I cieli di Escaflowne
Uno dei primi anime trasmessi su MTV, nel dicembre del 2000, devo ammettere che quando lo vidi non rimasi molto impressionato dalla serie: c'era qualcosa che non mi piaceva molto. Perfino il character design lo consideravo un po' odioso. Ma il tempo passa, e si finisce con il cambiare a volte idea, nulla di strano in fondo.
Certo, a rivederlo dopo quasi 23 anni "I cieli di Escaflowne" ha ancora molti problemi che lo affliggevano all'epoca, tuttavia si finisce ad apprezzare maggiormente l'epicità della storia, a dispetto delle storie d'amore della protagonista, che sembrano quasi più da soap-opera che altro. Non che i sentimenti di Hitomi siano ridicoli o altro (in fondo si tratta di una studentessa delle scuole superiori trasportata in un mondo parallelo senza nemmeno sapere se potrà mai tornare a casa), ma alcune situazioni sembrano davvero un po' forzate. Così come il capovolgimento di fronte di un certo personaggio, anche se ha il suo perché. Anche il finale forse è un po' troppo affrettato, con dei colpi di scena probabilmente non troppo efficaci. Ma del resto non mancano i personaggi carismatici e memorabili, e questo è molto importante per un anime come Escaflowne.
Tutti i difetti si possono dimenticare e perdonare se ci sono buoni personaggi. Perfino la dispettosa e noiosa ragazzina-gatto riesce a ritagliarsi un posto nel cuore dello spettatore, dopo 26 episodi di odio profondo, però. Alcuni personaggi non hanno il tempo di brillare come meritavano, altri invece sarebbero dovuti sparire molto prima, tuttavia, nel complesso, Escaflowne rimane un'opera gradevole e di un certo impatto. Probabilmente avrebbe avuto bisogno di una sceneggiatura più solida per diventare un vero e proprio capolavoro, tuttavia rimane una serie storica, nonostante i difetti evidenziati.
Certo, a rivederlo dopo quasi 23 anni "I cieli di Escaflowne" ha ancora molti problemi che lo affliggevano all'epoca, tuttavia si finisce ad apprezzare maggiormente l'epicità della storia, a dispetto delle storie d'amore della protagonista, che sembrano quasi più da soap-opera che altro. Non che i sentimenti di Hitomi siano ridicoli o altro (in fondo si tratta di una studentessa delle scuole superiori trasportata in un mondo parallelo senza nemmeno sapere se potrà mai tornare a casa), ma alcune situazioni sembrano davvero un po' forzate. Così come il capovolgimento di fronte di un certo personaggio, anche se ha il suo perché. Anche il finale forse è un po' troppo affrettato, con dei colpi di scena probabilmente non troppo efficaci. Ma del resto non mancano i personaggi carismatici e memorabili, e questo è molto importante per un anime come Escaflowne.
Tutti i difetti si possono dimenticare e perdonare se ci sono buoni personaggi. Perfino la dispettosa e noiosa ragazzina-gatto riesce a ritagliarsi un posto nel cuore dello spettatore, dopo 26 episodi di odio profondo, però. Alcuni personaggi non hanno il tempo di brillare come meritavano, altri invece sarebbero dovuti sparire molto prima, tuttavia, nel complesso, Escaflowne rimane un'opera gradevole e di un certo impatto. Probabilmente avrebbe avuto bisogno di una sceneggiatura più solida per diventare un vero e proprio capolavoro, tuttavia rimane una serie storica, nonostante i difetti evidenziati.
Dopo un iniziale delusione data dallo stile dei disegni, piuttosto scadente, ha inizio la storia, che ha tutti i propositi per essere avvincente, nei primi episodi in cui vengono introdotti buona parte dei personaggi, le aspettative non vengono deluse e si viene in parte coinvolti nella scoperta di un nuovo mondo, abbastanza ben strutturato, con regni in guerra, miti e leggende, alcuni misteri; purtroppo, man mano che la trama si evolve, il pathos va scremandosi fino a lasciare solo noia, in una storia che continua ad avere una base abbastanza solida, ma realizzata in maniera insipida, con dialoghi piuttosto banali, si sente una certa lentezza malgrado gli eventi si susseguano abbastanza velocemente, segno di un lavoro non certo di prim'ordine; in oltre non mancano le contraddizioni e le assurdità, sia dal punto di vista della trama, sia per quanto riguarda le scelte dei protagonisti.
I personaggi ovviamente possono piacere più o meno a seconda dei gusti, in linea generale sono mediamente curati, non è lasciata certo in disparte la loro caratterizzazione, ma non se ne può nemmeno elogiare la grandezza e profondità, forse per quei dialoghi sempre noiosi che la sceneggiatura ci propone; grazie all'intrigo amoroso che si sviluppa nell'anime, ad una platea femminile sotto una certa età, potrebbe risultare una visione stimolante, probabilmente il/la regista puntava proprio a questo genere di pubblico, seguendo il ragionamento, possiamo considerare la noia di questi episodi, come una scelta e dunque diamogli mezzo voto in più, in ogni caso non sufficiente.
Piccola nota alle sigle, fa le peggiori di sempre, specialmente la ending; trattasi però di un anime ormai datato, che rispecchia un genere musicale risalente a 30 anni fa, se consideriamo che 10 anni dopo, il meglio che il mondo proponeva erano best street boys e spice girls, posso sforzarmi di capire...
I personaggi ovviamente possono piacere più o meno a seconda dei gusti, in linea generale sono mediamente curati, non è lasciata certo in disparte la loro caratterizzazione, ma non se ne può nemmeno elogiare la grandezza e profondità, forse per quei dialoghi sempre noiosi che la sceneggiatura ci propone; grazie all'intrigo amoroso che si sviluppa nell'anime, ad una platea femminile sotto una certa età, potrebbe risultare una visione stimolante, probabilmente il/la regista puntava proprio a questo genere di pubblico, seguendo il ragionamento, possiamo considerare la noia di questi episodi, come una scelta e dunque diamogli mezzo voto in più, in ogni caso non sufficiente.
Piccola nota alle sigle, fa le peggiori di sempre, specialmente la ending; trattasi però di un anime ormai datato, che rispecchia un genere musicale risalente a 30 anni fa, se consideriamo che 10 anni dopo, il meglio che il mondo proponeva erano best street boys e spice girls, posso sforzarmi di capire...
Attezione: la seguente recensione contiene spoiler
"I cieli di Escaflowne" è una serie di ventisei episodi prodotta dalla SUNRISE nel lontano 1996. Questa serie racchiude in sé più di un genere: è infatti un sentimentale misto ad azione e fantasy, per questo motivo credo sia una serie abbastanza completa che consiglio a tutti.
La storia parla di Hitomi, una studentessa con una gran predilezione per i tarocchi, che consulta abitualmente, intenta a trascorrere le sue giornate praticando la corsa. Un giorno, mentre sta correndo per accaparrarsi il bacio del suo amato senpai Amano prima della sua partenza, viene sorpresa da un fascio di luce che trasporta sulla Terra un giovane chiamato Van mentre combatte contro un drago. Il giovane riesce a sconfiggere il drago, anche grazie alla preveggenza di Hitomi e, d'un tratto, i due si ritrovano catapultati in un altro mondo, noto come il regno di Gaea. Non sapendo come tornare a casa, Hitomi decide di seguire il giovane Van nel suo regno, il regno di Fanelia, da cui cominceranno le loro disavventure, in quanto la giovane ragazza si ritroverà nel bel mezzo di una guerra che devasterà l'intera Gaea.
Ho letteralmente adorato la trama di questa serie e ritengo che il numero di episodi sia il giusto, né troppi né pochi! Il ritmo con cui procede la serie è calzante e in ogni episodio viene sollevato un dubbio, portando alla risoluzione di alcuni misteri. Ho detto alcuni. Questo perché negli ultimi dieci episodi, non solo la trama rallenta, forse anche a causa dell'introduzione del concetto di fortuna che mi ha lasciato un po' perplessa, ma i dubbi sollevati in questa parte della serie risultano essere irrisolti, privi di una qualsivoglia risposta.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Ad esempio, non viene mai spiegata quale sia la natura del rapporto tra il padre di Allen e la nonna di Hitomi, non ci vengono date informazioni sul contenuto delle pagine strappate dal diario del padre di Allen, non ci viene rivelata la storia dell'Escaflowne o quale sia l'origine del ciondolo di Hitomi, nessuna delucidazione sul concetto di tempo, ovvero la differenza tra lo scorrere del tempo su Gaea e quello sulla Terra, non ci viene detto dove sia ora la madre di Van, il perché Hitomi quando torna sulla Terra rivive il giorno precedente a quello del suo trasporto su Gaea, e tanto altro.... insomma, diverse questioni sono lasciate in sospeso!
Fine della parte contenente spoiler
Per quanto riguarda i personaggi, sono tutti ben caratterizzati ed hanno tutti giocato un ruolo chiave nella serie, sia coloro che ricoprivano un ruolo marginale sia chi ricopriva un ruolo più incisivo. Prima di elencarli, una particolare menzione va all'adorabile principe Sid (che amore!).
In primis, Van è sicuramente il mio preferito, anche se dal punto di vista sentimentale, è stato un po' trascurato. Voglio solamente tralasciare l'odiosissima Merle, messa lì solo per snervare.
Il personaggio di Hitomi non mi era antipatico, anche se metteva a dura prova la mia pazienza ripetendo sempre "Signor Allen" o "Van" alternato al "Signorino Van" di Merle. Era alquanto indecisa come persona, penso che avrebbe potuto fare di più in questa guerra, semplicemente non ha voluto, ma dal punto di vista sentimentale direi che ha decisamente fatto troppo, ingarbugliando la situazione e, diciamo così, allungando il brodo.
Allen... Credo di avere una sorta di avversione per questo personaggio, cioè parliamone. Vogliamo parlare delle arie che si dà mentre manovra lo Scherazade? O di come faccia lo sciupafemmine con tutte senza lasciar intendere quali siano i suoi veri sentimenti? O di come complichi la vita della povera Millerna e il suo matrimonio con Dryden? E' troppo persino per me!
L'imperatore Dornkirk è davvero insignificante rispetto al "Signor Folken", fratello di Van che rappresenta il nemico per eccellenza, davvero un ottimo villain insieme a Dilandau, un altro personaggio inquietante dal passato inquietante.
Passiamo al tasto dolente. Il finale.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Che cavolfiore ho visto in questo finale? Come può Hitomi felice e contenta, andarsene via da Gaea dopo aver compreso quali sono i suoi sentimenti per Van? Lui la lascia pure andare via! Non ha avuto alcun senso far tornare Hitomi sulla Terra, soprattutto per come si erano evolute le cose.
D'altro canto, ho visto il gesto di cedere il ciondolo a Van, un modo per dirgli definitivamente addio, un po' come se ribadisse il fatto che non lo dimenticherà mai e, allo stesso tempo, precludesse a sé stessa e a qualcun altro l'opportunità di tornare di nuovo su Gaea.
Allen torna a vivere con la sua ritrovata sorella senza preoccuparsi dei possibili cambiamenti di personalità, come se non potesse mai succedere. Il rapporto con Millerna non viene definitivamente chiarito, come se lasciassero una porta aperta all'immaginazione. Mah.
Fine della parte contenente spoiler
I disegni non mi dispiacciono, anche se ne ho visti di migliori, ma i fondali sono decisamente stupendi, come non elogiarli?
Le musiche, opening ed ending sono meravigliose, adattissime alla serie! Adoro alla follia la ending!
Se ci fossero state meno imperfezioni, avrei azzardato un dieci, ma ci sono un po' di buchi di trama. Non penalizzo di molto la serie, che se la cava piuttosto bene: 9.
"I cieli di Escaflowne" è una serie di ventisei episodi prodotta dalla SUNRISE nel lontano 1996. Questa serie racchiude in sé più di un genere: è infatti un sentimentale misto ad azione e fantasy, per questo motivo credo sia una serie abbastanza completa che consiglio a tutti.
La storia parla di Hitomi, una studentessa con una gran predilezione per i tarocchi, che consulta abitualmente, intenta a trascorrere le sue giornate praticando la corsa. Un giorno, mentre sta correndo per accaparrarsi il bacio del suo amato senpai Amano prima della sua partenza, viene sorpresa da un fascio di luce che trasporta sulla Terra un giovane chiamato Van mentre combatte contro un drago. Il giovane riesce a sconfiggere il drago, anche grazie alla preveggenza di Hitomi e, d'un tratto, i due si ritrovano catapultati in un altro mondo, noto come il regno di Gaea. Non sapendo come tornare a casa, Hitomi decide di seguire il giovane Van nel suo regno, il regno di Fanelia, da cui cominceranno le loro disavventure, in quanto la giovane ragazza si ritroverà nel bel mezzo di una guerra che devasterà l'intera Gaea.
Ho letteralmente adorato la trama di questa serie e ritengo che il numero di episodi sia il giusto, né troppi né pochi! Il ritmo con cui procede la serie è calzante e in ogni episodio viene sollevato un dubbio, portando alla risoluzione di alcuni misteri. Ho detto alcuni. Questo perché negli ultimi dieci episodi, non solo la trama rallenta, forse anche a causa dell'introduzione del concetto di fortuna che mi ha lasciato un po' perplessa, ma i dubbi sollevati in questa parte della serie risultano essere irrisolti, privi di una qualsivoglia risposta.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Ad esempio, non viene mai spiegata quale sia la natura del rapporto tra il padre di Allen e la nonna di Hitomi, non ci vengono date informazioni sul contenuto delle pagine strappate dal diario del padre di Allen, non ci viene rivelata la storia dell'Escaflowne o quale sia l'origine del ciondolo di Hitomi, nessuna delucidazione sul concetto di tempo, ovvero la differenza tra lo scorrere del tempo su Gaea e quello sulla Terra, non ci viene detto dove sia ora la madre di Van, il perché Hitomi quando torna sulla Terra rivive il giorno precedente a quello del suo trasporto su Gaea, e tanto altro.... insomma, diverse questioni sono lasciate in sospeso!
Fine della parte contenente spoiler
Per quanto riguarda i personaggi, sono tutti ben caratterizzati ed hanno tutti giocato un ruolo chiave nella serie, sia coloro che ricoprivano un ruolo marginale sia chi ricopriva un ruolo più incisivo. Prima di elencarli, una particolare menzione va all'adorabile principe Sid (che amore!).
In primis, Van è sicuramente il mio preferito, anche se dal punto di vista sentimentale, è stato un po' trascurato. Voglio solamente tralasciare l'odiosissima Merle, messa lì solo per snervare.
Il personaggio di Hitomi non mi era antipatico, anche se metteva a dura prova la mia pazienza ripetendo sempre "Signor Allen" o "Van" alternato al "Signorino Van" di Merle. Era alquanto indecisa come persona, penso che avrebbe potuto fare di più in questa guerra, semplicemente non ha voluto, ma dal punto di vista sentimentale direi che ha decisamente fatto troppo, ingarbugliando la situazione e, diciamo così, allungando il brodo.
Allen... Credo di avere una sorta di avversione per questo personaggio, cioè parliamone. Vogliamo parlare delle arie che si dà mentre manovra lo Scherazade? O di come faccia lo sciupafemmine con tutte senza lasciar intendere quali siano i suoi veri sentimenti? O di come complichi la vita della povera Millerna e il suo matrimonio con Dryden? E' troppo persino per me!
L'imperatore Dornkirk è davvero insignificante rispetto al "Signor Folken", fratello di Van che rappresenta il nemico per eccellenza, davvero un ottimo villain insieme a Dilandau, un altro personaggio inquietante dal passato inquietante.
Passiamo al tasto dolente. Il finale.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Che cavolfiore ho visto in questo finale? Come può Hitomi felice e contenta, andarsene via da Gaea dopo aver compreso quali sono i suoi sentimenti per Van? Lui la lascia pure andare via! Non ha avuto alcun senso far tornare Hitomi sulla Terra, soprattutto per come si erano evolute le cose.
D'altro canto, ho visto il gesto di cedere il ciondolo a Van, un modo per dirgli definitivamente addio, un po' come se ribadisse il fatto che non lo dimenticherà mai e, allo stesso tempo, precludesse a sé stessa e a qualcun altro l'opportunità di tornare di nuovo su Gaea.
Allen torna a vivere con la sua ritrovata sorella senza preoccuparsi dei possibili cambiamenti di personalità, come se non potesse mai succedere. Il rapporto con Millerna non viene definitivamente chiarito, come se lasciassero una porta aperta all'immaginazione. Mah.
Fine della parte contenente spoiler
I disegni non mi dispiacciono, anche se ne ho visti di migliori, ma i fondali sono decisamente stupendi, come non elogiarli?
Le musiche, opening ed ending sono meravigliose, adattissime alla serie! Adoro alla follia la ending!
Se ci fossero state meno imperfezioni, avrei azzardato un dieci, ma ci sono un po' di buchi di trama. Non penalizzo di molto la serie, che se la cava piuttosto bene: 9.
"I cieli di Escaflowne" è un anime che considero completo sotto molti punti di vista.
Ha di tutto e non puoi collocarlo in un solo genere, per questo lo ritengo adatto a qualsiasi fascia di età e di genere. I disegni lasciano un po' a desiderare, ma la trama è molto bella, anche se il finale non mi ha soddisfatto granché. Tuttavia, la serie mi è piaciuta molto e la consiglio calorosamente a chiunque non l'abbia ancora visto (mi pare difficile, è datato come anime). L'opening è molto bella, ma ho preferito la ending; ottima OST.
Ha di tutto e non puoi collocarlo in un solo genere, per questo lo ritengo adatto a qualsiasi fascia di età e di genere. I disegni lasciano un po' a desiderare, ma la trama è molto bella, anche se il finale non mi ha soddisfatto granché. Tuttavia, la serie mi è piaciuta molto e la consiglio calorosamente a chiunque non l'abbia ancora visto (mi pare difficile, è datato come anime). L'opening è molto bella, ma ho preferito la ending; ottima OST.
I Cieli di Escaflowne (noto anche col titolo internazionale The Vision of Escaflowne) è un anime di 26 episodi scritto da Shoji Kawamori e prodotto dalla Sunrise nel 1996. Le intenzioni iniziali dell'autore erano quelle di narrare una storia capace di mescolare assieme tematiche fantasy con i mecha tipici della fantascienza. La regia dell'anime doveva essere inizialmente affidata a Yasuhiro Imagawa, che aveva l'intenzione di realizzare una serie indirizzata principalmente per un pubblico maschile, ma in seguito fu affidata a Kazuki Akane, che decise di rendere l'opera fruibile anche ad un pubblico femminile, inserendo delle tematiche romantiche e un'estetica tipicamente shoujo.
EPISODI
Ad ogni episodio della serie è legata una carta dei tarocchi usati da Hitomi. Le carte appaiono all'inizio di ogni episodio (dopo la opening) e gli accadimenti sono in un certo senso legati alla carta che viene mostrata. I nomi delle carte sono scritti in italiano (anche se con qualche errore ortografico). Qui sotto riporto i titoli degli episodi con accanto la carta dei tarocchi associata all'episodio.
1. Una dichiarazione segnata dal destino ~ LA TORRE
2. La ragazza della luna dell'illusione ~ IL FUOCO / LA LUCE
3. Lo splendido spadaccino ~ LA MORTE
4. Il Ragazzo dalla bellezza diabolica ~ L'IMPICCATO
5. Il sigillo dei fratelli ~ IL GIUDIZIO
6. La città degli intrighi ~ LA GIUSTIZIA
7. Un addio inaspettato ~ LA CARROZZA
8. Il giorno in cui un angelo danzò ~ LA TEMPERANZA
9. Memorie delle piume ~ L'ARIA / LA VITA
10. Il principe dagli occhi azzurri ~ L'AMBIZIONE
11. Predizione di morte ~ IL DIAVOLO
12. La porta segreta ~ LA PAPESSA
13. Destino rosso ~ L'IMPERATORE
14. Cicatrici pericolose ~ IL VEGGENTE
15. Il paradiso perduto ~ LA STELLA
16. Colui che fu guidato ~ LA RUOTA
17. La fine di questo mondo ~ L'IMPERATRICE
18. Attrazione del destino ~ IL MONDO
19. Operazione regola d'oro dell'amore ~ IL PAZZO
20. Una falsa promessa ~ LA LUNA
21. Reazione alla fortuna ~ IL PAPA
22. L'angelo dalle ali nere ~ IL SOLE
23. Presagio di tempesta ~ LA TERRA / LA LEGGE
24. La scelta del destino ~ L'EREMITA
25. Il luogo della fortuna assoluta ~ LA FORZA
26. Sentimento eterno ~ L'AMORE
UN DESTINO SEGNATO NEI TAROCCHI
Escaflowne è un anime piuttosto particolare. In un'ambientazione squisitamente fantasy si intrecciano varie tematiche che spaziano da scontri tra regni in guerra, duelli fra cavalieri, storie d'amore, antichi poteri magici, oscure profezie, temibili draghi e combattimenti fra enormi robot, il tutto raffigurato con un'estetica tipica di uno shoujo. Detto così sembra quasi un'accozzaglia di generi che non hanno niente a che fare tra loro, ma gli autori riescono a realizzare una serie che è un ottimo connubio tra di essi. La narrazione inizia con uno degli stereotipi più sfruttati dell'animazione. Come protagonista c'è la classica liceale, iscritta al club di atletica leggera e con una cotta per un suo senpai, che per uno scherzo del destino si imbatte in un misterioso giovane e con lui viene trasportata su uno strano pianeta, nel cui cielo si stagliano la Luna e la Terra. Spaesata e con il solo desiderio di tornare a casa, verrà trascinata dall'evolversi degli eventi fino a diventare un elemento fondamentale per le sorti di questo mondo fantastico.
Come ci si potrebbe aspettare da un buon fantasy, Gaea è un mondo complesso, con una geografia e una struttura geopolitica ben definite (per chi fosse interessato ho anche trovato una mappa). All'inizio ne vediamo solo una piccola parte, con il regno di Fanelia ma, man mano che la serie prosegue, vediamo altre terre, altri regni, la situazione globale va delineandosi e ci si rende conto quanta cura ci abbiano messo gli autori nella realizzazione del background della serie. Ogni nazione che viene mostrata ha una propria cultura, delle tradizioni e uno stile architettonico ben definito. Si passa dalla rurale Fanelia, che ricorda il Giappone feudale; per passare attraverso il regno di Asturia, che si rifà in qualche modo all'Europa rinascimentale; la mistica Freid, in qualche modo assimilabile al Tibet (con tanto di monaci); fino alla tecnologica Zaibach. Ogni regno ha il suo stile caratteristico, che ovviamente si riflette anche nei loro robot da combattimento.
Questi guymelef, come vengono chiamati, sono uno degli elementi che contraddistinguono la serie. L'intenzione di Kawamori era quello di realizzare un anime con dei robot, ma dandogli una connotazione fantasy. Per far questo non ha inserito degli elementi fantascientifici, come hanno fatto altre serie ma, con quella che potrebbe essere considerata un vena steampunk, da vita a delle macchine da combattimento umanoidi fatte di leve, carrucole e ingranaggi; e, per aggiungere una vena di magia, li alimenta con delle gemme che altro non sono che i cuori pulsanti dei draghi. Quando scendono in campo è come vedere combattere delle gigantesche armature che si sfidano a duello con spade e lance, così come farebbero i loro stessi piloti. E fra tutti quello che spicca maggiormente è il guymelef di Van, l'Escaflowne del titolo, legato al suo proprietario in maniera inscindibile tramite quello che è il classico patto di sangue. Altrettanto interessante è il design delle navi volanti che sfruttano delle pietre galleggianti per sollevarsi da terra.
Ma di certo le cose non si fermano qui. Gaea è popolato da una moltitudine di strane creature, si passa dalla semplice fauna, alla varie sotto razze di uomini-bestia che coesistono con gli esseri umani (si va dalla ragazza-gatto Merle agli uomini-lupo di Fanelia), fino ai classici esseri da favola come i draghi, le sirene e perfino gli angeli. Quest'ultima specie, chiamata per l'occasione la razza degli uomini-drago divini, è una stirpe maledetta, temuta per il suo potere e legata indissolubilmente al mito di Atlantide. Gli autori reinterpretano in maniera davvero originale il mito della città perduta, conferendo ai suoi abitanti un potere talmente grande da consentirgli di farsi spuntare le ali sul dorso e dandogli un ruolo fondamentale nella mitologia del mondo di Gaea. Non vado oltre per non svelare troppi particolari, ma bisogna per forza sottolineare la maniera in cui viene rivisitato il mito della fine del popolo di Atlantide e della distruzione della loro fantastica città.
Altro punto di forza della serie è la caratterizzazione dei personaggi. Man mano che le vicende prendono piega, entrano in scena moltissimi personaggi, ognuno con una psicologia, un ruolo e una storia ben precisa alle spalle. Assieme alla storia principale vediamo il dipanarsi di tutta una serie di sottotrame, che seguono proprio questi personaggi, svelandone il background, chiarendo le loro storie e i legami che ci sono tra di loro. Ma questo viene fatto talmente bene che invece di appesantire la narrazione, la arricchiscono, contribuendo a sviluppare una trama complessa e ben articolata. E in mezzo a questo cast di attori c'è il duo composto da Van e Hitomi, che fa da cardine all'intera storia. Sono due semplici ragazzi diversi tra loro, ma anche molto simili, spaesati e senza più una casa, finiscono per essere coinvolti in un vortice di eventi più grandi di loro. Alla ricerca di uno scopo e dei loro desideri verranno messi alla prova da quello che sembra essere un destino avverso, fino a comprendere quali sono i loro veri sentimenti e creare con le proprie mani il loro futuro.
Ed è proprio il destino uno dei temi ricorrenti della serie. Un destino scritto nei tarocchi e preannunciato da funeste visioni. Un fato che sembra ineluttabile, ma che si rivelerà essere il frutto dei desideri e dei sentimenti delle persone. Un futuro che può essere cambiato, con impegno e con fiducia, fino a creare il futuro con le proprie mani. Ma questa è solo una delle tematiche trattate nella serie. Vengono sfruttate le varie razze che popolano il pianeta per parlare di razzismo, ma anche dell'incomunicabilità tra i popoli e le nazioni, della guerra e delle sofferenze legate ad essa. Si parla del valore della vita e della morte, l'importanza della felicità e della famiglia. Vengono trattati anche altri temi come la pericolosità della scienza senza controllo, degli esperimenti sugli esseri viventi, dell'importanza della tecnologia contrapposta al valore della natura. Ovviamente ad alcune tematiche viene dato più spazio che ad altre, ma nel complesso vengono affrontati moltissimi argomenti.
La realizzazione tecnica è senza dubbio eccellente. La serie può vantare dei bellissimi disegni, che raggiungono il loro massimo nel dipingere l'ambientazione fantasy in cui si muovono i personaggi. Altrettanto ben fatte anche le animazioni che non compromettono il livello di dettaglio neanche nelle scene più caotiche. Il character design è splendidamente realizzato, anche se per qualcuno venire a patti con il tratto tipicamente shoujo potrebbe risultare difficoltoso. Il mecha design è invece estremamente ricco di dettagli e riesce a conferire ai guymelef un livello di realismo tale da renderli molto credibili. A rendere le immagini ancora più realistiche si aggiunge un comporto sonoro che riesce a dare un'ottima resa dei rumori, dal soffiare del vento, fino ai rumori degli ingranaggi dei guymelef.
Ed infine, ma non di certo ultimo pregio di questo lavoro, ci sono le musiche composte dalla poliedrica Yoko Kanno, con al collaborazione di Hajime Mizoguchi, che riesce a dare vita ad una bellissima colonna sonora che combina pezzi malinconici, con brani cupi esaltati dalla magistrale interpretazione di bassi e violoncelli, fino ad alcuni pezzi decisamente epici, esaltati da dei canti gregoriani, che vengono usati nelle scene di battaglia. Ci sono anche diverse canzoni, ma fra queste, quella che spicca maggiormente è la opening, la dolcissima "Yakusoku wa iranai" interpretata dall'allora esordiente Maaya Sakamoto (la doppiatrice di Hitomi). Questo è quanto. Non vi so dire se questo Escaflowne possa essere o meno considerato un capolavoro, ma bisogna ammettere che si tratta di un prodotto senza dubbio pregevole. Un anime unico nel suo genere.
EPISODI
Ad ogni episodio della serie è legata una carta dei tarocchi usati da Hitomi. Le carte appaiono all'inizio di ogni episodio (dopo la opening) e gli accadimenti sono in un certo senso legati alla carta che viene mostrata. I nomi delle carte sono scritti in italiano (anche se con qualche errore ortografico). Qui sotto riporto i titoli degli episodi con accanto la carta dei tarocchi associata all'episodio.
1. Una dichiarazione segnata dal destino ~ LA TORRE
2. La ragazza della luna dell'illusione ~ IL FUOCO / LA LUCE
3. Lo splendido spadaccino ~ LA MORTE
4. Il Ragazzo dalla bellezza diabolica ~ L'IMPICCATO
5. Il sigillo dei fratelli ~ IL GIUDIZIO
6. La città degli intrighi ~ LA GIUSTIZIA
7. Un addio inaspettato ~ LA CARROZZA
8. Il giorno in cui un angelo danzò ~ LA TEMPERANZA
9. Memorie delle piume ~ L'ARIA / LA VITA
10. Il principe dagli occhi azzurri ~ L'AMBIZIONE
11. Predizione di morte ~ IL DIAVOLO
12. La porta segreta ~ LA PAPESSA
13. Destino rosso ~ L'IMPERATORE
14. Cicatrici pericolose ~ IL VEGGENTE
15. Il paradiso perduto ~ LA STELLA
16. Colui che fu guidato ~ LA RUOTA
17. La fine di questo mondo ~ L'IMPERATRICE
18. Attrazione del destino ~ IL MONDO
19. Operazione regola d'oro dell'amore ~ IL PAZZO
20. Una falsa promessa ~ LA LUNA
21. Reazione alla fortuna ~ IL PAPA
22. L'angelo dalle ali nere ~ IL SOLE
23. Presagio di tempesta ~ LA TERRA / LA LEGGE
24. La scelta del destino ~ L'EREMITA
25. Il luogo della fortuna assoluta ~ LA FORZA
26. Sentimento eterno ~ L'AMORE
UN DESTINO SEGNATO NEI TAROCCHI
Escaflowne è un anime piuttosto particolare. In un'ambientazione squisitamente fantasy si intrecciano varie tematiche che spaziano da scontri tra regni in guerra, duelli fra cavalieri, storie d'amore, antichi poteri magici, oscure profezie, temibili draghi e combattimenti fra enormi robot, il tutto raffigurato con un'estetica tipica di uno shoujo. Detto così sembra quasi un'accozzaglia di generi che non hanno niente a che fare tra loro, ma gli autori riescono a realizzare una serie che è un ottimo connubio tra di essi. La narrazione inizia con uno degli stereotipi più sfruttati dell'animazione. Come protagonista c'è la classica liceale, iscritta al club di atletica leggera e con una cotta per un suo senpai, che per uno scherzo del destino si imbatte in un misterioso giovane e con lui viene trasportata su uno strano pianeta, nel cui cielo si stagliano la Luna e la Terra. Spaesata e con il solo desiderio di tornare a casa, verrà trascinata dall'evolversi degli eventi fino a diventare un elemento fondamentale per le sorti di questo mondo fantastico.
Come ci si potrebbe aspettare da un buon fantasy, Gaea è un mondo complesso, con una geografia e una struttura geopolitica ben definite (per chi fosse interessato ho anche trovato una mappa). All'inizio ne vediamo solo una piccola parte, con il regno di Fanelia ma, man mano che la serie prosegue, vediamo altre terre, altri regni, la situazione globale va delineandosi e ci si rende conto quanta cura ci abbiano messo gli autori nella realizzazione del background della serie. Ogni nazione che viene mostrata ha una propria cultura, delle tradizioni e uno stile architettonico ben definito. Si passa dalla rurale Fanelia, che ricorda il Giappone feudale; per passare attraverso il regno di Asturia, che si rifà in qualche modo all'Europa rinascimentale; la mistica Freid, in qualche modo assimilabile al Tibet (con tanto di monaci); fino alla tecnologica Zaibach. Ogni regno ha il suo stile caratteristico, che ovviamente si riflette anche nei loro robot da combattimento.
Questi guymelef, come vengono chiamati, sono uno degli elementi che contraddistinguono la serie. L'intenzione di Kawamori era quello di realizzare un anime con dei robot, ma dandogli una connotazione fantasy. Per far questo non ha inserito degli elementi fantascientifici, come hanno fatto altre serie ma, con quella che potrebbe essere considerata un vena steampunk, da vita a delle macchine da combattimento umanoidi fatte di leve, carrucole e ingranaggi; e, per aggiungere una vena di magia, li alimenta con delle gemme che altro non sono che i cuori pulsanti dei draghi. Quando scendono in campo è come vedere combattere delle gigantesche armature che si sfidano a duello con spade e lance, così come farebbero i loro stessi piloti. E fra tutti quello che spicca maggiormente è il guymelef di Van, l'Escaflowne del titolo, legato al suo proprietario in maniera inscindibile tramite quello che è il classico patto di sangue. Altrettanto interessante è il design delle navi volanti che sfruttano delle pietre galleggianti per sollevarsi da terra.
Ma di certo le cose non si fermano qui. Gaea è popolato da una moltitudine di strane creature, si passa dalla semplice fauna, alla varie sotto razze di uomini-bestia che coesistono con gli esseri umani (si va dalla ragazza-gatto Merle agli uomini-lupo di Fanelia), fino ai classici esseri da favola come i draghi, le sirene e perfino gli angeli. Quest'ultima specie, chiamata per l'occasione la razza degli uomini-drago divini, è una stirpe maledetta, temuta per il suo potere e legata indissolubilmente al mito di Atlantide. Gli autori reinterpretano in maniera davvero originale il mito della città perduta, conferendo ai suoi abitanti un potere talmente grande da consentirgli di farsi spuntare le ali sul dorso e dandogli un ruolo fondamentale nella mitologia del mondo di Gaea. Non vado oltre per non svelare troppi particolari, ma bisogna per forza sottolineare la maniera in cui viene rivisitato il mito della fine del popolo di Atlantide e della distruzione della loro fantastica città.
Altro punto di forza della serie è la caratterizzazione dei personaggi. Man mano che le vicende prendono piega, entrano in scena moltissimi personaggi, ognuno con una psicologia, un ruolo e una storia ben precisa alle spalle. Assieme alla storia principale vediamo il dipanarsi di tutta una serie di sottotrame, che seguono proprio questi personaggi, svelandone il background, chiarendo le loro storie e i legami che ci sono tra di loro. Ma questo viene fatto talmente bene che invece di appesantire la narrazione, la arricchiscono, contribuendo a sviluppare una trama complessa e ben articolata. E in mezzo a questo cast di attori c'è il duo composto da Van e Hitomi, che fa da cardine all'intera storia. Sono due semplici ragazzi diversi tra loro, ma anche molto simili, spaesati e senza più una casa, finiscono per essere coinvolti in un vortice di eventi più grandi di loro. Alla ricerca di uno scopo e dei loro desideri verranno messi alla prova da quello che sembra essere un destino avverso, fino a comprendere quali sono i loro veri sentimenti e creare con le proprie mani il loro futuro.
Ed è proprio il destino uno dei temi ricorrenti della serie. Un destino scritto nei tarocchi e preannunciato da funeste visioni. Un fato che sembra ineluttabile, ma che si rivelerà essere il frutto dei desideri e dei sentimenti delle persone. Un futuro che può essere cambiato, con impegno e con fiducia, fino a creare il futuro con le proprie mani. Ma questa è solo una delle tematiche trattate nella serie. Vengono sfruttate le varie razze che popolano il pianeta per parlare di razzismo, ma anche dell'incomunicabilità tra i popoli e le nazioni, della guerra e delle sofferenze legate ad essa. Si parla del valore della vita e della morte, l'importanza della felicità e della famiglia. Vengono trattati anche altri temi come la pericolosità della scienza senza controllo, degli esperimenti sugli esseri viventi, dell'importanza della tecnologia contrapposta al valore della natura. Ovviamente ad alcune tematiche viene dato più spazio che ad altre, ma nel complesso vengono affrontati moltissimi argomenti.
La realizzazione tecnica è senza dubbio eccellente. La serie può vantare dei bellissimi disegni, che raggiungono il loro massimo nel dipingere l'ambientazione fantasy in cui si muovono i personaggi. Altrettanto ben fatte anche le animazioni che non compromettono il livello di dettaglio neanche nelle scene più caotiche. Il character design è splendidamente realizzato, anche se per qualcuno venire a patti con il tratto tipicamente shoujo potrebbe risultare difficoltoso. Il mecha design è invece estremamente ricco di dettagli e riesce a conferire ai guymelef un livello di realismo tale da renderli molto credibili. A rendere le immagini ancora più realistiche si aggiunge un comporto sonoro che riesce a dare un'ottima resa dei rumori, dal soffiare del vento, fino ai rumori degli ingranaggi dei guymelef.
Ed infine, ma non di certo ultimo pregio di questo lavoro, ci sono le musiche composte dalla poliedrica Yoko Kanno, con al collaborazione di Hajime Mizoguchi, che riesce a dare vita ad una bellissima colonna sonora che combina pezzi malinconici, con brani cupi esaltati dalla magistrale interpretazione di bassi e violoncelli, fino ad alcuni pezzi decisamente epici, esaltati da dei canti gregoriani, che vengono usati nelle scene di battaglia. Ci sono anche diverse canzoni, ma fra queste, quella che spicca maggiormente è la opening, la dolcissima "Yakusoku wa iranai" interpretata dall'allora esordiente Maaya Sakamoto (la doppiatrice di Hitomi). Questo è quanto. Non vi so dire se questo Escaflowne possa essere o meno considerato un capolavoro, ma bisogna ammettere che si tratta di un prodotto senza dubbio pregevole. Un anime unico nel suo genere.
"The Vision of Escaflowne" adattato in italiano come "I cieli di Escaflowne" è una serie composta da ventisei episodi di durata canonica, prodotta nel 1996 dalla Sunrise da un'idea originale di Shoji Kawamori.
Hitomi Kanzaki è una studentessa come molte altre, se non fosse per la sua particolare capacità di leggere i tarocchi. Un giorno, mentre cerca di farsi notare dal proprio senpai del quale è innamorata, appare davanti ai suoi un giovane ragazzo di nome Van, impegnato a combattere contro un drago. Incredula a quella visione, Hitomi segue il ragazzo per accertarsi delle sue condizioni, e senza rendersene conto viene trasportata su un altro pianeta, chiamato Gaea. Dal quel momento inizia la sua avventura assieme a Van e ad una miriade di altri personaggi, i quali dovranno difendere il pianeta da una terribile minaccia che rischia di distruggerlo completamente.
Indubbio è il valore de "I cieli di Escaflowne", che merita di essere considerata come una delle migliori produzioni degli anni novanta. Inizio col parlare di quello che è uno dei più grandi pregi dell'opera, ovvero la trama. Essa si sviluppa ottimamente, in maniera semplice ma estremamente studiata, introducendo continuamente delle novità che le danno vigore e che riescono ad appassionare lo spettatore. Una trama in grado di accontentare un'enorme fetta di pubblico grazie alla perfetta armonizzazione di una moltitudine di elementi, come il fantasy, l'amore, e i robottoni, onnipresenti nelle produzioni dell'epoca. Una trama che rimane pulita e di facile comprensione nonostante metta in gioco u gran numero di concetti, di fazioni, schieramenti e personaggi. La narrazione è sempre fluida, il ritmo incalzante, il colpo di scena dietro l'angolo, e il tutto senza mai cadere nel banale o nel ripetitivo.
Parlando dei personaggi il discorso non cambia. "Meglio pochi ma buoni" dice il famoso detto, ma in questo caso mi viene proprio da ribattere "Molti e buoni, è ancora meglio". Il gruppo principale di protagonisti gode di una caratterizzazione varia ed estremamente curata, i rapporti che intercorrono fra essi vengono sviluppati in maniera impeccabile e assolutamente credibile. I personaggi secondari sono moltissimi, e nonostante abbiano poco spazio per mettersi in mostra, nei brevi momenti in cui entrano in scena fanno la loro bella figura. Di maggior impatto è sicuramente lo spessore degli antagonisti, che nelle loro file possono vantare degli elementi interessanti, ben costruiti, con una personalità, un cervello e delle motivazioni reali che giustificano il loro comportamento e le loro scelte. Antagonisti che daranno del filo da torcere a Hitomi e compagni, che combatteranno fino alla fine per raggiungere il proprio scopo che, una volta tanto, non si limita al dominio del mondo per la semplice smania di ottenere potere illimitato.
Il comparto tecnico è un'altra punta di diamante, forse addirittura superiore a quanto precedentemente elencato. Graficamente è stato svolto un ottimo, ovviamente se considerata la datazione dell'opera. L'enorme quantità di fondi impiegata nella produzione di ogni singolo episodio è stato un investimento vincente. Animazioni fluide, combattimenti dinamici e piacevoli da seguire, arricchiti da una buona quantità di effetti speciali. Il design dei personaggi è estremamente curato ed aggraziato, l'unico evidente "difetto", se così si può chiamare, è il naso, che visto di profilo risulta estremamente accentuato. Grande lavoro è stato svolto per la realizzazione delle diverse etnie e dei diversi popoli che abitano Gaea; ogni civiltà gode di una cultura propria ed estremamente personale, che la differenzia nettamente dalle altre, anche dal punto di vista puramente stilistico. E un ultimo, ma non meno importante elogio va sicuramente attribuito al mecha design.
Che dire invece del comparto audio, se non che si comporta ancora meglio di quello grafico. L'opening è melodiosa ed evocativa, cantata in prima persona dalla doppiatrice di Hitomi. Il doppiaggio (italiano) è adeguato e si adatta perfettamente al carattere dei personaggi, l'interpretazione è molto convincente. Vero punto forte sono però le OST, sia per la loro quantità che per la loro varietà. Esse riescono a ricreare sempre l'atmosfera giusta, enfatizzando l'emozione del momento.
In un'opera come "I cieli di Escaflowne" si possono infine intravedere una grande quantità di tematiche trattate. La prima che salta all'occhio, e che quindi è identificabile come principale argomentazione, è il rischio derivante da un eccessivo sviluppo della tecnologia e della scienza. Questa è una riflessione importante nel contesto dell'opera, difatti è proprio grazie ad una troppo elevata conoscenza che si formeranno le basi per i conflitti futuri. Una tematica di forte impatto e soprattutto cara al mondo dell'animazione giapponese, tanto è vero che essa verrà successivamente ripresa in una moltitudine di opere di grande spessore, come "Serial Experiment Lain" o "Texhnolyze", per citarne un paio.
Molti sono i valori sui quali l'opera cerca di far riflettere, e come in molte altre produzioni, l'amore è il mezzo principale attraverso il quale è possibile capovolgere la situazione. Ma esso non viene presentato solamente come il classico sentimento che si instaura fra i due protagonisti principali; il suo significato viene espanso a livello globale, e deve essere inteso come accettazione del prossimo, come un sentimento che va oltre razza, religione, o luogo d'appartenenza. Per avere conferma di questo basta vedere la composizione del gruppo principale; ogni personaggio proviene da un paese diverso, ha abitudini e ideologie diverse, ed anche se inizialmente questo sarà un problema, col tempo le divergenze verranno appianate, in favore di un sentimento puro e sincero.
Altro elemento fondamentale in "Escaflowne" è il destino. Esso viene citato continuamente, e i vari schieramenti si adoperano per modificarne il corso. Hitomi è in grado di prevederlo attraverso la propria peculiarità e la lettura dei tarocchi, mentre Dornkirk attraverso la macchina da lui stesso creata. Nonostante le due metodologie siano differenti lo scopo è il medesimo, e di conseguenza anche il risultato ottenuto. L'interpretazione finale è di facile comprensione: prevedere il futuro e cercare di modificarlo è un errore. Altrettanto chiara è la visione da parte dell'autore si questo argomento: sono gli stessi esseri umani ad influenzare inconsciamente il proprio destino, esso non è già scritto e programmato all'origine.
Nel mezzo di tutte queste considerazioni, quale ruolo riveste dunque l'Escaflowne? Difficile dare una risposta precisa, apparentemente esso non è altro che un Guymelef come tanti altri, sia per forma e dimensione che per capacità. Personalmente credo che rappresenti in qualche modo la possibilità stessa di cambiare il mondo. Principalmente esso è un mezzo di distruzione, ma nel finale quella sua funzionalità viene accantonata per permettere a Hitomi di compiere il suo ultimo viaggio. Ecco quindi che la macchina da guerra si trasforma, assumendo un ruolo benefico e necessario al concludersi della storia, dimostrando come tutto sia facilmente mutevole. Ed è proprio nell'episodio finale che viene mostrata l'evidente crescita da parte dei personaggi, soprattutto da parte di Van che abbandona i propri sentimenti di rabbia e di vendetta in favore di altri più puri, e di Hitomi, che fa chiarezza nel proprio cuore, eliminando le passioni effimere ed abbracciando il vero amore.
La mia valutazione de "I cieli di Escaflowne", nonostante le belle parole e gli innumerevoli pregi appurati, si ferma "solamente" a 9. Perché non assegnare l'eccellenza?
Principalmente per via di una conclusione leggermente affrettata e poco esaustiva. Molte cose non vengono spiegate, troppe questioni rimangono lasciate in sospeso in maniera non propriamente carina. Non ho nulla contro le opere dal finale aperto o indefinito, che lasciano la possibilità allo spettatore di farsi interpretare in differenti modi possibili, anzi solitamente sono quelle che preferisco, tuttavia nello specifico caso di "Escaflowne" credo che qualche risposta in più non avrebbe certamente guastato. Ovviamente il voto va assegnato anche in base alla portata dell'opera stessa, ragion per cui questo 9 vale ben più di altri dieci, assegnati per le motivazioni più disparate.
Per concludere, non mi resta altro da fare se non consigliare caldamente la visione a tutti, senza eccezioni.
Hitomi Kanzaki è una studentessa come molte altre, se non fosse per la sua particolare capacità di leggere i tarocchi. Un giorno, mentre cerca di farsi notare dal proprio senpai del quale è innamorata, appare davanti ai suoi un giovane ragazzo di nome Van, impegnato a combattere contro un drago. Incredula a quella visione, Hitomi segue il ragazzo per accertarsi delle sue condizioni, e senza rendersene conto viene trasportata su un altro pianeta, chiamato Gaea. Dal quel momento inizia la sua avventura assieme a Van e ad una miriade di altri personaggi, i quali dovranno difendere il pianeta da una terribile minaccia che rischia di distruggerlo completamente.
Indubbio è il valore de "I cieli di Escaflowne", che merita di essere considerata come una delle migliori produzioni degli anni novanta. Inizio col parlare di quello che è uno dei più grandi pregi dell'opera, ovvero la trama. Essa si sviluppa ottimamente, in maniera semplice ma estremamente studiata, introducendo continuamente delle novità che le danno vigore e che riescono ad appassionare lo spettatore. Una trama in grado di accontentare un'enorme fetta di pubblico grazie alla perfetta armonizzazione di una moltitudine di elementi, come il fantasy, l'amore, e i robottoni, onnipresenti nelle produzioni dell'epoca. Una trama che rimane pulita e di facile comprensione nonostante metta in gioco u gran numero di concetti, di fazioni, schieramenti e personaggi. La narrazione è sempre fluida, il ritmo incalzante, il colpo di scena dietro l'angolo, e il tutto senza mai cadere nel banale o nel ripetitivo.
Parlando dei personaggi il discorso non cambia. "Meglio pochi ma buoni" dice il famoso detto, ma in questo caso mi viene proprio da ribattere "Molti e buoni, è ancora meglio". Il gruppo principale di protagonisti gode di una caratterizzazione varia ed estremamente curata, i rapporti che intercorrono fra essi vengono sviluppati in maniera impeccabile e assolutamente credibile. I personaggi secondari sono moltissimi, e nonostante abbiano poco spazio per mettersi in mostra, nei brevi momenti in cui entrano in scena fanno la loro bella figura. Di maggior impatto è sicuramente lo spessore degli antagonisti, che nelle loro file possono vantare degli elementi interessanti, ben costruiti, con una personalità, un cervello e delle motivazioni reali che giustificano il loro comportamento e le loro scelte. Antagonisti che daranno del filo da torcere a Hitomi e compagni, che combatteranno fino alla fine per raggiungere il proprio scopo che, una volta tanto, non si limita al dominio del mondo per la semplice smania di ottenere potere illimitato.
Il comparto tecnico è un'altra punta di diamante, forse addirittura superiore a quanto precedentemente elencato. Graficamente è stato svolto un ottimo, ovviamente se considerata la datazione dell'opera. L'enorme quantità di fondi impiegata nella produzione di ogni singolo episodio è stato un investimento vincente. Animazioni fluide, combattimenti dinamici e piacevoli da seguire, arricchiti da una buona quantità di effetti speciali. Il design dei personaggi è estremamente curato ed aggraziato, l'unico evidente "difetto", se così si può chiamare, è il naso, che visto di profilo risulta estremamente accentuato. Grande lavoro è stato svolto per la realizzazione delle diverse etnie e dei diversi popoli che abitano Gaea; ogni civiltà gode di una cultura propria ed estremamente personale, che la differenzia nettamente dalle altre, anche dal punto di vista puramente stilistico. E un ultimo, ma non meno importante elogio va sicuramente attribuito al mecha design.
Che dire invece del comparto audio, se non che si comporta ancora meglio di quello grafico. L'opening è melodiosa ed evocativa, cantata in prima persona dalla doppiatrice di Hitomi. Il doppiaggio (italiano) è adeguato e si adatta perfettamente al carattere dei personaggi, l'interpretazione è molto convincente. Vero punto forte sono però le OST, sia per la loro quantità che per la loro varietà. Esse riescono a ricreare sempre l'atmosfera giusta, enfatizzando l'emozione del momento.
In un'opera come "I cieli di Escaflowne" si possono infine intravedere una grande quantità di tematiche trattate. La prima che salta all'occhio, e che quindi è identificabile come principale argomentazione, è il rischio derivante da un eccessivo sviluppo della tecnologia e della scienza. Questa è una riflessione importante nel contesto dell'opera, difatti è proprio grazie ad una troppo elevata conoscenza che si formeranno le basi per i conflitti futuri. Una tematica di forte impatto e soprattutto cara al mondo dell'animazione giapponese, tanto è vero che essa verrà successivamente ripresa in una moltitudine di opere di grande spessore, come "Serial Experiment Lain" o "Texhnolyze", per citarne un paio.
Molti sono i valori sui quali l'opera cerca di far riflettere, e come in molte altre produzioni, l'amore è il mezzo principale attraverso il quale è possibile capovolgere la situazione. Ma esso non viene presentato solamente come il classico sentimento che si instaura fra i due protagonisti principali; il suo significato viene espanso a livello globale, e deve essere inteso come accettazione del prossimo, come un sentimento che va oltre razza, religione, o luogo d'appartenenza. Per avere conferma di questo basta vedere la composizione del gruppo principale; ogni personaggio proviene da un paese diverso, ha abitudini e ideologie diverse, ed anche se inizialmente questo sarà un problema, col tempo le divergenze verranno appianate, in favore di un sentimento puro e sincero.
Altro elemento fondamentale in "Escaflowne" è il destino. Esso viene citato continuamente, e i vari schieramenti si adoperano per modificarne il corso. Hitomi è in grado di prevederlo attraverso la propria peculiarità e la lettura dei tarocchi, mentre Dornkirk attraverso la macchina da lui stesso creata. Nonostante le due metodologie siano differenti lo scopo è il medesimo, e di conseguenza anche il risultato ottenuto. L'interpretazione finale è di facile comprensione: prevedere il futuro e cercare di modificarlo è un errore. Altrettanto chiara è la visione da parte dell'autore si questo argomento: sono gli stessi esseri umani ad influenzare inconsciamente il proprio destino, esso non è già scritto e programmato all'origine.
Nel mezzo di tutte queste considerazioni, quale ruolo riveste dunque l'Escaflowne? Difficile dare una risposta precisa, apparentemente esso non è altro che un Guymelef come tanti altri, sia per forma e dimensione che per capacità. Personalmente credo che rappresenti in qualche modo la possibilità stessa di cambiare il mondo. Principalmente esso è un mezzo di distruzione, ma nel finale quella sua funzionalità viene accantonata per permettere a Hitomi di compiere il suo ultimo viaggio. Ecco quindi che la macchina da guerra si trasforma, assumendo un ruolo benefico e necessario al concludersi della storia, dimostrando come tutto sia facilmente mutevole. Ed è proprio nell'episodio finale che viene mostrata l'evidente crescita da parte dei personaggi, soprattutto da parte di Van che abbandona i propri sentimenti di rabbia e di vendetta in favore di altri più puri, e di Hitomi, che fa chiarezza nel proprio cuore, eliminando le passioni effimere ed abbracciando il vero amore.
La mia valutazione de "I cieli di Escaflowne", nonostante le belle parole e gli innumerevoli pregi appurati, si ferma "solamente" a 9. Perché non assegnare l'eccellenza?
Principalmente per via di una conclusione leggermente affrettata e poco esaustiva. Molte cose non vengono spiegate, troppe questioni rimangono lasciate in sospeso in maniera non propriamente carina. Non ho nulla contro le opere dal finale aperto o indefinito, che lasciano la possibilità allo spettatore di farsi interpretare in differenti modi possibili, anzi solitamente sono quelle che preferisco, tuttavia nello specifico caso di "Escaflowne" credo che qualche risposta in più non avrebbe certamente guastato. Ovviamente il voto va assegnato anche in base alla portata dell'opera stessa, ragion per cui questo 9 vale ben più di altri dieci, assegnati per le motivazioni più disparate.
Per concludere, non mi resta altro da fare se non consigliare caldamente la visione a tutti, senza eccezioni.
E' risaputo che negli anni '90 la MTV anime night fosse stata un'evento epocale per tutti gli appassionati di animazione giapponese del belpaese. Titoli come "Evangelion", "Cowboy Bebop", "Trigun", "Escaflowne" e compagnia andavano in onda regolarmente, facendo appassionare le nuove generazioni alla cultura nipponica. Questo status mitologico dell'evento ha fatto sì che spesso si commettesse l'errore di associare a quasi tutte le opere andate in onda all'epoca lo status di capolavoro assoluto/pietra miliare dell'animazione, in quanto il fansub e la cultura anime su internet non erano ancora sviluppati a sufficienza. Questo è quello che a mio avviso è successo con "Escaflowne", un anime pienamente nella media, stereotipato al massimo, dalle notevoli lacune di sceneggiatura; ma, tuttavia, dipinto dai più come mostro sacro dell'animazione, a causa del fatto che sia uscito al posto giusto e nel momento giusto, quando l'animazione giapponese di tipo mecha in Italia non era ancora un fenomeno di larga portata - in precedenza, comunque, erano stati trasmessi dalle televisioni regionali un gran numero di robotici anni '70 (martoriati da dialoghi inventati e doppiaggi casarecci), ma non i robotici anni '80, quelli più affini alle opere mandate in onda su MTV. Vorrei inoltre osservare che spesso questo fatto accade anche con "Evangelion", che pur essendo un ottimo prodotto, in Italia viene quasi all'unanimità ritenuto un "mostro sacro" prima del quale non c'era assolutamente nulla, nonostante i suoi debiti nei confronti dell'opera di Tomino ed il suo palese citazionismo robotico anni '70/'80, tuttavia innovativamente aggiornato con filosofia esistenzialista, post modernismo e introspezione psicologica, a discapito della trama. "Escaflowne", nonostante goda anch'esso tra i più dello status di capolavoro intoccabile, è un caso diverso da "Evangelion": non ha praticamente innovato nulla, neanche il modo di raccontare il "drama" robotico: si tratta del classico anime ad alto budget costruito a tavolino per avere successo di pubblico, senza alcun merito effettivo a parte il vile denaro sborsato dai produttori, che fa sì che la grafica sia così bella e le animazioni così fluide da rendere il prodotto comunque appetibile al consumatore. Anche le musiche di Yoko Kanno sono un punto di forza dell'opera, anche se non sono al livello delle OST di "Cowboy Bebop" e "Turn A Gundam", a mio avviso i suoi vertici massimi.
I debiti nei confronti dell'opera di Tomino, al pari di "Evangelion", li ha pure questo "Escaflowne", di fatto concepito inizialmente come remake di "Dunbine": le analogie con il suo antesignano sono palesi: l'incipit in cui una ragazza normale dei giorni nostri viene trasportata in un mondo fantasy, con draghi, streghe, cavalieri e robottoni (in "Dunbine" era un ragazzo, ma non importa); il fatto che questo mondo sia in crisi, in quanto un altro essere della terra ordinaria - "the upper world", direbbe Tomino - ha portato la scienza e la tecnica in esso, facendolo diventare, da landa pacifica e desolata, un mondo inquinato, corrotto e in guerra. Fosse rimasto un remake di "Dunbine" tout court, molto probabilmente "Escaflowne" sarebbe stato migliore: infatti l'incoerenza logica di fondo nell'opera di Shoji Kawamori e Kazuki Akane è proprio la forzata, inopportuna commistione tra shojo alla "Beautiful" (se non peggio) con la seriosità di una drammatica guerra robotica ambientata in un mondo fantasy alla "Dunbine". E' inutile, le turbe sentimentali di una ragazzetta adolescente in calore - che ragiona più con gli ormoni che col cervello - non può convivere con la guerra che uccide, la guerra nuda e cruda che si porta via tutto. I protagonisti di "Dunbine", Show Zama e Marve Frozen , nonostante fossero infatuati uno dell'altra, non avevano tempo da sprecare in capricci sentimentali, a causa della durezza del conflitto. Non c'era tempo di gridare "signorino Van!" allo stesso modo dell'irritante, inutile, insulsa loli-gatto di kawamoriana memoria; né tantomeno di sognare la notte le belle chiome fluenti dei vari "signor Allen" di turno.
Paternità celate ed improbabili, causate da relazioni ed intrecci amorosi scialbi; - io l'ho amata, volevo una famiglia... Pinco Pallino, sei tu il mio vero padre? - roba che, a confronto, il gossip di "Novella 2000", unito alle vicende sentimentali degne di una telenovela in onda presso le televisioni regionali (quelle con il doppiaggio non sincronizzato al labiale che vede vostra nonna, tanto per intenderci) ci farebbero bella figura - Io ti amo, ma non ti merito, perché sono un mercante, allora me ne vado - e io ti aspetterò, aspetterò il momento in cui tu sarai meritevole di me! -. Grasse risate, da rotolarsi sul pavimento. Il bello è che gli (artificiosi) intermezzi soap opera, per quanto potrebbero piacere ad un ipotetico pubblico femminile, vengono spesso lasciati irrisolti e dimenticati per strada, senza essere funzionali alla trama. Esattamente come la vicenda della presunta paternità di cui sopra.
Lo script di "Escaflowne" è abbastanza patologico; utilizza l'artificio della civiltà divina/atlantide come deus ex machina in modo approssimativo, inconsistente: c'è l'antica forza/potere infinita/o che i "cattivi" vogliono riesumare in modo da poterla/o utilizzare per i loro loschi fini; c'è il ciondolo magico - altro cliché vecchio di mille anni - posseduto dalla protagonista, la solita ragazzetta adolescente con poteri divinatori da shojo standard; insomma, il tutto è stereotipato al massimo, con una sceneggiatura scritta male e piena di lacune, una storia raccontata male, scritta male, ancora più penalizzata dalle suddette irritanti incursioni nella soap opera (che senso può avere mandare la protagonista sulla terra per poi farla tornare indietro dopo due puntate, senza che ella abbia risolto nulla di essenziale ai fini della trama, solamente per farla sbavare davanti alla chioma fluente del sempai Amano, di cui ovviamente anche la sua migliore amica è "innamorata"?).
Volendo per un attimo riflettere, prendendo momentaneamente una pausa dalla feroce invettiva in corso, devo ammettere che "Escaflowne" è la prova empirica che spesso la grafica vince su tutto. Non importano i contenuti, non importano i personaggi, non importa che i dialoghi siano eccessivamente pomposi, vani, saccenti, vuoti di sostanza; la cosa che conta è che ci sia un bell'apparato grafico. E il pubblico ringrazia. Anche la scelta dei nasi a punta, delle facce da pinocchio e dei lineamenti tutti uguali aiuta: forse "Escaflowne", con il suo sgradevole character design, graficamente in quache modo è innovativo, devo riconoscerlo. Il mecha invece è ottimo, riconosco a Kawamori un'innato talento nel disegnare robottoni fighi e sboroni. In fondo "Dangaioh" l'ha disegnato lui!
Una cosa, forse l'unica, che ho aprezzato molto in "Escaflowne" sono i suoi omaggi al capolavoro di Nagahama Tadao, "General Daimos": i cittadini alati di Atlantide sono un rimando ai Baamesi; la madre di Van è praticamente la sorella gemella di Erika; la connessione fisica del protagonista con il suo robot dal mantello nero ricorda molto quella di Kazuya Ryuzaki con il Daimos. Anche in questo must del passato c'era una componente amorosa, tuttavia era più virile, molto idealizzata; l'amore vince su tutto era la sua morale - la stessa di Escaflowne, per intenderci - ma non l'amore adolescenziale, incerto, regolato dagli istinti più che dalla verità: l'amore idealistico, Platonico; l'idea che vince sulla materia, avrebbe detto il filosofo. L'amore di Erika e Kazuya era intangibile, tragico, simbolico, in quanto i due appartenevano a razze in conflitto tra loro. Un'amore di ben altro livello estetico.
"Escaflowne" si pone l'ambizioso scopo di trattare la natura del destino, della fortuna; il desiderio cosciente (forse il termine "volontà" sarebbe stato più appropriato) è la forza che permette all'uomo di sfuggire al crudele destino prestabilito dalle leggi imposte della natura, che la scienza tuttavia può alterare (la "macchina del destino"). Concetti molto orientaleggianti e new age, molto probabilmente ispirati a Kawamori dal suo viaggio in Nepal, avvenuto prima della creazione dell'anime. Penso che questo discorso venga inizialmente sviluppato benino, ma che poi si perda per strada, senza essere trattato a dovere: il solito apparato soap opera/shojo omologato pure in questo caso interferisce, rendendo il tutto a tratti risibile, senza un approfondimento soddisfacente (quelle orientali sono tematiche molto complesse, che andrebbero affrontate in modo meno artificioso e più consistente). Non basta un confusionario amore adolescenziale a liberare l'uomo dal meccanismo dalla ruota del Samsara.
In conclusione, ritengo "Escaflowne" un anime di basso livello per la sua epoca. Gli anni '90 sono stati quelli del post modernismo, del cyberpunk, della perdita delle certezze. Che senso ha in questo contesto un anime che da mancato remake di "Dunbine" diventa uno shojo/new age scontatissimo, che (forse) sarebbe andato bene a fine anni '80? Tuttavia le sue belle musiche e la sua bella grafica potrebbero attirare lo stesso molti appassionati, che potrebbero rimanere comunque appagati dalla visione. A mio avviso "Dunbine" è nettamente superiore, un grande classico dal finale inimitabile che andrebbe visto a priori. A voi la scelta.
I debiti nei confronti dell'opera di Tomino, al pari di "Evangelion", li ha pure questo "Escaflowne", di fatto concepito inizialmente come remake di "Dunbine": le analogie con il suo antesignano sono palesi: l'incipit in cui una ragazza normale dei giorni nostri viene trasportata in un mondo fantasy, con draghi, streghe, cavalieri e robottoni (in "Dunbine" era un ragazzo, ma non importa); il fatto che questo mondo sia in crisi, in quanto un altro essere della terra ordinaria - "the upper world", direbbe Tomino - ha portato la scienza e la tecnica in esso, facendolo diventare, da landa pacifica e desolata, un mondo inquinato, corrotto e in guerra. Fosse rimasto un remake di "Dunbine" tout court, molto probabilmente "Escaflowne" sarebbe stato migliore: infatti l'incoerenza logica di fondo nell'opera di Shoji Kawamori e Kazuki Akane è proprio la forzata, inopportuna commistione tra shojo alla "Beautiful" (se non peggio) con la seriosità di una drammatica guerra robotica ambientata in un mondo fantasy alla "Dunbine". E' inutile, le turbe sentimentali di una ragazzetta adolescente in calore - che ragiona più con gli ormoni che col cervello - non può convivere con la guerra che uccide, la guerra nuda e cruda che si porta via tutto. I protagonisti di "Dunbine", Show Zama e Marve Frozen , nonostante fossero infatuati uno dell'altra, non avevano tempo da sprecare in capricci sentimentali, a causa della durezza del conflitto. Non c'era tempo di gridare "signorino Van!" allo stesso modo dell'irritante, inutile, insulsa loli-gatto di kawamoriana memoria; né tantomeno di sognare la notte le belle chiome fluenti dei vari "signor Allen" di turno.
Paternità celate ed improbabili, causate da relazioni ed intrecci amorosi scialbi; - io l'ho amata, volevo una famiglia... Pinco Pallino, sei tu il mio vero padre? - roba che, a confronto, il gossip di "Novella 2000", unito alle vicende sentimentali degne di una telenovela in onda presso le televisioni regionali (quelle con il doppiaggio non sincronizzato al labiale che vede vostra nonna, tanto per intenderci) ci farebbero bella figura - Io ti amo, ma non ti merito, perché sono un mercante, allora me ne vado - e io ti aspetterò, aspetterò il momento in cui tu sarai meritevole di me! -. Grasse risate, da rotolarsi sul pavimento. Il bello è che gli (artificiosi) intermezzi soap opera, per quanto potrebbero piacere ad un ipotetico pubblico femminile, vengono spesso lasciati irrisolti e dimenticati per strada, senza essere funzionali alla trama. Esattamente come la vicenda della presunta paternità di cui sopra.
Lo script di "Escaflowne" è abbastanza patologico; utilizza l'artificio della civiltà divina/atlantide come deus ex machina in modo approssimativo, inconsistente: c'è l'antica forza/potere infinita/o che i "cattivi" vogliono riesumare in modo da poterla/o utilizzare per i loro loschi fini; c'è il ciondolo magico - altro cliché vecchio di mille anni - posseduto dalla protagonista, la solita ragazzetta adolescente con poteri divinatori da shojo standard; insomma, il tutto è stereotipato al massimo, con una sceneggiatura scritta male e piena di lacune, una storia raccontata male, scritta male, ancora più penalizzata dalle suddette irritanti incursioni nella soap opera (che senso può avere mandare la protagonista sulla terra per poi farla tornare indietro dopo due puntate, senza che ella abbia risolto nulla di essenziale ai fini della trama, solamente per farla sbavare davanti alla chioma fluente del sempai Amano, di cui ovviamente anche la sua migliore amica è "innamorata"?).
Volendo per un attimo riflettere, prendendo momentaneamente una pausa dalla feroce invettiva in corso, devo ammettere che "Escaflowne" è la prova empirica che spesso la grafica vince su tutto. Non importano i contenuti, non importano i personaggi, non importa che i dialoghi siano eccessivamente pomposi, vani, saccenti, vuoti di sostanza; la cosa che conta è che ci sia un bell'apparato grafico. E il pubblico ringrazia. Anche la scelta dei nasi a punta, delle facce da pinocchio e dei lineamenti tutti uguali aiuta: forse "Escaflowne", con il suo sgradevole character design, graficamente in quache modo è innovativo, devo riconoscerlo. Il mecha invece è ottimo, riconosco a Kawamori un'innato talento nel disegnare robottoni fighi e sboroni. In fondo "Dangaioh" l'ha disegnato lui!
Una cosa, forse l'unica, che ho aprezzato molto in "Escaflowne" sono i suoi omaggi al capolavoro di Nagahama Tadao, "General Daimos": i cittadini alati di Atlantide sono un rimando ai Baamesi; la madre di Van è praticamente la sorella gemella di Erika; la connessione fisica del protagonista con il suo robot dal mantello nero ricorda molto quella di Kazuya Ryuzaki con il Daimos. Anche in questo must del passato c'era una componente amorosa, tuttavia era più virile, molto idealizzata; l'amore vince su tutto era la sua morale - la stessa di Escaflowne, per intenderci - ma non l'amore adolescenziale, incerto, regolato dagli istinti più che dalla verità: l'amore idealistico, Platonico; l'idea che vince sulla materia, avrebbe detto il filosofo. L'amore di Erika e Kazuya era intangibile, tragico, simbolico, in quanto i due appartenevano a razze in conflitto tra loro. Un'amore di ben altro livello estetico.
"Escaflowne" si pone l'ambizioso scopo di trattare la natura del destino, della fortuna; il desiderio cosciente (forse il termine "volontà" sarebbe stato più appropriato) è la forza che permette all'uomo di sfuggire al crudele destino prestabilito dalle leggi imposte della natura, che la scienza tuttavia può alterare (la "macchina del destino"). Concetti molto orientaleggianti e new age, molto probabilmente ispirati a Kawamori dal suo viaggio in Nepal, avvenuto prima della creazione dell'anime. Penso che questo discorso venga inizialmente sviluppato benino, ma che poi si perda per strada, senza essere trattato a dovere: il solito apparato soap opera/shojo omologato pure in questo caso interferisce, rendendo il tutto a tratti risibile, senza un approfondimento soddisfacente (quelle orientali sono tematiche molto complesse, che andrebbero affrontate in modo meno artificioso e più consistente). Non basta un confusionario amore adolescenziale a liberare l'uomo dal meccanismo dalla ruota del Samsara.
In conclusione, ritengo "Escaflowne" un anime di basso livello per la sua epoca. Gli anni '90 sono stati quelli del post modernismo, del cyberpunk, della perdita delle certezze. Che senso ha in questo contesto un anime che da mancato remake di "Dunbine" diventa uno shojo/new age scontatissimo, che (forse) sarebbe andato bene a fine anni '80? Tuttavia le sue belle musiche e la sua bella grafica potrebbero attirare lo stesso molti appassionati, che potrebbero rimanere comunque appagati dalla visione. A mio avviso "Dunbine" è nettamente superiore, un grande classico dal finale inimitabile che andrebbe visto a priori. A voi la scelta.
"I celi di Escaflowne" è un grandissimo anime che riesce a mescolare in maniera perfetta generi come il fantasy ed il mecha, restituendo uno scenario estremamente fantasioso ed immersivo. Davvero difficile da accettare come questo capolavoro del 1996 sia così poco conosciuto, poco giudicato ed apprezzato. Si perché certi capolavori possono non piacere, non convincere o non risultare godibili, ma hanno sempre bisogno di recensioni, che ne descrivano in maniera chiara le indubbie qualità e difetti. Personalmente, ho notato come unico difetto, ma determinante, l'eccessiva lentezza nella parte centrale, infarcita da dialoghi utili, ma dannatamente smielati fino all'estremo, che hanno finito per spezzare il grandioso stile narrativo di Escaflowne.
La trama di quest'anime è straordinaria, ambientata in un mondo fantasy sapientemente mischiato a tecnologia chiaramente Steampunk, che ne accresce a dismisura il fascino.
Hitomi Kanzaki è una ragazza normale adolescente, che si ritrova improvvisamente catapultata nel magico e suggestivo mondo di Gaia, una sorte di dimensione parallela, da cui è possibile vedere il pianeta terra, definito dagli abitanti del luogo col nome di luna dell'illusione. Da quel momento in poi, Hitomi oltre a Van Fanel, (suo coetaneo conosciuto sulla terra, durante uno scontro contro un drago) conoscerà Merl, una graziosissima ragazzina gatto, molto affezionata a Van e sempre piuttosto gelosa, Allen Schezar, per il quale si prenderà una cotta quasi subito e naturalmente Folken Fanel, indubbiamente il personaggio più affascinante e carismatico dell'intera serie.
Folken Fanel è a capo dell'imponente impero di Zaiback, che ha come imperatore il vecchio e misterioso Dornkirk, personaggio fondamentale nella trama.
Trama che vede come tema principale, quello di una dura e sanguinosa guerra tra L'impero di Zaiback, con le sue strane e tecnologiche fortezze volanti e una folta schiera di ribelli tra i quali abbiamo Van, Allen ed Hitomi, che tramite le sue pericolose e decisive previsioni, riesce a vedere il futuro e le manovre avversarie.
Al centro di tutte le battaglie, troviamo il grandioso e maestoso Escaflowne, un mech leggendario capace di volare trasformandosi in drago e numerosissimi altri mech dal mecha design superbo.
La caratterizzazione dei personaggi è sempre molto approfondita anche per quanto riguarda i personaggi secondari e su tutti, spicca Dilandau Albatou, che dopo Folken è un altro personaggio dal sesso subito enigmatico e dal carattere feroce e combattivo, sempre pronto con il suo mech splendido a dare battaglia. Ho trovato invece la principessa Millerna Aston, sicuramente ben caratterizzata, ma decisamente smielante nel suo romanticismo medioevale.
Dal punto di vista tecnico, I celi di Escaflowne è stratosferico in tutto, c'è poco da dire e si vede che il Budget produttivo era elevatissimo. Il charcter design, in questo caso, riesce a sfuggire ai soliti difetti riguardanti i capelli degli anime anni '90, risultando incredibilmente ottimo per i visi e realistico per le corporature di ogni personaggio. Il mecha design è eccelso e propone dei modelli di mech davvero fantasiosi, innovativi e dettagliatissimi. Le animazioni sono sempre estremamente fluide, decisamente più avanti rispetto al periodo. Le musiche sono immersive, oniriche, suggestive e spettacolari, mentre il doppiaggio è perfetto.
In definitiva, considero I celi di Escaflowne comunque un capolavoro, nonostante i difetti della parte centrale. Consigliato a chiunque.
La trama di quest'anime è straordinaria, ambientata in un mondo fantasy sapientemente mischiato a tecnologia chiaramente Steampunk, che ne accresce a dismisura il fascino.
Hitomi Kanzaki è una ragazza normale adolescente, che si ritrova improvvisamente catapultata nel magico e suggestivo mondo di Gaia, una sorte di dimensione parallela, da cui è possibile vedere il pianeta terra, definito dagli abitanti del luogo col nome di luna dell'illusione. Da quel momento in poi, Hitomi oltre a Van Fanel, (suo coetaneo conosciuto sulla terra, durante uno scontro contro un drago) conoscerà Merl, una graziosissima ragazzina gatto, molto affezionata a Van e sempre piuttosto gelosa, Allen Schezar, per il quale si prenderà una cotta quasi subito e naturalmente Folken Fanel, indubbiamente il personaggio più affascinante e carismatico dell'intera serie.
Folken Fanel è a capo dell'imponente impero di Zaiback, che ha come imperatore il vecchio e misterioso Dornkirk, personaggio fondamentale nella trama.
Trama che vede come tema principale, quello di una dura e sanguinosa guerra tra L'impero di Zaiback, con le sue strane e tecnologiche fortezze volanti e una folta schiera di ribelli tra i quali abbiamo Van, Allen ed Hitomi, che tramite le sue pericolose e decisive previsioni, riesce a vedere il futuro e le manovre avversarie.
Al centro di tutte le battaglie, troviamo il grandioso e maestoso Escaflowne, un mech leggendario capace di volare trasformandosi in drago e numerosissimi altri mech dal mecha design superbo.
La caratterizzazione dei personaggi è sempre molto approfondita anche per quanto riguarda i personaggi secondari e su tutti, spicca Dilandau Albatou, che dopo Folken è un altro personaggio dal sesso subito enigmatico e dal carattere feroce e combattivo, sempre pronto con il suo mech splendido a dare battaglia. Ho trovato invece la principessa Millerna Aston, sicuramente ben caratterizzata, ma decisamente smielante nel suo romanticismo medioevale.
Dal punto di vista tecnico, I celi di Escaflowne è stratosferico in tutto, c'è poco da dire e si vede che il Budget produttivo era elevatissimo. Il charcter design, in questo caso, riesce a sfuggire ai soliti difetti riguardanti i capelli degli anime anni '90, risultando incredibilmente ottimo per i visi e realistico per le corporature di ogni personaggio. Il mecha design è eccelso e propone dei modelli di mech davvero fantasiosi, innovativi e dettagliatissimi. Le animazioni sono sempre estremamente fluide, decisamente più avanti rispetto al periodo. Le musiche sono immersive, oniriche, suggestive e spettacolari, mentre il doppiaggio è perfetto.
In definitiva, considero I celi di Escaflowne comunque un capolavoro, nonostante i difetti della parte centrale. Consigliato a chiunque.
Insieme a Neon Genesis Evangelion e Cowboy Bebop, l'opera in ventisei episodi trattata nella presente recensione rappresenta per me uno degli anime al centro della mia adolescenza, tra quelli che hanno contribuito a cambiare la mia prospettiva sul mondo dell'animazione in generale. The Vision of Escaflowne (tradotto in italiano come "I cieli di Escaflowne") per anni è stato uno dei miei anime preferiti, ma, nonostante lo reputi comunque un ottimo prodotto, una recente revisione mi ha fatto cambiare idea in maniera drastica.
Hitomi Kanzaki è una giovane atleta appassionata di tarocchi, grazie ai quali riesce nella straordinaria impresa di predire il futuro, con le tipiche turbe adolescenziali, amori "impossibili" e amiche del cuore. Un giorno la sua normale esistenza è cambiata per sempre dall'improvvisa comparsa di Van, un ragazzo armato di spada, e un drago a due zampe. Sconfitto il mostro dopo una battaglia e una fuga rocambolesche, Hitomi sarà teletrasportata insieme allo sconosciuto su Gaea, un pianeta la cui luna è in pratica la nostra Terra. È un mondo popolato da draghi e cavalieri, in cui le persone convivono tranquillamente con umani dalle sembianze di animali e dove le battaglie si combattono a bordo dei Guymelef, poderosi esoscheletri meccanici. A contrastare lo splendido e pacifico regno di Fanelia e i territori limitrofi è il malvagio Impero di Zaibach, capeggiato dal misterioso Imperatore Dornkirk, il carismatico Folken e il folle omicida Dilandau. La distruzione di Fanelia sarà l'inizio per Hitomi e Van di una serie di avventure, incontri con nobili gentiluomini (Allen Schezar), ricchi magnati (Dryden Fassa), fulgide principesse (Millerna e Marlene) e città-stato in guerra (Freid), all'insegna delle relazioni sentimentali, di violente battaglie e di misteri che collegano Hitomi al mondo di Gaea in modi del tutto inattesi...
Da un punto di vista tecnico c'è davvero poco di cui lamentarsi: animazioni fluide, colori sfavillanti e un character design gradevole, il cui "difetto" più evidente potrebbe stare nei nasi particolarmente pronunciati dei personaggi (all'inizio è una botta, ma dopo un po' non ci si fa più caso). Il mecha design, dal canto suo, si ispira ai mecha "cavalieri" del famoso The Five Star Stories di Mamoru Nagano ed è davvero peculiare e gradevole: a differenza però degli esoscheletri da battaglia di Nagano, i Guymelef di Escaflowne sono di gran lunga più massicci. Per quanto riguarda le musiche, a parte le sigle che non mi hanno mai detto granché, ci troviamo di fronte ad una delle più belle colonne sonore mai scritte per un anime: tendenzialmente di genere sinfonico e corale, le musiche scritte dalla poliedrica e capace Yoko Kanno sono sempre azzeccate e mettono in risalto in modo impeccabile sia i momenti di tranquillità che quelli più drammatici, nonché le concitate scene di battaglia. E allora perché soltanto un "discreto" come voto? È presto spiegato: la trama è incredibilmente lacunosa. Superate le prime quindici puntate vengono fuori una serie di rivelazioni che spiegano quasi tutto, dando però l'impressione palese che venga tralasciato parecchio, come se a un certo punto lo sceneggiatore Shōji Kawamori (tra l'altro famoso mecha designer, ideatore di Macross e autore della sceneggiatura proprio di Cowboy Bebop) abbia dovuto decurtare molte delle puntate originariamente progettate. Inoltre, sebbene nella trama non siano assenti interessanti sviluppi, come ad esempio la guerra che coinvolge il regno di Freid e l'enigma dietro al misterioso Folken, in realtà alcune trovate non sono sviluppate a dovere: mi viene in mente la tanto decantata importanza dell'Escaflowne nel corso del Destino: per puntate intere Dornkirk e Folken non fanno che parlarne e poi la questione viene lasciata irrisolta, il che è inaccettabile secondo me. A condire le suddette lacune, un'eccessiva dose di sentimentalismo lascia da parte e addirittura soverchia le ottime premesse degli episodi introduttivi: per quanto apprezzabile, alla fine della storia a farla da padrone è l'amore che vince su tutto, insomma nulla di nuovo. Tuttavia, Tenkū no Escaflowne non è per niente da cestinare e anzi mi sento di consigliarlo già solo per le animazioni e le ottime musiche (facendo in particolare riferimento all'edizione rimasterizzata dalla Dynit nel 2010), ma sicuramente non in qualità di punta di diamante dell'animazione giapponese degli anni Novanta.
Hitomi Kanzaki è una giovane atleta appassionata di tarocchi, grazie ai quali riesce nella straordinaria impresa di predire il futuro, con le tipiche turbe adolescenziali, amori "impossibili" e amiche del cuore. Un giorno la sua normale esistenza è cambiata per sempre dall'improvvisa comparsa di Van, un ragazzo armato di spada, e un drago a due zampe. Sconfitto il mostro dopo una battaglia e una fuga rocambolesche, Hitomi sarà teletrasportata insieme allo sconosciuto su Gaea, un pianeta la cui luna è in pratica la nostra Terra. È un mondo popolato da draghi e cavalieri, in cui le persone convivono tranquillamente con umani dalle sembianze di animali e dove le battaglie si combattono a bordo dei Guymelef, poderosi esoscheletri meccanici. A contrastare lo splendido e pacifico regno di Fanelia e i territori limitrofi è il malvagio Impero di Zaibach, capeggiato dal misterioso Imperatore Dornkirk, il carismatico Folken e il folle omicida Dilandau. La distruzione di Fanelia sarà l'inizio per Hitomi e Van di una serie di avventure, incontri con nobili gentiluomini (Allen Schezar), ricchi magnati (Dryden Fassa), fulgide principesse (Millerna e Marlene) e città-stato in guerra (Freid), all'insegna delle relazioni sentimentali, di violente battaglie e di misteri che collegano Hitomi al mondo di Gaea in modi del tutto inattesi...
Da un punto di vista tecnico c'è davvero poco di cui lamentarsi: animazioni fluide, colori sfavillanti e un character design gradevole, il cui "difetto" più evidente potrebbe stare nei nasi particolarmente pronunciati dei personaggi (all'inizio è una botta, ma dopo un po' non ci si fa più caso). Il mecha design, dal canto suo, si ispira ai mecha "cavalieri" del famoso The Five Star Stories di Mamoru Nagano ed è davvero peculiare e gradevole: a differenza però degli esoscheletri da battaglia di Nagano, i Guymelef di Escaflowne sono di gran lunga più massicci. Per quanto riguarda le musiche, a parte le sigle che non mi hanno mai detto granché, ci troviamo di fronte ad una delle più belle colonne sonore mai scritte per un anime: tendenzialmente di genere sinfonico e corale, le musiche scritte dalla poliedrica e capace Yoko Kanno sono sempre azzeccate e mettono in risalto in modo impeccabile sia i momenti di tranquillità che quelli più drammatici, nonché le concitate scene di battaglia. E allora perché soltanto un "discreto" come voto? È presto spiegato: la trama è incredibilmente lacunosa. Superate le prime quindici puntate vengono fuori una serie di rivelazioni che spiegano quasi tutto, dando però l'impressione palese che venga tralasciato parecchio, come se a un certo punto lo sceneggiatore Shōji Kawamori (tra l'altro famoso mecha designer, ideatore di Macross e autore della sceneggiatura proprio di Cowboy Bebop) abbia dovuto decurtare molte delle puntate originariamente progettate. Inoltre, sebbene nella trama non siano assenti interessanti sviluppi, come ad esempio la guerra che coinvolge il regno di Freid e l'enigma dietro al misterioso Folken, in realtà alcune trovate non sono sviluppate a dovere: mi viene in mente la tanto decantata importanza dell'Escaflowne nel corso del Destino: per puntate intere Dornkirk e Folken non fanno che parlarne e poi la questione viene lasciata irrisolta, il che è inaccettabile secondo me. A condire le suddette lacune, un'eccessiva dose di sentimentalismo lascia da parte e addirittura soverchia le ottime premesse degli episodi introduttivi: per quanto apprezzabile, alla fine della storia a farla da padrone è l'amore che vince su tutto, insomma nulla di nuovo. Tuttavia, Tenkū no Escaflowne non è per niente da cestinare e anzi mi sento di consigliarlo già solo per le animazioni e le ottime musiche (facendo in particolare riferimento all'edizione rimasterizzata dalla Dynit nel 2010), ma sicuramente non in qualità di punta di diamante dell'animazione giapponese degli anni Novanta.
Solo nel 2013 ho recuperato quello che è da molti considerato come uno dei migliori anime degli anni Novanta. Se prima reputavo grave il fatto di non averne ancora intrapreso la visione, adesso che l'ho fatto, sentire che Escaflowne venga affiancato per importanza a opere come Bebop o Evangelion, mi suona come una grandissima bestemmia.
La serie in questione può vedersi come un insieme di storie sentimentali incluse in un impianto fantasy da cappa e spada, a sua volta munito di elementi sci-fi: certo, vedere dei mecha spadaccini all'azione può risultare pittoresco da un lato, ma incomprensibile da un altro (civiltà che costruiscono robottoni, enormi velivoli e macchinari per controllare il destino, ma non conoscono la polvere da sparo?), ma gli aspetti più risibili dell'opera coincidono sfortunatamente proprio con i più importanti. Partendo dai personaggi, dunque dalla protagonista della nostra storia, Hitomi, si può notare, oltre a una caratterizzazione superficiale ed estremamente volubile dal punto di vista sentimentale, una forte tendenza all'ingenuità e all'incoerenza che quasi ha dell'incredibile.
Sebbene sia stata magicamente catapultata in un pianeta sconosciuto, la sua immediata reazione lascerà trapelare uno stupore più vicino all'auto-coinvolgimento che al turbamento. Adattarsi a un ambiente nuovo e distante (dove si parla il giapponese), costernato da guerre, morti a palate, eventi ed entità soprannaturali, sarà per lei una cosa normalissima (ah già, d'altronde anche leggere il futuro per lei, i suoi amici e la sua famiglia, è tutto fuorché anormale). E nonostante venga 'usata' da tutti grazie al suo potere da veggente, raramente accennerà a opporsi, e quando ci proverà, si smentirà in modo fulmineo - SPOILER: sì arriverà al colmo a tre episodi dalla fine, quando la ragazza, dichiaratasi stanca della situazione, riuscirà a ritornare a casa, ma a distanza di nemmeno un giorno, la rivedremo mettere piede su Gaia!
I restanti personaggi sono scialbi e stereotipati, come i rapporti che li legano, le esperienze che intraprendono e quello che dicono. In quest'ultimo caso, non so se è dovuto in parte all'adattamento italiano, ma mi è parso di sentire una banalità dietro l'altra - il fastidio che mi ha recato Merle con i suoi "Signorino Van!" è incommensurabile.
La trama, piuttosto monotona e priva di veri e propri sussulti, si fonda tutta sulle predizioni della "eroina" e sulle loro conseguenze, sfocianti quasi sempre in guerre. Ma la sceneggiatura si correda anche di triangoli/quadrangoli amorosi ridicoli e inseriti a forza (il finale alla "fate l'amore, non fate la guerra" ne è l'apoteosi), proprio come il mito di Atlantide e della sua scomparsa, o ancora un insignificante tentativo di stemperare i toni con le scaramucce tra Hitomi e Merle. Dunque non c'è possibilità di sottrarsi alla drammaticità - ma soprattutto noiosità - delle cospirazioni, delle storie di vita e delle battaglie (che hanno almeno il pro di essere ben animate) nemmeno con qualche risata nei momenti di minor tensione, quando piuttosto dovremo sorbirci conversazioni smielate degne degli shoujo più scontati.
Unanimemente, insieme al comparto grafico, anche il sonoro è stato molto apprezzato, ma io ritengo che la Kanno abbia fatto molto di meglio in altre circostanze.
Per la prima volta resto pienamente deluso da una serie degli anni '90.
La serie in questione può vedersi come un insieme di storie sentimentali incluse in un impianto fantasy da cappa e spada, a sua volta munito di elementi sci-fi: certo, vedere dei mecha spadaccini all'azione può risultare pittoresco da un lato, ma incomprensibile da un altro (civiltà che costruiscono robottoni, enormi velivoli e macchinari per controllare il destino, ma non conoscono la polvere da sparo?), ma gli aspetti più risibili dell'opera coincidono sfortunatamente proprio con i più importanti. Partendo dai personaggi, dunque dalla protagonista della nostra storia, Hitomi, si può notare, oltre a una caratterizzazione superficiale ed estremamente volubile dal punto di vista sentimentale, una forte tendenza all'ingenuità e all'incoerenza che quasi ha dell'incredibile.
Sebbene sia stata magicamente catapultata in un pianeta sconosciuto, la sua immediata reazione lascerà trapelare uno stupore più vicino all'auto-coinvolgimento che al turbamento. Adattarsi a un ambiente nuovo e distante (dove si parla il giapponese), costernato da guerre, morti a palate, eventi ed entità soprannaturali, sarà per lei una cosa normalissima (ah già, d'altronde anche leggere il futuro per lei, i suoi amici e la sua famiglia, è tutto fuorché anormale). E nonostante venga 'usata' da tutti grazie al suo potere da veggente, raramente accennerà a opporsi, e quando ci proverà, si smentirà in modo fulmineo - SPOILER: sì arriverà al colmo a tre episodi dalla fine, quando la ragazza, dichiaratasi stanca della situazione, riuscirà a ritornare a casa, ma a distanza di nemmeno un giorno, la rivedremo mettere piede su Gaia!
I restanti personaggi sono scialbi e stereotipati, come i rapporti che li legano, le esperienze che intraprendono e quello che dicono. In quest'ultimo caso, non so se è dovuto in parte all'adattamento italiano, ma mi è parso di sentire una banalità dietro l'altra - il fastidio che mi ha recato Merle con i suoi "Signorino Van!" è incommensurabile.
La trama, piuttosto monotona e priva di veri e propri sussulti, si fonda tutta sulle predizioni della "eroina" e sulle loro conseguenze, sfocianti quasi sempre in guerre. Ma la sceneggiatura si correda anche di triangoli/quadrangoli amorosi ridicoli e inseriti a forza (il finale alla "fate l'amore, non fate la guerra" ne è l'apoteosi), proprio come il mito di Atlantide e della sua scomparsa, o ancora un insignificante tentativo di stemperare i toni con le scaramucce tra Hitomi e Merle. Dunque non c'è possibilità di sottrarsi alla drammaticità - ma soprattutto noiosità - delle cospirazioni, delle storie di vita e delle battaglie (che hanno almeno il pro di essere ben animate) nemmeno con qualche risata nei momenti di minor tensione, quando piuttosto dovremo sorbirci conversazioni smielate degne degli shoujo più scontati.
Unanimemente, insieme al comparto grafico, anche il sonoro è stato molto apprezzato, ma io ritengo che la Kanno abbia fatto molto di meglio in altre circostanze.
Per la prima volta resto pienamente deluso da una serie degli anni '90.
Un'incantevole giornata ha inizio, e a occupare lo schermo è una ragazza che corre. La sua immagine sfreccia spedita e splendente. Sembrerebbe una ragazza qualunque, se non fosse che tra le sue caratteristiche - a parte i capelli corti e una certa passione per l'atletica - c'è il fatto che Hitomi Kanzaki legge i tarocchi. Ah! Dimenticavo. Altra peculiarità di questa ragazza è una forte infatuazione verso il suo senpai Amano. Per quanto la visibilità di quest'ultimo duri nemmeno una puntata, comparirà spesso durante i restati 25 episodi. La sua immagine ci verrà proposta e riproposta tra i sospiri della giovane fanciulla dai misteriosi poteri da chiaroveggente. Il suo sentimento sembra così imperituro che, non contenta, l'insipida ragazzina dal ciondolo enigmatico e dal cuore gentile, durante tutta la serie sposterà le sue attenzione verso più elementi maschili, ogni volta con una certa ossessione per il melodrammatico sentimento inespresso e, ogni volta, sarà sempre sul punto di fare sembrare la cotta di turno il suo vero eterno amore.
Ma proseguendo con la storia - il cui imperdonabile errore è aver messo una ragazzina tanto inconsistente e frivola a capo della trama -, I cieli di Escaflowne, anno 1996, si presenta come un titolo di spessore per il decennio in cui ha avuto luce. Attratta da tutto questo vociferare, mi sono apprestata a visionarlo con molta curiosità. Scopro sin da subito che gli episodi si lasciano seguire l'uno dopo l'altro con costante fluidità, ma è innegabile un mio certo fastidio verso i personaggi, accompagnati, poi, da un'apatia verso una trama tanto ricca, ma che fa presto a dissolvere in nulla i propri spunti narrativi. Numerosi sono stati gli espedienti architettati, davvero interessanti nel loro nascere, che rendono perplessi per come vengono sviluppati e, infine, sbigottiscono nel morire in un nulla di fatto. Citazioni, flashback, racconti storici e mitologici che lasciano il tempo che trovano. Rivelazioni di paternità sospette di cui non si fa nulla. Apparizioni di personaggi creduti dispersi, che passano dall'essere nemici a familiari affettuosi. Scoprire come il ciondolo magico di Hitomi sia giunto a lei da un altro mondo, in maniera stramba, solo affinché un pendaglio luminoso giungesse nelle mani di una teenager impersonale catapultata in un altro mondo e (incredibilmente) indispensabile ai fini della storia.
Tutto ciò - e molto altro, a dire il vero - ha portato al concretarsi di un simile destino per cui i personaggi non sono mai lasciati al caso. Ci viene sempre spesa una spiegazione su ognuno di loro. Peccato che questa spiegazione non fa abbastanza luce sui fatti, o almeno, la luce di cui vengono illuminati ha delle ombre d'improbabilità, nonché un effetto vacuo sulle situazioni future. Insomma, la serie avrà certo avuto un impatto ai suoi tempi, e forse se l'avessi visionata in un'età in cui mi sarei posta meno domande e avrei creduto senza remore a tutto ciò che avessi visto (con la fiducia tipica dei primi anni di vita), l'avrei apprezzata abbastanza. Ma la serie ha fatto il suo tempo, e determinati spettatori attendono una trama con una cognizione di causa più solida, e con degli effetti decisivi. Mentre "Escaflowne" sembra donare al pubblico un concentrato di idee affascinanti, di spessore, per poi farle perire in un niente di fatto ben poco convincente.
I personaggi, l'uno dopo l'altro, mostrano la propria immagine stereotipata, e sono proprio loro la componente negativa della sceneggiatura. Se la storia avesse tralasciato le continue inversioni di rotta sentimentali, e si fossa data la pena di sviluppare coerentemente le tematiche seminate qui e là, con qualcosa di meno improbabile, ne sarebbe uscita migliore. Di certo, l'unico elemento armonioso con le capacità della suddetta storia che spicca traballante il volo, è Van. Il principe Van coraggioso e tenace, pronto a difendere il suo regno con la foga della gioventù e della testa calda e il cuore pieno di ferite e rancori. Van, intrepido e gentile, la cui caratterizzazione è la più umana possibile. Mostra diversi lati del carattere, e una crescita interiore visibile. Sembra l'unico attore congegnato perfettamente per il teatrino maestoso e imponente che si svolge sul pianeta Gaia.
Certamente, per quanto ci si possa lavorare sopra, il contenuto narrativo carente rimarrà sempre anni luce distante dal comparto tecnico. Per gli anni che ha, merita il confronto con altri suoi coetanei. Le immagini di susseguono ottimamente in tutti le visioni evanescenti di Hitomi, o i ricordi del passato dei protagonisti. Ma, più rilevante fra tutti, è il sonoro che si avvale di artisti talentuosi come Yoko Kanno. Le musiche presentano a dovere le molteplici sfaccettature di cui si tinge la trama. C'è una variante per ogni scena e azione, che riesce a caricare di dinamicità il momento propizio aiutando a percepire l'atmosfera della vicenda (più di quanto la sceneggiatura sia riuscita a realizzare).
Concludo asserendo che la realizzazione tecnica di "Escaflowne" è senz'altro impeccabile, e lo può notare anche un occhio non propriamente esperto. Tutta la sua disgrazia sta nella storia che si presta a tante belle idee, ma che porta avanti in maniera dubbia. Ancora più dubbi sono i personaggi che muovono i fili della trama. Tutta la combriccola, chi più chi meno, sembra volere concentrare l'attenzione sulle loro piccole scaramucce di vita quotidiana, o ancor peggio sui loro facili sbalzi emotivi portati avanti da personalità prevedibili e scoccianti. A parer mio, le basi c'erano anche per quanto riguarda il contenuto, ma andavano riscritte di sana pianta.
Ma proseguendo con la storia - il cui imperdonabile errore è aver messo una ragazzina tanto inconsistente e frivola a capo della trama -, I cieli di Escaflowne, anno 1996, si presenta come un titolo di spessore per il decennio in cui ha avuto luce. Attratta da tutto questo vociferare, mi sono apprestata a visionarlo con molta curiosità. Scopro sin da subito che gli episodi si lasciano seguire l'uno dopo l'altro con costante fluidità, ma è innegabile un mio certo fastidio verso i personaggi, accompagnati, poi, da un'apatia verso una trama tanto ricca, ma che fa presto a dissolvere in nulla i propri spunti narrativi. Numerosi sono stati gli espedienti architettati, davvero interessanti nel loro nascere, che rendono perplessi per come vengono sviluppati e, infine, sbigottiscono nel morire in un nulla di fatto. Citazioni, flashback, racconti storici e mitologici che lasciano il tempo che trovano. Rivelazioni di paternità sospette di cui non si fa nulla. Apparizioni di personaggi creduti dispersi, che passano dall'essere nemici a familiari affettuosi. Scoprire come il ciondolo magico di Hitomi sia giunto a lei da un altro mondo, in maniera stramba, solo affinché un pendaglio luminoso giungesse nelle mani di una teenager impersonale catapultata in un altro mondo e (incredibilmente) indispensabile ai fini della storia.
Tutto ciò - e molto altro, a dire il vero - ha portato al concretarsi di un simile destino per cui i personaggi non sono mai lasciati al caso. Ci viene sempre spesa una spiegazione su ognuno di loro. Peccato che questa spiegazione non fa abbastanza luce sui fatti, o almeno, la luce di cui vengono illuminati ha delle ombre d'improbabilità, nonché un effetto vacuo sulle situazioni future. Insomma, la serie avrà certo avuto un impatto ai suoi tempi, e forse se l'avessi visionata in un'età in cui mi sarei posta meno domande e avrei creduto senza remore a tutto ciò che avessi visto (con la fiducia tipica dei primi anni di vita), l'avrei apprezzata abbastanza. Ma la serie ha fatto il suo tempo, e determinati spettatori attendono una trama con una cognizione di causa più solida, e con degli effetti decisivi. Mentre "Escaflowne" sembra donare al pubblico un concentrato di idee affascinanti, di spessore, per poi farle perire in un niente di fatto ben poco convincente.
I personaggi, l'uno dopo l'altro, mostrano la propria immagine stereotipata, e sono proprio loro la componente negativa della sceneggiatura. Se la storia avesse tralasciato le continue inversioni di rotta sentimentali, e si fossa data la pena di sviluppare coerentemente le tematiche seminate qui e là, con qualcosa di meno improbabile, ne sarebbe uscita migliore. Di certo, l'unico elemento armonioso con le capacità della suddetta storia che spicca traballante il volo, è Van. Il principe Van coraggioso e tenace, pronto a difendere il suo regno con la foga della gioventù e della testa calda e il cuore pieno di ferite e rancori. Van, intrepido e gentile, la cui caratterizzazione è la più umana possibile. Mostra diversi lati del carattere, e una crescita interiore visibile. Sembra l'unico attore congegnato perfettamente per il teatrino maestoso e imponente che si svolge sul pianeta Gaia.
Certamente, per quanto ci si possa lavorare sopra, il contenuto narrativo carente rimarrà sempre anni luce distante dal comparto tecnico. Per gli anni che ha, merita il confronto con altri suoi coetanei. Le immagini di susseguono ottimamente in tutti le visioni evanescenti di Hitomi, o i ricordi del passato dei protagonisti. Ma, più rilevante fra tutti, è il sonoro che si avvale di artisti talentuosi come Yoko Kanno. Le musiche presentano a dovere le molteplici sfaccettature di cui si tinge la trama. C'è una variante per ogni scena e azione, che riesce a caricare di dinamicità il momento propizio aiutando a percepire l'atmosfera della vicenda (più di quanto la sceneggiatura sia riuscita a realizzare).
Concludo asserendo che la realizzazione tecnica di "Escaflowne" è senz'altro impeccabile, e lo può notare anche un occhio non propriamente esperto. Tutta la sua disgrazia sta nella storia che si presta a tante belle idee, ma che porta avanti in maniera dubbia. Ancora più dubbi sono i personaggi che muovono i fili della trama. Tutta la combriccola, chi più chi meno, sembra volere concentrare l'attenzione sulle loro piccole scaramucce di vita quotidiana, o ancor peggio sui loro facili sbalzi emotivi portati avanti da personalità prevedibili e scoccianti. A parer mio, le basi c'erano anche per quanto riguarda il contenuto, ma andavano riscritte di sana pianta.
Hitomi Kanzaki è una gioviale studentessa delle superiori con l'hobby della lettura dei tarocchi, gioco che fa per scherzo ignorando di avere sopite reali potenzialità sensitive. Nel giorno fissato per dichiararsi al suo adorato Amano, però, finisce rocambolescamente col conoscere Van, ragazzo che sembra provenire da un altro pianeta: il tempo di parlarci ed eccoli catapultati entrambi nella mistica terra di lui, Gaia. Van si rivela essere l'erede al trono del regno di Fanelia, ed è pronto ad accompagnare Hitomi nel suo Paese per trovare un modo di riportarla a casa: peccato che assisteranno invece alla distruzione di Fanelia da parte del potentissimo Impero di Zaibach, interessato a conquistare militarmente l'intero pianeta. I due, insieme al robot da combattimento Escaflowne, potente Guymelef guidato da Van, iniziano quindi una fuga dagli emissari nemici, approfittando delle capacità divinatorie di Hitomi che si sono appena risvegliate.
Non saranno mai troppo grossi i danni culturali recati dalle mancate pubblicazioni in occidente delle serie robotiche di punta Sunrise degli anni '80. È con queste premesse che, nei Novanta, il pubblico mondiale pensa di aver scoperto in Evangelion il primo titolo del genere a presupporre una forte enfasi su trama e personaggi, si appassiona a Gundam con uno dei peggiori titoli della saga (Wing) ed è capace di salutare come un capolavoro memorabile una serie di gran mediocrità come Escaflowne, unicamente perché forte di un comparto tecnico/visivo/musicale di prim'ordine e perché prima serie mecha-fantasy a uscire fuori dal Giappone. Gli sghiribizzi della Storia.
Suddetto "capolavoro" è ideato dalla mente di Macross, Shoji Kawamori, che in un memorabile viaggio spirituale in Nepal si ritrova ispirato nel delinare una serie fantasy-misticheggiante in cui parlare di destino e divinazione, fondendo in essa robottoni e romanticismo. Convince subito studio Sunrise a produrre l'opera, quindi i due impostano a grandi linee la storia: si decide, con una certa originalità, di affidare il ruolo di eroe ad una ragazza, e di sfruttare l'intrigante ambientazione per parlare anche del mito di Atlantide basandosi sugli scritti (ridicoli) dell' "atlantologo" Colin Wilson. Tutte ottime premesse, che sembrano ben concretizzarsi in una bella opera con la regia affidata alla star di Giant Robot, Yasuhiro Imagawa, pronto a dirigere un'altra epica storia. Poi, il disastro: impegnato in quegli anni nel bel G Gundam, il regista cede il posto a Kazuki Akane, che è pronto a stravolgere i suoi piani abbassando i toni drammatici di Escaflowne e decidendo di intendere il romanticismo originale di Kawamori come summa degli stereotipi, delle idealizzazioni e delle inverosimiglianze dei moderni shoujo manga. È la fine.
Conosciuto come una storia fantasy di contesto epico, Escaflowne è in realtà sintetizzabile come il triangolo amoroso, comprensivo di tutti i cliché shoujo umanamente concepibili (segoni mentali, incomprensioni, baci che "non si devono dare in quel momento" etc), tra la timida Hitomi e i due spadaccini che l'accompagnano nella sua avventura, Van e Allen, quest'ultimo un adone dalla fluente chioma bionda che presto di unisce al gruppo. È la classica storia dell'eroina contesa da figaccioni e che passa, equivoco dopo equivoco, da un partner all'altro, pensando solo all'amore invece di temere per la sua la vita e quella dei migliaia di abitanti di Gaia presi in mezzo alla guerra. Contesto drammatico-avventuroso sulla carta ma ignobilmente ridimensionato da mille sottotrame amorose che tengono banco (oltre ai tre protagonisti non bisogna dimenticarsi delle altre personalità che gravitano intorno a loro, i classici "spaccacoppie"), al punto che diventa presto più importante sapere chi bacerà la ragazza rispetto al godersi una bella storia d'avventura. La ciliegina sulla torta è rappresentata da come è trattato il mito di Atlantide, inquadrato per l'ennesima volta nelle vesti delle solite attrezzature super-tecnologiche, sopravvissute alla distruzione della civiltà, che rischiano di condizionare il futuro del pianeta.
È una barzelletta, Escaflowne, tenta disperatamente si prendersi sul serio con scene di morte e distruzione, villain psicopatici, dialoghi teatrali e scene di battaglia robotica registicamente sontuose, ma fallisce nel modo più miserabile per colpa del registro Harmony dato alla serie. Con i suoi ridicoli risvolti amorosi (si arriva addirittura a pentagoni sentimentali), la gratuita spocchiosità del registro linguistico, le puerili motivazioni delle azioni dei cattivi (la solita manfrina del salvataggio del pianeta da parte dell'immancabile villain idealista e incompreso), twist balordi, personaggi privi di ripercussione sulla trama (Folken) e ogni possibile deficienza narrativa, Escaflowne sembra volersi porre come esempio rappresentativo del come mandare all'aria una storia altresì interessante con un setting sbagliato alla radice, che focalizza l'intera attenzione su vacuità e leggerezze. Ma dell'opera, in particolar modo, è odiosa la ruffianeria ricercata a ogni costo per compiacere il grande pubblico, appariscenti e ostentate strizzate d'occhio al pubblico maschile e femminile: il primo può crogiolarsi con gli evocativi mecha organici Guymelef di Kimitoshi Yamane, godendosi la fluidità dei loro movimenti, il livello di dettaglio, la splendida trasformazione dell'Escaflowne in un drago; il secondo trova nella serie tutto ciò che può desiderare da una patinatissima storia rosa, con fighetti in ogni dove e quando, spesso con l'ombelico fuori o dai volti così femminei da sembrare gay (terribile Jajuka, un mezzo-cane che sembra un transessuale); un design grafico fatto ad hoc per valorizzare il coolness factor dei volti maschili; elementi "poetici" (non lo sono, ma perché rovinare l'illusione?) dati dall'eterea opening o dalle angeliche ali sbandierate dai personaggi appartenenti alla razza draconiana, a celebrare una ridicola impressione di purezza celestiale. Una spudorata civetteria che si somma alla già portentosa confezione del titolo, data da animazioni di una fluidità eccellente per essere televisive (30 milioni di yen a episodio!); un raffinato chara di Nobuteru Yuki che, anche adeguatosi agli effeminati canoni estetici del bishounen, rimane di altissimo e seducente livello (nonostante i famosi "nasoni" che inaugura in questo titolo), e un evocativo score musicale - immortalmente celebrato da legioni di animefan - a cura di Yoko Kanno, come sempre sinonimo di solennità nel celebrare, con sonorità gregoriane, la drammaticità delle battaglie. Quello che offre la serie è una pura gioia sensitiva e una cura estetica maniacale (addirittura ogni regno del mondo di Gaia è caratterizzato da architetture e razze ben definite), ed è questo il suo unico, grande, punto di forza che costruisce le fondamenta della sua popolarità.
Fortunatamente, impostata così com'è l'opera, fin dai primi episodi si capisce chiaramente con cosa si ha a che fare evitando la tentazione di andare a fondo con la visione. Bene o male ispirato dall'antesignano Dunbine, di cui condivide molte similitudini di fondo (l'umano del "mondo di sopra" che porta la tecnologia bellica in un mondo pacifico distruggendone l'equilibrio, alleanze e contro-alleanze nella guerra contro l'impero cattivo, addirittura tra le scene tagliate nei dvd americani si vede che Sunrise intendeva replicare l'idea del prosieguo della guerra nel mondo dei terrestri), Escaflowne è un titolo abbastanza trito e superficiale, poggiando tutto il suo "interesse" in beghe amorose da parte di personaggi vuoti e inverosimili. La stessa storia d'amore si capisce fin dai primi istanti dove andrà a parare, annullando alla radice la sorpresa.
Si può capire come una splendida realizzazione tecnica possa eventualmente far dimenticare eventuali lacune narrative (dopotutto, quando nello staff è presente un nome acclamato come Yoko Kanno, da sempre divinità intoccabile, più di qualcuno tende a emozionarsi anche nei riguardi di una storia superficiale - un altro esempio lampante è l'inutile Wolf's Rain), ma nel caso di una storia già sentita come Escaflowne, martoriata da personaggi con cui è impossibile empatizzare vista la loro fighetteria che li rende insopportabili, è davvero arduo capire come possa piacere così tanto. Addirittura le ragazze, target primario a cui è rivolta la serie, dubito possano trattenere un moto di disgusto nel vedere come uno shoujo costruito appositamente per loro, molto routinario nella forma, si evolva in un finale da "sputo in un occhio" rispetto alle aspettative, disattese da una conclusione assurda e incompatibile con la "coerenza" romantica adottata fino a quel momento.
Questo è per chi scrive Escaflowne: una delle svariate serie animate che, in virtù di un budget da capogiro e l'essere uscite "al momento giusto", hanno goduto di una popolarità eccessiva considerando i loro demeriti. Patinatissimo, buonista, privo di reale originalità e retto su personaggi e situazioni inverosimili, lo sconsiglio senza tanti giri di parole, compreso il lungometraggio uscito quattro anni dopo (Escaflowne: The Movie) che riscrive l'intera storia da capo animandola da zero. Per quello che possono servire, ottimi doppiaggio e adattamento italiani usciti a cura di Dynamic Italia.
Non saranno mai troppo grossi i danni culturali recati dalle mancate pubblicazioni in occidente delle serie robotiche di punta Sunrise degli anni '80. È con queste premesse che, nei Novanta, il pubblico mondiale pensa di aver scoperto in Evangelion il primo titolo del genere a presupporre una forte enfasi su trama e personaggi, si appassiona a Gundam con uno dei peggiori titoli della saga (Wing) ed è capace di salutare come un capolavoro memorabile una serie di gran mediocrità come Escaflowne, unicamente perché forte di un comparto tecnico/visivo/musicale di prim'ordine e perché prima serie mecha-fantasy a uscire fuori dal Giappone. Gli sghiribizzi della Storia.
Suddetto "capolavoro" è ideato dalla mente di Macross, Shoji Kawamori, che in un memorabile viaggio spirituale in Nepal si ritrova ispirato nel delinare una serie fantasy-misticheggiante in cui parlare di destino e divinazione, fondendo in essa robottoni e romanticismo. Convince subito studio Sunrise a produrre l'opera, quindi i due impostano a grandi linee la storia: si decide, con una certa originalità, di affidare il ruolo di eroe ad una ragazza, e di sfruttare l'intrigante ambientazione per parlare anche del mito di Atlantide basandosi sugli scritti (ridicoli) dell' "atlantologo" Colin Wilson. Tutte ottime premesse, che sembrano ben concretizzarsi in una bella opera con la regia affidata alla star di Giant Robot, Yasuhiro Imagawa, pronto a dirigere un'altra epica storia. Poi, il disastro: impegnato in quegli anni nel bel G Gundam, il regista cede il posto a Kazuki Akane, che è pronto a stravolgere i suoi piani abbassando i toni drammatici di Escaflowne e decidendo di intendere il romanticismo originale di Kawamori come summa degli stereotipi, delle idealizzazioni e delle inverosimiglianze dei moderni shoujo manga. È la fine.
Conosciuto come una storia fantasy di contesto epico, Escaflowne è in realtà sintetizzabile come il triangolo amoroso, comprensivo di tutti i cliché shoujo umanamente concepibili (segoni mentali, incomprensioni, baci che "non si devono dare in quel momento" etc), tra la timida Hitomi e i due spadaccini che l'accompagnano nella sua avventura, Van e Allen, quest'ultimo un adone dalla fluente chioma bionda che presto di unisce al gruppo. È la classica storia dell'eroina contesa da figaccioni e che passa, equivoco dopo equivoco, da un partner all'altro, pensando solo all'amore invece di temere per la sua la vita e quella dei migliaia di abitanti di Gaia presi in mezzo alla guerra. Contesto drammatico-avventuroso sulla carta ma ignobilmente ridimensionato da mille sottotrame amorose che tengono banco (oltre ai tre protagonisti non bisogna dimenticarsi delle altre personalità che gravitano intorno a loro, i classici "spaccacoppie"), al punto che diventa presto più importante sapere chi bacerà la ragazza rispetto al godersi una bella storia d'avventura. La ciliegina sulla torta è rappresentata da come è trattato il mito di Atlantide, inquadrato per l'ennesima volta nelle vesti delle solite attrezzature super-tecnologiche, sopravvissute alla distruzione della civiltà, che rischiano di condizionare il futuro del pianeta.
È una barzelletta, Escaflowne, tenta disperatamente si prendersi sul serio con scene di morte e distruzione, villain psicopatici, dialoghi teatrali e scene di battaglia robotica registicamente sontuose, ma fallisce nel modo più miserabile per colpa del registro Harmony dato alla serie. Con i suoi ridicoli risvolti amorosi (si arriva addirittura a pentagoni sentimentali), la gratuita spocchiosità del registro linguistico, le puerili motivazioni delle azioni dei cattivi (la solita manfrina del salvataggio del pianeta da parte dell'immancabile villain idealista e incompreso), twist balordi, personaggi privi di ripercussione sulla trama (Folken) e ogni possibile deficienza narrativa, Escaflowne sembra volersi porre come esempio rappresentativo del come mandare all'aria una storia altresì interessante con un setting sbagliato alla radice, che focalizza l'intera attenzione su vacuità e leggerezze. Ma dell'opera, in particolar modo, è odiosa la ruffianeria ricercata a ogni costo per compiacere il grande pubblico, appariscenti e ostentate strizzate d'occhio al pubblico maschile e femminile: il primo può crogiolarsi con gli evocativi mecha organici Guymelef di Kimitoshi Yamane, godendosi la fluidità dei loro movimenti, il livello di dettaglio, la splendida trasformazione dell'Escaflowne in un drago; il secondo trova nella serie tutto ciò che può desiderare da una patinatissima storia rosa, con fighetti in ogni dove e quando, spesso con l'ombelico fuori o dai volti così femminei da sembrare gay (terribile Jajuka, un mezzo-cane che sembra un transessuale); un design grafico fatto ad hoc per valorizzare il coolness factor dei volti maschili; elementi "poetici" (non lo sono, ma perché rovinare l'illusione?) dati dall'eterea opening o dalle angeliche ali sbandierate dai personaggi appartenenti alla razza draconiana, a celebrare una ridicola impressione di purezza celestiale. Una spudorata civetteria che si somma alla già portentosa confezione del titolo, data da animazioni di una fluidità eccellente per essere televisive (30 milioni di yen a episodio!); un raffinato chara di Nobuteru Yuki che, anche adeguatosi agli effeminati canoni estetici del bishounen, rimane di altissimo e seducente livello (nonostante i famosi "nasoni" che inaugura in questo titolo), e un evocativo score musicale - immortalmente celebrato da legioni di animefan - a cura di Yoko Kanno, come sempre sinonimo di solennità nel celebrare, con sonorità gregoriane, la drammaticità delle battaglie. Quello che offre la serie è una pura gioia sensitiva e una cura estetica maniacale (addirittura ogni regno del mondo di Gaia è caratterizzato da architetture e razze ben definite), ed è questo il suo unico, grande, punto di forza che costruisce le fondamenta della sua popolarità.
Fortunatamente, impostata così com'è l'opera, fin dai primi episodi si capisce chiaramente con cosa si ha a che fare evitando la tentazione di andare a fondo con la visione. Bene o male ispirato dall'antesignano Dunbine, di cui condivide molte similitudini di fondo (l'umano del "mondo di sopra" che porta la tecnologia bellica in un mondo pacifico distruggendone l'equilibrio, alleanze e contro-alleanze nella guerra contro l'impero cattivo, addirittura tra le scene tagliate nei dvd americani si vede che Sunrise intendeva replicare l'idea del prosieguo della guerra nel mondo dei terrestri), Escaflowne è un titolo abbastanza trito e superficiale, poggiando tutto il suo "interesse" in beghe amorose da parte di personaggi vuoti e inverosimili. La stessa storia d'amore si capisce fin dai primi istanti dove andrà a parare, annullando alla radice la sorpresa.
Si può capire come una splendida realizzazione tecnica possa eventualmente far dimenticare eventuali lacune narrative (dopotutto, quando nello staff è presente un nome acclamato come Yoko Kanno, da sempre divinità intoccabile, più di qualcuno tende a emozionarsi anche nei riguardi di una storia superficiale - un altro esempio lampante è l'inutile Wolf's Rain), ma nel caso di una storia già sentita come Escaflowne, martoriata da personaggi con cui è impossibile empatizzare vista la loro fighetteria che li rende insopportabili, è davvero arduo capire come possa piacere così tanto. Addirittura le ragazze, target primario a cui è rivolta la serie, dubito possano trattenere un moto di disgusto nel vedere come uno shoujo costruito appositamente per loro, molto routinario nella forma, si evolva in un finale da "sputo in un occhio" rispetto alle aspettative, disattese da una conclusione assurda e incompatibile con la "coerenza" romantica adottata fino a quel momento.
Questo è per chi scrive Escaflowne: una delle svariate serie animate che, in virtù di un budget da capogiro e l'essere uscite "al momento giusto", hanno goduto di una popolarità eccessiva considerando i loro demeriti. Patinatissimo, buonista, privo di reale originalità e retto su personaggi e situazioni inverosimili, lo sconsiglio senza tanti giri di parole, compreso il lungometraggio uscito quattro anni dopo (Escaflowne: The Movie) che riscrive l'intera storia da capo animandola da zero. Per quello che possono servire, ottimi doppiaggio e adattamento italiani usciti a cura di Dynamic Italia.
Quest'anime è stato uno dei primi che ho visto, soprattutto tra i fantasy e ammetto che come allora anche ora quando lo rivedo o comunque lo ricordo lo faccio con enorme piacere. Il sua anno di uscita, 1996, è anche l'anno in cui sono nata, potrebbe essere il destino: questa parola, questa ideologia che caratterizza tutto l'anime e che lo rende interessante. La protagonista è una chiaroveggente, legge i tarocchi, ha delle visioni e comunque riesce a modificare il corso degli eventi proprio grazie a questo dono. E' il destino a farla incontrare con Van, nuovo re di Fanelia e in seguito con Allen, formidabile spadaccino, ed è sempre lui, il fato, l'ossessione del re di Zaibargh, e degli abitanti di Atlantide. Insomma tutte le azioni, i sentimenti, i pensieri sono strettamente collegati al destino e la storia è, secondo me, interessante anche per questo motivo: il volere degli uomini di voler cambiare il proprio destino, di essere padroni di se stessi e del futuro e del desiderio di ognuno di noi di realizzare i propri desideri.
La trama è abbastanza ben sviluppata, ha un andamento molto veloce che in 26 episodi ti racconta un trama molto lunga e completa che ti dà la sensazione di avere visto molti più episodi. I personaggi sono ben sviluppati e approfonditi, devo ammettere che ho trovato Hitomi un po' troppo pesante in certe parti, ma in fin dei conti anche lei mi è simpatica.
I disegni sono in vecchio stile, non sono niente male secondo il mio gusto, anche se per quanto riguarda i nasi li ridisegnerei tutti.
Secondo me "I cieli di Escaflowne", difetti, ne ha veramente pochi, infatti a parte qualcosa riguardo alla trama, dove secondo me gli autori avrebbero dovuto lasciare più spazio a delle cose e meno a delle altre, comunque infine posso solo dire che si lascia guardare piuttosto bene, e che mi sento con certezza di consigliarlo a tutti.
La trama è abbastanza ben sviluppata, ha un andamento molto veloce che in 26 episodi ti racconta un trama molto lunga e completa che ti dà la sensazione di avere visto molti più episodi. I personaggi sono ben sviluppati e approfonditi, devo ammettere che ho trovato Hitomi un po' troppo pesante in certe parti, ma in fin dei conti anche lei mi è simpatica.
I disegni sono in vecchio stile, non sono niente male secondo il mio gusto, anche se per quanto riguarda i nasi li ridisegnerei tutti.
Secondo me "I cieli di Escaflowne", difetti, ne ha veramente pochi, infatti a parte qualcosa riguardo alla trama, dove secondo me gli autori avrebbero dovuto lasciare più spazio a delle cose e meno a delle altre, comunque infine posso solo dire che si lascia guardare piuttosto bene, e che mi sento con certezza di consigliarlo a tutti.
Non so effettivamente se questa mia recensione può essere utile, dell'aspetto tecnico e della trama si è già scritto molto come giustamente succede per anime che hanno fatto la storia dell'animazione giapponese. Però anche io vorrei dare il mio parere un po' da bastian contrario. Dunque, pur mantenendo la premessa di un ottima realizzazione, dei bei disegni fuori dai canoni classici, di personaggi e ambientazione curatissimi e innovativi, vi dirò che a me Escaflowne non ha lasciato più di tanto. Pur rapito in alcuni punti dal proseguire della storia, pur essendomelo goduto, sono rimasto con un profondo senso d'incompiuto. Ci sono tantissime cose che avrei voluto vedere e sono state tralasciate, secondo me l'errore è stato mettere troppa carne al fuoco senza avere la possibilità di approfondire.
Farò ora qualche esempio, quindi <b>SPOILER</b>
1)Perché cavolo dare la paternità del principino di Freid ad Allen? Bellissimo espediente della trama, ma è rimasto fine a se stesso ed è scomparso molto, troppo velocemente.
2)La storia del padre di Allen con la nonna di Hitomi: campata per aria è dir poco! O si dedica il tempo giusto al flashback, oppure sono tutte diramazioni che appesantiscono inutilmente.
3)Le rovine di Atlantide, la discendenza di Van dagli uomini draghi, le ali da angelo. Un'attesa creata ad arte su questi fattori, eccitazione nel vederlo spiegare queste bellissime ali, per poi scoprire che sono un semplice mezzo di trasporto tutte le numerose volte in cui per vari motivi l'Escaflowne va in panne.
4)Ma l'apice dell'insulsaggine è il personaggio Dilandau. Ok, serviva un alter ego feroce, antipatico, contro cui far combattere i nostri eroi, psicopatico, il che non guasta, capisco che lo si faccia sparire in preda alla pazzia, e ci si poteva accontentare così. Invece no! Ma che puttanata è farlo riapparire alla fine come sorella di Allen? E questa storia degli esperimenti alchemici sui bambini rapiti? Bah, puro free climb sugli specchi.
5)Aggiungendo il finale in cui non c'è assolutamente nessun motivo sensato per cui Hitomi debba ritornare sulla Terra e lasciare incompiuta la sua storia d'amore, un pochino di delusione c'è.
Quindi il mio voto è 7. Che tiene conto degli innegabili meriti di questa serie, ma che esprime una certa distanza dal capolavoro che ti arricchisce e che porti nel cuore.
Farò ora qualche esempio, quindi <b>SPOILER</b>
1)Perché cavolo dare la paternità del principino di Freid ad Allen? Bellissimo espediente della trama, ma è rimasto fine a se stesso ed è scomparso molto, troppo velocemente.
2)La storia del padre di Allen con la nonna di Hitomi: campata per aria è dir poco! O si dedica il tempo giusto al flashback, oppure sono tutte diramazioni che appesantiscono inutilmente.
3)Le rovine di Atlantide, la discendenza di Van dagli uomini draghi, le ali da angelo. Un'attesa creata ad arte su questi fattori, eccitazione nel vederlo spiegare queste bellissime ali, per poi scoprire che sono un semplice mezzo di trasporto tutte le numerose volte in cui per vari motivi l'Escaflowne va in panne.
4)Ma l'apice dell'insulsaggine è il personaggio Dilandau. Ok, serviva un alter ego feroce, antipatico, contro cui far combattere i nostri eroi, psicopatico, il che non guasta, capisco che lo si faccia sparire in preda alla pazzia, e ci si poteva accontentare così. Invece no! Ma che puttanata è farlo riapparire alla fine come sorella di Allen? E questa storia degli esperimenti alchemici sui bambini rapiti? Bah, puro free climb sugli specchi.
5)Aggiungendo il finale in cui non c'è assolutamente nessun motivo sensato per cui Hitomi debba ritornare sulla Terra e lasciare incompiuta la sua storia d'amore, un pochino di delusione c'è.
Quindi il mio voto è 7. Che tiene conto degli innegabili meriti di questa serie, ma che esprime una certa distanza dal capolavoro che ti arricchisce e che porti nel cuore.
I cieli di Escaflowne è un serie anime di 26 episodi ideata da Shoji Kawamori e prodotta dalla Sunrise. E' un riuscito mix di elementi di generi diversi, quali quello mecha, quello sentimentale e quello di guerra.
Hitomi Kanzaki è una studentessa liceale, e tra un problema di cuore e l'altro ha l'hobby della cartomanzia: è particolarmente ferrata nell'indovinare il futuro con i tarocchi. Questa capacità gli è data da un inconsapevole dono, quello di riuscire a interfacciarsi a un altro mondo con le proprie visioni. In una di queste, durante una gara di atletica, viene risucchiata proprio in quel mondo da lei immaginato. Qui incontra subito un guerriero, Van, alle prese con un essere assimilabile a un Drago.
Tra diverse peripezie e lo stesso scetticismo del giovane spadaccino, Hitomi realizza di essere in un regno in guerra con l'impero di Zaibach, che utilizza armi molto diverse da quelle che ci si aspetterebbe in un periodo simil-medievale. Van Fanel inoltre è il giovane Re di Fanelia. Stringendo amicizie con le persone del luogo, Hitomi decide di aiutarli anche con i propri poteri.
I Cieli di Escaflowne è un anime atipico ma riuscito. Animato bene, nonostante siano stati impiegati prevalentemente tecniche tradizionali (anche visto il periodo di produzione), ha un character design particolare ma gradevole. La storia, anche se all'inizio può sembrare banale, si sviluppa in modo interessante. Inoltre la presenza di elementi sentimentali - Hitomi si porta i suoi problemi di cuore anche nel nuovo mondo - rende il tutto anche divertente. I mecha inoltre sono molto meno macchinosi di quanto siamo abituati a vedere, e assumono sì sembianze antropomorfe, ma con orpelli tutt'altro che funzionali. Scelta artistica ovviamente, che non dispiace alla fin fine, visto che poi i combattimenti sono prevalentemente a suon di spada.
I Cieli di Escaflowne è da vedere anche se non vi attira il genere, in quanto è un anime meritevole. Interessante.
Hitomi Kanzaki è una studentessa liceale, e tra un problema di cuore e l'altro ha l'hobby della cartomanzia: è particolarmente ferrata nell'indovinare il futuro con i tarocchi. Questa capacità gli è data da un inconsapevole dono, quello di riuscire a interfacciarsi a un altro mondo con le proprie visioni. In una di queste, durante una gara di atletica, viene risucchiata proprio in quel mondo da lei immaginato. Qui incontra subito un guerriero, Van, alle prese con un essere assimilabile a un Drago.
Tra diverse peripezie e lo stesso scetticismo del giovane spadaccino, Hitomi realizza di essere in un regno in guerra con l'impero di Zaibach, che utilizza armi molto diverse da quelle che ci si aspetterebbe in un periodo simil-medievale. Van Fanel inoltre è il giovane Re di Fanelia. Stringendo amicizie con le persone del luogo, Hitomi decide di aiutarli anche con i propri poteri.
I Cieli di Escaflowne è un anime atipico ma riuscito. Animato bene, nonostante siano stati impiegati prevalentemente tecniche tradizionali (anche visto il periodo di produzione), ha un character design particolare ma gradevole. La storia, anche se all'inizio può sembrare banale, si sviluppa in modo interessante. Inoltre la presenza di elementi sentimentali - Hitomi si porta i suoi problemi di cuore anche nel nuovo mondo - rende il tutto anche divertente. I mecha inoltre sono molto meno macchinosi di quanto siamo abituati a vedere, e assumono sì sembianze antropomorfe, ma con orpelli tutt'altro che funzionali. Scelta artistica ovviamente, che non dispiace alla fin fine, visto che poi i combattimenti sono prevalentemente a suon di spada.
I Cieli di Escaflowne è da vedere anche se non vi attira il genere, in quanto è un anime meritevole. Interessante.
I Cieli di Escaflowne è un'opera dai contorni che mischiano con facilità realtà e leggenda, che s'intersecano in un mondo nuovo, sconosciuto e parallelo al nostro. Solitamente gli anime di questa nuova generazione mecha hanno tutti dei risvolti dediti al sentimentalismo nascosto, occultato all'interno della trama. E i motivi di ciò si possono dedurre facilmente anche qui, visto che il tema trattato nasce dal puro e semplice desiderio di sapere cosa il futuro ci porrà davanti, di cosa l'uomo ha effettivamente bisogno nel completamento dei suoi disegni nell'arco della sua vita, e da dove nasca effettivamente il suo pensiero e dove intenda farlo morire o sopravvivere.
L'opera ha quindi dei connotati umanocentrici, poiché il desiderio umano viene prima di ogni cosa e al centro di tutto, un po' come accadeva ai tempi dell'Umanesimo storico, dove ogni teoria veniva discussa sempre con l'uomo in prima persona.
La vicenda qui però parla al femminile,infatti la protagonista è una ragazza. Non per essere maschilisti adesso, ma ciò potrebbe annullare il discorso detto poc'anzi, e invece la protagonista ci dà l'effettiva dimostrazione che non è affatto così.
Tutto nasce da semplici tarocchi, carte che dovrebbero, in teoria, predire il futuro, o qualsiasi presagio nefasto, e in effetti ciò si realizza in una semplice allegoria figurativa, dove il Sole e la Luna, astri che solitamente coesistono, si fronteggiano. L'allegoria è un chiaro riferimento alla guerra, fatta di azioni, mostri e robot vari, ma in tutto questo caleidoscopio di emozioni, che possiamo vivere noi spettatori all'interno degli episodi di quest'opera, riusciamo a scorgere un'identità differente da quello che la narrazione in un primo momento riesce a mostrare durante l'arco di tutto l'anime.
L'identità è vedere la crescita, seppur tra mille difficoltà, di un amore tra dimensioni parallele, che in un primo momento potrebbe sembrare assurdo, e invece è la realtà più evidente che viene fuori da tutta la storia. La bramosia e la sete di potere nelle continue guerre presenti in quest'opera non possono in alcun modo arginare un sentimento profondo, pulito e sentito così grandemente dai protagonisti, specie da chi ha queste tendenze bellicose, e di qui nasce così la morale finale di quest'opera. Cioè che le radici di un odio mal riposto possono essere recise solo se viene contrapposto un amore senza confini, perché l'uomo è sempre capace di provare amore, anche quando viene provato nell'arco della sua esistenza da sentimenti completamente opposti. E qui non vale più la tesi umanocentrica, ma vale il discorso che ha radice nell'essenza della vita: l'uomo è un animale pensante, e smette di essere lontano dalle bestialità solo se in lui prevarrà il rispetto, il buonsenso e l'amore per tutte le cose e le persone.
L'opera ha quindi dei connotati umanocentrici, poiché il desiderio umano viene prima di ogni cosa e al centro di tutto, un po' come accadeva ai tempi dell'Umanesimo storico, dove ogni teoria veniva discussa sempre con l'uomo in prima persona.
La vicenda qui però parla al femminile,infatti la protagonista è una ragazza. Non per essere maschilisti adesso, ma ciò potrebbe annullare il discorso detto poc'anzi, e invece la protagonista ci dà l'effettiva dimostrazione che non è affatto così.
Tutto nasce da semplici tarocchi, carte che dovrebbero, in teoria, predire il futuro, o qualsiasi presagio nefasto, e in effetti ciò si realizza in una semplice allegoria figurativa, dove il Sole e la Luna, astri che solitamente coesistono, si fronteggiano. L'allegoria è un chiaro riferimento alla guerra, fatta di azioni, mostri e robot vari, ma in tutto questo caleidoscopio di emozioni, che possiamo vivere noi spettatori all'interno degli episodi di quest'opera, riusciamo a scorgere un'identità differente da quello che la narrazione in un primo momento riesce a mostrare durante l'arco di tutto l'anime.
L'identità è vedere la crescita, seppur tra mille difficoltà, di un amore tra dimensioni parallele, che in un primo momento potrebbe sembrare assurdo, e invece è la realtà più evidente che viene fuori da tutta la storia. La bramosia e la sete di potere nelle continue guerre presenti in quest'opera non possono in alcun modo arginare un sentimento profondo, pulito e sentito così grandemente dai protagonisti, specie da chi ha queste tendenze bellicose, e di qui nasce così la morale finale di quest'opera. Cioè che le radici di un odio mal riposto possono essere recise solo se viene contrapposto un amore senza confini, perché l'uomo è sempre capace di provare amore, anche quando viene provato nell'arco della sua esistenza da sentimenti completamente opposti. E qui non vale più la tesi umanocentrica, ma vale il discorso che ha radice nell'essenza della vita: l'uomo è un animale pensante, e smette di essere lontano dalle bestialità solo se in lui prevarrà il rispetto, il buonsenso e l'amore per tutte le cose e le persone.
<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>
Bella serie, me la sono guardata tutta in una settimana.
Hitomi è una ragazza del nostro mondo, dotata della capacità di leggere il futuro grazie ai suoi tarocchi, nonché di altre abilità divinatorie, come quella di localizzare le cose con il suo ciondolo. Recentemente, Hitomi ha avuto strane visioni e sta avendo insolite predizioni dai tarocchi. Una sera, mentre lei si sta allenando nella corsa, le compaiono improvvisamente davanti uno strano ragazzo, armato e vestito da samurai, e un grosso drago. Inizia un combattimento all'ultimo sangue tra il ragazzo e il drago. Quando infine il ragazzo trionfa, estrae il cuore del drago (una gemma), per poi ritrovarsi teletrasportato insieme ad Hitomi in un altro pianeta chiamato Gaya, lontanissimo dalla Terra., dal quale in effetti la Terra e la Luna si vedono lontane nel cielo.
Il ragazzo che ha ucciso il drago si rivela essere il principe Van, e Gaya è il suo pianeta nativo. L'avventura di Van e Hitomi inizierà poco dopo, quando il regno di Van verrà attaccato da un esercito nemico, e Van dovrà utilizzare un mecha chiamato Escaflowne (alimentato dal cuore del drago) per affrontare gli invasori, senza però riuscire a evitare la distruzione del suo regno.
Dopo questa introduzione, sarebbe inutile raccontare altro: la trama diventa molto più complicata, rischierei solo di "spoilerarla".
L'idea di unire mecha e fantasy è grandiosa, specialmente per me che sono un fan di entrambi i generi. I Mecha di questo anime non sono veri e propri robot ipertecnologici, ma sono più che altro armature gigantesche, che il pilota muove dall'interno tramite leve, manopole ed ingranaggi. La magia del cuore di drago, chiamato "drag energist", serve solo ad aumentare ulteriormente la potenza di questi mecha, e non tutti i nemici di Van ne dispongono.
Gaya è un pianeta immerso nell'epoca rinascimentale, ma utilizza alcune tecnologie steampunk, nonché delle invenzioni moderne il cui funzionamento è probabilmente merito della magia, come il maxischermo che il capo dei cattivi utilizza per "videochiamare" i suoi sottoposti. La magia tuttavia non si manifesta in modo palese, con maghi che lanciano palle di fuoco, ma serve più che altro come fonte di energia o di maledizioni.
I mecha non hanno un ruolo importante nella storia, che va a favore dei sentimenti, e anzi alcuni episodi sono completamente privi di combattimenti tra mecha, mentre in altri ci sono duelli con spade tra esseri umani. Anzi, l'anime enfatizza continuamente il dolore e la distruzione causate dalla guerra tra i mecha. Alla fine, persino Van, come in tutti gli anime sui robot che si rispettino, inizia a subire ferite quando il suo Escaflowne viene danneggiato. Questo ha anche la funzione di accentuare l'inutilità della violenza della battaglia.
Lo stile del disegno è tipico di altri anime degli anni '90, mi ricorda un po' Orphen o the Slayers. Mi piacciono gli occhi grandi ed espressivi dei personaggi (lucidi quasi come quelli di uno Shoujo), nonostante a volte i disegni sembrino non essere eseguiti perfettamente - c'è spesso qualche difetto nelle proporzioni o nella prospettiva, e a volte si riducono i dettagli del disegno. Ma è stato piacevole seguirla.
Bella serie, me la sono guardata tutta in una settimana.
Hitomi è una ragazza del nostro mondo, dotata della capacità di leggere il futuro grazie ai suoi tarocchi, nonché di altre abilità divinatorie, come quella di localizzare le cose con il suo ciondolo. Recentemente, Hitomi ha avuto strane visioni e sta avendo insolite predizioni dai tarocchi. Una sera, mentre lei si sta allenando nella corsa, le compaiono improvvisamente davanti uno strano ragazzo, armato e vestito da samurai, e un grosso drago. Inizia un combattimento all'ultimo sangue tra il ragazzo e il drago. Quando infine il ragazzo trionfa, estrae il cuore del drago (una gemma), per poi ritrovarsi teletrasportato insieme ad Hitomi in un altro pianeta chiamato Gaya, lontanissimo dalla Terra., dal quale in effetti la Terra e la Luna si vedono lontane nel cielo.
Il ragazzo che ha ucciso il drago si rivela essere il principe Van, e Gaya è il suo pianeta nativo. L'avventura di Van e Hitomi inizierà poco dopo, quando il regno di Van verrà attaccato da un esercito nemico, e Van dovrà utilizzare un mecha chiamato Escaflowne (alimentato dal cuore del drago) per affrontare gli invasori, senza però riuscire a evitare la distruzione del suo regno.
Dopo questa introduzione, sarebbe inutile raccontare altro: la trama diventa molto più complicata, rischierei solo di "spoilerarla".
L'idea di unire mecha e fantasy è grandiosa, specialmente per me che sono un fan di entrambi i generi. I Mecha di questo anime non sono veri e propri robot ipertecnologici, ma sono più che altro armature gigantesche, che il pilota muove dall'interno tramite leve, manopole ed ingranaggi. La magia del cuore di drago, chiamato "drag energist", serve solo ad aumentare ulteriormente la potenza di questi mecha, e non tutti i nemici di Van ne dispongono.
Gaya è un pianeta immerso nell'epoca rinascimentale, ma utilizza alcune tecnologie steampunk, nonché delle invenzioni moderne il cui funzionamento è probabilmente merito della magia, come il maxischermo che il capo dei cattivi utilizza per "videochiamare" i suoi sottoposti. La magia tuttavia non si manifesta in modo palese, con maghi che lanciano palle di fuoco, ma serve più che altro come fonte di energia o di maledizioni.
I mecha non hanno un ruolo importante nella storia, che va a favore dei sentimenti, e anzi alcuni episodi sono completamente privi di combattimenti tra mecha, mentre in altri ci sono duelli con spade tra esseri umani. Anzi, l'anime enfatizza continuamente il dolore e la distruzione causate dalla guerra tra i mecha. Alla fine, persino Van, come in tutti gli anime sui robot che si rispettino, inizia a subire ferite quando il suo Escaflowne viene danneggiato. Questo ha anche la funzione di accentuare l'inutilità della violenza della battaglia.
Lo stile del disegno è tipico di altri anime degli anni '90, mi ricorda un po' Orphen o the Slayers. Mi piacciono gli occhi grandi ed espressivi dei personaggi (lucidi quasi come quelli di uno Shoujo), nonostante a volte i disegni sembrino non essere eseguiti perfettamente - c'è spesso qualche difetto nelle proporzioni o nella prospettiva, e a volte si riducono i dettagli del disegno. Ma è stato piacevole seguirla.
<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>
Trama, Commento e Giudizio
La storia inizia promettente al massimo: Hitomi viene catapultata in un mondo fantasy di cui non conosce nulla, ma che ben presto richiederà il suo aiuto. S'innamorerà di Van, principe di un reame del posto, nonché protagonista della storia, e poi... E poi? E poi la storia si perde completamente. La trama iniziale è misteriosa: in questo mondo fantasy c'è il solito malvagio, nonché fratello del protagonista, che ostacola i "buoni" che non si capisce cosa vogliano. Tra l'altro a metà storia si viene a conoscenza di un mondo leggendario andato perduto: Atlantide.
Da qui in poi la storia diviene quasi priva di senso e a troneggiare non è più la componente avventuriera propria del fantasy, ma sono le tante sfumature proprie degli shoujo. Hitomi è combattuta tra l'amore per Van e quello per Allen, uno spadaccino loro alleato. Amore che non è sfondo della vicenda, ma elemento fondamentale dell'intera storia, perché sarà proprio il loro amore a fare risplendere il bene e la pace su questo fantomatico mondo.
Be', una trama più stupida e sconclusionata di questa stento a credere che abbia avuto così tanto successo. Gli unici elementi positivi, secondo me, sono il disegno e l'inizio fantasy, ricco di colpi di scena e di belle immagini. Ripeto: la storia inizia promettente al massimo e si perde solo a partire dalla scoperta di Atlantide, almeno secondo il mio personale giudizio.
Tra l'altro dopo tanta componente "shoujo" a partire da metà storia lo spettatore si aspetterebbe un finale del tipo "e vissero felici e contenti", o almeno un congedo che regga con l'intera trama. Macché! I due innamorati si baciano a stento e si salutano in modo così affrettato che dopo la visione di questa serie non ho provato assolutamente nulla. Né voglia di rivederla né voglia di sapere se ci siano seguiti o altro. E' rimasta lì ferma abbandonata del tutto.
Ho dato come voto un 6 su 10, e non di meno, solo perché ci sono serie decisamente più brutte e perché a giudicare dai tanti voti positivi sembra essere una serie tanto amata. Quindi alla media della gente piace. Ma non ne consiglio affatto la visione a chi cerca una storia fantasy nel senso stretto del termine, perché una fine così patetica non è presente nemmeno negli shoujo più comuni.
Trama, Commento e Giudizio
La storia inizia promettente al massimo: Hitomi viene catapultata in un mondo fantasy di cui non conosce nulla, ma che ben presto richiederà il suo aiuto. S'innamorerà di Van, principe di un reame del posto, nonché protagonista della storia, e poi... E poi? E poi la storia si perde completamente. La trama iniziale è misteriosa: in questo mondo fantasy c'è il solito malvagio, nonché fratello del protagonista, che ostacola i "buoni" che non si capisce cosa vogliano. Tra l'altro a metà storia si viene a conoscenza di un mondo leggendario andato perduto: Atlantide.
Da qui in poi la storia diviene quasi priva di senso e a troneggiare non è più la componente avventuriera propria del fantasy, ma sono le tante sfumature proprie degli shoujo. Hitomi è combattuta tra l'amore per Van e quello per Allen, uno spadaccino loro alleato. Amore che non è sfondo della vicenda, ma elemento fondamentale dell'intera storia, perché sarà proprio il loro amore a fare risplendere il bene e la pace su questo fantomatico mondo.
Be', una trama più stupida e sconclusionata di questa stento a credere che abbia avuto così tanto successo. Gli unici elementi positivi, secondo me, sono il disegno e l'inizio fantasy, ricco di colpi di scena e di belle immagini. Ripeto: la storia inizia promettente al massimo e si perde solo a partire dalla scoperta di Atlantide, almeno secondo il mio personale giudizio.
Tra l'altro dopo tanta componente "shoujo" a partire da metà storia lo spettatore si aspetterebbe un finale del tipo "e vissero felici e contenti", o almeno un congedo che regga con l'intera trama. Macché! I due innamorati si baciano a stento e si salutano in modo così affrettato che dopo la visione di questa serie non ho provato assolutamente nulla. Né voglia di rivederla né voglia di sapere se ci siano seguiti o altro. E' rimasta lì ferma abbandonata del tutto.
Ho dato come voto un 6 su 10, e non di meno, solo perché ci sono serie decisamente più brutte e perché a giudicare dai tanti voti positivi sembra essere una serie tanto amata. Quindi alla media della gente piace. Ma non ne consiglio affatto la visione a chi cerca una storia fantasy nel senso stretto del termine, perché una fine così patetica non è presente nemmeno negli shoujo più comuni.
Cominciai a vedere Tenkuu no Escaflowne dopo avere letto numerose recensioni entusiaste dell'opera firmata Sunrise, fiducioso di trovare un prodotto di qualità.
La trama di Escaflowne narra di una ragazza di nome Hitomi, appassionata di atletica e dei tarocchi, con cui è solita leggere il suo futuro. Ella è innamorata del suo senpai e, giunta a conoscenza della sua prossima partenza per l'Inghilterra, decide di rivelargli i suoi veri sentimenti. Ma ecco che inspiegabilmente appare, trasportato da un fascio di luce, un ragazzo che l'avverte del prossimo arrivo di un drago, che puntualmente si presenta e viene sconfitto anche grazie alle abilità di veggenza di Hitomi. Questo prima che lei venga trasportata insieme al ragazzo in un mondo dove in cielo brilla la Terra, un mondo di nome Gaja. Da qui in poi si susseguiranno vicende destinate a sconvolgere il mondo di Gaja trascinando Hitomi in progetti oscuri, che scateneranno la guerra tra i vari popoli di Gaja.
La trama si sviluppa in maniera scorrevole e con un ritmo equilibrato, senza improvvise accelerazioni o inutili rallentamenti, e tratta un gran numero di temi in maniera quasi sempre ben approfondita. Meno lodevole è l'originalità dell'ambientazione, che sa non poco di "già visto", mentre è uno dei pezzi da novanta del prodotto la caratterizzazione dei personaggi. Infatti ogni singolo personaggio ha un suo profilo psicologico ben delineato e una storia alle spalle che spiega bene la causa dei comportamenti dei vari personaggi.
Passando all'aspetto tecnico è nel disegno che Tenkuu no Escaflowne trova il suo tallone d'Achille; infatti se il character design non è originalissimo ma comunque buono, le animazioni balbettano più di una volta durante la serie, abbassando parecchio la spettacolarità dei combattimenti all'arma bianca tra mecha.
Ciò che invece è impossibile criticare è la maestosa colonna sonora curata dalla sempre eccelsa Yoko Kanno (Cowboy Bebop, Ghost in the Shell), che secondo me ci regala probabilmente la migliore colonna sonora mai ascoltata in un anime.
In conclusione Tenkuu no Escaflowne è un ottimo anime, ottimo ma non eccelso, soprattutto per la mancanza di originalità nell'ambientazione e per un finale anonimo, oltre che per una realizzazione tecnica migliorabile.
PAGELLA FINALE
DISEGNO: 7.5
TRAMA: 7.5
SONORO: 10
CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI: 9
GLOBALE: 8/8.5
La trama di Escaflowne narra di una ragazza di nome Hitomi, appassionata di atletica e dei tarocchi, con cui è solita leggere il suo futuro. Ella è innamorata del suo senpai e, giunta a conoscenza della sua prossima partenza per l'Inghilterra, decide di rivelargli i suoi veri sentimenti. Ma ecco che inspiegabilmente appare, trasportato da un fascio di luce, un ragazzo che l'avverte del prossimo arrivo di un drago, che puntualmente si presenta e viene sconfitto anche grazie alle abilità di veggenza di Hitomi. Questo prima che lei venga trasportata insieme al ragazzo in un mondo dove in cielo brilla la Terra, un mondo di nome Gaja. Da qui in poi si susseguiranno vicende destinate a sconvolgere il mondo di Gaja trascinando Hitomi in progetti oscuri, che scateneranno la guerra tra i vari popoli di Gaja.
La trama si sviluppa in maniera scorrevole e con un ritmo equilibrato, senza improvvise accelerazioni o inutili rallentamenti, e tratta un gran numero di temi in maniera quasi sempre ben approfondita. Meno lodevole è l'originalità dell'ambientazione, che sa non poco di "già visto", mentre è uno dei pezzi da novanta del prodotto la caratterizzazione dei personaggi. Infatti ogni singolo personaggio ha un suo profilo psicologico ben delineato e una storia alle spalle che spiega bene la causa dei comportamenti dei vari personaggi.
Passando all'aspetto tecnico è nel disegno che Tenkuu no Escaflowne trova il suo tallone d'Achille; infatti se il character design non è originalissimo ma comunque buono, le animazioni balbettano più di una volta durante la serie, abbassando parecchio la spettacolarità dei combattimenti all'arma bianca tra mecha.
Ciò che invece è impossibile criticare è la maestosa colonna sonora curata dalla sempre eccelsa Yoko Kanno (Cowboy Bebop, Ghost in the Shell), che secondo me ci regala probabilmente la migliore colonna sonora mai ascoltata in un anime.
In conclusione Tenkuu no Escaflowne è un ottimo anime, ottimo ma non eccelso, soprattutto per la mancanza di originalità nell'ambientazione e per un finale anonimo, oltre che per una realizzazione tecnica migliorabile.
PAGELLA FINALE
DISEGNO: 7.5
TRAMA: 7.5
SONORO: 10
CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI: 9
GLOBALE: 8/8.5
<b>The Vision of Escaflowne</b> (<i>Tenku no Esukafurone</i>) è una serie animata in 26 episodi del 1996 creata a partire da un'idea originale di <i>Shoji Kawamori</i>, che voleva narrare una storia in cui si mischiassero fantasy e fantascienza mecha. Inizialmente pensata per un pubblico maschile ed affidata a <i>Yasuhiro Imagawa</i>, creatore tra l'altro del nome Escaflowne, venne accantonata a causa degli impegni di <i>Imagawa</i>. Fu riesumata successivamente con l'entrata nel progetto del regista <i>Kazuki Akane</i>, che decise di rendere l'opera fruibile anche ad un pubblico femminile, inserendo tematiche sentimentali ed elementi grafici mutuati dall'estetica shoujo.
La storia di <b>Escaflowne</b> prende il via con uno degli espedienti più abusati della storia della narrativa, letteraria, cinematografica o animata che dir si voglia, ovvero la ragazza adolescente improvvisamente trasportata in un mondo fantastico e sconosciuto. La protagonista del caso è Hitomi Kanzaki, normale quindicenne di una scuola superiore giapponese, iscritta al club di atletica e velocista (corre i 100 metri piani in circa 13 secondi), infatuata del più ammirato dei suoi sempai, Susumu Amano. Hitomi è in grado di leggere i tarocchi e possiede un ciondolo avente un periodo di oscillazione di un secondo esatto. Un giorno, durante una corsa, un misterioso ragazzo compare in una colonna di luce; insieme a lui giunge un drago, con cui ingaggia un combattimento. Conclusa la battaglia, Hitomi si ritrova risucchiata da una nuova colonna di luce, ritrovandosi in un misterioso mondo nel cui cielo si stagliano la Luna e la Terra: Gaea. Hitomi si unirà al misterioso ragazzo, Van Slanzar De Fanel, principe ereditario del piccolo regno di Fanelia, finendo ben presto coinvolta in una tremenda guerra totale che rischia di mettere in ginocchio l'intera pianeta di Gaea.
<i><center>«Bè, con Escaflowne c'era poco da giocare. Se ci avessimo scherzato su forse avremmo perso di incisività. In effetti è stato un lavoro piuttosto serio. Non potevamo mica metterci un po' di “Gundam” tra un guymelef e l'altro.»</center></i>
<i><center>«Ultimamente negli anime si usa spesso l'espediente di far portare la gonna ai personaggi per alzarla in qualche scena e far vedere più che ampiamente quel che indossano sotto. In Escaflowne abbiamo deciso di non ricorrere assolutamente a questo espediente.»</center></i>
<b>Il comparto tecnico è di prim'ordine</b>, a partire dal dettagliato chara di <i>Nobeturu Yuki</i>, che ben si sposa con l'ambientazione fantasy cosi come era stato per gli OAV di <i>Lodoss War</i>. <b>Escaflowne</b> è stata una serie fortunata, potendo contare su un budget di 30.000.000 di yen (276.000 dollari) a episodio, circa il triplo di una normale serie televisiva; le animazioni sono dunque pulite, chiare anche nelle scene più concitate e in grado di valorizzare al meglio gli scontri tra guymelef.
<b>Grandissima cura è stata utilizzata per la creazione e la definizione del background della serie</b>. Gaea è un crogiolo di razze e civiltà con alle spalle un attenta e precisa attenzione ai dettagli. Ogni diversa nazione che ci viene mostrata, dall'agricola Fanelia alla tecnologica Zaibach, dall'europeggiante Asturia al mistico Freid vanta un proprio stile architettonico caratterizzante ed un accurato studio geopolitico che le rende credibili sia in se stesse che nel rapporto con gli stati esteri. Anche il mecha design si adatta a questa varietà di stili differenti, e i designer ci regalano un gran numero di melef e guymelef, dall'Escaflowne allo Sherazade, passando per gli Alseides di Zaibach e per i piccoli Melef di Freid.
Su Gaea non esiste solo la razza umana, sebbene sia quella predominante nella serie in quanto “dominatrice”, ma sono presenti un notevole numero di “sottorazze” di uomini-bestia. Questi uomini-bestia si presentano fisicamente come una via di mezzo tra uomini e animali (si passa dalla ragazza-gatto Merle al soldato-cane Jajuka, dalle gemelle-leopardo Naria ed Eriya agli uomini-lupo di Fanelia), mentre dal punto di visto intellettivo non sembrano in nulla inferiori all'uomo, seppur sia riscontrabile nel loro comportamento una certa attinenza all'animale di riferimento. La presenza degli uomini-bestia e il loro conflittuale rapporto con gli umani permetterà l'inserimento di una delle tematiche più importanti ma meno invasive di <b>Escaflowne</b>, il razzismo, strettamente legato all'inconciliabilità e l'incomunicabilità tra popoli, razze o persone diverse come causa prima della guerra e della sofferenza – tema invece portante della serie.
<b>Ma l'aspetto in cui Escaflowne raggiunge l'eccellenza è probabilmente il comparto audio</b>, affidato ad una talentuosa <i>Yoko Kanno</i> coadiuvata da <i>Hajime Mizoguchi</i>. A partire dall'incredibilmente poetica e delicata opening “<i>Yakusoku wa iranai</i>” (Non ho bisogno di promesse), cantata da un'esordiente <i>Maaya Sakamoto</i> (doppiatrice di Hitomi), l'OST della serie può vantare una gran quantità di sonorità e stili differenti, in modo da adattarsi alla perfezione ad ogni situazione. Musiche delicate per i momenti romantici, più aggressive in occasione delle scene d'azione, fino a raggiungere una potenza espressiva rara grazie alle sinfonie adottate nei possenti scontri tra Guymelef. Degna di nota anche la resa dei rumori di sottofondo, dallo sfregare della spada all'interno del fodero durante la sua estrazione ai rumori meccanici dei mecha, riuscendo così a donare ulteriore profondità alle immagini.
Intorno al duo Van-Hitomi ruotano almeno una decina di personaggi ben definitivi con una propria psicologia e un ruolo ben preciso nella storia; col proseguimento della serie ad ognuno di questi personaggi viene associata una sottotrama a lui legata, che insieme arricchiscono la storia principale risultandone a loro volta arricchite. Spesso alcuni di questi personaggi ricalcano fedelmente i più classici clichè del genere – si pensi ad Allen Crusade Schezar, cavaliere di bell'aspetto, gentile e dai modi raffinati o alla viziata e romantica principessa di Asturia, Millerna Sara Aston; il rischio di cadere negli stereotipi è però vanificato dalla contestualizzazione e dalla graduale ma sempre attenta evoluzione di ogni personaggio. Vi sono poi un gran numero di personaggi secondari e di comparse (soldati, popolani, mercanti, nobili, ecc...) che, sebbene non possano vantare una vera e propria psicologia si comportano in modo credibile e consono al loro ruolo, senza mai fare da “tappezzeria” ma riuscendo a donare ulteriore spessore e realismo al mosaico complessivo. Anzi, sono probabilmente tutti questi personaggi mai banali ad elevare <b>Escaflowne</b>, essendo i due protagonisti Van e Hitomi abbastanza “consueti” nella loro caratterizzazione, oltre che anche abbastanza simili. Entrambi sono dei semplici ragazzi alla ricerca di se stessi, dei loro desideri, dei loro sentimenti, del loro scopo nella vita, all'interno di un mondo, di una guerra, più grande di loro; entrambi sono catapultati al centro degli avvenimenti che stanno sconvolgendo Gaea, in un ambiente alieno e ostile – Hitomi incapace di tornare a casa dalla sua famiglia e dai suoi compagni, Van senza più il suo regno e i suoi sudditi.
Ma <b>Escaflowne</b> non è solo questo: al suo interno trovano posto un <b>gran numero di tematiche e riflessioni</b> più o meno esplicite, alcune spesso solo vagamente accennate nei discorsi di qualche personaggio secondario – ed ecco che ritorna qui la grande importanza del variegato cast della serie. Si parla di razzismo, di schiavitù, di incomunicabilità tra gli uomini come causa prima della guerra e della sofferenza, del valore della vita a partire dalla morte, dell'importanza della pace dal contrasto tra la felicità del quotidiano e il dramma della battaglia, della pericolosità della scienza se incontrollata, di esperimenti umani, del limite della scienza contrapposto al valore del miracolo causato dalle mani dell'uomo, della ricerca di se stessi, dell'importanza della casa e della famiglia, dell'importanza dei propri desideri e tanto altro.
Arrivato in Italia grazie a <b>Dynamic Italia</b> e trasmesso nel contenitore tematico <i>Anime Night</i> su <b>MTV</b> con l' “improprio” titolo <b>I cieli di Escaflowne</b>, l'anime è stato distribuito anche in Home Video prima in VHS e poi in una serie di 5 DVD. Ad un po' di anni di distanza, <b>Dynit</b> ne annuncia una riedizione di lusso in edizione limitata, ripristinando anche il corretto nome internazionale, <b>The Vision of Escaflowne</b>. Le differenze dalla vecchia edizione sono molteplici: prima di tutto il video è preso dai nuovi master restaurati, in grado di garantire una definizione e una pulizia dell'immagine impensabile per i vecchi DVD. Distribuito in un solido cofanetto in ampio formato (21cm x 30cm), insieme ai due box raccoglitori dei 6 dischi contenenti gli episodio abbiamo un settimo DVD di contenuti speciali. Tra questi spiccano le interviste al cast di doppiaggio, agli addetti al design della serie e alle due “menti” di <b>Escaflowne</b>, <i>Kawamori</i> e <i>Akane</i>. Interessante anche l'intervista a <i>Masahiko Minami</i>, produttore della serie; vi sono poi alcuni video musicali, le sigle in molteplici formati, i canonici trailer <b>Dynit</b> e le scene animate tratte dal videogioco. Si passa poi agli extra cartacei, tra cui spicca l'artbook con le illustrazioni di <i>Hiroshi Osaka</i>, direttore dell'animazione a cui fu affidato il non facile compito di adattare per l'animazione i dettagliati artwork originali di <i>Nobuteru Yuki</i>. Vi è poi lo storyboard del primo episodio, una serie di settei preparatori, un libricino contenente diverse informazioni sul mondo di <b>Escaflowne</b> (la “Bibbia di Escaflowne”, che però nulla aggiunge ai booklet presenti nella vecchia versione DVD) e una fedele riproduzione dei Tarocchi di Merlino usati da Hitomi – compresi i vari refusi linguistici (il fusco, il papessa, ecc...).
L'edizione è quindi più che soddisfacente, seppur lontana dall'eccellenza, e risulta quindi un tantino elevato il prezzo di 99.99€, anche se bisogna sempre considerare che si tratta di un'edizione limitata a sole 1000 copie.
Innumerevoli discussioni gli studiosi di estetica hanno fatto e fanno tuttora sulla definizione di capolavoro e sui requisiti necessari affinché un'opera sia degna di fregiarsi di tale titolo. A ben vedere, <b>Escaflowne</b> non ha creato un proprio genere, e nemmeno ha modificato canoni, narrativi o estetici, preesistenti. Forse ha influenzato alcune delle opere a lui successive, personalmente non sono in grado di dirlo, tuttavia <b>Escaflowne</b> è nato e morto con se stesso. È dunque forse improprio parlare di capolavoro. Tuttavia un attento e curato background, un cast di personaggi unico, una grande quantità di temi trattati e di spunti di riflessioni, un comparto tecnico di prim'ordine e, non ultima, una trama incredibilmente appassionante rendono <b>The Vision of Escaflowne</b> una serie degna di essere ricordata e tramandata nel tempo, cosi come una pesantissima pietra di paragone per ogni anime presente e futuro.
La storia di <b>Escaflowne</b> prende il via con uno degli espedienti più abusati della storia della narrativa, letteraria, cinematografica o animata che dir si voglia, ovvero la ragazza adolescente improvvisamente trasportata in un mondo fantastico e sconosciuto. La protagonista del caso è Hitomi Kanzaki, normale quindicenne di una scuola superiore giapponese, iscritta al club di atletica e velocista (corre i 100 metri piani in circa 13 secondi), infatuata del più ammirato dei suoi sempai, Susumu Amano. Hitomi è in grado di leggere i tarocchi e possiede un ciondolo avente un periodo di oscillazione di un secondo esatto. Un giorno, durante una corsa, un misterioso ragazzo compare in una colonna di luce; insieme a lui giunge un drago, con cui ingaggia un combattimento. Conclusa la battaglia, Hitomi si ritrova risucchiata da una nuova colonna di luce, ritrovandosi in un misterioso mondo nel cui cielo si stagliano la Luna e la Terra: Gaea. Hitomi si unirà al misterioso ragazzo, Van Slanzar De Fanel, principe ereditario del piccolo regno di Fanelia, finendo ben presto coinvolta in una tremenda guerra totale che rischia di mettere in ginocchio l'intera pianeta di Gaea.
<i><center>«Bè, con Escaflowne c'era poco da giocare. Se ci avessimo scherzato su forse avremmo perso di incisività. In effetti è stato un lavoro piuttosto serio. Non potevamo mica metterci un po' di “Gundam” tra un guymelef e l'altro.»</center></i>
<i><center>«Ultimamente negli anime si usa spesso l'espediente di far portare la gonna ai personaggi per alzarla in qualche scena e far vedere più che ampiamente quel che indossano sotto. In Escaflowne abbiamo deciso di non ricorrere assolutamente a questo espediente.»</center></i>
<b>Il comparto tecnico è di prim'ordine</b>, a partire dal dettagliato chara di <i>Nobeturu Yuki</i>, che ben si sposa con l'ambientazione fantasy cosi come era stato per gli OAV di <i>Lodoss War</i>. <b>Escaflowne</b> è stata una serie fortunata, potendo contare su un budget di 30.000.000 di yen (276.000 dollari) a episodio, circa il triplo di una normale serie televisiva; le animazioni sono dunque pulite, chiare anche nelle scene più concitate e in grado di valorizzare al meglio gli scontri tra guymelef.
<b>Grandissima cura è stata utilizzata per la creazione e la definizione del background della serie</b>. Gaea è un crogiolo di razze e civiltà con alle spalle un attenta e precisa attenzione ai dettagli. Ogni diversa nazione che ci viene mostrata, dall'agricola Fanelia alla tecnologica Zaibach, dall'europeggiante Asturia al mistico Freid vanta un proprio stile architettonico caratterizzante ed un accurato studio geopolitico che le rende credibili sia in se stesse che nel rapporto con gli stati esteri. Anche il mecha design si adatta a questa varietà di stili differenti, e i designer ci regalano un gran numero di melef e guymelef, dall'Escaflowne allo Sherazade, passando per gli Alseides di Zaibach e per i piccoli Melef di Freid.
Su Gaea non esiste solo la razza umana, sebbene sia quella predominante nella serie in quanto “dominatrice”, ma sono presenti un notevole numero di “sottorazze” di uomini-bestia. Questi uomini-bestia si presentano fisicamente come una via di mezzo tra uomini e animali (si passa dalla ragazza-gatto Merle al soldato-cane Jajuka, dalle gemelle-leopardo Naria ed Eriya agli uomini-lupo di Fanelia), mentre dal punto di visto intellettivo non sembrano in nulla inferiori all'uomo, seppur sia riscontrabile nel loro comportamento una certa attinenza all'animale di riferimento. La presenza degli uomini-bestia e il loro conflittuale rapporto con gli umani permetterà l'inserimento di una delle tematiche più importanti ma meno invasive di <b>Escaflowne</b>, il razzismo, strettamente legato all'inconciliabilità e l'incomunicabilità tra popoli, razze o persone diverse come causa prima della guerra e della sofferenza – tema invece portante della serie.
<b>Ma l'aspetto in cui Escaflowne raggiunge l'eccellenza è probabilmente il comparto audio</b>, affidato ad una talentuosa <i>Yoko Kanno</i> coadiuvata da <i>Hajime Mizoguchi</i>. A partire dall'incredibilmente poetica e delicata opening “<i>Yakusoku wa iranai</i>” (Non ho bisogno di promesse), cantata da un'esordiente <i>Maaya Sakamoto</i> (doppiatrice di Hitomi), l'OST della serie può vantare una gran quantità di sonorità e stili differenti, in modo da adattarsi alla perfezione ad ogni situazione. Musiche delicate per i momenti romantici, più aggressive in occasione delle scene d'azione, fino a raggiungere una potenza espressiva rara grazie alle sinfonie adottate nei possenti scontri tra Guymelef. Degna di nota anche la resa dei rumori di sottofondo, dallo sfregare della spada all'interno del fodero durante la sua estrazione ai rumori meccanici dei mecha, riuscendo così a donare ulteriore profondità alle immagini.
Intorno al duo Van-Hitomi ruotano almeno una decina di personaggi ben definitivi con una propria psicologia e un ruolo ben preciso nella storia; col proseguimento della serie ad ognuno di questi personaggi viene associata una sottotrama a lui legata, che insieme arricchiscono la storia principale risultandone a loro volta arricchite. Spesso alcuni di questi personaggi ricalcano fedelmente i più classici clichè del genere – si pensi ad Allen Crusade Schezar, cavaliere di bell'aspetto, gentile e dai modi raffinati o alla viziata e romantica principessa di Asturia, Millerna Sara Aston; il rischio di cadere negli stereotipi è però vanificato dalla contestualizzazione e dalla graduale ma sempre attenta evoluzione di ogni personaggio. Vi sono poi un gran numero di personaggi secondari e di comparse (soldati, popolani, mercanti, nobili, ecc...) che, sebbene non possano vantare una vera e propria psicologia si comportano in modo credibile e consono al loro ruolo, senza mai fare da “tappezzeria” ma riuscendo a donare ulteriore spessore e realismo al mosaico complessivo. Anzi, sono probabilmente tutti questi personaggi mai banali ad elevare <b>Escaflowne</b>, essendo i due protagonisti Van e Hitomi abbastanza “consueti” nella loro caratterizzazione, oltre che anche abbastanza simili. Entrambi sono dei semplici ragazzi alla ricerca di se stessi, dei loro desideri, dei loro sentimenti, del loro scopo nella vita, all'interno di un mondo, di una guerra, più grande di loro; entrambi sono catapultati al centro degli avvenimenti che stanno sconvolgendo Gaea, in un ambiente alieno e ostile – Hitomi incapace di tornare a casa dalla sua famiglia e dai suoi compagni, Van senza più il suo regno e i suoi sudditi.
Ma <b>Escaflowne</b> non è solo questo: al suo interno trovano posto un <b>gran numero di tematiche e riflessioni</b> più o meno esplicite, alcune spesso solo vagamente accennate nei discorsi di qualche personaggio secondario – ed ecco che ritorna qui la grande importanza del variegato cast della serie. Si parla di razzismo, di schiavitù, di incomunicabilità tra gli uomini come causa prima della guerra e della sofferenza, del valore della vita a partire dalla morte, dell'importanza della pace dal contrasto tra la felicità del quotidiano e il dramma della battaglia, della pericolosità della scienza se incontrollata, di esperimenti umani, del limite della scienza contrapposto al valore del miracolo causato dalle mani dell'uomo, della ricerca di se stessi, dell'importanza della casa e della famiglia, dell'importanza dei propri desideri e tanto altro.
Arrivato in Italia grazie a <b>Dynamic Italia</b> e trasmesso nel contenitore tematico <i>Anime Night</i> su <b>MTV</b> con l' “improprio” titolo <b>I cieli di Escaflowne</b>, l'anime è stato distribuito anche in Home Video prima in VHS e poi in una serie di 5 DVD. Ad un po' di anni di distanza, <b>Dynit</b> ne annuncia una riedizione di lusso in edizione limitata, ripristinando anche il corretto nome internazionale, <b>The Vision of Escaflowne</b>. Le differenze dalla vecchia edizione sono molteplici: prima di tutto il video è preso dai nuovi master restaurati, in grado di garantire una definizione e una pulizia dell'immagine impensabile per i vecchi DVD. Distribuito in un solido cofanetto in ampio formato (21cm x 30cm), insieme ai due box raccoglitori dei 6 dischi contenenti gli episodio abbiamo un settimo DVD di contenuti speciali. Tra questi spiccano le interviste al cast di doppiaggio, agli addetti al design della serie e alle due “menti” di <b>Escaflowne</b>, <i>Kawamori</i> e <i>Akane</i>. Interessante anche l'intervista a <i>Masahiko Minami</i>, produttore della serie; vi sono poi alcuni video musicali, le sigle in molteplici formati, i canonici trailer <b>Dynit</b> e le scene animate tratte dal videogioco. Si passa poi agli extra cartacei, tra cui spicca l'artbook con le illustrazioni di <i>Hiroshi Osaka</i>, direttore dell'animazione a cui fu affidato il non facile compito di adattare per l'animazione i dettagliati artwork originali di <i>Nobuteru Yuki</i>. Vi è poi lo storyboard del primo episodio, una serie di settei preparatori, un libricino contenente diverse informazioni sul mondo di <b>Escaflowne</b> (la “Bibbia di Escaflowne”, che però nulla aggiunge ai booklet presenti nella vecchia versione DVD) e una fedele riproduzione dei Tarocchi di Merlino usati da Hitomi – compresi i vari refusi linguistici (il fusco, il papessa, ecc...).
L'edizione è quindi più che soddisfacente, seppur lontana dall'eccellenza, e risulta quindi un tantino elevato il prezzo di 99.99€, anche se bisogna sempre considerare che si tratta di un'edizione limitata a sole 1000 copie.
Innumerevoli discussioni gli studiosi di estetica hanno fatto e fanno tuttora sulla definizione di capolavoro e sui requisiti necessari affinché un'opera sia degna di fregiarsi di tale titolo. A ben vedere, <b>Escaflowne</b> non ha creato un proprio genere, e nemmeno ha modificato canoni, narrativi o estetici, preesistenti. Forse ha influenzato alcune delle opere a lui successive, personalmente non sono in grado di dirlo, tuttavia <b>Escaflowne</b> è nato e morto con se stesso. È dunque forse improprio parlare di capolavoro. Tuttavia un attento e curato background, un cast di personaggi unico, una grande quantità di temi trattati e di spunti di riflessioni, un comparto tecnico di prim'ordine e, non ultima, una trama incredibilmente appassionante rendono <b>The Vision of Escaflowne</b> una serie degna di essere ricordata e tramandata nel tempo, cosi come una pesantissima pietra di paragone per ogni anime presente e futuro.
I cieli di Escaflowne è un anime in cui si sovrappongono, frullati insieme, generi, o per meglio dire, ambientazioni completamente diverse tra loro; tanto diverse da sembrare poco conciliabili le une rispetto alle altre.
Non mi è mai capitato di vedere (almeno fino ad ora) in uno stesso anime ambientazioni “fantasy”, con corollario di creature non propriamente umane (ma più o meno antropomorfe), mecha da combattimento, città che sembrano la Los Angeles di Balde Runner e altre che sembrano Venezie nel medioevo. E poi: guerrieri con spadoni e macchine volanti, case riscaldate/illuminate da falò e altre con la corrente elettrica; scienza e tecnica, ma anche superstizioni e attività paranormali.
Si potrebbe continuare così ancora per molto, perché se si dovessero elencare tutte le “anomalie” di questa serie ci vorrebbe una recensione a parte. Ma, miracolosamente, tutto questa impalcatura, che sembra debba cadere da un momento all'altro, rimane invece in piedi; anzi, è addirittura, a parer mio, convincente. Non mi hanno affatto disturbato questi apparenti anacronismi, piuttosto li ho trovati quasi naturali: mondo affascinate, quello di Escaflowne.
Se passiamo alla narrazione, la cosa che più mi ha colpito è il ritmo sostenuto (pochi i cali) dalla prima alla 26° puntata, e che accompagna una trama tutto sommato interessante e non priva di qualche spunto interessante.
Se mai, il problema è che il ritmo aumenta vorticosamente nelle ultime puntate, fino a trasformare la narrazione in qualcosa di un po' confuso e pasticciato; le situazioni perdono di verosimiglianza e alcune di esse scadono un filino nel ridicolo (per esempio, quando Itomi torna nel suo mondo, come se nulla fosse, e nessuno pare meravigliarsi della sua lunga assenza).
Ben caratterizzati i personaggi, anche se ho trovato un po' troppo volubile (soprattutto sentimentalmente) la protagonista Itomi. E poi il classico triangolo amoroso Lei-Lui-L'altro, ma con tanta confusione in testa da parte dei protagonisti, che non capiscono più cosa desiderano davvero, alla lunga mi ha un po' stufato.
Anche il chara dei personaggi non mi è piaciuto molto, ma il disegno, per il resto l'ho trovato buono.
Ad ogni modo, personalmente, ho trovato senz'altro più luci che ombre in questo lavoro, per cui il mio giudizio è più che positivo.
Non mi è mai capitato di vedere (almeno fino ad ora) in uno stesso anime ambientazioni “fantasy”, con corollario di creature non propriamente umane (ma più o meno antropomorfe), mecha da combattimento, città che sembrano la Los Angeles di Balde Runner e altre che sembrano Venezie nel medioevo. E poi: guerrieri con spadoni e macchine volanti, case riscaldate/illuminate da falò e altre con la corrente elettrica; scienza e tecnica, ma anche superstizioni e attività paranormali.
Si potrebbe continuare così ancora per molto, perché se si dovessero elencare tutte le “anomalie” di questa serie ci vorrebbe una recensione a parte. Ma, miracolosamente, tutto questa impalcatura, che sembra debba cadere da un momento all'altro, rimane invece in piedi; anzi, è addirittura, a parer mio, convincente. Non mi hanno affatto disturbato questi apparenti anacronismi, piuttosto li ho trovati quasi naturali: mondo affascinate, quello di Escaflowne.
Se passiamo alla narrazione, la cosa che più mi ha colpito è il ritmo sostenuto (pochi i cali) dalla prima alla 26° puntata, e che accompagna una trama tutto sommato interessante e non priva di qualche spunto interessante.
Se mai, il problema è che il ritmo aumenta vorticosamente nelle ultime puntate, fino a trasformare la narrazione in qualcosa di un po' confuso e pasticciato; le situazioni perdono di verosimiglianza e alcune di esse scadono un filino nel ridicolo (per esempio, quando Itomi torna nel suo mondo, come se nulla fosse, e nessuno pare meravigliarsi della sua lunga assenza).
Ben caratterizzati i personaggi, anche se ho trovato un po' troppo volubile (soprattutto sentimentalmente) la protagonista Itomi. E poi il classico triangolo amoroso Lei-Lui-L'altro, ma con tanta confusione in testa da parte dei protagonisti, che non capiscono più cosa desiderano davvero, alla lunga mi ha un po' stufato.
Anche il chara dei personaggi non mi è piaciuto molto, ma il disegno, per il resto l'ho trovato buono.
Ad ogni modo, personalmente, ho trovato senz'altro più luci che ombre in questo lavoro, per cui il mio giudizio è più che positivo.
Con quest'opera ci troviamo davanti a un capolavoro che riesce a unire ambientazioni fantasy e robotiche, condendo il tutto con tipiche storie di cappa e spada, senza però risultare mai banale e noioso.
I punti di forza sono tantissimi: la storia, particolare e piena di sorprese, animazioni insuperabili e accuratissime nei particolari, personaggi ben caratterizzati distanti dai classici stereotipi del genere.
La cosa che mi ha affascinata di più di quest'anime è stata il tema trattato nell'ultimo episodio, in cui sembra davvero che l'unico desiderio e destino degli uomini sia quello di combattere tra di loro. Da questo punto di vista, nell'anime è messo in luce un messaggio di pace e libertà, mortalmente stanco della guerra.
Splendido!
I punti di forza sono tantissimi: la storia, particolare e piena di sorprese, animazioni insuperabili e accuratissime nei particolari, personaggi ben caratterizzati distanti dai classici stereotipi del genere.
La cosa che mi ha affascinata di più di quest'anime è stata il tema trattato nell'ultimo episodio, in cui sembra davvero che l'unico desiderio e destino degli uomini sia quello di combattere tra di loro. Da questo punto di vista, nell'anime è messo in luce un messaggio di pace e libertà, mortalmente stanco della guerra.
Splendido!
Il genere fantasy con l'aggiunta dei robots non è proprio il mio genere, perciò non so come ho iniziato ad appassionarmi ai Cieli di Escaflowne. So soltanto che ad ogni episodio mi piaceva sempre di più e fino all'ultimo mi ha incantato la storia d'amore tra Hitomi e Van in quel mondo parallelo e ho tifato per lei, perchè restasse per sempre con Van...
Mi sono emozionata e mi sono divertita, quindi il voto è meritatissimo! I disegni sono ben fatti, unico neo forse gli occhi, ma a lungo andare non ci fai nemmeno più caso. La storia è strutturata bene e ti lascia con il fiato sospeso in diverse occasioni. Un anime tutto da gustare per gli amanti del genere, che sapranno apprezzare certamente meglio di me i combattimenti tra i robot.
Mi sono emozionata e mi sono divertita, quindi il voto è meritatissimo! I disegni sono ben fatti, unico neo forse gli occhi, ma a lungo andare non ci fai nemmeno più caso. La storia è strutturata bene e ti lascia con il fiato sospeso in diverse occasioni. Un anime tutto da gustare per gli amanti del genere, che sapranno apprezzare certamente meglio di me i combattimenti tra i robot.
I cieli di Escaflowne, o per meglio dire Tenkū no Esukafurōne che in verità significa Escaflowne del cielo, è una serie animata di 26 episodi realizzata ormai più di 10 anni addietro dalla rinomata Sunrise. In Italia è possibile trovare la versione dvd editata dalla Dynit.
Ad assumere il ruolo di protagonista della storia è Hitomi Kanzaki, un’ adolescente come tante alle prese con i suoi impegni sportivi e con le prime pene d’amore. A rendere Hitomi ‘diversa’ è però la sua capacità di leggere i tarocchi, una capacità che a volte trascende le carte e la porta ad avere visioni di un futuro destinato ad avverarsi. Improvvisamente a sconvolgere la vita della ragazza sarà però l’improvvisa comparsa del giovane Van, impegnato in una lotta all’ultimo sangue con un drago, una sequenza di eventi che porteranno Hitomi nel misterioso di Gaea, un mondo in cui la Terra appare ben visibile in cielo come fosse una luna. Gaea è un mondo dominato dalla guerra, una realtà a forti tinte medioevali in cui si distingue l’impero di Zeibach, possessore di una superiorità tecnologica schiacciante. Alla povera Hitomi non resta altro che seguire lo scontroso Van, sperando di poter trovare un modo per lasciare quel mondo che non le appartiene. La soluzione invero non sarà così facile e volente o nolente Hitomi sarà costretta ad affiancare Van nella cruenta battaglia contro Zeibach, una guerra che infine li porterà a scoprire i segreti di Gaea e del suo passato.
Escaflowne sostanzialmente si potrebbe ricondurre al genere fantasy, poiché sia l’ambientazione che la storia depongono in tal senso, tuttavia quest’aspetto si fonde con alcuni elementi di natura ‘fantascientifica’, su tutti si può pensare alla presenza dei mecha o delle fortezze volanti. Più in generale la stessa storia in fondo si dimostra essere una commistione tra i due elementi e la cosa in un certo modo risulta appalesarsi nella figura dell’impero di Zeibach e del suo imperatore. Lo stile è quello tipico della Sunrise; sebbene all’inizio vi sia una netta contrapposizione tra bene e male ( bianco e nero ), progressivamente si assiste ad una lenta ‘scoloritura’ che porta all’emersione di un grigio dominante. Tentando di spiegare meglio la mia affermazione si può dire che, come tradizione Sunrise, non esistono buoni assolutamente buoni e cattivi assolutamente cattivi; le loro azioni, i loro moventi, dipingono invece una realtà più fluida, non fatta di nette e rigide contrapposizioni.
Passando ai personaggi la loro caratterizzazione è nella norma, in questo senso non mi sento di lodare in particolar modo Escaflowne. È condivisibile l’idea di rappresentare Hitomi come una ragazza spaventata, ma a volte gli autori tirano troppo la corda facendola apparire fin troppo ‘lamentosa’. Van si potrebbe quasi definire un modello di tsundere al maschile e anche nel suo caso a volte si accentua troppo la sua scontrosità. Per chiudere invece credo siano molto interessanti e ben fatti i personaggi di Allen Schezar e quello dell’imperturbabile stratega di Zaibach, Folken.
La qualità dell’animazione è buona e va comunque rimarcato che l’opera in questione è datata 1996, pertanto, facendo i dovuti rapporti, si può dire che Escaflowne fu l’indubbio risultato di un lavoro di notevole spessore. Il doppiaggio italiano mi è parso decente, insomma si potrebbe dire senza infamia e senza lode.
In chiusura Tenkū no Esukafurōne è un anime che mi sento di consigliare in particolar modo agli amanti delle storie fantasy e perché no anche di mecha, più in generale comunque credo che la storia gradevole e i molti intrecci tra i personaggi siano tali da renderlo adatto e piacevole per chiunque. Un appunto si potrebbe muovere al finale che, senza anticipare nulla, mi ha in parte deluso, forse anche per l’eccessiva fretta con cui è stato liquidato. In quest’ottica va detto che la Sunrise in seguito realizzò un film in cui le vicende finali sono state rielaborate e modificate; di quest’ultimo tuttavia ad oggi non esiste la versione italiana.
Ad assumere il ruolo di protagonista della storia è Hitomi Kanzaki, un’ adolescente come tante alle prese con i suoi impegni sportivi e con le prime pene d’amore. A rendere Hitomi ‘diversa’ è però la sua capacità di leggere i tarocchi, una capacità che a volte trascende le carte e la porta ad avere visioni di un futuro destinato ad avverarsi. Improvvisamente a sconvolgere la vita della ragazza sarà però l’improvvisa comparsa del giovane Van, impegnato in una lotta all’ultimo sangue con un drago, una sequenza di eventi che porteranno Hitomi nel misterioso di Gaea, un mondo in cui la Terra appare ben visibile in cielo come fosse una luna. Gaea è un mondo dominato dalla guerra, una realtà a forti tinte medioevali in cui si distingue l’impero di Zeibach, possessore di una superiorità tecnologica schiacciante. Alla povera Hitomi non resta altro che seguire lo scontroso Van, sperando di poter trovare un modo per lasciare quel mondo che non le appartiene. La soluzione invero non sarà così facile e volente o nolente Hitomi sarà costretta ad affiancare Van nella cruenta battaglia contro Zeibach, una guerra che infine li porterà a scoprire i segreti di Gaea e del suo passato.
Escaflowne sostanzialmente si potrebbe ricondurre al genere fantasy, poiché sia l’ambientazione che la storia depongono in tal senso, tuttavia quest’aspetto si fonde con alcuni elementi di natura ‘fantascientifica’, su tutti si può pensare alla presenza dei mecha o delle fortezze volanti. Più in generale la stessa storia in fondo si dimostra essere una commistione tra i due elementi e la cosa in un certo modo risulta appalesarsi nella figura dell’impero di Zeibach e del suo imperatore. Lo stile è quello tipico della Sunrise; sebbene all’inizio vi sia una netta contrapposizione tra bene e male ( bianco e nero ), progressivamente si assiste ad una lenta ‘scoloritura’ che porta all’emersione di un grigio dominante. Tentando di spiegare meglio la mia affermazione si può dire che, come tradizione Sunrise, non esistono buoni assolutamente buoni e cattivi assolutamente cattivi; le loro azioni, i loro moventi, dipingono invece una realtà più fluida, non fatta di nette e rigide contrapposizioni.
Passando ai personaggi la loro caratterizzazione è nella norma, in questo senso non mi sento di lodare in particolar modo Escaflowne. È condivisibile l’idea di rappresentare Hitomi come una ragazza spaventata, ma a volte gli autori tirano troppo la corda facendola apparire fin troppo ‘lamentosa’. Van si potrebbe quasi definire un modello di tsundere al maschile e anche nel suo caso a volte si accentua troppo la sua scontrosità. Per chiudere invece credo siano molto interessanti e ben fatti i personaggi di Allen Schezar e quello dell’imperturbabile stratega di Zaibach, Folken.
La qualità dell’animazione è buona e va comunque rimarcato che l’opera in questione è datata 1996, pertanto, facendo i dovuti rapporti, si può dire che Escaflowne fu l’indubbio risultato di un lavoro di notevole spessore. Il doppiaggio italiano mi è parso decente, insomma si potrebbe dire senza infamia e senza lode.
In chiusura Tenkū no Esukafurōne è un anime che mi sento di consigliare in particolar modo agli amanti delle storie fantasy e perché no anche di mecha, più in generale comunque credo che la storia gradevole e i molti intrecci tra i personaggi siano tali da renderlo adatto e piacevole per chiunque. Un appunto si potrebbe muovere al finale che, senza anticipare nulla, mi ha in parte deluso, forse anche per l’eccessiva fretta con cui è stato liquidato. In quest’ottica va detto che la Sunrise in seguito realizzò un film in cui le vicende finali sono state rielaborate e modificate; di quest’ultimo tuttavia ad oggi non esiste la versione italiana.
Titolo divenuto di culto, e non a caso.
La storia di Hitomi, pur prendendo avvio da uno spunto non proprio originale come il "viaggio in un altro mondo", si sviluppa in maniera magistrale, con un crescendo emotivo e di tensione narrativa fino allo splendido finale, e ha pochi eguali tra le opere del suo genere. I caratteri ben definiti ma in continua evoluzione dei personaggi principali della serie (in particolar modo Hitomi, Van e Allen) diventano così familiari che è difficile separarsene una volta terminato l'ultimo episodio. L'intensità è tale che anche gli spettatori più impassibili ne verranno catturati.
La trama è ben congegnata e funziona come un meccanismo ad orologeria: tutto si incastra alla perfezione, niente è superfluo, nulla viene lasciato al caso.
Tecnicamente l'opera è più che buona: le animazioni sono fluide, e l'attenzione media per i dettagli più che soddisfacente. Particolarmente efficaci soprattutto le scene di battaglia tra guymelef, guidate da una regia molto spettacolare e "cinematografica". Caratteristico e originale il character design di Nobuteru Yuuki. Splendido anche il mecha design.
E veniamo alla colonna sonora, uno dei maggiori punti di forza dell'opera. Composta per la maggior parte da Yoko Kanno ed eseguita dalla Filarmonica di Varsavia, è senza dubbio una delle migliori colonne sonore "orchestrali" mai scritte per un anime. Trascinanti alcuni pezzi che fanno da sottofondo alle battaglie, come "Epistle" e il famosissimo "Dance of Curse". Ma moltissimi brani meriterebbero menzione, qui ne cito solo alcuni: "Gloria", "Shrilly", "Farewell" (meraviglioso), "Angel", "Flying Dragon", "Cradle Song", "Memory of Fanelia", e tanti altri.
A chi ha la possibilità consiglio di seguire l'anime col doppiaggio originale, molto ben realizzato. Tra i doppitaori spicca Maaya Sakamoto, voce di Hitomi, che canta anche la maggior parte delle canzoni presenti nella serie (delle quali la migliore è senza dubbio "Hikari no naka e"), oltre alla bella sigla di apertura "Yakusoku wa iranai".
In una parola: indimenticabile.
La storia di Hitomi, pur prendendo avvio da uno spunto non proprio originale come il "viaggio in un altro mondo", si sviluppa in maniera magistrale, con un crescendo emotivo e di tensione narrativa fino allo splendido finale, e ha pochi eguali tra le opere del suo genere. I caratteri ben definiti ma in continua evoluzione dei personaggi principali della serie (in particolar modo Hitomi, Van e Allen) diventano così familiari che è difficile separarsene una volta terminato l'ultimo episodio. L'intensità è tale che anche gli spettatori più impassibili ne verranno catturati.
La trama è ben congegnata e funziona come un meccanismo ad orologeria: tutto si incastra alla perfezione, niente è superfluo, nulla viene lasciato al caso.
Tecnicamente l'opera è più che buona: le animazioni sono fluide, e l'attenzione media per i dettagli più che soddisfacente. Particolarmente efficaci soprattutto le scene di battaglia tra guymelef, guidate da una regia molto spettacolare e "cinematografica". Caratteristico e originale il character design di Nobuteru Yuuki. Splendido anche il mecha design.
E veniamo alla colonna sonora, uno dei maggiori punti di forza dell'opera. Composta per la maggior parte da Yoko Kanno ed eseguita dalla Filarmonica di Varsavia, è senza dubbio una delle migliori colonne sonore "orchestrali" mai scritte per un anime. Trascinanti alcuni pezzi che fanno da sottofondo alle battaglie, come "Epistle" e il famosissimo "Dance of Curse". Ma moltissimi brani meriterebbero menzione, qui ne cito solo alcuni: "Gloria", "Shrilly", "Farewell" (meraviglioso), "Angel", "Flying Dragon", "Cradle Song", "Memory of Fanelia", e tanti altri.
A chi ha la possibilità consiglio di seguire l'anime col doppiaggio originale, molto ben realizzato. Tra i doppitaori spicca Maaya Sakamoto, voce di Hitomi, che canta anche la maggior parte delle canzoni presenti nella serie (delle quali la migliore è senza dubbio "Hikari no naka e"), oltre alla bella sigla di apertura "Yakusoku wa iranai".
In una parola: indimenticabile.
Un giorno come un altro quello della quindicenne Hitomi: gli allenamenti di atletica dopo le lezioni, le chiacchiere con l’amica del cuore Yukari, i consigli dell’amato sempai Amano, però…lui sta per trasferirsi all’estero perciò non le resta che affrontare la dura sfida con se stessa per trovare il coraggio di dichiarargli i suoi sentimenti.
Ma ad un passo dall’agognato traguardo (l’abbraccio e il bacio del sempai) ecco che si ritrova sospesa dentro ad una colonna di luce insieme ad un misterioso ragazzo cacciatore di draghi e…
“È stato un sogno? O forse un’illusione?” Queste le prime parole di Hitomi quando i suoi piedi ritoccano il suolo. Poi, alzando lo sguardo al cielo: la luna e…la Terra…
“Benvenuta su Gaia, ragazza della Luna dell’Illusione!”
Gaia.
Il pianeta creato dai discendenti di Atlantide, la Stirpe dei draghi Divini, fuggiti dalla Terra per avere un destino migliore.
Gaia.
Un pianeta abbrutito dalla guerra per colpa di Dornkirk, imperatore di Zaibach, che vuole controllare il futuro del mondo attraverso la macchina di predizione del destino da lui stesso creata e in grado di realizzare tutti i desideri degli uomini.
Ma l’arrivo di Hitomi, col suo potere di chiaroveggenza e lo strano ciondolo affidatole dalla nonna, sembra sia in grado di sconvolgere ogni previsione.
Intrecciando le vite di numerosi personaggi si arriva inevitabilmente allo scontro, ma esiste sempre una forza che riesce a sconfiggere tutto il resto.
Questo è il vero potere di Hitomi, a lei ed ai suoi compagni il compito di capirlo!
Le vicende degli abitanti di Gaia vengono raccontate in 26 episodi e non è difficile trovare una somiglianza con gli avvenimenti del nostro secolo e farne monito.
Ogni racconto è abbinato a uno degli arcani maggiori ed è ricco di pathos. Devo confessare che alla prima trasmissione su MTV non ero rimasta molto colpita e non l'avevo seguito regolarmente, ma la curiosità latente rimastami addosso mi ha spinta a recuperare la serie ed il destino ha colpito! È diventato impossibile staccarsi dallo schermo dopo aver visto il primo episodio: vuoi inevitabilmente sapere cosa accadrà dopo, perché non è così facile immaginarlo… Niente è scontato, soprattutto il finale che, in un’inguaribile romantica sognatrice come me ha lasciato un po’ di amarezza, ma anche la speranza di un seguito!
Il character design dei personaggi non è dei più accattivanti, ma la loro caratterizzazione psicologica lo fa passare ben presto in secondo piano. Mentre per Hitomi il viaggio servirà anche a farle capire quali sono i sentimenti che prova verso il sempai Amano e quelli della sua migliore amica Yukari, Van compirà una vera e propria evoluzione sentimentale e comportamentale grazie alle battaglie che si troverà ad affrontare ed ai personaggi che gli si affiancheranno. Particolare (ed il mio preferito) Folken con le gemelle Eriya e Naria, nonchè i Dragon Slayers e, nella sua pazzia inconsapevole, ci si affeziona anche a Dilandau!
Di Tenkuu no Escaflowne (The Vision of Escaflowne, I Cieli di Escaflowne) esiste anche un film (A girl in Gaea) che non è un seguito, appunto, della serie, né una storia alternativa, ma una sorta di riassunto (tutta la trama si svolge in 90 minuti ca) con qualche obbligato alleggerimento dei protagonisti.
In entrambe le versioni ammirabile è la cura dei dettagli dedicata ai paesaggi, ai personaggi e soprattutto alle scene di battaglia: tecniche di combattimento, armi e guymelef.
Vero fiore all’occhiello sia della serie, sia del film è però la colonna sonora.
Curata magistralmente da Yoko Kanno (Cowboy Bebop, Wolf’s Rain, Ghost in the Shell) che ha al suo “servizio” la magica voce di Maaya Sakamoto, la musica sottolinea alla perfezione gli stati d’animo dei personaggi e, soprattutto, degli spettatori. Il coinvolgimento è assicurato.
Non mi resta che augurare a tutti buona… Illusione!
Ma ad un passo dall’agognato traguardo (l’abbraccio e il bacio del sempai) ecco che si ritrova sospesa dentro ad una colonna di luce insieme ad un misterioso ragazzo cacciatore di draghi e…
“È stato un sogno? O forse un’illusione?” Queste le prime parole di Hitomi quando i suoi piedi ritoccano il suolo. Poi, alzando lo sguardo al cielo: la luna e…la Terra…
“Benvenuta su Gaia, ragazza della Luna dell’Illusione!”
Gaia.
Il pianeta creato dai discendenti di Atlantide, la Stirpe dei draghi Divini, fuggiti dalla Terra per avere un destino migliore.
Gaia.
Un pianeta abbrutito dalla guerra per colpa di Dornkirk, imperatore di Zaibach, che vuole controllare il futuro del mondo attraverso la macchina di predizione del destino da lui stesso creata e in grado di realizzare tutti i desideri degli uomini.
Ma l’arrivo di Hitomi, col suo potere di chiaroveggenza e lo strano ciondolo affidatole dalla nonna, sembra sia in grado di sconvolgere ogni previsione.
Intrecciando le vite di numerosi personaggi si arriva inevitabilmente allo scontro, ma esiste sempre una forza che riesce a sconfiggere tutto il resto.
Questo è il vero potere di Hitomi, a lei ed ai suoi compagni il compito di capirlo!
Le vicende degli abitanti di Gaia vengono raccontate in 26 episodi e non è difficile trovare una somiglianza con gli avvenimenti del nostro secolo e farne monito.
Ogni racconto è abbinato a uno degli arcani maggiori ed è ricco di pathos. Devo confessare che alla prima trasmissione su MTV non ero rimasta molto colpita e non l'avevo seguito regolarmente, ma la curiosità latente rimastami addosso mi ha spinta a recuperare la serie ed il destino ha colpito! È diventato impossibile staccarsi dallo schermo dopo aver visto il primo episodio: vuoi inevitabilmente sapere cosa accadrà dopo, perché non è così facile immaginarlo… Niente è scontato, soprattutto il finale che, in un’inguaribile romantica sognatrice come me ha lasciato un po’ di amarezza, ma anche la speranza di un seguito!
Il character design dei personaggi non è dei più accattivanti, ma la loro caratterizzazione psicologica lo fa passare ben presto in secondo piano. Mentre per Hitomi il viaggio servirà anche a farle capire quali sono i sentimenti che prova verso il sempai Amano e quelli della sua migliore amica Yukari, Van compirà una vera e propria evoluzione sentimentale e comportamentale grazie alle battaglie che si troverà ad affrontare ed ai personaggi che gli si affiancheranno. Particolare (ed il mio preferito) Folken con le gemelle Eriya e Naria, nonchè i Dragon Slayers e, nella sua pazzia inconsapevole, ci si affeziona anche a Dilandau!
Di Tenkuu no Escaflowne (The Vision of Escaflowne, I Cieli di Escaflowne) esiste anche un film (A girl in Gaea) che non è un seguito, appunto, della serie, né una storia alternativa, ma una sorta di riassunto (tutta la trama si svolge in 90 minuti ca) con qualche obbligato alleggerimento dei protagonisti.
In entrambe le versioni ammirabile è la cura dei dettagli dedicata ai paesaggi, ai personaggi e soprattutto alle scene di battaglia: tecniche di combattimento, armi e guymelef.
Vero fiore all’occhiello sia della serie, sia del film è però la colonna sonora.
Curata magistralmente da Yoko Kanno (Cowboy Bebop, Wolf’s Rain, Ghost in the Shell) che ha al suo “servizio” la magica voce di Maaya Sakamoto, la musica sottolinea alla perfezione gli stati d’animo dei personaggi e, soprattutto, degli spettatori. Il coinvolgimento è assicurato.
Non mi resta che augurare a tutti buona… Illusione!
Una ragazza sta correndo. E' nel cortile del suo liceo, ad incitarla la sua migliore amica e il suo allenatore. Il cuore le batte forte, non per la corsa ma perchè sta incrociando lo sguardo del suo senpai mentre questo per tenere il tempo fa ondeggiare un ciondolo che curiosamente compie una oscillazione al secondo. All'improvviso una luce, uno spadaccino, un drago piombano su Hitomi che in quel momento viene scaraventata in un mondo lontano, ma non troppo, dal suo. Hitomi alza lo sguardo al cielo, vede due corpi celesti, la Luna e la Terra, che qui chiamano Luna dell'illusione. Il mondo si chiama Gaea, un luogo squarciato da un conflitto planetario di cui Hitomi sarà presto l'elemento decisivo.
Nel 1995 il capolavoro di Anno aveva segnato per sempre il mondo dell'animazione. Qualunque produzione successiva che avesse voluto puntare ad un target "maturo" si sarebbe dovuta necessariamente confrontare con gli altissimi standard fissati da NGE. Nel 1996 la SUNRISE impara bene la lezione e produce "i Cieli di Escaflowne" (Tenkū no Esukafurōne). Il punto di forza di questo progetto sta nel rifiuto all'appiattimento e alla fossilizzazione cui il soggetto iniziale, visto e rivisto, avrebbe potuto portare. Anzi, dietro di questo si nasconde una volontà costante di innovazione e sperimentazione che si manifesta nella presenza di vari generi all'interno dell'opera, senza peraltro che nessuno di essi prenda mai il sopravvento.
Anche per questo è un anime di difficile collocazione. Sicuramente è un fantasy, e le ambientazioni medievali ce ne danno conferma, ma questo è solo il punto di partenza. A scene di battaglia abbastanza crude si accompagnano i rapporti sentimentali tra i protagonisti, mai scontati anche se relegati ad una dimensione "platonica" che potrebbe alla lunga dare fastidio. Ma il vero colpo di genio sono i Guymelef, più che semplici mecha, degli esseri senzienti legati strettamente al loro pilota, uno su tutti l'Escaflowne del re Van, intorno a cui ruotano le vicende. Evidentemente non è più possibile trattare i robottoni come semplici macchine da battaglia. Il rapporto viscerale uomo-macchina si manifesta attraverso un patto di sangue che lega i due esseri anche dopo la loro separazione.
Altro retaggio "evangelico" è una buona caratterizzazione dei personaggi, forse non memorabili, ma degni di nota. C'è l'eroina di buon cuore, sensibile e pacifista, combattuta tra il desiderio di tornare a casa e il senso di giustizia che la spinge a restare con i compagni. I migliori caratteri sono però quelli secondari, non tanto dei difensori alleati di Hitomi, quanto dei nemici, ognuno dei quali, anche il più insospettabile, possiede grande umanità. Su tutti loro aleggia poi come un fantasma il destino, inteso come presenza opprimente nelle decisioni e nello svolgimento degli eventi e nel difficile connubio tra predestinazione e libero arbitrio. Non a caso poi all'inizio di ogni puntata c'è una diversa carta dei tarocchi.
Le musiche si devono solo e semplicemente applaudire. Coinvolgenti, epiche, perfette; dalla opening di Yoko Kanno, che poi si sarebbe superata in Cowboy Bebop, ai canti gregoriani nelle scene di battaglia. L'animazione è praticamente perfetta, mentre il design soffre forse di una ricerca eccessiva di caratterizzazione dei personaggi, che riesce nel suo intento ma rende le figure troppo spigolose.
Nel 1995 il capolavoro di Anno aveva segnato per sempre il mondo dell'animazione. Qualunque produzione successiva che avesse voluto puntare ad un target "maturo" si sarebbe dovuta necessariamente confrontare con gli altissimi standard fissati da NGE. Nel 1996 la SUNRISE impara bene la lezione e produce "i Cieli di Escaflowne" (Tenkū no Esukafurōne). Il punto di forza di questo progetto sta nel rifiuto all'appiattimento e alla fossilizzazione cui il soggetto iniziale, visto e rivisto, avrebbe potuto portare. Anzi, dietro di questo si nasconde una volontà costante di innovazione e sperimentazione che si manifesta nella presenza di vari generi all'interno dell'opera, senza peraltro che nessuno di essi prenda mai il sopravvento.
Anche per questo è un anime di difficile collocazione. Sicuramente è un fantasy, e le ambientazioni medievali ce ne danno conferma, ma questo è solo il punto di partenza. A scene di battaglia abbastanza crude si accompagnano i rapporti sentimentali tra i protagonisti, mai scontati anche se relegati ad una dimensione "platonica" che potrebbe alla lunga dare fastidio. Ma il vero colpo di genio sono i Guymelef, più che semplici mecha, degli esseri senzienti legati strettamente al loro pilota, uno su tutti l'Escaflowne del re Van, intorno a cui ruotano le vicende. Evidentemente non è più possibile trattare i robottoni come semplici macchine da battaglia. Il rapporto viscerale uomo-macchina si manifesta attraverso un patto di sangue che lega i due esseri anche dopo la loro separazione.
Altro retaggio "evangelico" è una buona caratterizzazione dei personaggi, forse non memorabili, ma degni di nota. C'è l'eroina di buon cuore, sensibile e pacifista, combattuta tra il desiderio di tornare a casa e il senso di giustizia che la spinge a restare con i compagni. I migliori caratteri sono però quelli secondari, non tanto dei difensori alleati di Hitomi, quanto dei nemici, ognuno dei quali, anche il più insospettabile, possiede grande umanità. Su tutti loro aleggia poi come un fantasma il destino, inteso come presenza opprimente nelle decisioni e nello svolgimento degli eventi e nel difficile connubio tra predestinazione e libero arbitrio. Non a caso poi all'inizio di ogni puntata c'è una diversa carta dei tarocchi.
Le musiche si devono solo e semplicemente applaudire. Coinvolgenti, epiche, perfette; dalla opening di Yoko Kanno, che poi si sarebbe superata in Cowboy Bebop, ai canti gregoriani nelle scene di battaglia. L'animazione è praticamente perfetta, mentre il design soffre forse di una ricerca eccessiva di caratterizzazione dei personaggi, che riesce nel suo intento ma rende le figure troppo spigolose.
Che capolavoro questo Escaflowne, che poesia, e che meraviglia. Lo vidi tanto tempo fa su MTV, ma ho deciso di rivederlo più e più volte in questi anni, perchè è un titolo che merita, anzi, forse l'anime fantasy classico più grande di sempre, in attesa che il nuovo e scalpitante Guin Saga si faccia avanti e mostri le sue potenzialità.
I cieli di Escaflowne ha proprio il sapore del classico capolavoro anni 90, e il cast è di tutto rispetto: il chara design, da alcuni criticato perchè troppo spigoloso o estremo, rende però perfettamente la mimica, il carattere e l'attitudine dei protagonisti, e fra l'altro è stato ideato dallo stesso creatore/designer dei personaggi di Chrono Cross, famoso videogioco made SquareSoft per ps1. A partire dalla opening, coinvolgente e orecchiabile, a finire dalla ending, forse il pezzo sonoro meno interessante di tutta l'opera, l'intera colonna sonora è forse il pezzo forte dell'anime: riesce a dare ad ogni momento una carica emotiva, sia sentimentale, che drammatica, o eroica, a seconda delle scene, e ne consiglio vivamente l'acquisto, perchè non riuscirete più a smettere di ascoltarla; un misto di musica sinfonica, canti gregoriani e musica classica a dir poco meravigliose.
La trama, inizialmente semplice e più che classica, parla di Hitomi, una ragazza liceale del Giappone, che si diverte nel leggere le carte (tarocchi, per intenderci), ed è segretamente innamorata di un suo sempai. La sua amica del cuore, anch'ella innamorata di questo ragazzo, ha però molto a cuore Hitomi, e vorrebbe spingerla a confessarsi prima che il sempai lasci la scuola e si trasferisca altrove. Tutto pare andare per il verso giusto, quando una sera, sul tardi, Hitomi, rimasta a scuola apposta per incontrare il sempai (che di nome fa Amano), è testimone di un incontro pazzesco quanto surreale: un drago dalle fattezze mostruose compare dal nulla, inseguito da un cavaliere giovanissimo e molto abile, di nome Van. Questo sarà l'inizio di una vicenda movimentata, piena di colpi di scena e intrisa di mistero, amore, drammaticità e anche accenni filosofici piuttosto singolari. Hitomi sarà costretta ad abbandonare la "luna dell'illusione", e vivrà su Gaia un'avventura inimmaginabile, un fantasy classico adatto a tutti i fan del genere, con personaggi carismatici, quasi calamitanti. Fra questi, vorrei sottolineare la bravura e il talento dei creatori nel rendere la figura di Folken, un vero e proprio pilastro della storia, una figura a metà fra luci e ombre, dotato di un carisma incredibile e un chara design assolutamente divino.
La vicenda si svolgerà in un climax crescente con colpi di scena a ripetizione, passando anche per momenti romantici e struggenti, per terminare la sua corsa in un finale, che onestamente, mi ha lasciato un gran amaro in bocca. Probabilmente un finale adatto a tutta la storia, ma che forse, molti spettatori come me, speravano potesse prendere una piega differente.
In definitiva, un capolavoro sotto tutti gli aspetti, nonostante i dialoghi (tradotti in italiano) risultino a volte tediosi e ripetitivi. Per chi li critica in generale, inviterei queste persone a soffermarsi sull'eleganza, l'aulica e la sontuosità dell'esprimersi di personaggi come Allen Chezar o lo stesso Sommo Folken, dialoghi degni di un film in costume o di un dramma Shakespeariano. Assolutamente da vedere, gustare, assaporare con calma.
I cieli di Escaflowne ha proprio il sapore del classico capolavoro anni 90, e il cast è di tutto rispetto: il chara design, da alcuni criticato perchè troppo spigoloso o estremo, rende però perfettamente la mimica, il carattere e l'attitudine dei protagonisti, e fra l'altro è stato ideato dallo stesso creatore/designer dei personaggi di Chrono Cross, famoso videogioco made SquareSoft per ps1. A partire dalla opening, coinvolgente e orecchiabile, a finire dalla ending, forse il pezzo sonoro meno interessante di tutta l'opera, l'intera colonna sonora è forse il pezzo forte dell'anime: riesce a dare ad ogni momento una carica emotiva, sia sentimentale, che drammatica, o eroica, a seconda delle scene, e ne consiglio vivamente l'acquisto, perchè non riuscirete più a smettere di ascoltarla; un misto di musica sinfonica, canti gregoriani e musica classica a dir poco meravigliose.
La trama, inizialmente semplice e più che classica, parla di Hitomi, una ragazza liceale del Giappone, che si diverte nel leggere le carte (tarocchi, per intenderci), ed è segretamente innamorata di un suo sempai. La sua amica del cuore, anch'ella innamorata di questo ragazzo, ha però molto a cuore Hitomi, e vorrebbe spingerla a confessarsi prima che il sempai lasci la scuola e si trasferisca altrove. Tutto pare andare per il verso giusto, quando una sera, sul tardi, Hitomi, rimasta a scuola apposta per incontrare il sempai (che di nome fa Amano), è testimone di un incontro pazzesco quanto surreale: un drago dalle fattezze mostruose compare dal nulla, inseguito da un cavaliere giovanissimo e molto abile, di nome Van. Questo sarà l'inizio di una vicenda movimentata, piena di colpi di scena e intrisa di mistero, amore, drammaticità e anche accenni filosofici piuttosto singolari. Hitomi sarà costretta ad abbandonare la "luna dell'illusione", e vivrà su Gaia un'avventura inimmaginabile, un fantasy classico adatto a tutti i fan del genere, con personaggi carismatici, quasi calamitanti. Fra questi, vorrei sottolineare la bravura e il talento dei creatori nel rendere la figura di Folken, un vero e proprio pilastro della storia, una figura a metà fra luci e ombre, dotato di un carisma incredibile e un chara design assolutamente divino.
La vicenda si svolgerà in un climax crescente con colpi di scena a ripetizione, passando anche per momenti romantici e struggenti, per terminare la sua corsa in un finale, che onestamente, mi ha lasciato un gran amaro in bocca. Probabilmente un finale adatto a tutta la storia, ma che forse, molti spettatori come me, speravano potesse prendere una piega differente.
In definitiva, un capolavoro sotto tutti gli aspetti, nonostante i dialoghi (tradotti in italiano) risultino a volte tediosi e ripetitivi. Per chi li critica in generale, inviterei queste persone a soffermarsi sull'eleganza, l'aulica e la sontuosità dell'esprimersi di personaggi come Allen Chezar o lo stesso Sommo Folken, dialoghi degni di un film in costume o di un dramma Shakespeariano. Assolutamente da vedere, gustare, assaporare con calma.
I cieli di Escalowne è una storia dal sapore epico, inconfondibile, una vera manna per gli appassionati dei mecha. In questa fantastica storia vengono narrate le vicende di una ragazza che verrà ad essere catapultata in un'altro mondo, differente dal suo, dove imperversano aspri conflitti fra le varie fazioni che ne detengono il potere.
Hitomi, inizierà così a conoscere poco a poco le dinamiche che muovono gli eventi su questo nuovo mondo. Per scoprire come poter tornare a casa, Hitomi inizia un viaggio in lungo e in largo per il mondo di Gaea dopo aver conosciuto Van, un principe di uno dei paesi distrutti dall'impero di Zeibach. Grazie ad alleanza, amici e non i due si troveranno ad affrontare tutti i potenti il cui unico scopo è il dominio incontrastato delle terre di Gaea. Contemporaneamente, come ogni storia che si rispetti vengono tratti in ballo spesso e volentieri i sentimenti che accomunano i due ragazzi. Essi sollecitati dalle vicende spesso crudeli a cui devono assistere, ed allo stare spesso fianco a fianco, si renderanno conto di provare l'uno un qualcosa per l'altro. Sullo sfondo di questi sentimenti, battaglie, politica ed imbrogli internazionali, si snoda la figura misteriosa del mito di Atlantide, che riesce a conferire un aura mistica alla trama. La trama risulta spesso avvolgente, anche se presenta alcuni bruschi cali di mordente; in essa sono presenti moltissimi elementi di ottimo livello su cui poter riflettere. Uno su tutti la provenienza stessa dell'Escaflowne, il perché esso è una macchina così potente e particolare, e molte altre tematiche legate al passato di Gaea stessa. La caratterizzazione di tutti i personaggi principali e non è delle più felici; tutti indistintamente sono curati nel dettaglio e psicologicamente e caratterialmente, è difficile trovare due esseri uguali.
L'aspetto tecnico è spaccato sostanzialmente in due : una parte grafica che a volte lascia a desiderare nonostante l'anno di produzione, e un aspetto audio che spesso coinvolge ed emoziona. Andando con ordine, la grafica difetta spesso di sufficienza, anche se una nota positiva va alle ambientazioni e ala teatralità degli scenari.
L'audio in compenso è di ottimo livello, a partire dal doppiaggio per finire alla stupenda colonna sonora che ne compone le note di base; senza trascurare gli effetti sonori spesso decisivi in determinati frangenti.
In definitiva I cieli di Escaflowne è un ottimo anime, che però presente qualche difetto che ne evita la perfezione.
La trama è bella e coinvolgente, i temi pure, anche se spesso andrebbero approfonditi. Interessante la politica di cui è composta Gaea, e le dinamiche che la governano.
Un'ottima serie! Da vedere tutta d'un fiato.
Hitomi, inizierà così a conoscere poco a poco le dinamiche che muovono gli eventi su questo nuovo mondo. Per scoprire come poter tornare a casa, Hitomi inizia un viaggio in lungo e in largo per il mondo di Gaea dopo aver conosciuto Van, un principe di uno dei paesi distrutti dall'impero di Zeibach. Grazie ad alleanza, amici e non i due si troveranno ad affrontare tutti i potenti il cui unico scopo è il dominio incontrastato delle terre di Gaea. Contemporaneamente, come ogni storia che si rispetti vengono tratti in ballo spesso e volentieri i sentimenti che accomunano i due ragazzi. Essi sollecitati dalle vicende spesso crudeli a cui devono assistere, ed allo stare spesso fianco a fianco, si renderanno conto di provare l'uno un qualcosa per l'altro. Sullo sfondo di questi sentimenti, battaglie, politica ed imbrogli internazionali, si snoda la figura misteriosa del mito di Atlantide, che riesce a conferire un aura mistica alla trama. La trama risulta spesso avvolgente, anche se presenta alcuni bruschi cali di mordente; in essa sono presenti moltissimi elementi di ottimo livello su cui poter riflettere. Uno su tutti la provenienza stessa dell'Escaflowne, il perché esso è una macchina così potente e particolare, e molte altre tematiche legate al passato di Gaea stessa. La caratterizzazione di tutti i personaggi principali e non è delle più felici; tutti indistintamente sono curati nel dettaglio e psicologicamente e caratterialmente, è difficile trovare due esseri uguali.
L'aspetto tecnico è spaccato sostanzialmente in due : una parte grafica che a volte lascia a desiderare nonostante l'anno di produzione, e un aspetto audio che spesso coinvolge ed emoziona. Andando con ordine, la grafica difetta spesso di sufficienza, anche se una nota positiva va alle ambientazioni e ala teatralità degli scenari.
L'audio in compenso è di ottimo livello, a partire dal doppiaggio per finire alla stupenda colonna sonora che ne compone le note di base; senza trascurare gli effetti sonori spesso decisivi in determinati frangenti.
In definitiva I cieli di Escaflowne è un ottimo anime, che però presente qualche difetto che ne evita la perfezione.
La trama è bella e coinvolgente, i temi pure, anche se spesso andrebbero approfonditi. Interessante la politica di cui è composta Gaea, e le dinamiche che la governano.
Un'ottima serie! Da vedere tutta d'un fiato.
Uno dei migliori anime in assoluto che abbia mai visto. Amore, guerra e magia. Alcune cose mi riportavano alla mente il capolavoro Gundam (il guymelf rosso chiaro richiamo al mobile suit rosso di Char Aznable e i "robot" nuovamente visti come semplici macchine da guerra e non come "protagonisti". Splendidi i mecha, con una particolare attenzione al sistema di pilotaggio che li rende assolutamente verosimili. I conflitti psicologici dei protagonisti li rendono vivi e intensi, eccellente e coinvolgente anche la colonna sonora.
Serie capolavoro: non solo grafica superba, musiche epiche, trama mozzafiato, ma anche contenuti di una certa profondità... come ad esempio il rapporto tra il Fato e il Libero Arbitrio, ed anche l'influenza dei pensieri sulla realtà. (Vedi in particolare gli ultimi 2 episodi, ma non solo).
Per non parlare, poi, del doppiaggio magistrale! Personalmente, è in assoluto la serie che mi ha regalato le emozioni più intense! A tratti è molto drammatica, ma ha il pregio di lasciare sempre aperto uno spiraglio alla speranza, anche nei momenti più densi di patos. Semplicemente meravigliosi non solo i protagonisti (Hitomi, Van, Allen e Folken), ma anche un sacco di personaggi "secondari".
Insomma, un 10 pienamente meritato!
Per non parlare, poi, del doppiaggio magistrale! Personalmente, è in assoluto la serie che mi ha regalato le emozioni più intense! A tratti è molto drammatica, ma ha il pregio di lasciare sempre aperto uno spiraglio alla speranza, anche nei momenti più densi di patos. Semplicemente meravigliosi non solo i protagonisti (Hitomi, Van, Allen e Folken), ma anche un sacco di personaggi "secondari".
Insomma, un 10 pienamente meritato!
La serie nel suo complesso mi piaceva, i personaggi erano studiati bene, nonostante DiLando fosse a volte un po’ sopra le righe e Hitomi con il suo: “signor Allen” e Merle con il suo “Signorino Van” spesso esasperanti. I disegni erano un po’ troppo spigolosi per i miei gusti ( nasi soprattutto)ma con il passare del tempo ci ho fatto l’abitudine. I combattimenti e le battaglie avevano movimenti fluidi e realistici. I paesaggi e sfondi molto belli.
Al posto del triangolo amoroso, si trova un pentagono (contando Merle e Millerna) e ci si riesci anche a immedesimarsi nella “povera” Hitomi che non sa quale belloccio scegliere. Però il mio personaggio preferito rimane Folken, ha un fascino irresistibile, bello e dannato fino alla fine. Ma anche quel personaggio uomo-cane che badava alla sorella di Allen, mi colpisce molto, nonostante la sua breve apparizione.
Irresistibile anche la colona sonora, un medieval-newage-nipponico, molto bella per chi apprezza il genere.
Insomma, non mi faceva impazzire, ma la seguivo senza troppa fatica ed ero curiosa di sapere come sarebbe andata a finire. Magari non l’avessi mai vista, praticamente la stessa fine che ha rovinato completamente anche Rayearth (l’anime). La conclusione che odio più di qualsiasi altra. Insomma, per me un anime da dimenticare. Sono troppo dura? Forse si.
Al posto del triangolo amoroso, si trova un pentagono (contando Merle e Millerna) e ci si riesci anche a immedesimarsi nella “povera” Hitomi che non sa quale belloccio scegliere. Però il mio personaggio preferito rimane Folken, ha un fascino irresistibile, bello e dannato fino alla fine. Ma anche quel personaggio uomo-cane che badava alla sorella di Allen, mi colpisce molto, nonostante la sua breve apparizione.
Irresistibile anche la colona sonora, un medieval-newage-nipponico, molto bella per chi apprezza il genere.
Insomma, non mi faceva impazzire, ma la seguivo senza troppa fatica ed ero curiosa di sapere come sarebbe andata a finire. Magari non l’avessi mai vista, praticamente la stessa fine che ha rovinato completamente anche Rayearth (l’anime). La conclusione che odio più di qualsiasi altra. Insomma, per me un anime da dimenticare. Sono troppo dura? Forse si.
Appena ho notato che non avevo ancora recensito questo anime, visto già da alcuni anni, mi sono subito affrettato perchè credo che insieme ad Evangelion sia una delle più belle animazioni degli anni 90. Ricordo bene quando guardandolo su MTV, rimanevo affascinato dalle gesta di valorosi principi in un mondo fantasy a bordo di favolosi mecha. Bisogna lasciarsi trasportare dall'Escaflowne, dalla sua bellissima trama, dalla complessità dei personaggi, dai combattimenti epici, dalla romantica Hitomi e dalle fantastiche musiche della bravissima Yoko Kanno (assolutamente un genio musicale, Cowboy Bebop, Wolf's Rain, Ghost in the Shell...) che sanno portarti là dove si vede la luna dell'illusione. I Cieli Di Escaflowne sa arrivare al cuore dello spettatore se questo è predisposto ad accogliere tutti i sentimenti che l'autore, Shoji Kawamori, ha sapientemente dosato in un fantastico ed epico mondo parallelo... consigliatissimo e molto sottovalutato (solo in italia perchè in francia ha spopolato), un capolavoro che non tradirà le vostre aspettative. 9
Non è semplice dare un giudizio su questo Anime, dal momento che, prese separatamente, le considerazioni appaiono tutt'altro che univoche. Ambientazione affascinante (secondo me il miglior Fantasy del Sol Levante, almeno sino al 2005); musiche semplicemente sublimi (raro esempio di una colonna sonora ascoltabile e godibile anche del tutto separata dal suo contesto... anzi, anche senza conoscere il cartone!); animazione non eccelsa; grafica da sballo; personaggi stereotipati, fatti con lo stampino e disegnati a volte in modo imbarazzante (vedasi i riflessi delle capigliature? E i nasi modello Cirano di quasi tutti i protagonisti); sceneggiatura ottima, ma non esente da vistose - e irritanti - sbavature; trama avvincente ma troppo "continua"... a parere mio non si tratta di "Episodi" ma di "Puntate", tantevvero che se (come al sottoscritto) capita di perderne una non solo si fa una fatica tremenda a riallacciare le fila ma succede, anche, di tirarsi dietro dei "buchi" sino alla fine della serie!
Forse il voto finale appare un pò alto rispetto alle obiezioni sollevate, ma, in fin dei conti, Escaflowne mi ha tenuto incollato al televisore per tutta la sua durata e, pertanto, ritengo abbia centrato in pieno il principale obiettivo che ogni buon prodotto di intrattenimento dovrebbe conseguire.
Ho scritto "intrattenimento" perchè di questo si tratta: se si cerca un Anime epocale, di grande spessore e portatore di alti valori... allora è meglio rivolgersi altrove.
Forse il voto finale appare un pò alto rispetto alle obiezioni sollevate, ma, in fin dei conti, Escaflowne mi ha tenuto incollato al televisore per tutta la sua durata e, pertanto, ritengo abbia centrato in pieno il principale obiettivo che ogni buon prodotto di intrattenimento dovrebbe conseguire.
Ho scritto "intrattenimento" perchè di questo si tratta: se si cerca un Anime epocale, di grande spessore e portatore di alti valori... allora è meglio rivolgersi altrove.
Tanta carne al fuoco per una serie divertente e ben realizzata!
Storia classica, qualche spunto interessante, caratterizzazione dei personaggi buona (meno stereotipati di quanto sembrino a primo acchito), buon mecha e discreto charter (che può non piacere), colpi di scena nella norma, NON è un fantasy, NON è una serie robotica e quando uscì venne pubblicizzato come la risposta a EVANGELION (cosa più sbagliata, le 2 serie sono agli antipodi)
Sorvolando sulle leggerezze di alcuni punti nella trama può essere considerata una serie più che discreta che, a mio parere, non ha avuto il seguito che meritava (il contemporaneo EVA ne ha offuscato il passaggio...)
Storia classica, qualche spunto interessante, caratterizzazione dei personaggi buona (meno stereotipati di quanto sembrino a primo acchito), buon mecha e discreto charter (che può non piacere), colpi di scena nella norma, NON è un fantasy, NON è una serie robotica e quando uscì venne pubblicizzato come la risposta a EVANGELION (cosa più sbagliata, le 2 serie sono agli antipodi)
Sorvolando sulle leggerezze di alcuni punti nella trama può essere considerata una serie più che discreta che, a mio parere, non ha avuto il seguito che meritava (il contemporaneo EVA ne ha offuscato il passaggio...)
Questa recensione è unicamente per la serie.
[Edit del moderatore: ho tagliato critiche ad altre recensioni/recensori]
Finalmente una realizzazione con i fiocchi! Sì, i nasi sono forse allungati, ma è nello stile del disegnatore e poi se tutti gli anime fossero uguali visionarli diventerebbe ripetitivo.
La trama, i disegni, le musiche e il finale sono degni di un' alta realizzazione.
Non è un anime banale dato che cela diversi messaggi profondi, a volte evidenti altre volte meno.
(VORREI ricordare l'anno di produzione! E' inutile paragonarlo alle realizzazioni recenti, a gli OAV o film che siano, dato che in quel periodo ottenere questo risultato è costato sicuramente un grosso sforzo).
[Edit del moderatore: ho tagliato critiche ad altre recensioni/recensori]
Finalmente una realizzazione con i fiocchi! Sì, i nasi sono forse allungati, ma è nello stile del disegnatore e poi se tutti gli anime fossero uguali visionarli diventerebbe ripetitivo.
La trama, i disegni, le musiche e il finale sono degni di un' alta realizzazione.
Non è un anime banale dato che cela diversi messaggi profondi, a volte evidenti altre volte meno.
(VORREI ricordare l'anno di produzione! E' inutile paragonarlo alle realizzazioni recenti, a gli OAV o film che siano, dato che in quel periodo ottenere questo risultato è costato sicuramente un grosso sforzo).
ATTENZIONE CONTIENE SPOILER!
Quest'anime mi è piaciuto davvero un sacco, ottima la storia, un misto di shojo, fantasy e misticismo (la protagonista hitomi è un'esperta di tarocchi e predizioni), stupenda la colonna sonora, e di rilievo l'evoluzione dei personaggi (almeno dei principali). Non gli ho dato 10 per due motivi: uno, grafico, riguarda quei nasi esageratamente "oblunghi", mentre l'altro è il finale; sinceramente avrei preferito un "insieme per sempre" ad un "addio fra le lacrime", anche se tutto sommato quello che si dicono e tutto il resto lascia ben sperare che continuino a vedersi in un futuro che a noi non viene mostrato... non è dato sapere purtroppo! Comunque ne consiglio a tutti la visione!
Quest'anime mi è piaciuto davvero un sacco, ottima la storia, un misto di shojo, fantasy e misticismo (la protagonista hitomi è un'esperta di tarocchi e predizioni), stupenda la colonna sonora, e di rilievo l'evoluzione dei personaggi (almeno dei principali). Non gli ho dato 10 per due motivi: uno, grafico, riguarda quei nasi esageratamente "oblunghi", mentre l'altro è il finale; sinceramente avrei preferito un "insieme per sempre" ad un "addio fra le lacrime", anche se tutto sommato quello che si dicono e tutto il resto lascia ben sperare che continuino a vedersi in un futuro che a noi non viene mostrato... non è dato sapere purtroppo! Comunque ne consiglio a tutti la visione!
Questa storia ,che mescola diversi generi(shounen,fantasy,mecha)narra le avventure di Hitomi ,una tipica ragazza delle scuole superiori che ha l’abilità di prevedere il futuro con i tarocchi e di avere alcune visioni.
Hitomi è innamorata di un ragazzo della sua scuola, sempai Amano e il giorno della partenza di quest’ultimo lei decide di confessargli i propri sentimenti ; ma qualcosa va storto ,infatti ,come apparsi dal nulla, arrivano un ragazzo con una spada e un grosso mostro.Con qualche difficoltà e anche grazie alla visione di Hitomi il misterioso spadaccino riesce a sconfiggere il mostro e ad appropriarsi di una gemma che era contenuta nel corpo di quest’ultimo tutto dinanzi agli occhi increduli di Hitomi .
Subito dopo la pietra che era in mano al ragazzo si illumina e appare una colonna di luce che trasporta lo spadaccino e Hitomi in un altro mondo. Il mondo in questione è Gaea ,un luogo dove la Terra e la Luna splendono in cielo.
Il misterioso ragazzo si presenta come Van Fanel, il principe del regno di Fanelia. e ben presto Hitomi si ritroverà gettata in una vera e propria battaglia: infatti in questo mondo vi sono diversi paesi in guerra fra loro; fra questi particolarmente potente è l’impero di Zeibach .
Grazie alle sue visioni Hitomi scoprirà di essere un elemento molto importante per la salvezza del mondo di Gaea…A mescolarsi pian piano alla vicenda saranno il bel cavaliere Allen Schezar,la principessa Millerna Aston e l’amica di Van,Merle,una ragazza gatto che ben presto diverrà fonte di irritazione per Hitomi.
Durante il loro viaggio i nostri eroi incontreranno anche molte altre persone da cui riceveranno degli aiuti inaspettati. nel tentativo di fermare l'avanzata dell'Impero di Zaibach, impedendo anche a quest’ultimi di prendere il controllo dell'Escaflowne, il leggendario difensore di Fanelia.
Battaglia dopo battaglia,riemergeranno sconvolgenti eventi legati alla perduta civiltà di Atlantide e a una macchina di predizione del destino che permette di realizzare qualunque desiderio e Van ,Hitomi, insieme ad alleati e nemici, dovranno cercare di sopravvivere in questo problematico scenario evitando che la guerra porti alla distruzione del mondo di Gaea.
Il mecha non è proprio il mio genere ma ho deciso di dargli un occhiata spinta da una mia amica che adora letteralmente questa serie.. Inizialmente ero un po’ titubante ,non solo per la presenza dei robot(sinceramente non li ho digeriti come in Evangelion) ma anche un po’ per il characters design un po’ particolare (quei nasini all’insù non mi ispiravano molto) .. La trama nel suo complesso non è male anche se solo verso metà serie sono riuscita ad “immergermi “del tutto nella storia…
Una serie piacevole anche se non rientra nella mia classifica di gradimento ;)
Hitomi è innamorata di un ragazzo della sua scuola, sempai Amano e il giorno della partenza di quest’ultimo lei decide di confessargli i propri sentimenti ; ma qualcosa va storto ,infatti ,come apparsi dal nulla, arrivano un ragazzo con una spada e un grosso mostro.Con qualche difficoltà e anche grazie alla visione di Hitomi il misterioso spadaccino riesce a sconfiggere il mostro e ad appropriarsi di una gemma che era contenuta nel corpo di quest’ultimo tutto dinanzi agli occhi increduli di Hitomi .
Subito dopo la pietra che era in mano al ragazzo si illumina e appare una colonna di luce che trasporta lo spadaccino e Hitomi in un altro mondo. Il mondo in questione è Gaea ,un luogo dove la Terra e la Luna splendono in cielo.
Il misterioso ragazzo si presenta come Van Fanel, il principe del regno di Fanelia. e ben presto Hitomi si ritroverà gettata in una vera e propria battaglia: infatti in questo mondo vi sono diversi paesi in guerra fra loro; fra questi particolarmente potente è l’impero di Zeibach .
Grazie alle sue visioni Hitomi scoprirà di essere un elemento molto importante per la salvezza del mondo di Gaea…A mescolarsi pian piano alla vicenda saranno il bel cavaliere Allen Schezar,la principessa Millerna Aston e l’amica di Van,Merle,una ragazza gatto che ben presto diverrà fonte di irritazione per Hitomi.
Durante il loro viaggio i nostri eroi incontreranno anche molte altre persone da cui riceveranno degli aiuti inaspettati. nel tentativo di fermare l'avanzata dell'Impero di Zaibach, impedendo anche a quest’ultimi di prendere il controllo dell'Escaflowne, il leggendario difensore di Fanelia.
Battaglia dopo battaglia,riemergeranno sconvolgenti eventi legati alla perduta civiltà di Atlantide e a una macchina di predizione del destino che permette di realizzare qualunque desiderio e Van ,Hitomi, insieme ad alleati e nemici, dovranno cercare di sopravvivere in questo problematico scenario evitando che la guerra porti alla distruzione del mondo di Gaea.
Il mecha non è proprio il mio genere ma ho deciso di dargli un occhiata spinta da una mia amica che adora letteralmente questa serie.. Inizialmente ero un po’ titubante ,non solo per la presenza dei robot(sinceramente non li ho digeriti come in Evangelion) ma anche un po’ per il characters design un po’ particolare (quei nasini all’insù non mi ispiravano molto) .. La trama nel suo complesso non è male anche se solo verso metà serie sono riuscita ad “immergermi “del tutto nella storia…
Una serie piacevole anche se non rientra nella mia classifica di gradimento ;)
Storia che si ripete in parecchi anime: studente catapultato dal proprio mondo in un altro che poi deve aiutare a salvarlo grazie ai suoi poteri paranormali. Anche il disegno dei personaggi non è proprio il massimo: sono con visi allungati, spigolosi e alcuno non proprio carini. Quindi l'8? Bè, la storia comunque è bella e coinvolgente, i mecha sono bellissimi, assomigliano a dei cavalieri e spettacolari nei combattimenti e poi... delle colonne sonore bellissime, forse il vero cavallo di battaglia.
Un anime molto bello che mi ha preso fin dal primo episodio, nonostante la lunghezza dei nasi dei personaggi, che è sempre stato il motivo per cui, quando la gente mi consigliava di guardarlo, io mi ostinavo a rinviare la visione a un'altra volta...finalmente ho trovato il coraggio di liberarmi di quel pregiudizio che avevo per l'anime (per me il lato estetico conta molto) e l'ho visto tutto in meno di 5 giorni.
Mi ha tenuta incollata allo schermo nonostante tutti i miei impegni (universitari e non), è un anime avvincente e ogni puntata lascia con il fiato sospeso o qualche colpo di scena che spinge a continuare immediatamente a vedere le puntate!
Le musiche sono tra le più belle che abbia mai sentito in un anime, forse LE più belle in assoluto, ricordano molto Star Wars e vari brani di musica classica ottocentesca con cori maschili e femminili, melodie dolci e romantiche e altre incalzanti e animate, che quasi fanno "sentire" la battaglia che questi brani accompagnano nella serie...
I combattimenti sono ben sviluppati, i personaggi interessanti, soprattutto quelli che dovrebbero essere i nemici (i protagonisti degli anime non mi attirano mai...e qui Hitomi non ha fatto eccezione...insomma, non mi ha detto granchè come personaggio), e ci sono scene che mi hanno ricordato il signore degli anelli, lo stesso star wars (Zaibach somiglia all'impero di Star Wars), Nadia (per i riferimenti ad Atlantide), ecc...in effetti ci sono scelte non originalissime, ma l'impressione generale è comunque molto buona.
Ci sono scene "da sogno", veramente suggestive, in poche parole, è un anime che consiglio, anche se la fine è un po' triste, ma il che non guasta (se fosse finito "bene" non sarebbe stata la stessa cosa, anzi, sarebbe stato BANALE).
Il film invece è guardabile, ma mentre lo vedevo, mi sono ritrovata a rimpiangere la bellezza della serie (nel film non solo i personaggi sono stati rifatti e ricaratterizzati, ma anche banalizzati, vedi Dilandau che mi diventa un cattivo qualunque, e lui è tutto tranne che quello, nella serie regolare).
Come nota positiva, però, ci sono le musiche e il design dei personaggi che non è male.
Un OAV molto cupo, dark, più violento, che dà un'altra versione della stessa storia (peggiore).
Non dò il massimo alla serie perchè alcune cose non mi hanno convinto molto, come la storia del destino, di Atlantide, ecc., ma rimane comunque un buon prodotto, da vedere assolutamente!
Mi ha tenuta incollata allo schermo nonostante tutti i miei impegni (universitari e non), è un anime avvincente e ogni puntata lascia con il fiato sospeso o qualche colpo di scena che spinge a continuare immediatamente a vedere le puntate!
Le musiche sono tra le più belle che abbia mai sentito in un anime, forse LE più belle in assoluto, ricordano molto Star Wars e vari brani di musica classica ottocentesca con cori maschili e femminili, melodie dolci e romantiche e altre incalzanti e animate, che quasi fanno "sentire" la battaglia che questi brani accompagnano nella serie...
I combattimenti sono ben sviluppati, i personaggi interessanti, soprattutto quelli che dovrebbero essere i nemici (i protagonisti degli anime non mi attirano mai...e qui Hitomi non ha fatto eccezione...insomma, non mi ha detto granchè come personaggio), e ci sono scene che mi hanno ricordato il signore degli anelli, lo stesso star wars (Zaibach somiglia all'impero di Star Wars), Nadia (per i riferimenti ad Atlantide), ecc...in effetti ci sono scelte non originalissime, ma l'impressione generale è comunque molto buona.
Ci sono scene "da sogno", veramente suggestive, in poche parole, è un anime che consiglio, anche se la fine è un po' triste, ma il che non guasta (se fosse finito "bene" non sarebbe stata la stessa cosa, anzi, sarebbe stato BANALE).
Il film invece è guardabile, ma mentre lo vedevo, mi sono ritrovata a rimpiangere la bellezza della serie (nel film non solo i personaggi sono stati rifatti e ricaratterizzati, ma anche banalizzati, vedi Dilandau che mi diventa un cattivo qualunque, e lui è tutto tranne che quello, nella serie regolare).
Come nota positiva, però, ci sono le musiche e il design dei personaggi che non è male.
Un OAV molto cupo, dark, più violento, che dà un'altra versione della stessa storia (peggiore).
Non dò il massimo alla serie perchè alcune cose non mi hanno convinto molto, come la storia del destino, di Atlantide, ecc., ma rimane comunque un buon prodotto, da vedere assolutamente!
Era da parecchio che volevo visionare questa serie, e finalmente ce l'ho fatta.
Devo dire che l'idea non è brutta: unisce al suo interno fantasy, romanticismo, mecha, insomma, un gioco sapiente di generi che crea un prodotto piuttosto carino. Il problema sta, secondo me, nello sviluppo della trama: superata una prima parte in cui veniamo a conoscenza delle origini del pianeta per opera degli abitanti di Atlantide (daje, spuntano dappertutto!) e che in fin dei conti mi è piaciuta, ecco che entra in gioco la Fortuna, cosa che mi ha portata a desiderare la distruzione del mio computer: verso la fine della serie, i sentimenti dei personaggi, le loro azioni sono monitorate e mosse da una macchina del destino; in poche parole, i personaggi cambiano continuamente i propri sentimenti in base a qualcuno che decide per loro. E questo per me è intollerabile. Posso anche credere che ci sia un destino, lassù; ma sarebbe scritto, fermo, immobile; non ci sarebbe un Pinco Pallino che si diverte a farmi innamorare un secondo prima di una persona, un secondo dopo di un'altra. No, questa cosa mi fa andare in bestia. Ma questa, è una pura considerazione personale.
A questo devo aggiungere anche la mia antipatia per Hitomi Kanzaki, la protagonista: il suo continuo "Signor Allen!" (che nelle ultime puntate ho odiato persino come personaggio) era un insulto al cervello umano, oltre che al povero Van, che ha sempre trattato come un cretino, prima, ignorato completamente , poi.
Devo dire che Van è il personaggio che preferisco; 'unico che cresca veramente, come persona, come guerriero, come sentimenti; l'unico che ha avuto una evoluzione a tutto tondo che l'ha portato a poter davvero diventare il re di Fanelia; l'unico insomma a poter uscire a testa alta dalla serie. Anche la principessa Millerna è cresciuta parecchio, soprattutto considerato il fatto che all'inizio non potevo assolutamente vederla.
Andando più su un discorso tecnico, i disegni non mi piacciono molto: avete visto i loro nasi? Sembrano quelli di Cyrano de Bergerac! Le scene di combattimento invece sono davvero belle e ben realizzate e mi stupisco che ci siano elementi che suscitano in me pareri così diversi
La colona sonora, poi è, è meravigliosa firmata da Yoko Kanno. E detto questo, credo che non ci sia bisogno di aggiungere altro (chi ha visto Wolf's rain e Cowboy Bebop sa di cosa parlo): la sigla iniziale mi colpì immediatamente fin dalla prima volta che l'ascoltai e anche ora, è l'elemento che più mi è rimasto impresso.
Devo dire che l'idea non è brutta: unisce al suo interno fantasy, romanticismo, mecha, insomma, un gioco sapiente di generi che crea un prodotto piuttosto carino. Il problema sta, secondo me, nello sviluppo della trama: superata una prima parte in cui veniamo a conoscenza delle origini del pianeta per opera degli abitanti di Atlantide (daje, spuntano dappertutto!) e che in fin dei conti mi è piaciuta, ecco che entra in gioco la Fortuna, cosa che mi ha portata a desiderare la distruzione del mio computer: verso la fine della serie, i sentimenti dei personaggi, le loro azioni sono monitorate e mosse da una macchina del destino; in poche parole, i personaggi cambiano continuamente i propri sentimenti in base a qualcuno che decide per loro. E questo per me è intollerabile. Posso anche credere che ci sia un destino, lassù; ma sarebbe scritto, fermo, immobile; non ci sarebbe un Pinco Pallino che si diverte a farmi innamorare un secondo prima di una persona, un secondo dopo di un'altra. No, questa cosa mi fa andare in bestia. Ma questa, è una pura considerazione personale.
A questo devo aggiungere anche la mia antipatia per Hitomi Kanzaki, la protagonista: il suo continuo "Signor Allen!" (che nelle ultime puntate ho odiato persino come personaggio) era un insulto al cervello umano, oltre che al povero Van, che ha sempre trattato come un cretino, prima, ignorato completamente , poi.
Devo dire che Van è il personaggio che preferisco; 'unico che cresca veramente, come persona, come guerriero, come sentimenti; l'unico che ha avuto una evoluzione a tutto tondo che l'ha portato a poter davvero diventare il re di Fanelia; l'unico insomma a poter uscire a testa alta dalla serie. Anche la principessa Millerna è cresciuta parecchio, soprattutto considerato il fatto che all'inizio non potevo assolutamente vederla.
Andando più su un discorso tecnico, i disegni non mi piacciono molto: avete visto i loro nasi? Sembrano quelli di Cyrano de Bergerac! Le scene di combattimento invece sono davvero belle e ben realizzate e mi stupisco che ci siano elementi che suscitano in me pareri così diversi
La colona sonora, poi è, è meravigliosa firmata da Yoko Kanno. E detto questo, credo che non ci sia bisogno di aggiungere altro (chi ha visto Wolf's rain e Cowboy Bebop sa di cosa parlo): la sigla iniziale mi colpì immediatamente fin dalla prima volta che l'ascoltai e anche ora, è l'elemento che più mi è rimasto impresso.
Ho sempre sentito descrivere Escaflowne come un capolavoro assoluto, ma sinceramente devo dire che questa serie non mi ha impressionato più di tanto.
Intendiamoci, non sto dicendo che sia una schifezza: trama e personaggi, pur non essendo originalissimi, funzionano, tecnicamente è ben realizzato e ha una colonna sonora davvero meravigliosa. Dove sta il problema allora? Il fatto è che questo anime è riuscito a coinvolgermi solo in parte, non è noioso, ma gli manca quel "qualcosa" in più che ti fa amare veramente una storia, che ti fa attendere con ansia il prossimo episodio. L'ho guardato con piacere ma nulla di più, e alla fine non mi ha lasciato proprio niente. Si tratta, in sostanza, di un prodotto in cui non trovo alcun difetto oggettivo, se non il fatto di non essere riuscito a coinvolgermi da un punto di vista emotivo.
So che queste considerazioni sono molto personali, ma del resto mi aspettavo che una serie considerata tra le più importanti degli anni '90 fosse qualcosa di più di un gradevole passatempo. Per me rimane comunque un buon prodotto, ma non un capolavoro.
Intendiamoci, non sto dicendo che sia una schifezza: trama e personaggi, pur non essendo originalissimi, funzionano, tecnicamente è ben realizzato e ha una colonna sonora davvero meravigliosa. Dove sta il problema allora? Il fatto è che questo anime è riuscito a coinvolgermi solo in parte, non è noioso, ma gli manca quel "qualcosa" in più che ti fa amare veramente una storia, che ti fa attendere con ansia il prossimo episodio. L'ho guardato con piacere ma nulla di più, e alla fine non mi ha lasciato proprio niente. Si tratta, in sostanza, di un prodotto in cui non trovo alcun difetto oggettivo, se non il fatto di non essere riuscito a coinvolgermi da un punto di vista emotivo.
So che queste considerazioni sono molto personali, ma del resto mi aspettavo che una serie considerata tra le più importanti degli anni '90 fosse qualcosa di più di un gradevole passatempo. Per me rimane comunque un buon prodotto, ma non un capolavoro.
Chi non riconosce in questo anime la grandezza, scusate, ma non capisce un cavolo di animazione.
La velocita' e fluidita' delle immagini nei combattimenti e nella narrazione in se, indica un alto livello di serieta economica e relizzativa della serie. Insomma, gli autori dell'anime hanno dato anime e corpo a questa serie. Dalla prima puntata all'ultima i disegni non calano nella belezza. La storia e' alquanto unica e originale allo stesso tempo. Poi,Hitomi e' un'amante della corsa, anche se non sono uno sprinter, ma un mezzo-fondista. Mi ha attirato come carattere. Sarebbe la mia donna ideale, oh yeah! Guardatela, non perdete nulla, anzi vi divertirete.
La velocita' e fluidita' delle immagini nei combattimenti e nella narrazione in se, indica un alto livello di serieta economica e relizzativa della serie. Insomma, gli autori dell'anime hanno dato anime e corpo a questa serie. Dalla prima puntata all'ultima i disegni non calano nella belezza. La storia e' alquanto unica e originale allo stesso tempo. Poi,Hitomi e' un'amante della corsa, anche se non sono uno sprinter, ma un mezzo-fondista. Mi ha attirato come carattere. Sarebbe la mia donna ideale, oh yeah! Guardatela, non perdete nulla, anzi vi divertirete.
'Meravigliosa'. Il termine descrive perfettamente questa serie.
L'ho conosciuta tanti anni fa, al tempo della sua prima trasmissione su MTV, e ha rivoluzionato il mio modo di pormi nei confonti dell'animazine giapponese; si può dire che è grazie ad Escaflowne che mi sono appassionata agli Anime.
I suoi personaggi così travagliati e sfaccettati, le musiche commoventi, la sensazione di sogno che trasmettono le immagini, ne fanno una delle mie serie preferite, che riesce ad emozionarmi ad ogni visione ancora oggi.
L'ho conosciuta tanti anni fa, al tempo della sua prima trasmissione su MTV, e ha rivoluzionato il mio modo di pormi nei confonti dell'animazine giapponese; si può dire che è grazie ad Escaflowne che mi sono appassionata agli Anime.
I suoi personaggi così travagliati e sfaccettati, le musiche commoventi, la sensazione di sogno che trasmettono le immagini, ne fanno una delle mie serie preferite, che riesce ad emozionarmi ad ogni visione ancora oggi.
Ho sempre sentito pareri molto discordanti sia su questa serie che sull' OAV... Partiamo dai disegni: a me sono piaciuti molto, particolari e sicuramente non convenzionali, anche se ne preferisco di gran lunga un altro tipo; la trama in se, una ragazza cn un "potere speciale" che viene richiamata su di un altro pianeta per salvarlo, certo non è proprio originale, ma nonostante ciò, sia l'andatura della storia, sia i personaggi sono ben fatti; la grafica è buona e, per quanto mi riguarda, è anche ben armonizzata la presenza dei robot con il genere fantasy tipico dell'anime.
Anche l'oav non è male, anzi forse per quanto riguarda grafica e colori è superiore alla serie.
Consiglio di vederli entrambi partendo comunque dalla serie... buona visioneeeee ^^
Anche l'oav non è male, anzi forse per quanto riguarda grafica e colori è superiore alla serie.
Consiglio di vederli entrambi partendo comunque dalla serie... buona visioneeeee ^^
Un anime ottimo nessun difetto significativo da nessun punto di vista. Anche se amio parere non eccelso, ma ci si avvicina.
Ottima colonna sonora, ottima introspezione dei personaggi, originale il tipo di mix fantasy e tecnologia ma che non da troppo fastidio.
In somma un buon prodotto.
Ero un pò indeciso tra l'8 ed il 9 a dire il vero, però credo che la media che ha oggi 8,286 sia più che meritata. Non è a mio parere da dieci. un buon disegno ma non eccelso, le animazioni sono meglio rappresentate nel Film (oppure OAV non ricordo bene), il quale però sminuisce la storia, la cambia e fa si che il prodotto diventi scandente rispetto alla serie.
Ad ogni modo è un prodotto che allieterà le vostre serate che merita di essere visto e "vissuto".
Saluti
Ottima colonna sonora, ottima introspezione dei personaggi, originale il tipo di mix fantasy e tecnologia ma che non da troppo fastidio.
In somma un buon prodotto.
Ero un pò indeciso tra l'8 ed il 9 a dire il vero, però credo che la media che ha oggi 8,286 sia più che meritata. Non è a mio parere da dieci. un buon disegno ma non eccelso, le animazioni sono meglio rappresentate nel Film (oppure OAV non ricordo bene), il quale però sminuisce la storia, la cambia e fa si che il prodotto diventi scandente rispetto alla serie.
Ad ogni modo è un prodotto che allieterà le vostre serate che merita di essere visto e "vissuto".
Saluti
Coloro che, dopo aver vsto poche puntate, valutano la serie dalla lunghezza dei nasi dei protagonisti, sono pregati di elencare i parametri fisici a cui l'animazione giapponese SI DEVE attenere..non sia mai che il tratto e lo stile personle vengano ad "inquinare" la produzione di massa! -_- Tra tanti anime in cui i personaggi si somigliano come goccce d'acqua e si distinguono solo dall'acconciatura dei capelli e i vestiti (indistinguibili al di fuori del contesto della serie animata...) la caratterizzazione di 'Escaflowne' spicca e infastidisce, come un oggetto artigianale tra dei prodotti fabbricati in serie, è comprensibile...
Fortunatamente per loro, simili esempi sono sempri più rari.
Fortunatamente per loro, simili esempi sono sempri più rari.
Escaflowne... un sogno o un illusione?
Di certo un capolavoro che, come giusto, è entrato negli annali dell'animazione!
Il tratto è particolare, le musiche tra le migliori mai prodotte per una serie animata (godibilissime anche per chi non ha mai visto la serie) le vicende emozionano lo spettatore e lo trasportano in un mondo lontano, in cui si stagliano in cielo la Luna e la Terra, collegato al nostro da vie che trascendono il tempo e lo spazio come comunemente sono intesi..
Una storia di guerra, una storia d'amore... la storia del destino di un mondo che, dopotutto, non è poi tanto diverso dal nostro.
^^
Di certo un capolavoro che, come giusto, è entrato negli annali dell'animazione!
Il tratto è particolare, le musiche tra le migliori mai prodotte per una serie animata (godibilissime anche per chi non ha mai visto la serie) le vicende emozionano lo spettatore e lo trasportano in un mondo lontano, in cui si stagliano in cielo la Luna e la Terra, collegato al nostro da vie che trascendono il tempo e lo spazio come comunemente sono intesi..
Una storia di guerra, una storia d'amore... la storia del destino di un mondo che, dopotutto, non è poi tanto diverso dal nostro.
^^
E' davvero un anime superbo; sia per la trama che per la caratterizzazione dei personaggi avrei potuto benissimo dare 9... ma siccome il disegno, a mio avviso, incide molto sul giudizio, e I Cieli di Escaflowne ha un tratto alquanto... "rozzo"... be' il giudizio è sceso a 8! Come storia è sicuramente particolare, perchè utilizza elementi già triti e ritriti in maniera del tutto originale (la protagonista liceale sensitiva, il viaggio nel mondo parallelo, il triangolo amoroso, scontri tra robots, nemici che in realtà sono amici e viceversa)... insomma un anime piacevolissimo che unisce più generi in un solo "surrogato"... dunque... è da vedere, no?
Di solito sono un purista del fantasy e le contaminazioni tecnologiche non le gradisco molto, ma quando vidi Escaflowne la prima volta mi conquistò subito. Disegni ottimi, musiche bellissime e trama interessante. Purtroppo però va un po' a perdersi nel finale diventando banale e prevedibile. Anche tecnicamente si nota un certo calo e inoltre la CG a volte risulta fastidiosa (ma è un anime ormai di ben un decennio fa).
Ho qualche dubbio anche sul doppiaggio italiano che a volte sembra essere un po' troppo pomposo.
Sono proprio incontentabile, eh? Il giudizio rimane cmq positivo, ma se avesse mantenuto costante il livello qualitativo e narrativo potevo arrivare anche a 9.
Ho qualche dubbio anche sul doppiaggio italiano che a volte sembra essere un po' troppo pomposo.
Sono proprio incontentabile, eh? Il giudizio rimane cmq positivo, ma se avesse mantenuto costante il livello qualitativo e narrativo potevo arrivare anche a 9.
Anime diciamo...soddisfacente! Di primo acchito non mi era parso una anime particolare fuori dagli schemi,bensi l'avevo inquadrato nelle tipiche storie fantastiche,in cui i poteri parapsicologici di un/una protagonista aiutano l'altro/a (infatti Hitomi aiuta Van grazie alle sue preveggenze);in cui fantastici robot combattono dotati di una forza inesauribile (Drug Energiest nei Guymelef);in cui il finale risulta scontato e intuibile fin dalla metà (si capiva che tutti i "buoni" sarebbero rimasti vivi,che Hitomi avrebbe amato Van e che la guerra sarebbe finita).
Per il resto... I nasi all'in su (un pò atitpici) non colpiscono in positivo; l'incalzare della guerra, degli scontri e dei vari fuggi fuggi non permettono pause per delle scene simpatiche (meno male che Merle salva baracca e burattini). L'opening non è un granchè, l'ending tanto meno,design non eccelso.
Interessanti le scene di sangue, con le uccisioni che si possono ben seguire nei combattimenti! Buono anche il finale, storia semplice da seguire.
Unico punto che rende l'anime ai limiti della sufficienza è la sensazione di "spettatore deficiente" che dà a chi lo segue, specie ogni volta che Hitomi (protagonista dalle grandi doti intellettive e sensoriali per giunta) si trova ad affrontare un discorso, serio o no che sia. Due sono le cose:o è sorda,perchè mi sembra stupido ripetere le parole ogni volta che dicono qualcosa,oppure gli autori hanno pensato di avere di fronte un pubblico sordo o stupido che ha difficolta ad interpretare il senso della storia. Io a volte mi sentivo preso per un bambino stupido!
Comunque lo consiglio lo stesso perchè tutto sommato l'anime è gradevole!
Per il resto... I nasi all'in su (un pò atitpici) non colpiscono in positivo; l'incalzare della guerra, degli scontri e dei vari fuggi fuggi non permettono pause per delle scene simpatiche (meno male che Merle salva baracca e burattini). L'opening non è un granchè, l'ending tanto meno,design non eccelso.
Interessanti le scene di sangue, con le uccisioni che si possono ben seguire nei combattimenti! Buono anche il finale, storia semplice da seguire.
Unico punto che rende l'anime ai limiti della sufficienza è la sensazione di "spettatore deficiente" che dà a chi lo segue, specie ogni volta che Hitomi (protagonista dalle grandi doti intellettive e sensoriali per giunta) si trova ad affrontare un discorso, serio o no che sia. Due sono le cose:o è sorda,perchè mi sembra stupido ripetere le parole ogni volta che dicono qualcosa,oppure gli autori hanno pensato di avere di fronte un pubblico sordo o stupido che ha difficolta ad interpretare il senso della storia. Io a volte mi sentivo preso per un bambino stupido!
Comunque lo consiglio lo stesso perchè tutto sommato l'anime è gradevole!
L'Anime Per Eccellenza! Eh si , questo anime rimarrà per sempre scolpita nel mio cuore e nella mia mente. Lo stile, i personaggi (il character design è fantastico compresi i "nasi" che sono un qualcosa di particolare :D), la trama. le ambientazioni e LA COLONNA SONORA (Yoko Kanno GO!!!!!) rendono questo anime a dir poco perfetto! Le vicende del mondo di Gaea ti prendono fino a portarti con sè e le vicende di Atlantide ti faranno capire cosa è il destino delle persone...fantastico! Consigliato Vivamente!!!
L'anime per eccelenza. Con questa serie ho scoperto il mondo degli anime, bellissima!!
I protagonisti sono una ragazza con poteri di veggente proviente dalla luna dell'illusione (che sarebbe la terra) e un principe dotato di ali discendente della stirpe di Atlandide. Essi viaggiano attraverso il mondo di Gaea cercando di sconfiggere il malvagio impero di Zaibach. Questa in grossa sintesi è la trama.
Il character design può far storcere il naso a qualcuno (nasi troppo lunghi), ma il mecha design è stupendo. L'escaflowne, (il gaymelef del principe in questione), è un mix di modernità e stile gotico, fantastico.
La colonna sonora è eccezzionale (basti sapere che ne hanno fatto 4 cd, 3 della serie, 1 del film), con musiche che variano sui più disparati stili classici, dai canti gregoriani ai quartetti d'archi sino alla musica di un carillon.
I dvd difettano molto negli extra (praticamente inesistenti), ma come si sa nessuno è perfetto!!
Il mio consiglio comunque è prendetelo, ne vale la pena!!!!
I protagonisti sono una ragazza con poteri di veggente proviente dalla luna dell'illusione (che sarebbe la terra) e un principe dotato di ali discendente della stirpe di Atlandide. Essi viaggiano attraverso il mondo di Gaea cercando di sconfiggere il malvagio impero di Zaibach. Questa in grossa sintesi è la trama.
Il character design può far storcere il naso a qualcuno (nasi troppo lunghi), ma il mecha design è stupendo. L'escaflowne, (il gaymelef del principe in questione), è un mix di modernità e stile gotico, fantastico.
La colonna sonora è eccezzionale (basti sapere che ne hanno fatto 4 cd, 3 della serie, 1 del film), con musiche che variano sui più disparati stili classici, dai canti gregoriani ai quartetti d'archi sino alla musica di un carillon.
I dvd difettano molto negli extra (praticamente inesistenti), ma come si sa nessuno è perfetto!!
Il mio consiglio comunque è prendetelo, ne vale la pena!!!!