Digimon Frontier
"Digimon Frontier" è la quarta serie marchiata "Digimon", nonché la seconda a presentare personaggi e ambientazioni completamente nuovi rispetto ai primi due capitoli.
Cinque ragazzi (Takuya Kanbara, Koji Minamoto, Zoe Orimoto, JP Shibayama e Tommy Hiyomi) ricevono degli strani SMS che li invitano a intraprendere un viaggio e a iniziare "un gioco". Sebbene molto poco chiaro, il messaggio incuriosisce i ragazzi e li spinge a salire su un treno che si trova nei sotterranei della stazione di Sibuya e che li porterà a Digiworld, un mondo digitale che sta passando un periodo di rovina. Sarà proprio intraprendendo il viaggio che, dopo avere appreso la capacità di digevolvere attraverso degli strumenti chiamati digispirit, che evocano gli spiriti dei leggendari guerrieri, eroi della mitologia di Digiwolrd, il gruppo di ragazzi lotterà per riportare l'ordine e la pace in questo nuovo mondo.
Il cambiamento più radicale è sicuramente l'assenza del rapporto digimon-umano che aveva distinto tutte le seri precedenti; sicuramente in molti storceranno il naso per tale cambiamento, ma per quanto mi riguarda non ho trovato la cosa un punto negativo: questa serie va benissimo così visto che i personaggi si possono definire senza problemi un vero e proprio punto di forza.
Un altro cambiamento netto è sicuramente Digiworld che qui viene presentata come un luogo civilizzato dove i digimon sono ben organizzati in cittadine che dispongono di case, mercati, ristoranti e quant'altro: una componente che si differenzia completamente dal mondo digitale in perenne stato di natura che avevamo trovato nella precedente "Tamers" e anche nella prima serie (nella seconda invece gli elementi erano molto simili a quelli di "Frontier"). Digiworld è anche composta da una fittissima rete ferroviaria, elemento che a mio parere rende la serie molto affascinante.
"Frontier" secondo me non raggiunge lontanamente i livelli del gioiello "Tamers" e nemmeno quelli del primo capitolo, ma si rivela comunque un prodotto piacevole con una storia avvincente e ben fatta caratterizzata da una componente mitologica molto suggestiva che terrà con il fiato sospeso gli spettatori.
I personaggi sono un elemento molto ben riuscito. Abbiamo sempre i soliti protagonisti come Takuya, il leader testardo del gruppo - in questa serie un po' stereotipato -, Koji un ragazzo malinconico con un passato tormentato, Tommy il più piccolo del gruppo, e poi abbiamo JP e Zoe, due personaggi in qualche modo "nuovi": quest'ultima non è la solita ragazza del gruppo, visto che dispone di una personalità nuova che spesso ci regalerà momenti davvero divertenti e tipicamente femminili. Mentre JP è un personaggio che diverte con il suo modo impacciato, ma che si dimostra anche responsabile e intelligente. Ciò senza dimenticare i digimon Bokomon e Neemon, che seguono il gruppo di ragazzi, che rappresentano il lato comico della serie.
Anche i cattivi non sono da meno, il quintetto di guerrieri è ben riuscito e i digimon sono tutti caratterizzati da diversi modi di pensare e agire. Punto di merito va certamente anche al malvagio e tormentato Kerpymon e a Lucemon, figura chiaramente ispirata al Lucifero/Satana della demonologia cristiana visto che si tratta di un angelo caduto nel vuoto, nonché incarnazione del male assoluto.
La storia scorre molto bene e fra i racconti mitologici che rappresentano gli albori di Digiworld, che mi hanno ricordato in parte Tolkien, e le avventure dei ragazzi non ci sono particolari cadute di stile se non per la presenza di alcune situazioni pseudo-comiche e improbabili che a volte cadono un po' nel ridicolo. La figura dei Tocanmon ne è un chiaro esempio.
I paesaggi sono molto intriganti anche in questa serie e d'altra parte sono più volte stati definiti come il punto di forza del marchio "Digimon", davvero suggestivi a mio parere il continente oscuro e il castello di Ophanimon, senza tralasciare altri luoghi e ambienti davvero molto belli.
Il tema della morte è un altro elemento che si differenzia completamente dalla brutale "Tamers" visto che qui non vi è la morte vera e propria, ma una sorta di reincarnazione continua dei digimon, che una volta rinati dimenticano del tutto la vita precedente e vengono completamente purificati, una visione molto influenzata dalla filosofia orientale.
La versione italiana non presenta censure e cambiamenti e la cosa è fortunatamente molto positiva. Il doppiaggio è inoltre molto buono e fra i vari nomi spiccano Lorenzo Graziano nel ruolo di JP e Maura Cienciarelli nel ruolo di Koji, senza dimenticare altri nomi di spicco del doppiaggio italiano. Gli unici cambiamenti vengono fatti al personaggio di Zoe che, avendo vissuto in Italia, molto spesso dice frasi o parole in italiano durante la serie (merita tra l'altro dare un occhiata alla versione originale, per il pessimo italiano!), e qui per cercare di dare senso alla cosa l'Italia viene cambiata con l'Inghilterra.
La serie è dunque una visione molto piacevole che consiglio a chiunque volesse vedere qualcosa di disimpegnato, ma con una storia molto articolata e coinvolgente. Non raggiunge il gioiello precedente, ma resta comunque un prodotto valido. Voto 7.
Cinque ragazzi (Takuya Kanbara, Koji Minamoto, Zoe Orimoto, JP Shibayama e Tommy Hiyomi) ricevono degli strani SMS che li invitano a intraprendere un viaggio e a iniziare "un gioco". Sebbene molto poco chiaro, il messaggio incuriosisce i ragazzi e li spinge a salire su un treno che si trova nei sotterranei della stazione di Sibuya e che li porterà a Digiworld, un mondo digitale che sta passando un periodo di rovina. Sarà proprio intraprendendo il viaggio che, dopo avere appreso la capacità di digevolvere attraverso degli strumenti chiamati digispirit, che evocano gli spiriti dei leggendari guerrieri, eroi della mitologia di Digiwolrd, il gruppo di ragazzi lotterà per riportare l'ordine e la pace in questo nuovo mondo.
Il cambiamento più radicale è sicuramente l'assenza del rapporto digimon-umano che aveva distinto tutte le seri precedenti; sicuramente in molti storceranno il naso per tale cambiamento, ma per quanto mi riguarda non ho trovato la cosa un punto negativo: questa serie va benissimo così visto che i personaggi si possono definire senza problemi un vero e proprio punto di forza.
Un altro cambiamento netto è sicuramente Digiworld che qui viene presentata come un luogo civilizzato dove i digimon sono ben organizzati in cittadine che dispongono di case, mercati, ristoranti e quant'altro: una componente che si differenzia completamente dal mondo digitale in perenne stato di natura che avevamo trovato nella precedente "Tamers" e anche nella prima serie (nella seconda invece gli elementi erano molto simili a quelli di "Frontier"). Digiworld è anche composta da una fittissima rete ferroviaria, elemento che a mio parere rende la serie molto affascinante.
"Frontier" secondo me non raggiunge lontanamente i livelli del gioiello "Tamers" e nemmeno quelli del primo capitolo, ma si rivela comunque un prodotto piacevole con una storia avvincente e ben fatta caratterizzata da una componente mitologica molto suggestiva che terrà con il fiato sospeso gli spettatori.
I personaggi sono un elemento molto ben riuscito. Abbiamo sempre i soliti protagonisti come Takuya, il leader testardo del gruppo - in questa serie un po' stereotipato -, Koji un ragazzo malinconico con un passato tormentato, Tommy il più piccolo del gruppo, e poi abbiamo JP e Zoe, due personaggi in qualche modo "nuovi": quest'ultima non è la solita ragazza del gruppo, visto che dispone di una personalità nuova che spesso ci regalerà momenti davvero divertenti e tipicamente femminili. Mentre JP è un personaggio che diverte con il suo modo impacciato, ma che si dimostra anche responsabile e intelligente. Ciò senza dimenticare i digimon Bokomon e Neemon, che seguono il gruppo di ragazzi, che rappresentano il lato comico della serie.
Anche i cattivi non sono da meno, il quintetto di guerrieri è ben riuscito e i digimon sono tutti caratterizzati da diversi modi di pensare e agire. Punto di merito va certamente anche al malvagio e tormentato Kerpymon e a Lucemon, figura chiaramente ispirata al Lucifero/Satana della demonologia cristiana visto che si tratta di un angelo caduto nel vuoto, nonché incarnazione del male assoluto.
La storia scorre molto bene e fra i racconti mitologici che rappresentano gli albori di Digiworld, che mi hanno ricordato in parte Tolkien, e le avventure dei ragazzi non ci sono particolari cadute di stile se non per la presenza di alcune situazioni pseudo-comiche e improbabili che a volte cadono un po' nel ridicolo. La figura dei Tocanmon ne è un chiaro esempio.
I paesaggi sono molto intriganti anche in questa serie e d'altra parte sono più volte stati definiti come il punto di forza del marchio "Digimon", davvero suggestivi a mio parere il continente oscuro e il castello di Ophanimon, senza tralasciare altri luoghi e ambienti davvero molto belli.
Il tema della morte è un altro elemento che si differenzia completamente dalla brutale "Tamers" visto che qui non vi è la morte vera e propria, ma una sorta di reincarnazione continua dei digimon, che una volta rinati dimenticano del tutto la vita precedente e vengono completamente purificati, una visione molto influenzata dalla filosofia orientale.
La versione italiana non presenta censure e cambiamenti e la cosa è fortunatamente molto positiva. Il doppiaggio è inoltre molto buono e fra i vari nomi spiccano Lorenzo Graziano nel ruolo di JP e Maura Cienciarelli nel ruolo di Koji, senza dimenticare altri nomi di spicco del doppiaggio italiano. Gli unici cambiamenti vengono fatti al personaggio di Zoe che, avendo vissuto in Italia, molto spesso dice frasi o parole in italiano durante la serie (merita tra l'altro dare un occhiata alla versione originale, per il pessimo italiano!), e qui per cercare di dare senso alla cosa l'Italia viene cambiata con l'Inghilterra.
La serie è dunque una visione molto piacevole che consiglio a chiunque volesse vedere qualcosa di disimpegnato, ma con una storia molto articolata e coinvolgente. Non raggiunge il gioiello precedente, ma resta comunque un prodotto valido. Voto 7.
'Digimon Frontier' narra delle avventure dei nuovi digi-prescelti, che sono stati chiamati per salvare Digiworld dalla minaccia che riguarda la sua esistenza e quella dei suoi abitanti. Perché il mondo è stato devastato dalla mancanza di alcune porzioni del suo terreno? Chi è il misterioso Kerpymon che trama dietro tutto questo?
La quarta serie di 'Digimon' cerca di riproporre una serie completamente nuova, che parte su delle basi completamente differenti rispetto a quelle classiche, eppure si avverte quella forte sensazione di classicità, che è stata interrotta da 'Tamers'. I digi-prescelti che sono stati chiamati per salvare Digiworld non dispongono di alcun Digimon che combatta al loro fianco, poiché viene introdotta la digi-evoluzione da umano a Digimon, per garantirne la forza e la possibilità di combattere le numerose avversità, che si presentano nel viaggio. Una mossa alquanto azzardata, che porta all'annullamento totale del rapporto di amicizia tra umani e Digimon, poiché questi ultimi non esistono. Tuttavia si cerca di coprire tale mancanza con una maggiore interazione tra i numerosi digimon che popolano i numerosi settori, infatti si assiste a un mondo più civilizzato e organizzato rispetto a quelli delle serie precedenti, dove i digimon godono di uno status sociale e di una vita, che per molti versi ricorda quella degli esseri umani. Non mancheranno le città commerciali, le baie estive e perfino dei fanclub dedicati a uno dei cattivi della serie.
I digi-prescelti presentano una caratterizzazione e dei ruoli che sembrano riferirsi a quelli della prima serie, ma risultano ugualmente piacevoli e intriganti nel generare l'intesa che delinea l'originalità del gruppo. Il leader sarà lo spavaldo Takuya, che risulterà decisamente avventato e spaccone nel compiere le sue azioni; come opposto vi è Koji, un ragazzo dall'atteggiamento decisamente malinconico quanto scontroso, che nasconde un passato molto interessante quanto emozionante. La ragazza del gruppo sarà Zoey, una giovane decisamente sportiva e determinata, che non tradisce il lato "rosa" e allo stesso tempo maschiaccio, che spesso delinea l'atteggiamento dei personaggi femminili delle serie precedenti. Non mancherà il piccolo Tommy, il più giovane del gruppo, dotato di un carattere debole e infantile, che spesso lo porta ad appoggiarsi al prossimo, eppure nonostante le avversità cercherà di migliorare se stesso attraverso le numerose esperienze che lo coinvolgeranno. Infine abbiamo J.P., un personaggio completamente nuovo e decisamente originale, dotato di un fisico robusto e nella posizione di senpai del gruppo, che nonostante la sua superiorità gerarchica soffre di una forte solitudine, che dovrà affrontare attraverso la comprensione completa del legame di amicizia e fiducia che lo lega ai suoi compagni. E' una figura del tutto nuova, che si farà notare per la sua ironia e per la sensazione di novità che porta all'interno della serie.
'Digimon Frontier' preferisce affrontare un'avventura dai toni fortemente classici e maturi, poiché si assiste a una storia dove i personaggi dovranno salvare il mondo, ma allo stesso tempo dovranno confrontarsi con i loro problemi sociali e personali, attraverso le difficoltà e le numerose conoscenze che faranno durante il loro viaggio.
Nonostante le ottime premesse, molte componenti mi hanno deluso (ma non del tutto), a causa della pessima sceneggiatura che delinea l'intera serie. L'esperimento che propone 'Digimon Frontier' mira a unire la classica e stereotipata struttura dei supereroi giapponesi - che spesso sono identificabili per i colori che li differenziano - e l'avventura che porta alla crescita interiore dei protagonisti. Un esperimento indubbiamente lodevole, che tuttavia non riesce a trovare il giusto bilancio a causa dell'atteggiamento stereotipato che assumono i protagonisti durante le battaglie e il confronto con i pericoli che gli si presentano. Non mancheranno delle cadute di stile fin troppo ovvie, che spesso propongono dei filler insensati quanto banali, che purtroppo dominano una gran parte della serie, e alcuni archi narrativi che spesso si concludono in un modo fin troppo speranzoso ed effimero. Un esempio è il combattimento che si tiene a metà serie, dove vengono coinvolti tutti i personaggi a livello sia fisico sia emotivo. Nonostante i numerosi episodi che delineano tale confronto, la conclusione si rivela decisamente pessima, il che lascia quella sensazione di amaro che non permette di avere un bel ricordo di tale arco narrativo.
Il team troverà il suo perfetto opposto, ovvero un gruppo di cattivi, che mostrano una maggiore organizzazione, rispetto all'indipendenza che separava quelli delle serie precedenti. Non mancherà una forte ironia che caratterizza tali figure, ma se da un lato si assiste a un nemico capace di stabilire un legame con lo spettatore, dall'altro abbiamo delle conclusioni o degli episodi che risultano eccessivi nella loro ironia. Un esempio sono le prime battaglie contro Ranamon.
Da menzionare il nemico finale della serie, che risulta decisamente malvagio e devastante, e che mostra un ideale e delle motivazioni maggiormente profondi rispetto al classico ideale di conquistare il mondo; infatti, seppur in modo affrettato, ci lascerà con un interrogativo riguardo all'eliminazione delle numerose differenze che caratterizzano tutti gli esseri viventi, per garantire una pace assoluta, che non verrà eliminata dalle possibili minacce, dovute dalla sete di potere.
Un aspetto che ho trovato decisamente inaccettabile sono le animazioni, che non mostrano un'ottima interazione tra gli sfondi e i movimenti dei personaggi, non sarà raro vedere dei digimon che volano da fermi, durante le sezioni di combattimento: un esempio è la scena di un digimon che fugge da un fermo immagine di un esplosione, che non offre l'azione e l'intensità del momento, un aspetto che ritengo fondamentale nelle scene particolarmente movimentate, rispetto a quelle d'interazione e di dialogo tra i personaggi. Nonostante la mancanza di dettagli sul lato tecnico, i nuovi digimon presentano un aspetto fortemente umanoide, ma intrigante, che riesce a rappresentare l'elemento che distingue i poteri dei personaggi principali; da menzionare Agunimon e Lobomon con le loro rispettive digi-evoluzioni oppure il forzuto Beetlemon, che godono di un aspetto che difficilmente passerà inosservato.
Purtroppo le critiche riguardo ai profondi cambiamenti che presenta la serie non hanno permesso la ricomparsa di tali digimon nelle serie future, il che è un peccato, visto che presentano un aspetto e delle tecniche decisamente particolari, che meritano un'ulteriore comparsa.
Infine le scene dedicate alle digi-evoluzioni risultano molto dettagliate e decisamente differenti tra loro, tuttavia quest'applicazione ha un impatto maggiormente diretto nei confronti dello spettatore, che rischia di annoiarsi di fronte alla lunghezza di tale processo, che viene applicato in molti episodi, al punto da coprirne gran parte della durata.
Il lato sonoro si mantiene sulla stessa qualità delle serie precedenti, pur offrendo dei cambiamenti che lo rendono più consono ai toni avventurosi e mistici di 'Digimon Frontier'. Non mancheranno alcune riprese dei brani appartenenti alla prima serie che tuttavia non risulteranno mai invadenti, ma piacevoli per il loro ritorno. Come opening abbiamo 'Fire!' di Koji Wada, che offre un ritmo scoppiettante e leggero, mentre come ending vi sono l'energetica 'Innocent' e la melodiosa quanto serena 'An Endless Tale', cantate da Koji Wada e Maeda Ai, che cercano di rievocare lo spirito della classicità che caratterizzava la prima e la seconda serie.
'Digimon Frontier' appare come un esperimento non completamente riuscito, a causa di una mancanza di bilancio tra gli elementi che propone, tuttavia si dimostra un ritorno al vecchio stile, che offre allo stesso tempo dei toni maggiormente drammatici e oscuri. Personalmente non me la sento di ritenerla una pessima serie, poiché si è rivelata una visione piacevole e carica di colpi di scena, ma ritengo che si poteva fare di più, sia dal lato tecnico sia da quello della sceneggiatura.
La quarta serie di 'Digimon' cerca di riproporre una serie completamente nuova, che parte su delle basi completamente differenti rispetto a quelle classiche, eppure si avverte quella forte sensazione di classicità, che è stata interrotta da 'Tamers'. I digi-prescelti che sono stati chiamati per salvare Digiworld non dispongono di alcun Digimon che combatta al loro fianco, poiché viene introdotta la digi-evoluzione da umano a Digimon, per garantirne la forza e la possibilità di combattere le numerose avversità, che si presentano nel viaggio. Una mossa alquanto azzardata, che porta all'annullamento totale del rapporto di amicizia tra umani e Digimon, poiché questi ultimi non esistono. Tuttavia si cerca di coprire tale mancanza con una maggiore interazione tra i numerosi digimon che popolano i numerosi settori, infatti si assiste a un mondo più civilizzato e organizzato rispetto a quelli delle serie precedenti, dove i digimon godono di uno status sociale e di una vita, che per molti versi ricorda quella degli esseri umani. Non mancheranno le città commerciali, le baie estive e perfino dei fanclub dedicati a uno dei cattivi della serie.
I digi-prescelti presentano una caratterizzazione e dei ruoli che sembrano riferirsi a quelli della prima serie, ma risultano ugualmente piacevoli e intriganti nel generare l'intesa che delinea l'originalità del gruppo. Il leader sarà lo spavaldo Takuya, che risulterà decisamente avventato e spaccone nel compiere le sue azioni; come opposto vi è Koji, un ragazzo dall'atteggiamento decisamente malinconico quanto scontroso, che nasconde un passato molto interessante quanto emozionante. La ragazza del gruppo sarà Zoey, una giovane decisamente sportiva e determinata, che non tradisce il lato "rosa" e allo stesso tempo maschiaccio, che spesso delinea l'atteggiamento dei personaggi femminili delle serie precedenti. Non mancherà il piccolo Tommy, il più giovane del gruppo, dotato di un carattere debole e infantile, che spesso lo porta ad appoggiarsi al prossimo, eppure nonostante le avversità cercherà di migliorare se stesso attraverso le numerose esperienze che lo coinvolgeranno. Infine abbiamo J.P., un personaggio completamente nuovo e decisamente originale, dotato di un fisico robusto e nella posizione di senpai del gruppo, che nonostante la sua superiorità gerarchica soffre di una forte solitudine, che dovrà affrontare attraverso la comprensione completa del legame di amicizia e fiducia che lo lega ai suoi compagni. E' una figura del tutto nuova, che si farà notare per la sua ironia e per la sensazione di novità che porta all'interno della serie.
'Digimon Frontier' preferisce affrontare un'avventura dai toni fortemente classici e maturi, poiché si assiste a una storia dove i personaggi dovranno salvare il mondo, ma allo stesso tempo dovranno confrontarsi con i loro problemi sociali e personali, attraverso le difficoltà e le numerose conoscenze che faranno durante il loro viaggio.
Nonostante le ottime premesse, molte componenti mi hanno deluso (ma non del tutto), a causa della pessima sceneggiatura che delinea l'intera serie. L'esperimento che propone 'Digimon Frontier' mira a unire la classica e stereotipata struttura dei supereroi giapponesi - che spesso sono identificabili per i colori che li differenziano - e l'avventura che porta alla crescita interiore dei protagonisti. Un esperimento indubbiamente lodevole, che tuttavia non riesce a trovare il giusto bilancio a causa dell'atteggiamento stereotipato che assumono i protagonisti durante le battaglie e il confronto con i pericoli che gli si presentano. Non mancheranno delle cadute di stile fin troppo ovvie, che spesso propongono dei filler insensati quanto banali, che purtroppo dominano una gran parte della serie, e alcuni archi narrativi che spesso si concludono in un modo fin troppo speranzoso ed effimero. Un esempio è il combattimento che si tiene a metà serie, dove vengono coinvolti tutti i personaggi a livello sia fisico sia emotivo. Nonostante i numerosi episodi che delineano tale confronto, la conclusione si rivela decisamente pessima, il che lascia quella sensazione di amaro che non permette di avere un bel ricordo di tale arco narrativo.
Il team troverà il suo perfetto opposto, ovvero un gruppo di cattivi, che mostrano una maggiore organizzazione, rispetto all'indipendenza che separava quelli delle serie precedenti. Non mancherà una forte ironia che caratterizza tali figure, ma se da un lato si assiste a un nemico capace di stabilire un legame con lo spettatore, dall'altro abbiamo delle conclusioni o degli episodi che risultano eccessivi nella loro ironia. Un esempio sono le prime battaglie contro Ranamon.
Da menzionare il nemico finale della serie, che risulta decisamente malvagio e devastante, e che mostra un ideale e delle motivazioni maggiormente profondi rispetto al classico ideale di conquistare il mondo; infatti, seppur in modo affrettato, ci lascerà con un interrogativo riguardo all'eliminazione delle numerose differenze che caratterizzano tutti gli esseri viventi, per garantire una pace assoluta, che non verrà eliminata dalle possibili minacce, dovute dalla sete di potere.
Un aspetto che ho trovato decisamente inaccettabile sono le animazioni, che non mostrano un'ottima interazione tra gli sfondi e i movimenti dei personaggi, non sarà raro vedere dei digimon che volano da fermi, durante le sezioni di combattimento: un esempio è la scena di un digimon che fugge da un fermo immagine di un esplosione, che non offre l'azione e l'intensità del momento, un aspetto che ritengo fondamentale nelle scene particolarmente movimentate, rispetto a quelle d'interazione e di dialogo tra i personaggi. Nonostante la mancanza di dettagli sul lato tecnico, i nuovi digimon presentano un aspetto fortemente umanoide, ma intrigante, che riesce a rappresentare l'elemento che distingue i poteri dei personaggi principali; da menzionare Agunimon e Lobomon con le loro rispettive digi-evoluzioni oppure il forzuto Beetlemon, che godono di un aspetto che difficilmente passerà inosservato.
Purtroppo le critiche riguardo ai profondi cambiamenti che presenta la serie non hanno permesso la ricomparsa di tali digimon nelle serie future, il che è un peccato, visto che presentano un aspetto e delle tecniche decisamente particolari, che meritano un'ulteriore comparsa.
Infine le scene dedicate alle digi-evoluzioni risultano molto dettagliate e decisamente differenti tra loro, tuttavia quest'applicazione ha un impatto maggiormente diretto nei confronti dello spettatore, che rischia di annoiarsi di fronte alla lunghezza di tale processo, che viene applicato in molti episodi, al punto da coprirne gran parte della durata.
Il lato sonoro si mantiene sulla stessa qualità delle serie precedenti, pur offrendo dei cambiamenti che lo rendono più consono ai toni avventurosi e mistici di 'Digimon Frontier'. Non mancheranno alcune riprese dei brani appartenenti alla prima serie che tuttavia non risulteranno mai invadenti, ma piacevoli per il loro ritorno. Come opening abbiamo 'Fire!' di Koji Wada, che offre un ritmo scoppiettante e leggero, mentre come ending vi sono l'energetica 'Innocent' e la melodiosa quanto serena 'An Endless Tale', cantate da Koji Wada e Maeda Ai, che cercano di rievocare lo spirito della classicità che caratterizzava la prima e la seconda serie.
'Digimon Frontier' appare come un esperimento non completamente riuscito, a causa di una mancanza di bilancio tra gli elementi che propone, tuttavia si dimostra un ritorno al vecchio stile, che offre allo stesso tempo dei toni maggiormente drammatici e oscuri. Personalmente non me la sento di ritenerla una pessima serie, poiché si è rivelata una visione piacevole e carica di colpi di scena, ma ritengo che si poteva fare di più, sia dal lato tecnico sia da quello della sceneggiatura.
"Digimon Frontier" rappresenta il quarto capitolo della saga dei mostri digitali. Quattro ragazzi (Takuya, Zoe, JP, Tommy, Koji) a cui successivamente si aggiungerà Koichi, seguendo delle strane indicazioni ricevute via sms, prendono un treno che li trasporta nel mondo digitale, dove incontrano due digimon pacifici, Bokomon e Neemon, che spiegano loro che Digiworld è in pericolo e che sta a loro salvarlo.
La prima novità di quest'opera sta nelle digi-evoluzioni: i digi-prescelti non hanno un digimon assegnato, ma sono loro stessi a digi-evolvere. La trama procede bene, scorre velocemente, e verso la fine riserva molta azione e una serie di colpi di scena di tutto rispetto - non paragonabili a quelli della seconda seria, ma tutto sommato buoni.
La sigla è carina, i manga boys tornano a un livello decente, per quanto non eccezionale, mentre la grafica e i disegni sono davvero ottimi.
Punti deboli: si possono riassumere dicendo che la serie non è in nulla al livello delle prime due. Lo dicevo prima con riferimento alla sigla e ai colpi di scena, ma anche il nuovo tipo di digi-evoluzione delude, considerato che uno dei punti di maggiore forza della saga era proprio il rapporto tra i digi-prescelti e i loro mostri digitali.
Nel complesso, quindi, do un 7. E' un'opera buona, non eccezionale, ma neanche brutta, che consiglio di vedere ai fan o a chi non ha nessun capolavoro tra le mani.
La prima novità di quest'opera sta nelle digi-evoluzioni: i digi-prescelti non hanno un digimon assegnato, ma sono loro stessi a digi-evolvere. La trama procede bene, scorre velocemente, e verso la fine riserva molta azione e una serie di colpi di scena di tutto rispetto - non paragonabili a quelli della seconda seria, ma tutto sommato buoni.
La sigla è carina, i manga boys tornano a un livello decente, per quanto non eccezionale, mentre la grafica e i disegni sono davvero ottimi.
Punti deboli: si possono riassumere dicendo che la serie non è in nulla al livello delle prime due. Lo dicevo prima con riferimento alla sigla e ai colpi di scena, ma anche il nuovo tipo di digi-evoluzione delude, considerato che uno dei punti di maggiore forza della saga era proprio il rapporto tra i digi-prescelti e i loro mostri digitali.
Nel complesso, quindi, do un 7. E' un'opera buona, non eccezionale, ma neanche brutta, che consiglio di vedere ai fan o a chi non ha nessun capolavoro tra le mani.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Dal carattere innovativo e originale, questa è la 4a serie dei Digimon andata in onda in Giappone nel 2002, mentre in Italia fu trasmessa nel 2003.
La trama racconta di cinque digiprescelti che, dopo avere ricevuto un messaggio sul cellulare, raggiungono la stazione che li condurrà a Digiworld. I cinque ragazzi sono Takuya Kanbara, Koji Minamoto, JP Shibayama, Zoe Orimoto e Tommy Himi. Essi sono trovano dei digispirit con i quali possono digievolvere ed essere cinque dei dieci Guerrieri Leggendari che molto tempo prima si erano sacrificati lasciando il comando di Digiworld ai tre Digimon celesti. Uno di questi ultimi è diventato malvagio, perciò gli altri due hanno dovuto chiamare i ragazzi a salvare Digiworld. Gli altri cinque guerrieri sono dalla parte del male.
I ragazzi iniziano così a trovare i digispirit: Takuya il Digispirit Umano del Fuoco, Koji quello della luce, JP quello del tuono, Zoe del vento e Tommy quello del ghiaccio. Loro sconfiggono quattro dei Guerrieri cattivi, ma il quinto in realtà è Koichi Kimura, il fratello di Koji, che quindi cambierà fazione e utilizzerà il Digispirit dell'oscurità.
I digiprescelti poi dovranno cercare i Digispirit Umani. Sconfiggeranno Kerpymon, il digimon celeste corrotto, e capiranno che dietro tutto c'è in realtà Lucemon. Alla fine i sei ragazzi sconfiggeranno i suoi emissari e contribuiranno alla rinascita del Digimon.
Questa serie per me è ottima e riesce a mantenere alto il prestigio delle serie precedenti, anche forse superando la seconda e la terza. Alcune novità vengono introdotte. La storia si svolge prima degli avvenimenti della prima serie, quindi si fa un salto temporale a ritroso. I personaggi assumono caratteristiche particolari perdendo il carattere delle prime serie e sviluppandone di nuovi. Non sono presenti Digimon al fianco dei ragazzi, ma i ragazzi stessi digievolvono. Questi nuovi digimon assumono un carattere più umanizzato soprattutto nel disegno.
La storia è coinvolgente, frizzante e originale: molto piacevole. Il target delle persone a cui rivolto in questa serie diminuisce un po', cioè viene reso leggermente più infantile. A parte ciò, l'anime rimane lo stesso godibile, particolare ed entusiasmante. Digimon Frontier è un capitolo della saga dei digimon da non perdere!
Dal carattere innovativo e originale, questa è la 4a serie dei Digimon andata in onda in Giappone nel 2002, mentre in Italia fu trasmessa nel 2003.
La trama racconta di cinque digiprescelti che, dopo avere ricevuto un messaggio sul cellulare, raggiungono la stazione che li condurrà a Digiworld. I cinque ragazzi sono Takuya Kanbara, Koji Minamoto, JP Shibayama, Zoe Orimoto e Tommy Himi. Essi sono trovano dei digispirit con i quali possono digievolvere ed essere cinque dei dieci Guerrieri Leggendari che molto tempo prima si erano sacrificati lasciando il comando di Digiworld ai tre Digimon celesti. Uno di questi ultimi è diventato malvagio, perciò gli altri due hanno dovuto chiamare i ragazzi a salvare Digiworld. Gli altri cinque guerrieri sono dalla parte del male.
I ragazzi iniziano così a trovare i digispirit: Takuya il Digispirit Umano del Fuoco, Koji quello della luce, JP quello del tuono, Zoe del vento e Tommy quello del ghiaccio. Loro sconfiggono quattro dei Guerrieri cattivi, ma il quinto in realtà è Koichi Kimura, il fratello di Koji, che quindi cambierà fazione e utilizzerà il Digispirit dell'oscurità.
I digiprescelti poi dovranno cercare i Digispirit Umani. Sconfiggeranno Kerpymon, il digimon celeste corrotto, e capiranno che dietro tutto c'è in realtà Lucemon. Alla fine i sei ragazzi sconfiggeranno i suoi emissari e contribuiranno alla rinascita del Digimon.
Questa serie per me è ottima e riesce a mantenere alto il prestigio delle serie precedenti, anche forse superando la seconda e la terza. Alcune novità vengono introdotte. La storia si svolge prima degli avvenimenti della prima serie, quindi si fa un salto temporale a ritroso. I personaggi assumono caratteristiche particolari perdendo il carattere delle prime serie e sviluppandone di nuovi. Non sono presenti Digimon al fianco dei ragazzi, ma i ragazzi stessi digievolvono. Questi nuovi digimon assumono un carattere più umanizzato soprattutto nel disegno.
La storia è coinvolgente, frizzante e originale: molto piacevole. Il target delle persone a cui rivolto in questa serie diminuisce un po', cioè viene reso leggermente più infantile. A parte ciò, l'anime rimane lo stesso godibile, particolare ed entusiasmante. Digimon Frontier è un capitolo della saga dei digimon da non perdere!
E' strana, Digimon Frontier.
E' la serie più recente (non contando Digimon Savers che comunque ha un diverso staff e un diverso impianto quindi tendo a considerare come una cosa a sè), ma è storicamente antecedente alla prima serie (nonostante dalla versione italiana non si capisse).
Per certi versi comprendi che, dietro, c'è la voglia di innovare, di distaccarsi dal passato, di creare qualcosa che differisca dalle ancora acerbe Adventure e Adventure 02 e dallo sperimentalismo di Tamers. Eppure, d'altra parte, avverti, nella struttura di Frontier un ritorno al passato, un reiterarsi di schemi e personaggi già collaudati (e non soltanto all'interno della serie Digimon), seppur giostrati in maniera molto personale.
Il titolo della serie parla chiaro. Frontier, frontiera, il traguardo di un viaggio. E proprio il viaggio sarà, nuovamente, il cardine della vicenda. I nostri personaggi, richiamati da un Giappone degli anni '90, si ritroveranno ad esplorare un mondo digitale mai così triste, nel suo progressivo disfacimento e solcato da una serie di solitari binari ferroviari.
Lontana anni luce dall'iper-realismo del mondo umano che avevamo conosciuto nelle precedenti due serie, Frontier ci pone di nuovo davanti al viaggio attraverso l'ignoto, alla lotta per la sopravvivenza in un mondo che ci è alieno, all'unione di personalità differenti per un bene comune.
Il mondo digitale, essendo l'ambientazione principale della storia, viene qui approfondito e spinto ai suoi eccessi, colorandosi di tinte ora fantasy ora steampunk e mostrandoci la sua cosmogonia, i suoi miti, le sue leggende, in una maniera sapiente che non mancherà di affascinarci.
Cinque, stavolta, i personaggi coinvolti: l'impavido Takuya, lo scostante Kouji, il grassottello e bonario Junpei, il piccolo Tomoki e la bella Izumi, di ritorno dall'Italia (Inghilterra, per ragioni di adattamento, nella nostra versione), a cui si aggiungerà, nella seconda metà della serie, il timido Koichi.
L'elemento di novità che spicca immediatamente è che, stavolta, non ci saranno mostriciattoli al seguito, ma saranno i ragazzi stessi a mutarsi in Digimon, venendo di volta in volta posseduti dagli spiriti degli antichi, leggendari, guerrieri che, nella notte dei tempi, salvarono il mondo dal nemico che adesso si è risvegliato e brama vendetta.
Se, da un lato, questo elemento appare innovativo per Digimon, dall'altro, mette in luce tutta la classicità di questa serie.
Trasformati in questi Digimon d'aspetto più umanoide dei precedenti, i nostri ci ricordano proprio gli stereotipi dei personaggi da anime robotico o telefilm supereroistico: il protagonista indomito e un pò spaccone, simboleggiato dall'ovvio colore rosso, il suo rivale più "cool" il cui colore dominante è l'ovvio blu, il ciccione bonaccione il cui colore è il giallo, il bimbo giovanissimo il cui colore è il verde, la ragazza dominata dall'ovvio colore rosa e persino il personaggio prima malvagio e poi pentito il cui colore è il viola.
Pieni di pose cool e di mosse prestabilite, teatralissimi e spettacolari, i combattimenti di Frontier sono una vera gioia per gli occhi oltre che un palesissimo rimando alle produzioni di cui sopra e ai majokko-sentai alla Sailor Moon. Una ventata di classicità e di ritorno al passato dopo l'innovazione portata da Tamers che magari farà storcere il naso a qualcuno ma appassiona. La grafica 3D questa volta viene usata ben poco, ma è sapientemente dosata, le trasformazioni sono tante e spettacolari e tanti saranno i power up ottenuti dai personaggi, anche se, come tradizione supereroistica vuole, spesso e volentieri ne beneficeranno solo il protagonista e il suo rivale, lasciando il resto del gruppo meno in rilievo (ma comunque un pò tutti avranno il loro momento nel corso dell'avventura).
Da segnalare, sia nei Digimon coinvolti nelle trasformazioni dei ragazzi, sia in quelli che li ostacoleranno o spalleggeranno nella loro avventura, un enorme quantitativo di citazioni colte alla mitologia induista, scandinava, shintoista, alle credenze popolari dei paesi europei e alla religione cristiana, oltre che alla filosofia cinese degli elementi.
Sono piccoli tocchi di classe che mostrano la cura data dagli autori nella stesura della storia e che fanno senza dubbio un gran piacere, ammantando quella che di fatto è una serie per bambini di una grande aria di misticismo.
I personaggi sono meno sfaccettati e più semplici, a volte ricalcheranno personaggi già visti all'interno delle altre serie Digimon. Visti i precedenti, lo spettatore si aspetta di poterne conoscere tutti gli aspetti, il passato, i trascorsi, il carattere, eppure stavolta si rimane un pò delusi, poiché impareremo a conoscerli solo in rapporto al loro viaggio nel mondo digitale, e i personaggi più secondari come Junpei e Izumi vengono un pò sacrificati rispetto ad altri.
Di buono c'è che, ancora una volta, la tematica amorosa viene affrontata con tanti piccoli tocchi di classe che non possono non strappare un sorriso allo spettatore.
Degnissimo il comparto grafico: disegni standard che ormai abbiamo imparato a digerire, ma che sono ampiamente funzionali, ottima grafica, animazioni fluide.
Su ottimi livelli, seppur meno incisiva di quella di Adventure 02 o Tamers, la colonna sonora, che stavolta mostra pezzi decisamente più rockeggianti. "Fire!!", la sigla d'apertura, sempre di un'immarcescibile Kouji Wada, è davvero un piccolo gioiellino. Realizzata in maniera ineccepibile, sembra davvero ricordare il crepitio delle fiamme e gli sbuffi di un treno, che sono gli elementi simbolo della vicenda, e ci parla di viaggi, avventure, coraggio e frontiere da passare per giungere alla persona amata.
Kouji Wada presta la sua voce anche alla rockeggiante "With the will", tema delle evoluzioni Spirit, e alla ritmatissima "The last element", tema delle evoluzioni Hyper Spirit, che, come di consueto, accompagnano le scene di battaglia, nonché anche alle due sigle di chiusura, la forte "Innocent - Mujaki na mama de" e la dolcissima "An endless tale" (stavolta in coppia con la collaudatissima Ai Maeda).
Particolarmente degne di nota sono, invece, le image songs dei personaggi, eseguite dai loro rispettivi doppiatori: "Salamander", la canzone di Takuya, eseguita da Junko Takeuchi, ci rievoca nuovamente il fuoco e le fiamme caratteristici del suo personaggio, mentre "In the blue", la canzone di Kouji/Hiroshi Kamiya è malinconica e quasi blues.
Davvero splendide, poi, le due canzoni di Koichi, eseguite da Kenichi Suzumura, la struggente "Oreta tsubasa de/With broken wings", presente in molte bellissime scene della serie che coinvolgono il personaggio, e la ritmata "Blader".
Pollice in su, ancora una volta, per il nostro adattamento, che fila liscio quasi del tutto senza sbavature (tranne le scene in cui Izumi se ne usciva con termini italiani, che, essendo la nostra versione doppiata interamente in italiano, non avrebbero reso e quindi sono state trasformate in scene con termini inglesi), nonostante usi i nomi dell'adattamento americano, ma, come al solito, ripristinando tutte le musiche originali che gli americani avevano tolto.
Ottimo, come sempre, il doppiaggio, che schiera nel ruolo dei sei protagonisti volti noti delle serie precedenti come Paola Majano, Maura Cenciarelli, Leonardo Graziano, Barbara Pitotti, Daniela Calò e Monica Bertolotti, mentre vede, per i personaggi secondari e gli avversari, i graditi ritorni di Gianni Bersanetti Ludovisi, Alessio e Patrizio Cigliano, Monica Gravina, Paolo Marchese e Max Alto.
Digimon Frontier a qualcuno potrà sembrare una serie di scarso valore, data la linearità della storia e il poco carisma dei suoi personaggi, ma c'è da dire che è una serie che sa creare delle atmosfere davvero affascinanti, capaci di rapire i suoi spettatori. E' comunque una parentesi davvero interessante.
E' la serie più recente (non contando Digimon Savers che comunque ha un diverso staff e un diverso impianto quindi tendo a considerare come una cosa a sè), ma è storicamente antecedente alla prima serie (nonostante dalla versione italiana non si capisse).
Per certi versi comprendi che, dietro, c'è la voglia di innovare, di distaccarsi dal passato, di creare qualcosa che differisca dalle ancora acerbe Adventure e Adventure 02 e dallo sperimentalismo di Tamers. Eppure, d'altra parte, avverti, nella struttura di Frontier un ritorno al passato, un reiterarsi di schemi e personaggi già collaudati (e non soltanto all'interno della serie Digimon), seppur giostrati in maniera molto personale.
Il titolo della serie parla chiaro. Frontier, frontiera, il traguardo di un viaggio. E proprio il viaggio sarà, nuovamente, il cardine della vicenda. I nostri personaggi, richiamati da un Giappone degli anni '90, si ritroveranno ad esplorare un mondo digitale mai così triste, nel suo progressivo disfacimento e solcato da una serie di solitari binari ferroviari.
Lontana anni luce dall'iper-realismo del mondo umano che avevamo conosciuto nelle precedenti due serie, Frontier ci pone di nuovo davanti al viaggio attraverso l'ignoto, alla lotta per la sopravvivenza in un mondo che ci è alieno, all'unione di personalità differenti per un bene comune.
Il mondo digitale, essendo l'ambientazione principale della storia, viene qui approfondito e spinto ai suoi eccessi, colorandosi di tinte ora fantasy ora steampunk e mostrandoci la sua cosmogonia, i suoi miti, le sue leggende, in una maniera sapiente che non mancherà di affascinarci.
Cinque, stavolta, i personaggi coinvolti: l'impavido Takuya, lo scostante Kouji, il grassottello e bonario Junpei, il piccolo Tomoki e la bella Izumi, di ritorno dall'Italia (Inghilterra, per ragioni di adattamento, nella nostra versione), a cui si aggiungerà, nella seconda metà della serie, il timido Koichi.
L'elemento di novità che spicca immediatamente è che, stavolta, non ci saranno mostriciattoli al seguito, ma saranno i ragazzi stessi a mutarsi in Digimon, venendo di volta in volta posseduti dagli spiriti degli antichi, leggendari, guerrieri che, nella notte dei tempi, salvarono il mondo dal nemico che adesso si è risvegliato e brama vendetta.
Se, da un lato, questo elemento appare innovativo per Digimon, dall'altro, mette in luce tutta la classicità di questa serie.
Trasformati in questi Digimon d'aspetto più umanoide dei precedenti, i nostri ci ricordano proprio gli stereotipi dei personaggi da anime robotico o telefilm supereroistico: il protagonista indomito e un pò spaccone, simboleggiato dall'ovvio colore rosso, il suo rivale più "cool" il cui colore dominante è l'ovvio blu, il ciccione bonaccione il cui colore è il giallo, il bimbo giovanissimo il cui colore è il verde, la ragazza dominata dall'ovvio colore rosa e persino il personaggio prima malvagio e poi pentito il cui colore è il viola.
Pieni di pose cool e di mosse prestabilite, teatralissimi e spettacolari, i combattimenti di Frontier sono una vera gioia per gli occhi oltre che un palesissimo rimando alle produzioni di cui sopra e ai majokko-sentai alla Sailor Moon. Una ventata di classicità e di ritorno al passato dopo l'innovazione portata da Tamers che magari farà storcere il naso a qualcuno ma appassiona. La grafica 3D questa volta viene usata ben poco, ma è sapientemente dosata, le trasformazioni sono tante e spettacolari e tanti saranno i power up ottenuti dai personaggi, anche se, come tradizione supereroistica vuole, spesso e volentieri ne beneficeranno solo il protagonista e il suo rivale, lasciando il resto del gruppo meno in rilievo (ma comunque un pò tutti avranno il loro momento nel corso dell'avventura).
Da segnalare, sia nei Digimon coinvolti nelle trasformazioni dei ragazzi, sia in quelli che li ostacoleranno o spalleggeranno nella loro avventura, un enorme quantitativo di citazioni colte alla mitologia induista, scandinava, shintoista, alle credenze popolari dei paesi europei e alla religione cristiana, oltre che alla filosofia cinese degli elementi.
Sono piccoli tocchi di classe che mostrano la cura data dagli autori nella stesura della storia e che fanno senza dubbio un gran piacere, ammantando quella che di fatto è una serie per bambini di una grande aria di misticismo.
I personaggi sono meno sfaccettati e più semplici, a volte ricalcheranno personaggi già visti all'interno delle altre serie Digimon. Visti i precedenti, lo spettatore si aspetta di poterne conoscere tutti gli aspetti, il passato, i trascorsi, il carattere, eppure stavolta si rimane un pò delusi, poiché impareremo a conoscerli solo in rapporto al loro viaggio nel mondo digitale, e i personaggi più secondari come Junpei e Izumi vengono un pò sacrificati rispetto ad altri.
Di buono c'è che, ancora una volta, la tematica amorosa viene affrontata con tanti piccoli tocchi di classe che non possono non strappare un sorriso allo spettatore.
Degnissimo il comparto grafico: disegni standard che ormai abbiamo imparato a digerire, ma che sono ampiamente funzionali, ottima grafica, animazioni fluide.
Su ottimi livelli, seppur meno incisiva di quella di Adventure 02 o Tamers, la colonna sonora, che stavolta mostra pezzi decisamente più rockeggianti. "Fire!!", la sigla d'apertura, sempre di un'immarcescibile Kouji Wada, è davvero un piccolo gioiellino. Realizzata in maniera ineccepibile, sembra davvero ricordare il crepitio delle fiamme e gli sbuffi di un treno, che sono gli elementi simbolo della vicenda, e ci parla di viaggi, avventure, coraggio e frontiere da passare per giungere alla persona amata.
Kouji Wada presta la sua voce anche alla rockeggiante "With the will", tema delle evoluzioni Spirit, e alla ritmatissima "The last element", tema delle evoluzioni Hyper Spirit, che, come di consueto, accompagnano le scene di battaglia, nonché anche alle due sigle di chiusura, la forte "Innocent - Mujaki na mama de" e la dolcissima "An endless tale" (stavolta in coppia con la collaudatissima Ai Maeda).
Particolarmente degne di nota sono, invece, le image songs dei personaggi, eseguite dai loro rispettivi doppiatori: "Salamander", la canzone di Takuya, eseguita da Junko Takeuchi, ci rievoca nuovamente il fuoco e le fiamme caratteristici del suo personaggio, mentre "In the blue", la canzone di Kouji/Hiroshi Kamiya è malinconica e quasi blues.
Davvero splendide, poi, le due canzoni di Koichi, eseguite da Kenichi Suzumura, la struggente "Oreta tsubasa de/With broken wings", presente in molte bellissime scene della serie che coinvolgono il personaggio, e la ritmata "Blader".
Pollice in su, ancora una volta, per il nostro adattamento, che fila liscio quasi del tutto senza sbavature (tranne le scene in cui Izumi se ne usciva con termini italiani, che, essendo la nostra versione doppiata interamente in italiano, non avrebbero reso e quindi sono state trasformate in scene con termini inglesi), nonostante usi i nomi dell'adattamento americano, ma, come al solito, ripristinando tutte le musiche originali che gli americani avevano tolto.
Ottimo, come sempre, il doppiaggio, che schiera nel ruolo dei sei protagonisti volti noti delle serie precedenti come Paola Majano, Maura Cenciarelli, Leonardo Graziano, Barbara Pitotti, Daniela Calò e Monica Bertolotti, mentre vede, per i personaggi secondari e gli avversari, i graditi ritorni di Gianni Bersanetti Ludovisi, Alessio e Patrizio Cigliano, Monica Gravina, Paolo Marchese e Max Alto.
Digimon Frontier a qualcuno potrà sembrare una serie di scarso valore, data la linearità della storia e il poco carisma dei suoi personaggi, ma c'è da dire che è una serie che sa creare delle atmosfere davvero affascinanti, capaci di rapire i suoi spettatori. E' comunque una parentesi davvero interessante.
Ed è qui la rivoluzione.
Un cambiamento radicale sia in positivo che in negativo per una saga celebre e di qualità come quella dei Digimon. In Digimon Frontier, quarto anello della catena (speriamo lunga), i viaggiatori (e proprio lo sono, considerando che uno degli emblemi di questa serie è proprio un treno) sono cinque, ai quali si aggiungerà in seguito l'amato Koichi, Takuya, Zoe (izumi), JP, Tommy e Koji.
Questi ricevono un messaggio testuale sui loro cellulari mobili, che gli suggerisce di andare a prendere il treno che lo aspetta, insieme ad altri quattro suoi coetanei, per cambiare la loro vita e vivere una nuova avventura, per aiutare i mostri digitali, di nuovo in balia di spaventose minacce, e per aiutare anche se stessi a maturare e a vivere nuove emozioni. Naturalmente l'elemento, che si mette maggiormente in risalto, è la questione della digievoluzione. Pur notando due digimon nel team digitale, questi non appartengono affatto ai giovani eroi, poiché loro sono solamente due guide che accompagnano i ragazzi per il mondo a loro sconosciuto, quindi viene da chiedere "Dove sono i digimon guidati da ciascun digi-prescelto?" La risposta è una sola: Non ci sono digimon per ogni digi-destinato in questa serie, ed è questa la novità assoluta! Per difendersi, e quindi evocare i Digimon, saranno i digi-prescelti stessi, con i loro propri digivice a digievolvere e diventare digimon! Trasformarsi in Digimon e quindi perdere le proprie sembianze naturali è una novità per i Digimon e per questo genere in generale, ma d'altronde questa saga ha sempre affrontato tematiche simili ed introdotto la drammaticità in un target rivolto più ai giovani che agli adolescenti. E proprio la drammaticità gioca un suo ruolo in questa serie, dal momento che dopo l'arrivo di un personaggio tanto particolare quanto chiaro e carismatico, come il fratello dello scorbutico Koji, il debole Koichi, questa verrà evidenziata con la chiarezza dell'esistenza difficile di questo personaggio, che si scoprirà essere malato. E quando vita e morte si uniscono e girano insieme come in una spirale di colori in contrasto fra loro, l'avventura gira anche da un altro verso, mettendo dinanzi ai personaggi nuovi nemici, sempre più potenti e difficili da battere, e anche nuovi aiutanti, digitali e non, pronti a sacrificarsi per la vita di due mondi: Quello umano e quello digitale.
In poche parole, questa serie non rappresenta uno dei semplici e classici seguiti di una serie, ma un suo radicale ribaltamento, con tanti cambiamenti, anche se con una povera trama, non tanto ricca di novità.
Fra le altre novità c'è da menzionare la messa in scena del nuovo tipo di personaggio, quello di JP, uno stereototipo di personaggio più goffo e dalla fisicità grossa e robusta, una scelta diversa dai soliti personaggi passati del team dei Digimon, i quali rappresentavano sempre i magri e bei ragazzi modello. Il resto del gruppo digi-prescelto è la solita equipe di personaggi sfruttata in quasi tutte le serie: il vivace e primo a fare le scelte giuste; il piccolino della squadra; la bionda ed unica fanciulla del gruppo, amata dagli altri, e quello meno desiderato a causa della sua determinazione e chiusura rispetto agli altri.
Per via della grafica più bella e con una maggiore qualità, questa serie sarebbe potuta diventare la migliore del pacchetto dei Digimon, ma, siccome la grafica pecca in alcuni punti, un po' in generale e a causa della scelta dei produttori di renderla più cupa e triste rispetto alle colorazioni delle altre, Frontier è considerata la meno amata delle serie dei Digimon. Questa questione è tutta una questione di punti di vista, ma sarebbe potuta anche divenire una serie di più successo se anche la colonna sonora, uno dei punti di maggior forza dell'intera saga dei 'mostri digitali', è molto meno gradevole delle altre e più fragile negli effetti sonori.
Serie in complesso buona ma che pecca in pochi punti (pochi ma importanti!) che va consigliata anche a tutti quelli che non hanno seguito le prime serie precedenti.
Un cambiamento radicale sia in positivo che in negativo per una saga celebre e di qualità come quella dei Digimon. In Digimon Frontier, quarto anello della catena (speriamo lunga), i viaggiatori (e proprio lo sono, considerando che uno degli emblemi di questa serie è proprio un treno) sono cinque, ai quali si aggiungerà in seguito l'amato Koichi, Takuya, Zoe (izumi), JP, Tommy e Koji.
Questi ricevono un messaggio testuale sui loro cellulari mobili, che gli suggerisce di andare a prendere il treno che lo aspetta, insieme ad altri quattro suoi coetanei, per cambiare la loro vita e vivere una nuova avventura, per aiutare i mostri digitali, di nuovo in balia di spaventose minacce, e per aiutare anche se stessi a maturare e a vivere nuove emozioni. Naturalmente l'elemento, che si mette maggiormente in risalto, è la questione della digievoluzione. Pur notando due digimon nel team digitale, questi non appartengono affatto ai giovani eroi, poiché loro sono solamente due guide che accompagnano i ragazzi per il mondo a loro sconosciuto, quindi viene da chiedere "Dove sono i digimon guidati da ciascun digi-prescelto?" La risposta è una sola: Non ci sono digimon per ogni digi-destinato in questa serie, ed è questa la novità assoluta! Per difendersi, e quindi evocare i Digimon, saranno i digi-prescelti stessi, con i loro propri digivice a digievolvere e diventare digimon! Trasformarsi in Digimon e quindi perdere le proprie sembianze naturali è una novità per i Digimon e per questo genere in generale, ma d'altronde questa saga ha sempre affrontato tematiche simili ed introdotto la drammaticità in un target rivolto più ai giovani che agli adolescenti. E proprio la drammaticità gioca un suo ruolo in questa serie, dal momento che dopo l'arrivo di un personaggio tanto particolare quanto chiaro e carismatico, come il fratello dello scorbutico Koji, il debole Koichi, questa verrà evidenziata con la chiarezza dell'esistenza difficile di questo personaggio, che si scoprirà essere malato. E quando vita e morte si uniscono e girano insieme come in una spirale di colori in contrasto fra loro, l'avventura gira anche da un altro verso, mettendo dinanzi ai personaggi nuovi nemici, sempre più potenti e difficili da battere, e anche nuovi aiutanti, digitali e non, pronti a sacrificarsi per la vita di due mondi: Quello umano e quello digitale.
In poche parole, questa serie non rappresenta uno dei semplici e classici seguiti di una serie, ma un suo radicale ribaltamento, con tanti cambiamenti, anche se con una povera trama, non tanto ricca di novità.
Fra le altre novità c'è da menzionare la messa in scena del nuovo tipo di personaggio, quello di JP, uno stereototipo di personaggio più goffo e dalla fisicità grossa e robusta, una scelta diversa dai soliti personaggi passati del team dei Digimon, i quali rappresentavano sempre i magri e bei ragazzi modello. Il resto del gruppo digi-prescelto è la solita equipe di personaggi sfruttata in quasi tutte le serie: il vivace e primo a fare le scelte giuste; il piccolino della squadra; la bionda ed unica fanciulla del gruppo, amata dagli altri, e quello meno desiderato a causa della sua determinazione e chiusura rispetto agli altri.
Per via della grafica più bella e con una maggiore qualità, questa serie sarebbe potuta diventare la migliore del pacchetto dei Digimon, ma, siccome la grafica pecca in alcuni punti, un po' in generale e a causa della scelta dei produttori di renderla più cupa e triste rispetto alle colorazioni delle altre, Frontier è considerata la meno amata delle serie dei Digimon. Questa questione è tutta una questione di punti di vista, ma sarebbe potuta anche divenire una serie di più successo se anche la colonna sonora, uno dei punti di maggior forza dell'intera saga dei 'mostri digitali', è molto meno gradevole delle altre e più fragile negli effetti sonori.
Serie in complesso buona ma che pecca in pochi punti (pochi ma importanti!) che va consigliata anche a tutti quelli che non hanno seguito le prime serie precedenti.
Delle 4 serie di Digimon che ho visto finora è probabilmente la peggiore... non è tutto da buttare, la grafica è migliorata, i nuovi digimon sono carini come sempre... quello che non mi aggrada sono 1) i personaggi, che non fanno altro che ricalcare i vecchi stereotipi tipici dei Digimon; 2) la storia che in pratica è strutturata secondo uno "schema geometrico" molto ben fatto, ma che sostanzialmente vuol dire ben poco e ci mette anche parecchio tempo a evolvere; 3) ma il punto peggiore (e più evidente) è che il cartone nel suo complesso è stato notevolmente infantilizzato, quindi se le prime serie potevano essere tranquillamente guardate anche da spettatori un po' più grandi, questa resta semplicemente per bambini (ma nonostante questo pare che abbiano messo perfino un po' di fanservice... vai a capire!).
Per quanto io ami i mostriciattoli digitali, questa non è certo la serie più bella. La qualità tecnica è alquanto buona, si mantiene tutto sommato allo stesso livello delle serie precedenti, sia per le animazioni che per i disegni. E' la trama la pecca di questo anime.
Non voglio essere molto critico, infatti ho seguito comunque la serie con passione e alcune digievoluzioni sono veramente carine, ma non contiene la drammaticità della prima indimenticabile serie nè tutti quei fattori positivi della serie "Tamers" (che è, a mio parere, il capolavoro delle serie Digimon). Anzi, molto spesso sfocia nel ridicolo, in inutili gag e in qualche puntata ho notato anche il tentativo di introdurre del fanservice (no, non allarmatevi, niente di grosso, solo un tentativo) che, in una serie Digimon, è impensabile. Poi la trovata delle fusioni tra digimon e umani è assurda e rovina tutto. Non che non si sia già visto in altre precedenti incarnazioni, ma in questa serie i digimon possono progredire di livello solo unendosi ad un umano e ciò toglie il piacere di vedere i nostri amati mostri combattere per raggiungere il tanto desiderato livello successivo.
Ho sempre amato i digimon e sono un loro grandissimo fan, perciò non boccio questa serie che a tratti è riuscita comunque ad appassionarmi, ma in confronto alle altre è senza ombra di dubbio una delle peggiori che abbia visto.
Non voglio essere molto critico, infatti ho seguito comunque la serie con passione e alcune digievoluzioni sono veramente carine, ma non contiene la drammaticità della prima indimenticabile serie nè tutti quei fattori positivi della serie "Tamers" (che è, a mio parere, il capolavoro delle serie Digimon). Anzi, molto spesso sfocia nel ridicolo, in inutili gag e in qualche puntata ho notato anche il tentativo di introdurre del fanservice (no, non allarmatevi, niente di grosso, solo un tentativo) che, in una serie Digimon, è impensabile. Poi la trovata delle fusioni tra digimon e umani è assurda e rovina tutto. Non che non si sia già visto in altre precedenti incarnazioni, ma in questa serie i digimon possono progredire di livello solo unendosi ad un umano e ciò toglie il piacere di vedere i nostri amati mostri combattere per raggiungere il tanto desiderato livello successivo.
Ho sempre amato i digimon e sono un loro grandissimo fan, perciò non boccio questa serie che a tratti è riuscita comunque ad appassionarmi, ma in confronto alle altre è senza ombra di dubbio una delle peggiori che abbia visto.