La malinconia di Haruhi Suzumiya (2009)
Sarebbe troppo facile liquidare “La malinconia di Haruhi Suzumiya” come un mediocre prodotto commerciale. Questo perché, nel farlo, si incorrerebbe nel grave errore di sottovalutare un’opera che, nel bene e nel male, è un vero cult della moderna animazione giapponese, capace di influenzare innumerevoli lavori successivi.
Prodotta dalla Kyoto Animation e basata sulla fortunata serie di light novel di Nagaru Tanigawa, la serie esce nel 2006, accanto a nomi di punta ancora oggi citati; su tutti basti richiamare alla memoria “Welcome to the NHK”, lavoro di ben altra caratura e spessore contenutistico. Questo non perché le disavventure della Brigata SOS non diano spunti di riflessione, bensì per via di una vistosa caratteristica che è anche cifra stilistica della serie, di cui ci si accorge sempre di più, man mano che proseguono gli episodi: “La malinconia di Haruhi Suzumiya” racconta il nulla e lo fa in una maniera talmente sfacciata e autoconsapevole, da trasformarla nel punto di forza attorno a cui costruire il suo dirompente successo.
Facendosi interprete principale della nuova generazione di otaku, quella immediatamente successiva all’altra cresciuta a pane ed "Evangelion", la serie ha furbamente saputo cavalcare l’onda della deriva culturale post-moderna, in cui tutt'oggi ci troviamo: il risultato è un’accozzaglia di parodie sterili, di vuote citazioni ad altri prodotti di successo e un mix di generi come la fantascienza, lo slice of life e la commedia scolastica, con l’unico scopo di ampliare il bacino di pubblico della serie stessa. Tutto è affrontato con superficialità, dai sentimenti dei personaggi agli argomenti pseudo-filosofici di cui è infarcita ogni puntata, con il chiaro intento di concentrare l’attenzione dello spettatore laddove si vuole che guardi: la sessualizzazione delle protagoniste femminili, tutte accattivanti e rappresentative di uno specifico stereotipo caratteriale, tanto caro al mondo otaku; abbiamo così la ragazza tsundere, quella dandere, la ragazza moe.
A tal proposito, è facile rintracciare l’altro peccato originale di cui la serie può fregiarsi: in “La malinconia di Haruhi Suzumiya” assistiamo alla definitiva legittimazione del concetto di moe, ulteriore strumento - già sdoganato ai tempi di “Neon Genesis Evangelion” - atto a catalizzare l’attenzione del pubblico, distogliendolo dalla completa vacuità contenutistica di certi prodotti d’intrattenimento. Occhi grandi, aspetto grazioso, purezza e innocenza sono le caratteristiche principali delle ragazze moe, abbondantemente impiegate in anime posteriori sempre a fini commerciali, con esiti ancor più disastrosi.
Non è affatto un caso, dunque, che il successo della serie sia proseguito fino ad oggi nelle forme più disparate e che attorno alla sua protagonista sia nato un vero e proprio culto, l’haruhismo: l'opera ha saputo incarnare i cliché tipici della narrativa anime, ammantandoli di un’aura mistica e parascientifica con argomenti sofisticati, rivelatisi poi specchietti per le allodole. Un po’ come aveva fatto lo stesso Anno in “Neon Genesis Evangelion” attraverso tutti i riferimenti esoterici e religiosi, ma con l’abissale differenza che, al di sotto di essi, una sostanza c’era eccome.
Insomma, è chiaro come tutto appaia pensato e costruito in modo da coinvolgere lo spettatore il più possibile, e la KyoAni ci mette indubbiamente del suo in questo: sfondi curatissimi, puliti e realistici fanno il paio con le animazioni dei personaggi che si attestano su alti livelli, rendendo “La malinconia di Haruhi Suzumiya” una delle produzioni tecniche più solide per gli standard dell’epoca.
All’autore dell’opera originale va invece il merito di aver creato l’elemento capace di farla distinguere dal marasma di epigoni: il punto di vista sulle vicende narrate è infatti quello dell’unico personaggio normale della storia, ossia il disilluso Kyon. Accanto a figure tanto stereotipate quanto stravaganti - la viaggiatrice nel tempo, il cyborg del futuro, l’esper misterioso - Kyon rappresenta il contatto con la realtà e incarna la condizione tipica del giovane moderno apatico e imbelle, incapace di prendere una decisione per dare una svolta alla sua vita, spesa nell’inattività e - non a caso - nella malinconia.
Malinconia che affonda le radici nella noia, di cui è vittima anche la stessa Haruhi, sentimento emblematico di una contemporaneità che è incapace di risvegliare le nostre coscienze, nonostante le migliaia di stimoli a cui ci sottopone. Tutto il discorso, sicuramente affascinante e ricco di spunti, viene però sacrificato nel prosieguo della serie sull’altare della trovata commerciale a tutti i costi, soffocato da situazioni scialbe e gag a ripetizione che non hanno il coraggio di valorizzare gli stimoli, ben presto accantonati. Non a caso, il prodotto migliore relativo al franchise resta il film conclusivo, in cui a farla da padrone sono gli argomenti poc’anzi citati.
Le osservazioni qui fatte si concentrano per forza sulla prima stagione dell’anime ed evito di dilungarmi troppo sulla seconda: semplicemente oscena, sia per l’inutilità delle puntate in sé, sia per la celeberrima trovata dell’“Endless Eight”, talmente assurda da risultare ancora oggi un escamotage commerciale incomprensibile.
Per concludere, dunque, è evidente come attraverso “La malinconia di Haruhi Suzumiya” sia possibile inquadrare un certo clima storico e culturale, motivo per cui la serie è da considerarsi un tassello importante per la storia dell’animazione, ma dall’altro lato è altrettanto evidente come essa sia stata il punto di partenza di un tracollo i cui strascichi si protraggono ancora oggi.
Prodotta dalla Kyoto Animation e basata sulla fortunata serie di light novel di Nagaru Tanigawa, la serie esce nel 2006, accanto a nomi di punta ancora oggi citati; su tutti basti richiamare alla memoria “Welcome to the NHK”, lavoro di ben altra caratura e spessore contenutistico. Questo non perché le disavventure della Brigata SOS non diano spunti di riflessione, bensì per via di una vistosa caratteristica che è anche cifra stilistica della serie, di cui ci si accorge sempre di più, man mano che proseguono gli episodi: “La malinconia di Haruhi Suzumiya” racconta il nulla e lo fa in una maniera talmente sfacciata e autoconsapevole, da trasformarla nel punto di forza attorno a cui costruire il suo dirompente successo.
Facendosi interprete principale della nuova generazione di otaku, quella immediatamente successiva all’altra cresciuta a pane ed "Evangelion", la serie ha furbamente saputo cavalcare l’onda della deriva culturale post-moderna, in cui tutt'oggi ci troviamo: il risultato è un’accozzaglia di parodie sterili, di vuote citazioni ad altri prodotti di successo e un mix di generi come la fantascienza, lo slice of life e la commedia scolastica, con l’unico scopo di ampliare il bacino di pubblico della serie stessa. Tutto è affrontato con superficialità, dai sentimenti dei personaggi agli argomenti pseudo-filosofici di cui è infarcita ogni puntata, con il chiaro intento di concentrare l’attenzione dello spettatore laddove si vuole che guardi: la sessualizzazione delle protagoniste femminili, tutte accattivanti e rappresentative di uno specifico stereotipo caratteriale, tanto caro al mondo otaku; abbiamo così la ragazza tsundere, quella dandere, la ragazza moe.
A tal proposito, è facile rintracciare l’altro peccato originale di cui la serie può fregiarsi: in “La malinconia di Haruhi Suzumiya” assistiamo alla definitiva legittimazione del concetto di moe, ulteriore strumento - già sdoganato ai tempi di “Neon Genesis Evangelion” - atto a catalizzare l’attenzione del pubblico, distogliendolo dalla completa vacuità contenutistica di certi prodotti d’intrattenimento. Occhi grandi, aspetto grazioso, purezza e innocenza sono le caratteristiche principali delle ragazze moe, abbondantemente impiegate in anime posteriori sempre a fini commerciali, con esiti ancor più disastrosi.
Non è affatto un caso, dunque, che il successo della serie sia proseguito fino ad oggi nelle forme più disparate e che attorno alla sua protagonista sia nato un vero e proprio culto, l’haruhismo: l'opera ha saputo incarnare i cliché tipici della narrativa anime, ammantandoli di un’aura mistica e parascientifica con argomenti sofisticati, rivelatisi poi specchietti per le allodole. Un po’ come aveva fatto lo stesso Anno in “Neon Genesis Evangelion” attraverso tutti i riferimenti esoterici e religiosi, ma con l’abissale differenza che, al di sotto di essi, una sostanza c’era eccome.
Insomma, è chiaro come tutto appaia pensato e costruito in modo da coinvolgere lo spettatore il più possibile, e la KyoAni ci mette indubbiamente del suo in questo: sfondi curatissimi, puliti e realistici fanno il paio con le animazioni dei personaggi che si attestano su alti livelli, rendendo “La malinconia di Haruhi Suzumiya” una delle produzioni tecniche più solide per gli standard dell’epoca.
All’autore dell’opera originale va invece il merito di aver creato l’elemento capace di farla distinguere dal marasma di epigoni: il punto di vista sulle vicende narrate è infatti quello dell’unico personaggio normale della storia, ossia il disilluso Kyon. Accanto a figure tanto stereotipate quanto stravaganti - la viaggiatrice nel tempo, il cyborg del futuro, l’esper misterioso - Kyon rappresenta il contatto con la realtà e incarna la condizione tipica del giovane moderno apatico e imbelle, incapace di prendere una decisione per dare una svolta alla sua vita, spesa nell’inattività e - non a caso - nella malinconia.
Malinconia che affonda le radici nella noia, di cui è vittima anche la stessa Haruhi, sentimento emblematico di una contemporaneità che è incapace di risvegliare le nostre coscienze, nonostante le migliaia di stimoli a cui ci sottopone. Tutto il discorso, sicuramente affascinante e ricco di spunti, viene però sacrificato nel prosieguo della serie sull’altare della trovata commerciale a tutti i costi, soffocato da situazioni scialbe e gag a ripetizione che non hanno il coraggio di valorizzare gli stimoli, ben presto accantonati. Non a caso, il prodotto migliore relativo al franchise resta il film conclusivo, in cui a farla da padrone sono gli argomenti poc’anzi citati.
Le osservazioni qui fatte si concentrano per forza sulla prima stagione dell’anime ed evito di dilungarmi troppo sulla seconda: semplicemente oscena, sia per l’inutilità delle puntate in sé, sia per la celeberrima trovata dell’“Endless Eight”, talmente assurda da risultare ancora oggi un escamotage commerciale incomprensibile.
Per concludere, dunque, è evidente come attraverso “La malinconia di Haruhi Suzumiya” sia possibile inquadrare un certo clima storico e culturale, motivo per cui la serie è da considerarsi un tassello importante per la storia dell’animazione, ma dall’altro lato è altrettanto evidente come essa sia stata il punto di partenza di un tracollo i cui strascichi si protraggono ancora oggi.
Spiazzante, non c'è altro termine per definire questo anime. Lo si può amare o odiare, ma non negare che sia spiazzante.
Già la protagonista va oltre ogni modello di studente presentato negli anime: quanti personaggi abbiamo visto dannarsi per essere bravi nello studio o in uno sport? Questa cugina di Gigi la Trottola, invece, è abilissima nello studio e in ogni disciplina sportiva, e quindi avrebbe tutti i motivi per essere felice. Invece è annoiata terribilmente, poiché non ci sono persone strane come esper, alieni ecc. Fonda un club scolastico per trovarne e viene circondata da un'esper, un'aliena e una viaggiatrice nel tempo, e ci si aspetterebbe quindi che inizi una storia in stile "X-Files". Invece, al contrario, costoro non si rivelano, lei non ne capisce la vera natura e continua a cercare ciò che renda la vita meno noiosa. Tutto logico, no?
Poi, come se non bastasse, la serie non è nemmeno umoristica alla "Excel Saga", il cui senso è non avere senso. Al contrario vuole essere adulta e avere meditazioni profonde. Una serie troppo seria per essere umoristica e troppo umoristica per essere seria? No davvero, poiché vuole essere seria e umoristica insieme, essere entrambe le cose e nessuna allo stesso tempo. Spiazzante, no?
Come se non bastasse, alla prima stagione vengono aggiunte altre quattordici puntate, non come seguito, ma inserendole spesso e volentieri tra gli episodi della prima e, dato che non basta, mettiamoci pure il loop temporale degli otto episodi. Se li avete visti, avrete capito, diversamente non va spiegato nulla, perché è solo vedendoli che si capisce il senso.
Come se non fosse ancora sufficiente, nel 2006 la prima stagione aveva addirittura sconfitto "Death Note" in un importante concorso. Non che questo significhi necessariamente qualcosa, dato che vincere un concorso non significa qualcosa necessariamente, come ci insegna "Mobile Battleship Nadesico", che nel 1996 aveva battuto "Neon Genesis Evangelion" come miglior anime dell'anno per il concorso Animage, ma fa comunque riflettere.
Detto questo, verrebbe voglia di arrendersi, di considerarla come un cartone animato che piace o meno a seconda dei gusti dello spettatore, un po' come la famosa danza bella e insensata che fa da ending alla fine della prima stagione. Insensata, ma che molti han parodiato su internet. Non posso non notare la domanda di fondo della serie, ovvero la domanda di cosa ci renda realmente felici, dato che una realizzazione studentesca, sportiva o lavorativa non sempre ci dà la felicità sperata. O il desiderio che tutti abbiamo provato di incontrare alieni o altro che ci movimenti la vita, vedi il caso del viaggiatore del tempo John Titor. O il sogno di poter avere qualcosa di ancora più potente della magia, ovvero la capacità di rendere reale qualsiasi nostro desiderio. Il tutto in contrapposizione alla domanda se la felicità non stia nel conquistare qualcosa di bello, invece che averlo magicamente su un piatto d'argento come per Haruhi e i suoi talenti sportivi.
Buona la caratterizzazione dei personaggi, che bucano davvero lo schermo. Grafica e regia buoni, come ci si aspetta dalla Kyoto Animation; sigle belle per la prima stagione, passabili per la seconda.
In definitiva, un anime che può meritare 10 come 0, ma che, data la profondità, personalmente valuto come un 7,5.
Già la protagonista va oltre ogni modello di studente presentato negli anime: quanti personaggi abbiamo visto dannarsi per essere bravi nello studio o in uno sport? Questa cugina di Gigi la Trottola, invece, è abilissima nello studio e in ogni disciplina sportiva, e quindi avrebbe tutti i motivi per essere felice. Invece è annoiata terribilmente, poiché non ci sono persone strane come esper, alieni ecc. Fonda un club scolastico per trovarne e viene circondata da un'esper, un'aliena e una viaggiatrice nel tempo, e ci si aspetterebbe quindi che inizi una storia in stile "X-Files". Invece, al contrario, costoro non si rivelano, lei non ne capisce la vera natura e continua a cercare ciò che renda la vita meno noiosa. Tutto logico, no?
Poi, come se non bastasse, la serie non è nemmeno umoristica alla "Excel Saga", il cui senso è non avere senso. Al contrario vuole essere adulta e avere meditazioni profonde. Una serie troppo seria per essere umoristica e troppo umoristica per essere seria? No davvero, poiché vuole essere seria e umoristica insieme, essere entrambe le cose e nessuna allo stesso tempo. Spiazzante, no?
Come se non bastasse, alla prima stagione vengono aggiunte altre quattordici puntate, non come seguito, ma inserendole spesso e volentieri tra gli episodi della prima e, dato che non basta, mettiamoci pure il loop temporale degli otto episodi. Se li avete visti, avrete capito, diversamente non va spiegato nulla, perché è solo vedendoli che si capisce il senso.
Come se non fosse ancora sufficiente, nel 2006 la prima stagione aveva addirittura sconfitto "Death Note" in un importante concorso. Non che questo significhi necessariamente qualcosa, dato che vincere un concorso non significa qualcosa necessariamente, come ci insegna "Mobile Battleship Nadesico", che nel 1996 aveva battuto "Neon Genesis Evangelion" come miglior anime dell'anno per il concorso Animage, ma fa comunque riflettere.
Detto questo, verrebbe voglia di arrendersi, di considerarla come un cartone animato che piace o meno a seconda dei gusti dello spettatore, un po' come la famosa danza bella e insensata che fa da ending alla fine della prima stagione. Insensata, ma che molti han parodiato su internet. Non posso non notare la domanda di fondo della serie, ovvero la domanda di cosa ci renda realmente felici, dato che una realizzazione studentesca, sportiva o lavorativa non sempre ci dà la felicità sperata. O il desiderio che tutti abbiamo provato di incontrare alieni o altro che ci movimenti la vita, vedi il caso del viaggiatore del tempo John Titor. O il sogno di poter avere qualcosa di ancora più potente della magia, ovvero la capacità di rendere reale qualsiasi nostro desiderio. Il tutto in contrapposizione alla domanda se la felicità non stia nel conquistare qualcosa di bello, invece che averlo magicamente su un piatto d'argento come per Haruhi e i suoi talenti sportivi.
Buona la caratterizzazione dei personaggi, che bucano davvero lo schermo. Grafica e regia buoni, come ci si aspetta dalla Kyoto Animation; sigle belle per la prima stagione, passabili per la seconda.
In definitiva, un anime che può meritare 10 come 0, ma che, data la profondità, personalmente valuto come un 7,5.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Che cos’è l’imprevedibilità? Beh, è semplice: ti immagini una cosa ed ecco che avviene qualcosa di talmente inaspettato che ti lascia di stucco.
Tra i molti nomi di anime famosi mi capitava spesso di leggere il nome di Haruhi Suzumiya; all’inizio credevo che fosse il classico anime scemo scolastico, ma, dato il fatto che era apparso nella lista delle produzioni della Kyoto Animation, che ha preso il mio interesse per via dei molti speciali di Animeclick.it, unito al fatto che la serie è tutt’oggi molto popolare fin dalla prima trasmissione, alla fine decisi di vederlo, e il risultato è che, cosa rara nel mio caso, ho dovuto dare ragioni alle voci. E perché? Perché l’anime è più scemo di quanto credevo, ma anche dannatamente imprevedibile e carismatico.
Se vi chiedete perché nel titolo c’è scritto 2009, è per il fatto che la serie ebbe in quell’anno una ritrasmissione con la serie originale (risalente al 2006) mischiata con quattordici puntate inedite che, unite alle quattordici originali, fanno in totale ventotto. Avendolo visto insieme alle puntate inedite, ho deciso di scrivere proprio sulla “serie del 2009”. Ed eccomi qui a dover fare i conti con “La malinconia di Haruhi Suzumiya”.
Protagonista della storia è Kyon, all'apparenza il classico ragazzo giapponese che comincia le superiori, se non fosse per il fatto di aver già sviluppato un atteggiamento da adulto. E già il primo giorno di scuola per il ragazzo diventa movimentato, quando tra i suoi compagni di classe finirà per interessarsi ad Haruhi Suzumiya, una ragazza evitata da tutti per i suoi modi di fare molto particolari, complice il bizzarro discorso di presentazione tenuto il primo giorno. Incuriosito dalla ragazza, Kyon decide di cominciare a parlarle, e il risultato è che i due diventano amici, suscitando la curiosità dei loro compagni. Avendo una persona di cui fidarsi, Haruhi rivela a Kyon che è annoiata dalla realtà in cui vive, e il suo unico desiderio è avere delle esperienza paranormali, e quindi, mediante un indiretto consiglio di Kyon, decide di fondare un club di ricerca di fenomeni paranormali chiamato “Brigata S.O.S” (S.O.S e un acronimo).
Ovviamente servono dei membri, e a finirci “trascinati” sono tre studenti: la prima è la taciturna lettrice (fa parte del club di lettura) Yuki Nagato; la seconda è la timida Mikuro Hasaina, che Haruhi “userà” come ragazza immagine; il terzo è il tranquillo Itsuki Koizumi, uno studente trasferito.
Peccato per Kyon che i tre ragazzi sono tipi tutt’altro che normali, poiché sono entità paranormali all’insaputa di Haruhi: Yuki infatti è una specie di interfaccia umanoide aliena, Hasaina è una viaggiatrice del tempo, mentre Itsuki è un esper. E tutti e tre sono apparsi per tenere d’occhio Haruhi; lei non lo sa, ma è una divinità, capace di modificare il mondo in base ai suoi pensieri e al suo stato d’animo, e in base ai suoi pensieri si vanno a formare bizzarri fenomeni paranormali che, se non vengono controllati, o Haruhi si annoierà a tal punto da definire noioso il mondo o... l’anno scolastico potrebbe finire molto prima del previsto.
L’anime quindi narra la bizzarra vita scolastica della brigata S.O.S alla ricerca di fenomeni paranormali creati involontariamente da Haruhi e prontamente fermati dagli altri membri, oltre a cercare d’impedire ad Haruhi di annoiarsi e provocare macelli, rendendo per Kyon l’anno scolastico molto più interessante del previsto.
L’anime punta su una componente all’insegna del bizzarro e dell’imprevedibilità. Meglio che non scriva nulla, lasciando a chi vuole vederlo il piacere di cosa potrà accadere; stessa cosa per i personaggi, ma vale la pena dire che la caratterizzazione di essi è alle stelle.
Graficamente il titolo è molto curato, si parla infatti della Kyoto Animation che è specializzata a tal riguardo; il characther design dei personaggi è molto sviluppato, specialmente per i personaggi femminili - Haruhi in primis - molto vicino al moe. La colonna sonora è all’insegna del vario, idem per opening ed ending - che variano se l’episodio risale al 2006 (con gli episodi originali) o al 2009 (se sono i quattordici inediti); dal momento che gli episodi originali sono stati portati in Italia da Dynit mentre quelli nuovi sono inediti, troviamo ottimi doppiaggi sia italiani che giapponesi.
“La malinconia di Haruhi Suzumiya” è di fatto la personificazione anime dell’imprevedibilità e del bizzarro, e ciò gli vale la fama che gli ruota intorno. Da consigliare senza riserve.
Che cos’è l’imprevedibilità? Beh, è semplice: ti immagini una cosa ed ecco che avviene qualcosa di talmente inaspettato che ti lascia di stucco.
Tra i molti nomi di anime famosi mi capitava spesso di leggere il nome di Haruhi Suzumiya; all’inizio credevo che fosse il classico anime scemo scolastico, ma, dato il fatto che era apparso nella lista delle produzioni della Kyoto Animation, che ha preso il mio interesse per via dei molti speciali di Animeclick.it, unito al fatto che la serie è tutt’oggi molto popolare fin dalla prima trasmissione, alla fine decisi di vederlo, e il risultato è che, cosa rara nel mio caso, ho dovuto dare ragioni alle voci. E perché? Perché l’anime è più scemo di quanto credevo, ma anche dannatamente imprevedibile e carismatico.
Se vi chiedete perché nel titolo c’è scritto 2009, è per il fatto che la serie ebbe in quell’anno una ritrasmissione con la serie originale (risalente al 2006) mischiata con quattordici puntate inedite che, unite alle quattordici originali, fanno in totale ventotto. Avendolo visto insieme alle puntate inedite, ho deciso di scrivere proprio sulla “serie del 2009”. Ed eccomi qui a dover fare i conti con “La malinconia di Haruhi Suzumiya”.
Protagonista della storia è Kyon, all'apparenza il classico ragazzo giapponese che comincia le superiori, se non fosse per il fatto di aver già sviluppato un atteggiamento da adulto. E già il primo giorno di scuola per il ragazzo diventa movimentato, quando tra i suoi compagni di classe finirà per interessarsi ad Haruhi Suzumiya, una ragazza evitata da tutti per i suoi modi di fare molto particolari, complice il bizzarro discorso di presentazione tenuto il primo giorno. Incuriosito dalla ragazza, Kyon decide di cominciare a parlarle, e il risultato è che i due diventano amici, suscitando la curiosità dei loro compagni. Avendo una persona di cui fidarsi, Haruhi rivela a Kyon che è annoiata dalla realtà in cui vive, e il suo unico desiderio è avere delle esperienza paranormali, e quindi, mediante un indiretto consiglio di Kyon, decide di fondare un club di ricerca di fenomeni paranormali chiamato “Brigata S.O.S” (S.O.S e un acronimo).
Ovviamente servono dei membri, e a finirci “trascinati” sono tre studenti: la prima è la taciturna lettrice (fa parte del club di lettura) Yuki Nagato; la seconda è la timida Mikuro Hasaina, che Haruhi “userà” come ragazza immagine; il terzo è il tranquillo Itsuki Koizumi, uno studente trasferito.
Peccato per Kyon che i tre ragazzi sono tipi tutt’altro che normali, poiché sono entità paranormali all’insaputa di Haruhi: Yuki infatti è una specie di interfaccia umanoide aliena, Hasaina è una viaggiatrice del tempo, mentre Itsuki è un esper. E tutti e tre sono apparsi per tenere d’occhio Haruhi; lei non lo sa, ma è una divinità, capace di modificare il mondo in base ai suoi pensieri e al suo stato d’animo, e in base ai suoi pensieri si vanno a formare bizzarri fenomeni paranormali che, se non vengono controllati, o Haruhi si annoierà a tal punto da definire noioso il mondo o... l’anno scolastico potrebbe finire molto prima del previsto.
L’anime quindi narra la bizzarra vita scolastica della brigata S.O.S alla ricerca di fenomeni paranormali creati involontariamente da Haruhi e prontamente fermati dagli altri membri, oltre a cercare d’impedire ad Haruhi di annoiarsi e provocare macelli, rendendo per Kyon l’anno scolastico molto più interessante del previsto.
L’anime punta su una componente all’insegna del bizzarro e dell’imprevedibilità. Meglio che non scriva nulla, lasciando a chi vuole vederlo il piacere di cosa potrà accadere; stessa cosa per i personaggi, ma vale la pena dire che la caratterizzazione di essi è alle stelle.
Graficamente il titolo è molto curato, si parla infatti della Kyoto Animation che è specializzata a tal riguardo; il characther design dei personaggi è molto sviluppato, specialmente per i personaggi femminili - Haruhi in primis - molto vicino al moe. La colonna sonora è all’insegna del vario, idem per opening ed ending - che variano se l’episodio risale al 2006 (con gli episodi originali) o al 2009 (se sono i quattordici inediti); dal momento che gli episodi originali sono stati portati in Italia da Dynit mentre quelli nuovi sono inediti, troviamo ottimi doppiaggi sia italiani che giapponesi.
“La malinconia di Haruhi Suzumiya” è di fatto la personificazione anime dell’imprevedibilità e del bizzarro, e ciò gli vale la fama che gli ruota intorno. Da consigliare senza riserve.
"La malinconia di Haruhi Suzumiya" è un anime molto popolare che evoca curiosità già a partire dal titolo, così stranamente enigmatico, eppure così apparentemente semplice. Certamente è un'opera d'animazione che fa discutere, divide tra chi lo considera un capolavoro e chi lo denigra, bocciandolo spudoratamente. Qual è la novità, starete pensando? Probabilmente nessuna, ma alcuni aspetti della storia e determinati personaggi della serie in merito sono assolutamente caratteristici, unici nel proprio genere; non per niente il personaggio di Haruhi Suzumiya è divenuto tanto famoso nei sondaggi di popolarità e si è posto come simbolo di una parodia specificatamente peculiare, della quale non posso scrivere, se no svelerei il tratto fondamentale dell'intera opera.
La trama ruota, ovviamente e letteralmente, attorno a una ragazza eccentrica: tale è Suzumiya, che appare sempre annoiata, insoddisfatta, malgrado sia brava a scuola e sia pure una bella ragazza. D'altronde ognuno di noi ha i propri sogni e obiettivi, certo è che quelli della protagonista sono sbalorditivi: lei desidera avere a che fare con alieni, persone provenienti dal futuro e sensitivi, non nutrendo invece alcun interesse verso gli esseri umani.
Da qui se ne vedranno di tutti i colori, ma le carte principali saranno svelate in maniera superficiale, preferendo piuttosto dare maggior importanza alla comicità spaventosa della protagonista e dei suoi "seguaci", ossia la brigata SOS. Questo elemento è da un lato favorevole, perché consente di divertire spesso e volentieri, sebbene a volte risulti esageratamente ripetitivo nelle dinamiche e nelle situazioni di fondo, mentre dall'altro lato penalizza fortemente la trama di fondo, accennata e forse davvero sempliciotta (volutamente?), nonostante si cerchi di mascherare il tutto colloquiando di concetti fisici avanzati, ad esempio spazio-tempo, teoria della relatività e altri concetti complessi che, però, qui vengono portati all'estremo, superando di netto la realtà. C'è anche da aggiungere che la storia principale non termina qui, essendo queste ventotto puntate soltanto la trasposizione animata delle prime light novel, ovvero l'opera principale, perciò sotto questo piano non pretendo eccessivamente.
Tuttavia critico fortemente, associandomi alle altre critiche in merito, le otto puntate denominate Endless Eight, puntate sostanzialmente identiche che mettono a dura prova la lucidità mentale dello spettatore, incentivato dopo le prime due-tre ad oltrepassare le altre, poiché veramente sono adatte a maniaci delle peculiarità e a fanatici, non per i comuni mortali. Posso capire farne due-tre, ma otto sono un fatto negativo, senza attenuanti generiche. Il loop temporale è abusato da tante opere d'animazione (e non), che risultano comunque piuttosto godibili e diversificate tra loro, dunque tutto l'opposto di ciò che accade in questo anime.
Per il resto della trama si alternano saghe godibili e indovinate ("Il sospiro di...", "La malinconia di...") ad altre rivedibili e noiose che fanno pensare a un pressappochismo generale. Non critico neanche i buchi di trama e situazioni abbastanza irreali che, pur in un contesto irreale, dovrebbero essere un attimino serie (vedi la risoluzione del nominato Endless Eight).
I personaggi sono il punto forte dell'anime. Innanzitutto Suzumiya è un personaggio diabolico nella sua creazione, perché ha un risalto unico nel suo genere, pontificato dall'aura di mistero che emana, associata a comportamenti stravaganti e anormali per una normale liceale. Premesso ciò, il bello di questo personaggio, a parte la simpatia, è che si è riusciti a trasformare un personaggio, persino normale nella sua anormalità, in un'icona di costume oltre che punto di riferimento nei confronti degli altri personaggi femminili, di questo anime e non solo. In effetti, parlandoci chiaro, Haruhi senza il suo segreto e senza i propri poteri cosa sarebbe? Semplicemente una normale stramba ragazza, eccentrica, avente la pretesa di dettare legge su tutto e tutti. Naturale poi che la caratterizzazione certosina della sua personalità, le velate (ma non tanto) battute che fa sono piacevoli e permettono di comprendere a pieno lo scopo della serie, specialmente della parodia preponderante riservata alla stessa protagonista. Non voglio anticipare nient'altro su di lei, ma basti sapere che ci sono velati riferimenti, giocosi e secondo me nemmeno dissacranti, alla religione, alla figura di una divinità, immaginandola in una maniera atipica o semplicemente, forse, più umana di quanto si possa pensare.
Passando agli altri personaggi, Kyon è il coprotagonista della serie, persona più vicina ad Haruhi e narratore dell'intera vicenda. E' un ragazzo piacevole, l'unico ad essere realmente normale nel gruppo della brigata SOS, aiuta lo spettatore ad essere coinvolto nella storia, ponendosi le stesse identiche domande che ci poniamo noi durante la visione. Inoltre, le sue battute di spirito (a volte mezze verità) non possono che divertire ed essere approvate. Sempre lui è il protagonista indiscusso di palesi riferimenti a celebri opere dell'animazione giapponese come "Gundam", "Evangelion" e "Full Metal Panic". Insomma, un personaggio a tutto tondo, perfetto nel suo ruolo.
Gli altri personaggi principali sono Yuku Nagato, ragazza intrigante, misteriosa e che attira il sottoscritto per la sua caratterizzazione, apparentemente piatta e semplice, bensì profondamente complessa e priva di chiavi di volta superficiali. Aggiungo che è ispirata sia esteticamente sia nella personalità a Rei Ayanami, celebre personaggio di "Neon Genesis Evangelion", facendo quindi parte di quel filone di personaggi nati dopo il 1995 e quasi simbiotici.
In seguito cito la dolcissima Mikuru, di certo il soggetto più tenero dell'opera. Ispira continuamente voglia di abbracciarla, anzi ispira un vero senso di protezione, essendo così indifesa. Nasconde un segreto abbastanza enigmatico e poco approfondito, però alcune puntate sono piacevoli anche (e soprattutto) per merito suo. Degna di menzione è la celebre, ricorrente, sequenza di parole "informazione riservata", piazzata dappertutto come se fosse un qualcosa di serio, quando probabilmente, in realtà, è una forma di auto-censura di un'informazione non di primaria importanza come si potrebbe credere.
Infine menziono il buon Koizumi, il più anonimo dei personaggi principali che a volte lascia trasparire segreti inconfessabili, ma non imprime la carica dei compagni. Preferisce sorridere e assecondare il tutto, esentandosi da intervenire direttamente, a meno di urgenze imposte da altre persone.
Il lato tecnico è carino e può andare bene. Mi sarei aspettato un pochino di più dai disegni dei personaggi e in quelli delle ambientazioni, le quali sono spartane e anonime, comunque sia le animazioni sono di buon livello e non si notano gravi errori.
Le musiche sono più che buone, allietano la visione trasmettendo positività e allegria, inoltre ottime sono le canzoni della doppiatrice di Haruhi, Aya Hirano, che canta sia le sigle di apertura e chiusura (simpaticissime) nonché un brano originale durante la serie che sorprende per intensità e carica di energia. Promosse!
Il doppiaggio è ottimo in entrambe le versioni: la prima serie l'ho vista in italiano e ho gradito tutte le interpretazioni, avendo cercato di immedesimarsi nei personaggi dell'anime. Ottimo anche il doppiaggio giapponese, nel quale preferisco la doppiatrice di Mikuru, Yuko Goto, bravissima nell'interpretare la dolcezza, la paura e la timidezza del personaggio.
Cosa rimane di questo anime? E' un anime consigliato a chi desidera soddisfare la curiosità che si cela dietro a Suzumiya Haruhi, soddisfare una curiosità impellente e magari frutto di screen visti in giro per il web o in altri contesti. Personalmente mi è piaciuto solo in parte, dunque la sufficienza piena la ottiene, ma mi dispiace anche constatare il non poter andare oltre il 6. Mi sarei aspettato maggior brio dalla storia, meno ripetitività nelle situazioni e colpi di scena costruiti su fondamenta solide. Sufficiente ma non esaustivo!
La trama ruota, ovviamente e letteralmente, attorno a una ragazza eccentrica: tale è Suzumiya, che appare sempre annoiata, insoddisfatta, malgrado sia brava a scuola e sia pure una bella ragazza. D'altronde ognuno di noi ha i propri sogni e obiettivi, certo è che quelli della protagonista sono sbalorditivi: lei desidera avere a che fare con alieni, persone provenienti dal futuro e sensitivi, non nutrendo invece alcun interesse verso gli esseri umani.
Da qui se ne vedranno di tutti i colori, ma le carte principali saranno svelate in maniera superficiale, preferendo piuttosto dare maggior importanza alla comicità spaventosa della protagonista e dei suoi "seguaci", ossia la brigata SOS. Questo elemento è da un lato favorevole, perché consente di divertire spesso e volentieri, sebbene a volte risulti esageratamente ripetitivo nelle dinamiche e nelle situazioni di fondo, mentre dall'altro lato penalizza fortemente la trama di fondo, accennata e forse davvero sempliciotta (volutamente?), nonostante si cerchi di mascherare il tutto colloquiando di concetti fisici avanzati, ad esempio spazio-tempo, teoria della relatività e altri concetti complessi che, però, qui vengono portati all'estremo, superando di netto la realtà. C'è anche da aggiungere che la storia principale non termina qui, essendo queste ventotto puntate soltanto la trasposizione animata delle prime light novel, ovvero l'opera principale, perciò sotto questo piano non pretendo eccessivamente.
Tuttavia critico fortemente, associandomi alle altre critiche in merito, le otto puntate denominate Endless Eight, puntate sostanzialmente identiche che mettono a dura prova la lucidità mentale dello spettatore, incentivato dopo le prime due-tre ad oltrepassare le altre, poiché veramente sono adatte a maniaci delle peculiarità e a fanatici, non per i comuni mortali. Posso capire farne due-tre, ma otto sono un fatto negativo, senza attenuanti generiche. Il loop temporale è abusato da tante opere d'animazione (e non), che risultano comunque piuttosto godibili e diversificate tra loro, dunque tutto l'opposto di ciò che accade in questo anime.
Per il resto della trama si alternano saghe godibili e indovinate ("Il sospiro di...", "La malinconia di...") ad altre rivedibili e noiose che fanno pensare a un pressappochismo generale. Non critico neanche i buchi di trama e situazioni abbastanza irreali che, pur in un contesto irreale, dovrebbero essere un attimino serie (vedi la risoluzione del nominato Endless Eight).
I personaggi sono il punto forte dell'anime. Innanzitutto Suzumiya è un personaggio diabolico nella sua creazione, perché ha un risalto unico nel suo genere, pontificato dall'aura di mistero che emana, associata a comportamenti stravaganti e anormali per una normale liceale. Premesso ciò, il bello di questo personaggio, a parte la simpatia, è che si è riusciti a trasformare un personaggio, persino normale nella sua anormalità, in un'icona di costume oltre che punto di riferimento nei confronti degli altri personaggi femminili, di questo anime e non solo. In effetti, parlandoci chiaro, Haruhi senza il suo segreto e senza i propri poteri cosa sarebbe? Semplicemente una normale stramba ragazza, eccentrica, avente la pretesa di dettare legge su tutto e tutti. Naturale poi che la caratterizzazione certosina della sua personalità, le velate (ma non tanto) battute che fa sono piacevoli e permettono di comprendere a pieno lo scopo della serie, specialmente della parodia preponderante riservata alla stessa protagonista. Non voglio anticipare nient'altro su di lei, ma basti sapere che ci sono velati riferimenti, giocosi e secondo me nemmeno dissacranti, alla religione, alla figura di una divinità, immaginandola in una maniera atipica o semplicemente, forse, più umana di quanto si possa pensare.
Passando agli altri personaggi, Kyon è il coprotagonista della serie, persona più vicina ad Haruhi e narratore dell'intera vicenda. E' un ragazzo piacevole, l'unico ad essere realmente normale nel gruppo della brigata SOS, aiuta lo spettatore ad essere coinvolto nella storia, ponendosi le stesse identiche domande che ci poniamo noi durante la visione. Inoltre, le sue battute di spirito (a volte mezze verità) non possono che divertire ed essere approvate. Sempre lui è il protagonista indiscusso di palesi riferimenti a celebri opere dell'animazione giapponese come "Gundam", "Evangelion" e "Full Metal Panic". Insomma, un personaggio a tutto tondo, perfetto nel suo ruolo.
Gli altri personaggi principali sono Yuku Nagato, ragazza intrigante, misteriosa e che attira il sottoscritto per la sua caratterizzazione, apparentemente piatta e semplice, bensì profondamente complessa e priva di chiavi di volta superficiali. Aggiungo che è ispirata sia esteticamente sia nella personalità a Rei Ayanami, celebre personaggio di "Neon Genesis Evangelion", facendo quindi parte di quel filone di personaggi nati dopo il 1995 e quasi simbiotici.
In seguito cito la dolcissima Mikuru, di certo il soggetto più tenero dell'opera. Ispira continuamente voglia di abbracciarla, anzi ispira un vero senso di protezione, essendo così indifesa. Nasconde un segreto abbastanza enigmatico e poco approfondito, però alcune puntate sono piacevoli anche (e soprattutto) per merito suo. Degna di menzione è la celebre, ricorrente, sequenza di parole "informazione riservata", piazzata dappertutto come se fosse un qualcosa di serio, quando probabilmente, in realtà, è una forma di auto-censura di un'informazione non di primaria importanza come si potrebbe credere.
Infine menziono il buon Koizumi, il più anonimo dei personaggi principali che a volte lascia trasparire segreti inconfessabili, ma non imprime la carica dei compagni. Preferisce sorridere e assecondare il tutto, esentandosi da intervenire direttamente, a meno di urgenze imposte da altre persone.
Il lato tecnico è carino e può andare bene. Mi sarei aspettato un pochino di più dai disegni dei personaggi e in quelli delle ambientazioni, le quali sono spartane e anonime, comunque sia le animazioni sono di buon livello e non si notano gravi errori.
Le musiche sono più che buone, allietano la visione trasmettendo positività e allegria, inoltre ottime sono le canzoni della doppiatrice di Haruhi, Aya Hirano, che canta sia le sigle di apertura e chiusura (simpaticissime) nonché un brano originale durante la serie che sorprende per intensità e carica di energia. Promosse!
Il doppiaggio è ottimo in entrambe le versioni: la prima serie l'ho vista in italiano e ho gradito tutte le interpretazioni, avendo cercato di immedesimarsi nei personaggi dell'anime. Ottimo anche il doppiaggio giapponese, nel quale preferisco la doppiatrice di Mikuru, Yuko Goto, bravissima nell'interpretare la dolcezza, la paura e la timidezza del personaggio.
Cosa rimane di questo anime? E' un anime consigliato a chi desidera soddisfare la curiosità che si cela dietro a Suzumiya Haruhi, soddisfare una curiosità impellente e magari frutto di screen visti in giro per il web o in altri contesti. Personalmente mi è piaciuto solo in parte, dunque la sufficienza piena la ottiene, ma mi dispiace anche constatare il non poter andare oltre il 6. Mi sarei aspettato maggior brio dalla storia, meno ripetitività nelle situazioni e colpi di scena costruiti su fondamenta solide. Sufficiente ma non esaustivo!
Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler per tutti colori che non abbiano visionato la prima serie
"La Malinconia di Haruhi Suzumiya (2009)", anime del (per l'appunto) 2009 composto da ventotto episodi, non costituisce un sequel dell'omonima serie del 2006, quanto, piuttosto, una sorta di completamento: quattordici episodi sono, infatti, gli stessi della prima stagione, intervallati però dalle nuove puntate, le quali aiutano a comprendere meglio alcuni riferimenti e frasi che, in precedenza, erano letteralmente caduti nel vuoto e per mostrare alcuni eventi i cui effetti erano ben evidenti nella serie originale.
L'inizio e il finale sono rimasti invariati, così come i protagonisti:
- Haruhi Suzumiya è la scoppiettante e invasata presidentessa della Brigata SOS, nonché una sottospecie di divinità, capace di manipolare il tempo e lo spazio a proprio piacimento, cosa che l'ha rapidamente resa un interessante soggetto di osservazione per alcuni individui fuori dal comune;
- Mikuru Asahina, formosa viaggiatrice del tempo, timidissima e fifona, è la principale vittima delle molestie sessuali di Haruhi e dell'insana passione di quest'ultima per il cosplay;
- Yuki Nagato, interfaccia umanoide inviata da un'Entità Integrata di Dati, è un'Osservatrice dall'aspetto di una loli con atteggiamenti da soprammobile;
- Koizumi, esper belloccio e frivolo, possiede il potere dell'eterno sorriso, anche se, a volte, sembra nascondere qualcosa;
- Kyon rappresenta l'unico barlume di normalità dell'intera combriccola. E' costantemente in conflitto con la natura esuberante e dispotica di Haruhi e cerca di convivere serenamente con le rivelazioni fantascientifiche dei restanti membri della Brigata.
Come affermato sopra, l'unica differenza con la serie del 2006 è l'inserimento di quattordici nuovi episodi, in cui a farla da padrona è indubbiamente la componente sovrannaturale: viaggi nel passato, infiniti loop temporali e modificazioni estreme dell'universo attuale, con un'accentuata fusione tra il mondo realistico e quello della fantasia. Infatti, laddove "La Malinconia di Haruhi Suzumiya" riguardava per lo più la vita scolastica, tutto sommato tradizionale (ad eccezione di brevi casi), dei personaggi principali, il suo successore li trascina in situazioni ben oltre i confini della realtà, in balia della volontà e dei poteri della protagonista.
Queste nuove puntate non hanno una vera utilità ai fini della trama e li ho trovati più che altro funzionali a una dimostrazione più completa delle doti di Haruhi e a un approfondimento dei rapporti tra i personaggi, grazie a nuove interazioni, alcune delle quali davvero intriganti e soddisfacenti, decisamente meno statiche.
Per il resto, l'introspezione psicologica è rimasta identica, più curata per Kyon e Haruhi (mai così antipatica e dittatrice) e più superficiale per i restanti componenti della Brigata SOS, nei confronti dei quali non si può non provare una fortissima compassione, per la loro condizione miserabilmente sottomessa alla loro presidentessa. Il loro timore di una reazione violenta della Suzumiya, resa ancor più devastante dai suoi spaventosi poteri, impedisce loro di opporsi e insegnarle ad essere più matura e comprensiva.
Dal punto di vista tecnico, le animazioni hanno conservato la caratteristica fluidità e plasticità.
La colonna sonora è sempre molto orecchiabile e le nuove sigle sono vivaci e in linea con le precedenti, sebbene un filo inferiori, a mio parere. Il doppiaggio originale è piuttosto buono, anche se, rispetto a quello italiano, dona ai personaggi un'aria leggermente differente: Haruhi ha un tono di voce meno aggressivo, mentre Mikuru appare come più lamentosa e Kyon più anonimo.
Il design dei personaggi è molto gradevole e curato e risulta ulteriormente addolcito e 'moeggiante', mentre le ambientazioni sono precise e ricche di dettagli. Anche in questo caso c'è un minimo ricorso aduna discreta CG. Anche i giochi di luci e ombre sono più sofisticati.
Per quanto riguarda i contenuti, non è possibile non menzionare l'arco narrativo dell'Endless Eight: insoddisfatta dalle comunque numerose e intense attività estive, l'inconsapevole Haruhi darà vita a un ciclo temporale che si ripete all'infinito, costringendo i suoi compagni a rivivere le stesse esperienze migliaia di volte, per poi resettare il tutto, memorie comprese. Della durata complessiva di ben otto episodi, questa mini-saga mette a dura prova lo spettatore, mostrandogli gli stessi avvenimenti, seppur lievemente modificati ogni volta. Nonostante l'azzeramento della memoria, i personaggi non sono immuni a déjà-vu e al riaffioramento di sporadici ricordi, resi alla perfezione da distorsioni grafiche e cromatiche. Il senso di straniamento e disorientamento che affligge i protagonisti è, così, facilmente percepibile e viene trasmesso efficacemente a chiunque abbia deciso di sorbirsi coraggiosamente tutte le puntate.
Nel complesso, "La Malinconia di Haruhi Suzumiya (2009)", considerando anche gli episodi ripresi dalla prima serie, ne riconferma il livello qualitativo, tecnico e di sceneggiatura. Sul piano della trama risulta inferiore, non aggiungendo niente di nuovo, il che provoca un certo senso di sconforto in chi si aspettava qualche rivelazione o avanzamento, ma riesce sicuramente a contribuire in modo significativo a rendere i personaggi più credibili e umani, mostrandone le relazioni nella loro interezza. Considerando anche la risoluzione di alcune situazioni che sembrano incomprensibili nella prima stagione, questo anime si propone come un'opera abbastanza interessante, divertente, snervante ed emozionante.
"La Malinconia di Haruhi Suzumiya (2009)", anime del (per l'appunto) 2009 composto da ventotto episodi, non costituisce un sequel dell'omonima serie del 2006, quanto, piuttosto, una sorta di completamento: quattordici episodi sono, infatti, gli stessi della prima stagione, intervallati però dalle nuove puntate, le quali aiutano a comprendere meglio alcuni riferimenti e frasi che, in precedenza, erano letteralmente caduti nel vuoto e per mostrare alcuni eventi i cui effetti erano ben evidenti nella serie originale.
L'inizio e il finale sono rimasti invariati, così come i protagonisti:
- Haruhi Suzumiya è la scoppiettante e invasata presidentessa della Brigata SOS, nonché una sottospecie di divinità, capace di manipolare il tempo e lo spazio a proprio piacimento, cosa che l'ha rapidamente resa un interessante soggetto di osservazione per alcuni individui fuori dal comune;
- Mikuru Asahina, formosa viaggiatrice del tempo, timidissima e fifona, è la principale vittima delle molestie sessuali di Haruhi e dell'insana passione di quest'ultima per il cosplay;
- Yuki Nagato, interfaccia umanoide inviata da un'Entità Integrata di Dati, è un'Osservatrice dall'aspetto di una loli con atteggiamenti da soprammobile;
- Koizumi, esper belloccio e frivolo, possiede il potere dell'eterno sorriso, anche se, a volte, sembra nascondere qualcosa;
- Kyon rappresenta l'unico barlume di normalità dell'intera combriccola. E' costantemente in conflitto con la natura esuberante e dispotica di Haruhi e cerca di convivere serenamente con le rivelazioni fantascientifiche dei restanti membri della Brigata.
Come affermato sopra, l'unica differenza con la serie del 2006 è l'inserimento di quattordici nuovi episodi, in cui a farla da padrona è indubbiamente la componente sovrannaturale: viaggi nel passato, infiniti loop temporali e modificazioni estreme dell'universo attuale, con un'accentuata fusione tra il mondo realistico e quello della fantasia. Infatti, laddove "La Malinconia di Haruhi Suzumiya" riguardava per lo più la vita scolastica, tutto sommato tradizionale (ad eccezione di brevi casi), dei personaggi principali, il suo successore li trascina in situazioni ben oltre i confini della realtà, in balia della volontà e dei poteri della protagonista.
Queste nuove puntate non hanno una vera utilità ai fini della trama e li ho trovati più che altro funzionali a una dimostrazione più completa delle doti di Haruhi e a un approfondimento dei rapporti tra i personaggi, grazie a nuove interazioni, alcune delle quali davvero intriganti e soddisfacenti, decisamente meno statiche.
Per il resto, l'introspezione psicologica è rimasta identica, più curata per Kyon e Haruhi (mai così antipatica e dittatrice) e più superficiale per i restanti componenti della Brigata SOS, nei confronti dei quali non si può non provare una fortissima compassione, per la loro condizione miserabilmente sottomessa alla loro presidentessa. Il loro timore di una reazione violenta della Suzumiya, resa ancor più devastante dai suoi spaventosi poteri, impedisce loro di opporsi e insegnarle ad essere più matura e comprensiva.
Dal punto di vista tecnico, le animazioni hanno conservato la caratteristica fluidità e plasticità.
La colonna sonora è sempre molto orecchiabile e le nuove sigle sono vivaci e in linea con le precedenti, sebbene un filo inferiori, a mio parere. Il doppiaggio originale è piuttosto buono, anche se, rispetto a quello italiano, dona ai personaggi un'aria leggermente differente: Haruhi ha un tono di voce meno aggressivo, mentre Mikuru appare come più lamentosa e Kyon più anonimo.
Il design dei personaggi è molto gradevole e curato e risulta ulteriormente addolcito e 'moeggiante', mentre le ambientazioni sono precise e ricche di dettagli. Anche in questo caso c'è un minimo ricorso aduna discreta CG. Anche i giochi di luci e ombre sono più sofisticati.
Per quanto riguarda i contenuti, non è possibile non menzionare l'arco narrativo dell'Endless Eight: insoddisfatta dalle comunque numerose e intense attività estive, l'inconsapevole Haruhi darà vita a un ciclo temporale che si ripete all'infinito, costringendo i suoi compagni a rivivere le stesse esperienze migliaia di volte, per poi resettare il tutto, memorie comprese. Della durata complessiva di ben otto episodi, questa mini-saga mette a dura prova lo spettatore, mostrandogli gli stessi avvenimenti, seppur lievemente modificati ogni volta. Nonostante l'azzeramento della memoria, i personaggi non sono immuni a déjà-vu e al riaffioramento di sporadici ricordi, resi alla perfezione da distorsioni grafiche e cromatiche. Il senso di straniamento e disorientamento che affligge i protagonisti è, così, facilmente percepibile e viene trasmesso efficacemente a chiunque abbia deciso di sorbirsi coraggiosamente tutte le puntate.
Nel complesso, "La Malinconia di Haruhi Suzumiya (2009)", considerando anche gli episodi ripresi dalla prima serie, ne riconferma il livello qualitativo, tecnico e di sceneggiatura. Sul piano della trama risulta inferiore, non aggiungendo niente di nuovo, il che provoca un certo senso di sconforto in chi si aspettava qualche rivelazione o avanzamento, ma riesce sicuramente a contribuire in modo significativo a rendere i personaggi più credibili e umani, mostrandone le relazioni nella loro interezza. Considerando anche la risoluzione di alcune situazioni che sembrano incomprensibili nella prima stagione, questo anime si propone come un'opera abbastanza interessante, divertente, snervante ed emozionante.
Recensione molto di parte: per me quest'anime è la perfezione.
"La Malinconia di Haruhi Suzumiya" semplicemente è ciò che ogni sognatore dovrebbe amare. Ogni persona che crede nei sogni e nella speranza dovrebbe essere un "haruhista" (come il sottoscritto).
Non starò a parlare della trama, ma del messaggio di quest'opera.
Non avete mai pensato che la vostra vita fosse troppo piatta e monotona? Non vi siete mai detti "maledizione perché non posso avverare i miei sogni, perché questo mondo è troppo razionale?". Su, otaku, è ovvio che sia così, sennò la maggior parte di voi nemmeno starebbe in questo sito. Non vorreste poter piegare questo mondo al vostro volere? Che alieni, esper, viaggiatori del tempo, mostri di chissà quale dimensione e tutto ciò che voi siete capaci di pensare, possano prendere vita? Ripeto: non ditemi di no.
Questo è "La Malinconia di Haruhi Suzumiya". Parlo nuovamente a voi. "La Malinconia", volete dirmi che non avete mai vissuto questa malinconia? Non vi siete mai soffermati guardando il cielo e con un sorriso spento continuare la vostra strada, consci che nulla di significativo accadrà? Magari io sarò il pazzo, ma per me è così, assolutamente così.
I contenuti di quest'anime comunque "vanno oltre": abbiamo momenti di pura ilarità, di buonissima musica - Dio solo sa quanto quella canzone sia meravigliosa -, momenti di altissimo livello filosofico - lo conoscete il principio antropico? - e anche discussioni teologiche non da poco, e molto molto altro.
"La Malinconia di Haruhi Suzumiya" non è un'opera convenzionale, tutt'altro. Non ammicca eccessivamente ai fan... Be', certo, le forme prosperose di Mikuru e della stessa Haruhi attirano non poco i ragazzi, ma per dimostrare quanto quest'opera sia controversa mi basta dire due parole, due parole che fanno tremare moltissimi: Endless Eight. Per molti è la cosa peggiore che sia mai esistita, per altri solo puntate da skippare e qualcuno arriva a odiare quest'anime per quelle puntate. Per me è pura meraviglia. Certo, io magari sono cresciuto con David Lynch, quindi sono predisposto da me all'assurdo, ma dove trovate un anime che arriva a creare qualcosa come il tanto odiato E8? Quanto può essere immensa la felicità nel sentire Kyon dire quella famigerata frase, tanto banale quanto epica, che pone fine al tutto?
Non conosco, e forse è più mia ignoranza che altro, nessun altro disposto a osare tanto e chi si mette in gioco solo per mettere alla prova il proprio estro andando fuori ogni tipo di canone merita amore, perché solo i geni sono capaci di ciò e il mondo senza i geni non andrà mai da nessuna parte.
Io amo (non si era capito) quest'anime. Io sarò esagerato, ho creato la pagina su FaceBook, sono un credente haruhista (religione fondata realmente in Giappone) e ho cercato di creare la Brigata SOS nella mia città - ahimè, con miseri risultati. Sono un estremista in questo senso.
Posso ammettere critiche a questo capolavoro e penso che in pochi potranno condividere il mio amore - almeno in Italia: vorrei ricordare che in Giappone è stato premiato a discapito di "Death Note"; nella sua terra natia quest'anime è visto come una delle cose migliori dell'ultimo decennio. Però Haruhi è un anime che va visto, ma con attenzione - Wikipedia sarà un enorme aiuto per capire l'ordine cronologico delle puntate, da consultare assolutamente. Potete magari saltare l'E8, potete trovare eccessivamente fastidiosa Suzumiya-san, ma se amate sognare, se avete mai visto il cielo sperando che qualcosa possa cambiare il vostro futuro, non potete non voler vedere (e amare) quest'anime.
A mio avviso è la perfezione.
"La Malinconia di Haruhi Suzumiya" semplicemente è ciò che ogni sognatore dovrebbe amare. Ogni persona che crede nei sogni e nella speranza dovrebbe essere un "haruhista" (come il sottoscritto).
Non starò a parlare della trama, ma del messaggio di quest'opera.
Non avete mai pensato che la vostra vita fosse troppo piatta e monotona? Non vi siete mai detti "maledizione perché non posso avverare i miei sogni, perché questo mondo è troppo razionale?". Su, otaku, è ovvio che sia così, sennò la maggior parte di voi nemmeno starebbe in questo sito. Non vorreste poter piegare questo mondo al vostro volere? Che alieni, esper, viaggiatori del tempo, mostri di chissà quale dimensione e tutto ciò che voi siete capaci di pensare, possano prendere vita? Ripeto: non ditemi di no.
Questo è "La Malinconia di Haruhi Suzumiya". Parlo nuovamente a voi. "La Malinconia", volete dirmi che non avete mai vissuto questa malinconia? Non vi siete mai soffermati guardando il cielo e con un sorriso spento continuare la vostra strada, consci che nulla di significativo accadrà? Magari io sarò il pazzo, ma per me è così, assolutamente così.
I contenuti di quest'anime comunque "vanno oltre": abbiamo momenti di pura ilarità, di buonissima musica - Dio solo sa quanto quella canzone sia meravigliosa -, momenti di altissimo livello filosofico - lo conoscete il principio antropico? - e anche discussioni teologiche non da poco, e molto molto altro.
"La Malinconia di Haruhi Suzumiya" non è un'opera convenzionale, tutt'altro. Non ammicca eccessivamente ai fan... Be', certo, le forme prosperose di Mikuru e della stessa Haruhi attirano non poco i ragazzi, ma per dimostrare quanto quest'opera sia controversa mi basta dire due parole, due parole che fanno tremare moltissimi: Endless Eight. Per molti è la cosa peggiore che sia mai esistita, per altri solo puntate da skippare e qualcuno arriva a odiare quest'anime per quelle puntate. Per me è pura meraviglia. Certo, io magari sono cresciuto con David Lynch, quindi sono predisposto da me all'assurdo, ma dove trovate un anime che arriva a creare qualcosa come il tanto odiato E8? Quanto può essere immensa la felicità nel sentire Kyon dire quella famigerata frase, tanto banale quanto epica, che pone fine al tutto?
Non conosco, e forse è più mia ignoranza che altro, nessun altro disposto a osare tanto e chi si mette in gioco solo per mettere alla prova il proprio estro andando fuori ogni tipo di canone merita amore, perché solo i geni sono capaci di ciò e il mondo senza i geni non andrà mai da nessuna parte.
Io amo (non si era capito) quest'anime. Io sarò esagerato, ho creato la pagina su FaceBook, sono un credente haruhista (religione fondata realmente in Giappone) e ho cercato di creare la Brigata SOS nella mia città - ahimè, con miseri risultati. Sono un estremista in questo senso.
Posso ammettere critiche a questo capolavoro e penso che in pochi potranno condividere il mio amore - almeno in Italia: vorrei ricordare che in Giappone è stato premiato a discapito di "Death Note"; nella sua terra natia quest'anime è visto come una delle cose migliori dell'ultimo decennio. Però Haruhi è un anime che va visto, ma con attenzione - Wikipedia sarà un enorme aiuto per capire l'ordine cronologico delle puntate, da consultare assolutamente. Potete magari saltare l'E8, potete trovare eccessivamente fastidiosa Suzumiya-san, ma se amate sognare, se avete mai visto il cielo sperando che qualcosa possa cambiare il vostro futuro, non potete non voler vedere (e amare) quest'anime.
A mio avviso è la perfezione.
Questa seconda parte dell'anime è secondo me di livello inferiore rispetto alla prima serie; se di prima serie si può parlare, in quanto gli episodi della seconda non sono una continuazione ma vanno piuttosto a inserirsi tra quelli vecchi, cosa che comunque mi è piaciuta.
Per quanto riguarda i pregi c'è poco da dire, sono gli stessi dell'anime del 2006: grafica più che piacevole, ottima musica e quell'eccentricità che rende l'anime divertente.
Per buona parte degli episodi la qualità si mantiene allo stesso livello, anche se la parte sul making del film non mi ha fatto impazzire, ma c'è soprattutto uno spezzone che non mi è piaciuto. O meglio, l'ho gradito, ma solo perché ne ho saltato qualche puntata: parlo ovviamente dell'Endless Eight, saga che come suggerisce il nome sembra appunto infinita. Il fatto è che però questa non è una serie di episodi in cui si sviluppa una trama che continua di episodio in episodio; no, viene riproposta la stessa storia delle vacanze estive per otto volte, cambiando solo nelle inquadrature e in parte nel finale. Ciò è fatto per creare una grande suspense e caricare emotivamente per il momento in cui quest'arco avrà fine, ma così è troppo, e si va a finire nel noioso. Sarebbero andate bene qualcosa come tre o quattro puntate, ma immagino quei poveri cristi che se lo sono visti man mano che usciva, oddio.
A parte quello, in linea di massima se vi è piaciuta la prima serie allora anche questa dovrebbe arrivare quantomeno alla sufficienza. In fondo alcuni episodi sono molto buoni, e se fosse per me consiglierei la visione di questa "continuazione-integrazione" anche solo per essere meglio preparati al film, che secondo me è il vero capolavoro, esprimendo al massimo le potenzialità dell'anime di Haruhi; non voglio però dilungarmi troppo su quest'ultimo, dato che lo recensirò.
Insomma, tirando le conclusioni: se l'edizione del 2006 vi è piaciuta allora vi consiglio di dare almeno un'occhiata a questa parte del 2009, che sebbene sia a mio avviso di livello inferiore può comunque risultare gradevole. Inoltre credo che, a meno che non godiate di una pazienza ferrea e/o di tanto, ma tanto tempo, libero, convenga guardare al massimo i primi e gli ultimi due episodi dell'Endless Eight, saltandone così la metà è vero, ma non credo proprio sia una gran perdita, anzi.
E poi, dopo di questo vi aspetta il film, che chiunque dovrebbe secondo me vedere.
Per quanto riguarda i pregi c'è poco da dire, sono gli stessi dell'anime del 2006: grafica più che piacevole, ottima musica e quell'eccentricità che rende l'anime divertente.
Per buona parte degli episodi la qualità si mantiene allo stesso livello, anche se la parte sul making del film non mi ha fatto impazzire, ma c'è soprattutto uno spezzone che non mi è piaciuto. O meglio, l'ho gradito, ma solo perché ne ho saltato qualche puntata: parlo ovviamente dell'Endless Eight, saga che come suggerisce il nome sembra appunto infinita. Il fatto è che però questa non è una serie di episodi in cui si sviluppa una trama che continua di episodio in episodio; no, viene riproposta la stessa storia delle vacanze estive per otto volte, cambiando solo nelle inquadrature e in parte nel finale. Ciò è fatto per creare una grande suspense e caricare emotivamente per il momento in cui quest'arco avrà fine, ma così è troppo, e si va a finire nel noioso. Sarebbero andate bene qualcosa come tre o quattro puntate, ma immagino quei poveri cristi che se lo sono visti man mano che usciva, oddio.
A parte quello, in linea di massima se vi è piaciuta la prima serie allora anche questa dovrebbe arrivare quantomeno alla sufficienza. In fondo alcuni episodi sono molto buoni, e se fosse per me consiglierei la visione di questa "continuazione-integrazione" anche solo per essere meglio preparati al film, che secondo me è il vero capolavoro, esprimendo al massimo le potenzialità dell'anime di Haruhi; non voglio però dilungarmi troppo su quest'ultimo, dato che lo recensirò.
Insomma, tirando le conclusioni: se l'edizione del 2006 vi è piaciuta allora vi consiglio di dare almeno un'occhiata a questa parte del 2009, che sebbene sia a mio avviso di livello inferiore può comunque risultare gradevole. Inoltre credo che, a meno che non godiate di una pazienza ferrea e/o di tanto, ma tanto tempo, libero, convenga guardare al massimo i primi e gli ultimi due episodi dell'Endless Eight, saltandone così la metà è vero, ma non credo proprio sia una gran perdita, anzi.
E poi, dopo di questo vi aspetta il film, che chiunque dovrebbe secondo me vedere.
Come potete vedere, ho segnato come episodi visti ventotto su ventotto, ma in realtà questa "seconda" serie di Haruhi Suzumiya è composta di soli quattordici nuovi episodi, che si vanno ad aggiungere ai quattordici della vecchia serie portando il totale a ventotto. L'anime di Haruhi è strano: fu strano che decisero di mandare in onda gli episodi in un ordine random la prima volta, e anche più strano è il fatto che dopo quasi tre anni, escano dei nuovi episodi che si vanno a integrare in mezzo ai vecchi, ma tant'è.
I nuovi episodi animano parti delle novel che erano rimaste inedite pur essendo parecchio importanti, e che cronologicamente si svolgono prima di alcuni episodi della prima serie:
- Rapsodia della foglia di bambù (1 episodio);
- Endless Eight (8 episodi);
- I sospiri di Haruhi Suzumiya (5 episodi).
"Rapsodia della foglia di bambù" è la parte relativa alla festa di Tanabata in cui Kyon torna indietro di 3 anni, e incontra una giovane Haruhi Suzumiya: questo è un punto chiave di tutte la vicende legate alla Brigata SOS e ai suoi componenti.
La parte dei sospiri è invece quella in cui Haruhi e la Brigata SOS girano il film con protagonista Mikuru. Il film c'era già nella prima serie, era l'episodio 00 "Le avventure di Mikuru Asahina". E' molto interessante vedere come è stato realizzato.
Una spiegazione a parte la merita il famigerato "Endless Eight". In questa parte di storia la Brigata SOS è bloccata in un'estate infinita, costretta a rivivere migliaia di volte le ultime due settimane di agosto, facendo sempre le stesse cose. Nella novel originale e nel manga questa parte è molto breve, e non ci sono molte ripetizioni, ma nell'anime dura ben otto episodi. Perché otto? Sicuramente perché agosto è l'ottavo mese dell'anno, ma anche perché il carattere numerico "8" è uguale a quello del simbolo infinito: "∞"; un'idea simpatica, certo. Ciò non cambia il fatto che lo spettatore è costretto a guardare otto episodi quasi identici, dove succedono sempre le stesse cose e i personaggi dicono sempre le stesse frasi, tranne piccole variazioni. E' una cosa abbastanza pesante, e di difficile sopportazione. Si tratta di una prova psico-fisica notevole, fa venire la voglia di saltare gli episodi, di andare avanti veloce. Ma la sensazione di già visto, il famoso déjà vu di cui tanto parla Kyon, e la noia, come quella di Nagato, che rivive tutto per intero che si prova nel guardarlo, sono delle sensazioni strane. Da un lato odio gli autori, ma dall'altro ammiro molto il loro lavoro nell'essere riusciti a provocare tali sensazioni nello spettatore.
E' di certo una cosa molto particolare, e ce l'ha solo Haruhi (per fortuna, aggiungerei anche). Certo, è stato anche un modo per avere 8 episodi quasi a costo zero, ma rimarrà nella storia dell'animazione.
Dal lato grafico e delle animazioni non c'è molto da dire, i disegni sono sempre gli stessi, non si notano differenze con gli episodi della prima serie, così come pure la colonna sonora è la stessa, e tutti i doppiatori hanno ripreso i loro ruoli. L'unica cosa da segnalare è la presenza di due nuove sigle, una d'apertura cantata da Aya Hirano/Haruhi Suzumiya, e una di chiusura cantata dal trio delle doppiatrici femminili delle protagoniste.
Presi da soli, questi quattordici episodi hanno poco senso. Chi ha visto già la prima serie potrebbe guardare solo i nuovi, ma è consigliabile guardarli nell'ordine giusto, integrandoli ai vecchi episodi per poter avere una migliore comprensione della storia. Chi invece non conosce la storia, deve necessariamente guardare tutti gli episodi, altrimenti rischia seriamente di non capirci nulla.
Nel complesso, vale la pena guardare questa serie se si apprezza la storia, ma essa non aggiunge poi molto, anche perché tra i quattordici episodi, otto sono quasi tutti uguali. L' "Endless Eight" è una brutta bestia, ma è una bella sfida, i fan della serie dovrebbero prenderla in considerazione e provare a superarla, anche solo per dire di avercela fatta. In definitiva non me la sento di consigliarla se non ai fan.
I nuovi episodi animano parti delle novel che erano rimaste inedite pur essendo parecchio importanti, e che cronologicamente si svolgono prima di alcuni episodi della prima serie:
- Rapsodia della foglia di bambù (1 episodio);
- Endless Eight (8 episodi);
- I sospiri di Haruhi Suzumiya (5 episodi).
"Rapsodia della foglia di bambù" è la parte relativa alla festa di Tanabata in cui Kyon torna indietro di 3 anni, e incontra una giovane Haruhi Suzumiya: questo è un punto chiave di tutte la vicende legate alla Brigata SOS e ai suoi componenti.
La parte dei sospiri è invece quella in cui Haruhi e la Brigata SOS girano il film con protagonista Mikuru. Il film c'era già nella prima serie, era l'episodio 00 "Le avventure di Mikuru Asahina". E' molto interessante vedere come è stato realizzato.
Una spiegazione a parte la merita il famigerato "Endless Eight". In questa parte di storia la Brigata SOS è bloccata in un'estate infinita, costretta a rivivere migliaia di volte le ultime due settimane di agosto, facendo sempre le stesse cose. Nella novel originale e nel manga questa parte è molto breve, e non ci sono molte ripetizioni, ma nell'anime dura ben otto episodi. Perché otto? Sicuramente perché agosto è l'ottavo mese dell'anno, ma anche perché il carattere numerico "8" è uguale a quello del simbolo infinito: "∞"; un'idea simpatica, certo. Ciò non cambia il fatto che lo spettatore è costretto a guardare otto episodi quasi identici, dove succedono sempre le stesse cose e i personaggi dicono sempre le stesse frasi, tranne piccole variazioni. E' una cosa abbastanza pesante, e di difficile sopportazione. Si tratta di una prova psico-fisica notevole, fa venire la voglia di saltare gli episodi, di andare avanti veloce. Ma la sensazione di già visto, il famoso déjà vu di cui tanto parla Kyon, e la noia, come quella di Nagato, che rivive tutto per intero che si prova nel guardarlo, sono delle sensazioni strane. Da un lato odio gli autori, ma dall'altro ammiro molto il loro lavoro nell'essere riusciti a provocare tali sensazioni nello spettatore.
E' di certo una cosa molto particolare, e ce l'ha solo Haruhi (per fortuna, aggiungerei anche). Certo, è stato anche un modo per avere 8 episodi quasi a costo zero, ma rimarrà nella storia dell'animazione.
Dal lato grafico e delle animazioni non c'è molto da dire, i disegni sono sempre gli stessi, non si notano differenze con gli episodi della prima serie, così come pure la colonna sonora è la stessa, e tutti i doppiatori hanno ripreso i loro ruoli. L'unica cosa da segnalare è la presenza di due nuove sigle, una d'apertura cantata da Aya Hirano/Haruhi Suzumiya, e una di chiusura cantata dal trio delle doppiatrici femminili delle protagoniste.
Presi da soli, questi quattordici episodi hanno poco senso. Chi ha visto già la prima serie potrebbe guardare solo i nuovi, ma è consigliabile guardarli nell'ordine giusto, integrandoli ai vecchi episodi per poter avere una migliore comprensione della storia. Chi invece non conosce la storia, deve necessariamente guardare tutti gli episodi, altrimenti rischia seriamente di non capirci nulla.
Nel complesso, vale la pena guardare questa serie se si apprezza la storia, ma essa non aggiunge poi molto, anche perché tra i quattordici episodi, otto sono quasi tutti uguali. L' "Endless Eight" è una brutta bestia, ma è una bella sfida, i fan della serie dovrebbero prenderla in considerazione e provare a superarla, anche solo per dire di avercela fatta. In definitiva non me la sento di consigliarla se non ai fan.
Quest'anime non ha la capacità come molti altri suoi predecessori di tenere incollato lo spettatore a ogni evento di ogni episodio, però un lato positivo lo mostra chiaramente: quello di essere sempre fedele alla trama e cercare di raccontarla nei pochi episodi in cui questo titolo è incentrato.
Lo scopo dell'autore è quello di mostrarci ancora una volta quanto le vecchie teorie del superuomo siano ormai logore e inaccettabili nella società attuale, dove il relazionarsi con gli altri non deve mai essere qualcosa di scontato oppure di non particolare interesse. Pertanto ci viene descritta ancora una volta la realtà scolastica, la realtà di studenti che cercano sempre nuove emozioni e nuove ragioni per poter dare ancora più senso alla propria vita. Ed è il caso specifico della protagonista di quest'anime, il cui problema, a mio modo di vedere, è quello di avere cercato un inutile parallelismo in un mondo che realmente non esiste. Sembra di vedere una vecchia scopiazzatura del più famoso "Lamù", però in questo caso la ragazza protagonista è un soggetto passivo, che subisce le azioni che si svolgono nei vari episodi, laddove il suo pensiero triste mette nelle condizioni addirittura di separare le varie entità umane e aliene presenti nella serie.
Ebbene, ponendosi la protagonista come il vero anello di congiunzione sulle trame che si svolgono all'interno di quest'anime, è facile fare un disegno riportato nella realtà di quello che la serie ci vuole insegnare, cioè di cercare di non isolarsi mai per raggiungere pochi obiettivi che alle volte possono rappresentare delle cocenti delusioni. Bisogna imparare a stare nel mondo e soprattutto imparare a vivere in questo mondo, visto che è la cosa più difficile, specie quando si è adolescenti e si aprono le prime porte per il futuro.
Quindi non bisogna mai creare dei mondi per così dire "personalizzati" o "paralleli" dal resto della comunità umana, bisogna tentare qualsiasi approccio, fino a quando si conoscono altre persone e altre realtà sociali che ci aiutano e ci invitano ogni giorno a vivere meglio la nostra esistenza.
Diversamente da ciò che ho appena affermato, credo che saremmo tutti tanti cloni di Haruhi, sia ragazzi sia ragazze.
"La malinconia di Haruhi Suzumiya" è un anime da seguire, ma non certo trascinante sotto l'aspetto del canovaccio narrativo, visto che tratta temi che si sono già rivisti in diverse opere del passato.
Lo scopo dell'autore è quello di mostrarci ancora una volta quanto le vecchie teorie del superuomo siano ormai logore e inaccettabili nella società attuale, dove il relazionarsi con gli altri non deve mai essere qualcosa di scontato oppure di non particolare interesse. Pertanto ci viene descritta ancora una volta la realtà scolastica, la realtà di studenti che cercano sempre nuove emozioni e nuove ragioni per poter dare ancora più senso alla propria vita. Ed è il caso specifico della protagonista di quest'anime, il cui problema, a mio modo di vedere, è quello di avere cercato un inutile parallelismo in un mondo che realmente non esiste. Sembra di vedere una vecchia scopiazzatura del più famoso "Lamù", però in questo caso la ragazza protagonista è un soggetto passivo, che subisce le azioni che si svolgono nei vari episodi, laddove il suo pensiero triste mette nelle condizioni addirittura di separare le varie entità umane e aliene presenti nella serie.
Ebbene, ponendosi la protagonista come il vero anello di congiunzione sulle trame che si svolgono all'interno di quest'anime, è facile fare un disegno riportato nella realtà di quello che la serie ci vuole insegnare, cioè di cercare di non isolarsi mai per raggiungere pochi obiettivi che alle volte possono rappresentare delle cocenti delusioni. Bisogna imparare a stare nel mondo e soprattutto imparare a vivere in questo mondo, visto che è la cosa più difficile, specie quando si è adolescenti e si aprono le prime porte per il futuro.
Quindi non bisogna mai creare dei mondi per così dire "personalizzati" o "paralleli" dal resto della comunità umana, bisogna tentare qualsiasi approccio, fino a quando si conoscono altre persone e altre realtà sociali che ci aiutano e ci invitano ogni giorno a vivere meglio la nostra esistenza.
Diversamente da ciò che ho appena affermato, credo che saremmo tutti tanti cloni di Haruhi, sia ragazzi sia ragazze.
"La malinconia di Haruhi Suzumiya" è un anime da seguire, ma non certo trascinante sotto l'aspetto del canovaccio narrativo, visto che tratta temi che si sono già rivisti in diverse opere del passato.
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
Ho visto la seconda stagione perché molto colpito dalla prima, così mi sono buttato a capofitto su questa, ma in realtà scopro che è solo un "riempitivo" della prima di cui forse avremmo fatto sicuramente a meno, a eccezione degli episodi 6-7-8, che secondo me riportano il livello qualitativo delle conversazioni fra i personaggi allo stello livello della prima stagione. Infatti in questi tre episodi si parla del "making of" del film che Harui e compagni hanno fatto con una scena molto intensa (il litigio) fra Kyon, il nostro protagonista, e Harui, secondo me molto bella. Per non parlare dell'episodio 8, dove scopriamo qualcosa, ma non molto, in più sulle organizzazioni che operano intorno ad Harui e che forse i personaggi che la rappresentano (parlo di Yuki &Co) non sono poi così buoni come si danno a vedere. Grazie a questi tre episodi la serie prende un sei molto scarso e consiglio di vedere quest'anime solo a quelli che hanno già visto la prima serie e si vogliono togliere uno "sfizio", ma possono benissimo farne a meno.
Ho visto la seconda stagione perché molto colpito dalla prima, così mi sono buttato a capofitto su questa, ma in realtà scopro che è solo un "riempitivo" della prima di cui forse avremmo fatto sicuramente a meno, a eccezione degli episodi 6-7-8, che secondo me riportano il livello qualitativo delle conversazioni fra i personaggi allo stello livello della prima stagione. Infatti in questi tre episodi si parla del "making of" del film che Harui e compagni hanno fatto con una scena molto intensa (il litigio) fra Kyon, il nostro protagonista, e Harui, secondo me molto bella. Per non parlare dell'episodio 8, dove scopriamo qualcosa, ma non molto, in più sulle organizzazioni che operano intorno ad Harui e che forse i personaggi che la rappresentano (parlo di Yuki &Co) non sono poi così buoni come si danno a vedere. Grazie a questi tre episodi la serie prende un sei molto scarso e consiglio di vedere quest'anime solo a quelli che hanno già visto la prima serie e si vogliono togliere uno "sfizio", ma possono benissimo farne a meno.
"La Malinconia di Haruhi Suzumiya (2009)" è uno dei primi anime che abbia mai visto e sicuramente per me uno dei migliori. Sotto un punto di vista tecnico vanta una colonna sonora epica (chi non ha mai visto, sentito o ballato "Hare Hare Yukai?"), e anche "Boken Desho Desho" non è affatto male. Dall'altra parte i disegni sono assolutamente curatissimi fin nei minimi particolari.
Come trama invece quest'anime è quanto di più strambo si possa trovare. Indubbiamente può piacere o non piacere, ma sicuramente si tratta di qualcosa di particolare da provare. I personaggi sono molto caratterizzati: si va da Haruhi, impulsiva, energica, strampalata, a Kyon, realista, succube, a Mikuru, timida, impacciata, premurosa, e via così. Ogni personaggio differisce enormemente da tutti gli altri.
Gli episodi, originariamente trasmessi in ordine sparso - questo per sottolineare l'importanza dell'ordine cronologico in quest'anime -, trattano tutti temi differenti. Se molti possono sembrare puro fanservice, in realtà hanno sempre un qualcosa di celato che si rivelerà poi importante negli episodi o nelle serie successive, quindi non una sola puntata si trova lì tanto per fare, tranne forse la 00, che io preferisco considerare a parte, ma che sicuramente, da sola, non può influenzare il giudizio complessivo sull'anime. I generi principali sono quelli riportati sulla scheda ma, a seconda della puntata, possono aggiungersi elementi nuovi che differiscono dai generi elencati. Ricordiamo che quest'anime ha avuto un successo strepitoso in Giappone e per questo, dico io, un motivo ci sarà pure. Infine, per coloro che non lo sapessero, alcune ambientazioni di quest'anime, fra cui la scuola, sono prese da reali zone del Giappone. Assolutamente da 10.
Come trama invece quest'anime è quanto di più strambo si possa trovare. Indubbiamente può piacere o non piacere, ma sicuramente si tratta di qualcosa di particolare da provare. I personaggi sono molto caratterizzati: si va da Haruhi, impulsiva, energica, strampalata, a Kyon, realista, succube, a Mikuru, timida, impacciata, premurosa, e via così. Ogni personaggio differisce enormemente da tutti gli altri.
Gli episodi, originariamente trasmessi in ordine sparso - questo per sottolineare l'importanza dell'ordine cronologico in quest'anime -, trattano tutti temi differenti. Se molti possono sembrare puro fanservice, in realtà hanno sempre un qualcosa di celato che si rivelerà poi importante negli episodi o nelle serie successive, quindi non una sola puntata si trova lì tanto per fare, tranne forse la 00, che io preferisco considerare a parte, ma che sicuramente, da sola, non può influenzare il giudizio complessivo sull'anime. I generi principali sono quelli riportati sulla scheda ma, a seconda della puntata, possono aggiungersi elementi nuovi che differiscono dai generi elencati. Ricordiamo che quest'anime ha avuto un successo strepitoso in Giappone e per questo, dico io, un motivo ci sarà pure. Infine, per coloro che non lo sapessero, alcune ambientazioni di quest'anime, fra cui la scuola, sono prese da reali zone del Giappone. Assolutamente da 10.
Tre anni, tanti ne sono passati dalla prima stagione, decisamente troppi per evitare, con questi nuovi 14 episodi, uno scivolone che i fan difficilmente dimenticheranno.
Intanto "seconda serie" come definizione non è del tutto esatta: i 14 episodi ivi recensiti non sono un prosieguo della serie del 2006, bensì una sua espansione. La totalità degli avvenimenti si colloca infatti nell'arco temporale, che va dall'episodio "La Noia di Haruhi Suzumiya" all'episodio "Live Alive", coprendo il buco narrativo inerente alla stagione estiva e andando così a completare la serie composta da 28 episodi.
L'errore della produzione è stato quello di sparare le migliori cartucce con la serie del 2006, e lasciare così i capitoli più brutti tratte dalle light novel, per questa nuova stagione.
L'inizio però è ottimo, trasmesso a sorpresa nel 2009 durante le repliche dell'anime. Il primo dei nuovi episodi intitolato "Bamboo Leaf Rhapsody" è un capitolo eccezionale, con un ritmo incessante di avvenimenti e sorprese. Episodio chiave di tutta la serie, unisce sapientemente avvenimenti passati (con rimandi al primo episodio, le linee sul campo), ma soprattutto futuri (il "viaggio" di Kyon e Mikuru, "John Smith", tutto ricollegato poi nel film), e questi aspetti rendono "La Rapsodia della foglia di Bamboo" tra i migliori episodi di sempre.
A questo punto l'euforia del fan, che da 3 anni attendeva le nuove avventure di Haruhi e la sua Brigata, è alle stelle. Ecco però che la sua serie del momento decide di dargli la mazzata sui denti: si passa alla tanto temuta e criticata Endless Eight.
Siamo nelle ultime due settimane di agosto, Haruhi ha tutta l'intenzione di sfruttare al massimo le vacanze rimaste con attività di ogni genere, tra le quali piscina, feste di quartiere, caccia alle farfalle...
Kyon in questo periodo ha una strana sensazione di déjà vu, ma le due settimane trascorrono tranquillamente e l'ultimo giorno di agosto lo dedicherà ai compiti delle vacanze.
Arrivare all'ottava e ultima parte della Endless Eight senza scomodare il tasto avanti veloce è impresa ardua. Se nelle novel e nel manga il tutto si risolve nel giro di qualche pagina, la serie animata ci offre questo tour de force di otto episodi uguali tra loro - ma, occhio, ogni volta realizzati da zero, dialoghi, inquadrature, costumi da bagno e quant'altro - allo scopo, pare, di immedesimare lo spettatore con lo stato d'animo di Yuki Nagato (gli altri personaggi ogni volta dimenticano, lei no).
Tortura? Forse, di certo mai prima d'ora avevo assistito a una cosa del genere. Oggi uno spettatore può saltare a priori i sei episodi centrali della Endless Eight e passare oltre, ma non è la stessa cosa. Consiglierei invece di vivere questa simpatica esperienza così come è stata vissuta nel 2009, al ritmo di una alla settimana, e saluti.
Purtroppo il peggio viene dopo, con i cinque episodi de "Il Sospiro di Haruhi Suzumiya".
Finite le vacanze estive la scuola si prepara al festival culturale, dove ogni classe e ogni club prepara un'attrazione. Contraria all'idea della sua classe, Haruhi vorrebbe fare qualcosa di più interessante, un film.
Raccolto tutto il necessario (con la povera Mikuru utilizzata come merce di scambio), iniziano le riprese con Mikuru nella parte della protagonista, Yuki in quella del nemico vestita da strega e Itsuki invece dovrà interpretare l'eroe.
Il risultato sarà sotto gli occhi di tutti nell'episodio 00, "Le Avventure di Mikuru Asahina".
Trasposizione animata della seconda light novel, questi nuovi cinque episodi sono il punto più basso di tutta la serie, con una Haruhi più odiosa del solito e un Itsuki sempre passivo e insopportabile. Offre degli spunti interessanti, in particolare nella quarta parte (il litigio tra la protagonista e Kyon, le espressioni sempre ben curate dei personaggi), ma nulla più.
Leggermente cambiato il character design, è più morbido e in certi momenti troppo "moe" per i miei gusti, nulla di grave, comunque. Ottime invece sono le nuove sigle.
Episodi di completamento, dunque, sconsiglio di considerare questa la "seconda serie", bensì di visionarla insieme alla prima, così da avere un quadro più chiaro. Certo è che dopo 3 anni qualcosa di più poteva essere fatto. Per fortuna Haruhi si farà perdonare dai suoi fan nel 2010, al cinema.
Intanto "seconda serie" come definizione non è del tutto esatta: i 14 episodi ivi recensiti non sono un prosieguo della serie del 2006, bensì una sua espansione. La totalità degli avvenimenti si colloca infatti nell'arco temporale, che va dall'episodio "La Noia di Haruhi Suzumiya" all'episodio "Live Alive", coprendo il buco narrativo inerente alla stagione estiva e andando così a completare la serie composta da 28 episodi.
L'errore della produzione è stato quello di sparare le migliori cartucce con la serie del 2006, e lasciare così i capitoli più brutti tratte dalle light novel, per questa nuova stagione.
L'inizio però è ottimo, trasmesso a sorpresa nel 2009 durante le repliche dell'anime. Il primo dei nuovi episodi intitolato "Bamboo Leaf Rhapsody" è un capitolo eccezionale, con un ritmo incessante di avvenimenti e sorprese. Episodio chiave di tutta la serie, unisce sapientemente avvenimenti passati (con rimandi al primo episodio, le linee sul campo), ma soprattutto futuri (il "viaggio" di Kyon e Mikuru, "John Smith", tutto ricollegato poi nel film), e questi aspetti rendono "La Rapsodia della foglia di Bamboo" tra i migliori episodi di sempre.
A questo punto l'euforia del fan, che da 3 anni attendeva le nuove avventure di Haruhi e la sua Brigata, è alle stelle. Ecco però che la sua serie del momento decide di dargli la mazzata sui denti: si passa alla tanto temuta e criticata Endless Eight.
Siamo nelle ultime due settimane di agosto, Haruhi ha tutta l'intenzione di sfruttare al massimo le vacanze rimaste con attività di ogni genere, tra le quali piscina, feste di quartiere, caccia alle farfalle...
Kyon in questo periodo ha una strana sensazione di déjà vu, ma le due settimane trascorrono tranquillamente e l'ultimo giorno di agosto lo dedicherà ai compiti delle vacanze.
Arrivare all'ottava e ultima parte della Endless Eight senza scomodare il tasto avanti veloce è impresa ardua. Se nelle novel e nel manga il tutto si risolve nel giro di qualche pagina, la serie animata ci offre questo tour de force di otto episodi uguali tra loro - ma, occhio, ogni volta realizzati da zero, dialoghi, inquadrature, costumi da bagno e quant'altro - allo scopo, pare, di immedesimare lo spettatore con lo stato d'animo di Yuki Nagato (gli altri personaggi ogni volta dimenticano, lei no).
Tortura? Forse, di certo mai prima d'ora avevo assistito a una cosa del genere. Oggi uno spettatore può saltare a priori i sei episodi centrali della Endless Eight e passare oltre, ma non è la stessa cosa. Consiglierei invece di vivere questa simpatica esperienza così come è stata vissuta nel 2009, al ritmo di una alla settimana, e saluti.
Purtroppo il peggio viene dopo, con i cinque episodi de "Il Sospiro di Haruhi Suzumiya".
Finite le vacanze estive la scuola si prepara al festival culturale, dove ogni classe e ogni club prepara un'attrazione. Contraria all'idea della sua classe, Haruhi vorrebbe fare qualcosa di più interessante, un film.
Raccolto tutto il necessario (con la povera Mikuru utilizzata come merce di scambio), iniziano le riprese con Mikuru nella parte della protagonista, Yuki in quella del nemico vestita da strega e Itsuki invece dovrà interpretare l'eroe.
Il risultato sarà sotto gli occhi di tutti nell'episodio 00, "Le Avventure di Mikuru Asahina".
Trasposizione animata della seconda light novel, questi nuovi cinque episodi sono il punto più basso di tutta la serie, con una Haruhi più odiosa del solito e un Itsuki sempre passivo e insopportabile. Offre degli spunti interessanti, in particolare nella quarta parte (il litigio tra la protagonista e Kyon, le espressioni sempre ben curate dei personaggi), ma nulla più.
Leggermente cambiato il character design, è più morbido e in certi momenti troppo "moe" per i miei gusti, nulla di grave, comunque. Ottime invece sono le nuove sigle.
Episodi di completamento, dunque, sconsiglio di considerare questa la "seconda serie", bensì di visionarla insieme alla prima, così da avere un quadro più chiaro. Certo è che dopo 3 anni qualcosa di più poteva essere fatto. Per fortuna Haruhi si farà perdonare dai suoi fan nel 2010, al cinema.
Cavalcano l'onda del successo della prima serie è nata questa specie di sequel di dubbia qualità.
La domanda che ovviamente ci si pone di fronte a quest'operazione che sa molto di marketing puro è: ma ne varrà la pena? Cosa c'è da aggiungere a una serie che ha faticato a mantenere alta l'attenzione dello spettatore per 14 puntate e ora ne propone un'altra tranche?
La risposta è piuttosto facile da intuire... No, i nuovi episodi dovrebbero integrare la storia approfondendo i personaggi, creando nuovi intrecci, ma si risolvono in un nulla di fatto.
Dopo un primo episodio discreto, decisamente non al livello della prima serie, si viene proiettati nel famigerato loop temporale che costituirà l'endless eight, una serie di episodi in cui i personaggi sono intrappolati e continuano a rivivere le stesse esperienze. L'idea, non certo nuova, può sembrare un'interessante esperimento, ma si riduce a una tortura per lo spettatore. Non c'è nessun motivo che spinga qualcuno a guardare tutti gli 8 episodi, gli avvenimenti sono sempre uguali: cambiano solo inquadrature e vestiti dei personaggi, mentre l'elemento fondamentale, cioè la consapevolezza dell'essere intrappolati e l'agire di conseguenza, mancano totalmente.
L'ultima parte della nuova tranche di episodi è composta dal making of del film della Brigata Sos che, nella prima serie, aveva preso solamente un episodio. E' un'idea piuttosto carina, ma per l'appunto solo una idea, perché 5 puntate sono veramente troppe e i contenuti introdotti sono spogli, poco interessanti.
La serie riesce a salvarsi proponendo una grafica decente, la stessa della prima serie, e una buona colonna sonora, specie nella nuova sigla "Super Drive", bella sia da vedere sia da ascoltare.
Purtroppo non basta così poco per sollevare sorti di un prodotto decisamente mediocre come questo.
Il mio voto si riferisce principalmente ai 14 nuovi episodi, non alla serie in generale che preferisco identificare come i primi 14 episodi trasmessi che, seppur non fossero un capolavoro, erano in grado di intrattenere piacevolmente per qualche ora.
La domanda che ovviamente ci si pone di fronte a quest'operazione che sa molto di marketing puro è: ma ne varrà la pena? Cosa c'è da aggiungere a una serie che ha faticato a mantenere alta l'attenzione dello spettatore per 14 puntate e ora ne propone un'altra tranche?
La risposta è piuttosto facile da intuire... No, i nuovi episodi dovrebbero integrare la storia approfondendo i personaggi, creando nuovi intrecci, ma si risolvono in un nulla di fatto.
Dopo un primo episodio discreto, decisamente non al livello della prima serie, si viene proiettati nel famigerato loop temporale che costituirà l'endless eight, una serie di episodi in cui i personaggi sono intrappolati e continuano a rivivere le stesse esperienze. L'idea, non certo nuova, può sembrare un'interessante esperimento, ma si riduce a una tortura per lo spettatore. Non c'è nessun motivo che spinga qualcuno a guardare tutti gli 8 episodi, gli avvenimenti sono sempre uguali: cambiano solo inquadrature e vestiti dei personaggi, mentre l'elemento fondamentale, cioè la consapevolezza dell'essere intrappolati e l'agire di conseguenza, mancano totalmente.
L'ultima parte della nuova tranche di episodi è composta dal making of del film della Brigata Sos che, nella prima serie, aveva preso solamente un episodio. E' un'idea piuttosto carina, ma per l'appunto solo una idea, perché 5 puntate sono veramente troppe e i contenuti introdotti sono spogli, poco interessanti.
La serie riesce a salvarsi proponendo una grafica decente, la stessa della prima serie, e una buona colonna sonora, specie nella nuova sigla "Super Drive", bella sia da vedere sia da ascoltare.
Purtroppo non basta così poco per sollevare sorti di un prodotto decisamente mediocre come questo.
Il mio voto si riferisce principalmente ai 14 nuovi episodi, non alla serie in generale che preferisco identificare come i primi 14 episodi trasmessi che, seppur non fossero un capolavoro, erano in grado di intrattenere piacevolmente per qualche ora.
Alcuni episodi rimangono della loro unica originalità marchiata Haruhi Suzumiya. E' davvero interessante vedere altri aspetti di eventi che conoscevamo già, dandoci la possibilità di approfondimento senza però annoiarci. Abbasso di un voto rispetto alla precedente serie solo per il fatto che, anche se l'idea pazza del ripetersi di continuo delle stesse giornate d'estate è un atteggiamento tipico della protagonista, devo dire che si è estenuata in tal modo che stavo uscendone pazza. Il finale delle vacanze estive si risolve in un modo così "alla Haruhi" che l'effetto di disgrazia che voleva ottenere presso gli spettatori, beh, credo abbia fatto centro.
La grafica a prima vista non differisce molto dalla serie precedente. Sempre godibile, è forse migliorata un tantino nella profondità dei colori: tutto da guadagnare, insomma.
La grafica a prima vista non differisce molto dalla serie precedente. Sempre godibile, è forse migliorata un tantino nella profondità dei colori: tutto da guadagnare, insomma.
Mah, ho visto La Malinconia di Harui Suzumiya da me e sono giunto a una conclusione: deludente. Peccato, è un anime, quello della prima serie, che mi aveva preso non poco, anzi, sicuramente tra i miei preferiti. Ma questa seconda serie dà l'idea di essere stata fatta solo perché doveva essere fatta. In molti l'aspettavano - posso solo immaginare le numerose masse di appassionati alla notizia, qualche anno fa, di una seconda serie - quindi si è giocato molto sui fan: visto che era piaciuta la prima serie, ecco la seconda. Ma buttare lì le cose alla svelta è spesso letale. L'incoerenza di per sé non è una brutta cosa, anzi, se ben fatta dà l'idea del dionisiaco e del confusionario artistico con dietro un significato simbolico. Be', qui c'è ben poco da capire o da intendere: salvo qualche situazione (molto rara, ve lo assicuro), questa seconda serie, è semplicemente una manovra puramente commerciale.
Può piacere, senza dubbio, i fan ancora più sfegatati di me sicuramente l'apprezzeranno, quasi per ragioni affettive, e non ci vedo nulla di male. Parlando personalmente, è un flop. Per esempio, alcuni episodi sono uguali, con delle focalizzazioni diverse, ma uguali uguali.
Credo sia decisamente troppo, anche volendolo guardare da un punto di vista psicologico.
Presto guarderò il film, spero in un riscatto, perché, lo ripeto, la prima serie mi è piaciuta molto.
Può piacere, senza dubbio, i fan ancora più sfegatati di me sicuramente l'apprezzeranno, quasi per ragioni affettive, e non ci vedo nulla di male. Parlando personalmente, è un flop. Per esempio, alcuni episodi sono uguali, con delle focalizzazioni diverse, ma uguali uguali.
Credo sia decisamente troppo, anche volendolo guardare da un punto di vista psicologico.
Presto guarderò il film, spero in un riscatto, perché, lo ripeto, la prima serie mi è piaciuta molto.
A tre anni di distanza dalla realizzazione della prima stagione, la Kyoto Animation riporta nuovamente in animazione le avventure della famigerata Haruhi Suzumiya e dei suoi compari della Brigata SOS. Lo fa però non con un seguito, ma con un nuovo blocco di 14 episodi che integrano e completano (?) il quadro narrativo lasciato in eredità dalla prima serie.
La nuova stagione di Haruhi Suzumiya si compone di tre momenti principali che è meglio analizzare separatamente.
Rapsodia delle foglie di bambù: è probabilmente la cosa migliore di questa serie. Trattasi di un unico episodio che svela alcuni particolari e retroscena sulla storia, in particolare su Kyon e Haruhi. Niente di epocale, per carità, ma comunque stuzzicante per chi, come me, è fan della trilogia di Ritorno al Futuro, anche se proprio per questo motivo si è abituati a ben altri livelli.
Endless Eight: E' un famigerato arco narrativo in cui i nostri eroi (?!) sono misteriosamente intrappolati in un loop temporale che fa rivivere loro più e più volte le vacanze estive.
Ora l'espediente del loop temporale non è certo nuovo nelle opere d'intrattenimento d'oltre oceano e non - solo per citarne alcuni il famoso “Ricomincio da capo” con Bill Murray o “È già ieri” con Antonio Albanese o anche un episodio della serie X-Files. Dunque non sarebbe strano ritrovarne esempi anche negli anime, il problema è in realtà il risultato.
In pratica in questa "Endless eight" si perde totalmente l'elemento di maturazione dei personaggi (o del personaggio principale), che nelle opere citate sussisteva in virtù proprio del circolo temporale chiuso. Alla scadenza del periodo tutto semplicemente si resetta e si ripropone da capo - quasi - come la prima volta. La risoluzione dunque appare del tutto casuale e, se da un lato è vero che questo fatto entra molto nelle corde della saga di Haruhi - che molto si bea nel pescare da teorie di fisica quantistica o caotiche di sorta -, dall'altro lato, quello narrativo, si rivela inutile, inefficace, dannoso e pesante per lo spettatore. Cioè, non si può creare una serie di episodi in cui l'unico interesse sarebbe quello di notare particolari di differenza come: quali yukata si comprano “le tre grazie” - Haruhi, Mikuru e Yuki non le famose Grazia, Graziella e quell'altra - per andare alla festa estiva; quale gelato mangia Haruhi dopo il lavoro part-time o quale maschera si prende Yuki allo stand... Roba da fissati.
Il mio consiglio spassionato è di vedere di questo arco solo il primo, il secondo e l'ultimo episodio, il resto fa solo volume.
Il sospiro di Haruhi Suzumiya: E' un arco di cinque episodi che ci racconta il making of e ci svela alcuni retroscena del film amatoriale realizzato dalla brigata SOS, ovvero “Le avventure di Mikuru Asahina”. Questo “sospiro” è dunque interessante in virtù della visione anticipata del suddetto filmetto, o anche episodio 00, e di cui sappiamo il perché di determinate cose. Ci sarebbe anche un minimo approfondimento sui personaggi di Koizumi, Mikuru e Yuki, ma alla fine quest'arco non sposta di molto il tiro e non risulta neanche molto divertente. Ma comunque lo prendiamo così, specie se si è reduci dall'intera visione di quello precedente.
Il tempo passato dalla realizzazione della prima serie non ha comunque modificato il livello tecnico di questo nuovo blocco di puntate, che rimane sempre molto buono. Leggermente modificato è il character design, che ora appare con linee più morbide che in passato, forse più in linea con lo stile moe, ma il lavoro è sempre all'altezza.
Gradevoli sono anche le nuove sigle, specialmente l'opening “Super Driver”, davvero piacevole da ascoltare e da vedere.
La visione di questa seconda stagione di Haruhi mi ha poi permesso, integrandola con quella della prima nella versione italiana, di fare i dovuti paragoni con il doppiaggio italiano. Ne esce fuori un sostanziale pareggio.
Nodo centrale è, manco a dirlo, Haruhi che, doppiata dalla famosa Aya Hirano, risulta ora un personaggio più dolce e “alla mano”, ben più gradevole di quello della versione italiana dove, anche con una buona recitazione, l'interpretazione della D'amico dava al personaggio un carattere forse troppo aggressivo e una certa nota stonata di antipatia. Sullo stesso livello sono invece i doppiaggi di Kyon e Koizumi - ma il nostro Graziano come bishonen sa il fatto suo. Vittoria italiana invece per i ruoli di Mikuru e Yuki, che in originale hanno la prima una vocetta stridula e gracchiante e la seconda un'irreale e falsa voce da bambolotto. Almeno la Liberatori gli dà una personalità e magari anche una nota più femminile.
Ordunque ci resta solo da interrogarci sullo scopo e le finalità di questa serie. A ben vedere se la consideriamo “a sé stante” questa serie è di fatto inutile e d'altra parte, se la inseriamo all'interno della prima (come del resto fatto nel passaggio in TV nipponico), è vero che dei particolari vengono chiariti, ma lo è anche il fatto che il quadro generale non sia cambiato di molto, anzi, non lo è affatto.
Non a caso mi viene in mente il sottotitolo usato per la serie Excel Saga ovvero “Animazione Sperimentale Insensata”, solo che in quel caso aveva un significato di scopo, quasi di accezione intellettuale.
Ma non lo meriterebbe neanche perché forse un senso c'è per questa seconda stagione di Haruhi Suzumiya: portare l'inutilità in animazione.
Da quanto si potrebbe desumere dalla recensione, il destino della serie sarebbe quello di una bocciatura nonostante qualche sporadico merito. Ma proprio in virtù dell'affermazione di poche righe prima, mi sbilancio per un 5: non una bocciatura, non una sufficienza. Diversamente la serie avrebbe un senso in qualche modo, ma così non è.
La nuova stagione di Haruhi Suzumiya si compone di tre momenti principali che è meglio analizzare separatamente.
Rapsodia delle foglie di bambù: è probabilmente la cosa migliore di questa serie. Trattasi di un unico episodio che svela alcuni particolari e retroscena sulla storia, in particolare su Kyon e Haruhi. Niente di epocale, per carità, ma comunque stuzzicante per chi, come me, è fan della trilogia di Ritorno al Futuro, anche se proprio per questo motivo si è abituati a ben altri livelli.
Endless Eight: E' un famigerato arco narrativo in cui i nostri eroi (?!) sono misteriosamente intrappolati in un loop temporale che fa rivivere loro più e più volte le vacanze estive.
Ora l'espediente del loop temporale non è certo nuovo nelle opere d'intrattenimento d'oltre oceano e non - solo per citarne alcuni il famoso “Ricomincio da capo” con Bill Murray o “È già ieri” con Antonio Albanese o anche un episodio della serie X-Files. Dunque non sarebbe strano ritrovarne esempi anche negli anime, il problema è in realtà il risultato.
In pratica in questa "Endless eight" si perde totalmente l'elemento di maturazione dei personaggi (o del personaggio principale), che nelle opere citate sussisteva in virtù proprio del circolo temporale chiuso. Alla scadenza del periodo tutto semplicemente si resetta e si ripropone da capo - quasi - come la prima volta. La risoluzione dunque appare del tutto casuale e, se da un lato è vero che questo fatto entra molto nelle corde della saga di Haruhi - che molto si bea nel pescare da teorie di fisica quantistica o caotiche di sorta -, dall'altro lato, quello narrativo, si rivela inutile, inefficace, dannoso e pesante per lo spettatore. Cioè, non si può creare una serie di episodi in cui l'unico interesse sarebbe quello di notare particolari di differenza come: quali yukata si comprano “le tre grazie” - Haruhi, Mikuru e Yuki non le famose Grazia, Graziella e quell'altra - per andare alla festa estiva; quale gelato mangia Haruhi dopo il lavoro part-time o quale maschera si prende Yuki allo stand... Roba da fissati.
Il mio consiglio spassionato è di vedere di questo arco solo il primo, il secondo e l'ultimo episodio, il resto fa solo volume.
Il sospiro di Haruhi Suzumiya: E' un arco di cinque episodi che ci racconta il making of e ci svela alcuni retroscena del film amatoriale realizzato dalla brigata SOS, ovvero “Le avventure di Mikuru Asahina”. Questo “sospiro” è dunque interessante in virtù della visione anticipata del suddetto filmetto, o anche episodio 00, e di cui sappiamo il perché di determinate cose. Ci sarebbe anche un minimo approfondimento sui personaggi di Koizumi, Mikuru e Yuki, ma alla fine quest'arco non sposta di molto il tiro e non risulta neanche molto divertente. Ma comunque lo prendiamo così, specie se si è reduci dall'intera visione di quello precedente.
Il tempo passato dalla realizzazione della prima serie non ha comunque modificato il livello tecnico di questo nuovo blocco di puntate, che rimane sempre molto buono. Leggermente modificato è il character design, che ora appare con linee più morbide che in passato, forse più in linea con lo stile moe, ma il lavoro è sempre all'altezza.
Gradevoli sono anche le nuove sigle, specialmente l'opening “Super Driver”, davvero piacevole da ascoltare e da vedere.
La visione di questa seconda stagione di Haruhi mi ha poi permesso, integrandola con quella della prima nella versione italiana, di fare i dovuti paragoni con il doppiaggio italiano. Ne esce fuori un sostanziale pareggio.
Nodo centrale è, manco a dirlo, Haruhi che, doppiata dalla famosa Aya Hirano, risulta ora un personaggio più dolce e “alla mano”, ben più gradevole di quello della versione italiana dove, anche con una buona recitazione, l'interpretazione della D'amico dava al personaggio un carattere forse troppo aggressivo e una certa nota stonata di antipatia. Sullo stesso livello sono invece i doppiaggi di Kyon e Koizumi - ma il nostro Graziano come bishonen sa il fatto suo. Vittoria italiana invece per i ruoli di Mikuru e Yuki, che in originale hanno la prima una vocetta stridula e gracchiante e la seconda un'irreale e falsa voce da bambolotto. Almeno la Liberatori gli dà una personalità e magari anche una nota più femminile.
Ordunque ci resta solo da interrogarci sullo scopo e le finalità di questa serie. A ben vedere se la consideriamo “a sé stante” questa serie è di fatto inutile e d'altra parte, se la inseriamo all'interno della prima (come del resto fatto nel passaggio in TV nipponico), è vero che dei particolari vengono chiariti, ma lo è anche il fatto che il quadro generale non sia cambiato di molto, anzi, non lo è affatto.
Non a caso mi viene in mente il sottotitolo usato per la serie Excel Saga ovvero “Animazione Sperimentale Insensata”, solo che in quel caso aveva un significato di scopo, quasi di accezione intellettuale.
Ma non lo meriterebbe neanche perché forse un senso c'è per questa seconda stagione di Haruhi Suzumiya: portare l'inutilità in animazione.
Da quanto si potrebbe desumere dalla recensione, il destino della serie sarebbe quello di una bocciatura nonostante qualche sporadico merito. Ma proprio in virtù dell'affermazione di poche righe prima, mi sbilancio per un 5: non una bocciatura, non una sufficienza. Diversamente la serie avrebbe un senso in qualche modo, ma così non è.
Dopo il grandissimo successo del 2006, la Kyoto animation nel 2009 fece una graditissima sorpresa ai fans di Haruhi riproponendo la serie con l’aggiunta di 14 episodi nuovi di zecca presentati in ordine cronologico (e non sparso come nel 2006) secondo la light novel originale. Molti descrivono questo secondo lotto di episodi come una seconda serie, ma in effetti essi sono più da considerare come un’integrazione alla serie stessa .
E’ inutile menare il can per l’aia, queste nuove puntate lasciarono piuttosto interdetti tutti coloro che avevano apprezzato quest'anime e la causa di ciò ha un nome ben preciso: Endless Eight!
Perché gli sceneggiatori e il regista hanno fatto questa scelta tanto rischiosa, sapendo poi che in Giappone molti avevano letto il romanzo originale in cui la storia in questione non era certo ripetuta così tante volte? Possibile che non si rendessero conto delle conseguenze sulla vendita del titolo all’estero? Al Lucca Coomics 2010, alla presentazione di DVD della prima serie in italiano da parte di Dynit, infatti, il direttore esecutivo Carlo Cavazzoni rispondendo a una mia domanda ha sollevato tutti i suoi dubbi sull’eventuale acquisizione di questo secondo blocco, giudicandolo difficilmente proponibile al pubblico nostrano. “Non capisco la scelta dei giapponesi…” questa fu la sua esclamazione, che rappresenta in pieno anche le mie, e penso quelle di molti altri appassionati, perplessità.
L’unica spiegazione che sono riuscito a darmi per giustificare una tale scelta è che, spinti dalla voglia di stupire con scelte innovative, gli autori abbiano optato per dilatare i tempi della storia per dare l’idea dell’alienazione e della ripetitività che i protagonisti si trovano a vivere, ma otto puntate, quasi tutte simili, rappresentano un peso gravoso per l’attenzione di chiunque!
Certo, ogni puntata non è l’esatta riproposizione dell’altra, alcuni piccoli particolari cambiano volta a volta (la maschera comprata, la grandezza dei pesciolini vinti, i fuochi artificiali) e lo scoprire quali rimane l’unico incentivo ad andare avanti con la visione, ma la vicenda è sempre quella e, mi spiace dirlo, è un esperimento riuscito male.
Le restanti sei puntate invece tornano a seguire la novel originale, con la prima puntata che risulterà importante nello svolgimento della storia come potrà verificare chi poi si godrà lo splendido film de “La Sparizione” uscito a inizio 2010.
Graficamente niente di nuovo rispetto al 2006, e questo non è un male data l‘eccellenza delle animazioni, mentre il doppiaggio originale vede salire la popolarità della “voce” di Haruhi, l’ormai popolarissima Aya Hirano, che rimane ancora anche la cantante delle sigle di opening e di ending.
La Malinconia di Haruhi Suzumiya (2009) è un buon prodotto quindi, sulla scia del successo del 2006 ma… rimane quel MA sulla scelta, a mio parere sciagurata, da parte degli autori, la quale incide drasticamente sul giudizio finale e che purtroppo potrebbe far allontanare parecchi appassionati da questa storia. Ebbene a questi io dico non fatelo! Se siete rimasti affascinati e divertiti dalle vicende della Brigata SOS non interrompete la visione di quest'anime ma procuratevi una copia del film e non ne rimarrete delusi.
E’ inutile menare il can per l’aia, queste nuove puntate lasciarono piuttosto interdetti tutti coloro che avevano apprezzato quest'anime e la causa di ciò ha un nome ben preciso: Endless Eight!
Perché gli sceneggiatori e il regista hanno fatto questa scelta tanto rischiosa, sapendo poi che in Giappone molti avevano letto il romanzo originale in cui la storia in questione non era certo ripetuta così tante volte? Possibile che non si rendessero conto delle conseguenze sulla vendita del titolo all’estero? Al Lucca Coomics 2010, alla presentazione di DVD della prima serie in italiano da parte di Dynit, infatti, il direttore esecutivo Carlo Cavazzoni rispondendo a una mia domanda ha sollevato tutti i suoi dubbi sull’eventuale acquisizione di questo secondo blocco, giudicandolo difficilmente proponibile al pubblico nostrano. “Non capisco la scelta dei giapponesi…” questa fu la sua esclamazione, che rappresenta in pieno anche le mie, e penso quelle di molti altri appassionati, perplessità.
L’unica spiegazione che sono riuscito a darmi per giustificare una tale scelta è che, spinti dalla voglia di stupire con scelte innovative, gli autori abbiano optato per dilatare i tempi della storia per dare l’idea dell’alienazione e della ripetitività che i protagonisti si trovano a vivere, ma otto puntate, quasi tutte simili, rappresentano un peso gravoso per l’attenzione di chiunque!
Certo, ogni puntata non è l’esatta riproposizione dell’altra, alcuni piccoli particolari cambiano volta a volta (la maschera comprata, la grandezza dei pesciolini vinti, i fuochi artificiali) e lo scoprire quali rimane l’unico incentivo ad andare avanti con la visione, ma la vicenda è sempre quella e, mi spiace dirlo, è un esperimento riuscito male.
Le restanti sei puntate invece tornano a seguire la novel originale, con la prima puntata che risulterà importante nello svolgimento della storia come potrà verificare chi poi si godrà lo splendido film de “La Sparizione” uscito a inizio 2010.
Graficamente niente di nuovo rispetto al 2006, e questo non è un male data l‘eccellenza delle animazioni, mentre il doppiaggio originale vede salire la popolarità della “voce” di Haruhi, l’ormai popolarissima Aya Hirano, che rimane ancora anche la cantante delle sigle di opening e di ending.
La Malinconia di Haruhi Suzumiya (2009) è un buon prodotto quindi, sulla scia del successo del 2006 ma… rimane quel MA sulla scelta, a mio parere sciagurata, da parte degli autori, la quale incide drasticamente sul giudizio finale e che purtroppo potrebbe far allontanare parecchi appassionati da questa storia. Ebbene a questi io dico non fatelo! Se siete rimasti affascinati e divertiti dalle vicende della Brigata SOS non interrompete la visione di quest'anime ma procuratevi una copia del film e non ne rimarrete delusi.
Non è facile accettare una caduta di stile come quella fatta dai produttori della serie "La Malinconia di Haruhi Suzumiya" con quella che viene definita "seconda stagione" (la mia critica è principalmente rivolta agli sciagurati 8 episodi che compongono il blocco dell'Endless Eight, uno dei peggiori esperimenti della storia dell'animazione nipponica), dopo una prima serie, datata 2006, che brillò per freschezza e originalità. Già a quel tempo produrre episodi senza seguire l'ordine cronologico della light novel - in alcuni episodi, come "Someday in the rain", si possono notare particolari mostrati solo nella seconda serie - non fu una scelta azzeccatissima, ma nonostante ciò il fenomeno Haruhi riuscì a imporsi anche sui mercati occidentali.
Il sopracitato sperimentalismo visto in questa seconda serie (anno 2009) si rivela però un fallimento totale: a eccezione del primo episodio, "Bamboo leaf rapsody", e in parte, in parte, della pentalogia "The Sigh of Haruhi Suzumiya", nel complesso accettabili, in quanto "Bamboo leaf rapsody" sfiora l'eccellenza, a mio dire, ed è un po' un peccato che sia finito accanto all'obbrobriosa E8, il prodotto finale che la Kadokawa Pictures ci offre lascia parecchio a desiderare. Un loop lungo 8 episodi, appena un capitolo nella light novel, diventa ben presto snervante e vedere la "pigrizia" con cui si ripetono meticolosamente può portare all'isteria.
Evidentemente il film, uscito a febbraio 2010 e intitolato "Suzumiya Haruhi no Shositsu" (la sparizione di H.S.) deve avere influito non poco sulla qualità della serie, che in sostanza ha come unica funzione, alla luce del lungometraggio, di spiegare alcuni particolari che risulterebbero altrimenti alieni allo spettatore. Se un'eventuale terza serie dovesse vedere la luce, è auspicabile che chi di dovere percorra binari ben più sicuri e collaudati, piuttosto che abbandonarsi a originali (almeno questo va concesso all'E8, tutto sommato gradevole, almeno per i primi due episodi) quanto fallimentari sperimentalismi.
Il sopracitato sperimentalismo visto in questa seconda serie (anno 2009) si rivela però un fallimento totale: a eccezione del primo episodio, "Bamboo leaf rapsody", e in parte, in parte, della pentalogia "The Sigh of Haruhi Suzumiya", nel complesso accettabili, in quanto "Bamboo leaf rapsody" sfiora l'eccellenza, a mio dire, ed è un po' un peccato che sia finito accanto all'obbrobriosa E8, il prodotto finale che la Kadokawa Pictures ci offre lascia parecchio a desiderare. Un loop lungo 8 episodi, appena un capitolo nella light novel, diventa ben presto snervante e vedere la "pigrizia" con cui si ripetono meticolosamente può portare all'isteria.
Evidentemente il film, uscito a febbraio 2010 e intitolato "Suzumiya Haruhi no Shositsu" (la sparizione di H.S.) deve avere influito non poco sulla qualità della serie, che in sostanza ha come unica funzione, alla luce del lungometraggio, di spiegare alcuni particolari che risulterebbero altrimenti alieni allo spettatore. Se un'eventuale terza serie dovesse vedere la luce, è auspicabile che chi di dovere percorra binari ben più sicuri e collaudati, piuttosto che abbandonarsi a originali (almeno questo va concesso all'E8, tutto sommato gradevole, almeno per i primi due episodi) quanto fallimentari sperimentalismi.
La seconda serie delle avventure di Harumi Suzumiya e soci in realtà non è una seconda serie, ma sempre la prima con 14 episodi aggiuntivi. E' su questi dunque che va basato il giudizio.
Punto primo: le endless eight. Si tratta di otto episodi praticamente identici per descrivere il fenomeno della ritorsione temporale. La prima parola che mi viene in mente è: sperimentale. Mai visto nulla del genere prima e credo che difficilmente verrà riproposta una cosa simile. Devo riconoscere che questo esperimento raggiunge l'effetto voluto: anche lo spettatore viene coinvolto in questo continuo ripetersi degli eventi fino ad avvertire la stessa frustrazione dei personaggi. Peccato che quello della frustrazione è un sentimento molto vicino a quello della noia e, purtroppo, lo sconfinamento a un certo punto è totale. Tuttavia si continua ad andare avanti nella speranza di una soluzione dell'enigma degna di tanta pazienza. E invece nisba. Quello che Haruhi voleva ancora fare (non lo cito per non spoilerare) è una vera stupidaggine.
Dopo avere sbadigliato per 8 episodi tutti uguali m'è venuta voglia di dire qualche parolaccia all'autore. Un progetto di cui ho ammirato l'originalità, seppure condita da tanta, troppa noia, viene rovinato da una fine veramente insulsa. Quindi concluderei continuando a definire questi episodi come sperimentali: nel senso che sperimentano la nostra capacità di sopportazione alle rotture di... Scusate ma quando ci vuole ci vuole.
L'altro blocco rilevante riguarda le vicende del film voluto da Haruhi. E nemmeno qui il parere è buono. Haruhi è sempre stata descritta come una persona stramba sì, ma con un intelligenza eccezionale. Come diamine può un personaggio simile concepire un film talmente brutto? Anche soprassedendo su questo, a me è sembrato tutto molto confuso, spesso contraddittorio e comunque poco divertente.
Per concludere, dopo avere visto tutti gli episodi delle due serie non riesco proprio a spiegarmi come "La Malinconia di Haruhi Suzumiya" possa avere riscosso tutto questo successo. A me non è parso, davvero, nulla di eccezionale; c'è molto, molto di meglio in giro. E' vero lo stile grafico è molto bello ma, in assenza di un filo conduttore ben definito, la trama è terribilmente stancante; e questo anche non considerando otto episodi tutti uguali.
Punto primo: le endless eight. Si tratta di otto episodi praticamente identici per descrivere il fenomeno della ritorsione temporale. La prima parola che mi viene in mente è: sperimentale. Mai visto nulla del genere prima e credo che difficilmente verrà riproposta una cosa simile. Devo riconoscere che questo esperimento raggiunge l'effetto voluto: anche lo spettatore viene coinvolto in questo continuo ripetersi degli eventi fino ad avvertire la stessa frustrazione dei personaggi. Peccato che quello della frustrazione è un sentimento molto vicino a quello della noia e, purtroppo, lo sconfinamento a un certo punto è totale. Tuttavia si continua ad andare avanti nella speranza di una soluzione dell'enigma degna di tanta pazienza. E invece nisba. Quello che Haruhi voleva ancora fare (non lo cito per non spoilerare) è una vera stupidaggine.
Dopo avere sbadigliato per 8 episodi tutti uguali m'è venuta voglia di dire qualche parolaccia all'autore. Un progetto di cui ho ammirato l'originalità, seppure condita da tanta, troppa noia, viene rovinato da una fine veramente insulsa. Quindi concluderei continuando a definire questi episodi come sperimentali: nel senso che sperimentano la nostra capacità di sopportazione alle rotture di... Scusate ma quando ci vuole ci vuole.
L'altro blocco rilevante riguarda le vicende del film voluto da Haruhi. E nemmeno qui il parere è buono. Haruhi è sempre stata descritta come una persona stramba sì, ma con un intelligenza eccezionale. Come diamine può un personaggio simile concepire un film talmente brutto? Anche soprassedendo su questo, a me è sembrato tutto molto confuso, spesso contraddittorio e comunque poco divertente.
Per concludere, dopo avere visto tutti gli episodi delle due serie non riesco proprio a spiegarmi come "La Malinconia di Haruhi Suzumiya" possa avere riscosso tutto questo successo. A me non è parso, davvero, nulla di eccezionale; c'è molto, molto di meglio in giro. E' vero lo stile grafico è molto bello ma, in assenza di un filo conduttore ben definito, la trama è terribilmente stancante; e questo anche non considerando otto episodi tutti uguali.
Non vorrei andare contro corrente, ma questa non si dovrebbe nemmeno chiamare seconda serie e vedo invece volare delle valutazione positive da paura. Voglio dire, una serie II degna di questo nome è un seguito, non un Filler della prima serie con in più la versione psicotica di un puntata ripresentata per 8 volte con sfaccettature minime diverse (cambiamenti micron, mezza inquadratura diversa, un quarto di scena cambiata, i vestiti diversi, i colori dei vestiti diversi etc) allo scopo di rendere la rottura che i personaggi hanno subito nella prima serie vivendo una stessa vicenda per centinaia di volte e passa.
Dunque questa "seconda" serie è caotica proprio perché si infila in momenti della prima serie, momenti disparati, quindi senza la prima serie non si capisce tutta e da sola questa seconda serie è campata per aria peggio che se si guarda una seconda serie di qualcosa d'altro, perché in questo caso nemmeno si capisce che serve una prima serie. Drammatico, davvero angosciante, e a me la prima serie è piaciuta sebbene mi abbia deluso in alcune cose, ma almeno le riconoscevo i suoi meriti, qui è tremendo anche solo pensare a questa cosa come ad una serie.
Partiamo dalla trama: irraccontabile. Non esiste, sono pezzi di riempimento della prima serie, e qui ci si chiede, ma perché non fare una unica serie fatta bene invece di due fatte maluccio ed incomplete? Ancora non ho risposta.
Ci sono momenti del dietro le quinte del film che vediamo nella prima serie e qui seguiamo proprio le riprese e diciamo cosa questo tira fuori dei personaggi e delle "particolarità" di Haruhi. Vediamo pezzi di puntate viste da un'altra angolazione rispetto quelle della prima serie, ma le cose che scopriamo non sono così imponenti da dire: "Sì beh, serviva una serie apposta", no sono inezie, sono dettagli.
Sapere che Haruhi è gelosa non è qualcosa di nuovo, lo avevamo già capito alla prima serie, capire che quando perde il controllo è un casino già lo sappiamo, sarebbe carino venisse detto qualcosa che già non si sapeva. Insomma diciamocelo: potevamo vivere senza queste inezie, magari qualche informazione di più sul misterioso trio lo si sarebbe apprezzato.
Poi si arriva al dramma vero e proprio: la puntata ciclica. La si rivede sempre uguale per otto volte, il magico Endless Eight, che solo alla terza volta ci si chiede se si ha sbagliato qualcosa, caricato la puntata sbagliata, cliccato qualcosa di errato, e invece no, era voluto, per un sacco di volte era voluto. Terribile.
Io leggo di scelta coraggiosa sul piano narrativo, ma io tutto questo coraggio non lo vedo, era coraggioso se invece di cambiare pochi dettagli e farci soffrire come i personaggi in loop, ci permettevano di conoscere qualcosa di questi in modo approfondito. Invece ciccia. Ma non è che se la si chiama "scelta narrativa" allora diventa una figata, suona più come: "ci siamo rotti di disegnare, facciamo riciclo", scusate la franchezza piatta.
Per quanto riguarda il reparto tecnico siamo al pari livello della prima serie, niente di eclatante, i disegni buoni e le musiche anche, il riciclo dell'ottava puntata deprime, ma non diciamolo.
Per concludere io dico che la poesia di questa pseudo seconda serie non l'ho vista, anzi, mi sono sentita parecchio presa per i fondelli e ancora meno ho visto la magia della scelta narrativa eccentrica.
La sconsiglio a chi sperava in qualcosa per recuperare la prima serie, agli altri posso solo augurare di cogliere la magia che io non ho sentito.
Dunque questa "seconda" serie è caotica proprio perché si infila in momenti della prima serie, momenti disparati, quindi senza la prima serie non si capisce tutta e da sola questa seconda serie è campata per aria peggio che se si guarda una seconda serie di qualcosa d'altro, perché in questo caso nemmeno si capisce che serve una prima serie. Drammatico, davvero angosciante, e a me la prima serie è piaciuta sebbene mi abbia deluso in alcune cose, ma almeno le riconoscevo i suoi meriti, qui è tremendo anche solo pensare a questa cosa come ad una serie.
Partiamo dalla trama: irraccontabile. Non esiste, sono pezzi di riempimento della prima serie, e qui ci si chiede, ma perché non fare una unica serie fatta bene invece di due fatte maluccio ed incomplete? Ancora non ho risposta.
Ci sono momenti del dietro le quinte del film che vediamo nella prima serie e qui seguiamo proprio le riprese e diciamo cosa questo tira fuori dei personaggi e delle "particolarità" di Haruhi. Vediamo pezzi di puntate viste da un'altra angolazione rispetto quelle della prima serie, ma le cose che scopriamo non sono così imponenti da dire: "Sì beh, serviva una serie apposta", no sono inezie, sono dettagli.
Sapere che Haruhi è gelosa non è qualcosa di nuovo, lo avevamo già capito alla prima serie, capire che quando perde il controllo è un casino già lo sappiamo, sarebbe carino venisse detto qualcosa che già non si sapeva. Insomma diciamocelo: potevamo vivere senza queste inezie, magari qualche informazione di più sul misterioso trio lo si sarebbe apprezzato.
Poi si arriva al dramma vero e proprio: la puntata ciclica. La si rivede sempre uguale per otto volte, il magico Endless Eight, che solo alla terza volta ci si chiede se si ha sbagliato qualcosa, caricato la puntata sbagliata, cliccato qualcosa di errato, e invece no, era voluto, per un sacco di volte era voluto. Terribile.
Io leggo di scelta coraggiosa sul piano narrativo, ma io tutto questo coraggio non lo vedo, era coraggioso se invece di cambiare pochi dettagli e farci soffrire come i personaggi in loop, ci permettevano di conoscere qualcosa di questi in modo approfondito. Invece ciccia. Ma non è che se la si chiama "scelta narrativa" allora diventa una figata, suona più come: "ci siamo rotti di disegnare, facciamo riciclo", scusate la franchezza piatta.
Per quanto riguarda il reparto tecnico siamo al pari livello della prima serie, niente di eclatante, i disegni buoni e le musiche anche, il riciclo dell'ottava puntata deprime, ma non diciamolo.
Per concludere io dico che la poesia di questa pseudo seconda serie non l'ho vista, anzi, mi sono sentita parecchio presa per i fondelli e ancora meno ho visto la magia della scelta narrativa eccentrica.
La sconsiglio a chi sperava in qualcosa per recuperare la prima serie, agli altri posso solo augurare di cogliere la magia che io non ho sentito.
Nel 2009 torna la vulcanica Haruhi con la sua sgangherata Brigata SOS in una nuova serie di 13 puntate, cronologicamente incastrate tra quelle della prima.
Nonostante le critiche verso l'Endless Eight, a me questa serie è piaciuta e conferma quanto di buono è stato fatto con la prima.
Dopo un episodio introduttivo, che svelerà alcuni aspetti del passato di Haruhi, inizia quella che per molti è stata una vera e propria agonia, l'Endless Eight appunto, ovvero un ciclo di otto puntate identiche tra loro (il perché di questa ricorsione ce lo spiegherà Mikuru). È sicuramente una scelta registica originale e audace. Fatico a comprenderne i motivi (carenza d'inventiva? Budget limitato della Kyoto Animation?), ma tutto sommato l'ho apprezzata. Sì, avete capito bene: per quanto indigesto, il ciclo si conclude nel modo più appagante, soddisfacente e ben congegnato che si potesse inventare.
Certo ben otto episodi identici sono una forzatura, forse sarebbe stato meglio scegliere un numero più simbolico, ma credo che la gioia nell'assistere alla tanto agognata conclusione non sarebbe stata la stessa.
Al termine dell'Endless Eight si dipana poi il ciclo di episodi dal titolo The Sigh of Haruhi Suzumiya che, pur non raggiungendo i livelli di The Melancholy of Haruhi Suzumiya, ricomincia a proporre situazioni interessanti dal punto di vista delle relazioni tra i personaggi e della componente fantascientifica, senza scadere nel filler come era successo per gli ultimi episodi della prima serie. Il ciclo narra il "dietro le quinte" del film presentato dalla Brigata SOS al festival scolastico: durante le riprese avranno modo di manifestarsi i lati più aggressivi del carattere di Haruhi e, attraverso il confronto più o meno pacato con Kyon, la bella tsundere avrà modo di intraprendere una nuova, seppur piccola, crescita interiore. Proprio come al termine di The Melancholy of Haruhi Suzumiya, quando Haruhi si rese conto di come il mondo è bello anche se non s'incontrano ESPER, alieni e viaggiatori del tempo ogni giorno.
Non dimentichiamo poi le nuove teorie sulla natura divina di Haruhi, che Kyon avrà modo di discutere con Mikuru e Yuki: contraddicendo quanto Itsuki aveva rivelato nella prima serie, vedremo ridimensionarsi il potere di Haruhi sull'universo e comparire nuovi interrogativi.
Senza tanti stravolgimenti (a parte l'Endless Eight) questa seconda serie è quindi un piacevole approfondimento di quanto accaduto nella prima e ne ripropone diversi elementi senza scadere nella ripetitività. Tecnicamente parlando, di rinnovato troviamo il chara design, molto più moe di quanto si fosse visto in precedenza e piuttosto simile a K-ON! Anche le sigle subiscono una svecchiata: l'opening, Super Driver, sempre di Aya Hirano, non fa rimpiangere minimamente quella vecchia, grazie alla sua energia e alla sua carica, mentre l'ending è sottotono e subito dimenticabile. Sbavatura comunque trascurabile, perché non influisce sulla qualità generale dell'anime, che consiglio vivamente.
Nonostante le critiche verso l'Endless Eight, a me questa serie è piaciuta e conferma quanto di buono è stato fatto con la prima.
Dopo un episodio introduttivo, che svelerà alcuni aspetti del passato di Haruhi, inizia quella che per molti è stata una vera e propria agonia, l'Endless Eight appunto, ovvero un ciclo di otto puntate identiche tra loro (il perché di questa ricorsione ce lo spiegherà Mikuru). È sicuramente una scelta registica originale e audace. Fatico a comprenderne i motivi (carenza d'inventiva? Budget limitato della Kyoto Animation?), ma tutto sommato l'ho apprezzata. Sì, avete capito bene: per quanto indigesto, il ciclo si conclude nel modo più appagante, soddisfacente e ben congegnato che si potesse inventare.
Certo ben otto episodi identici sono una forzatura, forse sarebbe stato meglio scegliere un numero più simbolico, ma credo che la gioia nell'assistere alla tanto agognata conclusione non sarebbe stata la stessa.
Al termine dell'Endless Eight si dipana poi il ciclo di episodi dal titolo The Sigh of Haruhi Suzumiya che, pur non raggiungendo i livelli di The Melancholy of Haruhi Suzumiya, ricomincia a proporre situazioni interessanti dal punto di vista delle relazioni tra i personaggi e della componente fantascientifica, senza scadere nel filler come era successo per gli ultimi episodi della prima serie. Il ciclo narra il "dietro le quinte" del film presentato dalla Brigata SOS al festival scolastico: durante le riprese avranno modo di manifestarsi i lati più aggressivi del carattere di Haruhi e, attraverso il confronto più o meno pacato con Kyon, la bella tsundere avrà modo di intraprendere una nuova, seppur piccola, crescita interiore. Proprio come al termine di The Melancholy of Haruhi Suzumiya, quando Haruhi si rese conto di come il mondo è bello anche se non s'incontrano ESPER, alieni e viaggiatori del tempo ogni giorno.
Non dimentichiamo poi le nuove teorie sulla natura divina di Haruhi, che Kyon avrà modo di discutere con Mikuru e Yuki: contraddicendo quanto Itsuki aveva rivelato nella prima serie, vedremo ridimensionarsi il potere di Haruhi sull'universo e comparire nuovi interrogativi.
Senza tanti stravolgimenti (a parte l'Endless Eight) questa seconda serie è quindi un piacevole approfondimento di quanto accaduto nella prima e ne ripropone diversi elementi senza scadere nella ripetitività. Tecnicamente parlando, di rinnovato troviamo il chara design, molto più moe di quanto si fosse visto in precedenza e piuttosto simile a K-ON! Anche le sigle subiscono una svecchiata: l'opening, Super Driver, sempre di Aya Hirano, non fa rimpiangere minimamente quella vecchia, grazie alla sua energia e alla sua carica, mentre l'ending è sottotono e subito dimenticabile. Sbavatura comunque trascurabile, perché non influisce sulla qualità generale dell'anime, che consiglio vivamente.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Questa stagione 2009 non è propriamente un seguito della prima del 2006, ma si colloca nel mezzo di essa (14+14 ep). Personalmente, ho visto le due serie in ordine cronologico, quindi in realtà le considero un'opera unica - so che in effetti non è così, e si vede. Le distinguerò strada facendo, ma non vogliatemene se non ci riuscirò.
La prima prima differenza che balza agli occhi rispetto alla prima stagione è la nuova grafica, brillante, curata e varia, che non lascia quindi spazio a nessun rimpianto verso prima serie.
Dal punto di vista della trama è invece più complicato giudicare, perché questa è stata concepita per fondersi all'interno dei precedenti episodi, con risultati altalenanti. Ovviamente, dobbiamo considerare che parte in svantaggio: non ha novità di rilievo nella "forma" delle vicende, che sono spesso mini-avventure della Brigata Sos, e questo, a distanza di tre anni, fa sorgere dubbi sulla bontà degli autori. Ma a ben vedere le novità ci sono, e non poche, nella sostanza: mi riferisco in primis agli "endless eight" e alle puntate sul film.
Circa i primi, il loro titolo deriva dal fatto che diverse puntate saranno la ripetizione dell'ottava, per via di un problema temporale causato da Haruhi. Geniale e coraggioso.
A dir la verità, ammetto che dopo la terza ripetizione tutto ciò risulta noioso, ma ammiro il coraggio degli autori nel sostenere un'idea tanto controcorrente, ora che è di moda la novità a tutti i costi.
Circa invece la seconda novità, Haruhi vuole girare un film, e abbiamo detto tutto. Chi ha visto la prima serie può immaginarlo già adesso, per quanti non l'hanno fatto sarà un piacere vederlo.
I personaggi della brigata se possibile sono ancora più legati ai loro precedenti ruoli, ma questo è comprensibile dato che non è un sequel, ma un midquel. Tuttavia, anche se non c'è una particolare maturazione dei personaggi, specie secondari, il loro ruolo è più considerato rispetto a prima, ci sono più dialoghi interessanti, più utilizzo dei poteri (Yuki sopratutto) e in generale la brigata è più unita.
Insomma, se la prima stagione aveva una forte componente sperimentale, che a mio parere la avvicinava molto a titoli come Excel Saga, questa seconda serie porta all'estremo tale voglia di provare l'insolito: l'esperimento in parte riesce, in parte no. Il difetto principale, frutto però di una precisa scelta, è una mancanza di reali innovazioni, perché assistiamo alla riproposizione di un mix già consolidato di follia, rassegnazione, entusiasmo, grottesco, trash e misticismo, il tutto ruotante attorno a quello straordinario personaggio che è Haruhi Sumumya.
Questa stagione 2009 non è propriamente un seguito della prima del 2006, ma si colloca nel mezzo di essa (14+14 ep). Personalmente, ho visto le due serie in ordine cronologico, quindi in realtà le considero un'opera unica - so che in effetti non è così, e si vede. Le distinguerò strada facendo, ma non vogliatemene se non ci riuscirò.
La prima prima differenza che balza agli occhi rispetto alla prima stagione è la nuova grafica, brillante, curata e varia, che non lascia quindi spazio a nessun rimpianto verso prima serie.
Dal punto di vista della trama è invece più complicato giudicare, perché questa è stata concepita per fondersi all'interno dei precedenti episodi, con risultati altalenanti. Ovviamente, dobbiamo considerare che parte in svantaggio: non ha novità di rilievo nella "forma" delle vicende, che sono spesso mini-avventure della Brigata Sos, e questo, a distanza di tre anni, fa sorgere dubbi sulla bontà degli autori. Ma a ben vedere le novità ci sono, e non poche, nella sostanza: mi riferisco in primis agli "endless eight" e alle puntate sul film.
Circa i primi, il loro titolo deriva dal fatto che diverse puntate saranno la ripetizione dell'ottava, per via di un problema temporale causato da Haruhi. Geniale e coraggioso.
A dir la verità, ammetto che dopo la terza ripetizione tutto ciò risulta noioso, ma ammiro il coraggio degli autori nel sostenere un'idea tanto controcorrente, ora che è di moda la novità a tutti i costi.
Circa invece la seconda novità, Haruhi vuole girare un film, e abbiamo detto tutto. Chi ha visto la prima serie può immaginarlo già adesso, per quanti non l'hanno fatto sarà un piacere vederlo.
I personaggi della brigata se possibile sono ancora più legati ai loro precedenti ruoli, ma questo è comprensibile dato che non è un sequel, ma un midquel. Tuttavia, anche se non c'è una particolare maturazione dei personaggi, specie secondari, il loro ruolo è più considerato rispetto a prima, ci sono più dialoghi interessanti, più utilizzo dei poteri (Yuki sopratutto) e in generale la brigata è più unita.
Insomma, se la prima stagione aveva una forte componente sperimentale, che a mio parere la avvicinava molto a titoli come Excel Saga, questa seconda serie porta all'estremo tale voglia di provare l'insolito: l'esperimento in parte riesce, in parte no. Il difetto principale, frutto però di una precisa scelta, è una mancanza di reali innovazioni, perché assistiamo alla riproposizione di un mix già consolidato di follia, rassegnazione, entusiasmo, grottesco, trash e misticismo, il tutto ruotante attorno a quello straordinario personaggio che è Haruhi Sumumya.
l valore, a mio parere, di questa II serie l'avevo già descritto nella recensione alla prima. Le qualità tecniche e l'innovazione presente nella trama e, sopratutto, nelle inquadrature sono rimaste intatte.
Però... c'è un però. La freschezza e la brillantezza della prima serie si sono leggermente perse per strada. Gli autori dell'opera a un certo punto optano per una soluzione narrativa senz'altro originale, ma probabilmente, secondo me, stiracchiata oltre il lecito. Si tratta di un escamotage per ridurre le spese del budget della casa di produzione? Spero che il motivo non sia così veniale! Comunque, dopo un certo periodo di tempo (troppo tempo), finalmente la situazione evolve e la serie riprende la sua strada maestra.
A parte questo grosso, secondo la mia opinione, inciampo (ripeto, soluzione positiva ma troppo abusata), l'opera in questione mi è piaciuta e mi ha fatto divertire.
Da evidenziare che dal punto di vista cronologico questi episodi si vanno ad “incastrare” con quelli della prima serie. Chi avesse tempo e voglia di riguardarsi tutti gli episodi delle due serie, vedrebbe come alcuni dettagli collegano le puntate le une alle altre; dettagli del tipo: abbigliamento dei personaggi, oggetti strampalati che compaiono dal nulla, ecc. Naturalmente in alcuni casi a collegare le puntate ci sono anche intrecci narrativi piuttosto evidenti.
In conclusione, sinceramente credo che questa serie sia leggermente inferiore a quella precedente, ma comunque godibilissima. Il personaggio di Haruhi è sempre strepitoso. Non mi dispiacerebbe anche un terzo capitolo.
Però... c'è un però. La freschezza e la brillantezza della prima serie si sono leggermente perse per strada. Gli autori dell'opera a un certo punto optano per una soluzione narrativa senz'altro originale, ma probabilmente, secondo me, stiracchiata oltre il lecito. Si tratta di un escamotage per ridurre le spese del budget della casa di produzione? Spero che il motivo non sia così veniale! Comunque, dopo un certo periodo di tempo (troppo tempo), finalmente la situazione evolve e la serie riprende la sua strada maestra.
A parte questo grosso, secondo la mia opinione, inciampo (ripeto, soluzione positiva ma troppo abusata), l'opera in questione mi è piaciuta e mi ha fatto divertire.
Da evidenziare che dal punto di vista cronologico questi episodi si vanno ad “incastrare” con quelli della prima serie. Chi avesse tempo e voglia di riguardarsi tutti gli episodi delle due serie, vedrebbe come alcuni dettagli collegano le puntate le une alle altre; dettagli del tipo: abbigliamento dei personaggi, oggetti strampalati che compaiono dal nulla, ecc. Naturalmente in alcuni casi a collegare le puntate ci sono anche intrecci narrativi piuttosto evidenti.
In conclusione, sinceramente credo che questa serie sia leggermente inferiore a quella precedente, ma comunque godibilissima. Il personaggio di Haruhi è sempre strepitoso. Non mi dispiacerebbe anche un terzo capitolo.
Sembra un po' fatta con gli scarti della prima serie, che era ben altra cosa. Niente grandi sorprese, niente novità, e i famosi endless eight sono esasperanti. Io non ce l'ho fatta, non voglio immaginare cosa succederebbe nel caso di una programmazione settimanale. Due mesi di ipertensione cardiaca e frustrazione?
La prima sera era simpatica e valeva la pena: qui mi sono arenato.
La prima sera era simpatica e valeva la pena: qui mi sono arenato.
Anime molto particolare, secondo me.
Il suo punto di forza è indubbiamente lo stile del disegno, molto curato e gradevole alla vista, opening ed ending nella media, nulla di eccezionale e lo stesso per le soundtrack molto spoglie. Anime piuttosto divertente soprattutto per l'eccentricità della protagonista, Suzumiya Haruhi. Doppiaggio discreto sia nella versione originale che in quella italiana.
Il fansub nella versione originale è discreto: timing azzeccato, ma a volte troppo ingombrante nel video. Quello che contraddistingue questo anime è la trama a volte molto confusa a causa della disposizione degli episodi, che è possibile vedere sia in ordine cronologico che in ordine di trasmissione televisiva; nonostante questo la trama è molto originale e sicuramente diversa dai soliti anime.
Il suo punto di forza è indubbiamente lo stile del disegno, molto curato e gradevole alla vista, opening ed ending nella media, nulla di eccezionale e lo stesso per le soundtrack molto spoglie. Anime piuttosto divertente soprattutto per l'eccentricità della protagonista, Suzumiya Haruhi. Doppiaggio discreto sia nella versione originale che in quella italiana.
Il fansub nella versione originale è discreto: timing azzeccato, ma a volte troppo ingombrante nel video. Quello che contraddistingue questo anime è la trama a volte molto confusa a causa della disposizione degli episodi, che è possibile vedere sia in ordine cronologico che in ordine di trasmissione televisiva; nonostante questo la trama è molto originale e sicuramente diversa dai soliti anime.
Ritorna Suzumiya, dopo una lunghissima attesa, per raccontarci non la storia che segue l'ultimo episodio, bensì completando la prima serie, ovvero colmando i vuoti narrativi ancora presenti tra una puntata e l'altra della prima stagione.
::SPOILER::
Serie a mio parere perfetta come sempre se non per un madornale errore (la fascia di episodi dal 2 al 9), l'endless 8, è un'idea davvero originale e geniale, da quella sensazione di continuità che veramente ti fa riflettere e non poco, ma è davvero difficile da sostenere psicologicamente, oltre alle inquadrature e il cambio di vestiti dei protagonisti, i dialoghi sono completamente identici. Nonostante sia davvero una cosa mai vista in una serie che possa aver massimizzato la sua originalità, resta a mio parere un azzardo non andato del tutto a buon fine. Gli episodi finali seguono le riprese del film del festival, molto spoglie di narrazione, ma che si fanno piacere comunque dopo 8 episodi identici.
:: ::
Per il resto i Disegni e le inquadrature rimangono uniche, puro stile suzumiya haruhi, Ambientazione paragonabile alla realtà, OP e ED più belle delle precedenti.
Lavoro concluso comunque con un ottimo risultato narrativo, sperando che non si faccia attendere nuovamente cosi tanto, aspettiamo la prossima serie, sperando che ci faccia dimenticare questa XD 7!
::SPOILER::
Serie a mio parere perfetta come sempre se non per un madornale errore (la fascia di episodi dal 2 al 9), l'endless 8, è un'idea davvero originale e geniale, da quella sensazione di continuità che veramente ti fa riflettere e non poco, ma è davvero difficile da sostenere psicologicamente, oltre alle inquadrature e il cambio di vestiti dei protagonisti, i dialoghi sono completamente identici. Nonostante sia davvero una cosa mai vista in una serie che possa aver massimizzato la sua originalità, resta a mio parere un azzardo non andato del tutto a buon fine. Gli episodi finali seguono le riprese del film del festival, molto spoglie di narrazione, ma che si fanno piacere comunque dopo 8 episodi identici.
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Per il resto i Disegni e le inquadrature rimangono uniche, puro stile suzumiya haruhi, Ambientazione paragonabile alla realtà, OP e ED più belle delle precedenti.
Lavoro concluso comunque con un ottimo risultato narrativo, sperando che non si faccia attendere nuovamente cosi tanto, aspettiamo la prossima serie, sperando che ci faccia dimenticare questa XD 7!
E' tornata! Suzumiya è TORNATA! Bella come la prima serie e altrettanto "fuori dagli schemi"! Possiamo anche criticare il fatto che ci sono 6 episodi praticamente uguali (potrete divertirvi a fare congetture sul problema in questione! Forse riuscirete anche a capire ciò che manca! Chi lo sa?!), ma anche questo è parte dell'originalità di quest'anime travolgente e caotico!
Metto un bel 9, esattamente come nella prima serie, perchè spiega dei piccoli comportamenti di alcuni personaggi e sempre con grande simpatia ci fa dare uno sguardo approfondito sulle fasi della produzione del "famosissimo" film, che era stato trasmesso nella primissima puntata!
Metto un bel 9, esattamente come nella prima serie, perchè spiega dei piccoli comportamenti di alcuni personaggi e sempre con grande simpatia ci fa dare uno sguardo approfondito sulle fasi della produzione del "famosissimo" film, che era stato trasmesso nella primissima puntata!
Suzumiya Haruhi no Yuutsu meglio conosciuto in Italia come La malinconia di Haruhi SUzumiya è una serie dal carattere innovativo sotto vari punti di vista, ma andiamo con ordine...
Nelle 14 puntate proposte la serie perde spesso un filo logico; tra l'altro l'ordine di emissione giapponese e l'ordine proposto dalla Dynit non corrispondono, causa scelte stilistiche.
Nonostante tale incongruenza bisogna dare atto alla Dynit di un lavoro eccellente, su di una serie molto particolare e complicata.
I dialoghi spesso sono complessi e di difficile traduzione ed interpretazione dal giapponese all'italiano.
Il resto dei contenuti extra è di alto livello e molto ben distribuito, insomma una vera e propria manna dell'animazione.
Tornando all'anime vero e proprio...
Suzumiya Haruhi no Yuutsu è un vero e proprio capolavoro dell'innovazione anime; in esso vengono sovvertiti gli eventi anche più razionali, vengono addirittura messe in discussione le effettive fondamenta della natura del mondo stesso!
La trama narra le vicende di una giovane ragazza tanto eccelsa in ogni disciplina umana tanto stravagante.
Haruhi proclama sin da subito il suo desiderio di conoscere il "diverso", il lato oscuro e "non solito" della quotidianità.
Detto così sembra un controsenso ma è proprio questa la natura di Haruhi (differentemente normale).
La nostra protagonista, è effettivamente il disperato tentativo di ognuno di noi di trascendere la banalità delle azioni quotidiane, per conferire quel qualcosa di particolare ed emozionante a giornate praticamente sempre uguali e sterili.
Nell'anime vengono menzionati alieni, viaggiatori del tempo, esper e quant'altro, insomma tutto ciò che di anormale possa venire in mente a primo acchito.
L'anime inizia così man mano a trasformarsi in un susseguirsi di avvenimenti inverosimili; questo sembra essere tutto e solo per volontà di Haruhi, la cui persona sembrerebbe incarnare una sorta di antropocentrismo universale.
Vengono quindi a mescolarsi le situazioni più banali e semplici della vita quotidiana di un gruppo di liceali, riuniti dalla protagonista sotto il nome di Brigata SOS, con eventi trascendenti lo scibile umano.
Per quanto possa considerarsi un'assurdità questo è il vero succo di una delle light novel più importanti e interessanti mai create sin ora.
Viene proposto un mix di comicità, serietà, scienza, amori, odi, sentimenti, e chi più ne ha più ne metta.
Unico difetto imputabile all'anime è la dipanazione delle puntate, esse generano in principio una sorta di sbando nella mente dello spettatore che si trova catapultato in un mondo dove nemmeno il filo logico-temporale degli eventi è rispettato (sconcertante, ma coerente).
L'aspetto tecnico è anch'esso un punto a favore : la grafica è di alta qualità, molto omogenea e variegata; mentre il doppiaggio è fatto a regola d'arte e la colonna sonora puntuale, simpatica e mai di troppo o mancante.
In definitiva Suzumiya Haruhi no Yuutsu è uno degli anime più particolari, scanzonati, riflessivi e "differenti" mai visti.
Da vedere assolutamente, ovviamente si tratta sempre di un prodotto da intenditori e palati fini, che però non viene disdegnato anche da coloro non si ritengono esperti di animazione ma semplici fruitori estemporanei.
Nelle 14 puntate proposte la serie perde spesso un filo logico; tra l'altro l'ordine di emissione giapponese e l'ordine proposto dalla Dynit non corrispondono, causa scelte stilistiche.
Nonostante tale incongruenza bisogna dare atto alla Dynit di un lavoro eccellente, su di una serie molto particolare e complicata.
I dialoghi spesso sono complessi e di difficile traduzione ed interpretazione dal giapponese all'italiano.
Il resto dei contenuti extra è di alto livello e molto ben distribuito, insomma una vera e propria manna dell'animazione.
Tornando all'anime vero e proprio...
Suzumiya Haruhi no Yuutsu è un vero e proprio capolavoro dell'innovazione anime; in esso vengono sovvertiti gli eventi anche più razionali, vengono addirittura messe in discussione le effettive fondamenta della natura del mondo stesso!
La trama narra le vicende di una giovane ragazza tanto eccelsa in ogni disciplina umana tanto stravagante.
Haruhi proclama sin da subito il suo desiderio di conoscere il "diverso", il lato oscuro e "non solito" della quotidianità.
Detto così sembra un controsenso ma è proprio questa la natura di Haruhi (differentemente normale).
La nostra protagonista, è effettivamente il disperato tentativo di ognuno di noi di trascendere la banalità delle azioni quotidiane, per conferire quel qualcosa di particolare ed emozionante a giornate praticamente sempre uguali e sterili.
Nell'anime vengono menzionati alieni, viaggiatori del tempo, esper e quant'altro, insomma tutto ciò che di anormale possa venire in mente a primo acchito.
L'anime inizia così man mano a trasformarsi in un susseguirsi di avvenimenti inverosimili; questo sembra essere tutto e solo per volontà di Haruhi, la cui persona sembrerebbe incarnare una sorta di antropocentrismo universale.
Vengono quindi a mescolarsi le situazioni più banali e semplici della vita quotidiana di un gruppo di liceali, riuniti dalla protagonista sotto il nome di Brigata SOS, con eventi trascendenti lo scibile umano.
Per quanto possa considerarsi un'assurdità questo è il vero succo di una delle light novel più importanti e interessanti mai create sin ora.
Viene proposto un mix di comicità, serietà, scienza, amori, odi, sentimenti, e chi più ne ha più ne metta.
Unico difetto imputabile all'anime è la dipanazione delle puntate, esse generano in principio una sorta di sbando nella mente dello spettatore che si trova catapultato in un mondo dove nemmeno il filo logico-temporale degli eventi è rispettato (sconcertante, ma coerente).
L'aspetto tecnico è anch'esso un punto a favore : la grafica è di alta qualità, molto omogenea e variegata; mentre il doppiaggio è fatto a regola d'arte e la colonna sonora puntuale, simpatica e mai di troppo o mancante.
In definitiva Suzumiya Haruhi no Yuutsu è uno degli anime più particolari, scanzonati, riflessivi e "differenti" mai visti.
Da vedere assolutamente, ovviamente si tratta sempre di un prodotto da intenditori e palati fini, che però non viene disdegnato anche da coloro non si ritengono esperti di animazione ma semplici fruitori estemporanei.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Caduta di stile per Suzumiya Haruhi 2: una serie che potrà ormai essere definità l'emblema della ripetitività.
Sarà anche interessante in linea di principio l'infinita ricorsione temporale, ma 6 episodi identici (seppur con inquadrature diverse) sono insopportabili da vedere, in pratica da due mesi ci propinano la stessa solfa...
Ormai l'unico interesse è sapere quando sta ricorsione finisce e quale sarà il motivo per cui finirà... per il resto noia assoluta.
Ed è un peccato perchè la prima serie era geniale, e i primi tre episodi veramente ben fatti, ma nel quarto mi aspettavo la soluzione e invece qua ci si sta adagiando sugli allori parandosi con l'assurdità della serie.
Imperdonabile!!!
Caduta di stile per Suzumiya Haruhi 2: una serie che potrà ormai essere definità l'emblema della ripetitività.
Sarà anche interessante in linea di principio l'infinita ricorsione temporale, ma 6 episodi identici (seppur con inquadrature diverse) sono insopportabili da vedere, in pratica da due mesi ci propinano la stessa solfa...
Ormai l'unico interesse è sapere quando sta ricorsione finisce e quale sarà il motivo per cui finirà... per il resto noia assoluta.
Ed è un peccato perchè la prima serie era geniale, e i primi tre episodi veramente ben fatti, ma nel quarto mi aspettavo la soluzione e invece qua ci si sta adagiando sugli allori parandosi con l'assurdità della serie.
Imperdonabile!!!
Che dire... mi aspettavo molto da questa seconda serie visto il capolavoro che è la prima ma per adesso mi devo in parte ricredere. Il livello di design dei personaggi e delle animazioni è rimasto ottimo ma la trama ha subito un calo vertiginoso, basti dire che ci sono tre puntate che sono praticamente identiche, ci hanno aggiunto solo alcune riflessioni dei personaggi. Per esempio: oggi vado al mare con dei mie amici e durante il tragitto parliamo di ragazze.(puntata xxx)
Nella puntata successiva accade: oggi vado al mare con i miei amici e durante il tragitto parliamo di ragazze e di moto. Misteri del tempo!!!
Nella puntata successiva accade: oggi vado al mare con i miei amici e durante il tragitto parliamo di ragazze e di moto. Misteri del tempo!!!
Consigliatami più volte, ho deciso di vedere questa serie sfruttando il tempo libero disponibile. La mia impressione complessiva non può che essere positiva per un anime molto allegro e divertente (ne consiglio la visione a chi non cerchi un lavoro eccelso ma piacevole) nonché dalla trama particolare.
In sostanza Haruhi non potrà che strapparvi un sorriso, soprattutto se associata come personaggio ai suoi compagni nella brigata SOS (il più delle volte saranno i commenti di Kyon sulle stranezze della protagonista a strapparvi un sorriso) nelle molteplici avventure che si ritroveranno ad affrontare.
Una serie breve il giusto, eccellentemente trasposta in italiano. Voto più che buono: 7
In sostanza Haruhi non potrà che strapparvi un sorriso, soprattutto se associata come personaggio ai suoi compagni nella brigata SOS (il più delle volte saranno i commenti di Kyon sulle stranezze della protagonista a strapparvi un sorriso) nelle molteplici avventure che si ritroveranno ad affrontare.
Una serie breve il giusto, eccellentemente trasposta in italiano. Voto più che buono: 7
Finalmente! Dopo la lunga attesa di ben due anni, Haruhi torna a farci sognare! Mi voglio reputare certamente uno dei maggiori ricercatori italiani di informazioni relative a questa serie, e finalmente il sogno è diventato realtà! Il primo episodio della serie che tutti hanno chiamato fino ad ora "La sparizione di Haruhi Suzumiya", ha lasciato tutti a bocca aperta per più motivi: la mancanza effettiva di una nuova opening, il nome della serie che non cambia (o almeno sino ad ora) e la Nuova bellissima ENDING, che mi ha molto soddisfatto, anche perché viene stravolto il genere di sigla finale che tutti ci stavamo aspettando: Flash, scatti, foto... queste immagini hanno coinvolto chi ha come me aspettato questo momento da tanto, in una gioia immensa.
Per il resto, il tema della prima puntata era più che consolidato, ormai da 2 anni a questa parte e le scene, le luci, le inquadrature sono come sempre eccellenti. BEH! Non c'è molto altro da dire!
Solo un caldo, affettuoso BENTORNATA HARUHI!
Per il resto, il tema della prima puntata era più che consolidato, ormai da 2 anni a questa parte e le scene, le luci, le inquadrature sono come sempre eccellenti. BEH! Non c'è molto altro da dire!
Solo un caldo, affettuoso BENTORNATA HARUHI!
Dopo circa due anni di attesa finalmente esce la seconda serie di Suzumiya Haruhi no Yuuutsu!
Che dire, già dal primo episodio (che sarebbe l'ottavo) si vede un miglioramento nella grafica.
La cosa che mi ha stupita di più è stato vedere Haruhi alle medie, in questo episodio verrà infatti svelato il mistero dei strani segni trovati nel cortile della scuola.
Sono davvero contenta anche del fatto che abbiano fatto rivedere Mikuru da grande che personalmente adoro.
L'unica cosa che non mi è piaciuta particolarmente è stata la sigla finale, che non raggiunge il livello della prima anche se comunque godibile.
Insomma, un episodio che non deluderà le aspettative degli amanti della prima serie!
Che dire, già dal primo episodio (che sarebbe l'ottavo) si vede un miglioramento nella grafica.
La cosa che mi ha stupita di più è stato vedere Haruhi alle medie, in questo episodio verrà infatti svelato il mistero dei strani segni trovati nel cortile della scuola.
Sono davvero contenta anche del fatto che abbiano fatto rivedere Mikuru da grande che personalmente adoro.
L'unica cosa che non mi è piaciuta particolarmente è stata la sigla finale, che non raggiunge il livello della prima anche se comunque godibile.
Insomma, un episodio che non deluderà le aspettative degli amanti della prima serie!