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 8
esseci

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8,5
"Nami yo kiitekure" o "Wave, Liste to me!" l'ho scoperto per puro caso su nota piattaforma streaming on line e al termine della visione dei 12 episodi posso solo scrivere che ne sono rimasto affascinato.
Trama e sceneggiatura originalissime, fuori dagli schemi e dal mainstream imperante, "Nami yo kiitekure" ha soddisfatto quasi appieno quel mio desiderio di un anime "maturo", vero, diretto, senza fronzoli e forzature romantiche a lieto fine, senza quel gusto tutto nipponico di raccontare la vita per metafore (che apprezzo tanto, ma che ogni tanto diventa troppo astratto e non sempre facilmente accettabile dagli occidentali)...

Fatte le debite proporzioni, l'anime che narra le vicissitudini di Minare Koda, personaggio femminile protagonista impossibile da chiudere in una semplice definizione, sembra assimilabile al film dedicato alla "mitica" Bridget Jones "de noantri"... ossia il simbolo di tutte le donne alla soglia dei trenta, single ("per scelta... degli altri" come scriverebbe il buon Massimo Gramellini) e in perenne crisi esistenziale, goffe, frustrate, che non riescono a trovare il loro posto nel mondo e il loro equilibrio.
Pur non essendo un anime romantico, come in Bridget Jones, per Minare saranno determinanti nella sua evoluzione due uomini: il primo, in negativo, è Mitsuo Suga, l'ex donnaiolo truffatore di cui resta comunque invaghita quasi fino alla fine, l’altro, in positivo, è Kanetsugu Matō, il direttore di una radio di Sapporo che scopre e crede nel talento di Minare tanto da diventare il suo pigmalione e mentore, lanciandola nel mondo radiofonico sfruttando la sua incredibile capacità di improvvisare con le parole e cavarsela in ogni circostanza.

Tutta la storia si basa sulla difficoltà di Minare di "metabolizzare" la truffa economica e d'amore subita da Mitsuo. In questo, si vede il parallelismo con Bridget Jones: Minare è come lei, imbranata, insicura, un po' infantile e sognatrice, impacciata, abituata a banalizzare e maltrattare ogni cosa e persona, una sorta di anti-eroina contro lo stereotipo delle ragazze nei manga e anime giapponesi. Abituati a ben altro, Minare è come uno tsunami: nell'anime, complice una doppiatrice di livello, sembra una mitragliatrice che spara raffiche di parole senza prendersi una pausa, con intonazioni e pause che fanno spaccare dalle risate con una ironia "adulta" che non trova molti pari nel panorama degli anime che ho potuto visionare. Un personaggio del genere non può lasciare indifferenti: con le sue incursioni verbali pialla tutti i personaggi (tranne uno, Kanetsugu Matō, che riesce con poche parole dette al momento giusto a inibirla o, almeno, a contenerla) e può risultare "molesta", anche allo spettatore. Ed è un personaggio che spicca sugli altri personaggi femminili comprimari che rientrano a vario titolo nella "normalità" e stereotipi delle ragazze e donne giapponesi: Mizuho Nanba, Madoka Chishiro e Makie Tachibana.

Altro punto di forza dell'anime è l'ambientazione in una stazione radiofonica. E qui è un altro atto di coraggio: ambientare la trama in una radio è a dir poco originale, sebbene coerente con il talento di Minare, l'arte oratoria.
E allora si potrebbe scrivere che "Video (didn't) kill the radio star": significativi gli spiegoni di Mato in cui illustra i punti della forza comunicativa della radio e come sfruttarla al meglio da parte di Minare.
Dal punto di vista grafico, a me il chara design è piaciuto, nonostante la sua essenzialità e l'ombra grigia negli occhi dei personaggi, che francamente non ho compreso. Ogni tanto l'animazione non è sempre stata all'altezza...
A livello musicale, apprezzabile l'ending...

Tratto da "Born to be on air" di Hiroaki Samura (che è autore di altri best sellers, ad esempio, "L'immortale"), "Wave, listen to me" sembra un anime di difficile collocazione di genere. E questo limite potrebbe rappresentare la sua croce e la sua delizia. Ma il suo realismo scanzonato e privo di eccessi di "poesia" diventa il ritratto di una generazione di donne e uomini in cui ognuno di noi può identificarsi.


 9
Metaldevilgear

Episodi visti: 10/12 --- Voto 10
Indubbiamente una delle commedie più riuscite e intelligenti degli ultimi anni, mi è bastato poco a dipingerla in questo modo, dal momento che è riuscita a strapparmi diversissime volte un sorriso, cosa che ahimé non mi riesce affatto spesso con gli anime.
«Nami yo Kiitekure» fornisce un esempio perfetto di quanto sia smisurata la varietà delle storie e dei setting presentati dell'animazione giapponese, altresì un triste esempio di come questa varietà non venga quasi mai ripagata, se data in pasto a un pubblico sempre più abitudinario nei confronti del medium e allergico alla novità vera e propria: in poche parole siamo di fronte all'ennesima gemma che finirà nel gigantesco calderone dei sottovalutati.

La serie TV mette in scena le vicende della scapigliata Minare Koda, cameriera in un ristorante di curry, appena mollata dal fidanzato e a corto di denaro per pagarsi l'affitto, che una sera finisce fortuitamente (con la forte complicità dell'alcol) a sproloquiare i suoi sfoghi d'amore in una trasmissione radiofonica locale. In quella parlantina sfrenata il direttore di tale emittente riconosce immediatamente il potenziale della ragazza, convincendola, con un pizzico di furbizia, a lavorare per lui.
Fin dall'incipit il potenziale di questo prodotto è evidente e si condensa in uno humor adulto (ma mai tendente alla volgarità) e attuale (anche ricco di riferimenti reali) e in un quadretto di personaggi micidiale, capeggiato dalla primadonna Minare Koda, figura femminile ricca di sfaccettature e alla quale è davvero difficile non affezionarsi, per di più doppiata magistralmente da Riho Sugiyama. Sempre bello a vedersi, il design di Hiroaki Samura (poliedrico autore del manga) riadattato da Takumi Yokota (scuola Shaft) non sfigura affatto a mio parere (no, non mi lamenterò del "grigio negli occhi" perché neanche ci avevo fatto caso), risultando anzi sempre espressivo ed efficace nelle sue esasperazioni e sposandosi perfettamente coi tempi comici di Tatsuma Minamikawa, molto bravo in questa sua prima series direction.

Inoltre lo sguardo che viene fornito su uno spaccato lavorativo atipico come quello radiofonico giapponese, rende la visione ancor più interessante e per certi versi istruttiva. In definitiva una gemma di serie, spassosa, brillante, che rientra immediatamente fra i miei preferiti del 2020.

ubnacci

Episodi visti: 9/12 --- Voto 7,5
Innanzitutto sconsiglio la visione di quest'anime a tutti coloro che pretendono che l'anime debba essere: "forzatamente" piacevole, a tutti costi "divertente" e avere protagonisti dei ragazzini solari, popolari, bellissimi.
Se c'è una cosa che serve in questo mondo è distinguersi, raccontando senza ostentare, osando.
Perdonatemi il maiuscolo, ma serve a rendere meglio il concetto: NON E' UN ANIME COMMERCIALE, ma è ristretto ad un target, a una nicchia, il che è quasi un controsenso per uno studio di produzione che deve cercare di vendere e non di accontentare pochi estimatori. È, in altri termini, un seinen, un prodotto non di certo per il grande pubblico, con dei protagonisti maturi, scafati. C'è chi beve, chi fuma, chi mostra il peggio di sè, chi usa espressioni volgari, sicuramente più realistiche rispetto all'ipocrita perbenismo e all'atmosfera ovattata degli anime classici, spesso ricco di cliché. Qualcuno ha criticato le ombre sugli occhi, scordandosi forse, che un anime è fatto della sceneggiatura e non delle sole animazioni anche perché esistono serie con una pessima grafica ma che sono risultate poi degli ottimi prodotti (es. katanagatari).

Quanto la trama, ovviamente non faccio spoiler, dico solo che è troppo complessa per noi occidentali, anche perché non tutto quello che viene argomentato in radio dalla protagonista, Minare, sia nei concetti, che nelle enfasi, nei modi di pensare delle prefetture è percepibile da chi non vive quelle realtà: un giapponese apprezzerà di più di uno straniero questo prodotto. Buttare pertanto del fango su un lavoro solo perché non è sul genere scolastico romantico, ma che è un prodotto che sperimenta un approccio diverso, più realista, mi sembra irrispettoso nei confronti degli autori che tutto fanno tranne scadere.

Consiglio pertanto quest'anime ad un pubblico maturo, intelligente, con una mentalità aperta, in grado di percepire tutto ciò che ruota attorno. Non è un anime per tutti, quindi capirò se prenderà dei voti molto bassi.


 2
maxcristal1990

Episodi visti: 7/12 --- Voto 4,5
La vita di Minare sta per cambiare! Ragazza un po' ubriacona che lavora come cameriera, finché non appare per la prima volta in radio dando sfogo a tutte le emozioni represse nei confronti del suo ex. Conquistando così Matou, uno dei responsabili di questa radio.

Dopo molta molta fatica arriva il drop di questo anime, era già da 7 episodi che pensavo di farlo, cioè dall'inizio. Ho insistito comunque per 7 puntate, a mio giudizio tempo buttato nel cestino. Già le animazioni mi sembravano di pessima qualità, ombre negli occhi, inespressive! Impossibile tralasciare questi dettagli in una commedia che già fatica a far ridere con battute di bassissima qualità aggregando anche queste immagini di poco valore! La prima puntata è tutto un bla bla bla e non si capisce assolutamente nulla, accompagnata da tagli abissali, costringendo lo spettatore a interrogarsi di cosa si stia guardando... inaccettabile per un anime di questo genere. Speravo di riuscire a farmi due risate proseguendo, ma l'unico dubbio è stato " ma devo davvero buttare via 20 minuti a settimana?". Così sono arrivato al drop dopo la bellezza di 2 ore e 20 di episodi uno più noioso dell'altro. La storia per quanto ho visto si sviluppa lentamente, andando avanti i tagli diminuiscono, ma il valore del contenuto rimane sempre simile. Non sono riuscito a ridere una singola volta e spesso mi ha infastidito pure guardarlo, l'effetto opposto del risultato che dovrebbe raggiungere. Musiche scelte normali, dialoghi insopportabili e difficili da seguire. Sconsigliato.