Altair: A Record of Battles
Capita difficilmente che guardi anime tratti da manga già letti. Neanche questo è il caso, quindi non ci saranno, in questo mio scritto, paragoni con il manga di riferimento. Quello che giudico, a modo mio, è sempre e solo il prodotto di cui si discute al momento.
L’opera è ambientata in un Alto Medioevo di fantasia, in cui sono completamente sconosciute tutte le scoperte moderne. Anche le armi da fuoco compaiono solo brevemente, come invenzione innovativa e completamente sconosciuta, in grado di decidere una battaglia.
Ci sono sostanzialmente due blocchi contrapposti: l’impero di Balt-Rhein e il sultanato di Türkiye. Il primo ha come primo ministro lo scaltro Virgilio Louis - Rui, mentre Tughril Mahmut è un giovanissimo pasha del sultanato, cui vengono affidati compiti sempre più importanti, ed è il protagonista principale della serie.
L’impero è in fase espansionistica, e aggredisce i territori cuscinetto, i piccoli staterelli che lo dividono da Türkiye. Da qui scaturirà una lunga serie di intrighi, sotterfugi, alleanze, tradimenti e battaglie.
I personaggi, almeno quelli principali, sono ben tratteggiati. Mahmut, il protagonista, è ovviamente quello che riceve più attenzione e che compie, nel corso dell’opera, un percorso di maturazione di pari passo ai suoi viaggi e imprese, passando dall’essere un marmocchietto impulsivo e idealista al guerriero stratega, e a tratti spietato, che accetta la realtà per quello che è, dei successivi episodi. La sua aspirazione sarebbe il mantenimento della pace, ma non si tira indietro quando si tratta di combattere.
Zehir Zaganos pasha, inizialmente personaggio antipatico, che pareva avere il ruolo di antagonista di Mahmut, si rivela invece quasi subito essere il vero motore della politica di Türkiye, e un preziosissimo alleato.
Per contro, Virgilio Louis, il primo ministro dell’impero di Balt-Rhein, che viene inizialmente presentato un po’ come un mostro crudele assetato di conquista e di vittoria, nel tempo si comprende essere essenzialmente alla ricerca di nuovi territori per l’impero che, a causa delle sue deficienze territoriali, rischia stagnazione e declino. Si tratterebbe insomma di una guerra per la sopravvivenza. Certo è che comunque l’impero impiega generali crudeli e spietati e non cerca di farsi benvolere dai territori che conquista.
Il cast è vario e interessante, con personaggi validi in entrambi gli schieramenti, anche se gli alleati di Türkiye sono trattati meglio e ottengono molto più spazio, come è normale.
La storia procede abbastanza spedita, ricca non tanto di colpi di scena, quanto di vicende interessanti, in ambientazioni diverse, mantenendo viva l’attenzione dello spettatore sia con la diversità dei luoghi che, soprattutto, con gli intrighi e le trovate strategiche via via rappresentate. L’umorismo non è molto contemplato, i toni si mantengono quasi sempre seri. Unico neo di questo comparto, il fatto che in almeno tre occasioni un ruolo decisivo venga affidato a Iskander, l’aquila addestrata di Mahmut. Non è plausibile che un uccello possa compiere le imprese descritte, almeno non senza addestramenti lunghissimi.
Ma, sorvolando su queste piccole incongruenze e sull’apparente immortalità di alcuni personaggi che se la cavano sempre - ed è tratto comune di quasi tutti gli anime, e non solo negli anime -, le macchinazioni delle due fazioni e degli staterelli satellite sono il sugo e il sale di questa storia, unite all’ottima caratterizzazione di Mahmut.
I disegni sono molto buoni: un ottimo chara, con personaggi molto diversificati, begli sfondi, animazioni quasi sempre godibili, tranne un breve calo in un paio di episodi.
Nulla da dire anche riguardo alle musiche, che completano degnamente l’azione, pur senza essere indimenticabili. Al contrario, opening e ending sono abbastanza scialbe e, considerata l’ambientazione, forse almeno una avrebbe potuto essere “orientaleggiante”.
I doppiatori originali, a mio modesto parere, hanno fatto un ottimo lavoro.
In definitiva, un prodotto eccellente, il cui problema maggiore è il fatto che ci lasci in sospeso all’inizio di una nuova fase della guerra, con scarse speranze di veder proseguire la storia - ormai sono passati tre anni -, anche perché il manga originale non è ancora completato. Nonostante questa pecca, è comunque un anime che consiglio vivamente agli amanti dell’intrigo, delle battaglie, dei tempi antichi. Giova anche sottolineare l’assenza di episodi filler e, soprattutto, la quasi completa mancanza di fanservice. Per alcuni sarà un deterrente, ma, di questi tempi, è un pregio non da poco.
L’opera è ambientata in un Alto Medioevo di fantasia, in cui sono completamente sconosciute tutte le scoperte moderne. Anche le armi da fuoco compaiono solo brevemente, come invenzione innovativa e completamente sconosciuta, in grado di decidere una battaglia.
Ci sono sostanzialmente due blocchi contrapposti: l’impero di Balt-Rhein e il sultanato di Türkiye. Il primo ha come primo ministro lo scaltro Virgilio Louis - Rui, mentre Tughril Mahmut è un giovanissimo pasha del sultanato, cui vengono affidati compiti sempre più importanti, ed è il protagonista principale della serie.
L’impero è in fase espansionistica, e aggredisce i territori cuscinetto, i piccoli staterelli che lo dividono da Türkiye. Da qui scaturirà una lunga serie di intrighi, sotterfugi, alleanze, tradimenti e battaglie.
I personaggi, almeno quelli principali, sono ben tratteggiati. Mahmut, il protagonista, è ovviamente quello che riceve più attenzione e che compie, nel corso dell’opera, un percorso di maturazione di pari passo ai suoi viaggi e imprese, passando dall’essere un marmocchietto impulsivo e idealista al guerriero stratega, e a tratti spietato, che accetta la realtà per quello che è, dei successivi episodi. La sua aspirazione sarebbe il mantenimento della pace, ma non si tira indietro quando si tratta di combattere.
Zehir Zaganos pasha, inizialmente personaggio antipatico, che pareva avere il ruolo di antagonista di Mahmut, si rivela invece quasi subito essere il vero motore della politica di Türkiye, e un preziosissimo alleato.
Per contro, Virgilio Louis, il primo ministro dell’impero di Balt-Rhein, che viene inizialmente presentato un po’ come un mostro crudele assetato di conquista e di vittoria, nel tempo si comprende essere essenzialmente alla ricerca di nuovi territori per l’impero che, a causa delle sue deficienze territoriali, rischia stagnazione e declino. Si tratterebbe insomma di una guerra per la sopravvivenza. Certo è che comunque l’impero impiega generali crudeli e spietati e non cerca di farsi benvolere dai territori che conquista.
Il cast è vario e interessante, con personaggi validi in entrambi gli schieramenti, anche se gli alleati di Türkiye sono trattati meglio e ottengono molto più spazio, come è normale.
La storia procede abbastanza spedita, ricca non tanto di colpi di scena, quanto di vicende interessanti, in ambientazioni diverse, mantenendo viva l’attenzione dello spettatore sia con la diversità dei luoghi che, soprattutto, con gli intrighi e le trovate strategiche via via rappresentate. L’umorismo non è molto contemplato, i toni si mantengono quasi sempre seri. Unico neo di questo comparto, il fatto che in almeno tre occasioni un ruolo decisivo venga affidato a Iskander, l’aquila addestrata di Mahmut. Non è plausibile che un uccello possa compiere le imprese descritte, almeno non senza addestramenti lunghissimi.
Ma, sorvolando su queste piccole incongruenze e sull’apparente immortalità di alcuni personaggi che se la cavano sempre - ed è tratto comune di quasi tutti gli anime, e non solo negli anime -, le macchinazioni delle due fazioni e degli staterelli satellite sono il sugo e il sale di questa storia, unite all’ottima caratterizzazione di Mahmut.
I disegni sono molto buoni: un ottimo chara, con personaggi molto diversificati, begli sfondi, animazioni quasi sempre godibili, tranne un breve calo in un paio di episodi.
Nulla da dire anche riguardo alle musiche, che completano degnamente l’azione, pur senza essere indimenticabili. Al contrario, opening e ending sono abbastanza scialbe e, considerata l’ambientazione, forse almeno una avrebbe potuto essere “orientaleggiante”.
I doppiatori originali, a mio modesto parere, hanno fatto un ottimo lavoro.
In definitiva, un prodotto eccellente, il cui problema maggiore è il fatto che ci lasci in sospeso all’inizio di una nuova fase della guerra, con scarse speranze di veder proseguire la storia - ormai sono passati tre anni -, anche perché il manga originale non è ancora completato. Nonostante questa pecca, è comunque un anime che consiglio vivamente agli amanti dell’intrigo, delle battaglie, dei tempi antichi. Giova anche sottolineare l’assenza di episodi filler e, soprattutto, la quasi completa mancanza di fanservice. Per alcuni sarà un deterrente, ma, di questi tempi, è un pregio non da poco.
"Altair: A Record of Battles", una trasposizione anime del manga omonimo opera dell'autrice Kotono Katō, animato dallo studio Mappa, è una storia che racconta la guerra fra due grandi nazioni, impreziosita da intrighi politici di contorno.
Il protagonista Tuğril Mahmut riveste la carica molto importante di "pasha" nel grande sultanato di Türkiye. Se il tutto ricorda il Medio Oriente, non è un caso, in quanto l'ambientazione prende spunto proprio da quei luoghi, in un passato alternativo e affascinante, visivamente molto realistico. In questa realtà vi sono numerosi conflitti, architettati tutti dal grande impero di Balt-Rhein, che persegue manie di espansionismo. Vi sono numerose piccole nazioni satellitari alle due principali che soffrono di tale tensione, cadendo spesso vittime dell'impero. Tuğril vivrà un viaggio che lo farà maturare molto, per poi essere uno dei protagonisti della rivalsa verso il nemico principale
Punto di forza dell'anime sono le strategie mostrate dai vari eserciti, che rendono il tutto molto avvincente, considerando il periodo storico rappresentato; si vedranno soprattutto cavalleria e fanteria, e più raramente truppe di assedio, il tutto senza mai mostrare elementi fantastici. Una delle parti meglio raccontate ad esempio è la conquista di un'isola-roccaforte che, contando buone difese, sembra inespugnabile. L'autrice rende talmente reali gli eventi raccontati, da far chiedere allo spettatore se non fossero veramente accaduti in qualche stato lontano in un tempo ormai dimenticato. Vi saranno molti intrighi politici raccontati senza risultare pesanti, anzi riuscendo a fornire elementi appassionanti che si aggiungono ai precedenti.
I personaggi che accompagnano il protagonista nella storia sono molteplici, spesso nei suoi viaggi gli capiterà di reclutare compagni preziosi quali Abiriga e Kyros, che gli resteranno fedeli sino al termine della storia; fra i nemici il più carismatico è Virgilio Louis, la mente dietro ai vari successi militari dell'impero. Fra i personaggi secondari, degni di nota sono i fratelli Ulema Beyazit e Al-Kaplan Balaban, entrambi carismatici, la cui storia risulterà molto appassionante. L'aquila che accompagna il protagonista è più un elemento per differenziarlo, un ricordo delle sue origini, che altro.
Le opening, due per la serie, sono orecchiabili ma non memorabili, le musiche sono nella norma, alcune importanti evidenziano più la tensione che si sente prima delle battaglie che quella durante, le scene più importanti avrebbero avuto bisogno di maggiore enfasi.
I punti deboli sono perlopiù ingenuità dell'autrice: una volta che si vuole mostrare elementi reali, personaggi reali che possono essere feriti e uccisi facilmente, stonano quelle che sembrano preferenze dell'autrice. Alcuni personaggi, tutti riconoscibili dal loro agire tronfio, baldanzoso, godono di quella che sembra immunità a morte e invalidità permanenti; queste sue preferenze sarebbero state più marcate se l'opera fosse continuata, infatti la storia raccontata non trova un finale completo, in quanto il manga stesso non è al momento terminato, e, avendo visto il continuo, direi che ci si è fermati al momento opportuno.
Le animazioni sono affidate allo studio Mappa ("Yuri!!! on Ice", "Banana Fish", "Dororo"), che è garanzia di buona qualità; non si vedono cali duranti gli episodi, rimanendo costanti nel tempo, fluide, ogni scena è facilmente comprensibile, ottimi anche i disegni.
Un buon anime fedele alle premesse.
Il protagonista Tuğril Mahmut riveste la carica molto importante di "pasha" nel grande sultanato di Türkiye. Se il tutto ricorda il Medio Oriente, non è un caso, in quanto l'ambientazione prende spunto proprio da quei luoghi, in un passato alternativo e affascinante, visivamente molto realistico. In questa realtà vi sono numerosi conflitti, architettati tutti dal grande impero di Balt-Rhein, che persegue manie di espansionismo. Vi sono numerose piccole nazioni satellitari alle due principali che soffrono di tale tensione, cadendo spesso vittime dell'impero. Tuğril vivrà un viaggio che lo farà maturare molto, per poi essere uno dei protagonisti della rivalsa verso il nemico principale
Punto di forza dell'anime sono le strategie mostrate dai vari eserciti, che rendono il tutto molto avvincente, considerando il periodo storico rappresentato; si vedranno soprattutto cavalleria e fanteria, e più raramente truppe di assedio, il tutto senza mai mostrare elementi fantastici. Una delle parti meglio raccontate ad esempio è la conquista di un'isola-roccaforte che, contando buone difese, sembra inespugnabile. L'autrice rende talmente reali gli eventi raccontati, da far chiedere allo spettatore se non fossero veramente accaduti in qualche stato lontano in un tempo ormai dimenticato. Vi saranno molti intrighi politici raccontati senza risultare pesanti, anzi riuscendo a fornire elementi appassionanti che si aggiungono ai precedenti.
I personaggi che accompagnano il protagonista nella storia sono molteplici, spesso nei suoi viaggi gli capiterà di reclutare compagni preziosi quali Abiriga e Kyros, che gli resteranno fedeli sino al termine della storia; fra i nemici il più carismatico è Virgilio Louis, la mente dietro ai vari successi militari dell'impero. Fra i personaggi secondari, degni di nota sono i fratelli Ulema Beyazit e Al-Kaplan Balaban, entrambi carismatici, la cui storia risulterà molto appassionante. L'aquila che accompagna il protagonista è più un elemento per differenziarlo, un ricordo delle sue origini, che altro.
Le opening, due per la serie, sono orecchiabili ma non memorabili, le musiche sono nella norma, alcune importanti evidenziano più la tensione che si sente prima delle battaglie che quella durante, le scene più importanti avrebbero avuto bisogno di maggiore enfasi.
I punti deboli sono perlopiù ingenuità dell'autrice: una volta che si vuole mostrare elementi reali, personaggi reali che possono essere feriti e uccisi facilmente, stonano quelle che sembrano preferenze dell'autrice. Alcuni personaggi, tutti riconoscibili dal loro agire tronfio, baldanzoso, godono di quella che sembra immunità a morte e invalidità permanenti; queste sue preferenze sarebbero state più marcate se l'opera fosse continuata, infatti la storia raccontata non trova un finale completo, in quanto il manga stesso non è al momento terminato, e, avendo visto il continuo, direi che ci si è fermati al momento opportuno.
Le animazioni sono affidate allo studio Mappa ("Yuri!!! on Ice", "Banana Fish", "Dororo"), che è garanzia di buona qualità; non si vedono cali duranti gli episodi, rimanendo costanti nel tempo, fluide, ogni scena è facilmente comprensibile, ottimi anche i disegni.
Un buon anime fedele alle premesse.