Aggretsuko 3
In questa terza stagione, ritroviamo la nostra amata Retsuko nei soliti, noti, panni di impiegata che si lascia trascinare dall’ormai tediosa, ineluttabile corrente della vita, in balia di una routine che pare averla inghiottita e sopraffatta (ma non era forse così fin dall’inizio?). Persa inizialmente fra videogiochi VR che le spilleranno una quantità esorbitante di quattrini, attanagliata da una solitudine crescente e immersa in un desolante disagio a causa di debiti monetari, in questi altri dieci, rapidi, emozionanti e divertenti episodi, la nostra amata panda rossa stressata dalla quotidianità si ritroverà a dover saldare i propri obblighi nella maniera più inaspettata eppur coerente: s’improvviserà contabile di un manager che gestisce idol semi-sconosciute, tuttavia, ovviamente, mantenendo il proprio lavoro di impiegata al solito ufficio che ormai conosciamo a memoria. Quando le cose sembreranno andare per il verso giusto, ulteriori, spiazzanti colpi di scena scombussoleranno la scena, e la trama prenderà una piega ancor più bizzarra e divertente, fino ad un finale, incredibile a dirsi, molto serio e dotato di una profonda riflessività.
La terza stagione di Aggretsuko non si limita a ricamare le vicende attorno ai personaggi che già conosciamo, né ad introdurne di nuovi (sebbene le new entry siano tutte azzeccate e ben sviluppate); in un modo particolare e astuto, riesce a migliorare anche il livello di profondità e intreccio, puntando le luci (anche) sulle vicende dei colleghi e amici di Retsuko (Haida, Washimi e altri), in modo da focalizzare un quadro generale più articolato ed eterogeneo, che permette alla vicenda di scorrere ancor più piacevolmente. I dieci episodi da quindici minuti l’uno volano via fino ad un epilogo sorprendentemente profondo, quasi sconcertante e riflessivo: gli autori decidono di mostrare alcuni aspetti del mondo underground musicale e delle idol giapponesi agli esordi e, sebbene le vicende vengano esposte con il classico ritmo di narrazione proprio di questa serie, ruotano fondamentalmente intorno a codesti spunti, capaci di sottolineare aspetti positivi, brillanti e appaganti della vita di una idol, ma anche spaventosi, angoscianti e deprimenti, due facce della stessa medaglia proprie della società giapponese contemporanea.
Ad arricchire il piatto, ecco la cura e l’incisività dei personaggi secondari: camei simpatici, talvolta davvero buffi e ilari, che partecipano a far maturare il ritmo di una storia per nulla prevedibile.
In un bailamme di amori non corrisposti, serate allo sbando, dormite in ufficio, bevute fino ad ubriacarsi e freddure improvvise capaci di strappare più di un sorriso, questa terza stagione riesce probabilmente a battere le precedenti in fatto di qualità, attrattiva e anche a livello sonoro (la OST si impreziosisce di nuovi brani orecchiabili e stuzzicanti).
A livello grafico non cambia nulla, minimale ed essenziale come al solito, dai colori netti e dalle animazioni basilari, caricaturali e autoironiche, lo stesso sapore gustato nella prima e nella seconda stagione. Da vedersi in una serata, per sorridere ed emozionarsi un po'.
La terza stagione di Aggretsuko non si limita a ricamare le vicende attorno ai personaggi che già conosciamo, né ad introdurne di nuovi (sebbene le new entry siano tutte azzeccate e ben sviluppate); in un modo particolare e astuto, riesce a migliorare anche il livello di profondità e intreccio, puntando le luci (anche) sulle vicende dei colleghi e amici di Retsuko (Haida, Washimi e altri), in modo da focalizzare un quadro generale più articolato ed eterogeneo, che permette alla vicenda di scorrere ancor più piacevolmente. I dieci episodi da quindici minuti l’uno volano via fino ad un epilogo sorprendentemente profondo, quasi sconcertante e riflessivo: gli autori decidono di mostrare alcuni aspetti del mondo underground musicale e delle idol giapponesi agli esordi e, sebbene le vicende vengano esposte con il classico ritmo di narrazione proprio di questa serie, ruotano fondamentalmente intorno a codesti spunti, capaci di sottolineare aspetti positivi, brillanti e appaganti della vita di una idol, ma anche spaventosi, angoscianti e deprimenti, due facce della stessa medaglia proprie della società giapponese contemporanea.
Ad arricchire il piatto, ecco la cura e l’incisività dei personaggi secondari: camei simpatici, talvolta davvero buffi e ilari, che partecipano a far maturare il ritmo di una storia per nulla prevedibile.
In un bailamme di amori non corrisposti, serate allo sbando, dormite in ufficio, bevute fino ad ubriacarsi e freddure improvvise capaci di strappare più di un sorriso, questa terza stagione riesce probabilmente a battere le precedenti in fatto di qualità, attrattiva e anche a livello sonoro (la OST si impreziosisce di nuovi brani orecchiabili e stuzzicanti).
A livello grafico non cambia nulla, minimale ed essenziale come al solito, dai colori netti e dalle animazioni basilari, caricaturali e autoironiche, lo stesso sapore gustato nella prima e nella seconda stagione. Da vedersi in una serata, per sorridere ed emozionarsi un po'.