Super Cub
Ciò che ci rende speciali e che dà strada ai nostri sogni non è solo una moto, “diventa tutto il mondo”.
L'essenziale è invisibile agli occhi, così recitava una delle frasi meglio riconoscibili di quell'opera eterna che è “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry, un essenziale che è la misura esatta di quello che a un essere umano fa battere il cuore: anche se la stessa rosa potrebbe essere uguale ad altre milioni di rose, per il principe in questione, è la sua rosa ed essere speciale, per averlo tratto in salvo dall'indifferenza e da una vita ordinaria.
Allo stesso modo anche il Super Cub di Koguma non è più solo una semplice moto, è qualcosa che l'ha salvata dal suo isolamento e dal ripetere sé stessa all'infinito. Probabilmente, qualcuno al primo episodio si è persino messo a ridere e ha commentato con la solita frase tipica di fronte agli slice of life, “non sta succedendo niente”, ma appunto, essendo l'essenziale invisibile a tanti, dà una conferma ancora più grande che il libro dell'artista francese è un libro più che valido come modello di comparazione. Spesso, per poter sopravvivere, abbiamo bisogno di un'idea nella testa capace di dar importanza alla nostra vita, qualcuno magari la può chiamare hobby, altri la possono chiamare semplicemente una sorta di missione, ma io vorrei chiamarla con il nome più forte in questi casi, ossia “Passione”. E la passione fortifica, definisce, descrive e ci dà la spinta per poter lenire il nostro male di vivere.
Quest'anime inizia con il titolo del primo episodio che mette bene in evidenza questo stato di cose: “La ragazza che non aveva niente” mette appunto in risalto quello che è la vita senza la passione, tanto da farla assomigliare a una grandissima scatola vuota. Così, appena si accende in noi l'idea di avere tra le nostre mani qualcosa di diverso e prezioso, iniziamo a volerci prendere cura di quella "Importanza", e modificare le nostre abitudini di conseguenza, solo per far posto a quella nuova arrivata.
In Koguma è avvenuta la stessa identica cosa, una ragazza che per sua natura non è mai stata estroversa, che vive di piccoli spazi e di una casa troppo grande per una sola persona. Forse sì, da principio era solo l'unire l'utile a dilettevole e rendere più facile l'andare a scuola, ma poi è diventato qualcosa di molto più grande. Il concetto stesso di confine ad esempio si è espanso, e a renderlo evidente sono bastate le parole pronunciate da Reiko, che è una delle amiche arrivate per caso grazie proprio all'essenziale di questa bellissima serie.
“Con il cub puoi andare ovunque tu voglia”, una frase che, detta a qualsiasi altra persona, potrebbe essere la frase più banale del mondo, ma non per chi ha vissuto tutta la vita con un percorso preordinato nella testa. Da casa a scuola e viceversa. Il concepire il mondo come uno spazio infinito diventa così un vero inno alla libertà, certo niente di paragonabile all'idea mentale della Route 66 della Beat Generation, ma neppure tanto distante da quella, se la si guarda un pochino più in piccolo.
Costruire dei legami e distinguersi dal resto come identità diventa un idea lampante, tanto che all'interno della scuola avere una passione in comune la fa emergere dalla massa. L'incontro con Reiko è quindi un passaggio importante nella sua esistenza. Avere un'idea che ci unisce ad esempio è importante per noi che abbiamo nei manga e negli anime la nostra importanza, così per loro due “guidare un cub” non è una cosa da nulla, è l'idea di vita stessa.
A inizio ora o all'intervallo, sapere di poter stare a cavalcioni sulla moto a consumare il pranzo diventa un'idea di sosta, partenza e traguardo. Un'idea da cui progettare la vita e filtrarla in base a quello di cui c'è bisogno. Così la ricerca di ciò che rende più piacevole il viaggio diventa un qualcosa per cui vale la pena vivere. Le stagioni sono un banco di prova speciale per chi ha le due ruote nel sangue. L'inverno con dei guanti caldi, o un paravento per evitare di venire schiacciati dalle intemperie di gennaio. L'idea di viaggio quindi è qualcosa che prende spazio nella mente poco per volta e dà modo alle ragazze di vedere la vita in una maniera completamente differente da come la vedevano prima.
Un cub quindi non è più solo un mezzo di trasporto. Alla fine la moto stessa diventa qualcosa di talmente forte, da determinare gli eventi in qualsiasi situazione normale o bizzarra che sia. Persino una scalata su una montagna diventa il banco di prova con cui misurare sé stessi. Una giornata sulla neve, qualcosa con cui fare i conti, persino tenendo conto del pericolo di una situazione del genere. Il cub diventa in questo modo la vita stessa, da vivere, progettare, sognare.
E senza accorgersi quasi di nulla, le due ragazze, Koguma e Reiko, avendo un cub fra le mani, diventano quasi invidiabili, un esempio, un qualcosa che le rende diverse da ogni altro essere umano; ma solo per chi riesce a rendersi conto di ciò che le rende speciali.
L'incontro con Shiori probabilmente nasce proprio da questa esigenza, se fino a un attimo prima non risultavano visibili per gli altri, il fatto di averle notate, le ha rese incredibili, qualcosa di quasi magico.
Io non so bene se l'amicizia nasca dal fatto che ci sia bisogno di qualcuno per completare il nostro dialogo interiore: così sicuramente in Shiori è scattato qualcosa che ha visto in quelle due, qualcosa di molto più profondo del solito. Un cub, quindi, non è solo qualcosa capace di trasportarci e di far raggiungere i posti più disparati, ma in chi riesce a vedere attraverso quel mezzo qualcosa di più grande vi è tutto un viaggio interiore che riesce a mettere in comunicazione pensieri, opinioni, desideri e sogni. Tanto che nemmeno la primavera diventa un meta impossibile da raggiungere, così, se si tengono ben chiusi gli occhi, si può disegnare tutto un percorso per superare il traguardo ideale per quel giorno, o forse per l'intera vita: “capace di farci risplendere.”
Un anime da sette mezzo, otto, che con i suoi episodi silenziosi è riuscito a mettere l'accento, ben più di altri anime blasonati di questa stagione appena trascorsa.
Premiatissimo. Vedetevelo con il cuore e non con la mente.
L'essenziale è invisibile agli occhi, così recitava una delle frasi meglio riconoscibili di quell'opera eterna che è “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry, un essenziale che è la misura esatta di quello che a un essere umano fa battere il cuore: anche se la stessa rosa potrebbe essere uguale ad altre milioni di rose, per il principe in questione, è la sua rosa ed essere speciale, per averlo tratto in salvo dall'indifferenza e da una vita ordinaria.
Allo stesso modo anche il Super Cub di Koguma non è più solo una semplice moto, è qualcosa che l'ha salvata dal suo isolamento e dal ripetere sé stessa all'infinito. Probabilmente, qualcuno al primo episodio si è persino messo a ridere e ha commentato con la solita frase tipica di fronte agli slice of life, “non sta succedendo niente”, ma appunto, essendo l'essenziale invisibile a tanti, dà una conferma ancora più grande che il libro dell'artista francese è un libro più che valido come modello di comparazione. Spesso, per poter sopravvivere, abbiamo bisogno di un'idea nella testa capace di dar importanza alla nostra vita, qualcuno magari la può chiamare hobby, altri la possono chiamare semplicemente una sorta di missione, ma io vorrei chiamarla con il nome più forte in questi casi, ossia “Passione”. E la passione fortifica, definisce, descrive e ci dà la spinta per poter lenire il nostro male di vivere.
Quest'anime inizia con il titolo del primo episodio che mette bene in evidenza questo stato di cose: “La ragazza che non aveva niente” mette appunto in risalto quello che è la vita senza la passione, tanto da farla assomigliare a una grandissima scatola vuota. Così, appena si accende in noi l'idea di avere tra le nostre mani qualcosa di diverso e prezioso, iniziamo a volerci prendere cura di quella "Importanza", e modificare le nostre abitudini di conseguenza, solo per far posto a quella nuova arrivata.
In Koguma è avvenuta la stessa identica cosa, una ragazza che per sua natura non è mai stata estroversa, che vive di piccoli spazi e di una casa troppo grande per una sola persona. Forse sì, da principio era solo l'unire l'utile a dilettevole e rendere più facile l'andare a scuola, ma poi è diventato qualcosa di molto più grande. Il concetto stesso di confine ad esempio si è espanso, e a renderlo evidente sono bastate le parole pronunciate da Reiko, che è una delle amiche arrivate per caso grazie proprio all'essenziale di questa bellissima serie.
“Con il cub puoi andare ovunque tu voglia”, una frase che, detta a qualsiasi altra persona, potrebbe essere la frase più banale del mondo, ma non per chi ha vissuto tutta la vita con un percorso preordinato nella testa. Da casa a scuola e viceversa. Il concepire il mondo come uno spazio infinito diventa così un vero inno alla libertà, certo niente di paragonabile all'idea mentale della Route 66 della Beat Generation, ma neppure tanto distante da quella, se la si guarda un pochino più in piccolo.
Costruire dei legami e distinguersi dal resto come identità diventa un idea lampante, tanto che all'interno della scuola avere una passione in comune la fa emergere dalla massa. L'incontro con Reiko è quindi un passaggio importante nella sua esistenza. Avere un'idea che ci unisce ad esempio è importante per noi che abbiamo nei manga e negli anime la nostra importanza, così per loro due “guidare un cub” non è una cosa da nulla, è l'idea di vita stessa.
A inizio ora o all'intervallo, sapere di poter stare a cavalcioni sulla moto a consumare il pranzo diventa un'idea di sosta, partenza e traguardo. Un'idea da cui progettare la vita e filtrarla in base a quello di cui c'è bisogno. Così la ricerca di ciò che rende più piacevole il viaggio diventa un qualcosa per cui vale la pena vivere. Le stagioni sono un banco di prova speciale per chi ha le due ruote nel sangue. L'inverno con dei guanti caldi, o un paravento per evitare di venire schiacciati dalle intemperie di gennaio. L'idea di viaggio quindi è qualcosa che prende spazio nella mente poco per volta e dà modo alle ragazze di vedere la vita in una maniera completamente differente da come la vedevano prima.
Un cub quindi non è più solo un mezzo di trasporto. Alla fine la moto stessa diventa qualcosa di talmente forte, da determinare gli eventi in qualsiasi situazione normale o bizzarra che sia. Persino una scalata su una montagna diventa il banco di prova con cui misurare sé stessi. Una giornata sulla neve, qualcosa con cui fare i conti, persino tenendo conto del pericolo di una situazione del genere. Il cub diventa in questo modo la vita stessa, da vivere, progettare, sognare.
E senza accorgersi quasi di nulla, le due ragazze, Koguma e Reiko, avendo un cub fra le mani, diventano quasi invidiabili, un esempio, un qualcosa che le rende diverse da ogni altro essere umano; ma solo per chi riesce a rendersi conto di ciò che le rende speciali.
L'incontro con Shiori probabilmente nasce proprio da questa esigenza, se fino a un attimo prima non risultavano visibili per gli altri, il fatto di averle notate, le ha rese incredibili, qualcosa di quasi magico.
Io non so bene se l'amicizia nasca dal fatto che ci sia bisogno di qualcuno per completare il nostro dialogo interiore: così sicuramente in Shiori è scattato qualcosa che ha visto in quelle due, qualcosa di molto più profondo del solito. Un cub, quindi, non è solo qualcosa capace di trasportarci e di far raggiungere i posti più disparati, ma in chi riesce a vedere attraverso quel mezzo qualcosa di più grande vi è tutto un viaggio interiore che riesce a mettere in comunicazione pensieri, opinioni, desideri e sogni. Tanto che nemmeno la primavera diventa un meta impossibile da raggiungere, così, se si tengono ben chiusi gli occhi, si può disegnare tutto un percorso per superare il traguardo ideale per quel giorno, o forse per l'intera vita: “capace di farci risplendere.”
Un anime da sette mezzo, otto, che con i suoi episodi silenziosi è riuscito a mettere l'accento, ben più di altri anime blasonati di questa stagione appena trascorsa.
Premiatissimo. Vedetevelo con il cuore e non con la mente.