Planetes
“Planetes” è un anime imperdibile per chi ama la fantascienza realistica. Ambientato nel 2075, ci mostra un futuro credibile dove l’umanità ha colonizzato lo spazio, ma affronta un problema sempre più attuale: la gestione dei detriti spaziali. La serie segue un gruppo di tecnici della Technora Corporation, il cui lavoro quotidiano diventa il mezzo per esplorare temi profondi come l’isolamento, la disuguaglianza economica e le ambizioni personali.
La rappresentazione della vita nello spazio è meticolosa: dall’assenza di gravità, alla fisica delle navi, fino alle implicazioni psicologiche del lavoro nello spazio. La qualità dell’animazione, con i suoi dettagli tecnici, si fonde perfettamente con la scrittura, che sa bilanciare azione e riflessione. “Planetes” non solo racconta una storia avvincente, ma ci invita a riflettere sul futuro dell’umanità tra le stelle. Un’opera che entusiasma e stimola, perfetta per gli amanti del vero sci-fi.
La rappresentazione della vita nello spazio è meticolosa: dall’assenza di gravità, alla fisica delle navi, fino alle implicazioni psicologiche del lavoro nello spazio. La qualità dell’animazione, con i suoi dettagli tecnici, si fonde perfettamente con la scrittura, che sa bilanciare azione e riflessione. “Planetes” non solo racconta una storia avvincente, ma ci invita a riflettere sul futuro dell’umanità tra le stelle. Un’opera che entusiasma e stimola, perfetta per gli amanti del vero sci-fi.
Ricordo ancora il giorno in cui mi fu consigliato, proprio su questo sito, l’anime di “Planetes”. Ero reduce da due giorni di forcing matto, durante i quali mi ero visto, tutte d’un fiato, le ventiquattro puntate di “Darling in the FRANXX”, di cui conservo un ricordo bellissimo, eccetto per il finale. Il giovane me rimase piuttosto traumatizzato dal modo in cui si concludeva la storia, bello, ma assolutamente drammatico. Probabilmente meno di quanti molti di voi si aspetterebbero, ma, se si toccano le note giuste, mi ci vuole poco a diventare una fontana ambulante. Fatto sta, che cercai conforto proprio qui sul sito e in molti mi consigliarono di iniziare subito un nuovo anime, stando al detto che, morto un papa, se ne fa un altro. I consigli che mi arrivarono non furono pochi e, tra questi, c’era proprio “Planetes”, che, a detta di molti, sarebbe riuscito ad emozionarmi quanto e più di “Darling in the FRANXX”. Acconsentii, dunque, a metterlo in lista e da quel giorno è passato quasi un anno e mezzo. Non so spiegarmi come, ma tra pigrizia mia personale e una lista di cose da vedere sempre in aumento, in concomitanza al fatto che ormai ventiquattro ore in una giornata non mi bastano più, queste sono state le tempistiche. A dire il vero, anche la trama non mi stuzzicava molto, ma alla fine ho deciso di vedere “Planetes” e a chi me lo ha consigliato voglio dire grazie, per quanto poi, per i motivi elencati di seguito, non lo rivedrei una seconda volta.
La storia è ambientata nel lontano 2075, quando per l'umanità i viaggi nello spazio non sono più un sogno, ma una realtà di tutti i giorni. I progressi tecnologici e scientifici hanno portato alla colonizzazione della Luna e alla formazione di grandi corporazioni spaziali. Ai Tanabe, una ragazza dal carattere solare e ottimista, interessata a tutto ciò che riguarda il cosmo, si unisce alla Technora Corporation come membro della Sezione Detriti, un reparto dedicato alla rimozione dei pericolosi rifiuti spaziali vaganti tra le orbite terrestri e lunari. Tuttavia, scoprirà presto che il suo lavoro è sottovalutato, e che la Sezione Detriti, scarsamente equipaggiata, e mal finanziata, è vista come lo zimbello della Technora, tanto da essere stata ribattezzata “Mezza Sezione”. Nonostante ciò, Ai non si lascia scoraggiare e prosegue sulla sua strada, facendo la conoscenza dei suoi eccentrici colleghi di lavoro: il maldestro ma bonario direttore Philippe Myers, il cabarettista Arvind Laviela, l’autoritaria tenente Fee Carmichael, il taciturno Yuri Mihailokov, la misteriosa e riservata Edelgard Rivera, ma soprattutto Hachirota Hoshino, una testa calda che ambisce a possedere una navicella spaziale che porti il suo nome. Iniziano così le avventure di Ai nello spazio, alla scoperta di questo nuovo mondo, in cui l’essere umano ha imposto, come altrove, le sue leggi.
L’anime, che si compone di ventisei puntate, parte molto lentamente, assumendo sin da subito la conformazione di uno slice of life, formato da episodi autoconclusivi. Scorci di vita quotidiana nello spazio, tra questioni burocratiche e la raccolta giornaliera dei detriti, si accompagnano a maggiori approfondimenti sui protagonisti e i vari comprimari, ognuno con una storia degna di essere raccontata. I primissimi episodi puntano molto sul lato comico e quale sia il filo rosso della storia non lo si comprende di certo in questo frangente. La pazienza è la virtù dei forti e, infatti, se non la si possiede, è quasi impossibile superare indenni questa fase introduttiva della serie, che ho trovato fin troppo caciarona. Superato questo scoglio, si comincia a viaggiare sui binari giusti, le puntate assumono finalmente dei toni più seri, e le prime, profonde e filosofiche disquisizioni sulla vita e la morte danno nuova linfa vitale alla serie. Inoltre, ci si concentra molto sul tema dell’amore, grande leitmotiv della serie, in particolar modo, su quello che unisce Ai e Hachi e di come questo arrivi a cambiare le loro vite. Personalmente amo molto gli slice of life, viaggiare senza meta non mi dispiace affatto e proprio questa sarà la sensazione per i primi sedici episodi della serie, quello di un viaggio senza destinazione, ma che, nonostante questo, rimane piacevole. Giunti a poco più di metà viaggio, finalmente, qualcosa inizia a intravedersi all’orizzonte e la serie si trasforma, a poco a poco, in un thriller politico. D’altronde, per quanto l’ambientazione possa essere molto più che futuristica, trovandosi i nostri protagonisti nello spazio, gli artefici della storia sono pur sempre gli umani, in grado di imporre le proprie leggi discriminatorie anche nell’angolo più sperduto nel globo. Come sulla Terra, anche sulla Luna vale la legge del più forte, le nuove risorse scoperte restano appannaggio dei Paesi più ricchi e potenti, e ovunque l’uomo stabilisce dei confini e porta la guerra. È in questo frangente, che la serie giunge alle sue riflessioni più profonde e, per quanto risalenti a vent’anni fa, ancora attuali. Tutto molto interessante e coinvolgente, se non fosse per delle pesanti note negative, che minano la buona riuscita del prodotto. Innanzitutto, i protagonisti si snaturano completamente, primo su tutto Hachi. L'ambizione messa al primo posto e un cambiamento repentino, in peggio, nella sua personalità, lo rendono un personaggio quasi odioso. Per quanto la sua ambizione possa essere giusta e giustificata, trovo altrettanto giusto non condividere il suo punto di vista, come il sottoscritto. Segue un brusco cambiamento, da thriller politico a sparatutto nella puntata 23, che mi ha ricordato i bei giorni andati di “Call of Duty”, di certo non un bene per una serie con ben altre ambizioni. Infine, il paradosso, l’incredibile contraddizione che arriva a colpire tanto i personaggi, quanto ciò che fanno e dicono. Tutto viene messo in discussione, anche quei valori morali considerati intoccabili dal primo episodio. Ad un certo punto, a mio avviso, vengono meno le fondamenta stesse su cui, fino a quel momento, si era poggiata la serie, destinata purtroppo al collasso. E non ci sono riflessioni filosofiche che tengano, quando l’anime si contraddice da solo. Di una serie si ricorda soprattutto il finale e sbagliare proprio quello rappresenta una quasi condanna a morte. Proprio in quello che doveva essere il suo climax, la serie ha smesso di piacermi ed emozionarmi, portandomi a vedere le ultime puntate con estremo disinteresse.
Per essere un anime del 2003, è graficamente buono, ma sempre nella norma, senza picchi da registrare. Ottimo il doppiaggio italiano, di cui ho riconosciuto diverse voci che avevano già lavorato all’anime di “Slam Dunk”. Sensazionale il comparto musicale, che deve molto a Mikio Sikai, di cui ricorderò per sempre “Wonderful Life” e “Thanks My Friend”, e Hitomi, che con la sua voce delicata, quasi eterea, ha regalato a questa serie una colonna sonora perfetta, degno accompagnamento delle sue scene più significative.
Se proprio devo essere sincero con voi, per quanto mi possa dispiacere, vi sconsiglio la visione di “Planetes”. Gli episodi sono tanti e il rischio è quello di sprecare il vostro tempo. Potrei anche dirvi di iniziarlo e poi decidere, ma, per quanto mi riguarda, i problemi della serie sono tutti nel finale. Quindi, come sempre, a voi la scelta.
La storia è ambientata nel lontano 2075, quando per l'umanità i viaggi nello spazio non sono più un sogno, ma una realtà di tutti i giorni. I progressi tecnologici e scientifici hanno portato alla colonizzazione della Luna e alla formazione di grandi corporazioni spaziali. Ai Tanabe, una ragazza dal carattere solare e ottimista, interessata a tutto ciò che riguarda il cosmo, si unisce alla Technora Corporation come membro della Sezione Detriti, un reparto dedicato alla rimozione dei pericolosi rifiuti spaziali vaganti tra le orbite terrestri e lunari. Tuttavia, scoprirà presto che il suo lavoro è sottovalutato, e che la Sezione Detriti, scarsamente equipaggiata, e mal finanziata, è vista come lo zimbello della Technora, tanto da essere stata ribattezzata “Mezza Sezione”. Nonostante ciò, Ai non si lascia scoraggiare e prosegue sulla sua strada, facendo la conoscenza dei suoi eccentrici colleghi di lavoro: il maldestro ma bonario direttore Philippe Myers, il cabarettista Arvind Laviela, l’autoritaria tenente Fee Carmichael, il taciturno Yuri Mihailokov, la misteriosa e riservata Edelgard Rivera, ma soprattutto Hachirota Hoshino, una testa calda che ambisce a possedere una navicella spaziale che porti il suo nome. Iniziano così le avventure di Ai nello spazio, alla scoperta di questo nuovo mondo, in cui l’essere umano ha imposto, come altrove, le sue leggi.
L’anime, che si compone di ventisei puntate, parte molto lentamente, assumendo sin da subito la conformazione di uno slice of life, formato da episodi autoconclusivi. Scorci di vita quotidiana nello spazio, tra questioni burocratiche e la raccolta giornaliera dei detriti, si accompagnano a maggiori approfondimenti sui protagonisti e i vari comprimari, ognuno con una storia degna di essere raccontata. I primissimi episodi puntano molto sul lato comico e quale sia il filo rosso della storia non lo si comprende di certo in questo frangente. La pazienza è la virtù dei forti e, infatti, se non la si possiede, è quasi impossibile superare indenni questa fase introduttiva della serie, che ho trovato fin troppo caciarona. Superato questo scoglio, si comincia a viaggiare sui binari giusti, le puntate assumono finalmente dei toni più seri, e le prime, profonde e filosofiche disquisizioni sulla vita e la morte danno nuova linfa vitale alla serie. Inoltre, ci si concentra molto sul tema dell’amore, grande leitmotiv della serie, in particolar modo, su quello che unisce Ai e Hachi e di come questo arrivi a cambiare le loro vite. Personalmente amo molto gli slice of life, viaggiare senza meta non mi dispiace affatto e proprio questa sarà la sensazione per i primi sedici episodi della serie, quello di un viaggio senza destinazione, ma che, nonostante questo, rimane piacevole. Giunti a poco più di metà viaggio, finalmente, qualcosa inizia a intravedersi all’orizzonte e la serie si trasforma, a poco a poco, in un thriller politico. D’altronde, per quanto l’ambientazione possa essere molto più che futuristica, trovandosi i nostri protagonisti nello spazio, gli artefici della storia sono pur sempre gli umani, in grado di imporre le proprie leggi discriminatorie anche nell’angolo più sperduto nel globo. Come sulla Terra, anche sulla Luna vale la legge del più forte, le nuove risorse scoperte restano appannaggio dei Paesi più ricchi e potenti, e ovunque l’uomo stabilisce dei confini e porta la guerra. È in questo frangente, che la serie giunge alle sue riflessioni più profonde e, per quanto risalenti a vent’anni fa, ancora attuali. Tutto molto interessante e coinvolgente, se non fosse per delle pesanti note negative, che minano la buona riuscita del prodotto. Innanzitutto, i protagonisti si snaturano completamente, primo su tutto Hachi. L'ambizione messa al primo posto e un cambiamento repentino, in peggio, nella sua personalità, lo rendono un personaggio quasi odioso. Per quanto la sua ambizione possa essere giusta e giustificata, trovo altrettanto giusto non condividere il suo punto di vista, come il sottoscritto. Segue un brusco cambiamento, da thriller politico a sparatutto nella puntata 23, che mi ha ricordato i bei giorni andati di “Call of Duty”, di certo non un bene per una serie con ben altre ambizioni. Infine, il paradosso, l’incredibile contraddizione che arriva a colpire tanto i personaggi, quanto ciò che fanno e dicono. Tutto viene messo in discussione, anche quei valori morali considerati intoccabili dal primo episodio. Ad un certo punto, a mio avviso, vengono meno le fondamenta stesse su cui, fino a quel momento, si era poggiata la serie, destinata purtroppo al collasso. E non ci sono riflessioni filosofiche che tengano, quando l’anime si contraddice da solo. Di una serie si ricorda soprattutto il finale e sbagliare proprio quello rappresenta una quasi condanna a morte. Proprio in quello che doveva essere il suo climax, la serie ha smesso di piacermi ed emozionarmi, portandomi a vedere le ultime puntate con estremo disinteresse.
Per essere un anime del 2003, è graficamente buono, ma sempre nella norma, senza picchi da registrare. Ottimo il doppiaggio italiano, di cui ho riconosciuto diverse voci che avevano già lavorato all’anime di “Slam Dunk”. Sensazionale il comparto musicale, che deve molto a Mikio Sikai, di cui ricorderò per sempre “Wonderful Life” e “Thanks My Friend”, e Hitomi, che con la sua voce delicata, quasi eterea, ha regalato a questa serie una colonna sonora perfetta, degno accompagnamento delle sue scene più significative.
Se proprio devo essere sincero con voi, per quanto mi possa dispiacere, vi sconsiglio la visione di “Planetes”. Gli episodi sono tanti e il rischio è quello di sprecare il vostro tempo. Potrei anche dirvi di iniziarlo e poi decidere, ma, per quanto mi riguarda, i problemi della serie sono tutti nel finale. Quindi, come sempre, a voi la scelta.
Un anime particolare, dove la vita, il lavoro e le relazioni nello spazio sono il fulcro della trama: siamo nel 2075 e Ai Tanabe comincia il suo nuovo lavoro alla Technora, una grande corporazione spaziale. Qui capisce subito che la sezione Raccogli Detriti di cui farà parte è mal finanziata, considerata l'ultima ruota del carro, ma lei è una ragazza piena di positività, e nonostante tutto si appassiona subito alle sue mansioni e lega con tutti i membri della squadra, ognuno con una storia alle spalle, dei problemi e una personalità definita.
Il direttore e il vicedirettore sono i personaggi più spassosi e divertenti, Ai impara in fretta dal suo senpai Hachirota e i due quasi sempre si scontrano a causa della morale molto radicata di Tanabe. Inizialmente lei non riuscivo a sopportarla, le sue idee erano troppo melense e ripetitive, faceva sempre la predica a tutti, paladina inguaribile di diritti umani e di giustizia.
La prima parte dell'anime è leggera e a tratti spassosa, serve da introduzione ai vari personaggi, tutti con la loro importanza, nulla è lasciato al caso.
La seconda parte si concentra soprattutto su Hachirota Hoshino, che decide di mollare tutto per entrare nel team che verrà spedito su Giove, una missione molto ambiziosa. Il progressivo decadimento mentale e pessimismo di Hachirota renderà la trama più seria, ponendo riflessione sulla solitudine dell'uomo e l'individualità. E in questa parte molti personaggi hanno una bella evoluzione, nel caso di Tanabe portandola ad essere più empatica.
In questo anime vengono trattate tante tematiche, come il divario fra Stati ricchi e poveri, che provoca un profondo senso di ingiustizia, l'amicizia, l'ambizione, l'amore, la solitudine, la solidarietà, la morte, l'importanza dei sogni, la perdita, la passione per il proprio lavoro, l'amore per lo spazio.
Questo anime ha un comparto visivo e sonoro sicuramente di alto livello.
Il doppiaggio italiano è meraviglioso, io ho la serie in DVD, che mio marito acquistò molti anni fa.
In definitiva, è un buon anime, anche se in certe tematiche un po' approssimativo e sbrigativo, ma nel complesso godibile, che consiglio assolutamente.
Il direttore e il vicedirettore sono i personaggi più spassosi e divertenti, Ai impara in fretta dal suo senpai Hachirota e i due quasi sempre si scontrano a causa della morale molto radicata di Tanabe. Inizialmente lei non riuscivo a sopportarla, le sue idee erano troppo melense e ripetitive, faceva sempre la predica a tutti, paladina inguaribile di diritti umani e di giustizia.
La prima parte dell'anime è leggera e a tratti spassosa, serve da introduzione ai vari personaggi, tutti con la loro importanza, nulla è lasciato al caso.
La seconda parte si concentra soprattutto su Hachirota Hoshino, che decide di mollare tutto per entrare nel team che verrà spedito su Giove, una missione molto ambiziosa. Il progressivo decadimento mentale e pessimismo di Hachirota renderà la trama più seria, ponendo riflessione sulla solitudine dell'uomo e l'individualità. E in questa parte molti personaggi hanno una bella evoluzione, nel caso di Tanabe portandola ad essere più empatica.
In questo anime vengono trattate tante tematiche, come il divario fra Stati ricchi e poveri, che provoca un profondo senso di ingiustizia, l'amicizia, l'ambizione, l'amore, la solitudine, la solidarietà, la morte, l'importanza dei sogni, la perdita, la passione per il proprio lavoro, l'amore per lo spazio.
Questo anime ha un comparto visivo e sonoro sicuramente di alto livello.
Il doppiaggio italiano è meraviglioso, io ho la serie in DVD, che mio marito acquistò molti anni fa.
In definitiva, è un buon anime, anche se in certe tematiche un po' approssimativo e sbrigativo, ma nel complesso godibile, che consiglio assolutamente.
Trama
Siamo nell’anno 2075 e l’azione prende le mosse dall’arrivo di Ai Tanabe presso la Technora Corporation. È stata assegnata alla Sezione Detriti, che nella società ha la nomea dell’Ufficio Sinistri di fantozziana memoria. La sezione è stata battezzata dispregiativamente “mezza sezione”, per il suo personale esiguo, la sua preparazione ritenuta scarsa, la sua importanza sentita marginale rispetto al gigante che galleggia nello spazio e che ospita uffici più prestigiosi. La mansione dell’Ufficio Detriti è quella di raccogliere i detriti che s’affollano nello spazio, per prevenire collisioni potenzialmente mortali tra le navicelle che viaggiano nello spazio tra la Terra e la Luna colonizzata e i rimasugli di satelliti o navicelle o di quant’altro che vaga senza meta, pericolosamente.
Se all’inizio non c’è sintonia tra Ai e quella sezione scalcagnata, soprattutto col suo senpai, Hachirota Hoshino, che dimostrerà d’aver l’immaturità di un ragazzino (ma questa è un’altra storia), la ragazza poi capirà l’importanza di quell’originale umanità che ha scelto di lavorare in un ufficio la cui nomea è decisamente bassa.
La trama procede, deviando, appesantendosi, incapace di capire che elemento (politico, amoroso, tecnologico) valorizzare in un guazzabuglio di situazioni che, se orchestrate meglio, ne avrebbero fatto almeno un mezzo capolavoro.
Il 17 porta sfortuna
I primi episodi sono autoconclusivi e non aggiungono nulla, se non un approfondimento dei personaggi con buone vicende che fanno entrare nell’atmosfera spaziale dell’anime. Abbiamo begli scorci della città sulla Luna, un episodio su una bara nello spazio, riflessioni sulla guerra mentre si vede la Terra intera dallo spazio. Dall’episodio 17 in poi comincia una trama che procede fino all’ultimo episodio, però la sua stessa natura è assai controversa. Innanzitutto il suo personaggio principale rivela un carattere così diverso, da un episodio all’altro, da risultare impossibile l’empatia con il suo nuovo percorso. Non ci sono approfondimenti psicologici degni di nota, se non i dialogucci tra il nostro protagonista e il suo alter ego che ama le superfici riflettenti o gli stati d’incoscienza del protagonista stesso.
Dall’episodio 17 assistiamo alla nascita di Mr. Hyde; l’ambizione ha la meglio sul nostro eroe che diventa duro, cinico, spietato, freddo, capace di frasi mostruose per le quali non ci sarebbe perdono, ma chissà come mai i suoi amici incassano bene. Decide di isolarsi, darsi anima e corpo al suo sogno che è un’ambizione bruciante, e intanto parla col suo alter ego in discussioni abbastanza insipide. Questo cambio improvviso di personalità, i cui fattori scatenanti lo sono proprio poco (e alcuni improvvisi), lo rende odiabile e insopportabile. Gli episodi che lo vedono lottare per raggiungere il suo obbiettivo sono intollerabili e i dialoghi con l’ombra non scatenano pathos.
Se prima dell’episodio di demarcazione l’anime pareva equilibrato, capace cioè di spiegare cose complesse in modo ordinato, poi è tutto un guazzabuglio di trame che si strangolano a vicenda, come troppi viticci su un palo. Abbiamo la parte relativa alla navicella spaziale, quella sul nostro protagonista tipo Mr. Hyde, quella su Tanabe che ancora lavora alla Sezione Detriti e che malgrado tutto aspetta il nostro solitario velenoso, quella su Dolph, che si trova a dover salvare, con la sua correttezza, capra e cavoli, quella dei terroristi (con un massacrato Akim, che poteva diventare un personaggione, e invece...) e poi sì, c’è la parentesi di Gigalt, il cui personaggio passa troppo inosservato, vista la sua importanza nella trama. La fase discendente della sua vita passa troppo discretamente e in sordina.
Un pasticcio indigesto
Il finale ha voluto amalgamare tante trame sciolte, risultando insipido, con la sua incapacità di creare pathos, intrecciare situazioni credibili (e non di comodo, come Ai e Clair sulla Luna, occasione per parlare del sempiterno Amore etc.). L’attacco stesso dei terroristi, le cui motivazioni paiono nobili, ma vengono trattati in modo superficiale nel loro agire e nel continuare a ripetere idee come slogan, non lascia il segno e non ha senso rispetto alla conclusione della vicenda.
Alla fine abbiamo una troppo facile risoluzione su ogni fronte, che, unita a flashback fastidiosi e banali, pesanti e pedanti, e uno scorrere delle vicende incongruo (tra un episodio e l’altro passano giorni come mesi, in modo male accompagnato), porta a quel grido di esasperazione finale di chi l’ha guardato per finirlo, sperando in qualcosa di buono, alla fine, e non avendolo.
E allora si può criticare Hachi, che in quello stato prende la moto, sopravvive a un incidente che sarebbe risultato da ambulanza, per incontrare una persona che si è fatta miglia e miglia, vista la strada spersa, in sedia a rotelle. E poi se la fanno camminando, come se nulla fosse. Assurdo.
Abbiamo poi un’accoglienza calorosa e non meritata e un ennesimo balzo temporale che potevano tenersi ma che hanno ben pensato d’inserire in una botta di romanticismo post-romanticismo, risultato di una dichiarazione fatta in maniera assurda e surreale. Ma se c’è l’amore... scappate, prima.
La carrellata dei personaggi (poco motivati)
I personaggi sono, potenzialmente, molto buoni. Se non si cerca una profondità spirituale, anche quelli trattati con più superficialità (come il capo della Sezione Detriti o il suo vice), non sono male, danno colore all’opera. La grafica, poi, non li fa belli per forza, come nei caso dei bishonen o degli harem reverse, e conferisce ad ognuno di loro caratteristiche di “bruttezza” che li rendono unici, ad esempio i baffetti di Hakim, il naso di Hachi, il capo e le sue parrucche. O la spumeggiante Fee e la sua dipendenza dalla nicotina (e suo è un episodio memorabile di astinenza!).
I dolori si sentono quando i personaggi principali vengono o fossilizzati alla loro natura amorosa tout court, come Ai, o quando, rigidi come paiono, cambiano all’improvviso senza che nulla di eclatante faccia presagire il cambiamento avvenuto. Scavare nei fatti aiuta, ma la transizione psicologica è pessima. Exploit fuori luogo avvengono quando un’anima non propensa allo scontro imbraccia pure una pistola per sparare ai terroristi, uscendone incolume. Il troppo stroppia.
Sentimenti come l’amore non riescono a passare in vicende esse stesse potenzialmente romantiche, i fidanzamenti sono citati ma non vissuti, né è chiaro quando cominciano. E se l’amore non passa, non passa nemmeno l’amore per la giustizia, che trasforma in macchiette da slogan i nostri “cattivi”, facendoli svaporare di valore ad ogni apparizione.
Le beghe aziendali e di egemonia personale ci sono, è un merito dell’anime, ma vengono assorbite pure loro in malo modo da questa trama che sì, aveva tutte le carte in regola per farne un’opera memorabile e che ha fallito nel mescolare gli ingredienti.
L’unico fatto positivo è che i personaggi non mancano e vanno da quelli terrestri, i famigliari di Hachi, ai lunari, fino ai capi che reggono la Technora.
Un personaggio sofferto è Gigalt, la cui parabola è vitale per l’anime, ma la cui apparizione e la cui sparizione non sono in grado di dargli quello spessore umano che meritava. Ci hanno provato a gonfiare il suo valore in modo lacrimevole, alla fine, ma già allora non sapevo se ridere o piangere io, a vedere quel meccanismo narrativo trito e ritrito in azione, distruggere la credibilità finale di Gigalt con una classica conversazione.
Opening, ending
L’opening è molto orecchiabile, con una sequenza di fatti dell’epoca spaziale che dimostrano che questo anime aveva un’ottima premessa.
L’ending orecchiabile, ma non ha senso mostrare un piccolo Hachi che corre a piedi prima con una navicella in mano, poi in bici e infine in moto: seppur come protagonista principale, l’ending dedicatagli non è coerente con la trama.
Siamo nell’anno 2075 e l’azione prende le mosse dall’arrivo di Ai Tanabe presso la Technora Corporation. È stata assegnata alla Sezione Detriti, che nella società ha la nomea dell’Ufficio Sinistri di fantozziana memoria. La sezione è stata battezzata dispregiativamente “mezza sezione”, per il suo personale esiguo, la sua preparazione ritenuta scarsa, la sua importanza sentita marginale rispetto al gigante che galleggia nello spazio e che ospita uffici più prestigiosi. La mansione dell’Ufficio Detriti è quella di raccogliere i detriti che s’affollano nello spazio, per prevenire collisioni potenzialmente mortali tra le navicelle che viaggiano nello spazio tra la Terra e la Luna colonizzata e i rimasugli di satelliti o navicelle o di quant’altro che vaga senza meta, pericolosamente.
Se all’inizio non c’è sintonia tra Ai e quella sezione scalcagnata, soprattutto col suo senpai, Hachirota Hoshino, che dimostrerà d’aver l’immaturità di un ragazzino (ma questa è un’altra storia), la ragazza poi capirà l’importanza di quell’originale umanità che ha scelto di lavorare in un ufficio la cui nomea è decisamente bassa.
La trama procede, deviando, appesantendosi, incapace di capire che elemento (politico, amoroso, tecnologico) valorizzare in un guazzabuglio di situazioni che, se orchestrate meglio, ne avrebbero fatto almeno un mezzo capolavoro.
Il 17 porta sfortuna
I primi episodi sono autoconclusivi e non aggiungono nulla, se non un approfondimento dei personaggi con buone vicende che fanno entrare nell’atmosfera spaziale dell’anime. Abbiamo begli scorci della città sulla Luna, un episodio su una bara nello spazio, riflessioni sulla guerra mentre si vede la Terra intera dallo spazio. Dall’episodio 17 in poi comincia una trama che procede fino all’ultimo episodio, però la sua stessa natura è assai controversa. Innanzitutto il suo personaggio principale rivela un carattere così diverso, da un episodio all’altro, da risultare impossibile l’empatia con il suo nuovo percorso. Non ci sono approfondimenti psicologici degni di nota, se non i dialogucci tra il nostro protagonista e il suo alter ego che ama le superfici riflettenti o gli stati d’incoscienza del protagonista stesso.
Dall’episodio 17 assistiamo alla nascita di Mr. Hyde; l’ambizione ha la meglio sul nostro eroe che diventa duro, cinico, spietato, freddo, capace di frasi mostruose per le quali non ci sarebbe perdono, ma chissà come mai i suoi amici incassano bene. Decide di isolarsi, darsi anima e corpo al suo sogno che è un’ambizione bruciante, e intanto parla col suo alter ego in discussioni abbastanza insipide. Questo cambio improvviso di personalità, i cui fattori scatenanti lo sono proprio poco (e alcuni improvvisi), lo rende odiabile e insopportabile. Gli episodi che lo vedono lottare per raggiungere il suo obbiettivo sono intollerabili e i dialoghi con l’ombra non scatenano pathos.
Se prima dell’episodio di demarcazione l’anime pareva equilibrato, capace cioè di spiegare cose complesse in modo ordinato, poi è tutto un guazzabuglio di trame che si strangolano a vicenda, come troppi viticci su un palo. Abbiamo la parte relativa alla navicella spaziale, quella sul nostro protagonista tipo Mr. Hyde, quella su Tanabe che ancora lavora alla Sezione Detriti e che malgrado tutto aspetta il nostro solitario velenoso, quella su Dolph, che si trova a dover salvare, con la sua correttezza, capra e cavoli, quella dei terroristi (con un massacrato Akim, che poteva diventare un personaggione, e invece...) e poi sì, c’è la parentesi di Gigalt, il cui personaggio passa troppo inosservato, vista la sua importanza nella trama. La fase discendente della sua vita passa troppo discretamente e in sordina.
Un pasticcio indigesto
Il finale ha voluto amalgamare tante trame sciolte, risultando insipido, con la sua incapacità di creare pathos, intrecciare situazioni credibili (e non di comodo, come Ai e Clair sulla Luna, occasione per parlare del sempiterno Amore etc.). L’attacco stesso dei terroristi, le cui motivazioni paiono nobili, ma vengono trattati in modo superficiale nel loro agire e nel continuare a ripetere idee come slogan, non lascia il segno e non ha senso rispetto alla conclusione della vicenda.
Alla fine abbiamo una troppo facile risoluzione su ogni fronte, che, unita a flashback fastidiosi e banali, pesanti e pedanti, e uno scorrere delle vicende incongruo (tra un episodio e l’altro passano giorni come mesi, in modo male accompagnato), porta a quel grido di esasperazione finale di chi l’ha guardato per finirlo, sperando in qualcosa di buono, alla fine, e non avendolo.
E allora si può criticare Hachi, che in quello stato prende la moto, sopravvive a un incidente che sarebbe risultato da ambulanza, per incontrare una persona che si è fatta miglia e miglia, vista la strada spersa, in sedia a rotelle. E poi se la fanno camminando, come se nulla fosse. Assurdo.
Abbiamo poi un’accoglienza calorosa e non meritata e un ennesimo balzo temporale che potevano tenersi ma che hanno ben pensato d’inserire in una botta di romanticismo post-romanticismo, risultato di una dichiarazione fatta in maniera assurda e surreale. Ma se c’è l’amore... scappate, prima.
La carrellata dei personaggi (poco motivati)
I personaggi sono, potenzialmente, molto buoni. Se non si cerca una profondità spirituale, anche quelli trattati con più superficialità (come il capo della Sezione Detriti o il suo vice), non sono male, danno colore all’opera. La grafica, poi, non li fa belli per forza, come nei caso dei bishonen o degli harem reverse, e conferisce ad ognuno di loro caratteristiche di “bruttezza” che li rendono unici, ad esempio i baffetti di Hakim, il naso di Hachi, il capo e le sue parrucche. O la spumeggiante Fee e la sua dipendenza dalla nicotina (e suo è un episodio memorabile di astinenza!).
I dolori si sentono quando i personaggi principali vengono o fossilizzati alla loro natura amorosa tout court, come Ai, o quando, rigidi come paiono, cambiano all’improvviso senza che nulla di eclatante faccia presagire il cambiamento avvenuto. Scavare nei fatti aiuta, ma la transizione psicologica è pessima. Exploit fuori luogo avvengono quando un’anima non propensa allo scontro imbraccia pure una pistola per sparare ai terroristi, uscendone incolume. Il troppo stroppia.
Sentimenti come l’amore non riescono a passare in vicende esse stesse potenzialmente romantiche, i fidanzamenti sono citati ma non vissuti, né è chiaro quando cominciano. E se l’amore non passa, non passa nemmeno l’amore per la giustizia, che trasforma in macchiette da slogan i nostri “cattivi”, facendoli svaporare di valore ad ogni apparizione.
Le beghe aziendali e di egemonia personale ci sono, è un merito dell’anime, ma vengono assorbite pure loro in malo modo da questa trama che sì, aveva tutte le carte in regola per farne un’opera memorabile e che ha fallito nel mescolare gli ingredienti.
L’unico fatto positivo è che i personaggi non mancano e vanno da quelli terrestri, i famigliari di Hachi, ai lunari, fino ai capi che reggono la Technora.
Un personaggio sofferto è Gigalt, la cui parabola è vitale per l’anime, ma la cui apparizione e la cui sparizione non sono in grado di dargli quello spessore umano che meritava. Ci hanno provato a gonfiare il suo valore in modo lacrimevole, alla fine, ma già allora non sapevo se ridere o piangere io, a vedere quel meccanismo narrativo trito e ritrito in azione, distruggere la credibilità finale di Gigalt con una classica conversazione.
Opening, ending
L’opening è molto orecchiabile, con una sequenza di fatti dell’epoca spaziale che dimostrano che questo anime aveva un’ottima premessa.
L’ending orecchiabile, ma non ha senso mostrare un piccolo Hachi che corre a piedi prima con una navicella in mano, poi in bici e infine in moto: seppur come protagonista principale, l’ending dedicatagli non è coerente con la trama.
"Planetes": un'opera a tema fantascientifico del 2003 che ha riscritto i canoni della fantascienza giapponese, sia sul cartaceo con la sua versione manga sia con questo anime, che ne rappresenta la trasposizione non completamente fedele. Un'opera, quella animata, sicuramente originale, che, alla prima visione, lascia piuttosto spiazzati, sia in positivo che in negativo. Il mio compito sarà quello di evidenziarvi entrambi gli aspetti in modo chiaro e preciso e senza spoiler, così da guidarvi a una visione più attenta e consapevole. Cominciamo!
Partiamo dall'inizio. L'anime è ambientato nel 2075 in un futuro che non sembra poi così tanto lontano ai nostri occhi, cittadini del 2021. Un futuro perfettamente plausibile dove la Luna è stata colonizzata e una piccola comunità di uomini si è trasferita a vivere in quelle zone. Oltre a loro, molte corporazioni spaziali monitorano lo spazio in modo diretto, specializzandosi ognuna in un settore differente. In questo mondo, si muove la protagonista della storia, una ragazza solare di nome Ai Tanabe, che entra a far parte della sgangherata Sezione Detriti (o "Mezza Sezione", come viene chiamata in modo dispregiativo da tutti gli altri), che si occupa, appunto, di rimuovere dallo spazio detriti spaziali abbandonati dall'uomo, e istituita a seguito di un incidente gravissimo che ha causato la morte dell'intero equipaggio di una nave spaziale in viaggio. Una trama che sicuramente ci riporta alla nostra infanzia, quando, ancora piccoli e ingenui, tra i lavori che dicevamo ai nostri genitori di voler svolgere da grandi, c'era anche l'astronauta. La serie gioca infatti proprio su questo, creando un'ambientazione estremamente suggestiva e interessante che ci fa sognare e immergere tra le stelle. Il bello, però, è che questo "sogno spaziale" ci viene presentato da un'ottica diversa: la componente fantascientifica quasi passa in secondo piano e lascia il suo posto primario a un attento slice of life. E lo slice of life, spesso, a meno di non avere a che fare con un prodotto di tipo demenziale o comico, porta a riflessioni psicologiche e spesso esistenziali. E "Planetes", a dir la verità, attraverso la voce dei suoi personaggi, riesce perfettamente nell'intento di analizzare argomenti a oggi attualissimi, quali amore, solitudine, lutto, determinazione, denuncia sociale... Questi sono solo alcuni dei temi che vengono trattati e toccati in modo incredibilmente realistico, tanto da portare lo spettatore a interrogarsi molte volte sulle parole che ha ascoltato. Sicuramente, uno degli aspetti più interessanti dell'intera opera.
La serie è anche accompagnata da un comparto visivo e sonoro sicuramente di alto livello. Il regista Goro Taniguchi, che da lì a qualche anno dirigerà un'altra delle sue serie più famose, ovvero "Code Geass", è riuscito quasi completamente nell'intento di realizzare un lavoro a dir poco eccelso, che presenta sicuramente delle sbavature, ma che possono essere tranquillamente ignorate. Ho trovato molto interessante l'opening, "Dive In The Sky", cantata da Mikio Sakai, che non è sicuramente una opening di quelle memorabili, ma che comunque attira sicuramente l'attenzione, grazie soprattutto alle bellissime immagini che la accompagnano e che riguardano i passati viaggi nello spazio; di meno l'ending, un po' monotona, ma grossomodo adatta comunque al suo ruolo. Bellissime anche le poche OST presenti nei vari episodi, perlopiù delle composizioni orchestrali molto interessanti.
Finora tutto bene, vero? Ecco, ora iniziano i problemi...
I personaggi. Oh, diamine...
Bello tutto quanto, belli i temi che vengono trattati da ciascuno ma... Era veramente necessario infarcire la storia con così tante figure che, purtroppo, per la maggior parte, restano solamente di contorno? Era veramente necessario rendere l'anime così tanto ripetitivo? È una domanda che, a un giorno dalla fine della visione, ancora non ha una risposta. Come avete potuto leggere sopra, la serie ha sicuramente del potenziale, ma si perde spesso nei meandri del nulla cosmico (e qui è veramente il caso di dirlo), scadendo spesso nel banale. Il personaggio di Ai, per quanto abbia delle buone idee di partenza, rimane identico a sé stesso, ha solamente pochissime e piccolissime crescite che, invece di migliorarlo, non fanno altro che estremizzarlo ulteriormente. In breve: pesante e noioso fino all'inverosimile. Punti a favore, invece, per Hachirota, il suo impulsivo senpai, che si trasformerà da una persona particolarmente giocosa a una persona molto seria e determinata, e per Yuri, un collega di lavoro che avrà modo di riflettere su sé stesso e affrontare con coraggio i suoi demoni, in particolare un fatto molto importante per lui che gli causerà non pochi tormenti interiori. Quanto agli altri personaggi, purtroppo, mi hanno lasciato veramente poco. Forse si salvano Fee e Claire, ma non sono totalmente convinto di loro. La prima emerge prepotentemente (in senso positivo), per poi finire nel dimenticatoio, mentre la seconda segue esattamente il processo opposto. Perciò, su di loro, mi tengo delle riserve.
Il paragrafo precedente mi ha permesso di evidenziare un aspetto assolutamente problematico dell'intera opera, e cioè la ripetitività e la monotonia. Capisco che la trama, in un'opera del genere, passa più in secondo piano rispetto all'introspezione, però non immaginavo di dovermi sorbire costantemente sempre la stessa solfa di continuo. Ad un certo punto, ho iniziato a trovare noiosi perfino i discorsi filosofici che erano messi lì semplicemente per giustificare l'inutilità dell'episodio. Insomma, per utilizzare una frase che tutti noi da piccoli ci siamo sentiti dire almeno una volta a scuola, "Ha del potenziale, ma non si applica". Solo la parte finale risolleva parzialmente il tutto. Ci sono stati episodi sporadici che mi hanno veramente colpito e portato quasi al pianto, ma, di contro, altri mi facevano proprio venire voglia di guardare qualcos'altro o di distrarmi. Se devo dirla tutta, la cosa che sopportavo di meno erano proprio i teatrini tra Hachi e Tanabe. Come si dice a Roma, "A 'na certa, anche meno!"
A conti fatti, "Planetes" resta sicuramente un prodotto che vale la pena visionare almeno una volta nella propria vita per il suo forte impatto culturale, ma, come accaduto anche con un altro anime che ho recensito di recente, posso dire anche qui: "Non aspettatevi chissà quale grande trama. Godetevi la filosofia e basta. Il resto lasciatelo al vostro gusto". Il mio voto finale non vuole essere assolutamente penalizzante, ma, se siete arrivati a leggere la recensione fin qui, capirete sicuramente qual è stato il motivo che mi ha spinto a scendere così giù. Detto questo, farò sicuramente il confronto con il manga, e mi auguro che emerga molto più facilmente il potenziale dell'opera che, purtroppo, qui, è stato abbondantemente sprecato. Vado con la sufficienza.
Partiamo dall'inizio. L'anime è ambientato nel 2075 in un futuro che non sembra poi così tanto lontano ai nostri occhi, cittadini del 2021. Un futuro perfettamente plausibile dove la Luna è stata colonizzata e una piccola comunità di uomini si è trasferita a vivere in quelle zone. Oltre a loro, molte corporazioni spaziali monitorano lo spazio in modo diretto, specializzandosi ognuna in un settore differente. In questo mondo, si muove la protagonista della storia, una ragazza solare di nome Ai Tanabe, che entra a far parte della sgangherata Sezione Detriti (o "Mezza Sezione", come viene chiamata in modo dispregiativo da tutti gli altri), che si occupa, appunto, di rimuovere dallo spazio detriti spaziali abbandonati dall'uomo, e istituita a seguito di un incidente gravissimo che ha causato la morte dell'intero equipaggio di una nave spaziale in viaggio. Una trama che sicuramente ci riporta alla nostra infanzia, quando, ancora piccoli e ingenui, tra i lavori che dicevamo ai nostri genitori di voler svolgere da grandi, c'era anche l'astronauta. La serie gioca infatti proprio su questo, creando un'ambientazione estremamente suggestiva e interessante che ci fa sognare e immergere tra le stelle. Il bello, però, è che questo "sogno spaziale" ci viene presentato da un'ottica diversa: la componente fantascientifica quasi passa in secondo piano e lascia il suo posto primario a un attento slice of life. E lo slice of life, spesso, a meno di non avere a che fare con un prodotto di tipo demenziale o comico, porta a riflessioni psicologiche e spesso esistenziali. E "Planetes", a dir la verità, attraverso la voce dei suoi personaggi, riesce perfettamente nell'intento di analizzare argomenti a oggi attualissimi, quali amore, solitudine, lutto, determinazione, denuncia sociale... Questi sono solo alcuni dei temi che vengono trattati e toccati in modo incredibilmente realistico, tanto da portare lo spettatore a interrogarsi molte volte sulle parole che ha ascoltato. Sicuramente, uno degli aspetti più interessanti dell'intera opera.
La serie è anche accompagnata da un comparto visivo e sonoro sicuramente di alto livello. Il regista Goro Taniguchi, che da lì a qualche anno dirigerà un'altra delle sue serie più famose, ovvero "Code Geass", è riuscito quasi completamente nell'intento di realizzare un lavoro a dir poco eccelso, che presenta sicuramente delle sbavature, ma che possono essere tranquillamente ignorate. Ho trovato molto interessante l'opening, "Dive In The Sky", cantata da Mikio Sakai, che non è sicuramente una opening di quelle memorabili, ma che comunque attira sicuramente l'attenzione, grazie soprattutto alle bellissime immagini che la accompagnano e che riguardano i passati viaggi nello spazio; di meno l'ending, un po' monotona, ma grossomodo adatta comunque al suo ruolo. Bellissime anche le poche OST presenti nei vari episodi, perlopiù delle composizioni orchestrali molto interessanti.
Finora tutto bene, vero? Ecco, ora iniziano i problemi...
I personaggi. Oh, diamine...
Bello tutto quanto, belli i temi che vengono trattati da ciascuno ma... Era veramente necessario infarcire la storia con così tante figure che, purtroppo, per la maggior parte, restano solamente di contorno? Era veramente necessario rendere l'anime così tanto ripetitivo? È una domanda che, a un giorno dalla fine della visione, ancora non ha una risposta. Come avete potuto leggere sopra, la serie ha sicuramente del potenziale, ma si perde spesso nei meandri del nulla cosmico (e qui è veramente il caso di dirlo), scadendo spesso nel banale. Il personaggio di Ai, per quanto abbia delle buone idee di partenza, rimane identico a sé stesso, ha solamente pochissime e piccolissime crescite che, invece di migliorarlo, non fanno altro che estremizzarlo ulteriormente. In breve: pesante e noioso fino all'inverosimile. Punti a favore, invece, per Hachirota, il suo impulsivo senpai, che si trasformerà da una persona particolarmente giocosa a una persona molto seria e determinata, e per Yuri, un collega di lavoro che avrà modo di riflettere su sé stesso e affrontare con coraggio i suoi demoni, in particolare un fatto molto importante per lui che gli causerà non pochi tormenti interiori. Quanto agli altri personaggi, purtroppo, mi hanno lasciato veramente poco. Forse si salvano Fee e Claire, ma non sono totalmente convinto di loro. La prima emerge prepotentemente (in senso positivo), per poi finire nel dimenticatoio, mentre la seconda segue esattamente il processo opposto. Perciò, su di loro, mi tengo delle riserve.
Il paragrafo precedente mi ha permesso di evidenziare un aspetto assolutamente problematico dell'intera opera, e cioè la ripetitività e la monotonia. Capisco che la trama, in un'opera del genere, passa più in secondo piano rispetto all'introspezione, però non immaginavo di dovermi sorbire costantemente sempre la stessa solfa di continuo. Ad un certo punto, ho iniziato a trovare noiosi perfino i discorsi filosofici che erano messi lì semplicemente per giustificare l'inutilità dell'episodio. Insomma, per utilizzare una frase che tutti noi da piccoli ci siamo sentiti dire almeno una volta a scuola, "Ha del potenziale, ma non si applica". Solo la parte finale risolleva parzialmente il tutto. Ci sono stati episodi sporadici che mi hanno veramente colpito e portato quasi al pianto, ma, di contro, altri mi facevano proprio venire voglia di guardare qualcos'altro o di distrarmi. Se devo dirla tutta, la cosa che sopportavo di meno erano proprio i teatrini tra Hachi e Tanabe. Come si dice a Roma, "A 'na certa, anche meno!"
A conti fatti, "Planetes" resta sicuramente un prodotto che vale la pena visionare almeno una volta nella propria vita per il suo forte impatto culturale, ma, come accaduto anche con un altro anime che ho recensito di recente, posso dire anche qui: "Non aspettatevi chissà quale grande trama. Godetevi la filosofia e basta. Il resto lasciatelo al vostro gusto". Il mio voto finale non vuole essere assolutamente penalizzante, ma, se siete arrivati a leggere la recensione fin qui, capirete sicuramente qual è stato il motivo che mi ha spinto a scendere così giù. Detto questo, farò sicuramente il confronto con il manga, e mi auguro che emerga molto più facilmente il potenziale dell'opera che, purtroppo, qui, è stato abbondantemente sprecato. Vado con la sufficienza.
Premessa: ho letto prima il fumetto.
L'adattamento animato non ha alcunché da spartire con il manga. La prima metà dell'anime è quasi completamente inventata o stravolta, con personaggi che non esistono nel manga e situazioni a dir poco imbarazzanti. Non sono contrario al rimaneggiamento della trama, ma deve essere fatto bene, e questo non lo è. I personaggi inseriti non fanno altro che diventare una spalla comica fuori luogo e fastidiosa, da quanto imbarazzante. Inserire nuovi personaggi va benissimo... se lo sai fare. Chi arriva dal manga, avendone capito gli intenti e il mood, rimarrà molto deluso. Ci sono alcuni episodi e alcune scene che rispettano fedelmente il manga (quasi identici), ma contengono ragionamenti troppo seri e fuori luogo per dei personaggi che fino a un minuto prima stavano danzando con una penna tenuta a mo' di baffi per propiziare un'estrazione fortunata alla lotteria. Scene di comicità demenziale e dozzinale sono accostate ai ragionamenti impegnati che Yukimura mette in scena nel suo lavoro, facendoli stonare a tal punto, che tali ragionamenti diventano quasi idioti.
Per come la vedo io, le musiche sono l'unica cosa che si salva. Molto carine, e vengono gestite bene.
Ho aspettato quasi un mese per scrivere questa recensione, perché, se l'avessi fatto appena terminata la visione, probabilmente avrei inserito un voto più basso, e non volevo essere influenzato eccessivamente dalla delusione.
L'adattamento animato non ha alcunché da spartire con il manga. La prima metà dell'anime è quasi completamente inventata o stravolta, con personaggi che non esistono nel manga e situazioni a dir poco imbarazzanti. Non sono contrario al rimaneggiamento della trama, ma deve essere fatto bene, e questo non lo è. I personaggi inseriti non fanno altro che diventare una spalla comica fuori luogo e fastidiosa, da quanto imbarazzante. Inserire nuovi personaggi va benissimo... se lo sai fare. Chi arriva dal manga, avendone capito gli intenti e il mood, rimarrà molto deluso. Ci sono alcuni episodi e alcune scene che rispettano fedelmente il manga (quasi identici), ma contengono ragionamenti troppo seri e fuori luogo per dei personaggi che fino a un minuto prima stavano danzando con una penna tenuta a mo' di baffi per propiziare un'estrazione fortunata alla lotteria. Scene di comicità demenziale e dozzinale sono accostate ai ragionamenti impegnati che Yukimura mette in scena nel suo lavoro, facendoli stonare a tal punto, che tali ragionamenti diventano quasi idioti.
Per come la vedo io, le musiche sono l'unica cosa che si salva. Molto carine, e vengono gestite bene.
Ho aspettato quasi un mese per scrivere questa recensione, perché, se l'avessi fatto appena terminata la visione, probabilmente avrei inserito un voto più basso, e non volevo essere influenzato eccessivamente dalla delusione.
“Planetes” è una serie del 2003-2004 prodotta da Yoshitaka Kawaguchi, con regia di Gorō Taniguchi e animata dall'eterna e famosissima Sunrise, casa produttrice di anime giapponese, che dal primo “Mobile Suit Gundam” del 1979 a “Planetes” è divenuta sia garanzia del lunghissimo franchise di “Gundam” sia, come in questo caso, una casa produttrice forte e molto competente anche per altri generi, tra cui rientra appunto “Planetes”.
Questa serie, pur rimanendo nel genere fantascientifico, abbandona tutto quello che si era visto in precedenza per osare e innovare, virando verso il genere slice of life e puntando a un realismo fino a quel periodo ancora poco esplorato. “Planetes” infatti rappresenta assieme alle due serie di “Ghost in the Shell: Stand Alone Complex”, uscite l'anno prima e nel 2004 la seconda serie, una svolta epocale. Segnando un cambio di stile più lento ma ricco di dialoghi curati e realistici, nonché un netto salto tecnologico e generazionale che dura ancora tuttora. Gli anime infatti dal 2003, e maggiormente dal 2004 al 2011, hanno subito una trasformazione talmente radicale, da potersi considerare tranquillamente moderni e attuali, senza sfigurare minimamente con le produzioni più recenti, proprio perché le serie attuali fanno parte della stessa generazione di “Planetes”.
Questa serie, se avesse mantenuto lo stile realistico con dialoghi in slice of life per tutta la sua durata sarebbe stata ottima, ma sarebbe stata un capolavoro solo se, durante la serie, le chiacchiere avessero lasciato spazio a fatti concreti e quindi a paesaggi spaziali di ben altro fascino. La trama parte spiegando come raccogliere detriti spaziali sia di vitale importanza, visto che nel 2075 ormai il traffico spaziale è affiancato a quello turistico-orbitale, per cui, se la zona di vuoto appena fuori il globo terrestre non viene ripulita, si rischiano incidenti anche mortali.
Con questo tema la trama può apparire realistica e scontata, ma paradossalmente la prima metà dell'anime è proprio quella che gli permette di raggiungere un buon punteggio da parte mia, visto che nella seconda parte tutto peggiora, ma andiamo con ordine.
L'anime inizia con una sezione detriti dedita alla loro raccolta, vengono introdotti i protagonisti e i co-protagonisti, facenti parte tutti della stessa sezione. Ai Tanabe ha solo ventuno anni, e si vedono in tutto il suo genuino entusiasmo e carattere molto dolce, mentre Hachirota Hoshino, il secondo protagonista, nonostante abbia solo venticinque anni, ha dei difetti tipici di un uomo di quaranta e immaturità di un ragazzino minorenne. I suoi pregi sono nella sua determinazione incrollabile e testardaggine, ma come carattere ha bisogno di Ai e degli altri personaggi per mostrare il suo lato socievole. Personaggi come il comandante Fee Carmichael, bella donna americana con la tipica indole esplosiva e istintiva, e Yuri Mihalkov, russo dal passato misterioso e dal fare sempre calmo e razionale, sono i veri co-protagonisti, mentre Philippe Myers e Arvind Ravi sono simpatici signori anche di livello alto nella sezione, ma nei fatti valgono solo per completare la sezione tramite la loro leggerezza e simpatia. Nella serie di rilevanti non protagonisti spiccano Claire Rondo, velenosa ragazza della sezione controllo, e Hakim, responsabile della sicurezza e uomo dal carattere forte e imprevedibile. Naturalmente nel corso della serie i personaggi principali saranno coinvolti con altri qua non menzionati, per il motivo che, pur essendo molto importanti e centrali, sono troppo collegati ai fini della trama principale o a singoli episodi di alto livello, per non generare spoiler.
Tornando invece ai pregi e difetti dell'intera opera, “Planetes” centra perfettamente l'obbiettivo della produzione fino all'episodio 16, dove le prime dieci puntante in particolare ricreano perfettamente il fascino e i pericoli del cosmo, senza risultare mai noiose. Alcune sequenze e dialoghi sulla Luna sono davvero ricche di pathos ed estremamente coinvolgenti, fino a quando non inizia la lenta rottamazione della serie. Già, perché “Planetes” sarebbe da 10, se lo stile degli episodi sulla Luna e l'empatia del gruppo in puro slice of life rimanevano, evolvendosi lungo i restanti episodi. Invece la serie prende direzioni tutte tra il forzato e il deprimente, al promettente spaziale, fino alla parte finale, decisamente troppo semplice e forzata. Cosa accade quindi dall'episodio 17? Tutto l'opposto di come deve svilupparsi una serie anime per risultare coerente e godibile. Hachirota cambia in maniera improvvisa e decisamente forzata, per poi ritornare forzatamente quello di prima. Si parla tantissimo di un viaggio verso Giove tramite la nominatissima (solo quello) nave “Von Braun”, nome derivato dal fisico tedesco che fu uno dei realizzatori delle due bombe atomiche, sganciate proprio in Giappone nel 1945 (che fortuna, vero?!). Von Braun viene nominato talmente tante volte da divenire un nauseabondo meme, qua enfatizzato e ripetuto sino allo sfinimento. La cosa grave è che si parla, si fanno test anche interessanti, ma Giove non si vede mai, nemmeno con i telescopi. Ecco, “Planetes” sarebbe dovuta essere una serie slice of life realistica, dove su Giove si andava per davvero, utilizzando lo stile della prima parte! Invece addirittura l'anime cambia genere, diventando una noiosa commedia surreale, dove Hachirota Hoshino si crede improvvisamente il miglior astronauta di sempre, ovviamente senza esserlo. Il suo carattere diviene cinico, serissimo e menefreghista, sbocciano intrighi terrestri di denaro, discriminazioni sociali trite e ritrite, che di norma non interessano a nessuno in questo genere, e che infatti riescono a rovinare molto la serie. Il finale poi è forzatissimo e tronco, finale che ovviamente cerca di compensare in positivo tutti gli errori commessi nelle seconda parte, senza riuscirci minimamente.
Dal punto di vista tecnico “Planetes” è tra le prime serie a fare un salto tecnico enorme rispetto alla fine degli anni '90. Un salto che aprirà dopo questa serie a un modo completamente nuovo di realizzare gli anime. In pratica il realismo, la cura dei dialoghi, i ritmi che divengono più lenti e si concentrano sui personaggi sono tutte caratteristiche presenti anche negli anime attuali, per cui posso tranquillamente considerare “Planetes” come un vero e proprio nuovo punto di svolta dell'animazione Giapponese. Ovviamente parlo di svolta in serie TV e OAV (i film svoltarono nel 1984 con “Macross - Do You Remember Love?”) realizzate anche per passione (e non solo denaro, ma soprattutto prive di stupidaggini con loli, moe e altre sciocchezze di serie in tredici episodi, dove l'obbiettivo principale non è la qualità né raccontare una storia seria con personaggi in cui immergersi, ma quello di far breccia nei milioni di otaku sparsi per il mondo, capaci solo di sbavare dietro all'ultima loli priva di cervello, ma dalle forme generose).
Il character design è ottimo nello stile ma solo buono nei dettagli. Dettagli ottimi durante gli zoom dei visi, decisamente ben animati, mentre è penoso per quanto riguarda la cura dei capelli, qua con la sola saturazione e colore in soccorso di un dettaglio, che altrimenti si collocherebbe in un serie del 1982. Preso per intero, il design e il dettaglio generale invece risulta buono, ma senza far gridare al miracolo.
Il dettaglio delle strutture a terra, e in particolare nello spazio, gode invece di una cura minuziosa sia negli interni che esterni davvero mozzafiato. Lavoro ottimo, visto che la cura della serie è molto legata all'ambizione di realizzare lo spazio nel modo più realistico e moderno possibile.
La realizzazione della Terra è invece appena sufficiente, e, visto che il team dei protagonisti e l'ambientazione generale sono entrambi in orbita attorno alla Terra, la cura che andava riposta doveva essere nettamente più alta.
Discorso molto diverso invece per la Luna, che è ottimamente realizzata e curata sotto ogni punto di vista.
Le musiche vanno dalla discreta intro iniziale a una OST ricorrente di qualità sublime, presente nelle scene migliori e caratterizzata da un mix di romantiche voci femminili dal timbro celestiale.
Il doppiaggio in Italiano è perfetto in tutte le situazioni e durante l'intera serie.
In conclusione, “Planetes”, pur perdendo tantissima qualità e godibilità per i motivi descritti, riesce lo stesso a essere un buon anime, ma sembra più un capolavoro rovinato piuttosto che una serie di livello inferiore, per questo la mia valutazione resta positiva.
Questa serie, pur rimanendo nel genere fantascientifico, abbandona tutto quello che si era visto in precedenza per osare e innovare, virando verso il genere slice of life e puntando a un realismo fino a quel periodo ancora poco esplorato. “Planetes” infatti rappresenta assieme alle due serie di “Ghost in the Shell: Stand Alone Complex”, uscite l'anno prima e nel 2004 la seconda serie, una svolta epocale. Segnando un cambio di stile più lento ma ricco di dialoghi curati e realistici, nonché un netto salto tecnologico e generazionale che dura ancora tuttora. Gli anime infatti dal 2003, e maggiormente dal 2004 al 2011, hanno subito una trasformazione talmente radicale, da potersi considerare tranquillamente moderni e attuali, senza sfigurare minimamente con le produzioni più recenti, proprio perché le serie attuali fanno parte della stessa generazione di “Planetes”.
Questa serie, se avesse mantenuto lo stile realistico con dialoghi in slice of life per tutta la sua durata sarebbe stata ottima, ma sarebbe stata un capolavoro solo se, durante la serie, le chiacchiere avessero lasciato spazio a fatti concreti e quindi a paesaggi spaziali di ben altro fascino. La trama parte spiegando come raccogliere detriti spaziali sia di vitale importanza, visto che nel 2075 ormai il traffico spaziale è affiancato a quello turistico-orbitale, per cui, se la zona di vuoto appena fuori il globo terrestre non viene ripulita, si rischiano incidenti anche mortali.
Con questo tema la trama può apparire realistica e scontata, ma paradossalmente la prima metà dell'anime è proprio quella che gli permette di raggiungere un buon punteggio da parte mia, visto che nella seconda parte tutto peggiora, ma andiamo con ordine.
L'anime inizia con una sezione detriti dedita alla loro raccolta, vengono introdotti i protagonisti e i co-protagonisti, facenti parte tutti della stessa sezione. Ai Tanabe ha solo ventuno anni, e si vedono in tutto il suo genuino entusiasmo e carattere molto dolce, mentre Hachirota Hoshino, il secondo protagonista, nonostante abbia solo venticinque anni, ha dei difetti tipici di un uomo di quaranta e immaturità di un ragazzino minorenne. I suoi pregi sono nella sua determinazione incrollabile e testardaggine, ma come carattere ha bisogno di Ai e degli altri personaggi per mostrare il suo lato socievole. Personaggi come il comandante Fee Carmichael, bella donna americana con la tipica indole esplosiva e istintiva, e Yuri Mihalkov, russo dal passato misterioso e dal fare sempre calmo e razionale, sono i veri co-protagonisti, mentre Philippe Myers e Arvind Ravi sono simpatici signori anche di livello alto nella sezione, ma nei fatti valgono solo per completare la sezione tramite la loro leggerezza e simpatia. Nella serie di rilevanti non protagonisti spiccano Claire Rondo, velenosa ragazza della sezione controllo, e Hakim, responsabile della sicurezza e uomo dal carattere forte e imprevedibile. Naturalmente nel corso della serie i personaggi principali saranno coinvolti con altri qua non menzionati, per il motivo che, pur essendo molto importanti e centrali, sono troppo collegati ai fini della trama principale o a singoli episodi di alto livello, per non generare spoiler.
Tornando invece ai pregi e difetti dell'intera opera, “Planetes” centra perfettamente l'obbiettivo della produzione fino all'episodio 16, dove le prime dieci puntante in particolare ricreano perfettamente il fascino e i pericoli del cosmo, senza risultare mai noiose. Alcune sequenze e dialoghi sulla Luna sono davvero ricche di pathos ed estremamente coinvolgenti, fino a quando non inizia la lenta rottamazione della serie. Già, perché “Planetes” sarebbe da 10, se lo stile degli episodi sulla Luna e l'empatia del gruppo in puro slice of life rimanevano, evolvendosi lungo i restanti episodi. Invece la serie prende direzioni tutte tra il forzato e il deprimente, al promettente spaziale, fino alla parte finale, decisamente troppo semplice e forzata. Cosa accade quindi dall'episodio 17? Tutto l'opposto di come deve svilupparsi una serie anime per risultare coerente e godibile. Hachirota cambia in maniera improvvisa e decisamente forzata, per poi ritornare forzatamente quello di prima. Si parla tantissimo di un viaggio verso Giove tramite la nominatissima (solo quello) nave “Von Braun”, nome derivato dal fisico tedesco che fu uno dei realizzatori delle due bombe atomiche, sganciate proprio in Giappone nel 1945 (che fortuna, vero?!). Von Braun viene nominato talmente tante volte da divenire un nauseabondo meme, qua enfatizzato e ripetuto sino allo sfinimento. La cosa grave è che si parla, si fanno test anche interessanti, ma Giove non si vede mai, nemmeno con i telescopi. Ecco, “Planetes” sarebbe dovuta essere una serie slice of life realistica, dove su Giove si andava per davvero, utilizzando lo stile della prima parte! Invece addirittura l'anime cambia genere, diventando una noiosa commedia surreale, dove Hachirota Hoshino si crede improvvisamente il miglior astronauta di sempre, ovviamente senza esserlo. Il suo carattere diviene cinico, serissimo e menefreghista, sbocciano intrighi terrestri di denaro, discriminazioni sociali trite e ritrite, che di norma non interessano a nessuno in questo genere, e che infatti riescono a rovinare molto la serie. Il finale poi è forzatissimo e tronco, finale che ovviamente cerca di compensare in positivo tutti gli errori commessi nelle seconda parte, senza riuscirci minimamente.
Dal punto di vista tecnico “Planetes” è tra le prime serie a fare un salto tecnico enorme rispetto alla fine degli anni '90. Un salto che aprirà dopo questa serie a un modo completamente nuovo di realizzare gli anime. In pratica il realismo, la cura dei dialoghi, i ritmi che divengono più lenti e si concentrano sui personaggi sono tutte caratteristiche presenti anche negli anime attuali, per cui posso tranquillamente considerare “Planetes” come un vero e proprio nuovo punto di svolta dell'animazione Giapponese. Ovviamente parlo di svolta in serie TV e OAV (i film svoltarono nel 1984 con “Macross - Do You Remember Love?”) realizzate anche per passione (e non solo denaro, ma soprattutto prive di stupidaggini con loli, moe e altre sciocchezze di serie in tredici episodi, dove l'obbiettivo principale non è la qualità né raccontare una storia seria con personaggi in cui immergersi, ma quello di far breccia nei milioni di otaku sparsi per il mondo, capaci solo di sbavare dietro all'ultima loli priva di cervello, ma dalle forme generose).
Il character design è ottimo nello stile ma solo buono nei dettagli. Dettagli ottimi durante gli zoom dei visi, decisamente ben animati, mentre è penoso per quanto riguarda la cura dei capelli, qua con la sola saturazione e colore in soccorso di un dettaglio, che altrimenti si collocherebbe in un serie del 1982. Preso per intero, il design e il dettaglio generale invece risulta buono, ma senza far gridare al miracolo.
Il dettaglio delle strutture a terra, e in particolare nello spazio, gode invece di una cura minuziosa sia negli interni che esterni davvero mozzafiato. Lavoro ottimo, visto che la cura della serie è molto legata all'ambizione di realizzare lo spazio nel modo più realistico e moderno possibile.
La realizzazione della Terra è invece appena sufficiente, e, visto che il team dei protagonisti e l'ambientazione generale sono entrambi in orbita attorno alla Terra, la cura che andava riposta doveva essere nettamente più alta.
Discorso molto diverso invece per la Luna, che è ottimamente realizzata e curata sotto ogni punto di vista.
Le musiche vanno dalla discreta intro iniziale a una OST ricorrente di qualità sublime, presente nelle scene migliori e caratterizzata da un mix di romantiche voci femminili dal timbro celestiale.
Il doppiaggio in Italiano è perfetto in tutte le situazioni e durante l'intera serie.
In conclusione, “Planetes”, pur perdendo tantissima qualità e godibilità per i motivi descritti, riesce lo stesso a essere un buon anime, ma sembra più un capolavoro rovinato piuttosto che una serie di livello inferiore, per questo la mia valutazione resta positiva.
Avete presente quella sensazione di vuoto e incompletezza che avete provato molte volte dopo aver terminato la visione di un anime? Beh, dimenticatela, perché finalmente avete per le mani un anime di senso compiuto! Purtroppo le serie come "Planetes" sono rare: mi riferisco a serie che inducono lo spettatore a porsi dei quesiti, a ragionare, e infine propongono (non impongono!) una soluzione (che piaccia o meno).
Tralasciando la trama, commenterò brevemente quelli che sono i tratti salienti dell'anime.
Ambientazione: è sicuramente il punto di forza di questa serie. L'ambiente spaziale in cui si muovono i protagonisti offre infiniti spunti di riflessione, e l'anime sa sfruttarli davvero bene.
Personaggi: è un altro punto di forza. Possiedono tutti una buona caratterizzazione, soprattutto il protagonista Hachi, che il più delle volte è il motore delle vicende.
Animazioni: notevoli, se confrontate ad opere contemporanee a "Planetes" (prodotto nel 2003). Il chara design può piacere o meno: personalmente l'ho trovato caratterizzante e adeguato.
Trama: l'anime può essere diviso in due parti. La prima parte, in cui familiarizziamo con i personaggi, è composta da episodi auto-conclusivi, in cui vicende più o meno interessanti lasciano sempre spazio alla riflessione su un determinato tema. Sulla seconda parte mi limito a dire che è il vero perno della narrazione, quella in cui esplodono tutti i conflitti latenti. L'anime contiene alcuni filler, che invito a saltare, perché non aggiungono nulla di nuovo alla trama e rallentano il ritmo della storia.
"Planetes" non è una serie perfetta, ma possiede quelle caratteristiche che reputo essenziali in ogni anime: personaggi ben caratterizzati, un'evoluzione psicologica, una storia completa e ben scritta.
Tralasciando la trama, commenterò brevemente quelli che sono i tratti salienti dell'anime.
Ambientazione: è sicuramente il punto di forza di questa serie. L'ambiente spaziale in cui si muovono i protagonisti offre infiniti spunti di riflessione, e l'anime sa sfruttarli davvero bene.
Personaggi: è un altro punto di forza. Possiedono tutti una buona caratterizzazione, soprattutto il protagonista Hachi, che il più delle volte è il motore delle vicende.
Animazioni: notevoli, se confrontate ad opere contemporanee a "Planetes" (prodotto nel 2003). Il chara design può piacere o meno: personalmente l'ho trovato caratterizzante e adeguato.
Trama: l'anime può essere diviso in due parti. La prima parte, in cui familiarizziamo con i personaggi, è composta da episodi auto-conclusivi, in cui vicende più o meno interessanti lasciano sempre spazio alla riflessione su un determinato tema. Sulla seconda parte mi limito a dire che è il vero perno della narrazione, quella in cui esplodono tutti i conflitti latenti. L'anime contiene alcuni filler, che invito a saltare, perché non aggiungono nulla di nuovo alla trama e rallentano il ritmo della storia.
"Planetes" non è una serie perfetta, ma possiede quelle caratteristiche che reputo essenziali in ogni anime: personaggi ben caratterizzati, un'evoluzione psicologica, una storia completa e ben scritta.
"Planetes" è un anime di ventisei episodi che unisce fantascienza, drammaticità e riflessioni su temi sociali e morali; la prima metà dell'anime procede in maniera semi-procedurale (gli episodi sono più o meno distaccati l'uno dall'altro), ma nella seconda metà cambia andamento, e la trama si sviluppa intorno alla costruzione della nave Von Braun e la missione Giove.
Innanzi tutto, ho trovato il comparto visivo ottimo, elemento molto positivo, essendo un anime ambientato nello spazio, e anche buone soundtrack. L'anime presenta numerosi punti positivi, partendo dai temi trattati, importanti e attuali (uomo, ambizione, società e giustizia); l'ambientazione è un mondo futuro, immaginato con coerenza e realismo, in cui l'uomo, nonostante il passare del tempo, non smette di commettere i soliti errori; tale realtà è popolata da personaggi complessi, realizzati intorno a un nucleo duro di personalità, che li rende costanti e realistici.
Tuttavia l'anime presenta anche aspetti negativi: proprio riguardo i personaggi, diversi di questi risultano "di cartapesta", superficiali e un po' stereotipati (soprattutto i "malvagi"); i primi episodi a mio parere presentano spesso un moralismo un po' spicciolo (anche se poi motivati dalla seconda parte della trama); inoltre, i temi citati sopra vengono spesso affrontati in maniera superficiale, frettolosa e poco adulta per un seinen (ho visto anime trattarli in modo migliore), e si concludono a fine serie in maniera troppo semplicistica.
In una frase, la pecca più grande di quest'anime è di essere troppo poco adulto per essere un seinen (ma forse il mio giudizio è un po' influenzato dalle mie aspettative); in generale comunque l'anime è piuttosto coinvolgente, di piacevole visione e mai noioso, per questo assegno un 7+ (arrotondato a 7.5).
Innanzi tutto, ho trovato il comparto visivo ottimo, elemento molto positivo, essendo un anime ambientato nello spazio, e anche buone soundtrack. L'anime presenta numerosi punti positivi, partendo dai temi trattati, importanti e attuali (uomo, ambizione, società e giustizia); l'ambientazione è un mondo futuro, immaginato con coerenza e realismo, in cui l'uomo, nonostante il passare del tempo, non smette di commettere i soliti errori; tale realtà è popolata da personaggi complessi, realizzati intorno a un nucleo duro di personalità, che li rende costanti e realistici.
Tuttavia l'anime presenta anche aspetti negativi: proprio riguardo i personaggi, diversi di questi risultano "di cartapesta", superficiali e un po' stereotipati (soprattutto i "malvagi"); i primi episodi a mio parere presentano spesso un moralismo un po' spicciolo (anche se poi motivati dalla seconda parte della trama); inoltre, i temi citati sopra vengono spesso affrontati in maniera superficiale, frettolosa e poco adulta per un seinen (ho visto anime trattarli in modo migliore), e si concludono a fine serie in maniera troppo semplicistica.
In una frase, la pecca più grande di quest'anime è di essere troppo poco adulto per essere un seinen (ma forse il mio giudizio è un po' influenzato dalle mie aspettative); in generale comunque l'anime è piuttosto coinvolgente, di piacevole visione e mai noioso, per questo assegno un 7+ (arrotondato a 7.5).
Anime del 2003, “Planetes” descrive uno scenario verosimile circa sessant’anni dopo la sua produzione.
La ricerca di nuove risorse energetiche ha accelerato lo sviluppo dell’industria aereospaziale, tanto da rendersi necessaria un nuova figura: lo spazzino spaziale, impiego della maggior parte dei personaggi dell'opera. Non mi dilungherò sulla trama né sull’accuratezza scientifica dei fenomeni fisici a gravità zero descritti durante gli episodi, piuttosto mi vorrei concentrare sull’aspetto che più ho apprezzato e che in qualche modo è riuscito a ottenere la mia più completa empatia con il protagonista, Hachimaki. Sto parlando del realismo con cui è realizzato l’anime, e non mi riferisco alla precisione descrittiva sopracitata, quanto alla coerenza comportamentale che caratterizza ogni singolo personaggio, riuscendo sempre nel non scadere nell’ovvio o nella prevedibilità. Questo tipo di impostazione richiede ovviamente un inizio lento (vedi “Breaking Bad”), per fornire a tutta la storia la giusta impalcatura su cui sviluppare le articolate relazioni sociali che, non smetto di ripeterlo, risultano davvero coerenti. Spesso nel panorama dell’intrattenimento, non solo dell’animazione, si fa ricorso a figure eccentriche, in qualche modo fuori dagli schemi, che riescano ad attirare l’attenzione di un pubblico spesso non proprio esigente, e va bene così. Il problema è quando una perla del genere risulti sconosciuta ai più, nonostante l’indiscussa qualità.
Critiche sociali a parte, il motivo per cui non ho dato voto pieno è che manca quel qualcosa tale da farti rimanere incollato allo schermo, anche se molto probabilmente non è uno degli obbiettivi della serie.
Detto questo, consiglio vivamente la visione a tutti gli appassionati di animazione.
La ricerca di nuove risorse energetiche ha accelerato lo sviluppo dell’industria aereospaziale, tanto da rendersi necessaria un nuova figura: lo spazzino spaziale, impiego della maggior parte dei personaggi dell'opera. Non mi dilungherò sulla trama né sull’accuratezza scientifica dei fenomeni fisici a gravità zero descritti durante gli episodi, piuttosto mi vorrei concentrare sull’aspetto che più ho apprezzato e che in qualche modo è riuscito a ottenere la mia più completa empatia con il protagonista, Hachimaki. Sto parlando del realismo con cui è realizzato l’anime, e non mi riferisco alla precisione descrittiva sopracitata, quanto alla coerenza comportamentale che caratterizza ogni singolo personaggio, riuscendo sempre nel non scadere nell’ovvio o nella prevedibilità. Questo tipo di impostazione richiede ovviamente un inizio lento (vedi “Breaking Bad”), per fornire a tutta la storia la giusta impalcatura su cui sviluppare le articolate relazioni sociali che, non smetto di ripeterlo, risultano davvero coerenti. Spesso nel panorama dell’intrattenimento, non solo dell’animazione, si fa ricorso a figure eccentriche, in qualche modo fuori dagli schemi, che riescano ad attirare l’attenzione di un pubblico spesso non proprio esigente, e va bene così. Il problema è quando una perla del genere risulti sconosciuta ai più, nonostante l’indiscussa qualità.
Critiche sociali a parte, il motivo per cui non ho dato voto pieno è che manca quel qualcosa tale da farti rimanere incollato allo schermo, anche se molto probabilmente non è uno degli obbiettivi della serie.
Detto questo, consiglio vivamente la visione a tutti gli appassionati di animazione.
E' un anime sicuramente molto interessante, non credo che qualcun altro abbia mai tentato di fare un'opera simile, poiché già è difficile rendere interessante uno slice of life, ma farlo nello spazio sembra proprio impossibile. Come ovviare al problema? La risposta è rendere lo spazio nel modo più realistico possibile, infatti nessuna legge della fisica è stata maltrattata per la realizzazione di quest'opera. Tutta la prima parte, a mio parere la più riuscita, è infatti incentrata non solo sulla costruzione di un universo narrativo credibile e sulla presentazione dei personaggi chiave, ma è anche una vera propria opera di divulgazione scientifica, perlopiù di ottima qualità, e fatta dodici anni prima di "The Martian"!
Nella prima parte di "Planetes" si approfondiranno temi e problemi spesso bypassati dalla normale divulgazione, come l'effetto delle radiazioni fuori dall'atmosfera terrestre, la vita a gravità zero; vedremo navette, satelliti e detriti muoversi secondo la propria orbita a velocità non intuitive ma reali! (Non come dei sottomarini, vero "Star Treck"?)
Ma la sequenze più belle, quelle che rimarranno impresse allo spettatore, sono quelle delle azioni compiute nello spazio esterno da cosmonauti e navette. Scene dettagliatissime e totalmente prive di alcun suono ad eccezione delle trasmissioni radio, una chicca che pochissimi show ambientati nello spazio si sono sognati di fare sul serio. Fin qua sembrerebbe uno show per soli nerd, ma in realtà "Planetes" è dotato anche di una buona dose di umorismo, con situazioni da "mega-ditta fantozziana" e tematiche che sotto la patina della fantascienza sono invece attualissime.
La seconda parte costituita dalla trama vera e propria è la meno riuscita: se da un lato si concentra sul protagonista Hachimaki, caricando moltissimo lo spettatore, dall'altra abbandona tutti gli altri personaggi, compresa la co-protagonista, che viene davvero buttata via come una macchietta nell'incomprensibile scelta di un finale pavido e banale.
Nella prima parte di "Planetes" si approfondiranno temi e problemi spesso bypassati dalla normale divulgazione, come l'effetto delle radiazioni fuori dall'atmosfera terrestre, la vita a gravità zero; vedremo navette, satelliti e detriti muoversi secondo la propria orbita a velocità non intuitive ma reali! (Non come dei sottomarini, vero "Star Treck"?)
Ma la sequenze più belle, quelle che rimarranno impresse allo spettatore, sono quelle delle azioni compiute nello spazio esterno da cosmonauti e navette. Scene dettagliatissime e totalmente prive di alcun suono ad eccezione delle trasmissioni radio, una chicca che pochissimi show ambientati nello spazio si sono sognati di fare sul serio. Fin qua sembrerebbe uno show per soli nerd, ma in realtà "Planetes" è dotato anche di una buona dose di umorismo, con situazioni da "mega-ditta fantozziana" e tematiche che sotto la patina della fantascienza sono invece attualissime.
La seconda parte costituita dalla trama vera e propria è la meno riuscita: se da un lato si concentra sul protagonista Hachimaki, caricando moltissimo lo spettatore, dall'altra abbandona tutti gli altri personaggi, compresa la co-protagonista, che viene davvero buttata via come una macchietta nell'incomprensibile scelta di un finale pavido e banale.
"Planetes", tratta dall'omonimo manga di Yukimura Makoto, è una serie d'animazione probabilmente tra le più belle e sottovalutate del nuovo millennio; la possiamo definire una commedia fantascientifica, dai toni a tratti comici e a tratti drammatici, con la giusta dose d'azione, di suspense ma soprattutto di sentimento.
La storia: in un futuro, l'umanità, dopo aver logorato il pianeta Terra, ha iniziato a sfruttare le risorse del cosmo infinito, da un pianeta all'altro, alla ricerca di fonti d'energia alternative ecc., tutto a vantaggio delle poche nazioni forti e a danno di quelle più povere, come sempre. Per gestire il traffico di materie prime tra Terra e pianeti vari, sono presenti delle stazioni orbitali gestite dalle mega società, ostacolate dal "Fronte di difesa spaziale", organizzazione che ha le sua buone ragioni ma le sfrutta nel modo sbagliato, attraverso atti terroristici che spesso coinvolgono persone innocenti ed estranee ai giochi di potere e di ricchezza. In questo marasma di trasporti di materie prime, viaggi turistici, ecc. un pericolo è sempre in agguato, ovvero i detriti, residui di navicelle spaziali, satelliti in disuso, scorie di ogni tipo; un minimo detrito, anche piccolissimo, può costituire una minaccia per la sicurezza dei trasporti; ecco che entra in scena la "Mezza sezione", cioè gli spazzini!
La giovane Ai Tanabe, tenace e compassionevole, è una recluta, ignara di tutto ciò che si nasconde dietro il suo lavoro…
A proposito dei personaggi, "Planetes" ha in sé un grande potere, che è racchiuso per lo più nei suoi personaggi, mai perfetti né tantomeno scontati, ognuno con il proprio carattere, i propri vizi e le proprie virtù: provano ira, paura, coraggio, sconforto, invidia, indifferenza, amore e manifestano tutto ciò in modo umano al 100%. Assolutamente credibili!
L'aspetto tecnico della serie: la serie è stata realizzata in modo ottimale, con bellissimi disegni, animazioni, colorazioni ed effetti vari; naturalmente il ricorso alla CG è stato indispensabile ed è degno di nota. Ottime le scelte registiche e il montaggio videoaudio, infatti certe sequenze sono proprio da pelle d'oca. L'aspetto più entusiasmante riguarda la descrizione degli ambienti, l'assenza di gravità, la pulizia "asettica", una fantascienza che racchiude un certo "realismo". Le musiche sono adatte, molto belle le sigle di apertura e chiusura, il doppiaggio italiano è perfetto, buona scelta delle voci, dove spicca su tutte quella di Debora Magnaghi (Ai Tanabe).
Concludendo, è una serie di ventisei episodi che posso considerare un capolavoro, ricca di elementi originali, incapace di annoiare, ma al contrario coinvolgente, a tratti divertente, adrenalinica e a tratti emozionante. Da non perdere assolutamente!
La storia: in un futuro, l'umanità, dopo aver logorato il pianeta Terra, ha iniziato a sfruttare le risorse del cosmo infinito, da un pianeta all'altro, alla ricerca di fonti d'energia alternative ecc., tutto a vantaggio delle poche nazioni forti e a danno di quelle più povere, come sempre. Per gestire il traffico di materie prime tra Terra e pianeti vari, sono presenti delle stazioni orbitali gestite dalle mega società, ostacolate dal "Fronte di difesa spaziale", organizzazione che ha le sua buone ragioni ma le sfrutta nel modo sbagliato, attraverso atti terroristici che spesso coinvolgono persone innocenti ed estranee ai giochi di potere e di ricchezza. In questo marasma di trasporti di materie prime, viaggi turistici, ecc. un pericolo è sempre in agguato, ovvero i detriti, residui di navicelle spaziali, satelliti in disuso, scorie di ogni tipo; un minimo detrito, anche piccolissimo, può costituire una minaccia per la sicurezza dei trasporti; ecco che entra in scena la "Mezza sezione", cioè gli spazzini!
La giovane Ai Tanabe, tenace e compassionevole, è una recluta, ignara di tutto ciò che si nasconde dietro il suo lavoro…
A proposito dei personaggi, "Planetes" ha in sé un grande potere, che è racchiuso per lo più nei suoi personaggi, mai perfetti né tantomeno scontati, ognuno con il proprio carattere, i propri vizi e le proprie virtù: provano ira, paura, coraggio, sconforto, invidia, indifferenza, amore e manifestano tutto ciò in modo umano al 100%. Assolutamente credibili!
L'aspetto tecnico della serie: la serie è stata realizzata in modo ottimale, con bellissimi disegni, animazioni, colorazioni ed effetti vari; naturalmente il ricorso alla CG è stato indispensabile ed è degno di nota. Ottime le scelte registiche e il montaggio videoaudio, infatti certe sequenze sono proprio da pelle d'oca. L'aspetto più entusiasmante riguarda la descrizione degli ambienti, l'assenza di gravità, la pulizia "asettica", una fantascienza che racchiude un certo "realismo". Le musiche sono adatte, molto belle le sigle di apertura e chiusura, il doppiaggio italiano è perfetto, buona scelta delle voci, dove spicca su tutte quella di Debora Magnaghi (Ai Tanabe).
Concludendo, è una serie di ventisei episodi che posso considerare un capolavoro, ricca di elementi originali, incapace di annoiare, ma al contrario coinvolgente, a tratti divertente, adrenalinica e a tratti emozionante. Da non perdere assolutamente!
Planetes è un anime del 2003, adattamento dell'omonimo manga, da cui tuttavia si discosta su molti punti. Ambientato nel 2075, in un epoca in cui l'uomo ha cominciato a colonizzare lo spazio alla ricerca di nuove fonti di energia, l'anime narra le vicende di un gruppo di "spazzini" il cui compito è ripulire l'orbita terrestre, al fine di evitare che detriti e altri oggetti abbandonati possano danneggiare o mettere in pericolo astronavi, stazioni e satelliti in orbita.
Ciò che colpisce di più, quando si guarda questa serie, è il suo crescere continuo: nei toni, nelle proporzioni dei temi trattati, nel pathos e negli sviluppi di trama che, quasi assenti nella prima parte dell'anime, emergono quasi inosservati dallo sfondo e si impongono sulla scena con un ritmo incalzante, coinvolgendo sempre di più lo spettatore fino alle ultime intense puntate.
Il disegno non è sempre all'altezza delle aspettative, ma nel complesso la grafica rimane eccellente, con fondali mozzafiato, scene suggestive e una fotografia che sa fare ben uso di luci e colori, specie per quanto riguarda le scene girate nello spazio. Proprio a tal proposito è notevole la maggiore attenzione, a livello grafico, che gli autori hanno voluto dedicare allo spazio piuttosto che ai personaggi. Astronavi, stazioni o basi spaziali sono sempre molto dettagliate, e spesso rese anche in 3D grazie alla computer grafica.
Anche se il disegno dei personaggi non è particolarmente dettagliato, il character design è comunque ottimo. Gli autori ci propongono una grande varietà di personaggi finemente caratterizzati, pur nella loro semplicità e senza dover ricorrere a dettagli eccessivi o eccentrici. Come risultato tutti i personaggi appaiono assai verosimili, nell'aspetto e, soprattutto, nella psicologia.
È infatti la crescita psicologica dei personaggi, e di conseguenza dei rapporti tra questi, il vero punto forte dell'intera serie. Una maturazione così verosimile e coerente, nei modi e nei tempi, dei personaggi (principali e non) è una perla di rara bellezza, e conferisce ad ogni personaggio un realismo più unico che raro nel mondo dell'animazione.
La grande maturità che caratterizza quest'opera si riscontra, oltre che nella psicologia dei personaggi, anche nelle tematiche affrontate: da quelle più personali, intime ed introspettive, fino alle tematiche ben più grandi, quelle riguardanti l'economia, la guerra, la politica, che non mancano di riferimenti critici a quella che è la politica internazionale odierna.
Questi temi non vengono mai affrontati in modo banale, né gli autori forzano lo spettatore ad essere di parte. Personaggi mossi da grandi ideali o da ambizioni più "egoistiche" vengono messi sullo stesso livello e le loro motivazioni vengono approfondite allo stesso modo, dando la possibilità allo spettatore di avere una visione critica e mai di parte di tutte le tematiche proposte.
Ad impreziosire l'anime c'è una descrizione assai realistica dello spazio, con una meticolosa attenzione non solo alle leggi della fisica, ma anche alle condizioni mediche delle persone che vivono la maggior parte della loro vita in orbita. Notevole anche la vasta serie di riferimenti a quelli che sono stati i reali protagonisti dei viaggi spaziali: da Von Braun, a Neil Armstrong, al programma Apollo; nonché le più o meno velate citazioni a capolavori del genere fantascientifico.
Belle le colonne sonore, composizioni molto intense e di grande atmosfera (una citazione particolare va all'OST "A Secret of the Moon"). Belle, anche se non particolarmente memorabili, l'opening e l'ending.
Il finale è forse troppo accomodante, ma comunque perfettamente inquadrato nell'atmosfera dell'anime, che non fa della sua forza colpi di scena o intrecci particolarmente complessi, bensì uno spiccato realismo e un ricercato approfondimento psicologico, che mette in gioco esseri umani perfettamente credibili e polidimensionali.
Peccato che l'anime zoppichi nelle prime 5-6 puntate, alcune anche molto banali e poco credibili, fortunatamente quando sembra che la serie stia per prendere una brutta piega, ecco che si incanala sui giusti binari offrendo, da quel momento in poi, uno spettacolo sempre di alto livello e di intensità crescente.
Ciò che colpisce di più, quando si guarda questa serie, è il suo crescere continuo: nei toni, nelle proporzioni dei temi trattati, nel pathos e negli sviluppi di trama che, quasi assenti nella prima parte dell'anime, emergono quasi inosservati dallo sfondo e si impongono sulla scena con un ritmo incalzante, coinvolgendo sempre di più lo spettatore fino alle ultime intense puntate.
Il disegno non è sempre all'altezza delle aspettative, ma nel complesso la grafica rimane eccellente, con fondali mozzafiato, scene suggestive e una fotografia che sa fare ben uso di luci e colori, specie per quanto riguarda le scene girate nello spazio. Proprio a tal proposito è notevole la maggiore attenzione, a livello grafico, che gli autori hanno voluto dedicare allo spazio piuttosto che ai personaggi. Astronavi, stazioni o basi spaziali sono sempre molto dettagliate, e spesso rese anche in 3D grazie alla computer grafica.
Anche se il disegno dei personaggi non è particolarmente dettagliato, il character design è comunque ottimo. Gli autori ci propongono una grande varietà di personaggi finemente caratterizzati, pur nella loro semplicità e senza dover ricorrere a dettagli eccessivi o eccentrici. Come risultato tutti i personaggi appaiono assai verosimili, nell'aspetto e, soprattutto, nella psicologia.
È infatti la crescita psicologica dei personaggi, e di conseguenza dei rapporti tra questi, il vero punto forte dell'intera serie. Una maturazione così verosimile e coerente, nei modi e nei tempi, dei personaggi (principali e non) è una perla di rara bellezza, e conferisce ad ogni personaggio un realismo più unico che raro nel mondo dell'animazione.
La grande maturità che caratterizza quest'opera si riscontra, oltre che nella psicologia dei personaggi, anche nelle tematiche affrontate: da quelle più personali, intime ed introspettive, fino alle tematiche ben più grandi, quelle riguardanti l'economia, la guerra, la politica, che non mancano di riferimenti critici a quella che è la politica internazionale odierna.
Questi temi non vengono mai affrontati in modo banale, né gli autori forzano lo spettatore ad essere di parte. Personaggi mossi da grandi ideali o da ambizioni più "egoistiche" vengono messi sullo stesso livello e le loro motivazioni vengono approfondite allo stesso modo, dando la possibilità allo spettatore di avere una visione critica e mai di parte di tutte le tematiche proposte.
Ad impreziosire l'anime c'è una descrizione assai realistica dello spazio, con una meticolosa attenzione non solo alle leggi della fisica, ma anche alle condizioni mediche delle persone che vivono la maggior parte della loro vita in orbita. Notevole anche la vasta serie di riferimenti a quelli che sono stati i reali protagonisti dei viaggi spaziali: da Von Braun, a Neil Armstrong, al programma Apollo; nonché le più o meno velate citazioni a capolavori del genere fantascientifico.
Belle le colonne sonore, composizioni molto intense e di grande atmosfera (una citazione particolare va all'OST "A Secret of the Moon"). Belle, anche se non particolarmente memorabili, l'opening e l'ending.
Il finale è forse troppo accomodante, ma comunque perfettamente inquadrato nell'atmosfera dell'anime, che non fa della sua forza colpi di scena o intrecci particolarmente complessi, bensì uno spiccato realismo e un ricercato approfondimento psicologico, che mette in gioco esseri umani perfettamente credibili e polidimensionali.
Peccato che l'anime zoppichi nelle prime 5-6 puntate, alcune anche molto banali e poco credibili, fortunatamente quando sembra che la serie stia per prendere una brutta piega, ecco che si incanala sui giusti binari offrendo, da quel momento in poi, uno spettacolo sempre di alto livello e di intensità crescente.
Trovato per caso nella libreria di un mio amico, incuriosito dal titolo, me lo porto a casa e mi guardo la prima puntata. Nel giro di 3 giorni ho completato la visione dell'opera e un solo pensiero mi frulla in testa: questa roba è meravigliosa!
Sorvolo sui dati tecnico/anagrafici, che potete trovare benissimo sulla scheda e di cui 99 recensori prima di me hanno discusso: anime del 2003, composto da 26 episodi e bla bla bla.
Un 10 è un voto importante e io credo che questo titolo sia uno dei pochissimi insieme ad Akira, Ghost in The Shell e Cowboy Bebop a potersene fregiare. Perché una serie da 10? Dopotutto la trama è piuttosto scarna, non succede nulla di veramente memorabile, i disegni e le animazioni spesso si perdono e poi non è vero che la fantascienza senza robottoni è un po' "pallosa"?
La trama è scarna, è vero: seguiamo le vicende di un gruppo di raccoglitori di detriti spaziali, degli "spazzini planetari", che come potete immaginare non hanno una vita così eccitante. Veniamo introdotti all'ambiente da Ai Tanabe, nuova recluta della sezione Raccogli-detriti, e facciamo la conoscenza del pilota Fee, del tecnico Yuri e di Hachimaki, l'astronauta che fisicamente esce nello spazio per raccogliere detriti, che presto di rivelerà il vero protagonista. Da li in poi si susseguiranno vari avvenimenti (soprattutto nella seconda parte della serie) ma non sembra che il regista ci voglia condurre nella stratosfera, su Marte, Giove o Venere, quanto piuttosto nell'enorme, abissale infinito spazio tra di essi, tra i singoli soggetti e il vuoto che li separa.
Dove inizia lo spazio e dove finisce la terra? Tutto l'anime ruota attorno a questo concetto, al voler trovare una spiegazione al vuoto mortale che sta tra un "planetes" e l'altro (per chi non ha studiato greco: planetes vuol dire sia "pianeta" che "viaggiatore", almeno da quello che mi ricordo). Non è un caso che sulla terra come nello spazio ritrovarsi senza appigli, vagando da soli, sia mortale nella maggior parte dei casi: ed essere soli è spesso un errore mentale proprio più che una condizione esistenziale intrinseca. Si può essere vagabondi per tutta una vita, ma non bisogna mai dimenticare di lasciarsi "un porto sicuro a cui tornare", altrimenti non saremo viaggiatori, ma solo anime erranti senza meta e senza scopo. Non si muore di sole radiazioni cosmiche, ma di ogni ambizione frustrata che pian piano ci fa sprofondare nel vuoto siderale se non trova una mano amica in grado di aiutarla. Un concetto che per quanto possa apparire mieloso in questa forma, in Planetes mai stucca perché mai è davvero spiegato a parole, quanto suggerito da immagini ed azioni più o meno evidenti.
Questo è davvero un anime che merita di essere visto. Le sue piccole "ingenuità" da tipico prodotto giapponese, soprattutto nella prima parte, non scalfiscono minimamente il rivestimento di questo prodotto d'eccellenza, studiato per viaggiare tra le stelle della nostra mente e del nostro cuore: e allora ben venga un'animazione qualche volta sbavata, un finale con il classico "vediamo che fanno adesso tutti quelli che abbiamo visto nell'anime" ed alcune piccole incongruenze. Planetes vi trasporterà nello spazio e persino il ruolo di "spazzini intergalattici" non suonerà così male, quando ne capirete la portata e l'importanza.
Sorvolo sui dati tecnico/anagrafici, che potete trovare benissimo sulla scheda e di cui 99 recensori prima di me hanno discusso: anime del 2003, composto da 26 episodi e bla bla bla.
Un 10 è un voto importante e io credo che questo titolo sia uno dei pochissimi insieme ad Akira, Ghost in The Shell e Cowboy Bebop a potersene fregiare. Perché una serie da 10? Dopotutto la trama è piuttosto scarna, non succede nulla di veramente memorabile, i disegni e le animazioni spesso si perdono e poi non è vero che la fantascienza senza robottoni è un po' "pallosa"?
La trama è scarna, è vero: seguiamo le vicende di un gruppo di raccoglitori di detriti spaziali, degli "spazzini planetari", che come potete immaginare non hanno una vita così eccitante. Veniamo introdotti all'ambiente da Ai Tanabe, nuova recluta della sezione Raccogli-detriti, e facciamo la conoscenza del pilota Fee, del tecnico Yuri e di Hachimaki, l'astronauta che fisicamente esce nello spazio per raccogliere detriti, che presto di rivelerà il vero protagonista. Da li in poi si susseguiranno vari avvenimenti (soprattutto nella seconda parte della serie) ma non sembra che il regista ci voglia condurre nella stratosfera, su Marte, Giove o Venere, quanto piuttosto nell'enorme, abissale infinito spazio tra di essi, tra i singoli soggetti e il vuoto che li separa.
Dove inizia lo spazio e dove finisce la terra? Tutto l'anime ruota attorno a questo concetto, al voler trovare una spiegazione al vuoto mortale che sta tra un "planetes" e l'altro (per chi non ha studiato greco: planetes vuol dire sia "pianeta" che "viaggiatore", almeno da quello che mi ricordo). Non è un caso che sulla terra come nello spazio ritrovarsi senza appigli, vagando da soli, sia mortale nella maggior parte dei casi: ed essere soli è spesso un errore mentale proprio più che una condizione esistenziale intrinseca. Si può essere vagabondi per tutta una vita, ma non bisogna mai dimenticare di lasciarsi "un porto sicuro a cui tornare", altrimenti non saremo viaggiatori, ma solo anime erranti senza meta e senza scopo. Non si muore di sole radiazioni cosmiche, ma di ogni ambizione frustrata che pian piano ci fa sprofondare nel vuoto siderale se non trova una mano amica in grado di aiutarla. Un concetto che per quanto possa apparire mieloso in questa forma, in Planetes mai stucca perché mai è davvero spiegato a parole, quanto suggerito da immagini ed azioni più o meno evidenti.
Questo è davvero un anime che merita di essere visto. Le sue piccole "ingenuità" da tipico prodotto giapponese, soprattutto nella prima parte, non scalfiscono minimamente il rivestimento di questo prodotto d'eccellenza, studiato per viaggiare tra le stelle della nostra mente e del nostro cuore: e allora ben venga un'animazione qualche volta sbavata, un finale con il classico "vediamo che fanno adesso tutti quelli che abbiamo visto nell'anime" ed alcune piccole incongruenze. Planetes vi trasporterà nello spazio e persino il ruolo di "spazzini intergalattici" non suonerà così male, quando ne capirete la portata e l'importanza.
"Planetes" è un capolavoro assoluto, di quelli che difficilmente si guardano una sola volta e che difficilmente si dimenticano.
Sono molti i motivi per cui quest'anime rappresenta l'eccellenza assoluta, motivi difficilmente opinabili, che si basano sull'analisi di svariati aspetti qualitativi, legati alla sua estrema profondità strutturale.
La trama lega insieme molte tematiche e problemi riguardanti sia il presente che il futuro. La cosa più grandiosa è che, pur essendo ambientato nel 2075, risulta davvero impossibile non immaginare realizzabili tutte le evoluzioni dell'astronautica qui presenti, pur trattandosi di un anime di genere fantascientifico. L'estremo realismo in tutto, le reazioni umane e palpabili dei protagonisti ed i vari pericoli dello spazio sono molto credibili. Questo grazie ad una sceneggiatura magistrale e ad una scrittura dei dialoghi che vanta un equilibrio fenomenale tra momenti seri e di sano umorismo.
La caratterizzazione dei vari personaggi è decisamente di alto livello con una cura addirittura maniacale per il profilo psicologico di Hachirota. Il ragazzo di 25 anni è all'inizio dell'anime decisamente superficiale e vuoto, mentre nel corso della serie maturerà talmente tanto da sembrare un uomo adulto e vissuto con un carattere d'acciaio e un modo di agire determinato. Ai Tanabe è una ragazza molto giovane di 20 anni, piuttosto matura fin dall'inizio e sempre pronta a battersi per quello in cui crede. Fee Carmichael è il capo sezione e una donna americana di 36 anni sempre piuttosto seria e diligente, che non manca di lasciarsi andare a momenti di follia comica, davvero divertenti. Un altro personaggio davvero ben delineato e ambiguo è l'esotica Claire Rondo, donna tanto bella e carismatica quanto misteriosa. Altri personaggi come il russo Yuri, Edelgard Rivera, Philippe Myers e Arvind Ravi, sono buoni colleghi di lavoro che non mancano di arricchire con il loro carattere il modulo di lavoro della sezione detriti. Raccogliere detriti, questo è il lavoro dei nostri protagonisti, ma si tratta di detriti spaziali presenti realisticamente anche ora appena fuori dall'atmosfera terrestre. Ed è proprio lo stile estremamente realistico della trama e della narrazione il maggior pregio di quest'anime, che tratta tematiche future e facilmente prevedibili.
Dal punto di vista tecnico "Planetes" non gode di un dettaglio impeccabile. Se infatti il character design è realistico, dettagliato e arricchito da ottimi riflessi, lo stesso non si può dire per alcune strumentazioni e per i fondali, che si limitano ad un dettaglio solo discreto. Le animazioni fanno il loro dovere, ma non sono il massimo, sia come livello che come quantità. Discorso diverso invece per le musiche, che invece sono davvero ottime. Le sigle di apertura e chiusura sono orecchiabili e le Ost davvero suggestive. Il doppiaggio italiano è eccelso e altamente professionale.
"Planetes" è semplicemente un grande capolavoro, estremamente riflessivo e realistico che consiglio a chiunque cerca un anime eccelso, impegnativo, ma anche godibile.
Sono molti i motivi per cui quest'anime rappresenta l'eccellenza assoluta, motivi difficilmente opinabili, che si basano sull'analisi di svariati aspetti qualitativi, legati alla sua estrema profondità strutturale.
La trama lega insieme molte tematiche e problemi riguardanti sia il presente che il futuro. La cosa più grandiosa è che, pur essendo ambientato nel 2075, risulta davvero impossibile non immaginare realizzabili tutte le evoluzioni dell'astronautica qui presenti, pur trattandosi di un anime di genere fantascientifico. L'estremo realismo in tutto, le reazioni umane e palpabili dei protagonisti ed i vari pericoli dello spazio sono molto credibili. Questo grazie ad una sceneggiatura magistrale e ad una scrittura dei dialoghi che vanta un equilibrio fenomenale tra momenti seri e di sano umorismo.
La caratterizzazione dei vari personaggi è decisamente di alto livello con una cura addirittura maniacale per il profilo psicologico di Hachirota. Il ragazzo di 25 anni è all'inizio dell'anime decisamente superficiale e vuoto, mentre nel corso della serie maturerà talmente tanto da sembrare un uomo adulto e vissuto con un carattere d'acciaio e un modo di agire determinato. Ai Tanabe è una ragazza molto giovane di 20 anni, piuttosto matura fin dall'inizio e sempre pronta a battersi per quello in cui crede. Fee Carmichael è il capo sezione e una donna americana di 36 anni sempre piuttosto seria e diligente, che non manca di lasciarsi andare a momenti di follia comica, davvero divertenti. Un altro personaggio davvero ben delineato e ambiguo è l'esotica Claire Rondo, donna tanto bella e carismatica quanto misteriosa. Altri personaggi come il russo Yuri, Edelgard Rivera, Philippe Myers e Arvind Ravi, sono buoni colleghi di lavoro che non mancano di arricchire con il loro carattere il modulo di lavoro della sezione detriti. Raccogliere detriti, questo è il lavoro dei nostri protagonisti, ma si tratta di detriti spaziali presenti realisticamente anche ora appena fuori dall'atmosfera terrestre. Ed è proprio lo stile estremamente realistico della trama e della narrazione il maggior pregio di quest'anime, che tratta tematiche future e facilmente prevedibili.
Dal punto di vista tecnico "Planetes" non gode di un dettaglio impeccabile. Se infatti il character design è realistico, dettagliato e arricchito da ottimi riflessi, lo stesso non si può dire per alcune strumentazioni e per i fondali, che si limitano ad un dettaglio solo discreto. Le animazioni fanno il loro dovere, ma non sono il massimo, sia come livello che come quantità. Discorso diverso invece per le musiche, che invece sono davvero ottime. Le sigle di apertura e chiusura sono orecchiabili e le Ost davvero suggestive. Il doppiaggio italiano è eccelso e altamente professionale.
"Planetes" è semplicemente un grande capolavoro, estremamente riflessivo e realistico che consiglio a chiunque cerca un anime eccelso, impegnativo, ma anche godibile.
Planetes è una delle poche opere fantascientifiche in cui nello Spazio non si sentono i rumori.
Basterebbe anche solo questo dettaglio per permettermi di considerare questo anime superiore a molte delle altre opere di tipo spaziale, ma fortunatamente Planetes non è solo questo. Perchè aldilà dell'elemento "fantastico" (l'elevato livello raggiunto dalla tecnologia spaziale in relativamente pochi anni) rimane un'opera fortemente "scientifica": nessuna legge della Fisica è stata maltrattata da questo anime. Tutto è verosimile e realistico, a partire dalle velocità orbitali dei detriti fino alle eventuali malattie in cui possono incorrere gli astronauti.
A questo pregio, va aggiunta la profonda caratterizzazione psicologica dei personaggi. A parte qualche squinternato volutamente esagerato, la resa umana dei personaggi è realistica e ben diversificata. Determinati, ingenui, meschini, coraggiosi, sofferenti, c'è posto per tutti. Ciò permette anche di affrontare tematiche complesse senza divenire banali o stucchevoli. Lo spazio è crudele, ma ancora più crudele è la natura umana, con i suoi mille difetti e i suoi mille problemi. Capiterà così che dei semplici raccogli-detriti si trovino per le mani situazioni più grosse di loro e che vengano coinvolti in strategie aziendali dalla dubbia moralità e insidiosi intrighi tra stati. La povertà non è assente in Planetes anzi, ad un certo punto diventerà fondamentale nella trama. E a proposito di quest'ultima, Planetes è una serie con episodi tendenzialmente autoconclusivi (a parte le ultime puntate) ma ha la particolarità di inserire pian piano tramite di essi nuovi elementi e personaggi, che in futuro diventeranno particolarmente importanti. Tuttavia alcune di esse non sono particolarmente coinvolgenti e questo spezza un po' il ritmo della serie.
Dal punto di vista tecnico, l'anime è di ottima fattura. Il design è moderno e la computer graphic è bene integrata. Anche il doppiaggio italiano è buono, così come tutto il comparto sonoro.
Consiglio Planetes a tutti gli appassionati di spazio, soprattutto a coloro che sono alla ricerca di qualcosa di realistico, ma l'anime potrebbe piacere anche agli amanti dell'introspezione o degli intrighi.
Basterebbe anche solo questo dettaglio per permettermi di considerare questo anime superiore a molte delle altre opere di tipo spaziale, ma fortunatamente Planetes non è solo questo. Perchè aldilà dell'elemento "fantastico" (l'elevato livello raggiunto dalla tecnologia spaziale in relativamente pochi anni) rimane un'opera fortemente "scientifica": nessuna legge della Fisica è stata maltrattata da questo anime. Tutto è verosimile e realistico, a partire dalle velocità orbitali dei detriti fino alle eventuali malattie in cui possono incorrere gli astronauti.
A questo pregio, va aggiunta la profonda caratterizzazione psicologica dei personaggi. A parte qualche squinternato volutamente esagerato, la resa umana dei personaggi è realistica e ben diversificata. Determinati, ingenui, meschini, coraggiosi, sofferenti, c'è posto per tutti. Ciò permette anche di affrontare tematiche complesse senza divenire banali o stucchevoli. Lo spazio è crudele, ma ancora più crudele è la natura umana, con i suoi mille difetti e i suoi mille problemi. Capiterà così che dei semplici raccogli-detriti si trovino per le mani situazioni più grosse di loro e che vengano coinvolti in strategie aziendali dalla dubbia moralità e insidiosi intrighi tra stati. La povertà non è assente in Planetes anzi, ad un certo punto diventerà fondamentale nella trama. E a proposito di quest'ultima, Planetes è una serie con episodi tendenzialmente autoconclusivi (a parte le ultime puntate) ma ha la particolarità di inserire pian piano tramite di essi nuovi elementi e personaggi, che in futuro diventeranno particolarmente importanti. Tuttavia alcune di esse non sono particolarmente coinvolgenti e questo spezza un po' il ritmo della serie.
Dal punto di vista tecnico, l'anime è di ottima fattura. Il design è moderno e la computer graphic è bene integrata. Anche il doppiaggio italiano è buono, così come tutto il comparto sonoro.
Consiglio Planetes a tutti gli appassionati di spazio, soprattutto a coloro che sono alla ricerca di qualcosa di realistico, ma l'anime potrebbe piacere anche agli amanti dell'introspezione o degli intrighi.
Ho iniziato la visione di quest'anime piuttosto scettico e con uguale scetticismo avevo preso le roboanti recensioni rinvenibili su internet.
Difatti siamo di fronte ad un anime atipico, dove la trama non violenta lo spettatore nel tentativo di farlo suo.
Ambientato nel reparto di recupero detriti in orbita della solita multinazionale con pochi, o perlomeno "strani", scrupoli, ci si aspetterebbe fin dal primo episodio di vedersi sfilar davanti agli occhi tecnologie futuristiche e fantascientifiche al limite del tamarro, miriadi di situazioni eccessive e rischiose: e invece niente.
Perché Planetes è un anime che ti entra dentro lentamente e profondamente, che episodio dopo episodio dipana con delicatezza la trama ed i caratteri dei suoi protagonisti, riuscendo a radicarsi in maniera ben più strenua di quanto la visione di una singola puntata lascerebbe supporre.
È la sensazione di normalità che stride apparentemente con l'eccezzionalitá della scenografia, sopratutto per chi è abituato all'anime classico, rivelando, man mano che ci si addentra in quel mondo alieno, un realismo (nei limiti del possibile) reso ancor più evidente dal fatto che la "fantascientificitá" della situazione non è protagonista: é l'elemento sociale, lo studio delle interazioni tra persone, sia su piccola che grande scala, a farla da padrone, con lo spazio asservito a sottolinearne, simbolicamente o materialmente ai fini della trama, le varie sfaccettature.
Anime da guardare e non da vedere.
Difatti siamo di fronte ad un anime atipico, dove la trama non violenta lo spettatore nel tentativo di farlo suo.
Ambientato nel reparto di recupero detriti in orbita della solita multinazionale con pochi, o perlomeno "strani", scrupoli, ci si aspetterebbe fin dal primo episodio di vedersi sfilar davanti agli occhi tecnologie futuristiche e fantascientifiche al limite del tamarro, miriadi di situazioni eccessive e rischiose: e invece niente.
Perché Planetes è un anime che ti entra dentro lentamente e profondamente, che episodio dopo episodio dipana con delicatezza la trama ed i caratteri dei suoi protagonisti, riuscendo a radicarsi in maniera ben più strenua di quanto la visione di una singola puntata lascerebbe supporre.
È la sensazione di normalità che stride apparentemente con l'eccezzionalitá della scenografia, sopratutto per chi è abituato all'anime classico, rivelando, man mano che ci si addentra in quel mondo alieno, un realismo (nei limiti del possibile) reso ancor più evidente dal fatto che la "fantascientificitá" della situazione non è protagonista: é l'elemento sociale, lo studio delle interazioni tra persone, sia su piccola che grande scala, a farla da padrone, con lo spazio asservito a sottolinearne, simbolicamente o materialmente ai fini della trama, le varie sfaccettature.
Anime da guardare e non da vedere.
Sono stato attratto fin da subito da Planetes. Una storia originale, che mi ha spinto a guardare tutta la serie animata. Posso dire per certo che questa è una perla rara, un anime quasi unico, che racconta la vita quotidiana di alcune persone che fanno i raccogli detriti come professione, ma andrà anche a comprendere altri personaggi secondari. Ogni singolo personaggio è caratterizzato estremamente bene, ognuno con i suoi obbiettivi, i suoi sogni, i suoi modi di pensare, e a volte, anche i suoi lati oscuri. Grandi riflessioni scaturiranno da questi episodi, i personaggi si faranno tante domande, mediteranno su determinate cose che riguardano l'universo, ma anche la semplice vita quotidiana con le sue difficoltà. Le vite di questi personaggi sono tutte collegate tra di loro, e l'universo fa da magnifico sfondo a queste vicende, narrate in modo naturale e mai banale. La realtà rappresentata in Planetes è molto più veritiera di quanto si potrebbe immaginare, un futuro molto realistico e chissà, magari non così lontano. Un futuro in cui gli umani sono partiti anche alla conquista dello spazio, con tutti i pro e i contro del caso. Una menzione speciale va ad alcune ost che mi hanno colpito, come quelle cantate da Hitomi Kuroishi, che ben si sposano con la regia e con determinate scene molto suggestive. Quindi, consiglio quest'anime a chi cerca qualcosa di diverso dal solito, che faccia anche riflettere sul futuro degli uomini e sull'universo.
"Planetes" fu uno dei primi anime che vidi in assoluto. Sono quasi 10 anni che ormai sono appassionato di questo mondo e con un po' di nostalgia mi accingo a recensire quello che io ritengo, senza ombra di dubbio, lo slice of life fantascientifico per eccellenza. Uno dei generi che io adoro è proprio quello futuristico con tantissimi richiami alla scienza, ma qui assistiamo a qualcosa di imprevisto: siamo catapultati in un mondo che potrebbe veramente essere il nostro. Proprio per questo non si può che adorare l'opera in questione. Inoltre i Dvd originali sono recuperabili ad un prezzo bassissimo e quindi accessibili a tutti. Vi consiglio di acquistare questa stupenda serie che merita molto.
La trama, come qualsiasi slice of life, è semplice. Siamo nel 2075. L'uomo ha già conquistato lo spazio e i viaggi Marte-Luna-Terra sono all'ordine del giorno con migliaia di navicelle che hanno sostituito i vecchi razzi. Il nostro protagonista Hachimaki lavora in un gruppo di raccoglitori di detriti spaziali della Sezione Space Debris. Infatti, se da una parte la colonizzazione dello spazio si è avverata dall'altra una nuova minaccia si manifesta: l'inquinamento da detriti vaganti è alto e per evitare che molti di questi possano causare problemi alle navicelle ci sono questi gruppi di persone definite proprio gli "spazzini" dello spazio. Questa invasione dell'uomo oltre i confini della Terra però non è visto di buon occhio da molti gruppi ambientalisti che cercheranno in tutti i modi di eliminare le possibilità di futuri viaggi oltre l'atmosfera terrestre.
La prima cosa che va analizzata è il realismo che c'è alla base di questo anime. Tutto è studiato nel dettaglio. Non vengono infrante mai leggi fisiche e le citazioni a livello scientifico sono davvero tante. Ma il realismo non si limita a quello prettamente pratico ma anche a quello dei personaggi. Vedremo un chara per nulla banale e molto complesso che non presenterà per nulla i segni caratteristici di un anime. In "Planetes" i nostri personaggi avranno una personalità propria degna di reali esseri umani che amano, soffrono, si annoiano ma soprattutto si evolvono. Questa rimane una delle caratteristiche più interessanti della serie, la maturità che Hachimaki va acquisendo è frutto delle mille esperienze che avrà. Non dobbiamo stupirci che nel giro di 5 anni - periodo in cui si svolgono le vicende dell'anime in questione - i personaggi diranno cose che non ci saremmo mai aspettati, il bello sta proprio in questo.
Altro elemento da sottolineare sono le vicende. Generalmente uno slice of life risulta noioso e con un ritmo lento perché si assiste a roba banale. In "Planetes" l'infinito numero di problemi e questioni che si vengono a creare permettono di avere un ritmo abbastanza decente e l'attenzione dello spettatore non scenderà mai e si cercheranno di fagocitare episodi su episodi per l'incredibile curiosità che viene suscitata.
Ma oltre a questo, la tematica filosofica concentrata in questi 26 episodi è davvero intrigante. "Planetes" ha come fondamento i sogni dell'uomo. Tutto ruota intorno a questo tema. Hachimaki ha come sogno di possedere una nave spaziale per poter viaggiare libero nello spazio, proprio questo ci porta alla seconda tematica: la curiosità. L'uomo è curioso, vuole conoscere ciò che per molto tempo gli è stato impossibile capire e proprio per questo si spinge ai limiti delle sue possibilità. Questa serie è un viaggio tra mondi sconosciuti e nella profondità dei personaggi. Come è oscura la via che ci porta a nuovi mondi così è oscura la discesa dentro se stessi. Ognuno di questi percorsi ci porterà a qualcosa di sconosciuto ma che sicuramente ci cambierà.
A livello tecnico non ho nulla da dire. Animazioni ottime sono accompagnate da una regia incisiva. Ma da sottolineare sono i paesaggi. Essendo nello spazio certe scene risulta alla vista magnifiche. Le atmosfere sono qualcosa di estremamente rilassante. Il tutto seguito da una superba colonna sonora. Insomma, se si cerca un capolavoro sotto tutti i punti di vista si deve cercare "Planetes"
La trama, come qualsiasi slice of life, è semplice. Siamo nel 2075. L'uomo ha già conquistato lo spazio e i viaggi Marte-Luna-Terra sono all'ordine del giorno con migliaia di navicelle che hanno sostituito i vecchi razzi. Il nostro protagonista Hachimaki lavora in un gruppo di raccoglitori di detriti spaziali della Sezione Space Debris. Infatti, se da una parte la colonizzazione dello spazio si è avverata dall'altra una nuova minaccia si manifesta: l'inquinamento da detriti vaganti è alto e per evitare che molti di questi possano causare problemi alle navicelle ci sono questi gruppi di persone definite proprio gli "spazzini" dello spazio. Questa invasione dell'uomo oltre i confini della Terra però non è visto di buon occhio da molti gruppi ambientalisti che cercheranno in tutti i modi di eliminare le possibilità di futuri viaggi oltre l'atmosfera terrestre.
La prima cosa che va analizzata è il realismo che c'è alla base di questo anime. Tutto è studiato nel dettaglio. Non vengono infrante mai leggi fisiche e le citazioni a livello scientifico sono davvero tante. Ma il realismo non si limita a quello prettamente pratico ma anche a quello dei personaggi. Vedremo un chara per nulla banale e molto complesso che non presenterà per nulla i segni caratteristici di un anime. In "Planetes" i nostri personaggi avranno una personalità propria degna di reali esseri umani che amano, soffrono, si annoiano ma soprattutto si evolvono. Questa rimane una delle caratteristiche più interessanti della serie, la maturità che Hachimaki va acquisendo è frutto delle mille esperienze che avrà. Non dobbiamo stupirci che nel giro di 5 anni - periodo in cui si svolgono le vicende dell'anime in questione - i personaggi diranno cose che non ci saremmo mai aspettati, il bello sta proprio in questo.
Altro elemento da sottolineare sono le vicende. Generalmente uno slice of life risulta noioso e con un ritmo lento perché si assiste a roba banale. In "Planetes" l'infinito numero di problemi e questioni che si vengono a creare permettono di avere un ritmo abbastanza decente e l'attenzione dello spettatore non scenderà mai e si cercheranno di fagocitare episodi su episodi per l'incredibile curiosità che viene suscitata.
Ma oltre a questo, la tematica filosofica concentrata in questi 26 episodi è davvero intrigante. "Planetes" ha come fondamento i sogni dell'uomo. Tutto ruota intorno a questo tema. Hachimaki ha come sogno di possedere una nave spaziale per poter viaggiare libero nello spazio, proprio questo ci porta alla seconda tematica: la curiosità. L'uomo è curioso, vuole conoscere ciò che per molto tempo gli è stato impossibile capire e proprio per questo si spinge ai limiti delle sue possibilità. Questa serie è un viaggio tra mondi sconosciuti e nella profondità dei personaggi. Come è oscura la via che ci porta a nuovi mondi così è oscura la discesa dentro se stessi. Ognuno di questi percorsi ci porterà a qualcosa di sconosciuto ma che sicuramente ci cambierà.
A livello tecnico non ho nulla da dire. Animazioni ottime sono accompagnate da una regia incisiva. Ma da sottolineare sono i paesaggi. Essendo nello spazio certe scene risulta alla vista magnifiche. Le atmosfere sono qualcosa di estremamente rilassante. Il tutto seguito da una superba colonna sonora. Insomma, se si cerca un capolavoro sotto tutti i punti di vista si deve cercare "Planetes"
PlanetEs da un punto di vista prettamente tecnico è un capolavoro: personaggi con dei tratti molto realistici e ben differenziati per etnie e culture, musiche perfette e sceneggiatura ineccepibile; inoltre il carattere futuristico è trattato in modo assai maniacale, la meccanica e la "scienza" pura e autentica sono tangibili e ammirabili anche da un punto di vista prettamente ingegneristico. L'utilizzo di scene computerizzate è perfetto, niente di eccessivo che potrebbe disturbare lo spettatore; i disegni e gli elementi computerizzati si amalgamano perfettamente.
La trama inizialmente mi aveva un po' scoraggiata; aspettavo che da un momento all'altro il carattere "fanta"-scienza venisse fuori e invece no, per nulla. Lo definirei molto più un anime "Futuristico" e "Scientifico" che fantascientifico.
La trama è molto scorrevole e semplice ma al suo interno troviamo una moltitudine di personaggi, storie e realtà. La profondità psicologica dei personaggi rende questo anime talmente realistico e coinvolgente che porta lo spettatore ad immedesimarsi, piangere e gioire con loro e per loro.
La storia dall'inizio alla fine affronta tematiche e problematiche più attuali che mai con una razionalità che lascia lo spettatore di stucco e nel contempo l'autore ha la capacità di cogliere i momenti migliori per sdrammatizzare e far sorridere.
L'anime inizialmente è incentrato su un unico personaggio ma, in poco tempo, la trama inizia a svilupparsi, mettendo in evidenzia quelle che sono le caratteristiche peculiari e innovative di questo anime: ogni personaggio ha uno spessore realistico, ognuno ha un suo modo di vivere, delle esperienze pregresse e un suo pensiero. Le personalità dei personaggi chiave raffigurano la molteplicità della società di oggi senza però ricadere sui soliti stereotipi ormai trattati più volte in altri anime.
Anche se in certi punti può sembrare noioso o ripetitivo in realtà accompagna lo spettatore a riflessioni su tematiche raramente trattate e affrontate.
Oltre ad un carattere fortemente introspettivo possiamo riconoscere che PlanetEs è un ottimo prodotto perché non forza alcuna emozione, non vi sono eventi eclatanti e sconvolgenti per lo spettatore, bensì è tutto molto realistico e accettabile agli occhi di chiunque. Non vi sono personaggi che da incapaci diventano i migliori né tanto meno avvengono eventi implausibili e non compaiono neanche quei perfetti happy end che danno un tocco illusorio alla fine di un periodo difficile. Per cambiare, per evolversi la trama e i personaggi stessi dovranno superare molti ostacoli e vicissitudini.
Da qualsiasi punto di vista si guardi, questo anime è un opera d'arte. Lo consiglio non solo per quel che racconta ma per quel che rappresenta.
La trama inizialmente mi aveva un po' scoraggiata; aspettavo che da un momento all'altro il carattere "fanta"-scienza venisse fuori e invece no, per nulla. Lo definirei molto più un anime "Futuristico" e "Scientifico" che fantascientifico.
La trama è molto scorrevole e semplice ma al suo interno troviamo una moltitudine di personaggi, storie e realtà. La profondità psicologica dei personaggi rende questo anime talmente realistico e coinvolgente che porta lo spettatore ad immedesimarsi, piangere e gioire con loro e per loro.
La storia dall'inizio alla fine affronta tematiche e problematiche più attuali che mai con una razionalità che lascia lo spettatore di stucco e nel contempo l'autore ha la capacità di cogliere i momenti migliori per sdrammatizzare e far sorridere.
L'anime inizialmente è incentrato su un unico personaggio ma, in poco tempo, la trama inizia a svilupparsi, mettendo in evidenzia quelle che sono le caratteristiche peculiari e innovative di questo anime: ogni personaggio ha uno spessore realistico, ognuno ha un suo modo di vivere, delle esperienze pregresse e un suo pensiero. Le personalità dei personaggi chiave raffigurano la molteplicità della società di oggi senza però ricadere sui soliti stereotipi ormai trattati più volte in altri anime.
Anche se in certi punti può sembrare noioso o ripetitivo in realtà accompagna lo spettatore a riflessioni su tematiche raramente trattate e affrontate.
Oltre ad un carattere fortemente introspettivo possiamo riconoscere che PlanetEs è un ottimo prodotto perché non forza alcuna emozione, non vi sono eventi eclatanti e sconvolgenti per lo spettatore, bensì è tutto molto realistico e accettabile agli occhi di chiunque. Non vi sono personaggi che da incapaci diventano i migliori né tanto meno avvengono eventi implausibili e non compaiono neanche quei perfetti happy end che danno un tocco illusorio alla fine di un periodo difficile. Per cambiare, per evolversi la trama e i personaggi stessi dovranno superare molti ostacoli e vicissitudini.
Da qualsiasi punto di vista si guardi, questo anime è un opera d'arte. Lo consiglio non solo per quel che racconta ma per quel che rappresenta.
Quando lessi l'orda di recensioni super favorevoli relative a quest'opera rimasi un po' perplesso. Dalle immagini della scheda non mi sembrava tutto questo granché, e nemmeno dalla scheda introduttiva (una sorta di "vita quotidiana nello spazio"), mi sembrava un genere particolarmente avvincente o affine ai miei gusti. Poi però, guardando il primo episodio, ed in particolare la sua ultima parte, mi sono reso conto della grandezza di quest'opera, nonostante una grafica antitetica ai miei gusti e ad un genere che mai avrei preso in considerazione.
Planetes è una serie di 26 episodi dell'autunno 2003 derivata dall'omonimo manga del 2001. Sia il manga che l'anime hanno ricevuto l'adattamento italiano.
Trama: spazio, anno 2075. L'umanità ha compiuto progressi tali da poter vivere nello spazio all'interno di gigantesche stazioni spaziali e poter vivere all'interno di basi lunari. Un'azienda, la Tenchnora Corporation, possiede una sezione detriti (ironicamente chiamata "mezza sezione") che si occupa del compito di rimuovere i pericolosi detriti artificiali che potrebbero causare danni irreparabili alle astronavi o ai satelliti in orbita. La sezione detriti esce ogni giorno nello spazio con una vecchia astronave e costantemente, umilmente, svolge il proprio lavoro, ripulendo lo spazio dai resti di antichi satelliti distrutti e qualsiasi altro detrito causato dall'uomo. La storia vede come protagonisti i membri della mezza sezione e la loro serie di avventure sullo spazio e sulla terra. Tutto questo è una base introduttiva che mostrerà sviluppi della trama a dir poco imprevedibili.
Grafica: francamente da un kolossal come Planetes mi sarei aspettato molto di più, anche contando il periodo di trasmissione ed i relativi limiti tecnologici dell'epoca. Le ambientazioni spesso sono spettacolari ed evocative, è presente una discreta dose di dettaglio, le animazioni non sono male. Il character design mi piace poco, sebbene sia piuttosto fedele al manga (dunque punti al realismo), ciononostante mi sembra piatto e scarno.
Sonoro: giudizio positivo riguardo al comparto audio. L'opening è piuttosto bello, l'ending appare decisamente più allegrotto. Le OST sono incredibilmente belle, così come gli effetti sonori. Menzione particolare all'adattamento italiano, le voci dei personaggi sono ottime e rendono molto bene la caratterizzazione dei personaggi, tuttavia ho riscontrato un abbondante riciclaggio di voci. Ho potuto riconoscere la stessa voce in almeno 7 personaggi differenti, e questo penalizza la valutazione finale.
Personaggi: di contro si può affermare che tutti i personaggi siano realizzati bene sotto i più vari ambiti. La loro caratterizzazione è ottima e approfondita. Tutti i personaggi hanno un passato molto interessante, aspirazioni per il futuro e spesso una buona dose di scheletri nel proprio passato. La loro evoluzione non manca, così come la loro interazione è ottima.
Sceneggiatura: Planetes si articola tra il pianeta terra e lo spazio. La gestione temporale pertanto si adatta al luogo in cui si trova. Il ritmo è variabile, più rapido per le scene d'azione, più lento nella parte introspettiva. Sono presenti i flashback sugli eventi passati e sul passato dei protagonisti, così come sono presenti degli episodi che spezzano il ritmo della storia con scene più o meno umoristiche. Tutto è comunque focalizzato sulla serietà e sull'ambizione personale. I dialoghi spesso sono ottimi per profondità e coerenza. È assente il fanservice, mentre sono presenti molte scene sulla malattia e la morte.
Finale: ottimo per completezza e profondità. Un finale degno di una grande serie. Tutto si riesce a compiere, venendo a giusti compromessi con la realtà delle cose. Un ottimo lavoro.
In sintesi: Planetes merita abbondantemente la sua fama. È un anime capace di convincere anche i più scettici, con una trama solida che sa catturare ed incollare lo spettatore allo schermo. È tuttavia un'opera leggermente carente sul comparto tecnico, pertanto l'obiettività m'impone di assegnargli un 8 complessivo. Consigliata a tutti gli amanti di serie spaziali e ai grandi cultori dell'animazione giapponese.
Planetes è una serie di 26 episodi dell'autunno 2003 derivata dall'omonimo manga del 2001. Sia il manga che l'anime hanno ricevuto l'adattamento italiano.
Trama: spazio, anno 2075. L'umanità ha compiuto progressi tali da poter vivere nello spazio all'interno di gigantesche stazioni spaziali e poter vivere all'interno di basi lunari. Un'azienda, la Tenchnora Corporation, possiede una sezione detriti (ironicamente chiamata "mezza sezione") che si occupa del compito di rimuovere i pericolosi detriti artificiali che potrebbero causare danni irreparabili alle astronavi o ai satelliti in orbita. La sezione detriti esce ogni giorno nello spazio con una vecchia astronave e costantemente, umilmente, svolge il proprio lavoro, ripulendo lo spazio dai resti di antichi satelliti distrutti e qualsiasi altro detrito causato dall'uomo. La storia vede come protagonisti i membri della mezza sezione e la loro serie di avventure sullo spazio e sulla terra. Tutto questo è una base introduttiva che mostrerà sviluppi della trama a dir poco imprevedibili.
Grafica: francamente da un kolossal come Planetes mi sarei aspettato molto di più, anche contando il periodo di trasmissione ed i relativi limiti tecnologici dell'epoca. Le ambientazioni spesso sono spettacolari ed evocative, è presente una discreta dose di dettaglio, le animazioni non sono male. Il character design mi piace poco, sebbene sia piuttosto fedele al manga (dunque punti al realismo), ciononostante mi sembra piatto e scarno.
Sonoro: giudizio positivo riguardo al comparto audio. L'opening è piuttosto bello, l'ending appare decisamente più allegrotto. Le OST sono incredibilmente belle, così come gli effetti sonori. Menzione particolare all'adattamento italiano, le voci dei personaggi sono ottime e rendono molto bene la caratterizzazione dei personaggi, tuttavia ho riscontrato un abbondante riciclaggio di voci. Ho potuto riconoscere la stessa voce in almeno 7 personaggi differenti, e questo penalizza la valutazione finale.
Personaggi: di contro si può affermare che tutti i personaggi siano realizzati bene sotto i più vari ambiti. La loro caratterizzazione è ottima e approfondita. Tutti i personaggi hanno un passato molto interessante, aspirazioni per il futuro e spesso una buona dose di scheletri nel proprio passato. La loro evoluzione non manca, così come la loro interazione è ottima.
Sceneggiatura: Planetes si articola tra il pianeta terra e lo spazio. La gestione temporale pertanto si adatta al luogo in cui si trova. Il ritmo è variabile, più rapido per le scene d'azione, più lento nella parte introspettiva. Sono presenti i flashback sugli eventi passati e sul passato dei protagonisti, così come sono presenti degli episodi che spezzano il ritmo della storia con scene più o meno umoristiche. Tutto è comunque focalizzato sulla serietà e sull'ambizione personale. I dialoghi spesso sono ottimi per profondità e coerenza. È assente il fanservice, mentre sono presenti molte scene sulla malattia e la morte.
Finale: ottimo per completezza e profondità. Un finale degno di una grande serie. Tutto si riesce a compiere, venendo a giusti compromessi con la realtà delle cose. Un ottimo lavoro.
In sintesi: Planetes merita abbondantemente la sua fama. È un anime capace di convincere anche i più scettici, con una trama solida che sa catturare ed incollare lo spettatore allo schermo. È tuttavia un'opera leggermente carente sul comparto tecnico, pertanto l'obiettività m'impone di assegnargli un 8 complessivo. Consigliata a tutti gli amanti di serie spaziali e ai grandi cultori dell'animazione giapponese.
Anche se non sono attratta dalla fantascienza, ho seguito questo anime fino alla fine e ne ho avuto opinioni variabili, man mano che procedeva la storia, dunque non è stato facile per me formulare un giudizio globale.
La storia mi è parsa carina ed originale: non la solita guerra di robottoni contro fantasiosi e spaventosi alieni, ma uno spaccato di vita di un gruppo di lavoratori del futuro, una squadra di "spazzini spaziali", i membri della sezione detriti, nel corso delle loro difficoltà quotidiane, le sfide professionali, il loro ruolo nella società, i rapporti con i membri di sezioni ritenute più prestigiose e con i superiori, la difficoltà nel conciliare il lavoro con gli affetti e gli amici... Niente particolari effetti speciali, niente trasformazioni e/o spettacolari armi finali destinate a restare nella storia della TV, ma comunque una storia gradevole.
Abbastanza bello anche il character design (anche se non è il mio stile preferito), piacevoli le musiche, carine le sigle.
La struttura era inizialmente ad episodi autoconclusivi, perciò alcuni mi sono parsi migliori di altri, con alcuni personaggi simpatici ed altri no, insomma niente infamia né lode. Ad un certo punto però la strutturazione della storia è cambiata: un evento particolare della vita di Hachimaki, il protagonista maschile, segna l'inizio di un ciclo di puntate più incentrate su di lui, che tendono ad essere maggiormente correlate fra loro e necessitano di essere guardate in successione per una migliore comprensione degli eventi. Niente di male in questo, anzi, io preferisco la struttura a puntate a quella ad episodi autoconclusivi. Se non fosse per il fatto che tale svolta nella storia e nella sua strutturazione hanno anche comportato, a mio avviso senza valide scelte di sceneggiatura precedenti che plausibilmente potessero spiegare ciò, una radicale trasformazione della personalità di tale protagonista, che, da quello sfigato combattivo e simpatico qual era, si è trasformato magicamente (almeno io ho sentito l'istinto di riempirlo di botte ad ogni puntata, poi non so cosa ne pensino gli altri) nell'emblema dell'egocentrismo e del maschilismo in ambito fantascientifico! Fortunatamente tale inspiegabile e pessimo sconvolgimento della personalità si è verificato solo per lui, non per la protagonista femminile Tanabe (e nemmeno per gli altri), la cui caratterizzazione psicologica mi è parsa stabilmente buona fino alla fine, ma da sola è bastata a darmi grosse perplessità. Si può sconvolgere a tal punto la personalità di un personaggio, e di un personaggio chiave, per giunta, in maniera così assurda ed inspiegabile, anche se parliamo di un comune essere umano? Tuttavia tale catena di eventi è stata anche arricchita finalmente da un pizzico d'azione nella storia. La tranquillità dello spazio è stata messa in pericolo da personaggi che si sono rivelati terroristi, ed in queste puntate correlate fra loro fanno capolino anche momenti di paura... Finalmente? Finalmente no, perché purtroppo l'autore pare aver quasi subito perso il coraggio di continuare su tale linea. Insomma, dopo alti e bassi, quando finalmente si pregustava il gran finale col botto, tutto si è risolto in un tutto fumo e niente arrosto. Complesse questioni risolte frettolosamente (anzi, io direi irrisolte), improbabili ed inaspettati cambi di scena, possibilità di vero riscatto che poi non si concretizzano, buonismo estremo, facili ed assurde giustificazioni per chi evidentemente piace di più all'autore, gente messa troppo facilmente su un piedistallo che a mio avviso non meritava, gente più meritevole relegata a situazioni di secondo piano, destinate al fallimento o a divenire "porto sicuro per perfettini raccomandati" (dai miei commenti specifici per puntata capirete a cosa mi riferisco).
E' vero, certe brutte situazioni riscontrate in "Planetes" rientrano nelle realtà amare che ci si ritrova ad affrontare nella vita (il facile trionfo dei perfettini figli di papà in primis), ma non so, credo che ci si poteva arrivare in modo migliore, più plausibile.
Come dire, le premesse per un prodotto valido c'erano, ma secondo me non sono state sfruttate. Incapacità? Mancanza di coraggio? Stanchezza, noia? Non riesco a comprenderlo, so solo che il finale mi ha lasciata con l'amaro in bocca, un senso di rimpianto, di perplessità.
Perciò non posso dare nemmeno la sufficienza a questa delusione colossale. Mi spiace molto, perché ho visto molte valutazioni entusiastiche, ma io non riesco proprio a condividerle: il mio voto finale è 5.
La storia mi è parsa carina ed originale: non la solita guerra di robottoni contro fantasiosi e spaventosi alieni, ma uno spaccato di vita di un gruppo di lavoratori del futuro, una squadra di "spazzini spaziali", i membri della sezione detriti, nel corso delle loro difficoltà quotidiane, le sfide professionali, il loro ruolo nella società, i rapporti con i membri di sezioni ritenute più prestigiose e con i superiori, la difficoltà nel conciliare il lavoro con gli affetti e gli amici... Niente particolari effetti speciali, niente trasformazioni e/o spettacolari armi finali destinate a restare nella storia della TV, ma comunque una storia gradevole.
Abbastanza bello anche il character design (anche se non è il mio stile preferito), piacevoli le musiche, carine le sigle.
La struttura era inizialmente ad episodi autoconclusivi, perciò alcuni mi sono parsi migliori di altri, con alcuni personaggi simpatici ed altri no, insomma niente infamia né lode. Ad un certo punto però la strutturazione della storia è cambiata: un evento particolare della vita di Hachimaki, il protagonista maschile, segna l'inizio di un ciclo di puntate più incentrate su di lui, che tendono ad essere maggiormente correlate fra loro e necessitano di essere guardate in successione per una migliore comprensione degli eventi. Niente di male in questo, anzi, io preferisco la struttura a puntate a quella ad episodi autoconclusivi. Se non fosse per il fatto che tale svolta nella storia e nella sua strutturazione hanno anche comportato, a mio avviso senza valide scelte di sceneggiatura precedenti che plausibilmente potessero spiegare ciò, una radicale trasformazione della personalità di tale protagonista, che, da quello sfigato combattivo e simpatico qual era, si è trasformato magicamente (almeno io ho sentito l'istinto di riempirlo di botte ad ogni puntata, poi non so cosa ne pensino gli altri) nell'emblema dell'egocentrismo e del maschilismo in ambito fantascientifico! Fortunatamente tale inspiegabile e pessimo sconvolgimento della personalità si è verificato solo per lui, non per la protagonista femminile Tanabe (e nemmeno per gli altri), la cui caratterizzazione psicologica mi è parsa stabilmente buona fino alla fine, ma da sola è bastata a darmi grosse perplessità. Si può sconvolgere a tal punto la personalità di un personaggio, e di un personaggio chiave, per giunta, in maniera così assurda ed inspiegabile, anche se parliamo di un comune essere umano? Tuttavia tale catena di eventi è stata anche arricchita finalmente da un pizzico d'azione nella storia. La tranquillità dello spazio è stata messa in pericolo da personaggi che si sono rivelati terroristi, ed in queste puntate correlate fra loro fanno capolino anche momenti di paura... Finalmente? Finalmente no, perché purtroppo l'autore pare aver quasi subito perso il coraggio di continuare su tale linea. Insomma, dopo alti e bassi, quando finalmente si pregustava il gran finale col botto, tutto si è risolto in un tutto fumo e niente arrosto. Complesse questioni risolte frettolosamente (anzi, io direi irrisolte), improbabili ed inaspettati cambi di scena, possibilità di vero riscatto che poi non si concretizzano, buonismo estremo, facili ed assurde giustificazioni per chi evidentemente piace di più all'autore, gente messa troppo facilmente su un piedistallo che a mio avviso non meritava, gente più meritevole relegata a situazioni di secondo piano, destinate al fallimento o a divenire "porto sicuro per perfettini raccomandati" (dai miei commenti specifici per puntata capirete a cosa mi riferisco).
E' vero, certe brutte situazioni riscontrate in "Planetes" rientrano nelle realtà amare che ci si ritrova ad affrontare nella vita (il facile trionfo dei perfettini figli di papà in primis), ma non so, credo che ci si poteva arrivare in modo migliore, più plausibile.
Come dire, le premesse per un prodotto valido c'erano, ma secondo me non sono state sfruttate. Incapacità? Mancanza di coraggio? Stanchezza, noia? Non riesco a comprenderlo, so solo che il finale mi ha lasciata con l'amaro in bocca, un senso di rimpianto, di perplessità.
Perciò non posso dare nemmeno la sufficienza a questa delusione colossale. Mi spiace molto, perché ho visto molte valutazioni entusiastiche, ma io non riesco proprio a condividerle: il mio voto finale è 5.
Quando vidi Planetes tra gli anime preferiti dagli utenti di AnimeClick ne fui incuriosito, soprattutto per il fatto che la trama mi dava l'idea di una serie lenta e noiosa. Decisi perciò di guardarlo, e non rimasi per niente deluso.
La trama è piuttosto semplice. Essa si incentra sulle vicende quotidiane di una "sezione detriti", il cui compito è quello di raccogliere e smaltire i rifiuti spaziali, ormai in continuo aumento. Si ha quindi un susseguirsi di episodi autoconclusivi, durante i quali la nostra squadra si troverà ad affrontare diverse situazioni. Ogni episodio ha una trama valida, che fa riflettere lo spettatore sulla vita di tutti i giorni, dai litigi tra colleghi alle delusioni d'amore. Verso il finale, che è articolato in più episodi, si trattano temi più consistenti come l'enorme differenza tra i paesi detti del primo mondo e quelli in via di sviluppo. Si può quasi dire che si abbia un climax ascendente: episodio dopo episodio i protagonisti vengono caratterizzati al meglio, anche tramite flashback, e aumenta la nostra consapevolezza del motivo per cui agiscono in un determinato modo; da piccole riflessioni sulla vita quotidiana si arriva a quesiti senza risposta; ciò che all'inizio sembrava un insieme di episodi autoconclusivi casuali costituisce invece un percorso di formazione che i protagonisti hanno affrontato.
I personaggi, come già è stato accennato, sono ben caratterizzati, in particolare i due protagonisti Hachimaki e Tanabe. Il primo appare all'inizio come un ragazzo sognatore e spensierato ma si rivela poi essere tormentato da rimorsi e ripensamenti. La seconda è ossessionata dall'ideale di amore. Tanabe crede che nulla sia più importante di amare ed essere amati, ed è inoltre convinta che l'amore sia la risposta a tutti i problemi dell'umanità. Durante la serie la si vedrà spesso agire in nome di questo suo ideale.
Per quanto concerne il comparto tecnico, Planetes non ha strabilianti effetti speciali ma sono adatti al realismo, peculiarità dell'intera serie. La colonna sonora è ottima.
Per concludere, il mio voto finale rimane 9 per alcune imperfezioni, in particolare: come è normale in una serie composta da episodi autoconclusivi, non tutti sono validi e alcuni sono noiosi a tratti. Poi, per certi versi il carattere di Tanabe è stereotipato. Il suo comportamento si ripete nella maggior parte degli episodi e risulta, a volte, fastidioso.
Comunque, consiglio vivamente Planetes a tutti.
La trama è piuttosto semplice. Essa si incentra sulle vicende quotidiane di una "sezione detriti", il cui compito è quello di raccogliere e smaltire i rifiuti spaziali, ormai in continuo aumento. Si ha quindi un susseguirsi di episodi autoconclusivi, durante i quali la nostra squadra si troverà ad affrontare diverse situazioni. Ogni episodio ha una trama valida, che fa riflettere lo spettatore sulla vita di tutti i giorni, dai litigi tra colleghi alle delusioni d'amore. Verso il finale, che è articolato in più episodi, si trattano temi più consistenti come l'enorme differenza tra i paesi detti del primo mondo e quelli in via di sviluppo. Si può quasi dire che si abbia un climax ascendente: episodio dopo episodio i protagonisti vengono caratterizzati al meglio, anche tramite flashback, e aumenta la nostra consapevolezza del motivo per cui agiscono in un determinato modo; da piccole riflessioni sulla vita quotidiana si arriva a quesiti senza risposta; ciò che all'inizio sembrava un insieme di episodi autoconclusivi casuali costituisce invece un percorso di formazione che i protagonisti hanno affrontato.
I personaggi, come già è stato accennato, sono ben caratterizzati, in particolare i due protagonisti Hachimaki e Tanabe. Il primo appare all'inizio come un ragazzo sognatore e spensierato ma si rivela poi essere tormentato da rimorsi e ripensamenti. La seconda è ossessionata dall'ideale di amore. Tanabe crede che nulla sia più importante di amare ed essere amati, ed è inoltre convinta che l'amore sia la risposta a tutti i problemi dell'umanità. Durante la serie la si vedrà spesso agire in nome di questo suo ideale.
Per quanto concerne il comparto tecnico, Planetes non ha strabilianti effetti speciali ma sono adatti al realismo, peculiarità dell'intera serie. La colonna sonora è ottima.
Per concludere, il mio voto finale rimane 9 per alcune imperfezioni, in particolare: come è normale in una serie composta da episodi autoconclusivi, non tutti sono validi e alcuni sono noiosi a tratti. Poi, per certi versi il carattere di Tanabe è stereotipato. Il suo comportamento si ripete nella maggior parte degli episodi e risulta, a volte, fastidioso.
Comunque, consiglio vivamente Planetes a tutti.
La storia di Plantes si svolge nel XXI secolo inoltrato, quando i viaggi spaziali sia turistici che non, sono praticamente la norma. L'umanità ha sostituito il petrolio con una nuova fonte enrgetica, l'elio3, ricavato inizialmente dai giacimenti lunari.
In questo contesto è essenziale mantenere lo spazio attorno alla Terra pulito da eventuali detriti di satelliti e astronavi distrutte che vanno a minare la sicurezza dei viaggi spaziali. I protagonisti dell'anime sono per l'appunto un gruppo di umili "raccogli detriti", astronauti dediti alla raccolta di tali detriti per conto di una multinazionale di esplorazioni spaziali, la Technora Corporation.
Da qui inizia la storia che vede come protagonista Ai Tanabe, una giovane recluta della "sezione detriti". Il personaggio di Ai non è l'unico protagonista, ma a esso si affiancherà quello del suo collega di lavoro Hachimaki.
Il punti forti dell'anime sono: la splendida realizzazione dei personaggi, ai quali l'autore rende piena giustizia nei loro ruoli, non relegandone quasi nessuno a semplice comparsa. Lo spinto realismo al livelli di "fantascienza hard", sia in termini di storia, ovvero senza la presenza di viaggi interstellari incredibili ma più realistiche esplorazioni spaziali in zone limitrofe tra Terra e Luna, e sia a livello di dettagli: come l'assenza di suono nel vuoto spaziale o sul suolo lunare privo di atmosfera. La trama: quest'ultima divisibile in due parti, una prima incentrata maggiormente al lavoro svolto dalla "sezione detriti" ed alla delineazione dei vari personaggi, e la seconda che può essere definita la vera trama dove i vari personaggi, ciascuno con un suo ruolo, saranno all'interno di una aspra vicenda di complotti politici e terrorismo legati all'espansione dell'esplorazione spaziale da parte dell'uomo.
La divisione della trama in queste parti permette così che lo spettatore possa godere al meglio le vicende più calde della narrazione, grazie alla prima parte infatti si viene a contatto in maniera diretta con i personaggi, capendone la splicologia ed affezionandocisi o disprezzandoli. Questo rende "Planetes" una opera vera sotto tutti i punti di vista. I personaggi non sono eroi o antagonisti, ma persone vere descritte con le loro debolezze e le loro qualità interiori.
A tutto ciò si affianca la vicenda dei due veri protagonisti, Hachimaki ed Ai, entrambi innamorati, uniti ed al tempo stesso divisi. Ai personaggio stabile, rappresenta l'ingenuità, la sicurezza e la tenacia. Hachimaki personaggio fragile, rappresenta il dubbio, la spavalderia e l'ossessione. E' appunto il modo come gli autori hanno fatto evolvere la storia di loro due, affiancandola a quella dell'umanità intera che mi ha colpito. Fino all'ultimo episodio è stato per me un crescendo di emozioni, non quelle che derivano dall'azione o dalle belle immagini, ma le emozioni vere, quelle che si provano in storie di amore o di amicizia.
Verdetto finale: bellissimo. Consigliato a tutti, ed in particolare se amate le trame sentimentali (fatte bene, non sdolcinate) e la fantascienza hard.
In questo contesto è essenziale mantenere lo spazio attorno alla Terra pulito da eventuali detriti di satelliti e astronavi distrutte che vanno a minare la sicurezza dei viaggi spaziali. I protagonisti dell'anime sono per l'appunto un gruppo di umili "raccogli detriti", astronauti dediti alla raccolta di tali detriti per conto di una multinazionale di esplorazioni spaziali, la Technora Corporation.
Da qui inizia la storia che vede come protagonista Ai Tanabe, una giovane recluta della "sezione detriti". Il personaggio di Ai non è l'unico protagonista, ma a esso si affiancherà quello del suo collega di lavoro Hachimaki.
Il punti forti dell'anime sono: la splendida realizzazione dei personaggi, ai quali l'autore rende piena giustizia nei loro ruoli, non relegandone quasi nessuno a semplice comparsa. Lo spinto realismo al livelli di "fantascienza hard", sia in termini di storia, ovvero senza la presenza di viaggi interstellari incredibili ma più realistiche esplorazioni spaziali in zone limitrofe tra Terra e Luna, e sia a livello di dettagli: come l'assenza di suono nel vuoto spaziale o sul suolo lunare privo di atmosfera. La trama: quest'ultima divisibile in due parti, una prima incentrata maggiormente al lavoro svolto dalla "sezione detriti" ed alla delineazione dei vari personaggi, e la seconda che può essere definita la vera trama dove i vari personaggi, ciascuno con un suo ruolo, saranno all'interno di una aspra vicenda di complotti politici e terrorismo legati all'espansione dell'esplorazione spaziale da parte dell'uomo.
La divisione della trama in queste parti permette così che lo spettatore possa godere al meglio le vicende più calde della narrazione, grazie alla prima parte infatti si viene a contatto in maniera diretta con i personaggi, capendone la splicologia ed affezionandocisi o disprezzandoli. Questo rende "Planetes" una opera vera sotto tutti i punti di vista. I personaggi non sono eroi o antagonisti, ma persone vere descritte con le loro debolezze e le loro qualità interiori.
A tutto ciò si affianca la vicenda dei due veri protagonisti, Hachimaki ed Ai, entrambi innamorati, uniti ed al tempo stesso divisi. Ai personaggio stabile, rappresenta l'ingenuità, la sicurezza e la tenacia. Hachimaki personaggio fragile, rappresenta il dubbio, la spavalderia e l'ossessione. E' appunto il modo come gli autori hanno fatto evolvere la storia di loro due, affiancandola a quella dell'umanità intera che mi ha colpito. Fino all'ultimo episodio è stato per me un crescendo di emozioni, non quelle che derivano dall'azione o dalle belle immagini, ma le emozioni vere, quelle che si provano in storie di amore o di amicizia.
Verdetto finale: bellissimo. Consigliato a tutti, ed in particolare se amate le trame sentimentali (fatte bene, non sdolcinate) e la fantascienza hard.
La storia di Planetes si svolge nel XXII secolo durante il quale l'umanità, dopo aver colonizzato la luna, si sta spingendo verso nuove mete. I protagonisti della storia sono i componenti della squadra raccogli detriti: Ai Tanabe e Hachirota Hoshino su tutti ed i loro colleghi. La squadra degli "spazzini" dello spazio, si occupa di raccogliere tutti i detriti generati dalla deriva nello spazio di vecchi satelliti, adempiendo con ciò ad un importante compito sociale, la sicurezza nei cieli. Pur nel XXII secolo, pur svolgendosi su una base satellitare, pur facendo le vacanze sulla luna, i problemi che affliggono la Terra pesano anche così lontano. Attorno alla colonizzazione di nuovi mondi (Giove) si dipanano le vite di tutti i protagonisti, dove non c'è mai un vero cattivo, ma ogni persona è spinta da valide motivazioni a fare il suo mestiere. Forse oltre alla definizione di fantascienza, ci vorrebbe anche il termine slice of life. La serie televisiva decolla a metà della seconda stagione, quando finalmente "pannolone" Hachirota decide di impegnarsi in un progetto che sia di utilità per tutti. Bellissima la spiegazione dell'amore e della sua corrispondenza nello spazio. Solo quello, vale la visione di tutto. Da non perdere!
"Planetes" è un anime niente male davvero, devo dire di essere rimasto stupito dal fatto di aver potuto seguire una serie al contempo così lenta e pressoché priva di elementi interessanti - qualcuno la definisce slice of life, questo stesso sito invece "sleeper hit", due definizioni perfette secondo me. Passiamo all'analisi.
Grafica: sulla grafica non ho molto da dire. In generale la trovo molto ben fatta, più realistica di altre... Un punto in favore per il disegno dello spazio e della "natura" che circonda i personaggi, sia essa meccanica (astronavi, spazio deserto, ecc.) sia essa paesaggistica (sulla Terra).
Storia <b>[Attenzione, spoiler!]</b>: la storia si spiega da sé: due protagonisti - almeno, io li considero entrambi tali -, una è Ai Tanabe, giovane ragazza che comincia a lavorare solo ora, l'altro è Hachimachi (Hachirota Hoshino), ragazzo che lavora alla sezione detriti - non starò qui a dilungarmi, tutta la parte della spiegazione del loro lavoro, visto che è stata egregiamente spiegata su questo sito. Parlando chiaramente non esiste una storia vera e propria, l'inizio è più che altro una lunga digressione vuoi sulle vite dei vari personaggi vuoi sulle spiegazioni tecniche e davvero ben fatte del lavoro svolto, sul funzionamento delle astronavi e, perché no, sulle tematiche sociali mondiali. A un certo punto però il registro comincia a cambiare: ci troviamo di fronte a un cambiamento radicale. Abbiamo i problemi personali del protagonista maschile, che lo mettono in crisi e gli impediscono di continuare a vivere come prima o anche solo lavorare, abbiamo la storia d'amore, molto sottile e poco "funzionante", fra i due protagonisti, con interventi vari e poco interessanti di altri personaggi, e infine la parte d'azione, rappresentata dalla presenza di terroristi il cui scopo è impedire la colonizzazione dello spazio, con tanto di sparatorie, esplosioni e tradimenti notevoli. Infine c'è anche la parte di crescita del protagonista maschile, quella d'espressione del proprio potenziale e della propria carriera, la volontà di partire per Giove, alla testa del viaggio di scoperta dello spazio. Come cornice, Ai è pronta ad aspettare i 7 anni necessari al suo ritorno, continuando ad amarlo. La storia finisce così, in sospeso ma nemmeno troppo, su quella che sarà la vita dei protagonisti, così come quella di tutti all'inizio di una nuova era mondiale.
Personaggi: per questa volta trovo che sia troppo mettersi a discutere personaggio per personaggio, essi infatti sono molti e variegati, ognuno con la propria storia personale, diversa ma in fondo simile a quella degli altri. Abbiamo pressoché una gamma infinita di comportamenti e delle loro varie mescolanze: anche se più di un personaggio dimostra, per esempio, una dedizione al lavoro sovrumana, ci sarà sempre quello che lo farà in maniera calma e pacata, con il sorriso sulle labbra, ma travagliato dentro da dolori indicibili e solitudine, quello che invece l'affronterà con decisione e prepotenza, con forza d'animo ma in maniera molto rude, quasi scorbutica, magari con problemi interiori completamente diversi dagli altri (morte di un familiare, sindrome da abbandono, complesso di inferiorità, solitudine, malattie terminali, ecc.). Punto in comune di tutti: l'amore per lo spazio profondo e l'infinito che esso rappresenta.
Come conclusione si può tranquillamente dire che questo è uno dei migliori anime del genere. Non abbiamo esagerazioni introspettive tipiche degli anime giapponesi, spesso talmente tanto complesse da risultare spiacevoli o semplicemente incomprensibili (vedi "Ergo Proxy", "Neon Genesis Evangelion", ecc., che non sono spiacevoli, ma nemmeno così semplici). E tuttavia si ammette un'enorme influenza della sfera dei sentimenti, che tutto abbraccia. In definitiva il vero punto forte di quest'anime è l'equilibrio e la semplicità con cui ambienta in una situazione fantascientifica la vita di persone più o meno comuni, come potrebbe essere quella di un netturbino,
un insegnante, ecc. Davvero, un capolavoro!
Grafica: sulla grafica non ho molto da dire. In generale la trovo molto ben fatta, più realistica di altre... Un punto in favore per il disegno dello spazio e della "natura" che circonda i personaggi, sia essa meccanica (astronavi, spazio deserto, ecc.) sia essa paesaggistica (sulla Terra).
Storia <b>[Attenzione, spoiler!]</b>: la storia si spiega da sé: due protagonisti - almeno, io li considero entrambi tali -, una è Ai Tanabe, giovane ragazza che comincia a lavorare solo ora, l'altro è Hachimachi (Hachirota Hoshino), ragazzo che lavora alla sezione detriti - non starò qui a dilungarmi, tutta la parte della spiegazione del loro lavoro, visto che è stata egregiamente spiegata su questo sito. Parlando chiaramente non esiste una storia vera e propria, l'inizio è più che altro una lunga digressione vuoi sulle vite dei vari personaggi vuoi sulle spiegazioni tecniche e davvero ben fatte del lavoro svolto, sul funzionamento delle astronavi e, perché no, sulle tematiche sociali mondiali. A un certo punto però il registro comincia a cambiare: ci troviamo di fronte a un cambiamento radicale. Abbiamo i problemi personali del protagonista maschile, che lo mettono in crisi e gli impediscono di continuare a vivere come prima o anche solo lavorare, abbiamo la storia d'amore, molto sottile e poco "funzionante", fra i due protagonisti, con interventi vari e poco interessanti di altri personaggi, e infine la parte d'azione, rappresentata dalla presenza di terroristi il cui scopo è impedire la colonizzazione dello spazio, con tanto di sparatorie, esplosioni e tradimenti notevoli. Infine c'è anche la parte di crescita del protagonista maschile, quella d'espressione del proprio potenziale e della propria carriera, la volontà di partire per Giove, alla testa del viaggio di scoperta dello spazio. Come cornice, Ai è pronta ad aspettare i 7 anni necessari al suo ritorno, continuando ad amarlo. La storia finisce così, in sospeso ma nemmeno troppo, su quella che sarà la vita dei protagonisti, così come quella di tutti all'inizio di una nuova era mondiale.
Personaggi: per questa volta trovo che sia troppo mettersi a discutere personaggio per personaggio, essi infatti sono molti e variegati, ognuno con la propria storia personale, diversa ma in fondo simile a quella degli altri. Abbiamo pressoché una gamma infinita di comportamenti e delle loro varie mescolanze: anche se più di un personaggio dimostra, per esempio, una dedizione al lavoro sovrumana, ci sarà sempre quello che lo farà in maniera calma e pacata, con il sorriso sulle labbra, ma travagliato dentro da dolori indicibili e solitudine, quello che invece l'affronterà con decisione e prepotenza, con forza d'animo ma in maniera molto rude, quasi scorbutica, magari con problemi interiori completamente diversi dagli altri (morte di un familiare, sindrome da abbandono, complesso di inferiorità, solitudine, malattie terminali, ecc.). Punto in comune di tutti: l'amore per lo spazio profondo e l'infinito che esso rappresenta.
Come conclusione si può tranquillamente dire che questo è uno dei migliori anime del genere. Non abbiamo esagerazioni introspettive tipiche degli anime giapponesi, spesso talmente tanto complesse da risultare spiacevoli o semplicemente incomprensibili (vedi "Ergo Proxy", "Neon Genesis Evangelion", ecc., che non sono spiacevoli, ma nemmeno così semplici). E tuttavia si ammette un'enorme influenza della sfera dei sentimenti, che tutto abbraccia. In definitiva il vero punto forte di quest'anime è l'equilibrio e la semplicità con cui ambienta in una situazione fantascientifica la vita di persone più o meno comuni, come potrebbe essere quella di un netturbino,
un insegnante, ecc. Davvero, un capolavoro!
"Planetes" (dal greco Πλανήτης) è un anime del 2003, composto da 26 episodi, tratto dal manga di 4 tankoubon di Makoto Yukimura, prodotto da Yoshitaka Kawaguchi e diretto da Goro Taniguchi per Sunrise.
Il plot è molto semplice. Nel 2075 lo spazio soffre ormai di quella che è comunemente conosciuta come la sindrome di Kessler: le orbite della Terra e della Luna sono invase dalla presenza di numerosi detriti e rifiuti spaziali, provocati dalle collisioni dei vari oggetti presenti nello Spazio, dai satelliti alle sonde. Ogni urto tra i vari oggetti provoca altri detriti, in una reazione a catena che è difficile da arrestare e che provoca molte difficoltà alla navigazione spaziale. Nuovi studi e progetti sempre più all'avanguardia stanno portando all'esplorazione di Giove, ma un gruppo terrorista, il Fronte per la Difesa Spaziale, si oppone a queste nuove espansioni perché porterebbero vantaggi solo alle nazioni più ricche della Terra, mentre le più povere sono ancora costrette a soffrire la fame e la miseria. In questo scenario una piccola squadra di raccogli-detriti, che lavora nella Debris Section della società Technora Corporation, si occupa del lavoro vero e proprio di pulizia dello Spazio.
L'anime può essere suddiviso in due parti: la prima parte descrive la vita quotidiana dell'equipaggio della Sezione Detriti, in particolare dal punto di vista della protagonista Ai Tanabe, giovane ragazza idealista e generosa, alle prime esperienze sullo spazio; la seconda parte si fa più avvincente, si svolge prevalentemente sull'astronave che dovrà partire per Giove, la Von Braun, e ha come protagonista Hachirota Hoshino, detto Hachimaki, esperto di EVA, sognatore, spesso scontroso e problematico, ma molto determinato.
I punti di forza di "Planetes sono": un'attenzione microscopica ai dettagli dell'ambientazione e delle attrezzature spaziali, nonché un'eguale precisione per i dialoghi e le spiegazioni scientifiche. Siamo di fronte a un'opera che non si distacca molto da un buon libro di hard science fiction. Molto realistici sono anche la descrizione psicologica dei personaggi e il loro rapporto con l'ambiente circostante. Le relazioni sociali che si sviluppano nella storia sono salde e particolarmente interessanti. Ogni personaggio è rappresentato a tutto tondo ed esiste una vera e propria rete di interconnessione tra di essi. I drammi di ognuno, i piccoli vizi, le soddisfazioni professionali, le sfumature dei caratteri sono resi in modo minuzioso.
Suggestive sono le panoramiche sul suolo lunare desertico e oscuro e i frequenti cambi di angolazione. I colori pastello dominano e insieme alle luci soffuse della Luna contribuiscono a creare un'atmosfera calma e tranquillizzante. Le musiche sono ben armonizzate e le sigle iniziale e finale sono orecchiabili.
I messaggi di fondo sull'eguaglianza tra i popoli e le nazioni - alla domanda se esista o meno un vero confine tra la Terra e lo spazio, Yuri, dipendente della Debris Section, afferma: "Secondo me non c'è confine, non c'è una separazione, non una reale. No, non ci sono dei veri confini in questo mondo. E credo che sia giusto così". -, sulla potenzialità degli uomini di raggiungere i propri sogni e sull'importanza dei legami affettivi - l'ultima lezione di sensei Gigalt: "Ogni nave ha bisogno di un porto che sia sempre lì ad aspettarla e che l'accolga quando finalmente tornerà a casa, un luogo caldo e sicuro." - sono positivi e incisivi.
Peccato per la lentezza del ritmo di alcuni episodi, soprattutto quelli iniziali, dove la storia fatica a procedere e sono poche le scene d'azione coinvolgenti, e peccato soprattutto per il finale scontato e insipido. C'era da aspettarsi qualcosa di più dall'episodio finale, dopo le belle premesse. Da notare anche che la storia è stata notevolmente ampliata rispetto al manga originale, molto più corto, e che molti personaggi sono stati aggiunti, come il sensei di Hachimaki, Gigalt Gangaragash, e ciò ha portato al cambiamento di molte cose, compresa la conclusione.
Il plot è molto semplice. Nel 2075 lo spazio soffre ormai di quella che è comunemente conosciuta come la sindrome di Kessler: le orbite della Terra e della Luna sono invase dalla presenza di numerosi detriti e rifiuti spaziali, provocati dalle collisioni dei vari oggetti presenti nello Spazio, dai satelliti alle sonde. Ogni urto tra i vari oggetti provoca altri detriti, in una reazione a catena che è difficile da arrestare e che provoca molte difficoltà alla navigazione spaziale. Nuovi studi e progetti sempre più all'avanguardia stanno portando all'esplorazione di Giove, ma un gruppo terrorista, il Fronte per la Difesa Spaziale, si oppone a queste nuove espansioni perché porterebbero vantaggi solo alle nazioni più ricche della Terra, mentre le più povere sono ancora costrette a soffrire la fame e la miseria. In questo scenario una piccola squadra di raccogli-detriti, che lavora nella Debris Section della società Technora Corporation, si occupa del lavoro vero e proprio di pulizia dello Spazio.
L'anime può essere suddiviso in due parti: la prima parte descrive la vita quotidiana dell'equipaggio della Sezione Detriti, in particolare dal punto di vista della protagonista Ai Tanabe, giovane ragazza idealista e generosa, alle prime esperienze sullo spazio; la seconda parte si fa più avvincente, si svolge prevalentemente sull'astronave che dovrà partire per Giove, la Von Braun, e ha come protagonista Hachirota Hoshino, detto Hachimaki, esperto di EVA, sognatore, spesso scontroso e problematico, ma molto determinato.
I punti di forza di "Planetes sono": un'attenzione microscopica ai dettagli dell'ambientazione e delle attrezzature spaziali, nonché un'eguale precisione per i dialoghi e le spiegazioni scientifiche. Siamo di fronte a un'opera che non si distacca molto da un buon libro di hard science fiction. Molto realistici sono anche la descrizione psicologica dei personaggi e il loro rapporto con l'ambiente circostante. Le relazioni sociali che si sviluppano nella storia sono salde e particolarmente interessanti. Ogni personaggio è rappresentato a tutto tondo ed esiste una vera e propria rete di interconnessione tra di essi. I drammi di ognuno, i piccoli vizi, le soddisfazioni professionali, le sfumature dei caratteri sono resi in modo minuzioso.
Suggestive sono le panoramiche sul suolo lunare desertico e oscuro e i frequenti cambi di angolazione. I colori pastello dominano e insieme alle luci soffuse della Luna contribuiscono a creare un'atmosfera calma e tranquillizzante. Le musiche sono ben armonizzate e le sigle iniziale e finale sono orecchiabili.
I messaggi di fondo sull'eguaglianza tra i popoli e le nazioni - alla domanda se esista o meno un vero confine tra la Terra e lo spazio, Yuri, dipendente della Debris Section, afferma: "Secondo me non c'è confine, non c'è una separazione, non una reale. No, non ci sono dei veri confini in questo mondo. E credo che sia giusto così". -, sulla potenzialità degli uomini di raggiungere i propri sogni e sull'importanza dei legami affettivi - l'ultima lezione di sensei Gigalt: "Ogni nave ha bisogno di un porto che sia sempre lì ad aspettarla e che l'accolga quando finalmente tornerà a casa, un luogo caldo e sicuro." - sono positivi e incisivi.
Peccato per la lentezza del ritmo di alcuni episodi, soprattutto quelli iniziali, dove la storia fatica a procedere e sono poche le scene d'azione coinvolgenti, e peccato soprattutto per il finale scontato e insipido. C'era da aspettarsi qualcosa di più dall'episodio finale, dopo le belle premesse. Da notare anche che la storia è stata notevolmente ampliata rispetto al manga originale, molto più corto, e che molti personaggi sono stati aggiunti, come il sensei di Hachimaki, Gigalt Gangaragash, e ciò ha portato al cambiamento di molte cose, compresa la conclusione.
Dare un giudizio su "PlanetEs" è impresa ardua, anche perché, considerato il plauso generale tributatogli (è secondo nella top ten di sempre), mi sento di dover ponderare meticolosamente le mie non entusiastiche impressioni.
Partiamo dall'analisi della trama: l'idea di base è decisamente originale, descrivere la vita nello spazio dal punto di vista dei "raccogli-detriti", mansione che nel 2075, anno in cui è ambientata la serie, risulta di vitale importanza per la sicurezza di satelliti, navi spaziali e stazioni orbitanti. Nelle 26 puntate non ci sono grossi colpi di scena, in quanto la regia indugia soprattutto nell'affrescare nel modo più realistico possibile la vita quotidiana dei personaggi. A tratti l'anime ricorda il suo (ben più illustre) antesignano Patlabor, fors'anche per una certa somiglianza fisica tra la protagonista Ai Tanabe e la storica Noa Izumi: stessi ritmi rallentati, stesse atmosfere conviviali, stesso cameratismo, stessa inclinazione a descrivere i rapporti sociali.
A eccezione della parte finale, in cui si sviluppa una storia articolata su diverse puntate, gran parte degli episodi sono autoconclusivi, con una sceneggiatura, purtroppo, dalla qualità altalenante: il passato di Yuri, le vicende legate alle guerre sulla Terra, la malattia di Gigalt sono scorrevoli e piacevolmente introspettive. Altri momenti invece sono l'apoteosi della banalità; inguardabili sono, ad esempio, le puntate sui ninja della luna o quella del delinquente a bordo della nave spaziale. Per fortuna la parte migliore della serie riesce a mascherare queste cadute di tono, affrontando con acume molti temi interessanti, come la morte, la solitudine e il dolore dell'uomo, nonché tematiche sociali come la politica, l'ecologia o la guerra, analizzate dal punto di vista "oggettivo" dello spazio.
Di sicuro, come ampiamente sottolineato in altre recensioni, il punto di forza di "PlanetEs" è la caratterizzazione psicologica dei personaggi: non ce n'è uno che non abbia un senso all'interno della storia, che non abbia una sua ben definita personalità, che non contribuisca a creare quel perfetto ingranaggio che, nonostante alcune pecche dell'anime, riesce a tenere incollato lo spettatore allo schermo. Dall'ingenua e idealista Ai Tanabe al sognatore Hachirota Hoshino, al misterioso e gentile Yuri, alla nevrotica ma carismatica Fee, passando per tutta una teoria di personaggi che non si può definire secondari, il fascino esercitato da questo ben riuscito assortimento ravviva un interesse destinato altrimenti a scemare rapidamente.
Altro punto controverso è a mio parere l'ambientazione: non si può negare che la vita nello spazio venga descritta in maniera estremamente realistica, con maniacale cura dei dettagli; peccato però che alcuni evidenti anacronismi - la storia è ambientata nel 2075 - risultino davvero fastidiosi. Sinceramente non capisco il perché non aver collocato temporalmente "PlanetEs" in un immediato futuro, eventualmente in un ipotetico mondo parallelo (soluzione saggiamente adottata da Patlabor): non avrei storto il naso vedendo i protagonisti vestirsi come negli anni '80 o chiamare la Terra con un telefono con la cornetta. Dopo tutto quest'anime non è datato - risale al 2003 -, pertanto un po' più di immaginazione su quello che sarebbe stato il grado di tecnologia 70 anni dopo la produzione animata sarebbe stato apprezzato.
Anche il finale non mi ha convinto più di tanto: dopo la stupenda puntata 24 mi immaginavo un epilogo altisonante, crudo, spiazzante, che portasse a compimento l'evoluzione psicologica che nella seconda parte della serie coinvolge un po' tutti i protagonisti; invece ci si deve accontentare di uno pseudo happy-ending, coerente sì con l'atmosfera generale dell'opera, ma di certo non memorabile.
Tecnicamente siamo su livelli medi, con animazioni non sempre fluide e disegni a volte un po' approssimativi; il character design non mi ha entusiasmato, mentre non sono niente male i fondali e la rappresentazione di tutto ciò che è strettamente "meccanico" (astronavi, satelliti, tute spaziali, stazioni orbitanti…); le sigle e gli accompagnamenti musicali non sono particolarmente incisivi.
In definiva, "PlanetEs" è un anime discreto ma che non lascia il segno; inoltre, le potenzialità di base non pienamente sfruttate e il comparto tecnico non eccellente non giustificano, a mio parere, una media voto così alta.
Partiamo dall'analisi della trama: l'idea di base è decisamente originale, descrivere la vita nello spazio dal punto di vista dei "raccogli-detriti", mansione che nel 2075, anno in cui è ambientata la serie, risulta di vitale importanza per la sicurezza di satelliti, navi spaziali e stazioni orbitanti. Nelle 26 puntate non ci sono grossi colpi di scena, in quanto la regia indugia soprattutto nell'affrescare nel modo più realistico possibile la vita quotidiana dei personaggi. A tratti l'anime ricorda il suo (ben più illustre) antesignano Patlabor, fors'anche per una certa somiglianza fisica tra la protagonista Ai Tanabe e la storica Noa Izumi: stessi ritmi rallentati, stesse atmosfere conviviali, stesso cameratismo, stessa inclinazione a descrivere i rapporti sociali.
A eccezione della parte finale, in cui si sviluppa una storia articolata su diverse puntate, gran parte degli episodi sono autoconclusivi, con una sceneggiatura, purtroppo, dalla qualità altalenante: il passato di Yuri, le vicende legate alle guerre sulla Terra, la malattia di Gigalt sono scorrevoli e piacevolmente introspettive. Altri momenti invece sono l'apoteosi della banalità; inguardabili sono, ad esempio, le puntate sui ninja della luna o quella del delinquente a bordo della nave spaziale. Per fortuna la parte migliore della serie riesce a mascherare queste cadute di tono, affrontando con acume molti temi interessanti, come la morte, la solitudine e il dolore dell'uomo, nonché tematiche sociali come la politica, l'ecologia o la guerra, analizzate dal punto di vista "oggettivo" dello spazio.
Di sicuro, come ampiamente sottolineato in altre recensioni, il punto di forza di "PlanetEs" è la caratterizzazione psicologica dei personaggi: non ce n'è uno che non abbia un senso all'interno della storia, che non abbia una sua ben definita personalità, che non contribuisca a creare quel perfetto ingranaggio che, nonostante alcune pecche dell'anime, riesce a tenere incollato lo spettatore allo schermo. Dall'ingenua e idealista Ai Tanabe al sognatore Hachirota Hoshino, al misterioso e gentile Yuri, alla nevrotica ma carismatica Fee, passando per tutta una teoria di personaggi che non si può definire secondari, il fascino esercitato da questo ben riuscito assortimento ravviva un interesse destinato altrimenti a scemare rapidamente.
Altro punto controverso è a mio parere l'ambientazione: non si può negare che la vita nello spazio venga descritta in maniera estremamente realistica, con maniacale cura dei dettagli; peccato però che alcuni evidenti anacronismi - la storia è ambientata nel 2075 - risultino davvero fastidiosi. Sinceramente non capisco il perché non aver collocato temporalmente "PlanetEs" in un immediato futuro, eventualmente in un ipotetico mondo parallelo (soluzione saggiamente adottata da Patlabor): non avrei storto il naso vedendo i protagonisti vestirsi come negli anni '80 o chiamare la Terra con un telefono con la cornetta. Dopo tutto quest'anime non è datato - risale al 2003 -, pertanto un po' più di immaginazione su quello che sarebbe stato il grado di tecnologia 70 anni dopo la produzione animata sarebbe stato apprezzato.
Anche il finale non mi ha convinto più di tanto: dopo la stupenda puntata 24 mi immaginavo un epilogo altisonante, crudo, spiazzante, che portasse a compimento l'evoluzione psicologica che nella seconda parte della serie coinvolge un po' tutti i protagonisti; invece ci si deve accontentare di uno pseudo happy-ending, coerente sì con l'atmosfera generale dell'opera, ma di certo non memorabile.
Tecnicamente siamo su livelli medi, con animazioni non sempre fluide e disegni a volte un po' approssimativi; il character design non mi ha entusiasmato, mentre non sono niente male i fondali e la rappresentazione di tutto ciò che è strettamente "meccanico" (astronavi, satelliti, tute spaziali, stazioni orbitanti…); le sigle e gli accompagnamenti musicali non sono particolarmente incisivi.
In definiva, "PlanetEs" è un anime discreto ma che non lascia il segno; inoltre, le potenzialità di base non pienamente sfruttate e il comparto tecnico non eccellente non giustificano, a mio parere, una media voto così alta.
In un lontano 2075 gli umani sono oramai da tempo riusciti a superare il confine lunare avventurandosi anche oltre, ma, dal momento che pare proprio che l'Homo Sapiens Sapiens sia destinato a trascinar dietro sé non solo l'ombra, ma anche una scia di rifiuti, la conseguenza di tutto ciò è che anche lo spazio circondante la Terra diviene una discarica.
Contemporaneamente a questo strabiliante successo di ingegneria aerospaziale le avventure del nostro pianeta mostrano come nulla sia cambiato rispetto all'anno di creazione di questa mia recensione, cioè il 2011. Come sempre troviamo un manipolo di stati ricchi (vengono nominati Giappone e America) che, congregati nella INTO, un'organizzazione similare all'odierna NATO, dettano legge su tutti gli altri stati mostrandosi gli unici portatori di pace del cosmo usando una propaganda falsa e meschina che si esplica fino a una stele commemorativa lanciata nello spazio con la funzione di augurare la pace in uno stato attaccato da loro stessi. Mentre il divario fra stati ricchi e stati poveri è aumentato sempre più, le differenze razziali sono venute diminuendo a causa dei fenomeni di migrazione di massa che hanno dato vita a una serie di meticciati di diverso grado che si palesano in "Planetes" attraverso una miriade di personaggi con colori di pelle differenti e a volte anche bizzarri.
La storia si basa sulla sezione di raccoglimento detriti di una compagnia aerospaziale e ha, come visto, il suo punto forte sul realismo che la caratterizza, ma anche sui personaggi e sulle loro storie. Storie come quelle di Yuri e di Nono sono fantastiche, toccanti e piene di significato; personaggi come Gigalt e i due protagonisti Tanabe e Hachimaki danno a "Planetes" una base salda su cui poggiare per tutti i 26 episodi. Purtroppo non mancano anche personaggi piuttosto irritanti e puntate riempitive che avrei preferito saltare del tutto, ma è una costante di qualsiasi anime.
Il personaggio di Tanabe è apparso a me detestabile durante le puntate iniziali, in cui lei fa da totale protagonista ed espone continuamente le sue idee melense che hanno fatto innervosire sia me sia Hachimaki, ma via via che le puntate proseguono, innanzitutto altri personaggi assumono spessore a svantaggio di Ai, che a sua volta subisce una svolta psicologica più matura.
Al contrario Hachirota con il passare del tempo crolla in uno stato psicologico labile dovuto alla vastità dello spazio e alla solitudine che ne deriva. Il progressivo decadimento mentale di H. dà a "Planetes" una serietà sempre più spessa. Si passa da episodi divertenti o comunque poco impegnativi a episodi complessi, tesi e persino tristi. Il vuoto è ciò che più assomiglia a queste puntate, vuoto freddo e afono.
Il finale è discutibile. Non ho apprezzato l'ultimo episodio, che praticamente fa tabula rasa dei problemi dei personaggi con un unico passaggio di spugna. "Planetes" ha uno spessore sia psicologico sia socio-storico che via via assume più evidenza e quest'ultimo episodio semplicemente elimina tutto ciò per creare il solito finale alla "tutti felici e contenti".
Il penultimo episodio, al contrario, è un climax ascendente di emozioni, così com'è, cioè acerbo e triste; l'avrei ardentemente preferito come termine di questa bella serie.
Contemporaneamente a questo strabiliante successo di ingegneria aerospaziale le avventure del nostro pianeta mostrano come nulla sia cambiato rispetto all'anno di creazione di questa mia recensione, cioè il 2011. Come sempre troviamo un manipolo di stati ricchi (vengono nominati Giappone e America) che, congregati nella INTO, un'organizzazione similare all'odierna NATO, dettano legge su tutti gli altri stati mostrandosi gli unici portatori di pace del cosmo usando una propaganda falsa e meschina che si esplica fino a una stele commemorativa lanciata nello spazio con la funzione di augurare la pace in uno stato attaccato da loro stessi. Mentre il divario fra stati ricchi e stati poveri è aumentato sempre più, le differenze razziali sono venute diminuendo a causa dei fenomeni di migrazione di massa che hanno dato vita a una serie di meticciati di diverso grado che si palesano in "Planetes" attraverso una miriade di personaggi con colori di pelle differenti e a volte anche bizzarri.
La storia si basa sulla sezione di raccoglimento detriti di una compagnia aerospaziale e ha, come visto, il suo punto forte sul realismo che la caratterizza, ma anche sui personaggi e sulle loro storie. Storie come quelle di Yuri e di Nono sono fantastiche, toccanti e piene di significato; personaggi come Gigalt e i due protagonisti Tanabe e Hachimaki danno a "Planetes" una base salda su cui poggiare per tutti i 26 episodi. Purtroppo non mancano anche personaggi piuttosto irritanti e puntate riempitive che avrei preferito saltare del tutto, ma è una costante di qualsiasi anime.
Il personaggio di Tanabe è apparso a me detestabile durante le puntate iniziali, in cui lei fa da totale protagonista ed espone continuamente le sue idee melense che hanno fatto innervosire sia me sia Hachimaki, ma via via che le puntate proseguono, innanzitutto altri personaggi assumono spessore a svantaggio di Ai, che a sua volta subisce una svolta psicologica più matura.
Al contrario Hachirota con il passare del tempo crolla in uno stato psicologico labile dovuto alla vastità dello spazio e alla solitudine che ne deriva. Il progressivo decadimento mentale di H. dà a "Planetes" una serietà sempre più spessa. Si passa da episodi divertenti o comunque poco impegnativi a episodi complessi, tesi e persino tristi. Il vuoto è ciò che più assomiglia a queste puntate, vuoto freddo e afono.
Il finale è discutibile. Non ho apprezzato l'ultimo episodio, che praticamente fa tabula rasa dei problemi dei personaggi con un unico passaggio di spugna. "Planetes" ha uno spessore sia psicologico sia socio-storico che via via assume più evidenza e quest'ultimo episodio semplicemente elimina tutto ciò per creare il solito finale alla "tutti felici e contenti".
Il penultimo episodio, al contrario, è un climax ascendente di emozioni, così com'è, cioè acerbo e triste; l'avrei ardentemente preferito come termine di questa bella serie.
E' sempre più difficile realizzare opere che siano costruite artisticamente e che, a scapito del mercato, siano curate, approfondite, profonde. "PlanetES" è una di queste opere. Taniguchi ha preso spunto dall'altrettanto prodigioso manga di Yukimura per costruire una serie autonoma, estremamente gradevole pur nella sua (apparente) semplicità.
Spostando l'asse temporale al 2075, questa storia affronta molti di quelli che sono i grandi problemi della società attuale e che, con ogni probabilità, continueranno negli anni a venire a determinare differenze e divisioni fra gli esseri umani: in quest'anime si parla di guerre, di confini, di fame e povertà, di lobby economiche e sfruttamento delle risorse. Problemi immensi, che sono trattati con estrema cura e attenzione, per evitare di scadere nella banalità: non c'è mai una critica netta a una categoria di comportamento, tutto è letto attraverso gli occhi dei personaggi che fanno parte di questo mondo. Così ogni ideale e ogni azione costituiscono una verità, un modo di agire sulla realtà per cambiarla, conquistarla, mutarla. Così, attraverso le immagini e le evocazioni di chi vive questa storia, ci interroghiamo sulla solitudine, sul rapporto fra gli esseri umani, sul valore degli obiettivi e dei sogni, sulla determinazione e sulla competitività, sull'amore e l'amicizia, sul senso dello stare insieme.
"PlanetES" costruisce un mondo reale, dove accadono fatti, che per alcuni possono essere ingiusti, sbagliati, terribili. Eppure, sempre, riusciamo a capire la complessità che c'è dietro agli eventi, potendo finalmente immedesimarci totalmente in una narrazione intrigante senza patteggiare mai completamente per una delle parti.
Non si tratta di una neutralità "politically correct", qui siamo ben oltre: l'idea è quella che la vita è una soltanto, lunga o breve, che può finire all'improvviso o coronarsi con un sogno meraviglioso. E in tutto questo gli ideali, le passioni, le motivazioni, giocano un ruolo complesso, intrecciato in ogni momento con il caso e l'incertezza. Riuscirò a realizzare me stesso? E se lo farò, sarò felice? Cosa manca alla mia vita? Di cosa ho paura?
E le risposte, semplicemente, sono sincere, vere; sono molteplici. E, soprattutto, non sono verità universali. Non si tratta di dare una morale, ma semplicemente di spingere a riflettere, a pensare, tenendo in considerazione che la realtà scorre ogni istante e muta, lasciandoci immersi in una solitudine ineluttabile, che si può sconfiggere solo se sappiamo quello che cerchiamo, solo se siamo in pace con noi stessi, riuscendo finalmente a non nasconderci dalla vita. Il rapporto con l'altro è visto al contempo come una risorsa, un vincolo, una zavorra. Nella profondità di questa narrazione trovano posto svariate sensibilità, che rispondono in modo diverso al bisogno d'amore che brucia dentro ogni essere umano.
Questa storia è quindi un piccolo capolavoro, che ci fa innamorare dei suoi personaggi, di tutti loro. Perché, finalmente, non si lascia da parte nessuno. Certo, ognuno ha i suoi spazi, ma non si pensi che quelli che possiamo definire "protagonisti" siano contornati da personaggi di supporto! In "PlanetES" ognuno è protagonista di una storia personale, unica, importante, della quale gli autori si sono presi cura, e per la quale noi ci siamo commossi.
E' bello sapere che questa storia è fatta di tanti individui così ben caratterizzati e interessanti, che è difficile non avere a cuore ognuno di loro. Anche perché, con forse due sole eccezioni, nessuno di loro può essere visto davvero come un "cattivo".
Insomma, "PlanetES" è una storia reale. Così reale che il progresso tecnologico e scientifico è costruito in modo sensato, realistico, preciso. Non si lascia niente al caso, non ci sono superarmi e teletrasporti, ogni elemento tecnico presente nella storia trova una sua collocazione nel contesto storico e scientifico presentato nell'anime: si tratta a tutti gli effetti di una serie hard-scifi, probabilmente meglio fatta di molti lungometraggi dello stesso genere.
E così, immersi in questa storia, accompagnati da una colonna sonora che sa sempre essere all'altezza delle aspettative, viviamo momenti di pura emozione, che a tratti riusciranno anche a fare scorrere qualche lacrima sincera.
Se volete immedesimarvi in un mondo che vi lascerà stupefatti, fidatevi di questo racconto che striscia leggero sfuggendo ai riflettori del grande pubblico. Cominciate un viaggio dentro voi stessi, verso lo spazio immenso che è dentro ognuno di noi, nella direzione dei nostri sogni più autentici, incantati da un racconto di amore e promesse, di distruzione e rancore, per ritrovare una direzione nuova, verso la stella del nostro domani.
Spostando l'asse temporale al 2075, questa storia affronta molti di quelli che sono i grandi problemi della società attuale e che, con ogni probabilità, continueranno negli anni a venire a determinare differenze e divisioni fra gli esseri umani: in quest'anime si parla di guerre, di confini, di fame e povertà, di lobby economiche e sfruttamento delle risorse. Problemi immensi, che sono trattati con estrema cura e attenzione, per evitare di scadere nella banalità: non c'è mai una critica netta a una categoria di comportamento, tutto è letto attraverso gli occhi dei personaggi che fanno parte di questo mondo. Così ogni ideale e ogni azione costituiscono una verità, un modo di agire sulla realtà per cambiarla, conquistarla, mutarla. Così, attraverso le immagini e le evocazioni di chi vive questa storia, ci interroghiamo sulla solitudine, sul rapporto fra gli esseri umani, sul valore degli obiettivi e dei sogni, sulla determinazione e sulla competitività, sull'amore e l'amicizia, sul senso dello stare insieme.
"PlanetES" costruisce un mondo reale, dove accadono fatti, che per alcuni possono essere ingiusti, sbagliati, terribili. Eppure, sempre, riusciamo a capire la complessità che c'è dietro agli eventi, potendo finalmente immedesimarci totalmente in una narrazione intrigante senza patteggiare mai completamente per una delle parti.
Non si tratta di una neutralità "politically correct", qui siamo ben oltre: l'idea è quella che la vita è una soltanto, lunga o breve, che può finire all'improvviso o coronarsi con un sogno meraviglioso. E in tutto questo gli ideali, le passioni, le motivazioni, giocano un ruolo complesso, intrecciato in ogni momento con il caso e l'incertezza. Riuscirò a realizzare me stesso? E se lo farò, sarò felice? Cosa manca alla mia vita? Di cosa ho paura?
E le risposte, semplicemente, sono sincere, vere; sono molteplici. E, soprattutto, non sono verità universali. Non si tratta di dare una morale, ma semplicemente di spingere a riflettere, a pensare, tenendo in considerazione che la realtà scorre ogni istante e muta, lasciandoci immersi in una solitudine ineluttabile, che si può sconfiggere solo se sappiamo quello che cerchiamo, solo se siamo in pace con noi stessi, riuscendo finalmente a non nasconderci dalla vita. Il rapporto con l'altro è visto al contempo come una risorsa, un vincolo, una zavorra. Nella profondità di questa narrazione trovano posto svariate sensibilità, che rispondono in modo diverso al bisogno d'amore che brucia dentro ogni essere umano.
Questa storia è quindi un piccolo capolavoro, che ci fa innamorare dei suoi personaggi, di tutti loro. Perché, finalmente, non si lascia da parte nessuno. Certo, ognuno ha i suoi spazi, ma non si pensi che quelli che possiamo definire "protagonisti" siano contornati da personaggi di supporto! In "PlanetES" ognuno è protagonista di una storia personale, unica, importante, della quale gli autori si sono presi cura, e per la quale noi ci siamo commossi.
E' bello sapere che questa storia è fatta di tanti individui così ben caratterizzati e interessanti, che è difficile non avere a cuore ognuno di loro. Anche perché, con forse due sole eccezioni, nessuno di loro può essere visto davvero come un "cattivo".
Insomma, "PlanetES" è una storia reale. Così reale che il progresso tecnologico e scientifico è costruito in modo sensato, realistico, preciso. Non si lascia niente al caso, non ci sono superarmi e teletrasporti, ogni elemento tecnico presente nella storia trova una sua collocazione nel contesto storico e scientifico presentato nell'anime: si tratta a tutti gli effetti di una serie hard-scifi, probabilmente meglio fatta di molti lungometraggi dello stesso genere.
E così, immersi in questa storia, accompagnati da una colonna sonora che sa sempre essere all'altezza delle aspettative, viviamo momenti di pura emozione, che a tratti riusciranno anche a fare scorrere qualche lacrima sincera.
Se volete immedesimarvi in un mondo che vi lascerà stupefatti, fidatevi di questo racconto che striscia leggero sfuggendo ai riflettori del grande pubblico. Cominciate un viaggio dentro voi stessi, verso lo spazio immenso che è dentro ognuno di noi, nella direzione dei nostri sogni più autentici, incantati da un racconto di amore e promesse, di distruzione e rancore, per ritrovare una direzione nuova, verso la stella del nostro domani.
"PlanetES" è una perla che ho scoperto solo di recente e che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta. Si tratta di un anime di genere fantascientifico; ci troviamo infatti in un futuro dove il genere umano sta colonizzando i vari pianeti dello spazio e nel farlo ha prodotto una grande quantità di residui in orbita, tanto da avere bisogno di veri e propri netturbini che si occupano di ripulire lo spazio. In questo caso quindi si tratta di un tipo di fantascienza atipica, senza i soliti caratteristici alieni o i combattimenti mirabolanti nello spazio, una fantascienza alla Asimov.
Vi è un'ambientazione fantascientifica che serve da sfondo a un anime molto "realistico", dove vengono trattati alcuni dei classici problemi del mondo, come gli intrighi politici, il terrorismo e la povertà di alcuni paesi.
L'anime lascia una grande parte all'approfondimento psicologico dei personaggi, senza però la presenza di un supereroe. Tutto questo è accompagnato da una bellissima storia d'amore.
L'animazione è veramente stupenda, comprese le musiche, e nonostante il ritmo sia abbastanza lento (perlomeno per i 2/3 dell'opera), il risultato è molto piacevole e gratificante.
Date le caratteristiche atipiche dell'opera, penso che l'anime sia altamente apprezzabile anche dai non appassionati di fantascienza.
Vi è un'ambientazione fantascientifica che serve da sfondo a un anime molto "realistico", dove vengono trattati alcuni dei classici problemi del mondo, come gli intrighi politici, il terrorismo e la povertà di alcuni paesi.
L'anime lascia una grande parte all'approfondimento psicologico dei personaggi, senza però la presenza di un supereroe. Tutto questo è accompagnato da una bellissima storia d'amore.
L'animazione è veramente stupenda, comprese le musiche, e nonostante il ritmo sia abbastanza lento (perlomeno per i 2/3 dell'opera), il risultato è molto piacevole e gratificante.
Date le caratteristiche atipiche dell'opera, penso che l'anime sia altamente apprezzabile anche dai non appassionati di fantascienza.
Avatar della “teoria dell’Amore” applicata alla fantascienza per eccellenza, PlanetES si colloca direttamente nell’olimpo degli anime come uno dei titoli più importanti, profondi e maturi di sempre, capolavoro super partes ricco di particolari sia tecnici sia astratti.
Si può cadere in errore pensando che questa serie TV segua una trama futuristica, al limite del fantascientifico e contornata da personaggi ben caratterizzati, poiché in realtà si tratta esattamente dell’opposto: i protagonisti sono il vero fulcro di PlanetES e tutto v’è costruito intorno. Alla stregua di consumati attori teatrali, salgono su un meraviglioso, vivido palcoscenico e riescono a strabiliare tramite una naturalezza tangibile e un realismo per nulla astratto, molto terreno, semplicemente mostrando allo spettatore ciò che di più importante dispongono: la loro vita.
In un futuro prossimo ambientato nel 2075, attraverso uno spazio orbitale credibilissimo e plausibile, pregno di problemi e tematiche per nulla decontestualizzate, si districa una delle vicende più toccanti e interessanti che il mondo degli anime ci abbia mai mostrato.
È il realismo, l’arma segreta di PlanetES: niente combattimenti mozzafiato, niente supereroi, niente follie o fantasie; la sua vera forza, il suo successo indiscusso deriva da questioni che riesce a intavolare così verosimilmente da assomigliare più a un film che a un anime, capace di rievocare la nostra semplice vita tramite particolari di tutti i giorni, come un litigio in ufficio, un amore non corrisposto, una serata con gli amici, una delusione o una lacrima nascosta e soprattutto un’introspezione accuratissima e realistica delle paure, dei sogni e dei sentimenti di ognuno dei personaggi. E quando PlanetES va ad abbracciare questioni ancora più grandi come le guerre nel mondo - combattute più per convenienza che per necessità - o temi astratti come il razzismo, l’amore in tutte le sue forme, l’amicizia, l’odio, l’invidia, i desideri e le ambizioni, traccia le linee per quel capolavoro che si completerà una volta visionatolo per intero. Sono elementi che girano intorno a ognuno di noi, ci toccano nella vita di tutti i giorni eppure ci paiono distanti, lontani, per nulla plasmabili dalla nostra volontà. La stessa identica sensazione che i due protagonisti di questa saga possiedono, due semplici impiegati della “Sezione Detriti”: Ai Tanabe, una ragazza esplosiva e ottimista che crede nell’amore e nel prossimo più di quanto la razionalità possa indurre a fare, e Hachirota “Hachimachi” Hoshino, il suo “sempai”, l’asso di questa Sezione Detriti, che altro non è se non la branca di netturbini adibiti alla raccolta di “spazzatura spaziale” che gravita intorno alla Terra, una marea di detriti sparsa fra satelliti, stazioni orbitanti e sonde esploratrici.
Altresì magistrale è la semplicità con cui gli autori comunicano allo spettatore le emozioni dei personaggi principali, coinvolti in vicissitudini più o meno complicate, le quali si intrecciano spesso e volentieri con vari personaggi-spalla, anch’essi dotati d’un realismo e di una vivacità senza pari.
Prima di giungere a un finale in crescendo che probabilmente rimarrà negli annali come uno dei più belli e intensi di sempre, PlanetES propone in chiave metaforica e piuttosto originale i dilemmi che da sempre accompagnano l’esistenza umana: da dove veniamo, chi siamo, cosa vi sarà dopo la morte.
Ma non si ferma qui: alla stregua di una vera e propria metafora esistenziale, prospetta un viaggio psicologico all’interno dei desideri e delle paure dei protagonisti dove ogni spettatore potrà rispecchiarsi facilmente.
Sullo sfondo lontano di una Terra azzurra cosparsa di nubi bianchissime, così splendida da apparire immacolata (e priva di quei confini che gli uomini stessi si sono arrogati il diritto di tracciare), politici corrotti continuano a compiere nefandezze, infischiandosene delle disastrose condizioni in cui versa il pianeta Terra; numerose guerre vengono combattute solo per il tornaconto di un pugno di esseri vili e spietati il cui unico dio è il dannato denaro: sfaccettature di un anime che gronda realismo e che propone molto più di una trama legata ai personaggi che possiede. È la difficile e dura realtà in cui, dolenti o nolenti, viviamo, e che questo capolavoro ci mette di fronte tramite differenti punti di vista, capaci di aprirci la mente e farci riflettere come raramente accade.
Accompagnato da un comparto sonoro eccezionale, le animazioni si dimostrano due spanne sopra tutti gli altri lavori dello stesso periodo; imparagonabile è lo studio minuzioso - per non dire maniacale – della meccanica e di come viene rappresentata. Realistico è il chara design, bella e profonda l’opening, capace di mettere insieme come pezzi di un puzzle alcuni momenti fondamentali dei protagonisti e l’evoluzione storica dell’uomo che nel corso del Novecento è riuscito, studio dopo studio, sacrificio dopo sacrificio, a volare oltre il cielo e a solcare lo spazio eterno e infinito. Da sottolineare anche la sigla finale che accompagna i titoli di coda dell’ultima puntata, davvero emozionante.
“Un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”.
PlanetES si potrebbe racchiudere così, una vera e propria pietra miliare, più di uno slice of life, più di un semplice anime: è la rappresentazione meglio riuscita dello scorrere della vita, del progredire di quella bestia intelligente che è l’essere umano, dell’evoluzione e dell’eterna curiosità che l’uomo stesso possiede, reo d’una sete implacabile e inarrestabile.
Si può cadere in errore pensando che questa serie TV segua una trama futuristica, al limite del fantascientifico e contornata da personaggi ben caratterizzati, poiché in realtà si tratta esattamente dell’opposto: i protagonisti sono il vero fulcro di PlanetES e tutto v’è costruito intorno. Alla stregua di consumati attori teatrali, salgono su un meraviglioso, vivido palcoscenico e riescono a strabiliare tramite una naturalezza tangibile e un realismo per nulla astratto, molto terreno, semplicemente mostrando allo spettatore ciò che di più importante dispongono: la loro vita.
In un futuro prossimo ambientato nel 2075, attraverso uno spazio orbitale credibilissimo e plausibile, pregno di problemi e tematiche per nulla decontestualizzate, si districa una delle vicende più toccanti e interessanti che il mondo degli anime ci abbia mai mostrato.
È il realismo, l’arma segreta di PlanetES: niente combattimenti mozzafiato, niente supereroi, niente follie o fantasie; la sua vera forza, il suo successo indiscusso deriva da questioni che riesce a intavolare così verosimilmente da assomigliare più a un film che a un anime, capace di rievocare la nostra semplice vita tramite particolari di tutti i giorni, come un litigio in ufficio, un amore non corrisposto, una serata con gli amici, una delusione o una lacrima nascosta e soprattutto un’introspezione accuratissima e realistica delle paure, dei sogni e dei sentimenti di ognuno dei personaggi. E quando PlanetES va ad abbracciare questioni ancora più grandi come le guerre nel mondo - combattute più per convenienza che per necessità - o temi astratti come il razzismo, l’amore in tutte le sue forme, l’amicizia, l’odio, l’invidia, i desideri e le ambizioni, traccia le linee per quel capolavoro che si completerà una volta visionatolo per intero. Sono elementi che girano intorno a ognuno di noi, ci toccano nella vita di tutti i giorni eppure ci paiono distanti, lontani, per nulla plasmabili dalla nostra volontà. La stessa identica sensazione che i due protagonisti di questa saga possiedono, due semplici impiegati della “Sezione Detriti”: Ai Tanabe, una ragazza esplosiva e ottimista che crede nell’amore e nel prossimo più di quanto la razionalità possa indurre a fare, e Hachirota “Hachimachi” Hoshino, il suo “sempai”, l’asso di questa Sezione Detriti, che altro non è se non la branca di netturbini adibiti alla raccolta di “spazzatura spaziale” che gravita intorno alla Terra, una marea di detriti sparsa fra satelliti, stazioni orbitanti e sonde esploratrici.
Altresì magistrale è la semplicità con cui gli autori comunicano allo spettatore le emozioni dei personaggi principali, coinvolti in vicissitudini più o meno complicate, le quali si intrecciano spesso e volentieri con vari personaggi-spalla, anch’essi dotati d’un realismo e di una vivacità senza pari.
Prima di giungere a un finale in crescendo che probabilmente rimarrà negli annali come uno dei più belli e intensi di sempre, PlanetES propone in chiave metaforica e piuttosto originale i dilemmi che da sempre accompagnano l’esistenza umana: da dove veniamo, chi siamo, cosa vi sarà dopo la morte.
Ma non si ferma qui: alla stregua di una vera e propria metafora esistenziale, prospetta un viaggio psicologico all’interno dei desideri e delle paure dei protagonisti dove ogni spettatore potrà rispecchiarsi facilmente.
Sullo sfondo lontano di una Terra azzurra cosparsa di nubi bianchissime, così splendida da apparire immacolata (e priva di quei confini che gli uomini stessi si sono arrogati il diritto di tracciare), politici corrotti continuano a compiere nefandezze, infischiandosene delle disastrose condizioni in cui versa il pianeta Terra; numerose guerre vengono combattute solo per il tornaconto di un pugno di esseri vili e spietati il cui unico dio è il dannato denaro: sfaccettature di un anime che gronda realismo e che propone molto più di una trama legata ai personaggi che possiede. È la difficile e dura realtà in cui, dolenti o nolenti, viviamo, e che questo capolavoro ci mette di fronte tramite differenti punti di vista, capaci di aprirci la mente e farci riflettere come raramente accade.
Accompagnato da un comparto sonoro eccezionale, le animazioni si dimostrano due spanne sopra tutti gli altri lavori dello stesso periodo; imparagonabile è lo studio minuzioso - per non dire maniacale – della meccanica e di come viene rappresentata. Realistico è il chara design, bella e profonda l’opening, capace di mettere insieme come pezzi di un puzzle alcuni momenti fondamentali dei protagonisti e l’evoluzione storica dell’uomo che nel corso del Novecento è riuscito, studio dopo studio, sacrificio dopo sacrificio, a volare oltre il cielo e a solcare lo spazio eterno e infinito. Da sottolineare anche la sigla finale che accompagna i titoli di coda dell’ultima puntata, davvero emozionante.
“Un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”.
PlanetES si potrebbe racchiudere così, una vera e propria pietra miliare, più di uno slice of life, più di un semplice anime: è la rappresentazione meglio riuscita dello scorrere della vita, del progredire di quella bestia intelligente che è l’essere umano, dell’evoluzione e dell’eterna curiosità che l’uomo stesso possiede, reo d’una sete implacabile e inarrestabile.
Quando un anime, pur avendo una trama piuttosto semplice e lineare, riesce ad essere memorabile: da una sceneggiatura di Ichiro Okochi (più celebre per aver sceneggiato "Code Geass"), PlanetES è un anime affascinante e interessante, che in maniera mai scontata riesce ad affrontare svariate tematiche. E' giusto invadere lo spazio? Siamo soli in questo universo? Esiste Dio?
Dal taglio assieme fantascientifico e drasticamente realistico, "PlanetES" riesce perfettamente a imporsi come anime sintesi dell'evolversi del gusto fantascientifico nei confronti del XX secolo (da Asimov a Dick a Egan), ma anche come una poderosa critica e riflessione sull'uomo e sul suo destino.
I personaggi sono funzionali e ben descritti, anche quelli "di contorno" (con un'impennata a mio parere nel personaggio di Yuri), e a mio avviso vi è un'ottima analisi delle loro problematiche e dei loro pensieri. Secondo me PlanetEs è un anime quasi perfetto.
Dal taglio assieme fantascientifico e drasticamente realistico, "PlanetES" riesce perfettamente a imporsi come anime sintesi dell'evolversi del gusto fantascientifico nei confronti del XX secolo (da Asimov a Dick a Egan), ma anche come una poderosa critica e riflessione sull'uomo e sul suo destino.
I personaggi sono funzionali e ben descritti, anche quelli "di contorno" (con un'impennata a mio parere nel personaggio di Yuri), e a mio avviso vi è un'ottima analisi delle loro problematiche e dei loro pensieri. Secondo me PlanetEs è un anime quasi perfetto.
PlanetES secondo me è un anime realizzato a opera d'arte. Riesce fin dal primo episodio a renderti partecipe delle esperienze dei protagonisti e delle loro relazioni. Gli scenari sono rappresentati nel dettaglio, sono fantastiche le immagini dello spazio e delle astronavi. Anche la fisica è rispettata ed è perfetto anche l'uso dei termini tecnici nell'ambito aerospaziale: sono i due aspetti che colpiscono fin dall'inizio. Non c'è nulla di veramente fantascientifico, la serie cerca di descrivere un possibile futuro non molto lontano dalla verità. In definitiva trovo PlanetES un ottimo anime davvero poco pubblicizzato, ma di inestimabile valore, appassionante dall'inizio alla fine.
I recenti studi della NASA sulla crescita preoccupante del numero di detriti e spazzatura in orbita con conseguente aumento del rischio di collisione diventarono qualche anno fa una notizia che fece il giro del mondo e suscitò curiosità e stupore. La trama di PlanetES prende spunto da questa notizia immaginando un futuro dove la vita nello spazio è cosa comune e un gruppo di astronauti, purtroppo trattati come umili operai, non uomini veri né tanto meno eroi, si occupa "delle pulizie". La trovo una bellissima idea, molto originale. E' interessante anche l'iperrealismo dell'ambientazione spaziale. Peccato che il tutto finisca qui. Si sono spremuti le meningi per farsi venire questa bella idea, ma poi trovo la trama di una noia e fiacchezza mortali. A metà della serie ho smesso di guardare la serie perché mi ha stufato. Poi ho finito PlanetES tempo dopo, solo perché non avevo di meglio da fare.
Gli episodi sono abbastanza slegati tra loro non c'è attrattiva, non suscitano interesse e voglia di vedere cosa succede dopo. I personaggi non evolvono e dopo qualche puntata diventano noiosi nel loro atteggiamento ripetitivo. Sono decisamente deluso.
Gli episodi sono abbastanza slegati tra loro non c'è attrattiva, non suscitano interesse e voglia di vedere cosa succede dopo. I personaggi non evolvono e dopo qualche puntata diventano noiosi nel loro atteggiamento ripetitivo. Sono decisamente deluso.
Con la regia di Goro Taniguchi, nel 2003 viene trasposto in anime il manga "Planetes" di Makoto Yukimura: un seinen fantascientifico ambientato principalmente nello spazio.
L'anime segue principalmente la storia di due impiegati:Hoshino Hashirota e Tanabe Ai.
Hoshino, che a prima vista sembra un sempliciotto, ha il grande sogno di possedere una nave spaziale, ha grandi capacità, ma è bloccato come impiegato di basso livello nella "mezza sezione" della Technora Corporation, dove raccoglie i detriti dello spazio, lavoro importantissimo, ma sottovalutato. Tanabe invece è una nuova recluta della medesima sezione, caparbia e apparentemente scontrosa, che porterà una ventata d'aria fresca nella sezione e soprattutto nella vita di Hoshino.
L'anime analizza due temi principali: il primo tema è quello del capitalismo mondiale, che nell'anime diviene addirittura universale, il secondo è "semplicemente" l'avventura personale del protagonista, Hoshino. Entrambi i temi vengono esposti simultaneamente in un'armonia incredibilmente perfetta.
Per esporre il problema del capitalismo l'anime utilizza sapientemente il conflitto tra società giganti come la Technora e il Fronte di Difesa Spaziale.
I primi rappresentano i paesi oggi nel nostro pianeta più ricchi, sostenitori del progresso tecnologico atto al proprio sviluppo, mentre i secondi rappresentano i sostenitori dei paesi più poveri, dove le persone sono sempre maltrattate e lasciate a soffrire.
Il secondo tema è incentrato sul viaggio mentale e spirituale di Hoshino attraverso difficoltà e ostacoli che si presentano per lo più all'interno della sua mente.
Ogni singolo episodio della serie è sorprendentemente studiato nei particolari, tutti i dettagli che in un primo momento non sembrano significativi sono utilizzati come parti vitali degli episodi successivi.
Un'altra particolarità di PlanetES è che ritrae la vita nello spazio in modo molto realistico se paragonata all'attuale vita terrestre. La tecnologia non è "iper fantastica" come in altri anime, ma tutto "sembra" alla nostra portata, in altre parole tutto è credibile.
Anche il character design è molto realistico. Tecnicamente è stato fatto un eccelso lavoro, con un'animazione fluida e ricca di dettagli, una computer grafica a mio avviso eccezionale. I colori, le luci e le ombre sono studiati nei particolari, e infine tutto è arricchito da una buona colonna sonora.
L'anime merita molto, pertanto lo consiglio un po' a tutti.
L'anime segue principalmente la storia di due impiegati:Hoshino Hashirota e Tanabe Ai.
Hoshino, che a prima vista sembra un sempliciotto, ha il grande sogno di possedere una nave spaziale, ha grandi capacità, ma è bloccato come impiegato di basso livello nella "mezza sezione" della Technora Corporation, dove raccoglie i detriti dello spazio, lavoro importantissimo, ma sottovalutato. Tanabe invece è una nuova recluta della medesima sezione, caparbia e apparentemente scontrosa, che porterà una ventata d'aria fresca nella sezione e soprattutto nella vita di Hoshino.
L'anime analizza due temi principali: il primo tema è quello del capitalismo mondiale, che nell'anime diviene addirittura universale, il secondo è "semplicemente" l'avventura personale del protagonista, Hoshino. Entrambi i temi vengono esposti simultaneamente in un'armonia incredibilmente perfetta.
Per esporre il problema del capitalismo l'anime utilizza sapientemente il conflitto tra società giganti come la Technora e il Fronte di Difesa Spaziale.
I primi rappresentano i paesi oggi nel nostro pianeta più ricchi, sostenitori del progresso tecnologico atto al proprio sviluppo, mentre i secondi rappresentano i sostenitori dei paesi più poveri, dove le persone sono sempre maltrattate e lasciate a soffrire.
Il secondo tema è incentrato sul viaggio mentale e spirituale di Hoshino attraverso difficoltà e ostacoli che si presentano per lo più all'interno della sua mente.
Ogni singolo episodio della serie è sorprendentemente studiato nei particolari, tutti i dettagli che in un primo momento non sembrano significativi sono utilizzati come parti vitali degli episodi successivi.
Un'altra particolarità di PlanetES è che ritrae la vita nello spazio in modo molto realistico se paragonata all'attuale vita terrestre. La tecnologia non è "iper fantastica" come in altri anime, ma tutto "sembra" alla nostra portata, in altre parole tutto è credibile.
Anche il character design è molto realistico. Tecnicamente è stato fatto un eccelso lavoro, con un'animazione fluida e ricca di dettagli, una computer grafica a mio avviso eccezionale. I colori, le luci e le ombre sono studiati nei particolari, e infine tutto è arricchito da una buona colonna sonora.
L'anime merita molto, pertanto lo consiglio un po' a tutti.
PlanetES potrebbe essere definito come un anime dalle molteplici tematiche trattate. È un mix di generi slice of life, sentimentale, psicologico, drammatico, commedia, azione, fantascienza - anche se di fantascienza ha solo il fatto di catalogarsi in un futuro prossimo, probabilmente.
Il tutto è amalgamato magnificamente, rendendo la storia piena di colpi di scena, di voglia di saperne di più, risultando così vario da non contemplare nemmeno la parola "ripetitivo".
In un futuro dove i rifiuti spaziali sono divenuti un problema drammaticamente serio, gli "spazzini dello spazio", facenti parte della sezione detriti (spregiativamente soprannominata "mezza sezione" dalle altre sezioni) hanno un incarico di importanza fondamentale per la sicurezza dei viaggi spaziali: tenere lo spazio pulito in modo da garantire che neanche un bullone possa recare danno a un velivolo.
Ma non tutto filerà liscio durante il lavoro di spazzino. Tra sotterfugi politici e interessi personali i protagonisti si ritroveranno invischiati in situazioni più grandi di loro.
I personaggi che incontreremo in questa piccola avventura saranno caratterizzati da passioni bizzarre, passati tumultuosi, e da alcuni amori che sbocceranno senza che neanche se ne accorgano. I colpi di scena avverranno quando meno ce lo aspettiamo e molti segreti verranno svelati, concedendoci quindi un finale senza lasciare l'amaro in bocca.
Tecnicamente questo anime è una gioia per gli occhi, i dettagli sono ovunque: basti guardare con quanta cura sono ricreati macchinari, congegni elettronici, o anche i semplici paesaggi come quello lunare. L'audio è altrettanto appagante, con musiche di fondo azzeccate e sigle iniziali e finali di tutto rispetto.
PlanetES è un anime che si lascia guardare con piacere, tanto da "temere" in un certo senso l'ultimo episodio - in senso positivo, s'intende. Lo consiglio caldamente a chiunque sia appassionato di anime in generale, sarebbe un vero peccato accantonarlo.
Il tutto è amalgamato magnificamente, rendendo la storia piena di colpi di scena, di voglia di saperne di più, risultando così vario da non contemplare nemmeno la parola "ripetitivo".
In un futuro dove i rifiuti spaziali sono divenuti un problema drammaticamente serio, gli "spazzini dello spazio", facenti parte della sezione detriti (spregiativamente soprannominata "mezza sezione" dalle altre sezioni) hanno un incarico di importanza fondamentale per la sicurezza dei viaggi spaziali: tenere lo spazio pulito in modo da garantire che neanche un bullone possa recare danno a un velivolo.
Ma non tutto filerà liscio durante il lavoro di spazzino. Tra sotterfugi politici e interessi personali i protagonisti si ritroveranno invischiati in situazioni più grandi di loro.
I personaggi che incontreremo in questa piccola avventura saranno caratterizzati da passioni bizzarre, passati tumultuosi, e da alcuni amori che sbocceranno senza che neanche se ne accorgano. I colpi di scena avverranno quando meno ce lo aspettiamo e molti segreti verranno svelati, concedendoci quindi un finale senza lasciare l'amaro in bocca.
Tecnicamente questo anime è una gioia per gli occhi, i dettagli sono ovunque: basti guardare con quanta cura sono ricreati macchinari, congegni elettronici, o anche i semplici paesaggi come quello lunare. L'audio è altrettanto appagante, con musiche di fondo azzeccate e sigle iniziali e finali di tutto rispetto.
PlanetES è un anime che si lascia guardare con piacere, tanto da "temere" in un certo senso l'ultimo episodio - in senso positivo, s'intende. Lo consiglio caldamente a chiunque sia appassionato di anime in generale, sarebbe un vero peccato accantonarlo.
La prima volta che ho letto la trama di Planetes quello che ho pensato credo sia stato più o meno questo: "Netturbini spaziali che raccolgono detriti ai limiti del cosmo? No grazie, passo". E in effetti dopo aver visto tutti e ventisei gli episodi che compongono la serie posso tranquillamente affermare che la mia prima impressione riguardo la storia di quest'anime era corretta: gente che raccoglie spazzatura, né più né meno.
Certo qualche avvenimento movimentato che scuote la routine giornaliera dei protagonisti è presente, però si tratta perlopiù di eventi sporadici, sparsi qua e là a ravvivare l'attenzione degli spettatori più indolenti.
Come avrete già capito si tratta di una serie dal ritmo piuttosto lento, senza effetti speciali o chissà quali colpi di scena, e tuttavia queste componenti, amalgamate alla perfezione con un ottimo cast di personaggi, rendono la visione di Planetes piacevole ed entusiasmante in ogni momento, cosicché il termine di un episodio vi spinga inevitabilmente a desiderare di visionare al più presto il successivo.
In particolare ciò che contribuisce in maggior misura a questa "avidità audiovisiva" è senza dubbio la fantastica caratterizzazione dei personaggi: dal testardo e un po' infantile Hachimaki che sogna di possedere una nave spaziale tutta sua, all'altrettanto caparbia Ai con la sua commovente, e a tratti ingenua, idea dell'amore; dal silenzioso Yuri che sembra avere una ragione ben precisa per vagare nello spazio, all'indomita Fee, capitana della DS-12, la nave raccogli-rifiuti.
E certo non si possono dimenticare i numerosi personaggi secondari, alcuni veramente strepitosi, senza i quali Planetes non sarebbe quello che è.
Ma il fascino di quest'anime non termina certo qui. Che senso avrebbe infatti un'ambientazione spaziale senza un comparto grafico degno di questo nome? E che altro aggettivo usare per definire il design dei personaggi se non sublime? Sublime anche perché sia i volti di ogni singola persona sia ogni singolo "aggeggio" tecnologico che fanno la loro comparsa nella serie sono disegnati in maniera così realistica da far strabuzzare gli occhi dalla meraviglia. E questo è senza dubbio un altro grande pregio di quest'anime: il realismo.
Realismo nel senso che gli ambienti in cui si muovono i protagonisti di Planetes, le tecnologie che usano sono perfettamente plausibili. Noi ora questa la chiamiamo fantascienza, ma in un futuro non poi così lontano potrebbe non esserlo più.
Anche il comparto audio fa la sua figura, accompagnando degnamente lo svolgersi della trama e a volte addirittura divenendo protagonista: su tutti il bel brano "A secret of the moon", presente in diversi episodi.
E inoltre come non ricordare le due stupende sigle, in particolare quella iniziale che in poco più di un minuto ci mostra la corsa verso lo spazio sostenuta dall'umanità, e il fantastico doppiaggio italiano, uno dei migliori che abbia mai sentito.
L'unica pecca sta nel fatto che l'audio sia in dolby digital 2.0 e questo occasionalmente si fa sentire un po' troppo, comunque nel complesso è più che buono.
Per concludere, due parole sull'edizione.
La Beez Entertainment ci porta in Europa l'intera serie suddivisa in sei DVD (che comunque si trovano venduti in blocco al prezzo di un normale box), con audio dolby digital 2.0 e sottotitoli in diverse lingue (esiste un'unica edizione per il territorio europeo) e qualche contenuto extra. Indubbiamente i più interessanti sono i commenti agli episodi fatti dal regista, alcuni doppiatori e altre persone di cui or ora non mi ricordo il ruolo nella produzione. Interessanti certo, ma soprattutto divertenti: all'inizio ero persino indeciso se guardarli o meno, poi quando sono finiti avrei voluto ce ne fossero ancora. Peccato siano solo sette.
Beh, che ci fate ancora qui? Correte subito a guardarvi Planetes!
Certo qualche avvenimento movimentato che scuote la routine giornaliera dei protagonisti è presente, però si tratta perlopiù di eventi sporadici, sparsi qua e là a ravvivare l'attenzione degli spettatori più indolenti.
Come avrete già capito si tratta di una serie dal ritmo piuttosto lento, senza effetti speciali o chissà quali colpi di scena, e tuttavia queste componenti, amalgamate alla perfezione con un ottimo cast di personaggi, rendono la visione di Planetes piacevole ed entusiasmante in ogni momento, cosicché il termine di un episodio vi spinga inevitabilmente a desiderare di visionare al più presto il successivo.
In particolare ciò che contribuisce in maggior misura a questa "avidità audiovisiva" è senza dubbio la fantastica caratterizzazione dei personaggi: dal testardo e un po' infantile Hachimaki che sogna di possedere una nave spaziale tutta sua, all'altrettanto caparbia Ai con la sua commovente, e a tratti ingenua, idea dell'amore; dal silenzioso Yuri che sembra avere una ragione ben precisa per vagare nello spazio, all'indomita Fee, capitana della DS-12, la nave raccogli-rifiuti.
E certo non si possono dimenticare i numerosi personaggi secondari, alcuni veramente strepitosi, senza i quali Planetes non sarebbe quello che è.
Ma il fascino di quest'anime non termina certo qui. Che senso avrebbe infatti un'ambientazione spaziale senza un comparto grafico degno di questo nome? E che altro aggettivo usare per definire il design dei personaggi se non sublime? Sublime anche perché sia i volti di ogni singola persona sia ogni singolo "aggeggio" tecnologico che fanno la loro comparsa nella serie sono disegnati in maniera così realistica da far strabuzzare gli occhi dalla meraviglia. E questo è senza dubbio un altro grande pregio di quest'anime: il realismo.
Realismo nel senso che gli ambienti in cui si muovono i protagonisti di Planetes, le tecnologie che usano sono perfettamente plausibili. Noi ora questa la chiamiamo fantascienza, ma in un futuro non poi così lontano potrebbe non esserlo più.
Anche il comparto audio fa la sua figura, accompagnando degnamente lo svolgersi della trama e a volte addirittura divenendo protagonista: su tutti il bel brano "A secret of the moon", presente in diversi episodi.
E inoltre come non ricordare le due stupende sigle, in particolare quella iniziale che in poco più di un minuto ci mostra la corsa verso lo spazio sostenuta dall'umanità, e il fantastico doppiaggio italiano, uno dei migliori che abbia mai sentito.
L'unica pecca sta nel fatto che l'audio sia in dolby digital 2.0 e questo occasionalmente si fa sentire un po' troppo, comunque nel complesso è più che buono.
Per concludere, due parole sull'edizione.
La Beez Entertainment ci porta in Europa l'intera serie suddivisa in sei DVD (che comunque si trovano venduti in blocco al prezzo di un normale box), con audio dolby digital 2.0 e sottotitoli in diverse lingue (esiste un'unica edizione per il territorio europeo) e qualche contenuto extra. Indubbiamente i più interessanti sono i commenti agli episodi fatti dal regista, alcuni doppiatori e altre persone di cui or ora non mi ricordo il ruolo nella produzione. Interessanti certo, ma soprattutto divertenti: all'inizio ero persino indeciso se guardarli o meno, poi quando sono finiti avrei voluto ce ne fossero ancora. Peccato siano solo sette.
Beh, che ci fate ancora qui? Correte subito a guardarvi Planetes!
Nel corso del XXI secolo l'uomo conquista lo spazio. Esistono voli spaziali, una città è stata costruita sulla Luna, le spedizioni con persone sono giunte fino a Marte, ma c'è un problema: i detriti spaziali. La premessa della serie PlanetES è esattamente questa: un incidente provocato da un detrito spaziale che fa cambiare rotta nei piani dell'uomo per la conquista dello spazio.
La serie, in 26 episodi, sviluppa in modo differente e con contenuti aggiunti la serie manga di Makoto Yakimura, grazie al lavoro di Yoshitaka Kawaguchi, produttore dell'anime, e alla regia di Gorō Taniguchi. Nel corso degli episodi non viene sviluppata una singola trama, ma si delinea quello che si presenta essere un futuro verosimile. Il tutto ovviamente gira attorno ad una serie di personaggi che saranno i protagonisti.
Si può dire che la serie è divisa in due parti. La prima molto più lunga, dove vengono presentati i protagonisti e dove vengono affrontate diverse tematiche universali, come la morte, il fumo, la solitudine, l'amore ecc. A volte gli argomenti sono trattati in modo ingenuo e la risoluzione di qualche episodio risulta un po' forzata, ma il vero punto forte della serie non è la trama, come già detto, ma i personaggi.
La seconda parte della serie, invece, affronta in modo definitivo una tematica che viene a formarsi pian piano nel corso degli episodi precedenti, cioè il problema del divario tra la ricchezza dei paesi del Primo Mondo e quella dei Paesi più poveri, con tutte le conseguenza che questo porta. Le tesi politiche sollevate sono molto realistiche e anche molto attuali, sebbene le vicende narrate siano ambientate dal 2075 al 2080 circa.
In realtà si scorge una tematica che fa da filo conduttore a tutta la serie. Riguarda la solitudine dell'uomo, o meglio il modo di combatterla. Il cosmo è il luogo della solitudine assoluta e tanti dei personaggi che accompagnano i protagonisti, ma anche tra questi qualcuno ne è colpito, affrontano o non riescono ad affrontare questa situazione. La continua ricerca di un appiglio diventa quindi il modo di combattere questa terribile minaccia che grava sulle spalle di ogni astronauta. Un po' come quando i personaggi afferrano le apposite maniglie, mentre “camminano” nelle astronavi o nelle stazioni spaziali in assenza di gravità, dettaglio che è evidenziato in moltissimi momenti nel corso dell'anime, come fosse una trasposizione concreta di quello che gli autori vogliono dire.
Parlando dell'ambientazione si può dire con fermezza che la serie ha un rispetto della realtà incredibile. Sebbene si parli e vengano mostrate delle tecnologie molto avanzate, il tutto risulta verosimile, considerando che molte volte ci sono delle spiegazioni scientifiche che accompagnano le immagini. Inoltre, un cura quasi maniacale per quanto riguarda i meccanismi dei mezzi spaziali non fa che aumentare il livello di gradimento per i fanatici, ma anche per chi si avvicina al prodotto per semplice curiosità.
Per quanto riguarda le questioni tecniche il lavoro di sceneggiatura è ottima. Una caratterizzazione molto realistica e mai banale, con una costruzione dei dialoghi tanto genuina da poter quasi definire la serie come uno slice of life ambientato nello spazio. Anche il sonoro è ottimo e, paradossalmente, un dettaglio non indifferente è l'assenza di suoni nel vuoto.
Le animazioni sono di altissimo livello, anche se non c'è praticamente mai tanta azione, ma nei momenti in cui c'è, la realtà prende il sopravvento e il risultato a livello visivo è straordinario. Infine, un accenno sul doppiaggio italiano è doveroso. La scelta del cast è azzeccatissima e ogni personaggio ha una voce che calza perfettamente sulla figura.
Tutto questo fa di PlanetES un must imperdibile.
La serie, in 26 episodi, sviluppa in modo differente e con contenuti aggiunti la serie manga di Makoto Yakimura, grazie al lavoro di Yoshitaka Kawaguchi, produttore dell'anime, e alla regia di Gorō Taniguchi. Nel corso degli episodi non viene sviluppata una singola trama, ma si delinea quello che si presenta essere un futuro verosimile. Il tutto ovviamente gira attorno ad una serie di personaggi che saranno i protagonisti.
Si può dire che la serie è divisa in due parti. La prima molto più lunga, dove vengono presentati i protagonisti e dove vengono affrontate diverse tematiche universali, come la morte, il fumo, la solitudine, l'amore ecc. A volte gli argomenti sono trattati in modo ingenuo e la risoluzione di qualche episodio risulta un po' forzata, ma il vero punto forte della serie non è la trama, come già detto, ma i personaggi.
La seconda parte della serie, invece, affronta in modo definitivo una tematica che viene a formarsi pian piano nel corso degli episodi precedenti, cioè il problema del divario tra la ricchezza dei paesi del Primo Mondo e quella dei Paesi più poveri, con tutte le conseguenza che questo porta. Le tesi politiche sollevate sono molto realistiche e anche molto attuali, sebbene le vicende narrate siano ambientate dal 2075 al 2080 circa.
In realtà si scorge una tematica che fa da filo conduttore a tutta la serie. Riguarda la solitudine dell'uomo, o meglio il modo di combatterla. Il cosmo è il luogo della solitudine assoluta e tanti dei personaggi che accompagnano i protagonisti, ma anche tra questi qualcuno ne è colpito, affrontano o non riescono ad affrontare questa situazione. La continua ricerca di un appiglio diventa quindi il modo di combattere questa terribile minaccia che grava sulle spalle di ogni astronauta. Un po' come quando i personaggi afferrano le apposite maniglie, mentre “camminano” nelle astronavi o nelle stazioni spaziali in assenza di gravità, dettaglio che è evidenziato in moltissimi momenti nel corso dell'anime, come fosse una trasposizione concreta di quello che gli autori vogliono dire.
Parlando dell'ambientazione si può dire con fermezza che la serie ha un rispetto della realtà incredibile. Sebbene si parli e vengano mostrate delle tecnologie molto avanzate, il tutto risulta verosimile, considerando che molte volte ci sono delle spiegazioni scientifiche che accompagnano le immagini. Inoltre, un cura quasi maniacale per quanto riguarda i meccanismi dei mezzi spaziali non fa che aumentare il livello di gradimento per i fanatici, ma anche per chi si avvicina al prodotto per semplice curiosità.
Per quanto riguarda le questioni tecniche il lavoro di sceneggiatura è ottima. Una caratterizzazione molto realistica e mai banale, con una costruzione dei dialoghi tanto genuina da poter quasi definire la serie come uno slice of life ambientato nello spazio. Anche il sonoro è ottimo e, paradossalmente, un dettaglio non indifferente è l'assenza di suoni nel vuoto.
Le animazioni sono di altissimo livello, anche se non c'è praticamente mai tanta azione, ma nei momenti in cui c'è, la realtà prende il sopravvento e il risultato a livello visivo è straordinario. Infine, un accenno sul doppiaggio italiano è doveroso. La scelta del cast è azzeccatissima e ogni personaggio ha una voce che calza perfettamente sulla figura.
Tutto questo fa di PlanetES un must imperdibile.
Sotto molti aspetti è un anime interessante, tratta tematiche inusuali ma allo stesso tempo concrete, visto che il problema dei detriti spaziali è reale. L'altro punto forte della serie è la caratterizzazione dei personaggi, infatti ognuno di essi ha i propri demoni da affrontare, però da ciò sorge un inconveniente, quando si raggiunge la fine della serie ormai si conoscono i personaggi quindi le ultime puntate risultano scontate. L'apice sarà il finale, un tipico "e vissero felici e contenti" che sembra quasi risultare incoerente con il resto della serie.
Non è una serie che sconsiglio, però penso che ci siano titoli più interessanti e forse meno scontati.
Non è una serie che sconsiglio, però penso che ci siano titoli più interessanti e forse meno scontati.
Planetes è assolutamente un capolavoro. Per me è tale perché reputo che quest'anime descriva la vita nello spazio meglio dei film o telefilm incentrati su questo tema. Poi la storia d'amore tra Hachimaki e Tanabe penso che sia di una profondità unica; disegni bellissimi, che ricreano realisticamente lo spazio e il suo mondo e poi rappresenta perfettamente i problemi che un astronauta può incontrare a stare troppo tempo nello spazio (es. il cancro). Unica nota negativa che forse c'è a mio avviso è la ragazza selenita Nono, che secondo me è una pura invenzione dell'autore. In definitiva, è assolutamente consigliato.
REALISMO, questa è la parola chiave di quest'anime, la stessa che ti induce a vederlo fino in fondo anche se ODI il genere fantascienza, perché qui c'è scienza, ma di "fanta" c'è ben poco, tutto è congegnato in maniera così verosimile che non metteresti in dubbio niente di quello che ritrovi in questa splendida opera. Non fatevi però trarre in inganno da questa parola, poiché questa produzione gode di una scorrevolezza comune a davvero pochissimi anime, niente episodi filler, tutto scorre in maniera decisa ma ben dettagliata, trama affatto scontata e disegni fuori dalla media fanno di questo anime una decisa ventata di freschezza e di vero piacere per l'anima.
Doppiaggio in italiano davvero notevole, disegni dettagliati e movimenti curatissimi contribuiscono a rendere la visione davvero un'esperienza notevole e gratificante, e l'ottima trama ti tiene incollato allo schermo fintanto che non crolli distrutto. Tanto per darvi un'idea del realismo, sappiate che nello spazio aperto non si sentono suoni!
In mezzo a tutto c'è anche una storia d'amore, mai scontata e comunque ben congenata, tutti i personaggi sono caratterizzati magnificamente e ognuno si distingue dagli altri.
Lo consiglierei davvero a tutti, sia che siate amanti del sentimentale e della fantascienza, sia che siate amanti anche di uno solo di questi aspetti, ma a quelli che di fantascienza non vogliono proprio sentir parlare dico: vedetelo e mi ringrazierete! Buona visione, lo sarà di certo!
Voto personale: 9.5
Doppiaggio in italiano davvero notevole, disegni dettagliati e movimenti curatissimi contribuiscono a rendere la visione davvero un'esperienza notevole e gratificante, e l'ottima trama ti tiene incollato allo schermo fintanto che non crolli distrutto. Tanto per darvi un'idea del realismo, sappiate che nello spazio aperto non si sentono suoni!
In mezzo a tutto c'è anche una storia d'amore, mai scontata e comunque ben congenata, tutti i personaggi sono caratterizzati magnificamente e ognuno si distingue dagli altri.
Lo consiglierei davvero a tutti, sia che siate amanti del sentimentale e della fantascienza, sia che siate amanti anche di uno solo di questi aspetti, ma a quelli che di fantascienza non vogliono proprio sentir parlare dico: vedetelo e mi ringrazierete! Buona visione, lo sarà di certo!
Voto personale: 9.5
Io devo fare una premessa, ho guardato questo anime in un momento in cui non sapevo cosa guardare e ho detto: "Sì, questo!" perché su Animeclick ho trovato una fioccata di 10 da far paura, tuttavia memore del trauma "La voce delle stelle", che mi deluse profondamente nonostante i 10 fioccanti, ho preso l'anime con le pinze. E sono comunque rimasta fregata. Il mio ad onor del vero è un 7 e mezzo che raggiunge l'8 in alcuni punti, ma che complessivamente e tenuto conto il finale precipita ad un sei scarso che arrotondo per gentilezza a 7.
Veniamo alla "toccante" trama, sì è commovente ed originale, non abbiamo davanti a noi i paladini della legge ma degli spazzini galattici, una squadra bistrattatissima e con parecchi elementi seriamente complessati, il che rende tutto più intenso sul piano introspettivo. Sono umani, intensi, non fatti con lo stampino, anche se di primo acchito appaiono nella norma dei "qualunque", solo se analizzati mostrano la realtà di come sono sotto la superficie e tutti loro hanno qualcosa da dire, dei drammi e dei demoni da affrontare. Questa cosa mi ha preso molto ed è il motivo per cui dopo lo scetticismo iniziale ho proseguito a spron battuto.
Le puntate ci guidavano seguendo l'inserimento del nuovo componente della mezza-sezione (la sezione detriti), Ai Tanabe, a conoscere via via i segreti dei vari membri a causa del suo smodato altruismo buonista (che tocca picchi di intensa demenza, eccessivo anche per un anime demenziale e tecnicamente questo non lo sarebbe) e per via di intrecci ilari in situazioni atipiche. Come co-protagonista seguiamo Hachi (Hachimachi), lo scorbutico patner operativo di Ai, nonché amato/ammirato mentore/senpai/etc, lui è il nodone introspettivo numero uno, ha tantissimo da dire ma non parla mai di sé ed ha un sacco di casini psicologici e non, alcuni dei quali lo porteranno all'apatia e da cui potrà uscire solo grazie al carattere assolutamente opposto di Ai.
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
Purtroppo la storia parte con spezzoni di eventi che capitano alla mezza-sezione in parallelo con l'inserimento di Ai, fino all'arrivo di una trama che conduce fino alla fine della serie e demolisce tutto quanto. Le logiche di introspezione diventano assurde, Tanabe affronta in modo ridicolo la questione viaggio della durata di 7-8 anni luce cui Hachi non intende rinunciare per lei, i drammi psicologici cambiano forma e si decide di introdurre il crollo psicologico dell'ex di Hachi che passa dall'essere l'arrivista convinta a fare la terrorista, il tutto senza spiegare il passaggio psicologico in modo chiaro. Lei è sempre consapevole delle situazioni "sociopolitiche" della società eppure ad un certo punto crolla, senza che ci venga mostrata la progressione.
Lo stesso succede all'analisi degli altri membri della squadra, vanno in nicchia, nell'angolo. Dopo la loro analisi vengono eclissati, ci si incentra sul pezzo di trama di Hachi e co. e tutto viene offuscato e la tanto toccante analisi interpersonale va a ramengo in favore di un'analisi che tiene poco conto del prima e si incentra su una ed una sola psicosi di Hachi, che poteva anche essere un buono spunto, ma se trattato bene e non alla cavolo.
Insomma, una tristezza infinita, si fa fatica a finirlo questo anime.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Sul profilo tecnico niente di divino ma niente di male nemmeno, le musiche sono orecchiabili, non eccezionali, i disegni abbastanza fluidi; reso molto bene il concetto di abisso/spazio, con inquadrature e dettagli ben fatti. I personaggi sono decentemente realizzati e il movimento, soprattutto quello tecnico, è reso davvero egregiamente.
Insomma, che dire, un 7 lo tira a casa, ma non un 11 e non un 10, ha delle falle questa serie, tante falle, perde il suo intreccio narrativo cambiandolo oltre la metà, perde il suo punto di forza che è la globale analisi dei rapporti e delle psicologie ed il finale scontato e pietoso dove Tanabe dimostra carattere zero potevano anche evitarselo.
Non mi sento di sconsigliarlo, questo no, ma nemmeno di consigliarlo caldamente.
Veniamo alla "toccante" trama, sì è commovente ed originale, non abbiamo davanti a noi i paladini della legge ma degli spazzini galattici, una squadra bistrattatissima e con parecchi elementi seriamente complessati, il che rende tutto più intenso sul piano introspettivo. Sono umani, intensi, non fatti con lo stampino, anche se di primo acchito appaiono nella norma dei "qualunque", solo se analizzati mostrano la realtà di come sono sotto la superficie e tutti loro hanno qualcosa da dire, dei drammi e dei demoni da affrontare. Questa cosa mi ha preso molto ed è il motivo per cui dopo lo scetticismo iniziale ho proseguito a spron battuto.
Le puntate ci guidavano seguendo l'inserimento del nuovo componente della mezza-sezione (la sezione detriti), Ai Tanabe, a conoscere via via i segreti dei vari membri a causa del suo smodato altruismo buonista (che tocca picchi di intensa demenza, eccessivo anche per un anime demenziale e tecnicamente questo non lo sarebbe) e per via di intrecci ilari in situazioni atipiche. Come co-protagonista seguiamo Hachi (Hachimachi), lo scorbutico patner operativo di Ai, nonché amato/ammirato mentore/senpai/etc, lui è il nodone introspettivo numero uno, ha tantissimo da dire ma non parla mai di sé ed ha un sacco di casini psicologici e non, alcuni dei quali lo porteranno all'apatia e da cui potrà uscire solo grazie al carattere assolutamente opposto di Ai.
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
Purtroppo la storia parte con spezzoni di eventi che capitano alla mezza-sezione in parallelo con l'inserimento di Ai, fino all'arrivo di una trama che conduce fino alla fine della serie e demolisce tutto quanto. Le logiche di introspezione diventano assurde, Tanabe affronta in modo ridicolo la questione viaggio della durata di 7-8 anni luce cui Hachi non intende rinunciare per lei, i drammi psicologici cambiano forma e si decide di introdurre il crollo psicologico dell'ex di Hachi che passa dall'essere l'arrivista convinta a fare la terrorista, il tutto senza spiegare il passaggio psicologico in modo chiaro. Lei è sempre consapevole delle situazioni "sociopolitiche" della società eppure ad un certo punto crolla, senza che ci venga mostrata la progressione.
Lo stesso succede all'analisi degli altri membri della squadra, vanno in nicchia, nell'angolo. Dopo la loro analisi vengono eclissati, ci si incentra sul pezzo di trama di Hachi e co. e tutto viene offuscato e la tanto toccante analisi interpersonale va a ramengo in favore di un'analisi che tiene poco conto del prima e si incentra su una ed una sola psicosi di Hachi, che poteva anche essere un buono spunto, ma se trattato bene e non alla cavolo.
Insomma, una tristezza infinita, si fa fatica a finirlo questo anime.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Sul profilo tecnico niente di divino ma niente di male nemmeno, le musiche sono orecchiabili, non eccezionali, i disegni abbastanza fluidi; reso molto bene il concetto di abisso/spazio, con inquadrature e dettagli ben fatti. I personaggi sono decentemente realizzati e il movimento, soprattutto quello tecnico, è reso davvero egregiamente.
Insomma, che dire, un 7 lo tira a casa, ma non un 11 e non un 10, ha delle falle questa serie, tante falle, perde il suo intreccio narrativo cambiandolo oltre la metà, perde il suo punto di forza che è la globale analisi dei rapporti e delle psicologie ed il finale scontato e pietoso dove Tanabe dimostra carattere zero potevano anche evitarselo.
Non mi sento di sconsigliarlo, questo no, ma nemmeno di consigliarlo caldamente.
Bellissimo anime. Ogni puntata ti rende partecipe di tutte quelle vicende che se anche fanno parte del futuro non si discostano per niente dalla nostra vita quotidiana (tranne che per il semplice fatto che noi non viviamo nello spazio).
Molto profondo, fa riflettere molto su tante cose, sulla propria vita, sulle proprie condizioni esistenziali e sulla società in cui viviamo, è molto carico di emozioni che non vengono spiattellate con banalità, anzi, vengono introdotte con molta cura e senza mai esagerare. Molto fluido, alla fine di ogni puntata corri subito a cliccare la successiva.
Molto profondo, fa riflettere molto su tante cose, sulla propria vita, sulle proprie condizioni esistenziali e sulla società in cui viviamo, è molto carico di emozioni che non vengono spiattellate con banalità, anzi, vengono introdotte con molta cura e senza mai esagerare. Molto fluido, alla fine di ogni puntata corri subito a cliccare la successiva.
Ho visto questa serie prima di leggere il manga. Inizialmente mi ha lasciato interdetto: dopo i primi 2-3 episodi credevo che non parlasse di niente e che l'autore fosse già a corto di idee ancor prima di cominciare. Fortunatamente mi sono sbagliato... sbagliato di molto.
Questa è una delle serie animate più belle e profonde che siano mai state girate. Il ritmo della trama è lento, ma scorre addosso dolcemente, lasciando, episodio dopo episodio, una traccia indelebile. Traccia che riaffiora alla fine, lasciando lo spettatore in uno stato di appagata commozione. È molto difficile trovare nel suo genere un anime che riesca a reggere il confronto.
Il carattere dei personaggi è stato definito con particolare attenzione anche in riferimento alle tematiche trattate. Questo dà modo di valutare ogni tematica dai diversi punti di vista di ogni character. La grafica non è niente di eccelso, ma comunque di buon livello.
Lo consiglio caldamente, sia l'anime che il manga.
Questa è una delle serie animate più belle e profonde che siano mai state girate. Il ritmo della trama è lento, ma scorre addosso dolcemente, lasciando, episodio dopo episodio, una traccia indelebile. Traccia che riaffiora alla fine, lasciando lo spettatore in uno stato di appagata commozione. È molto difficile trovare nel suo genere un anime che riesca a reggere il confronto.
Il carattere dei personaggi è stato definito con particolare attenzione anche in riferimento alle tematiche trattate. Questo dà modo di valutare ogni tematica dai diversi punti di vista di ogni character. La grafica non è niente di eccelso, ma comunque di buon livello.
Lo consiglio caldamente, sia l'anime che il manga.
Tanti voti, una media altissima. “Planetes” mette d’accordo quasi tutti. In una parola sola: capolavoro.
Fantascienza - reale. L’ossimoro spiega bene questa meravigliosa serie, certamente la migliore degli anni Zero, ambientata nel 2075 ma in un futuro più che plausibile senza eccessi appunto fantascientifici.
Protagonista una squadra di spazzini dello spazio, di raccoglitori di detriti. La vicenda ruota in particolare modo su due personaggi: Hachi e Tanabe. Lei, bisogna dirlo, eccessivamente dolce, gentile, etica: forse unico difetto dell’anime.
Attraverso le loro vite, il loro lavoro vengono affrontati grandi temi: forza e debolezza degli essere umani, ambizione e solidarietà, desiderio di essere liberi e famiglia, morte, terrorismo, terzo mondo. Il rapporto dell’uomo con lo spazio e dallo spazio con la Terra.
Astronauti come navigatori che non riescono fare a meno del mare, della voglia di avventura anche a scapito dei sentimenti.
C’è tanto nelle 26 puntate della serie, che decolla a metà circa, ma appassiona già nella prima parte con episodi autoconclusivi ma importanti. Ottima la riproduzione degli ambienti, delle astronavi. Su tutto domina un colore tenue gradevolissimo. Molta bella la opening "Dive in the sky".
Poesia fantascientifica che colpisce per la sua realtà ed emoziona, commuove, lascia il segno. Se non è 10, quasi.
Fantascienza - reale. L’ossimoro spiega bene questa meravigliosa serie, certamente la migliore degli anni Zero, ambientata nel 2075 ma in un futuro più che plausibile senza eccessi appunto fantascientifici.
Protagonista una squadra di spazzini dello spazio, di raccoglitori di detriti. La vicenda ruota in particolare modo su due personaggi: Hachi e Tanabe. Lei, bisogna dirlo, eccessivamente dolce, gentile, etica: forse unico difetto dell’anime.
Attraverso le loro vite, il loro lavoro vengono affrontati grandi temi: forza e debolezza degli essere umani, ambizione e solidarietà, desiderio di essere liberi e famiglia, morte, terrorismo, terzo mondo. Il rapporto dell’uomo con lo spazio e dallo spazio con la Terra.
Astronauti come navigatori che non riescono fare a meno del mare, della voglia di avventura anche a scapito dei sentimenti.
C’è tanto nelle 26 puntate della serie, che decolla a metà circa, ma appassiona già nella prima parte con episodi autoconclusivi ma importanti. Ottima la riproduzione degli ambienti, delle astronavi. Su tutto domina un colore tenue gradevolissimo. Molta bella la opening "Dive in the sky".
Poesia fantascientifica che colpisce per la sua realtà ed emoziona, commuove, lascia il segno. Se non è 10, quasi.
Anime veramente stupendo. Mi sono avvicinato a questo anime per caso mentre stavo cercando una nuova serie da visionare nelle serate piovose, vedendo tutte le recensioni molto positive ho deciso di tuffarmi e vederlo. L'inizio è molto lento, tanti piccoli episodi molto ben strutturati ma auto conclusivi, ogni episodio contiene però un piccolo frammento narrativo che andrà poi a creare la trama principale trattata appieno verso gli ultimi episodi della serie. Come detto la serie parte lenta e ciò potrebbe scoraggiare chi si aspetta un anime d'azione ambientato nello spazio o simile perché questo non lo è e non vuole esserlo. L'autore cerca di estromettere ogni esagerazione fantascientifica per rimanere in un ambiente futuristico possibile. Episodio dopo episodio si inizia ad amare i personaggi che sono ben caratterizzati e mai banali o prevedibili. Le musiche sono magnifiche a partire dalla sigla d'apertura che a parer mio è una delle migliori che abbia mai visto in un anime e forse l'unica che mi sia fermato a vedere prima di iniziare ogni episodio. Il disegno è eccezionale e da il suo meglio nei dettagli meccanici di astronavi e stazioni spaziali che hanno un aria quasi reale. Sono trattati argomenti molto significativi come la politica economica, l'estraniamento dalla società, il terrorismo, la difficoltà dei paesi in via di sviluppo e l'amicizia mai in modo banale o superficiale. In conclusione un anime veramente magnifico ma che passa in sordina magari perché troppo serio e realistico in un periodo dove l'esagerazione e la banalità piacciono di più.
Sono rimasto davvero sorpreso da questo anime, assolutamente una perla dell'animazione degli ultimi anni.
Tratto dall'ottimo manga, suo omonimo, racconta le gesta di un gruppo di raccoglitori di detriti nello spazio, in un futuro non troppo lontano decisamente realistico in tutto e per tutto.
Questa è stata, parer mio, una delle prime scelte azzeccate nella storia, visto che si è fatto riferimento non all'eccellenza, ma piuttosto all'enfatizzazione del ruolo fondamentale di chi lavora dietro le quinte e che non sempre viene apprezzato come si dovrebbe.
I personaggi sono ottimamente caratterizzati, finanche gli oggetti materiali entrano a far parte dei protagonisti. La DS12, poi ribattezzata ToyBox, o il capolavoro dell'industria aerospaziale, la Von Braun, sono delle entità a sé, portatrici di gioie e dolori.
Nel corso delle 26 puntate più che lo sviluppo di una storia che mira ad un finale ben preciso, ci appassioneremo sempre più alle vicende dei numerosi protagonisti. Queste ci coinvolgeranno trattando temi più e meno impegnati che spaziano dalla semplice convivenza di un gruppo di colleghi, all'amicizia; dall'annoso problema del fumo al ben più assillante problema del terrorismo, fino alla riflessione sulle conseguenze dell'eccessiva evoluzione tecnologica, con i suoi pro e i suoi contro.
L'animazione è decisamente ben curata, la colonna sonora si sposa alla perfezione con ogni singola scena ed incalza nel crescendo dell'evoluzione psicologica dei singoli personaggi, ognuno dei quali, man mano, apprenderà le lezioni della vita maturando con esse.
La cura dei particolari è elevata e questo rende ancor più realistica tutta la vicenda, la quale nell'anime si presenta parzialmente diversa da quanto raccontato nel manga. Ques'ultimo aspetto è un motivo in più per affermare con fermezza che l'anime è assolutamente imperdibile.
Tratto dall'ottimo manga, suo omonimo, racconta le gesta di un gruppo di raccoglitori di detriti nello spazio, in un futuro non troppo lontano decisamente realistico in tutto e per tutto.
Questa è stata, parer mio, una delle prime scelte azzeccate nella storia, visto che si è fatto riferimento non all'eccellenza, ma piuttosto all'enfatizzazione del ruolo fondamentale di chi lavora dietro le quinte e che non sempre viene apprezzato come si dovrebbe.
I personaggi sono ottimamente caratterizzati, finanche gli oggetti materiali entrano a far parte dei protagonisti. La DS12, poi ribattezzata ToyBox, o il capolavoro dell'industria aerospaziale, la Von Braun, sono delle entità a sé, portatrici di gioie e dolori.
Nel corso delle 26 puntate più che lo sviluppo di una storia che mira ad un finale ben preciso, ci appassioneremo sempre più alle vicende dei numerosi protagonisti. Queste ci coinvolgeranno trattando temi più e meno impegnati che spaziano dalla semplice convivenza di un gruppo di colleghi, all'amicizia; dall'annoso problema del fumo al ben più assillante problema del terrorismo, fino alla riflessione sulle conseguenze dell'eccessiva evoluzione tecnologica, con i suoi pro e i suoi contro.
L'animazione è decisamente ben curata, la colonna sonora si sposa alla perfezione con ogni singola scena ed incalza nel crescendo dell'evoluzione psicologica dei singoli personaggi, ognuno dei quali, man mano, apprenderà le lezioni della vita maturando con esse.
La cura dei particolari è elevata e questo rende ancor più realistica tutta la vicenda, la quale nell'anime si presenta parzialmente diversa da quanto raccontato nel manga. Ques'ultimo aspetto è un motivo in più per affermare con fermezza che l'anime è assolutamente imperdibile.
Planetes è una serie che colpisce nel profondo dell'anima.A differenza di alcune recensioni lette, io sono rimasta fin da subito conquistata, sin dai primi episodi. Non sono lenti, affatto. I personaggi sono così ben caratterizzati che sin da subito conquistano, così umani e terreni.
Fino a circa metà serie sono tutti episodi auto-conclusivi, ma ciò non deve trarre in inganno, sono tutti indispensabili a introdurci nella vita dei protagonisti, a farceli capire, a farci assaporare la vita dell'equipaggio della Techora, soprattutto della sezione detriti.
Due sono i punti forti della serie. Innanzitutto l'ambientazione spaziale, molto suggestiva ma anche realistica e ben curata, che accompagna senza mai essere invasiva lo scorrere degli eventi. Poi, elemento fondamentale, sono i personaggi. Raramente ho visto personaggi di un anime più intensi e meno stereotipati.
I due protagonisti, Hachimachi e Tanabe, si completano perfettamente, crescono, non rimangono fissi alla prima impressione iniziale, che potrebbe essere quella di un fanfarone imbranato e di una idealista buonista. Crescono, emozionano, e alla fine ci sentiamo quasi svuotati, quando capiamo che la loro storia è giunta all'epilogo. Ne risultano due personaggi molto complessi, soprattutto Hachimachi, che rimarranno nella mente.
Attorno a loro, ottimi comprimari, molto ben curati, a partire da Fee e Yuri, la prima così simpatica e schietta, il secondo con una storia così intima e dolorosa alle spalle.
Senza scordare che non ci sono mai nette fratture in questo anime, nessuno è buono o cattivo, tutto è sfumato. Basti pensare a Claire e, soprattutto, ad Hakim.
Insomma, mi sento davvero di consigliare questo anime. La mia valutazione è massima dal momento che mi è rimasto dentro come pochi, e quando è finito, sulle note della bellissima sigla di chiusura, mi sono sentita quasi abbandonata.
Fino a circa metà serie sono tutti episodi auto-conclusivi, ma ciò non deve trarre in inganno, sono tutti indispensabili a introdurci nella vita dei protagonisti, a farceli capire, a farci assaporare la vita dell'equipaggio della Techora, soprattutto della sezione detriti.
Due sono i punti forti della serie. Innanzitutto l'ambientazione spaziale, molto suggestiva ma anche realistica e ben curata, che accompagna senza mai essere invasiva lo scorrere degli eventi. Poi, elemento fondamentale, sono i personaggi. Raramente ho visto personaggi di un anime più intensi e meno stereotipati.
I due protagonisti, Hachimachi e Tanabe, si completano perfettamente, crescono, non rimangono fissi alla prima impressione iniziale, che potrebbe essere quella di un fanfarone imbranato e di una idealista buonista. Crescono, emozionano, e alla fine ci sentiamo quasi svuotati, quando capiamo che la loro storia è giunta all'epilogo. Ne risultano due personaggi molto complessi, soprattutto Hachimachi, che rimarranno nella mente.
Attorno a loro, ottimi comprimari, molto ben curati, a partire da Fee e Yuri, la prima così simpatica e schietta, il secondo con una storia così intima e dolorosa alle spalle.
Senza scordare che non ci sono mai nette fratture in questo anime, nessuno è buono o cattivo, tutto è sfumato. Basti pensare a Claire e, soprattutto, ad Hakim.
Insomma, mi sento davvero di consigliare questo anime. La mia valutazione è massima dal momento che mi è rimasto dentro come pochi, e quando è finito, sulle note della bellissima sigla di chiusura, mi sono sentita quasi abbandonata.
Prima di entrare nei dettagli, vorrei ricordare che Planetes, come Haibane Renmei, è una di quelle serie che parte lenta. Allo stesso modo dell'opera citata però è semplicemente uno degli anime più soddisfacenti che abbia mai visto. Planetes è una serie di ventisei episodi che ruota attorno alle prove e alle tribolazioni della unità di raccolta dei detriti spaziali della Corporation Technora. Il loro lavoro, che è proprio quello di raccogliere spazzatura pericolosa girando per lo spazio, non è di certo il massimo rispetto ad altre possibili professioni.
Nella storia siamo introdotti all'eclettico gruppo di protagonisti attraverso il personaggio principale, Ai Tanabe, una giovane ragazza, dal carattere ottimista, assegnata a questa sezione. La sua prospettiva sul tema della vita si scontra duramente con l'altro membro dell'equipaggio giapponese, Hachimaki, burbero e cinico ma comunque ha i suoi sogni e le motivazioni giuste per compiere grandi cose. Come questi due personaggi si sviluppino e si influenzino a vicenda è un aspetto significativo della storia. In effetti, uno dei punti di forza di Planetes sta proprio nella caratterizzazione dei personaggi, tutti molto simpatici, credibili e interessanti.
Oltre a Tanabe e Hachimaki, vi sono anche una serie di personaggi di nazionalità diverse. Questo aspetto mi è piaciuto particolarmente. Nessuno tra questi personaggi sono ridotti a stereotipi meschini, e anche gli antagonisti sono ben caratterizzati e dotati di una certa profondità psicologica. Ad esempio, i dirigenti della sezione Debris American, Philippe Myers e Arvind Ravi, provenienti dall' India, sono rappresentati inizialmente come opportunisti, odiosi e disposti a fare qualsiasi cosa per un aumento di paga. In seguito però si danno da fare nel convincerci del contrario.
Nonostante questo però quello rappresentato non è un futuro utopico in cui tutti gli uomini vivono felicemente insieme, perseguendo un obiettivo comune di esplorazione spaziale. Planetes infatti ritrae un'immagine molto realistica di ciò che potrebbe essere il futuro. Vi è un episodio che ruota attorno a un ingegnere proveniente da un paese devastato dalle guerre in Sud America. Egli cerca di vendere una sua invenzione, ma non è preso sul serio da nessuno, tranne che dalla sezione Debris. Essi infatti cercano in molti modi di aiutarlo, tentando addirittura di andare contro il benessere stesso della sezione. In questo contesto c'è una frase molto bella espressa proprio dall'ingegnere: <i>"Anche se non si possono vedere tutte le frontiere, da qui il mondo sembra unito..."</i>. Con questa affermazione vuole dire che nel mondo non dovrebbero esserci così tanti conflitti o barriere che impediscono a gente umile come lui, di sviluppare le proprie idee senza pressioni o "soffocamenti" di alcun genere.
Tornando allo schema narrativo dell'opera, si può dire che, mentre la prima metà potrebbe essere descritta come una serie di "racconti di vita" dei membri della Sezione Debris, il tono diventa molto più cupo e più emozionale nella metà finale. E' qui dunque che la serie brilla veramente, sia per lo sviluppo dei personaggi, così come per l'approfondimento di tante domande poste su temi come le disuguaglianze e le divisioni di classe. Ci sono alcuni momenti molto avvincenti e dolorosi degli episodi finali, e che culmineranno in uno dei finali più gratificanti e soddisfacenti che abbia mai visto in un anime.
Parlando come qualcuno che è in genere un po’ riluttante nel vedere anime fantascientifici, raccomando vivamente questa serie a chiunque vuole semplicemente vedere un anime di ottima fattura.
Nella storia siamo introdotti all'eclettico gruppo di protagonisti attraverso il personaggio principale, Ai Tanabe, una giovane ragazza, dal carattere ottimista, assegnata a questa sezione. La sua prospettiva sul tema della vita si scontra duramente con l'altro membro dell'equipaggio giapponese, Hachimaki, burbero e cinico ma comunque ha i suoi sogni e le motivazioni giuste per compiere grandi cose. Come questi due personaggi si sviluppino e si influenzino a vicenda è un aspetto significativo della storia. In effetti, uno dei punti di forza di Planetes sta proprio nella caratterizzazione dei personaggi, tutti molto simpatici, credibili e interessanti.
Oltre a Tanabe e Hachimaki, vi sono anche una serie di personaggi di nazionalità diverse. Questo aspetto mi è piaciuto particolarmente. Nessuno tra questi personaggi sono ridotti a stereotipi meschini, e anche gli antagonisti sono ben caratterizzati e dotati di una certa profondità psicologica. Ad esempio, i dirigenti della sezione Debris American, Philippe Myers e Arvind Ravi, provenienti dall' India, sono rappresentati inizialmente come opportunisti, odiosi e disposti a fare qualsiasi cosa per un aumento di paga. In seguito però si danno da fare nel convincerci del contrario.
Nonostante questo però quello rappresentato non è un futuro utopico in cui tutti gli uomini vivono felicemente insieme, perseguendo un obiettivo comune di esplorazione spaziale. Planetes infatti ritrae un'immagine molto realistica di ciò che potrebbe essere il futuro. Vi è un episodio che ruota attorno a un ingegnere proveniente da un paese devastato dalle guerre in Sud America. Egli cerca di vendere una sua invenzione, ma non è preso sul serio da nessuno, tranne che dalla sezione Debris. Essi infatti cercano in molti modi di aiutarlo, tentando addirittura di andare contro il benessere stesso della sezione. In questo contesto c'è una frase molto bella espressa proprio dall'ingegnere: <i>"Anche se non si possono vedere tutte le frontiere, da qui il mondo sembra unito..."</i>. Con questa affermazione vuole dire che nel mondo non dovrebbero esserci così tanti conflitti o barriere che impediscono a gente umile come lui, di sviluppare le proprie idee senza pressioni o "soffocamenti" di alcun genere.
Tornando allo schema narrativo dell'opera, si può dire che, mentre la prima metà potrebbe essere descritta come una serie di "racconti di vita" dei membri della Sezione Debris, il tono diventa molto più cupo e più emozionale nella metà finale. E' qui dunque che la serie brilla veramente, sia per lo sviluppo dei personaggi, così come per l'approfondimento di tante domande poste su temi come le disuguaglianze e le divisioni di classe. Ci sono alcuni momenti molto avvincenti e dolorosi degli episodi finali, e che culmineranno in uno dei finali più gratificanti e soddisfacenti che abbia mai visto in un anime.
Parlando come qualcuno che è in genere un po’ riluttante nel vedere anime fantascientifici, raccomando vivamente questa serie a chiunque vuole semplicemente vedere un anime di ottima fattura.
Un anime davvero bello. PlanetES per molti è un capolavoro dal punto di vista introspettivo/psicologico, ed anche secondo me da quel punto di vista è eccellente. Le animazioni per quanto semplici sono molto curate (soprattutto gli ambienti spaziali e hi-tech), e il character design è buono. La storia fila abbastanza bene, a volte si avverte qualche calo di tensione, ma dopotutto PlantES non è un anime d' azione, e ci può stare. La colonna sonora ha quel non so che di malinconico che colpisce... è realizzata da una famosa orchestra, e si sente. Per concludere, il finale è davvero soddisfacente.
"Nello spazio, nessuno può sentirti urlare." Ma riusciresti tu a sentire te stesso? Quando guardi nell'abisso, cosa vedi? Nel nero del cosmo, cosa si rispecchia? La tua vita, l' umanità, il passato, il futuro, il mondo, l'universo, cosa?... e tu dove sei in questa immensità?
Sono piacevolmente turbato. Era da tempo che non vedevo un anime di questo calibro. Planetes parte come un cartone a episodi autoconclusivi, con forti componenti comiche, ma progredendo nella storia tutto confluisce in una storia che sviscera i personaggi nella loro interiorità, l' umanità, che per prendere le stelle si lascia sfuggire la sua Terra natia.
Seguiremo le vicende della Seconda Sezione, addetta al raccoglimento dei detriti spaziali, quasi netturbini cosmici. Tra i membri del carismatico gruppo saranno più centrali Hachirota "Hachimaki" Hoshino, raccogli-detriti professionista che segue il sogno di comprare un'astronave, e Ai Tanabe, sua allieva, abbastanza sognatrice da vedere il lato poetico del suo mestiere.
Le loro giornate, lavorative e non, s' intrecceranno con gli altri abitanti della stazione spaziale e delle colonie lunari, ognuno che vive, chi con i propri scheletri nell'armadio, chi semplicemente tirando avanti, mostrando come, pur avendo raggiunto le stelle, il paradiso per l' uomo sia ancora un miraggio ben sfocato. Al punto che galleggiare nello spazio sembra quasi un' allegoria della condizione dell'uomo, gettato nella vita privo di riferimenti solidi, se non quelli che si crea.
Tecnicamente è... commovente. Si, commovente. Perché non mi riferisco solo all'eccelso dettaglio, le ottime animazioni e via discorrendo, ma mi riferisco alla natura che viene offerta ai nostri occhi, se di natura si può parlare. Scorci spaziali di una bellezza struggente, la sfera di un pianeta che galleggia in un mare nero puntellato di bianco, fredda e perfetta, e lì, sospeso in quell'immensità, un puntino, l'uomo.
Scorci così belli da poter competere con quelli di 2001: Odissea nello spazio.
Poco da dire sulla colonna sonora; brani sobri e ben suonati, che spesso creano un atmosfera straniante (ampio uso del theremin).
Ce ne sarebbero di cose da dire su Planetes, ma il rischio di spoiler è pesante, ma forse ancor di più non credo che riuscirei a metterle per iscritto, perché l' anime ha toccato corde del mio cuore che non si muovevano da tempo, e non credo riuscirei a verbalizzare certe sensazioni. Semplicemente vedetelo, potrebbe sorprendervi. Personalmente mi sono sentito fluttuare leggero tra la Luna e la Terra.
Sono piacevolmente turbato. Era da tempo che non vedevo un anime di questo calibro. Planetes parte come un cartone a episodi autoconclusivi, con forti componenti comiche, ma progredendo nella storia tutto confluisce in una storia che sviscera i personaggi nella loro interiorità, l' umanità, che per prendere le stelle si lascia sfuggire la sua Terra natia.
Seguiremo le vicende della Seconda Sezione, addetta al raccoglimento dei detriti spaziali, quasi netturbini cosmici. Tra i membri del carismatico gruppo saranno più centrali Hachirota "Hachimaki" Hoshino, raccogli-detriti professionista che segue il sogno di comprare un'astronave, e Ai Tanabe, sua allieva, abbastanza sognatrice da vedere il lato poetico del suo mestiere.
Le loro giornate, lavorative e non, s' intrecceranno con gli altri abitanti della stazione spaziale e delle colonie lunari, ognuno che vive, chi con i propri scheletri nell'armadio, chi semplicemente tirando avanti, mostrando come, pur avendo raggiunto le stelle, il paradiso per l' uomo sia ancora un miraggio ben sfocato. Al punto che galleggiare nello spazio sembra quasi un' allegoria della condizione dell'uomo, gettato nella vita privo di riferimenti solidi, se non quelli che si crea.
Tecnicamente è... commovente. Si, commovente. Perché non mi riferisco solo all'eccelso dettaglio, le ottime animazioni e via discorrendo, ma mi riferisco alla natura che viene offerta ai nostri occhi, se di natura si può parlare. Scorci spaziali di una bellezza struggente, la sfera di un pianeta che galleggia in un mare nero puntellato di bianco, fredda e perfetta, e lì, sospeso in quell'immensità, un puntino, l'uomo.
Scorci così belli da poter competere con quelli di 2001: Odissea nello spazio.
Poco da dire sulla colonna sonora; brani sobri e ben suonati, che spesso creano un atmosfera straniante (ampio uso del theremin).
Ce ne sarebbero di cose da dire su Planetes, ma il rischio di spoiler è pesante, ma forse ancor di più non credo che riuscirei a metterle per iscritto, perché l' anime ha toccato corde del mio cuore che non si muovevano da tempo, e non credo riuscirei a verbalizzare certe sensazioni. Semplicemente vedetelo, potrebbe sorprendervi. Personalmente mi sono sentito fluttuare leggero tra la Luna e la Terra.
Anime senza molte pretese che però non stanca mai e ti porta a riflettere moltissimo. PlanetEs non è il solito anime che ti coinvolge per i suoi ritmi veloci. Narra di storie quotidiane che vive una squadra di "spazzini spaziali". Fin dall'inizio si percepisce il tipo di anime che si sta vedendo, singoli episodi che, fra risate e momenti di suspense, ti spingono a immedesimarti nei vari protagonisti. Ciò che più mi ha colpito, a differenza dei tantissimi anime visti finora, è la caratterizzazione dei personaggi. Nulla è lasciato al caso. Anche il personaggio "più" secondario ha una descrizione tale da spingerti all'empatia. Volenti o nolenti si finisce per provare, anche se solo in minima parte, simpatia o antipatia per chiunque appaia per 5 o per 30 minuti. Non vi è una trama di base, ma ciò che lega le singole puntate è la crescita del protagonista. Il tutto però avviene quasi con "superficialità", nel senso che il tutto è leggero, ironico, non pesa. Per non parlare poi dell'aspetto tecnico. Per quanto io non ne capisca completamente nulla posso dire che i disegni sono molto curati e che le musiche sono fantastiche. Da sottolineare "Secret of the moon", la colonna sonora dell'anime.
Planetes è un anime composto da 26 episodi che segue le vicende di un gruppo di raccoglitori di detriti spaziali, che hanno raggiunto quantità elevate tanto che la situazione richiede che qualcuno se ne occupi.
E' un'ottima serie, con personaggi umani, sigla d'apertura molto carina (non mi sono mai soffermato sulla ending perché, se devo essere sincero, preso dalla foga di proseguire stoppavo l'episodio per guardare il successivo), le ost più belle che abbia mai ascoltato ("Planetes" e "A secret of the moon" di Hitomi Kuroishi) e sviluppi interessanti.
Insomma, è un esempio di come un anime fantascientifico non debba per forza essere incentrato su mecha e simili.
Bellissimo anime, ma non poteva essere altrimenti essendo la versione animata del manga altrettanto bello di Makoto Yukimura.
E' un'ottima serie, con personaggi umani, sigla d'apertura molto carina (non mi sono mai soffermato sulla ending perché, se devo essere sincero, preso dalla foga di proseguire stoppavo l'episodio per guardare il successivo), le ost più belle che abbia mai ascoltato ("Planetes" e "A secret of the moon" di Hitomi Kuroishi) e sviluppi interessanti.
Insomma, è un esempio di come un anime fantascientifico non debba per forza essere incentrato su mecha e simili.
Bellissimo anime, ma non poteva essere altrimenti essendo la versione animata del manga altrettanto bello di Makoto Yukimura.
Bellissimo. Al primo posto su tutti gli anime da me visti. Prende 9 solamente perchè la storia decolla dall'episodio 10 in poi. I disegni sono molto belli e la capacità di trasmettere a noi che guardiamo l'anime l'assenza di gravità nello spazio è veramente notevole. Ma il punto su cui l'anime decolla e prende un bel distacco dagli altri è la profondità con cui la personalità e le evoluzioni interiori dei personaggi vengono rappresentate. Viviamo glorie e miserie dei singoli protagonisti. Umano, commovente, sincero. Mamma che bello!
Ho scoperto questa serie quasi per caso, girando su internet in cerca di un anime fantascientifico, e Planetes dal titolo mi attirava molto, in quanto sono sempre stata affascinata dallo spazio e ciò che lo riguarda.
Spinta dalle recensioni positive sul sito, ho deciso di guardare tutti e 26 gli episodi dell’anime, e che dire… non me ne sono affatto pentita, al punto che lo consiglio a tutti, e non solo agli amanti del genere.
Si lascia guardare tranquillamente, soprattutto se si ha un minimo di sensibilità e voglia di riflettere piuttosto che di qualcosa di leggero e fine a se stesso.
La fantascienza di Planetes è molto reale, viene presentato un futuro molto plausibile e gli scenari, così come il character design, sono molto curati e piacevoli.
La trama a prima vista sembra semplice, ma col passare del tempo e con le scelte dei due protagonisti, (Hachirota Oshino, inizialmente il tipico spaccone degli anime, ma con un animo gentile, e Ai Tanabe, la paladina del bene e dell’amore che sarà costretta a fare i conti con la durezza della vita vera), attorniati da una schiera di comprimari accattivanti e ai quali ci si affeziona facilmente, si “complica” un po’… fino ad arrivare a un finale positivo, commovente e pieno di speranza verso il futuro, anche se forse, un po’ troppo buonista.
Ricco di momenti divertenti, ma anche di scene serie che trattano tematiche come la vita, la morte, la solitudine, l’inseguire i propri sogni accettando tutti i rischi, i vantaggi e gli svantaggi della conquista dello spazio proiettati in un futuro plausibile, i rapporti con lo spazio stesso (di amore-odio) da parte dell’uomo e i legami che esistono in generale tra gli esseri umani e l’universo… tutto questo e molto di più è trattato in Planetes con una giusta calibrazione tra caratterizzazione dei personaggi (assolutamente reali, credibili, e che mutano radicalmente dall’inizio alla fine della serie proprio perché maturano e si sviluppano nel corso del tempo), azione (non molta, ma in linea con l’intento della serie) poesia (come dimenticare il settimo episodio?) e momenti di riflessione, in quanto non è un anime che si guarda con leggerezza, ma che coinvolge in prima persona date le tematiche trattate, e che commuove, colpendo a volte come un pugno allo stomaco per via di certe situazioni ai quali non accenno per evitare di rovinare la sorpresa a chi si appresta a vedere la serie. Siete comunque avvertiti.
All’inizio comunque, fino a poco più della sua metà, Planetes è fatto di episodi autoconclusivi che alla lunga mi stavano stancando, in quanto prediligo gli anime in cui gli eventi sono strettamente concatenati tra loro, ma non è affatto un difetto: alla fine si rivelano essere tutti collegati da un filo che si rende man mano sempre più visibile e che getta le basi per il finale, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi che si spingono a compiere delle scelte drastiche proprio a partire da quelle premesse, fino al crescendo finale in cui avvengono le naturali conseguenze delle loro decisioni, facendo i conti con i propri sbagli.
Le pecche che ho notato sono a volte l’eccessiva leggerezza di certi momenti a dir poco da “commedia” verso il 14° episodio, ma è un fatto perdonabile in quanto più avanti si finisce con l’incupirsi sempre di più… il doppiaggio è buono, ma soffre di un certo riciclaggio di doppiatori che alla lunga può stancare… ma per il resto tutti fanno un ottimo lavoro. A volte ho pensato che certe conclusioni degli episodi fossero un po’ troppo affrettate, al punto che mentre avevo ancora gli occhi lucidi per via di una scena precedente, partiva la sigla finale e non era proprio una bella cosa.
La musica, poi, non mi ha colpito più di tanto… per carità, non dico sia pessima, ma è un po’ priva di “mordente”, e a parte due o tre brani, non è degna di nota. Peccato.
Un anime profondo come Planetes, così centrato sul rapporto tra l’uomo e lo spazio e con il proprio io, meritava una colonna sonora più d’impatto, più intrisa di magia, più alla Yoko Kanno, più efficace, ma a mio parere la sufficienza la raggiunge comunque.
Un anime veramente bellissimo, anche se non proprio un capolavoro, che meriterebbe di essere più conosciuto, un’opera alla quale mi sono affezionata e che vale la pena di vedere se si ha un briciolo di sensibilità, un anime maturo e interessante… magari ce ne fossero di più di questo genere!
Il voto è 9 perché comunque non è una serie perfetta, ma poco ci manca.
Spinta dalle recensioni positive sul sito, ho deciso di guardare tutti e 26 gli episodi dell’anime, e che dire… non me ne sono affatto pentita, al punto che lo consiglio a tutti, e non solo agli amanti del genere.
Si lascia guardare tranquillamente, soprattutto se si ha un minimo di sensibilità e voglia di riflettere piuttosto che di qualcosa di leggero e fine a se stesso.
La fantascienza di Planetes è molto reale, viene presentato un futuro molto plausibile e gli scenari, così come il character design, sono molto curati e piacevoli.
La trama a prima vista sembra semplice, ma col passare del tempo e con le scelte dei due protagonisti, (Hachirota Oshino, inizialmente il tipico spaccone degli anime, ma con un animo gentile, e Ai Tanabe, la paladina del bene e dell’amore che sarà costretta a fare i conti con la durezza della vita vera), attorniati da una schiera di comprimari accattivanti e ai quali ci si affeziona facilmente, si “complica” un po’… fino ad arrivare a un finale positivo, commovente e pieno di speranza verso il futuro, anche se forse, un po’ troppo buonista.
Ricco di momenti divertenti, ma anche di scene serie che trattano tematiche come la vita, la morte, la solitudine, l’inseguire i propri sogni accettando tutti i rischi, i vantaggi e gli svantaggi della conquista dello spazio proiettati in un futuro plausibile, i rapporti con lo spazio stesso (di amore-odio) da parte dell’uomo e i legami che esistono in generale tra gli esseri umani e l’universo… tutto questo e molto di più è trattato in Planetes con una giusta calibrazione tra caratterizzazione dei personaggi (assolutamente reali, credibili, e che mutano radicalmente dall’inizio alla fine della serie proprio perché maturano e si sviluppano nel corso del tempo), azione (non molta, ma in linea con l’intento della serie) poesia (come dimenticare il settimo episodio?) e momenti di riflessione, in quanto non è un anime che si guarda con leggerezza, ma che coinvolge in prima persona date le tematiche trattate, e che commuove, colpendo a volte come un pugno allo stomaco per via di certe situazioni ai quali non accenno per evitare di rovinare la sorpresa a chi si appresta a vedere la serie. Siete comunque avvertiti.
All’inizio comunque, fino a poco più della sua metà, Planetes è fatto di episodi autoconclusivi che alla lunga mi stavano stancando, in quanto prediligo gli anime in cui gli eventi sono strettamente concatenati tra loro, ma non è affatto un difetto: alla fine si rivelano essere tutti collegati da un filo che si rende man mano sempre più visibile e che getta le basi per il finale, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi che si spingono a compiere delle scelte drastiche proprio a partire da quelle premesse, fino al crescendo finale in cui avvengono le naturali conseguenze delle loro decisioni, facendo i conti con i propri sbagli.
Le pecche che ho notato sono a volte l’eccessiva leggerezza di certi momenti a dir poco da “commedia” verso il 14° episodio, ma è un fatto perdonabile in quanto più avanti si finisce con l’incupirsi sempre di più… il doppiaggio è buono, ma soffre di un certo riciclaggio di doppiatori che alla lunga può stancare… ma per il resto tutti fanno un ottimo lavoro. A volte ho pensato che certe conclusioni degli episodi fossero un po’ troppo affrettate, al punto che mentre avevo ancora gli occhi lucidi per via di una scena precedente, partiva la sigla finale e non era proprio una bella cosa.
La musica, poi, non mi ha colpito più di tanto… per carità, non dico sia pessima, ma è un po’ priva di “mordente”, e a parte due o tre brani, non è degna di nota. Peccato.
Un anime profondo come Planetes, così centrato sul rapporto tra l’uomo e lo spazio e con il proprio io, meritava una colonna sonora più d’impatto, più intrisa di magia, più alla Yoko Kanno, più efficace, ma a mio parere la sufficienza la raggiunge comunque.
Un anime veramente bellissimo, anche se non proprio un capolavoro, che meriterebbe di essere più conosciuto, un’opera alla quale mi sono affezionata e che vale la pena di vedere se si ha un briciolo di sensibilità, un anime maturo e interessante… magari ce ne fossero di più di questo genere!
Il voto è 9 perché comunque non è una serie perfetta, ma poco ci manca.
Per cominciare devo dire che ci sono degli anime dai quali rimani inchiodato alla sedia fino all'ultimo episodio e quelli che non vale nemmeno la pena di guardare. Quest'anime è proprio quello che ti inchioda alla sedia!! Un anime davvero bello! ^^ La storia raffinata, grafica e suoni davvero originali!!! Ambientato nel futuro e per lo più nello spazio! Molto sentimentale, inoltre in alcuni episodi ti pressa mentalmente, in senso che da come è rappresentato l'anime e dal suo svolgimento, coinvolge fino a far riflettere colui che lo sta guardando! Nonostante tutto, il finale io me lo aspettavo un po' diverso... Ma fa niente, mi ha sorpreso comunque!!! Per questo quest'anime si merita un 10 pieno!!! ^^
Sono veramente rari Anime cosi realistici, e non parlo solo delle navicelle che non producono suoni nello spazio o della presenza delle malattie che sono nell'ordine degli astronauti come il cancro dato dalle radiazioni spaziali... parlo soprattutto dello studio dell'animo umano, meno esasperato di quello presente nella serie di neon genesis evangelion (dove viene spinto all'impossibile): l'autore si rifà sicuramente a Freud (planetES-->L'es è ciò da cui ha origine ogni relazione istintuale, ma anche le pulsioni di morte. Possiamo definirlo come la sede di tutto ciò che è irrazionale, impulso, istinto) e lo fa benissimo nei personaggi come Claire che si fanno prendere da istinti che li portano a cambiare le proprie vite...
Anche dal punto di vista grafico è un ottimo lavoro e la colonna sonora è bellissima!
Anche dal punto di vista grafico è un ottimo lavoro e la colonna sonora è bellissima!
Planetes è uno degli anime che più mi ha colpito.
Nonostante esso sia poco conosciuto riesce a riscontrare un grande successo in tutti coloro lo visionino.
La trama principale non è nulla di eclatante, ma nonostante ciò, grazie ai vari intrecci politico-sociali, riesce a tener viva l'attenzione sino all'ultimo episodio.
Nell'anime in questione non sarebbe giusto evidenziare tanto la grafica o l'audio, quanto la caratterizzazione dei personaggi, i loro sogni e speranze, i loro sentimenti.
Vanno evidenziati soprattutto le varie denunce e moniti che emana da ogni pixel grafico e da ogni onda sonora rasentante le parole dei protagonisti.
Questi ultimi posseggono ognuno una personalità molto particolare nonché particolareggiata sin nei più minimi meandri della loro psiche.
Essi, facenti parti di un ente incaricato di raccogliere la spazzatura nello spazio, sono costretti a vivere a contatto fra di loro, crescendo e maturando pensieri ed azioni spesso sorprendenti anche per loro stessi.
I rapporti interpersonali che li legano sono in continua evoluzione e in positivo e in negativo, spesso con picchi davvero affascinanti.
Per quanto riguarda i vari temi trattati vanno menzionati la brama di potere dell'uomo nonché la voglia di sopraffare la natura e convertirla a nostro piacimento violando spesso anche diritti fondamentali e norme che dovrebbero far parte di un buon senso insito in ognuno di noi.
Vengono inoltre evidenziati spesso problemi derivanti da un evoluzione futura dell'uomo e dei propri spazi vitali.
Queste tematiche molto delicate ed interessanti spesso suscitano curiosità inconscia nello spettatore, riuscendo a catalizzare l'attenzione anche nei momenti in cui essa potrebbe svanire. Le denunce fatte nel corso degli avvenimenti sono spesso allarmanti per il genere umano che si vede spesso privato dei propri sogni, dalle proprie aspirazioni e che spesso addirittura si vede privato di sentimenti fondamentali come l'amore e l'affetto dei propri cari, a causa del dio-denaro del business e del progresso tecnologico. Quest'ultimo si rivela essere sempre un mezzo necessario all'umanità non per vivere meglio ma come ente necessario alla sopravvivenza dell'uomo sempre più assoggettato alla tecnologia ed al progresso intesi come proprie creature.
In definitiva si sta trattando di un anime di altissimo livello dal punto di vista delle tematiche e dalla psicologia dei protagonisti, i quali volenti o nolenti entreranno a far parte della nostra fantasia e della nostra fascia d'affetto.
Riescono ad affascinare e a farci innamorare delle loro storie tanto serie e verosimili quanto a tratti commoventi e idilliache.
Insomma Planetes è un vero capolavoro socio-psicologico da non perdere, da sconsigliare solo a chi pretende ambientazioni surreali o scene di azione sfrenata e spesso senza senso.
Un' anime di riflessione, profondo e serio, insomma per veri intenditori.
Nonostante esso sia poco conosciuto riesce a riscontrare un grande successo in tutti coloro lo visionino.
La trama principale non è nulla di eclatante, ma nonostante ciò, grazie ai vari intrecci politico-sociali, riesce a tener viva l'attenzione sino all'ultimo episodio.
Nell'anime in questione non sarebbe giusto evidenziare tanto la grafica o l'audio, quanto la caratterizzazione dei personaggi, i loro sogni e speranze, i loro sentimenti.
Vanno evidenziati soprattutto le varie denunce e moniti che emana da ogni pixel grafico e da ogni onda sonora rasentante le parole dei protagonisti.
Questi ultimi posseggono ognuno una personalità molto particolare nonché particolareggiata sin nei più minimi meandri della loro psiche.
Essi, facenti parti di un ente incaricato di raccogliere la spazzatura nello spazio, sono costretti a vivere a contatto fra di loro, crescendo e maturando pensieri ed azioni spesso sorprendenti anche per loro stessi.
I rapporti interpersonali che li legano sono in continua evoluzione e in positivo e in negativo, spesso con picchi davvero affascinanti.
Per quanto riguarda i vari temi trattati vanno menzionati la brama di potere dell'uomo nonché la voglia di sopraffare la natura e convertirla a nostro piacimento violando spesso anche diritti fondamentali e norme che dovrebbero far parte di un buon senso insito in ognuno di noi.
Vengono inoltre evidenziati spesso problemi derivanti da un evoluzione futura dell'uomo e dei propri spazi vitali.
Queste tematiche molto delicate ed interessanti spesso suscitano curiosità inconscia nello spettatore, riuscendo a catalizzare l'attenzione anche nei momenti in cui essa potrebbe svanire. Le denunce fatte nel corso degli avvenimenti sono spesso allarmanti per il genere umano che si vede spesso privato dei propri sogni, dalle proprie aspirazioni e che spesso addirittura si vede privato di sentimenti fondamentali come l'amore e l'affetto dei propri cari, a causa del dio-denaro del business e del progresso tecnologico. Quest'ultimo si rivela essere sempre un mezzo necessario all'umanità non per vivere meglio ma come ente necessario alla sopravvivenza dell'uomo sempre più assoggettato alla tecnologia ed al progresso intesi come proprie creature.
In definitiva si sta trattando di un anime di altissimo livello dal punto di vista delle tematiche e dalla psicologia dei protagonisti, i quali volenti o nolenti entreranno a far parte della nostra fantasia e della nostra fascia d'affetto.
Riescono ad affascinare e a farci innamorare delle loro storie tanto serie e verosimili quanto a tratti commoventi e idilliache.
Insomma Planetes è un vero capolavoro socio-psicologico da non perdere, da sconsigliare solo a chi pretende ambientazioni surreali o scene di azione sfrenata e spesso senza senso.
Un' anime di riflessione, profondo e serio, insomma per veri intenditori.
Uno degli anime più belli che io abbia mai visto. La partenza è lenta, del tipo "non mi aspetto un granché", ma da subito intuisci che questo titolo ha un "non so che" di interessante. Si evolve con episodi che spesso sembrano fine a se stessi, raccontando la vita quotidiana di un equipaggio spaziale, per poi prendere una piega del tutto inaspettata e molto interessante. Il disegno è stupendo. I tratti dei personaggi sono molto umani e poco cartooneschi, inoltre, ricrea un'ambientazione fantastica senza troppa fantascienza tra i piedi. E' questo infatti il punto forte di questo anime, l'ambientazione futuristica senza robot con la coscienza che ribolle, senza alieni e senza magia. Lo scenario ricercato (ambientato nel 2075) è molto plausibile. La terra non è radicalmente cambiata, non si è autofagocitata e non è stata oppressa da una razza aliena che comanda droidi magici e violenti. E' semplicemente descritta come sarebbe naturale che vada se il genere umano continuerà le scelte che ha intrapreso nel nostro presente. I personaggi sono ben definiti, ognuno con il proprio carattere, senza approfondirlo nel maniacale dettaglio ma comunque descritto in modo più che esauriente. Insomma un titolo davvero da non perdere.
Capolavoro assoluto. Uno dei migliori mai visto. Semplice nella trama ma veramente coinvolgente. Forse un po' sottotono all'inizio, ma continuate a vederlo. L'ambientazione spaziale è talmente curata nei particolare da risultare godibile al massimo per chi ama la fantascienza come me. Ho letto anche il manga ed è dello stesso altissimo livello.
Mi sono avvicinato scetticamente a questo Anime non conoscendo niente né del regista né della colonna sonora quindi posso dire di essere stato abbastanza oggettivo, almeno nell'approccio.
La maggiore qualità di questo anime a mio parere è l'empatia che si viene a creare piano piano dopo i primi episodi che partono un po' lenti; non è nemmeno facile da spiegare cosa mi è piaciuto ma arrivi alla fine e senti davvero la differenza tra l'indifferenza iniziale nei confronti dei personaggi e lo stato finale di trasporto.
Una parola sulla colonna sonora: non particolarmente entrante ma abbastanza adatta, alcune canzoni si sentono eccome e ne hanno ben donde, in media poteva essere migliore ma è calzante.
In definitiva 26 episodi assolutamente da seguire, una grafica fantastica e un bel finale a mio avviso, peccato magari per alcuni personaggi che potevano essere caratterizzati meglio(l'unica pecca che fa scendere un po' il voto), assolutamente da vedere
La maggiore qualità di questo anime a mio parere è l'empatia che si viene a creare piano piano dopo i primi episodi che partono un po' lenti; non è nemmeno facile da spiegare cosa mi è piaciuto ma arrivi alla fine e senti davvero la differenza tra l'indifferenza iniziale nei confronti dei personaggi e lo stato finale di trasporto.
Una parola sulla colonna sonora: non particolarmente entrante ma abbastanza adatta, alcune canzoni si sentono eccome e ne hanno ben donde, in media poteva essere migliore ma è calzante.
In definitiva 26 episodi assolutamente da seguire, una grafica fantastica e un bel finale a mio avviso, peccato magari per alcuni personaggi che potevano essere caratterizzati meglio(l'unica pecca che fa scendere un po' il voto), assolutamente da vedere
Che dire di questo anime... senza dubbio un'opera veramente notevole, la prima che mi ha spinto a scrivere qualcosa su questo sito. Ho finito di vedere l'ultimo episodio mezzora fa, dopo averli visti tutti e ventisei in due soli giorni e a conti fatti sono molti i pregi che mi sentirei di evidenziare.
La realizzazione tecnica forse non è eccellente, ma senza dubbio buona e funzionale alla superba ambientazione. Anche se i disegni non sono superlativi va comunque considerato che la rappresentazione delle tecnologie futuribili è davvero realistica ed intelligente: guardando la serie ti viene da pensare che fra 70 anni, le astronavi, le stazioni e le tute spaziali saranno veramente così. In genere un anime o anche un film di fantascienza (ovviamente ben fatto) e le tecnologie in esso contenute ti fanno sgranare gli occhi ed esaltare, ma non ti fanno considerare l'idea che effettivamente un giorno, anche se forse lontano, la gente camminerà davvero fra i corridoi di gigantesche stazioni o fluttuerà nei cunicoli di navette ipertecnologiche. Questo anime in qualche modo riesce a rendere il futuro... attuale, un'impresa davvero notevole. In questo risiede senza dubbio il nodo centrale del colpo di genio avuto dal mangaka, sviluppato ancor meglio dai realizzatori dell'anime.
Poi ovviamente, c'è la storia e si suoi personaggi. Presupponendo che non si tratta di una saga epica, che non ci sono contenuti filosofici particolarmente profondi né appassionanti esplorazioni degli abissi della psiche umana (anche se alle volte...), che l'intero anime non arriva ad avere un determinato spessore da questo punto di vista come dicono alcuni... la domanda che mi pongo è: e allora? Ogni opera è un discorso a sé. La nostra vita di tutti i giorni non è pregna di tutto ciò menzionato poco sopra. E' semplice, è comune, spesso banale... ma ha comunque un grande significato, e Planetes in qualche modo ce lo fa ricordare. E così per rappresentare una possibile realtà, questo anime si prodiga in una duplice epica impresa.
La prima è mostrarci in modo a volte ironico e divertente a volte drammatico lo spaccato della vita di un manipolo di scalcinati operai dello spazio in un futuro prossimo, facendoci addentrare nei loro problemi quotidiani e nelle loro piccole romantiche imprese da "working class heroes". E lo fa senza annoiare mai. Uno dei messaggi più belli probabilmente sta proprio in questo, nella bellezza che c'è nella semplicità della vita di tutti i giorni, se si riesce a dare ad essa il giusto valore e se si compie ogni singolo gesto con almeno un po' di quell'amore così ardentemente difeso da uno dei personaggi più incredibilmente positivi che abbia mai visto (Ai Tanabe). A vedere quella ragazzina che prende regolarmente a pugni l'ingiustizia (anche letteralmente) è difficile non sorridere. Umberto Eco ha detto di Casablanca: "un clichè fa sorridere, cento commuovono". Volendo fare un paragone, si potrebbe dire che ad ogni sparata di Tanabe si sorride, fino a quando alla centesima volta non ci si commuove veramente, mentre pensi che sarebbe bello se esistessero davvero persone così pure e incontaminate, così irrazionalmente perseveranti nelle loro convinzioni fuori dal tempo e dallo spazio.
La seconda impresa dell'anime si trova nella seconda parte della storia, quando specularmente alla prima (altro colpo di genio) ci viene invece mostrato l'innato desiderio umano di andare oltre la sfera della "normalità" per superare i propri limiti, in questo caso rappresentati dalla sfida più grande di tutte: la conquista dello spazio. Si passa regolarmente dalla lotta del singolo contro uno spazio freddo, crudele e senza cuore, del quale ci si innamora "come ragazzini innocenti che perdono la testa per una ragazza non altrettanto pura", all'appassionante impeto corale dell'umanità alla conquista del sistema solare, non privo però di pesanti contraddizioni e ingiustizie che gravano sul lato oscuro della Terra: non tutti gli uomini sono in grado, vogliono, o hanno la possibilità di guardare al cielo. In un pianeta dilaniato dalle guerre delle nazioni del terzo mondo, dove i pochi ricchi vivono l'era dello spazio mentre i tanti poveracci strisciano e arrancano per tentare di superare la giornata e la distanza fra essi è sempre più incolmabile, c'è chi mette su famiglia, chi tenta di emergere dalla propria condizione, lavorando solo per sé stesso, e chi si batte per l'uguaglianza di tutti popoli, anche con metodi violenti e radicali, perché "per quanto delizioso sia un cibo, non sarà mai in grado di assaporarlo sapendo che gli uomini che l'hanno prodotto muoiono di fame".
Splendide metafore come queste, ottimi elementi comici, personaggi ben curati e nei quali è veramente impossibile non ritrovarsi, l'incredibile realismo dell'ambientazione, l'impostazione "seria", cinematografica e poco cartoonistica, una colonna sonora azzeccata e a tratti veramente coinvolgente. Ognuno di questi elementi rende questo anime qualcosa di veramente speciale, che crea sulle basi di altre opere del passato un'idea di animazione che dovrebbe sempre essere presa d'esempio per il futuro. Tre sole critiche: l'eccessivo buonismo e pressappochismo che caratterizza la fine della storia di alcuni personaggi, la mancanza di alcuni episodi molto belli del fumetto a scapito di altri forse meno entusiasmanti, ed alcune frasi cambiate nella forma (forse colpa del doppiaggio, in generale comunque molto buono). Tutti elementi presenti o migliori nel manga, questo è vero, ma senza dubbio sono più le cose che aggiunge ad esso di quelle che toglie.
Questo anime è come un'occhiata fugace al futuro della terra, vissuto con piglio a volte infinitamente romantico, a volte freddamente realista.
La realizzazione tecnica forse non è eccellente, ma senza dubbio buona e funzionale alla superba ambientazione. Anche se i disegni non sono superlativi va comunque considerato che la rappresentazione delle tecnologie futuribili è davvero realistica ed intelligente: guardando la serie ti viene da pensare che fra 70 anni, le astronavi, le stazioni e le tute spaziali saranno veramente così. In genere un anime o anche un film di fantascienza (ovviamente ben fatto) e le tecnologie in esso contenute ti fanno sgranare gli occhi ed esaltare, ma non ti fanno considerare l'idea che effettivamente un giorno, anche se forse lontano, la gente camminerà davvero fra i corridoi di gigantesche stazioni o fluttuerà nei cunicoli di navette ipertecnologiche. Questo anime in qualche modo riesce a rendere il futuro... attuale, un'impresa davvero notevole. In questo risiede senza dubbio il nodo centrale del colpo di genio avuto dal mangaka, sviluppato ancor meglio dai realizzatori dell'anime.
Poi ovviamente, c'è la storia e si suoi personaggi. Presupponendo che non si tratta di una saga epica, che non ci sono contenuti filosofici particolarmente profondi né appassionanti esplorazioni degli abissi della psiche umana (anche se alle volte...), che l'intero anime non arriva ad avere un determinato spessore da questo punto di vista come dicono alcuni... la domanda che mi pongo è: e allora? Ogni opera è un discorso a sé. La nostra vita di tutti i giorni non è pregna di tutto ciò menzionato poco sopra. E' semplice, è comune, spesso banale... ma ha comunque un grande significato, e Planetes in qualche modo ce lo fa ricordare. E così per rappresentare una possibile realtà, questo anime si prodiga in una duplice epica impresa.
La prima è mostrarci in modo a volte ironico e divertente a volte drammatico lo spaccato della vita di un manipolo di scalcinati operai dello spazio in un futuro prossimo, facendoci addentrare nei loro problemi quotidiani e nelle loro piccole romantiche imprese da "working class heroes". E lo fa senza annoiare mai. Uno dei messaggi più belli probabilmente sta proprio in questo, nella bellezza che c'è nella semplicità della vita di tutti i giorni, se si riesce a dare ad essa il giusto valore e se si compie ogni singolo gesto con almeno un po' di quell'amore così ardentemente difeso da uno dei personaggi più incredibilmente positivi che abbia mai visto (Ai Tanabe). A vedere quella ragazzina che prende regolarmente a pugni l'ingiustizia (anche letteralmente) è difficile non sorridere. Umberto Eco ha detto di Casablanca: "un clichè fa sorridere, cento commuovono". Volendo fare un paragone, si potrebbe dire che ad ogni sparata di Tanabe si sorride, fino a quando alla centesima volta non ci si commuove veramente, mentre pensi che sarebbe bello se esistessero davvero persone così pure e incontaminate, così irrazionalmente perseveranti nelle loro convinzioni fuori dal tempo e dallo spazio.
La seconda impresa dell'anime si trova nella seconda parte della storia, quando specularmente alla prima (altro colpo di genio) ci viene invece mostrato l'innato desiderio umano di andare oltre la sfera della "normalità" per superare i propri limiti, in questo caso rappresentati dalla sfida più grande di tutte: la conquista dello spazio. Si passa regolarmente dalla lotta del singolo contro uno spazio freddo, crudele e senza cuore, del quale ci si innamora "come ragazzini innocenti che perdono la testa per una ragazza non altrettanto pura", all'appassionante impeto corale dell'umanità alla conquista del sistema solare, non privo però di pesanti contraddizioni e ingiustizie che gravano sul lato oscuro della Terra: non tutti gli uomini sono in grado, vogliono, o hanno la possibilità di guardare al cielo. In un pianeta dilaniato dalle guerre delle nazioni del terzo mondo, dove i pochi ricchi vivono l'era dello spazio mentre i tanti poveracci strisciano e arrancano per tentare di superare la giornata e la distanza fra essi è sempre più incolmabile, c'è chi mette su famiglia, chi tenta di emergere dalla propria condizione, lavorando solo per sé stesso, e chi si batte per l'uguaglianza di tutti popoli, anche con metodi violenti e radicali, perché "per quanto delizioso sia un cibo, non sarà mai in grado di assaporarlo sapendo che gli uomini che l'hanno prodotto muoiono di fame".
Splendide metafore come queste, ottimi elementi comici, personaggi ben curati e nei quali è veramente impossibile non ritrovarsi, l'incredibile realismo dell'ambientazione, l'impostazione "seria", cinematografica e poco cartoonistica, una colonna sonora azzeccata e a tratti veramente coinvolgente. Ognuno di questi elementi rende questo anime qualcosa di veramente speciale, che crea sulle basi di altre opere del passato un'idea di animazione che dovrebbe sempre essere presa d'esempio per il futuro. Tre sole critiche: l'eccessivo buonismo e pressappochismo che caratterizza la fine della storia di alcuni personaggi, la mancanza di alcuni episodi molto belli del fumetto a scapito di altri forse meno entusiasmanti, ed alcune frasi cambiate nella forma (forse colpa del doppiaggio, in generale comunque molto buono). Tutti elementi presenti o migliori nel manga, questo è vero, ma senza dubbio sono più le cose che aggiunge ad esso di quelle che toglie.
Questo anime è come un'occhiata fugace al futuro della terra, vissuto con piglio a volte infinitamente romantico, a volte freddamente realista.
Mi riallaccio ad altre recensioni già pubblicate: a mio modesto parere il punto debole di questo anime è proprio la storia in sé; so che per molti, al contrario, la trama e le situazioni ne rappresentano il suo punto di forza.
Non sono riuscito ad affezionarmi molto a questa opera, non sono riuscito a trovare interessanti i dialoghi, le situazioni, e anche i personaggi non mi sembrano tutti riusciti bene; c'è un certo accademismo nel rappresentare tutti questi elementi, direi quasi stereotipati, e poi ogni tanto salta fuori la morale, un po' scontata e banale.
Alcune puntate, inoltre, mi sono sembrate addirittura rivolte a un pubblico, diciamo, un po' giovane...
Ciò che invece mi è piaciuto sono i disegni, e la ricerca del realismo con il quale si vuole rappresentare la vita nello spazio.
Non sono riuscito ad affezionarmi molto a questa opera, non sono riuscito a trovare interessanti i dialoghi, le situazioni, e anche i personaggi non mi sembrano tutti riusciti bene; c'è un certo accademismo nel rappresentare tutti questi elementi, direi quasi stereotipati, e poi ogni tanto salta fuori la morale, un po' scontata e banale.
Alcune puntate, inoltre, mi sono sembrate addirittura rivolte a un pubblico, diciamo, un po' giovane...
Ciò che invece mi è piaciuto sono i disegni, e la ricerca del realismo con il quale si vuole rappresentare la vita nello spazio.
Signori, qui siamo di fronte a un vero capolavoro, non uno di quegli anime che si possono definire solo "belli" o "ottimi", questa serie è perfetta dall' inizio alla fine, ogni episodio è una perla.
Il grande climax narrativo che inizia circa a metà della serie fa trattenere il respiro alla fine di ogni episodio, tutto ambientato in un' era spaziale estremamente realistica.
Superiore al manga, anche se ne consiglio la lettura per la presenza di alcuni avvenimenti che nell' anime non sono presenti.
Da vedere, punto.
Il grande climax narrativo che inizia circa a metà della serie fa trattenere il respiro alla fine di ogni episodio, tutto ambientato in un' era spaziale estremamente realistica.
Superiore al manga, anche se ne consiglio la lettura per la presenza di alcuni avvenimenti che nell' anime non sono presenti.
Da vedere, punto.
Anime molto costruttivo e reale, in quanto non si lancia nelle solite trame di robot o alieni, ma racconta un ipotetico e al quanto possibile futuro sull'esplorazione spaziale. Anime divertente e appassionante già dai primi episodi, ma con una vera e propria trama accattivante verso la conclusione dell'anime (almeno le ultime 10 puntate). Non lascia nessun personaggio al caso, in quanto faranno parte della storia fino alla fine, probabilmenet tra le più belle mai viste da me.
Temevo che la bellezza del manga non potesse venire rappresentata nell'anime, meno male che mi sbagliavo... ottima proposizione animata del fumetto anche se con qualche differenza! L'opera di Makoto Yukimura sembra lo scritto di un sognatore dello spazio! Forse questa cosa si nota meno nel cartoon! Anche se rimane una delle opere animate più belle che io abbia mai visto!
Un capolavoro, una poesia, una bellissima storia di fantascienza.
Una finestra aperta in un futuro a noi vicino, dalla quale è possibile vedere la vita dell'uomo nello spazio, sulle orbite terrestri, sulla Luna, Marte e... forse Giove. Una fantascienza molto realistica, NON vi aspettate robot, mostri spaziali, poteri particolari o raggi e missili fotonici, ne restereste delusi; PlanetES e' uno spaccato di vita quotidiana di alcuni uomini che lavorano nello spazio, la Sezione Detriti, gli spazzini dello spazio che ripuliscono l'orbita terrestre dai resti di satelliti e navi spaziali ormai distrutti, che rappresentano un grosso pericolo per i viaggi spaziali. Il lavoro, le incomprensioni tra colleghi, la politica, gli interessi aziendali, gli amori che sbocciano sul lavoro, le paure, e ancora i sogni di queste persone. Puntata dopo puntata c'è una descrizione dell'universo non come spazio, ma come entità, che affascina e appassiona, uno spazio immenso, infinito, buio, freddo che pretende amore, ma che non ne dà, un qualcosa che ti spinge a impazzire e che al primo passo falso ti uccide.
Tutto questo è PlanetES 26 episodi, bellissimi, che nella loro lentezza scorrono veloci, e ti spingono a vedere l'opera tutta di filato.
Sono rimasto veramente colpito da questo anime che mi ha fatto veramente innamorare, un 10 dato di vero cuore, alla storia, ai disegni, alle musiche, a tutto ciò che è... Veramente un grande lavoro... ECCELLENTE!
Una finestra aperta in un futuro a noi vicino, dalla quale è possibile vedere la vita dell'uomo nello spazio, sulle orbite terrestri, sulla Luna, Marte e... forse Giove. Una fantascienza molto realistica, NON vi aspettate robot, mostri spaziali, poteri particolari o raggi e missili fotonici, ne restereste delusi; PlanetES e' uno spaccato di vita quotidiana di alcuni uomini che lavorano nello spazio, la Sezione Detriti, gli spazzini dello spazio che ripuliscono l'orbita terrestre dai resti di satelliti e navi spaziali ormai distrutti, che rappresentano un grosso pericolo per i viaggi spaziali. Il lavoro, le incomprensioni tra colleghi, la politica, gli interessi aziendali, gli amori che sbocciano sul lavoro, le paure, e ancora i sogni di queste persone. Puntata dopo puntata c'è una descrizione dell'universo non come spazio, ma come entità, che affascina e appassiona, uno spazio immenso, infinito, buio, freddo che pretende amore, ma che non ne dà, un qualcosa che ti spinge a impazzire e che al primo passo falso ti uccide.
Tutto questo è PlanetES 26 episodi, bellissimi, che nella loro lentezza scorrono veloci, e ti spingono a vedere l'opera tutta di filato.
Sono rimasto veramente colpito da questo anime che mi ha fatto veramente innamorare, un 10 dato di vero cuore, alla storia, ai disegni, alle musiche, a tutto ciò che è... Veramente un grande lavoro... ECCELLENTE!
Inizierei con quello che secondo me è il maggiore difetto di quest'anime, ovvero una eccessiva semplicità. I personaggi e la trama per quanto in parte realistici, soffrono di una mancanza di spessore che non appassiona, sono tutti troppo aderenti ad un unica sfaccettatura del proprio carattere e l'unica variazione a questo comportamento è data da puntuali conversioni buoniste. Quindi dopo qualche puntata le situazioni diventano prevedibili e mancano di mordente anche a causa di una trama che non appassiona e per di più infarcita a sua volta di buonismo zuccheroso specialmente negli episodi finali.
Grafica e musiche sono di discreto livello, mentre è buona l'ambientazione e i dettagli spaziali.
Cose queste che però non bastano per superare le limitazioni dei personaggi e della trama, spesso irritanti per la loro semplicità, monodimensionalità e mancanza di empatia, presente solo a livello buonismo. Peccato.
Grafica e musiche sono di discreto livello, mentre è buona l'ambientazione e i dettagli spaziali.
Cose queste che però non bastano per superare le limitazioni dei personaggi e della trama, spesso irritanti per la loro semplicità, monodimensionalità e mancanza di empatia, presente solo a livello buonismo. Peccato.
Recensione a caldo per PlanetES, ovvero la serie che da anni è in cima alla classifica di AnimeClick. E questo già impone di riflettere un pò più a lungo prima di dare le proprie opinioni.
Estetica: è guardabile, ne più ne meno. Il character design è buono ed abbastanza espressivo ma per il resto non c'è nulla di veramente bello. Gli sfondi sono freddi, le parti esplicitamente in CG sono deludenti, le scene d'azione anche. Ogni volta che l'inquadratura scorre c'è un offuscamento dell'immagine, così come quando si muovono degli oggetti. Questa serie voleva essere realistica, ed in più non aveva probabilmente i fondi necessari per osare qualcosa di originale. Infatti non ha semplicemente osato ed è restata sulla sufficienza.
Contenuti: qui il livello è assai diverso. La trama per la maggior parte non esiste e le prime puntate sono lunghe da finire, molti tempi morti. Tuttavia verso la fine tutto acquista un senso.
A livello psicologico si devono riconoscere i meriti maggiori: quasi tutti i personaggi sono approfonditi, anche molti di quelli secondari. Le personalità sono credibili e ben delineate, ma aggiungono anche qualcosa di più alla nostra prospettiva di fronte agli altri. Nelle sequenze di introspezione di Hachimacki c'è un forte debito ad Evangelion, così come nella visione di amore come energia e flusso che unisce gli esseri umani.
Tanabe è il mio personaggio preferito perchè si scopre che ha un pensiero dietro al suo concetto di amore e non blatera solo delle frasi fatte come sembra essere all'inizio. E' anche quella che paga più di tutti fino alla conclusione.
Mi piace molto anche il pilota ChienShing, perchè dietro una normalità quasi perfetta nasconde una grande paura di fondo di non essere niente di più che qualcuno che ha avuto tutte le fortune dalla vita.
PlanetES secondo me raggiunge il suo apice nella sequenza della camera di privazione sensoriale e in quella in cui Tanabe esprime la sua idea di amore poco prima di pensare di uccidere Claire per salvarsi la vita.
La puntata conclusiva è stata purtroppo uno degli ending più banali mai visti: tutti che si sposano (perchè poi che sono giovanissimi, Ai e Lucy avranno 22 anni), tutti finiscono bene senza sapere perchè (compresa Claire) e di molti personaggi secondari non si ha una vera conclusione a livello psicologico ma solo narrativo. Alcuni sono dei buonismi inutili, come padre e figlio che si abbracciano come avendo dimenticato la sostanziale insensibilità del padre verso la sua famiglia. Perchè Akim è vivo poi, e cosa ne è di lui??
Bello, ma un pò sopravvalutato. Poteva essere un vero capolavoro, ma ha preferito restare troppo sui binari.
Estetica: è guardabile, ne più ne meno. Il character design è buono ed abbastanza espressivo ma per il resto non c'è nulla di veramente bello. Gli sfondi sono freddi, le parti esplicitamente in CG sono deludenti, le scene d'azione anche. Ogni volta che l'inquadratura scorre c'è un offuscamento dell'immagine, così come quando si muovono degli oggetti. Questa serie voleva essere realistica, ed in più non aveva probabilmente i fondi necessari per osare qualcosa di originale. Infatti non ha semplicemente osato ed è restata sulla sufficienza.
Contenuti: qui il livello è assai diverso. La trama per la maggior parte non esiste e le prime puntate sono lunghe da finire, molti tempi morti. Tuttavia verso la fine tutto acquista un senso.
A livello psicologico si devono riconoscere i meriti maggiori: quasi tutti i personaggi sono approfonditi, anche molti di quelli secondari. Le personalità sono credibili e ben delineate, ma aggiungono anche qualcosa di più alla nostra prospettiva di fronte agli altri. Nelle sequenze di introspezione di Hachimacki c'è un forte debito ad Evangelion, così come nella visione di amore come energia e flusso che unisce gli esseri umani.
Tanabe è il mio personaggio preferito perchè si scopre che ha un pensiero dietro al suo concetto di amore e non blatera solo delle frasi fatte come sembra essere all'inizio. E' anche quella che paga più di tutti fino alla conclusione.
Mi piace molto anche il pilota ChienShing, perchè dietro una normalità quasi perfetta nasconde una grande paura di fondo di non essere niente di più che qualcuno che ha avuto tutte le fortune dalla vita.
PlanetES secondo me raggiunge il suo apice nella sequenza della camera di privazione sensoriale e in quella in cui Tanabe esprime la sua idea di amore poco prima di pensare di uccidere Claire per salvarsi la vita.
La puntata conclusiva è stata purtroppo uno degli ending più banali mai visti: tutti che si sposano (perchè poi che sono giovanissimi, Ai e Lucy avranno 22 anni), tutti finiscono bene senza sapere perchè (compresa Claire) e di molti personaggi secondari non si ha una vera conclusione a livello psicologico ma solo narrativo. Alcuni sono dei buonismi inutili, come padre e figlio che si abbracciano come avendo dimenticato la sostanziale insensibilità del padre verso la sua famiglia. Perchè Akim è vivo poi, e cosa ne è di lui??
Bello, ma un pò sopravvalutato. Poteva essere un vero capolavoro, ma ha preferito restare troppo sui binari.
L'anime di PlanetEs è il classico esempio di come dovrebbe essere trasposto idealmente un manga in animazione: non una mera carta carbone ma un'opera a se stante, una rielaborazione, una personale rivisitazione. Taniguchi questo lo ha ben capito, e con la sua personale rivisitazione del capolavoro di Yumikura realizza probabilmente la sua migliore opera in assoluto, un capolavoro sci-fi con il quale ogni nuova serie d'animazione dalle tematiche similari dovrà inevitabilmente fare i conti. Il plot è ovviamente simile al manga originario: per poter garantire la sicurezza dei viaggi spaziali, nel 2075 vengono istituite squadre di "raccogli-detriti" che si devono occupare di rimuovere dallo spazio i bulloni, le viti ed i pezzi di satelliti vaganti (un problema esistente anche oggi). Nel fumetto ci focalizziamo sulla vita privata e lavorativa di Yuri, Fee ed Hachimaki, ma qui il cast viene notevolmente ampliato, tant'è che nella sezione raccogli-detriti oltre a loro abbiamo ben altri 3 strambi individui: lo stravagante indiano Arvind "Robbie" Ravi, il prigro e nullafacente Philippe Myers (direttore d'ufficio) e la silenziosa ed efficiente impiegata Edelgard. Come se non bastasse Ai Tanabe entra nella sezione fin dal primo episodio, divenendo assieme ad Hachimaki protagonista assoluta dei 26 episodi di questa serie televisiva. Molti altri sono poi i personaggi importanti inventati in animazione ed assenti nella versione cartacea, quasi tutti legati ad Hachimaki: Claire Rondo, sua ex ragazza ed ora ambiziosa impiegata nella sezione controllo della seconda divisione Technora (l'azienda per la quale lavorano i nostri eroi), Kho Cheng-Shin, suo miglior amico, e Gigalt Gangaragash, suo maestro per il quale il ragazzo prova venerazione e rispetto. Un cast di personaggi notevolissimo (a cui se ne aggiungeranno anche altri) al servizio di una storia meravigliosa e poetica. Iniziamo col dire che, rispetto al fumetto, l'anime è allo stesso tempo uguale e diverso: presenta molte delle storie apparse nei primi 3 volumi del manga (neanche viene toccato il quarto volume), ma lo fa rivisitandole totalmente, cambiandone l'ordine cronologico e legandole da continuity. Oltretutto, queste storie vengono anche a volte radicalmente modificate, magari cambiando i personaggi o mettendone alcuni al posto di altri: si tratta quindi di un'opera di totale rivisitazione del fumetto, ad uso e consumo di una storia molto più focalizzata sugli aspetti umani e sul background politico-terroristico rispetto al fumetto. Entrambi manga ed anime sono focalizzati sulla crescita interiore di Hachimaki (dapprima duro e cinico, poi innamorandosi di Tanabe capirà che "non si può andare per un lungo viaggio senza un porto dove tornare"), ma se il fumetto si preoccupa di farlo cambiare attraverso la contrapposizione tra il suo cinismo e l'idealismo romantico di Tanabe, qui sono le sue dure esperienze con la morte ed il terrorismo a fargli ricercare come un bambino l'ala protettiva e amorevole della ragazza. Seppur affrontando tutte le vicende in modo diverso, la versione animata di PlanetEs si può sicuramente definire un altro capolavoro, al punto tale da potersi accostare alla pari con il collega più blasonato da cui prende ispirazione. Partendo dalla bellissima sigla d'apertura che mostra attraverso immagini il cammino dell'uomo verso lo spazio, anche nella serie animata si sente ogni occasione l'amore degli autori nel rappresentare la ricerca e la realizzazione dei proprio sogni per l'uomo. Dall'inizio alla fine la straordinaria opera di caratterizzazione di tutti i personaggi (aiutati in quest'occasione da un character design molto più adulto del semplicistico tratto originario di Yumikura) porterà gli spettatori ad immedesimarsi totalmente in loro fino a sentirli vicinissimi a sè, e se a questo aggiungiamo l'ottimale qualità di quasi tutti i 26 episodi capiremo perchè PlanetEs è forse una delle più grandi serie d'animazione di tutti i tempi. Già, perchè oltre a ritrovare qui la stessa eleganza e freschezza con cui Yumikura tratta senza mai annoiare i gravi temi sociali odierni, qui abbiamo anche un regista del calibro di Taniguchi, che in quest'occasione rivela un'inaspettata vena romantico/poetica: la sua solita cura nello scegliere insert songs commoventi ("Secret of the Moon") e certe sue trovate registiche assolutamente geniali e fuori dagli schemi (il bacio fuoricampo tra Hachimaki e Tanabe) lo aiutano nel rendere certi episodi incredibilmente commoventi, tanto da portare in numerosi casi ad autentiche lacrime di commozione (sopratutto nel finale, quando ci rendiamo conto che Hachimaki e Tanabe non li vedremo più). Con la sua consueta maestria Taniguchi rende PlanetEs una storia di personaggi e contenuti incredibilmente profonda e coinvolgente, capace di toccare dolcemente più volte le corde dell'animo di ogni spettatore. Unico vero difetto la figura di Fee, non troppo approfondita e sviscerata come nel fumetto, ma visto che la serie è terminata prima dell'uscita del quarto volume (che la riguardava) si tratta di un neo di pochissimo conto. Inutile aggiungere altro: siano lodati Taniguchi e Yumikura, e grazie alla Beez per la scelta coraggiosa di aver portato in Italia con un'ottima cura (il doppiaggio è ineccepibile) una serie di questo livello, sfidando l'animazione ignorante odierna fatta di shonen uguali gli uni agli altri. Peccato che come al solito una serie che tratta di fantascienza non è ben vista dal pubblico italiano, che difatti non si è smentito decretandone il prevedibile insuccesso commerciale. A chi però ama l'arte e la poesia l'acquisto di PlanetEs è obbligatorio.
Devo ammettere di essere venuto a sapere di quest'anime solo dopo averlo visto in prima posizione qui sulla classifica di animeclick. La cosa mi ha incuriosito assai ed allora me lo sono procurato e lo ho guardato. Non mi dilungo a descriverlo anche perché non sono bravo in queste cose, ma vi consiglio vivamente di guardarlo. Grazie a tutti quelli che lo hanno visto e hanno lasciato qui recensioni così positive per un anime veramente meraviglioso ma ancora troppo poco conosciuto. Do anch'io il mio contributo dandogli il massimo dei voti: 10.
PlanetES è uno dei capolavori del mondo anime (non ho letto il manga, purtroppo), che merita assolutamente di essere visto. Il realismo dal punto di vista tecnologico, il racconto possibile di un futuro ormai prossimo e la curata descrizione psicologica di ogni singolo personaggio fanno di questo anime un lavoro magnifico che vale senza dubbio il 10 che do in valutazione. Consigliato vivamente!
Il mio nuovo anime preferito. Sono rimasta rapita dalla storia semplice, ma al tempo stesso complessa e completa, una storia che in un ipotetico futuro potrebbe capitare a chiunque. I personaggi umani e pieni di sogni. Boh non ho parole, era da molto tempo che non mi capitava di vedere un anime così, e ne ho visti veramente tanti ^^
Un consiglio spassionato: guardatelo, ne vale la pena.
Un consiglio spassionato: guardatelo, ne vale la pena.
Che dire, non posso che confermare il fatto che questo è un grandissimo anime. Storia appassionante con un intreccio che cresce in maniera continua, psicologia dei personaggi curata fino ai minimi dettagli. Anche se dalle prime puntate non sembra il fuoriclasse che è, se lo si segue fino alla fine si scopre che è un piccolo capolavoro. Da vedere!
Questo è uno di quei lavori che ti lasciano con quella strana sensazione come di aver vissuto un piccolo sogno. Mi è capitato con la Città Incantata, con Una Tomba per le Lucciole e con Byosouku 5 Centimeter, e ora mi è capitato con questo Planetes. Alla fine del 26° episodio mi sono fermato 10 minuti come in uno stato di trance, ero commosso e soddisfatto come poche volte mi è capitato dopo la visione di una serie o di un film.
Gli uomini e lo spazio; gli uomini e l'ambizione. Questo è il tema centrale di Planetes, fedele, in questo al manga, con il pregio di sviluppare più in dettaglio le situazioni proposte, e senza le pesanti sezioni "intimiste" che appesantivano l'opera.
I personaggi hanno tra le migliori caratterizzazioni che si possano trovare in un' anime. Sullo schermo assistiamo alla vita quotidiana dei protagonisti, ai loro contrasti, alle ambizioni e ai loro limiti, al loro cambiamento nell'evolvere della "trama", se di trama si può parlare.
Nelle 26 puntate che costituiscono la serie si toccano disparati argomenti, con come filo conduttore il rapporto tra l'uomo e lo spazio (ma potrebbe benissimo essere il rapporto tra l'uomo e qualsiasi grande ambizione), nessuno trattato in modo banale e puramente "estetico", come spesso accade.
L'animazione è di buona qualità, senza mai essere eccellente, ma sempre godibile.
In conclusione: questa è una delle migliori serie che mi sia capitato di vedere, non solo di fantascienza, ma in assoluto. La consiglio a chiunque cerchi nell'animazione qualcosa in più che del semplice spettacolo, ma delle idee.
I personaggi hanno tra le migliori caratterizzazioni che si possano trovare in un' anime. Sullo schermo assistiamo alla vita quotidiana dei protagonisti, ai loro contrasti, alle ambizioni e ai loro limiti, al loro cambiamento nell'evolvere della "trama", se di trama si può parlare.
Nelle 26 puntate che costituiscono la serie si toccano disparati argomenti, con come filo conduttore il rapporto tra l'uomo e lo spazio (ma potrebbe benissimo essere il rapporto tra l'uomo e qualsiasi grande ambizione), nessuno trattato in modo banale e puramente "estetico", come spesso accade.
L'animazione è di buona qualità, senza mai essere eccellente, ma sempre godibile.
In conclusione: questa è una delle migliori serie che mi sia capitato di vedere, non solo di fantascienza, ma in assoluto. La consiglio a chiunque cerchi nell'animazione qualcosa in più che del semplice spettacolo, ma delle idee.
Bella grafica, atmosfera fedele, personaggi discretamente divertenti. Però nel complesso non entusiasmante: trame un po' naif, eccessivi moralismi, a tratti un po' noioso, ritmo mai incalzante, contenuti poco interessanti o comunque già stravisti, dialoghi retorici e spesso prevedibili.
Le avventure degli spazzini dello spazio permettono di affrontare una varietà di temi: dalla morte, alla guerra, l'amore, la famiglia, la "globalizzazione". Ben curato anche nei dettagli "più tecnici" come se l'autore fosse stato un astronauta. Belle le immagini dallo spazio, la terra vista come sfondo durante le loro uscite nello spazio. Non me la sento di criticare qualche "piccolezza" come a mio avviso l'eccessiva divergenza nella personalità di alcuni personaggi tra l'inizio e la fine dell'opera. Una serie pennellata con dolcezza.
Rilassante.
Rilassante.
PlanetEs è la storia di un gruppo di Operai dello Spazio. E' ambientato in un futuro verosimile, più probabilmente un'immagine del mondo attuale. Abbiamo infatti la corsa delle superpotenze ad accaparrarsi i beni primari, i terroristi che non fanno distinzione tra governo e popolazione, governi corrotti e multinazionali comandate da incapaci. La colonna portante di questa bella storia sono i sogni e l'impegno di ogni personaggio e i messaggi che arrivano da ogni fase (così è chiamato ogni capitolo).
Tecnicamente Planetes è ben al di sopra della media dei normali anime. Ottima animazione, buona colonna sonora (forse un po' scarna), eccellente caratterizzazione dei personaggi e trama ben sviluppata.
Ciò che rende il punteggio pieno un po' eccessivo è una morale un po' sempliciotta, il cambio di personalità dei personaggi, e qualche volta la distinzione troppo netta tra bene e male.
Tecnicamente Planetes è ben al di sopra della media dei normali anime. Ottima animazione, buona colonna sonora (forse un po' scarna), eccellente caratterizzazione dei personaggi e trama ben sviluppata.
Ciò che rende il punteggio pieno un po' eccessivo è una morale un po' sempliciotta, il cambio di personalità dei personaggi, e qualche volta la distinzione troppo netta tra bene e male.
Planetes è un anime di fantascienza appartenente al filone "realistico", alla Patlabor, o alla Mobile Suit Gundam, per intenderci.
Ci troviamo sì nel futuro, ma si tratta di un futuro assolutamente possibile, plausibile. La tecnologia è solo uno strumento in mano all'uomo, per espandersi oltre i confini naturali che per millenni sono stati rappresentati dal nostro piccolo pianeta Terra. Non sono stati creati robottoni con arsenali devastanti, o macchine antropomorfe senzienti. Niente di tutto questo, e guarda un po', non ci sono i soliti alieni cattivi che (non ho mai capito il perché!!! XD ) attaccano sempre e solo il Giappone.
Viceversa troveremo la vita, semplice, vera, di un gruppo di operai dello spazio, con le sue paure, i suoi sogni, i suoi piccoli batticuori e le speranze verso il futuro. Specchio di una società che, tra mille dubbi e contraddizioni, cerca comunque una sua strada.
Anime assolutamente coinvolgente, proprio in virtù della quotidianità narrata, in cui lo spettatore si immedesimerà da subito. Vanta inoltre un comparto tecnico di prima qualità, soprattutto nel mecha e character design e nelle animazioni, arricchite da scene in computer grafica integrate con discrezione. Da vedere assolutamente.
Ci troviamo sì nel futuro, ma si tratta di un futuro assolutamente possibile, plausibile. La tecnologia è solo uno strumento in mano all'uomo, per espandersi oltre i confini naturali che per millenni sono stati rappresentati dal nostro piccolo pianeta Terra. Non sono stati creati robottoni con arsenali devastanti, o macchine antropomorfe senzienti. Niente di tutto questo, e guarda un po', non ci sono i soliti alieni cattivi che (non ho mai capito il perché!!! XD ) attaccano sempre e solo il Giappone.
Viceversa troveremo la vita, semplice, vera, di un gruppo di operai dello spazio, con le sue paure, i suoi sogni, i suoi piccoli batticuori e le speranze verso il futuro. Specchio di una società che, tra mille dubbi e contraddizioni, cerca comunque una sua strada.
Anime assolutamente coinvolgente, proprio in virtù della quotidianità narrata, in cui lo spettatore si immedesimerà da subito. Vanta inoltre un comparto tecnico di prima qualità, soprattutto nel mecha e character design e nelle animazioni, arricchite da scene in computer grafica integrate con discrezione. Da vedere assolutamente.
Ambientato in un futuro a circa 100 anni dai nostri giorni Planetes ha come protagonisti Hachimachi e Ai Tanabe, veri e propri "spazzini" dello spazio con il compito di recuperare insieme ai loro colleghi della "Debris Section" i detriti orbitanti causati dall'avanzata conquista dello spazio da parte dell'uomo.
Nonostante le premesse seriose, l'anime per la prima metà della serie si assesta su livelli apparentemente superficiali e banali dal punto di vista di analisi dei personaggi che sembrano quasi stereotipati. Come vedremo dal seguito questo inizio "stupidotto" ha pienamente senso per poter poi contrastare con la successiva evoluzione psicologica.
I primi episodi risultano pertanto autoconclusivi e parchi nell'addentrarsi troppo nell'anima dei protagonisti che spesso sentiamo parlare quasi con frasi fatte e moralistiche (parlo di Tanabe ovviamente ma non solo).
In questa parte in questione perciò non si è spinti più di tanto a proseguire la storia per "vedere come finisce" perché la trama non appassiona molto con "Phases" scollegate tra loro. Proprio quando però si ha la convinzione che tutto continui su questi canoni l'anime ha una svolta inaspettata e radicale che a conti fatti farà impennare il giudizio finale e darà senso anche all'inizio poco approfondito.
Gli episodi fini a se stessi (ma poi si capirà che in realtà mandano input inconsapevoli alla mente dello spettatore) si trasformano in puntate legate tra loro nelle quali Hachimachi nell'intento di partecipare alla missione su Marte della nave Von Braunn si isola da tutto e tutti, anche da Tanabe con la quale c'era del tenero.
Non svelo altro ma voglio dire che i personaggi stereotipati dell'inizio si svelano invece molto profondi e complessi con comportamenti spesso imprevedibili come accade di fatto nella realtà.
Una profondità che non raggiunge i livelli paranoici di Eva ma che si difende benissimo specie perché al contrario di quest'ultimo non ha la pretesa di spiegare l'origine e la fine del mondo ma che in modo differente riesce a spiegarne meglio la natura presente, forse.
Visto l'inizio si rimane spiazzati da questo cambiamento di rotta ed è proprio ciò che spinge a concludere la serie il più velocemente possibile per sapere questa volta "come finisce".
Per quanto riguarda i disegni e le animazioni esse si assestano su livelli molto buoni anche se non eccelsi e danno il meglio soprattutto nelle scene spaziali.
Planetes descrive un futuro reale con tutti le possibili problematiche del vivere comune nello spazio e riesce a trattare tematiche superiori come l'amore, il terrorismo, il senso della vita con una semplicità imbarazzante ed avendo come protagonisti non dei supereroi (anche se complessati ed introversi in Eva rimangono sempre supereroi) ma dei semplici spazzini e quindi teoricamente l'ultima ruota del carro del processo di conquista dello spazio.
La colonna sonora è azzeccata e si abbina perfettamente alle situazioni prima buffe e spensierate e poi più profonde del seguito.
Nonostante le premesse seriose, l'anime per la prima metà della serie si assesta su livelli apparentemente superficiali e banali dal punto di vista di analisi dei personaggi che sembrano quasi stereotipati. Come vedremo dal seguito questo inizio "stupidotto" ha pienamente senso per poter poi contrastare con la successiva evoluzione psicologica.
I primi episodi risultano pertanto autoconclusivi e parchi nell'addentrarsi troppo nell'anima dei protagonisti che spesso sentiamo parlare quasi con frasi fatte e moralistiche (parlo di Tanabe ovviamente ma non solo).
In questa parte in questione perciò non si è spinti più di tanto a proseguire la storia per "vedere come finisce" perché la trama non appassiona molto con "Phases" scollegate tra loro. Proprio quando però si ha la convinzione che tutto continui su questi canoni l'anime ha una svolta inaspettata e radicale che a conti fatti farà impennare il giudizio finale e darà senso anche all'inizio poco approfondito.
Gli episodi fini a se stessi (ma poi si capirà che in realtà mandano input inconsapevoli alla mente dello spettatore) si trasformano in puntate legate tra loro nelle quali Hachimachi nell'intento di partecipare alla missione su Marte della nave Von Braunn si isola da tutto e tutti, anche da Tanabe con la quale c'era del tenero.
Non svelo altro ma voglio dire che i personaggi stereotipati dell'inizio si svelano invece molto profondi e complessi con comportamenti spesso imprevedibili come accade di fatto nella realtà.
Una profondità che non raggiunge i livelli paranoici di Eva ma che si difende benissimo specie perché al contrario di quest'ultimo non ha la pretesa di spiegare l'origine e la fine del mondo ma che in modo differente riesce a spiegarne meglio la natura presente, forse.
Visto l'inizio si rimane spiazzati da questo cambiamento di rotta ed è proprio ciò che spinge a concludere la serie il più velocemente possibile per sapere questa volta "come finisce".
Per quanto riguarda i disegni e le animazioni esse si assestano su livelli molto buoni anche se non eccelsi e danno il meglio soprattutto nelle scene spaziali.
Planetes descrive un futuro reale con tutti le possibili problematiche del vivere comune nello spazio e riesce a trattare tematiche superiori come l'amore, il terrorismo, il senso della vita con una semplicità imbarazzante ed avendo come protagonisti non dei supereroi (anche se complessati ed introversi in Eva rimangono sempre supereroi) ma dei semplici spazzini e quindi teoricamente l'ultima ruota del carro del processo di conquista dello spazio.
La colonna sonora è azzeccata e si abbina perfettamente alle situazioni prima buffe e spensierate e poi più profonde del seguito.
In realtà il voto potrebbe essere benissimo un dieci, sia per le musiche che per la trama, come anche per le animazioni, insomma un piccolo capolavoro, purtroppo però la serie manca il bersaglio di pochissimo a causa di alcune "esagerazioni" nei comportamenti dei personaggi e dei protagonisti, sia principali che comprimari... se si fosse trattato di una serie meno "seria" avrei potuto soprassedere a tutto ciò, ma date le pretese (ben giustificate) di avere un'ottima trama, proprio non mi van giù tutte le "macchiette" che compaiono qui e la'... davvero inverosimili e soprattutto irritanti ad un certo punto.
Per il resto concordo con le recensioni che assegnano un 10...
In ogni caso è assolutamente da avere nella propria collezione!
Per il resto concordo con le recensioni che assegnano un 10...
In ogni caso è assolutamente da avere nella propria collezione!
Se si potesse mettere la lode io la metterei :)
Sono rimasto assolutamente senza parole... al termine delle 26 puntate avevo i lacrimoni agli occhi, non tanto per la storia in se (in realtà anche per la storia, devo ammetterlo), piuttosto per il fatto che alla fine della 26esima puntata ero consapevole che non avrei più visto Achimachi e Tanabe... a meno di sicure altre visioni dell'anime :)
Come molti, credo di essermi avvicinato a questo titolo per la fantascienza e, come molti, credo di essermi affezionato a questo anime per la bellissima e coinvolgente storia. Non fraintendetemi, dal punto di vista fantascientifico è assolutamente un titolo straordinario, molto vicino alla realtà dal punto di vista tecnico e non molto lontano dal nostro futuro; ma lo spazio e le passeggiate spaziali, alla fine, non sono altro che un pretesto per parlare di molto altro, uno sfondo su cui gli autori dipingono tematiche attuali e assolutamente reali. In questo titolo potrete trovare tutto quello che si può chiedere ad una bella storia: azione, simpatia, amore, personaggi indimenticabili e tanti spunti di riflessione.
Non posso far altro che consigliarlo a tutti quelli che amano le belle storie :) ... ed anche agli altri :)
Sono rimasto assolutamente senza parole... al termine delle 26 puntate avevo i lacrimoni agli occhi, non tanto per la storia in se (in realtà anche per la storia, devo ammetterlo), piuttosto per il fatto che alla fine della 26esima puntata ero consapevole che non avrei più visto Achimachi e Tanabe... a meno di sicure altre visioni dell'anime :)
Come molti, credo di essermi avvicinato a questo titolo per la fantascienza e, come molti, credo di essermi affezionato a questo anime per la bellissima e coinvolgente storia. Non fraintendetemi, dal punto di vista fantascientifico è assolutamente un titolo straordinario, molto vicino alla realtà dal punto di vista tecnico e non molto lontano dal nostro futuro; ma lo spazio e le passeggiate spaziali, alla fine, non sono altro che un pretesto per parlare di molto altro, uno sfondo su cui gli autori dipingono tematiche attuali e assolutamente reali. In questo titolo potrete trovare tutto quello che si può chiedere ad una bella storia: azione, simpatia, amore, personaggi indimenticabili e tanti spunti di riflessione.
Non posso far altro che consigliarlo a tutti quelli che amano le belle storie :) ... ed anche agli altri :)
PlanetES è davvero un Anime ben fatto.
A chi piace la storia dei voli spaziali e si interessa di astronomia non potrà non appassionare.
La trama è pregna di richiami, citazioni e allusioni alla vita di ingegneri ed astronauti, inoltre la cosa davvero straordinaria è che riesce a trasmettere la motivazione, il sentimento e la follia che ogni uomo deve un po' avere nel prefiggersi obiettivi che sembrano irraggiungibili.
Non si può pretendere di partecipare alla "conquista dello spazio" senza porre al primo posto la propria curiosità e il proprio desiderio di scoperta, bisogna per forza essere disposti a mettere in secondo piano tutto il resto o addirittura a rinunciarci, ed essere pronti alle conseguenze che tutto questo può portare.
L'Anime sonda ogni aspetto della vita dei protagonisti lasciando che lo spettatore si immedesimi a poco a poco per poi fargli vivere i traumi e i traguardi conseguiti nel prosieguo della storia.
Personalmente l'ho davvero apprezzato molto.
A chi piace la storia dei voli spaziali e si interessa di astronomia non potrà non appassionare.
La trama è pregna di richiami, citazioni e allusioni alla vita di ingegneri ed astronauti, inoltre la cosa davvero straordinaria è che riesce a trasmettere la motivazione, il sentimento e la follia che ogni uomo deve un po' avere nel prefiggersi obiettivi che sembrano irraggiungibili.
Non si può pretendere di partecipare alla "conquista dello spazio" senza porre al primo posto la propria curiosità e il proprio desiderio di scoperta, bisogna per forza essere disposti a mettere in secondo piano tutto il resto o addirittura a rinunciarci, ed essere pronti alle conseguenze che tutto questo può portare.
L'Anime sonda ogni aspetto della vita dei protagonisti lasciando che lo spettatore si immedesimi a poco a poco per poi fargli vivere i traumi e i traguardi conseguiti nel prosieguo della storia.
Personalmente l'ho davvero apprezzato molto.
Fantastico, non so come altro definirlo, fantastico....
Planetes è la storia del team di recupero detriti della stazione orbitale 7, ambientato nel 2075 periodo in cui viaggiare nello spazio è diventato piu' o meno andare come in vacanza ad ostia (ovviamente per chi è di roma). Guardandolo vi immergerete nelle vite di Hanamici & Tanabe e dei loro colleghi amici... L'anime forse è un pochino lento o non ricchissimo di azione, ma la storia ci mette a confronto con quelli che sono i pensieri ed i o sogni piu' profnondi dei protagonisti, sembra piu' che altro una storia vera, la vita di qualcuno, che puntata dopo puntata viene arricchita sempre piu' fornendo quei dettagli che mettono alla luce chi sono veramente i protagonisti. In tutto questo, lo spazio la fa da sfondo, si perchè nonostate la storia sia ambientata tra la luna e l'orbita della terra, tutto questo è solo uno strumento narrativo per far si che la sotia vada avanti.
Se cercate una Anime riflessivo con un forte tocco di realsimo allora questo fa sicuramente per voi
Planetes è la storia del team di recupero detriti della stazione orbitale 7, ambientato nel 2075 periodo in cui viaggiare nello spazio è diventato piu' o meno andare come in vacanza ad ostia (ovviamente per chi è di roma). Guardandolo vi immergerete nelle vite di Hanamici & Tanabe e dei loro colleghi amici... L'anime forse è un pochino lento o non ricchissimo di azione, ma la storia ci mette a confronto con quelli che sono i pensieri ed i o sogni piu' profnondi dei protagonisti, sembra piu' che altro una storia vera, la vita di qualcuno, che puntata dopo puntata viene arricchita sempre piu' fornendo quei dettagli che mettono alla luce chi sono veramente i protagonisti. In tutto questo, lo spazio la fa da sfondo, si perchè nonostate la storia sia ambientata tra la luna e l'orbita della terra, tutto questo è solo uno strumento narrativo per far si che la sotia vada avanti.
Se cercate una Anime riflessivo con un forte tocco di realsimo allora questo fa sicuramente per voi
"Rileggendo alcune recensioni che ho fatto mi sono accorto di aver dato in generale voti molto alti, quindi per essere coerente dovrei dare a PlanetES almeno un 20". Parlare così di un genere(aerospaziale,fantascientifico) che non è certo il mio preferito mi fa strano ma cercherò di spiegare perchè...
Davvero un anime così ben realizzato non credo di averlo mai visto; finalmente una serie fantascientifica che non è esageratamente fanta- ma più -scientifica. Sembra davvero che l'esplorazione spaziale possa evolversi in questo modo visti anche i problemi trattati nella serie mai tanto veri e moderni: dal terrorismo alla globalizzazione, dalla povertà al mero capitalismo, senza dimenticare quello dei detriti spaziali che potrebbe essere collegato al problema dell' attuale inquinamento terrestre(che nella serie sembra risolto...) e al futuro problema dei detriti spaziali di cui effettivamente si parla da alcuni anni.
I primi episodi sono perlopiù autoconclusivi ma sono ben sfruttati per presentare al meglio tutti i personaggi e i loro pregi e difetti; quindi col proseguire degli episodi la trama prende sempre più importanza, diventa incalzante, drammatica; l'apparente calma iniziale degenera con numerosi colpi di scena costringendo i personaggi ad evolversi e portando ad un finale in realtà mai scontato.
Un altro grande pregio di questa serie è la caratterizzazione dei personaggi: tutti analizzati con estrema cura in tutte le loro sfaccettature. Nel corso degli episodi i protagonisti si evolvono in maniera estremamente realistica, cambiano opinione o modo d'agire e si scoprono lati del loro carattere prima rimasti celati. Credo che come caratterizzazione dei personaggi sia poco sotto a Evangelion, senza però andare troppo nel filosofale o nello psicologico e quindi forse più reale.
PlanetES è realizzato davvero divinamente soprattutto nella rappresentazione dell'ambiente spaziale e della tecnologia umana curata in tutti i dettagli in maniera assolutamente realistica, senza tutti quegli effetti speciali inutili ed esagerati (Hollywood guarda e impara). Altre note positive(di negative mi dispiace non ne ho trovate) sono sicuramente il doppiaggio, molto espressivo (ma molti sono storici doppiatori mediaset o mi sbaglio!?) e le sigle entrambe molto belle, soprattutto l'opening con le immagini della storia dell'esplorazione spaziale.
Sinceramente spero proprio che possa essere trasmesso presto in tv perchè è uno di quegli anime che merita veramente di essere visto da tutti.
In conclusione... se cercate una serie davvero ben realizzata che riescie magistralmente a fondere realtà e fantascienza allora dovete assolutamente vedere PlanetES!!!
voto: 10 (ma anche di più)
Davvero un anime così ben realizzato non credo di averlo mai visto; finalmente una serie fantascientifica che non è esageratamente fanta- ma più -scientifica. Sembra davvero che l'esplorazione spaziale possa evolversi in questo modo visti anche i problemi trattati nella serie mai tanto veri e moderni: dal terrorismo alla globalizzazione, dalla povertà al mero capitalismo, senza dimenticare quello dei detriti spaziali che potrebbe essere collegato al problema dell' attuale inquinamento terrestre(che nella serie sembra risolto...) e al futuro problema dei detriti spaziali di cui effettivamente si parla da alcuni anni.
I primi episodi sono perlopiù autoconclusivi ma sono ben sfruttati per presentare al meglio tutti i personaggi e i loro pregi e difetti; quindi col proseguire degli episodi la trama prende sempre più importanza, diventa incalzante, drammatica; l'apparente calma iniziale degenera con numerosi colpi di scena costringendo i personaggi ad evolversi e portando ad un finale in realtà mai scontato.
Un altro grande pregio di questa serie è la caratterizzazione dei personaggi: tutti analizzati con estrema cura in tutte le loro sfaccettature. Nel corso degli episodi i protagonisti si evolvono in maniera estremamente realistica, cambiano opinione o modo d'agire e si scoprono lati del loro carattere prima rimasti celati. Credo che come caratterizzazione dei personaggi sia poco sotto a Evangelion, senza però andare troppo nel filosofale o nello psicologico e quindi forse più reale.
PlanetES è realizzato davvero divinamente soprattutto nella rappresentazione dell'ambiente spaziale e della tecnologia umana curata in tutti i dettagli in maniera assolutamente realistica, senza tutti quegli effetti speciali inutili ed esagerati (Hollywood guarda e impara). Altre note positive(di negative mi dispiace non ne ho trovate) sono sicuramente il doppiaggio, molto espressivo (ma molti sono storici doppiatori mediaset o mi sbaglio!?) e le sigle entrambe molto belle, soprattutto l'opening con le immagini della storia dell'esplorazione spaziale.
Sinceramente spero proprio che possa essere trasmesso presto in tv perchè è uno di quegli anime che merita veramente di essere visto da tutti.
In conclusione... se cercate una serie davvero ben realizzata che riescie magistralmente a fondere realtà e fantascienza allora dovete assolutamente vedere PlanetES!!!
voto: 10 (ma anche di più)
Era veramente da tanto che vedevo questo anime in cima alla lista della classifica di AC, e così ho preso la decisione di dargli un'occhiata... alla fine l'ho visto tutto...
All'inizio la trama è molto lineare, l'arrivo di Ai alla "Mezza Sezione", le prime missioni di recupero detriti e le lezioni di Hachimachi sull' A.E.V. . Sembra tutto molto lento ma la simpatia dei protagonisti non ti lascia desiderare l'esistenza di una trama principale che leghi gli episodi anche se questa è presente sin da subito e progredisce inesorabilmente, riempendo il pubblico e i protagonisti dei necessari elementi per poi far esplodere il finale. Le ultime puntate infatti sono devastanti da quelsiasi punto. La trama è incalzante piena di colpi di scena e di drammaticità, i personaggi crescono combattono superando prove difficili che riflettono la vita di tutti. E' un anime che lascia molto dentro, pieno di insegnamenti e di moralità che non è mai pesante ma che ti riempe di emozioni. Una storia d'amore che si può anche ricondurre a situazioni più terrene.
Nell'untima puntata penso ci sia una delle scene più belle che abbia mai visto in un anime. Non vi dico nulla in proposito, ma se volete darmi credito, dateci un'occhiata anche voi... Io lo rivedrò di sicuro molte altre volte!!
All'inizio la trama è molto lineare, l'arrivo di Ai alla "Mezza Sezione", le prime missioni di recupero detriti e le lezioni di Hachimachi sull' A.E.V. . Sembra tutto molto lento ma la simpatia dei protagonisti non ti lascia desiderare l'esistenza di una trama principale che leghi gli episodi anche se questa è presente sin da subito e progredisce inesorabilmente, riempendo il pubblico e i protagonisti dei necessari elementi per poi far esplodere il finale. Le ultime puntate infatti sono devastanti da quelsiasi punto. La trama è incalzante piena di colpi di scena e di drammaticità, i personaggi crescono combattono superando prove difficili che riflettono la vita di tutti. E' un anime che lascia molto dentro, pieno di insegnamenti e di moralità che non è mai pesante ma che ti riempe di emozioni. Una storia d'amore che si può anche ricondurre a situazioni più terrene.
Nell'untima puntata penso ci sia una delle scene più belle che abbia mai visto in un anime. Non vi dico nulla in proposito, ma se volete darmi credito, dateci un'occhiata anche voi... Io lo rivedrò di sicuro molte altre volte!!
Graficamente ben fatto, personaggi molto credibili e umani (i protagonisti subiscono continui cambiamenti di punto di vista, molto realistico). Tuttavia la morale è spesso leggera e pedante, nel finale anche un pò borghese (il bene degli amici è quindi più valido del bene dei paesi poveri? bah...)
Con meno facili moralismi sarebbe veramente una bella serie. Comunque godibile. Target fino ai 18 anni.
Con meno facili moralismi sarebbe veramente una bella serie. Comunque godibile. Target fino ai 18 anni.
Definirlo un capolavoro forse è eccessivo, tuttavia questo anime pur non avendo effetti speciali milionari riesce a coinvolgere come pochi altri anime che mi siano capitati di vedere. La storia è razionale, piacevole, appassionante e soprattutto... SENSATA! Non ci sono raggi laser, teletrasporto o navi spaziali futuristiche, il tutto è studiato nei minimi particolari, rendendo l'ambientazione il più credibile e familiare possibile.
Anche lo sviluppo dei personaggi segue un filo logico piuttosto semplice, ma mai banale o poco credibile, ed è facile immedesimarti nei protagonisti e nelle loro situazioni...
A mio parere si tratta di una delle serie migliori presentate da qualche anno a questa parte!
Anche lo sviluppo dei personaggi segue un filo logico piuttosto semplice, ma mai banale o poco credibile, ed è facile immedesimarti nei protagonisti e nelle loro situazioni...
A mio parere si tratta di una delle serie migliori presentate da qualche anno a questa parte!
Un'anime che se ne scorre bello e tranquillo episodio dopo episodio. La trama, in apparenza di poco conto, sviluppa tematiche appartenenti ad un quotidiano lontano da noi solo come cifre (anni e chilometri) riuscendo a coinvolgere ed appassionare.
I personaggi principali sono ottimamente caratterizzati, e tutti i comprimari sono dotati delle adeguate sfacciettature, emancipandosi poco a poco da semplici macchiette.
Lotta per realizzare i propri sogni, parità fra i popoli e rischi della globalizzazione le tematiche che vi troverete.
Alla fine della visone un'innegabile voglia di prendere il primo shuttle per lo spazio stringerà i vostri stomaci... e magari per fare i raccogli rifiuti!!!
I personaggi principali sono ottimamente caratterizzati, e tutti i comprimari sono dotati delle adeguate sfacciettature, emancipandosi poco a poco da semplici macchiette.
Lotta per realizzare i propri sogni, parità fra i popoli e rischi della globalizzazione le tematiche che vi troverete.
Alla fine della visone un'innegabile voglia di prendere il primo shuttle per lo spazio stringerà i vostri stomaci... e magari per fare i raccogli rifiuti!!!
Fino alle prime 16 puntate pensavo di mettere 8 a PlanetES... ma dopo aver visto le rimanenti ho dovuto metter 10. E' l'anime più realistico che abbia mai visto, con una caratterizzazione dei personaggi che ho visto in poche serie (ora che ci penso solo in Eva...). Consigliatissimo. Alcuni momenti sono emotivamente molto forti. La trama è ben congeniata, anche se i primi episodi sono quasi tutti autoconclusivi.
Racconta la realtà come solo un anime sa fare... non fa i fuochi d'artifico, è vero, ma è meglio così. Fa venire voglia di trovarsi nello spazio aperto e avere a che fare con una quotidianeità e dei bisogni del tutto umani rende tutto vivo. Un anime "maturo" (alla Patlabor, per intenderci) che per chi come me non ama occhioni e robottoni è una vera manna!
Planetes è uno splendido anime, che ho amato moltissimo. Esso si inserisce a pieno titolo nel genere hard sci-fi, o della fantascienza realistica, che vede in Asimov uno degli espondenti più conosciuti a livello letterario, ed è quindi basato su una rapprentazione fortemente verosimile di quello che potrebbe essere il rapporto dell'uomo con la tecnologia, la scienza e infine la politica e la società in un futuro non troppo lontano. Planetes, tuttavia, risulta efficace nella sua capacità di rielaborare i codici dell'hard sci-fi alla luce delle problematiche più significative del nostro tempo, come l'ecologia, la crisi energetica,il terrorismo, ma osservate dal punto di vista di un manipolo di "netturbini dello spazio", che la narrazione vuole come ultimo anello della catena delle grandi corporation spaziali, che detengono il primato della colonizzazione del sistema solare. La forza narrativa di Plaentes, dunque, non sta nel proporre una storia dal ritmo serrato o di grande spettacolarità, ma offre una rappresentazione efficace dell'essere umano trasposto nello spazio, un non luogo buio, infinito, dove non esistono punti di riferimento, dove i corpi e infine le vite devono adattarsi a un ambiente ostile e in definitiva alieno (anche se di alieni, fortunamente, non ce n'è neanche l'ombra). Nella tipica tradizione giapponese, insomma, sono i particolari che danno forza alla storia, come il primo piano di una mano che spinge su una parete per dare movimento a un corpo senza peso perchè in assenza di gravità. C'è poi grande umanità, in Planetes, una carrellata di personaggi che nel loro essere "persone normali" finiscono per risultare eroi nel senso più classico della parola, e in fondo c'è l'essere umano, solo e impotente di fronte ai nuovi confini che sta cercando di superare. L'ottima narrazione è poi sostenuta da un comparto tecnico in cui tutti gli elementi - character design, mecha design, animazioni, regia - mantengono sempre un livello qualitativo altissimo. Ciascun momento è rappresentato in modo efficace, dalle "passeggiate" nello spazio, alla vita quotidiana nelle stazioni orbitanti.
Un'ultima cosa: la prima volta che ho cominciato a vedere Plaentes, ho sospeso dopo qualche puntata, perchè non riuscivo a farmi coinvolgere da una storia i cui ritmi mi parevano lenti come i movimenti di Armstrong sulla Luna, Sono felice, però, di aver ripreso la visione, poco dopo. Una volta entrata nel vivo della narrazione, e dei suoi magnifici protagonisti, sono arrivata alla fine sapendo di aver goduto di uno dei più begli anime, fantascientifici e non solo, degli ultimi anni.
Un'ultima cosa: la prima volta che ho cominciato a vedere Plaentes, ho sospeso dopo qualche puntata, perchè non riuscivo a farmi coinvolgere da una storia i cui ritmi mi parevano lenti come i movimenti di Armstrong sulla Luna, Sono felice, però, di aver ripreso la visione, poco dopo. Una volta entrata nel vivo della narrazione, e dei suoi magnifici protagonisti, sono arrivata alla fine sapendo di aver goduto di uno dei più begli anime, fantascientifici e non solo, degli ultimi anni.
Ho scoperto Plantes a partire dal manga, di cui mi sono letteralmente innamorato, ed è stato straordinario ritrovarne le atmosfere e le accurate descrizioni psicologiche in questa opera di animazione, arricchite inoltre di musiche stupende, animazioni eccellenti e nuovi sviluppi della trama!
La ritengo tra delle realizzazioni migliori degli ultimi anni.
^^
p.s. Un applauso ... [Moderatore: niente riferimenti ad altre recensioni (in più è stata rimossa perchè ritenuta non adeguata)]
La ritengo tra delle realizzazioni migliori degli ultimi anni.
^^
p.s. Un applauso ... [Moderatore: niente riferimenti ad altre recensioni (in più è stata rimossa perchè ritenuta non adeguata)]
Le prime sei puntate di questo anime sono mediocri, tanto che avevo la tentazione di lasciarlo perdere... bene, gli altri 20 gli ho visti in due giorni. La trama è gestita in modo originale e le tematiche di fondo ti lasciano abbastanza amaro in bocca da riflettere sulla nostra società, ma è la gestione della crescita dei personaggi il vero capolavoro... Planetes mi ha fatto affezionare ai protagonisti come solo Evangelion e last Exile avevano saputo fare... da vedere tutto di un fiato.
Inutile aggiungere altri elementi già detti dagli atri utenti.
Planetes è davvero un superbo anime, tratto da un' ottimo manga, con l'aggiunta di quegli ovvi elementi che una versione cartacea non può avere (come la musica della grande Yoko Kanno).
Consigliato davvero a tutti i fruitori non solo di anime, ma di tutti i cartoni esistenti, indipendentemente dal genere preferito, con la speranza che, come per me, la sua visone vi lasci qualcosa.
Planetes è davvero un superbo anime, tratto da un' ottimo manga, con l'aggiunta di quegli ovvi elementi che una versione cartacea non può avere (come la musica della grande Yoko Kanno).
Consigliato davvero a tutti i fruitori non solo di anime, ma di tutti i cartoni esistenti, indipendentemente dal genere preferito, con la speranza che, come per me, la sua visone vi lasci qualcosa.
Che dire, un capolavoro d'animazione, semplice, straordinariamente umano (come pochi al giorno d'oggi), dolce, maturo, rilassante.
Ti inserisce in un ambiente che diventa tanto familiare che non ci si rende più conto di stere a guardarlo, si pensa semmai, perchè no?
Di solito cerco di non guardare più di due episodi alla volta per mantenermi il gusto e la suspence, stavolta ho visto fino a dieci episodi di seguito in una notte! :)
Ti inserisce in un ambiente che diventa tanto familiare che non ci si rende più conto di stere a guardarlo, si pensa semmai, perchè no?
Di solito cerco di non guardare più di due episodi alla volta per mantenermi il gusto e la suspence, stavolta ho visto fino a dieci episodi di seguito in una notte! :)
Mi pare che Planetes rappresenti qualcosa di singolare nel panorama degli anime. L'ambientazione è realistica, così come il disegno dei personaggi e i personaggi stessi. Non ci sono grandi occhioni luccicanti, ragazzine con le orecchie da gatto o personaggi dalle fisionomie extratterrestri che sì, van bene per un prodotto folcloristico, ma Planetes mira a qualcosa di più. La fantascienza tuttavia non è la protagonista, ma è solo una scusa. La trama è solida e ben strutturata. è un anime semplice e spontaneo eppure capace di mostrare in ogni singolo episodio un'intensità, una piccola/grande luce che non ritrovo in altre opere sue contemporanee. Planetes emerge dall'ossessionata narrativa postmoderna per dare pochi semplici messaggi, in maniera del tutto nuova. Universale. Forse perchè lontano dai canoni tanto cari ai fan degli anime, questo capolavoro mostra come la trasposizione in cartone di un fumetto possa giungere a vette artistiche. C'è da augurarsi che siano in molti a capirlo.
SPOILER: un solo commento sul finale. avrei preferito che il personaggio femminile rimanesse emancipato come all'inizio. non do 11 solo per questo.
SPOILER: un solo commento sul finale. avrei preferito che il personaggio femminile rimanesse emancipato come all'inizio. non do 11 solo per questo.
Uno dei migliori anime mai visti. Personaggi caratterizzati magnificamente, amalgama alla perfezione poesia, introspezione, azione esentimenti. Anche il quadro socio-politico e delineato in modo perfetto. Non scade mai nella semplice dicotomia buono/cattivo permettendo analisi e giudizi più complessi e sfaccettati.
Imperdibile.
Imperdibile.
Dopo aver letto il piacevole manga, MAI avrei pensato di defirne la versione animata un capolavoro.
Animazione e disegni di primissimo ordine (nonostante sia pur sempre una serie TV); colonna sonora godile ed estremamente azzeccata; char design dettagliato e realistico; ambientazione valida e ben descritta; trama originale, verosimile e ricca sia di riflessioni che di colpi di scena.
Consigliata a TUTTI, specialmente agli amanti di Asimov e della fantascienza in generale... merita il massimo del voto.
Animazione e disegni di primissimo ordine (nonostante sia pur sempre una serie TV); colonna sonora godile ed estremamente azzeccata; char design dettagliato e realistico; ambientazione valida e ben descritta; trama originale, verosimile e ricca sia di riflessioni che di colpi di scena.
Consigliata a TUTTI, specialmente agli amanti di Asimov e della fantascienza in generale... merita il massimo del voto.
Mai visto niente di simile.
Sono un assiduo lettore di fantascienza (Asimov, Clarke..) e questo anime mi ha letteralmente spiazzato. Rappresentazione dello spazio incredibilmente realistica (niente a che vedere con moltre altre opere, anche cinematografiche ad alto budget), il mecha design è particolarmente curato e altrettanto plausibile. Le musiche sono molto evocative, il più delle volte adatte a ciò che devono accompagnare. Il chara design è poi superlativo: forse a livello di semplice impatto visivo c'è di meglio sul mercato, ma la caratterizzazione psicologica dei personaggi è eccellente, ben bilanciata. Le vicende e il carattere di ogni personaggio si evolvono durante l'intera serie in maniera graduale ma scrupolosa. Le tematiche sono adulte anche se non eccessivamente "seriose" o sopra le righe.
Meraviglioso e commovente.
Sono un assiduo lettore di fantascienza (Asimov, Clarke..) e questo anime mi ha letteralmente spiazzato. Rappresentazione dello spazio incredibilmente realistica (niente a che vedere con moltre altre opere, anche cinematografiche ad alto budget), il mecha design è particolarmente curato e altrettanto plausibile. Le musiche sono molto evocative, il più delle volte adatte a ciò che devono accompagnare. Il chara design è poi superlativo: forse a livello di semplice impatto visivo c'è di meglio sul mercato, ma la caratterizzazione psicologica dei personaggi è eccellente, ben bilanciata. Le vicende e il carattere di ogni personaggio si evolvono durante l'intera serie in maniera graduale ma scrupolosa. Le tematiche sono adulte anche se non eccessivamente "seriose" o sopra le righe.
Meraviglioso e commovente.
Concordo con chi dice che questo è uno dei migliori anime di questi anni. Planetes è ottimo sotto tutti i punti di vista, ma è unico per un particolare: è il primo anime nel quale non si sente alcun rumore nello spazio, esattamente come nella realtà! E' davvero stupefacente dal punto di vista grafico e presenta una trama strutturata e realistica. Ottimo davvero.
Realistico.
Realistica è l'ambietazione.
Realistici i personaggi.
Realistici i loro atteggiamenti.
Realistica la trama.
Uno dei migliori anime di fantascienza che abbia mai visto.
E' dettagliato e allo stesso tempo coerente e preciso. Il character design si distingue dalla massa. I personaggi sono un po' più reali del solito (ad esempio non ci sono occhi che occupano 3/4 della faccia).
Ma quello che più mi ha colpito sono i loro atteggiamenti che si accostano molto alla realtà. Per esempio, la relazione amorosa tra Hachimaki e Tanabe non è inverosimile come solo certi shoujo, che sprizzano d'ipocrisia da ogni frame (Ichigo 100%, tanto per non far nomi), son capaci d'essere. Anche il personaggio Tanabe sottolinea la cura maniacale dei dettagli. Lei che è sempre stata perfetta sotto ogni punto di vista (carina, leale, coraggiosa, simpatica...) nell'episodio 24 si è mostrata umana cedendo alla tentazione di prendere la bombola di Claire per sopravvivere.
Un altro punto forte è la colonna sonora, che si adatta a pennello all'anime. Anche a me è sembrata stupenda Secret of the Moon.
La trama è semplicemente un superbo mix tra commedia e tragedia.
Concludo dicendo che è una serie immancabile per il proprio bagaglio anime.:) Quindi consiglio a tutti di vederlo...
VOTO: 9.5
Realistica è l'ambietazione.
Realistici i personaggi.
Realistici i loro atteggiamenti.
Realistica la trama.
Uno dei migliori anime di fantascienza che abbia mai visto.
E' dettagliato e allo stesso tempo coerente e preciso. Il character design si distingue dalla massa. I personaggi sono un po' più reali del solito (ad esempio non ci sono occhi che occupano 3/4 della faccia).
Ma quello che più mi ha colpito sono i loro atteggiamenti che si accostano molto alla realtà. Per esempio, la relazione amorosa tra Hachimaki e Tanabe non è inverosimile come solo certi shoujo, che sprizzano d'ipocrisia da ogni frame (Ichigo 100%, tanto per non far nomi), son capaci d'essere. Anche il personaggio Tanabe sottolinea la cura maniacale dei dettagli. Lei che è sempre stata perfetta sotto ogni punto di vista (carina, leale, coraggiosa, simpatica...) nell'episodio 24 si è mostrata umana cedendo alla tentazione di prendere la bombola di Claire per sopravvivere.
Un altro punto forte è la colonna sonora, che si adatta a pennello all'anime. Anche a me è sembrata stupenda Secret of the Moon.
La trama è semplicemente un superbo mix tra commedia e tragedia.
Concludo dicendo che è una serie immancabile per il proprio bagaglio anime.:) Quindi consiglio a tutti di vederlo...
VOTO: 9.5
Inizio col dire che questo anime è oltremodo realistico, infatti ha vinto anche premi come miglior serie fanta-scintifica. Detto questo ci stà una buona caratterizzazione dei personaggi, Hachimaki è qualcosa di spettacolare se lo si analizza da un punto di vista psicologico e anche tutti gli altri meritano comunque una certa attenzione.
Mi è piaciuto il fatto che nonostante ci siano elementi romantici non vengono esasperati e/o banalizzati come invece succede in quasi tutti gli shojo che ho potuto ammirare fino ad ora eccetto pochissime eccezioni.
Non sono d'accordo su chi dice che assomiglia a Patlabor, O.o come ambientazione posso capire, ma ci sono altri miliardi di elementi significativi e più importanti da segnalare.
Concludo consigliandone la visione a chi non ha ancora potuto seguire questa serie TV.
Mi è piaciuto il fatto che nonostante ci siano elementi romantici non vengono esasperati e/o banalizzati come invece succede in quasi tutti gli shojo che ho potuto ammirare fino ad ora eccetto pochissime eccezioni.
Non sono d'accordo su chi dice che assomiglia a Patlabor, O.o come ambientazione posso capire, ma ci sono altri miliardi di elementi significativi e più importanti da segnalare.
Concludo consigliandone la visione a chi non ha ancora potuto seguire questa serie TV.
Se ci fosse un 11 come voto lo darei a Planetes! Un anime che mi ha sorpreso incredibilmente! partito un po' tranquillo dopo si rivela una storia a dir poco coinvolgente ed emozionante...mi ha portato a fare molte riflessioni sulla vita e sul mondo, sui valori veri che una persona deve avere....altro punto chiave è la colonna sonora che è praticamente perfetta (Hitomi - Secret of the moon)...appena finito l'anime sono corso in fumetteria a comprare il manga che è ancora più bello!!!! Da guardare!
Sin dal primo episodio di PlanetES ho avuto come la sensazione di ritrovarmi di fronte ad un qualcosa di già visto. Poi mi è venuto in mente: sostanzialmente PlanetES è un Patlabor con ambientazione spaziale. E di Patlabor si porta dietro pregi e difetti. I personaggi sono realistici e ben caratterizzati (un po' esagerati in alcuni atteggiamenti). L'ambientazione è molto curata, ma la trama non riesce ad appassionare fino in fondo (ci ho messo tantissimo per vederlo tutto: altri anime me li sono visti tutti d'un fiato).
Non ho letto il manga, ma l'anime (come già per Patlabor), pur riconoscendogli diversi pregi, non riesce ad entrare tra i miei preferiti.
Non ho letto il manga, ma l'anime (come già per Patlabor), pur riconoscendogli diversi pregi, non riesce ad entrare tra i miei preferiti.
Poche volte mi è capitato di rimanere incantato davanti al video come guardando PlanetES. Già l'ambientazione spaziale è di per sè affascinante, ma poi il realismo, i disegni curatissimi, i personaggi veri, sensibili, assolutamente splendidi... da lasciare col fiato sospeso.
Una serie per la quale non riesco a trovare assolutamente nessun difetto. Tra l'altro giudico la opening come la migliore che si sia mai vista in un anime... da pianti tanto è bella :)
Una serie per la quale non riesco a trovare assolutamente nessun difetto. Tra l'altro giudico la opening come la migliore che si sia mai vista in un anime... da pianti tanto è bella :)
E' semplicemente una serie meravigliosa, tratta da
un altrettanto bellissimo manga. La bellezza di Planetes si puo' racchiudere nella sua serieta', intelligenza e attualita'. Sono rare le serie di questo
tipo, forse e' stata trascurata perche' e' comunque
di fantascienza, anche se parla di tanti altri temi:
il rapporto fra gli uomini e le loro paure, l'amicizia,
l'amore, il terrorismo, la voglia di crescita e conquista. Poi il finale e' molto bello.
un altrettanto bellissimo manga. La bellezza di Planetes si puo' racchiudere nella sua serieta', intelligenza e attualita'. Sono rare le serie di questo
tipo, forse e' stata trascurata perche' e' comunque
di fantascienza, anche se parla di tanti altri temi:
il rapporto fra gli uomini e le loro paure, l'amicizia,
l'amore, il terrorismo, la voglia di crescita e conquista. Poi il finale e' molto bello.
C'è poco da dire, uno dei migliori anime che abbia mai visto! Umorismo e dramma convivono alla perfezione, forse il finale non è proprio orginalissimo, ma per il resto nulla da eccepire. Se vi piacciono gli anime fantascientifici, ma con tanta dose di vita "reale",guardatelo assolutamente.
Ma anche se vi piacciono le storie d'amore, drammatiche, umoristiche ecc......;P
Ma anche se vi piacciono le storie d'amore, drammatiche, umoristiche ecc......;P
Grandissimo anime di fantascienza. Chi come me ha gia apprezzato l'ottimo manga di Makoto Yukimura non potrà che amare questa raffinata serie animata by Sunrise. Personaggi splendidi, episodi ottimamente sceneggiati, temi trattati molto umani e profondi, ma mai sfruttati banamente: lo spazio, la scoperta, la guerra, il terrorismo, i rapporti umani, l'amore, la tecnologia. In più un mondo futuro verosimile (e possibile), ove la tecnologia fa sgranare gli occhi per come è stata ricercata con dettagli incredibili e verosimili. Non c'è che dire, un capolavoro tratto da un capolavoro.
Chi ha letto il fumetto avrà potuto constatare come PlanetES sia uno fra i migliori manga mai giunti in Italia.
La serie prodotta in Giappone qualche anno fa è uno tra i migliori adattamenti da un fumetto mai prodotti. Gli sceneggiatori e il regista sono stati eccezionali nel trasporre in animazione le vicende del fumetto... É un capolavoro che merita ,a questo punto, anche una versione ufficiale prodotta in Italia.
Speriamo bene
La serie prodotta in Giappone qualche anno fa è uno tra i migliori adattamenti da un fumetto mai prodotti. Gli sceneggiatori e il regista sono stati eccezionali nel trasporre in animazione le vicende del fumetto... É un capolavoro che merita ,a questo punto, anche una versione ufficiale prodotta in Italia.
Speriamo bene