L'Uomo Tigre 2
"L'Uomo Tigre 2" è una serie animata giapponese del 1981, sequel della popolare serie "L'Uomo Tigre" del 1973. La serie segue le avventure di Tommy Aku, un giovane lottatore di wrestling che indossa una maschera da tigre, per combattere contro la corruzione nel mondo del wrestling.
La serie da noi in Italia è poco popolare, a differenza della prima più famosa serie; essa ha ricevuto anche molte critiche per la sua ripetitività e prevedibilità. Personalmente concordo, questa ripetitività rende la serie meno coinvolgente e meno imprevedibile. Lo spettatore sa già cosa aspettarsi, e questo può rendere la visione noiosa.
Tecnicamente è un prodotto del 1981, quindi ha molte limitazioni tecniche, un anime che è invecchiato male.
Ne "L'Uomo Tigre", Naoto Date, il protagonista della prima serie, è un personaggio complesso e tragico. Ha un passato oscuro e tormentato, e la sua lotta per la giustizia è motivata dal suo desiderio di redenzione.
Ne "L'Uomo Tigre 2", Tommy Aku è un personaggio molto più semplice e unidimensionale. È un eroe quasi stereotipato. Il finale de "L'Uomo Tigre 2" è anche scontato.
"L'Uomo Tigre 2" è una serie animata con alcuni punti di forza, come i combattimenti di wrestling, che sono ben animati e divertenti da guardare. Tuttavia, la serie è anche caratterizzata da una ripetitività eccessiva e da storie che non sono per nulla memorabili. Io, dopo averla finita, sì e no mi ricordo la storia principale, gran parte degli episodi li ho già rimossi dalla mente.
Per questi motivi, "L'Uomo Tigre 2" non è all'altezza del suo predecessore, che aveva storie molto più varie e toccanti, molto più memorabili, e poi Naoto era un protagonista decisamente superiore a Tommy.
Voto: 5
La serie da noi in Italia è poco popolare, a differenza della prima più famosa serie; essa ha ricevuto anche molte critiche per la sua ripetitività e prevedibilità. Personalmente concordo, questa ripetitività rende la serie meno coinvolgente e meno imprevedibile. Lo spettatore sa già cosa aspettarsi, e questo può rendere la visione noiosa.
Tecnicamente è un prodotto del 1981, quindi ha molte limitazioni tecniche, un anime che è invecchiato male.
Ne "L'Uomo Tigre", Naoto Date, il protagonista della prima serie, è un personaggio complesso e tragico. Ha un passato oscuro e tormentato, e la sua lotta per la giustizia è motivata dal suo desiderio di redenzione.
Ne "L'Uomo Tigre 2", Tommy Aku è un personaggio molto più semplice e unidimensionale. È un eroe quasi stereotipato. Il finale de "L'Uomo Tigre 2" è anche scontato.
"L'Uomo Tigre 2" è una serie animata con alcuni punti di forza, come i combattimenti di wrestling, che sono ben animati e divertenti da guardare. Tuttavia, la serie è anche caratterizzata da una ripetitività eccessiva e da storie che non sono per nulla memorabili. Io, dopo averla finita, sì e no mi ricordo la storia principale, gran parte degli episodi li ho già rimossi dalla mente.
Per questi motivi, "L'Uomo Tigre 2" non è all'altezza del suo predecessore, che aveva storie molto più varie e toccanti, molto più memorabili, e poi Naoto era un protagonista decisamente superiore a Tommy.
Voto: 5
Attenzione: la recensione contiene spoiler
La seconda serie de "L'Uomo Tigre" (meglio nota come "Tiger Mask") viene spesso odiata dai fan della prima per molte ragioni, e bisogna ammettere che molte di quelle ragioni possono sembrare valide; tuttavia qualsiasi serie sequel del primo "Tiger Mask" uscirebbe quasi sicuramente con le ossa rotte da un confronto, quindi non resta che guardare e recensire questa serie dimenticando quasi del tutto la prima.
Tra l'altro i collegamenti con la prima serie sono pochi e sparuti: Tana delle Tigri difatti è praticamente scomparsa, viene citata solo brevemente, stessa cosa per Naoto Date, di cui questo nuovo Tiger Mask rivela la morte avvenuta per un incidente stradale tempo addietro. Al posto di Tana delle Tigri fa la sua comparsa la "Federazione Spaziale", i cui lottatori sono tutti mascherati come l'Uomo Tigre, usano mosse sovrumane e il loro scopo è indebolire la Federazione di Lotta giapponese, fino a decretarne la totale sconfitta. La Federazione Spaziale è di proprietà dell'emiro Hassan, che governa il Paese con il pugno di ferro. Paese che tra l'altro è ricco di petrolio, ma Hassan usa questa ricchezza per sé e non per il popolo che nel frattempo muore di fame.
Hassan manda un messaggio di sfida non solo alla Federazione di Lotta giapponese ma all'intero Giappone: se infatti Tiger Mask verrà sconfitto anche in un solo match, l'emiro sospenderà la fornitura di petrolio al Paese, portandolo chiaramente verso una crisi energetica potenzialmente catastrofica. Chiaramente il nostro protagonista arriverà allo scontro finale con il lottatore più forte della Federazione Spaziale (che si rivelerà un osso davvero duro), ma, com'è scontato, il bene e l'amore trionferanno, e nel frattempo nel Paese di Hassan scoppierà una rivolta che porterà alla distruzione dell'odiato regime.
Come si può intuire da questo breve riassunto, questa serie di "Tiger Mask" si muove su un binario alquanto differente dalla prima: innanzi tutto i nemici da sconfiggere. Nella prima serie infatti l'Uomo Tigre aveva a che fare con un'organizzazione segreta che tramava nell'ombra per dominare il wrestling mondiale, ovvero Tana delle Tigri. L'agenda di Tana delle Tigri era semplice: far vincere i propri lottatori (mascherati) a costo di scorrettezze e mosse violente, e poi prendersi la maggior parte dei soldi da loro guadagnati. Considerando che gli incontri di wrestling sono decisi a tavolino prima ancora che inizi un match, da molto tempo ormai una tale tattica pare quasi infantile, senza contare che l'organizzazione segreta è uno di quei cliché che ai giorni nostri è alquanto sorpassato (tuttavia funziona bene nella prima serie). Il secondo Uomo Tigre invece ha a che fare con una federazione di lotta altrettanto losca, ma guidata da un magnate del petrolio! Non dimentichiamo che nel '73 (e poi di nuovo nel '79) ci fu una crisi energetica globale, dovuta all'aumento del prezzo del petrolio estratto nel Medio Oriente. Questa crisi rese ovvio a tutti quanto le economie occidentali (ed orientali) dipendessero dal petrolio, e che qualsiasi aumento del prezzo o la scarsità di petrolio avrebbe potuto portare a crisi energetiche ed economiche molto serie. Non sorprende molto quindi che in questa serie, realizzata nel 1981, il cattivo sia appunto un tiranno di un Paese ricco di petrolio.
Anche i protagonisti delle due serie sono alquanto differenti, per quanto abbiano alcuni punti in comune: entrambi sono infatti orfani, nascondono le loro identità di Tiger Mask dietro a una "maschera" goffa, impacciata e talvolta pavida, entrambi hanno piccoli fan che tifano per loro. Ma, se il primo Tiger Mask di fatto fa il lottatore mascherato full-time, il secondo invece lavora come giornalista in una testata sportiva, come un novello Clark Kent, insomma. Naoto Date rischia continuamente la vita dentro e fuori dal ring, visto che ha tradito Tana delle Tigri, mentre Tommy Aku (Tatsuo Aku nella versione originale giapponese) se la vede spesso brutta, ma non vive perennemente con il timore di venire eliminato, anche perché la Federazione Spaziale non conosce la sua vera identità, al contrario di Tana delle Tigri, che sa bene chi sia in realtà l'Uomo Tigre.
Naoto Date inoltre rappresenta la rivalsa del ceto più povero nei confronti della società (come anche Joe Yabuki in "Ashita no Joe"): Naoto parte dal nulla, senza genitori, e diventa un campione di wrestling, arrivando anche a supportare economicamente l'orfanotrofio dove lui è cresciuto. Anche Tommy parte dal basso, ma in questo caso la rivalsa sociale viene appena accennata: Tommy infatti è una specie di (super)eroe che protegge il Giappone dalle grinfie di un malvagio dittatore. Se Naoto è dunque un protettore degli ultimi (gli orfani), Tommy invece assurge a una figura molto più idealista, e per certi versi molto meno realistica e interessante. Chiaramente ciò non vuol dire che la figura del secondo Tiger Mask sia banale, ma che risulta molto meno incisiva a livello emotivo, nel senso che lo spettatore tifava per Naoto perché la sua vittoria significava la vittoria di una causa giusta, mentre una vittoria del secondo Tiger Mask coinvolge molto meno lo spettatore medio. Ciò che comunque questa seconda serie perde a livello emozionale lo guadagna in animazioni e fluidità: la prima serie infatti risale al 1969, più di dieci anni prima della seconda, e si possono notare senza troppo sforzo i miglioramenti degli animatori giapponesi per quanto riguarda appunto la fluidità delle animazioni e la coerenza dei disegni. A proposito di disegni, molti criticano il character design, reputandolo poco ispirato e forse un po' banale: se è vero che il chara design non spicca troppo, ricalcando uno stile realistico, con corpi e proporzioni non troppo distanti da quelli reali, il risultato finale non è certo disprezzabile, ma contribuisce anzi a differenziarsi in maniera ancora più netta dalla serie precedente.
Per concludere: "L'Uomo Tigre II" purtroppo non riesce a bissare il successo del primo "Uomo Tigre", ma la serie risulta comunque scorrevole ed emozionante; non manca qualche (sparuto) colpo di scena più o meno ben assestato, e in generale la serie risulta comunque molto più godibile della maggior parte degli show di wrestling moderni reali.
La seconda serie de "L'Uomo Tigre" (meglio nota come "Tiger Mask") viene spesso odiata dai fan della prima per molte ragioni, e bisogna ammettere che molte di quelle ragioni possono sembrare valide; tuttavia qualsiasi serie sequel del primo "Tiger Mask" uscirebbe quasi sicuramente con le ossa rotte da un confronto, quindi non resta che guardare e recensire questa serie dimenticando quasi del tutto la prima.
Tra l'altro i collegamenti con la prima serie sono pochi e sparuti: Tana delle Tigri difatti è praticamente scomparsa, viene citata solo brevemente, stessa cosa per Naoto Date, di cui questo nuovo Tiger Mask rivela la morte avvenuta per un incidente stradale tempo addietro. Al posto di Tana delle Tigri fa la sua comparsa la "Federazione Spaziale", i cui lottatori sono tutti mascherati come l'Uomo Tigre, usano mosse sovrumane e il loro scopo è indebolire la Federazione di Lotta giapponese, fino a decretarne la totale sconfitta. La Federazione Spaziale è di proprietà dell'emiro Hassan, che governa il Paese con il pugno di ferro. Paese che tra l'altro è ricco di petrolio, ma Hassan usa questa ricchezza per sé e non per il popolo che nel frattempo muore di fame.
Hassan manda un messaggio di sfida non solo alla Federazione di Lotta giapponese ma all'intero Giappone: se infatti Tiger Mask verrà sconfitto anche in un solo match, l'emiro sospenderà la fornitura di petrolio al Paese, portandolo chiaramente verso una crisi energetica potenzialmente catastrofica. Chiaramente il nostro protagonista arriverà allo scontro finale con il lottatore più forte della Federazione Spaziale (che si rivelerà un osso davvero duro), ma, com'è scontato, il bene e l'amore trionferanno, e nel frattempo nel Paese di Hassan scoppierà una rivolta che porterà alla distruzione dell'odiato regime.
Come si può intuire da questo breve riassunto, questa serie di "Tiger Mask" si muove su un binario alquanto differente dalla prima: innanzi tutto i nemici da sconfiggere. Nella prima serie infatti l'Uomo Tigre aveva a che fare con un'organizzazione segreta che tramava nell'ombra per dominare il wrestling mondiale, ovvero Tana delle Tigri. L'agenda di Tana delle Tigri era semplice: far vincere i propri lottatori (mascherati) a costo di scorrettezze e mosse violente, e poi prendersi la maggior parte dei soldi da loro guadagnati. Considerando che gli incontri di wrestling sono decisi a tavolino prima ancora che inizi un match, da molto tempo ormai una tale tattica pare quasi infantile, senza contare che l'organizzazione segreta è uno di quei cliché che ai giorni nostri è alquanto sorpassato (tuttavia funziona bene nella prima serie). Il secondo Uomo Tigre invece ha a che fare con una federazione di lotta altrettanto losca, ma guidata da un magnate del petrolio! Non dimentichiamo che nel '73 (e poi di nuovo nel '79) ci fu una crisi energetica globale, dovuta all'aumento del prezzo del petrolio estratto nel Medio Oriente. Questa crisi rese ovvio a tutti quanto le economie occidentali (ed orientali) dipendessero dal petrolio, e che qualsiasi aumento del prezzo o la scarsità di petrolio avrebbe potuto portare a crisi energetiche ed economiche molto serie. Non sorprende molto quindi che in questa serie, realizzata nel 1981, il cattivo sia appunto un tiranno di un Paese ricco di petrolio.
Anche i protagonisti delle due serie sono alquanto differenti, per quanto abbiano alcuni punti in comune: entrambi sono infatti orfani, nascondono le loro identità di Tiger Mask dietro a una "maschera" goffa, impacciata e talvolta pavida, entrambi hanno piccoli fan che tifano per loro. Ma, se il primo Tiger Mask di fatto fa il lottatore mascherato full-time, il secondo invece lavora come giornalista in una testata sportiva, come un novello Clark Kent, insomma. Naoto Date rischia continuamente la vita dentro e fuori dal ring, visto che ha tradito Tana delle Tigri, mentre Tommy Aku (Tatsuo Aku nella versione originale giapponese) se la vede spesso brutta, ma non vive perennemente con il timore di venire eliminato, anche perché la Federazione Spaziale non conosce la sua vera identità, al contrario di Tana delle Tigri, che sa bene chi sia in realtà l'Uomo Tigre.
Naoto Date inoltre rappresenta la rivalsa del ceto più povero nei confronti della società (come anche Joe Yabuki in "Ashita no Joe"): Naoto parte dal nulla, senza genitori, e diventa un campione di wrestling, arrivando anche a supportare economicamente l'orfanotrofio dove lui è cresciuto. Anche Tommy parte dal basso, ma in questo caso la rivalsa sociale viene appena accennata: Tommy infatti è una specie di (super)eroe che protegge il Giappone dalle grinfie di un malvagio dittatore. Se Naoto è dunque un protettore degli ultimi (gli orfani), Tommy invece assurge a una figura molto più idealista, e per certi versi molto meno realistica e interessante. Chiaramente ciò non vuol dire che la figura del secondo Tiger Mask sia banale, ma che risulta molto meno incisiva a livello emotivo, nel senso che lo spettatore tifava per Naoto perché la sua vittoria significava la vittoria di una causa giusta, mentre una vittoria del secondo Tiger Mask coinvolge molto meno lo spettatore medio. Ciò che comunque questa seconda serie perde a livello emozionale lo guadagna in animazioni e fluidità: la prima serie infatti risale al 1969, più di dieci anni prima della seconda, e si possono notare senza troppo sforzo i miglioramenti degli animatori giapponesi per quanto riguarda appunto la fluidità delle animazioni e la coerenza dei disegni. A proposito di disegni, molti criticano il character design, reputandolo poco ispirato e forse un po' banale: se è vero che il chara design non spicca troppo, ricalcando uno stile realistico, con corpi e proporzioni non troppo distanti da quelli reali, il risultato finale non è certo disprezzabile, ma contribuisce anzi a differenziarsi in maniera ancora più netta dalla serie precedente.
Per concludere: "L'Uomo Tigre II" purtroppo non riesce a bissare il successo del primo "Uomo Tigre", ma la serie risulta comunque scorrevole ed emozionante; non manca qualche (sparuto) colpo di scena più o meno ben assestato, e in generale la serie risulta comunque molto più godibile della maggior parte degli show di wrestling moderni reali.
Da piccolo non mi faceva impazzire, ma, rivedendola qualche anno fa, devo dire che l'ho rivalutata. Si vede che non sono più gli anni '60, inizio '70, quando il Giappone stava pian piano uscendo, soprattutto a livello psicologico, dai disastri della guerra e avviandosi verso il suo boom economico. Queste cose anche nella prima serie si notavano in qualche episodio.
In questa cominciano gli '80, periodo in cui la terra del Sol Levante si stava ormai imponendo sul mercato internazionale, facendo molto parlare di sé. I toni sono meno cupi, i lottatori nemici ancora più kitsch, la resa grafica della città è più sontuosa e sgargiante, così come i vestiti e l'auto del protagonista, che ha una tigre corazzata al seguito!
Troviamo presente l'ironia, che nel predecessore non c'era quasi per niente. Il protagonista Tommy è un misto tra Peter Parker e Clark Kent, e avrà a che fare con un capo stile J.J. Jameson, Desk, la sua simpatica e carina collega Midori, lo spocchioso Saiga, la tenera Janet e il peperino Nicky. Questi ultimi due ricordano un po' Ruriko e Kenta. A fare da maggior collante alle due serie la presenza di Antonio Inoki.
Il nemico è la federazione spaziale capitanata dal misterioso ed enigmatico Hassan (che ha un braccio destro simil Mister X). Petrolio e arabi sono un caposaldo del decennio, e quindi non fanno che caratterizzare ancora di più l'opera.
Gli scontri, grazie ovviamente al progresso fatto nell'animazione TV, sono ancora più dinamici e spettacolari, ma non ci si limita solo a questo. Infatti la trama di fondo, basata sulle indagini per scoprire qualcosa in più sul nemico, è coinvolgente e, grazie al fatto che si contano "solo" trentatré episodi, a differenza della precedente i riempitivi sono pochi.
Questo seguito lo reputo accattivante, simpatico e divertente. Non ha la pretesa di essere ai livelli del primo "Uomo Tigre" e prende per vari motivi una strada tutta sua, cosa che non può che fare piacere, guadagnandosi una sua dignità e autonomia. E poi, nonostante la patina leggera, nasconde una malinconia di fondo.
Attenzione: la parte finale contiene spoiler
Curiosità: ha creato un bel dibattito la vera identità di Tommy. Alla fine pare che non sia Kenta, a sorpresa!
In questa cominciano gli '80, periodo in cui la terra del Sol Levante si stava ormai imponendo sul mercato internazionale, facendo molto parlare di sé. I toni sono meno cupi, i lottatori nemici ancora più kitsch, la resa grafica della città è più sontuosa e sgargiante, così come i vestiti e l'auto del protagonista, che ha una tigre corazzata al seguito!
Troviamo presente l'ironia, che nel predecessore non c'era quasi per niente. Il protagonista Tommy è un misto tra Peter Parker e Clark Kent, e avrà a che fare con un capo stile J.J. Jameson, Desk, la sua simpatica e carina collega Midori, lo spocchioso Saiga, la tenera Janet e il peperino Nicky. Questi ultimi due ricordano un po' Ruriko e Kenta. A fare da maggior collante alle due serie la presenza di Antonio Inoki.
Il nemico è la federazione spaziale capitanata dal misterioso ed enigmatico Hassan (che ha un braccio destro simil Mister X). Petrolio e arabi sono un caposaldo del decennio, e quindi non fanno che caratterizzare ancora di più l'opera.
Gli scontri, grazie ovviamente al progresso fatto nell'animazione TV, sono ancora più dinamici e spettacolari, ma non ci si limita solo a questo. Infatti la trama di fondo, basata sulle indagini per scoprire qualcosa in più sul nemico, è coinvolgente e, grazie al fatto che si contano "solo" trentatré episodi, a differenza della precedente i riempitivi sono pochi.
Questo seguito lo reputo accattivante, simpatico e divertente. Non ha la pretesa di essere ai livelli del primo "Uomo Tigre" e prende per vari motivi una strada tutta sua, cosa che non può che fare piacere, guadagnandosi una sua dignità e autonomia. E poi, nonostante la patina leggera, nasconde una malinconia di fondo.
Attenzione: la parte finale contiene spoiler
Curiosità: ha creato un bel dibattito la vera identità di Tommy. Alla fine pare che non sia Kenta, a sorpresa!
Questa è la seconda stagione della serie animata intitolata "L'uomo Tigre", ispirata all'omonimo manga. Prodotta dopo quasi undici anni dalla prima stagione, il lottatore mascherato torna ad appassionare noi ragazzini attraverso le appassionanti battaglie sul ring, ma questa volta l'uomo sotto la maschera non è il nostro amato Naoto.
Uno dei punti a favore è sicuramente la grafica, che migliora moltissimo rispetto alla precedente stagione, aiutata anche dal passar degli anni; i disegni e le animazioni sono accettabili e rendono il comparto visivo piacevole nel complesso, mentre il sonoro non fa grandi passi in avanti.
Adesso veniamo alla trama e alla sceneggiatura.
Dopo nove anni dagli eventi narrati nella precedente stagione, un ragazzo anche lui orfano aspira a diventare il nuovo lottatore dal volto coperto, rispettando e ammirando l'ormai deceduto Naoto, morto a causa di un incidente stradale. Il nostro protagonista, di nome Tatsuo Aku, decide di allenarsi e imparare le arti marziali per diventare al più presto l'Uomo Tigre, trasferendosi a New York, dove intraprende la carriera da giornalista; la vicenda ha inizio da qui, dove verrà coinvolto in molti eventi che lo porteranno dritto al successo.
Lo sviluppo di questo anime non ha molto di cui parlare, se non per la bassa fama ricevuta dai fan che non hanno apprezzato il nuovo protagonista che ha sostituito il tanto amato Naoto, pieno di valori e principi trasmessi attraverso cruenti combattimenti; personalmente non ho trovato questo ragazzo all'altezza del precedente lottatore mascherato, ma comunque il suo impatto sulla storia non è da definirsi scarso, anzi rende lo stesso l'anime pieno di emozioni tali da coinvolgere lo spettatore.
Nonostante la bassa considerazione che hanno i fan nei riguardi di questa stagione, posso tranquillamente dire che questa serie resta all'altezza del nome che porta, per cui consiglio la visione di quest'anime, seguendo ovviamente la cronologia della serie.
Uno dei punti a favore è sicuramente la grafica, che migliora moltissimo rispetto alla precedente stagione, aiutata anche dal passar degli anni; i disegni e le animazioni sono accettabili e rendono il comparto visivo piacevole nel complesso, mentre il sonoro non fa grandi passi in avanti.
Adesso veniamo alla trama e alla sceneggiatura.
Dopo nove anni dagli eventi narrati nella precedente stagione, un ragazzo anche lui orfano aspira a diventare il nuovo lottatore dal volto coperto, rispettando e ammirando l'ormai deceduto Naoto, morto a causa di un incidente stradale. Il nostro protagonista, di nome Tatsuo Aku, decide di allenarsi e imparare le arti marziali per diventare al più presto l'Uomo Tigre, trasferendosi a New York, dove intraprende la carriera da giornalista; la vicenda ha inizio da qui, dove verrà coinvolto in molti eventi che lo porteranno dritto al successo.
Lo sviluppo di questo anime non ha molto di cui parlare, se non per la bassa fama ricevuta dai fan che non hanno apprezzato il nuovo protagonista che ha sostituito il tanto amato Naoto, pieno di valori e principi trasmessi attraverso cruenti combattimenti; personalmente non ho trovato questo ragazzo all'altezza del precedente lottatore mascherato, ma comunque il suo impatto sulla storia non è da definirsi scarso, anzi rende lo stesso l'anime pieno di emozioni tali da coinvolgere lo spettatore.
Nonostante la bassa considerazione che hanno i fan nei riguardi di questa stagione, posso tranquillamente dire che questa serie resta all'altezza del nome che porta, per cui consiglio la visione di quest'anime, seguendo ovviamente la cronologia della serie.
L'Uomo Tigre II è una serie anime originale e quindi non tratta da un manga, come invece avvenne per l'indimenticabile prima serie, e nacque da un'idea del creatore Ikki Kajiwara nel 1981.
L'intro di Tiger Mask Nisei riprende quella che era la fine originale del manga mai trasposta in anime, ovvero, la morte di Naoto Date per via di un incidente stradale nel tentativo di salvare un bambino. A 9-10 anni da questo evento, Tatsuo (Tommy) Aku, uno dei bambini della Chibikko House (La casa dei bambini) di Ruriko, appassionato dell'Uomo Tigre, decide di divenirne il successore per intervenire su un oscuro fato che sta per abbattersi sull'Associazione di Lotta Giapponese. Arman Hassan è uno sceicco arabo, padrone del petrolio del Medio Oriente, e ha l'intenzione di prendere il dominio sul mondo intero impossessandosi degli sport più famosi nel mondo, usando come trampolino di lancio la lotta libera. Uomo Tigre II si impegnerà di salvaguardare l'associazione assieme ad Antonio Inoki, a quanto pare successore di Baba il gigante, di cui non si sa nulla in questo secondo capitolo.
Prima di parlare della serie, è bene fare luce su alcuni misteri; come scritto sopra, il fatto di fare morire Naoto Date non è un'invenzione di Uomo Tigre II, ma bensì la trasposizione del finale del manga originale. Il secondo mistero, tuttora materia di discussione tra appassionati, è l'enigma Tatsuo Aku/Kenta. Tatsuo (Tommy nell'edizione italiana) è il bambino Kenta della prima serie, nonché il più grande appassionato di Tiger Mask, e certamente il bambino più approfondito della Chibikko House, oppure no?
Effettivamente i flashback dei primi 2 episodi fanno sembrare che Tatsuo sia proprio Kenta, poiché in essi l'unico bambino che non si vede durante il funerale di Naoto è proprio lui, e quello di spalle, cioè Tatsuo, gli assomiglia molto.
Forse inizialmente era questa l'idea degli sceneggiatori; in seguito però negli episodi 32-33 si ha la certezza che in realtà non è Kenta, ma un altro orfano della casa che non si era mai visto. Il flashback non lascia dubbi, il bambino è diverso da Kenta e per giunta in una sequenza dove giocano a baseball con Naoto, vicino a Kappi c'è un riconoscibilissimo Kenta e affianco Tatsuo.
I primi episodi sono molto coinvolgenti quando si viene a sapere della morte del grande Naoto Date, però tutta la storia della Federazione Spaziale, e il nuovo Uomo Tigre nelle sembianze di un supereroe più che di un lottatore mascherato, con addirittura una tigre corazzata con cui si allena, con una macchina che si trasforma in una "tiger-mobile", con una base segreta e con una doppia identità da giornalista (che ricorda molto Clark Kent), e il primo avversario, l'Uomo Spaziale, il quale addirittura manteneva l'avversario sospeso in aria con gli spostamenti d'aria, più un Hassan nascosto da un telo similmente a un boss malvagio di una delle famose serie robotiche anni '80 e con un tirapiedi ancora meno credibile, mi hanno fatto apparire inizialmente questo anime una stupidaggine.
Ben presto però la trama si dipana e diviene interessante e più realistica, così anche il principale antagonista si toglie il velo, e fino alla fine risulta uno dei pochi nemici a essere davvero approfondito. Anche l'ideale di giustizia di Tommy Aku appare coinvolgente. Uomo Tigre 2 si fa strada con una trama per nulla stancante, senza mai risultare ripetitivo, grazie anche al fatto di essere composto da sole 33 puntate, e la visione perciò non risulta mai pesante. Alcune cose sembrano forzate, ed è un peccato che i riferimenti alla prima serie siano stati così pochi, inoltre speravo di vedere molti più flashback dell'orfanotrofio, invece questi si vedono praticamente soltanto nel secondo e nel penultimo episodio.
Non manca una dose di comicità abbastanza riuscita nell'ambito del giornale di bassa categoria in cui lavora Tommy. I combattimenti non sono sempre il massimo, e dimenticatevi pure le lotte piene di sangue. Il comparto tecnico è ottimo, tipico dei cartoni anni '80: disegni e animazioni sono ovviamente superiori alla prima serie, essendo stata prodotta, la seconda, più di 10 anni dopo di essa.
Il compositore delle musiche, Shunsuke Kikuchi, fa anche qui uno splendido lavoro deliziandoci con splendide melodie (probabilmente il punto più alto di questa seconda serie), che possono rievocare quello che sarà in futuro lo stile usato in Dragon Ball e Dragon Ball Z.
Per quanto riguarda l'adattamento italiano, anche in questo sembra essere fedele all'originale. Tuttavia a differenza della prima serie dove i nomi giapponesi erano sempre mantenuti, qui invece vi sono diverse semplificazioni culturali. Partendo dal protagonista e da altri personaggi che hanno avuto nomi italiani o inglesi.
Per concludere, Uomo Tigre II, è a mio parere un prodotto più che sufficiente e che, senza pretese, si può godere fino alla fine. Certamente siamo anni luce dal primo vero Tiger Mask, ma non credo si meriti tutte queste critiche. Voto: 7
L'intro di Tiger Mask Nisei riprende quella che era la fine originale del manga mai trasposta in anime, ovvero, la morte di Naoto Date per via di un incidente stradale nel tentativo di salvare un bambino. A 9-10 anni da questo evento, Tatsuo (Tommy) Aku, uno dei bambini della Chibikko House (La casa dei bambini) di Ruriko, appassionato dell'Uomo Tigre, decide di divenirne il successore per intervenire su un oscuro fato che sta per abbattersi sull'Associazione di Lotta Giapponese. Arman Hassan è uno sceicco arabo, padrone del petrolio del Medio Oriente, e ha l'intenzione di prendere il dominio sul mondo intero impossessandosi degli sport più famosi nel mondo, usando come trampolino di lancio la lotta libera. Uomo Tigre II si impegnerà di salvaguardare l'associazione assieme ad Antonio Inoki, a quanto pare successore di Baba il gigante, di cui non si sa nulla in questo secondo capitolo.
Prima di parlare della serie, è bene fare luce su alcuni misteri; come scritto sopra, il fatto di fare morire Naoto Date non è un'invenzione di Uomo Tigre II, ma bensì la trasposizione del finale del manga originale. Il secondo mistero, tuttora materia di discussione tra appassionati, è l'enigma Tatsuo Aku/Kenta. Tatsuo (Tommy nell'edizione italiana) è il bambino Kenta della prima serie, nonché il più grande appassionato di Tiger Mask, e certamente il bambino più approfondito della Chibikko House, oppure no?
Effettivamente i flashback dei primi 2 episodi fanno sembrare che Tatsuo sia proprio Kenta, poiché in essi l'unico bambino che non si vede durante il funerale di Naoto è proprio lui, e quello di spalle, cioè Tatsuo, gli assomiglia molto.
Forse inizialmente era questa l'idea degli sceneggiatori; in seguito però negli episodi 32-33 si ha la certezza che in realtà non è Kenta, ma un altro orfano della casa che non si era mai visto. Il flashback non lascia dubbi, il bambino è diverso da Kenta e per giunta in una sequenza dove giocano a baseball con Naoto, vicino a Kappi c'è un riconoscibilissimo Kenta e affianco Tatsuo.
I primi episodi sono molto coinvolgenti quando si viene a sapere della morte del grande Naoto Date, però tutta la storia della Federazione Spaziale, e il nuovo Uomo Tigre nelle sembianze di un supereroe più che di un lottatore mascherato, con addirittura una tigre corazzata con cui si allena, con una macchina che si trasforma in una "tiger-mobile", con una base segreta e con una doppia identità da giornalista (che ricorda molto Clark Kent), e il primo avversario, l'Uomo Spaziale, il quale addirittura manteneva l'avversario sospeso in aria con gli spostamenti d'aria, più un Hassan nascosto da un telo similmente a un boss malvagio di una delle famose serie robotiche anni '80 e con un tirapiedi ancora meno credibile, mi hanno fatto apparire inizialmente questo anime una stupidaggine.
Ben presto però la trama si dipana e diviene interessante e più realistica, così anche il principale antagonista si toglie il velo, e fino alla fine risulta uno dei pochi nemici a essere davvero approfondito. Anche l'ideale di giustizia di Tommy Aku appare coinvolgente. Uomo Tigre 2 si fa strada con una trama per nulla stancante, senza mai risultare ripetitivo, grazie anche al fatto di essere composto da sole 33 puntate, e la visione perciò non risulta mai pesante. Alcune cose sembrano forzate, ed è un peccato che i riferimenti alla prima serie siano stati così pochi, inoltre speravo di vedere molti più flashback dell'orfanotrofio, invece questi si vedono praticamente soltanto nel secondo e nel penultimo episodio.
Non manca una dose di comicità abbastanza riuscita nell'ambito del giornale di bassa categoria in cui lavora Tommy. I combattimenti non sono sempre il massimo, e dimenticatevi pure le lotte piene di sangue. Il comparto tecnico è ottimo, tipico dei cartoni anni '80: disegni e animazioni sono ovviamente superiori alla prima serie, essendo stata prodotta, la seconda, più di 10 anni dopo di essa.
Il compositore delle musiche, Shunsuke Kikuchi, fa anche qui uno splendido lavoro deliziandoci con splendide melodie (probabilmente il punto più alto di questa seconda serie), che possono rievocare quello che sarà in futuro lo stile usato in Dragon Ball e Dragon Ball Z.
Per quanto riguarda l'adattamento italiano, anche in questo sembra essere fedele all'originale. Tuttavia a differenza della prima serie dove i nomi giapponesi erano sempre mantenuti, qui invece vi sono diverse semplificazioni culturali. Partendo dal protagonista e da altri personaggi che hanno avuto nomi italiani o inglesi.
Per concludere, Uomo Tigre II, è a mio parere un prodotto più che sufficiente e che, senza pretese, si può godere fino alla fine. Certamente siamo anni luce dal primo vero Tiger Mask, ma non credo si meriti tutte queste critiche. Voto: 7
Questo anime non ha nulla a che vedere con il primo Uomo Tigre, Naoto ci insegnava valori importanti, era un personaggio geniale in sé per il suo carattere, ma soprattutto per la sua vita e per le difficoltà che affrontava.
Questa serie cosa ci insegna invece? A parte l'eccessivo patriottismo e l'idolatria del Giappone, che per certi tratti fa davvero venire la nausea, la trama di questo anime è poverissima. Presenta una storia mediocre, e l'autore manca totalmente di fantasia persino scegliendo i nomi degli sfidanti dell'uomo tigre.
Un altro aspetto che trovo assurdo sta nel fatto che questo Uomo Tigre abbia una doppia vita, cioè che faccia il giornalista e si alleni per hobby riuscendo però in otto anni a raggiungere i massimi livelli nella lotta. Ma come avrà fatto uno di quei bambini dell'orfanotrofio in soli otto anni a diventare un lottatore così forte, tra l'altro avendo anche il tempo di studiare e di girare il mondo?
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Il finale lasciatemelo dire è di una tristezza e di una pochezza senza precedenti, Hassan cambia totalmente idea nelle sue convinzioni così, di colpo, solo perch* Tommy gli allunga la mano per tornare sul ring. Dopodiché entrambi si levano la maschera, come se i loro scontri sanguinari precedenti fossero stati solo dei litigi fra bambini. Ridicolo poi il modo con cui l'autore liquida tutto facendo morire Hassan per infarto qualche minuto dopo che questi si era levato la maschera.
Penoso.
Questa serie cosa ci insegna invece? A parte l'eccessivo patriottismo e l'idolatria del Giappone, che per certi tratti fa davvero venire la nausea, la trama di questo anime è poverissima. Presenta una storia mediocre, e l'autore manca totalmente di fantasia persino scegliendo i nomi degli sfidanti dell'uomo tigre.
Un altro aspetto che trovo assurdo sta nel fatto che questo Uomo Tigre abbia una doppia vita, cioè che faccia il giornalista e si alleni per hobby riuscendo però in otto anni a raggiungere i massimi livelli nella lotta. Ma come avrà fatto uno di quei bambini dell'orfanotrofio in soli otto anni a diventare un lottatore così forte, tra l'altro avendo anche il tempo di studiare e di girare il mondo?
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Il finale lasciatemelo dire è di una tristezza e di una pochezza senza precedenti, Hassan cambia totalmente idea nelle sue convinzioni così, di colpo, solo perch* Tommy gli allunga la mano per tornare sul ring. Dopodiché entrambi si levano la maschera, come se i loro scontri sanguinari precedenti fossero stati solo dei litigi fra bambini. Ridicolo poi il modo con cui l'autore liquida tutto facendo morire Hassan per infarto qualche minuto dopo che questi si era levato la maschera.
Penoso.
Di Uomo Tigre ce n'è uno solo: il Naoto Date della prima mitica serie. Questo Tommy Aku che dovrebbe essere il suo erede ha poco a che fare con il protagonista dell'Uomo Tigre "originale". Giornalista un po' inetto alla Clark Kent (se vogliamo c'è anche la Lois Lane della situazione, Midori, una collega che lavora con lui e della quale è innamorato), si trasforma in lottatore indossando la maschera della tigre per combattere contro la Federazione Spaziale, organizzazione di cui è a capo Hassan, dittatore di un paese arabo. Questa in breve la trama che risulta piuttosto noiosa anche per il poco fascino degli avversari, non solo del protagonista.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Una serie sul cui giudizio pesa ovviamente il paragone con la precedente, con la quale ha poco o niente in comune. Anzi una cosa sì: la sigla italiana che è la stessa, famosissima, cantata dai Cavalieri del Re. Finale con happy ending, opposto a quello doloroso e triste della prima serie.
Non pensando al confronto (ma come non farlo?) può risultare anche guardabile. Ma resta un anime che rientra fra i tanti seguiti di cui si poteva fare felicemente a meno.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Una serie sul cui giudizio pesa ovviamente il paragone con la precedente, con la quale ha poco o niente in comune. Anzi una cosa sì: la sigla italiana che è la stessa, famosissima, cantata dai Cavalieri del Re. Finale con happy ending, opposto a quello doloroso e triste della prima serie.
Non pensando al confronto (ma come non farlo?) può risultare anche guardabile. Ma resta un anime che rientra fra i tanti seguiti di cui si poteva fare felicemente a meno.
L'uomo Tigre 2, "Tiger Mask Nisei", è il sequel del più fortunato "Uomo Tigre Il campione". La storia viene ripresa a distanza di vent'anni e quindi il character design ne giova parecchio. I disegni e le nuove tecniche combattive sono il fiore all'occhiello di questo anime che resta comunque un must per gli appassionati. Certo chi non ha visto il primo Uomo Tigre non ne resterà entusiasmato, ma diversamente chi ha seguito le vicende di Naoto Date non può che restarne rapito.
Sin dai primi episodi veniamo immersi nella trama breve ed essenziale che si dipana bene per tutti e 33 gli episodi. Lo spettatore viene messo di fronte a un nuovo beniamino, diverso dal tormentato Naoto. Tommy Aku (che per molti è in realtà Kenta della prima serie) è un bravo ragazzo che all'apparenza risulta goffo e impacciato: è un giornalista sportivo che si occupa di recensire gli incontri di lotta di cui però lui stesso è protagonista. Dietro la maschera di Tommy l'imbranato si cela l'Uomo Tigre 2. Atleta formidabile, vincitore del torneo delle piramidi ed ex tifoso del suo predecessore, il secondo Uomo Tigre sa animare le folle con promesse di libertà e coraggio, combatte seguendo le norme e il codice dell'amicizia, si dimostrerà onesto e molto più sensibile di quanto non dia a vedere.
Di certo quest'anime non è drammatico e introspettivo come il primo Uomo Tigre, ma è comunque un'opera degna di portare avanti un capolavoro senza eguali. Voto 8!
Sin dai primi episodi veniamo immersi nella trama breve ed essenziale che si dipana bene per tutti e 33 gli episodi. Lo spettatore viene messo di fronte a un nuovo beniamino, diverso dal tormentato Naoto. Tommy Aku (che per molti è in realtà Kenta della prima serie) è un bravo ragazzo che all'apparenza risulta goffo e impacciato: è un giornalista sportivo che si occupa di recensire gli incontri di lotta di cui però lui stesso è protagonista. Dietro la maschera di Tommy l'imbranato si cela l'Uomo Tigre 2. Atleta formidabile, vincitore del torneo delle piramidi ed ex tifoso del suo predecessore, il secondo Uomo Tigre sa animare le folle con promesse di libertà e coraggio, combatte seguendo le norme e il codice dell'amicizia, si dimostrerà onesto e molto più sensibile di quanto non dia a vedere.
Di certo quest'anime non è drammatico e introspettivo come il primo Uomo Tigre, ma è comunque un'opera degna di portare avanti un capolavoro senza eguali. Voto 8!
A mio avviso questa serie si poteva evitare, il nuovo Uomo Tigre non ha niente a che fare con lo storico e a mio parere unico vero Tigerman.
Il protagonista innanzitutto non è il nostro eroe, bensì un tale Tommy Aku, grande tifoso del vero Uomo Tigre, che una volta appreso della morte del suo idolo decide di seguirne le orme.
Non c’è altro da sapere su questo anime da vedere, a mio avviso, solo se non si ha nulla di meglio da fare.
Il protagonista innanzitutto non è il nostro eroe, bensì un tale Tommy Aku, grande tifoso del vero Uomo Tigre, che una volta appreso della morte del suo idolo decide di seguirne le orme.
Non c’è altro da sapere su questo anime da vedere, a mio avviso, solo se non si ha nulla di meglio da fare.
In poche parole, celebrativo.
L'uomo tigre II ricalca, o cerca di ricalcare le gesta del suo predecessore, volendo dare nuovo lustro alla maschera che tanto incuteva terrore a tana delle tigri.
Il problema di questo cartone è dovuto alla trama, troppo scontata e prevedibile, dai lottatori praticamente poco sanguinari rispetto alla prima serie, laddove solo il capoccia Hassan è un vero avversario.
Il tutto si poteva chiudere ancora in meno episodi se non in un film di un paio d'ore,una storia d'amore che regge poco la trama, un distratto giornalista prevedibile più di clark kent e poca incisività nei combattimenti, a parte la prima decina di episodi, ovvero l'esordio e la piramide delle tigri che sono state rese assai bene, purtroppo alla lunga si vede la ripetitività della trama, e solo quando Hassan toglie il velo alla tenda ricomincia il cartone a girare per il verso giusto.
Non ha nulla a che vedere col suo predecessore, bisogna però ammettere che un minimo di impegno ed interesse comunque c'è stato, e comunque viene annoverato come il primo in Italia, riscuotendo quindi grande successo, abituati già come siamo ai vari Rocky eccetera non c'era poi tanto da stupirsi!
L'uomo tigre II ricalca, o cerca di ricalcare le gesta del suo predecessore, volendo dare nuovo lustro alla maschera che tanto incuteva terrore a tana delle tigri.
Il problema di questo cartone è dovuto alla trama, troppo scontata e prevedibile, dai lottatori praticamente poco sanguinari rispetto alla prima serie, laddove solo il capoccia Hassan è un vero avversario.
Il tutto si poteva chiudere ancora in meno episodi se non in un film di un paio d'ore,una storia d'amore che regge poco la trama, un distratto giornalista prevedibile più di clark kent e poca incisività nei combattimenti, a parte la prima decina di episodi, ovvero l'esordio e la piramide delle tigri che sono state rese assai bene, purtroppo alla lunga si vede la ripetitività della trama, e solo quando Hassan toglie il velo alla tenda ricomincia il cartone a girare per il verso giusto.
Non ha nulla a che vedere col suo predecessore, bisogna però ammettere che un minimo di impegno ed interesse comunque c'è stato, e comunque viene annoverato come il primo in Italia, riscuotendo quindi grande successo, abituati già come siamo ai vari Rocky eccetera non c'era poi tanto da stupirsi!
A volte è proprio il caso di dirlo, il troppo stroppia, anzi, in questo caso “storpia”. Ed è questo il caso dell’uomo tigre II, che altro non fa che scimmiottare le gesta del suo predecessore. C’è da dire che la trama in se non sarebbe così terribile : Tommy (forse il vecchio Kenta, non ho mai capito), studia giornalismo e arti marziali, tutto fila liscio finché una banda di brutti ceffi pesta a morte il suo migliore amico. Incapace di ottenere giustizia in modo ordinario Tommy decide di farsela da solo andando a riempire di schiaffoni il capo dei brutti ceffi. Oltre alla vendetta ottiene una condanna per omicidio, fugge, si unisce alla tana delle tigri e da qui inizia la storia. Il tutto farebbe ben sperare se non fosse che i già assurdi combattimenti del primo Tigerman (1969) vengono ora amplificati in un vortice di non-sense che stona davvero. Se l’obbiettivo era proporre cose surreali (tra cui anche alieni e sceicchi lottatori) si può dire centrato. Se invece era quello di proseguire la bella saga allora c’è uno scivolone in atto non da poco. Tigerman (il primo) abbinava all’estrema violenza anche un’introspezione coscienziosa di Naoto Date, carico di rimorsi per le sue gesta. Tommy non si cura di questi dettagli, è convinto di essere nel giusto ed agisce come tale, salvo piagnucolare ogni tanto (ma senza un senso apparente) per le proprie azioni, per poi ripeterle puntualmente sul ring. Insomma assurdo.
Per il disegno si scade ancora più in basso. Siamo nei prima anni 80, e la serie viene proposta cercando di rispettare il disegno originale del 69. La scelta è ovviamente fallimentare. Se il tratto asciutto e spigoloso della fine degli anni sessanta poteva risultare retrò, questo risulta invece grottesco, in anni in cui l’esplosione di volti tondi e occhioni kawaii la fa da padrona.
Un prodotto commerciale volto a soddisfare l’esigenza dei fan di vedere ancora il Tigre in azione, senza però proporre un valido sequel sella storia che dal punto di vista emotivo era molto coinvolgente. Inoltre dopo 105 episodi del primo si sentiva davvero il bisogno di queste 33 puntate trasmesse 13 anni dopo? Secondo me no, ma è solo una mia idea. Il mio giudizio resta comunque basso e siamo nell’ambito dell’insufficienza. Cinque.
Per il disegno si scade ancora più in basso. Siamo nei prima anni 80, e la serie viene proposta cercando di rispettare il disegno originale del 69. La scelta è ovviamente fallimentare. Se il tratto asciutto e spigoloso della fine degli anni sessanta poteva risultare retrò, questo risulta invece grottesco, in anni in cui l’esplosione di volti tondi e occhioni kawaii la fa da padrona.
Un prodotto commerciale volto a soddisfare l’esigenza dei fan di vedere ancora il Tigre in azione, senza però proporre un valido sequel sella storia che dal punto di vista emotivo era molto coinvolgente. Inoltre dopo 105 episodi del primo si sentiva davvero il bisogno di queste 33 puntate trasmesse 13 anni dopo? Secondo me no, ma è solo una mia idea. Il mio giudizio resta comunque basso e siamo nell’ambito dell’insufficienza. Cinque.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
L’uomo tigre secondo, è la storia del giovane Tommy Aku, orfano della Casa dei Bambini di Ruriko, grandissimo tifoso dell’uomo tigre originale e amico di Naoto Date; Quando viene a sapere della morte di quest’ultimo decide di diventare a sua volta un lottatore professionista. Inizia così a studiare le arti marziali, ma non si limita a questo, infatti studia per diventare un giornalista. Una volta raggiunto il suo scopo inizia a lavorare come reporter, ma un giorno viene coinvolto in una rissa nella quale muore un suo caro amico e collega. Tommy, sdegnato da come il capo della banda assassina venga protetto, decide di farsi giustizia da solo picchiando a sangue il capo stesso della banda. Accusato di tentato omicidio verrà arrestato, ma prima della condanna riuscirà a scappare grazie all’aiuto di un uomo proveniente dalla nuova “Tana delle Tigri”, il quale lo convince a entrare nell’organizzazione. Dopo essersi diplomato lottatore alla Tana delle Tigri Tommy girerà il mondo imparando i più svariati stili di combattimento. Nei suoi viaggi arriva in Egitto dove conquista la cintura delle Piramidi, un premio che va al vincitore di un torneo che si svolge ogni 4 anni ed incorona il vincitore come il lottatore più forte al mondo. Tommy torna in Giappone dove occupa la Piramide, in passato era tempio dell’arte della lotta, ribattezzandola Piramide delle Tigri. Indossa la maschera di Naoto e si presenta al pubblico come l’uomo tigre II. Sembra che possa finire così? Invece no! Ora inizia il bello della serie! Tommy dovrà combattere contro innumerevoli avversari provenienti dalla Federazione Spaziale, un organizzazione criminale che ha come capo Amhed Hassan, dittatore di un paese arabo e proprietario di uno dei pozzi petroliferi più grandi al mondo. Una volta battuti tutti gli avversari Hassan propone all’uomo tigre II un ultimo incontro con il suo lottatore migliore, Tommy accetta e durante lo scontro che vincerà non senza fatica i due lottatori sveleranno la loro identità tra lo stupore generale. Il disegno è meno spigoloso della serie precedente ma non è da buttar via, la trama è avvincente, insomma un anime da non perdere per gli appassionati del genere, a degnamente seguito le orme del predecessore quindi stesso voto 8!
L’uomo tigre secondo, è la storia del giovane Tommy Aku, orfano della Casa dei Bambini di Ruriko, grandissimo tifoso dell’uomo tigre originale e amico di Naoto Date; Quando viene a sapere della morte di quest’ultimo decide di diventare a sua volta un lottatore professionista. Inizia così a studiare le arti marziali, ma non si limita a questo, infatti studia per diventare un giornalista. Una volta raggiunto il suo scopo inizia a lavorare come reporter, ma un giorno viene coinvolto in una rissa nella quale muore un suo caro amico e collega. Tommy, sdegnato da come il capo della banda assassina venga protetto, decide di farsi giustizia da solo picchiando a sangue il capo stesso della banda. Accusato di tentato omicidio verrà arrestato, ma prima della condanna riuscirà a scappare grazie all’aiuto di un uomo proveniente dalla nuova “Tana delle Tigri”, il quale lo convince a entrare nell’organizzazione. Dopo essersi diplomato lottatore alla Tana delle Tigri Tommy girerà il mondo imparando i più svariati stili di combattimento. Nei suoi viaggi arriva in Egitto dove conquista la cintura delle Piramidi, un premio che va al vincitore di un torneo che si svolge ogni 4 anni ed incorona il vincitore come il lottatore più forte al mondo. Tommy torna in Giappone dove occupa la Piramide, in passato era tempio dell’arte della lotta, ribattezzandola Piramide delle Tigri. Indossa la maschera di Naoto e si presenta al pubblico come l’uomo tigre II. Sembra che possa finire così? Invece no! Ora inizia il bello della serie! Tommy dovrà combattere contro innumerevoli avversari provenienti dalla Federazione Spaziale, un organizzazione criminale che ha come capo Amhed Hassan, dittatore di un paese arabo e proprietario di uno dei pozzi petroliferi più grandi al mondo. Una volta battuti tutti gli avversari Hassan propone all’uomo tigre II un ultimo incontro con il suo lottatore migliore, Tommy accetta e durante lo scontro che vincerà non senza fatica i due lottatori sveleranno la loro identità tra lo stupore generale. Il disegno è meno spigoloso della serie precedente ma non è da buttar via, la trama è avvincente, insomma un anime da non perdere per gli appassionati del genere, a degnamente seguito le orme del predecessore quindi stesso voto 8!
Dalla prima volta che l'ho visto, tanti anni fa, l'ho sempre considerato molto migliore della prima serie: meno violenza, più romanticismo e sopratutto meno odio e tanta capacità di pentirsi e perdonare. Per me è indimenticabile, oltre che altamente educativa, la scena in cui l'uomo tigre tende la mano a Joe Forte per aiutarlo a salire sul ring. La lotta per la giustizia è più guardabile e autentica in questa serie, perchè si basa sui sue vere fondamenta che sono l'amore e il perdono.
E' il diretto seguito del mitico "Uomo Tigre". Il bimbo Kenta, che abitava nell'orfanotrofio mantenuto delle donazioni date di nascosto dal lottatore mascherato, diventa a sua volta un terribile lottatore. Non so come mai gli sia stato cambiato il nome in "Tommy". Nella vita di tutti i giorni, Tommy è una sgangherata copia del Peter Parker di SpiderMan ovvero un fotografo che mantiene il posto di lavoro solo perché "è amico" dell'Uomo Ragn... Pardon... Tigre ed è l'unico in grado di procurarsi delle interviste esclusive con lui.
Tecnicamente sembra molto più avanti dei 15 anni che lo separano dal rozzo predecessore degli anni '60. Il tratto e i disegni sono gradevoli ancora oggi. La storia ricalca grosso modo quella del primo capitolo anche se in un tono appena più leggero. Invece dei nemici inviati da "tana delle tigri" ci sono queli della "federazione spaziale di lotta" finanziata da un losco e ricchissimo emiro arabo. Anche il suo scagnozzo ovviamente ricorda molto "Mister X" della prima serie... (tra l'altro in Italia aveva anche lo stesso doppiatore, il leggendario Franco Latini). La guest star della serie è una rappresentazione molto realistica del famoso lottatore jap Antonio Inoki che qui vediamo come fedele amico del protagonista. Quello che manca davvero rispetto al primo episodio è il costante stridore tra il Giappone povero che ancora si leccava le ferite radioattive della seconda guerra mondiale e quello ricco dei lottatori miliardari e del loro ambiente corrotto.
Questo uomo tigre 2 invece è figlio del Giappone ipertecnologico degli anni '80. La coattissima macchina trasformabile dell'uomo tigre ne è l'esempio più lampante. I combattimenti, per quanto siano solo di un filo meno violenti di quelli del primo UT sono davvero esagerati nelle mosse e nelle acrobazie compiute dai lottatori. Ad ogni modo, se il primo UT vi era piaciuto, questo secondo capitolo vi lascerà un po' delusi, per quanto non sia assolutamente da buttar via.
Tecnicamente sembra molto più avanti dei 15 anni che lo separano dal rozzo predecessore degli anni '60. Il tratto e i disegni sono gradevoli ancora oggi. La storia ricalca grosso modo quella del primo capitolo anche se in un tono appena più leggero. Invece dei nemici inviati da "tana delle tigri" ci sono queli della "federazione spaziale di lotta" finanziata da un losco e ricchissimo emiro arabo. Anche il suo scagnozzo ovviamente ricorda molto "Mister X" della prima serie... (tra l'altro in Italia aveva anche lo stesso doppiatore, il leggendario Franco Latini). La guest star della serie è una rappresentazione molto realistica del famoso lottatore jap Antonio Inoki che qui vediamo come fedele amico del protagonista. Quello che manca davvero rispetto al primo episodio è il costante stridore tra il Giappone povero che ancora si leccava le ferite radioattive della seconda guerra mondiale e quello ricco dei lottatori miliardari e del loro ambiente corrotto.
Questo uomo tigre 2 invece è figlio del Giappone ipertecnologico degli anni '80. La coattissima macchina trasformabile dell'uomo tigre ne è l'esempio più lampante. I combattimenti, per quanto siano solo di un filo meno violenti di quelli del primo UT sono davvero esagerati nelle mosse e nelle acrobazie compiute dai lottatori. Ad ogni modo, se il primo UT vi era piaciuto, questo secondo capitolo vi lascerà un po' delusi, per quanto non sia assolutamente da buttar via.
Serie tutt'altro che gloriosa che ha avuto la sfortunata idea non solo di voler portare sulle spalle un titolo di culto con cui si poteva competere difficilmente, ma ha addirittura osato apportare riferimenti discutibili al suo predecessore. Normalmente sarebbe da lodare il tentativo di non fossilizzarsi sulle vecchie storie cercando di crearne una nuova, ma è anche vero che un titolo di successo dovrebbe essere interrotto prima di rovinarsi, e purtroppo nel tentativo di lucrare questo accade di frequente, basta vedere DB, Ken il guerriero e i CDZ. Per l'uomo tigre II va anche peggio, tra i punti negativi della serie vi è la fine ingloriosa fatta fare giusto a Naoto Date, cosa che avrà fatto rimanere di sasso milioni di ragazzi, ed è un pessimo modo di iniziare. Poi vi sono: l'infanzia ed il percorso meno convincente del nuovo protagonista a giustificarne la forza, la gemma sulla maschera originale (che era stata fatta a pezzi nell'ultimo episodio della serie precedente), un'organizzazione alternativa fantascientifica, una tigre che potrebbe benissimo aver ispirato Fiamma nera nei 5 Samurai e alcuni elementi americanizzanti tra cui il lavoro giornalistico a nascondere l'identità segreta. Gli unici pregi che mi sento di riconoscere a questa serie sono la maschera più proporzionata è la grafica meno retrò con dei disegni discreti, che però per qualcuno risulteranno meno stilosi. Poi de gustibus, ma se non ricordo nemmeno una faccia dei nuovi avversari malvagi principali dico io... ci sarà pure un motivo, il vecchio Mister-X lo amavi a prescindere dall'odio che suscitava. Per uno come me che detesta i seguiti forzati, questo non può che rientrare nella mia lista degli anime da evitare, ma oggettivamente non è inguardabile, è il confronto ad essere infelice. Sarebbe convenuto di più fare un remake.
Rispetto al primo "Uomo Tigre", molto meglio i disegni e le animazioni. Posso capire che dalla prima serie sono passati tanti anni e bisogna adeguarsi ai tempi nuovi, ma qui le esagerazioni abbondano. E' meno violento, ma i combattimenti sono di un'irrealtà veramente esagerata, con gente che si attacca al lampadario e, girando a grande velocità, provoca vuoti d'aria e cose del genere. La macchina che si trasforma e la piramide nel bosco potevano risparmiarsela... Inoltre sono pochi, se non nulli, i riferimenti alla prima serie, per questo la storia ha molte lacune. E poi questo Tommy Haku, che poi non sarebbe il suo vero nome, dove era stato durante tutta la prima serie? Dice di venire dall'orfanotrofio di Ruriko, ma non si è mai visto, e i suoi ricordi, inoltre, sono quelli dell'orfano Kenta, fan dell'uomo tigre. Assente, secondo me, la caratterizzazione psicologica del personaggio principale, confrontata a quella del primo Uomo Tigre e dei suoi tormenti interiori. Si può guardare, ma considerate questa serie come una cosa a sé stante.