Il Grande Sogno di Maya
Parto col dire che non ho letto il manga né ho visto la versione animata del 2005; ho conosciuto "Il grande sogno di Maya" o "La maschera di vetro" con questo primo adattamento animato, datato 1984, che ovviamente mostra tutti i limiti dell'epoca in confronto agli odierni anime, tuttavia i limiti tecnici non mi hanno dato fastidio. Vedere queste pellicole ormai vintage mi dà un senso quasi di nostalgia, mi ricorda i cartoni che vedevo da bambina.
La trama in realtà è piuttosto semplice: tutto ruota attorno alla protagonista, una ragazza tredicenne, Maya Kitajima e al suo sogno di diventare una grande attrice.
Le rappresentazioni teatrali, le parti sempre diverse da interpretare, gli studi, i sacrifici, le amicizie all'interno della compagnia teatrale, l'importanza di avere una mentore che ti prende sotto la sua ala e crede nel tuo talento, la rivalità con Ayumi Himekawa- figlia d'arte, l'invidia dei colleghi, i colpi bassi, la rivalsa, la determinazione, i successi sono le tematiche a cui viene dato più spazio.
Tuttavia ci sono anche sottotrame interessanti, come la lontananza da casa, il pensiero della madre malata, ma soprattutto l'introduzione a quella che sembra essere una bellissima storia d'amore: Masumi Hayami infatti è erede della grande compagnia teatrale Daito Production, rivale della piccola e decadente compagnia dove lavora Maya, ma da subito rimane folgorato da questa ragazzina che sembra avere molto talento; comincia a inviarle un mazzo di rose scarlatte ad ogni rappresentazione, firmandosi come suo ammiratore segreto; questa misteriosa presenza costante sarà un punto fermo per Maya la quale, ovviamente, vorrebbe sapere l'identità dell'ammiratore; nella vita di tutti i giorni invece Masumi è freddo e professionale con Maya, che non prova altro che disprezzo per lui. Il motivo di tale disprezzo si spiega anche nella determinazione di Masumi di ottenere i diritti di un'opera teatrale scomparsa da tempo, "La Dea Scarlatta", detenuti da Tsukikage, fondatrice della piccola compagnia teatrale dove Maya lavora.
Tsukikage è come una madre per Maya, fu infatti lei l'ultima anni fa ad interpretare la Dea Scarlatta e cerca un'erede degna, non vuole assolutamente cedere i diritti alla Daito production. La rivalità tra queste due compagnie non fa altro che alimentare il disprezzo di Maya per la Daito e per Masumi ed è interessante vedere il legame segreto tra i due.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
C'è una scena bellissima, in cui Masumi cede addirittura la sua casa di campagna (l'offerta, ovviamente, risulta pervenire da parte del misterioso donatore di rose scarlatte) per permettere a Maya di esercitarsi in un ruolo difficile, Helen, una ragazza sorda e cieca. In quel momento Masumi entra in casa e il tocco, il riconoscimento e l'abbraccio tra i due (Maya non lo può riconoscere) è estremamente emozionante. Tutto l'anime vale questa scena iconica.
Fine parte contenente spoiler
Il mio voto non può essere troppo alto perché le capacità di Maya sono a volte esagerate, ma soprattutto inverosimili, ciò rende la serie meno credibile in alcuni punti: basta che Maya abbia visto una sola volta un'opera teatrale per ricordare tutte le battute a memoria, può imparare alla perfezione tutte le battute di un copione leggendo soltanto una o due volte; riesce ad ottenere parti da protagonista quasi subito (nella realtà, anche se sei la cocca dell'insegnante ne devi masticare di parti prima di raggiungere ruoli importanti o primari ).
Non avendo letto il manga mi dicono che questo anime è molto fedele al design dei personaggi e alla storia, parliamo di un anime del 1984 e di un manga altrettanto datato con canoni molto diversi da quelli odierni.
Una nota dolente è che un finale in questo anime, e nemmeno nel manga, non esiste ancora. Il manga della maestra Suzue Miuchi infatti, è tuttora in corso con la bellezza di 49 volumi dal 1976, pubblicato in Italia dalla Star comics.
Il brutto è che se quelle come me che sono partite con l'anime vorrebbero leggere il proseguo del manga al momento non è molto fattibile, perchè la Star comics non ha fatto ristampe e i chi detiene la serie completa la vende a prezzi esageratamente folli. Ciò è molto scoraggiante e sarebbe una bella idea se la Star Comics facesse una nuova edizione dato che siamo fermi alla prima.
Mi sento comunque di consigliare questo anime perché nonostante la trama semplice, i personaggi sono convincenti e ti travolgeranno tenendoti incollato fino all'ultima puntata.
La trama in realtà è piuttosto semplice: tutto ruota attorno alla protagonista, una ragazza tredicenne, Maya Kitajima e al suo sogno di diventare una grande attrice.
Le rappresentazioni teatrali, le parti sempre diverse da interpretare, gli studi, i sacrifici, le amicizie all'interno della compagnia teatrale, l'importanza di avere una mentore che ti prende sotto la sua ala e crede nel tuo talento, la rivalità con Ayumi Himekawa- figlia d'arte, l'invidia dei colleghi, i colpi bassi, la rivalsa, la determinazione, i successi sono le tematiche a cui viene dato più spazio.
Tuttavia ci sono anche sottotrame interessanti, come la lontananza da casa, il pensiero della madre malata, ma soprattutto l'introduzione a quella che sembra essere una bellissima storia d'amore: Masumi Hayami infatti è erede della grande compagnia teatrale Daito Production, rivale della piccola e decadente compagnia dove lavora Maya, ma da subito rimane folgorato da questa ragazzina che sembra avere molto talento; comincia a inviarle un mazzo di rose scarlatte ad ogni rappresentazione, firmandosi come suo ammiratore segreto; questa misteriosa presenza costante sarà un punto fermo per Maya la quale, ovviamente, vorrebbe sapere l'identità dell'ammiratore; nella vita di tutti i giorni invece Masumi è freddo e professionale con Maya, che non prova altro che disprezzo per lui. Il motivo di tale disprezzo si spiega anche nella determinazione di Masumi di ottenere i diritti di un'opera teatrale scomparsa da tempo, "La Dea Scarlatta", detenuti da Tsukikage, fondatrice della piccola compagnia teatrale dove Maya lavora.
Tsukikage è come una madre per Maya, fu infatti lei l'ultima anni fa ad interpretare la Dea Scarlatta e cerca un'erede degna, non vuole assolutamente cedere i diritti alla Daito production. La rivalità tra queste due compagnie non fa altro che alimentare il disprezzo di Maya per la Daito e per Masumi ed è interessante vedere il legame segreto tra i due.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
C'è una scena bellissima, in cui Masumi cede addirittura la sua casa di campagna (l'offerta, ovviamente, risulta pervenire da parte del misterioso donatore di rose scarlatte) per permettere a Maya di esercitarsi in un ruolo difficile, Helen, una ragazza sorda e cieca. In quel momento Masumi entra in casa e il tocco, il riconoscimento e l'abbraccio tra i due (Maya non lo può riconoscere) è estremamente emozionante. Tutto l'anime vale questa scena iconica.
Fine parte contenente spoiler
Il mio voto non può essere troppo alto perché le capacità di Maya sono a volte esagerate, ma soprattutto inverosimili, ciò rende la serie meno credibile in alcuni punti: basta che Maya abbia visto una sola volta un'opera teatrale per ricordare tutte le battute a memoria, può imparare alla perfezione tutte le battute di un copione leggendo soltanto una o due volte; riesce ad ottenere parti da protagonista quasi subito (nella realtà, anche se sei la cocca dell'insegnante ne devi masticare di parti prima di raggiungere ruoli importanti o primari ).
Non avendo letto il manga mi dicono che questo anime è molto fedele al design dei personaggi e alla storia, parliamo di un anime del 1984 e di un manga altrettanto datato con canoni molto diversi da quelli odierni.
Una nota dolente è che un finale in questo anime, e nemmeno nel manga, non esiste ancora. Il manga della maestra Suzue Miuchi infatti, è tuttora in corso con la bellezza di 49 volumi dal 1976, pubblicato in Italia dalla Star comics.
Il brutto è che se quelle come me che sono partite con l'anime vorrebbero leggere il proseguo del manga al momento non è molto fattibile, perchè la Star comics non ha fatto ristampe e i chi detiene la serie completa la vende a prezzi esageratamente folli. Ciò è molto scoraggiante e sarebbe una bella idea se la Star Comics facesse una nuova edizione dato che siamo fermi alla prima.
Mi sento comunque di consigliare questo anime perché nonostante la trama semplice, i personaggi sono convincenti e ti travolgeranno tenendoti incollato fino all'ultima puntata.
L'anime di "Glass no Kamen" (in Italia "Il grande sogno di Maya" o letteralmente "La maschera di vetro") del 1984 è il primo adattamento animato del manga della maestra Suzue Miuchi, adattamento animato che ebbe grande successo in Italia.
L'anime, così come il manga, racconta della povera Maya Kitajima, orfana di padre, che aiuta la madre lavorando con lei in un ristorante cinese. Maya non brilla in nulla, è poco attenta, un pò sciocca, eppure quando vede un telefilm non capisce più niente e rimane incantata per ore e ore, mostrando un'incredibile attrazione nei confronti della recitazione.
Dopo numerose peripezie e sofferenze, Maya viene notata dalla signora Tsukikage, un' ex attrice rimasta sfregiata in volto e così costretta ad abbandonare le scene, che riconosce nella ragazza un talento interessante, e dopo averla vista recitare al parco di fronte a dei bambini la prende sotto la sua ala protettiva.
Ben presto però compare una temibile rivale per Maya, Ayumi Himekawa, figlia di un'attrice e di un regista molto famosi, che manifesta un talento comparabile a quello della protagonista, e che difficilmente si darà per vinta.
Maya è osteggiata da tutti: lo spietato regista Onodera, gli altri attori che invidiano il suo talento, e non ultimo il protagonista maschile dell'anime, il freddo Masumi Hayami, figlio del proprietario della grande compagnia teatrale Daito.
Masumi e Onodera infatti daranno filo da torcere in tutti i modi a Maya e alla signora Tsukikage, che è detentrice dei diritti di un'opera teatrale scomparsa da tempo, "La Dea Scarlatta", diritti che i due della Daito vogliono assolutamente.
In tutto questo però, Maya inizia a ricevere, a fine di ogni rappresentazione, un mazzo di rose scarlatte (di queste parleremo più avanti) da parte di un suo misterioso ammiratore... riuscirà Maya a diventare una grande attrice? e incontrerà mai il suo benefattore e ammiratore delle rose scarlatte?
L'anime del 1984 è fedele nel character design e nella narrazione al manga originale, ma ne copre una minima parte (circa fino al tredicesimo volume). I suoi meriti maggiori stanno secondo me proprio nell'aver fatto conoscere una storia così meritevole al grande pubblico (almeno in Italia) e nella fedeltà ai disegni del manga (una fedeltà non proprio facile da riprodurre nelle animazioni, vista la complicatezza dei disegni della Miuchi!).
Ma a parte ciò il maggior difetto di questo adattamento (come mi trovo spesso a scrivere) è la brevità, che in questo caso rappresenta una gravissima carenza.
Se uno spettatore ignaro, che non ha mai letto il manga, può trovare questa brevità accettabile, dopo aver letto almeno una volta la controparte cartacea, l'anime perde molto del suo valore agli occhi del lettore, soprattutto dal punto di vista della storia d'amore.
Infatti quello che viene descritto come la storia d'amore portante della serie, nel manga (fino proprio al tredicesimo volume) non è proprio interpretabile nello stesso modo, visto che i protagonisti stessi non sono ancora consapevoli dei propri sentimenti; quello che voglio dire è che quello che nell'anime viene presentato come storia principale, nella controparte cartacea è praticamente soltanto un'introduzione, un'impostazione (molto solida) di quelli che saranno poi i tormenti dei protagonisti.
Stavolta nota negativa dal punto di vista dell'adattamento italiano. Per quanto siano stati mantenuti i nomi originali e gli adattatori abbiano cercato di essere fedeli all'originale, certi rimaneggiamenti rendono il doppiaggio italiano veramente fastidioso.
Prima tra tutti, la celebre questione delle "rose scarlatte", che in originale sono color indaco (e questo, trattandosi di un anime e non di un manga in bianco e nero) è palese anche semplicemente guardando l'anime. Ma gli adattatori italiani non si capisce bene spinti da quali motivazioni, hanno preferito tradurle come "scarlatte" (errore poi protratto nel manga, per "fedeltà" a questo adattamento animato... vabbè).
In seguito, a causa delle ovvie lamentele a questo mastodontico errore di traduzione, hanno scelto di tagliare letteralmente la parola "scarlatte" dal doppiaggio, ottenendo il risultato di frasi orrendamente mozzate con dei buchi tra una parola e l'altra. Terribile.
L'anime del 1984, col senno di poi, non è lontamanete paragonabile all'adattamento successivo del 2005 (anch'esso però rimasto tristemente incompleto nel finale, a causa del fatto che la pubblicazione del manga è ancora in corso, e quindi un finale vero e proprio ancora non esiste). Tuttavia, il character design dell'adattamento animato del 2005 è assolutamente lontano dai personaggi originali del manga (a eccezione di Maya e Tsukikage, i personaggi più rimaneggiati e diversi dal manga sono probabilmente Ayumi e Sakurakoji, che a malapena ho riconosciuto) e ripropone le vicende dei protagonisti in chiave più moderna e "adattata" ai giorni nostri.
Quindi i punti di forza della versione dell'84, per i fedelissimi della Miuchi, sono sicuramente la fedeltà nel design dei personaggi e alla storia, seppur nella sua brevità.
A chi si avvicina alla prima volta al mondo di Maya però tra i due anime, mi sentirei di consigliare la versione del 2005, più accattivante nel ritmo e che prosegue molto più avanti, coprendo un maggior numero di volumetti del manga.
Però, anche quest'ultimo presenta i suoi problemi, infatti nell'adattamento del 2005, la regia a volte si dimostra debole.
*Questa parte contiene spoiler!*
Per rendersi conto di questa debolezza basti pensare alla scena culminante, una delle più belle dell'intera opera, quando Maya è a casa di Masumi e si sta esercitando per interpretare Helen Keller, e arriva quest'ultimo. Il momento in cui lei lo abbraccia non avendo idea di chi sia, nel manga è uno dei momenti più importanti e sconvolgenti in assoluto (è allora che Masumi capisce di amare davvero Maya?), e solo e soltanto la regia dell'anime dell'84 riesce a rendere giustizia a questa scena, dandogli la giusta importanza e rendendola indimenticabile per gli spettatori, caricandola di tutto il pathos necessario.
Scena resa in modo molto più sciatto e banale, quasi del tutto incolore, nell'anime del 2005.
*fine degli spoiler*
In sostanza quindi, completando l'affermazione precedente, a chi vuole conoscere la storia di Maya ancor più che l'anime del 2005, consiglierei come prima scelta proprio il manga della Miuchi, che rimane la versione più completa e piena di significato.
L'anime, così come il manga, racconta della povera Maya Kitajima, orfana di padre, che aiuta la madre lavorando con lei in un ristorante cinese. Maya non brilla in nulla, è poco attenta, un pò sciocca, eppure quando vede un telefilm non capisce più niente e rimane incantata per ore e ore, mostrando un'incredibile attrazione nei confronti della recitazione.
Dopo numerose peripezie e sofferenze, Maya viene notata dalla signora Tsukikage, un' ex attrice rimasta sfregiata in volto e così costretta ad abbandonare le scene, che riconosce nella ragazza un talento interessante, e dopo averla vista recitare al parco di fronte a dei bambini la prende sotto la sua ala protettiva.
Ben presto però compare una temibile rivale per Maya, Ayumi Himekawa, figlia di un'attrice e di un regista molto famosi, che manifesta un talento comparabile a quello della protagonista, e che difficilmente si darà per vinta.
Maya è osteggiata da tutti: lo spietato regista Onodera, gli altri attori che invidiano il suo talento, e non ultimo il protagonista maschile dell'anime, il freddo Masumi Hayami, figlio del proprietario della grande compagnia teatrale Daito.
Masumi e Onodera infatti daranno filo da torcere in tutti i modi a Maya e alla signora Tsukikage, che è detentrice dei diritti di un'opera teatrale scomparsa da tempo, "La Dea Scarlatta", diritti che i due della Daito vogliono assolutamente.
In tutto questo però, Maya inizia a ricevere, a fine di ogni rappresentazione, un mazzo di rose scarlatte (di queste parleremo più avanti) da parte di un suo misterioso ammiratore... riuscirà Maya a diventare una grande attrice? e incontrerà mai il suo benefattore e ammiratore delle rose scarlatte?
L'anime del 1984 è fedele nel character design e nella narrazione al manga originale, ma ne copre una minima parte (circa fino al tredicesimo volume). I suoi meriti maggiori stanno secondo me proprio nell'aver fatto conoscere una storia così meritevole al grande pubblico (almeno in Italia) e nella fedeltà ai disegni del manga (una fedeltà non proprio facile da riprodurre nelle animazioni, vista la complicatezza dei disegni della Miuchi!).
Ma a parte ciò il maggior difetto di questo adattamento (come mi trovo spesso a scrivere) è la brevità, che in questo caso rappresenta una gravissima carenza.
Se uno spettatore ignaro, che non ha mai letto il manga, può trovare questa brevità accettabile, dopo aver letto almeno una volta la controparte cartacea, l'anime perde molto del suo valore agli occhi del lettore, soprattutto dal punto di vista della storia d'amore.
Infatti quello che viene descritto come la storia d'amore portante della serie, nel manga (fino proprio al tredicesimo volume) non è proprio interpretabile nello stesso modo, visto che i protagonisti stessi non sono ancora consapevoli dei propri sentimenti; quello che voglio dire è che quello che nell'anime viene presentato come storia principale, nella controparte cartacea è praticamente soltanto un'introduzione, un'impostazione (molto solida) di quelli che saranno poi i tormenti dei protagonisti.
Stavolta nota negativa dal punto di vista dell'adattamento italiano. Per quanto siano stati mantenuti i nomi originali e gli adattatori abbiano cercato di essere fedeli all'originale, certi rimaneggiamenti rendono il doppiaggio italiano veramente fastidioso.
Prima tra tutti, la celebre questione delle "rose scarlatte", che in originale sono color indaco (e questo, trattandosi di un anime e non di un manga in bianco e nero) è palese anche semplicemente guardando l'anime. Ma gli adattatori italiani non si capisce bene spinti da quali motivazioni, hanno preferito tradurle come "scarlatte" (errore poi protratto nel manga, per "fedeltà" a questo adattamento animato... vabbè).
In seguito, a causa delle ovvie lamentele a questo mastodontico errore di traduzione, hanno scelto di tagliare letteralmente la parola "scarlatte" dal doppiaggio, ottenendo il risultato di frasi orrendamente mozzate con dei buchi tra una parola e l'altra. Terribile.
L'anime del 1984, col senno di poi, non è lontamanete paragonabile all'adattamento successivo del 2005 (anch'esso però rimasto tristemente incompleto nel finale, a causa del fatto che la pubblicazione del manga è ancora in corso, e quindi un finale vero e proprio ancora non esiste). Tuttavia, il character design dell'adattamento animato del 2005 è assolutamente lontano dai personaggi originali del manga (a eccezione di Maya e Tsukikage, i personaggi più rimaneggiati e diversi dal manga sono probabilmente Ayumi e Sakurakoji, che a malapena ho riconosciuto) e ripropone le vicende dei protagonisti in chiave più moderna e "adattata" ai giorni nostri.
Quindi i punti di forza della versione dell'84, per i fedelissimi della Miuchi, sono sicuramente la fedeltà nel design dei personaggi e alla storia, seppur nella sua brevità.
A chi si avvicina alla prima volta al mondo di Maya però tra i due anime, mi sentirei di consigliare la versione del 2005, più accattivante nel ritmo e che prosegue molto più avanti, coprendo un maggior numero di volumetti del manga.
Però, anche quest'ultimo presenta i suoi problemi, infatti nell'adattamento del 2005, la regia a volte si dimostra debole.
*Questa parte contiene spoiler!*
Per rendersi conto di questa debolezza basti pensare alla scena culminante, una delle più belle dell'intera opera, quando Maya è a casa di Masumi e si sta esercitando per interpretare Helen Keller, e arriva quest'ultimo. Il momento in cui lei lo abbraccia non avendo idea di chi sia, nel manga è uno dei momenti più importanti e sconvolgenti in assoluto (è allora che Masumi capisce di amare davvero Maya?), e solo e soltanto la regia dell'anime dell'84 riesce a rendere giustizia a questa scena, dandogli la giusta importanza e rendendola indimenticabile per gli spettatori, caricandola di tutto il pathos necessario.
Scena resa in modo molto più sciatto e banale, quasi del tutto incolore, nell'anime del 2005.
*fine degli spoiler*
In sostanza quindi, completando l'affermazione precedente, a chi vuole conoscere la storia di Maya ancor più che l'anime del 2005, consiglierei come prima scelta proprio il manga della Miuchi, che rimane la versione più completa e piena di significato.
"Il grande sogno di Maya", tratto dall'ancora oggi incompiuto manga Glass no kamen (La maschera di vetro) di Suzue Miuchi, è un anime del 1984 e quando ero piccola era uno dei miei cartoni animati preferiti. L'ambientazione della storia è molto originale, il mondo del teatro.
Maya è una ragazzina come tante di 13 anni che, orfana di padre, vive con la madre che è cameriera in un ristorante cinese. La vita per lei non è facile anche perché la madre, una donna depressa e totalmente disillusa dalla vita, non perde occasione per rimproverarla e per colpire la sua autostima, definendo la ragazzina insignificante, stupida e incapace - in realtà questo aspetto della strega è approfondito molto più nel manga.
Un giorno però Maya, mentre è intenta a raccontare la trama di un film a dei bambini in un parco, viene casualmente notata da Chigusa Tsukikage, una grande attrice del passato costretta a ritirarsi totalmente dalle scene a causa di un incidente che le deturpò il viso. Chigusa crede di avere individuato in lei un grande talento, che le consentirà di diventare un'ottima candidata per ereditare il ruolo principale e i diritti dell'opera che aveva consacrato più che mai il suo successo, ma che ne aveva segnato anche la fine come artista, La dea Scarlatta. Il suo autore, infatti, Ichiren Ozaki, aveva all'epoca visto in Chigusa l'unica attrice al mondo capace d'interpretare il difficile ruolo della protagonista e le aveva lasciato i diritti in eredità.
Quell'incontro cambierà per sempre la vita di Maya che, pur di realizzare il sogno di diventare un'attrice, scappa di casa (dove ovviamente sua madre le aveva riso in faccia e le aveva vietato di coltivare passioni a suo dire assurde) e si trasferisce presso la signora Tsukikage, che aveva appunto deciso di formare una compagnia teatrale con lei e altri giovani attori.
Tuttavia c'è anche un'altra ragazza, coetanea di Maya, che aveva sempre sognato d'interpretare quel ruolo: Ayumi Himekawa, bella e ricca figlia d'arte, che al contrario di Maya è sempre stata inserita nel mondo del teatro - la madre è attrice e il padre regista - ed è già nota a tutti come una ragazza prodigio nel campo. Ayumi ha sempre avuto vita facile, avendo sempre a disposizione gli insegnanti migliori, ma ha sempre messo il massimo impegno in tutto ciò che fa; Maya è solo agli inizi, ma ha dalla sua un incredibile istinto che le consente di apprendere in fretta i durissimi insegnamenti della signora Tsukikage, che sa essere anche spietata pur di ottenere ciò che vuole. E poi nei momenti più difficili non le manca mai l'incoraggiamento di un unico ma fedele ammiratore segreto, l'ammiratore delle rose scarlatte.
Purtroppo l'anime, realizzato negli anni '80, copre soltanto i primi (12?) volumi; attualmente il manga ha superato di gran lunga i 40 volumi e ci sono ancora varie questioni in sospeso, sia per la battaglia Maya/Ayumi per il ruolo della dea, sia soprattutto per le immancabili questioni sentimentali, perciò non esiste un finale definitivo, questo resta abbastanza aperto.
Tuttavia quelle sole 23 puntate sono molto godibili, per ogni aspetto. L'animazione, datata, non è eccezionale, ma il character design è bello e la caratterizzazione dei personaggi è ottima, per quanto sia possibile con così poche puntate.
Altro elemento interessantissimo sono le rappresentazioni teatrali, in cui abbiamo modo di constatare il grande talento e la grande passione per il teatro di Maya, ma anche della sua pur bravissima rivale. Spettacolari sono anche le lezioni della Tsukikage, superata in severità soltanto da mister Daimond di Mila e Shiro, e soltanto per il fondamentale motivo che lei in fondo mira a tirare fuori il meglio dai suoi allievi, mentre quel mostro di allenatore è soltanto pazzo, malefico e ambizioso da fare paura.
Nel 2005 è stato prodotto un remake della storia, mi sembra con il titolo originale della stessa, che va molto più avanti rispetto alla versione del '84. Come animazione è sicuramente superiore, ma io preferivo il character design vecchio. Comunque spero che venga prima o poi trasmesso in TV per vederlo in italiano, come pure spero sempre nel miracolo che prima o poi l'autrice si decida a scrivere la parola fine alla sua opera. Trent'anni mi sembrano più che sufficienti per un singolo manga, direi!
Voto: 10.
Maya è una ragazzina come tante di 13 anni che, orfana di padre, vive con la madre che è cameriera in un ristorante cinese. La vita per lei non è facile anche perché la madre, una donna depressa e totalmente disillusa dalla vita, non perde occasione per rimproverarla e per colpire la sua autostima, definendo la ragazzina insignificante, stupida e incapace - in realtà questo aspetto della strega è approfondito molto più nel manga.
Un giorno però Maya, mentre è intenta a raccontare la trama di un film a dei bambini in un parco, viene casualmente notata da Chigusa Tsukikage, una grande attrice del passato costretta a ritirarsi totalmente dalle scene a causa di un incidente che le deturpò il viso. Chigusa crede di avere individuato in lei un grande talento, che le consentirà di diventare un'ottima candidata per ereditare il ruolo principale e i diritti dell'opera che aveva consacrato più che mai il suo successo, ma che ne aveva segnato anche la fine come artista, La dea Scarlatta. Il suo autore, infatti, Ichiren Ozaki, aveva all'epoca visto in Chigusa l'unica attrice al mondo capace d'interpretare il difficile ruolo della protagonista e le aveva lasciato i diritti in eredità.
Quell'incontro cambierà per sempre la vita di Maya che, pur di realizzare il sogno di diventare un'attrice, scappa di casa (dove ovviamente sua madre le aveva riso in faccia e le aveva vietato di coltivare passioni a suo dire assurde) e si trasferisce presso la signora Tsukikage, che aveva appunto deciso di formare una compagnia teatrale con lei e altri giovani attori.
Tuttavia c'è anche un'altra ragazza, coetanea di Maya, che aveva sempre sognato d'interpretare quel ruolo: Ayumi Himekawa, bella e ricca figlia d'arte, che al contrario di Maya è sempre stata inserita nel mondo del teatro - la madre è attrice e il padre regista - ed è già nota a tutti come una ragazza prodigio nel campo. Ayumi ha sempre avuto vita facile, avendo sempre a disposizione gli insegnanti migliori, ma ha sempre messo il massimo impegno in tutto ciò che fa; Maya è solo agli inizi, ma ha dalla sua un incredibile istinto che le consente di apprendere in fretta i durissimi insegnamenti della signora Tsukikage, che sa essere anche spietata pur di ottenere ciò che vuole. E poi nei momenti più difficili non le manca mai l'incoraggiamento di un unico ma fedele ammiratore segreto, l'ammiratore delle rose scarlatte.
Purtroppo l'anime, realizzato negli anni '80, copre soltanto i primi (12?) volumi; attualmente il manga ha superato di gran lunga i 40 volumi e ci sono ancora varie questioni in sospeso, sia per la battaglia Maya/Ayumi per il ruolo della dea, sia soprattutto per le immancabili questioni sentimentali, perciò non esiste un finale definitivo, questo resta abbastanza aperto.
Tuttavia quelle sole 23 puntate sono molto godibili, per ogni aspetto. L'animazione, datata, non è eccezionale, ma il character design è bello e la caratterizzazione dei personaggi è ottima, per quanto sia possibile con così poche puntate.
Altro elemento interessantissimo sono le rappresentazioni teatrali, in cui abbiamo modo di constatare il grande talento e la grande passione per il teatro di Maya, ma anche della sua pur bravissima rivale. Spettacolari sono anche le lezioni della Tsukikage, superata in severità soltanto da mister Daimond di Mila e Shiro, e soltanto per il fondamentale motivo che lei in fondo mira a tirare fuori il meglio dai suoi allievi, mentre quel mostro di allenatore è soltanto pazzo, malefico e ambizioso da fare paura.
Nel 2005 è stato prodotto un remake della storia, mi sembra con il titolo originale della stessa, che va molto più avanti rispetto alla versione del '84. Come animazione è sicuramente superiore, ma io preferivo il character design vecchio. Comunque spero che venga prima o poi trasmesso in TV per vederlo in italiano, come pure spero sempre nel miracolo che prima o poi l'autrice si decida a scrivere la parola fine alla sua opera. Trent'anni mi sembrano più che sufficienti per un singolo manga, direi!
Voto: 10.
Glass no Kamen è un anime del 1984, molto particolare sia nella trama sia nel modo in cui questa viene sviluppata.
In quest'anime troveremo una ragazza di nome Maya che cerca di realizzare il suo sogno, quello di diventare un'attrice, precisamente nel mondo del teatro, dove avrà una rivale molto geniale.
Il titolo originale e Glass no Kamen, ovvero sia "la maschera di vetro", mentre qui nel nostro paese è per l'appunto "Il Grande Sogno di Maya", distribuito dalla Yamato Video e trasmesso in tv da Mediaset.
La trama è molto convincente sia per come è strutturata sia per i protagonisti della storia, che vengono presentati molto bene. Se vogliamo fare un'analisi dei sentimenti dei protagonisti, risulterà molto "secca": questo secondo me è perché non c'è una vera e propria considerazione dei sentimenti dei protagonisti, soltanto in poche ocasioni troviamo i veri volti dei personaggi.
Comunque, a parte questo, l'anime merita molto anche perché sono presenti la determinazione della protagonista e la sua buona volontà; forse è l'unico personaggio che dimostra i suoi veri sentimenti dal profondo del suo cuore.
Un altra cosa di particolare di quest'anime è che manca il finale, che gli autori non hanno realizzato, infatti l'anime è di 23 episodi.
Voto: 8.
In quest'anime troveremo una ragazza di nome Maya che cerca di realizzare il suo sogno, quello di diventare un'attrice, precisamente nel mondo del teatro, dove avrà una rivale molto geniale.
Il titolo originale e Glass no Kamen, ovvero sia "la maschera di vetro", mentre qui nel nostro paese è per l'appunto "Il Grande Sogno di Maya", distribuito dalla Yamato Video e trasmesso in tv da Mediaset.
La trama è molto convincente sia per come è strutturata sia per i protagonisti della storia, che vengono presentati molto bene. Se vogliamo fare un'analisi dei sentimenti dei protagonisti, risulterà molto "secca": questo secondo me è perché non c'è una vera e propria considerazione dei sentimenti dei protagonisti, soltanto in poche ocasioni troviamo i veri volti dei personaggi.
Comunque, a parte questo, l'anime merita molto anche perché sono presenti la determinazione della protagonista e la sua buona volontà; forse è l'unico personaggio che dimostra i suoi veri sentimenti dal profondo del suo cuore.
Un altra cosa di particolare di quest'anime è che manca il finale, che gli autori non hanno realizzato, infatti l'anime è di 23 episodi.
Voto: 8.
Il teatro è l'alter ego che tutti vorrebbero possedere ma non sanno tutti di averlo incarnato ed innato, il teatro è un motore leggero di parole ed emozioni che fa volare un mezzo chiamato talento, il teatro è una continua tessitrice di maschere sul volto degli spettatori, non certo degli attori che sono, il più delle volte, nudi davanti all'intero mondo.
In tutto questo caleidoscopio di emozioni si intreccia e si delinea quest'opera, forte di tante sensazioni e di eventi che difficilmente lasciano insensibile alla visione qualsiasi spettatore.
In tutto questo fiorire di eventi troviamo la protagonista che vive queste sensazioni in una continua armonia interiore, sia dentro che fuori il teatro, dove la vita è il perfetto ago della bilancia che rende possibile tutto questo, laddove il talento della protagonista da diamante allo stato grezzo si trasforma in una farfalla capace di volare al primo battito staccandosi dal suo bozzolo.
L'armonia degli eventi che in quest'opera vengono trattati sembrano usciti dalla viva mano della tavolozza di un pittore importante dei nostri tempi, dove si vede non tanto la cura dei particolari, ma quanto quella degli intenti nell'evidenziare attraverso il personaggio principale tutto il significato dell'opera.
Ma di un'opera nell'opera.
O meglio, di un'opera teatrale all'interno di un'opera in anime.
Ritroviamo già fin dalle battute della sigla i disegni dal tratto riconoscibilissimo del grande Shingo Araki, che si trova davvero in questi periodi nel suo stato di grazia compositiva, visto come dà vita alle immagini di questo anime, di come l'espressività dei disegni raggiunge dei livelli che davvero ci conducono all'interno di un teatro laddove l'opera l'apprezziamo e forse ne siamo anche la parte integrante dello spettacolo, una specie di reality anticpato largamente nei tempi, insomma.
E difatti come non si può fare il tifo per la protagonista che sgomita, soffre, si rende partecipe e tira fuori tutto il meglio di sè per emergere, per far capire attraverso l'arte il suo modo di vivere, la sua voglia di vita, di amare , di realizzare i suoi sogni più nascosti.
E solitamente tutti sappiamo che da piccolissimi e profondissimi sogni nascono delle realtà enormi, incredibili e sempre sconvolgenti per chi si trova ad assistere ad un talento impersonificato.
La morale dell'autore nasce proprio da qui, chi ha talento da vendere per le cose che fa, rende in maniera naturale ciò che è difficilissimo per quasi tutti gli altri suoi colleghi di lavoro, è sempre una persona disponibile ad aiutare chi è in difficoltà e fa capire nella sua semplicità quanto sia meraviglioso e pieno di vita e vigore saper vivere con questo stato di grazia, sia se viene dal campo artistico oppure no, e non mancano le occasioni in cui Maya in quest'opera, ce lo fa capire in tanti modi diversi e sempre molto efficaci.
Voglio soffermare l'attenzione sulla doppiatrice italiana della protagonista, una grande Elda Olivieri Già doppiatrice in alcuni episodi di Tetis della Sirena nella saga di Nettuno dei Cavalieri Dello Zodiaco, davvero una grande artista per come si è calata nel ruolo!
In tutto questo caleidoscopio di emozioni si intreccia e si delinea quest'opera, forte di tante sensazioni e di eventi che difficilmente lasciano insensibile alla visione qualsiasi spettatore.
In tutto questo fiorire di eventi troviamo la protagonista che vive queste sensazioni in una continua armonia interiore, sia dentro che fuori il teatro, dove la vita è il perfetto ago della bilancia che rende possibile tutto questo, laddove il talento della protagonista da diamante allo stato grezzo si trasforma in una farfalla capace di volare al primo battito staccandosi dal suo bozzolo.
L'armonia degli eventi che in quest'opera vengono trattati sembrano usciti dalla viva mano della tavolozza di un pittore importante dei nostri tempi, dove si vede non tanto la cura dei particolari, ma quanto quella degli intenti nell'evidenziare attraverso il personaggio principale tutto il significato dell'opera.
Ma di un'opera nell'opera.
O meglio, di un'opera teatrale all'interno di un'opera in anime.
Ritroviamo già fin dalle battute della sigla i disegni dal tratto riconoscibilissimo del grande Shingo Araki, che si trova davvero in questi periodi nel suo stato di grazia compositiva, visto come dà vita alle immagini di questo anime, di come l'espressività dei disegni raggiunge dei livelli che davvero ci conducono all'interno di un teatro laddove l'opera l'apprezziamo e forse ne siamo anche la parte integrante dello spettacolo, una specie di reality anticpato largamente nei tempi, insomma.
E difatti come non si può fare il tifo per la protagonista che sgomita, soffre, si rende partecipe e tira fuori tutto il meglio di sè per emergere, per far capire attraverso l'arte il suo modo di vivere, la sua voglia di vita, di amare , di realizzare i suoi sogni più nascosti.
E solitamente tutti sappiamo che da piccolissimi e profondissimi sogni nascono delle realtà enormi, incredibili e sempre sconvolgenti per chi si trova ad assistere ad un talento impersonificato.
La morale dell'autore nasce proprio da qui, chi ha talento da vendere per le cose che fa, rende in maniera naturale ciò che è difficilissimo per quasi tutti gli altri suoi colleghi di lavoro, è sempre una persona disponibile ad aiutare chi è in difficoltà e fa capire nella sua semplicità quanto sia meraviglioso e pieno di vita e vigore saper vivere con questo stato di grazia, sia se viene dal campo artistico oppure no, e non mancano le occasioni in cui Maya in quest'opera, ce lo fa capire in tanti modi diversi e sempre molto efficaci.
Voglio soffermare l'attenzione sulla doppiatrice italiana della protagonista, una grande Elda Olivieri Già doppiatrice in alcuni episodi di Tetis della Sirena nella saga di Nettuno dei Cavalieri Dello Zodiaco, davvero una grande artista per come si è calata nel ruolo!
Finalmente qualcosa di originale.
Maya vuole diventare un'attrice pur non avendo né una spiccata bellezza né tanto meno i mezzi "materiali" per poterci provare senza problemi. Dalla sua ha solo il suo immenso talento, cioè doti naturali d'interpretazione che la rendono un "pericolo" anche per gli attori più affermati.
Lo spettatore viene catapultato nel difficile mondo del palcoscenico e nelle opere che vengono su di esso rappresentate. Senza dimenticare il difficile processo di preparazione che c'è prima che l'opera venga messa atto.
Ayumi, la rivale di Maya per il ruolo della Dea Scarlatta, è la rivale che tutti vorremmo avere. Anche lei aspira a diventare un'attrice famosa, ma ciò non le impedisce di restare comunque sempre leale e onesta anche nei confronti di quella che è la sua rivale più grande. Sicura del proprio talento, va avanti per la sua strada senza mai approfittare della via più comoda.
Unica nota negativa il finale "aperto". Ma ahimè il problema è imputabile al fatto che il manga è tutt'ora inconcluso dopo oltre 30 anni.
Menzione speciale per la sigla veramente in tono con tutto l'anime.
Per me è meraviglioso.
Maya vuole diventare un'attrice pur non avendo né una spiccata bellezza né tanto meno i mezzi "materiali" per poterci provare senza problemi. Dalla sua ha solo il suo immenso talento, cioè doti naturali d'interpretazione che la rendono un "pericolo" anche per gli attori più affermati.
Lo spettatore viene catapultato nel difficile mondo del palcoscenico e nelle opere che vengono su di esso rappresentate. Senza dimenticare il difficile processo di preparazione che c'è prima che l'opera venga messa atto.
Ayumi, la rivale di Maya per il ruolo della Dea Scarlatta, è la rivale che tutti vorremmo avere. Anche lei aspira a diventare un'attrice famosa, ma ciò non le impedisce di restare comunque sempre leale e onesta anche nei confronti di quella che è la sua rivale più grande. Sicura del proprio talento, va avanti per la sua strada senza mai approfittare della via più comoda.
Unica nota negativa il finale "aperto". Ma ahimè il problema è imputabile al fatto che il manga è tutt'ora inconcluso dopo oltre 30 anni.
Menzione speciale per la sigla veramente in tono con tutto l'anime.
Per me è meraviglioso.
Bellissima serie che, nonostante manchi di un vero finale, riesce a tenere incollato lo spettatore ad ogni episodio, grazie alla sua trama avvincente. La protagonista è Maya, una giovane ragazza con la passione per il teatro che un giorno vorrebbe raggiungere il suo obiettivo: quello di diventare attrice. Questa passione per il teatro si rileva positivamente sia attraverso gli occhi della protagonista, che di quelli di tutti gli altri personaggi che vediamo lottare e impegnarsi per arrivare a raggiungere il loro sogno.
Nella serie si alternano momenti drammatici a momenti di grande gioia che ne fanno dell'opera un vero capolavoro. Bellissimo!
Nella serie si alternano momenti drammatici a momenti di grande gioia che ne fanno dell'opera un vero capolavoro. Bellissimo!