizione, del seno solo quando era inquadrata frontalmente mentre quando era ripresa di profilo per magia tornava nuovamente “maggiorata”, assurdo!
Peccato, perché senza un trattamento simile credo che l'anime avrebbe riscosso più notorietà e successo di quelli che in realtà ha goduto soprattutto nel nostro paese; molti infatti sapendo di questi scempi, prima ancora che la serie venisse trasmessa, hanno preferito abbandonarla quasi subito, mentre altri invece hanno ripiegato visionando l'anime in versione originale.
Nel complesso Blue Dragon, se si escludono le censure, risulta abbastanza piacevole da seguire soprattutto nella seconda parte, merito di colpi di scena francamente impensabili e non pronosticabili inizialmente.
Nonostante sia principalmente destinato a un target di giovanissimi, questo non preclude certamente la sua visione a ragazzi più grandicelli come me, in fondo uno spirito avventuriero l'abbiamo un po' tutti, chi più chi meno, quindi se è questo ciò che cercate quest'anime può fare benissimo al caso vostro.
Chi si troverà per la prima volta davanti questo titolo certamente noterà qualcosa di familiare nel character design e difatti dietro vi è la mano del grande Akira Toriyama, famosissimo mangaka noto ai più per essere il "creatore", tra gli altri, di quel successo mondiale che risponde al nome di Dragon Ball.
Proprio quest'ultimo punto è stato l'elemento cardine che mi ha portato a prendere in considerazione questa serie, dato che ero curioso di scoprire cosa sarebbe scaturito fuori dal sensei.
La storia ha come protagonista Shu, ragazzino sui 10 anni di età (all'incirca) molto impulsivo e sempre propenso all'avventura che ha come sogno quello d'incontrare un “Maestro Cavaliere”, figura di enorme prestigio e valore rispettata da tutti, e diventare suo allievo affinché un giorno egli stesso possa ricevere tale onorificenza.
Un giorno proprio nel suo villaggio pensa di averne finalmente incontrato uno, o per meglio dire “una”, visto che si tratta di una ragazza; il suo nome è Zola e ad accompagnarla vi è un ragazzo della stessa età di Shu, Jiro.
Come accennato non si tratta della persona che tanto desidera incontrare Shu, ma in compenso, grazie alla ragazza e a una situazione difficile che si viene a creare nel villaggio, fa una scoperta sensazionale, ovvero, che ci sono individui capaci di evocare delle ombre. Ancor più stupore sarà per lui scoprire che egli stesso rientra tra questi “evocatori” riuscendo a richiamare a se l'ombra di Blue Dragon.
Da qui in poi per Shu inizierà un lungo viaggio insieme a Zola e Jiro con lo scopo di affrontare e sconfiggere il perfido Lord Nene, che da parecchio tempo va causando con il suo esercito morte e distruzione nei vari villaggi.
Nel prosieguo del loro viaggio incontreranno svariati personaggi e alcuni di essi si aggregheranno alla comitiva di ciascuno ha la capacità di evocare un'ombra.
L'inizio non è stato dei più esaltanti, tutt'altro. Tralasciando le censure su cui mi soffermerò dopo, non riuscivo proprio ad affezionarmi ai personaggi e la trama certamente non aiutava su questo fronte, visto che per quanto mi riguarda non riusciva proprio a decollare e il mio coinvolgimento era pari a zero tanto che ormai consideravo la sua visione più come passatempo che altro.
La mia avversione però nel mollare le serie in corso una volta tanto si è rilevata non dico azzeccata ma quanto meno premiata, visto che dopo molte puntate, finalmente, iniziava a non restarmi l'indifferenza più assoluta a cui ormai ero abituato, ma invece con enorme sorpresa cresceva in me la curiosità nello scoprire cosa sarebbe accaduto subito dopo e da lì in poi è stato sempre un crescendo fino all'epilogo - salvo rari casi.
Oltre allo sviluppo della trama ha contribuito a ciò il conoscere meglio ogni personaggio con le loro storie passate, i loro sogni futuri, le paure, speranze, tutto quello insomma che li ha portati ad avventurarsi in un cammino potenzialmente fatale.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico dell'anime, sui disegni non c'è quasi nulla da obiettare visto chi c'è dietro, l'unico appunto che potrei fare è la forte somiglianza di alcuni personaggi con altri appartenenti alle storie precedenti di Toriyama, ma questo in fondo accade spesso con molti disegnatori.
Le musiche invece non mi hanno convinto del tutto, ma comunque la sufficienza riescono a ottenerla.
Per quanto riguarda il nostro doppiaggio, l'ho trovato più che buono, ho trovato ciascuno dei doppiatori presenti all'altezza su ogni personaggio interpretato. Una nota di merito particolare mi sento di esprimerla verso Leonardo Graziano (famoso soprattutto per essere la voce di Naruto), che in Blue Dragon interpreta un personaggio marginale, Homeron, che comparirà infatti per non molti episodi, ma in quei pochi mi ha davvero impressionato in positivo per la sua versatilità tanto che, inizialmente, quasi faticavo ad accostarlo allo stesso doppiatore che dà vita al ninja di Konoha.
La vera nota dolente di Blue Dragon, come brevemente accennato sopra, è purtroppo la presenza di censure che definire ridicole sarebbe riduttivo.
Va precisato innanzitutto che questa volta Mediaset (dov'è stato trasmesso free) non ha particolari colpe perché la serie proviene direttamente dagli Stati Uniti che si sono occupati di distribuirla in Europa, e non solo, e tutte le censure a cui abbiamo assistito episodio dopo episodio provengono dalle loro “sapienti” mani.
I tagli e/o modifiche apportati si concentrano maggiormente su due punti e cioè:
1 - i colpi che dovrebbero subire i personaggi sono coperti da fermi immagini abbinati a un audio in sottofondo stile gag comica rovinando così (e spesso anche) alcuni momenti seri che la trama stava offrendo;
2- il seno abbondante di una delle ragazzine, Bouquet, è trasformato tramite computer in una specie di tutt'uno con il vestito da lei indossato; in pratica è stato appiattito completamente.
Il bello, o brutto sarebbe più giusto dire, è che poi sono stati realizzati male questi stravolgimenti perché, nel primo caso, sono stati adoperati anche in vari siparietti comici tra i personaggi che si scambiavano colpi per scherzo e quindi erano più che inopportuni dato che si capiva facilmente l'atmosfera e lo spirito con il quale “se le davano”; mentre nel secondo Bouquet ha ricevuto la “diminuizione”, per non dire sparizione, del seno solo quando era inquadrata frontalmente mentre quando era ripresa di profilo per magia tornava nuovamente “maggiorata”, assurdo!
Peccato, perché senza un trattamento simile credo che l'anime avrebbe riscosso più notorietà e successo di quelli che in realtà ha goduto soprattutto nel nostro paese; molti infatti sapendo di questi scempi, prima ancora che la serie venisse trasmessa, hanno preferito abbandonarla quasi subito, mentre altri invece hanno ripiegato visionando l'anime in versione originale.
Nel complesso Blue Dragon, se si escludono le censure, risulta abbastanza piacevole da seguire soprattutto nella seconda parte, merito di colpi di scena francamente impensabili e non pronosticabili inizialmente.
Nonostante sia principalmente destinato a un target di giovanissimi, questo non preclude certamente la sua visione a ragazzi più grandicelli come me, in fondo uno spirito avventuriero l'abbiamo un po' tutti, chi più chi meno, quindi se è questo ciò che cercate quest'anime può fare benissimo al caso vostro.
"Blue Dragon" è un anime che mi piace molto. I disegni di Akira Toryama li trovo molto belli e curati nei più piccoli dettagli. Anche il protagonista Shuu è molto simpatico, ma allo stesso tempo è molto intrepido e coraggioso, diciamo che assomiglia un po' a Goku, perché sono tutti e due molto coraggiosi, ma diciamo che sono anche un po' ignoranti. Vedere quest'anime è per me molto piacevole, perché è ricco di azione, ma in alcuni punti è anche molto divertente. La trama è ben articolata e non è mai noiosa, banale o ripetitiva.
Lo trovo un ottimo lavoro e naturalmente lo consiglio a tutti gli ammiratori di questo genere di animazione, che io personalmente trovo veramente molto avvincente. Buona visione a tutti.
Lo trovo un ottimo lavoro e naturalmente lo consiglio a tutti gli ammiratori di questo genere di animazione, che io personalmente trovo veramente molto avvincente. Buona visione a tutti.
A quanto pare si è creata un'opera sulla scia di Dragon Ball GT, visto che i mostri richiamati dai protagonisti, specie i draghi, hanno fattezze molto simili ai draghi malvagi dell'ultima serie di Goku.
Comunque è un'opera dalle forti virtù idealiste, dove c'è spazio per amore, giustizia ed amicizia fra le genti, fino a quelle che si sentono isolate, da sole, lontano da ogni contesto sociale.
Stavolta però è il piattismo della narrazione a giocare brutti scherzi a quest'opera, tratta da un videogioco della Xbox360.
A differenza di Mushiking, che aveva una trama che il più delle volte si concedeva della "licenze" che lo allontanavano dal videogame, in questo contesto invece non avviene, e pertanto non riesce la trasformazione completa in anime del prodotto, proprio perchè risente di queste rimembranze.
Fortunatamente i personaggi sono ben rappresentati, e ci offrono una maggiore aderenza alla trama nel modo in cui le loro storie si sviluppano, ed inoltre i protagonisti si scambiano vicendevolmente i ruoli e difficilmente uno primeggia sull'altro, anzi, il più delle volte è un tema voluto, creato appositamente per rappresentare meglio l'unità e la lealtà dei personaggi, contrapposta all'odio e alla bramosia di potere da parte degli avversari.
Inoltre c'è un caleidoscopio di colori ed emozioni, dove facilmente veniamo trasportati da un combattimento all'altro, dove respiriamo antichi sapori di anime che furono, sotto l'aspetto degli scontri, ma a mio avviso non incidono più di tanto perchè il più delle volte sembrano peccare di ripetitività.
Difatti è un'opera che si poteva sviluppare anche con la metà degli episodi realizzati, ne avrebbe beneficiato sia la trama che i protagonisti, invece in molte occasioni sono inseriti dei lunghi filler che non aggiungono molto alla narrazione.
Però questa serie vanta un cast di doppiaggio davvero ottimo: Tony Fuochi, Niseem Onorato, Lara Parmiani, Loredana Nicosia, Maddalena Vadacca, Mario Scarabelli, Simone D'Andrea, Alessandro D'Errico, e altri ancora.
In definitiva, Blue Dragoon è una serie decisamente sufficiente, impreziosita da grandi doppiatori.
Comunque è un'opera dalle forti virtù idealiste, dove c'è spazio per amore, giustizia ed amicizia fra le genti, fino a quelle che si sentono isolate, da sole, lontano da ogni contesto sociale.
Stavolta però è il piattismo della narrazione a giocare brutti scherzi a quest'opera, tratta da un videogioco della Xbox360.
A differenza di Mushiking, che aveva una trama che il più delle volte si concedeva della "licenze" che lo allontanavano dal videogame, in questo contesto invece non avviene, e pertanto non riesce la trasformazione completa in anime del prodotto, proprio perchè risente di queste rimembranze.
Fortunatamente i personaggi sono ben rappresentati, e ci offrono una maggiore aderenza alla trama nel modo in cui le loro storie si sviluppano, ed inoltre i protagonisti si scambiano vicendevolmente i ruoli e difficilmente uno primeggia sull'altro, anzi, il più delle volte è un tema voluto, creato appositamente per rappresentare meglio l'unità e la lealtà dei personaggi, contrapposta all'odio e alla bramosia di potere da parte degli avversari.
Inoltre c'è un caleidoscopio di colori ed emozioni, dove facilmente veniamo trasportati da un combattimento all'altro, dove respiriamo antichi sapori di anime che furono, sotto l'aspetto degli scontri, ma a mio avviso non incidono più di tanto perchè il più delle volte sembrano peccare di ripetitività.
Difatti è un'opera che si poteva sviluppare anche con la metà degli episodi realizzati, ne avrebbe beneficiato sia la trama che i protagonisti, invece in molte occasioni sono inseriti dei lunghi filler che non aggiungono molto alla narrazione.
Però questa serie vanta un cast di doppiaggio davvero ottimo: Tony Fuochi, Niseem Onorato, Lara Parmiani, Loredana Nicosia, Maddalena Vadacca, Mario Scarabelli, Simone D'Andrea, Alessandro D'Errico, e altri ancora.
In definitiva, Blue Dragoon è una serie decisamente sufficiente, impreziosita da grandi doppiatori.
Blue Dragon è un anime d'avventura e formazione ispirato all'omonimo GDR per X-Box 360.
Attenzione, però, trattasi di "ispirazione" e non di "adattamento animato", perché molti intrecci narrativi e rapporti tra personaggi sono decisamente diversi tra gioco e anime, così come nell'anime ci sono molti personaggi inventati di sana pianta che si rivelano però fondamentali al fine della trama.
Andiamo con ordine.
Nella vita di Shu e Kluke, due ragazzini che vivono in maniera spensierata le loro giornate d'oro dell'infanzia, piove una vera e propria rivoluzione quando nel loro villaggio giungono Zola e Jiro, una ragazza affascinante e misteriosa e un ragazzino dall'aspetto scontroso.
Si dice in giro che la ragazza sia un maestro cavaliere, e non appena questa voce giunge all'orecchio di Shu, che ha proprio nel diventare maestro cavaliere il suo obiettivo, quest'ultimo non può fare a meno che cercarla per diventare suo allievo.
Ma un'ombra oscura sta per ammantare il villaggio, e, incredibilmente, sarà proprio un'ombra a sistemare le cose, e a mettere fine ai giorni spensierati di Shu e Kluke, trascinati da Zola in una missione per salvare il mondo.
L'anime si evolverà in un lungo viaggio nel quale i nostri si trasformeranno caratterialmente in maniera radicale, oltre a trovare nuovi amici che li accompagneranno nella lotta contro le forze del male.
La trama è quella classica dello shonen di formazione vecchio stile, e in questo senso fa benissimo il suo lavoro, lasciando stupiti gli spettatori che vedono Shu e gli altri guadagnare fiducia e coraggio nel corso della storia. Il tempo lì segnerà, causando anche loro dei traumi, perché se è vero come è vero che gli scontri non sono mai "violenti" (dove per violenza s'intende spargimenti di sangue), è anche vero che non tutti i buoni entrati in scena arriveranno all'ultima puntata.
In questo senso Blue Dragon riesce davvero a colpire al cuore lo spettatore, perché la sua impostazione "tranquilla" non fa pensare che di colpo questo o quell'evento drammatico (morti, tradimenti) possa accadere, e invece...
Succede, eccome, e in maniera perfettamente calibrata, uno ogni tanto quando meno te l'aspetti, lasciandoti di sasso.
Graficamente parlando, essendo il chara design originale proveniente dalle manine d'oro di un certo Toriyama Akira, l'anime è più che ottimo, condito da personaggi che più Toriyamosi di così non si può (Legalas è il cugino biondo di Mr. Satan, e Marumaro sprizza Nekomajin da tutti i peli, senza contare Logi strettamente imparentato con un certo Vegeta), vivacizzati da una colorazione viva e accesa, con un uso della computer grafica leggero e mai troppo invadente.
Purtroppo mi ritrovo costretto a saltare il commento sulla colonna sonora originale, per motivi che spiegherò a breve, e passare alla parte dolorosa, la versione italiana, anzi, per meglio dire, la versione occidentale.
Blue Dragon è stato distribuito in America da Viz Media, che poi ne ha distribuito la sua versione in tutto il globo.
Esatto, la sua versione, perché l'anime è stato modificato in svariati aspetti grazie alle più moderne tecniche di censura.
La colonna sonora è stata eliminata e sostituita con brani creati ex-novo, brani che se ne stanno sullo sfondo e si lasciano ascoltare senza dar troppo fastidio, ma mi chiedo come avrebbe reso l'anime con le musiche originali, realizzate in parte da Nobuo Uematsu, autore della colonna sonora di svariati Final Fantasy.
Il formato è stato ridotto da 16/9 e 4/3, e non nel migliore dei modi: in alcuni casi si vede che l'immagine è tagliata, e alcuni personaggi magari importanti ai fini della scena vengono tagliati fuori dall'immagine in parte o in toto. Questo fa dei danni anche ai colori vivi e accesi di cui sopra, tant'è che in alcuni casi è possibile vedere alcune ombreggiature "seghettate", il che dà un po' fastidio.
E poi c'è la censura vera e propria.
Un personaggio, Bouquet, ha subìto un appiattimento del décolleté, giudicato evidentemente troppo grosso e ballonzolante dai censori, tramite lavoro di computer.
E se è vero come è vero che viene da chiedersi che senso abbia realizzare un personaggio apposta per l'anime (Bouquet nel gioco originale non c'è) con un aspetto poco coerente con la sua età in un'opera di questo target, è anche vero che operare in questo modo è un oltraggio al concetto originale dell'anime, del personaggio e di come è costruito.
Bouquet ha subìto anche svariate altre censure, tra effetti luminosi e di fumo per non far capire che per diventare invisibile deve spogliarsi, a più classici fermi immagine e ripetizioni di scene già viste come ai vecchi tempi delle trasmissioni di anime in Italia negli anni '90.
Ma Bouquet non è il centro nevralgico di tutte le censure (quasi), anche Marumaro e la sua passione per le mutandine e il Paf-Paf (Muten insegna) ha subito cambi di battuta (e di bandiera, quando vedrete il suo debutto capirete), e pure la violenza in alcuni casi è stata mitigata, anche troppo, con la sostituzione di fotogrammi nei momenti di lotta con altri "onomatopeici" accompagnati da rumori completamente fuori luogo (effetti alla Tom & Jerry, per essere chiari).
Fortunatamente di scene di lotta tra umani ce ne sono poche, ma quelle volte che capita il fastidio provato è notevole.
Detto questo, la voglia di fiondarsi sulla versione giapponese (o su qualcos'altro) in chiunque potrebbe essere inarrestabile, e invece...
Invece funziona lo stesso.
Alla fin fine non è che l'anime tutto si basa sulla scollatura di Bouquet, o sulle scazzottate, ma su valori come l'amicizia e la crescita personale, e questi concetti ci sono, si vedono e si sentono, per fortuna.
Il doppiaggio italiano, milanese con influenze romane, è più che buono, per quanto supportato da una traduzione non sempre convincente.
Il mio consiglio, dunque, è di vedersi le prime puntate in italiano, e, se le censure dovessero risultare insostenibili, tuffarsi sulla versione giapponese.
Perché vedersi un'avventura bella, emozionante e profonda nel suo essere fanciulla come Blue Dragon, ogni tanto, fa bene.
Otto che non è nove per la questione delle censure.
Attenzione, però, trattasi di "ispirazione" e non di "adattamento animato", perché molti intrecci narrativi e rapporti tra personaggi sono decisamente diversi tra gioco e anime, così come nell'anime ci sono molti personaggi inventati di sana pianta che si rivelano però fondamentali al fine della trama.
Andiamo con ordine.
Nella vita di Shu e Kluke, due ragazzini che vivono in maniera spensierata le loro giornate d'oro dell'infanzia, piove una vera e propria rivoluzione quando nel loro villaggio giungono Zola e Jiro, una ragazza affascinante e misteriosa e un ragazzino dall'aspetto scontroso.
Si dice in giro che la ragazza sia un maestro cavaliere, e non appena questa voce giunge all'orecchio di Shu, che ha proprio nel diventare maestro cavaliere il suo obiettivo, quest'ultimo non può fare a meno che cercarla per diventare suo allievo.
Ma un'ombra oscura sta per ammantare il villaggio, e, incredibilmente, sarà proprio un'ombra a sistemare le cose, e a mettere fine ai giorni spensierati di Shu e Kluke, trascinati da Zola in una missione per salvare il mondo.
L'anime si evolverà in un lungo viaggio nel quale i nostri si trasformeranno caratterialmente in maniera radicale, oltre a trovare nuovi amici che li accompagneranno nella lotta contro le forze del male.
La trama è quella classica dello shonen di formazione vecchio stile, e in questo senso fa benissimo il suo lavoro, lasciando stupiti gli spettatori che vedono Shu e gli altri guadagnare fiducia e coraggio nel corso della storia. Il tempo lì segnerà, causando anche loro dei traumi, perché se è vero come è vero che gli scontri non sono mai "violenti" (dove per violenza s'intende spargimenti di sangue), è anche vero che non tutti i buoni entrati in scena arriveranno all'ultima puntata.
In questo senso Blue Dragon riesce davvero a colpire al cuore lo spettatore, perché la sua impostazione "tranquilla" non fa pensare che di colpo questo o quell'evento drammatico (morti, tradimenti) possa accadere, e invece...
Succede, eccome, e in maniera perfettamente calibrata, uno ogni tanto quando meno te l'aspetti, lasciandoti di sasso.
Graficamente parlando, essendo il chara design originale proveniente dalle manine d'oro di un certo Toriyama Akira, l'anime è più che ottimo, condito da personaggi che più Toriyamosi di così non si può (Legalas è il cugino biondo di Mr. Satan, e Marumaro sprizza Nekomajin da tutti i peli, senza contare Logi strettamente imparentato con un certo Vegeta), vivacizzati da una colorazione viva e accesa, con un uso della computer grafica leggero e mai troppo invadente.
Purtroppo mi ritrovo costretto a saltare il commento sulla colonna sonora originale, per motivi che spiegherò a breve, e passare alla parte dolorosa, la versione italiana, anzi, per meglio dire, la versione occidentale.
Blue Dragon è stato distribuito in America da Viz Media, che poi ne ha distribuito la sua versione in tutto il globo.
Esatto, la sua versione, perché l'anime è stato modificato in svariati aspetti grazie alle più moderne tecniche di censura.
La colonna sonora è stata eliminata e sostituita con brani creati ex-novo, brani che se ne stanno sullo sfondo e si lasciano ascoltare senza dar troppo fastidio, ma mi chiedo come avrebbe reso l'anime con le musiche originali, realizzate in parte da Nobuo Uematsu, autore della colonna sonora di svariati Final Fantasy.
Il formato è stato ridotto da 16/9 e 4/3, e non nel migliore dei modi: in alcuni casi si vede che l'immagine è tagliata, e alcuni personaggi magari importanti ai fini della scena vengono tagliati fuori dall'immagine in parte o in toto. Questo fa dei danni anche ai colori vivi e accesi di cui sopra, tant'è che in alcuni casi è possibile vedere alcune ombreggiature "seghettate", il che dà un po' fastidio.
E poi c'è la censura vera e propria.
Un personaggio, Bouquet, ha subìto un appiattimento del décolleté, giudicato evidentemente troppo grosso e ballonzolante dai censori, tramite lavoro di computer.
E se è vero come è vero che viene da chiedersi che senso abbia realizzare un personaggio apposta per l'anime (Bouquet nel gioco originale non c'è) con un aspetto poco coerente con la sua età in un'opera di questo target, è anche vero che operare in questo modo è un oltraggio al concetto originale dell'anime, del personaggio e di come è costruito.
Bouquet ha subìto anche svariate altre censure, tra effetti luminosi e di fumo per non far capire che per diventare invisibile deve spogliarsi, a più classici fermi immagine e ripetizioni di scene già viste come ai vecchi tempi delle trasmissioni di anime in Italia negli anni '90.
Ma Bouquet non è il centro nevralgico di tutte le censure (quasi), anche Marumaro e la sua passione per le mutandine e il Paf-Paf (Muten insegna) ha subito cambi di battuta (e di bandiera, quando vedrete il suo debutto capirete), e pure la violenza in alcuni casi è stata mitigata, anche troppo, con la sostituzione di fotogrammi nei momenti di lotta con altri "onomatopeici" accompagnati da rumori completamente fuori luogo (effetti alla Tom & Jerry, per essere chiari).
Fortunatamente di scene di lotta tra umani ce ne sono poche, ma quelle volte che capita il fastidio provato è notevole.
Detto questo, la voglia di fiondarsi sulla versione giapponese (o su qualcos'altro) in chiunque potrebbe essere inarrestabile, e invece...
Invece funziona lo stesso.
Alla fin fine non è che l'anime tutto si basa sulla scollatura di Bouquet, o sulle scazzottate, ma su valori come l'amicizia e la crescita personale, e questi concetti ci sono, si vedono e si sentono, per fortuna.
Il doppiaggio italiano, milanese con influenze romane, è più che buono, per quanto supportato da una traduzione non sempre convincente.
Il mio consiglio, dunque, è di vedersi le prime puntate in italiano, e, se le censure dovessero risultare insostenibili, tuffarsi sulla versione giapponese.
Perché vedersi un'avventura bella, emozionante e profonda nel suo essere fanciulla come Blue Dragon, ogni tanto, fa bene.
Otto che non è nove per la questione delle censure.
Allora, cominciamo. Per prima cosa, voglio solo dire che mi è piaciuto moltissimo dato che all'inizio sembrava solo adatto ai giovanissimi, ma secondo me tutti possono divertirsi guardando le 'gag' di Shu e di tutta la sua comitiva, che secondo me è molto divertente vedendo anche il contrasto tra i personaggi.
Il personaggio principale: Shu, è simbolo del "nuovo Goku", cioè la persona semplice (per dirla tutta, anche un po'stupida) che dentro di sè racchiude un grande potere. Intorno a lui c'è la location di un mondo in guerra, cioè in tutto il mondo aleggia un terrore creato dall'esercito del Gran Reame, sotto il controllo del tiranno "Lord" Nene.
I personaggi principali sono i discendenti degli evocatori delle ombre (Cavalieri della Luce), che in realtà sarebbero 7, ma ne sono stati trovati solo 6 ( Shu, Jiro, Kluke, Bouquet, Marumaro e Zola), che hanno formato un gruppo di "guerrieri della giustizia": ovvero con l'intenzione di salvare il mondo dalla tirannia di Nene. Loro partono per una spedizione in tutto il mondo, passando una serie di peripezie, grazie alle quali riusciranno a diventare sempre più amici e più abili nell'evocazione e nel controllo delle proprie ombre.
La grafica mi sembra molto bella ed anche i disegni sono azzeccati, e la Microsoft ha messo anche effetti speciali che la fanno assomigliare a una specie di Dragon Ball (per esempio, l'aura).
Il personaggio principale: Shu, è simbolo del "nuovo Goku", cioè la persona semplice (per dirla tutta, anche un po'stupida) che dentro di sè racchiude un grande potere. Intorno a lui c'è la location di un mondo in guerra, cioè in tutto il mondo aleggia un terrore creato dall'esercito del Gran Reame, sotto il controllo del tiranno "Lord" Nene.
I personaggi principali sono i discendenti degli evocatori delle ombre (Cavalieri della Luce), che in realtà sarebbero 7, ma ne sono stati trovati solo 6 ( Shu, Jiro, Kluke, Bouquet, Marumaro e Zola), che hanno formato un gruppo di "guerrieri della giustizia": ovvero con l'intenzione di salvare il mondo dalla tirannia di Nene. Loro partono per una spedizione in tutto il mondo, passando una serie di peripezie, grazie alle quali riusciranno a diventare sempre più amici e più abili nell'evocazione e nel controllo delle proprie ombre.
La grafica mi sembra molto bella ed anche i disegni sono azzeccati, e la Microsoft ha messo anche effetti speciali che la fanno assomigliare a una specie di Dragon Ball (per esempio, l'aura).
Dopo aver visto tutte le puntate di questa prima serie, tracciare un bilancio sulle qualità di Blue Dragon non è affatto facile. Inizialmente, infatti, si ha la netta sensazione di trovarsi di fronte ad uno spettacolo per bambini, considerando anche l'età del protagonista (circa 10 anni) e la grande semplicità delle trame delle prime puntate. Anche lo stile con cui sono disegnati i personaggi è piuttosto semplice, sebbene sia molto facile riconoscere la mano del grande Akira Toriyama. Dopo le prime puntate, comunque, la semplice introduzione ai personaggi lascia spazio ad un intreccio molto ben curato, affascinante e spesso adrenalinico. La trama infatti, incentrata su 5 personaggi capaci di evocare delle ombre misteriose, è ricca di grandi battaglie, più pirotecniche che decisive ai fini della storia, specie nella prima parte dell'anime. Non mancherà comunque l'avventura, con molte terre da esplorare e con numerose situazioni divertenti e ricche di umorismo. Il massimo della tensione sarà ovviamente raggiunto nelle ultime puntate, ricche di colpi di scena e battaglie epocali capaci di suscitare grande interesse e suspense fino all'ultimo istante.
L'idea concepita da Toriyama & co non è certamente una novità assoluta: chiunque, infatti, potrà riscontrare numerose somiglianze tra i protagonisti di BD e alcuni dei personaggi creati in passato dallo stesso autore, primi fra tutti i protagonisti del fortunatissimo manga/anime Dragon Ball. Basti pensare a Kluke, ragazza esperta di robotica e tecnologia (così come Bulma in DB), passando per Shu e Jiro, due rivali che richiamano molto l'immagine di Goku e Crilin. Non mancano inoltre personaggi propensi alla perversione, come ad esempio Marumaro, il cui pensiero fisso è sempre rivolto alle parti intime di malcapitati personaggi femminili, primo fra tutti quello della povera Bouquet: in questo caso, naturalmente, la somiglianza con il Maestro Muten di DB è piuttosto evidente. Anche il personaggio di Bouquet, sotto certi aspetti, richiama il personaggio di ChiChi (basti pensare al suo atteggiamento nei confronti di Shu).
E' anche possibile notare della analogie tra le ombre dei mostri e le creature evocate in Yu-Gi-Oh.
Nonostante questi inevitabili modelli, l'idea risulterà nel complesso nuova e avvincente e guardando gli episodi di questa serie, non si avrà la sensazione di assistere a qualcosa di vecchio o già visto (somiglianze sopracitate a parte).
Capitolo a parte merita l'adattamento tra la versione giapponese e quella trasmessa in Italia, da Cartoon Network prima e da Italia 1 poi.
Innanzitutto, è difficile comprendere il perchè del cambiamento della colonna sonora originale, una delle più avvincenti mai sentite su un anime. La grande maggioranza di tali brani è stata sostituita con delle musiche molto meno entusiasmanti, a tratti anche noiose e ripetitive.
Naturalmente non mancano le censure, a tratti vergognose e spesso inopportune. Il personaggio più colpito è certamente Bouquet, il cui (prorompente) fisico è stato letteralmente smantellato a colpi di photoshop, spesso in modo innaturale e brutale. L' impietosa censura finisce spesso per colpire dialoghi fondamentali alla comprensione della trama, per non parlare degli adattamenti visivi, capaci di passare da alcune scene paurosamente tagliate ad altre totalmente inventate, ricche di dialoghi inutili e spesso privi di alcun senso. Naturalmente, ogni riferimento alla morte risulta totalmente eliminato, a tal punto da rendere difficile comprendere la "scomparsa" o meno di un determinato personaggio, nei casi più estremi. Tutto ciò naturalmente a scapito del divertimento, della suspense e dell'umorismo di alcune scene, diventate totalmente incomprensibili a seguito di questi tagli. Come al solito, non si riesce mai ad avere il senso della misura.
In definitiva, passando in rassegna la versione "integrale" dell'anime, ciò che ne risulta è certamente un buon prodotto, esilarante ma anche commovente al punto giusto, non un capolavoro, ma nemmeno un fallimento. Come nel caso dell'omonimo gioco per Xbox da cui l'anime è ispirato, si capisce come sia certamente possibile fare di più, cercare di migliorare ulteriormente un'idea di fondo certamente buona, capace di appassionare "grandi e piccoli". Tali miglioramenti sembrano comunque essere stati apportati nella seconda stagione andata in onda in Giappone.
Vedremo. In ogni caso, buona la prima.
L'idea concepita da Toriyama & co non è certamente una novità assoluta: chiunque, infatti, potrà riscontrare numerose somiglianze tra i protagonisti di BD e alcuni dei personaggi creati in passato dallo stesso autore, primi fra tutti i protagonisti del fortunatissimo manga/anime Dragon Ball. Basti pensare a Kluke, ragazza esperta di robotica e tecnologia (così come Bulma in DB), passando per Shu e Jiro, due rivali che richiamano molto l'immagine di Goku e Crilin. Non mancano inoltre personaggi propensi alla perversione, come ad esempio Marumaro, il cui pensiero fisso è sempre rivolto alle parti intime di malcapitati personaggi femminili, primo fra tutti quello della povera Bouquet: in questo caso, naturalmente, la somiglianza con il Maestro Muten di DB è piuttosto evidente. Anche il personaggio di Bouquet, sotto certi aspetti, richiama il personaggio di ChiChi (basti pensare al suo atteggiamento nei confronti di Shu).
E' anche possibile notare della analogie tra le ombre dei mostri e le creature evocate in Yu-Gi-Oh.
Nonostante questi inevitabili modelli, l'idea risulterà nel complesso nuova e avvincente e guardando gli episodi di questa serie, non si avrà la sensazione di assistere a qualcosa di vecchio o già visto (somiglianze sopracitate a parte).
Capitolo a parte merita l'adattamento tra la versione giapponese e quella trasmessa in Italia, da Cartoon Network prima e da Italia 1 poi.
Innanzitutto, è difficile comprendere il perchè del cambiamento della colonna sonora originale, una delle più avvincenti mai sentite su un anime. La grande maggioranza di tali brani è stata sostituita con delle musiche molto meno entusiasmanti, a tratti anche noiose e ripetitive.
Naturalmente non mancano le censure, a tratti vergognose e spesso inopportune. Il personaggio più colpito è certamente Bouquet, il cui (prorompente) fisico è stato letteralmente smantellato a colpi di photoshop, spesso in modo innaturale e brutale. L' impietosa censura finisce spesso per colpire dialoghi fondamentali alla comprensione della trama, per non parlare degli adattamenti visivi, capaci di passare da alcune scene paurosamente tagliate ad altre totalmente inventate, ricche di dialoghi inutili e spesso privi di alcun senso. Naturalmente, ogni riferimento alla morte risulta totalmente eliminato, a tal punto da rendere difficile comprendere la "scomparsa" o meno di un determinato personaggio, nei casi più estremi. Tutto ciò naturalmente a scapito del divertimento, della suspense e dell'umorismo di alcune scene, diventate totalmente incomprensibili a seguito di questi tagli. Come al solito, non si riesce mai ad avere il senso della misura.
In definitiva, passando in rassegna la versione "integrale" dell'anime, ciò che ne risulta è certamente un buon prodotto, esilarante ma anche commovente al punto giusto, non un capolavoro, ma nemmeno un fallimento. Come nel caso dell'omonimo gioco per Xbox da cui l'anime è ispirato, si capisce come sia certamente possibile fare di più, cercare di migliorare ulteriormente un'idea di fondo certamente buona, capace di appassionare "grandi e piccoli". Tali miglioramenti sembrano comunque essere stati apportati nella seconda stagione andata in onda in Giappone.
Vedremo. In ogni caso, buona la prima.
A me personalmente Blue Dragon piace, ma ci sono alcuni difetti. Per esempio: l'età: Shuu, Jiro ecc... ma dai, hanno 10 anni!
Non sono un po' troppo piccoli per riuscire a controllare le loro ombre, e poi come ha fatto Shuu ad imparare così presto a controllare la grande forza di Blue Dragon?
Comunque a me il personaggio che piace di più è Zola, perchè è matura, paziente e per dirla tutta anche molto molto carina. :-)
Comunque tutto il resto mi piace.
Non sono un po' troppo piccoli per riuscire a controllare le loro ombre, e poi come ha fatto Shuu ad imparare così presto a controllare la grande forza di Blue Dragon?
Comunque a me il personaggio che piace di più è Zola, perchè è matura, paziente e per dirla tutta anche molto molto carina. :-)
Comunque tutto il resto mi piace.
C'è stato un tempo, sul finire degli anni '90, in cui un ragazzino delle scuole medie muoveva i suoi primi passi nel mondo dell'animazione e del fumetto giapponese, grazie ai molti classici shonen manga degli anni '80 pubblicati dalla solerte Star Comics e alla programmazione televisiva di una grande emittente regionale chiamata Jtv.
Tra le opere che più amava e che lo hanno introdotto a questa passione, c'erano parecchie serie ispirate a videogiochi, come Street Fighter II V e Virtua Fighter, e shonen d'azione e d'avventura ma anche di formazione, che avevano dei protagonisti giovani in cui egli poté identificarsi, come Dragon Ball e Dai no daibouken.
Poi però il ragazzino crebbe e, pur continuando a leggere manga e a guardare anime, l'incanto finì. Le storie si fecero profondamente diverse da quelle che lui aveva tanto amato, non si produssero quasi più opere tratte da videogiochi nè shonen manga d'avventura e formazione e quell'Akira Toriyama che lui tanto amava quasi non lavorava più.
Questo, almeno, fino alla primavera dei suoi 22 anni, esattamente 10 anni dopo la lettura del suo primo manga (guarda caso uno dei primi numeri di Dragon Ball di Toriyama), quando non beccò assolutamente per caso, su un canale satellitare, la prima puntata di un anime che con il suo amato Dragon Ball aveva parecchio in comune, a partire dal disegnatore fino ad arrivare al titolo e che, peraltro, era uno shonen d'avventura e persino tratto da un videogioco: Blue Dragon.
Narra la leggenda che, nella notte dei tempi, alcuni valorosi guerrieri scacciarono le tenebre che opprimevano il mondo con l'ausilio di creature particolari, nate dalla materializzazione delle proprie ombre.
La lotta narrata dai miti sta per ripetersi, perchè il crudele Lord Nene vuole soggiogare il mondo regnando col terrore, e questo segnerà l'avventura di sei ragazzi, Shuu, Kluke, Zola, Jiro, Marumaro e Bouquet, che possiedono quello stesso potere e riescono a vivere in maniera simbiotica con le proprie ombre, materializzandole sottoforma di creature mitologiche, e grazie a questa capacità dovranno abbattere il malvagio.
Questa, in breve, la trama di Blue Dragon.
Banale, dite?
E' un anime tratto da un videogioco e diretto a un pubblico di adolescenti, non è così deprecabile l'essere banale considerato il suo target.
Che poi banale non è. Forse lo sarà come concezione e come trama di base, ma nel corso dell'avventura non mancheranno colpi di scena che personalmente mi hanno tenuto col fiato sospeso in attesa dell'episodio successivo o scene inaspettate di grande intensità. E, anche se fosse banale, beh, squadra che vince non si cambia, dice il proverbio.
L'ambientazione di Blue Dragon ricorda quella degli ultimi Final Fantasy (non a caso uno degli autori del videogioco da cui l'anime è tratto è il creatore della suddetta saga, Hironobu Sakaguchi), un mondo dove convivono più o meno pacificamente tecnologie futuristiche (come robot, computer o aeronavi), macchinari steampunk ed elementi fantasy (come regni di stampo medievale con tanto di vecchio sovrano bardato come tradizione vuole e creature particolari). Tutti elementi che possono permettere ad Akira Toriyama, che ne ha curato i disegni, di sbizzarrirsi e di creare, secondo il suo classico stile simpatico e bonario, non soltanto millemila macchinari astrusi, ma anche personaggi dalle molteplici fisionomie. A differenza della maggior parte delle produzioni odierne, e dell'ultima parte del Dragon Ball Z dello stesso Toriyama, qui i protagonisti non sono dei figoni, ma dei semplici ragazzini, e le genti che popoleranno il mondo in cui vivono saranno molteplici e variegate: anziani sovrani, soldati, omaccioni nerboruti, ragazzini, femmes fatales, affascinanti e valorosi guerrieri, uomini e donne di ogni età e fisionomia. Una grande e piacevolissima varietà di personaggi che coprirà protagonisti, antagonisti, comprimari, comparse, personaggi secondari, gente che passa per strada e che piacerà moltissimo allo spettatore, troppo spesso recentemente abituato a volti tutti uguali o a personaggi tutti eccessivamente fighi e poco umani.
Finalmente, dopo un periodo recente in cui li hanno biondi, arancioni, argentati, azzurri, fucsia, verdi e chi più ne ha più ne metta, troviamo nuovamente un protagonista dai capelli bruni come tradizione vorrebbe.
Shuu è allegro, volenteroso, gentile, impulsivo, coraggioso, affabile. E' un protagonista che più classico non si può. Non è un eroe senza macchia né paura, è un ragazzino in crescita, che ha già in luce valori di giustizia e lealtà che non ci vengono subito sbandierati ai quattro venti sin da subito ma che andranno conquistati a caro prezzo durante l'avventura, un'avventura che lo porterà a crescere. Inizialmente, Shuu dovrà faticare non poco per riuscire a controllare il maestoso e scostante drago azzurro - Blue Dragon, appunto - che raffigura la sua ombra, per farsi accettare da lui come compagno degno di combattere insieme, e in corso d'opera avrà a che fare con parecchi problemi di compatibilità con questo, oltre a sentimenti apparentemente meno epici e più umani ma non per questo deprecabili come la nostalgia del suo villaggio natale, l'accettazione della morte, il disprezzo per la guerra, l'accettazione e il superamento dei propri limiti, il controllo delle proprie emozioni, rabbie e paure.
A dispetto della sua esteriorità probabilmente volutamente banale, Shuu si dimostra un ottimo protagonista, che cresce abbastanza in fretta nel corso della vicenda e riesce a dar sicurezza allo spettatore ma anche a farlo crescere insieme a lui, trasmettendo a chi guarda le sue insicurezze e i suoi valori.
Assieme a lui, i suoi compagni saranno altrettanto simpatici e ben caratterizzati: Jiro è tronfio, superbo e solitario, ma pian piano aprirà il suo cuore, Zola appare algida e sicura e nasconde molti misteri ma si affezionerà ai suoi compagni di viaggio, Marumaro è un'ottima spalla comica, e Kluke e Bouquet impareranno a farsi valere anche se apparentemente più deboli e avranno una loro ben precisa utilità nel corso dell'avventura.
Uguale sorte spetta ai cattivi, che avranno tutti un ben preciso carattere, degli ideali differenti, dei differenti modi di agire e combattere e che più di una volta intrecceranno le loro ombre e le loro ideologie con i nostri piccoli eroi, finendo per farsi influenzare da loro.
Ottimi e simpaticissimi anche i personaggi secondari e di contorno, in particolar modo lo spassossissimo Legolas, nuova incarnazione del già geniale Mr. Satan di Dragon Ball Z.
Sono tutti personaggi apparentemente molto semplici, ma dalla spiccata caratterizzazione e dall'inconfondibile simpatia ed umanità, e noi spettatori alla fine della fiera ci affezioneremo a tutti, persino al malvagio Lord Nene, che è un supercattivo malvagio ma, ci scommettiamo, ha anche lui una parte comica e i suoi umanissimi vizi.
In fondo, è Toriyama che disegna, e lo sappiamo che quando c'è di mezzo Toriyama si finisce sempre così.
C'è un termine che ho usato ripetutamente nelle righe quassù e su cui vorrei focalizzare la vostra attenzione, ossia "avventura".
Essendo tratto da un videogioco di ruolo, l'avventura, il viaggio, il lavoro di squadra sono concetti molto importanti in Blue Dragon e da tempo assenti in molte opere dello stesso genere. Il viaggio, la scoperta di posti nuovi, l'abbandono della quotidianità per gettarsi in un'avventura del tutto nuova, il confronto con diversi avversari e con gli stessi compagni di viaggio sono cose essenziali per uno shonen d'avventura, e non mancano di fare splendida mostra di sé anche in questo Blue Dragon. E, in men che non si dica, l'avventura ci rivelerà una storia avvincente e ben costruita e parecchi, importantissimi messaggi, primo fra tutti una pesante critica alla guerra che distrugge le città, fa morire la gente e costringe gli uomini a combattere battaglie che potenzialmente potrebbero anche perdere e costargli la vita, quando questo potrebbe essere tranquillamente evitato se, invece che con cannoni e fucili, ci si relazionasse con il prossimo con gentilezza.
Se dovessi scegliere una parola per descrivere Blue Dragon, questa sarebbe "tradizione".
Sarà il tratto di Toriyama, sarà la concezione molto old-fashioned che esprime, ma guardando Blue Dragon io sono tornato indietro di dieci anni, mi sono commosso, mi sono esaltato. E mi sono ricordato perchè amo l'animazione e il fumetto giapponese, come e perchè sono entrato in questo mondo e perchè ancora, dopo tutti questi anni, non riesco a uscirne.
Consiglio la visione, dato che nei prossimi mesi sarà trasmesso dalle TV in chiaro. Purtroppo la versione che ci è pervenuta è quella americana, con molte censure anche a livello visivo e una colonna sonora rimaneggiata (le sigle giapponesi sono davvero belle!), ma a nostro vantaggio possiamo addurre un doppiaggio italiano davvero ben riuscito, che riesce perfettamente a combinare relative nuove leve come Gabriele Patriarca, Leonardo Graziano, Massimo Di Benedetto o Renato Novara assieme a mostri sacri del doppiaggio nostrano come Debora Magnaghi, Lara Parmiani, Tony Fuochi, Pietro Ubaldi, Antonio Paiola, Giovanni Battezzato, Simone D'Andrea, Patrizio Prata, Alessandra Karpoff.
Risultando come una fusione perfetta tra Dragon Ball/Dragon Quest, Final Fantasy e Digimon, Blue Dragon ha tutte le carte in regola per sfondare nel nostro paese, e, se lo farà, io ne sarò ben lieto, perchè era davvero da tanto che non mi appassionavo così tanto ad un anime di recente fattura. E ci voleva proprio qualcosa che si ricollegasse in maniera molto esplicita alla vecchia e gloriosa tradizione degli shonen degli anni '80, per far sì che ciò accadesse.
Tra le opere che più amava e che lo hanno introdotto a questa passione, c'erano parecchie serie ispirate a videogiochi, come Street Fighter II V e Virtua Fighter, e shonen d'azione e d'avventura ma anche di formazione, che avevano dei protagonisti giovani in cui egli poté identificarsi, come Dragon Ball e Dai no daibouken.
Poi però il ragazzino crebbe e, pur continuando a leggere manga e a guardare anime, l'incanto finì. Le storie si fecero profondamente diverse da quelle che lui aveva tanto amato, non si produssero quasi più opere tratte da videogiochi nè shonen manga d'avventura e formazione e quell'Akira Toriyama che lui tanto amava quasi non lavorava più.
Questo, almeno, fino alla primavera dei suoi 22 anni, esattamente 10 anni dopo la lettura del suo primo manga (guarda caso uno dei primi numeri di Dragon Ball di Toriyama), quando non beccò assolutamente per caso, su un canale satellitare, la prima puntata di un anime che con il suo amato Dragon Ball aveva parecchio in comune, a partire dal disegnatore fino ad arrivare al titolo e che, peraltro, era uno shonen d'avventura e persino tratto da un videogioco: Blue Dragon.
Narra la leggenda che, nella notte dei tempi, alcuni valorosi guerrieri scacciarono le tenebre che opprimevano il mondo con l'ausilio di creature particolari, nate dalla materializzazione delle proprie ombre.
La lotta narrata dai miti sta per ripetersi, perchè il crudele Lord Nene vuole soggiogare il mondo regnando col terrore, e questo segnerà l'avventura di sei ragazzi, Shuu, Kluke, Zola, Jiro, Marumaro e Bouquet, che possiedono quello stesso potere e riescono a vivere in maniera simbiotica con le proprie ombre, materializzandole sottoforma di creature mitologiche, e grazie a questa capacità dovranno abbattere il malvagio.
Questa, in breve, la trama di Blue Dragon.
Banale, dite?
E' un anime tratto da un videogioco e diretto a un pubblico di adolescenti, non è così deprecabile l'essere banale considerato il suo target.
Che poi banale non è. Forse lo sarà come concezione e come trama di base, ma nel corso dell'avventura non mancheranno colpi di scena che personalmente mi hanno tenuto col fiato sospeso in attesa dell'episodio successivo o scene inaspettate di grande intensità. E, anche se fosse banale, beh, squadra che vince non si cambia, dice il proverbio.
L'ambientazione di Blue Dragon ricorda quella degli ultimi Final Fantasy (non a caso uno degli autori del videogioco da cui l'anime è tratto è il creatore della suddetta saga, Hironobu Sakaguchi), un mondo dove convivono più o meno pacificamente tecnologie futuristiche (come robot, computer o aeronavi), macchinari steampunk ed elementi fantasy (come regni di stampo medievale con tanto di vecchio sovrano bardato come tradizione vuole e creature particolari). Tutti elementi che possono permettere ad Akira Toriyama, che ne ha curato i disegni, di sbizzarrirsi e di creare, secondo il suo classico stile simpatico e bonario, non soltanto millemila macchinari astrusi, ma anche personaggi dalle molteplici fisionomie. A differenza della maggior parte delle produzioni odierne, e dell'ultima parte del Dragon Ball Z dello stesso Toriyama, qui i protagonisti non sono dei figoni, ma dei semplici ragazzini, e le genti che popoleranno il mondo in cui vivono saranno molteplici e variegate: anziani sovrani, soldati, omaccioni nerboruti, ragazzini, femmes fatales, affascinanti e valorosi guerrieri, uomini e donne di ogni età e fisionomia. Una grande e piacevolissima varietà di personaggi che coprirà protagonisti, antagonisti, comprimari, comparse, personaggi secondari, gente che passa per strada e che piacerà moltissimo allo spettatore, troppo spesso recentemente abituato a volti tutti uguali o a personaggi tutti eccessivamente fighi e poco umani.
Finalmente, dopo un periodo recente in cui li hanno biondi, arancioni, argentati, azzurri, fucsia, verdi e chi più ne ha più ne metta, troviamo nuovamente un protagonista dai capelli bruni come tradizione vorrebbe.
Shuu è allegro, volenteroso, gentile, impulsivo, coraggioso, affabile. E' un protagonista che più classico non si può. Non è un eroe senza macchia né paura, è un ragazzino in crescita, che ha già in luce valori di giustizia e lealtà che non ci vengono subito sbandierati ai quattro venti sin da subito ma che andranno conquistati a caro prezzo durante l'avventura, un'avventura che lo porterà a crescere. Inizialmente, Shuu dovrà faticare non poco per riuscire a controllare il maestoso e scostante drago azzurro - Blue Dragon, appunto - che raffigura la sua ombra, per farsi accettare da lui come compagno degno di combattere insieme, e in corso d'opera avrà a che fare con parecchi problemi di compatibilità con questo, oltre a sentimenti apparentemente meno epici e più umani ma non per questo deprecabili come la nostalgia del suo villaggio natale, l'accettazione della morte, il disprezzo per la guerra, l'accettazione e il superamento dei propri limiti, il controllo delle proprie emozioni, rabbie e paure.
A dispetto della sua esteriorità probabilmente volutamente banale, Shuu si dimostra un ottimo protagonista, che cresce abbastanza in fretta nel corso della vicenda e riesce a dar sicurezza allo spettatore ma anche a farlo crescere insieme a lui, trasmettendo a chi guarda le sue insicurezze e i suoi valori.
Assieme a lui, i suoi compagni saranno altrettanto simpatici e ben caratterizzati: Jiro è tronfio, superbo e solitario, ma pian piano aprirà il suo cuore, Zola appare algida e sicura e nasconde molti misteri ma si affezionerà ai suoi compagni di viaggio, Marumaro è un'ottima spalla comica, e Kluke e Bouquet impareranno a farsi valere anche se apparentemente più deboli e avranno una loro ben precisa utilità nel corso dell'avventura.
Uguale sorte spetta ai cattivi, che avranno tutti un ben preciso carattere, degli ideali differenti, dei differenti modi di agire e combattere e che più di una volta intrecceranno le loro ombre e le loro ideologie con i nostri piccoli eroi, finendo per farsi influenzare da loro.
Ottimi e simpaticissimi anche i personaggi secondari e di contorno, in particolar modo lo spassossissimo Legolas, nuova incarnazione del già geniale Mr. Satan di Dragon Ball Z.
Sono tutti personaggi apparentemente molto semplici, ma dalla spiccata caratterizzazione e dall'inconfondibile simpatia ed umanità, e noi spettatori alla fine della fiera ci affezioneremo a tutti, persino al malvagio Lord Nene, che è un supercattivo malvagio ma, ci scommettiamo, ha anche lui una parte comica e i suoi umanissimi vizi.
In fondo, è Toriyama che disegna, e lo sappiamo che quando c'è di mezzo Toriyama si finisce sempre così.
C'è un termine che ho usato ripetutamente nelle righe quassù e su cui vorrei focalizzare la vostra attenzione, ossia "avventura".
Essendo tratto da un videogioco di ruolo, l'avventura, il viaggio, il lavoro di squadra sono concetti molto importanti in Blue Dragon e da tempo assenti in molte opere dello stesso genere. Il viaggio, la scoperta di posti nuovi, l'abbandono della quotidianità per gettarsi in un'avventura del tutto nuova, il confronto con diversi avversari e con gli stessi compagni di viaggio sono cose essenziali per uno shonen d'avventura, e non mancano di fare splendida mostra di sé anche in questo Blue Dragon. E, in men che non si dica, l'avventura ci rivelerà una storia avvincente e ben costruita e parecchi, importantissimi messaggi, primo fra tutti una pesante critica alla guerra che distrugge le città, fa morire la gente e costringe gli uomini a combattere battaglie che potenzialmente potrebbero anche perdere e costargli la vita, quando questo potrebbe essere tranquillamente evitato se, invece che con cannoni e fucili, ci si relazionasse con il prossimo con gentilezza.
Se dovessi scegliere una parola per descrivere Blue Dragon, questa sarebbe "tradizione".
Sarà il tratto di Toriyama, sarà la concezione molto old-fashioned che esprime, ma guardando Blue Dragon io sono tornato indietro di dieci anni, mi sono commosso, mi sono esaltato. E mi sono ricordato perchè amo l'animazione e il fumetto giapponese, come e perchè sono entrato in questo mondo e perchè ancora, dopo tutti questi anni, non riesco a uscirne.
Consiglio la visione, dato che nei prossimi mesi sarà trasmesso dalle TV in chiaro. Purtroppo la versione che ci è pervenuta è quella americana, con molte censure anche a livello visivo e una colonna sonora rimaneggiata (le sigle giapponesi sono davvero belle!), ma a nostro vantaggio possiamo addurre un doppiaggio italiano davvero ben riuscito, che riesce perfettamente a combinare relative nuove leve come Gabriele Patriarca, Leonardo Graziano, Massimo Di Benedetto o Renato Novara assieme a mostri sacri del doppiaggio nostrano come Debora Magnaghi, Lara Parmiani, Tony Fuochi, Pietro Ubaldi, Antonio Paiola, Giovanni Battezzato, Simone D'Andrea, Patrizio Prata, Alessandra Karpoff.
Risultando come una fusione perfetta tra Dragon Ball/Dragon Quest, Final Fantasy e Digimon, Blue Dragon ha tutte le carte in regola per sfondare nel nostro paese, e, se lo farà, io ne sarò ben lieto, perchè era davvero da tanto che non mi appassionavo così tanto ad un anime di recente fattura. E ci voleva proprio qualcosa che si ricollegasse in maniera molto esplicita alla vecchia e gloriosa tradizione degli shonen degli anni '80, per far sì che ciò accadesse.
Blue Dragon a prima vista appare come il classico cartone destinato ad un pubblico di giovanissimi. Effettivamente, se ci si limita a guardare i primi episodi, questa è l'idea che più facilmente può venire alla mente, ma se si riesce a sopportare le prime 15/20 puntate si potrà notare come gli intrecci siano ben curati e si distacchino non poco dal videogioco dal quale l'anime è tratto... e questo è sicuramente un bene. La trama è originale, la storia interessa cinque personaggi principali e le loro ombre, attraverso le quali hanno la possibilità di prendere vita alcune misteriose creature legate da una leggenda tutta da scoprire. Come per molti cartoni, la parte più interessante si trova verso gli episodi finali, nelle quali potrebbe ridursi tutta la serie.
Non mancano, come da tradizione in questi casi, scoperte, esplorazioni, potenziamenti, nemici sempre più temibili. E' un anime che ha riscosso molto successo in Giappone, tanto da portare subito alla produzione di una seconda serie della quale (alla data attuale, 3 maggio 2008) sono già stati mandati in onda i primi 4 episodi.
Voto 7, per il semplice fatto che le prime puntate (dedicate quasi esclusivamente alla presentazione del protagonisti, delle loro ombre e dei poteri di queste ultime) tentano di dilungarsi eccessivamente, finendo con lo stancare chi è alla ricerca di scene più "movimentate".
---
Desideravo aggiungere una postilla alla mia precedente recensione per inserire poche ma importanti informazioni riguardo la versione italiana dell'anime, da poco trasmesso su Sky attraverso i canali di Cartoon Network.
Purtroppo il doppiaggio in italiano mi è parso altamente scadente, con personaggi ai quali sono state date voci stridule e piatte, nulla a che vedere con le originali voci giapponesi, dotate di grande profondità e carattere.
Non posso nascondere che ascoltare alcuni dialoghi (tutti rigorosamente cambiati in maniera tale da privarli di ogni significato e farli apparire fuori luogo) mi hanno letteralmente fatto piangere. Un esempio lo si può ritrovare nell'episodio in cui Shu si batte per la prima volta contro il generale Logi e la sua Valkiria: un dialogo inialmente centrato sulla necessità del ragazzo di trovare la forza interiore per sfruttare i poteri del Blue Dragon come se quest'ultimo fosse un oggetto, viene magicamente mutato in una lunga serie di quisquilie basate sulla fiducia in sè stessi.
Penoso è dir poco.
Le musiche, stupende nell'originale giapponese, sono state cambiate nel 80% dei casi con brani che, come si suol dire, non fanno "nè caldo nè freddo". Le censure, pesantissime e solo in parte ereditate dalla edizione americana del cartone, talvolta "skippano" parti anche piuttosto importanti per comprendere il carattere di alcuni personaggi, come i comportamenti bambineschi di Bouquet.
Pessimo, pessimo, pessimo. Ecco un altro cartone letteralmente ROVINATO da censure e adattamenti fatti con i piedi. Il mio consiglio è di vedersi tutto l'anime in giapponese (tanto esistono in sub in spagnolo e sono facili da comprendere), possibilmente la seconda stagione che è comunque 3 volte più appassionante.
Non mancano, come da tradizione in questi casi, scoperte, esplorazioni, potenziamenti, nemici sempre più temibili. E' un anime che ha riscosso molto successo in Giappone, tanto da portare subito alla produzione di una seconda serie della quale (alla data attuale, 3 maggio 2008) sono già stati mandati in onda i primi 4 episodi.
Voto 7, per il semplice fatto che le prime puntate (dedicate quasi esclusivamente alla presentazione del protagonisti, delle loro ombre e dei poteri di queste ultime) tentano di dilungarsi eccessivamente, finendo con lo stancare chi è alla ricerca di scene più "movimentate".
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Desideravo aggiungere una postilla alla mia precedente recensione per inserire poche ma importanti informazioni riguardo la versione italiana dell'anime, da poco trasmesso su Sky attraverso i canali di Cartoon Network.
Purtroppo il doppiaggio in italiano mi è parso altamente scadente, con personaggi ai quali sono state date voci stridule e piatte, nulla a che vedere con le originali voci giapponesi, dotate di grande profondità e carattere.
Non posso nascondere che ascoltare alcuni dialoghi (tutti rigorosamente cambiati in maniera tale da privarli di ogni significato e farli apparire fuori luogo) mi hanno letteralmente fatto piangere. Un esempio lo si può ritrovare nell'episodio in cui Shu si batte per la prima volta contro il generale Logi e la sua Valkiria: un dialogo inialmente centrato sulla necessità del ragazzo di trovare la forza interiore per sfruttare i poteri del Blue Dragon come se quest'ultimo fosse un oggetto, viene magicamente mutato in una lunga serie di quisquilie basate sulla fiducia in sè stessi.
Penoso è dir poco.
Le musiche, stupende nell'originale giapponese, sono state cambiate nel 80% dei casi con brani che, come si suol dire, non fanno "nè caldo nè freddo". Le censure, pesantissime e solo in parte ereditate dalla edizione americana del cartone, talvolta "skippano" parti anche piuttosto importanti per comprendere il carattere di alcuni personaggi, come i comportamenti bambineschi di Bouquet.
Pessimo, pessimo, pessimo. Ecco un altro cartone letteralmente ROVINATO da censure e adattamenti fatti con i piedi. Il mio consiglio è di vedersi tutto l'anime in giapponese (tanto esistono in sub in spagnolo e sono facili da comprendere), possibilmente la seconda stagione che è comunque 3 volte più appassionante.
Shu, un bambino di 10 anni e la sua banda di amici vivono in una piccola vallata tra le montagne. Si respira aria di pace e spensieratezza. Il sogno di Shu è quello di diventare un Night Master, un potente cavaliere dai grandi poteri; pertanto appena si sparge voce che uno di questi sta arrivando al villaggio, decide di incontrarlo. C'è un piccolo problema, però: nessuno conosce lo straniero, ma Shu ha una certa inventiva per scoprire di chi si tratta. Armatosi di bastone, comincia ad attaccare alle spalle tutti quelli che, a suo parere, potrebbero essere il Night Master, nella certezza che questi non si farà mai prendere alla sprovvista.
Così cadono tramortiti al suolo diversi strani tizi, fintanto che Shu non s'imbatte in un irritante ragazzino accompagnato da una sorta di piratessa con tanto di bandana e teschio sulla fronte...
La ragazza, Zola, sebbene emani una certa autorevolezza, afferma di non essere un Night Master, e prosegue la sua strada col suo allievo Jiro in cerca di alcune vecchie rovine.
Intanto, il villaggio di Shu è attaccato dalle truppe del perfido Nene, sovrano del regno tecnologico di Garan, che va in cerca di bambini da rapire per individuare quelli dotati dell’ambito ‘potere delle ombre’.
Shu cerca subito l'aiuto dei due stranieri per salvare il villaggio, ma Zola gli risponde che non sono affari suoi e, per metterlo alla prova, lo sfida a difenderlo da solo.
Testimone del coraggio del bambino, che va a combattere gli invasori impugnando un bastone, decide di intervenire, perché ha intravisto in Shu qualche potenzialità nascosta.
Durante una situazione disperata, infatti, il ragazzo riesce a richiamare il Blue Dragon, il più potente tra gli Shadows, una classe di entità legate all’ombra di chi ha le qualità per evocarle, e a mettere in fuga gli invasori.
Governare il potentissimo essere che sta seminando distruzione, non è semplice per il bambino, e Zola e Jiro dovranno unire i loro Shadows per metterlo KO con l’astuzia. Una volta rinvenuto, Zola racconta una vecchia leggenda su sette eroici ‘cavalieri della luce’ e il sacro ‘Libro delle Origini’, il più antico libro del mondo. Tutta la vicenda ruota attorno all’eterna lotta tra luce e ombra.
Alla fine del secondo episodio, Shu si vedrà costretto a seguire Zola e Jiro per il bene del villaggio. Se così non facesse, le truppe di Nene tornerebbero continuamente a cercare il suo potere, mettendo in costante pericolo tutti gli abitanti. Inizia quindi il viaggio avventuroso e di apprendistato del ragazzo, ma alla combriccola si unirà anche la sua amica Kluke, piccolo genio della robotica (come Bulma in DB), che non accetterà un rifiuto…
Tecnicamente, l'anime trasmesso su TV Tokyo non si discosta dallo standard delle nuove serie animate giapponesi, con animazioni piuttosto essenziali. Il character design di Akira Toriyama è semplificato rispetto a Dragon Ball, ma si notano ovviamente delle reminiscenze della sua opera più famosa. I disegni sono altalenanti e la loro realizzazione appare molto inferiore a quella delle ultime serie di Dragon Ball, GT compreso. Le ombreggiature più semplificate, tondeggianti e meno numerose rispetto a DB, conferiscono ai disegni meno plasticità, rendendoli in un certo senso più piatti. Immancabile, ormai, l'inserimento di elementi in grafica tridimensionale, specialmente per congegni, macchine volanti e effetti speciali, non troppo invasiva e simile a quella usata in altri anime contemporanei.
Lo sviluppo della trama segue lo schema dei classici RPG dove il personaggio principale non fa che accrescere la propria abilità in seguito ad esercizi, potenziamenti, esperienza, ecc... già secondo la struttura presente in DB. Nel terzo episodio cominciano gli allenamenti a cui Zola sottopone Shu. Il suo compagno di esercizi sarà Jiro, da subito suo rivale, e qui si ricalca l’originale dualismo già battuto da Goku e Crilin allievi dell'Eremita della Tartaruga.
Anche l’idea degli Shadows, non è proprio originale; si tratta di una via di mezzo tra i mostri evocati dalle carte da gioco in Yu-Gi-Oh! e i poteri stand di JoJo (per metterli fuori gioco basta colpire il loro portatore), anche se le creature di Blue Dragon sembrano dotate di propria personalità.
Insomma, si ripercorrono canovacci classici e stereotipi tipici degli anime sia in situazioni che personaggi (già il gruppetto iniziale di amici formato dai soliti cinque membri alla sentai troopers con un grassone, un piccoletto, una ragazza, il protagonista e un personaggio medio). Incontreremo poi personaggi dall'aspetto più familiare alla Dragon Quest e DB come 'Il Supremo' (dio), Regorasu, una specie di Mr. Satan biondo, il simpatico Marumaro (ricorda un po’ Cowa, altro personaggio di Toriyama), ecc... anche le gag non sono particolarmente ispirate. Carine le sigle d'apertura e chiusura.