Panty & Stocking with Garterbelt
Dalla regia di Hiroyuki Imaishi e dall'estro di GAINAX nasce una delle opere più folli e controverse che l'animazione nipponica abbia mai visto, un concentrato di delirio e oscenità tanto preponderante, da essere il fattore per cui si può amare o odiare visceralmente.
Questa affermazione non è campata per aria, e già dalle premesse di trama ce ne si può accorgere: le nostre belle protagoniste sono Panty e Stocking, due angeli cacciati dal Paradiso a causa della loro condotta poco ortodossa e spediti sulla Terra a riscattarsi, ospitate dal prete omosessuale Garterbelt, massacrando i Ghost e ottenendo moneta dalle loro carneficine per tornare nel regno dei Cieli.
Il primo punto di forza incredibile della produzione è proprio il cast, dove spicca ulteriormente il duo protagonista: Panty è la biondona, figa, arrogante e ninfomane, armata di due pistole ottenute dalla trasformazione dei propri slip, perennemente inferocita con tutto ciò che le sta attorno e perennemente sadica con la sorella Stocking, una gothic lolita dipendente dallo zucchero che si porta dietro un gattino di pezza e una coppia di katana ottenuta, questa volta, dalla trasformazione delle proprie calze; se la loro caratterizzazione appare già perfettamente riuscita e atipica a livello visivo, solo lodi sperticate si possono fare alle loro personalità (alle due ci si affeziona subito proprio per la loro follia) e alle dinamiche tra le due sorelle, fresche, irriverenti e capaci di strappare una grassa risata o una lacrima allo spettatore. A giocare un ruolo fondamentale non sono solo i due angeli, bensì anche i loro comprimari: il prete Garterbelt, armadio afro con tendenze sodomite, riserva più di qualche colpo di scena, e anche lui riesce a farsi voler bene fin da subito, così come il cane Chuck, immortale e proprio per questo massacrato nelle maniere più fantasiose da chiunque si imbatta in lui, e Brief, nerd innamorato di Panty e anche lui maltrattato fisicamente e psicologicamente con grande inventiva. Chiudono il cerchio i due antagonisti, le sorelle Scanty e Kneesocks, opposti polari di Panty e Stocking, alla cui carica anarchica e libertina contrappongono i principi dell'ordine e della disciplina.
La perfetta caratterizzazione dei personaggi regge assieme all'umorismo tutta la serie, che come già scritto presenta una trama piuttosto esile e soprattutto una struttura episodica simile al cartoon americano: tredici puntate suddivise ognuna in due mini-episodi autoconclusivi, alcuni meno riusciti, altri totalmente geniali (vedasi la puntata dedicata allo sperma) ma nessuno fallimentare. Ad essere simile ai cartoni del Nuovo Continente non è solo la struttura generale, ma anche lo stile grafico atipico, superdeformed, stilizzatissimo o super-dettagliato quando serve (passando durante le morti dei Ghost allo stop-motion) ed estremamente vivace nella colorazione: l'estetica è evidentemente sperimentale, talvolta cambia da puntata a puntata o più volte nella stessa puntata ma mai in modo fine a sé stesso, in quanto caratterizza e sottolinea sempre alla perfezione i momenti comici (tanti) o drammatici (molto pochi). Al netto delle particolarità, come al solito Imaishi offre una regia al cardiopalma, funambolica nelle scene d'azione iper-cinetiche e sempre capace di dare la marcia in più all'umorismo esplosivo della serie, il tutto coadiuvato da animazioni molto fluide o volutamente legnose per evidenziare la carica comica. Particolare l'accompagnamento sonoro, dalle sonorità hip-hop e techno che possono essere amate come odiate, ma sicuramente danno una personalità ancora maggiore alla serie.
Veniamo ora al vero punto critico: il lato comico. Ebbene sì, proprio il lato comico, perché difficilmente sarà possibile trovare un prodotto tanto irriverente, sconcio e divertito nello sbattere in faccia la propria scorrettezza nel futuro dell'animazione, fattore che può portare i palati più fini a detestare le avventure delle nostre antieroine. Si scherza e si dissacra tutto: la morte, la religione, la violenza, il sesso e l'erotismo in generale, questi ultimi ostentati nella ninfomania esagerata di Panty o nelle forme di Stocking; non finisce qui, poiché il prodotto viene riempito di sangue, feci, sperma, muco e altri fluidi non meglio identificabili, talvolta soggetto di intere puntate. Tale comicità funziona a mio parere benissimo, con tuttavia alcune cadute di stile abbastanza sgradevoli anche per chi come il sottoscritto ha sputato i polmoni nella maggior parte delle gag. Completano il quadro abbondanti dosi di nudo, turpiloqui e violenza piuttosto esplicita, usati con una leggerezza a volte disturbante.
Ai benpensanti, statene alla larga, "Panty & Stocking with Garterbelt" non è assolutamente adatto a voi; Imaishi ci catapulta nel regno dell'anarchia più distruttiva, e confeziona un cult incredibile, consacrandosi come uno dei registi di animazione più riconoscibili e talentuosi sulla piazza. Correte tutti a guardarlo.
Questa affermazione non è campata per aria, e già dalle premesse di trama ce ne si può accorgere: le nostre belle protagoniste sono Panty e Stocking, due angeli cacciati dal Paradiso a causa della loro condotta poco ortodossa e spediti sulla Terra a riscattarsi, ospitate dal prete omosessuale Garterbelt, massacrando i Ghost e ottenendo moneta dalle loro carneficine per tornare nel regno dei Cieli.
Il primo punto di forza incredibile della produzione è proprio il cast, dove spicca ulteriormente il duo protagonista: Panty è la biondona, figa, arrogante e ninfomane, armata di due pistole ottenute dalla trasformazione dei propri slip, perennemente inferocita con tutto ciò che le sta attorno e perennemente sadica con la sorella Stocking, una gothic lolita dipendente dallo zucchero che si porta dietro un gattino di pezza e una coppia di katana ottenuta, questa volta, dalla trasformazione delle proprie calze; se la loro caratterizzazione appare già perfettamente riuscita e atipica a livello visivo, solo lodi sperticate si possono fare alle loro personalità (alle due ci si affeziona subito proprio per la loro follia) e alle dinamiche tra le due sorelle, fresche, irriverenti e capaci di strappare una grassa risata o una lacrima allo spettatore. A giocare un ruolo fondamentale non sono solo i due angeli, bensì anche i loro comprimari: il prete Garterbelt, armadio afro con tendenze sodomite, riserva più di qualche colpo di scena, e anche lui riesce a farsi voler bene fin da subito, così come il cane Chuck, immortale e proprio per questo massacrato nelle maniere più fantasiose da chiunque si imbatta in lui, e Brief, nerd innamorato di Panty e anche lui maltrattato fisicamente e psicologicamente con grande inventiva. Chiudono il cerchio i due antagonisti, le sorelle Scanty e Kneesocks, opposti polari di Panty e Stocking, alla cui carica anarchica e libertina contrappongono i principi dell'ordine e della disciplina.
La perfetta caratterizzazione dei personaggi regge assieme all'umorismo tutta la serie, che come già scritto presenta una trama piuttosto esile e soprattutto una struttura episodica simile al cartoon americano: tredici puntate suddivise ognuna in due mini-episodi autoconclusivi, alcuni meno riusciti, altri totalmente geniali (vedasi la puntata dedicata allo sperma) ma nessuno fallimentare. Ad essere simile ai cartoni del Nuovo Continente non è solo la struttura generale, ma anche lo stile grafico atipico, superdeformed, stilizzatissimo o super-dettagliato quando serve (passando durante le morti dei Ghost allo stop-motion) ed estremamente vivace nella colorazione: l'estetica è evidentemente sperimentale, talvolta cambia da puntata a puntata o più volte nella stessa puntata ma mai in modo fine a sé stesso, in quanto caratterizza e sottolinea sempre alla perfezione i momenti comici (tanti) o drammatici (molto pochi). Al netto delle particolarità, come al solito Imaishi offre una regia al cardiopalma, funambolica nelle scene d'azione iper-cinetiche e sempre capace di dare la marcia in più all'umorismo esplosivo della serie, il tutto coadiuvato da animazioni molto fluide o volutamente legnose per evidenziare la carica comica. Particolare l'accompagnamento sonoro, dalle sonorità hip-hop e techno che possono essere amate come odiate, ma sicuramente danno una personalità ancora maggiore alla serie.
Veniamo ora al vero punto critico: il lato comico. Ebbene sì, proprio il lato comico, perché difficilmente sarà possibile trovare un prodotto tanto irriverente, sconcio e divertito nello sbattere in faccia la propria scorrettezza nel futuro dell'animazione, fattore che può portare i palati più fini a detestare le avventure delle nostre antieroine. Si scherza e si dissacra tutto: la morte, la religione, la violenza, il sesso e l'erotismo in generale, questi ultimi ostentati nella ninfomania esagerata di Panty o nelle forme di Stocking; non finisce qui, poiché il prodotto viene riempito di sangue, feci, sperma, muco e altri fluidi non meglio identificabili, talvolta soggetto di intere puntate. Tale comicità funziona a mio parere benissimo, con tuttavia alcune cadute di stile abbastanza sgradevoli anche per chi come il sottoscritto ha sputato i polmoni nella maggior parte delle gag. Completano il quadro abbondanti dosi di nudo, turpiloqui e violenza piuttosto esplicita, usati con una leggerezza a volte disturbante.
Ai benpensanti, statene alla larga, "Panty & Stocking with Garterbelt" non è assolutamente adatto a voi; Imaishi ci catapulta nel regno dell'anarchia più distruttiva, e confeziona un cult incredibile, consacrandosi come uno dei registi di animazione più riconoscibili e talentuosi sulla piazza. Correte tutti a guardarlo.
Parodia delle parodie, anime per troll, disgustosamente affascinante e affascinantemente disgustoso. Questo è ciò che mi è venuto in mente all'inizio della visione di Panty & Stocking with Garterbelt. Due ragazze, no anzi, due angeli dal dubbio comportamento molto poco angelico, vengono spedite sulla Terra, dove avranno l'occasione di redimersi, combattendo e sconfiggendo malvagie entità chiamate "Ghosts". Con il supporto di un prete di colore, Garterbelt, le due stupende angele decadute, Panty e Stocking, dovranno far fronte a situazioni bizzarre e strampalate di ogni tipo, offrendo uno show ricco di sorprese e stranezze.
Per un occhio esperto, l'anime appare come una parodia di altri anime già essi stessi parodie, un esempio banale è quello delle Superchicche, del quale Panty & Stocking with Garterbelt si ispira non solo per lo stile, ma anche per grafica e animazione, così come si ispira anche ad altri cartoni americani targati "Cartoon Network" (un esempio a caso, Dexter), ma anche a tanti altri anime giapponesi di ogni sorta, come per esempio FLCL, o addirittura Excel Saga.
Ma oltre alle sue parodie, l'anime sà anche essere originale, infatti le due "fanciulle" hanno caratteri ben diversi da quelli che ci si potrebbe aspettare, esse sono infatti "gli avatar" di due vizi capitali, quali gola e lussuria. Su questi due elementi si basano le personalità delle due strambe eroine, che ci delizieranno, o ci disgusteranno con le loro fissazioni e i loro caratteri decisamente negativi e insoliti.
Ho trovato l'anime molto volgare e pieno di scene orribili, tuttavia ha anche parecchi pregi, quali numerose trovate geniali e davvero originali, uno stile provocante e osceno, ma non necessariamente da criticare negativamente, e anzi può meritare lodi per il suo coraggio e per l'assenza di ipocrisia e perbenismo invece presenti in tante altre serie animate amate.
L'anime racchiude dentro di sè un gran miscuglio di atrocità e scene grottesche, insieme a chicche notevolmente pregevoli e apprezzabili.
In parte mi è piaciuto e in parte mi ha fatto un po' schifo, ma nel complesso non mi sento di bocciarlo, perchè offre anche parecchie novità e spunti davvero interessanti.
L'anime offre un disegno volutamente stravagante e grossolano, che però ai suoi apici è davvero ottimo. L'animazione è buona, ma ciò che mi ha colpito più positivamente sono state le musiche, davvero eccellenti, seppur non capolavori. Peccato per le schifezze di troppo presenti, se fosse stato un po' più moderato, l'avrei anche premiato.
Consigliato per chi fugge dagli stereotipi di buonismo, pacatezza e correttezza, e soprattutto per coloro che hanno sempre desiderato vedere le Superchicche in versione maligna e corrotta.
Per un occhio esperto, l'anime appare come una parodia di altri anime già essi stessi parodie, un esempio banale è quello delle Superchicche, del quale Panty & Stocking with Garterbelt si ispira non solo per lo stile, ma anche per grafica e animazione, così come si ispira anche ad altri cartoni americani targati "Cartoon Network" (un esempio a caso, Dexter), ma anche a tanti altri anime giapponesi di ogni sorta, come per esempio FLCL, o addirittura Excel Saga.
Ma oltre alle sue parodie, l'anime sà anche essere originale, infatti le due "fanciulle" hanno caratteri ben diversi da quelli che ci si potrebbe aspettare, esse sono infatti "gli avatar" di due vizi capitali, quali gola e lussuria. Su questi due elementi si basano le personalità delle due strambe eroine, che ci delizieranno, o ci disgusteranno con le loro fissazioni e i loro caratteri decisamente negativi e insoliti.
Ho trovato l'anime molto volgare e pieno di scene orribili, tuttavia ha anche parecchi pregi, quali numerose trovate geniali e davvero originali, uno stile provocante e osceno, ma non necessariamente da criticare negativamente, e anzi può meritare lodi per il suo coraggio e per l'assenza di ipocrisia e perbenismo invece presenti in tante altre serie animate amate.
L'anime racchiude dentro di sè un gran miscuglio di atrocità e scene grottesche, insieme a chicche notevolmente pregevoli e apprezzabili.
In parte mi è piaciuto e in parte mi ha fatto un po' schifo, ma nel complesso non mi sento di bocciarlo, perchè offre anche parecchie novità e spunti davvero interessanti.
L'anime offre un disegno volutamente stravagante e grossolano, che però ai suoi apici è davvero ottimo. L'animazione è buona, ma ciò che mi ha colpito più positivamente sono state le musiche, davvero eccellenti, seppur non capolavori. Peccato per le schifezze di troppo presenti, se fosse stato un po' più moderato, l'avrei anche premiato.
Consigliato per chi fugge dagli stereotipi di buonismo, pacatezza e correttezza, e soprattutto per coloro che hanno sempre desiderato vedere le Superchicche in versione maligna e corrotta.
Finito il tredicesimo episodio ancora non riesco a capacitarmi della altissima media (8.1) di questo anime.
Non ha una trama, le puntate sono praticamente tutte autoconclusive, tranne le ultime due se non sbaglio, la comicità è ad un livello bassissimo ed i personaggi non hanno spessore.
Le uniche cose che posso dire mi siano piaciute sono le musiche, azzeccate e carine, e la grafica, che non solo mi è piaciuta, ma anzi l'ho adorata. I disegni deformati stile caricatura mi sono piaciuti un sacco così come le parti in cui Panty e Stocking venivano rappresentate in maniera più "normale". Questi due motivi mi hanno spinto a non abbassare il voto a 2/3.
Inoltre ci tengo a precisare che anche se i protagonisti vorrebbero essere tre (Panty, Stocking e Garterbelt) a mio avviso la vera protagonista è solamente Panty, che ho trovato noiosa ed insopportabile, relegando quindi Stocking, che preferisco sotto tutti i punti di vista, ad un ruolo di secondo piano.
Potrebbe essere un anime leggero con il quale passare un po' di tempo libero, ma l'assenza di trama, ed il fatto che non sia né serio né comico lo rendono totalmente insipido e superfluo, a mio avviso sarebbe quindi tempo perso.
Non ha una trama, le puntate sono praticamente tutte autoconclusive, tranne le ultime due se non sbaglio, la comicità è ad un livello bassissimo ed i personaggi non hanno spessore.
Le uniche cose che posso dire mi siano piaciute sono le musiche, azzeccate e carine, e la grafica, che non solo mi è piaciuta, ma anzi l'ho adorata. I disegni deformati stile caricatura mi sono piaciuti un sacco così come le parti in cui Panty e Stocking venivano rappresentate in maniera più "normale". Questi due motivi mi hanno spinto a non abbassare il voto a 2/3.
Inoltre ci tengo a precisare che anche se i protagonisti vorrebbero essere tre (Panty, Stocking e Garterbelt) a mio avviso la vera protagonista è solamente Panty, che ho trovato noiosa ed insopportabile, relegando quindi Stocking, che preferisco sotto tutti i punti di vista, ad un ruolo di secondo piano.
Potrebbe essere un anime leggero con il quale passare un po' di tempo libero, ma l'assenza di trama, ed il fatto che non sia né serio né comico lo rendono totalmente insipido e superfluo, a mio avviso sarebbe quindi tempo perso.
"Panty and Stocking with Garterbelt" è un anime prodotto nella stagione autunnale del 2010 dallo studio d'animazione giapponese Gainax.
Stavolta la Gainax, uno degli studi d'animazione giapponese a mia saputa tra i più famosi-importanti, a mio parere tra i migliori (Neon Genesis Evangellion, Medaka Box, Tengen Toppa Gurren Lagann...), ha avuto le scatole sotto per produrre un anime molto ma molto particolare, sia per i contenuti sia per com'è fatto, e che secondo me ha due obiettivi principali:
1. Distinguersi dalla massa, fare da riferimento ad altri possibili nuovi anime per la sua particolarità. Già dalle immagini potrete notare che questo anime assomiglia molto a qualsiasi cartoon giapponese - o qualsiasi americano - e ha niente a che fare con i soliti anime che vediamo spesso: disegni molto semplici; episodio spezzato in due puntate, dalla durata di 10 minuti circa l'una, autoconclusive; animazione strana, in questo caso la potremmo definire sperimentale; i cattivelli di turno che all'inizio sembrano forti, ma poi sconfitti la prima volta, riappariranno sempre per poi venire umiliati continuamente dai nostri protagonisti; l'antagonista che si cela dietro le quinte per passare all'opera sul finale etc. etc. Tutto di questa serie può far riferimento a qualsiasi cartoon, e invece? No! Alla fine la serie la potremmo definire come l'anti-anime per vari motivi, e non un qualsiasi cartoon che molte volte è indirizzato ad un pubblico infantile (se non quelle americanate con doppi sensi), infatti in questa serie troviamo molti riferimenti sessuali espliciti, sia visivi che verbali. La protagonista Panty è qualcosa di mai visto: rozza, cafona e persino troia, ha il piacere - nonostante sia un angelo - di darla a tutti. Stocking, invece è qualcuna a cui piace abbuffarsi di dolci, mangiare, mangiare, mangiare e... masturbarsi! Per questo potremmo definire questa serie l'anti-anime, in quanto non ha niente per essere paragonato a qualsiasi altra serie, seppur parla di ugual cose e la trama non è originale e molte volte banale;
2. Parodia, gag, critica. Oltre ad assomigliare anche troppo a qualsiasi cartoon, questo anime vuol fargli proprio da critica - e anche da parodia, oltre ad anime, giochi ed anche a cantanti o gruppi musicali -. Infatti troveremo spesso i soliti cliché - che ancora mi ricordo da quando vedevo questo genere di prodotti da piccolo - dei cartoons - per esempio il nemico che schiaccia per sbaglio il pulsante di autodistruzione della sua navicella -.
L'opening è carina e dura circa soltanto 40 secondi, ma rappresenta appieno la stranezza, il baccano, di questa serie. L'ending anch'essa dura poco ed è carina. Di OST ne ho trovate davvero poche, ce n'è una in particolare stupenda che mi è riuscita ad impressionare, una canzone di sottofondo abbastanza lunga. Io questa serie l'ho trovata divertente, originale, coraggiosa e mi sento di premiarla; nonostante ciò, non mi sento di consigliarla, in quanto può piacere e non può piacere, dipende da come si prende a primo impatto.
Stavolta la Gainax, uno degli studi d'animazione giapponese a mia saputa tra i più famosi-importanti, a mio parere tra i migliori (Neon Genesis Evangellion, Medaka Box, Tengen Toppa Gurren Lagann...), ha avuto le scatole sotto per produrre un anime molto ma molto particolare, sia per i contenuti sia per com'è fatto, e che secondo me ha due obiettivi principali:
1. Distinguersi dalla massa, fare da riferimento ad altri possibili nuovi anime per la sua particolarità. Già dalle immagini potrete notare che questo anime assomiglia molto a qualsiasi cartoon giapponese - o qualsiasi americano - e ha niente a che fare con i soliti anime che vediamo spesso: disegni molto semplici; episodio spezzato in due puntate, dalla durata di 10 minuti circa l'una, autoconclusive; animazione strana, in questo caso la potremmo definire sperimentale; i cattivelli di turno che all'inizio sembrano forti, ma poi sconfitti la prima volta, riappariranno sempre per poi venire umiliati continuamente dai nostri protagonisti; l'antagonista che si cela dietro le quinte per passare all'opera sul finale etc. etc. Tutto di questa serie può far riferimento a qualsiasi cartoon, e invece? No! Alla fine la serie la potremmo definire come l'anti-anime per vari motivi, e non un qualsiasi cartoon che molte volte è indirizzato ad un pubblico infantile (se non quelle americanate con doppi sensi), infatti in questa serie troviamo molti riferimenti sessuali espliciti, sia visivi che verbali. La protagonista Panty è qualcosa di mai visto: rozza, cafona e persino troia, ha il piacere - nonostante sia un angelo - di darla a tutti. Stocking, invece è qualcuna a cui piace abbuffarsi di dolci, mangiare, mangiare, mangiare e... masturbarsi! Per questo potremmo definire questa serie l'anti-anime, in quanto non ha niente per essere paragonato a qualsiasi altra serie, seppur parla di ugual cose e la trama non è originale e molte volte banale;
2. Parodia, gag, critica. Oltre ad assomigliare anche troppo a qualsiasi cartoon, questo anime vuol fargli proprio da critica - e anche da parodia, oltre ad anime, giochi ed anche a cantanti o gruppi musicali -. Infatti troveremo spesso i soliti cliché - che ancora mi ricordo da quando vedevo questo genere di prodotti da piccolo - dei cartoons - per esempio il nemico che schiaccia per sbaglio il pulsante di autodistruzione della sua navicella -.
L'opening è carina e dura circa soltanto 40 secondi, ma rappresenta appieno la stranezza, il baccano, di questa serie. L'ending anch'essa dura poco ed è carina. Di OST ne ho trovate davvero poche, ce n'è una in particolare stupenda che mi è riuscita ad impressionare, una canzone di sottofondo abbastanza lunga. Io questa serie l'ho trovata divertente, originale, coraggiosa e mi sento di premiarla; nonostante ciò, non mi sento di consigliarla, in quanto può piacere e non può piacere, dipende da come si prende a primo impatto.
Fino all'ultimo ho pensato che fosse un cartone americano, fino a quando non è stata pronunciata la prima sillaba dai personaggi, fino a quando non ho visto i titoli degli episodi. Ebbene non è americano, non è italiano, né inglese né francese, ma un anime giapponese al 100%. Creato dallo studio Gainax, consta di 13 episodi ed è stato trasmesso nel 2010.
La storia è molto semplice, proprio come quelle dei cartoni americani. Panty Anarchy e Stocking Anarchy sono due angeli cacciati dal paradiso. Per ritornarci devono sconfiggere i fantasmi che si trovano a Daten City, la città a confine tra inferno e paradiso, per guadagnare Celesti, monete del paradiso. Garterbelt, un afro/prete, farà da corrispondente tra cielo e terra, portando notizie ai due angioletti. Nel corso della storia verranno introdotte anche le loro antagoniste: le sorelle Scanty e Kneesocks, due demoni provenienti dall'inferno.
La prima impressione che mi ha fatto questo anime è, come già detto sopra, di cartone americano. Lo stesso stile di disegno fa immediatamente venire in testa i cartoni americani come le Superchicche. È chiaramente presente lo stile super-deformed, gambe lunghissime e teste giganti degli americani, oltre che a tutte le inquadrature piacevoli ai maschietti. Le animazioni sono un po' così, piene di tutte quelle scritte onomatopeiche e con censure nelle scene più piccanti. Il sonoro è il tipico americano, niente da dire. Così come le sigle, la prima rapida e veloce, rappresentante i personaggi principali e la seconda, più calma con una dolce canzone di sottofondo, che fa contrasto alla rumorosità e alla dinamicità dell'anime.
I personaggi principali sono le due sorelline, totalmente opposte tra loro e totalmente opposte agli angeli comuni: Panty, la "sexy blondie", una vera propria "bitch" affamata di bei ragazzi e Stocking, "lollipop lover", una gothic lolita dai capelli lunghi e scuri amante di qualsiasi dolciume e totalmente disinteressata ai ragazzi (tranne quel fantasma). Sono classici personaggi del mondo a stelle e strisce e, infatti, non mi sorprendono granché, se non per il fatto che ogni cinque secondi dicono almeno una parolaccia (in inglese o giapponese).
Gli episodi sono divisi a metà o in tre (tranne gli ultimi due), spesso non hanno molto senso e non hanno un filo logico che li collega, una specie di "Majokko-Slice Of Life-Ecchi" Il finale però mi ha sorpreso, happy ending a metà (non faccio spoiler).
Riassumendo, "Panty & Stocking With Garterbelt" è qualcosa di alternativo e leggero da guardare in pomeriggi noiosi in cui non si ha nulla da fare e si vuole ridere con un po' di gag. Voto: sette.
La storia è molto semplice, proprio come quelle dei cartoni americani. Panty Anarchy e Stocking Anarchy sono due angeli cacciati dal paradiso. Per ritornarci devono sconfiggere i fantasmi che si trovano a Daten City, la città a confine tra inferno e paradiso, per guadagnare Celesti, monete del paradiso. Garterbelt, un afro/prete, farà da corrispondente tra cielo e terra, portando notizie ai due angioletti. Nel corso della storia verranno introdotte anche le loro antagoniste: le sorelle Scanty e Kneesocks, due demoni provenienti dall'inferno.
La prima impressione che mi ha fatto questo anime è, come già detto sopra, di cartone americano. Lo stesso stile di disegno fa immediatamente venire in testa i cartoni americani come le Superchicche. È chiaramente presente lo stile super-deformed, gambe lunghissime e teste giganti degli americani, oltre che a tutte le inquadrature piacevoli ai maschietti. Le animazioni sono un po' così, piene di tutte quelle scritte onomatopeiche e con censure nelle scene più piccanti. Il sonoro è il tipico americano, niente da dire. Così come le sigle, la prima rapida e veloce, rappresentante i personaggi principali e la seconda, più calma con una dolce canzone di sottofondo, che fa contrasto alla rumorosità e alla dinamicità dell'anime.
I personaggi principali sono le due sorelline, totalmente opposte tra loro e totalmente opposte agli angeli comuni: Panty, la "sexy blondie", una vera propria "bitch" affamata di bei ragazzi e Stocking, "lollipop lover", una gothic lolita dai capelli lunghi e scuri amante di qualsiasi dolciume e totalmente disinteressata ai ragazzi (tranne quel fantasma). Sono classici personaggi del mondo a stelle e strisce e, infatti, non mi sorprendono granché, se non per il fatto che ogni cinque secondi dicono almeno una parolaccia (in inglese o giapponese).
Gli episodi sono divisi a metà o in tre (tranne gli ultimi due), spesso non hanno molto senso e non hanno un filo logico che li collega, una specie di "Majokko-Slice Of Life-Ecchi" Il finale però mi ha sorpreso, happy ending a metà (non faccio spoiler).
Riassumendo, "Panty & Stocking With Garterbelt" è qualcosa di alternativo e leggero da guardare in pomeriggi noiosi in cui non si ha nulla da fare e si vuole ridere con un po' di gag. Voto: sette.
"Panty and Stocking" è uno degli ultimi progetti sfornati da Gainax: pazzo, dinamico e privo di senso fino all'osso, cattura fino alla fine!
Trama
Come i buoni e vecchi cartoni animati inglesi - o americani, a voi la libera scelta -, quest'anime si sviluppa seguendo una trama poco lineare, con episodi autoconclusivi (tralasciando quelli finali e uno intermedio) infusi in un'area che supera di molto l'ecchi. Sì, non ho mai visto un anime "normale" superare la soglia del normale ecchi, ma questo è riuscito a batterli tutti.
La trama, infatti, parla di due angeli caduti sulla Terra, il cui obbiettivo è quello di racimolare delle monete chiamate Heavens per poter tornare in Paradiso. Sforando completamente, le puntate di "Panty and Stocking" non si limitano al semplice ecchi, ma giocano continuamente con l'ambiente sessuale, talvolta schernendolo, talvolta usandolo fino alla noia, cosa che comunque non porta a cattivi risultati, visto il prodotto finito. Le protagoniste sono veramente carismatiche e ben caratterizzate. Nonostante ci siano solo 13 episodi, avremo modo di conoscere a fondo non solo Panty e Stocking, ma anche gli altri personaggi principali, che si andranno a intrecciare in un turbinio di azioni strampalate e molte volte prive di senso. Inutile dire, poi, che nelle note finali la storia diventa veramente appassionante: se dovessi dire quale fosse la mia puntata preferita, risponderei la penultima, perché in quel momento sembra cambiare tutto completamente. Non si parlerà, quindi, di un semplice anime "inizio - distruzione - fine", bensì di un anime collegato in ogni modo, nonostante le conclusioni degli episodi, lunghi poco più di 10 minuti cadauno e raggruppati in un episodio unico lungo 24 minuti.
Lato Tecnico
Sarà lo Stile di Gainax, ma nonostante la pellicola un po' sbiadita, l'anime è affascinante e cattura al punto giusto: dal punto di vista grafico nulla da dire, quindi, solo che c'è una particolare cura in alcune scene piuttosto che in altre, "switchando", se così possiamo dire, dallo stile parodistico-demenziale che denota l'intero anime, a uno stile più serio, che sfortunatamente dura pochissimi secondi a episodio. Dal punto di vista musicale, invece, le nostre orecchie dovranno abituarsi a ritmi semi-house o techno. Nulla di male, anzi, tracce orecchiabili e molto belle ci accompagneranno per tutti gli episodi. L'unica nota negativa è che bisogna abituarcisi un po', prima di accettare lo stile - questo però rientra nel caso in cui una persona non è abituata ad ascoltare il techno.
Commento Finale
Cosa dire di quest'anime, quindi? A mio avviso semplicemente stupendo. Il voto che ho messo è tutto meritato, lo stile è bellissimo, i protagonisti sono carismatici, la grafica è molto bella, nulla che possa impedirvi di vederlo. Abbiate solo la cura di chiudere la porta prima della visione, e magari di trovarvi soli in stanza, per evitare spiacevoli malintesi. Bene, ora su le mani e iniziate a cercarlo, ci sarà da divertirsi!
Voto Finale: 8.
Trama
Come i buoni e vecchi cartoni animati inglesi - o americani, a voi la libera scelta -, quest'anime si sviluppa seguendo una trama poco lineare, con episodi autoconclusivi (tralasciando quelli finali e uno intermedio) infusi in un'area che supera di molto l'ecchi. Sì, non ho mai visto un anime "normale" superare la soglia del normale ecchi, ma questo è riuscito a batterli tutti.
La trama, infatti, parla di due angeli caduti sulla Terra, il cui obbiettivo è quello di racimolare delle monete chiamate Heavens per poter tornare in Paradiso. Sforando completamente, le puntate di "Panty and Stocking" non si limitano al semplice ecchi, ma giocano continuamente con l'ambiente sessuale, talvolta schernendolo, talvolta usandolo fino alla noia, cosa che comunque non porta a cattivi risultati, visto il prodotto finito. Le protagoniste sono veramente carismatiche e ben caratterizzate. Nonostante ci siano solo 13 episodi, avremo modo di conoscere a fondo non solo Panty e Stocking, ma anche gli altri personaggi principali, che si andranno a intrecciare in un turbinio di azioni strampalate e molte volte prive di senso. Inutile dire, poi, che nelle note finali la storia diventa veramente appassionante: se dovessi dire quale fosse la mia puntata preferita, risponderei la penultima, perché in quel momento sembra cambiare tutto completamente. Non si parlerà, quindi, di un semplice anime "inizio - distruzione - fine", bensì di un anime collegato in ogni modo, nonostante le conclusioni degli episodi, lunghi poco più di 10 minuti cadauno e raggruppati in un episodio unico lungo 24 minuti.
Lato Tecnico
Sarà lo Stile di Gainax, ma nonostante la pellicola un po' sbiadita, l'anime è affascinante e cattura al punto giusto: dal punto di vista grafico nulla da dire, quindi, solo che c'è una particolare cura in alcune scene piuttosto che in altre, "switchando", se così possiamo dire, dallo stile parodistico-demenziale che denota l'intero anime, a uno stile più serio, che sfortunatamente dura pochissimi secondi a episodio. Dal punto di vista musicale, invece, le nostre orecchie dovranno abituarsi a ritmi semi-house o techno. Nulla di male, anzi, tracce orecchiabili e molto belle ci accompagneranno per tutti gli episodi. L'unica nota negativa è che bisogna abituarcisi un po', prima di accettare lo stile - questo però rientra nel caso in cui una persona non è abituata ad ascoltare il techno.
Commento Finale
Cosa dire di quest'anime, quindi? A mio avviso semplicemente stupendo. Il voto che ho messo è tutto meritato, lo stile è bellissimo, i protagonisti sono carismatici, la grafica è molto bella, nulla che possa impedirvi di vederlo. Abbiate solo la cura di chiudere la porta prima della visione, e magari di trovarvi soli in stanza, per evitare spiacevoli malintesi. Bene, ora su le mani e iniziate a cercarlo, ci sarà da divertirsi!
Voto Finale: 8.
Sono riuscito a finire Panty&Stocking! E' la prima volta che mi succede di dovere rivedere alcune scene diverse volte perché a una prima scorsa non si riusciva a capire nulla, poi mi sono accorto che in un secondo passavano sullo schermo 3-4 fotogrammi dove c'era disegnato di tutto, tornavo indietro per gustarmeli tutti e la visione si è allungata di parecchio.
P&S dimostra che, quando c'è voglia di osare e si ha alle spalle uno studio serio, possono venir fuori piccoli capolavori. E' la classica serie che o si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo. Infatti protagonisti dei mini-episodi di 10 minuti, oltre alle due belle e scatenate angiolette cadute sulla Terra, sono le caccole, il vomito, la diarrea, lo sperma e così via. Qui si parla di Kamasutra e di bondage come in anime "normale" si parla di Yukata e festival scolastico, quindi se amate l'animazione giapponese "tradizionale" non datevi la pena di guardare quest'anime, perché non arriverete alla fine della prima puntata. P&S è un'apoteosi di volgarità verbali e visive, nulla è risparmiato e poco è censurato.
I disegni sono volutamente spigolosi e approssimativi, ma quando vogliono i disegnatori sanno arrotondare le forme e tirare fuori scene spettacolari, come quella della trasformazione di Panty e Stocking, che è una scena di culto della rete. Dopo i primi episodi il ritmo ossessionante cala un po' e vengono fuori puntate che sono più tranquille, per quanto possa parlarsi di tranquillità in questa serie, ma sono un crogiolo di citazioni di film, di attori, di manga, di anime e così via, per non parlare delle musiche bellissime e della puntata conclusa con il video di D City Rock, che è uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie in cui si contano almeno trenta citazioni di gruppi, di cantanti e di album.
Il finale "aperto" e spiazzante è una manna per chi ha amato quest'anime e aspetta con ansia una seconda serie. Dopo che Panty si è fatta mille uomini e Stocking ha ingurgitato di tutto cosa potremmo aspettarci?
P&S dimostra che, quando c'è voglia di osare e si ha alle spalle uno studio serio, possono venir fuori piccoli capolavori. E' la classica serie che o si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo. Infatti protagonisti dei mini-episodi di 10 minuti, oltre alle due belle e scatenate angiolette cadute sulla Terra, sono le caccole, il vomito, la diarrea, lo sperma e così via. Qui si parla di Kamasutra e di bondage come in anime "normale" si parla di Yukata e festival scolastico, quindi se amate l'animazione giapponese "tradizionale" non datevi la pena di guardare quest'anime, perché non arriverete alla fine della prima puntata. P&S è un'apoteosi di volgarità verbali e visive, nulla è risparmiato e poco è censurato.
I disegni sono volutamente spigolosi e approssimativi, ma quando vogliono i disegnatori sanno arrotondare le forme e tirare fuori scene spettacolari, come quella della trasformazione di Panty e Stocking, che è una scena di culto della rete. Dopo i primi episodi il ritmo ossessionante cala un po' e vengono fuori puntate che sono più tranquille, per quanto possa parlarsi di tranquillità in questa serie, ma sono un crogiolo di citazioni di film, di attori, di manga, di anime e così via, per non parlare delle musiche bellissime e della puntata conclusa con il video di D City Rock, che è uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie in cui si contano almeno trenta citazioni di gruppi, di cantanti e di album.
Il finale "aperto" e spiazzante è una manna per chi ha amato quest'anime e aspetta con ansia una seconda serie. Dopo che Panty si è fatta mille uomini e Stocking ha ingurgitato di tutto cosa potremmo aspettarci?
Gainax avrebbe potuto crogiolarsi a lungo sul successo planetario di Tengen Toppa Gurren Lagann, così come fa Hideaki Anno con il suo Evangelion e le sue orde di seguaci. Se lo tengano, Anno e la Khara, il loro Evangelion, Gainax può andare avanti senza di lui, e senza "Rebuild".
"Panty & Stocking" non è Gainax solo perché diverso, sperimentale e cool, "Panty & Stocking" è Hiroyuki Imaishi, ovvero presente e futuro dello studio, già animatore del folle FLCL e del discusso Diebuster, nonché regista di Gurren Lagann, il dopo-Anno ideale quindi.
Ecco un'estetica che spiazza, uno stile che ricorda quello dei vari "cartoon network" di Genndy Tartakovsky, con personaggi brutti e rigorosamente super-deformed, così differente dalla tradizione anime e quindi uno dei motivi per il quale potrebbe non arrivare mai nel nostro paese. Verso questa tipologia d'animazione, non certo amata dall'otaku tipo, è anche la struttura degli episodi che compongono la serie, la maggior parte di essi divisi in due mini-episodi accompagnati dai consueti titoli di testa e da una sigla dalla durata di una ventina di secondi.
Se Excel Saga e Abenobashi non si risparmiavano nel prendere in giro, con i loro stereotipi, l'animazione giapponese e il mondo otaku in generale, P&S guarda verso occidente, a Hollywood, ai telefilm di Disney Channel, alle cheer leader e a tutti i cliché della sottocultura statunitense che vi passano per la testa. Il tutto con uno humour volgare e senza misure tra fiumi di sterco e liquidi seminali, dialoghi coloriti e continui riferimenti sessuali, grazie anche a queste due protagoniste così "politically incorrect".
Gli angeli Panty e Stocking sono state cacciate dal Paradiso per via dei loro continui comportamenti scorretti e mandate a Daten City. Sotto la guida del reverendo afro Garterbelt, il loro scopo è distruggere dei mostri chiamati Ghosts per accumulare crediti e tornare così in paradiso, ma sarà tutt'altro che semplice. Panty non fa che passare da un letto all'altro concedendosi praticamente a chiunque, mentre Stocking passa buona parte del suo tempo a mangiare dolci.
Tipica gal vestita alla moda una, e introversa gothic lolita l'altra, il duo di protagoniste funziona a meraviglia proprio grazie alle loro differenze e alle loro manie. Non di rado assisteremo a vari litigi che finiscono in collaborazione quando le due devono impugnare le loro armi (le mutande di Panty si trasformano in pistole mentre Stocking utilizza una calza che all'occorrenza diventa una spada, da qui i loro nomi), totalmente prive di misura e scrupoli. A loro si aggiungono nel corso della serie altri personaggi, come il nerd Brief, e la sensuale coppia demoniaca Scanty e Kneesocks, che si riveleranno subito delle rivali, fallendo però ogni volta come è da tradizione.
Proprio per la sua impostazione narrativa con storie a tema, non tutti gli episodi di "Panty & Stocking" sono memorabili, potreste amarne alcuni e odiarne altri. Personalmente ho trovato eccezionali gli episodi centrali della serie, il 6 in particolare, dedicato alla scuola, grazie alla frenetica seconda parte, mentre ho avvertito un netto calo di qualità con il 10, davvero brutto. Nonostante questo sali e scendi continuo, P&S non mancherà di divertire gli appassionati più navigati grazie alle numerosissime citazioni, alcune ai limiti dell'assurdo e della volgarità. Lo humour senza censure potrebbe però essere un'arma a doppio taglio verso un'utenza più mainstream, come l'appassionato medio di Rai4 "svegliatosi" di recente solo con Gurren Lagann, motivo per il quale quest'anime risulta quasi invendibile in un mercato come l'Italia.
Menzione speciale sulla colonna sonora techno dance, davvero atipica e trascinante, in particolare il tema di Scanty e Kneesocks e la ending "Fallen Angel", che non sfigurerebbe affatto nelle hit parade e nei vari locali nostrani.
Detto ciò ben vengano operazioni come "Panty & Stocking" in mezzo all'accozzaglia di anime davvero troppo simili tra loro in questi ultimi due anni. Per pochi, certo, ma quei pochi si divertono come scemi.
"Panty & Stocking" non è Gainax solo perché diverso, sperimentale e cool, "Panty & Stocking" è Hiroyuki Imaishi, ovvero presente e futuro dello studio, già animatore del folle FLCL e del discusso Diebuster, nonché regista di Gurren Lagann, il dopo-Anno ideale quindi.
Ecco un'estetica che spiazza, uno stile che ricorda quello dei vari "cartoon network" di Genndy Tartakovsky, con personaggi brutti e rigorosamente super-deformed, così differente dalla tradizione anime e quindi uno dei motivi per il quale potrebbe non arrivare mai nel nostro paese. Verso questa tipologia d'animazione, non certo amata dall'otaku tipo, è anche la struttura degli episodi che compongono la serie, la maggior parte di essi divisi in due mini-episodi accompagnati dai consueti titoli di testa e da una sigla dalla durata di una ventina di secondi.
Se Excel Saga e Abenobashi non si risparmiavano nel prendere in giro, con i loro stereotipi, l'animazione giapponese e il mondo otaku in generale, P&S guarda verso occidente, a Hollywood, ai telefilm di Disney Channel, alle cheer leader e a tutti i cliché della sottocultura statunitense che vi passano per la testa. Il tutto con uno humour volgare e senza misure tra fiumi di sterco e liquidi seminali, dialoghi coloriti e continui riferimenti sessuali, grazie anche a queste due protagoniste così "politically incorrect".
Gli angeli Panty e Stocking sono state cacciate dal Paradiso per via dei loro continui comportamenti scorretti e mandate a Daten City. Sotto la guida del reverendo afro Garterbelt, il loro scopo è distruggere dei mostri chiamati Ghosts per accumulare crediti e tornare così in paradiso, ma sarà tutt'altro che semplice. Panty non fa che passare da un letto all'altro concedendosi praticamente a chiunque, mentre Stocking passa buona parte del suo tempo a mangiare dolci.
Tipica gal vestita alla moda una, e introversa gothic lolita l'altra, il duo di protagoniste funziona a meraviglia proprio grazie alle loro differenze e alle loro manie. Non di rado assisteremo a vari litigi che finiscono in collaborazione quando le due devono impugnare le loro armi (le mutande di Panty si trasformano in pistole mentre Stocking utilizza una calza che all'occorrenza diventa una spada, da qui i loro nomi), totalmente prive di misura e scrupoli. A loro si aggiungono nel corso della serie altri personaggi, come il nerd Brief, e la sensuale coppia demoniaca Scanty e Kneesocks, che si riveleranno subito delle rivali, fallendo però ogni volta come è da tradizione.
Proprio per la sua impostazione narrativa con storie a tema, non tutti gli episodi di "Panty & Stocking" sono memorabili, potreste amarne alcuni e odiarne altri. Personalmente ho trovato eccezionali gli episodi centrali della serie, il 6 in particolare, dedicato alla scuola, grazie alla frenetica seconda parte, mentre ho avvertito un netto calo di qualità con il 10, davvero brutto. Nonostante questo sali e scendi continuo, P&S non mancherà di divertire gli appassionati più navigati grazie alle numerosissime citazioni, alcune ai limiti dell'assurdo e della volgarità. Lo humour senza censure potrebbe però essere un'arma a doppio taglio verso un'utenza più mainstream, come l'appassionato medio di Rai4 "svegliatosi" di recente solo con Gurren Lagann, motivo per il quale quest'anime risulta quasi invendibile in un mercato come l'Italia.
Menzione speciale sulla colonna sonora techno dance, davvero atipica e trascinante, in particolare il tema di Scanty e Kneesocks e la ending "Fallen Angel", che non sfigurerebbe affatto nelle hit parade e nei vari locali nostrani.
Detto ciò ben vengano operazioni come "Panty & Stocking" in mezzo all'accozzaglia di anime davvero troppo simili tra loro in questi ultimi due anni. Per pochi, certo, ma quei pochi si divertono come scemi.
"Se davvero decidiamo di realizzarlo, dobbiamo andare fino in fondo". Narra la leggenda che il concept di "Panty & Stocking With Garterbelt" sia venuto alla luce tra fiumi di alcol e risate incontrollate nel corso di una gita intrapresa dallo staff di "Tengen Toppa Gurren Lagann" al termine della trasmissione dello stesso su TV Tokyo. La paternità dell'idea è da attribuirsi a Hiromi Wakabayashi, grande fan dei fumetti e dell'animazione a stelle e strisce, che da tempo si baloccava con la prospettiva di un prodotto dallo stile occidentale e dai contenuti più che espliciti. Lasciarsi sfuggire una sfida tanto ghiotta sarebbe stato a dir poco delittuoso, ma per fortuna Hiroyuki Imaishi ha deciso di raccoglierla, riuscendo così a conferire all'anime in questione un tocco di unica, spumeggiante e deliziosa impudenza grazie alla freschezza e all'audacia che contraddistinguono le sue creazioni.
Panty e Stocking sono due creature celesti che, a causa del loro comportamento non proprio ossequente, sono state estromesse dal paradiso con il compito di guadagnarsi sul campo il privilegio di potervi fare ritorno. La loro missione è liberare la città di Daten City - la cui pronuncia giapponese è molto simile a quella della parola "Datenshi", ossia "angelo caduto" - dai Ghosts, entità maligne che si divertono a portare scompiglio tra i suoi abitanti. Ogni Ghost abbattuto vale un determinato numero di Heaven Coins, una valuta magica che, una volta raggiunto un certo quantitativo, permetterà alle due sorelle di ascendere nuovamente in cielo. Peccato però che la disinfestazione della città, situata al confine tra inferno e paradiso e per questo aspramente contesa tra le due fazioni, non occupi esattamente il primo posto nella lista delle priorità di Panty e Stocking, che con sommo disappunto del Reverendo Garterbelt, la loro eccentrica guida spirituale, considerano il loro incarico più come una punizione che come un'occasione per migliorarsi: la prima è infingarda, scurrile, nevrastenica e promiscua, mentre la seconda, una vera Gothic Lolita, sembra interessarsi soltanto ai dolci. A dare il colpo di grazia alla figura dell'angelo caritatevole e virtuoso ci pensa infine la loro tecnica di combattimento, che consiste nel trasformare le rispettive mutandine e autoreggenti in armi.
Riuscirà Garterbelt a infondere un po' di sale in zucca alle sue protette? Qual è la misteriosa chiave che Dio ha ordinato al curato di proteggere, e che cosa aprirà mai? C'è ancora speranza per Daten City oppure le demoniache sorelle Scanty e Kneesocks, al soldo del malvagio Corset, avranno la meglio sulle nostre eroine? Panty ricambierà mai l'amore di Brief, l'adorabile smanettone sempre pronto a immolarsi per lei? Quante e quali orribili morti aspettano il povero Chuck, l'indistruttibile animaletto su cui le ragazze sfogano tutte le loro frustrazioni?
L'anime consta di tredici episodi generalmente autoconclusivi, a loro volta suddivisi in due parti. È un tripudio di nonsense, di citazionismo sfrenato e di umorismo scatologico in mezzo al quale sono tuttavia nascosti degli elementi destinati ad acquisire un significato soltanto alla luce delle ultime due puntate. Naturalmente, trattandosi di una serie targata Gainax, è possibile che alcuni di essi siano stati inseriti ad arte nel tentativo - peraltro riuscito - di confondere le idee al già frastornato spettatore, ma in casi come quello costituito dal capitolo 11-B, "Nothing To Room", il richiamo a eventi che si verificheranno di lì a breve è inequivocabile.
Quanto ai riferimenti ad altre opere, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Dal mondo dei manga e anime abbiamo, oltre a delle doverose allusioni ad altri lavori Gainax, strizzate d'occhio più o meno evidenti a "B Gata H Kei", "Hell Girl", "Il mio vicino Totoro", "Detective Conan", "Berserk", "La malinconia di Haruhi Suzumiya", ai "Pokèmon" e a tanti altri; per quanto riguarda l'animazione occidentale, invece, possiamo notare dei tributi a "South Park", "WALL-E", "The Ren And Stimpy Show", "The Nightmare Before Christmas", "Kim Possibile", ai prodotti di Hanna&Barbera e alle SuperChicche. Tra i fumetti citati spiccano "Watchmen" e "Invader Zim", mentre tra i film vale la pena ricordare "The Blues Brothers", "Attack of the Killer Tomatoes", la serie dell'Ispettore Callaghan, "Scarface", i film di Rocky, "I tre dell'Operazione Drago", "High school Musical", "Sex and the City", "Transformers" e, naturalmente, "Ghostbusters". Infine abbiamo una nutrita sfilza di citazioni musicali, la maggior parte delle quali concentrate nell'episodio 10-E, che è a tutti gli effetti il videoclip dell'ottava traccia della OST; ma queste ultime sono talmente evidenti che non c'è gusto nell'elencarle. E questa, cari amici, è soltanto la punta dell'iceberg, in quanto ogni singolo episodio trasuda tributi artistici, religiosi e popolari da ogni fotogramma.
Vi sono poi numerosissimi cambi di registro a livello visivo, il più evidente dei quali è forse quello riguardante la sequenza durante la quale Panty e Stocking si trasformano. La miniserie "Chuck to the Future", poi, sembra quasi fungere da esercizio di stile, dal momento che ogni episodio presenta delle caratteristiche tecniche diverse: il primo è realizzato in Flash, il secondo con la CGI e il terzo è completamente desaturato. Il quarto, contenuto nell'episodio extra "Panty & Stocking With Garterbelt in Sanitarybox", prende infine spunto dalla grafica di "Super Mario". Il trucco, naturalmente, consiste soprattutto nel saper creare il giusto contrasto tra sequenze o addirittura interi episodi dai contenuti diametralmente opposti. Uno dei più fulgidi esempi in tal senso è probabilmente la puntata numero 9, durante la quale il classico episodio sulla spiaggia viene contrapposto a una tenerissima e memorabile parodia di "Ghost".
In assenza di un vero e proprio filo conduttore tra i vari episodi, la parola d'ordine della sceneggiatura è "immediatezza". Niente rigurgiti di informazioni non richieste, nessuna dissertazione filosofica: i dialoghi sono scarni e raggelanti, farciti fino all'inverosimile di volgarità e di humour terra-terra. Numerosissimi sono inoltre i prestiti nei confronti della lingua inglese, soprattutto per quanto riguarda gli insulti più diretti: impossibile non scoppiare a ridere nel sentire Arisa Ogasawara e Mariya Ise, che doppiano le due sgangherate protagoniste, sparare - e spararsi - contumelie a raffica con accento nipponico. I termini giapponesi più scabrosi, invece, sono stati censurati.
Diversamente Brief e Chuck vanno soggetti a un tipo di comicità più gestuale, che nell'universo di PSG si può tradurre in una sola parola: mazzate. In particolare il secondo ricopre il ruolo di "Chew Toy" ufficiale della storia, ossia un personaggio nato con il solo scopo di essere maltrattato e che per questo motivo riscuote la simpatia del pubblico; simpatia che però non gli impedisce di ridere delle sue esilaranti disgrazie.
Mi rendo conto che parlare di introspezione psicologica in un contesto così goliardico può sembrare bizzarro, e in effetti lo scavo introspettivo non è esattamente il piatto forte di "Panty & Stocking With Garterbelt"; tuttavia è innegabile una certa dirompenza dei suoi personaggi, a cominciare da Panty, che ho trovato riuscitissima nella sua insopportabilità. Fa sorridere il fatto che proprio Brief sia innamorato di lei quando nella realtà nessun otaku la vorrebbe come "waifu".
Inutile dire che, con una sorella tanto ingombrante, Stocking parte svantaggiata, ma anche lei ha una personalità egregiamente delineata: la si potrebbe quasi paragonare a un Grillo Parlante decisamente svogliato e imperfetto - oltre che con un discreto gusto per l'orrido. E cos'è che tiene unite le due sorelle, oltre ai legami di sangue? Ma Garterbelt, naturalmente: giarrettiera di nome e di fatto.
Anche Scanty & Kneesocks risultano credibili e inflazionate al punto giusto, obiettivo di non facile raggiungimento, visto il loro compito di antagoniste. Il loro aspetto, il loro tic verbale - "RUUURU!" -, i frequenti arrossimenti di Kneesocks e i loro piani alla Team Rocket fanno di loro delle "cattive" per le quali è impossibile non provare simpatia.
Naturalmente parte del merito, oltre che all'ottima grafica, va al sonoro, che si distingue per un doppiaggio sempre azzeccato e per una OST talmente trash da risultare irresistibile anche per chi, come me, non ama molto la musica "truzza". Anche la copertina dell'album e i titoli delle tracce si confermano fedeli allo spirito licenzioso dell'anime: la prima è infatti la parodia di una famosa marca di preservativi molto popolare in Giappone, mentre i secondi non lasciano nulla all'immaginazione. Perfino i titoli all'apparenza più innocenti possono nascondere delle sorprese per chi ha un minimo di familiarità con lo slang sessuale nipponico. Le uniche eccezioni degne di nota sono "Chocolat" e l'ending, "Fallen Angel", due ballate talmente armoniose da stonare deliziosamente con il resto della colonna sonora. L'opening, invece, è costituita da trentatré secondi più che dimenticabili a scialbo coronamento di una sequenza animata non tra le più brillanti dello show.
Voto finale: 8,5 per il concept in sé e bonus di mezzo punto per il coraggio dimostrato dalla Gainax nel realizzare e portare avanti un progetto così controverso, con tutte le conseguenze può aver comportato. Spero che la mezza promessa di una seconda stagione si trasformi al più presto nella più dolce delle minacce.
Panty e Stocking sono due creature celesti che, a causa del loro comportamento non proprio ossequente, sono state estromesse dal paradiso con il compito di guadagnarsi sul campo il privilegio di potervi fare ritorno. La loro missione è liberare la città di Daten City - la cui pronuncia giapponese è molto simile a quella della parola "Datenshi", ossia "angelo caduto" - dai Ghosts, entità maligne che si divertono a portare scompiglio tra i suoi abitanti. Ogni Ghost abbattuto vale un determinato numero di Heaven Coins, una valuta magica che, una volta raggiunto un certo quantitativo, permetterà alle due sorelle di ascendere nuovamente in cielo. Peccato però che la disinfestazione della città, situata al confine tra inferno e paradiso e per questo aspramente contesa tra le due fazioni, non occupi esattamente il primo posto nella lista delle priorità di Panty e Stocking, che con sommo disappunto del Reverendo Garterbelt, la loro eccentrica guida spirituale, considerano il loro incarico più come una punizione che come un'occasione per migliorarsi: la prima è infingarda, scurrile, nevrastenica e promiscua, mentre la seconda, una vera Gothic Lolita, sembra interessarsi soltanto ai dolci. A dare il colpo di grazia alla figura dell'angelo caritatevole e virtuoso ci pensa infine la loro tecnica di combattimento, che consiste nel trasformare le rispettive mutandine e autoreggenti in armi.
Riuscirà Garterbelt a infondere un po' di sale in zucca alle sue protette? Qual è la misteriosa chiave che Dio ha ordinato al curato di proteggere, e che cosa aprirà mai? C'è ancora speranza per Daten City oppure le demoniache sorelle Scanty e Kneesocks, al soldo del malvagio Corset, avranno la meglio sulle nostre eroine? Panty ricambierà mai l'amore di Brief, l'adorabile smanettone sempre pronto a immolarsi per lei? Quante e quali orribili morti aspettano il povero Chuck, l'indistruttibile animaletto su cui le ragazze sfogano tutte le loro frustrazioni?
L'anime consta di tredici episodi generalmente autoconclusivi, a loro volta suddivisi in due parti. È un tripudio di nonsense, di citazionismo sfrenato e di umorismo scatologico in mezzo al quale sono tuttavia nascosti degli elementi destinati ad acquisire un significato soltanto alla luce delle ultime due puntate. Naturalmente, trattandosi di una serie targata Gainax, è possibile che alcuni di essi siano stati inseriti ad arte nel tentativo - peraltro riuscito - di confondere le idee al già frastornato spettatore, ma in casi come quello costituito dal capitolo 11-B, "Nothing To Room", il richiamo a eventi che si verificheranno di lì a breve è inequivocabile.
Quanto ai riferimenti ad altre opere, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Dal mondo dei manga e anime abbiamo, oltre a delle doverose allusioni ad altri lavori Gainax, strizzate d'occhio più o meno evidenti a "B Gata H Kei", "Hell Girl", "Il mio vicino Totoro", "Detective Conan", "Berserk", "La malinconia di Haruhi Suzumiya", ai "Pokèmon" e a tanti altri; per quanto riguarda l'animazione occidentale, invece, possiamo notare dei tributi a "South Park", "WALL-E", "The Ren And Stimpy Show", "The Nightmare Before Christmas", "Kim Possibile", ai prodotti di Hanna&Barbera e alle SuperChicche. Tra i fumetti citati spiccano "Watchmen" e "Invader Zim", mentre tra i film vale la pena ricordare "The Blues Brothers", "Attack of the Killer Tomatoes", la serie dell'Ispettore Callaghan, "Scarface", i film di Rocky, "I tre dell'Operazione Drago", "High school Musical", "Sex and the City", "Transformers" e, naturalmente, "Ghostbusters". Infine abbiamo una nutrita sfilza di citazioni musicali, la maggior parte delle quali concentrate nell'episodio 10-E, che è a tutti gli effetti il videoclip dell'ottava traccia della OST; ma queste ultime sono talmente evidenti che non c'è gusto nell'elencarle. E questa, cari amici, è soltanto la punta dell'iceberg, in quanto ogni singolo episodio trasuda tributi artistici, religiosi e popolari da ogni fotogramma.
Vi sono poi numerosissimi cambi di registro a livello visivo, il più evidente dei quali è forse quello riguardante la sequenza durante la quale Panty e Stocking si trasformano. La miniserie "Chuck to the Future", poi, sembra quasi fungere da esercizio di stile, dal momento che ogni episodio presenta delle caratteristiche tecniche diverse: il primo è realizzato in Flash, il secondo con la CGI e il terzo è completamente desaturato. Il quarto, contenuto nell'episodio extra "Panty & Stocking With Garterbelt in Sanitarybox", prende infine spunto dalla grafica di "Super Mario". Il trucco, naturalmente, consiste soprattutto nel saper creare il giusto contrasto tra sequenze o addirittura interi episodi dai contenuti diametralmente opposti. Uno dei più fulgidi esempi in tal senso è probabilmente la puntata numero 9, durante la quale il classico episodio sulla spiaggia viene contrapposto a una tenerissima e memorabile parodia di "Ghost".
In assenza di un vero e proprio filo conduttore tra i vari episodi, la parola d'ordine della sceneggiatura è "immediatezza". Niente rigurgiti di informazioni non richieste, nessuna dissertazione filosofica: i dialoghi sono scarni e raggelanti, farciti fino all'inverosimile di volgarità e di humour terra-terra. Numerosissimi sono inoltre i prestiti nei confronti della lingua inglese, soprattutto per quanto riguarda gli insulti più diretti: impossibile non scoppiare a ridere nel sentire Arisa Ogasawara e Mariya Ise, che doppiano le due sgangherate protagoniste, sparare - e spararsi - contumelie a raffica con accento nipponico. I termini giapponesi più scabrosi, invece, sono stati censurati.
Diversamente Brief e Chuck vanno soggetti a un tipo di comicità più gestuale, che nell'universo di PSG si può tradurre in una sola parola: mazzate. In particolare il secondo ricopre il ruolo di "Chew Toy" ufficiale della storia, ossia un personaggio nato con il solo scopo di essere maltrattato e che per questo motivo riscuote la simpatia del pubblico; simpatia che però non gli impedisce di ridere delle sue esilaranti disgrazie.
Mi rendo conto che parlare di introspezione psicologica in un contesto così goliardico può sembrare bizzarro, e in effetti lo scavo introspettivo non è esattamente il piatto forte di "Panty & Stocking With Garterbelt"; tuttavia è innegabile una certa dirompenza dei suoi personaggi, a cominciare da Panty, che ho trovato riuscitissima nella sua insopportabilità. Fa sorridere il fatto che proprio Brief sia innamorato di lei quando nella realtà nessun otaku la vorrebbe come "waifu".
Inutile dire che, con una sorella tanto ingombrante, Stocking parte svantaggiata, ma anche lei ha una personalità egregiamente delineata: la si potrebbe quasi paragonare a un Grillo Parlante decisamente svogliato e imperfetto - oltre che con un discreto gusto per l'orrido. E cos'è che tiene unite le due sorelle, oltre ai legami di sangue? Ma Garterbelt, naturalmente: giarrettiera di nome e di fatto.
Anche Scanty & Kneesocks risultano credibili e inflazionate al punto giusto, obiettivo di non facile raggiungimento, visto il loro compito di antagoniste. Il loro aspetto, il loro tic verbale - "RUUURU!" -, i frequenti arrossimenti di Kneesocks e i loro piani alla Team Rocket fanno di loro delle "cattive" per le quali è impossibile non provare simpatia.
Naturalmente parte del merito, oltre che all'ottima grafica, va al sonoro, che si distingue per un doppiaggio sempre azzeccato e per una OST talmente trash da risultare irresistibile anche per chi, come me, non ama molto la musica "truzza". Anche la copertina dell'album e i titoli delle tracce si confermano fedeli allo spirito licenzioso dell'anime: la prima è infatti la parodia di una famosa marca di preservativi molto popolare in Giappone, mentre i secondi non lasciano nulla all'immaginazione. Perfino i titoli all'apparenza più innocenti possono nascondere delle sorprese per chi ha un minimo di familiarità con lo slang sessuale nipponico. Le uniche eccezioni degne di nota sono "Chocolat" e l'ending, "Fallen Angel", due ballate talmente armoniose da stonare deliziosamente con il resto della colonna sonora. L'opening, invece, è costituita da trentatré secondi più che dimenticabili a scialbo coronamento di una sequenza animata non tra le più brillanti dello show.
Voto finale: 8,5 per il concept in sé e bonus di mezzo punto per il coraggio dimostrato dalla Gainax nel realizzare e portare avanti un progetto così controverso, con tutte le conseguenze può aver comportato. Spero che la mezza promessa di una seconda stagione si trasformi al più presto nella più dolce delle minacce.
A causa del loro comportamento sconsiderato, le sorelle Panty e Stocking, due angeli, vengono cacciate dal paradiso e spedite nella città di Daten, un luogo intermediario tra il paradiso e l'inferno. Qua hanno il dovere di combattere i Ghost, mostri orripilanti che si presentano in forme strane e inattendibili infestando tutta Daten City. In cambio ricevono i cosiddetti Heaven Coins, particolari monete necessarie per raggiungere il cielo. A supportare le due ragazze, c'è il Reverendo Gartrbelt, colui che spiega le missioni.
La maggior parte dell'anime è costituita da episodi autoconclusivi, ogni puntata presenta due mini storie dalla durata di circa dieci minuti. I contenuti possono risultare indigesti e volgari, specie a chi è solito vedere serie innocue e ordinarie, poiché l'anime è pieno di scene disgustose quali vomito, cacca, moccio. E sì, fa riferimento persino al sesso, spesso anche esplicito. Il tutto è reso in maniera comica, forse con un umorismo che non tutti apprezzeranno.
Personalmente la prima puntata mi aveva un po' sconcertata, appunto per queste trovate insolite, ma una volta colto l'andamento dell'anime non mi hanno poi così disturbata. Comunque le innumerevoli citazioni di film cult, anime, band musicali, giapponesi o americani che siano, invogliano gli spettatori a proseguire la serie, sebbene la storia non abbia una vera e propria direzione - diciamo che è piuttosto vaga, un po' nonsense, ecco.
I titoli di determinati episodi richiamano opere famose, ovviamente storpiandoli, per esempio "High School Nudical", "Sex and the Daten City", "Transwhoremers". Parodie che mi hanno divertita assai! Ad ogni modo, la trama si fa più lineare quando entrano in scena le diavolesse Scanty e Kneesocks, le Demons Sisters, le antagoniste di Panty and Stocking.
ll ritmo è delirante, le vicende si susseguono freneticamente, tant'è che si finiscono questi 13 episodi in brevissimo tempo.
Il chara design è particolare, innovativo per l'animazione giapponese, che si avvicina molto allo stile dei cartoon americani come <i>The Powerpuff Girls</i> e South Park. I disegni sono piuttosto marcati e sterili, si fanno più precisi e verosimili nelle scene rilevanti, ovvero nei momenti di trasformazione, con le protagoniste che si esibiscono in una sorta di strip per invocare le rispettive armi da battaglia.
I nomi dei personaggi sono stati scelti appropriatamente, in relazione alle loro pecurialità.
Panty è la bionda dall'aspetto di una idol, ma caratterialmente è tutt'altro che innocente, casta e delicata: ninfomane, le interessa solamente portarsi più uomini a letto. Dai modi avventati, bruschi e appariscenti, ha come arma la "Backness", una pistola derivante dalle proprie "mutandine".
Stocking è la sorella minore, dall'aspetto che ricorda lo stile della gothic lolita, anche lei è ossessionata da qualcosa, in questo caso dai dolci; la si vede perennemente ingozzarsi di torte, pasticcini, e ha la caratteristica di non ingrassare. Trasforma le proprie "calze" in spade.
Parolacce a bizzeffe, fanservice ambigui, personaggi strampalati, battutine sagaci, dialoghi brevi e taglienti, disegni atipici e combattimenti assurdi rendono P&S un anime fuori dal comune.
Inoltre trovo la colonna sonora, che alterna generi diversi - techno, rock, dance, pop -, straordinaria.
P&S non è di certo un capolavoro, ma nemmeno una ciofeca. Le mie aspettative per questo prodotto della Gainax erano basse, nel complesso la visione non è stata così spiacevole come inizialmente pensavo.
Il finale è spiazzante. Tutto fa pensare a un'ipotetica seconda serie...
La maggior parte dell'anime è costituita da episodi autoconclusivi, ogni puntata presenta due mini storie dalla durata di circa dieci minuti. I contenuti possono risultare indigesti e volgari, specie a chi è solito vedere serie innocue e ordinarie, poiché l'anime è pieno di scene disgustose quali vomito, cacca, moccio. E sì, fa riferimento persino al sesso, spesso anche esplicito. Il tutto è reso in maniera comica, forse con un umorismo che non tutti apprezzeranno.
Personalmente la prima puntata mi aveva un po' sconcertata, appunto per queste trovate insolite, ma una volta colto l'andamento dell'anime non mi hanno poi così disturbata. Comunque le innumerevoli citazioni di film cult, anime, band musicali, giapponesi o americani che siano, invogliano gli spettatori a proseguire la serie, sebbene la storia non abbia una vera e propria direzione - diciamo che è piuttosto vaga, un po' nonsense, ecco.
I titoli di determinati episodi richiamano opere famose, ovviamente storpiandoli, per esempio "High School Nudical", "Sex and the Daten City", "Transwhoremers". Parodie che mi hanno divertita assai! Ad ogni modo, la trama si fa più lineare quando entrano in scena le diavolesse Scanty e Kneesocks, le Demons Sisters, le antagoniste di Panty and Stocking.
ll ritmo è delirante, le vicende si susseguono freneticamente, tant'è che si finiscono questi 13 episodi in brevissimo tempo.
Il chara design è particolare, innovativo per l'animazione giapponese, che si avvicina molto allo stile dei cartoon americani come <i>The Powerpuff Girls</i> e South Park. I disegni sono piuttosto marcati e sterili, si fanno più precisi e verosimili nelle scene rilevanti, ovvero nei momenti di trasformazione, con le protagoniste che si esibiscono in una sorta di strip per invocare le rispettive armi da battaglia.
I nomi dei personaggi sono stati scelti appropriatamente, in relazione alle loro pecurialità.
Panty è la bionda dall'aspetto di una idol, ma caratterialmente è tutt'altro che innocente, casta e delicata: ninfomane, le interessa solamente portarsi più uomini a letto. Dai modi avventati, bruschi e appariscenti, ha come arma la "Backness", una pistola derivante dalle proprie "mutandine".
Stocking è la sorella minore, dall'aspetto che ricorda lo stile della gothic lolita, anche lei è ossessionata da qualcosa, in questo caso dai dolci; la si vede perennemente ingozzarsi di torte, pasticcini, e ha la caratteristica di non ingrassare. Trasforma le proprie "calze" in spade.
Parolacce a bizzeffe, fanservice ambigui, personaggi strampalati, battutine sagaci, dialoghi brevi e taglienti, disegni atipici e combattimenti assurdi rendono P&S un anime fuori dal comune.
Inoltre trovo la colonna sonora, che alterna generi diversi - techno, rock, dance, pop -, straordinaria.
P&S non è di certo un capolavoro, ma nemmeno una ciofeca. Le mie aspettative per questo prodotto della Gainax erano basse, nel complesso la visione non è stata così spiacevole come inizialmente pensavo.
Il finale è spiazzante. Tutto fa pensare a un'ipotetica seconda serie...
Ci sono diverse persone che criticano quest'anime, definendolo brutto e volgare, oltre che banale. Posso dire che sono tutti pregiudizi, in alcuni casi rivolti più che altro alla Gainax come casa di produzione. Quest'anime è stupendo: la colonna sonora è splendida, lo stile pseudo-americano rende il tutto ancora più demenziale e i personaggi hanno una bella caratterizzazione. Perché? Proprio perché semplici e con caratteristiche non troppo elaborate. Che non vuol dire per forza "banale" - se pensiamo ad esempio a Yuki di "Harui" mi sembra che i livelli non siano paragonabili.
Panty & Stocking with Garterbelt è coloratissimo, ne vale davvero la pena. Voglio andare avanti.
Panty & Stocking with Garterbelt è coloratissimo, ne vale davvero la pena. Voglio andare avanti.
Panty & Stocking with Garterbelt è animazione sperimentale, dunque chi desidera rimanere negli standard è meglio che scelga qualche altro anime.
Panty and Stocking mi è sembrato davvero anticonvenzionale, decisamente nuovo, ma soprattutto una bella botta per tutti gli anime falsamente mascherati da opere serie che finiscono per risultare fanservice e basta. In PASWG, sì, c'è molto, molto contenuto osé, ma non si tenta nemmeno una volta di nasconderlo. Non solo, spesso viene addirittura ridicolizzato al punto da fare ridere, cosa che viene enfatizzata dalle numerosissime citazioni di film o di altri anime.
I personaggi sono statici e lo rimangono durante la serie, ma non è certamente un fattore che può dare problemi, al contrario. Con un po' d'ironia e di leggerezza, possiamo anche ritrovare parte di noi nei personaggi.
PASWG è una serie divertente e piena di vita, dove l'animazione stessa è ben riuscita: semplice e colorata, ma che può tendere a qualcosa di più elaborato in situazioni particolari. E soprattutto, i Ghosts, nel momento finale della loro esistenza, quando finiscono per scoppiare, sono una cosa favolosa.
Che dire, quest'anime, come molte opere nuove e senza veli, o piace molto o non piace affatto, difatti ha riscontrato critiche fortemente contrastanti sul web.
A mio parere, rimane l'anime adatto per "staccare la spina" quando non se ne può più della pesantezza e della serietà del mondo circostante, una vera fonte di risate adorabilmente immorali e nonsense!
Panty and Stocking mi è sembrato davvero anticonvenzionale, decisamente nuovo, ma soprattutto una bella botta per tutti gli anime falsamente mascherati da opere serie che finiscono per risultare fanservice e basta. In PASWG, sì, c'è molto, molto contenuto osé, ma non si tenta nemmeno una volta di nasconderlo. Non solo, spesso viene addirittura ridicolizzato al punto da fare ridere, cosa che viene enfatizzata dalle numerosissime citazioni di film o di altri anime.
I personaggi sono statici e lo rimangono durante la serie, ma non è certamente un fattore che può dare problemi, al contrario. Con un po' d'ironia e di leggerezza, possiamo anche ritrovare parte di noi nei personaggi.
PASWG è una serie divertente e piena di vita, dove l'animazione stessa è ben riuscita: semplice e colorata, ma che può tendere a qualcosa di più elaborato in situazioni particolari. E soprattutto, i Ghosts, nel momento finale della loro esistenza, quando finiscono per scoppiare, sono una cosa favolosa.
Che dire, quest'anime, come molte opere nuove e senza veli, o piace molto o non piace affatto, difatti ha riscontrato critiche fortemente contrastanti sul web.
A mio parere, rimane l'anime adatto per "staccare la spina" quando non se ne può più della pesantezza e della serietà del mondo circostante, una vera fonte di risate adorabilmente immorali e nonsense!
Panty and Stocking with Gaterbelt è uno di quegli anime che ti rimangono impressi a causa della quantità d'innovazioni che trasporta con sé, segnando l'inizio di qualcosa di nuovo nel mondo dell'animazione.
Ciò che traspare in quest'opera è l'assoluta libertà che si sono presi gli sceneggiatori nel crearlo: il charter design è molto in stile cartoon network americano, come è occidentale il tipo di umorismo usato, senza tralasciare costanti della società asiatica, ed è per questo che forse mi è piaciuto così tanto: per la sua capacità di congiungere ogni sorta di stile e di deliri di ogni parte del mondo.
La trama è molto basilare: Panty e Stocking sono due angeli caduti dal cielo che per tornare nel paradiso devono recuperare i cosiddetti Heaven Coins, ovvero, monetine presenti negli spiriti generati da desideri degli esseri umani non espressi (e non vi dico che spiriti).
La cosa più originale è il come questa semplice raccolta viene fatta: partiamo dal fatto che le armi sono mutande trasformate in pistole, e calze trasformate in katane; continuiamo con il dire che la trasformazione delle armi viene messa in scena con una lap-dance dalle luci disco e con un'animazione perfetta: aggiungiamoci tante, tantissime citazioni a tutte le opere fumettistiche e non esistenti in questa terra (Transformers, High School Musical, Salvate il soldato Rayan, Romeo+Juliet, e non sono tutte); mettiamoci anche delle nemiche, che nonostante siano delle diavolesse, sono (circa) più sante delle protagoniste. Avrete un bellissimo prodotto come Panty & Stocking, privo di gran parte dei cliché degli anime fanservice, senza verginelle costantemente arrossite e senza molti altri espedienti otaku utilizzati da fin troppo tempo dall'industria del moe.
Le animazioni sono fluide e vivaci, contornate da una musica techno e disco che presa in sé, purtroppo, non è eccezionale come nell'anime può apparire. Anche se gli episodi alla fine sono avventure a sé stanti e la trama vera procede molto poco, Panty & Stocking with Garterbelt è un prodotto scorrevole e leggero, dedicato a un pubblico che non ha eccessiva voglia di impegnarsi.
Perchè non dare 10 a un'opera simile? Vedetevi la serie, vedetevi il finale, e capirete.
Ciò che traspare in quest'opera è l'assoluta libertà che si sono presi gli sceneggiatori nel crearlo: il charter design è molto in stile cartoon network americano, come è occidentale il tipo di umorismo usato, senza tralasciare costanti della società asiatica, ed è per questo che forse mi è piaciuto così tanto: per la sua capacità di congiungere ogni sorta di stile e di deliri di ogni parte del mondo.
La trama è molto basilare: Panty e Stocking sono due angeli caduti dal cielo che per tornare nel paradiso devono recuperare i cosiddetti Heaven Coins, ovvero, monetine presenti negli spiriti generati da desideri degli esseri umani non espressi (e non vi dico che spiriti).
La cosa più originale è il come questa semplice raccolta viene fatta: partiamo dal fatto che le armi sono mutande trasformate in pistole, e calze trasformate in katane; continuiamo con il dire che la trasformazione delle armi viene messa in scena con una lap-dance dalle luci disco e con un'animazione perfetta: aggiungiamoci tante, tantissime citazioni a tutte le opere fumettistiche e non esistenti in questa terra (Transformers, High School Musical, Salvate il soldato Rayan, Romeo+Juliet, e non sono tutte); mettiamoci anche delle nemiche, che nonostante siano delle diavolesse, sono (circa) più sante delle protagoniste. Avrete un bellissimo prodotto come Panty & Stocking, privo di gran parte dei cliché degli anime fanservice, senza verginelle costantemente arrossite e senza molti altri espedienti otaku utilizzati da fin troppo tempo dall'industria del moe.
Le animazioni sono fluide e vivaci, contornate da una musica techno e disco che presa in sé, purtroppo, non è eccezionale come nell'anime può apparire. Anche se gli episodi alla fine sono avventure a sé stanti e la trama vera procede molto poco, Panty & Stocking with Garterbelt è un prodotto scorrevole e leggero, dedicato a un pubblico che non ha eccessiva voglia di impegnarsi.
Perchè non dare 10 a un'opera simile? Vedetevi la serie, vedetevi il finale, e capirete.
Uno shock.
È difficile realizzare che questo sia davvero un anime, almeno all'inizio. Sembra un cartone americano pieno di elementi di sesso e di scorrettezza, simile a South Park o Family Guy. Abbiamo due protagoniste, Panty e Stocking, la prima maniaca del sesso e la seconda dei dolci, due angeli che lavorano allo scopo di sconfiggere i Ghost sotto la guida di Garterbelt, un "normale" prete afro. Insomma, non è un anime? Ed ecco il punto che vale gran parte della valutazione: per quanto sia lontano dai tradizionali canoni degli anime, dopo pochi episodi iniziamo a notare che in fondo sia molto più anime di quanto sembri. Abbiamo infatti lo stile classico delle animazioni, e lo stesso stile del disegno, pur rifiutando alcune ha caratteristiche come le anatomie particolareggiate e i deformed canonici, mantiene cose fondamentali come il tratto della figura appesantito per staccarla dallo sfondo o gli espedienti per aumentare la cinecità dell'animazione.
E la storia? Magari sembrano lontane, ma le ambientazioni e le caratterizzazioni non sono poi lontane. Le scuole, le città, i geek tipici dei telefilm americani sono modellati alla perfezione in maniera tale da rimanere tali ottenendo e modificando elementi allo scopo di non allontanarlo dallo stile "Made in Japan". È davvero un punto curato alla perfezione, davvero di qualità eccelsa. Però ancora non ho reso l'atmosfera dell'opera, quindi vi faccio un rude elenco di particolari significativi:
- Panty e Stocking combattono usando la biancheria, la prima ha le mutande che si trasformano in pistola, la seconda le calze in spade.
- il "famiglio" delle due, Chuck, finisce costantemente schiacciato-spappolato-calciato-distrutto.
- Brief, o meglio Geek Boy, è pazzamente innamorato di Panty e tenta di aiutarla nella caccia ai Ghost.
- I due angeli, mentre si trasformano come ogni majokko che si rispetto, fanno una sexy lap-dance e sono disegnate in stile anime iper-erotico.
- Il "cognome" (non so come altrimenti definirlo) delle due è Anarchy.
Non è finita, ci sono anche molti arricchimenti all'opera: la colonna sonora e tra le migliori che abbia sentito, accattivante e particolare. Addirittura un mini-episodio (gli episodi sono a loro volta divisi in storie più corte, solitamente due) è interamente dedicato a fare da PV ad una canzone. Un'opera ottima, che mi ha fatto divertire un sacco. Non vedo l'ora di poter vedere la seconda serie.
È difficile realizzare che questo sia davvero un anime, almeno all'inizio. Sembra un cartone americano pieno di elementi di sesso e di scorrettezza, simile a South Park o Family Guy. Abbiamo due protagoniste, Panty e Stocking, la prima maniaca del sesso e la seconda dei dolci, due angeli che lavorano allo scopo di sconfiggere i Ghost sotto la guida di Garterbelt, un "normale" prete afro. Insomma, non è un anime? Ed ecco il punto che vale gran parte della valutazione: per quanto sia lontano dai tradizionali canoni degli anime, dopo pochi episodi iniziamo a notare che in fondo sia molto più anime di quanto sembri. Abbiamo infatti lo stile classico delle animazioni, e lo stesso stile del disegno, pur rifiutando alcune ha caratteristiche come le anatomie particolareggiate e i deformed canonici, mantiene cose fondamentali come il tratto della figura appesantito per staccarla dallo sfondo o gli espedienti per aumentare la cinecità dell'animazione.
E la storia? Magari sembrano lontane, ma le ambientazioni e le caratterizzazioni non sono poi lontane. Le scuole, le città, i geek tipici dei telefilm americani sono modellati alla perfezione in maniera tale da rimanere tali ottenendo e modificando elementi allo scopo di non allontanarlo dallo stile "Made in Japan". È davvero un punto curato alla perfezione, davvero di qualità eccelsa. Però ancora non ho reso l'atmosfera dell'opera, quindi vi faccio un rude elenco di particolari significativi:
- Panty e Stocking combattono usando la biancheria, la prima ha le mutande che si trasformano in pistola, la seconda le calze in spade.
- il "famiglio" delle due, Chuck, finisce costantemente schiacciato-spappolato-calciato-distrutto.
- Brief, o meglio Geek Boy, è pazzamente innamorato di Panty e tenta di aiutarla nella caccia ai Ghost.
- I due angeli, mentre si trasformano come ogni majokko che si rispetto, fanno una sexy lap-dance e sono disegnate in stile anime iper-erotico.
- Il "cognome" (non so come altrimenti definirlo) delle due è Anarchy.
Non è finita, ci sono anche molti arricchimenti all'opera: la colonna sonora e tra le migliori che abbia sentito, accattivante e particolare. Addirittura un mini-episodio (gli episodi sono a loro volta divisi in storie più corte, solitamente due) è interamente dedicato a fare da PV ad una canzone. Un'opera ottima, che mi ha fatto divertire un sacco. Non vedo l'ora di poter vedere la seconda serie.
Vidi le prime immagini, lessi la trama e pensai: "Ma che è 'sto schifo? Come gli viene in mente alla Gainax di fare una cosa del genere?". Poi diedi un'occhiata allo staff e notai che gran parte era lo stesso del leggendario Gurren-Lagann, così pensai: "Non si sa mai cosa potrebbero combinare 'sti geni, aspettiamo e vediamo". Poi arrivò finalmente il primo trailer, lo vidi e capii... capii che forse ce l'avrebbero fatta, che probabilmente la prossima perla Gainax stesse per arrivare, e così è stato; mi bastò vedere un episodio per capirlo.
Panty & Stocking si presenta innanzitutto impostato e strutturato come i tipici cartoon giapponesi, lo si intende da tre fattori principali: disegni, trama fin troppo semplicistica e autoconclusiva, "mezzi" episodi da 10 minuti l'uno.
Che dire, non s'era mai visto un anime così. Sia per struttura che per contenuti, praticamente per tutto.
Uno degli aspetti più evidenti di <i>Panty & Stocking with Garterbelt</i> è il suo essere assolutamente anti-conformista, anti-moe e quindi anche anti-otaku. Da cosa lo si capisce? Da diverse cose.
C'è anzitutto la protagonista - anche Stocking lo sarebbe, ma è palesemente più secondaria rispetto alla prima - Panty ad essere un personaggio che possiede tutto quanto non dovrebbe avere la ragazza moe che piace agli otaku. La moe è carina e tranquilla? Panty è brutta (per via del design spigoloso e molto approssimativo) e incredibilmente invasiva. La moe è gentile, delicata e "da conquistare"? Panty è scorbutica, cafona e la dà a tutti, a così tanti che lo stesso otaku se ne schiferebbe e non vorrebbe averci nulla a che fare.
Altro aspetto che lascia trapelare la natura anti-otaku di Panty & Stocking sono i contenuti. "Contenuti" è una parola grossa in questo caso, poiché l'anime mostra tutto quanto di diseducativo non si dovrebbe fare nella vita, della serie "non fatelo a casa", facendo appunto per questo della satira, e non a caso è stato da molti paragonato a South Park. Cosa posso dire a sostegno di questa tesi? Pura e semplice esperienza personale: diversi otaku (si intende otaku "italiani" ovviamente, se avete capito di cosa/chi sto parlando) che l'hanno visto l'hanno ritenuto obbrobrioso, schifoso, ai limiti della decenza, il più brutto in circolazione.
Quindi direi che gli autori hanno centrato in pieno l'obiettivo che si erano posti. EPIC WIN!
Gli elementi che rendono unico e geniale quest'anime sono soprattutto la sceneggiatura e la regia.
È davvero incredibile quali idee strampalate questi geniali autori siano riusciti a tirar fuori e a mettere in pratica, tanto che in quasi ogni scena vien da pensare: "ma come diamine l'avranno pensata questa?". Spesso e volentieri l'anime va a parare sulla volgarità e su schifezze varie, a tal punto da disgustare e infastidire davvero lo spettatore per l'estremità di certe situazioni, ma allo stesso tempo da lodare per essersi spinto fin dove nessun anime avesse mai osato fare. Insomma, gli autori hanno letteralmente preso in mano dei disegni, dei pezzi di carta, e ci hanno fatto quello che volevano, senza la benché minima regola logica, dando vita a sequenze dal non-sense più sfrenato, talmente assurdo da essere lo stesso non-sense poco credibile, da far quasi invidia a capolavori del genere come FLCL.
La regia è naturalmente pazza, come ho già fatto intendere, presenta le inquadrature più dinamiche e folli possibili, regalando ad ogni episodio un ritmo frenetico senza precedenti, a volte addirittura non si fa in tempo a ragionare su una cosa appena successa/detta che già si passa alla sequenza successiva. Di sicuro non si perde tempo in quest'anime, che è anche la massima espressione di intrattenimento che abbia mai riscontrato in una serie d'animazione.
Il chara design come ho già avuto modo di dire è particolarissimo, anzi, senza precedenti nel panorama d'animazione giapponese, è quindi spigoloso ma spesso anche saturo di dettagli e particolari.
A far parte di una serie così dinamica non potevano mancare delle altrettanto eccellenti animazioni, davvero vive e incredibilmente vivaci in varie situazioni.
Premio Oscar a Panty per il miglior personaggio dell'anno. Non si era mai vista una figura del genere, anzi, non lo si era neanche pensata, se non forse come modello da NON prendere in considerazione, da evitare in tutte le sue sfumature. È inoltre dotata (insieme agli altri personaggi, come Stocking, Garterbelt e Geek boy - mitico! -, ma lei spicca ancor di più in questo) di incredibile carisma e realismo; sembra davvero dotata di vita propria, e questa cosa di rado si nota in un'anime, MOLTO di rado. Panty è anche la tipica persona che di più odierei (ma non solo io, credo la maggior parte) in circolazione, anche per questo si è guadagnata tutta la mia stima (lo so, sembra un paradosso).
A far di lei un personaggio tanto carismatico contribuisce anche uno strepitoso doppiaggio, e non esagero quando dico che probabilmente è il migliore a cui abbia mai assistito.
La colonna sonora è davvero vivace e "truzza", quindi perfettamente adatta al contesto e senza la quale alcune sequenze non renderebbero allo stesso modo.
Concludendo, se dovessi tirare le somme del valore di ogni singolo episodio l'anime si aggirerebbe intorno all'8 secondo il mio criterio di valutazione, fra un paio di episodi discreti, altri ottimi - la maggior parte - e un paio davvero indimenticabili.
Ma i singoli episodi non sono tutto: sono in generale le idee e l'incredibile voglia di osare che vanno premiate in quest'anime, un bel 9 non glielo toglie nessuno. E non dimentichiamoci il finale, un vero e proprio "calcio nelle palle", trollaggio puro in perfetta linea col contesto generale!
Insomma, Gainax non delude mai, ha fatto centro anche questa volta, portando l'animazione giapponese su nuovi orizzonti. Uno di quegli anime che, gusti a parte, segnano la storia.
Panty & Stocking si presenta innanzitutto impostato e strutturato come i tipici cartoon giapponesi, lo si intende da tre fattori principali: disegni, trama fin troppo semplicistica e autoconclusiva, "mezzi" episodi da 10 minuti l'uno.
Che dire, non s'era mai visto un anime così. Sia per struttura che per contenuti, praticamente per tutto.
Uno degli aspetti più evidenti di <i>Panty & Stocking with Garterbelt</i> è il suo essere assolutamente anti-conformista, anti-moe e quindi anche anti-otaku. Da cosa lo si capisce? Da diverse cose.
C'è anzitutto la protagonista - anche Stocking lo sarebbe, ma è palesemente più secondaria rispetto alla prima - Panty ad essere un personaggio che possiede tutto quanto non dovrebbe avere la ragazza moe che piace agli otaku. La moe è carina e tranquilla? Panty è brutta (per via del design spigoloso e molto approssimativo) e incredibilmente invasiva. La moe è gentile, delicata e "da conquistare"? Panty è scorbutica, cafona e la dà a tutti, a così tanti che lo stesso otaku se ne schiferebbe e non vorrebbe averci nulla a che fare.
Altro aspetto che lascia trapelare la natura anti-otaku di Panty & Stocking sono i contenuti. "Contenuti" è una parola grossa in questo caso, poiché l'anime mostra tutto quanto di diseducativo non si dovrebbe fare nella vita, della serie "non fatelo a casa", facendo appunto per questo della satira, e non a caso è stato da molti paragonato a South Park. Cosa posso dire a sostegno di questa tesi? Pura e semplice esperienza personale: diversi otaku (si intende otaku "italiani" ovviamente, se avete capito di cosa/chi sto parlando) che l'hanno visto l'hanno ritenuto obbrobrioso, schifoso, ai limiti della decenza, il più brutto in circolazione.
Quindi direi che gli autori hanno centrato in pieno l'obiettivo che si erano posti. EPIC WIN!
Gli elementi che rendono unico e geniale quest'anime sono soprattutto la sceneggiatura e la regia.
È davvero incredibile quali idee strampalate questi geniali autori siano riusciti a tirar fuori e a mettere in pratica, tanto che in quasi ogni scena vien da pensare: "ma come diamine l'avranno pensata questa?". Spesso e volentieri l'anime va a parare sulla volgarità e su schifezze varie, a tal punto da disgustare e infastidire davvero lo spettatore per l'estremità di certe situazioni, ma allo stesso tempo da lodare per essersi spinto fin dove nessun anime avesse mai osato fare. Insomma, gli autori hanno letteralmente preso in mano dei disegni, dei pezzi di carta, e ci hanno fatto quello che volevano, senza la benché minima regola logica, dando vita a sequenze dal non-sense più sfrenato, talmente assurdo da essere lo stesso non-sense poco credibile, da far quasi invidia a capolavori del genere come FLCL.
La regia è naturalmente pazza, come ho già fatto intendere, presenta le inquadrature più dinamiche e folli possibili, regalando ad ogni episodio un ritmo frenetico senza precedenti, a volte addirittura non si fa in tempo a ragionare su una cosa appena successa/detta che già si passa alla sequenza successiva. Di sicuro non si perde tempo in quest'anime, che è anche la massima espressione di intrattenimento che abbia mai riscontrato in una serie d'animazione.
Il chara design come ho già avuto modo di dire è particolarissimo, anzi, senza precedenti nel panorama d'animazione giapponese, è quindi spigoloso ma spesso anche saturo di dettagli e particolari.
A far parte di una serie così dinamica non potevano mancare delle altrettanto eccellenti animazioni, davvero vive e incredibilmente vivaci in varie situazioni.
Premio Oscar a Panty per il miglior personaggio dell'anno. Non si era mai vista una figura del genere, anzi, non lo si era neanche pensata, se non forse come modello da NON prendere in considerazione, da evitare in tutte le sue sfumature. È inoltre dotata (insieme agli altri personaggi, come Stocking, Garterbelt e Geek boy - mitico! -, ma lei spicca ancor di più in questo) di incredibile carisma e realismo; sembra davvero dotata di vita propria, e questa cosa di rado si nota in un'anime, MOLTO di rado. Panty è anche la tipica persona che di più odierei (ma non solo io, credo la maggior parte) in circolazione, anche per questo si è guadagnata tutta la mia stima (lo so, sembra un paradosso).
A far di lei un personaggio tanto carismatico contribuisce anche uno strepitoso doppiaggio, e non esagero quando dico che probabilmente è il migliore a cui abbia mai assistito.
La colonna sonora è davvero vivace e "truzza", quindi perfettamente adatta al contesto e senza la quale alcune sequenze non renderebbero allo stesso modo.
Concludendo, se dovessi tirare le somme del valore di ogni singolo episodio l'anime si aggirerebbe intorno all'8 secondo il mio criterio di valutazione, fra un paio di episodi discreti, altri ottimi - la maggior parte - e un paio davvero indimenticabili.
Ma i singoli episodi non sono tutto: sono in generale le idee e l'incredibile voglia di osare che vanno premiate in quest'anime, un bel 9 non glielo toglie nessuno. E non dimentichiamoci il finale, un vero e proprio "calcio nelle palle", trollaggio puro in perfetta linea col contesto generale!
Insomma, Gainax non delude mai, ha fatto centro anche questa volta, portando l'animazione giapponese su nuovi orizzonti. Uno di quegli anime che, gusti a parte, segnano la storia.
Trama
A Daten City regna il caos: la città è sempre più in preda di attacchi da parte di mostri, demoni e fantasmi chiamati Ghost, capeggiati, da quel che sembra, da forze misteriose a capo della megalopoli. Improvvisamente il cielo, o per meglio dire il Paradiso stesso, manda sulla Terra due angeli, o così uno crederebbe. E difatti di angeli si tratta, ma le apparenze ingannano: si tratta di due ragazze procaci, disinibite, dai comportamenti parecchio controversi e dal carattere difficile. Panty è una bellissima fanciulla dai lunghi capelli biondi, vestita solitamente con un elegante abito rosso. L'unico problema si deve al suo comportamento: piuttosto irascibile, menefreghista delle persone e con una tendenza ossessiva al sesso in generale, infatti durante gli episodi la si vede copulare quasi sempre con maschi di ogni tipo. Stocking invece è la classica gothic lolita: vestita con abiti scuri, addobbata con lunghe calze a righe, lunghi capelli violacei e imbracciante un gatto di pezza. Come la sua compagna, ha anche lei una ossessione, ovvero i dolci: zuccherosi, abbondanti, torte, pasticcini, biscotti, creme etc. Le accompagna una specie di prete, tal Garterbelt, un uomo massiccio e di colore, con una foltissima capigliatura afro, che dispenserà ai due angeli il compito di sconfiggere i Ghost e di racimolare le monete degli angeli che serviranno loro a tornare in Paradiso.
Giudizio personale
Ennesima fatica della GAINAX già autrice di anime particolari (FLCL e Abenobashi in primis, sullo stesso filone), ci viene proposto un anime completamente diverso da qualunque altra produzione giapponese: il tutto è identificabile da molteplici aspetti, come la grafica, molto vicina allo stile occidentale di altri cartoni come Le Superchicche; i personaggi e gli scenari sono caratterizzati da un character design particolarissimo, spigoloso e squadrettato il più delle volte; le animazioni, in special modo le azioni dei personaggi, sono dinamiche, veloci, ma sempre distinguibili grazie, appunto, alla grafica semplice; lo stile narrativo, la maggior parte delle volte scandito da gag più o meno politically correct e altre volte da insensatezze e assurdità come si converrebbe solitamente ai cartoni animati. Ma approfondiamo alcuni di questi aspetti: come già detto, la grafica è molto occidentale, ma si tratta solo di apparenza, perché in realtà molto spesso l'anime in questione denigra, ridicolizza e ironizza aspetti tipici e stereotipi della cultura, in special modo di quella americana che è sempre la più gettonata all'interno di film, programmi e anime come P&S. I personaggi principali, man mano che si prosegue con gli episodi, vengono caratterizzati sempre di più attraverso piccoli particolari, mentre il cast di contorno è abbozzato e poco interessante, e ogni tanto finché non appaiono ci si dimentica della loro presenza, focalizzata invece sul duo di angeli che spesso e volentieri si farà apprezzare per le loro doti atletiche e la loro procace sensualità durante le trasformazioni in stile Sailor Moon. Ogni episodio inoltre contiene numerosissime gag più o meno divertenti (oltre al fatto che i titoli sono citazioni di film popolari) ma, a dispetto di quanto si creda, basate su schifezze immonde e porcherie che potrebbero anche disgustare o divertire lo spettatore (episodi a tema di sperma, di vomito, di merda e... il resto ve lo lascio immaginare) a seconda dei suoi gusti. Un grosso punto a favore comunque va alla colonna sonora, delineata perfettamente da tracce prettamente techno-pop ben integrate con l'azione e i momenti funny e hilarious di Panty & Stocking: il massimo divertimento lo si ha ascoltando i pezzi di Pantscada, il Theme for Scanty & Kneesocks, D City Rock e la full ending Fallen Angel; il resto è buono ed ascoltabile. Purtroppo comunque, accanto a diversi punti a favore, c'è il raggiro finale, ovvero che tutti gli episodi sono una presa per il sedere allo spettatore. Non parlo del fatto che P&S non sia un classico anime o perché sia totalmente diverso in qualunque verso lo si giri. Lo capirete alla fine del tredicesimo episodio.
Giudizio complessivo
P&S è originalissimo prima di tutto, perché porta l'animazione giapponese a livelli inconcepibili con il proprio character design e lo stile di narrazione, oltre che ad elevare la GAINAX ad un ulteriore livello di apprezzamento soprattutto da parte dei suoi fan. Sono buone le animazioni, la colonna sonora e, se vogliamo, lo stile generale con cui è stato ricreato tutto quanto. Tuttavia, non si ha mai l'impressione di un anime che abbia un qualche sviluppo generale se non negli ultimi 2 episodi, mentre per il resto si assiste ad episodi a sé stanti, compresi di esplosioni, inseguimenti, mutandine e lunghe calze sfilate via. Per non parlare del finale, una trollata enorme che costringe lo spettatore a chiedersi, dopo il "To be continued", se tutto questo era veramente necessario.
Ho messo 6, ma solo perché non ci sono i decimali, altrimenti sarebbe stato 6,5. Almeno così abbassiamo la media di voto a questo anime.
A Daten City regna il caos: la città è sempre più in preda di attacchi da parte di mostri, demoni e fantasmi chiamati Ghost, capeggiati, da quel che sembra, da forze misteriose a capo della megalopoli. Improvvisamente il cielo, o per meglio dire il Paradiso stesso, manda sulla Terra due angeli, o così uno crederebbe. E difatti di angeli si tratta, ma le apparenze ingannano: si tratta di due ragazze procaci, disinibite, dai comportamenti parecchio controversi e dal carattere difficile. Panty è una bellissima fanciulla dai lunghi capelli biondi, vestita solitamente con un elegante abito rosso. L'unico problema si deve al suo comportamento: piuttosto irascibile, menefreghista delle persone e con una tendenza ossessiva al sesso in generale, infatti durante gli episodi la si vede copulare quasi sempre con maschi di ogni tipo. Stocking invece è la classica gothic lolita: vestita con abiti scuri, addobbata con lunghe calze a righe, lunghi capelli violacei e imbracciante un gatto di pezza. Come la sua compagna, ha anche lei una ossessione, ovvero i dolci: zuccherosi, abbondanti, torte, pasticcini, biscotti, creme etc. Le accompagna una specie di prete, tal Garterbelt, un uomo massiccio e di colore, con una foltissima capigliatura afro, che dispenserà ai due angeli il compito di sconfiggere i Ghost e di racimolare le monete degli angeli che serviranno loro a tornare in Paradiso.
Giudizio personale
Ennesima fatica della GAINAX già autrice di anime particolari (FLCL e Abenobashi in primis, sullo stesso filone), ci viene proposto un anime completamente diverso da qualunque altra produzione giapponese: il tutto è identificabile da molteplici aspetti, come la grafica, molto vicina allo stile occidentale di altri cartoni come Le Superchicche; i personaggi e gli scenari sono caratterizzati da un character design particolarissimo, spigoloso e squadrettato il più delle volte; le animazioni, in special modo le azioni dei personaggi, sono dinamiche, veloci, ma sempre distinguibili grazie, appunto, alla grafica semplice; lo stile narrativo, la maggior parte delle volte scandito da gag più o meno politically correct e altre volte da insensatezze e assurdità come si converrebbe solitamente ai cartoni animati. Ma approfondiamo alcuni di questi aspetti: come già detto, la grafica è molto occidentale, ma si tratta solo di apparenza, perché in realtà molto spesso l'anime in questione denigra, ridicolizza e ironizza aspetti tipici e stereotipi della cultura, in special modo di quella americana che è sempre la più gettonata all'interno di film, programmi e anime come P&S. I personaggi principali, man mano che si prosegue con gli episodi, vengono caratterizzati sempre di più attraverso piccoli particolari, mentre il cast di contorno è abbozzato e poco interessante, e ogni tanto finché non appaiono ci si dimentica della loro presenza, focalizzata invece sul duo di angeli che spesso e volentieri si farà apprezzare per le loro doti atletiche e la loro procace sensualità durante le trasformazioni in stile Sailor Moon. Ogni episodio inoltre contiene numerosissime gag più o meno divertenti (oltre al fatto che i titoli sono citazioni di film popolari) ma, a dispetto di quanto si creda, basate su schifezze immonde e porcherie che potrebbero anche disgustare o divertire lo spettatore (episodi a tema di sperma, di vomito, di merda e... il resto ve lo lascio immaginare) a seconda dei suoi gusti. Un grosso punto a favore comunque va alla colonna sonora, delineata perfettamente da tracce prettamente techno-pop ben integrate con l'azione e i momenti funny e hilarious di Panty & Stocking: il massimo divertimento lo si ha ascoltando i pezzi di Pantscada, il Theme for Scanty & Kneesocks, D City Rock e la full ending Fallen Angel; il resto è buono ed ascoltabile. Purtroppo comunque, accanto a diversi punti a favore, c'è il raggiro finale, ovvero che tutti gli episodi sono una presa per il sedere allo spettatore. Non parlo del fatto che P&S non sia un classico anime o perché sia totalmente diverso in qualunque verso lo si giri. Lo capirete alla fine del tredicesimo episodio.
Giudizio complessivo
P&S è originalissimo prima di tutto, perché porta l'animazione giapponese a livelli inconcepibili con il proprio character design e lo stile di narrazione, oltre che ad elevare la GAINAX ad un ulteriore livello di apprezzamento soprattutto da parte dei suoi fan. Sono buone le animazioni, la colonna sonora e, se vogliamo, lo stile generale con cui è stato ricreato tutto quanto. Tuttavia, non si ha mai l'impressione di un anime che abbia un qualche sviluppo generale se non negli ultimi 2 episodi, mentre per il resto si assiste ad episodi a sé stanti, compresi di esplosioni, inseguimenti, mutandine e lunghe calze sfilate via. Per non parlare del finale, una trollata enorme che costringe lo spettatore a chiedersi, dopo il "To be continued", se tutto questo era veramente necessario.
Ho messo 6, ma solo perché non ci sono i decimali, altrimenti sarebbe stato 6,5. Almeno così abbassiamo la media di voto a questo anime.
Dopo aver visto Gurren Lagann, attendevo con grande curiosità il prossimo lavoro della Gainax, sperando in un anime che valesse almeno la metà di quello che è stato Gurren Lagann, invece la Gainax ha creato Panty & Stocking With Garterbelt. Appena vidi l’immagine promozionale, un grosso punto interrogativo si formò sulla mia testa, e la cosa non migliorò, quando lessi la trama.
La trama per l’appunto: Panty e Stocking sono due angeli, che a causa del loro comportamento inappropriato, sono state cacciate dal Paradiso, e per riguadagnarne l’accesso, devono collezionare gli Heaven Coins, sconfiggendo dei demoni chiamati Ghost.
Un’anime con una trama del genere, di solito non l’avrei guardato, ma la spinta a farlo è arrivata dal particolare stile di disegno adottato, ispirato ai cartoon americani. Una scelta che mi ha sollevato molto dubbi, ma di certo coraggiosa. Due erano le possibilità: sarebbe stato un nuovo enorme successo, o un clamoroso flop, in ogni caso se ne sarebbe parlato, e dunque era bene farsi trovare preparati.
Con questo spirito mi sono approntato alla visione dell’anime, privo di qualsiasi aspettativa. Non avendone non sono rimasto deluso, ma non per questo piacevolmente colpito. Per tutta la durata dell’anime, sono stati davvero pochi i momenti divertenti, l’umorismo di cui è infarcito la serie è di basso livello, con battute più o meno volgari, una volgarità però non fine a se stessa, ma che negli intenti degli autori, sarebbe dovuta risultare divertente… spiacente ma no. Non fa ridere. Anche le citazioni più o meno esplicite a film famosi di carattere internazionale, di cui anche i titoli di ogni episodio erano un riferimento, non contribuiscono a portare punti alla serie.
La struttura degli episodi, brevi e divisi in due parti per ogni episodio, l’ho trovato molto noiosa, ma anche positiva, infatti, più di una volta, ho preferito fermarmi dopo la prima parte e riprendere successivamente a vedere la seconda. Inoltre gli episodi sono per la maggior parte autoconclusivi, e questo non aiutava, infatti, finito di vederne uno, non c’erano motivi che mi spingessero a continuare.
I disegni sono quelli lì, un peccato, ma davvero non riesco a farmeli piacere. A far pesare ancora più quest’aspetto, c’è la sequenza di trasformazione delle due protagoniste, realizzata nello stile “tradizionale”, quello che sarebbe potuto essere, ma invece non è stato. Nulla da dire invece sul livello tecnico delle animazioni, davvero fluide, veloci, alcune sequenze mi hanno davvero stupito. Un aspetto che non mi è piaciuto, sono le onomatopee, spari, frenate, e qualunque altro rumore, aveva la sua bella scritta, forse per renderlo più simile a un comics americano?
Un particolare curioso, il fatto che, quando un nemico viene sconfitto, ne viene mostrata una riproduzione in cartapesta che esplode, divertente, mi ricorda i nemici dei telefilm di genere supersentai, che avevano una sequenza simile.
Il doppiaggio è molto buono, una delle cose più riuscite dell’intera serie, le voci sono davvero azzeccate ai personaggi. La colonna sonora è invece un altro punto dolente. Piena di pezzi tecno/house /dance/ quello che erano, un genere di musica che davvero non sopporto. Fanno eccezione la bella ending “Fallen Angel” e “Chocolat”, in misura minore anche “D-Rock City”, di cui il video musicale realizzato, è l’unica cosa davvero bella che ho trovato nella serie, pieno di citazioni musicali. L’opening è davvero brutta, ma deve andare a delle frequenze particolari, perché ogni volta che guardavo un episodio, mi rimaneva in testa per ore. A un certo punto devono essersi accorti della bruttezza di tale sigla, visto che negli ultimi 4 episodi, non viene trasmessa.
Arrivare comunque alla fine dei tredici episodi è stato davvero un impegno. Dopo aver scaricato un nuovo episodio, mi dicevo: dai sono solo 22 minuti. Alla fine la serie non mi ha lasciato davvero nulla, tranne un gigantesco “What The Fuck!?” alla fine dell’ultimo episodio.
Non valuterò la Gainax sulla base di questa serie, continuo a pensare che Gurren Lagann sia stato il punto più alto raggiunto, e spero che tornino a proporre anime di tale portata. Io, comunque, d’ora in poi, valuterò diversamente le loro opere, perché questo per me, è stato un passo falso.
Credo che non ci siano vie di mezzo: la serie piace oppure no, però andrebbe vista, almeno per poterne parlare con cognizione di causa, d’altronde di Evangelion, se ne parla a più di dieci anni di distanza, e Panty & Stocking, ha comunque lasciato un segno, indelebile o meno, basterà aspettare per saperlo.
La trama per l’appunto: Panty e Stocking sono due angeli, che a causa del loro comportamento inappropriato, sono state cacciate dal Paradiso, e per riguadagnarne l’accesso, devono collezionare gli Heaven Coins, sconfiggendo dei demoni chiamati Ghost.
Un’anime con una trama del genere, di solito non l’avrei guardato, ma la spinta a farlo è arrivata dal particolare stile di disegno adottato, ispirato ai cartoon americani. Una scelta che mi ha sollevato molto dubbi, ma di certo coraggiosa. Due erano le possibilità: sarebbe stato un nuovo enorme successo, o un clamoroso flop, in ogni caso se ne sarebbe parlato, e dunque era bene farsi trovare preparati.
Con questo spirito mi sono approntato alla visione dell’anime, privo di qualsiasi aspettativa. Non avendone non sono rimasto deluso, ma non per questo piacevolmente colpito. Per tutta la durata dell’anime, sono stati davvero pochi i momenti divertenti, l’umorismo di cui è infarcito la serie è di basso livello, con battute più o meno volgari, una volgarità però non fine a se stessa, ma che negli intenti degli autori, sarebbe dovuta risultare divertente… spiacente ma no. Non fa ridere. Anche le citazioni più o meno esplicite a film famosi di carattere internazionale, di cui anche i titoli di ogni episodio erano un riferimento, non contribuiscono a portare punti alla serie.
La struttura degli episodi, brevi e divisi in due parti per ogni episodio, l’ho trovato molto noiosa, ma anche positiva, infatti, più di una volta, ho preferito fermarmi dopo la prima parte e riprendere successivamente a vedere la seconda. Inoltre gli episodi sono per la maggior parte autoconclusivi, e questo non aiutava, infatti, finito di vederne uno, non c’erano motivi che mi spingessero a continuare.
I disegni sono quelli lì, un peccato, ma davvero non riesco a farmeli piacere. A far pesare ancora più quest’aspetto, c’è la sequenza di trasformazione delle due protagoniste, realizzata nello stile “tradizionale”, quello che sarebbe potuto essere, ma invece non è stato. Nulla da dire invece sul livello tecnico delle animazioni, davvero fluide, veloci, alcune sequenze mi hanno davvero stupito. Un aspetto che non mi è piaciuto, sono le onomatopee, spari, frenate, e qualunque altro rumore, aveva la sua bella scritta, forse per renderlo più simile a un comics americano?
Un particolare curioso, il fatto che, quando un nemico viene sconfitto, ne viene mostrata una riproduzione in cartapesta che esplode, divertente, mi ricorda i nemici dei telefilm di genere supersentai, che avevano una sequenza simile.
Il doppiaggio è molto buono, una delle cose più riuscite dell’intera serie, le voci sono davvero azzeccate ai personaggi. La colonna sonora è invece un altro punto dolente. Piena di pezzi tecno/house /dance/ quello che erano, un genere di musica che davvero non sopporto. Fanno eccezione la bella ending “Fallen Angel” e “Chocolat”, in misura minore anche “D-Rock City”, di cui il video musicale realizzato, è l’unica cosa davvero bella che ho trovato nella serie, pieno di citazioni musicali. L’opening è davvero brutta, ma deve andare a delle frequenze particolari, perché ogni volta che guardavo un episodio, mi rimaneva in testa per ore. A un certo punto devono essersi accorti della bruttezza di tale sigla, visto che negli ultimi 4 episodi, non viene trasmessa.
Arrivare comunque alla fine dei tredici episodi è stato davvero un impegno. Dopo aver scaricato un nuovo episodio, mi dicevo: dai sono solo 22 minuti. Alla fine la serie non mi ha lasciato davvero nulla, tranne un gigantesco “What The Fuck!?” alla fine dell’ultimo episodio.
Non valuterò la Gainax sulla base di questa serie, continuo a pensare che Gurren Lagann sia stato il punto più alto raggiunto, e spero che tornino a proporre anime di tale portata. Io, comunque, d’ora in poi, valuterò diversamente le loro opere, perché questo per me, è stato un passo falso.
Credo che non ci siano vie di mezzo: la serie piace oppure no, però andrebbe vista, almeno per poterne parlare con cognizione di causa, d’altronde di Evangelion, se ne parla a più di dieci anni di distanza, e Panty & Stocking, ha comunque lasciato un segno, indelebile o meno, basterà aspettare per saperlo.
C'è chi afferma che negli ultimi anni il settore dell'animazione giapponese stia vivendo un periodo di stanca caratterizzato da un inaridimento di trame, generi e tematiche dovuto non solo ad un momento economico poco felice, ma anche ai fruitori giapponesi di anime, che secondo alcuni cominciano ad aderire in maniera inquietante ai pregiudizi di solito attribuiti agli otaku.
Alcune case di produzione hanno deciso invece di aprirsi alla contaminazione con l'occidente e da quest'anno si sono visti prodotti come il discreto ma sfortunato Heroman della Bones, un progetto della Madhouse che prevede svariate serie basate su vari personaggi dell'universo Marvel Comics nonché un'imminente trasposizione animata del telefilm Supernatural, infine questo Panty&Stocking with Garterbelt (che da adesso in poi chiamerò P&S), l'ultimo parto della Gainax firmato da Hiroyuki Imaishi.
Un parto della Gainax che come al solito non passa inosservato, soprattutto a causa dello stile grafico, palesemente ispirato alle opere di animatori come Craig MacKracken e Genndy Tartakovski che in una produzione nipponica era finora qualcosa di completamente inedito. Anche la struttura della serie ricalca i modelli USA: stile grafico estremamente stilizzato e caricaturale, ritmo serrato con gag a ripetizione, episodi solitamente brevi e autoconclusivi, title cards di ispirazione cinematografica all'inizio di ogni episodio e così via. Si può insomma pensare a P&S come alla controparte giapponese di esperimenti come la miniserie a fumetti canadese Scott Pilgrim vs. The World oppure la serie animata Avatar - The Last Airbender.
Come era fin troppo prevedibile questa serie si è trascinata un codazzo di polemiche fomentate soprattutto dagli animefan estremisti, e il loro micidiale cocktail di ignoranza, partigianeria e pregiudizi sull'industria animata occidentale, divisi tra chi intonava requiem per la morte della Gainax e tra chi invece cercava improbabili motivazioni in chiave denigratoria per giustificare P&S.
E invece P&S non si limita semplicemente a fare il verso ad un certo modo di intendere l'animazione, tutt'altro: ci troviamo di fronte ad una vera e propria lettera d'amore scritta da Imaishi e soci rivolta alla pop culture occidentale. Ogni episodio è letteralmente zeppo di citazioni, rimandi, scherzose parodie e veri e propri omaggi a situazioni, stereotipi e cliché vari. Il tutto è amalgamato da una robusta dose di volgarità fatta di dialoghi in cui ben poco è lasciato all'immaginazione, di un linguaggio colorito infarcito di parolacce spesso e volentieri pronunciate in inglese maccheronico e di un toilet humour spinto e compiaciuto; infine è quantomeno notevole come il comunque presente fanservice sia usato in maniera meno "gratuita" di quanto ci si aspetterebbe.
Riguardo al lato tecnico c'è poco di cui lamentarsi: Imaishi e soci si trovano decisamente a loro agio con questo stile anomalo, e a parte qualche sparuta eccezione la qualità resta sempre su livelli d'eccellenza, con diverse chicche disseminate qua e là. La colonna sonora, pesantemente influenzata dalle sonorità dance più recenti, potrebbe non piacere ma descrive perfettamente l'azione.
In conclusione, P&S merita la visione. È una serie che non si propone chissà quale obiettivo, ma intrattiene e dà la netta sensazione che anche i suoi creatori si sono divertiti un sacco nel dare vita a questo calderone anarchico e colorato (nonché colorIto!).
Alcune case di produzione hanno deciso invece di aprirsi alla contaminazione con l'occidente e da quest'anno si sono visti prodotti come il discreto ma sfortunato Heroman della Bones, un progetto della Madhouse che prevede svariate serie basate su vari personaggi dell'universo Marvel Comics nonché un'imminente trasposizione animata del telefilm Supernatural, infine questo Panty&Stocking with Garterbelt (che da adesso in poi chiamerò P&S), l'ultimo parto della Gainax firmato da Hiroyuki Imaishi.
Un parto della Gainax che come al solito non passa inosservato, soprattutto a causa dello stile grafico, palesemente ispirato alle opere di animatori come Craig MacKracken e Genndy Tartakovski che in una produzione nipponica era finora qualcosa di completamente inedito. Anche la struttura della serie ricalca i modelli USA: stile grafico estremamente stilizzato e caricaturale, ritmo serrato con gag a ripetizione, episodi solitamente brevi e autoconclusivi, title cards di ispirazione cinematografica all'inizio di ogni episodio e così via. Si può insomma pensare a P&S come alla controparte giapponese di esperimenti come la miniserie a fumetti canadese Scott Pilgrim vs. The World oppure la serie animata Avatar - The Last Airbender.
Come era fin troppo prevedibile questa serie si è trascinata un codazzo di polemiche fomentate soprattutto dagli animefan estremisti, e il loro micidiale cocktail di ignoranza, partigianeria e pregiudizi sull'industria animata occidentale, divisi tra chi intonava requiem per la morte della Gainax e tra chi invece cercava improbabili motivazioni in chiave denigratoria per giustificare P&S.
E invece P&S non si limita semplicemente a fare il verso ad un certo modo di intendere l'animazione, tutt'altro: ci troviamo di fronte ad una vera e propria lettera d'amore scritta da Imaishi e soci rivolta alla pop culture occidentale. Ogni episodio è letteralmente zeppo di citazioni, rimandi, scherzose parodie e veri e propri omaggi a situazioni, stereotipi e cliché vari. Il tutto è amalgamato da una robusta dose di volgarità fatta di dialoghi in cui ben poco è lasciato all'immaginazione, di un linguaggio colorito infarcito di parolacce spesso e volentieri pronunciate in inglese maccheronico e di un toilet humour spinto e compiaciuto; infine è quantomeno notevole come il comunque presente fanservice sia usato in maniera meno "gratuita" di quanto ci si aspetterebbe.
Riguardo al lato tecnico c'è poco di cui lamentarsi: Imaishi e soci si trovano decisamente a loro agio con questo stile anomalo, e a parte qualche sparuta eccezione la qualità resta sempre su livelli d'eccellenza, con diverse chicche disseminate qua e là. La colonna sonora, pesantemente influenzata dalle sonorità dance più recenti, potrebbe non piacere ma descrive perfettamente l'azione.
In conclusione, P&S merita la visione. È una serie che non si propone chissà quale obiettivo, ma intrattiene e dà la netta sensazione che anche i suoi creatori si sono divertiti un sacco nel dare vita a questo calderone anarchico e colorato (nonché colorIto!).
È da diverso tempo che in casa Gainax una nuova personalità ha scalzato dal ruolo di protagonista Hideaki Anno (che prima di andarsene e fondare lo Studio Khara ha assunto ruoli via via sempre più marginali, anche a causa del notevole impegno riposto nella produzione di live-action): il suo nome è Hiroyuki Imaishi, geniale animatore il cui stile fresco e spettacolare ha influenzato pesantemente tutta la produzione Gainax da <i>FLCL</i> in poi, fino al successo planetario di <i>Gurren Lagann</i>, nel quale egli compare anche in veste di regista. Nel 2010 Imaishi e gran parte dello staff di <i>Gurren Lagann</i> si rimettono all'opera su di un progetto alquanto particolare, che già dal titolo e dai promo scatena accese discussioni tra chi non ripone più alcuna speranza nella Gainax e chi invece attende con trepidazione la nuova serie di punta dello studio: <i>Panty & Stocking with Garterbelt</i>.
A prima vista, effettivamente gli input non sembrano particolarmente significativi, tra il titolo goliardico e la trama scarna e approssimativa, tutta incentrata sulle imprese di Panty e Stocking, due angeli cacciati sulla Terra per via del loro atteggiamento non esattamente ortodosso, e costrette a combattere contro stravaganti spiriti chiamati Ghosts per poter tornare in Paradiso. I motivi di interesse sono però ben altri: <i>P&S</i> non è infatti né un ecchi né un majokko, bensì un divertissment nel quale gli autori si sono sbizzarriti in un gioco di parodie e citazioni sfrenato, rivolto non solo all'animazione giapponese, ma anche e soprattutto ai cartoons americani e alla cultura occidentale in generale. Chi pensa che gli anime non possano essere un prodotto eclettico, in quanto troppo legati alle tradizioni culturali giapponesi, probabilmente rimarrà stupito di fronte a questo mix vulcanico in grado di fondere insieme gli stereotipi e le ultime tendenze della japanimation, lo stile geometrizzante e impercettibilmente progressista di Genndy Tartakovsy, nume tutelare di Cartoon Network, l'indecente humour di <i>Ren e Stimpy</i> e una valanga di citazioni più o meno colte dalla cinematografia statunitense, coordinate sapientemente amalgamate dal tocco esplosivo e imprevedibile di Imaishi.
Un'eco molto evidente delle serie americane la si può notare anche nella struttura degli episodi: <i>P&S</i> è infatti una serie piuttosto breve, che si fa valere più per le singole puntate che per un'organicità di fondo (comunque presente): in altre parole, non bisogna aspettarsi una vicenda complessa e approfondita, ma una sequenza di mini-episodi (circa due a puntata) dalla trama semplice e immediata, e che puntano tutto sul ritmo, sulle gag e sullo stile visivo. Su quest'ultimo punto, il lavoro svolto dallo staff Gainax è da lodare, sia per quanto riguarda i disegni, curatissimi nella loro essenzialità, e per le animazioni, capaci di variare senza problemi da fluidità pazzesca a frizzante legnosità quando il contesto lo chiede - il particolare che ho trovato più esaltante è l'abilità con il quale Imaishi riesce a destreggiarsi tra numerosi timbri registici: si passa da momenti onirici di lynchiana memoria, a soluzioni sperimentali che omaggiano lo stile dello Studio 4°C, fino a scene d'azione spericolata e sequenze one-shot, cioè con una sola inquadratura.
Un'altra caratteristica peculiare di <i>P&S</i>, quella che ha generato più dissensi nei suoi confronti, è l'umorismo diretto e senza contenuti (non si sta certo facendo satira!), quando non assolutamente volgare presente in tutta la serie. La sceneggiatura farcita di dialoghi contagiosamente scurrili, con una valanga riferimenti sessuali per nulla velati e numerose incursioni nello splatter e nel toilet humour sono di per loro un facile bersaglio di chi solitamente chiede qualcosa di più moderato e aborrisce il fanservice (anche se qui parlare di fanservice è fuori luogo). In verità, questi elementi non sono affatto nuovi nello stile di Imaishi, che anzi ha sempre fatto di una miscela scoppiettante di azione, erotismo e comicità screanzata il suo cavallo di battaglia, basti pensare a <i>Dead Leaves</i> (realizzato con la Production I.G) o allo stesso <i>Gurren Lagann</i>: non ci troviamo di fronte a nulla di nuovo, è semplicemente un aspetto già presente in passato e soltanto più marcato, e che comunque deve essere inteso solo nella fattispecie dell'intrattenimento spensierato offerto dalla serie. Questo è <i>P&S</i>, prendere o lasciare.
Nel complesso l'anime risulta ben condotto, con qualche sporadico calo ampiamente tamponato da alcuni picchi di virtuosismo degni di nota (come la puntata in cui compaiono le Sorelle Demoniache). Non ho particolarmente gradito la colonna sonora, tutta incentrata su brevi nenie dal gusto techno-dance, azzeccate se utilizzate in funzione descrittiva ma comunque non significative (in particolare la sigla iniziale, tra le più brutte che mi sia capitato di sentire); altro punto a prima vista dolente è la conclusione, visto che proprio all'ultimo momento, quando tutto sembrava risolto, viene introdotto un nuovo corpus narrativo, con alcune rivelazioni che forse lasceranno basiti gli spettatori. In verità, quest'inserimento così precipitoso di una nuova linea narrativa in coda all'episodio finale è un altro stilema preso a prestito dall'animazione americana, il cosiddetto "finale cliff-hanger", che funge da preludio alle vicende di una seconda stagione - in effetti l'ultimo fotogramma lascia intendere che la serie sarà accompagnata da un seguito, staremo a vedere se si tratta di un progetto reale o dell'ennesima, geniale burla degli autori.
Che dire? <i>P&S</i> è in effetti un prodotto controverso, che non sempre va incontro ai gusti dei più, ma che consiglio caldamente a tutti gli estimatori della Gainax e di Hiroyuki Imaishi, che dimostra di essere ancora in forma (anche se l'ho preferito con <i>Dead Leaves</i> e <i>Gurren Lagann</i>), nonché a chi cerca qualcosa di sfizioso e insolito. Un provocatorio inno al sincretismo culturale e al divertimento più epidermico e disimpegnato, che di certo non fa male ogni tanto.
A prima vista, effettivamente gli input non sembrano particolarmente significativi, tra il titolo goliardico e la trama scarna e approssimativa, tutta incentrata sulle imprese di Panty e Stocking, due angeli cacciati sulla Terra per via del loro atteggiamento non esattamente ortodosso, e costrette a combattere contro stravaganti spiriti chiamati Ghosts per poter tornare in Paradiso. I motivi di interesse sono però ben altri: <i>P&S</i> non è infatti né un ecchi né un majokko, bensì un divertissment nel quale gli autori si sono sbizzarriti in un gioco di parodie e citazioni sfrenato, rivolto non solo all'animazione giapponese, ma anche e soprattutto ai cartoons americani e alla cultura occidentale in generale. Chi pensa che gli anime non possano essere un prodotto eclettico, in quanto troppo legati alle tradizioni culturali giapponesi, probabilmente rimarrà stupito di fronte a questo mix vulcanico in grado di fondere insieme gli stereotipi e le ultime tendenze della japanimation, lo stile geometrizzante e impercettibilmente progressista di Genndy Tartakovsy, nume tutelare di Cartoon Network, l'indecente humour di <i>Ren e Stimpy</i> e una valanga di citazioni più o meno colte dalla cinematografia statunitense, coordinate sapientemente amalgamate dal tocco esplosivo e imprevedibile di Imaishi.
Un'eco molto evidente delle serie americane la si può notare anche nella struttura degli episodi: <i>P&S</i> è infatti una serie piuttosto breve, che si fa valere più per le singole puntate che per un'organicità di fondo (comunque presente): in altre parole, non bisogna aspettarsi una vicenda complessa e approfondita, ma una sequenza di mini-episodi (circa due a puntata) dalla trama semplice e immediata, e che puntano tutto sul ritmo, sulle gag e sullo stile visivo. Su quest'ultimo punto, il lavoro svolto dallo staff Gainax è da lodare, sia per quanto riguarda i disegni, curatissimi nella loro essenzialità, e per le animazioni, capaci di variare senza problemi da fluidità pazzesca a frizzante legnosità quando il contesto lo chiede - il particolare che ho trovato più esaltante è l'abilità con il quale Imaishi riesce a destreggiarsi tra numerosi timbri registici: si passa da momenti onirici di lynchiana memoria, a soluzioni sperimentali che omaggiano lo stile dello Studio 4°C, fino a scene d'azione spericolata e sequenze one-shot, cioè con una sola inquadratura.
Un'altra caratteristica peculiare di <i>P&S</i>, quella che ha generato più dissensi nei suoi confronti, è l'umorismo diretto e senza contenuti (non si sta certo facendo satira!), quando non assolutamente volgare presente in tutta la serie. La sceneggiatura farcita di dialoghi contagiosamente scurrili, con una valanga riferimenti sessuali per nulla velati e numerose incursioni nello splatter e nel toilet humour sono di per loro un facile bersaglio di chi solitamente chiede qualcosa di più moderato e aborrisce il fanservice (anche se qui parlare di fanservice è fuori luogo). In verità, questi elementi non sono affatto nuovi nello stile di Imaishi, che anzi ha sempre fatto di una miscela scoppiettante di azione, erotismo e comicità screanzata il suo cavallo di battaglia, basti pensare a <i>Dead Leaves</i> (realizzato con la Production I.G) o allo stesso <i>Gurren Lagann</i>: non ci troviamo di fronte a nulla di nuovo, è semplicemente un aspetto già presente in passato e soltanto più marcato, e che comunque deve essere inteso solo nella fattispecie dell'intrattenimento spensierato offerto dalla serie. Questo è <i>P&S</i>, prendere o lasciare.
Nel complesso l'anime risulta ben condotto, con qualche sporadico calo ampiamente tamponato da alcuni picchi di virtuosismo degni di nota (come la puntata in cui compaiono le Sorelle Demoniache). Non ho particolarmente gradito la colonna sonora, tutta incentrata su brevi nenie dal gusto techno-dance, azzeccate se utilizzate in funzione descrittiva ma comunque non significative (in particolare la sigla iniziale, tra le più brutte che mi sia capitato di sentire); altro punto a prima vista dolente è la conclusione, visto che proprio all'ultimo momento, quando tutto sembrava risolto, viene introdotto un nuovo corpus narrativo, con alcune rivelazioni che forse lasceranno basiti gli spettatori. In verità, quest'inserimento così precipitoso di una nuova linea narrativa in coda all'episodio finale è un altro stilema preso a prestito dall'animazione americana, il cosiddetto "finale cliff-hanger", che funge da preludio alle vicende di una seconda stagione - in effetti l'ultimo fotogramma lascia intendere che la serie sarà accompagnata da un seguito, staremo a vedere se si tratta di un progetto reale o dell'ennesima, geniale burla degli autori.
Che dire? <i>P&S</i> è in effetti un prodotto controverso, che non sempre va incontro ai gusti dei più, ma che consiglio caldamente a tutti gli estimatori della Gainax e di Hiroyuki Imaishi, che dimostra di essere ancora in forma (anche se l'ho preferito con <i>Dead Leaves</i> e <i>Gurren Lagann</i>), nonché a chi cerca qualcosa di sfizioso e insolito. Un provocatorio inno al sincretismo culturale e al divertimento più epidermico e disimpegnato, che di certo non fa male ogni tanto.
Anime molto originale, sia per lo stile usato, sia per i contenuti, atipici per una serie animata giapponese. L'originalità sta del fatto che l'anime in questione fa il verso come struttura a molte produzioni animate occidentali, "alla Cartoon Network", per intenderci.
Apparentemente la serie non ha una vera e propria trama che unisce gli episodi, in realtà questa c'è e si farà vedere in parte durante alcuni episodi. La serie inoltre, come da tradizione dei serial, sembra che finisca con un cliffhanger con tanto di un improbabile colpo di scena, che lascio vedere a voi senza raccontare nulla. Speriamo che la serie continui veramente!
In sostanza è un ottima serie che fa il verso ai lavori statunitensi, sembra quasi una "ripicca" verso molti studi americani e europei, che facevano il verso all'animazione giapponese, con la differenza che la Gainx, tecnicamente ha fatto sfigurare chi faceva il verso, nonostante lo stile utilizzato.
Apparentemente la serie non ha una vera e propria trama che unisce gli episodi, in realtà questa c'è e si farà vedere in parte durante alcuni episodi. La serie inoltre, come da tradizione dei serial, sembra che finisca con un cliffhanger con tanto di un improbabile colpo di scena, che lascio vedere a voi senza raccontare nulla. Speriamo che la serie continui veramente!
In sostanza è un ottima serie che fa il verso ai lavori statunitensi, sembra quasi una "ripicca" verso molti studi americani e europei, che facevano il verso all'animazione giapponese, con la differenza che la Gainx, tecnicamente ha fatto sfigurare chi faceva il verso, nonostante lo stile utilizzato.
Recensione scritta dopo aver appena visto solamente il primo episodio.
Che dire? Avevo grandi aspettative per questo anime, non tanto per il team in sé, ma per l'originalità nel reinterpretare lo stile cartoon americano recente... e che dire? Che tra citazioni americane, citazioni giapponesi, autocitazioni ed eccitazioni, è forse uno dei migliori prodotti d'animazione che abbia mai visto. Notare bene: non anime, ma animazione in generale.
Certo, il parere è scritto di getto dopo aver visto solo le prime due storie (in pieno stile americano, o se volete, come Doraemon, Keroro e Hanamaru Youchien le storie sono due per episodio), ma in ogni singolo elemento traspare grande cura e maestria nel voler amalgamare al meglio tutto ciò che è animazione oggi, dalle animazioni fluide al chara che vedete alle immagini, alla colonna sonora strepitosa ai doppiatori, altra chicca che chiunque ami l'animazione old school troverà grandiosa, ritrovandosi ad ascoltare voci storiche calate in ruoli calzanti.
Potrebbe sembrare che questo cartoon sia destinato soprattutto all'occidente, ma sinceramente, visti i tanti ammiccamenti sessuali (ma niente fanservice) e il tema religioso trattato in modo così dissacratorio, dubito che potremo mai vederlo al di fuori dell'acquisto import dall'Asia o comunque via fansub... sarebbe un perfetto rivale non con le SuperChicche o One Piece, ma con South Park. Magari secondo voi esagererò, ma vi consiglio vivamente di dargli una possibilità e farvi un'idea da voi.
Da parte mia, un 10 non glielo toglie nessuno, sperando di non aver ripensamenti (certo che tra regia alla Simpson, scene alla Lupin the 3rd e frasi alla Rocky Joe di carne al fuoco ce n'è parecchia...).
Che dire? Avevo grandi aspettative per questo anime, non tanto per il team in sé, ma per l'originalità nel reinterpretare lo stile cartoon americano recente... e che dire? Che tra citazioni americane, citazioni giapponesi, autocitazioni ed eccitazioni, è forse uno dei migliori prodotti d'animazione che abbia mai visto. Notare bene: non anime, ma animazione in generale.
Certo, il parere è scritto di getto dopo aver visto solo le prime due storie (in pieno stile americano, o se volete, come Doraemon, Keroro e Hanamaru Youchien le storie sono due per episodio), ma in ogni singolo elemento traspare grande cura e maestria nel voler amalgamare al meglio tutto ciò che è animazione oggi, dalle animazioni fluide al chara che vedete alle immagini, alla colonna sonora strepitosa ai doppiatori, altra chicca che chiunque ami l'animazione old school troverà grandiosa, ritrovandosi ad ascoltare voci storiche calate in ruoli calzanti.
Potrebbe sembrare che questo cartoon sia destinato soprattutto all'occidente, ma sinceramente, visti i tanti ammiccamenti sessuali (ma niente fanservice) e il tema religioso trattato in modo così dissacratorio, dubito che potremo mai vederlo al di fuori dell'acquisto import dall'Asia o comunque via fansub... sarebbe un perfetto rivale non con le SuperChicche o One Piece, ma con South Park. Magari secondo voi esagererò, ma vi consiglio vivamente di dargli una possibilità e farvi un'idea da voi.
Da parte mia, un 10 non glielo toglie nessuno, sperando di non aver ripensamenti (certo che tra regia alla Simpson, scene alla Lupin the 3rd e frasi alla Rocky Joe di carne al fuoco ce n'è parecchia...).