Bakuman.
Bakuman serie anime tratta dal manga di Tsugumi Ohba (storia) e Takeshi Obata (disegni) è una storia molto avvincente che racconta in modo dettagliato tutti i sacrifici e gli ostacoli che bisogna affrontare per affermarsi come mangaka.
Mashiro Moritaka frequenta ancora le scuole medie e sin da piccolo ha sempre avuto la passione per il disegno, anche grazie all'influenza del compianto zio mangaka, che, dopo aver avuto successo con una serie non era più riuscito a ripetersi fino ad arrivare alla morte sfinito dall'eccessivo lavoro senza soste. Mashiro decide di intraprendere questo sogno grazie all'amico Takagi che lo convince a mettersi in coppia per perseguire l'obiettivo comune: Mashiro come disegnatore e Takagi come sceneggiatore.
Pur non avendo mai avuto un interesse particolare in merito agli argomenti trattati, la storia mi ha preso immediatamente, non ci si annoia mai durante la visione, anzi si ride, ci si commuove e si fa il tifo per questi ragazzi che mettono tutte le loro forze e la loro anima per il raggiungimento del loro sogno.
È una storia geniale perché nonostante venga spiegato in modo dettagliato e tecnico tutto quello che ruota attorno a questo mondo ciò viene reso piacevole e semplice nella comprensione. Come è logico che sia non mancheranno i momenti difficili in cui si vorrebbe quasi mollare tutto ma i due ragazzi hanno tenacia e forze da vendere. Non mancherà anche la motivazione sentimentale che spingerà soprattutto Mashiro a voler raggiungere prima possibile il suo sogno a causa della promessa scambiata con Azuki, una sua compagna di classe, ma non vi dico altro...
I personaggi principali sono ottimamente caratterizzati, ma si può dire lo stesso anche dei co-protagonisti, non mancano fasi introspettive che ci permetteranno di conoscere appieno sogni, debolezze, pregi e difetti di quasi tutti i personaggi presenti nella storia.
Dialoghi, storia e realizzazione tecnica sono i punti di forza di questa serie, ho molto apprezzato lo stile dei disegni che tende a discostarsi dai canoni standard, Azuki ad esempio mi ricorda a tratti "Anna" la ragazza amata da "Gigi la trottola", vedo infatti uno stile anni '80 modernizzato in alcuni dei personaggi.
Per chiudere non posso che consigliarne la visione agli amanti del genere e non, questa serie si fa visionare con piacere da chiunque.
Mashiro Moritaka frequenta ancora le scuole medie e sin da piccolo ha sempre avuto la passione per il disegno, anche grazie all'influenza del compianto zio mangaka, che, dopo aver avuto successo con una serie non era più riuscito a ripetersi fino ad arrivare alla morte sfinito dall'eccessivo lavoro senza soste. Mashiro decide di intraprendere questo sogno grazie all'amico Takagi che lo convince a mettersi in coppia per perseguire l'obiettivo comune: Mashiro come disegnatore e Takagi come sceneggiatore.
Pur non avendo mai avuto un interesse particolare in merito agli argomenti trattati, la storia mi ha preso immediatamente, non ci si annoia mai durante la visione, anzi si ride, ci si commuove e si fa il tifo per questi ragazzi che mettono tutte le loro forze e la loro anima per il raggiungimento del loro sogno.
È una storia geniale perché nonostante venga spiegato in modo dettagliato e tecnico tutto quello che ruota attorno a questo mondo ciò viene reso piacevole e semplice nella comprensione. Come è logico che sia non mancheranno i momenti difficili in cui si vorrebbe quasi mollare tutto ma i due ragazzi hanno tenacia e forze da vendere. Non mancherà anche la motivazione sentimentale che spingerà soprattutto Mashiro a voler raggiungere prima possibile il suo sogno a causa della promessa scambiata con Azuki, una sua compagna di classe, ma non vi dico altro...
I personaggi principali sono ottimamente caratterizzati, ma si può dire lo stesso anche dei co-protagonisti, non mancano fasi introspettive che ci permetteranno di conoscere appieno sogni, debolezze, pregi e difetti di quasi tutti i personaggi presenti nella storia.
Dialoghi, storia e realizzazione tecnica sono i punti di forza di questa serie, ho molto apprezzato lo stile dei disegni che tende a discostarsi dai canoni standard, Azuki ad esempio mi ricorda a tratti "Anna" la ragazza amata da "Gigi la trottola", vedo infatti uno stile anni '80 modernizzato in alcuni dei personaggi.
Per chiudere non posso che consigliarne la visione agli amanti del genere e non, questa serie si fa visionare con piacere da chiunque.
Mashiro, ragazzo di 14 anni, anche avendo molto talento per il disegno e passione per diventare mangaka, ha deciso che questa non sarà la sua strada. Vuole laurearsi e diventare un uomo con un lavoro costante, tutto questo perché suo zio "mangaka", da lui molto ammirato, dopo il primo successo non è più riuscito a pubblicare nulla, ammalandosi di lavoro finendo per morire. Un giorno mentre torna nella classe per riprendere un diario, avrà una proposta da un ragazzo di nome Takagi che ha letto tutto quello che ha scritto dentro. Esso gli restituirà il diario alla condizione che disegni per lui un manga in base alle sue idee. Alla fine Mashiro si lascerà travolgere dalla cosa e dopo aver promesso alla ragazza di cui è innamorato "quando avrò un mio anime e tu sarai una doppiatrice e lo doppierai, ci sposeremo", inizierà a disegnare manga formando così il duo con Takagi.
Sono finito casualmente a guardare questo anime solo dopo aver letto i punteggi. Di solito non seguo questa pratica per scegliere un anime da vedere ma in mancanza di altro ho fatto così e questa volta non mi sono pentito. È una storia che ti tiene molto sulle spine. Vedere come un autore prova a pubblicare il suo manga e quante volte ci provi mi ha davvero appassionato. Poi dietro c'è la storia di suo zio morto che lo rende ancora più intrigante. Non so se davvero è questa una procedura per un mangaka nella realtà e se vivono questo, perché io non lo sono, ma posso dire che l'anime è molto qualitativo e vale la pena di vederlo perché ben dettagliato e non ti annoia per nulla. La grafica è ottima e i dialoghi veramente ben strutturati ma che si fanno capire. Consiglio di vederlo assolutamente
Sono finito casualmente a guardare questo anime solo dopo aver letto i punteggi. Di solito non seguo questa pratica per scegliere un anime da vedere ma in mancanza di altro ho fatto così e questa volta non mi sono pentito. È una storia che ti tiene molto sulle spine. Vedere come un autore prova a pubblicare il suo manga e quante volte ci provi mi ha davvero appassionato. Poi dietro c'è la storia di suo zio morto che lo rende ancora più intrigante. Non so se davvero è questa una procedura per un mangaka nella realtà e se vivono questo, perché io non lo sono, ma posso dire che l'anime è molto qualitativo e vale la pena di vederlo perché ben dettagliato e non ti annoia per nulla. La grafica è ottima e i dialoghi veramente ben strutturati ma che si fanno capire. Consiglio di vederlo assolutamente
Avendo io stessa la passione per il disegno ed il mondo del fumetto, "Bakuman" mi aveva incuriosita per la sua trama insolita, che rompe i canoni dei classici anime. In particolar modo, mi domandavo se una serie così lunga sarebbe stata capace di appassionare, senza mai stancare, episodio dopo episodio, e sono rimasta così piacevolmente stupita da divorare la serie in pochi giorni. E' stato divertente vedere come questo anime di nicchia (passatemi il termine, ma dopo aver scambiato pareri con diverse persone mi sono resa conto che non possa piacere a tutti) rispecchiasse effettivamente lo stile del duo Ashirogi-Muto, ossia manga di nicchia, dallo stile interessante ma non aperto ad un ampio pubblico come invece sono i classici shonen manga. E proprio da questo punto di vista, uno dei punti vincenti di "Bakuman" è l'essere un'opera didattica: svela i retroscena del difficile mestiere del mangaka, le continue lotte tra il desiderio di disegnare e scrivere qualcosa che piaccia all'autore e al pubblico, i vari tentativi di scalata al successo, il sudore e i sacrifici versati in nome di una passione che, come accaduto allo zio di Mashiro, possono portare persino alla morte.
"I mangaka sono giocatori d'azzardo" dice infatti lo zio di Mashiro e questa frase ti martella costantemente nella testa mentre continui a seguire lo sviluppo di Ashirugi-Muto come mangaka e a fare il tifo per loro.
"Bakuman" parla sempre della realizzazione dei propri sogni e di tutta la determinazione che serve per raggiungere gli obbiettivi prefissati. A proposito, per quanto cliché sia la promessa che Mashiro e Miho si scambiano all'inizio, ossia quella di non rivedersi fino a che i loro sogni non si sono avverati, l'ho trovata una decisione molto dolce ed in linea con la timidezza e la riservatezza che i giapponesi mostrano nell'instaurare relazioni.
Un altro punto a favore dell'anime è la presenza di tanti personaggi secondari, ma che trovano ciascuno il proprio spazio personale nell'universo di "Bakuman": parlo degli altri mangaka come Niizuma, Fukuda, i vari editori, ciascuno utile nel proprio piccolo per contestualizzare ancor meglio ciò di cui l'anime tratta.
Consiglio quindi vivamente la visione di quest'anime, se siete poi appassionati di fumetto come me avrete senz'altro moltissimo da imparare e diventerà ancora più interessante seguire la serie!
"I mangaka sono giocatori d'azzardo" dice infatti lo zio di Mashiro e questa frase ti martella costantemente nella testa mentre continui a seguire lo sviluppo di Ashirugi-Muto come mangaka e a fare il tifo per loro.
"Bakuman" parla sempre della realizzazione dei propri sogni e di tutta la determinazione che serve per raggiungere gli obbiettivi prefissati. A proposito, per quanto cliché sia la promessa che Mashiro e Miho si scambiano all'inizio, ossia quella di non rivedersi fino a che i loro sogni non si sono avverati, l'ho trovata una decisione molto dolce ed in linea con la timidezza e la riservatezza che i giapponesi mostrano nell'instaurare relazioni.
Un altro punto a favore dell'anime è la presenza di tanti personaggi secondari, ma che trovano ciascuno il proprio spazio personale nell'universo di "Bakuman": parlo degli altri mangaka come Niizuma, Fukuda, i vari editori, ciascuno utile nel proprio piccolo per contestualizzare ancor meglio ciò di cui l'anime tratta.
Consiglio quindi vivamente la visione di quest'anime, se siete poi appassionati di fumetto come me avrete senz'altro moltissimo da imparare e diventerà ancora più interessante seguire la serie!
“Bakuman” è un anime di venticinque episodi prodotto nel 2010 dallo studio J.C. Staff e basato sull’omonimo manga scritto da Tsugumi Ohba e illustrato da Takeshi Obata.
Notando la sua particolare abilità nel disegno, Akito Takagi chiede a Moritaka Mashiro di diventare un mangaka assieme a lui. Il ragazzo, dapprima restio, accetta la proposta quando si scambia una promessa con Miho Azuki, la ragazza di cui da sempre è innamorato: quando il loro manga sarà diventato un anime e Miho ne doppierà l’eroina, allora i due si sposeranno. Moritaka e Takagi, soprannominati rispettivamente Saiko e Shujin, cominciano così a fare squadra comune per realizzare i loro sogni.
Dato che il fulcro dell’anime è una professione che ho sempre ammirato da quando ho scoperto i manga e gli anime, non potevo non crearmi delle aspettative prima di iniziare la visione di “Bakuman”. Per fortuna, quest’ultimo non le ha affatto tradite.
Un punto di forza della serie in questione è rappresentato dalle varie dinamiche, che molti ignorano, che portano alla realizzazione di un fumetto giapponese e che qui vengono trattate con minuzia di dettagli. Più che concentrarsi sui vari materiali e tecniche utilizzati (di cui si parla solo nei primi episodi), l’opera racconta del lungo ed estenuante percorso da intraprendere per ottenere una serializzazione su una determinata rivista. Ecco quindi che l’anime, tra tavole ridisegnate più e più volte, valanghe di idee scartate e accettate, concorsi, successi e fallimenti, riesce ad appassionare e a coinvolgere lo spettatore. Dopo qualche risvolto un po’ surreale, l’opera si dimostra estremamente realistica, e tutte le varie puntate risultano interessanti e accattivanti, grazie alle esaurienti spiegazioni che ci aprono le quinte del mondo dell’editoria, con i suoi complicati e, a volte, ingiusti meccanismi. Ma l’elemento più coinvolgente è sicuramente la passione e la forza di volontà profuse dai due ragazzi nel loro lavoro, che diventano, di episodio in episodio, sempre più tangibili. Anche una puntata fatta esclusivamente di spezzoni in cui si annunciano, di volta in volta, i risultati parziali dei concorsi, riesce a mantenere alta l’attenzione dello spettatore, poiché quest’ultimo è profondamente coinvolto nelle vicende dei personaggi, tanto da provarne quasi la stessa tensione.
Oltre agli innumerevoli sforzi compiuti da Saiko e Shujin per il raggiungimento del loro obiettivo, ammirevole è l’amicizia che li lega: un rapporto stretto, quasi fraterno, nato per caso e sviluppatosi poco a poco. Ma “Bakuman” è lo scenario perfetto anche per le questioni sentimentali: dolce e particolare è il legame tra Moritaka e Miho, fatto solo di fugaci sguardi e conversazioni via mail. Si tratta, insomma, di una relazione abbastanza insolita, ma che trova nei suoi presupposti un certo fascino.
Altro pregio dell’anime è il suo folto cast di personaggi. Che si tratti di studenti, mangaka o editor, ogni attore che interviene sul palcoscenico dell’opera riesce a conquistarsi l’approvazione di chi assiste alla loro performance. Fatta eccezione per il cantante Koogy, l’unico che non mi ha trasmesso nulla, tutti i personaggi si sono guadagnati la mia simpatia. Difficile spiegare quale sia esattamente il loro punto di forza: forse la loro positività, l’impegno, il rigore e le ambizioni, che riescono a vincere sull’introspezione psicologica di rado presente (che comunque potrà essere trattata nelle stagioni a venire). Una particolare menzione va, oltre ai due protagonisti, all’editor Hattori, competente nel suo lavoro e visibilmente affezionato ai due ragazzi, per i quali si prodiga disinteressatamente. Infine, anche soggetti come Eiji Niizuma, di primo acchito strambo e fuori dalle righe, riescono a farsi amare: quest’ultimo, tra l’altro, è un elemento essenziale per il lato umoristico dell’anime.
Passando al comparto tecnico, nessuna eccellenza, ma neanche grave mancanza, da puntualizzare. Il character design è abbastanza curato: l’unica pecca sono i visi, a volte, un po’ allungati e appuntiti. Le animazioni sono nella media, i fondali dettagliati quanto basta. Le OST sono orecchiabili, così come le sigle.
In conclusione, la prima serie di “Bakuman” è stata una piacevole sorpresa. Interessante e scorrevole, fa di “sogni”, “amicizia” e “amore” le sue parole chiave. I personaggi, tutti alla mano e accattivanti, gettano ottime basi per un futuro approfondimento psicologico. La tappa iniziale del percorso intrapreso da Saiko e Shujin non delude affatto: voto 8,5.
Notando la sua particolare abilità nel disegno, Akito Takagi chiede a Moritaka Mashiro di diventare un mangaka assieme a lui. Il ragazzo, dapprima restio, accetta la proposta quando si scambia una promessa con Miho Azuki, la ragazza di cui da sempre è innamorato: quando il loro manga sarà diventato un anime e Miho ne doppierà l’eroina, allora i due si sposeranno. Moritaka e Takagi, soprannominati rispettivamente Saiko e Shujin, cominciano così a fare squadra comune per realizzare i loro sogni.
Dato che il fulcro dell’anime è una professione che ho sempre ammirato da quando ho scoperto i manga e gli anime, non potevo non crearmi delle aspettative prima di iniziare la visione di “Bakuman”. Per fortuna, quest’ultimo non le ha affatto tradite.
Un punto di forza della serie in questione è rappresentato dalle varie dinamiche, che molti ignorano, che portano alla realizzazione di un fumetto giapponese e che qui vengono trattate con minuzia di dettagli. Più che concentrarsi sui vari materiali e tecniche utilizzati (di cui si parla solo nei primi episodi), l’opera racconta del lungo ed estenuante percorso da intraprendere per ottenere una serializzazione su una determinata rivista. Ecco quindi che l’anime, tra tavole ridisegnate più e più volte, valanghe di idee scartate e accettate, concorsi, successi e fallimenti, riesce ad appassionare e a coinvolgere lo spettatore. Dopo qualche risvolto un po’ surreale, l’opera si dimostra estremamente realistica, e tutte le varie puntate risultano interessanti e accattivanti, grazie alle esaurienti spiegazioni che ci aprono le quinte del mondo dell’editoria, con i suoi complicati e, a volte, ingiusti meccanismi. Ma l’elemento più coinvolgente è sicuramente la passione e la forza di volontà profuse dai due ragazzi nel loro lavoro, che diventano, di episodio in episodio, sempre più tangibili. Anche una puntata fatta esclusivamente di spezzoni in cui si annunciano, di volta in volta, i risultati parziali dei concorsi, riesce a mantenere alta l’attenzione dello spettatore, poiché quest’ultimo è profondamente coinvolto nelle vicende dei personaggi, tanto da provarne quasi la stessa tensione.
Oltre agli innumerevoli sforzi compiuti da Saiko e Shujin per il raggiungimento del loro obiettivo, ammirevole è l’amicizia che li lega: un rapporto stretto, quasi fraterno, nato per caso e sviluppatosi poco a poco. Ma “Bakuman” è lo scenario perfetto anche per le questioni sentimentali: dolce e particolare è il legame tra Moritaka e Miho, fatto solo di fugaci sguardi e conversazioni via mail. Si tratta, insomma, di una relazione abbastanza insolita, ma che trova nei suoi presupposti un certo fascino.
Altro pregio dell’anime è il suo folto cast di personaggi. Che si tratti di studenti, mangaka o editor, ogni attore che interviene sul palcoscenico dell’opera riesce a conquistarsi l’approvazione di chi assiste alla loro performance. Fatta eccezione per il cantante Koogy, l’unico che non mi ha trasmesso nulla, tutti i personaggi si sono guadagnati la mia simpatia. Difficile spiegare quale sia esattamente il loro punto di forza: forse la loro positività, l’impegno, il rigore e le ambizioni, che riescono a vincere sull’introspezione psicologica di rado presente (che comunque potrà essere trattata nelle stagioni a venire). Una particolare menzione va, oltre ai due protagonisti, all’editor Hattori, competente nel suo lavoro e visibilmente affezionato ai due ragazzi, per i quali si prodiga disinteressatamente. Infine, anche soggetti come Eiji Niizuma, di primo acchito strambo e fuori dalle righe, riescono a farsi amare: quest’ultimo, tra l’altro, è un elemento essenziale per il lato umoristico dell’anime.
Passando al comparto tecnico, nessuna eccellenza, ma neanche grave mancanza, da puntualizzare. Il character design è abbastanza curato: l’unica pecca sono i visi, a volte, un po’ allungati e appuntiti. Le animazioni sono nella media, i fondali dettagliati quanto basta. Le OST sono orecchiabili, così come le sigle.
In conclusione, la prima serie di “Bakuman” è stata una piacevole sorpresa. Interessante e scorrevole, fa di “sogni”, “amicizia” e “amore” le sue parole chiave. I personaggi, tutti alla mano e accattivanti, gettano ottime basi per un futuro approfondimento psicologico. La tappa iniziale del percorso intrapreso da Saiko e Shujin non delude affatto: voto 8,5.
"Bakuman" si può definire un anime interessante, però credo che abbia avuto così tanto successo solo grazie alla fama della opera precedente dell'autrice.
Partiamo dalla trama. Ho apprezzato molto la storia d'amore tra il protagonista e la "co-protagonista", entrambi infatti decidono di ricontrarsi e di sposarsi solo dopo che avranno avuto successo. E' piacevole anche che il manga presenti le difficoltà che i mangaka devono affrontare prima di veder una loro serializzazione.
L'unica cosa che purtroppo non si può risolvere di questa trama è la sua leggera monotonia, infatti per la maggior parte della serie vediamo i nostri due protagonisti intenti a scrivere name, disegnare manoscritti e sperare di essere serializzati. Nel complesso darei un 7.
Passiamo ai personaggi, nessuno di loro mi è rimasto impresso nella mente, apparte Eiji che sarebbe il cosidetto "antagonista". Dei due protagonisti ho apprezzato solo il tipo con i capelli blu, Mashiro. Takagi non ha una grande personalità e la storia d'amore con la sua ragazza è davvero noiosa se confrontata con quella dell' altro protagonista.
Nessuno degli altri mangaka presenti in questo anime è riuscito ad incuriosirmi più di tanto come personalità. Ai personaggi darei un 6.5.
Questo anime non eccelle neanche sotto l'aspetto sonoro e grafico. La opening non è per niente orecchiabile, forse ci starebbe meglio come ending, però almeno si adatta perfettamente all' anime. Dal punto di vista delle ending e delle OST nessuna mi ha colpito o mi ha invogliato in qualche modo ad ascoltarla con piacere. Riguardo all'aspetto grafico il character desing non è il massimo, ma non fa neanche così schifo. Nel complesso darei un 6.
Riguardo alla scorrevolezza posso dire con certezza che l'anime è di gran lunga più scorrevole dell'opera originale, però non ho visto gli episodi con tantissimo piacere. Ho apprezzato particolarmente le scene amorose tra i due protagonisti, probabilmente è uno dei motivi per cui non ho deciso di droppare questa serie ma di votarla più della sufficienza. A questo aspetto, quindi, darei un 7.5.
Il mio voto complessivo per questo anime sarebbe un 7- ma ho deciso di arrotondarlo a 7 perché l'ho trovato comunque interessante e, per certi versi, originale.
Partiamo dalla trama. Ho apprezzato molto la storia d'amore tra il protagonista e la "co-protagonista", entrambi infatti decidono di ricontrarsi e di sposarsi solo dopo che avranno avuto successo. E' piacevole anche che il manga presenti le difficoltà che i mangaka devono affrontare prima di veder una loro serializzazione.
L'unica cosa che purtroppo non si può risolvere di questa trama è la sua leggera monotonia, infatti per la maggior parte della serie vediamo i nostri due protagonisti intenti a scrivere name, disegnare manoscritti e sperare di essere serializzati. Nel complesso darei un 7.
Passiamo ai personaggi, nessuno di loro mi è rimasto impresso nella mente, apparte Eiji che sarebbe il cosidetto "antagonista". Dei due protagonisti ho apprezzato solo il tipo con i capelli blu, Mashiro. Takagi non ha una grande personalità e la storia d'amore con la sua ragazza è davvero noiosa se confrontata con quella dell' altro protagonista.
Nessuno degli altri mangaka presenti in questo anime è riuscito ad incuriosirmi più di tanto come personalità. Ai personaggi darei un 6.5.
Questo anime non eccelle neanche sotto l'aspetto sonoro e grafico. La opening non è per niente orecchiabile, forse ci starebbe meglio come ending, però almeno si adatta perfettamente all' anime. Dal punto di vista delle ending e delle OST nessuna mi ha colpito o mi ha invogliato in qualche modo ad ascoltarla con piacere. Riguardo all'aspetto grafico il character desing non è il massimo, ma non fa neanche così schifo. Nel complesso darei un 6.
Riguardo alla scorrevolezza posso dire con certezza che l'anime è di gran lunga più scorrevole dell'opera originale, però non ho visto gli episodi con tantissimo piacere. Ho apprezzato particolarmente le scene amorose tra i due protagonisti, probabilmente è uno dei motivi per cui non ho deciso di droppare questa serie ma di votarla più della sufficienza. A questo aspetto, quindi, darei un 7.5.
Il mio voto complessivo per questo anime sarebbe un 7- ma ho deciso di arrotondarlo a 7 perché l'ho trovato comunque interessante e, per certi versi, originale.
Mi era preposto da tempo la visione di Bakuman, opera del duo di successo Ohba e Obata conosciuti in tutto il mondo grazie al celeberrimo Death Note, e ora che ho visto la prima serie devo dire che ho fatto la scelta giusta.
Bakuman ci mostra la vita di 2 ragazzi, Mashiro Moritaka e Akito Takagi, e del loro sogno di diventare mangaka di successo. La promessa tra Mashiro e Miho di sposarsi non appena il primo otterrà una serie animata (che Miho si prepone di doppiare) darà la forza al nostro protagonista di andare avanti nonostante tutte le avversità. Per riuscirci infatti dovranno confrontarsi con altri talentuosi aspiranti, primo tra tutti Niizuma Eiji, carismatico elemento all'interno della serie e genio precoce invidiato da tutti.
La storia, nonostante all'apparenza sembri lenta e noiosa, ci viene narrata in modo ottimo: niente viene lasciato al caso, e i nostri troveranno col passare degli episodi sempre più ostacoli da superare che renderanno il tutto ovviamente più godibile e fluido.
I personaggi sono carismatici, vari e ciascuno con le proprie motivazioni ed ambizioni: devo dire che per la prima volta non c'è nessun personaggio che odio particolarmente, e questo può essere un pregio o un difetto a seconda dei punti di vista, ma penso che in un opera del genere vada benissimo così. Le musiche si incastonano alla perfezione nelle varie scene, facendo da sottofondo nei momenti difficili, allegri o riflessivi in modo perfetto.
La grafica è a mio parere molto piacevole, dai colori vivaci e ben definiti, con animazioni fluide e ben fatte.
Non posso fare confronti con la sua controparte cartacea non avendola mai letta, ma in attesa di visionare la seconda serie promuovo ampiamente la visione di quest'anime, leggero e piacevole. 9!
Bakuman ci mostra la vita di 2 ragazzi, Mashiro Moritaka e Akito Takagi, e del loro sogno di diventare mangaka di successo. La promessa tra Mashiro e Miho di sposarsi non appena il primo otterrà una serie animata (che Miho si prepone di doppiare) darà la forza al nostro protagonista di andare avanti nonostante tutte le avversità. Per riuscirci infatti dovranno confrontarsi con altri talentuosi aspiranti, primo tra tutti Niizuma Eiji, carismatico elemento all'interno della serie e genio precoce invidiato da tutti.
La storia, nonostante all'apparenza sembri lenta e noiosa, ci viene narrata in modo ottimo: niente viene lasciato al caso, e i nostri troveranno col passare degli episodi sempre più ostacoli da superare che renderanno il tutto ovviamente più godibile e fluido.
I personaggi sono carismatici, vari e ciascuno con le proprie motivazioni ed ambizioni: devo dire che per la prima volta non c'è nessun personaggio che odio particolarmente, e questo può essere un pregio o un difetto a seconda dei punti di vista, ma penso che in un opera del genere vada benissimo così. Le musiche si incastonano alla perfezione nelle varie scene, facendo da sottofondo nei momenti difficili, allegri o riflessivi in modo perfetto.
La grafica è a mio parere molto piacevole, dai colori vivaci e ben definiti, con animazioni fluide e ben fatte.
Non posso fare confronti con la sua controparte cartacea non avendola mai letta, ma in attesa di visionare la seconda serie promuovo ampiamente la visione di quest'anime, leggero e piacevole. 9!
"Bakuman." è un anime tratto dall'omonimo manga di Tsugumi Ohba (testi) e Takeshi Obata (disegni) e trasmesso in tv in tre stagioni (la terza è in corso). Ciascuna stagione consta di 25 episodi.
La storia affronta da vicino quello che è il sogno di molti giovani appassionati di anime e manga: diventare un mangaka, ovvero un fumettista giapponese. I due protagonisti, Mashiro e Takagi, ancora studenti delle medie, vogliono giocare d'azzardo e tentare di realizzare questo loro sogno. Mashiro si occupa dei disegni mentre Takagi sviluppa la trama - è molto talentuoso in questo senso. La via per diventare mangaka, tuttavia, non è per niente facile. I due ragazzi dovranno affrontare dolorose sconfitte ma anche gioie indescrivibili, e chissà che alla fine riescano davvero nel loro intento?
Mashiro e Takagi sono affiancati e sostenuti, in qualche modo, anche da due ragazze, che a loro volta hanno un sogno da realizzare.
Il genio dei due autori si vede anche in questo secondo lavoro: il genere è diverso da quello di "Death Note" ma ne è uscito comunque un manga/anime davvero particolare e ben sviluppato. Non l'ho trovato affatto noioso, anzi. Mi ha coinvolta totalmente. Ti ritrovi a sperare insieme a loro in un eventuale successo, pubblicazione, vittoria e desiderare tu stesso/a di diventare un mangaka. Per quel che mi riguarda avrei dato anche 10, ma essendo un'opera degli stessi autori di "Death Note" ho pensato bene di dare 9. È un anime eccezionale a mio parere e realizzato in maniera molto accurata ma non all'altezza di "Death Note". Le sigle d'apertura sono molto piacevoli mentre per quanto riguarda il character design, non ho nulla da ridire. In conclusione direi che è un ottimo anime e che consiglio vivamente a tutti quanti.
La storia affronta da vicino quello che è il sogno di molti giovani appassionati di anime e manga: diventare un mangaka, ovvero un fumettista giapponese. I due protagonisti, Mashiro e Takagi, ancora studenti delle medie, vogliono giocare d'azzardo e tentare di realizzare questo loro sogno. Mashiro si occupa dei disegni mentre Takagi sviluppa la trama - è molto talentuoso in questo senso. La via per diventare mangaka, tuttavia, non è per niente facile. I due ragazzi dovranno affrontare dolorose sconfitte ma anche gioie indescrivibili, e chissà che alla fine riescano davvero nel loro intento?
Mashiro e Takagi sono affiancati e sostenuti, in qualche modo, anche da due ragazze, che a loro volta hanno un sogno da realizzare.
Il genio dei due autori si vede anche in questo secondo lavoro: il genere è diverso da quello di "Death Note" ma ne è uscito comunque un manga/anime davvero particolare e ben sviluppato. Non l'ho trovato affatto noioso, anzi. Mi ha coinvolta totalmente. Ti ritrovi a sperare insieme a loro in un eventuale successo, pubblicazione, vittoria e desiderare tu stesso/a di diventare un mangaka. Per quel che mi riguarda avrei dato anche 10, ma essendo un'opera degli stessi autori di "Death Note" ho pensato bene di dare 9. È un anime eccezionale a mio parere e realizzato in maniera molto accurata ma non all'altezza di "Death Note". Le sigle d'apertura sono molto piacevoli mentre per quanto riguarda il character design, non ho nulla da ridire. In conclusione direi che è un ottimo anime e che consiglio vivamente a tutti quanti.
Ho da una settimana finito di vedere i primi 25 episodi di "Bakuman" e, che dire, stiamo parlando di un'opera creata da menti geniali che già in passato ci hanno mostrato la loro immensa bravura, quindi iniziare a vedere quest'anime anche solo per "fiducia" nei suoi creatori non penso che sia un'idea poi così errata.
Ovviamente questo è solo un piccolo, primo, invito che si può fare agli utenti del sito, anche perché un po' di riconoscenza a certa gente non fa mai male, almeno è il mio pensiero, ma io reputo quest'anime interessante come pochi.
L'unicità della trama, che vede due ragazzi lottare per diventare mangaka, viene rappresentata da una scalata appassionante dove non mancano nemmeno molti degli elementi cardine di un buono shounen, come la presenza di un'eroina, di un premio finale e anche dall'avversario - anche se parlando di questi autori potete anche immaginare che il rapporto "protagonista-antagonista" non sarà per nulla convenzionale - ma ciò che a mio parere differenzia quest'opera da molte altre è che in queste prime puntate ti senti catapultato in un mondo, per noi italiani, molto distante, ovvero: come si viene pubblicizzati? Cosa c'è dietro l'uscita di Shounen Jump? In quest'anime si farà riferimento a "Shonen Jack", ma è ovvio che che si stia parlando della più importante testata giapponese del settore.
Io che sento la passione per gli anime ribollire in me da quando ho memoria, ho immediatamente accolto con grande felicità la possibilità che quest'anime dà ai propri spettatori: sapere cosa c'è dietro le nostre pubblicazioni preferite, quali sono i passaggi, e non mancano nemmeno le critiche al sistema vigente nella rivista, ma tutto sommato devo dire che quest'anime mi ha fatto venire l'immensa voglia di diventare, se non uno scrittore (sogno che seguo già di par mio) almeno un editor. Perché gli autori riescono ad appassionarti con poco, con ogni minimo dettaglio, riesci a sentire la voglia di sapere di più su questo mondo che hai sognato e che vorresti davvero fosse il tuo presente.
In ogni caso questo è solo un aspetto dell'anime, che vede un'ottima caratterizzazione dei personaggi, capaci di intersecarsi nella storia senza alcun problema, anche se a mio avviso trovo eccessivamente mielosa e romantica la storia tra Mashiro e la sua amata, difatti vorrei far notare come le prime puntate abbiano un ritmo più lento rispetto alle successive, con l'avanzare della storia le puntate sapranno sempre più coinvolgervi.
8 penso che possa essere il voto massimo da poter dare a una serie ancora ben lontana dalla sua conclusione e che comunque ha qualche piccolo difetto nelle prime puntate, per il resto in definitiva è un'altra perla regalataci da Ohba e Obata.
Ovviamente questo è solo un piccolo, primo, invito che si può fare agli utenti del sito, anche perché un po' di riconoscenza a certa gente non fa mai male, almeno è il mio pensiero, ma io reputo quest'anime interessante come pochi.
L'unicità della trama, che vede due ragazzi lottare per diventare mangaka, viene rappresentata da una scalata appassionante dove non mancano nemmeno molti degli elementi cardine di un buono shounen, come la presenza di un'eroina, di un premio finale e anche dall'avversario - anche se parlando di questi autori potete anche immaginare che il rapporto "protagonista-antagonista" non sarà per nulla convenzionale - ma ciò che a mio parere differenzia quest'opera da molte altre è che in queste prime puntate ti senti catapultato in un mondo, per noi italiani, molto distante, ovvero: come si viene pubblicizzati? Cosa c'è dietro l'uscita di Shounen Jump? In quest'anime si farà riferimento a "Shonen Jack", ma è ovvio che che si stia parlando della più importante testata giapponese del settore.
Io che sento la passione per gli anime ribollire in me da quando ho memoria, ho immediatamente accolto con grande felicità la possibilità che quest'anime dà ai propri spettatori: sapere cosa c'è dietro le nostre pubblicazioni preferite, quali sono i passaggi, e non mancano nemmeno le critiche al sistema vigente nella rivista, ma tutto sommato devo dire che quest'anime mi ha fatto venire l'immensa voglia di diventare, se non uno scrittore (sogno che seguo già di par mio) almeno un editor. Perché gli autori riescono ad appassionarti con poco, con ogni minimo dettaglio, riesci a sentire la voglia di sapere di più su questo mondo che hai sognato e che vorresti davvero fosse il tuo presente.
In ogni caso questo è solo un aspetto dell'anime, che vede un'ottima caratterizzazione dei personaggi, capaci di intersecarsi nella storia senza alcun problema, anche se a mio avviso trovo eccessivamente mielosa e romantica la storia tra Mashiro e la sua amata, difatti vorrei far notare come le prime puntate abbiano un ritmo più lento rispetto alle successive, con l'avanzare della storia le puntate sapranno sempre più coinvolgervi.
8 penso che possa essere il voto massimo da poter dare a una serie ancora ben lontana dalla sua conclusione e che comunque ha qualche piccolo difetto nelle prime puntate, per il resto in definitiva è un'altra perla regalataci da Ohba e Obata.
Sono rimasto sorpreso del fatto che "Bakuman" fosse stato creato dagli stessi autori del celeberrimo "Death Note". Non perché non sia bello, anzi, le uniche cose che li accomunano sono il fatto che è coinvolgente (anche se non all'altezza del predecessore) e i capelli di Takagi.
La trama è particolare; pensando infatti che quest'anime è stato tratto dall'omonimo manga, fare una storia che parla di mangaka dev'essere stata un'esperienza piuttosto inusuale, con delle "storie nella storia". Non che sia un'idea che a nessuno verrebbe, ma più che altro non è facile da realizzare senza cadere nella banalità.
I protagonisti sono due, anche se uno spicca più dell'altro: Mashiro Moritaka e Tagaki Akito, il primo provetto disegnatore con qualche piccola esperienza in quanto "nipote d'arte", il secondo geniale e simpatico primo della classe e scrittore. Sono nella stessa classe, e un giorno Mashiro dimentica a scuola il proprio quaderno di matematica (in cui vi erano anche dei disegni), e andando a riprenderlo incontra Takagi, con cui non aveva avuto fino ad allora grandi rapporti. Egli ha notato la sua bravura nel disegno, e gli chiede di entrare in coppia con lui, che si occuperà delle storie.
C'è però un risvolto sentimentale che è anche ciò che dà la spinta definitiva a Mashiro: lui è infatti innamorato di Azuki Miho, altra compagna di classe. Takagi l'ha notato, e sfrutta questa cosa affinché Mashiro accetti la sua proposta. Peccato che, quando si ritrovi davanti a lei, Mashiro se ne esca con una frase del tutto improbabile, ritrovandosi però più che inaspettatamente il consenso di lei.
La storia d'amore è quindi sicuramente esagerata ma rende bene: i due non dovranno infatti stare insieme e potranno solamente scriversi (a parte rare eccezioni in futuro) finché non avranno realizzato i propri sogni. Lui diventerà un mangaka di successo assieme a Takagi, lei una doppiatrice e infine faranno un anime insieme, per poi sposarsi.
Queste sono le basi.
Come ho anticipato qui sopra, forse il difetto principale è che questa storia d'amore fondamentale per la trama risulta troppo sconclusionata, soprattutto considerando che i personaggi hanno solo 14 anni. Tuttavia ci si può anche passare sopra, anche con l'aiuto del fatto che ha un precedente in casa Moritaka, vissuta dallo zio di Mashiro, Tarou. Anche se non ha proprio avuto fortuna, né in amore né in longevità.
A condire il tutto ci penseranno gli svariati personaggi secondari, principalmente colleghi mangaka o editori, e la storia d'amore di Tagaki, che è praticamente l'opposto di quella dell'amico seppur gli sia molto vicina in quanto lei, Kaya, è l'amica più intima di Azuki.
La storia si sviluppa quindi seguendo parallelamente la vita lavorativa/scolastica e sentimentale dei protagonisti; è adatta a tutti, non è pesante, scorre benissimo e non è banale, sebbene sia ovvio che prima o poi avranno successo. Mi ha anche fatto scoprire qualcosa in più sul mondo dei anga, e vedere i due creare le loro opere e doverle poi sottoporre al test di Hattori, il loro editor, è molto coinvolgente, così come fa un certo effetto sentire nominare apertamente altri titoli.
I personaggi sono molto diversi tra loro e ben caratterizzati, forse l'unica cosa che posso dire è che se fossi stato Takagi avrei tirato fuori le palle un po' di più, ma in fondo il suo personaggio è questo, in opposizione all'amico Mashiro che talvolta si dimostra anche un po' stronzetto.
Lo stile grafico non è nulla di eccezionale ma è gradevole, così come le musiche. In particolare, mi piace moltissimo la seconda ending.
Infine, sento di consigliare "Bakuman" a chiunque, è un anime che non si fatica affatto a seguire e che ha un alto potenziale di coinvolgimento. Da quello che ho detto il 9 può anche sembrare esagerato, ma che ci volete fare, "Bakuman" mi ha proprio preso.
La trama è particolare; pensando infatti che quest'anime è stato tratto dall'omonimo manga, fare una storia che parla di mangaka dev'essere stata un'esperienza piuttosto inusuale, con delle "storie nella storia". Non che sia un'idea che a nessuno verrebbe, ma più che altro non è facile da realizzare senza cadere nella banalità.
I protagonisti sono due, anche se uno spicca più dell'altro: Mashiro Moritaka e Tagaki Akito, il primo provetto disegnatore con qualche piccola esperienza in quanto "nipote d'arte", il secondo geniale e simpatico primo della classe e scrittore. Sono nella stessa classe, e un giorno Mashiro dimentica a scuola il proprio quaderno di matematica (in cui vi erano anche dei disegni), e andando a riprenderlo incontra Takagi, con cui non aveva avuto fino ad allora grandi rapporti. Egli ha notato la sua bravura nel disegno, e gli chiede di entrare in coppia con lui, che si occuperà delle storie.
C'è però un risvolto sentimentale che è anche ciò che dà la spinta definitiva a Mashiro: lui è infatti innamorato di Azuki Miho, altra compagna di classe. Takagi l'ha notato, e sfrutta questa cosa affinché Mashiro accetti la sua proposta. Peccato che, quando si ritrovi davanti a lei, Mashiro se ne esca con una frase del tutto improbabile, ritrovandosi però più che inaspettatamente il consenso di lei.
La storia d'amore è quindi sicuramente esagerata ma rende bene: i due non dovranno infatti stare insieme e potranno solamente scriversi (a parte rare eccezioni in futuro) finché non avranno realizzato i propri sogni. Lui diventerà un mangaka di successo assieme a Takagi, lei una doppiatrice e infine faranno un anime insieme, per poi sposarsi.
Queste sono le basi.
Come ho anticipato qui sopra, forse il difetto principale è che questa storia d'amore fondamentale per la trama risulta troppo sconclusionata, soprattutto considerando che i personaggi hanno solo 14 anni. Tuttavia ci si può anche passare sopra, anche con l'aiuto del fatto che ha un precedente in casa Moritaka, vissuta dallo zio di Mashiro, Tarou. Anche se non ha proprio avuto fortuna, né in amore né in longevità.
A condire il tutto ci penseranno gli svariati personaggi secondari, principalmente colleghi mangaka o editori, e la storia d'amore di Tagaki, che è praticamente l'opposto di quella dell'amico seppur gli sia molto vicina in quanto lei, Kaya, è l'amica più intima di Azuki.
La storia si sviluppa quindi seguendo parallelamente la vita lavorativa/scolastica e sentimentale dei protagonisti; è adatta a tutti, non è pesante, scorre benissimo e non è banale, sebbene sia ovvio che prima o poi avranno successo. Mi ha anche fatto scoprire qualcosa in più sul mondo dei anga, e vedere i due creare le loro opere e doverle poi sottoporre al test di Hattori, il loro editor, è molto coinvolgente, così come fa un certo effetto sentire nominare apertamente altri titoli.
I personaggi sono molto diversi tra loro e ben caratterizzati, forse l'unica cosa che posso dire è che se fossi stato Takagi avrei tirato fuori le palle un po' di più, ma in fondo il suo personaggio è questo, in opposizione all'amico Mashiro che talvolta si dimostra anche un po' stronzetto.
Lo stile grafico non è nulla di eccezionale ma è gradevole, così come le musiche. In particolare, mi piace moltissimo la seconda ending.
Infine, sento di consigliare "Bakuman" a chiunque, è un anime che non si fatica affatto a seguire e che ha un alto potenziale di coinvolgimento. Da quello che ho detto il 9 può anche sembrare esagerato, ma che ci volete fare, "Bakuman" mi ha proprio preso.
"Bakuman" è a mio avviso un'opera unica nel suo genere. Non avevo mai visto prima d'ora una serie che trattasse l'argomento di come vengono create le serie manga. È come farsi una foto allo specchio: l'autore disegna qualcuno che disegna un manga. E sorprendentemente il risultato è eccezionale e accattivante.
La trama è proprio come la si immagina: due ragazzi forse troppo giovani per essere mangaka si cimentano comunque nell'impresa incontrando tutte le difficoltà che era ovvio aspettarsi; ma riuscendo comunque si ritrovano a competere con altri mangaka per la fama creando un bel rapporto di rivalità e amicizia allo stesso tempo.
Seppure possa sembrare banale, seguire i passi dei protagonisti e dei loro rivali è entusiasmante. Seppure l'azione manchi, ciò che tiene incollati allo schermo è la suspense che viene a crearsi quando i protagonisti aspettano di sapere se il loro ultimo lavoro è stato apprezzato o meno quando dal pubblico, quando dagli editori. Anche guardarli spremersi le meningi per trovare nuove idee è piacevole. Il tutto è contornato da leggere storie d'amore, che comunque rimangono una minima parte dell'opera.
La cosa più interessante per un appassionato di manga è scoprire i meccanismi dell'editoria giapponese e tutta la gavetta e la fatica che deve essere fatta dagli autori per venire serializzati. Ciò che viene dopo la serializzazione verrà approfondito poi nella seconda stagione che a mio avviso è addirittura migliore di questa.
Le animazioni sono di buonissimo livello, i personaggi sono vari, ben inquadrati e soddisfano tutti i gusti. Le scene divertenti non mancano e rendono completa l'opera che ovviamente è consigliata a tutti.
La trama è proprio come la si immagina: due ragazzi forse troppo giovani per essere mangaka si cimentano comunque nell'impresa incontrando tutte le difficoltà che era ovvio aspettarsi; ma riuscendo comunque si ritrovano a competere con altri mangaka per la fama creando un bel rapporto di rivalità e amicizia allo stesso tempo.
Seppure possa sembrare banale, seguire i passi dei protagonisti e dei loro rivali è entusiasmante. Seppure l'azione manchi, ciò che tiene incollati allo schermo è la suspense che viene a crearsi quando i protagonisti aspettano di sapere se il loro ultimo lavoro è stato apprezzato o meno quando dal pubblico, quando dagli editori. Anche guardarli spremersi le meningi per trovare nuove idee è piacevole. Il tutto è contornato da leggere storie d'amore, che comunque rimangono una minima parte dell'opera.
La cosa più interessante per un appassionato di manga è scoprire i meccanismi dell'editoria giapponese e tutta la gavetta e la fatica che deve essere fatta dagli autori per venire serializzati. Ciò che viene dopo la serializzazione verrà approfondito poi nella seconda stagione che a mio avviso è addirittura migliore di questa.
Le animazioni sono di buonissimo livello, i personaggi sono vari, ben inquadrati e soddisfano tutti i gusti. Le scene divertenti non mancano e rendono completa l'opera che ovviamente è consigliata a tutti.
Come in ogni mia recensione, non comincerò spiegando la trama che a mio avviso in una recensione è superflua.
Come prima cosa analizziamo il lato grafico dei personaggi che già a prima vista danno l'idea di essere dei personaggi fatti in un anime a pubblicazione settimanale, ed è per questo motivo che gli assegnerei senza problemi un 10 pieno. Ovviamente il loro stile grafico non è dei migliori però viste le situazioni di pubblicazione non si poteva fare di meglio. Le colorazioni sono fatte superbamente, unica cosa che mi lascia perplesso sono quelle costanti "luci" sui capelli che mi sembrano molto innaturali, ma per me non intaccano il voto grafico in quanto è solo una mia impressione.
La caratterizzazione dei personaggi invece in altri aspetti mi sembra un po' inverosimile e i loro comportamenti certe volte mascherati da naturali, ma fin qui tutto bene in fondo si è in un anime è per questo do loro un 9,5.
La trama invece è molto bella, molto innovativa e gli autori l'hanno saputa sfruttare egregiamente. Però durante la visione mi ha dato una forte sensazione di forzatura. In pratica forse non si nota però si vede chiaramente che ogni "minisaga" funziona in questo modo:
1 - Mashiro e Takagi fanno qualcosa;
2 - viene subito fatto notare come la cosa dovrebbe andare a finire;
3 - i due la fanno comunque e la narrazione degli eventi è tale da far "dimenticare" il punto 2;
4 - i due finiscono il tutto e qui vengono introdotte delle scenette mentre aspettano la fatidica telefonata;
5 - nella telefonata accade ciò che era stato detto nel punto 2 con qualche piccola variazione in modo che non sembri una copia stampata.
E il tutto procede così per tutta la serie in quanto nei momenti di tensione lo spettatore "spera" che non succeda ciò che già sa che succederà.
Ovviamente non bisogna tralasciare la grande capacità di narrazione, anche se a mio avviso il tutto mi è sembrato troppo logorroico, però ciò va a toccare poco in quanto si sa che uno degli obbiettivi del manga/anime è mostrare la grande lavorazione che c'è dietro uno di questi.
Anche il genere di trama scelta dagli autori è un po' una rivisitazione mainstream, in quanto se si ci ferma un attimo a pensare si può arrivare a una semplice conclusione.
Se una persona vede quest'anime/manga c'è già il presupposto che deve piacere. Se una cosa piace molto si ha sempre il desiderio di emularla. E cosa può piacere di più di una storia che in certo senso ti mostra come la si fa? Inconsciamente questo manga/anime piace a tutti in quanto anche se in minima parte rispecchia i desideri di tutti quelli che lo vedono. In ogni caso per motivi già descritti la trama per me merita un 9.
Come prima cosa analizziamo il lato grafico dei personaggi che già a prima vista danno l'idea di essere dei personaggi fatti in un anime a pubblicazione settimanale, ed è per questo motivo che gli assegnerei senza problemi un 10 pieno. Ovviamente il loro stile grafico non è dei migliori però viste le situazioni di pubblicazione non si poteva fare di meglio. Le colorazioni sono fatte superbamente, unica cosa che mi lascia perplesso sono quelle costanti "luci" sui capelli che mi sembrano molto innaturali, ma per me non intaccano il voto grafico in quanto è solo una mia impressione.
La caratterizzazione dei personaggi invece in altri aspetti mi sembra un po' inverosimile e i loro comportamenti certe volte mascherati da naturali, ma fin qui tutto bene in fondo si è in un anime è per questo do loro un 9,5.
La trama invece è molto bella, molto innovativa e gli autori l'hanno saputa sfruttare egregiamente. Però durante la visione mi ha dato una forte sensazione di forzatura. In pratica forse non si nota però si vede chiaramente che ogni "minisaga" funziona in questo modo:
1 - Mashiro e Takagi fanno qualcosa;
2 - viene subito fatto notare come la cosa dovrebbe andare a finire;
3 - i due la fanno comunque e la narrazione degli eventi è tale da far "dimenticare" il punto 2;
4 - i due finiscono il tutto e qui vengono introdotte delle scenette mentre aspettano la fatidica telefonata;
5 - nella telefonata accade ciò che era stato detto nel punto 2 con qualche piccola variazione in modo che non sembri una copia stampata.
E il tutto procede così per tutta la serie in quanto nei momenti di tensione lo spettatore "spera" che non succeda ciò che già sa che succederà.
Ovviamente non bisogna tralasciare la grande capacità di narrazione, anche se a mio avviso il tutto mi è sembrato troppo logorroico, però ciò va a toccare poco in quanto si sa che uno degli obbiettivi del manga/anime è mostrare la grande lavorazione che c'è dietro uno di questi.
Anche il genere di trama scelta dagli autori è un po' una rivisitazione mainstream, in quanto se si ci ferma un attimo a pensare si può arrivare a una semplice conclusione.
Se una persona vede quest'anime/manga c'è già il presupposto che deve piacere. Se una cosa piace molto si ha sempre il desiderio di emularla. E cosa può piacere di più di una storia che in certo senso ti mostra come la si fa? Inconsciamente questo manga/anime piace a tutti in quanto anche se in minima parte rispecchia i desideri di tutti quelli che lo vedono. In ogni caso per motivi già descritti la trama per me merita un 9.
Dopo il successone di "Death Note" le mie aspettative sul nuovo lavoro della premiata ditta Ohba-Obata erano molto alte. Nonostante il completo cambio di genere, il risultato rimane comunque ottimo, senza però essere nulla di eccezionale. La grandissima qualità del pacchetto grafico gli fa guadagnare molti punti, mentre la trama risulta essere piuttosto ridondante nelle scene e carente di contenuti (oltre che essere facilmente intuibile nei suoi sviluppi).
Tutta la storia è centrata sui sogni di due ragazzi delle medie, Mashiro e Takagi, il primo un disegnatore di talento, che cerca di reprimere il suo sogno di diventare un mangaka; il secondo uno studente eccezionale, con grandi capacità letterarie, che però preferisce rincorrere il suo sogno di scrivere un manga piuttosto che raggiungere un buon livello di istruzione. Tra alti e bassi, tira e molla, i due riescono a scalare posizioni tra gli artisti di una delle riviste più importanti del mondo dei manga. Intanto, Mashiro, una volta deciso di rincorrere il suo sogno, fa un patto in comune accordo con la ragazza di cui è innamorato, Azuki, un'aspirante doppiatrice: quello di non frequentarsi fino a quando entrambi non avranno realizzato i propri sogni.
Forse è quest'ultima la cosa che più di tutte stona nella storia. Ai miei occhi è sembrato solo un mero espediente degli autori per rendere la vicenda più intrigante: due giovani innamorati che però possono solo sfiorarsi. Ma la domanda è: perché? Vi invito a trovare una risposta valida a questo quesito, che non sia "altrimenti si distraggono a vicenda", perché davvero non regge.
Inoltre, come detto, le scene sono ripetitive (loro che disegnano le tavole, le consegnano, le disegnano, le consegnano...), le ambientazioni piuttosto povere - la storia si svolge quasi esclusivamente in uno studio - e il finale, anche con la promessa di una nuova serie, rimane assolutamente privo di spunti.
Nonostante queste critiche, "Bakuman." resta comunque un ottimo lavoro sotto diversi aspetti, soprattutto di carattere tecnico, ma non solo. L'idea di fondo è originale e innovativa, i dialoghi sono realistici e, nonostante tutto, la visione scorre abbastanza leggera. Devo dire, però, che le prime puntate mi facevano sperare molto di più.
A breve comincerò a guardare la seconda serie e spero vivamente che quest'anime riesca a prendere una scossa e a stupirmi, diventando più di "un buon lavoro". Voto: 7,5.
Tutta la storia è centrata sui sogni di due ragazzi delle medie, Mashiro e Takagi, il primo un disegnatore di talento, che cerca di reprimere il suo sogno di diventare un mangaka; il secondo uno studente eccezionale, con grandi capacità letterarie, che però preferisce rincorrere il suo sogno di scrivere un manga piuttosto che raggiungere un buon livello di istruzione. Tra alti e bassi, tira e molla, i due riescono a scalare posizioni tra gli artisti di una delle riviste più importanti del mondo dei manga. Intanto, Mashiro, una volta deciso di rincorrere il suo sogno, fa un patto in comune accordo con la ragazza di cui è innamorato, Azuki, un'aspirante doppiatrice: quello di non frequentarsi fino a quando entrambi non avranno realizzato i propri sogni.
Forse è quest'ultima la cosa che più di tutte stona nella storia. Ai miei occhi è sembrato solo un mero espediente degli autori per rendere la vicenda più intrigante: due giovani innamorati che però possono solo sfiorarsi. Ma la domanda è: perché? Vi invito a trovare una risposta valida a questo quesito, che non sia "altrimenti si distraggono a vicenda", perché davvero non regge.
Inoltre, come detto, le scene sono ripetitive (loro che disegnano le tavole, le consegnano, le disegnano, le consegnano...), le ambientazioni piuttosto povere - la storia si svolge quasi esclusivamente in uno studio - e il finale, anche con la promessa di una nuova serie, rimane assolutamente privo di spunti.
Nonostante queste critiche, "Bakuman." resta comunque un ottimo lavoro sotto diversi aspetti, soprattutto di carattere tecnico, ma non solo. L'idea di fondo è originale e innovativa, i dialoghi sono realistici e, nonostante tutto, la visione scorre abbastanza leggera. Devo dire, però, che le prime puntate mi facevano sperare molto di più.
A breve comincerò a guardare la seconda serie e spero vivamente che quest'anime riesca a prendere una scossa e a stupirmi, diventando più di "un buon lavoro". Voto: 7,5.
Mahiro Moritaka è uno studente ormai da lungo tempo appassionatosi al mondo dei manga, il cui più grande sogno però, ovvero diventare lui stesso autore di una serie su rivista, è stato strozzato dalla prematura morte dello zio, un famoso mangaka, morto proprio a causa dell'eccessivo carico di lavoro assegnatogli. Un giorno un suo compagno di classe di nome Takagi Akito, notando per caso durante una lezione la bravura del ragazzo nel rappresentare il profilo della compagna di classe Miho Azuki, decide di parlargli, proponendogli la realizzazione di un manga.
Il protagonista, sorpreso della richiesta e ancor di più dall'identità di colui che l'ha formulata (vista la media dei voti di Takagi), inizialmente rifiuta, per poi ritornare sui suoi passi una volta scoperto che la stessa Miho Azuki, di cui Mahiro è segretamente innamorato, ha intenzione di intraprendere la carriera di doppiatrice di anime.
Riusciranno la passione dei due giovani, unita alla determinazione di Mahiro nel rispettare il patto d'amore formulato con Miho, a spingere il duo verso il successo oppure il loro destino, così come quello di tanti altri autori emergenti, sarà semplicemente quello di venire inghiottiti dall'oblio? La sfida ha inizio.
Seconda opera del duo autore a suo tempo di 'Death Note', "Bakuman" è una commedia frizzante e originale, che fa del suo spunto narrativo principale il progressivo immergersi dei protagonisti nel mondo l'editoria, divertendo e allo stesso tempo informando lo spettatore su tutte le meccaniche che stanno dietro la pubblicazione di un manga.
Ogni passo fatto da Mahiro e Takagi verso la propria affermazione professionale passa infatti inevitabilmente attraverso tutta una serie di piccole e grandi difficoltà, dovute principalmente al loro status di studenti. Nessun ostacolo per una volta è dunque superato solo grazie a un indicibile talento o a chissà quale altro artificio narrativo… tutto segue la norma, esattamente come è plausibile che sia.
Discorso un po' diverso purtroppo sulla caratterizzazione dei personaggi principali che, sebbene gradevoli, riflettono ancora una volta la sostanziale incapacità da parte degli autori di renderli realistici nei propri modi e comportamenti. Esattamente come in 'Death Note', dove ci eravamo trovati davanti a un Light inumanamente spietato e a un L decisamente troppo sconsiderato e fortunato nelle proprie supposizioni, in "Bakuman" assistiamo infatti a una sostanziale operazione di estremizzazione dei caratteri portanti, cosa questa che finisce per minare alla base la credibilità stessa delle interazioni tra i personaggi, spesso sin troppo legate al senso dell'onore o di un amore platonico per potere essere realistiche. Soprattutto se si pensa che stiamo parlando di studenti catapultati in un universo come quello dell'editoria professionale caratterizzato da una forte competizione.
Insomma, la storia è carina e gli elementi caratteristici di un buon lavoro ci sono tutti, ma a mancare è quel qualcosa in più a livello dei particolari che permetterebbe di fare il salto di qualità decisivo.
Pur notandosi una ovvia somiglianza con 'Death Note', "Bakuman" si discosta notevolmente a livello grafico dalla precedente opera di Oda, grazie anche all'utilizzo di colori un po' più accesi (rispetto alla predominanza del grigio e del nero di D.N.) e a un tratto un po' meno particolareggiato. Diciamo che nella sostanza si può affermare che in questo caso la parte tecnica fa il suo compito senza infamia né lode.
Voto: 7 - A seconda dei gusti "Bakuman" potrebbe piacere molto come molto poco. Senz'altro l'idea originale di fondo c'è ed è sviluppata in modo ottimo, motivo per cui il voto non può che essere almeno discreto.
Il protagonista, sorpreso della richiesta e ancor di più dall'identità di colui che l'ha formulata (vista la media dei voti di Takagi), inizialmente rifiuta, per poi ritornare sui suoi passi una volta scoperto che la stessa Miho Azuki, di cui Mahiro è segretamente innamorato, ha intenzione di intraprendere la carriera di doppiatrice di anime.
Riusciranno la passione dei due giovani, unita alla determinazione di Mahiro nel rispettare il patto d'amore formulato con Miho, a spingere il duo verso il successo oppure il loro destino, così come quello di tanti altri autori emergenti, sarà semplicemente quello di venire inghiottiti dall'oblio? La sfida ha inizio.
Seconda opera del duo autore a suo tempo di 'Death Note', "Bakuman" è una commedia frizzante e originale, che fa del suo spunto narrativo principale il progressivo immergersi dei protagonisti nel mondo l'editoria, divertendo e allo stesso tempo informando lo spettatore su tutte le meccaniche che stanno dietro la pubblicazione di un manga.
Ogni passo fatto da Mahiro e Takagi verso la propria affermazione professionale passa infatti inevitabilmente attraverso tutta una serie di piccole e grandi difficoltà, dovute principalmente al loro status di studenti. Nessun ostacolo per una volta è dunque superato solo grazie a un indicibile talento o a chissà quale altro artificio narrativo… tutto segue la norma, esattamente come è plausibile che sia.
Discorso un po' diverso purtroppo sulla caratterizzazione dei personaggi principali che, sebbene gradevoli, riflettono ancora una volta la sostanziale incapacità da parte degli autori di renderli realistici nei propri modi e comportamenti. Esattamente come in 'Death Note', dove ci eravamo trovati davanti a un Light inumanamente spietato e a un L decisamente troppo sconsiderato e fortunato nelle proprie supposizioni, in "Bakuman" assistiamo infatti a una sostanziale operazione di estremizzazione dei caratteri portanti, cosa questa che finisce per minare alla base la credibilità stessa delle interazioni tra i personaggi, spesso sin troppo legate al senso dell'onore o di un amore platonico per potere essere realistiche. Soprattutto se si pensa che stiamo parlando di studenti catapultati in un universo come quello dell'editoria professionale caratterizzato da una forte competizione.
Insomma, la storia è carina e gli elementi caratteristici di un buon lavoro ci sono tutti, ma a mancare è quel qualcosa in più a livello dei particolari che permetterebbe di fare il salto di qualità decisivo.
Pur notandosi una ovvia somiglianza con 'Death Note', "Bakuman" si discosta notevolmente a livello grafico dalla precedente opera di Oda, grazie anche all'utilizzo di colori un po' più accesi (rispetto alla predominanza del grigio e del nero di D.N.) e a un tratto un po' meno particolareggiato. Diciamo che nella sostanza si può affermare che in questo caso la parte tecnica fa il suo compito senza infamia né lode.
Voto: 7 - A seconda dei gusti "Bakuman" potrebbe piacere molto come molto poco. Senz'altro l'idea originale di fondo c'è ed è sviluppata in modo ottimo, motivo per cui il voto non può che essere almeno discreto.
Visto che a breve uscirà Bakuman 2011 ho deciso di scrivere questa piccola recensione sulla prima serie.
Finalmente gli autori Tsugumi Ohba e Takeshi Obata hanno deciso di rimettersi a lavoro e, se posso permettermi, lo hanno fatto alla grandissima mettendo in scena un anime che a parer mio è uno dei migliori del 2010, "Bakuman".
"Bakuman" parla del sogno di due giovani studenti delle scuole medie, Mashiro Moritaka e Takagi Akito, rispettivamente disegnatore e autore.
Tagaki nota la bravura nel disegnare di Morikata e gli propone di fare un duo per disegnare un manga insieme, Morikata inizialmente sembra titubante, ma alla fine accetta e i due iniziano a collaborare.
Nella storia sono presenti due storie d'amore, ma la più importante è sicuramente quella di Moritaka; infatti è proprio grazie a essa che la storia si evolve in maniera radicale. Vediamo il perché: Moritaka è follemente innamorato di una sua compagna di classe, Miho Azuki, e decide di dichiararsi proprio quando inizia a disegnare manga dicendo testuali parole: "Se il nostro sogno si realizzerà... sposami". Quindi la trama di quest'opera adesso ha un tempo, prima i due protagonisti realizzano i loro obiettivi e prima si possono finalmente amare.
Adesso analiziamo un po' gli altri personaggi.
Akito Takagi: è il partner di Morikata, caratterialmente è sempre solare e allegro, il suo obiettivo è uguale a quello di Moritaka, ma a differenza del compagno non ha alcuna fretta.
Miho Azuki: la fidanzata di Morikata (anche se solo per titolo) è una ragazza dal carattere dolce e gentile, insomma rappresenta in tutto e per tutto lo stereotipo della fidanzatina perfetta dei protagonisti nei classici shounen.
Kaya Miyoshi: la migliore amica di Miho, ma con un carattere completamente diverso; se Miho è l'emblema della timidezza lei è il contrario, estroversa al massimo e anche un po' manesca (vedrete in futuro).
Questi sono alcuni dei personaggi principali, ve li ho descritti brevemente evitando spoiler, ma in realtà ci sono molte altre cose sotto che scoprirete solo se vedrete l'anime.
Oltre ad avere una trama avvincente - e vi assicuro che per chi segue gli anime/manga lo è - ci sono molte altre note positive, come ad esempio le musiche e i disegni (in parte). L'opening è buona, l'ending un po' meno, ma comunque è a un livello molto alto, mentre i disegni sono tutti fatti abbastanza bene, anche se ho notato qualche piccola imperfezione nelle espressioni facciali, ad esempio quando i protagonisti dovevano attendere un esito, positivo o negativo che fosse, i loro volti sembravano molto strani, quasi innaturali, e questo a mio giudizio ne fa un po' scendere la valutazione, poiché da due geni come Tsugumi Ohba e Takeshi Obata ("Death note") ci si aspetta un livello un tantino più alto.
La storia è molto buona, ha tutte le basi per diventare ottima con la seconda serie ma per adesso, se devo dare un voto su una scala da 1 a 10 le do 8. I disegni anche sono buoni, ma per le imperfezioni citate prima arrivano a un 7; le musiche invece sono piacevoli da ascoltare, ma non ti rimangono impresse, quindi do un 7 anche a loro.
In conclusione a "Bakuman" do 7, che però si avvicina al 8. Esso è un anime piacevole da vedere e per nulla pesante (l'ho divorato in poco tempo) e lo consiglio a tutti.
Finalmente gli autori Tsugumi Ohba e Takeshi Obata hanno deciso di rimettersi a lavoro e, se posso permettermi, lo hanno fatto alla grandissima mettendo in scena un anime che a parer mio è uno dei migliori del 2010, "Bakuman".
"Bakuman" parla del sogno di due giovani studenti delle scuole medie, Mashiro Moritaka e Takagi Akito, rispettivamente disegnatore e autore.
Tagaki nota la bravura nel disegnare di Morikata e gli propone di fare un duo per disegnare un manga insieme, Morikata inizialmente sembra titubante, ma alla fine accetta e i due iniziano a collaborare.
Nella storia sono presenti due storie d'amore, ma la più importante è sicuramente quella di Moritaka; infatti è proprio grazie a essa che la storia si evolve in maniera radicale. Vediamo il perché: Moritaka è follemente innamorato di una sua compagna di classe, Miho Azuki, e decide di dichiararsi proprio quando inizia a disegnare manga dicendo testuali parole: "Se il nostro sogno si realizzerà... sposami". Quindi la trama di quest'opera adesso ha un tempo, prima i due protagonisti realizzano i loro obiettivi e prima si possono finalmente amare.
Adesso analiziamo un po' gli altri personaggi.
Akito Takagi: è il partner di Morikata, caratterialmente è sempre solare e allegro, il suo obiettivo è uguale a quello di Moritaka, ma a differenza del compagno non ha alcuna fretta.
Miho Azuki: la fidanzata di Morikata (anche se solo per titolo) è una ragazza dal carattere dolce e gentile, insomma rappresenta in tutto e per tutto lo stereotipo della fidanzatina perfetta dei protagonisti nei classici shounen.
Kaya Miyoshi: la migliore amica di Miho, ma con un carattere completamente diverso; se Miho è l'emblema della timidezza lei è il contrario, estroversa al massimo e anche un po' manesca (vedrete in futuro).
Questi sono alcuni dei personaggi principali, ve li ho descritti brevemente evitando spoiler, ma in realtà ci sono molte altre cose sotto che scoprirete solo se vedrete l'anime.
Oltre ad avere una trama avvincente - e vi assicuro che per chi segue gli anime/manga lo è - ci sono molte altre note positive, come ad esempio le musiche e i disegni (in parte). L'opening è buona, l'ending un po' meno, ma comunque è a un livello molto alto, mentre i disegni sono tutti fatti abbastanza bene, anche se ho notato qualche piccola imperfezione nelle espressioni facciali, ad esempio quando i protagonisti dovevano attendere un esito, positivo o negativo che fosse, i loro volti sembravano molto strani, quasi innaturali, e questo a mio giudizio ne fa un po' scendere la valutazione, poiché da due geni come Tsugumi Ohba e Takeshi Obata ("Death note") ci si aspetta un livello un tantino più alto.
La storia è molto buona, ha tutte le basi per diventare ottima con la seconda serie ma per adesso, se devo dare un voto su una scala da 1 a 10 le do 8. I disegni anche sono buoni, ma per le imperfezioni citate prima arrivano a un 7; le musiche invece sono piacevoli da ascoltare, ma non ti rimangono impresse, quindi do un 7 anche a loro.
In conclusione a "Bakuman" do 7, che però si avvicina al 8. Esso è un anime piacevole da vedere e per nulla pesante (l'ho divorato in poco tempo) e lo consiglio a tutti.
Per un appassionato del mondo anime/manga vedere una serie che cerca di spiegare al pubblico quanto deve sgobbare un mangaka (cioè un creatore di manga) per vedere i suoi lavori pubblicati o addirittura trasformati in serie animate può essere molto interessante.
In sintesi "Bakuman" è questo: la storia di due adolescenti che passo dopo passo cercano di emergere nel mondo dell'editoria dei fumetti. E' una serie molto piacevole dai disegni molto curati, con al suo interno personaggi simpatici e la storia d'amore platonico-adolescenziale di uno dei protagonisti che, pur facendo da motore a tutta la trama, non diventa mai invadente. Una storia semplice e lineare, dal contenuto molto interessante, di cui aspettiamo la seconda serie.
Se cercate una serie con ritmo e azione probabilmente vi annoierà.
In sintesi "Bakuman" è questo: la storia di due adolescenti che passo dopo passo cercano di emergere nel mondo dell'editoria dei fumetti. E' una serie molto piacevole dai disegni molto curati, con al suo interno personaggi simpatici e la storia d'amore platonico-adolescenziale di uno dei protagonisti che, pur facendo da motore a tutta la trama, non diventa mai invadente. Una storia semplice e lineare, dal contenuto molto interessante, di cui aspettiamo la seconda serie.
Se cercate una serie con ritmo e azione probabilmente vi annoierà.
Ho iniziato questo manga diverso tempo fa, poi preso dalla fantastica storia l'ho continuato e ho così raggiunto l'attuale numero di capitoli. Di "Bakuman" ho letto tutti i capitoli, fino all'ultimo uscito in Giappone, e visto per piacere e curiosità i primi episodi, per vedere come era stata realizzata la trasposizione animata.
Quest'anime ha trovato subito una notevole fama e un posto tra i primi della Jump soprattutto per gli autori, preceduti dalla loro fama per "Death Note", nei quali è stata riposta fiducia ancor prima di dare un'occhiata all'opera; e io direi fiducia ben riposta, visto il fantastico lavoro.
La storia è, nella sua banalità, molto originale per un manga shounen, perché parla dei manga dentro un manga stesso. Narra di Mashiro Moritaka, ragazzo di 14 anni, che ha sempre avuto una particolare dote per il disegno, e di Akito Takagi, coetaneo di Mashiro dotato di grande inventiva e capacità di creare storie. Proprio per volontà del secondo i due ragazzi si getteranno nel mondo dei manga, provando a diventare dei mangaka professionisti, proprio come il nonno di Mashiro, ispiratore del protagonista.
La cosa che mi ha colpito immediatamente, oltre alla fantastica trama, è la particolarità di tutti i personaggi, a partire dai protagonisti, tutti speciali e forniti di una grande forza di volontà. Inoltre è stato molto interessante vedere come funziona l'interno di un'editoria, in particolare quella della tanto rinomata "Shueisha", il lavoro degli editori, e soprattutto la fatica e grande forza di volontà di tutti i mangaka che aspirano a essere serializzati.
Chiudendo il fattore storia, e passando a livello tecnico di animazione, direi che l'anime è stato composto da un ottimo regista; inoltre c'è un pressoché perfetto gioco di luci e colori, e a livello di audio ottimi doppiatori.
Quindi, concludendo, posso tranquillamente dire che "Bakuman." è un ottimo manga/anime, che vale assolutamente la pena di vedere.
Quest'anime ha trovato subito una notevole fama e un posto tra i primi della Jump soprattutto per gli autori, preceduti dalla loro fama per "Death Note", nei quali è stata riposta fiducia ancor prima di dare un'occhiata all'opera; e io direi fiducia ben riposta, visto il fantastico lavoro.
La storia è, nella sua banalità, molto originale per un manga shounen, perché parla dei manga dentro un manga stesso. Narra di Mashiro Moritaka, ragazzo di 14 anni, che ha sempre avuto una particolare dote per il disegno, e di Akito Takagi, coetaneo di Mashiro dotato di grande inventiva e capacità di creare storie. Proprio per volontà del secondo i due ragazzi si getteranno nel mondo dei manga, provando a diventare dei mangaka professionisti, proprio come il nonno di Mashiro, ispiratore del protagonista.
La cosa che mi ha colpito immediatamente, oltre alla fantastica trama, è la particolarità di tutti i personaggi, a partire dai protagonisti, tutti speciali e forniti di una grande forza di volontà. Inoltre è stato molto interessante vedere come funziona l'interno di un'editoria, in particolare quella della tanto rinomata "Shueisha", il lavoro degli editori, e soprattutto la fatica e grande forza di volontà di tutti i mangaka che aspirano a essere serializzati.
Chiudendo il fattore storia, e passando a livello tecnico di animazione, direi che l'anime è stato composto da un ottimo regista; inoltre c'è un pressoché perfetto gioco di luci e colori, e a livello di audio ottimi doppiatori.
Quindi, concludendo, posso tranquillamente dire che "Bakuman." è un ottimo manga/anime, che vale assolutamente la pena di vedere.
Premessa: questa recensione, soprattutto nella trama, può contenere piccoli spoiler, ma riguarda sempre dettagli che non pregiudicano i colpi di scena e/o le sorprese, quindi se volete farvi un'idea generale e completa sull'andazzo di questa serie ve la consiglio, invece se volete andare ad occhi chiusi, come ho fatto io, saltate semplicemente parte relativa alla trama.
Ho appena passato la notte quasi in bianco per guardarmi 25 episodi di questa serie (ho finito alle 6.00), ho pensato un paio di ore se scrivere o meno questa recensione, ma alla fine non ho resistito, più che altro volevo condividere il mio parere con voi.
Trama: la trama parla di Mashiro e Takagi, un duo di quattordicenni. Mashiro è interessato al mondo dei manga grazie alla presenza di suo zio, un "giocatore d'azzardo" del mondo della pubblicazione di manga, morto a causa dell'eccessivo lavoro, e Takagi è un appassionato di lettura, e un ottimo studente, il primo dell'istituto. L'incipit mi è piaciuto molto a dire il vero, un'introspezione di Mashiro e la sua opinione mi hanno colpito non poco - non ci si poteva aspettare di meno dal "discendente" di Death Note. Ricordiamo però che con tutta probabilità questo era anche il capitolo pilota quindi è ovvio che sia molto più intenso degli altri. Dopo un monologo iniziale di Mashiro iniziamo a intravederne la dote principale: il disegno, infatti Mashiro, essendo cresciuto con il sogno di diventare mangaka (andato poi scemando in seguito alla morte dello zio), ha una dote artistica non indifferente. Infatti vediamo nel primo episodio come ritrae, sul proprio quaderno di matematica, una sua compagna di classe in modo molto realistico. Solo una volta tornato a casa si accorge di essersene dimenticato e una volta tornato a scuola per recuperarlo entra in scena Takagi, che gli propone di creare un manga insieme. Solo dopo svariate richieste da parte di quest'ultimo Mashiro si decide a fare coppia con Takagi, rinnovato il suo interesse nel diventare un mangaka, per creare il loro manga.
Dal punto di vista sentimentale abbiamo due filoni paralleli e diametralmente opposti, infatti abbiamo un attrazione tra Mashiro e Azuki, che è sin dal primo episodio molto esplicita e plateale, mentre abbiamo poi la relazione tra Takagi e la miglior amica di Azuki, che invece è caratterizzata da un lento seppur costante crescendo.
Ambientazione e grafica: come molti ben sanno questa serie è stata fatta dagli autori di Death Note, e chiunque abbia apprezzato la grafica della serie precedentemente citata non potrà fare a meno di apprezzare anche questa - seppur non gotica come la precedente, ma molto più solare e allegra. I movimenti dei personaggi e i disegni dei paesaggi sono complessivamente di eccellente fattura, piccola pecca sta nella definizione dei personaggi, seppur hanno un "volto proprio" non rimangono impressi come succede nei più grandi manga e anime. Le ambientazioni, da quella scolastica allo studio, fino alla redazione di "Jack" (parodia di Jump, publisher di Bakuman), sono rese al meglio.
Personaggi e protagonisti: devo dire la verità quasi tutti i personaggi mi hanno soddisfatto, dai principali ai secondari, ognuno aveva un qualcosa che lo caratterizzava. Non si parla dei soliti stereotipi, ma di personaggi integrati con il mondo creato dagli autori: si sviluppano, evolvono e si confrontano con il crescere della storia, vediamo come la "semplice" visione comune di un disegnatore di manga (non ho detto mangaka volutamente, per una definizione più generale) viene approfondita, si vede come gli sforzi continui e costanti, supportati dalle giuste motivazioni, portino i loro frutti.
Tra i personaggi secondari quelli che ho personalmente preferito sono Eiji, tra genio e follia; Nakai, uno dei personaggi più reali e che hanno dato il maggior impatto con la realtà attuale dei disegnatori; e Hattori, il quale mette tutto se stesso per riuscire in ciò che fa.
Per quanto riguarda i protagonisti non sono pienamente soddisfatto a dire il vero, sì, puntano al massimo, si sfidano, litigano etc. etc., ma manca quel non so che, manca quella scintilla che ti fa innamorare dei personaggi e rende un buon anime un grande titolo.
Conclusioni: Bakuman è un ottimo anime, non è uno dei tanti, anzi riesce ad appassionare e a coinvolgere l'utente. Purtroppo non può raggiungere, almeno per me, punteggio pieno, gli manca quel particolare che lo dovrebbe rendere unico. Non si fraintendano le mie parole, è un ottimo, bellissimo anime, e ne consiglio la visione a tutti, eccezion fatta per i cercatori di ecchi, di combattimenti e/o di storie smielate.
Ho appena passato la notte quasi in bianco per guardarmi 25 episodi di questa serie (ho finito alle 6.00), ho pensato un paio di ore se scrivere o meno questa recensione, ma alla fine non ho resistito, più che altro volevo condividere il mio parere con voi.
Trama: la trama parla di Mashiro e Takagi, un duo di quattordicenni. Mashiro è interessato al mondo dei manga grazie alla presenza di suo zio, un "giocatore d'azzardo" del mondo della pubblicazione di manga, morto a causa dell'eccessivo lavoro, e Takagi è un appassionato di lettura, e un ottimo studente, il primo dell'istituto. L'incipit mi è piaciuto molto a dire il vero, un'introspezione di Mashiro e la sua opinione mi hanno colpito non poco - non ci si poteva aspettare di meno dal "discendente" di Death Note. Ricordiamo però che con tutta probabilità questo era anche il capitolo pilota quindi è ovvio che sia molto più intenso degli altri. Dopo un monologo iniziale di Mashiro iniziamo a intravederne la dote principale: il disegno, infatti Mashiro, essendo cresciuto con il sogno di diventare mangaka (andato poi scemando in seguito alla morte dello zio), ha una dote artistica non indifferente. Infatti vediamo nel primo episodio come ritrae, sul proprio quaderno di matematica, una sua compagna di classe in modo molto realistico. Solo una volta tornato a casa si accorge di essersene dimenticato e una volta tornato a scuola per recuperarlo entra in scena Takagi, che gli propone di creare un manga insieme. Solo dopo svariate richieste da parte di quest'ultimo Mashiro si decide a fare coppia con Takagi, rinnovato il suo interesse nel diventare un mangaka, per creare il loro manga.
Dal punto di vista sentimentale abbiamo due filoni paralleli e diametralmente opposti, infatti abbiamo un attrazione tra Mashiro e Azuki, che è sin dal primo episodio molto esplicita e plateale, mentre abbiamo poi la relazione tra Takagi e la miglior amica di Azuki, che invece è caratterizzata da un lento seppur costante crescendo.
Ambientazione e grafica: come molti ben sanno questa serie è stata fatta dagli autori di Death Note, e chiunque abbia apprezzato la grafica della serie precedentemente citata non potrà fare a meno di apprezzare anche questa - seppur non gotica come la precedente, ma molto più solare e allegra. I movimenti dei personaggi e i disegni dei paesaggi sono complessivamente di eccellente fattura, piccola pecca sta nella definizione dei personaggi, seppur hanno un "volto proprio" non rimangono impressi come succede nei più grandi manga e anime. Le ambientazioni, da quella scolastica allo studio, fino alla redazione di "Jack" (parodia di Jump, publisher di Bakuman), sono rese al meglio.
Personaggi e protagonisti: devo dire la verità quasi tutti i personaggi mi hanno soddisfatto, dai principali ai secondari, ognuno aveva un qualcosa che lo caratterizzava. Non si parla dei soliti stereotipi, ma di personaggi integrati con il mondo creato dagli autori: si sviluppano, evolvono e si confrontano con il crescere della storia, vediamo come la "semplice" visione comune di un disegnatore di manga (non ho detto mangaka volutamente, per una definizione più generale) viene approfondita, si vede come gli sforzi continui e costanti, supportati dalle giuste motivazioni, portino i loro frutti.
Tra i personaggi secondari quelli che ho personalmente preferito sono Eiji, tra genio e follia; Nakai, uno dei personaggi più reali e che hanno dato il maggior impatto con la realtà attuale dei disegnatori; e Hattori, il quale mette tutto se stesso per riuscire in ciò che fa.
Per quanto riguarda i protagonisti non sono pienamente soddisfatto a dire il vero, sì, puntano al massimo, si sfidano, litigano etc. etc., ma manca quel non so che, manca quella scintilla che ti fa innamorare dei personaggi e rende un buon anime un grande titolo.
Conclusioni: Bakuman è un ottimo anime, non è uno dei tanti, anzi riesce ad appassionare e a coinvolgere l'utente. Purtroppo non può raggiungere, almeno per me, punteggio pieno, gli manca quel particolare che lo dovrebbe rendere unico. Non si fraintendano le mie parole, è un ottimo, bellissimo anime, e ne consiglio la visione a tutti, eccezion fatta per i cercatori di ecchi, di combattimenti e/o di storie smielate.
"Bakuman." è un anime che mi ha tenuto con il fiato sospeso fino all'ultimo, ho sentito insieme ai protagonisti la tensione aspettando le decisioni della casa editrice riguardo alla loro pubblicazione. Ho tifato per loro, sentito la loro determinazione e la loro frustrazione, visto in parte cosa si cela dietro il lavoro di mangaka e sperato per la loro riuscita. Insomma mi ha coinvolto parecchio, del resto gli ingredienti ci sono tutti: la determinazione nel perseguire il proprio sogno a dispetto delle difficoltà, l'impegno e il lavoro per renderlo possibile, il talento, la modestia nel riconoscere anche il lavoro degli altri e nell'imparare anche da loro, due storie d'amore profondamente diverse ma entrambe molto dolci e per finire un amore per i manga che riesce a unire i personaggi in splendide amicizie. Che dire, non vedo l'ora di potere vedere una seconda serie.
Con Bakuman il mondo dei manga celebra se stesso e riesce a riscuotere un grandissimo, quanto inaspettato, successo di pubblico.
Il primato dell'industria fumettistica giapponese è ormai un dato di fatto: basta dare un'occhiata al fatturato che essa produce ogni anno per capire come nessun altro paese, anche in barba a una tradizione più che rispettabile, possa vantare numeri di uguale portata. E così, se fino a qualche anno fa la critica celebrava fumetti come Superman, Batman, Mickey Mouse e, per non stare sempre a guardare il giardino degli altri, Tex e Dylan Dog, oggi resta spiazzata di fronte a un fenomeno che ancora fatica a capire e che spesso non vuole accettare. Com'è possibile che le produzioni occidentali, di qualità così indiscutibilmente superiore, possano essere state sostituite così in fretta da certe scadenti storie prodotte da una civiltà così lontana e così diversa dalla nostra?
Le risposte a questa domanda sono diverse; ma non è certamente questa la sede più opportuna per parlarne. Basti soltanto dire che se proprio non si è in malafede ci si accorge subito che i manga, nel loro complesso, sono prodotti tutt'altro che scadenti e hanno avuto, anzi, il merito di rilanciare la passione per il fumetto anche nel mondo occidentale, grazie a un offerta capace di accontentare tutti i sessi e tutti i palati, scoprendo generi prima mai presi seriamente in considerazione e abbandonando i soliti canovacci triti e ritriti. Trovo, ma questa è una mia opinione, che le scuole tradizionali del fumetto abbiano oggi grandissime difficoltà nel rinnovarsi, preferendo restare nel solco di una tradizione che sta lentamente perdendo colpi (ovviamente considerando solo i titoli più venduti). Infine, c'è da sottolineare che i manga hanno una durata “limitata” e ciò spesso li rende più appetibili rispetto agli “infiniti” fumetti occidentali.
In virtù del loro incredibile successo, manga e anime vengono considerati in Giappone come vere e proprie glorie nazionali; ed ecco spiegato come sia possibile creare un anime come Bakuman, il cui intento è, come anticipato sopra, sostanzialmente quello di mostrare a tutti com'è che funziona l'industria del manga giapponese.
Preliminarmente, c'è da sottolineare che la trama contiene diversi parallelismi col mondo reale.
Difficile non riconoscere la Shonen Jump nascosta dietro la fantomatica rivista “Jack”: non è certo un caso che fra le principali pubblicazioni di questa casa editrice immaginaria vengano menzionati Dragon Ball, Naruto, One Piece, Hunter x hunter, tutti anime prodotti dalla Shonen.
Bakuman, dunque, ha il compito di descrivere il modus operandi di questa casa editrice: dalla descrizione dell'apparato gerarchico esistente alla spiegazione delle modalità di selezione dei lavori presentati, dagli aspiranti mangaka ai criteri con cui viene valutato il successo (o l'insuccesso) di una serie, eccetera eccetera.
Ed è forse un caso che gli autori di questo manga - gli stessi di Death Note - sono due, ossia uno sceneggiatore e un disegnatore, così come accade nella storia? E' molto probabile quindi la presenza di elementi autobiografici, ma non chiedetemi quali in quanto non conosco le vicende personali dei due mangaka.
E' chiaro che il contenuto di Bakuman, date queste premesse, finisce per passare in secondo piano. Si tratta, comunque, di un racconto molto jappy, dominato cioè da sudore e lavoro senza sosta; lo trovo, per questa ragione, assolutamente sconsigliabile a chi si è avvicinato da poco al mondo degli anime, in quanto ne ricaverebbe solo ore e ore di profondissima noia.
Andando più nel dettaglio Mashiro e Takagi sono due promettenti mangaka che sognano di sfondare grazie alle proprie composizioni. I motivi sono però diversi: mentre Takagi sogna ricchezza e popolarità, Mashiro si butta nell'impresa per amore, in quanto solo in caso di successo riuscirà a sposare Azuki, la ragazza che ama. Già, proprio Azuki, uno dei personaggi più insignificanti che abbia mai visto: pur sorvolando sull'innaturale relazione che s'instaura fra i due, la sua è una presenza troppo evanescente, compare solo di rado ed in genere ha poco da dire. Molto più interessante Miyoshi, la ragazza di Takagi, un vero e proprio tornado di simpatia.
La trama, dunque, non è poi questo granché; tuttavia si finisce inevitabilmente per apprezzarla in quanto è sin troppo facile lasciarsi coinvolgere dai protagonisti e dalla loro rincorsa a un sogno. Si finisce quasi per immedesimarsi in loro. E se lo sforzo estremo a cui si sottopongono - spesso non dormono, certamente non hanno il tempo per studiare e, chi per un verso chi per l'altro, difficilmente escono con la propria ragazza - ci fa un po' storcere il naso, il loro entusiasmo finisce per essere quasi contagioso.
In definitiva, Bakuman è un buon anime, ma niente di memorabile. Il difetto principale sta nel fatto che l'intento “divulgativo” può risultare interessante all'inizio ma, in assenza di troppi sviluppi nella trama principale, alla lunga può finire per stancare. La mia valutazione è comunque buona.
Il primato dell'industria fumettistica giapponese è ormai un dato di fatto: basta dare un'occhiata al fatturato che essa produce ogni anno per capire come nessun altro paese, anche in barba a una tradizione più che rispettabile, possa vantare numeri di uguale portata. E così, se fino a qualche anno fa la critica celebrava fumetti come Superman, Batman, Mickey Mouse e, per non stare sempre a guardare il giardino degli altri, Tex e Dylan Dog, oggi resta spiazzata di fronte a un fenomeno che ancora fatica a capire e che spesso non vuole accettare. Com'è possibile che le produzioni occidentali, di qualità così indiscutibilmente superiore, possano essere state sostituite così in fretta da certe scadenti storie prodotte da una civiltà così lontana e così diversa dalla nostra?
Le risposte a questa domanda sono diverse; ma non è certamente questa la sede più opportuna per parlarne. Basti soltanto dire che se proprio non si è in malafede ci si accorge subito che i manga, nel loro complesso, sono prodotti tutt'altro che scadenti e hanno avuto, anzi, il merito di rilanciare la passione per il fumetto anche nel mondo occidentale, grazie a un offerta capace di accontentare tutti i sessi e tutti i palati, scoprendo generi prima mai presi seriamente in considerazione e abbandonando i soliti canovacci triti e ritriti. Trovo, ma questa è una mia opinione, che le scuole tradizionali del fumetto abbiano oggi grandissime difficoltà nel rinnovarsi, preferendo restare nel solco di una tradizione che sta lentamente perdendo colpi (ovviamente considerando solo i titoli più venduti). Infine, c'è da sottolineare che i manga hanno una durata “limitata” e ciò spesso li rende più appetibili rispetto agli “infiniti” fumetti occidentali.
In virtù del loro incredibile successo, manga e anime vengono considerati in Giappone come vere e proprie glorie nazionali; ed ecco spiegato come sia possibile creare un anime come Bakuman, il cui intento è, come anticipato sopra, sostanzialmente quello di mostrare a tutti com'è che funziona l'industria del manga giapponese.
Preliminarmente, c'è da sottolineare che la trama contiene diversi parallelismi col mondo reale.
Difficile non riconoscere la Shonen Jump nascosta dietro la fantomatica rivista “Jack”: non è certo un caso che fra le principali pubblicazioni di questa casa editrice immaginaria vengano menzionati Dragon Ball, Naruto, One Piece, Hunter x hunter, tutti anime prodotti dalla Shonen.
Bakuman, dunque, ha il compito di descrivere il modus operandi di questa casa editrice: dalla descrizione dell'apparato gerarchico esistente alla spiegazione delle modalità di selezione dei lavori presentati, dagli aspiranti mangaka ai criteri con cui viene valutato il successo (o l'insuccesso) di una serie, eccetera eccetera.
Ed è forse un caso che gli autori di questo manga - gli stessi di Death Note - sono due, ossia uno sceneggiatore e un disegnatore, così come accade nella storia? E' molto probabile quindi la presenza di elementi autobiografici, ma non chiedetemi quali in quanto non conosco le vicende personali dei due mangaka.
E' chiaro che il contenuto di Bakuman, date queste premesse, finisce per passare in secondo piano. Si tratta, comunque, di un racconto molto jappy, dominato cioè da sudore e lavoro senza sosta; lo trovo, per questa ragione, assolutamente sconsigliabile a chi si è avvicinato da poco al mondo degli anime, in quanto ne ricaverebbe solo ore e ore di profondissima noia.
Andando più nel dettaglio Mashiro e Takagi sono due promettenti mangaka che sognano di sfondare grazie alle proprie composizioni. I motivi sono però diversi: mentre Takagi sogna ricchezza e popolarità, Mashiro si butta nell'impresa per amore, in quanto solo in caso di successo riuscirà a sposare Azuki, la ragazza che ama. Già, proprio Azuki, uno dei personaggi più insignificanti che abbia mai visto: pur sorvolando sull'innaturale relazione che s'instaura fra i due, la sua è una presenza troppo evanescente, compare solo di rado ed in genere ha poco da dire. Molto più interessante Miyoshi, la ragazza di Takagi, un vero e proprio tornado di simpatia.
La trama, dunque, non è poi questo granché; tuttavia si finisce inevitabilmente per apprezzarla in quanto è sin troppo facile lasciarsi coinvolgere dai protagonisti e dalla loro rincorsa a un sogno. Si finisce quasi per immedesimarsi in loro. E se lo sforzo estremo a cui si sottopongono - spesso non dormono, certamente non hanno il tempo per studiare e, chi per un verso chi per l'altro, difficilmente escono con la propria ragazza - ci fa un po' storcere il naso, il loro entusiasmo finisce per essere quasi contagioso.
In definitiva, Bakuman è un buon anime, ma niente di memorabile. Il difetto principale sta nel fatto che l'intento “divulgativo” può risultare interessante all'inizio ma, in assenza di troppi sviluppi nella trama principale, alla lunga può finire per stancare. La mia valutazione è comunque buona.
Stento a capire molte delle critiche che sono state mosse un po’ da ogni parte a questo lavoro. Premetto che non ho letto il manga e che non sono interessato a farlo, e che quindi non sono in grado di valutare le questioni di adattamento; quella che mi sono ritrovato sullo schermo, però, è una serie dinamica, briosa, ben scritta, ben costruita e molto, molto simpatica. È impossibile non lasciarsi coinvolgere se almeno una volta ci si è chiusi in camera, da soli o con compagni di lotta, per tentare di disegnare un fumetto, scrivere un libro, registrare un disco, sicuri di “farcela” e pieni dell’entusiasmo incontaminato che si può avere solo al di sotto dei 25 anni - ho fatto tutte queste cose, quindi ero un po’ lo spettatore ideale.
Vero tutto quello che si vuole, le premesse sono piuttosto inverosimili (studio professionale à la clé, riviste a tiratura nazionale che ti ricevono come niente, geni che spuntano da tutte le parti, rapporti amorosi platonico-cavallereschi), ma il risultato è in tutto e per tutto appagante. Da tempo non mi capitava di costringermi a dosare le puntate per lottare contro la voglia di vedere subito come andava avanti.
L’arco narrativo è ben costruito, lo svolgimento è graduale e incalzante, e se l’andatura ad alcuni è sembrata “lenta”, mi chiedo che razza di serie shounen piene di colpi di scena e battaglie siano abituati a guardare.
La “morale” è piuttosto condivisibile e propinata con discrezione: il lavoro duro è premio a se stesso (how japanese…!), anche se poi i protagonisti vincono alla grande e noialtri fessi, dopo averli accompagnati per 25 puntate, si resta con il lavoro duro e il conto in banca in rosso.
Tanto per andare controcorrente, in ogni caso, mi sembra che il comparto grafico sia eccellente. La caratterizzazione è ottima, le famose espressioni sbilenche a me sono sembrate efficacissime e contagiose, le animazioni non mi sono sembrate così male - niente battaglie? Peccato. Le musiche sono coinvolgenti e azzeccate, perfino alcune delle sigle, che in genere salto sempre a piedi pari. Volendo ci sarebbero molte altre osservazioni da fare, ma la chiudo qui e con piena convinzione appioppo a questo Bakuman un bel 8.
Vero tutto quello che si vuole, le premesse sono piuttosto inverosimili (studio professionale à la clé, riviste a tiratura nazionale che ti ricevono come niente, geni che spuntano da tutte le parti, rapporti amorosi platonico-cavallereschi), ma il risultato è in tutto e per tutto appagante. Da tempo non mi capitava di costringermi a dosare le puntate per lottare contro la voglia di vedere subito come andava avanti.
L’arco narrativo è ben costruito, lo svolgimento è graduale e incalzante, e se l’andatura ad alcuni è sembrata “lenta”, mi chiedo che razza di serie shounen piene di colpi di scena e battaglie siano abituati a guardare.
La “morale” è piuttosto condivisibile e propinata con discrezione: il lavoro duro è premio a se stesso (how japanese…!), anche se poi i protagonisti vincono alla grande e noialtri fessi, dopo averli accompagnati per 25 puntate, si resta con il lavoro duro e il conto in banca in rosso.
Tanto per andare controcorrente, in ogni caso, mi sembra che il comparto grafico sia eccellente. La caratterizzazione è ottima, le famose espressioni sbilenche a me sono sembrate efficacissime e contagiose, le animazioni non mi sono sembrate così male - niente battaglie? Peccato. Le musiche sono coinvolgenti e azzeccate, perfino alcune delle sigle, che in genere salto sempre a piedi pari. Volendo ci sarebbero molte altre osservazioni da fare, ma la chiudo qui e con piena convinzione appioppo a questo Bakuman un bel 8.
Sono sempre stata una strenua detrattrice del manga da cui è tratto codesto anime, fin dai tempi non poi così lontani in cui Tsugumi Ohba deliziava il lettore con continui, molesti e a dir poco autoreferenziali riferimenti a <i>Death Note</i> (ancora rabbrividisco al ricordo di frasi come “Mi sento come Gevanni”), con polpettoni di dubbio gusto sull’inferiorità della donna ed esternazioni sui cosiddetti <i>salarymen</i> che hanno fatto storcere più di qualche bocca - per quanto in realtà queste ultime fossero, nel complesso, piuttosto blande. Ne sa qualcosa un certo signor Sato, che dopo aver letto una frase a suo dire irrispettosa nei confronti degli impiegati aveva deciso di creare un proprio contro-manifesto su quanto il mondo dei manga sia più crudele e vicino a quello dei lavoratori "mortali" di quanto non traspaia dall’opera incriminata, progetto tristemente naufragato dopo soli tre capitoli. Indipendentemente da queste sgradevoli parentesi, che fortunatamente nel corso del tempo si sono sensibilmente rarefatte fino a sparire, <i>Bakuman</i> è un manga che, per usare un eufemismo, mi fa cadere le braccia ogni singola settimana da quando ho iniziato a leggerlo.
<i>E allora perché hai dato 6 all’anime?</i>, potrebbe chiedersi qualcuno. <i>Non ti sembra un atteggiamento incoerente da parte tua?</i> Affatto: non posso scaricare su un mero adattamento le colpe dell’opera da cui è tratto, perlomeno non così a cuor leggero. In altre parole ritengo che, compatibilmente con la qualità della “materia prima” a disposizione, difficilmente si potesse fare meglio.
Partiamo dalle basi: <i>Bakuman</i> è un manga che parla di manga. O meglio: di cosa significhi essere un <i>mangaka</i> al soldo di “Weekly Shounen Jump”, la rivista su cui viene regolarmente pubblicato. Trattandosi di una testata dal funzionamento piuttosto articolato e complesso, che si basa fondamentalmente su numerose statistiche e su una linea editoriale che difficilmente ammette eccezioni, il modo più efficace di “iniziare” il lettore a ciò che accade al suo interno è sicuramente quello di porlo allo stesso livello dei due protagonisti, Moritaka Mashiro e Akito Takagi, quattordicenni il cui sogno è, appunto, quello di venire pubblicati proprio lì. Il primo disegna molto bene (leggasi come Takeshi Obata che si occupa, appunto, dell' <i>artwork</i>), mentre del secondo ci vengono da subito cantate le lodi come scrittore.
Ma perché proprio “Jump”? A parte il fatto che è “Jump” – “Jack” nella versione animata - a permettere a Ohba e Obata di portare a casa la pagnotta, ovviamente. Risposta: perché l’obiettivo finale è quello di vedere il proprio manga trasposto in un anime, cosa che richiede una certa notorietà pregressa. Notorietà che "Jump" ti può dare relativamente in poco tempo, se sei tanto bravo da riuscire a farti serializzare e, cosa ancor più importante, da sopravvivere ai terribili sondaggi settimanali attraverso i quali si determinano le sorti di un'opera.
E di tempo a disposizione Mashiro e socio ne hanno poco: l'idea sarebbe, infatti, di raggiungere questo traguardo entro i 18 anni. A doppiare l’eroina del loro anime dovrà essere Miho Azuki, grande amore - ricambiato, <i>of course</i> - di Mashiro, e fino a quando ciò non accadrà i due, per scelta di lei, dovranno evitare il più possibile di vedersi e sentirsi. L’unica eccezione ammessa consiste nelle e-mail che, di tanto in tanto, potranno scambiarsi per incoraggiarsi a vicenda. Ma quanto è lungo e impervio il cammino verso il successo? Riusciranno i nostri eroi a guadagnare vetta indenni, felici e contenti?
L'anime segue la vicenda dalla nascita del <i>team</i> Ashirogi Muto - nome d'arte di Mashiro e socio - fino alla tanto attesa serializzazione (capitolo 34 del manga, all'incirca un quarto di quelli finora pubblicati), ricoprendo cioè un arco temporale di... due anni. Possibile che due ragazzi che vanno ancora a scuola riescano a debuttare in così poco tempo in un ambiente tanto competitivo? E perché non dovrebbe esserlo? In fin dei conti esistono dodicenni già laureati o bambini che a nove anni si portano a casa nientepopodimeno che un Premio Oscar. Il problema è che in <i>Bakuman</i> ci sono quasi più geni che persone normali, un evento senza pari nella storia della statistica. Oltre ai nostri eroi abbiamo infatti Eiji Niizuma, il loro amico-nemico per antonomasia. Avete presente quei manga i cui protagonisti nutrono tra di loro un sentimento al confine tra la rivalità e l'ammirazione più incondizionata, tipo <i>Captain Tsubasa</i> o giù di lì? Ecco, tra - gli - Ashirogi e lui intercorrono pressoché le stesse dinamiche, solo che in <i>Bakuman</i> non si è soliti dimostrare all'avversario la propria stima fracassandogli le tibie. E a questi si aggiungono altri giovani di belle speranze che se non sono proprio dei prodigi poco ci manca.
Obiettivo: cambiare "Jump" tutti insieme, dando vita a una testata più moderna e più giusta. Più giusta secondo il loro punto di vista, ovviamente: è infatti prassi assai comune nell'opera ritenere che, se il manga X viene rigettato, non è perché fa schifo ma perché il Dipartimento Editoriale non capisce niente, con buona pace di Occam e del suo famoso rasoio.
Mi pare già di udire i fan prorompere in un sonoro sbuffo: <i>È uno shouneeeeeeeeen, non puoi aspettarti di trovare una copia conforme della vita reale, chi mai leggerebbe un manga di gente schifosamente normale con una vita schifosamente normale?</i> Capisco perfettamente il vostro punto di vista, cari amici, ma dal momento che la storia non potrebbe attingere da un contesto più reale di così non vedo come potrebbe nuocerle un pizzico di verosimiglianza in più. E badate bene, non ho detto <i>plausibilità</i>. Voglio dire, non c'erano già abbastanza manga sui manga da cui ricavare un messaggio non dico sbagliato, ma sicuramente <i>inesatto</i> su cosa significhi davvero essere un <i>mangaka</i>?
La fedeltà al manga è talmente alta da risultare quasi imbarazzante per una che, come me, arriva a condividerne al massimo tre scelte narrative su dieci. Ne consegue che qualsiasi aggiunta sia accolta con estrema gioia, peccato che nella maggior parte dei casi si tratti di siparietti pseudocomici, di cui nessuno sentiva la necessità, o di spoiler assai fastidiosi. Non fastidiosi in quanto anticipazioni in sé, intendiamoci; no, qui il problema è la <i>frequenza</i> con cui essi vengono proposti nel corso degli episodi, decisamente inopportuna considerando che il loro impatto sulla trama è infinitesimale.
Mi riferisco all’introduzione a scoppio ultraritardato di Koogy, una rockstar/icona culturale/<i>cash cow</i> che, al pari di tanti suoi colleghi in carne e ossa – non solo provenienti dal mondo della musica ma dallo <i>show business</i> in generale -, decide di espandere i propri orizzonti artistici con il chiaro intento di approfittare della sua popolarità per avere successo anche nei manga. Lo vediamo quindi sui cartelloni pubblicitari della metropolitana, alla televisione, sui poster attaccati alle pareti dei <i>fast food</i>… più o meno dappertutto, insomma, così come dappertutto possiamo udire le sue canzoni, sia per bocca sua sia per bocca altrui, con grande sofferenza per le orecchie del pubblico. Un vero e proprio bombardamento che si trascina fin quasi alla fine della serie, quando finalmente la sua identità e il suo scopo vengono rivelati.
Probabilmente lo spettatore che non ha letto il manga sarà rimasto favorevolmente colpito da questo colpo di scena, anche se in realtà bisognerebbe essere davvero duri di comprendonio per non iniziare a subodorare qualcosa dopo la terza o la quarta volta che gli sceneggiatori ricorrono allo stesso trucchetto trito e ritrito, ma tutti gli altri non possono che prorompere in un più o meno indispettito "Era ora!".
Ci sono al contrario altre rare e fugaci aggiunte che perfino una brontolona contachiodi come la sottoscritta ha avuto modo di apprezzare e che rimediano in parte a quello che, personalmente, reputo una grandissima lacuna da parte Ohba - perlomeno in quest'opera: l’introspezione psicologica. Incredibilmente illuminante in tal senso è un brevissimo dialogo tra Takagi e suo fratello Aniki, invero più un maldestro scambio di convenevoli che una vera e propria conversazione, che pur nella sua semplicità fornisce un’importantissima chiave di lettura del personaggio. In generale ho sempre trovato la sua psicologia molto più approfondita rispetto a quella di Mashiro, cosa piuttosto grave e singolare dal momento che è quest'ultimo il vero protagonista della storia. Ci sono infatti dei passaggi fondamentali del suo processo di evoluzione personale che a parer mio né il manga né l'anime sono riusciti a rendere con la dovuta profondità, cosa che certamente non aiuta il lettore/spettatore a identificarsi con lui né a comprendere le ragioni di certe sue azioni.
Anche Niizuma risulta, nonostante l'ottimo doppiaggio da parte di Nobuhiko Okamoto, piuttosto sottotono, poco più che una macchietta con l'unico scopo di far ridere. Diversamente altri personaggi, come Akira Hattori, Aiko Iwase e Ko Aoki - rispettivamente il primo editor d(egl)i Ashirogi, una pretendente di Takagi e una <i>shojo mangaka</i> che si ritrova quasi per caso a debuttare nel mondo degli <i>shounen</i> - sono nettamente più incisivi rispetto ai loro corrispettivi cartacei. Mi piacerebbe approfondire ulteriormente il discorso, ma poiché è più attinente al manga che all'anime sono costretta a fermarmi qui - sperando di non avervi già annoiato oltre misura.
Il comparto tecnico non fa esattamente gridare al miracolo: animazioni appena nella norma, una fotografia che talvolta lascia perplessi, una regia piuttosto anonima i cui pochi sprazzi di originalità sono come gocce nel mare, e dei disegni piuttosto scialbi e raffazzonati. In particolare le espressioni dei personaggi risultano spesso inadeguate al contesto, con sguardi vacui e bocche distorte in quello che Stephenie Meyer definirebbe un “sorriso sghembo”, ma che a casa mia si chiama, molto più prosaicamente, smorfia. Al contrario il doppiaggio, una volta abituatisi, risulta quasi sempre gradevole e azzeccato, a parte nel caso di Kaya Miyoshi, la migliore amica di Azuki, la cui voce è semplicemente inascoltabile. Se da un lato questa caratteristica calza a pennello al suo personaggio, che di certo non si contraddistingue per finezza e femminilità, dall'altra non si può non rabbrividire ogni volta che costei apre bocca, cosa che accade piuttosto spesso e a un volume inusitatamente alto.
La colonna sonora ha l'incredibile capacità di rimanere immediatamente impressa nella mente dello spettatore, ma a parte l'ottima <i>Hero! Sore wa densetsu</i>, opening de <i>La leggenda dei supereroi</i>, anime ispirato all'omonimo manga creato dallo zio defunto di Moritaka, l'ho trovata piuttosto leziosa e invadente. A proposito del brano appena citato è interessante fare notare che per concepire <i>La leggenda dei supereroi</i> Tsugumi Ohba sembra avere attinto a piene mani da <i>Tottemo! Luckyman</i>, un <i>gag hero manga</i> di tale Hiroshi Gamō pubblicato su “Jump” dal 1993 al 1996. Le somiglianze concettuali e stilistiche sono talmente numerose e precise che si vocifera che Ohba altri non sia che lo stesso Gamō sotto mentite spoglie. Inoltre coprendo la parte inferiore del logo di <i>Bakuman</i> -quello in caratteri latini- si può leggere la parola “Rakiiman”, trascrizione in <i>Rōmaji</i> di “Luckyman”. Soltanto una serie di coincidenze? Chissà.
Per concludere, come anime <i>Bakuman</i> è tutt'altro che malvagio, semmai lo definirei molto sfortunato. Mi auguro che nella seconda serie, che dovrebbe andare in onda nell'autunno del 2011, la rotta venga corretta laddove sarà necessario e/o auspicabile, fermo restando che il materiale su cui lavorare non è dei migliori. Meglio comunque una ciambella senza buco che un buco senza ciambella.
<i>E allora perché hai dato 6 all’anime?</i>, potrebbe chiedersi qualcuno. <i>Non ti sembra un atteggiamento incoerente da parte tua?</i> Affatto: non posso scaricare su un mero adattamento le colpe dell’opera da cui è tratto, perlomeno non così a cuor leggero. In altre parole ritengo che, compatibilmente con la qualità della “materia prima” a disposizione, difficilmente si potesse fare meglio.
Partiamo dalle basi: <i>Bakuman</i> è un manga che parla di manga. O meglio: di cosa significhi essere un <i>mangaka</i> al soldo di “Weekly Shounen Jump”, la rivista su cui viene regolarmente pubblicato. Trattandosi di una testata dal funzionamento piuttosto articolato e complesso, che si basa fondamentalmente su numerose statistiche e su una linea editoriale che difficilmente ammette eccezioni, il modo più efficace di “iniziare” il lettore a ciò che accade al suo interno è sicuramente quello di porlo allo stesso livello dei due protagonisti, Moritaka Mashiro e Akito Takagi, quattordicenni il cui sogno è, appunto, quello di venire pubblicati proprio lì. Il primo disegna molto bene (leggasi come Takeshi Obata che si occupa, appunto, dell' <i>artwork</i>), mentre del secondo ci vengono da subito cantate le lodi come scrittore.
Ma perché proprio “Jump”? A parte il fatto che è “Jump” – “Jack” nella versione animata - a permettere a Ohba e Obata di portare a casa la pagnotta, ovviamente. Risposta: perché l’obiettivo finale è quello di vedere il proprio manga trasposto in un anime, cosa che richiede una certa notorietà pregressa. Notorietà che "Jump" ti può dare relativamente in poco tempo, se sei tanto bravo da riuscire a farti serializzare e, cosa ancor più importante, da sopravvivere ai terribili sondaggi settimanali attraverso i quali si determinano le sorti di un'opera.
E di tempo a disposizione Mashiro e socio ne hanno poco: l'idea sarebbe, infatti, di raggiungere questo traguardo entro i 18 anni. A doppiare l’eroina del loro anime dovrà essere Miho Azuki, grande amore - ricambiato, <i>of course</i> - di Mashiro, e fino a quando ciò non accadrà i due, per scelta di lei, dovranno evitare il più possibile di vedersi e sentirsi. L’unica eccezione ammessa consiste nelle e-mail che, di tanto in tanto, potranno scambiarsi per incoraggiarsi a vicenda. Ma quanto è lungo e impervio il cammino verso il successo? Riusciranno i nostri eroi a guadagnare vetta indenni, felici e contenti?
L'anime segue la vicenda dalla nascita del <i>team</i> Ashirogi Muto - nome d'arte di Mashiro e socio - fino alla tanto attesa serializzazione (capitolo 34 del manga, all'incirca un quarto di quelli finora pubblicati), ricoprendo cioè un arco temporale di... due anni. Possibile che due ragazzi che vanno ancora a scuola riescano a debuttare in così poco tempo in un ambiente tanto competitivo? E perché non dovrebbe esserlo? In fin dei conti esistono dodicenni già laureati o bambini che a nove anni si portano a casa nientepopodimeno che un Premio Oscar. Il problema è che in <i>Bakuman</i> ci sono quasi più geni che persone normali, un evento senza pari nella storia della statistica. Oltre ai nostri eroi abbiamo infatti Eiji Niizuma, il loro amico-nemico per antonomasia. Avete presente quei manga i cui protagonisti nutrono tra di loro un sentimento al confine tra la rivalità e l'ammirazione più incondizionata, tipo <i>Captain Tsubasa</i> o giù di lì? Ecco, tra - gli - Ashirogi e lui intercorrono pressoché le stesse dinamiche, solo che in <i>Bakuman</i> non si è soliti dimostrare all'avversario la propria stima fracassandogli le tibie. E a questi si aggiungono altri giovani di belle speranze che se non sono proprio dei prodigi poco ci manca.
Obiettivo: cambiare "Jump" tutti insieme, dando vita a una testata più moderna e più giusta. Più giusta secondo il loro punto di vista, ovviamente: è infatti prassi assai comune nell'opera ritenere che, se il manga X viene rigettato, non è perché fa schifo ma perché il Dipartimento Editoriale non capisce niente, con buona pace di Occam e del suo famoso rasoio.
Mi pare già di udire i fan prorompere in un sonoro sbuffo: <i>È uno shouneeeeeeeeen, non puoi aspettarti di trovare una copia conforme della vita reale, chi mai leggerebbe un manga di gente schifosamente normale con una vita schifosamente normale?</i> Capisco perfettamente il vostro punto di vista, cari amici, ma dal momento che la storia non potrebbe attingere da un contesto più reale di così non vedo come potrebbe nuocerle un pizzico di verosimiglianza in più. E badate bene, non ho detto <i>plausibilità</i>. Voglio dire, non c'erano già abbastanza manga sui manga da cui ricavare un messaggio non dico sbagliato, ma sicuramente <i>inesatto</i> su cosa significhi davvero essere un <i>mangaka</i>?
La fedeltà al manga è talmente alta da risultare quasi imbarazzante per una che, come me, arriva a condividerne al massimo tre scelte narrative su dieci. Ne consegue che qualsiasi aggiunta sia accolta con estrema gioia, peccato che nella maggior parte dei casi si tratti di siparietti pseudocomici, di cui nessuno sentiva la necessità, o di spoiler assai fastidiosi. Non fastidiosi in quanto anticipazioni in sé, intendiamoci; no, qui il problema è la <i>frequenza</i> con cui essi vengono proposti nel corso degli episodi, decisamente inopportuna considerando che il loro impatto sulla trama è infinitesimale.
Mi riferisco all’introduzione a scoppio ultraritardato di Koogy, una rockstar/icona culturale/<i>cash cow</i> che, al pari di tanti suoi colleghi in carne e ossa – non solo provenienti dal mondo della musica ma dallo <i>show business</i> in generale -, decide di espandere i propri orizzonti artistici con il chiaro intento di approfittare della sua popolarità per avere successo anche nei manga. Lo vediamo quindi sui cartelloni pubblicitari della metropolitana, alla televisione, sui poster attaccati alle pareti dei <i>fast food</i>… più o meno dappertutto, insomma, così come dappertutto possiamo udire le sue canzoni, sia per bocca sua sia per bocca altrui, con grande sofferenza per le orecchie del pubblico. Un vero e proprio bombardamento che si trascina fin quasi alla fine della serie, quando finalmente la sua identità e il suo scopo vengono rivelati.
Probabilmente lo spettatore che non ha letto il manga sarà rimasto favorevolmente colpito da questo colpo di scena, anche se in realtà bisognerebbe essere davvero duri di comprendonio per non iniziare a subodorare qualcosa dopo la terza o la quarta volta che gli sceneggiatori ricorrono allo stesso trucchetto trito e ritrito, ma tutti gli altri non possono che prorompere in un più o meno indispettito "Era ora!".
Ci sono al contrario altre rare e fugaci aggiunte che perfino una brontolona contachiodi come la sottoscritta ha avuto modo di apprezzare e che rimediano in parte a quello che, personalmente, reputo una grandissima lacuna da parte Ohba - perlomeno in quest'opera: l’introspezione psicologica. Incredibilmente illuminante in tal senso è un brevissimo dialogo tra Takagi e suo fratello Aniki, invero più un maldestro scambio di convenevoli che una vera e propria conversazione, che pur nella sua semplicità fornisce un’importantissima chiave di lettura del personaggio. In generale ho sempre trovato la sua psicologia molto più approfondita rispetto a quella di Mashiro, cosa piuttosto grave e singolare dal momento che è quest'ultimo il vero protagonista della storia. Ci sono infatti dei passaggi fondamentali del suo processo di evoluzione personale che a parer mio né il manga né l'anime sono riusciti a rendere con la dovuta profondità, cosa che certamente non aiuta il lettore/spettatore a identificarsi con lui né a comprendere le ragioni di certe sue azioni.
Anche Niizuma risulta, nonostante l'ottimo doppiaggio da parte di Nobuhiko Okamoto, piuttosto sottotono, poco più che una macchietta con l'unico scopo di far ridere. Diversamente altri personaggi, come Akira Hattori, Aiko Iwase e Ko Aoki - rispettivamente il primo editor d(egl)i Ashirogi, una pretendente di Takagi e una <i>shojo mangaka</i> che si ritrova quasi per caso a debuttare nel mondo degli <i>shounen</i> - sono nettamente più incisivi rispetto ai loro corrispettivi cartacei. Mi piacerebbe approfondire ulteriormente il discorso, ma poiché è più attinente al manga che all'anime sono costretta a fermarmi qui - sperando di non avervi già annoiato oltre misura.
Il comparto tecnico non fa esattamente gridare al miracolo: animazioni appena nella norma, una fotografia che talvolta lascia perplessi, una regia piuttosto anonima i cui pochi sprazzi di originalità sono come gocce nel mare, e dei disegni piuttosto scialbi e raffazzonati. In particolare le espressioni dei personaggi risultano spesso inadeguate al contesto, con sguardi vacui e bocche distorte in quello che Stephenie Meyer definirebbe un “sorriso sghembo”, ma che a casa mia si chiama, molto più prosaicamente, smorfia. Al contrario il doppiaggio, una volta abituatisi, risulta quasi sempre gradevole e azzeccato, a parte nel caso di Kaya Miyoshi, la migliore amica di Azuki, la cui voce è semplicemente inascoltabile. Se da un lato questa caratteristica calza a pennello al suo personaggio, che di certo non si contraddistingue per finezza e femminilità, dall'altra non si può non rabbrividire ogni volta che costei apre bocca, cosa che accade piuttosto spesso e a un volume inusitatamente alto.
La colonna sonora ha l'incredibile capacità di rimanere immediatamente impressa nella mente dello spettatore, ma a parte l'ottima <i>Hero! Sore wa densetsu</i>, opening de <i>La leggenda dei supereroi</i>, anime ispirato all'omonimo manga creato dallo zio defunto di Moritaka, l'ho trovata piuttosto leziosa e invadente. A proposito del brano appena citato è interessante fare notare che per concepire <i>La leggenda dei supereroi</i> Tsugumi Ohba sembra avere attinto a piene mani da <i>Tottemo! Luckyman</i>, un <i>gag hero manga</i> di tale Hiroshi Gamō pubblicato su “Jump” dal 1993 al 1996. Le somiglianze concettuali e stilistiche sono talmente numerose e precise che si vocifera che Ohba altri non sia che lo stesso Gamō sotto mentite spoglie. Inoltre coprendo la parte inferiore del logo di <i>Bakuman</i> -quello in caratteri latini- si può leggere la parola “Rakiiman”, trascrizione in <i>Rōmaji</i> di “Luckyman”. Soltanto una serie di coincidenze? Chissà.
Per concludere, come anime <i>Bakuman</i> è tutt'altro che malvagio, semmai lo definirei molto sfortunato. Mi auguro che nella seconda serie, che dovrebbe andare in onda nell'autunno del 2011, la rotta venga corretta laddove sarà necessario e/o auspicabile, fermo restando che il materiale su cui lavorare non è dei migliori. Meglio comunque una ciambella senza buco che un buco senza ciambella.
Non ho letto il manga ma devo dire che l'anime di Bakuman mi è piaciuto. E' originale, un anime che parla di manga e anime, non so se si sia mai sentito. E' anche interessante vedere come si evolve la trama, tra i vari momenti che vivono i due protagonisti, dai loro sogni alle delusioni e ai successi.
Purtroppo qualche difettuccio c'è, a cominciare dai personaggi di Mashiro e Miho, troppo surreali, e inverosimili. Poi anche il disegno mi è sembrato troppo semplicistico, decisamente al di sotto di quello che ad esempio si è visto nell'anime di Death Note.
In definitiva mi sento di consigliare quest'anime a chi ha voglia di qualcosa di diverso rispetto al solito, e che non mangi pane e azione.
Purtroppo qualche difettuccio c'è, a cominciare dai personaggi di Mashiro e Miho, troppo surreali, e inverosimili. Poi anche il disegno mi è sembrato troppo semplicistico, decisamente al di sotto di quello che ad esempio si è visto nell'anime di Death Note.
In definitiva mi sento di consigliare quest'anime a chi ha voglia di qualcosa di diverso rispetto al solito, e che non mangi pane e azione.
Ora che ho visto 16 episodi, posso ritenermi in grado di recensire l'opera.
Innanzitutto ci tengo a precisare che a questa prima serie di 25 episodi ne seguirà una seconda il prossimo autunno e poi non si sa se ce ne saranno altre - dipende da quando finisce il manga.
Bakuman è un'opera che ho apprezzato fin dal primo episodio dato il mio interesse verso manga, anime e Giappone in generale. Questa serie presenta una particolarità: ogni fine di episodio ti fa venire voglia di vedere il successivo. Questo è possibile perché la trama non si interrompe mai e va avanti incessantemente mostrandoci i progressi dei due protagonisti che sono due aspiranti mangaka, cioè autori di fumetti giapponesi.
A questo tema principale si intreccia il tema amoroso, che per fortuna non finisce per invadere l'intera storia, ma si prende solo i suoi piccoli spazi, dato che la storia è incentrata sui manga e quindi tra le ambientazioni principali abbiamo lo studio dove lavorano i due protagonisti e lo studio del "Jack", rivista sulla quale i due tentano di diventare popolari, ispirata alla reale rivista "Weekly Shonen Jump" su cui viene serializzato il manga - quello vero, non quello che fanno i protagonisti.
Inutile dilungarmi sulla trama che è già stata descritta e poi rovinerei il gusto di vedere l'anime.
Piuttosto voglio complimentarmi con i compositori delle opening, delle ending e delle musiche negli episodi, che trovo tutte stupende.
Anche i disegni sono molto ben fatti, nelle altre recensioni si muovono critiche a questi ultimi, ma per me sono bellissimi: non ritengo vero che l'animazione sia stata curata male.
I doppiatori pure sono bravi. Insomma, per me quest'opera non ha punti deboli: ogni episodio ti rapisce per tutti i suoi 22 minuti, che per fortuna sembrano un'eternità dato che in un episodio i personaggi fanno un sacco di cose e la trama va avanti velocemente.
Le do un grandissimo 9 che non penso proprio possa scendere con il passare del tempo. Forse può salire.
Innanzitutto ci tengo a precisare che a questa prima serie di 25 episodi ne seguirà una seconda il prossimo autunno e poi non si sa se ce ne saranno altre - dipende da quando finisce il manga.
Bakuman è un'opera che ho apprezzato fin dal primo episodio dato il mio interesse verso manga, anime e Giappone in generale. Questa serie presenta una particolarità: ogni fine di episodio ti fa venire voglia di vedere il successivo. Questo è possibile perché la trama non si interrompe mai e va avanti incessantemente mostrandoci i progressi dei due protagonisti che sono due aspiranti mangaka, cioè autori di fumetti giapponesi.
A questo tema principale si intreccia il tema amoroso, che per fortuna non finisce per invadere l'intera storia, ma si prende solo i suoi piccoli spazi, dato che la storia è incentrata sui manga e quindi tra le ambientazioni principali abbiamo lo studio dove lavorano i due protagonisti e lo studio del "Jack", rivista sulla quale i due tentano di diventare popolari, ispirata alla reale rivista "Weekly Shonen Jump" su cui viene serializzato il manga - quello vero, non quello che fanno i protagonisti.
Inutile dilungarmi sulla trama che è già stata descritta e poi rovinerei il gusto di vedere l'anime.
Piuttosto voglio complimentarmi con i compositori delle opening, delle ending e delle musiche negli episodi, che trovo tutte stupende.
Anche i disegni sono molto ben fatti, nelle altre recensioni si muovono critiche a questi ultimi, ma per me sono bellissimi: non ritengo vero che l'animazione sia stata curata male.
I doppiatori pure sono bravi. Insomma, per me quest'opera non ha punti deboli: ogni episodio ti rapisce per tutti i suoi 22 minuti, che per fortuna sembrano un'eternità dato che in un episodio i personaggi fanno un sacco di cose e la trama va avanti velocemente.
Le do un grandissimo 9 che non penso proprio possa scendere con il passare del tempo. Forse può salire.
Bakuman per me è semplicemente geniale. Purtroppo non ho fatto in tempo ad acquistare il manga, comunque l'anime per me è bello, mi ha preso sin dall'inizio e ogni episodio mi tiene incollato allo schermo. Ovviamente non ci si poteva aspettare niente di meglio dagli autori di Death Note.
Sia Mashiro sia Takagi mi piacciono un sacco e mi piace soprattutto il fatto che abbiano tutta questa libertà, cioè il fatto di avere a disposizione lo studio dello zio di Mashiro e di poter lavorare autonomamente. Mi piace molto che ci siano vari riferimenti ad altri manga di successo come Naruto, One Piece e Bleach; in particolare mi è piaciuta moltissimo la scena in cui Mashiro e Takagi sono saliti per la prima volta al primo piano della Shūeisha e vedono tutti quei poster sono rimasti estasiati.
Bakuman è un anime che mostra l'importanza dei manga nella cultura giapponese; ripeto, per me è semplicemente geniale.
Sia Mashiro sia Takagi mi piacciono un sacco e mi piace soprattutto il fatto che abbiano tutta questa libertà, cioè il fatto di avere a disposizione lo studio dello zio di Mashiro e di poter lavorare autonomamente. Mi piace molto che ci siano vari riferimenti ad altri manga di successo come Naruto, One Piece e Bleach; in particolare mi è piaciuta moltissimo la scena in cui Mashiro e Takagi sono saliti per la prima volta al primo piano della Shūeisha e vedono tutti quei poster sono rimasti estasiati.
Bakuman è un anime che mostra l'importanza dei manga nella cultura giapponese; ripeto, per me è semplicemente geniale.
L'anime Bakuman è tratto dall'omonimo manga di Tsugumi Ohba e di Takeshi Obata. Di solito nella versione anime molti elementi, presenti invece nel manga, vengono trascurati o completamente stravolti. In Bakuman invece non ci sono grossi cambiamenti, anzi ritengo corretta l'idea di lasciare i disegni originali (anche se un po' ritoccati) anziché mettere roba moe e bishonen ovunque. La sigla iniziale mi è piaciuta molto; nonostante il criticismo circa la troppa attenzione riservata alla storia d'amore tra Mashiro e Azuki, direi che questa si accosta perfettamente alla parte iniziale dell'anime e del manga; anche la parte musicale devo dire che non è male.
Per quanto riguarda i doppiatori non sono molto convinto di quelli di Mashiro e di Azuki, ma lasciamoli da parte. Come qualcuno già ha sostenuto non è semplice tradurre un manga come Bakuman in anime, ma posso dirmi soddisfatto.
Protagonisti di Bakuman sono Takagi Akito e Mashiro Moritaka; entrambi sognano di diventare famosi mangaka e di ottenere una trasposizione anime nel lasso di tempo più breve. Storia di fondo, ma non per questo meno importante, è quella della relazione a distanza tra Mashiro e Azuki. I due si scambiano una promessa: lui diventerà un famoso mangaka e otterrà un anime per la sua serie, lei diventerà una voice actress e doppierà l'eroina del suo anime; una volta realizzati i loro sogni i due potranno sposarsi. Potrà effettivamente sembrare solo una storia di fondo, ma personalmente la ritengo importante, dati gli effetti positivi che ne risulteranno nel lavoro di Mashiro come disegnatore di manga. Takagi invece si occuperà della parte scritta del manga. Da qui la storia di Ashirogi Muto (iniziali di Takaghi, Mashiro e Azuki) inizia.
Bakuman secondo me è un anime molto bello, dalle varie sfaccettature. Lo consiglio vivamente a tutti; personalmente ritengo interessante vedere come vengono creati i manga e quanto lavoro ci stia dietro: è anche questo uno spaccato di società Giapponese
Per quanto riguarda i doppiatori non sono molto convinto di quelli di Mashiro e di Azuki, ma lasciamoli da parte. Come qualcuno già ha sostenuto non è semplice tradurre un manga come Bakuman in anime, ma posso dirmi soddisfatto.
Protagonisti di Bakuman sono Takagi Akito e Mashiro Moritaka; entrambi sognano di diventare famosi mangaka e di ottenere una trasposizione anime nel lasso di tempo più breve. Storia di fondo, ma non per questo meno importante, è quella della relazione a distanza tra Mashiro e Azuki. I due si scambiano una promessa: lui diventerà un famoso mangaka e otterrà un anime per la sua serie, lei diventerà una voice actress e doppierà l'eroina del suo anime; una volta realizzati i loro sogni i due potranno sposarsi. Potrà effettivamente sembrare solo una storia di fondo, ma personalmente la ritengo importante, dati gli effetti positivi che ne risulteranno nel lavoro di Mashiro come disegnatore di manga. Takagi invece si occuperà della parte scritta del manga. Da qui la storia di Ashirogi Muto (iniziali di Takaghi, Mashiro e Azuki) inizia.
Bakuman secondo me è un anime molto bello, dalle varie sfaccettature. Lo consiglio vivamente a tutti; personalmente ritengo interessante vedere come vengono creati i manga e quanto lavoro ci stia dietro: è anche questo uno spaccato di società Giapponese
Ho atteso con ansia il giorno in cui Bakuman sarebbe diventato un anime. Mi ero detta "Chissà quanti episodi gli daranno, come saranno i disegni e come saranno le voci". Praticamente, ci fantasticavo su.
Bakuman è la degna serie manga degli autori che hanno scritto e disegnato precedentemente Death Note; è ancora in corso, per di più, e sono curiosa di vedere come gli autori dell'anime vogliano tagliare la serie - curiosa in senso negativo.
Adoro le voci di tutti i personaggi, anche se un po' meno quella di Takagi, ma non tutto il male viene per nuocere, o no?
I disegni rimangono fedeli al manga. Per ora, adoro come gli autori dell'anime stanno seguendo, per filo e per segno, la serie, con una fedeltà incredibile, dando rilievo alla storia, molto semplificata, in quanto tutte le spiegazioni del mondo dei manga sono un po' tagliate così come lo sono anche i complicati e articolati pensieri dei personaggi, il che dà meno staticità all'anime.
Con la speranza, diamo un 9, perché il manga l'ho praticamente adorato. Storia: 9. Disegni: 8. Originalità: 10.
Bakuman è la degna serie manga degli autori che hanno scritto e disegnato precedentemente Death Note; è ancora in corso, per di più, e sono curiosa di vedere come gli autori dell'anime vogliano tagliare la serie - curiosa in senso negativo.
Adoro le voci di tutti i personaggi, anche se un po' meno quella di Takagi, ma non tutto il male viene per nuocere, o no?
I disegni rimangono fedeli al manga. Per ora, adoro come gli autori dell'anime stanno seguendo, per filo e per segno, la serie, con una fedeltà incredibile, dando rilievo alla storia, molto semplificata, in quanto tutte le spiegazioni del mondo dei manga sono un po' tagliate così come lo sono anche i complicati e articolati pensieri dei personaggi, il che dà meno staticità all'anime.
Con la speranza, diamo un 9, perché il manga l'ho praticamente adorato. Storia: 9. Disegni: 8. Originalità: 10.
Dopo 11 episodi, torno a dare il mio parere su questa trasposizione animata di Bakuman, e cosa succede? Che il mio voto si abbassa.
Partiamo dall'audio. Se inizialmente solo la sigla iniziale mi ha fatto storcere il naso, sebbene la sigla di chiusura e quella dell'anime-nell'anime, "Hero sore wa densetsu", mi avessero lasciato un'impressione nettamente migliore, adesso si aggiunge un ricco repertorio di musiche d'atmosfera di pessima qualità che s'infiltrano con prepotenza.
La regia mantiene quello che ha promesso nella prima puntata: una dilatazione quasi insostenibile delle scene più "toccanti", proprio laddove il manga si pregiava di non dare un'eccessiva e innaturale attenzione, rispetto alla media, almeno) e un copia-incolla estremamente fedele e ottuso di ogni siparietto presente nell'opera cartacea, che combinati ammazzano completamente il ritmo.
A questo si aggiunge un'inspiegabile insistenza nel porre in evidenza personaggi che solo nel breve futuro avrebbero fatto ingresso nella vicenda, con metodi a dir poco demenziali. Basta guardare questa dodicesima puntata, in cui il musicista e futuro mangaka Koogy, ancora non entrato in scena, viene "introdotto" dal primo piano di un suo poster, accompagnato da un commento "spontaneo" di un tizio qualunque.
Insomma, quest'anime più che una trasposizione sembra un insostenibile stillicidio fatto da un sadico.
Partiamo dall'audio. Se inizialmente solo la sigla iniziale mi ha fatto storcere il naso, sebbene la sigla di chiusura e quella dell'anime-nell'anime, "Hero sore wa densetsu", mi avessero lasciato un'impressione nettamente migliore, adesso si aggiunge un ricco repertorio di musiche d'atmosfera di pessima qualità che s'infiltrano con prepotenza.
La regia mantiene quello che ha promesso nella prima puntata: una dilatazione quasi insostenibile delle scene più "toccanti", proprio laddove il manga si pregiava di non dare un'eccessiva e innaturale attenzione, rispetto alla media, almeno) e un copia-incolla estremamente fedele e ottuso di ogni siparietto presente nell'opera cartacea, che combinati ammazzano completamente il ritmo.
A questo si aggiunge un'inspiegabile insistenza nel porre in evidenza personaggi che solo nel breve futuro avrebbero fatto ingresso nella vicenda, con metodi a dir poco demenziali. Basta guardare questa dodicesima puntata, in cui il musicista e futuro mangaka Koogy, ancora non entrato in scena, viene "introdotto" dal primo piano di un suo poster, accompagnato da un commento "spontaneo" di un tizio qualunque.
Insomma, quest'anime più che una trasposizione sembra un insostenibile stillicidio fatto da un sadico.
Un solo episodio non aiuta a capire bene la qualità di quest'opera. Ho letto il manga e mi è piaciuto molto e, appena appresa la notizia dell'anime, mi sono fiondata su intenet alla sua ricerca.
Sono abbastanza contenta del risultato, anche se mi aspettavo qualcosa in più. Ho trovato assai gradevoli le sigle e il ritmo narrativo non lascia spazio alla noia.
I protagonisti, già ben caratterizzati nel manga, nella versione dell'anime sono molto credibili e carini. Trovo molto efficace il modo nel quale è stato rappresentato il passaggio dal malessere e dall'apatia iniziali di Mashiro, alla sua successiva presa di coscienza e alla sua determinazione di diventare un mangaka, grazie all'influenza di Takagi.
Come già è stato detto, concordo con il fatto che lo studio JC Staff non si sia rivelato all'altezza nella resa grafica. E' vero, non ci sono scene spettacolari o combattimenti, ma la carenza della cura dei dettagli, sia nell'animazione sia nell'espressività dei protagonisti, priva quest'anime di una parte della sua bellezza originale. Comunque è ancora troppo presto. Stiamo a vedere cosa ci riserveranno gli altri episodi.
Non ci sono mezzi voti, ma per me è un 7 e mezzo.
Sono abbastanza contenta del risultato, anche se mi aspettavo qualcosa in più. Ho trovato assai gradevoli le sigle e il ritmo narrativo non lascia spazio alla noia.
I protagonisti, già ben caratterizzati nel manga, nella versione dell'anime sono molto credibili e carini. Trovo molto efficace il modo nel quale è stato rappresentato il passaggio dal malessere e dall'apatia iniziali di Mashiro, alla sua successiva presa di coscienza e alla sua determinazione di diventare un mangaka, grazie all'influenza di Takagi.
Come già è stato detto, concordo con il fatto che lo studio JC Staff non si sia rivelato all'altezza nella resa grafica. E' vero, non ci sono scene spettacolari o combattimenti, ma la carenza della cura dei dettagli, sia nell'animazione sia nell'espressività dei protagonisti, priva quest'anime di una parte della sua bellezza originale. Comunque è ancora troppo presto. Stiamo a vedere cosa ci riserveranno gli altri episodi.
Non ci sono mezzi voti, ma per me è un 7 e mezzo.
Scrivo questa recensione anche se ho visto un solo episodio: la aggiornerò dopo averne visti altri.
La serie animata è tratta dal manga omonimo creato dal duo Tsugumi Ohba e Takeshi Obata (famosi per Death Note) edito sulle pagine di Shounen Jump e che conta 10 volumi tuttora in corso di pubblicazione.
La storia racconta di un ragazzo, Mashiro Moritaka, un ottimo disegnatore che si mette in "società" con Takagi Akito, bravo scrittore, affinché pubblichino un manga. Mashiro è innamorato di Miho Azuki, una ragazza che aspira a diventare doppiatrice. Anche Takagi è innamorato, di Kaya Miyoshi. All'inizio Mashiro rifiuta, ma alla fine accetta e decide di ripercorrere la vita che aveva fatto il suo defunto zio, cioè la vita da mangaka.
Per me è decisamente migliore il manga, anche se ho soltanto visto un episodio. Nonostante questo, l'anime presenta una buona grafica è la sigla iniziale secondo me è ottima, soprattutto l'introduzione, che presenta un buffo supereroe che combatte con le forze del male. Anche i personaggi sono disegnati bene, ma risaltano meno rispetto al manga. Ovviamente devo vedere altri episodi per fornire una descrizione migliore.
In conclusione l'anime non si prospetta male e spero vivamente che migliori ancora per rendere quello che è diventato un manga stupendo un anime eccezionale. Ovviamente Bakuman è un anime piacevole, particolare, bello e soprattutto è indicato per quelli che amano i manga scritti da chi ama i manga. Imperdibile.
La serie animata è tratta dal manga omonimo creato dal duo Tsugumi Ohba e Takeshi Obata (famosi per Death Note) edito sulle pagine di Shounen Jump e che conta 10 volumi tuttora in corso di pubblicazione.
La storia racconta di un ragazzo, Mashiro Moritaka, un ottimo disegnatore che si mette in "società" con Takagi Akito, bravo scrittore, affinché pubblichino un manga. Mashiro è innamorato di Miho Azuki, una ragazza che aspira a diventare doppiatrice. Anche Takagi è innamorato, di Kaya Miyoshi. All'inizio Mashiro rifiuta, ma alla fine accetta e decide di ripercorrere la vita che aveva fatto il suo defunto zio, cioè la vita da mangaka.
Per me è decisamente migliore il manga, anche se ho soltanto visto un episodio. Nonostante questo, l'anime presenta una buona grafica è la sigla iniziale secondo me è ottima, soprattutto l'introduzione, che presenta un buffo supereroe che combatte con le forze del male. Anche i personaggi sono disegnati bene, ma risaltano meno rispetto al manga. Ovviamente devo vedere altri episodi per fornire una descrizione migliore.
In conclusione l'anime non si prospetta male e spero vivamente che migliori ancora per rendere quello che è diventato un manga stupendo un anime eccezionale. Ovviamente Bakuman è un anime piacevole, particolare, bello e soprattutto è indicato per quelli che amano i manga scritti da chi ama i manga. Imperdibile.
Scrivo questa recensione fresca fresca avendo appena finito di guardare il primo episodio.<br>
Penso che generalemnte tutti sappiano la trama ma la riprendo in poche righe.<br>
Tratto dall'omonimo manga "bakuman" degli acclamati Takeshi Obata e Tsugumi Obha (death note), si racconta delle vicende di due ragazzini quattordicenni Mashiro e Takagi, con il sogno di diventare mangaka. Mashiro inizialmente rifuita la proposta di takagi di formare una squadra di mangaka nella quale mashiro sarebbe il disegnatore e takagi l'ideatore di storie. Mashiro segretamente inammorato di Miho, attraverso il suo nuovo amico, scopre che Miho vorrebbe diventare una famosa doppiatrice, sapendo ciò Mashiro le chiede di diventare la voce della protagonista del futuro anime tratto dal suo manga ed una volta raggiunto questo scopo di sposarsi, da qui comincia tutto.<br>
Premetto che JCstaff come studio non mi ha mai fatto impazzire comunque ci propone una buona grafica anche se non ha nulla di particolare, peccano alcune espressioni facciali dei personaggi che sono sminuiti ed appiattiti rispetto al manga, inoltre nulla di speciale riguardante la OP ed ED, sostalzialmente ne sono rimasta un pò delusa di questa versione animata, ma forse dovrei ancora aspettare per dare un giudizio su quest'aspetto.<br>
altra pecca che tengo a sottilineare; quando annunciarono l'uscita dell'anime appunto dissero che l'avrebbero rinchiuso in 25 episodi... ora siamo veramente certi che 25 episodi bastino per un opera del genere!? come hanno intenzione di concluderlo questo anime!? a mio avviso un annuncio simile non promette nulla di buono per il finale, spero per loro che cambino idea.<br>
Dò 7 sia percè voglio riporre un perlo di fiducia si aper l fatto che si parli di bakuman ma nel complesso non sono molto contenta.
Penso che generalemnte tutti sappiano la trama ma la riprendo in poche righe.<br>
Tratto dall'omonimo manga "bakuman" degli acclamati Takeshi Obata e Tsugumi Obha (death note), si racconta delle vicende di due ragazzini quattordicenni Mashiro e Takagi, con il sogno di diventare mangaka. Mashiro inizialmente rifuita la proposta di takagi di formare una squadra di mangaka nella quale mashiro sarebbe il disegnatore e takagi l'ideatore di storie. Mashiro segretamente inammorato di Miho, attraverso il suo nuovo amico, scopre che Miho vorrebbe diventare una famosa doppiatrice, sapendo ciò Mashiro le chiede di diventare la voce della protagonista del futuro anime tratto dal suo manga ed una volta raggiunto questo scopo di sposarsi, da qui comincia tutto.<br>
Premetto che JCstaff come studio non mi ha mai fatto impazzire comunque ci propone una buona grafica anche se non ha nulla di particolare, peccano alcune espressioni facciali dei personaggi che sono sminuiti ed appiattiti rispetto al manga, inoltre nulla di speciale riguardante la OP ed ED, sostalzialmente ne sono rimasta un pò delusa di questa versione animata, ma forse dovrei ancora aspettare per dare un giudizio su quest'aspetto.<br>
altra pecca che tengo a sottilineare; quando annunciarono l'uscita dell'anime appunto dissero che l'avrebbero rinchiuso in 25 episodi... ora siamo veramente certi che 25 episodi bastino per un opera del genere!? come hanno intenzione di concluderlo questo anime!? a mio avviso un annuncio simile non promette nulla di buono per il finale, spero per loro che cambino idea.<br>
Dò 7 sia percè voglio riporre un perlo di fiducia si aper l fatto che si parli di bakuman ma nel complesso non sono molto contenta.