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HakMaxSalv92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Una storia veramente complessa e a tratti quasi difficile da descrivere, non per il fatto che non si può descrivere, ma per il fatto che suscita stati mentali, emotivi, difficili da spiegare e da comprendere, soprattutto se non ci si immerge a fondo nella storia. E qui i protagonisti si immergono, non solo in senso letterale, ma anche concreto e fisico.

Attenzione: la seguente parte contiene spoiler

L'inizio è così cupo e grigio, come a dire che i protagonisti conducono delle vite tristi e poco o per niente appaganti, e anche le persone che stanno loro attorno conducono una vita triste, cupa, monotona e senza soddisfazioni. Tutto ciò è simboleggiato dal tempo atmosferico, un'incessante pioggia che continua a tormentare tutto e tutti, rendendoli sempre più avviliti. Anche il protagonista sembra vivere lo stesso stato emotivo, soprattutto perché, quando arriva a Tokyo, fa molta fatica a inserirsi nella realtà della città, fino a quando non incontra questa ragazza "particolare" che lo incoraggia a non arrendersi, e poi viene ingaggiato dall'uomo che gli ha salvato la vita e che lo prende sotto la sua protezione e lo mette a lavorare presso la sua agenzia (se così si può chiamare), insieme a sua nipote. Il successo comincia ad arrivare. Ma è il secondo incontro con la ragazza di nome Hina che fa scattare la scintilla e lo avvia verso la fama e la notorietà. I due ragazzi decidono di mettere su un business che si rivela vincente, grazie al fatto che lei è dotata di un potere che le permette di controllare il tempo atmosferico. Tutto procede per il meglio, ma nel frattempo la nipote del suo capo ha scoperto una leggenda connessa a tale potere; presto anche i due ragazzi la scoprono, visitando un tempio shintoista, e quindi devono cercare di mostrare prudenza e rispetto, ma il successo, la fama e la celebrità bussano questa volta in maniera così brusca e potente, che i due sono costretti ad accantonare la loro attività. Qui inizia una caduta libera devastante, perché le autorità stanno cercando il protagonista a seguito di una segnalazione dei suoi genitori, ed è anche ricercato per il possesso illegale di una pistola in dotazione alla polizia; anche la ragazza non è in custodia come il suo fratello minore. A complicare la situazione, ci si mette pure la leggenda, perché la ragazza ha usato troppo il suo potere e ora deve pagarne le conseguenze, poiché questo potere le è stato donato dal cielo, e proprio per questo motivo da esso viene reclamata. La sua scomparsa provoca sì la sparizione della pioggia come descritto nella leggenda, ma paradossalmente scatena una tempesta nel protagonista, il quale cerca di ritrovarla, sottraendosi all'arresto e addirittura arrivando a maneggiare la pistola che aveva trovato per puro caso, puntandola contro il suo ex datore di lavoro. Fortunatamente, decide di non ucciderlo, ma, preso com'è dalla follia, continua la ricerca folle della ragazza, e alla fine raggiunge l'accesso al Regno Dei Cieli, dove ritrova la sua amata e si dichiara. Alla fine i due vengono separati, e per tre anni non riescono a vedersi, poiché sia lui che lei devono proseguire i loro studi e la loro formazione. La pioggia continua a battere incessantemente Tokyo, tanto che una buona parte della città viene allagata. Alla fine entrambi si sono diplomati, ma il ragazzo continua ad essere triste, perché ha paura che non rivedrà mai più la sua amata, fino a quando non la trova per puro caso sulla strada per il ritorno a casa, e finalmente si ricongiungono, promettendosi che tutto andrà bene.

A mio avviso questa pellicola è meravigliosa in tutti i sensi, sia dal punto di vista grafico, quindi non solo nei disegni, ma anche nell'inquadratura, nella cattura dei dettagli e dei particolari, ma anche nella trama, semplice, ma allo stesso tempo ben illustrata ed esaltata da una colonna sonora potente e dirompente, che esprime al massimo la carica emotiva dei personaggi e delle situazioni e delle scene ivi rappresentate. Il ricorso poi alle leggende tradizionali è sempre stato dal mio punto di vista una garanzia di successo, anche perché esse rappresentano il punto di unione tra la realtà e la finzione e le altre probabili e ipotetiche dimensioni, e cercano come i miti di fornire una spiegazione, diciamo semi-logica, semi-razionale, riguardo ai fenomeni della natura e al rapporto che abbiamo con essi e gli altri elementi della Natura stessa. Questa pellicola ci ricorda quindi che i nostri pensieri, parole e azioni hanno dei ritorni precisi e non casuali. Come nei suoi precedenti film il Maestro Shinkai ha dato prova di grande saggezza, originalità, coscienza, consapevolezza, giudizio e buon senso. Con "5 cm al secondo" mi ero un po' reso conto del senso della vita, con "Tokyo Godfathers" ho cercato di capire la vita con leggerezza, con "Your Name." si esplora il confine tra più tempi, e infine con questa pellicola, "Tenki no Ko", ho cercato di imparare la leggerezza della vita in sé. Il Maestro esplora tutte le sfumature della vita e cerca di insegnarci a metterle nel giusto ordine. Sta a noi capire.

ALUCARD80

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Può una dipendente del McDonald servire panini ai tavoli, preparare sacchetti di patatine fritte e nel contempo rivelarsi un personaggio del folklore giapponese a metà fra fiaba e spiritualità?

Il grande Makoto Shinkai ripropone ancora una volta il leitmotiv che lo ha reso celebre negli ultimi quindici anni, un “marchio di fabbrica” inconfondibile: la coppia di adolescenti prossimi all’infatuazione nel bel mezzo di una situazione paradossale, quasi critica, spolverata da una discreta dose di misticismo e un pizzico crescente di sovrannaturale ad arricchire il tutto. Se in “Your Name.” Shinkai ha probabilmente toccato il suo punto più alto (sia visivamente sia come concept generale), il tentare di ripetere l’impresa poteva rivelarsi prova ben più ardua, che, difatti, in parte sembrerebbe fallita.
“Weathering with You” è senza dubbio un prodotto eccellente, quantomeno dal versante artistico. Le animazioni dei personaggi, lo studio minuzioso del chara design e la cura nei fondali in perenne movimento sono di una bellezza senza pari: avvolgenti, movimentati, quasi in estasi, un ritmo d’azione alternato a pause studiate, un lavoro colorato in modo strabiliante e animato ancora meglio. Ogni scena viene proposta come un piccolo ricamo, uno spaccato urbano della caotica Tokyo intrisa di acqueo misticismo, tanto da sembrare estremamente realistico.

Tutto è connesso al cielo.
Nel più classico dei suoi metodi narrativi, l’autore intreccia i cieli di Tokyo e le profondità metereologiche di strati e strati nubiformi all’animo umano, in una proposizione meteopatica e magicamente emotiva, tanto da ricordarci di come il bel tempo spesso coincida con il buonumore, e un cielo grigio e plumbeo possa suggerire un animo turbato e una testa carica di grigiore; paragoni spesso semplici da intendere ma non uguali per tutti.
Ecco così che la metropoli giapponese, sotto l’insistente acqua piovana comincia a splendere come un madido specchio nel corso di un’estate atipica che si trasformerà in qualcosa di quasi apocalittico, surreale e sovrannaturale al tempo stesso. Le rare volte che il cielo si rischiara e i raggi solari inondano la meravigliosa e malinconica skyline urbana, ecco che un’aura dorata cala come una schiera di angeli a benedire la baia di Tokyo, i tetti allagati, le stradine piene di pozzanghere riflettenti, le scale grondanti, gli alberi gocciolanti. Ogni sequenza accompagnata da una colonna sonora, come si poteva prevedere, eccezionale, che accompagna per mano lo spettatore verso diversi picchi emotivi, spettacolari all’occhio, un connubio visivo-musicale che non lascia scontenti.

Possiamo tranquillamente definire “Weathering with You” un ottimo esercizio artistico che mischia leggende arcaiche, urbane e mitologiche in una amalgama dal sapore frizzante e silenzioso, quasi stregonesco, di rituali ormai smarriti fra le pieghe di antiche memorie e di implicite risoluzioni che portano ad un finale di trama purtroppo scontato e a tratti prevedibile, soprattutto per quanto riguarda il versante sentimentale: l’epilogo è di stampo romantico, ma quasi insipido, già visto, e, a visione compiuta, ripercorrendo i tratti salienti, s’evince come il film abbia ben pochi contenuti di profondità e sia anche meno coinvolgente dei precedenti lavori di Shinkai.
Le peripezie di Hodaka, studente in fuga dalla famiglia, e di Hina, giovane orfana di madre e avvezza alla vita della metropoli, porteranno entrambi a scoprire un destino connesso oltre le normali leggi della fisica conosciuta, un incantesimo come una metafora d’unione di anime attraverso un antico rituale fra cielo e terra: una storia d’amore a metà fra il contemporaneo e le leggende del passato, anche se purtroppo, tirando le somme, non basteranno una giovanissima e dolcissima Sunshine girl in veste moderna e l’ennesima love story adolescenziale a portare questo lungometraggio nel gotha dell’animazione mondiale. Un finale per metà discreto e per metà incredibilmente scontato, già visto, quasi fotocopiato, un anticlimax che lascia la pancia piena a metà.
Per Shinkai è probabilmente giunto il momento di rinnovarsi completamente, imboccando nuove strade, sperimentando qualcosa di mai affrontato, e di lasciarsi alle spalle il modus operandi della coppietta adolescente alle prese col sovrannaturale una volta per tutte.

Léon

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Cosa nasconde il cielo? Quali e quanti misteri cela alla vista di coloro che lo osservano da quaggiù? Quali e quanti destini vi sono connessi? E se oltre le nuvole ci fosse un mondo altro, parallelo e complementare, un ecosistema accessibile solo a chi, investito di un qualche potere che trascende quello dei comuni mortali, potesse dominare il tempo atmosferico e le sue leggi sovente imperscrutabili? Tanto da incidere, attraverso una semplice preghiera, sui comportamenti e gli stati d’animo della gente. La nuova attesa pellicola di Makoto Shinkai, dopo il successo planetario di “Your Name.”, sembra interrogarsi proprio su questo, su come il tempo atmosferico, influenzato da ciò che avviene proprio sopra di noi, ma a distanze non colmabili dall’occhio umano, possa condizionare la vita e gli umori delle persone. E lo fa, come sua consuetudine, immaginando una storia in cui i sentimenti sono il cuore pulsante della vicenda, nella quale la ruota del destino favorisce l’incontro tra due adolescenti in difficoltà, in una Tokyo estiva in cui il sole, incredibilmente, non sembra avere alcun diritto di cittadinanza.

Sostenuto da un apparato tecnico di eccezionale livello, “Weathering with You” dimostra come il cinema di Shinkai evolva verso dinamiche più classiche e strutture narrative più lineari. E dico evolva proprio perché, pur avendo amato profondamente il primissimo cinema del regista giapponese, sviluppato nell’arco di pochi ma interessantissimi mediometraggi nei quali distanza e incomunicabilità erano tracce irrinunciabili e peculiari, nel dittico recente, espresso in forma di lungometraggio, i vuoti lasciati sembrano improvvisamente colmarsi. Le distanze si accorciano sensibilmente e la forma assume una sostanza la quale non è altro che amore che finalmente si sublima. Per quanto tutto ciò possa apparire semplice e ammiccare a un pubblico più vasto ed eterogeneo, la poetica di Shinkai ne esce in qualche modo rafforzata. Perché il suo è un cinema fatto principalmente di emozioni, in costante ricerca di un feedback con lo spettatore. Un cinema che, grazie a una notevole disposizione per la messa in scena, riesce a scalfire anche gli spiriti meno inclini a lasciarsi vincere dal sentimentalismo.

“Weathering with You” riesce facilmente in questo suo intento umanistico, se così lo vogliamo definire, semplice da restituire solo in apparenza. E lo fa anche a scapito di una sceneggiatura che, pur mantenendo alto il climax, semplifica fin troppo i suoi passaggi chiave e affretta snodi che avrebbero necessitato di maggiore complessità, forzando un epilogo ancor più esplicito e possibilista rispetto a quello di “Your Name.” Anche il richiamo alla componente mistica e fantastica, che anche in questo caso cerca di attingere alla dottrina shintoista, è più che altro un pretesto per motivare la dimensione altra in cui, sia pur fuggevolmente, i due protagonisti si trovano a interagire per trovare il senso del loro percorso. La componente karmica e gli universi paralleli (in ciò è palese l’influenza di Haruki Murakami, scrittore nipponico che il regista evidentemente ama) in Shinkai sono comunque al servizio dei personaggi e delle loro dinamiche, che sono e restano sempre profondamente umane. Ecco che allora dirimenti, nell’opera in questione, divengono le scelte che compiono in piena autonomia Hokoda e Hina. I motivi della scelta e della conseguente autodeterminazione di sé sono forse la tematica che emerge più prepotentemente in “Weathering with You”, opera che pone volutamente sulla ribalta l’adolescenza rispetto a un mondo adulto marginale che sembra affogare, non solo metaforicamente, sotto la pioggia incessante di una ragione che ottenebra il sentimento puro di coloro che “non sono ancora sé stessi se non come attesa”. L’omaggio a “Catcher in the Rye” (“Il giovane Holden”) non è solo una pura e semplice citazione (l’opera di Salinger si nota un paio di volte di sfuggita tra i pochi effetti personali del ragazzo, non appena arrivato a Tokyo), ma una dichiarazione d’intenti che Shinkai lancia al suo giovane pubblico, e probabilmente anche a chi, pur avendo qualche anno in più, non ha perduto quello spirito indomito, quel senso di epifania che progressivamente tendiamo a perdere nei passaggi d’età del tempo lineare.

Nonostante emergano, per la prima volta, interessanti personaggi di contorno rispetto ai due protagonisti, l’architettura narrativa poggia quasi interamente su Hokada e Hina, i cui progressivi avvicinamenti dischiudono allo spettatore il senso profondo di un’opera che si sostiene, come detto, su una struttura lineare che favorisce la ricerca di sé dei due adolescenti, dei quali non arriveremo mai a conoscere, se non per vaghi cenni di circostanza, un passato che si desume essere stato non facile, ma per i quali proveremo piena empatia proprio per la loro evoluzione nel presente che ci viene raccontato. È un cinema del qui e ora quello di Shinkai, che recupera elementi ancestrali in una cornice dai tratti sottilmente distopici e favolistici, per riaffermare che al di là delle cornici che ci imprigionano in uno spazio e in un tempo determinato, i sentimenti, se sono forti e sinceri, riescono a farsi beffe di qualsiasi dimensione ci possa ospitare. Per questo l’amore che si sublima, stravolgendo ampiamente ciò che consuetudine vorrebbe, ha la sua ragione d’esistere sotto un temporale che sembrerebbe mai trovare fine. O più semplicemente, facendo fede alle parole di Hokada: “Io me ne frego del tempo atmosferico, l’importante è che ci sei tu accanto a me”.

Semplice ma efficace come la parabola di un immaginario “vangelo umanista”, l’opera di Shinkai procede per prese di coscienza e atti conseguenti, e trova la sua apoteosi nella suggestiva resa estetica. L’animazione in 2D, fondata come di consueto su un disegno iperrealistico che valorizza in egual modo dettagli e sfondi, è al servizio di una regia che fa largo sfoggio di primi piani fortemente comunicativi, campi lunghi e panoramiche che evidenziano la tendenza al fotorealismo. Tutto l’apparato tecnico, a partire dagli effetti sonori (rimarchevole, nell’edizione italiana, anche il lavoro dei nostri doppiatori) fino ad arrivare alle musiche dalla valenza narrativa (colonna sonora nuovamente affidata ai Radwimps), contribuisce ad accrescere il pathos dell’opera.

In conclusione, nonostante tutte le critiche che si possono muovere all’autore dell’opera in merito a una scrittura ancora lontana dall’efficacia di grandi registi di genere come Miyazaki e Hosoda, a qualche autocitazione non sempre amalgamabile al contesto, e all’uso dell’elemento fantastico, religioso o mitologico, come pretesto per parlare sostanzialmente di altro, si può ragionevolmente affermare che nel cinema d’animazione - e forse non solo in quello - pochi sanno arrivare a toccare le corde profonde dello spettatore come sembra riuscire a fare Makoto Shinkai. È impossibile che usciate dalla sala senza che questo film vi abbia minimamente scalfito, salvo esser stati vinti da un persistente stato d’aridità.


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DanAlice

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6,5
Film anime il cui titolo significa letteralmente “La ragazza del meteo”, è un cartone animato della durata di 112 minuti, scritto e diretto da Makoto Shinkai e prodotto per la Comix Wave Films. L’uscita del film nei cinema giapponesi è avvenuta il 19 luglio 2019 con una conferma di diffusione anche nei cinema europei. In Italia è stato distribuito da Nexo Digital in collaborazione con Dynit il 14, 15 e 16 ottobre 2019. Dato il successo riportato nei giorni di proiezione, che l’ha portato ad essere al secondo posto per spettatori dopo “Joker”, Dynit ha annunciato la sua redistribuzione il 5 e il 6 novembre.

La storia tratta della vita dell’adolescente Hodaka Morishima che, dopo essere fuggito di casa, si ritrova nella grande Tokyo, dove cerca di trovare sé stesso e conosce Keisuke Suga, che gli propone di lavorare per lui alla piccola redazione che possiede insieme alla nipote, e che tratta di eventi bizzarri/occulti avvenuti in città. Dopo aver iniziato il suo lavoro, il tempo diventa sempre più piovoso giorno dopo giorno e si inizia a vociferare di una donna chiamata “Portatrice del Sereno”, che non è altro che una sciamana capace di mutare il tempo atmosferico con le sue preghiere. La legenda racconta che un tempo le “Portatrici di Sereno” erano presenti in ogni villaggio e il loro compito era quello di adempiere alle volontà degli abitanti, per portare felicità ed equilibrare il tempo atmosferico. In un angolo della città affollata e frenetica, Hodaka incontra una ragazza di nome Hina, che aveva già avuto modo d’incontrare poco dopo il suo arrivo dentro a un McDonald’s. La giovane ragazza viene importunata da alcuni uomini e Hodaka decide di salvare la giovane che era stata gentile con lui, quando ancora non aveva nulla, e scopre che la ragazza e il fratello minore vivono insieme a causa delle circostanze famigliari che li hanno resi orfani. Parlando con la ragazza, Hodaka scopre che Hina ha un potere: è in grado di fermare la pioggia e schiarire il cielo pregando, lei è una “Portatrice di Sereno”. I due decidono così di aprire un sito Internet per permettere alle persone di contattare la giovane e farsi pagare per i suoi servigi, proprio perché Hina è costretta a lavorare pur di riuscire a mantenere lei e il fratellino. Quello che però non hanno considerato è che le “Portatrici di Sereno” sono creature molto sofferenti: per rendere felici gli altri con le loro preghiere barattano sé stesse fin quando non scompaiono, trasformandosi a loro volta in acqua e mutando le nuvole in sole. Hodaka è pronto a tutto pur di aiutare la ragazza verso cui inizia a nutrire un forte sentimento, lei e il fratellino sono ora la sua famiglia, e non può accettare che possa accadere loro nulla di male, ma riuscire in questa impresa sembra essere più complesso di quanto possa sembrare, soprattutto perché sulle spalle del ragazzo gravano le accuse di appropriazione illecita di armi e un mandato di cattura per essere fuggito da casa ancora minorenne.

Nel film c’è un riferimento al precedente film di Shinkai “Your Name.”, infatti nella nuova pellicola ci sono delle brevi apparizioni dei due protagonisti: Taki Tachibana è possibile vederlo nel corso di una commissione lavorativa dei due protagonisti presso la casa di un’anziana signora, nonché nonna di Taki, e Mitsuha Miyamizu è riconoscibile dal nastro rosso con cui lega sempre i capelli nella scena in cui Hodaka cerca un regalo di compleanno per Hina e chiede consiglio alla commessa del negozio, che è appunto Mitsuha.
Nella pellicola c’è inoltre l’apparizione inaspettata di entrambe le protagoniste della prima stagione di “Pretty Cure” nei panni di due ragazze in cosplay, che desiderano un giorno di sole e assumono i due protagonisti per una preghiera.

In generale posso dire che sia stata una storia affascinante, che definisce i ritmi a tratti veloci e a tratti lenti del regista Makoto Shinkai, che pare essere un vero e proprio amante delle storie legate a un mistico mistero impregnato di sentimento. Purtroppo la pellicola tende a mantenere una certa freddezza nel contenuto che, a differenza del precedente lavoro considerabile come un vero e proprio capolavoro (“Your Name.”), non riesce a coinvolgere direttamente lo spettatore. Troppe sono le ovvietà e i cliché che si vedono, troppi i luoghi comuni e l’uso del “già visto”. Nel corso delle vicende troppe sono le domande lasciate senza risposta che ruotano attorno ai due personaggi, e un terribile senso di déjà-vu con la precedente pellicola a lungo andare tende ad annoiare.
Come ho letto in molte recensioni, pare quasi che lo stesso regista fosse frenato dal realizzare qualcosa di stupefacente, per non rischiare un completo fiasco dopo il suo grande successo con “Your Name.”. Questo ha portato a rendere “Weathering with You” un contenuto mediocre che non lascia nulla dopo il suo passaggio e che non esalta durante la sua fruizione. Tutta la sua lentezza finisce per essere sfiancante, se posta a braccetto con una trama piena di buchi e povera di dettagli, la mancanza di forti emozioni o abili spunti di riflessione per argomenti più importanti su cui apparentemente si articola la storia fanno sì che l’asticella di soddisfazione si abbassi.
Non posso nemmeno dire di aver apprezzato qualcosa in particolare, perché non sono riuscita a entrare a far parte di quel mondo descritto nel film, non c’è stato nulla che sia diventato “mio”, che mi sia entrato dentro per lasciarmi qualcosa. Avevo grandissime aspettative dalla pellicola e, forse anche per questo, la mia delusione è stata forte. Certo non posso certamente definire “Weathering with You” un film mal realizzato o brutto, perché racchiude in sé moltissimi elementi capaci di renderlo tecnicamente un gran contenuto, ma la storia in sé non mi ha convinta, per questo il mio voto finale non può andare oltre al 6,5.


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maxcristal1990

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6,5
Hodaka, un ragazzo di sedici anni scappato di casa, ormai vive solo a Tokyo come fuggiasco. Mentre cerca di arrangiarsi al meglio per vivere, conosce un uomo che gli dà vitto e alloggio, e un piccolo lavoro solo perché gli ricordava sé stesso da bambino. Un giorno conosce Hina per puro caso... questa ragazza in grado di cambiare il tempo presto scoprirà i lati negativi e positivi del suo potere. Nonostante tutto, Hodaka cercherà di non perderla per nessun motivo.

Ho trovato questo film abbastanza surreale. Nonostante offra ottime animazioni, grafica e song molto appropriate, perde nella storia, che non ho ritenuto per niente interessante. Visto che è stato uno dei big del 2019, mi aspettavo molto meglio. Non basta la classica storia d'amore per rendere un film bello, a mio giudizio, avrei voluto vedere una storia più solida, realistica e uniforme. Per il resto propone degli ottimi tratti sentimentali che arrivano emotivamente.
Nel complesso è mediocre, visto che per vedere due-tre belle scene ho dovuto sorbire un'ora intera di questa solfa.


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AnthonySoma-sensei

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Il mio approccio a "Tenki no Ko" non è stato sicuramente dei migliori, essendo arrivato con circa venti minuti di ritardo dall'inizio della trasposizione cinematografica. In effetti, durante la visione, mi domandavo se quella assenza di emotività e attrattiva fosse dovuta proprio a questo piccolo inconveniente o se, invece, si trattasse di un problema radicato all'interno della strutturazione della storia. Ebbene, ho avuto modo di apprezzare per una seconda volta il film, e devo ammettere che non è scattata quella scintilla, quella chimica, le quali solitamente sorgono quando guardo le opere di Shinkai.
Non metto in dubbio che la trasposizione tratti un'infinità di tematiche le quali spaziano sia su argomenti di carattere generale, come la questione ambientale, sia su aspetti più specifici e contestualizzati, come l'esaltazione delle scelte individuali a discapito della collettività; tuttavia è la storia in sé a non avermi pienamente convinto, lenta e soprattutto inesauribilmente prevedibile ogni secondo che passava. Deduco sia dovuto a tale analisi l'assenza, almeno per quanto mi riguarda, di qualsiasi sorta di empatia o immedesimazione all'interno dei personaggi. Al di là di semplici sorrisi, non ho provato nulla di così particolare o eccezionale, magari hanno influito nel giudizio anche le grandi aspettative createsi dopo la visione di un'opera del calibro di "Kimi no Na wa".

Ed ecco che arriviamo al nocciolo della situazione: da come la trasposizione è stata impostata, sembra quasi che Shinkai abbia voluto far intendere, implicitamente, che "Tenki no Ko" dovesse raccogliere il grande patrimonio e l'immensa eredità lasciatici per l'appunto dal suo predecessore... non credo bisogni neanche fare degli spoiler al riguardo per dimostrare la veridicità della mia affermazione, i riferimenti e i chiari segni in alcune parti della storia, seppur brevi e simbolici, non lasciano adito ad altre interpretazioni. Sfortunatamente, però, le cose non vanno sempre per il verso giusto, e penso che Shinkai fosse consapevole del fatto che sarebbe stato tremendamente difficile ideare una nuova opera che superasse in tutto e per tutto la precedente, o almeno che provasse a stare al suo passo. Il risultato? Un compitino. Qualcosa né di così eccessivamente semplice né di così eccessivamente complesso, qualcosa che sta esattamente nel mezzo e che non avrebbe permesso a nessuno di rischiare il fallimento o le critiche negative. Dunque ritengo che la sensazione di vuoto provata in questo momento sia proprio dovuta al fatto che Shinkai non abbia voluto rischiare e si sia limitato semplicemente a svolgere il "compitino", per timore della realizzazione di un prodotto al di sotto delle aspettative... e come se "Kimi no Na wa" rappresentasse quella soglia di confine così impossibile da raggiungere, da spegnere qualsiasi speranza esistente.

Ebbene, signori, l'esito di "Tenki no Ko" è uno Shinkai indeciso e ancora nascosto dietro l'ombra del suo precedente capolavoro, la dimostrazione è riscontrabile all'interno dei personaggi tipici e scialbi, una narrazione che non trasmette assolutamente nulla, rimanendo fine a sé stessa, e soprattutto la completa assenza di uno "sfondo", di un "contorno", che possa cambiare o esaltare in termini qualitativi l'opera. Onestamente non mi ero prefissato una tale durezza all'interno della recensione, tanto che all'inizio avevo pensato di attribuire un 8 alla trasposizione cinematografica, tuttavia scrivere mi ha aiutato ad esplicitare ancora di più la mia tremenda delusione nei confronti del film, e soprattutto di aver raggiunto la seguente conclusione: il finale scelto da Shinkai è la chiara dimostrazione di come Hodaka e Hino non siano altro che una fotocopia venuta male rispettivamente di Taki e Mitsuha!

Naturalmente ci sono alcuni aspetti su cui il Maestro non si può in nessun modo criticare, la sua padronanza delle arti visive è qualcosa di assurdo! Le inquadrature, l'esaltazione degli elementi anche più banali all'interno dei vari scenari, per non parlare poi dei maestosi paesaggi e degli effetti cromatici pazzeschi, rendono il comparto grafico uno dei più grandi punti di forza della trasposizione cinematografica, insieme alla scelta sempre sublime e meticolosa delle varie OST che accompagnano la sceneggiatura.

Adesso potrei iniziare ad argomentare, come solitamente faccio, delle molteplici tematiche che contraddistinguono il film, tuttavia, se dovessimo trattare nello specifico le singole tematiche, ci vorrebbe una recensione a parte per ognuna di esse, data la profonda complessità. Dovendone selezionare una fra tutte, mi piacerebbe discutere dell'esaltazione della potenza della natura: sebbene l'avanzamento tecnologico e le moderne strumentazioni scoperte dall'essere umano, quest'ultimo è ancora inerme di fronte alla forza maestosa dei fenomeni naturali. Basti pensare che la pioggia è riuscita a mettere in ginocchio Tokyo e un'intera popolazione. Pertanto, ne passerà di tempo prima che l'uomo possa imporsi e dire la sua, l'unico suo compito è quello di preservare il nostro pianeta ed evitare di conseguenza che cambiamenti climatici o altri fenomeni possano sconvolgere l'ordine naturale delle cose.

Sinceramente, per quanto il concept della trasposizione stessa non mi sia affatto piaciuto, non si possono ignorare elementi come le tematiche, le OST e la grafica nella valutazione complessiva dell'opera, le quali incidono positivamente e svolgono, almeno loro, alla perfezione il loro dovere.
Il mio voto corrisponde a quello che il professore attribuisce agli studenti quando realizzano un "compitino": 6!
Concludo il mio discorso affermando con triste certezza che "Tenki no Ko" non poteva, non può e non potrà mai essere definito come un degno erede per "Kimi no Na wa"!


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Miriam22

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7,5
Lento.
Questo film scorre lento come le gocce di pioggia su di un vetro. Ma non è necessariamente un difetto. Lo diventa tuttavia se non c'è trama che regga abbastanza.
Questa la mia prima impressione a caldo (umido) dopo l'uscita del film in questi giorni al cinema.

Ma veniamo alla trama.
Hodaka, studente delle superiori, decide di scappare di casa e lascia la sua piccola isola natia per trasferirsi nella caotica Tokyo. Con non pochi ostacoli, dovuti alla sua giovane età, troverà finalmente un lavoretto per una rivista che tratta argomenti sull'occulto. Dopo aver trovato questa occupazione, il tempo diventa insolitamente sempre più cupo e piovoso. Un giorno Hodaka incontra una ragazza, Hina, che scopre avere una straordinaria capacità, quella di fermare la pioggia e far tornare il cielo sereno.

I presupposti per veder imbastita una buona storia senza dubbio ci sono tutti.
Abbiamo un ragazzo in fuga, una metropoli attraente, un lavoro stimolante, un clima "pazzerello" e una ragazza misteriosa. Peccato che tutto rimanga fine (e fermo) a sé stesso senza un appropriato approfondimento per nessun argomento e/o personaggio. E questo non fa altro che acuire la sensazione di "lentezza".
Shinkai, l'autore di questo film, non è di sicuro noto per il suo essere incalzante, piuttosto per una narrativa lenta e descrittiva (che a volte si fa pure fatica seguire), ma, se a questo si associa un'inconsistenza generale di tutta la storia, la noia, ahimè, è dietro l'angolo.

Prendiamo in considerazione i personaggi.
Del passato di Hodaka non viene detto nulla. Sappiamo che scappa di casa e che quindi vive un malessere. Perciò ne conosciamo le intenzioni ma non le motivazioni che lo portano a questa drastica decisione. Inevitabilmente, se di un personaggio mai si arriva a svelare elementi importanti, l'empatia per questi si farà largo a fatica.
Di Hina invece viene raccontato un po' di più (creando quindi un disequilibrio tra i due protagonisti) e conosceremo parte della sua famiglia e delle sue difficoltà. Ma del suo potere sovrannaturale, ossia quello di modificare il tempo meteorologico con le proprie preghiere, non è chiara l'origine e nemmeno lo scopo finale. In altre parole, non si capisce bene dove si vuole andare a parare (qual è il messaggio?).
Inoltre i personaggi secondari, che non sono molti, potenzialmente sono pure interessanti, ma risultano poco incisivi perché mal gestiti. A parer mio meritavano più spazio e maggior introspezione, e, considerato l'andamento dell'anime (lento), di tempo per farlo ce n'era in abbondanza.

Per quanto riguarda le tematiche affrontate, direi che sono tutte abbozzate pure quelle, lasciandoti inevitabilmente una sensazione di incompletezza. La componente mistica, quella più importante e quella che dà significato al titolo del film, non viene assolutamente sviluppata a dovere. Quella sentimentale neppure. Più che due adolescenti innamorati, personalmente a me sono sembrati due amici molto affezionati. Volendo ci si poteva vedere pure un abbozzo (più di un abbozzo... piove sempre!) di un tema tanto attuale e discusso quale l'ecosistema e il rispetto per l'ambiente, ma anche questo abortito da conversazioni e azioni un po' troppo sbrigative, sempliciotte e riduttive. E purtroppo è stato gestito sommariamente anche il tema sul sacrificio del singolo per il bene della comunità.
Il messaggio chiaro invece che mi è arrivato è quanto Tokyo, la grande città in generale, sia irta di ostacoli, soprattutto per i più giovani, e quanto questi siano poco considerati e poco rispettati dal mondo degli adulti. Ma anche su questo argomento... si poteva decisamente fare meglio.

Ergo, pochi e buoni personaggi ma mal sfruttati, tante tematiche interessanti aperte ma nessuna conclusa come si deve. Insomma, molta carne al fuoco ma cucinata poco, direi. Peccato.

E sulla resa visiva che si può dire? Proprio nulla. Ne rimani semplicemente ammaliato.
La luminosità dei colori e la cura dei dettagli, la morbidezza e delicatezza delle immagini (che si sposano benissimo con questa flemma narrativa) sono impeccabili.
Così com'è impeccabile la vera protagonista di questo film: la goccia. La goccia della pioggia, la goccia delle lacrime, la goccia (lenta) sui vetri, la goccia nelle pozzanghere. Il dettaglio è così sopraffino che in certi fotogrammi sembra reale, anzi... è talmente iper-realistico, che sembra surreale!
E dunque, nulla da eccepire su quello che ti dà visivamente questo film, è un vero e completo appagamento per gli occhi, soprattutto se te lo gusti al cinema - nello specifico, la pioggia vista così su grande schermo ha un effetto davvero avvolgente e corroborante. E indubbiamente a questo sorprendente risultato contribuisce pure un coinvolgente comparto sonoro, affidato al gruppo dei Radwimps.

In sintesi, se vai al cinema con mille aspettative per un film, e dopo dieci minuti ti riscopri a rigirarti sulla tua poltrona... dopo venti t'accorgi del calzino mal abbinato... al trentesimo vorresti sgomitare il tizio a fianco che si strafoga di popcorn... e al quarantesimo leggi senza un perché le indicazioni per l'uscita di emergenza... forse ti viene qualche dubbio che stai manifestando alcuni sintomi di disattenzione (più volgarmente detta "noia"). Ma, se a venti minuti dalla fine i sintomi si placano, tanto da non sentir più nemmeno quel rumoroso mangione del vicino, allora vuol dire che il film si sta ripigliando.
Già. Solo giunti pressoché alla fine, il ritmo si fa più vivace e ti coinvolge maggiormente. Ma, attenzione, sarà un falso allarme, poiché tutti quei "cerchi aperti" descritti sopra non verranno chiusi bene e non regaleranno nessuna gratificazione narrativa soddisfacente allo spettatore.

Concludendo, si può dire che forse con un corto-mediometraggio si risolveva meglio tutta la questione.
Se lo consiglio? Ma sì. Questo film può essere definito un "anime-therapy": per un paio d'ore fatevi coccolare dalla pioggia e, se all'uscita dal cinema verrete sorpresi da un inaspettato acquazzone (così come è successo alla sottoscritta) e improvvisa rischiarata, sarà bello pensare che forse lo scopo del film (quello magico) è stato raggiunto.


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mistress999

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5,5
"Tenki no Ko" è un'opera pop/mainstream smielata, con una sceneggiatura decisamente poco avvincente e povera, che pur nella sua linearità risulta confusa, piena di buchi ed evidenti ingenuità nella scrittura. Rimane tutto eccessivamente fine a sé stesso, scevro di tematiche e di approfondimenti sul misticismo e sull'elemento fantasy di fondo. I personaggi sono a malapena abbozzati, la storia soporifera e dimenticabile.
Si salvano i meravigliosi disegni e le animazioni, tratti distintivi delle pellicole di Shinkai, ma anche su quel fronte siamo distanti dall'ottimo film che fu "Your Name.".


 1
theoldmex

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Questa è un'opinione a caldo sul film dopo la prima visione al cinema.

Personalmente trovo difficile parlare di questo film, perché il mio giudizio in merito mi lascia molto combattuto: da grande fan di Shinkai infatti non posso che esserne deluso, ma da appassionato di animazione non posso davvero giudicarlo insufficiente. Cerchiamo di capire assieme il perché.

Trama: già raccontata più che bene nella scheda, la storia si imposta subito come una storia d'avventura di stampo adolescenziale. Hodaka e Hina sono entrambi due ragazzi privi di genitori, nel più classico degli stilemi narrativi, che cercano di affrontare la società moderna, strutturata e codificata per soli adulti, con le loro misere forze, e questo viene rappresentato davvero bene da Shinkai, che descrive uno spaccato realistico e verosimile del Giappone moderno che non perde la propria credibilità neanche nelle parti romanzate. La componente mistica rappresentata dal potere della protagonista invece è il motore di tutta la narrazione, e viene presentata e sfruttata più che bene dal regista. Il problema è che rimane fine a sé stessa. Il misticismo insito nella figura di Hina viene più volte raccontato da comparse, ma non viene né approfondito né affrontato del tutto (e la cosa è palese nel finale che, se a livello romantico chiarisce tutto, dal punto di vista mistico lascia in sospeso praticamente tutto), al contrario di quanto fatto per l'opera precedente, "Your Name.", dove invece tutto faceva quadrato in una costruzione articolata e ricercata di una quadratura comune della trama. Tutta quella ricerca e quei dettagli nel raccontare e far vivere le vecchie tradizioni allo spettatore, che nell'opera precedente erano parte integrante della narrazione, qua sono solo beceri pretesti narrativi fine a sé stessi. Così come lo è la storia romantica tra i due protagonisti. Come tradizione vuole, infatti, nel duo di protagonisti si instaura una relazione di supporto reciproco che sfocia in qualcosa di più... peccato che questo venga più detto allo spettatore dai personaggi che visto dal contesto. Shinkai infatti fallisce clamorosamente nell'inserimento delle scene romantiche all'interno della storia, vanificando addirittura la classica scena con i fuochi d'artificio, mantenendo i due protagonisti su un piano più amicale che sentimentale (la cosa diviene abbastanza palese quando il protagonista maschile rivede i propri ricordi con lei e questi ultimi non sono altro che classici ricordi di amicizia). Si perde quindi quel pathos sentimentale, che invece era molto forte nell'opera precedente, che qui rimane più un'ombra alla Miyazaki, con la differenza che in "Weathering with You" i protagonisti ancora immaturi scimmiottano sentimenti adulti senza però averli vissuti davvero... una versione né carne né pesce.

Grafica: mi piacerebbe dire che Makoto rimane Makoto, ma così non è, purtroppo. Chiariamo: la grafica generale rimane comunque spanne sopra molte altre produzioni, dagli effetti della pioggia (più gestita in stile miyazakiano che del vecchio Shinkai, discostandosi quindi da quella de "Il giardino della parole", ma non perdendone troppo in efficacia) a certi fondali chiave iper-dettagliati... ma la qualità stavolta è altalenante. La presenza della computer grafica e di sfondi meno dettagliati in certe scene secondarie (particolare meno evidente ma decisamente di impatto) avrà sicuramente accelerato i lavori sull'opera, agevolando la creazione di molte scene, ma ha fatto perdere molta poeticità alle stesse, rendendo il lavoro minuzioso di Shinkai meno appagante del solito nel suo complesso. Per fare un esempio pratico, la lunga scena dei fuochi d'artificio fatta in computer grafica, se fosse stata disegnata nel suo stile, avrebbe reso decine di volte di più... invece così è sembrato un semplice effetto per stupire, che non può che lasciare indifferente qualsiasi videogiocatore un po' navigato abituato a ben altri livelli di CG (compresi i bambini che giocano a "Fortnite").

Temi: i veri assenti dell'opera. Al contrario di tutte le sue produzioni precedenti qui Shinkai perde completamente qualsiasi legame con la tematica della "distanza", che a lui era tanto cara, sostituendola con il nulla cosmico. Tutti i temi mistici, come già detto in precedenza, sono accantonati. Il tema dell'equilibrio uomo-natura pure (con la semplice affermazione: "Il mondo è sempre stato pazzo, per cui chi se ne frega!"). Il tema del sacrificio del singolo per aiutare la collettività pure. Il tema dell'usare i propri poteri con fini sbagliati pure... ecc. Si assiste a un grande spettacolo hollywoodiano dove la veloce narrazione e la buona grafica ne fanno da padroni, ma la sostanza (tipica invece del cinema giapponese) viene completamente accantonata... e questo fa male al cuore.

Come dicevo all'inizio, "Weathering with You" è quindi un film da cestinare? No, perché è comunque una visione godibile, soprattutto per chi è abituato a un certo tipo di cinema commerciale. Lo classificherei però come un'ottima produzione al pari di "Your Name."? Certamente no. Personalmente penso che Shinkai con questo film abbia fatto un'enorme involuzione rispetto al precedente, e sinceramente non posso più dire di sapere cosa aspettarmi da lui per il futuro: l'intimista narratore de "La voce delle stelle" o de "Il giardino delle parole" sembra si sia perso nel potente fiume della ricca fama e popolarità, e questo per me non è altro che motivo di cordoglio.