Yotsuiro Biyori
L'anime narra le vicende che ruotano attorno a un locale a conduzione tradizionale che il proprietario ha ereditato dal nonno.
Ci sono i quattro protagonisti, il datore di lavoro, Sui, e i suoi dipendenti, tutti dediti al loro lavoro, che non è solo servire o cucinare, ma donare col cibo serenità e risposte, offrendolo con gentilezza e cortesia.
Non esiste una vera e propria trama: le vicende che vengono messe sotto gli occhi dello spettatore riguardano i piccoli grandi problemi della quotidianità degli avventori. Ogni puntata mostra una grafica eccellente, dai bei protagonisti molto bishonen ai cibi disegnati meravigliosamente, capaci di far vedere paradisi ai clienti, scene divertenti o molto emozionali.
C'è un piccolo indizio di trama quando si parla della relazione mai approfondita tra i gemelli, Sui, il capo del locale, e il fratello, titolare della ditta del padre. Ma non sfocia in nulla e restano episodi divisi in vicenduole stucchevoli, banali, la cui risoluzione è un po' facilitona (basta il cibo e una parola gentile).
Niente di che. Quest'anime aveva potenzialità da vendere, ma si è dilungato in episodi lenti, stucchevoli, inutili, fini a sé stessi, incapaci di dare una descrizione approfondita almeno dei suoi protagonisti.
Personalmente l'ho trovato scadente per la trama inesistente ma guardabile, però chi cerca una trama leggera, storie a lieto fine e immagini di cibo buono e bello allora ci provi: non ne resterà deluso.
Ci sono i quattro protagonisti, il datore di lavoro, Sui, e i suoi dipendenti, tutti dediti al loro lavoro, che non è solo servire o cucinare, ma donare col cibo serenità e risposte, offrendolo con gentilezza e cortesia.
Non esiste una vera e propria trama: le vicende che vengono messe sotto gli occhi dello spettatore riguardano i piccoli grandi problemi della quotidianità degli avventori. Ogni puntata mostra una grafica eccellente, dai bei protagonisti molto bishonen ai cibi disegnati meravigliosamente, capaci di far vedere paradisi ai clienti, scene divertenti o molto emozionali.
C'è un piccolo indizio di trama quando si parla della relazione mai approfondita tra i gemelli, Sui, il capo del locale, e il fratello, titolare della ditta del padre. Ma non sfocia in nulla e restano episodi divisi in vicenduole stucchevoli, banali, la cui risoluzione è un po' facilitona (basta il cibo e una parola gentile).
Niente di che. Quest'anime aveva potenzialità da vendere, ma si è dilungato in episodi lenti, stucchevoli, inutili, fini a sé stessi, incapaci di dare una descrizione approfondita almeno dei suoi protagonisti.
Personalmente l'ho trovato scadente per la trama inesistente ma guardabile, però chi cerca una trama leggera, storie a lieto fine e immagini di cibo buono e bello allora ci provi: non ne resterà deluso.
Il “Rokuhōdō” del titolo è una sala da tè in stile giapponese, teatro di questa serie slice of life di dodici episodi trasmessa nella primavera 2018. A lavorare nel locale sono quattro giovani uomini di bell’aspetto, Sui, Gure, Tsubaki e Tokitaka, affiancati dalla felina mascotte Kinako. Con una grande attenzione alla presentazione servono tè, caffè macchiato, dolci e piatti, con un menù sempre legato alla stagione corrente. Nel corso degli episodi risolvono tanti piccoli problemi dei loro clienti e fanno intravedere allo spettatore qualcosa del loro passato.
La serie, priva di una vera e propria trama, riesce a essere piacevole e rilassante sia grazie alla grafica suggestiva (molto curati i particolari dei piatti, delle ceramiche così come delle ambientazioni) sia grazie al tono tenuto nella narrazione, che risulta divertente (ma non propriamente demenziale) e tiene desta l’attenzione sui piccoli “casi” dei clienti che sono sì iper-drammatizzati, ma senza risultare mai grotteschi (alcuni dei personaggi secondari sono molto ben riusciti).
I quattro protagonisti sono belli e simpatici, anche se il livello di approfondimento psicologico è superficiale e non riesce a renderli “a tutto tondo”, lasciando la caratterizzazione un poco lacunosa. Sui, proprietario del locale, è riuscito comunque a suscitare la mia simpatia: un uomo che porta gli occhiali, con un modo di fare calmo e composto, ma capace di perdere ogni compostezza ogniqualvolta interagisca con il gatto di casa, ha il suo perché.
Le animazioni non sono sempre di alto livello, ma il doppiaggio è invece molto ben fatto, su tutti spicca Daisuke Ono nel ruolo dell’espansivo Gure. L’opening è gradevole, ma ho amato di più la ending strumentale, con le bellissime immagini di acquerelli (e quella del dodicesimo episodio è “speciale”!).
Un anime “senza pensieri”, ottimo per rilassarsi dopo una giornata di lavoro, da godersi magari con una tazza di tè e un gatto appallottolato a fianco.
La serie, priva di una vera e propria trama, riesce a essere piacevole e rilassante sia grazie alla grafica suggestiva (molto curati i particolari dei piatti, delle ceramiche così come delle ambientazioni) sia grazie al tono tenuto nella narrazione, che risulta divertente (ma non propriamente demenziale) e tiene desta l’attenzione sui piccoli “casi” dei clienti che sono sì iper-drammatizzati, ma senza risultare mai grotteschi (alcuni dei personaggi secondari sono molto ben riusciti).
I quattro protagonisti sono belli e simpatici, anche se il livello di approfondimento psicologico è superficiale e non riesce a renderli “a tutto tondo”, lasciando la caratterizzazione un poco lacunosa. Sui, proprietario del locale, è riuscito comunque a suscitare la mia simpatia: un uomo che porta gli occhiali, con un modo di fare calmo e composto, ma capace di perdere ogni compostezza ogniqualvolta interagisca con il gatto di casa, ha il suo perché.
Le animazioni non sono sempre di alto livello, ma il doppiaggio è invece molto ben fatto, su tutti spicca Daisuke Ono nel ruolo dell’espansivo Gure. L’opening è gradevole, ma ho amato di più la ending strumentale, con le bellissime immagini di acquerelli (e quella del dodicesimo episodio è “speciale”!).
Un anime “senza pensieri”, ottimo per rilassarsi dopo una giornata di lavoro, da godersi magari con una tazza di tè e un gatto appallottolato a fianco.
"Rokuhoudou Yotsuiro Biyori" è un anime di dodici episodi andato in onda dall'aprile al giugno del 2018.
La storia si svolge in una rinomata casa del tè gestita da quattro uomini, Sui, Gure, Tsubaki e Tokitaka, i quali, tra un latte macchiato, un tè caldo e un dolce di stagione, fanno del loro meglio per mettere a proprio agio i clienti che, il più delle volte, riescono a trovare la soluzione ai loro problemi grazie al calore umano che il luogo riesce a trasmettere.
Inizierò col dire che, in generale, a parte rare eccezioni, gli slice of life non mi piacciono particolarmente, tendo ad annoiarmi e finisco per non continuarli. Incuriosita dalla grafica e dal tema, ho deciso di vedere il primo episodio e ne sono rimasta conquistata.
Il Rokuhoudou è un'oasi dove rifugiarsi dopo una giornata stressante, l’atmosfera calda e rilassante del locale viene trasmessa allo spettatore che, senza quasi accorgersene, si ritrova a sorridere e a sperare disperatamente che questo luogo esista nella realtà. È stato, infatti, il locale stesso a incantarmi inizialmente, situato nella città ma immerso nel proprio angolo di verde, in legno massiccio, illuminato da un chiarore che mette in risalto l’amore che il proprietario ha dedicato al luogo.
In secondo luogo, sono rimasta affascinata dai personaggi. Iniziamo con i quattro protagonisti che gestiscono il locale con tanto amore e dedizione.
Sui è il proprietario e ha ereditato il locale dal nonno. Si occupa di preparare il tè seguendo tutti i principi dell'arte giapponese, curando ogni dettaglio. È serio e composto, ma si trasforma completamente quando vede un gatto, in particolare Kinako, la mascotte dormigliona del locale. Gure, specializzato nel preparare il latte macchiato, è un omone simpaticissimo dalla personalità spumeggiante, che spara parole italiane a caso e porta allegria con il suo sorriso contagioso. Tsubaki è timido, ma prepara dei dolci buonissimi che mi hanno fatto venire l’acquolina in bocca per la varietà e gli ingredienti selezionati con attenzione. Tokitaka è un artista e il cuoco, ed è in grado di preparare manicaretti sofisticati in pochissimo tempo serviti su ceramiche di sua creazione.
Insieme ai quattro protagonisti, in ogni episodio, lo spettatore conosce i clienti, abituali e non, che entrano con i loro problemi quotidiani e si alzano dal tavolo con rinnovata energia e positività. Le storie di queste persone sono, infatti, legate ai problemi di tutti i giorni, il lavoro, lo studio, l’amore, gli amici, niente insomma che non si possa risolvere con un po' di buona volontà e del buon cibo nello stomaco. Quello che il locale fornisce è proprio quel senso di familiarità e sicurezza, unito a una parola gentile e servito con una fetta di dolce alle castagne. Per lo spettatore è dunque molto facile identificarsi con i personaggi secondari, e sperare con tutte le proprie forze di poter trascorrere un pomeriggio nel bellissimo Rokuhoudou.
Nel corso delle puntate vengono, inoltre, dedicate diverse parti al passato dei quattro protagonisti, come, per esempio, il locale ai tempi in cui veniva gestito dal nonno di Sui o l’adolescenza di Gure in Italia, ma vengono anche approfonditi aspetti della quotidianità degli uomini lontano dal locale.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, il chara design mi è piaciuto, gli sfondi sono molto curati, e sia l’opening sia l’ending sono state realizzate in piena armonia con lo spirito dell'anime. Se devo trovargli una pecca, è la presenza di cali grafici qui e lì che mi hanno fatto un po' storcere il naso.
Riassumendolo in una frase o meno: "Estremamente piacevole da vedere, ma fa venire una gran fame, siete avvisati!"
La storia si svolge in una rinomata casa del tè gestita da quattro uomini, Sui, Gure, Tsubaki e Tokitaka, i quali, tra un latte macchiato, un tè caldo e un dolce di stagione, fanno del loro meglio per mettere a proprio agio i clienti che, il più delle volte, riescono a trovare la soluzione ai loro problemi grazie al calore umano che il luogo riesce a trasmettere.
Inizierò col dire che, in generale, a parte rare eccezioni, gli slice of life non mi piacciono particolarmente, tendo ad annoiarmi e finisco per non continuarli. Incuriosita dalla grafica e dal tema, ho deciso di vedere il primo episodio e ne sono rimasta conquistata.
Il Rokuhoudou è un'oasi dove rifugiarsi dopo una giornata stressante, l’atmosfera calda e rilassante del locale viene trasmessa allo spettatore che, senza quasi accorgersene, si ritrova a sorridere e a sperare disperatamente che questo luogo esista nella realtà. È stato, infatti, il locale stesso a incantarmi inizialmente, situato nella città ma immerso nel proprio angolo di verde, in legno massiccio, illuminato da un chiarore che mette in risalto l’amore che il proprietario ha dedicato al luogo.
In secondo luogo, sono rimasta affascinata dai personaggi. Iniziamo con i quattro protagonisti che gestiscono il locale con tanto amore e dedizione.
Sui è il proprietario e ha ereditato il locale dal nonno. Si occupa di preparare il tè seguendo tutti i principi dell'arte giapponese, curando ogni dettaglio. È serio e composto, ma si trasforma completamente quando vede un gatto, in particolare Kinako, la mascotte dormigliona del locale. Gure, specializzato nel preparare il latte macchiato, è un omone simpaticissimo dalla personalità spumeggiante, che spara parole italiane a caso e porta allegria con il suo sorriso contagioso. Tsubaki è timido, ma prepara dei dolci buonissimi che mi hanno fatto venire l’acquolina in bocca per la varietà e gli ingredienti selezionati con attenzione. Tokitaka è un artista e il cuoco, ed è in grado di preparare manicaretti sofisticati in pochissimo tempo serviti su ceramiche di sua creazione.
Insieme ai quattro protagonisti, in ogni episodio, lo spettatore conosce i clienti, abituali e non, che entrano con i loro problemi quotidiani e si alzano dal tavolo con rinnovata energia e positività. Le storie di queste persone sono, infatti, legate ai problemi di tutti i giorni, il lavoro, lo studio, l’amore, gli amici, niente insomma che non si possa risolvere con un po' di buona volontà e del buon cibo nello stomaco. Quello che il locale fornisce è proprio quel senso di familiarità e sicurezza, unito a una parola gentile e servito con una fetta di dolce alle castagne. Per lo spettatore è dunque molto facile identificarsi con i personaggi secondari, e sperare con tutte le proprie forze di poter trascorrere un pomeriggio nel bellissimo Rokuhoudou.
Nel corso delle puntate vengono, inoltre, dedicate diverse parti al passato dei quattro protagonisti, come, per esempio, il locale ai tempi in cui veniva gestito dal nonno di Sui o l’adolescenza di Gure in Italia, ma vengono anche approfonditi aspetti della quotidianità degli uomini lontano dal locale.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, il chara design mi è piaciuto, gli sfondi sono molto curati, e sia l’opening sia l’ending sono state realizzate in piena armonia con lo spirito dell'anime. Se devo trovargli una pecca, è la presenza di cali grafici qui e lì che mi hanno fatto un po' storcere il naso.
Riassumendolo in una frase o meno: "Estremamente piacevole da vedere, ma fa venire una gran fame, siete avvisati!"