Sora no Manimani
“Sora no Manimani” è un anime di dodici episodi prodotto dallo Studio Comet e tratto dall’omonimo manga scritto e illustrato da Mami Kashiwabara.
Protagonista dell’opera è Saku Ooyagi, un ragazzo appassionato di libri, che per il primo anno del liceo si trasferisce nella città in cui abitava quando aveva sette anni. Qui incontra l’unica persona che non avrebbe mai voluto rivedere: l’iperattiva Mihoshi Akeno, sua amica d’infanzia che quasi ogni notte lo trascinava di forza a vedere la stelle, anche se lui avrebbe desiderato rimanere a casa a leggere. Il ragazzo si ritrova costretto, così, a unirsi al club di astronomia di cui fa parte anche Mihoshi.
Partiamo subito con i non pochi difetti che affliggono questa serie. Dopo il primo episodio, l’elemento che mi era rimasto più impresso era il fatto che i personaggi non fossero stati un attimo in silenzio. L’80% di “Sora no Manimani” è costituito, infatti, da scene in cui i membri del club di astronomia non fanno altro che gridare, correre da un capo all’altro della scuola e lamentarsi a gran voce per ogni minima cosa. Se da un lato, dunque, la noia non è quasi mai presente, dall’altro quelli che potrebbero essere piacevoli momenti di intrattenimento risultano soltanto torture per i timpani. Ma non è finita qui: gran parte di queste scene esagitate sono quasi inutili ai fini della trama, poiché vedono i personaggi lanciarsi in una mole impressionante di sketch comici. Battute e gag sono quindi all’ordine del giorno, peccato che non siano per nulla divertenti. L’unica nota di simpatia è data, a parer mio, dai continui svenimenti del moribondo presidente Roma.
Se metà serie è piena di siparietti comici mediocri, l’altra, in cui vediamo gli sviluppi, non è affatto migliore: i cliché si susseguono uno dopo l’altro, tant’è che arrivati a un certo punto dell’anime l’interesse cala drasticamente. Prima del crollo definitivo, si cerca di riparare inserendo qualche personaggio interessante per ravvivare l’atmosfera (vedi il professor Souma o Oumi), peccato che alla fine si scada sempre nella stessa solfa.
Il lato che invece ho più apprezzato di “Sora no Manimani” sono sicuramente le stelle. In quasi tutti gli episodi possiamo ammirare, infatti, uno splendido cielo stellato che infonde tranquillità e rilassa i timpani, tartassati in precedenza dalle sciocchezze del club di astronomia. L’unico pregio di quest’ultimo, inoltre, è che svolge veramente le sue attività, al contrario di altri club molto rinomati nel mondo degli anime. I senpai, poi, sono davvero esperti in materia e all’occorrenza ci regalano qualche lezione interessante sui corpi celesti, nonché sulle varie attrezzature utilizzate per la suddetta disciplina. Mi ha fatto molto piacere, dunque, che gli autori sapessero dove avevano le mani in pasta.
Altro punto che non mi ha fatto proprio impazzire sono i personaggi. Innanzitutto, ci sono quelli rimasti completamente anonimi, come Sayo o Edogawa, e questo non va affatto bene, considerando che non sono né comparse, né personaggi secondari di poco conto. Abbiamo poi quelli che sono stati approfonditi, ma che non sono affatto dotati di una bella personalità: è il caso di Fuumin, che ricalca fedelmente lo stereotipo della presidentessa del consiglio studentesco, ma soprattutto quello di Hime. A quest’ultima è stato dedicato un sacco di spazio, che risulta totalmente sprecato, visto che alla fine la ragazza è una delle tipe più piatte, isteriche e fastidiose che abbia visto negli anime. Note positive sono rappresentate invece dal professor Souma, Oumi e Mihoshi. Sono tutti e tre simpatici e ben caratterizzati, anche se avrei preferito che Oumi fosse stata introdotta prima e che Mihoshi fosse stata un po’ meno turbolenta in certe situazioni. Poco o niente dice il nostro protagonista, mentre Roma sarebbe stato uno dei personaggi migliori, se solo gli avessero dedicato lo stesso spazio riservato a Hime.
Lato tecnico non eccellente ma neanche tanto scadente. Character design carino quanto basta, animazioni e fondali discreti. Piccolo appunto che devo fare è sulla CG utilizzata in un certo episodio, davvero un brutto spettacolo per gli occhi. Per quanto riguarda il comparto sonoro, alcune OST sono orecchiabili, mentre altre davvero insopportabili, come “Fumin no Kyousokyoku” (che sentiamo sempre quando arriva Kotozuka) e “Okiraku Mullet” (quella fastidiosa musichetta alla fisarmonica).
Tirando le somme, “Sora no Manimani” è un anime che non si distingue in mezzo alla massa. A fare da padrone sono soprattutto sketch comici malriusciti, personaggi anonimi o fastidiosi e i soliti cliché. Tra i pregi troviamo invece i cieli stellati, la protagonista femminile e due comprimari. L’episodio finale è stato molto bello, peccato che non abbia potuto fare più di tanto per risollevare questa serie, a cui magari qualche episodio in più avrebbe giovato. Voto: 5 e mezzo.
Protagonista dell’opera è Saku Ooyagi, un ragazzo appassionato di libri, che per il primo anno del liceo si trasferisce nella città in cui abitava quando aveva sette anni. Qui incontra l’unica persona che non avrebbe mai voluto rivedere: l’iperattiva Mihoshi Akeno, sua amica d’infanzia che quasi ogni notte lo trascinava di forza a vedere la stelle, anche se lui avrebbe desiderato rimanere a casa a leggere. Il ragazzo si ritrova costretto, così, a unirsi al club di astronomia di cui fa parte anche Mihoshi.
Partiamo subito con i non pochi difetti che affliggono questa serie. Dopo il primo episodio, l’elemento che mi era rimasto più impresso era il fatto che i personaggi non fossero stati un attimo in silenzio. L’80% di “Sora no Manimani” è costituito, infatti, da scene in cui i membri del club di astronomia non fanno altro che gridare, correre da un capo all’altro della scuola e lamentarsi a gran voce per ogni minima cosa. Se da un lato, dunque, la noia non è quasi mai presente, dall’altro quelli che potrebbero essere piacevoli momenti di intrattenimento risultano soltanto torture per i timpani. Ma non è finita qui: gran parte di queste scene esagitate sono quasi inutili ai fini della trama, poiché vedono i personaggi lanciarsi in una mole impressionante di sketch comici. Battute e gag sono quindi all’ordine del giorno, peccato che non siano per nulla divertenti. L’unica nota di simpatia è data, a parer mio, dai continui svenimenti del moribondo presidente Roma.
Se metà serie è piena di siparietti comici mediocri, l’altra, in cui vediamo gli sviluppi, non è affatto migliore: i cliché si susseguono uno dopo l’altro, tant’è che arrivati a un certo punto dell’anime l’interesse cala drasticamente. Prima del crollo definitivo, si cerca di riparare inserendo qualche personaggio interessante per ravvivare l’atmosfera (vedi il professor Souma o Oumi), peccato che alla fine si scada sempre nella stessa solfa.
Il lato che invece ho più apprezzato di “Sora no Manimani” sono sicuramente le stelle. In quasi tutti gli episodi possiamo ammirare, infatti, uno splendido cielo stellato che infonde tranquillità e rilassa i timpani, tartassati in precedenza dalle sciocchezze del club di astronomia. L’unico pregio di quest’ultimo, inoltre, è che svolge veramente le sue attività, al contrario di altri club molto rinomati nel mondo degli anime. I senpai, poi, sono davvero esperti in materia e all’occorrenza ci regalano qualche lezione interessante sui corpi celesti, nonché sulle varie attrezzature utilizzate per la suddetta disciplina. Mi ha fatto molto piacere, dunque, che gli autori sapessero dove avevano le mani in pasta.
Altro punto che non mi ha fatto proprio impazzire sono i personaggi. Innanzitutto, ci sono quelli rimasti completamente anonimi, come Sayo o Edogawa, e questo non va affatto bene, considerando che non sono né comparse, né personaggi secondari di poco conto. Abbiamo poi quelli che sono stati approfonditi, ma che non sono affatto dotati di una bella personalità: è il caso di Fuumin, che ricalca fedelmente lo stereotipo della presidentessa del consiglio studentesco, ma soprattutto quello di Hime. A quest’ultima è stato dedicato un sacco di spazio, che risulta totalmente sprecato, visto che alla fine la ragazza è una delle tipe più piatte, isteriche e fastidiose che abbia visto negli anime. Note positive sono rappresentate invece dal professor Souma, Oumi e Mihoshi. Sono tutti e tre simpatici e ben caratterizzati, anche se avrei preferito che Oumi fosse stata introdotta prima e che Mihoshi fosse stata un po’ meno turbolenta in certe situazioni. Poco o niente dice il nostro protagonista, mentre Roma sarebbe stato uno dei personaggi migliori, se solo gli avessero dedicato lo stesso spazio riservato a Hime.
Lato tecnico non eccellente ma neanche tanto scadente. Character design carino quanto basta, animazioni e fondali discreti. Piccolo appunto che devo fare è sulla CG utilizzata in un certo episodio, davvero un brutto spettacolo per gli occhi. Per quanto riguarda il comparto sonoro, alcune OST sono orecchiabili, mentre altre davvero insopportabili, come “Fumin no Kyousokyoku” (che sentiamo sempre quando arriva Kotozuka) e “Okiraku Mullet” (quella fastidiosa musichetta alla fisarmonica).
Tirando le somme, “Sora no Manimani” è un anime che non si distingue in mezzo alla massa. A fare da padrone sono soprattutto sketch comici malriusciti, personaggi anonimi o fastidiosi e i soliti cliché. Tra i pregi troviamo invece i cieli stellati, la protagonista femminile e due comprimari. L’episodio finale è stato molto bello, peccato che non abbia potuto fare più di tanto per risollevare questa serie, a cui magari qualche episodio in più avrebbe giovato. Voto: 5 e mezzo.
La trama vede protagonista Saku, un ragazzo amante della letteratura che preferisce stare in casa piuttosto che uscire a divertirsi, specialmente se la sua compagnia è Mihoshi. Da piccolo viveva in una città dove veniva coinvolto in ogni tipo di gioco pericoloso da questa ragazzina molto vivace, arrivando perfino a rompersi un braccio; un giorno Saku lasciò la città con sua madre, ritenendosi fortunato per non dover più giocare con Mihoshi. Tornando al presente, Saku è ormai un adolescente, e purtroppo per lui si ri-trasferisce nella sua città natale, dove affronterà il suo primo giorno nella nuova scuola; incontrerà fin da subito Mihoshi, che non perderà un attimo per riallacciare il vecchio rapporto. Inizia da qui la vicenda del nostro Saku.
"Sora no Manimani" è un anime prodotto nel 2009, ispirato all'omonimo manga di Mami Kashiwabara. A prima vista l'opera sembra essere la solita commedia sentimentale in stile scolastico, e infatti è così come sembra, mostrandosi un anime tranquillo e per pochi, magari per chi ama molto il genere e non si fa schiacciare dalla monotonia presente, come è successo a me dopo aver già visto una marea di anime di questo genere.
Lo sviluppo della trama è nel complesso sufficiente, con l'inserimento di buone dosi emotive e riflessive che tendono poi a far crescere l'interesse, che a sua volta potrebbe decrescere per via della monotonia degli eventi. I personaggi possono essere la giusta motivazione per non mettere da parte l'anime, visto che sono da apprezzare per la loro semplicità e per l'impatto che hanno sulla trama, soprattutto Mihoshi, una ragazza molto vivace e invadente ma con un grande cuore; il protagonista però non colpisce più di tanto, essendo il solito personaggio che non sa quello che vuole e che col tempo lo capirà, stando soprattutto con i suoi amici del club.
Il comparto visivo non è davvero male, con buone animazioni e dei disegni carini, mentre il sonoro non mi ha colpito più di tanto. Concludendo, l'anime si dimostra essere la solita commedia scolastica, però possiede dei buoni particolari che lo rendono appetibile a pochi. Personalmente, non consiglierei la visione di quest'anime, visto che non mi ha incuriosito più di tanto, ma un'occhiata gliela potete sempre dare.
Voto finale: 5 e mezzo
"Sora no Manimani" è un anime prodotto nel 2009, ispirato all'omonimo manga di Mami Kashiwabara. A prima vista l'opera sembra essere la solita commedia sentimentale in stile scolastico, e infatti è così come sembra, mostrandosi un anime tranquillo e per pochi, magari per chi ama molto il genere e non si fa schiacciare dalla monotonia presente, come è successo a me dopo aver già visto una marea di anime di questo genere.
Lo sviluppo della trama è nel complesso sufficiente, con l'inserimento di buone dosi emotive e riflessive che tendono poi a far crescere l'interesse, che a sua volta potrebbe decrescere per via della monotonia degli eventi. I personaggi possono essere la giusta motivazione per non mettere da parte l'anime, visto che sono da apprezzare per la loro semplicità e per l'impatto che hanno sulla trama, soprattutto Mihoshi, una ragazza molto vivace e invadente ma con un grande cuore; il protagonista però non colpisce più di tanto, essendo il solito personaggio che non sa quello che vuole e che col tempo lo capirà, stando soprattutto con i suoi amici del club.
Il comparto visivo non è davvero male, con buone animazioni e dei disegni carini, mentre il sonoro non mi ha colpito più di tanto. Concludendo, l'anime si dimostra essere la solita commedia scolastica, però possiede dei buoni particolari che lo rendono appetibile a pochi. Personalmente, non consiglierei la visione di quest'anime, visto che non mi ha incuriosito più di tanto, ma un'occhiata gliela potete sempre dare.
Voto finale: 5 e mezzo
"Sora no Manimani" ha una trama ben curata, l'aspetto grafico e la caratterizzazione dei personaggi sono anche meglio: un anime, in generale, ben riuscito, piacevole e divertente.
Il carattere della protagonista ricorda da vicino quello di Haruhi Suzumiya dell'omonimo anime: legata agli amici, un po' lunatica, spesso con la testa fra le nuvole e sempre al massimo delle energie. Colpisce molto anche la passione dei personaggi nei confronti dell'astronomia: sono infatti tantissimi i riferimenti alle stelle e all'osservazione dei corpi celesti, descritti con grande precisione e ricchezza di dettagli.
Per quanto riguarda gli aspetti negativi, credo di avere un unico neo da segnalare: le scene sentimentali tendono a creare atmosfere che causano contrasti evidenti e "pesanti" rispetto al corso degli eventi, generalmente intercalato in ambiti più spensierati; ad ogni modo, pur essendo delle scene un po' forzate, riescono comunque ad essere piacevoli.
Da vedere, consigliato non solo agli appassionati del genere.
Il carattere della protagonista ricorda da vicino quello di Haruhi Suzumiya dell'omonimo anime: legata agli amici, un po' lunatica, spesso con la testa fra le nuvole e sempre al massimo delle energie. Colpisce molto anche la passione dei personaggi nei confronti dell'astronomia: sono infatti tantissimi i riferimenti alle stelle e all'osservazione dei corpi celesti, descritti con grande precisione e ricchezza di dettagli.
Per quanto riguarda gli aspetti negativi, credo di avere un unico neo da segnalare: le scene sentimentali tendono a creare atmosfere che causano contrasti evidenti e "pesanti" rispetto al corso degli eventi, generalmente intercalato in ambiti più spensierati; ad ogni modo, pur essendo delle scene un po' forzate, riescono comunque ad essere piacevoli.
Da vedere, consigliato non solo agli appassionati del genere.
"Sora no Manimani" è un anime tratto dalla omonima serie manga lunga ben dieci volumi (della quale non si riesce a reperire niente in italiano e persino quasi niente neppure in inglese). Ciò significa che nelle sole dodici puntate a nostra disposizione è raccontata purtroppo solo una parte della storia originale, e sottolineo il "purtroppo", dato che siamo davanti a un'opera di pregevole fattura sotto molti punti di vista.
La trama ha uno spunto originale, non mi era mai capitato di vedere un anime centrato totalmente sulle stelle (non dite "I Cavalieri dello Zodiaco" per favore!), dove tutto il resto è puro contorno. Lo sviluppo è rapido (d'altronde le puntate a disposizione sono poche) e la storia prende subito una piega piuttosto scontata, ma tra una stella e l'altra c'è spazio anche per una serie di sotto-trame che, seppur banali, riescono a emozionare non poco.
I personaggi principali inizialmente sono pochi, i cinque del club di astronomia più il membro non ufficiale, nonché compagno di classe di Saku. Appunto Saku, insieme con Mihoshi, sono i veri protagonisti con i loro siparietti divertenti e, anche se la storia è raccontata dal punto di vista del primo, la seconda spesso riesce a rubare la scena a tutti, sia che si tratti di scene comiche sia più serie e introspettive. Mihoshi mi ricorda tantissimo Momoko Kuzuryū di "Sumomomo Momomo", non solo per la stazza fisica ma anche per i suoi modi di fare. Gli altri quattro non fanno le semplici comparse, chi più chi meno ha una sua importanza nella storia e tutti godono di una splendida caratterizzazione. A metà circa delle puntate il numero di personaggi aumenta esponenzialmente e, come in precedenza, nessuno di quelli a cui viene ritagliato un piccolo spazio sembra essere un personaggio di serie B, anche se con il terminare dell'anime la caratterizzazione sarà solo abbozzata.
I disegni non sono male, però sinceramente non sono nemmeno troppo esaltanti. Si tende più a concentrarsi sui paesaggi che sui dettagli delle persone (le mani spesso sono rappresentate in maniera oscena) e questo a volte mi ha dato un po' di fastidio.
Il finale è molto bello, senza troppo miele; così facendo però si riesce a non scontentare nessuno.
Le musiche infine non mi sono sembrate niente di eccezionale, così come le sigle, carine ma niente di memorabile.
In definitiva non posso che consigliare a chiunque questa visione; io ero dai tempi di "AnoHana" e "Toradora!" che non mi emozionavo così. Il 9 è più che meritato, sperando di poter leggere in un futuro non troppo lontano la controparte cartacea, che secondo me si può rivelare persino più bella.
La trama ha uno spunto originale, non mi era mai capitato di vedere un anime centrato totalmente sulle stelle (non dite "I Cavalieri dello Zodiaco" per favore!), dove tutto il resto è puro contorno. Lo sviluppo è rapido (d'altronde le puntate a disposizione sono poche) e la storia prende subito una piega piuttosto scontata, ma tra una stella e l'altra c'è spazio anche per una serie di sotto-trame che, seppur banali, riescono a emozionare non poco.
I personaggi principali inizialmente sono pochi, i cinque del club di astronomia più il membro non ufficiale, nonché compagno di classe di Saku. Appunto Saku, insieme con Mihoshi, sono i veri protagonisti con i loro siparietti divertenti e, anche se la storia è raccontata dal punto di vista del primo, la seconda spesso riesce a rubare la scena a tutti, sia che si tratti di scene comiche sia più serie e introspettive. Mihoshi mi ricorda tantissimo Momoko Kuzuryū di "Sumomomo Momomo", non solo per la stazza fisica ma anche per i suoi modi di fare. Gli altri quattro non fanno le semplici comparse, chi più chi meno ha una sua importanza nella storia e tutti godono di una splendida caratterizzazione. A metà circa delle puntate il numero di personaggi aumenta esponenzialmente e, come in precedenza, nessuno di quelli a cui viene ritagliato un piccolo spazio sembra essere un personaggio di serie B, anche se con il terminare dell'anime la caratterizzazione sarà solo abbozzata.
I disegni non sono male, però sinceramente non sono nemmeno troppo esaltanti. Si tende più a concentrarsi sui paesaggi che sui dettagli delle persone (le mani spesso sono rappresentate in maniera oscena) e questo a volte mi ha dato un po' di fastidio.
Il finale è molto bello, senza troppo miele; così facendo però si riesce a non scontentare nessuno.
Le musiche infine non mi sono sembrate niente di eccezionale, così come le sigle, carine ma niente di memorabile.
In definitiva non posso che consigliare a chiunque questa visione; io ero dai tempi di "AnoHana" e "Toradora!" che non mi emozionavo così. Il 9 è più che meritato, sperando di poter leggere in un futuro non troppo lontano la controparte cartacea, che secondo me si può rivelare persino più bella.
Di solito cerco di dare nelle mie recensioni un giudizio oggettivo, non influenzato da sentimenti personali, ma in questo caso devo proprio dire che non sono riuscito a mantenermi neutrale.
L'anime in sé è un normalissimo scolastico, con tutti gli stereotipi del genere, sia come trama che come personaggi: troviamo tutti, ma proprio tutti i tipi caratteristici di questo genere di storie, la trama è la solita del tipo 'lei vuole bene a lui ma c'è un'altra e lui non se le fila ecc.' e, anche se tutto sommato non è un brutto anime, non dice niente di nuovo sotto quest'aspetto, e si meriterebbe tutt'al più la sufficienza. Oltretutto non c'è nemmeno un vero e proprio finale, evidentemente in previsione di una seconda serie, che, considerando che la storia è di quattro anni fa, difficilmente vedrà la luce.
Allora, da dove vengono i due punti in più che ho assegnato? Dal fatto che l'anime tratta di una delle mie più grandi passioni di gioventù: l'astronomia. Ormai sono anni, anzi decenni, che non mi dedico più a questa passione, ma ricordo che da ragazzo ho passato molte nottate sulla terrazza della mia casa, come vediamo fare ai soci del Club di Astronomia, anche nelle gelide nottate invernali, a osservare stelle e pianeti, e questo anime mi ha risvegliato un sacco di nostalgici ricordi.
Inoltre, mi è piaciuta l'accuratezza con cui sono descritte le osservazioni fatte dai protagonisti: spesso questo sembra un vero e proprio anime didattico, e, considerando che il Giappone si trova più o meno alla stessa latitudine dell'Italia, può insegnare qualcosa anche a noi. Il cielo stellato è riprodotto con precisione, e si può facilmente imparare molto seguendo le indicazioni che vengono date.
In conclusione, se vi interessa l'astronomia questo anime fa per voi, ma, se delle stelle non vi importa niente, lasciate perdere, ve ne sono molti altri simili del genere scolastico-sentimentale.
L'anime in sé è un normalissimo scolastico, con tutti gli stereotipi del genere, sia come trama che come personaggi: troviamo tutti, ma proprio tutti i tipi caratteristici di questo genere di storie, la trama è la solita del tipo 'lei vuole bene a lui ma c'è un'altra e lui non se le fila ecc.' e, anche se tutto sommato non è un brutto anime, non dice niente di nuovo sotto quest'aspetto, e si meriterebbe tutt'al più la sufficienza. Oltretutto non c'è nemmeno un vero e proprio finale, evidentemente in previsione di una seconda serie, che, considerando che la storia è di quattro anni fa, difficilmente vedrà la luce.
Allora, da dove vengono i due punti in più che ho assegnato? Dal fatto che l'anime tratta di una delle mie più grandi passioni di gioventù: l'astronomia. Ormai sono anni, anzi decenni, che non mi dedico più a questa passione, ma ricordo che da ragazzo ho passato molte nottate sulla terrazza della mia casa, come vediamo fare ai soci del Club di Astronomia, anche nelle gelide nottate invernali, a osservare stelle e pianeti, e questo anime mi ha risvegliato un sacco di nostalgici ricordi.
Inoltre, mi è piaciuta l'accuratezza con cui sono descritte le osservazioni fatte dai protagonisti: spesso questo sembra un vero e proprio anime didattico, e, considerando che il Giappone si trova più o meno alla stessa latitudine dell'Italia, può insegnare qualcosa anche a noi. Il cielo stellato è riprodotto con precisione, e si può facilmente imparare molto seguendo le indicazioni che vengono date.
In conclusione, se vi interessa l'astronomia questo anime fa per voi, ma, se delle stelle non vi importa niente, lasciate perdere, ve ne sono molti altri simili del genere scolastico-sentimentale.
Talvolta le sorprese più piacevoli arrivano proprio da anime scartati in partenza e classificati "tra i peggiori" - in quanto probabilmente dal primo episodio non riescono a darci niente o a mostrarsi nella loro interezza, risultando o noiosi, o senza senso, o sapere di già visto -, per poi, una volta ripresi, risultare serie piacevoli e buone, tanto da farti affermare: "Ma che ho scartato?", o meglio "Ma che mi sono perso?". E così è successo a me con Sora no Manimani, droppata al primo episodio - e di cui ho scritto anche una recensione e di cui tuttora mi scuso e me ne pento - per poi essere ripresa - perché ho deciso di abbandonare i giudizi su una certa serie soltanto dal primo episodio - e risultare una serie più che buona. Adesso posso affermare: "Mai giudicare dalla copertina", o per intenderci: "Mai giudicare dal primo, o dai primi episodi"; una serie deve essere valutata per tutta la sua lunghezza (attenzione: qui non intendo tutte le serie; per i battle shounen lunghissimi o altre opere lunghissime in generale, potete capire per benino la serie anche con una manciata di episodi, non c'è bisogno di aspettare duecento episodi per un "miracolo", perché queste opere lunghe offrono quel che hanno da offrire già nei primi episodi; semmai nel corso della serie ci sarà qualche colpo di scena o qualche cambiamento, ma niente di più), perché potrebbe sbocciare e mostrarsi nella sua interezza o nel corso della storia oppure, addirittura, nel finale.
Sora no Manimani è una serie della stagione estiva del 2009, tratta dall'omonimo manga di Mami Kashiwabara, adattato ad anime da Studio Cornet.
Quel che vedremo in questa serie, sarà qualcosa di già visto. Ebbene sì, la serie avrà tutti i cliché che possiamo trovare in un anime di genere scolastico, sia per quanto riguarda i personaggi – il protagonista abbastanza stupido ma amato e cercato, l'amica d'infanzia del protagonista fastidiosa e innamorata del protagonista, l'altra ragazza innamorata del protagonista, la ragazza un po' seria, il compagno di classe del protagonista tanto pervertito quanto stupido, la presidentessa del consiglio tsundere e l'unico personaggio che risulterà abbastanza particolare e, direi, "originale", Roma –, sia per quanto riguarda le situazioni – il protagonista che torna nella sua città natale e d'infanzia dove rincontra tutti i suoi amici, torna a scuola e non si vorrà iscrivere in un club (o almeno, nel club dei suoi amici), ma verrà obbligato dalla sua amica d'infanzia, nonché amica fastidiosa, dopodiché si deciderà a partecipare al club e darà tutto sé stesso per il funzionamento del club. Bene, questa serie non ha niente per cui la potremmo definire originale, in quanto non si distacca molto dalle solite situazioni e personaggi stereotipi delle serie di genere scolastico - che negli ultimi anni stanno aumentando sempre di più -, tranne per un'unica particolarità, ovvero quella del club di astronomia e quindi della visione e della citazione di varie stelle, etc. Ma è fatta talmente tanto bene che risulterà piacevole e carina, addirittura scorrevole.
Scorrevole è un aggettivo abbastanza lodevole in un periodo in cui gli anime risultano sempre di più ripetitivi e noiosi, anzi, sembrano tutti una copia dell'altra. Essendo tutti una copia dell'altra, la visione diventa pesante, e questo è qualcosa di bruttissimo, in quanto i prodotti d'animazione devono essere visti come un "piacere", un "hobby", e come tali devono soddisfare il cliente. Certe volte si guardano proprio "a sforzo". Sora no Manimani, pur essendo "una pseudo copia" (pseudo proprio per la particolarità del club di astronomia), riesce nel compito di risultare scorrevole e quindi di soddisfare gli spettatori, e proprio per questo, a mio parere, deve essere premiata.
Oltre all'essere piacevole e carina, la serie a tratti è pure divertente, e verso il finale anche abbastanza triste. Episodi da eccellenza sono proprio quelli dove si dà sfogo ai sentimenti, che non sono mai esagerati o forzati, ma sempre lineari e alquanto realistici. La serie, infatti, non assumerà mai appieno il genere sentimentale, rendendo tutto più bello e piacevole.
Le animazioni sono buone, lo stile dei personaggi carino, le OST sempre buone e orecchiabili, così come l'opening e l'ending. Una serie che mi ha piacevolmente sorpreso, e a cui attribuisco un buon voto. Consigliata a chi vuol passare una giornata (o più) in serenità, ma ricordo che questa serie va valutata solo e unicamente con un parere soggettivo, quindi c'è a chi può piacere, e a chi non può piacere.
Sora no Manimani è una serie della stagione estiva del 2009, tratta dall'omonimo manga di Mami Kashiwabara, adattato ad anime da Studio Cornet.
Quel che vedremo in questa serie, sarà qualcosa di già visto. Ebbene sì, la serie avrà tutti i cliché che possiamo trovare in un anime di genere scolastico, sia per quanto riguarda i personaggi – il protagonista abbastanza stupido ma amato e cercato, l'amica d'infanzia del protagonista fastidiosa e innamorata del protagonista, l'altra ragazza innamorata del protagonista, la ragazza un po' seria, il compagno di classe del protagonista tanto pervertito quanto stupido, la presidentessa del consiglio tsundere e l'unico personaggio che risulterà abbastanza particolare e, direi, "originale", Roma –, sia per quanto riguarda le situazioni – il protagonista che torna nella sua città natale e d'infanzia dove rincontra tutti i suoi amici, torna a scuola e non si vorrà iscrivere in un club (o almeno, nel club dei suoi amici), ma verrà obbligato dalla sua amica d'infanzia, nonché amica fastidiosa, dopodiché si deciderà a partecipare al club e darà tutto sé stesso per il funzionamento del club. Bene, questa serie non ha niente per cui la potremmo definire originale, in quanto non si distacca molto dalle solite situazioni e personaggi stereotipi delle serie di genere scolastico - che negli ultimi anni stanno aumentando sempre di più -, tranne per un'unica particolarità, ovvero quella del club di astronomia e quindi della visione e della citazione di varie stelle, etc. Ma è fatta talmente tanto bene che risulterà piacevole e carina, addirittura scorrevole.
Scorrevole è un aggettivo abbastanza lodevole in un periodo in cui gli anime risultano sempre di più ripetitivi e noiosi, anzi, sembrano tutti una copia dell'altra. Essendo tutti una copia dell'altra, la visione diventa pesante, e questo è qualcosa di bruttissimo, in quanto i prodotti d'animazione devono essere visti come un "piacere", un "hobby", e come tali devono soddisfare il cliente. Certe volte si guardano proprio "a sforzo". Sora no Manimani, pur essendo "una pseudo copia" (pseudo proprio per la particolarità del club di astronomia), riesce nel compito di risultare scorrevole e quindi di soddisfare gli spettatori, e proprio per questo, a mio parere, deve essere premiata.
Oltre all'essere piacevole e carina, la serie a tratti è pure divertente, e verso il finale anche abbastanza triste. Episodi da eccellenza sono proprio quelli dove si dà sfogo ai sentimenti, che non sono mai esagerati o forzati, ma sempre lineari e alquanto realistici. La serie, infatti, non assumerà mai appieno il genere sentimentale, rendendo tutto più bello e piacevole.
Le animazioni sono buone, lo stile dei personaggi carino, le OST sempre buone e orecchiabili, così come l'opening e l'ending. Una serie che mi ha piacevolmente sorpreso, e a cui attribuisco un buon voto. Consigliata a chi vuol passare una giornata (o più) in serenità, ma ricordo che questa serie va valutata solo e unicamente con un parere soggettivo, quindi c'è a chi può piacere, e a chi non può piacere.
Questo titolo mi fa venire in mente il film "Casablanca"; nel senso che si tratta del classico prodotto artigianale, creato senza particolari ambizioni artistiche, ma che alla fine diventa un capolavoro semplicemente perché tutte le persone coinvolte nel processo creativo hanno dato ognuna il massimo nel proprio mestiere, da professionisti veri.
La storia di Saku il secchione e Mihoshi la fanatica dell'astronomia non ha niente di particolarmente originale. Troviamo tutti in fila i classici cliché dell'anime sentimentale-scolastico: gli amici d'infanzia che si ritrovano; la rivale in amore; l'antagonista antipatica che poi si riscatta… Manca solo la puntata ambientata al festival estivo, gli altri stereotipi ci sono tutti.
Però ogni singolo elemento è fatto e rifinito con tanta cura che, alla fine, montati insieme tutti i pezzi del puzzle, si sfiora la perfezione assoluta. Il meccanismo narrativo gira con tanta precisione che mi sono vista la serie in un solo pomeriggio domenicale. A lubrificare gli ingranaggi, una grafica e una colonna sonora perfettamente adeguate al tono del racconto, un poco malinconico e un poco allegro: una miscela irresistibile.
Se cercate la novità fine a se stessa lasciate perdere. Ma essere innovativi non vuol dire essere bravi, e il "bello" non c'entra molto con il "nuovo". Detto questo, buona visione a tutti.
La storia di Saku il secchione e Mihoshi la fanatica dell'astronomia non ha niente di particolarmente originale. Troviamo tutti in fila i classici cliché dell'anime sentimentale-scolastico: gli amici d'infanzia che si ritrovano; la rivale in amore; l'antagonista antipatica che poi si riscatta… Manca solo la puntata ambientata al festival estivo, gli altri stereotipi ci sono tutti.
Però ogni singolo elemento è fatto e rifinito con tanta cura che, alla fine, montati insieme tutti i pezzi del puzzle, si sfiora la perfezione assoluta. Il meccanismo narrativo gira con tanta precisione che mi sono vista la serie in un solo pomeriggio domenicale. A lubrificare gli ingranaggi, una grafica e una colonna sonora perfettamente adeguate al tono del racconto, un poco malinconico e un poco allegro: una miscela irresistibile.
Se cercate la novità fine a se stessa lasciate perdere. Ma essere innovativi non vuol dire essere bravi, e il "bello" non c'entra molto con il "nuovo". Detto questo, buona visione a tutti.
Premetto dicendo che quest'anime non è un capolavoro, ma è riuscito a farmi sognare in molte puntate.
La storia inizia con il protagonista Saku Ōyagi trascinato tutte le notti in giro dalla sua amica Mihoshi Akeno. L'ultima notte trascorsa insieme prima del trasferimento di Saku per motivi di lavoro del padre, si rivela movimentata e costa a tutti e due un infortunio che minerà per i successivi anni il ricordo di Mihoshi.
Sette anni dopo, Saku ritorna nella sua vecchia città per cominciare la sua nuova vita come studente delle superiori. Appena mette piede nella scuola, chi finisce per ritrovare? La sua amica (o quasi) d'infanzia! E in seguito a un chiarimento il ragazzo accetterà di entrare a far parte del club di astronomia.
Ho apprezzato molto questa serie per le parti dedicate alle costellazioni e ai pianeti e soprattutto per la fortissima passione proveniente dai personaggi, non molto originali, quali: il malaticcio, la ragazza gelosa innamorata del protagonista e il pervertito.
"Sora no Manimani" è un anime molto spensierato e da vedere con calma e tranquillità, consigliato specialmente a chi ama le stelle e i loro infiniti modi di essere interpretate.
Un grave problema della storia è la mancanza di approfondimenti nella parte "sentimentale", che vede solo dei lievi accenni che finiscono con il farti capire quello che provano i due ragazzi ma senza soddisfare, per come parte la storia e per i momenti molto emotivi che si creano quando i personaggi guardano le stelle. Essi possono far pensare che ci sarà un qualche sviluppo romantico tra i due, ma la serie si limita a far vedere solo i contorni di questa parte di storia andando così a deludere chi, come me, ama le storie d'amore.
La storia da sola è forse un po' povera e non sempre è facile sopportare certi momenti di vuoto che si vengono a creare. E una parte romantica più marcata avrebbe probabilmente portato l'anime a essere più leggero invece di affidarsi solo al fattore "stellare" della serie.
Niente da dire sui disegni, che rientrano nella media, ma danno il meglio solo durante le attività del club.
Detto questo, "Sora no Manimani" è un anime che consiglio a tutti di vedere, ma senza sperare in un fattore romantico.
La storia inizia con il protagonista Saku Ōyagi trascinato tutte le notti in giro dalla sua amica Mihoshi Akeno. L'ultima notte trascorsa insieme prima del trasferimento di Saku per motivi di lavoro del padre, si rivela movimentata e costa a tutti e due un infortunio che minerà per i successivi anni il ricordo di Mihoshi.
Sette anni dopo, Saku ritorna nella sua vecchia città per cominciare la sua nuova vita come studente delle superiori. Appena mette piede nella scuola, chi finisce per ritrovare? La sua amica (o quasi) d'infanzia! E in seguito a un chiarimento il ragazzo accetterà di entrare a far parte del club di astronomia.
Ho apprezzato molto questa serie per le parti dedicate alle costellazioni e ai pianeti e soprattutto per la fortissima passione proveniente dai personaggi, non molto originali, quali: il malaticcio, la ragazza gelosa innamorata del protagonista e il pervertito.
"Sora no Manimani" è un anime molto spensierato e da vedere con calma e tranquillità, consigliato specialmente a chi ama le stelle e i loro infiniti modi di essere interpretate.
Un grave problema della storia è la mancanza di approfondimenti nella parte "sentimentale", che vede solo dei lievi accenni che finiscono con il farti capire quello che provano i due ragazzi ma senza soddisfare, per come parte la storia e per i momenti molto emotivi che si creano quando i personaggi guardano le stelle. Essi possono far pensare che ci sarà un qualche sviluppo romantico tra i due, ma la serie si limita a far vedere solo i contorni di questa parte di storia andando così a deludere chi, come me, ama le storie d'amore.
La storia da sola è forse un po' povera e non sempre è facile sopportare certi momenti di vuoto che si vengono a creare. E una parte romantica più marcata avrebbe probabilmente portato l'anime a essere più leggero invece di affidarsi solo al fattore "stellare" della serie.
Niente da dire sui disegni, che rientrano nella media, ma danno il meglio solo durante le attività del club.
Detto questo, "Sora no Manimani" è un anime che consiglio a tutti di vedere, ma senza sperare in un fattore romantico.
Non un capolavoro, ma un'opera piacevole sì. Questa, in sintesi, la mia personale opinione sull'anime. La protagonista di "Sora no Manimani", Mihoshi, è un vero vulcano, e per questo può dividere: o la si adora, o la si patisce. Di sicuro, è una ragazza piena di vita (forse troppo!), di iniziativa e di tante buone qualità, soprattutto quella di riuscire a contagiare tutti, persino il protagonista, con la sua voglia di vedere le stelle. La ricerca dei migliori luoghi per vedere il cielo stellato, le serate in amicizia: sono questo il fulcro della storia, che ha però il limite di non voler scendere troppo nel lato sentimentale, che è, di fatto, solo accennato, senza grandi colpi di scena. Si capisce chi si piace, c'è una componente harem perché tre ragazze sono evidentemente attratte dal protagonista Saku, ma di fatto questa parte viene solo toccata.
L'idea delle stelle è buona, la protagonista, mi è piaciuta, ma si poteva ottenere meglio con queste premesse. La serie è godibile, il presidente del club che soffre di anemia è fantastico (e lui sì che fa conquiste, e di qualità!), ma il voto poteva essere più alto.
L'idea delle stelle è buona, la protagonista, mi è piaciuta, ma si poteva ottenere meglio con queste premesse. La serie è godibile, il presidente del club che soffre di anemia è fantastico (e lui sì che fa conquiste, e di qualità!), ma il voto poteva essere più alto.
Ho fatto fatica ad arrivare alla 12a puntata perché quest'anime non riesce proprio a decollare. Anche l'aspetto tecnico mi ha lasciato perplesso, con disegni poco fluidi nella parte diurna. Mi spiego meglio. Quello che mi ha impedito di dare l'insufficienza alla serie è la bellezza dei tratti nelle parti che raffigurano il cielo, le costellazioni, i pianeti e quant'altro può essere visto di notte dagli appassionati di astronomia. Queste parti sono davvero ben fatte e si lasciano guardare piacevolmente soprattutto quando la visione delle costellazioni e delle stelle è accompagnata dalla storia mitologica dei personaggi da cui prendono il nome. È quasi come se queste parti siano state affidate a degli esperti che hanno dato davvero il meglio di sé.
A parte questo c'è ben poco da dire, i personaggi sono scarsamente approfonditi e non mi sono piaciuti a parte Takeyasu Roma, il presidente del club di astronomia con occhialoni enormi, di costituzione debolissima che sembra sempre in stato comatoso e sprizza sangue dalla bocca e dal naso contro chiunque gli si pari davanti; durante le prime 2-3 puntate non nego di aver riso parecchio davanti alle sue epistassi. Anche la trama è molto piatta, con i nostri eroi perennemente alla ricerca di posti bui ed isolati da dove osservare le stelle, posti dove, tra l'altro, non succede nulla che non sia l'osservazione del cielo. Nel complesso, comunque, una serie appena sufficiente.
A parte questo c'è ben poco da dire, i personaggi sono scarsamente approfonditi e non mi sono piaciuti a parte Takeyasu Roma, il presidente del club di astronomia con occhialoni enormi, di costituzione debolissima che sembra sempre in stato comatoso e sprizza sangue dalla bocca e dal naso contro chiunque gli si pari davanti; durante le prime 2-3 puntate non nego di aver riso parecchio davanti alle sue epistassi. Anche la trama è molto piatta, con i nostri eroi perennemente alla ricerca di posti bui ed isolati da dove osservare le stelle, posti dove, tra l'altro, non succede nulla che non sia l'osservazione del cielo. Nel complesso, comunque, una serie appena sufficiente.
Quanti anime del genere scolastico avete visto finora? Se, come me, ne avete visti tanti vi sarete sorbiti tonnellate di cerimonie di apertura, di festival culturali, di gite scolastiche, di bagni in sorgenti d'acqua calda e di colpi di fulmine di fanciulle bellissime per normalissimi ragazzi privi di qualsiasi tipo di attrattiva estetica. Ebbene, se decideste di dare un occhiata a questo Sora no Manimani finireste per rivedere ancora una volta tutte queste cose.
Il primo episodio della serie è quasi irritante. Il protagonista, Saku, torna nel paese in cui aveva vissuto da bambino e incontra nuovamente una sua vecchia amica d'infanzia, Mihoshi, con cui ha condiviso mille avventure tra cui un pericoloso incidente: sporgendosi troppo lei cade da un albero e si rompe una gamba (come dite? no non sto parlando di Kanon, vi assicuro che questa è un'altra serie). Ovviamente i due, dopo anni e anni senza una lettera, una telefonata, un telegramma, un segnale di fumo, eccetera eccetera, all'inizio stenteranno a riconoscersi: lei dal tetto della scuola capisce immediatamente che quel tipo con gli occhiali situato chissà quanti metri più in basso in mezzo alla folla altri non è che il suo amico d'infanzia e gli piomba addosso con la forza di un rullo compressore.
Capirete che dopo il primo episodio la presente recensione è stata fortemente a rischio, in quanto la tentazione di passare ad altro è stata quasi irresistibile. Tuttavia ho sempre avuto la mania di dover finire tutto quello che comincio e dato che in fondo si trattavano solo di 12 episodi mi son costretto, seppur malvolentieri, a continuare.
Negli episodi centrali la trama, pur riproponendo il canovaccio delle tappe obbligate della vita scolastica giapponese, riesce a prendere leggermente quota anche perché il tema centrale, la passione per l'astronomia, è indubbiamente stimolante, specialmente per me che son sempre stato attratto da astri e corpi celesti. Alla lunga però il club di astronomia fondato dai protagonisti di questa storia assomiglia a un misto fra il club di musica leggera di K-ON!, il club di teatro di Clannad e la brigata SOS di Haruhi Suzumiya. Insomma, anche qui si ripiomba nel "già visto".
A questo punto una domanda nasce spontanea: ma davvero hanno intenzione di proporre un seguito per questa roba? Sicuramente doveva essere nei progetti dei realizzatori di quest'anime perché altrimenti avrebbero avuto la briga di realizzare un finale decente. Per capirci meglio, con questo non intendo dire che quello proposto sia brutto, ma che il finale non c'è proprio.
In definitiva Sora no Manimani si rivela un prodotto che per certi versi è pure carino; magari piacerà pure ai novizi del genere. Ma nel complesso mi sento di bocciarlo in quanto originalità e sviluppo della trama sono assenti ingiustificati; in più lascia tutto in sospeso e questo, credo, non piacerà nemmeno ai novizi.
Il primo episodio della serie è quasi irritante. Il protagonista, Saku, torna nel paese in cui aveva vissuto da bambino e incontra nuovamente una sua vecchia amica d'infanzia, Mihoshi, con cui ha condiviso mille avventure tra cui un pericoloso incidente: sporgendosi troppo lei cade da un albero e si rompe una gamba (come dite? no non sto parlando di Kanon, vi assicuro che questa è un'altra serie). Ovviamente i due, dopo anni e anni senza una lettera, una telefonata, un telegramma, un segnale di fumo, eccetera eccetera, all'inizio stenteranno a riconoscersi: lei dal tetto della scuola capisce immediatamente che quel tipo con gli occhiali situato chissà quanti metri più in basso in mezzo alla folla altri non è che il suo amico d'infanzia e gli piomba addosso con la forza di un rullo compressore.
Capirete che dopo il primo episodio la presente recensione è stata fortemente a rischio, in quanto la tentazione di passare ad altro è stata quasi irresistibile. Tuttavia ho sempre avuto la mania di dover finire tutto quello che comincio e dato che in fondo si trattavano solo di 12 episodi mi son costretto, seppur malvolentieri, a continuare.
Negli episodi centrali la trama, pur riproponendo il canovaccio delle tappe obbligate della vita scolastica giapponese, riesce a prendere leggermente quota anche perché il tema centrale, la passione per l'astronomia, è indubbiamente stimolante, specialmente per me che son sempre stato attratto da astri e corpi celesti. Alla lunga però il club di astronomia fondato dai protagonisti di questa storia assomiglia a un misto fra il club di musica leggera di K-ON!, il club di teatro di Clannad e la brigata SOS di Haruhi Suzumiya. Insomma, anche qui si ripiomba nel "già visto".
A questo punto una domanda nasce spontanea: ma davvero hanno intenzione di proporre un seguito per questa roba? Sicuramente doveva essere nei progetti dei realizzatori di quest'anime perché altrimenti avrebbero avuto la briga di realizzare un finale decente. Per capirci meglio, con questo non intendo dire che quello proposto sia brutto, ma che il finale non c'è proprio.
In definitiva Sora no Manimani si rivela un prodotto che per certi versi è pure carino; magari piacerà pure ai novizi del genere. Ma nel complesso mi sento di bocciarlo in quanto originalità e sviluppo della trama sono assenti ingiustificati; in più lascia tutto in sospeso e questo, credo, non piacerà nemmeno ai novizi.
Cosa succede quando una studentessa universitaria finisce tutti gli esami e, stanca di studiare, vuole finalmente di rilassarsi, ma non può uscire per cause di forza maggiore?
Succede che quella studentessa, spulciando l'archivio di AC s'imbatta per caso in un titolo che parla di due delle cose che ama di più e che, quindi, decida di vedersi la serie in questione. Non solo, ma visto che ha tempo, riesce a vedersela in una sola giornata - cosa che, per motivi di tempo, non è mai riuscita a fare, per quanto la stessa potesse essere breve. È questa, in definitiva, la storia dell'incontro fra me e questo anime.
<i>Sora no manimani</i>, a conti fatti, non è un capolavoro, ed è per questo che gli ho dato solo 8, invece che il 10 che il mio cuore avrebbe voluto dargli; tuttavia, è risultata una piacevole sorpresa.
Saku è un ragazzo che, a causa del lavoro del padre, si è trovato costretto a viaggiare molto e a cambiare spesso scuola. Arrivato alle superiori, però, i genitori decidono di stabilirsi nell'unico luogo in cui, forse, Saku non vorrebbe mai tornare. Sì, perché in quel paesino c'era una bambina pestifera che lo costringeva a fare le ore piccole per accompagnarla a vedere le stelle, che lei amava con tutta se stessa, mentre lui voleva solo essere lasciato in pace a leggere i suoi amati libri. Ovviamente, il povero Saku spera di non incontrare mai più la folle compagna di giochi. E invece, come in ogni commedia romantica che si rispetti, chi è la prima persona che incontra una volta nella nuova scuola? Mihoshi, la piccola peste, crescendo non è cambiata di una virgola, così come non è cambiata la sua passione per il cielo notturno, tanto che riesce a convincere l'amico d'infanzia ad unirsi al club di astronomia da poco fondato (e ancora senza alcun iscritto).
Iniziano così le avventure dei ragazzi e la lotta per la loro sopravvivenza, dato che, pare, la rappresentante degli studenti non approvi il gruppo, considerandolo solo una perdita di tempo. Ecco così il nostro Saku che, ancora una volta, è costretto a chiudere i suoi amati libri per alzare gli occhi al cielo e alla vita. E con lui, anche noi seguiamo le vicende del gruppo e le loro escursioni notturne sotto il cielo stellato e ci avviciniamo al magico mondo lontano, ma così vicino, dell'astronomia; iniziamo a conoscere le storie, i miti, legati alle costellazioni, il modo in cui trovarli nella volta stellata... e a renderci conto che, lontano dalle luci della città, su di noi, c'è un mondo che troppo spesso dimentichiamo, anche se è sempre lì, ad osservarci. Grande, luminoso, splendente e meraviglioso.
Come già detto, ho amato molto questa serie, perché parla di due mie grandi passioni: l'astronomia e la lettura. E così, se da una parte mi sono sentita vicina a Saku e alla rappresentante degli studenti (che fa parte del club di letteratura), dall'altra non potevo non spalancare anche io gli occhi davanti a quel cielo stellato, annuire ad ogni concetto che già sapevo, desiderare ardentemente di poter vedere anche io quel bellissimo cielo.
E tuttavia, nonostante gli attimi intensi che questa serie regala allo spettatore, con picchi poetici davvero belli e dolci, non si può dire che dia niente di nuovo al panorama dell'animazione - a parte qualche sano concetto di astronomia. I personaggi, per esempio, pur essendo abbastanza ben delineati, non è che siano così originali: c'è la solita brava e taciturna ragazza, il malaticcio, il maniaco, la ragazza gelosa e rivale della protagonista, amante della moda, la secchiona di turno... Per chi ama le storie romantiche, inoltre, non si faccia illusioni leggendo "romantico" tra i generi: se da una parte si capisce quali siano i sentimenti dei protagonisti l'una verso l'altro, dall'altra non c'è niente di concreto, che lascia comunque a bocca asciutta; inoltre, molte domande restano senza una risposta, complice l fatto che il manga, pare, sia ancora in prosecuzione.
Anche a livello grafico e musicale non c'è nulla che faccia urlare al capolavoro. Sì, i disegni sono belli, ma nella media, e le sigle non è che proprio siano chissà che, nonostante la opening si adatti perfettamente alla protagonista (sentendola, non si può non pensare "Questa qui è una pazza!") e le altre siano dolci e inserite nei momenti strategici della narrazione.
In definitiva, sebbene ci siano titoli migliori, lo consiglio comunque a tutti, amanti o meno dell'astronomia: potreste scoprire una nuova, insospettabile passione!
Succede che quella studentessa, spulciando l'archivio di AC s'imbatta per caso in un titolo che parla di due delle cose che ama di più e che, quindi, decida di vedersi la serie in questione. Non solo, ma visto che ha tempo, riesce a vedersela in una sola giornata - cosa che, per motivi di tempo, non è mai riuscita a fare, per quanto la stessa potesse essere breve. È questa, in definitiva, la storia dell'incontro fra me e questo anime.
<i>Sora no manimani</i>, a conti fatti, non è un capolavoro, ed è per questo che gli ho dato solo 8, invece che il 10 che il mio cuore avrebbe voluto dargli; tuttavia, è risultata una piacevole sorpresa.
Saku è un ragazzo che, a causa del lavoro del padre, si è trovato costretto a viaggiare molto e a cambiare spesso scuola. Arrivato alle superiori, però, i genitori decidono di stabilirsi nell'unico luogo in cui, forse, Saku non vorrebbe mai tornare. Sì, perché in quel paesino c'era una bambina pestifera che lo costringeva a fare le ore piccole per accompagnarla a vedere le stelle, che lei amava con tutta se stessa, mentre lui voleva solo essere lasciato in pace a leggere i suoi amati libri. Ovviamente, il povero Saku spera di non incontrare mai più la folle compagna di giochi. E invece, come in ogni commedia romantica che si rispetti, chi è la prima persona che incontra una volta nella nuova scuola? Mihoshi, la piccola peste, crescendo non è cambiata di una virgola, così come non è cambiata la sua passione per il cielo notturno, tanto che riesce a convincere l'amico d'infanzia ad unirsi al club di astronomia da poco fondato (e ancora senza alcun iscritto).
Iniziano così le avventure dei ragazzi e la lotta per la loro sopravvivenza, dato che, pare, la rappresentante degli studenti non approvi il gruppo, considerandolo solo una perdita di tempo. Ecco così il nostro Saku che, ancora una volta, è costretto a chiudere i suoi amati libri per alzare gli occhi al cielo e alla vita. E con lui, anche noi seguiamo le vicende del gruppo e le loro escursioni notturne sotto il cielo stellato e ci avviciniamo al magico mondo lontano, ma così vicino, dell'astronomia; iniziamo a conoscere le storie, i miti, legati alle costellazioni, il modo in cui trovarli nella volta stellata... e a renderci conto che, lontano dalle luci della città, su di noi, c'è un mondo che troppo spesso dimentichiamo, anche se è sempre lì, ad osservarci. Grande, luminoso, splendente e meraviglioso.
Come già detto, ho amato molto questa serie, perché parla di due mie grandi passioni: l'astronomia e la lettura. E così, se da una parte mi sono sentita vicina a Saku e alla rappresentante degli studenti (che fa parte del club di letteratura), dall'altra non potevo non spalancare anche io gli occhi davanti a quel cielo stellato, annuire ad ogni concetto che già sapevo, desiderare ardentemente di poter vedere anche io quel bellissimo cielo.
E tuttavia, nonostante gli attimi intensi che questa serie regala allo spettatore, con picchi poetici davvero belli e dolci, non si può dire che dia niente di nuovo al panorama dell'animazione - a parte qualche sano concetto di astronomia. I personaggi, per esempio, pur essendo abbastanza ben delineati, non è che siano così originali: c'è la solita brava e taciturna ragazza, il malaticcio, il maniaco, la ragazza gelosa e rivale della protagonista, amante della moda, la secchiona di turno... Per chi ama le storie romantiche, inoltre, non si faccia illusioni leggendo "romantico" tra i generi: se da una parte si capisce quali siano i sentimenti dei protagonisti l'una verso l'altro, dall'altra non c'è niente di concreto, che lascia comunque a bocca asciutta; inoltre, molte domande restano senza una risposta, complice l fatto che il manga, pare, sia ancora in prosecuzione.
Anche a livello grafico e musicale non c'è nulla che faccia urlare al capolavoro. Sì, i disegni sono belli, ma nella media, e le sigle non è che proprio siano chissà che, nonostante la opening si adatti perfettamente alla protagonista (sentendola, non si può non pensare "Questa qui è una pazza!") e le altre siano dolci e inserite nei momenti strategici della narrazione.
In definitiva, sebbene ci siano titoli migliori, lo consiglio comunque a tutti, amanti o meno dell'astronomia: potreste scoprire una nuova, insospettabile passione!
La storia racconta di un club di astronomia in un classico liceo giapponese in cui il protagonista, fanatico di libri, viene obbligato a iscriversi da una sua vecchi amica d'infanzia fissata con le stelle. Da qui si parte con le osservazioni della volta celeste e situazioni scolastiche varie. Un bell'anime con due protagonisti divertenti (soprattutto Mihoshi-chan) che riesce anche a trasmettere l'amore per il cielo stellato a cui spesso non rivolgiamo uno sguardo.