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happyending

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
Anche io (come molti) sono stata spinta dalla curiosità di guardare quest'anime per due semplici motivi: perché era tra le novità primaverili e perché tutti ne parlavano.
Preambolo: io non ho mai visto un hentai in tutta la mia vita, questo è il primo, infatti ero presa da una certa emozione, perché non sapevo cosa mi aspettava. Per avere una panoramica migliore, inizialmente ho cercato il manga, del quale ho trovato e letto solo i primi due capitoli, poi ho visionato l'anime con la censura e poi quello senza censure. Tutto questo in un pomeriggio: considerando che gli episodi durano dai tre ai quattro minuti, ho fatto abbastanza presto. Tenendo conto di ciò, ho fatto le mie considerazioni.

Sono d'accordo con i miei "colleghi" recensori: per scrivere e dire il titolo dell'anime ci vuole come minimo un anno di lingua giapponese. La sigla è come se non esistesse, la soundtrack durante l'episodio c'è, ma è parecchio irrilevante o poco accennata. I dialoghi sono ovviamente scontati e pieni di cliché: il monaco nel secondo episodio ripete la stessa frase tre volte in tre minuti!
Tra l'altro, secondo me, ci sono delle incongruenze. Lei dice più volte che è sempre stata innamorata di lui, anche dopo aver finito il liceo, quindi supponevo che fosse vergine; ma, da quanto ho visto, non è mai trapelata nessuna espressione di minimo dolore sul suo viso. Va beh, non è una cosa che mi stupisce più di tanto, di questi tempi succede spesso che si dichiari di essere innamorati e nel frattempo ci si faccia "battezzare" un po' da tutti (utilizzando un termine religioso, visto che lui è un monaco).
I nomi dei protagonisti (almeno per me) sono difficili da ricordare, forse è più facile imprimersi quello di lei, perché il monaco lo ripete all'infinito, soprattutto in quei momenti lì (ci siamo capiti, no?).
La ragazza non ha molto carattere, come al solito è la classica tipa dolce e ingenua, anche un po' piagnucolona. Se a me un ragazzo conosciuto da appena due ore mette le mani nelle mutande (amore o no), gli tiro come minimo il primo oggetto contundente che mi trovo per le mani e poi una bella denuncia per molestie sessuali. A differenza del monaco che ha sempre la stessa espressione in qualsiasi occasione (anche quando si accoppiano), lei esprime di più le sue sensazioni, anche se alcune espressioni a me hanno fatto ridere.
L'animazione è carina, ma non è il massimo. Esprimo una mia preferenza sullo stereotipo di bellezza dell'uomo. Non ho assolutamente nulla contro le persone calve, tuttavia sono un tipo di bellezza che deve piacere. Personalmente non mi fanno impazzire, quindi non è che mi sia rifatta gli occhi, ci sono personaggi di altri anime molto, ma molto più belli di lui.
Un'ultima cosa che non ho apprezzato è il fatto che si chiamino per cognome: lo so che è usanza giapponese, ma hanno una conoscenza molto approfondita, mi sembra assurdo chiamarsi per cognome come se fossero due persone estranee.

Tutto sommato, anche io do la sufficienza a quest'anime, perché si prospetta come un hentai soft, ed effettivamente lo è! La protagonista non prende mai l'iniziativa e lui dovrebbe essere il bello, tenebroso e passionale, quindi il prototipo maschile ideale. In più, considerando che non sono esperta del genere, è tranquillamente guardabile, anche la versione integrale, perché comunque ci sono le censure "pixellate". Non lo consiglierei a delle ragazze troppo giovani, perché forse si farebbero un idea sbagliata del rapporto sessuale, ma d'altronde è anche un genere mature, quindi per adulti, dove il tutto è molto estremizzato.

P.S. Vi consiglio di non guardare la versione censurata, perché è praticamente inutile: la maggior parte degli episodi sono censurati con immagini e commenti dei protagonisti abbastanza noiosi.


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npepataecozz

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
Qualche mese fa notai distrattamente che diversi utenti parlavano molto spesso nelle loro discussioni di un anime che narrava delle vicende di un misterioso “monaco”. Inizialmente pensai che si trattasse dell'ennesimo titolo sulle credenze religiose giapponesi, e non ci badai molto; non sono esattamente un amante di questi argomenti. La cosa curiosa, però, è che questo “monaco” tornava periodicamente al centro della discussione, e così alla fine cominciai a incuriosirmi anch'io. Di cosa poteva mai trattarsi?
A farmi scendere dalle nuvole fu la lettura di quella che può essere considerata la sua frase più famosa, che non è esattamente “Domani è un altro giorno”, ma la ben più incisiva “Sono un uomo prima di essere un monaco”. Le possibilità erano due: o si trattava di un religioso che per vigliaccheria si rifiutava di celebrare il matrimonio di una giovane coppia oppure di un religioso che aveva un debole per le donne; ma l'opera manzoniana ancora non è stata convertita in anime e, anche se lo fosse, non credo avrebbe suscitato tutto questo clamore. Per cui intuii che si trattava della seconda opzione.
Pur avendo finalmente capito di cosa si trattasse, tutto questo chiacchiericcio mi lasciò alquanto stupito: non è certo una cosa che si dice sempre apertamente, ma credo che siano davvero pochi gli appassionati di anime che non abbiano visto nemmeno un singolo hentai nel corso della loro vita. “Quale sarebbe la novità?” mi chiedevo. Fu allora che qualcuno decise di rispondere candidamente alle mie obiezioni, rivelandomi che si trattava di un “hentai per donne”. Santo cielo! Un nuovo mondo stava per spalancarsi davanti ai miei occhi e rischiava di estendersi anche più in basso.
“Le donne hanno hentai dedicati solo a loro; quindi vedono il sesso in modo diverso rispetto a come lo vediamo noi maschietti!” L'istinto fu quello di procurarsi carta e penna per prendere appunti (non si sa mai, magari si scoprono cose che potrebbero servire in futuro); io, che per mia natura sono superiore a queste cose, per sicurezza presi anche la riga e il goniometro. Ma ancora una volta quella candida voce che già in precedenza mi aveva portato verso l'illuminazione tornò a sussurrare al mio orecchio: “Ma no, sciocchino. Gli hentai per donne in realtà sono...”. Il resto non ve lo dico, perché se no questa recensione non vedrà mai la luce; ma la spiegazione era quella corretta. Riassumendo, questi titoli mostrano sì scene sessuali, ma in modo meno sgradevole dal punto di vista femminile.

Come succede per ogni hentai che si rispetti, anche per questo non ricordo assolutamente né il nome della serie né i nomi dei personaggi (particolari secondari); per cui parlerò del “monaco” e della “compagna del monaco”. Quanto al titolo della serie mi arrangerò in qualche modo.
Dopo diversi anni di lontananza il monaco e la sua “futura” compagna si incontrano nuovamente a un raduno di vecchi compagni di classe. Ma, se è vero che parlando di una “compagna” ho usato la parola “futura”, non ho specificato che si trattava di un futuro prossimo, anzi ‘prossimissimo’: appena usciti dal locale lei si sente male e lui la soccorre, riaccompagnandola a casa. A quel punto scatta la frase che farà di lui il nuovo Humphrey Bogart (“Sono un uomo prima di essere un monaco”) e con una certa faccia di bronzo, a fare da contraltare alla sua zucca pelata e ad una lingua tentacolare utilissima per la pulizia delle orecchie, le propone di fare un “hentai per donne”. Lei è dubbiosa (“Che cacchio è un hentai per donne?”, pensa) ma lui non le dà la possibilità di replicare e la mette di fronte al... fatto compiuto.

Anche se credo che si sia capito, la mia recensione vuole essere ironica al 100%, e si basa più sul modo in cui mi sono approcciato io a questa serie che sulla serie in sé. Ma l'unico motivo per guardare un anime del genere è solo quello di raccontarlo agli amici e farsi due risate sulle strambe perversioni e le frasi ad effetto del monaco e sull'atteggiamento dubbioso/lussurioso di lei.
Per una volta l'importante sono gli “occhi di chi guarda” e non “quello che si guarda”. E come potrebbe essere diversamente? Ogni episodio dura pochi minuti, non c'è una grande evoluzione della trama e i personaggi hanno solo il compito di trovare la scusa giusta per “farlo”. Sigla e titoli di coda.
Non credo che questo anime possa avere finalità diverse rispetto a quello di suscitare ironie e battutacce tra amici in un clima di divertimento collettivo. Per cui vi consiglio di condividerne la visione con qualcuno, se no guardarlo non ha molto senso; se la cosa non interessa o se ci si aspetta “troppo”, meglio guardare altro.
In sincerità non posso dire che si tratti di un titolo dotato di una qualche qualità particolare; a mio avviso, anzi, non ne ha nessuna. La sufficienza che gli assegno quindi è un voto di “simpatia”, perché, come ho ripetuto più volte, la sua visione accompagnata dalla condivisione ha suscitato in me una grande ilarità. E, in fondo, credo fosse proprio questo l'obiettivo a cui l'autore mirava.


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Hachi194

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
Perché dare 6 a quest'opera? Perché è l'esatta media fra un 8 (voto dato di pancia, per le ottime risate che mi ha fatto fare con i commenti della community di Animeclick.it e del gruppo di ascolto interno alla redazione) e un 4 (voto dato di testa, perché, razionalmente parlando, in questa serie non c'è praticamente niente).

Ma andiamo con ordine. Inizio stagione primaverile: fra le molte proposte mi balza agli occhi questa serie tratta da un manga in cui un bel monaco pare faccia strage di cuori. Dopo essere rimasta orfana di Hajime, la guardia di "Nanbaka", fa la sua comparsa un altro bel pelato. Poco prima dell'inizio arriva la scoperta che saranno dodici episodi brevi, pochi minuti, quattro, forse cinque. Vale la pena iniziare, in così poco tempo sarà difficile annoiarsi, penso ingenuamente.
Arriva così il primo episodio: l'incipit ci presenta una bella ragazza, assai procace, che durante una riunione di ex compagni di scuola scopre che il suo primo amore è pelato come una biglia, perché nel frattempo è diventato monaco. Vuoi per lo shock, vuoi per la compagnia, la poverina si ubriaca tanto, da non stare in piedi, e chi arriva prontamente in suo soccorso? Ovviamente il bel monaco! Che non solo la accompagna a casa, non solo la mette a letto, ma... decide di spogliarla e iniziare espliciti preliminari a cui la sventurata tenta una misera quanto inutile resistenza. E quando dico espliciti, intendo proprio espliciti, tanto espliciti da meritarsi diverse scene 'pixelate'. Insomma, inutile girarci intorno: siamo di fronte a un hentai, sicuramente soft, poco trasgressivo, ma decisamente hentai.

La trama prosegue senza troppi scossoni: lui la porta immediatamente a vivere al tempio, la presenta ai suoi genitori (e scopriamo che la madre del monaco sembra sua sorella minore... va beh) e attenta in ogni modo alla virtù di lei. Beh, in ogni modo... l'approccio di lui per convincerla a cedergli le sue grazie è sempre lo stesso, ma non si può avere tutto dalla vita!
Lei si fa ottomilasettecento paranoie perché lui è un monaco, perché lo ama, ma lui sembra solo volere il suo corpo, ecc. Nel momento in cui lui, probabilmente infoiato come pochi nonostante l'espressione monolitica che gli campeggia perennemente sul volto, si decide a pronunciare le parole magiche "Ti amo, ti ho sempre amata", ogni remora e ogni pudore viene meno e il monaco può finalmente iniziare a benedire con il suo bastone.

Ben poco altro succede nella storia, e quel poco ve lo lascio scoprire, se avrete l'intenzione di vederlo tutto. I personaggi sono scolpiti con l'accetta, sia a livello psicologico che grafico. L'introspezione è pressoché inesistente e le animazioni sono molto, molto basiche. Colonna sonora non ce n'è, a parte la ending e qualche trascurabile base che fa da sottofondo ad alcune scene. Tutto si regge sulle larghe spalle del protagonista: l'episodio più brutto è infatti il penultimo, dove il nostro eroe non compare, perché sta partecipando a un ritiro spirituale dopo averne combinata una delle sue. Senza di lui la protagonista femminile Fukutani è ancora più inutile e insulsa, e gli altri comprimari... beh, praticamente non ci sono.

Ma allora, perché vederlo? Per farvi quattro risate con un gruppo selezionato di amici! Vedere "il monaco" (così ribattezzato perché quel titolo lunghissimo è assolutamente impronunciabile, se non si è studiato giapponese per almeno qualche anno) è un'esperienza che, se condivisa con spirito ironico e cialtrone, saprà farvi tornare il buonumore.
Certe frasi del protagonista (quasi tutte usate per i titoli degli episodi) sarebbero da incorniciare: "Prima di essere un monaco sono un uomo" resterà negli annali dell'animazione nipponica (anche no, ma era così per dire). Quindi guardatevi attorno: se conoscete almeno quattro persone di cui vi fidate, proponetelo e non ve ne pentirete. Altrimenti potete saltarlo senza farvi troppi scrupoli, anche se siete amanti del genere hentai: non sono un'esperta, ma credo ci sia di meglio e soprattutto di più vario nel panorama erotico degli anime.
Ultima avvertenza: se vivete ancora a casa con i genitori, state attenti a non farvi beccare: sarebbe difficile spiegare che state facendo degli studi sociologici...