Golden Kamuy
Senza mezzi termini "Golden Kamuy" è un anime fantastico e una storia semplice e meravigliosa.
I personaggi sono caratterizzati benissimo, forse anche troppo, ma è pur sempre un cartone ci può stare. La storia è praticamente una caccia al tesoro ambientata in territorio giapponese e russo agli inizi del '900, post primo conflitto sino-giapponese e propone un affresco socio, politico e culturale del Giappone dilaniato dal conflitto e dai dissidi politici/militari. Centralissima e sorprendente la figura dei popoli "Ainu", indigeni autoctoni delle isole nord giapponesi e russe.
La storia ha come protagonisti principali una ragazzina Ainu e un ex soldato giapponese soprannominato l'Immortale, che finiscono per creare un profondo legame tra loro. La ragazzina è l'unica che possa interpretare delle mappe (udite, udite, tatuate su un gruppo di ex galeotti) disegnate da suo padre che porterebbero a un ingente tesoro in oro, sapientemente raccolto da una fazione ribelle Ainu che puntava ad organizzare una rivolta per conquistare l'autonomia, ma... bé il resto scopritelo voi!
Quello che posso dire senza tanto spoilerare, è che in tanti cercano quest'oro e tutti per i motivi più disparati, nobili ed egoistici che siano. Una lotta senza esclusione di colpi, tra mille alleanze e tradimenti. Tra sterminate lande innevate e selvagge, città isolate simili a quelle della alla frontiera americana, battaglie campali, navali e ogni sorta di colpo di scena. Profondi sentimenti ed emozioni, ma anche qualche capatina nell'orrore bieco della natura umana.
È un'opera molto complessa ed ancora in opera di svolgimento dopo 4 stagioni, 49 episodi che sono tutti da godere.
Alcuni stagioni possono essere più veloci e scorrevoli di altre. A volte l'azione non da tregua, mentre in altri episodi si rallenta molto per preparate il terreno, ma nel complesso è un'epopea straordinaria da seguire col fiato sospeso.
Ambientazioni molto belle, disegni e colori straordinari e non mancano momenti piuttosto brutali e gore. Vi è persino una componente comedy di tanto in tanto, in stile tipico degli anime giapponesi che onestamente delle volte sono azzeccate, altre stonano un po' con le atmosfere seriose dell'opera, ma non è poi questo gran problema.
Consigliato per chi ha voglia di avventura, di una lezione particolare di storia abbastanza poco conosciuta, ed ha intenzione di iniziare un anime un po' più impegnativo e lungo, ma veramente ne vale la pena.
I personaggi sono caratterizzati benissimo, forse anche troppo, ma è pur sempre un cartone ci può stare. La storia è praticamente una caccia al tesoro ambientata in territorio giapponese e russo agli inizi del '900, post primo conflitto sino-giapponese e propone un affresco socio, politico e culturale del Giappone dilaniato dal conflitto e dai dissidi politici/militari. Centralissima e sorprendente la figura dei popoli "Ainu", indigeni autoctoni delle isole nord giapponesi e russe.
La storia ha come protagonisti principali una ragazzina Ainu e un ex soldato giapponese soprannominato l'Immortale, che finiscono per creare un profondo legame tra loro. La ragazzina è l'unica che possa interpretare delle mappe (udite, udite, tatuate su un gruppo di ex galeotti) disegnate da suo padre che porterebbero a un ingente tesoro in oro, sapientemente raccolto da una fazione ribelle Ainu che puntava ad organizzare una rivolta per conquistare l'autonomia, ma... bé il resto scopritelo voi!
Quello che posso dire senza tanto spoilerare, è che in tanti cercano quest'oro e tutti per i motivi più disparati, nobili ed egoistici che siano. Una lotta senza esclusione di colpi, tra mille alleanze e tradimenti. Tra sterminate lande innevate e selvagge, città isolate simili a quelle della alla frontiera americana, battaglie campali, navali e ogni sorta di colpo di scena. Profondi sentimenti ed emozioni, ma anche qualche capatina nell'orrore bieco della natura umana.
È un'opera molto complessa ed ancora in opera di svolgimento dopo 4 stagioni, 49 episodi che sono tutti da godere.
Alcuni stagioni possono essere più veloci e scorrevoli di altre. A volte l'azione non da tregua, mentre in altri episodi si rallenta molto per preparate il terreno, ma nel complesso è un'epopea straordinaria da seguire col fiato sospeso.
Ambientazioni molto belle, disegni e colori straordinari e non mancano momenti piuttosto brutali e gore. Vi è persino una componente comedy di tanto in tanto, in stile tipico degli anime giapponesi che onestamente delle volte sono azzeccate, altre stonano un po' con le atmosfere seriose dell'opera, ma non è poi questo gran problema.
Consigliato per chi ha voglia di avventura, di una lezione particolare di storia abbastanza poco conosciuta, ed ha intenzione di iniziare un anime un po' più impegnativo e lungo, ma veramente ne vale la pena.
Mamma mia cosa non è questa serie.
"Golden Kamuy" ci catapulta nel Giappone di inizio novecento, precisamente in Hokkaido e dopo la guerra russo-giapponese, e ci fa conoscere Saichi Sugimoto, un reduce di tale guerra che si guadagna da vivere facendo il cercatore di oro. Per caso, il giovane viene a sapere di una grossissima partita d'oro nascosta dagli Ainu per uno scopo ultimo sconosciuto, e incontra una ragazzina appartenente a tale minoranza: Asirpa. I due, una volta conosciutisi, decideranno di intraprendere insieme la ricerca per tale tesoro: Sugimoto per mantenere una promessa fatta ad un suo commilitone morto in guerra mentre Asirpa per scoprire di più sulla morte di suo padre.
Ho conosciuto questa serie per puro caso fra dei commenti di Youtube, e ho deciso di gettarmici dentro dopo averne sentito parlare bene e... diamine, questo è un vero e proprio gioiello che mi ha colpito moltissimo.
Da subito ci viene mostrata una storia nuda e cruda, dai contenuti molto forti, dai personaggi affascinanti e da colpi di scena che mi hanno preso completamente alla sprovvista. Nel corso della storia, tantissime fazioni arriveranno a contendersi la ricerca di questo tesoro, e ognuna di queste ha molteplici motivi per appropriarsi di tale oro, chi per motivi nobili e chi per pura e semplice avidità. Fra gli ottimi personaggi posso annoverare Tanigaki o Hijikata, ma senza dubbio però i migliori rimangono Sugimoto e Asirpa, i due protagonisti. Sugimoto è un ex soldato tormentato dal suo passato in guerra, ma con ancora un grandissimo cuore; mentre Asirpa, adorabile oltre ogni limite, è usata per fornirci una finestra sul popolo degli Ainu, le loro usanze, la loro cultura e la loro cucina. Si vede benissimo che l'autore ha fatto parecchi compiti a casa prima di mettersi al lavoro per scrivere quest'opera e valorizzare una cultura che, ai giorni nostri, è quasi completamente scomparsa.
La storia, sebbene sia ricchissima di colpi di scena, di momenti da pelle d'oca e di parecchio divertenti, ha un piccolo difetto per quanto riguarda il ritmo un po' altalenante: a volte è molto godibile, altre volte si ''ammoscia'' in maniera eccessiva, diventando di una lentezza disarmante, evidente soprattutto all'inizio della terza serie. Inoltre, c'è da ricordare che alcune sottotrame che occupano alcuni episodi vengono completamente dimenticate.
Nonostante questi piccoli difetti, è un lato che promuovo con ottimi voti. Mamma mia se è stato appassionante.
Il lato tecnico poi è qualcosa di superbo: i disegni dei personaggi sono fantastici mentre le ambientazioni sono qualcosa che, personalmente, hanno finito per stregarmi completamente. Da amante dei paesaggi innevati ho trovato il tutto così affascinante che spesso bloccavo la visione solo per guardare i paesaggi.
L'unica nota un po' stonata è la CGI inconsistente: se per alcune scene è credibile e si amalgama bene con il resto, per altre, soprattutto quelle con gli orsi, è così ovvia da essere ''imbarazzatemente esilarante''.
Le musiche poi sono ugualmente fantastiche, azzeccatissime e perfette per accompagnare quello che è un viaggio all'interno di una cultura tribale dei ghiacci. Opening e ending carine.
Sto aspettando come un pazzo l'arrivo della quarta serie per continuare questa fantastica opera piena di colpi di scena, personaggi simpatici, misteri e momenti da far accapponare la pelle. La consiglio a chiunque voglia un'opera che offra un'esplorazione di una cultura perlopiù sconosciuta a noi occidentali condita da una storia avvincente, agrodolce e anche profonda.
"Golden Kamuy" ci catapulta nel Giappone di inizio novecento, precisamente in Hokkaido e dopo la guerra russo-giapponese, e ci fa conoscere Saichi Sugimoto, un reduce di tale guerra che si guadagna da vivere facendo il cercatore di oro. Per caso, il giovane viene a sapere di una grossissima partita d'oro nascosta dagli Ainu per uno scopo ultimo sconosciuto, e incontra una ragazzina appartenente a tale minoranza: Asirpa. I due, una volta conosciutisi, decideranno di intraprendere insieme la ricerca per tale tesoro: Sugimoto per mantenere una promessa fatta ad un suo commilitone morto in guerra mentre Asirpa per scoprire di più sulla morte di suo padre.
Ho conosciuto questa serie per puro caso fra dei commenti di Youtube, e ho deciso di gettarmici dentro dopo averne sentito parlare bene e... diamine, questo è un vero e proprio gioiello che mi ha colpito moltissimo.
Da subito ci viene mostrata una storia nuda e cruda, dai contenuti molto forti, dai personaggi affascinanti e da colpi di scena che mi hanno preso completamente alla sprovvista. Nel corso della storia, tantissime fazioni arriveranno a contendersi la ricerca di questo tesoro, e ognuna di queste ha molteplici motivi per appropriarsi di tale oro, chi per motivi nobili e chi per pura e semplice avidità. Fra gli ottimi personaggi posso annoverare Tanigaki o Hijikata, ma senza dubbio però i migliori rimangono Sugimoto e Asirpa, i due protagonisti. Sugimoto è un ex soldato tormentato dal suo passato in guerra, ma con ancora un grandissimo cuore; mentre Asirpa, adorabile oltre ogni limite, è usata per fornirci una finestra sul popolo degli Ainu, le loro usanze, la loro cultura e la loro cucina. Si vede benissimo che l'autore ha fatto parecchi compiti a casa prima di mettersi al lavoro per scrivere quest'opera e valorizzare una cultura che, ai giorni nostri, è quasi completamente scomparsa.
La storia, sebbene sia ricchissima di colpi di scena, di momenti da pelle d'oca e di parecchio divertenti, ha un piccolo difetto per quanto riguarda il ritmo un po' altalenante: a volte è molto godibile, altre volte si ''ammoscia'' in maniera eccessiva, diventando di una lentezza disarmante, evidente soprattutto all'inizio della terza serie. Inoltre, c'è da ricordare che alcune sottotrame che occupano alcuni episodi vengono completamente dimenticate.
Nonostante questi piccoli difetti, è un lato che promuovo con ottimi voti. Mamma mia se è stato appassionante.
Il lato tecnico poi è qualcosa di superbo: i disegni dei personaggi sono fantastici mentre le ambientazioni sono qualcosa che, personalmente, hanno finito per stregarmi completamente. Da amante dei paesaggi innevati ho trovato il tutto così affascinante che spesso bloccavo la visione solo per guardare i paesaggi.
L'unica nota un po' stonata è la CGI inconsistente: se per alcune scene è credibile e si amalgama bene con il resto, per altre, soprattutto quelle con gli orsi, è così ovvia da essere ''imbarazzatemente esilarante''.
Le musiche poi sono ugualmente fantastiche, azzeccatissime e perfette per accompagnare quello che è un viaggio all'interno di una cultura tribale dei ghiacci. Opening e ending carine.
Sto aspettando come un pazzo l'arrivo della quarta serie per continuare questa fantastica opera piena di colpi di scena, personaggi simpatici, misteri e momenti da far accapponare la pelle. La consiglio a chiunque voglia un'opera che offra un'esplorazione di una cultura perlopiù sconosciuta a noi occidentali condita da una storia avvincente, agrodolce e anche profonda.
Bellissima l'ambientazione, ben studiata e ricca di elementi che la rendono "viva".
Molto apprezzati i vari approfondimenti riguardanti le culture delle popolazioni Ainu che vivono in Hokkaido, l'opera ha la grande capacità di trasmettere anche la sensibilità all'interno dei riti vari che Asirpa trasmette agli altri membri del gruppo, anche la semplicità della preparazione del pasto ha un suo perché.
La caratterizzazione dei personaggi è riuscita benissimo, nessuno agisce in modo scontato o per blandi motivi, le storie che si celano dietro a tutte le figure che incontriamo è profonda e toccante e quest'ultima va ad influire anche sulla trama e sulle azioni che ognuno prende coerentemente con il proprio passato.
Le prime puntate introduttive danno inizio a una sorta di immersione nell'atmosfera, che si completerà definitivamente alla fine della prima stagione, a quel punto l'opera risulterà coinvolgente come poche, lo svolgimento della trama è studiato benissimo, coinvolgente da morire. La cosa che colpisce di più è sicuramente che i personaggi sembrano reali, hanno emozioni vere, e le situazioni sono crude e talvolta spietate.
Le trovate dell'autore per la risoluzione dei problemi che si pongono davanti ai protagonisti sono mozzafiato, al termine di questa terza stagione, l'opera -per me- è molto vicina a meritare il titolo di capolavoro.
Nota di merito anche per le memorabili opening.
Molto apprezzati i vari approfondimenti riguardanti le culture delle popolazioni Ainu che vivono in Hokkaido, l'opera ha la grande capacità di trasmettere anche la sensibilità all'interno dei riti vari che Asirpa trasmette agli altri membri del gruppo, anche la semplicità della preparazione del pasto ha un suo perché.
La caratterizzazione dei personaggi è riuscita benissimo, nessuno agisce in modo scontato o per blandi motivi, le storie che si celano dietro a tutte le figure che incontriamo è profonda e toccante e quest'ultima va ad influire anche sulla trama e sulle azioni che ognuno prende coerentemente con il proprio passato.
Le prime puntate introduttive danno inizio a una sorta di immersione nell'atmosfera, che si completerà definitivamente alla fine della prima stagione, a quel punto l'opera risulterà coinvolgente come poche, lo svolgimento della trama è studiato benissimo, coinvolgente da morire. La cosa che colpisce di più è sicuramente che i personaggi sembrano reali, hanno emozioni vere, e le situazioni sono crude e talvolta spietate.
Le trovate dell'autore per la risoluzione dei problemi che si pongono davanti ai protagonisti sono mozzafiato, al termine di questa terza stagione, l'opera -per me- è molto vicina a meritare il titolo di capolavoro.
Nota di merito anche per le memorabili opening.
Parto con il luogo comune secondo cui "il manga è migliore dell'anime".
Seguo il manga da sempre, un capolavoro, e ho seguito l'anime per tutte e tre le stagioni (la terza è appena terminata).
Mi piace la narrazione di Noda, come delinea l'ambientazione e il periodo storico semisconosciuti a noi occidentali, e tutti i personaggi; ci parla del popolo degli Ainu, della sua sopravvivenza in una terra ostile tra Russa (penisola di Kamchatka e isola di Sakhalin) e l'isola Hokkaido in Giappone. e delle sue tradizioni, quelle culinarie sottolineate dagli "Hinna Hinna" di Asirpa e poi dagli altri protagonisti, in primis Sugimoto l'Immortale, reduce della guerra russogiapponese che l'aiuta nella ricerca dell'oro nascosto individuando man mano i 24 ex criminali sulla cui pelle è tatuata la mappa del "tesoro".
A parte qualche taglio, che non influenza la narrazione e l'uso della CGI che non sopporto, l'anime si mantiene su livelli eccellenti con la parte musicale delle opening e ending molto belle e con una sound-track di livello e suggestiva.
Una delle opere più riuscite di sempre dell'animazione giapponese. Se il manga è un capolavoro da 10 pieno, l'anime per me merita almeno un 8,5, mantenendomi il 9 per una eventuale quarta stagione, che mi auguro all'altezza delle altre.
Seguo il manga da sempre, un capolavoro, e ho seguito l'anime per tutte e tre le stagioni (la terza è appena terminata).
Mi piace la narrazione di Noda, come delinea l'ambientazione e il periodo storico semisconosciuti a noi occidentali, e tutti i personaggi; ci parla del popolo degli Ainu, della sua sopravvivenza in una terra ostile tra Russa (penisola di Kamchatka e isola di Sakhalin) e l'isola Hokkaido in Giappone. e delle sue tradizioni, quelle culinarie sottolineate dagli "Hinna Hinna" di Asirpa e poi dagli altri protagonisti, in primis Sugimoto l'Immortale, reduce della guerra russogiapponese che l'aiuta nella ricerca dell'oro nascosto individuando man mano i 24 ex criminali sulla cui pelle è tatuata la mappa del "tesoro".
A parte qualche taglio, che non influenza la narrazione e l'uso della CGI che non sopporto, l'anime si mantiene su livelli eccellenti con la parte musicale delle opening e ending molto belle e con una sound-track di livello e suggestiva.
Una delle opere più riuscite di sempre dell'animazione giapponese. Se il manga è un capolavoro da 10 pieno, l'anime per me merita almeno un 8,5, mantenendomi il 9 per una eventuale quarta stagione, che mi auguro all'altezza delle altre.
"Golden Kamui" nel complesso è un anime di buon livello e risulta anche godibile e interessante, tuttavia devo ammettere che le mie aspettative iniziali erano un pochino superiori per quest'opera; di fatto ne sono rimasto leggermente deluso.
La trama c'è tutta, risulta fin da subito accattivante e riesce molto bene nell'intento di trasportare lo spettatore nel proprio mondo, nonostante ciò, a mio parere, con il proseguire della storia e nello specifico verso metà dell'opera, il ritmo si abbassa leggermente e diventa tutto un po' troppo ripetitivo, di fatto non riuscendo sempre a mantenersi sullo stesso livello iniziale. In particolare non ho molto gradito le ripetute gag comedy, che a mio parere stonano abbastanza con il resto dell'opera caratterizzato da atmosfere abbastanza cattive e crude. Per il resto non ho trovato altri grossi problemi che riguardassero la storia.
Per quanto riguarda i personaggi sono tutti ben caratterizzati, anche se nessuno spicca per qualcosa in particolare su altri, e in generale si sposano perfettamente all'opera.
In conclusione, come detto prima "Golden Kamui" risulta essere un'anime assolutamente godibile ed interessante, e con buoni personaggi, nonostante diversi alti e bassi. Consigliato.
Voto finale: 7
La trama c'è tutta, risulta fin da subito accattivante e riesce molto bene nell'intento di trasportare lo spettatore nel proprio mondo, nonostante ciò, a mio parere, con il proseguire della storia e nello specifico verso metà dell'opera, il ritmo si abbassa leggermente e diventa tutto un po' troppo ripetitivo, di fatto non riuscendo sempre a mantenersi sullo stesso livello iniziale. In particolare non ho molto gradito le ripetute gag comedy, che a mio parere stonano abbastanza con il resto dell'opera caratterizzato da atmosfere abbastanza cattive e crude. Per il resto non ho trovato altri grossi problemi che riguardassero la storia.
Per quanto riguarda i personaggi sono tutti ben caratterizzati, anche se nessuno spicca per qualcosa in particolare su altri, e in generale si sposano perfettamente all'opera.
In conclusione, come detto prima "Golden Kamui" risulta essere un'anime assolutamente godibile ed interessante, e con buoni personaggi, nonostante diversi alti e bassi. Consigliato.
Voto finale: 7
Questo tizio è veramente immortale? Dopo aver visto il trailer avevo molte aspettative a riguardo! Alla fine la storia è bella, lui che deve recuperare tutte le pelli umane tatuate, per trovare l'oro nascosto. Non è che mi sia piaciuto un granché, lo giudico un po' fiacco per essere un solo 24 episodi. Fiacco perché mi sembra monotono e privo di adrenalina! La qualità grafica me la aspettavo nettamente migliore, non che i disegni non mi piacciano, ma in alcuni step sembra di essere alla grafica anni 2000 che a mio giudizio è molto priva di dettagli. Alla fine non lo consiglierei per il semplice motivo che dopo 5 o 6 episodi ha veramente cominciato ad annoiarmi.
La storia si svolge in un Giappone realistico, a cui non siamo abituati, ambientata in un periodo storico risalente a circa un secolo dai giorni nostri, quando ormai l'epoca dei samurai è già tramontata; dunque, non essendoci componenti fantasy o del più rinomato passato giapponese dominato da katane e uomini d'onore, la trama potrebbe sembrare, ad alcuni, poco accattivante; al contrario uno dei punti vincenti di quest'opera sembra essere proprio l'ambiente circostante, ostile, selvaggio e dominante, vissuto in quegli anni da personaggi che, grazie ad un'influenza da parte del resto del mondo, sembrano molto più simili a noi occidentali, appaiono più umani e meno stereotipati.
A livello grafico ci sono delle grosse lacune su alcuni elementi realizzati in grafica digitale, ma nel complesso rimane assolutamente digeribile, con scene d'azione a mio avviso riuscite, grazie anche al prevalente uso di armi da fuoco, che riduce al minimo la necessità di dover ricreare combattimenti molto adrenalinici e movimentati, con tutte le difficoltà che ne conseguono, dando invece spazio a scontri fatti di postazioni, tattiche e trappole.
La storia si sviluppa senza enormi colpi di scena che mai ti saresti aspettato, ma riesce comunque a tenerti "interessato" tutto il tempo con piccoli avvenimenti improvvisi, new entry ed incontri inaspettati, contornati da situazioni buffe, senza mai annoiarti, anche grazie ad un ottimo legarsi di personaggi che, sebbene non abbiano chissà quale profondità, sono interessanti... analogamente ad anime come "One Piece", grazie ad occhi infuocati e sorrisi che la sanno lunga, si riesce a cogliere la grande determinazione di protagonisti ed antagonisti più importanti, finendo così ad essere in trepidante attesa della volta in cui, due personaggi dalla volontà di ferro, si incontreranno e scontreranno, per vedere chi la spunta.
Vale la pena di dare un occhiata a questo anime che descrive in maniera interessante una vicenda in quello che definirei "l'opposto del vecchio west": quasi come ne fosse cugino, potremmo definire l'universo di "Golden Kamuy" come "il vecchio east".
A livello grafico ci sono delle grosse lacune su alcuni elementi realizzati in grafica digitale, ma nel complesso rimane assolutamente digeribile, con scene d'azione a mio avviso riuscite, grazie anche al prevalente uso di armi da fuoco, che riduce al minimo la necessità di dover ricreare combattimenti molto adrenalinici e movimentati, con tutte le difficoltà che ne conseguono, dando invece spazio a scontri fatti di postazioni, tattiche e trappole.
La storia si sviluppa senza enormi colpi di scena che mai ti saresti aspettato, ma riesce comunque a tenerti "interessato" tutto il tempo con piccoli avvenimenti improvvisi, new entry ed incontri inaspettati, contornati da situazioni buffe, senza mai annoiarti, anche grazie ad un ottimo legarsi di personaggi che, sebbene non abbiano chissà quale profondità, sono interessanti... analogamente ad anime come "One Piece", grazie ad occhi infuocati e sorrisi che la sanno lunga, si riesce a cogliere la grande determinazione di protagonisti ed antagonisti più importanti, finendo così ad essere in trepidante attesa della volta in cui, due personaggi dalla volontà di ferro, si incontreranno e scontreranno, per vedere chi la spunta.
Vale la pena di dare un occhiata a questo anime che descrive in maniera interessante una vicenda in quello che definirei "l'opposto del vecchio west": quasi come ne fosse cugino, potremmo definire l'universo di "Golden Kamuy" come "il vecchio east".
I primi 12 episodi di "Golden Kamuy", distribuiti nella primavera 2018, costituiscono un’introduzione alla storia, ma pongono ottime premesse per la, già annunciata, continuazione della serie (non ho letto l’omonimo manga di Satoru Noda -ancora in corso - quindi queste impressioni sono riferite alla sola serie animata).
La storia ha inizio nel 1904 ed è ambientata nel freddo Hokkaido; dove Sugimoto, un ex-soldato sopravvissuto alla guerra russo-giapponese, sta tentando la fortuna come cercatore d’oro. Qui sente raccontare da un altro cercatore, ubriaco, una storia su una grande quantità d’oro accumulata da un gruppo di Ainu che sarebbe poi stata in seguito trafugata e nascosta da un misterioso uomo che, una volta arrestato, avrebbe tatuato su altri prigionieri una sorta di “mappa” per recuperare il tesoro. Inizia così l’avventura di Sugimoto che si mette in cerca dell’oro trafugato degli Ainu.
Il protagonista seppur soprannominato “Sugimoto L’immortale” non potrebbe sopravvivere nell’ambiente ostile delle foreste dell’Hokkaido; gli verrà in aiuto Asirpa, una ragazzina Ainu che è in cerca di risposte e di vendetta, dal momento che suo padre sembra essere stato ucciso al momento del furto dell’oro.
Il primo elemento che spicca è l’atmosfera da “avventura nel grande Nord” di ispirazione Londoniana, quindi la ricerca dell’oro, l’avidità umana, la lotta per la sopravvivenza, la sopraffazione degli avversari. Ma si affacciano altri elementi: il secondo, in ordine di tempo di presenza, è quello “culturale-educativo”, quindi l’ambientazione storica e le digressioni che consentono di curiosare nella cultura Ainu, di cui Asirpa si fa spesso portavoce, (anche se troppo spesso - per i miei gusti - si parla di cucina). A completare il quadro degli argomenti proposti ci sono altri due elementi: la comicità, anche demenziale, e un accenno di filone “sanguinolento-trash” che smorzano i toni epici e che ho trovato piuttosto gradevoli.
È decisamente riuscita l’inusuale coppia di protagonisti: Asirpa è un personaggio carismatico, è lucida, competente, determinata e al contempo ingenua e divertente. Sugimoto è sì un “duro”, ma (come chiarisce lui stesso) non è “assetato di sangue”: non vuole essere ucciso e quando si difende è efficace, pericoloso e determinatissimo, ma ha i suoi lati teneri (e se si tratta di uccidere animali è ben più esitante della piccola Ainu) e anche un buon senso dell’umorismo, che rende la sua conversazione piuttosto brillante. Sono un’ottima squadra e la loro alleanza è fondamentale in un ambiente così spietato, sia per il clima, sia per gli avversari che devono affrontare.
I personaggi che girano attorno ai protagonisti sono per lo più avversari (e qualche “alleato”, di cui è difficile stimare la lealtà), dipinti a tinte forti e fosche, in linea di massima dei convincenti “villain”.
Le animazioni sono di Geno Studio (che già avevo apprezzato nel precedente “Kokkoku”), e sono piuttosto ben fatte, con gli scenari naturali della bella isola molto ben resi, unica pecca: la computer grafica utilizzata per gli orsi che è fastidiosa in sé e che “stacca” troppo dal resto. Il doppiaggio è molto piacevole, così come la OST. La opening è molto evocativa, e fonde benissimo suono e immagini, bella anche la ending.
Consiglierei la visione a tutti coloro che hanno amato da piccoli “Zanna Bianca” e “Il richiamo della foresta”, che vogliono tornare un po’ a quelle atmosfere (c’è anche il lupo!) ma che sanno che passata l’infanzia un qualcosa di troppo epico suonerebbe eccessivo e quindi possano apprezzare i rapidi cambi di registro con intermezzi comici e trash.
La storia ha inizio nel 1904 ed è ambientata nel freddo Hokkaido; dove Sugimoto, un ex-soldato sopravvissuto alla guerra russo-giapponese, sta tentando la fortuna come cercatore d’oro. Qui sente raccontare da un altro cercatore, ubriaco, una storia su una grande quantità d’oro accumulata da un gruppo di Ainu che sarebbe poi stata in seguito trafugata e nascosta da un misterioso uomo che, una volta arrestato, avrebbe tatuato su altri prigionieri una sorta di “mappa” per recuperare il tesoro. Inizia così l’avventura di Sugimoto che si mette in cerca dell’oro trafugato degli Ainu.
Il protagonista seppur soprannominato “Sugimoto L’immortale” non potrebbe sopravvivere nell’ambiente ostile delle foreste dell’Hokkaido; gli verrà in aiuto Asirpa, una ragazzina Ainu che è in cerca di risposte e di vendetta, dal momento che suo padre sembra essere stato ucciso al momento del furto dell’oro.
Il primo elemento che spicca è l’atmosfera da “avventura nel grande Nord” di ispirazione Londoniana, quindi la ricerca dell’oro, l’avidità umana, la lotta per la sopravvivenza, la sopraffazione degli avversari. Ma si affacciano altri elementi: il secondo, in ordine di tempo di presenza, è quello “culturale-educativo”, quindi l’ambientazione storica e le digressioni che consentono di curiosare nella cultura Ainu, di cui Asirpa si fa spesso portavoce, (anche se troppo spesso - per i miei gusti - si parla di cucina). A completare il quadro degli argomenti proposti ci sono altri due elementi: la comicità, anche demenziale, e un accenno di filone “sanguinolento-trash” che smorzano i toni epici e che ho trovato piuttosto gradevoli.
È decisamente riuscita l’inusuale coppia di protagonisti: Asirpa è un personaggio carismatico, è lucida, competente, determinata e al contempo ingenua e divertente. Sugimoto è sì un “duro”, ma (come chiarisce lui stesso) non è “assetato di sangue”: non vuole essere ucciso e quando si difende è efficace, pericoloso e determinatissimo, ma ha i suoi lati teneri (e se si tratta di uccidere animali è ben più esitante della piccola Ainu) e anche un buon senso dell’umorismo, che rende la sua conversazione piuttosto brillante. Sono un’ottima squadra e la loro alleanza è fondamentale in un ambiente così spietato, sia per il clima, sia per gli avversari che devono affrontare.
I personaggi che girano attorno ai protagonisti sono per lo più avversari (e qualche “alleato”, di cui è difficile stimare la lealtà), dipinti a tinte forti e fosche, in linea di massima dei convincenti “villain”.
Le animazioni sono di Geno Studio (che già avevo apprezzato nel precedente “Kokkoku”), e sono piuttosto ben fatte, con gli scenari naturali della bella isola molto ben resi, unica pecca: la computer grafica utilizzata per gli orsi che è fastidiosa in sé e che “stacca” troppo dal resto. Il doppiaggio è molto piacevole, così come la OST. La opening è molto evocativa, e fonde benissimo suono e immagini, bella anche la ending.
Consiglierei la visione a tutti coloro che hanno amato da piccoli “Zanna Bianca” e “Il richiamo della foresta”, che vogliono tornare un po’ a quelle atmosfere (c’è anche il lupo!) ma che sanno che passata l’infanzia un qualcosa di troppo epico suonerebbe eccessivo e quindi possano apprezzare i rapidi cambi di registro con intermezzi comici e trash.