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HakMaxSalv92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

È il sequel del capolavoro Disney che ha visto una svolta significativa nell'immagine del classico personaggio femminile in difficoltà, il quale, però, acquisita consapevolezza e coscienza di sé stessa, non sta ad aspettare che qualcuno la salvi, ma si mette al lavoro per cambiare la propria vita.

Qui Mulan, ormai diventata una soldatessa, riceve l'incarico insieme a Shang da parte dell'Imperatore di condurre le sue tre figlie nel regno di Qi Gong, dove esse diventeranno le spose dei principi mongoli. La situazione non potrebbe essere più complicata, visto che le tre principesse non sono molto entusiaste della prospettiva, ma sono anche ben consapevoli che la loro negligenza porterebbe a una guerra sanguinaria. Più che altro la guerra qui la troviamo non tanto fuori dai personaggi, bensì al loro interno, ma, come prescrive il Tao Te Ching, per rimanere nell'ambito culturale della vicenda, lo scopo è raggiungere l'equilibrio tra forze all'apparenza in contrasto tra di loro. Ed è qui che comincia il viaggio dei nostri protagonisti, i quali cercano, seppur con molta difficoltà, di trovare l'equilibrio tra i loro sentimenti e i loro doveri verso il loro regno. Alla fine, però, riescono a ritrovare quell'equilibrio, il tutto grazie a una svolta inaspettata e soprattutto all'intervento di Mushu, il quale cerca di porre rimedio al disastro che lui stesso ha combinato, ricordandosi dei doveri collegati alla sua posizione di guardiano della famiglia Fa.

Possiamo dire che c'è un senso di continuità con il capitolo precedente, dove il messaggio centrale rimane la scoperta della propria natura interiore e quindi la realizzazione del proprio scopo e del senso della propria vita interiore, da equilibrare con la propria vita esteriore, quindi l'armonia tra "Yin e Yang".
La grafica non ha subito molte modifiche, ma questo va bene così, perché i personaggi, le ambientazioni piacciono così. Anche la colonna sonora è rimasta fedele all'ambientazione, e questo fornisce un'ulteriore garanzia di qualità. I personaggi d'altro canto hanno pure loro mantenuto il proprio spessore comico, serio, drammatico e tragico, ma hanno fatto evolvere i loro sentimenti, il tutto con una serie di giochi di improvvisazione e di incidenti che però hanno il loro scopo.

Per rimanere in ambito culturale cinese, salta alla mente un detto di Bruce Lee: "Io non ammiro l'avversario che pratica 10.000 tecniche una volta sola, ma temo l'avversario che pratica una sola tecnica 10.000 volte, perché su 10.000 volte 9.999 sbaglia l'esecuzione, ma la 10.000 la esegue alla perfezione". Significa che bisogna provare e riprovare, finché non si riesce in quello che si desidera. Un altro elemento fondamentale che viene qui messo in discussione sono le tradizioni, e questo viene sempre svolto in maniera più velata o spinta, perché, essendo la società cinese, e poi di conseguenza anche quella giapponese, coreana e quella degli altri Paesi dell'Estremo Oriente basata/impostata su norme di condotta/riti, bisogna capire cosa è permesso, quanto, perché. Basti pensare al fatto che già nel primo capitolo Mulan non osserva la tradizione, e quindi non si prepara a diventare una moglie e madre secondo le norme, ma agisce di impulso, perché sente che il suo destino è altrove. Qui, diciamo che questo aspetto continua a manifestarsi e ad espandersi, cioè Mulan funge da esempio anche per le altre ragazze e poi per le principesse, cercando quindi di insegnare loro a decidere e pensare con la propria testa, soprattutto perché sono dotate di una certa curiosità. Possiamo quindi dire che questa seconda vicenda rappresenta un ulteriore punto di svolta.