Il lago dei cigni
Ciajkovskj è uno dei miei compositori di musica classica preferiti: "Lo schiaccianoci" e "Il lago dei cigni" sono grandi capolavori. Ispirandosi a quest’ultimo balletto la Toei Doga ha fatto uscire un lungometraggio animato nel 1981: si tratta di questo film.
La musica del grande compositore russo fa da sottofondo rendendo magiche le atmosfere del film, il quale si tiene molto vicino alla scenografia del balletto.
Premetto che l’edizione italiana ha cambiato i nomi dei personaggi principali: Odette e Odile, diventano Rossana e Rosanna, il mago diventa Tenebroso: ma sono piccolezze dovute al fatto che quest’opera arrivò in Italia più di trent’anni fa.
La trama non si discosta molto dalla favola presa come fonte di ispirazione, certo il finale… be non spoileriamo!
I disegni sono soddisfacenti, poche le scenografie: il castello del principe, il lago, la foresta, la fortezza del mago tenebroso… tutto carino.
Certo non ci troviamo a che fare con un capolavoro indimenticabile e d imprescindibile, lavoro discreto e nulla più.
Il voto non può andare oltre il sei e mezzo/sette.
La musica del grande compositore russo fa da sottofondo rendendo magiche le atmosfere del film, il quale si tiene molto vicino alla scenografia del balletto.
Premetto che l’edizione italiana ha cambiato i nomi dei personaggi principali: Odette e Odile, diventano Rossana e Rosanna, il mago diventa Tenebroso: ma sono piccolezze dovute al fatto che quest’opera arrivò in Italia più di trent’anni fa.
La trama non si discosta molto dalla favola presa come fonte di ispirazione, certo il finale… be non spoileriamo!
I disegni sono soddisfacenti, poche le scenografie: il castello del principe, il lago, la foresta, la fortezza del mago tenebroso… tutto carino.
Certo non ci troviamo a che fare con un capolavoro indimenticabile e d imprescindibile, lavoro discreto e nulla più.
Il voto non può andare oltre il sei e mezzo/sette.
Impossibile, per un amante della musica, non conoscere le stupende melodie di Čajkovskij, l'immortale compositore russo noto per il suo contributo al successo di balletti quali "Lo schiaccianoci", "La bella addormentata" e, soprattutto, "Il lago dei cigni", forse il più conosciuto, dato che ancora oggi il candido uccello acquatico in cui era stata tramutata la principessa Odette è strettamente associato all'immagine delle ballerine classiche. Una vicenda, quella del principe Sigfrido e della sua sventurata amante, riproposta in molteplici versioni, tra cui questa della Toei. Diamoci uno sguardo.
Disegni
Le ambientazioni sono indubbiamente suggestive: buona la resa del lugubre maniero in cui vive il minaccioso (qui, in realtà, non troppo) mago Rothbart, e così quella del lago del titolo e del castello del futuro re, che ricorda molto quello, realmente esistente, di Neuschwanstein (e probabilmente non a caso, visto che in tedesco "schwan" vuol dire proprio "cigno"!). Semplice ma grazioso anche il character design, con i personaggi positivi tratteggiati con linee semplici e armoniose e quelli prettamente negativi con una certa, prevedibile (dato il target, presumibilmente infantile) propensione alla caricatura, che serve a smorzarne l'aspetto temibile. Un lavoro di buona qualità, sebbene non superiore alla media delle opere della stessa casa di produzione e dello stesso periodo.
Storia
Ancora una volta, i giapponesi mostrano una spiccata predilezione per la fedeltà all'originale, a differenza degli sceneggiatori americani, che spesso e volentieri stravolgono intere opere per farcirle di contenuti a loro avviso più adatti ai piccoli destinatari del prodotto finale: ecco quindi che le modifiche alla fonte appaiono esigue, con la semplice aggiunta delle classiche mascotte, in questo caso una coppia di scoiattolini innamorati che commentano gli sviluppi della narrazione, stemperano occasionalmente la tensione e, addirittura, cercano, per quanto possono, di aiutare gli eroi (un po' alla maniera di Giac e Gas nella trasposizione Disney di "Cenerentola", per capirci). Da segnalare la scelta degli autori di non attenersi strettamente all'epilogo originario, effettivamente troppo triste e pessimistico, optando invece per una soluzione che non si discosta molto da quelle proposte in tempi più recenti per il balletto.
Personaggi
Su questo piano, gli stereotipi tipici delle fiabe sono serviti: i personaggi si dividono nettamente in buoni e cattivi, in eroe, eroina, aiutante, antagonista, rivale. Se ciò risulta coerente rispetto alle intenzioni degli sceneggiatori, dispiace, comunque, non avere la possibilità di affezionarsi ai protagonisti, come ad esempio poteva accadere con la sfortunata sirenetta Marina, apparsa sugli schermi, sempre ad opera della Toei, ben sei anni prima. Probabilmente, la figura che riceve il migliore trattamento è, curiosamente, il "perfido" Rothbart, che suscita, a dispetto del suo ruolo e delle sue azioni non proprio nobilissime, una certa simpatia, vuoi perché i suoi comportamenti fanno spesso sorridere, vuoi perché, assurdamente, prova un sentimento sincero per Odette, benché lo dimostri volendola ad ogni costo per sé, in una sorta di attaccamento egoistico e a tratti infantile, per alcuni versi simile a quello che, per Freud, è presente nei bimbi in tenerissima età e che ha per oggetto il genitore di sesso opposto (il complesso di Edipo/Elettra).
Musiche
Come non menzionare il commento musicale di questo lungometraggio? Esso è difatti affidato pressoché integralmente alle melodie di Čajkovskij, direttamente provenienti dal balletto. Una scelta d'obbligo, date le pretese di fedeltà del film, che lo impreziosisce straordinariamente, ammantandone alcuni difetti. In una parola: stupendo.
Giudizio globale
Ad essere onesti, il mio vero voto sarebbe un 8.5, ma ho deciso di alzarlo a 9 per un semplice motivo: questa versione de "Il lago dei cigni" ha il grande pregio di essere l'unica trasposizione animata di questo capolavoro tardo-romantico che non ne tradisce vistosamente lo spirito anche se, almeno per i miei gusti, non sarebbe affatto male se qualche produttore giapponese ne facesse un "remake" col character design giusto e, magari, con una sceneggiatura più matura.
Disegni
Le ambientazioni sono indubbiamente suggestive: buona la resa del lugubre maniero in cui vive il minaccioso (qui, in realtà, non troppo) mago Rothbart, e così quella del lago del titolo e del castello del futuro re, che ricorda molto quello, realmente esistente, di Neuschwanstein (e probabilmente non a caso, visto che in tedesco "schwan" vuol dire proprio "cigno"!). Semplice ma grazioso anche il character design, con i personaggi positivi tratteggiati con linee semplici e armoniose e quelli prettamente negativi con una certa, prevedibile (dato il target, presumibilmente infantile) propensione alla caricatura, che serve a smorzarne l'aspetto temibile. Un lavoro di buona qualità, sebbene non superiore alla media delle opere della stessa casa di produzione e dello stesso periodo.
Storia
Ancora una volta, i giapponesi mostrano una spiccata predilezione per la fedeltà all'originale, a differenza degli sceneggiatori americani, che spesso e volentieri stravolgono intere opere per farcirle di contenuti a loro avviso più adatti ai piccoli destinatari del prodotto finale: ecco quindi che le modifiche alla fonte appaiono esigue, con la semplice aggiunta delle classiche mascotte, in questo caso una coppia di scoiattolini innamorati che commentano gli sviluppi della narrazione, stemperano occasionalmente la tensione e, addirittura, cercano, per quanto possono, di aiutare gli eroi (un po' alla maniera di Giac e Gas nella trasposizione Disney di "Cenerentola", per capirci). Da segnalare la scelta degli autori di non attenersi strettamente all'epilogo originario, effettivamente troppo triste e pessimistico, optando invece per una soluzione che non si discosta molto da quelle proposte in tempi più recenti per il balletto.
Personaggi
Su questo piano, gli stereotipi tipici delle fiabe sono serviti: i personaggi si dividono nettamente in buoni e cattivi, in eroe, eroina, aiutante, antagonista, rivale. Se ciò risulta coerente rispetto alle intenzioni degli sceneggiatori, dispiace, comunque, non avere la possibilità di affezionarsi ai protagonisti, come ad esempio poteva accadere con la sfortunata sirenetta Marina, apparsa sugli schermi, sempre ad opera della Toei, ben sei anni prima. Probabilmente, la figura che riceve il migliore trattamento è, curiosamente, il "perfido" Rothbart, che suscita, a dispetto del suo ruolo e delle sue azioni non proprio nobilissime, una certa simpatia, vuoi perché i suoi comportamenti fanno spesso sorridere, vuoi perché, assurdamente, prova un sentimento sincero per Odette, benché lo dimostri volendola ad ogni costo per sé, in una sorta di attaccamento egoistico e a tratti infantile, per alcuni versi simile a quello che, per Freud, è presente nei bimbi in tenerissima età e che ha per oggetto il genitore di sesso opposto (il complesso di Edipo/Elettra).
Musiche
Come non menzionare il commento musicale di questo lungometraggio? Esso è difatti affidato pressoché integralmente alle melodie di Čajkovskij, direttamente provenienti dal balletto. Una scelta d'obbligo, date le pretese di fedeltà del film, che lo impreziosisce straordinariamente, ammantandone alcuni difetti. In una parola: stupendo.
Giudizio globale
Ad essere onesti, il mio vero voto sarebbe un 8.5, ma ho deciso di alzarlo a 9 per un semplice motivo: questa versione de "Il lago dei cigni" ha il grande pregio di essere l'unica trasposizione animata di questo capolavoro tardo-romantico che non ne tradisce vistosamente lo spirito anche se, almeno per i miei gusti, non sarebbe affatto male se qualche produttore giapponese ne facesse un "remake" col character design giusto e, magari, con una sceneggiatura più matura.
"Il lago dei cigni" è la trasposizione animata del celeberrimo balletto russo musicato dal grande Pëtr Il'ič Čajkovskij. A differenza di altre trasposizioni animate successive, come "L'incantesimo del lago" e il film di Barbie, questa versione si segnala per l'accurato uso delle musiche originali del maestro e per la sostanziale fedeltà alla vicenda originale.
Non c'è bisogno di riportare la trama, visto che è stranota, e per i più smemorati ricordo soltanto che parla della contrastata storia d'amore tra un principe e una bellissima principessa, trasformatasi in un cigno a causa dell'incantesimo di un mago malvagio.
Il film è stato prodotto dalla Toei Animation nel 1981 e presenta animazioni gradevoli per il periodo, con un character design molto apprezzabile nella sua semplice e fine eleganza. I personaggi sono ben delineati e caratterizzati nell'aspetto secondo lo stile in voga in quegli anni: i buoni belli e longilinei, il cattivo-comico grasso e buffo, la cattiva bella e un po' "aliena" e così via. Belle anche le - poche - scenografie, in particolare il castello del mago. Tuttavia, nel complesso, da un punto di vista strettamente tecnico, l'ho trovato peggiore rispetto alla trasposizione animata del "La sirenetta", sempre realizzata dalla Toei pochi anni prima.
Niente da dire sulle musiche, tra le più spettacolari mai composte nella storia della musica.
La sceneggiatura funziona molto bene e nella sua linearità gioca perfettamente con i temi e i meccanismi della fiaba tradizionale. E, infatti, di questo si tratta: una bella fiaba, simile nello stile - e per tanti aspetti più sensibile - ai vecchi film della Disney degli anni d'oro. Forse è scontato dirlo, ma si tratta ovviamente di un film per bambini, quindi non aspettatevi chissà che personaggi complessi. Anzi, come dicevo, "Il lago dei cigni" è una fiaba tradizionale, quindi i personaggi principali sono "stereotipati" secondo le norme: il principe bello e coraggioso, la principessa bella, dolce e sventurata, ecc. Tuttavia, quel pizzico di originalità non manca: il mago cattivo, infatti, è trattato con molta ironia e fa ben poca paura. Non mancano inoltre le mascotte appositamente inventate per i più piccoli: due buffi scoiattoli, un maschio e una femmina, protagonisti delle gag comiche della storia.
L'edizione italiana fu all'epoca curata dal Gruppo Trenta e parteciparono voci di primissimo livello, tra cui Simona Izzo, Tonino Accolla, Loredana Nicosia e Marco Guadagno. Purtroppo fu presa la pessima decisione di cambiare totalmente i nomi dei personaggi, nonostante questi siano famosissimi (forse si pensava che i bambini italiani non li avrebbero compresi?). E così ci ritroviamo con Rossana e Rosanna al posto di Odette e Odile, rispettivamente il cigno bianco e il cigno nero, e con Tenebroso al posto del ben più "tenebroso" Rothbart.
Giudizio finale: bel film, un po' attempato forse, consigliato esclusivamente a chi ama la tradizione, le storie semplici e i buoni sentimenti.
Non c'è bisogno di riportare la trama, visto che è stranota, e per i più smemorati ricordo soltanto che parla della contrastata storia d'amore tra un principe e una bellissima principessa, trasformatasi in un cigno a causa dell'incantesimo di un mago malvagio.
Il film è stato prodotto dalla Toei Animation nel 1981 e presenta animazioni gradevoli per il periodo, con un character design molto apprezzabile nella sua semplice e fine eleganza. I personaggi sono ben delineati e caratterizzati nell'aspetto secondo lo stile in voga in quegli anni: i buoni belli e longilinei, il cattivo-comico grasso e buffo, la cattiva bella e un po' "aliena" e così via. Belle anche le - poche - scenografie, in particolare il castello del mago. Tuttavia, nel complesso, da un punto di vista strettamente tecnico, l'ho trovato peggiore rispetto alla trasposizione animata del "La sirenetta", sempre realizzata dalla Toei pochi anni prima.
Niente da dire sulle musiche, tra le più spettacolari mai composte nella storia della musica.
La sceneggiatura funziona molto bene e nella sua linearità gioca perfettamente con i temi e i meccanismi della fiaba tradizionale. E, infatti, di questo si tratta: una bella fiaba, simile nello stile - e per tanti aspetti più sensibile - ai vecchi film della Disney degli anni d'oro. Forse è scontato dirlo, ma si tratta ovviamente di un film per bambini, quindi non aspettatevi chissà che personaggi complessi. Anzi, come dicevo, "Il lago dei cigni" è una fiaba tradizionale, quindi i personaggi principali sono "stereotipati" secondo le norme: il principe bello e coraggioso, la principessa bella, dolce e sventurata, ecc. Tuttavia, quel pizzico di originalità non manca: il mago cattivo, infatti, è trattato con molta ironia e fa ben poca paura. Non mancano inoltre le mascotte appositamente inventate per i più piccoli: due buffi scoiattoli, un maschio e una femmina, protagonisti delle gag comiche della storia.
L'edizione italiana fu all'epoca curata dal Gruppo Trenta e parteciparono voci di primissimo livello, tra cui Simona Izzo, Tonino Accolla, Loredana Nicosia e Marco Guadagno. Purtroppo fu presa la pessima decisione di cambiare totalmente i nomi dei personaggi, nonostante questi siano famosissimi (forse si pensava che i bambini italiani non li avrebbero compresi?). E così ci ritroviamo con Rossana e Rosanna al posto di Odette e Odile, rispettivamente il cigno bianco e il cigno nero, e con Tenebroso al posto del ben più "tenebroso" Rothbart.
Giudizio finale: bel film, un po' attempato forse, consigliato esclusivamente a chi ama la tradizione, le storie semplici e i buoni sentimenti.
Un film intenso, stupefacente, forse neanche la Disney col suo Fantasia degli anni 40 avrebbe potuto far meglio, inoltre in quel film c'era un insieme di musiche importanti, qui capeggia quasi tutta l'intera opera di Pëtr Il'ič Čajkovskij che viene suonata molto bene dall'orchestra nipponica, accrescendo ancor più il valore a questo prodotto.
La trama in breve narra di un principe in vista di sedere al trono come nuovo re nel giorno in cui diventa maggiorenne e che è alla ricerca da anni di una sposa, sotto la pressione della sua regina madre, alla fine trova in una fanciulla disgraziatamente trasformata in cigno da un mago che da lei ha subìto il rifiuto e per ripicca l'ha trasformata nel meraviglioso volatile, alla fine sarà l'amore a trionfare, nonostante le diverse difficoltà della coppia protagonista.
I disegni sono stupendi e curatissimi e i colori a volte fluorescenti ci danno già l'immagine di un nuovo decennio all'insegna dell'animazione non più seprimentale ma ricercata e approfondita, e questo titolo sarà solo l'inizio di un decennio stratosferico per l'animazione giapponese, in cui verranno sfornati titoli e film di eccellente fattura come questo, in cui le atmosfere medievali tra corti, re, principi ,maghi e cattivoni di turno si respirano qui a pieni polmoni, e dove sarà l'inizio di un nuovo modo per concepire anime e meisaku, dove molti autori giapponesi si cimenteranno nei futuri titoli con musiche fuori dal comune, rimanendo nella memoria come gioielli di rara bellezza.
Forse nemmeno l'autore delle musiche avrebbe mai interpretato meglio questa storia, che ripeto è un piccolo capolavoro, e vanta dei doppiatori nell'edizione italiana di primissimo livello, tra cui Simona Izzo, appartenente ad una grande famiglia di doppiatori e come certo saprete, la seconda moglie di Maurizio Costanzo, Tonino Accolla nel ruolo del protagonista, e mai vi capaciterete che dietro questa voce nel suo futuro ci sarà Homer Simpson, oltre che Marco Guadagno e tanti altri grandissimi.
Un film che vi consiglio di vedere per come è strutturato, concepito, realizzato, in cui l'unico neo che si può attribuire a quest'opera è l'essere un film, una serie animata avrebbe reso questo titolo immortale.
La trama in breve narra di un principe in vista di sedere al trono come nuovo re nel giorno in cui diventa maggiorenne e che è alla ricerca da anni di una sposa, sotto la pressione della sua regina madre, alla fine trova in una fanciulla disgraziatamente trasformata in cigno da un mago che da lei ha subìto il rifiuto e per ripicca l'ha trasformata nel meraviglioso volatile, alla fine sarà l'amore a trionfare, nonostante le diverse difficoltà della coppia protagonista.
I disegni sono stupendi e curatissimi e i colori a volte fluorescenti ci danno già l'immagine di un nuovo decennio all'insegna dell'animazione non più seprimentale ma ricercata e approfondita, e questo titolo sarà solo l'inizio di un decennio stratosferico per l'animazione giapponese, in cui verranno sfornati titoli e film di eccellente fattura come questo, in cui le atmosfere medievali tra corti, re, principi ,maghi e cattivoni di turno si respirano qui a pieni polmoni, e dove sarà l'inizio di un nuovo modo per concepire anime e meisaku, dove molti autori giapponesi si cimenteranno nei futuri titoli con musiche fuori dal comune, rimanendo nella memoria come gioielli di rara bellezza.
Forse nemmeno l'autore delle musiche avrebbe mai interpretato meglio questa storia, che ripeto è un piccolo capolavoro, e vanta dei doppiatori nell'edizione italiana di primissimo livello, tra cui Simona Izzo, appartenente ad una grande famiglia di doppiatori e come certo saprete, la seconda moglie di Maurizio Costanzo, Tonino Accolla nel ruolo del protagonista, e mai vi capaciterete che dietro questa voce nel suo futuro ci sarà Homer Simpson, oltre che Marco Guadagno e tanti altri grandissimi.
Un film che vi consiglio di vedere per come è strutturato, concepito, realizzato, in cui l'unico neo che si può attribuire a quest'opera è l'essere un film, una serie animata avrebbe reso questo titolo immortale.