Il professor Layton e l'eterna Diva
Lo studio LEVEL-5 è diventato famoso in tutto il globo grazie a opere come "Inazuma Eleven" (che ha ispirato anche una serie animata di successo) e, soprattutto, grazie alla serie de "Il professor Layton" che - grazie ai suoi enigmi e le sue appassionanti storie - ha catturato in egual modo i giocatori più giovani, quelli più esperti e anche i cosiddetti "Casual Player", diventando in breve un fenomeno di massa.
Nel 2009 esce il primo lungometraggio dedicato al professore, ma ciò che rende "Il professor Layton e L'eterna Diva" un progetto ambizioso è la volontà di renderlo parte integrante della seconda saga della serie, collocandolo esattamente tra il quarto titolo "Il Richiamo Dello Spettro" e il quinto "La maschera dei Miracoli", andando a narrare la prima avventura vissuta dalla coppia di protagonisti.
La giovane cantante lirica Janice Quatlane chiede aiuto al professor Layton, confidandogli di aver incontrato una bambina posseduta dalla sua defunta amica. Per permettergli di indagare la ragazza lo invita a una sua esibizione al teatro Crown Petone, ma li prenderà vita una sfida d'intelligenza nella quale solo una persona sopravvivrà, ottenendo la vita eterna.
Inizia così la prima mirabolante avventura del professor Layton e il suo - auto-nominato - miglior allievo Luke.
La mano dietro alla costruzione della storia è la medesima che si cela dietro ai videogame, quella di Akihiro Hino, e si percepisce per la classica struttura iniziale dall'atmosfera leggera e allegra. Ben presto però iniziano gli interessanti sviluppi della storia che, procedendo a buon ritmo, non fa che inspessire la nebbia di mistero che aleggia intorno ai protagonisti della vicenda.
Ovviamente non potevano mancare dei piccoli enigmi che sono il marchio di fabbrica della serie, tuttavia il rischio di abusarne e dare tempi morti o noiosi è molto facile. Fortunatamente non accade, grazie agli sceneggiatori che non hanno calcato eccessivamente la mano e dando risoluzioni rapide e senza inserirne troppi. Grazie a questo lo sviluppo della storia è tutt'altro che prevedibile, assumendo un ritmo brioso ed energico. Purtroppo, verso la fase finale, l'avventura finisce con prendere fin troppo spazio, trasformando il lungometraggio quasi in un film d'azione dove, inoltre, diverse sequenze e alcune scelte danno vita a un forte déjà vù, in quello che sembra un mosaico dei diversi finali visti negli altri episodi della serie.
Tuttavia questi piccoli difetti, che possono infastidire come lasciare totalmente indifferenti, sono solo la parentesi che precede la conclusione del film, una conclusione che suscita forti emozioni e valorizza al meglio le debolezze umane profondamente incarnate dalle ottime caratterizzazioni, buone o cattive che siano, dando vita a un finale incredibilmente toccante nel suo sapore agrodolce. Senza dubbio un ottimo finale in linea con lo standard a cui la LEVEL-5 ha abituato i suoi fan.
Nei capitoli per Nintendo DS era già possibile ammirare filmati d'animazione di eccellente qualità, e il passaggio sul grande schermo ha portato ulteriori miglioramenti.
I disegni nella loro semplicità sono ormai una delle particolarità della serie, compreso il character design vario e colorito che dà vita a tanti personaggi da lineamenti esagerati e strambi, i quali ovviamente calzano la loro personalità in modo perfetto.
Le animazioni semplici e morbide sono usate con cura e non più del dovuto, dando un'ottima continuità allo standard offerto aggiungendo solo qualche piccola miglioria necessaria per la trasposizione a lungometraggio.
A trarne maggior beneficio sono l'elevata qualità della Computer Grafica (CG), che risulta curata e perfettamente integrata come non mai, dando così anche alcune panoramiche in tre dimensioni di grande profondità, mentre la maggiore risoluzione delle immagini permette alle bellissime ambientazioni di sfoggiare appieno tutta la loro bellezza, nata dall'eleganza semplice e sobria scaturita dal fascino della Londra del 1900, dove l'epoca moderna si mescola con i lasciti del gusto vittoriano.
La colonna sonora propone con fedeltà la maggior parte dei brani del videogame: le arie dal fascino parigino, contraddistinte dall'uso di archi e fisarmoniche principalmente, per l'occasione sono state eseguite da una reale orchestra donando una nuova linfa che maggiormente esalta le emozioni suscitate dall'ascolto e l'intreccio con le immagini.
Il doppiaggio propone gli stessi doppiatori per i due protagonisti, purtroppo però il film è stato doppiato prima dell'arrivo del quarto capitolo in Italia, quindi due personaggi secondari avranno una voce diversa. Un'incongruenza nata dall'atipico ordine cronologico delle opere in Italia; tuttavia il film vanta un ottimo adattamento che si discosta solo per la scelta di usare "Gentleman" anziché "Gentiluomo", una piccolezza.
In Italia il film è disponibile grazie alla Kazé in DVD e Blu-ray, mentre un'edizione speciale contiene entrambi i dischi e un DVD infarcito di extra.
I fan della serie non possono perdersi "Il professor Layton e L'eterna Diva", sia perché è un passaggio obbligato per la saga sia per l'ottima riuscita complessiva sotto i diversi aspetti. Pare esattamente un videogioco della saga privato del gameplay e con una maggiore qualità audio e visiva.
La visione, inoltre, è consigliata anche a chi non ha mai provato i titoli della serie; in questo modo - sorvolando sulla forma più semplice e fin troppo movimentata - si può scoprire l'incredibile spessore emotivo intrinseco nella storia, che si nasconde dietro l'apparente semplicità grafica e i tanti enigmi.
Nel 2009 esce il primo lungometraggio dedicato al professore, ma ciò che rende "Il professor Layton e L'eterna Diva" un progetto ambizioso è la volontà di renderlo parte integrante della seconda saga della serie, collocandolo esattamente tra il quarto titolo "Il Richiamo Dello Spettro" e il quinto "La maschera dei Miracoli", andando a narrare la prima avventura vissuta dalla coppia di protagonisti.
La giovane cantante lirica Janice Quatlane chiede aiuto al professor Layton, confidandogli di aver incontrato una bambina posseduta dalla sua defunta amica. Per permettergli di indagare la ragazza lo invita a una sua esibizione al teatro Crown Petone, ma li prenderà vita una sfida d'intelligenza nella quale solo una persona sopravvivrà, ottenendo la vita eterna.
Inizia così la prima mirabolante avventura del professor Layton e il suo - auto-nominato - miglior allievo Luke.
La mano dietro alla costruzione della storia è la medesima che si cela dietro ai videogame, quella di Akihiro Hino, e si percepisce per la classica struttura iniziale dall'atmosfera leggera e allegra. Ben presto però iniziano gli interessanti sviluppi della storia che, procedendo a buon ritmo, non fa che inspessire la nebbia di mistero che aleggia intorno ai protagonisti della vicenda.
Ovviamente non potevano mancare dei piccoli enigmi che sono il marchio di fabbrica della serie, tuttavia il rischio di abusarne e dare tempi morti o noiosi è molto facile. Fortunatamente non accade, grazie agli sceneggiatori che non hanno calcato eccessivamente la mano e dando risoluzioni rapide e senza inserirne troppi. Grazie a questo lo sviluppo della storia è tutt'altro che prevedibile, assumendo un ritmo brioso ed energico. Purtroppo, verso la fase finale, l'avventura finisce con prendere fin troppo spazio, trasformando il lungometraggio quasi in un film d'azione dove, inoltre, diverse sequenze e alcune scelte danno vita a un forte déjà vù, in quello che sembra un mosaico dei diversi finali visti negli altri episodi della serie.
Tuttavia questi piccoli difetti, che possono infastidire come lasciare totalmente indifferenti, sono solo la parentesi che precede la conclusione del film, una conclusione che suscita forti emozioni e valorizza al meglio le debolezze umane profondamente incarnate dalle ottime caratterizzazioni, buone o cattive che siano, dando vita a un finale incredibilmente toccante nel suo sapore agrodolce. Senza dubbio un ottimo finale in linea con lo standard a cui la LEVEL-5 ha abituato i suoi fan.
Nei capitoli per Nintendo DS era già possibile ammirare filmati d'animazione di eccellente qualità, e il passaggio sul grande schermo ha portato ulteriori miglioramenti.
I disegni nella loro semplicità sono ormai una delle particolarità della serie, compreso il character design vario e colorito che dà vita a tanti personaggi da lineamenti esagerati e strambi, i quali ovviamente calzano la loro personalità in modo perfetto.
Le animazioni semplici e morbide sono usate con cura e non più del dovuto, dando un'ottima continuità allo standard offerto aggiungendo solo qualche piccola miglioria necessaria per la trasposizione a lungometraggio.
A trarne maggior beneficio sono l'elevata qualità della Computer Grafica (CG), che risulta curata e perfettamente integrata come non mai, dando così anche alcune panoramiche in tre dimensioni di grande profondità, mentre la maggiore risoluzione delle immagini permette alle bellissime ambientazioni di sfoggiare appieno tutta la loro bellezza, nata dall'eleganza semplice e sobria scaturita dal fascino della Londra del 1900, dove l'epoca moderna si mescola con i lasciti del gusto vittoriano.
La colonna sonora propone con fedeltà la maggior parte dei brani del videogame: le arie dal fascino parigino, contraddistinte dall'uso di archi e fisarmoniche principalmente, per l'occasione sono state eseguite da una reale orchestra donando una nuova linfa che maggiormente esalta le emozioni suscitate dall'ascolto e l'intreccio con le immagini.
Il doppiaggio propone gli stessi doppiatori per i due protagonisti, purtroppo però il film è stato doppiato prima dell'arrivo del quarto capitolo in Italia, quindi due personaggi secondari avranno una voce diversa. Un'incongruenza nata dall'atipico ordine cronologico delle opere in Italia; tuttavia il film vanta un ottimo adattamento che si discosta solo per la scelta di usare "Gentleman" anziché "Gentiluomo", una piccolezza.
In Italia il film è disponibile grazie alla Kazé in DVD e Blu-ray, mentre un'edizione speciale contiene entrambi i dischi e un DVD infarcito di extra.
I fan della serie non possono perdersi "Il professor Layton e L'eterna Diva", sia perché è un passaggio obbligato per la saga sia per l'ottima riuscita complessiva sotto i diversi aspetti. Pare esattamente un videogioco della saga privato del gameplay e con una maggiore qualità audio e visiva.
La visione, inoltre, è consigliata anche a chi non ha mai provato i titoli della serie; in questo modo - sorvolando sulla forma più semplice e fin troppo movimentata - si può scoprire l'incredibile spessore emotivo intrinseco nella storia, che si nasconde dietro l'apparente semplicità grafica e i tanti enigmi.
"Il Professor Layton e l'Eterna Diva" è il primo film basato sui personaggi protagonisti della nota saga di videogame per Nintendo DS "Il Professor Layton".
Il film si colloca temporalmente dopo gli avvenimenti del quarto gioco della serie, "Il Professor Layton e il Richiamo dello Spettro", e prima di quelli del quinto. Il quarto gioco è, a differenza della prima trilogia, un prequel, e il primo in ordine cronologico, rendendo questo film di fatto la seconda avventura del professor Layton.
Dopo gli avvenimenti de "Il Richiamo dello Spettro", il giovane Luke è diventato l'assistente di Layton. Un giorno i due ricevono una lettera di Jenis Quatlane, un'ex-allieva del professore, in cui racconta di una sua amica, tale Melina Whistler, morta di malattia un anno prima, che a quanto pare è resuscitata nel corpo di una bambina che dice di aver ottenuto la vita eterna. Il caso colpisce subito Layton, che decide di accettare la richiesta della sua studentessa.
Questo, esattamente come nei videogame, darà inizio a una misteriosa avventura, in cui Layton e Luke dovranno risolvere vari enigmi per arrivare alla soluzione del mistero.
Il film è tecnicamente perfetto tenendo conto del videogame su cui è basato. Tutto è stato riprodotto molto bene, dal particolare stile grafico, alla colonna sonora e all'atmosfera generale del lungometraggio.
Disegni e animazioni sono uguali alle cutscene animate viste durante i giochi, solo molto più curate. In alcune scene, tipo quelle in cui si muovono macchinari e simili, è stata usata della CG, che è ben realizzata, ma si nota parecchio e stona un po' con la grafica del film. I personaggi sono resi molto bene: Layton in tutta la sua semplicità (disegnarlo è davvero facile), e gli altri con le loro caratteristiche, i personaggi secondari specialmente, con i vari nasoni, baffi e volti caricaturali.
La colonna sonora, che nei giochi svolge un importantissimo ruolo, dato che la si ascolta sempre, per le oltre quindici ore di gioco, è la stessa. I temi principali ci sono tutti, dal primo, lo stupendo tema che accompagna il professore, alla musica di sottofondo che accompagna la risoluzione degli enigmi. La canzone finale "The Eternal Diva" è cantata da Nana Mizuki, che nella versione originale doppia Janice.
Il doppiaggio italiano è davvero ottimo. Per interpretare i personaggi principali sono stati utilizzati gli stessi doppiatori che danno loro la voce già nei videogame. Layton è interpretato perfettamente da Oliviero Corbetta, perfetto come sempre in questo ruolo, e il giovane Luke dalla brava Cinzia Massironi. Bravissimo anche Mario Zucca nel ruolo dell'ispettore Grosky, anche se ha poche scene durante il film. L'unica voce diversa è quella di Emmy, che qui è doppiata da Tania De Domenico, che fa un buon lavoro, ma io mi ero abituato a sentire Emmy doppiata dalla Pacotto nel videogame, che comunque è stato doppiato dopo questo film perché in Italia è stato invertito l'ordine dei due prodotti.
Il film si rivolge solo ed esclusivamente ai fan della serie di giochi, che potranno cogliere tutte le citazioni, come musiche, frasi sibilline, e altre piccoli particolari. Inoltre nel film i personaggi non vengono presentati, dando per scontato che lo spettatore sappia già per bene tutto.
Per poter essere apprezzato appieno andrebbe visto solo dopo aver terminato il quarto capitolo, per via degli stretti legami alla storia lì narrata, e la presenza nel film di personaggi introdotti per la prima volta nel già citato gioco.
La storia è più semplice di quella di uno dei qualunque dei videogame, ma vista la durata del film è comprensibile. Anche gli enigmi proposti sono davvero semplici, visto che non ci si può fermare venti minuti per rifletterci su. In generale però, l'operazione si può dire riuscita. I giochi del Professor Layton ben si prestavano a una versione anime, e il film lo dimostra. Ovviamente vale anche il contrario, questo film potrebbe essere perfettamente trasformato in un videogame.
I fan dovrebbero guardarlo assolutamente e goderselo.
Il film si colloca temporalmente dopo gli avvenimenti del quarto gioco della serie, "Il Professor Layton e il Richiamo dello Spettro", e prima di quelli del quinto. Il quarto gioco è, a differenza della prima trilogia, un prequel, e il primo in ordine cronologico, rendendo questo film di fatto la seconda avventura del professor Layton.
Dopo gli avvenimenti de "Il Richiamo dello Spettro", il giovane Luke è diventato l'assistente di Layton. Un giorno i due ricevono una lettera di Jenis Quatlane, un'ex-allieva del professore, in cui racconta di una sua amica, tale Melina Whistler, morta di malattia un anno prima, che a quanto pare è resuscitata nel corpo di una bambina che dice di aver ottenuto la vita eterna. Il caso colpisce subito Layton, che decide di accettare la richiesta della sua studentessa.
Questo, esattamente come nei videogame, darà inizio a una misteriosa avventura, in cui Layton e Luke dovranno risolvere vari enigmi per arrivare alla soluzione del mistero.
Il film è tecnicamente perfetto tenendo conto del videogame su cui è basato. Tutto è stato riprodotto molto bene, dal particolare stile grafico, alla colonna sonora e all'atmosfera generale del lungometraggio.
Disegni e animazioni sono uguali alle cutscene animate viste durante i giochi, solo molto più curate. In alcune scene, tipo quelle in cui si muovono macchinari e simili, è stata usata della CG, che è ben realizzata, ma si nota parecchio e stona un po' con la grafica del film. I personaggi sono resi molto bene: Layton in tutta la sua semplicità (disegnarlo è davvero facile), e gli altri con le loro caratteristiche, i personaggi secondari specialmente, con i vari nasoni, baffi e volti caricaturali.
La colonna sonora, che nei giochi svolge un importantissimo ruolo, dato che la si ascolta sempre, per le oltre quindici ore di gioco, è la stessa. I temi principali ci sono tutti, dal primo, lo stupendo tema che accompagna il professore, alla musica di sottofondo che accompagna la risoluzione degli enigmi. La canzone finale "The Eternal Diva" è cantata da Nana Mizuki, che nella versione originale doppia Janice.
Il doppiaggio italiano è davvero ottimo. Per interpretare i personaggi principali sono stati utilizzati gli stessi doppiatori che danno loro la voce già nei videogame. Layton è interpretato perfettamente da Oliviero Corbetta, perfetto come sempre in questo ruolo, e il giovane Luke dalla brava Cinzia Massironi. Bravissimo anche Mario Zucca nel ruolo dell'ispettore Grosky, anche se ha poche scene durante il film. L'unica voce diversa è quella di Emmy, che qui è doppiata da Tania De Domenico, che fa un buon lavoro, ma io mi ero abituato a sentire Emmy doppiata dalla Pacotto nel videogame, che comunque è stato doppiato dopo questo film perché in Italia è stato invertito l'ordine dei due prodotti.
Il film si rivolge solo ed esclusivamente ai fan della serie di giochi, che potranno cogliere tutte le citazioni, come musiche, frasi sibilline, e altre piccoli particolari. Inoltre nel film i personaggi non vengono presentati, dando per scontato che lo spettatore sappia già per bene tutto.
Per poter essere apprezzato appieno andrebbe visto solo dopo aver terminato il quarto capitolo, per via degli stretti legami alla storia lì narrata, e la presenza nel film di personaggi introdotti per la prima volta nel già citato gioco.
La storia è più semplice di quella di uno dei qualunque dei videogame, ma vista la durata del film è comprensibile. Anche gli enigmi proposti sono davvero semplici, visto che non ci si può fermare venti minuti per rifletterci su. In generale però, l'operazione si può dire riuscita. I giochi del Professor Layton ben si prestavano a una versione anime, e il film lo dimostra. Ovviamente vale anche il contrario, questo film potrebbe essere perfettamente trasformato in un videogame.
I fan dovrebbero guardarlo assolutamente e goderselo.
Dopo il successo anche nel resto del mondo dei primi quattro videogiochi della serie del professor Layton, ecco che nel 2009 esce in Giappone nelle sale "Il Professor Layton e l'eterna Diva", primo lungometraggio animato dedicato al gentiluomo inglese degli enigmi inspiegabili e degli intrighi che affascina migliaia di giocatori di Nintendo DS di tutto il pianeta. Uscito qui da noi solo per il mercato dell'home video e trasmesso su Cartoon Network rispettivamente nell'Ottobre e nel Dicembre del 2010, la vicenda si svolge dopo gli eventi de "Lo scrigno di Pandora".
Riascoltando un disco in vinile di musica lirica, Layton e Luke rimembrano i fatti avvenuti durante il loro primo caso insieme affrontato tre anni prima, poco dopo che il secondo decise di lasciare il paese di origine per diventare il piccolo apprendista del famoso archeologo nel quarto capitolo della serie ludica, "Il richiamo dello spettro", non ancora uscito qui da noi all'epoca del debutto del film in Italia.
Jenis Quatlane è una giovane talentuosa cantante d'opera ex studentessa del professor Layton, che un giorno lo invita ad assistere a un suo concerto a teatro in occasione del quale intende parlargli dell'inspiegabile reincarnazione di una vecchia amica defunta nel corpo di una bambina di 7 anni. Il professore e Luke, dopo aver assistito al musical teatrale "L'eterna Diva" ammirando la voce della sua giovane attrice protagonista, si troveranno in mezzo a un gioco inquietante di cui non avevano previsto di essere giocatori, e che è legato al mistero che li ha fatti recare lì molto più di quanto credano.
Da accanito fan del professor Layton (comunque non ho mai giocato a "Il paese dei Misteri" perché mi hanno spoilerato la trama) devo dire che è difficile recensire "Il Professor Layton e l'eterna Diva" senza al contempo farlo con i videogiochi della serie: la qualità delle animazioni, della colonna sonora, della trama, e il carisma dei personaggi sono identici sia nei spezzoni animati della versione ludica sia nel lungometraggio animato, il che è tutto dire, dato che questi aspetti appaiono estremamente curati e ben orchestrati in entrambe le situazioni.
Dal punto di vista tecnico il film vanta un'animazione fluida con sfondi molto dettagliati e affascinanti, che spesso si avvale della computer grafica per rendere più solidi e impressionanti certi ambienti ed effetti visivi. Le inquadrature sono spesso e volentieri azzeccate, soprattutto nelle scene movimentate (bellissima è la scena iniziale in cui la "telecamera" si allontana dalla cima del Big Ben su cui sono Layton e Luke), di cui le avventure dell'archeologo non sono mai a corto.
Accompagna tutta la pellicola una sontuosa colonna sonora che, oltre a brani strumentali in perfetto stile Layton (suoni raffinati di violino e pianoforte in primis si alternano per condurre scene tristi, quiete e d'azione), vanta anche nove pezzi vocali ("Let This Happiness Be Eternal" è una di queste, cantata dal personaggio di Jenis durante lo spettacolo) del tutto inediti e ben cantati.
Nel film ritroviamo molti dei protagonisti della versione ludica: inutile dire che il chara design è identico, così come immutati sono i loro atteggiamenti e il loro carisma, tanto che è facile constatare come forse a "Il Professor Layton e l'eterna Diva" fosse riservato originariamente un destino da videogioco, anche al livello di trama. Difatti lo sviluppo della storia non è molto diverso da quello dei quattro capitoli in cartuccia: vi è la solita lettera di richiesta d'aiuto, il solito contesto ambientale con molti personaggi su cui indagare, addirittura anche i soliti enigmi da risolvere - sì, anche nel film vi è un'azzeccata trasposizione. Addirittura c'è pure la solita nemesi a guida di una macchina mastodontica e distruttiva, scena parecchio identica alla parte finale de "Il futuro perduto", ma non troppo negativa da abbassare la qualità del lungometraggio.
Dopotutto però la storia non è scontata e si sviluppa in maniera credibile e piacevole fino a un finale tra l'amaro e il sereno, come sempre.
In definitiva "Il Professor Layton e l'eterna Diva" è nel suo insieme un film sublime, secondo me, estremamente curato in tutti i suoi aspetti e che rende entusiasti come fan perché il tutto è identico alle controparti video-ludiche, di cui non ha nulla da invidiare se non da offrire sia ai medesimi, che possono ammirare il maestro degli enigmi in azione in un film che penso molti desideravano, sia a coloro che vogliono conoscerlo senza l'impegno della console come supporto.
Ciò fa sorgere il legittimo sospetto che questo lungometraggio animato sia per ovvie ragioni un manifesto pubblicitario della serie ludica e, perché no, anche della console.
Il film rimane comunque un piccolo capolavoro davvero godibile e ben realizzato, non potete perdervelo.
Riascoltando un disco in vinile di musica lirica, Layton e Luke rimembrano i fatti avvenuti durante il loro primo caso insieme affrontato tre anni prima, poco dopo che il secondo decise di lasciare il paese di origine per diventare il piccolo apprendista del famoso archeologo nel quarto capitolo della serie ludica, "Il richiamo dello spettro", non ancora uscito qui da noi all'epoca del debutto del film in Italia.
Jenis Quatlane è una giovane talentuosa cantante d'opera ex studentessa del professor Layton, che un giorno lo invita ad assistere a un suo concerto a teatro in occasione del quale intende parlargli dell'inspiegabile reincarnazione di una vecchia amica defunta nel corpo di una bambina di 7 anni. Il professore e Luke, dopo aver assistito al musical teatrale "L'eterna Diva" ammirando la voce della sua giovane attrice protagonista, si troveranno in mezzo a un gioco inquietante di cui non avevano previsto di essere giocatori, e che è legato al mistero che li ha fatti recare lì molto più di quanto credano.
Da accanito fan del professor Layton (comunque non ho mai giocato a "Il paese dei Misteri" perché mi hanno spoilerato la trama) devo dire che è difficile recensire "Il Professor Layton e l'eterna Diva" senza al contempo farlo con i videogiochi della serie: la qualità delle animazioni, della colonna sonora, della trama, e il carisma dei personaggi sono identici sia nei spezzoni animati della versione ludica sia nel lungometraggio animato, il che è tutto dire, dato che questi aspetti appaiono estremamente curati e ben orchestrati in entrambe le situazioni.
Dal punto di vista tecnico il film vanta un'animazione fluida con sfondi molto dettagliati e affascinanti, che spesso si avvale della computer grafica per rendere più solidi e impressionanti certi ambienti ed effetti visivi. Le inquadrature sono spesso e volentieri azzeccate, soprattutto nelle scene movimentate (bellissima è la scena iniziale in cui la "telecamera" si allontana dalla cima del Big Ben su cui sono Layton e Luke), di cui le avventure dell'archeologo non sono mai a corto.
Accompagna tutta la pellicola una sontuosa colonna sonora che, oltre a brani strumentali in perfetto stile Layton (suoni raffinati di violino e pianoforte in primis si alternano per condurre scene tristi, quiete e d'azione), vanta anche nove pezzi vocali ("Let This Happiness Be Eternal" è una di queste, cantata dal personaggio di Jenis durante lo spettacolo) del tutto inediti e ben cantati.
Nel film ritroviamo molti dei protagonisti della versione ludica: inutile dire che il chara design è identico, così come immutati sono i loro atteggiamenti e il loro carisma, tanto che è facile constatare come forse a "Il Professor Layton e l'eterna Diva" fosse riservato originariamente un destino da videogioco, anche al livello di trama. Difatti lo sviluppo della storia non è molto diverso da quello dei quattro capitoli in cartuccia: vi è la solita lettera di richiesta d'aiuto, il solito contesto ambientale con molti personaggi su cui indagare, addirittura anche i soliti enigmi da risolvere - sì, anche nel film vi è un'azzeccata trasposizione. Addirittura c'è pure la solita nemesi a guida di una macchina mastodontica e distruttiva, scena parecchio identica alla parte finale de "Il futuro perduto", ma non troppo negativa da abbassare la qualità del lungometraggio.
Dopotutto però la storia non è scontata e si sviluppa in maniera credibile e piacevole fino a un finale tra l'amaro e il sereno, come sempre.
In definitiva "Il Professor Layton e l'eterna Diva" è nel suo insieme un film sublime, secondo me, estremamente curato in tutti i suoi aspetti e che rende entusiasti come fan perché il tutto è identico alle controparti video-ludiche, di cui non ha nulla da invidiare se non da offrire sia ai medesimi, che possono ammirare il maestro degli enigmi in azione in un film che penso molti desideravano, sia a coloro che vogliono conoscerlo senza l'impegno della console come supporto.
Ciò fa sorgere il legittimo sospetto che questo lungometraggio animato sia per ovvie ragioni un manifesto pubblicitario della serie ludica e, perché no, anche della console.
Il film rimane comunque un piccolo capolavoro davvero godibile e ben realizzato, non potete perdervelo.
Professor Layton e l’eterna Diva è il primo di una trilogia cinematografica ispirata alle gesta dell’archeologo più popolare delle consolle portatili Nintendo. Tratta un vecchio caso inseribile temporalmente qualche anno prima delle vicende del “Paese dei Misteri”, che Hershel e Luke si trovano a rievocare dopo la soluzione dell’ultimo mistero. I due appassionati di enigmi sono le star assolute del film, affiancati sporadicamente dalla vecchia-nuova assistente, la giovane appassionata di arti marziali Emmy Altava. Ma procediamo con ordine.
“L’Eterna Diva” è il nome dell’opera che il prof Layton e Luke si recano a vedere a inizio vicenda dietro invito della cantante ed ex-allieva Jenis. La trama narra in forma romanzata la storia di un’antica civiltà vissuta sull’isola di Ambrosia che, struggendosi per la malattia dell’amata regina, scopre l’elisir di Eterna Giovinezza. Ma lo spettacolo viene interrotto da una voce che annuncia l’inizio di un terribile gioco a base di enigmi che gli spettatori del teatro devono risolvere in cambio della preziosa ambrosia, pena la morte.
Vengono introdotti così i partecipanti al gioco, ognuno con le ragioni e i mezzi per ottenere l’Eterna Giovinezza, tra cui una misteriosa e inquietante bambina di nome Nina che sostiene di essere in realtà Melina, l’amica deceduta di Jenis. Purtroppo se escludiamo qualche caso i nuovi personaggi non hanno la verve e le ironiche manie dei loro “colleghi” di St.Mistère o di Folsense , alcuni addirittura scompaiono prima di avere comunicato alcunché. Tra tutti emergono Jenis, Nina e il pianista Oswald, ma duole dire che soprattutto l’ispettore Grosky ed Emmy non reggono il confronto con i corrispettivi video-ludici, risultando scialbi e parecchio antipatici. Si sente, in sostanza, nostalgia di Don Pablo, di Flora, di Foltbaffen, di Chelmey e compagnia bella, che nel film compaiono giusto pochi secondi. Per fortuna i due protagonisti di sempre mantengono la loro classe e la loro carica di simpatia.
La regia è senza infamia né lode, pare di assistere a una versione “estesa” di uno degli splendidi filmati in-game. Bisogna però rendere merito al comparto musicale, più vario e raffinato del solito, con una bella prova canora di Jenis/Nana Mizuki. I doppiatori italiani sono gli stessi, ottimi, dei videogiochi.
La trama è un vero disastro. Parte bene, con un’inattesa svolta gotico-horror - a chi, dalla premessa, non è venuto in mente Saw- l’enigmista? - per poi diluirsi nella rappresentanza dei tanti comprimari e concludere in una parte sull’isola semplicemente esagerata. Intendiamoci, chi ha provato almeno un titolo per DS si aspetta una soluzione del mistero principale altamente improbabile, ma qui si supera ogni limite del buon senso in vece della spettacolarità.
Gli enigmi, vero fulcro della serie, sono cinque e non particolarmente arguti.
In definitiva, “prof Layton: l’eterna Diva” è uno di quei tanti OAV di cui, se fosse ispirato a un anime, si direbbe: se ne poteva fare tranquillamente a meno. E' solo per i fan dalla “bocca buona”.
“L’Eterna Diva” è il nome dell’opera che il prof Layton e Luke si recano a vedere a inizio vicenda dietro invito della cantante ed ex-allieva Jenis. La trama narra in forma romanzata la storia di un’antica civiltà vissuta sull’isola di Ambrosia che, struggendosi per la malattia dell’amata regina, scopre l’elisir di Eterna Giovinezza. Ma lo spettacolo viene interrotto da una voce che annuncia l’inizio di un terribile gioco a base di enigmi che gli spettatori del teatro devono risolvere in cambio della preziosa ambrosia, pena la morte.
Vengono introdotti così i partecipanti al gioco, ognuno con le ragioni e i mezzi per ottenere l’Eterna Giovinezza, tra cui una misteriosa e inquietante bambina di nome Nina che sostiene di essere in realtà Melina, l’amica deceduta di Jenis. Purtroppo se escludiamo qualche caso i nuovi personaggi non hanno la verve e le ironiche manie dei loro “colleghi” di St.Mistère o di Folsense , alcuni addirittura scompaiono prima di avere comunicato alcunché. Tra tutti emergono Jenis, Nina e il pianista Oswald, ma duole dire che soprattutto l’ispettore Grosky ed Emmy non reggono il confronto con i corrispettivi video-ludici, risultando scialbi e parecchio antipatici. Si sente, in sostanza, nostalgia di Don Pablo, di Flora, di Foltbaffen, di Chelmey e compagnia bella, che nel film compaiono giusto pochi secondi. Per fortuna i due protagonisti di sempre mantengono la loro classe e la loro carica di simpatia.
La regia è senza infamia né lode, pare di assistere a una versione “estesa” di uno degli splendidi filmati in-game. Bisogna però rendere merito al comparto musicale, più vario e raffinato del solito, con una bella prova canora di Jenis/Nana Mizuki. I doppiatori italiani sono gli stessi, ottimi, dei videogiochi.
La trama è un vero disastro. Parte bene, con un’inattesa svolta gotico-horror - a chi, dalla premessa, non è venuto in mente Saw- l’enigmista? - per poi diluirsi nella rappresentanza dei tanti comprimari e concludere in una parte sull’isola semplicemente esagerata. Intendiamoci, chi ha provato almeno un titolo per DS si aspetta una soluzione del mistero principale altamente improbabile, ma qui si supera ogni limite del buon senso in vece della spettacolarità.
Gli enigmi, vero fulcro della serie, sono cinque e non particolarmente arguti.
In definitiva, “prof Layton: l’eterna Diva” è uno di quei tanti OAV di cui, se fosse ispirato a un anime, si direbbe: se ne poteva fare tranquillamente a meno. E' solo per i fan dalla “bocca buona”.
Quando è stato annunciato Professor Layton and the Eternal Diva ho subito accolto con interesse la notizia. Come può sapere chi ha avuto la fortuna di giocarci, la serie ha sempre avuto tutte le carte in regola per la trasposizione in un OAV, con trame dinamiche e interessanti pur se, talvolta, surreali nella loro conclusione. Contemporaneamente, mi ponevo anche altre domande. Come verranno gestiti gli enigmi, componente inscindibile di ogni Professor Layton che si rispetti? Le caratteristiche della serie non verranno snaturate?
Con queste aspettative e con tali dubbi ho iniziato la visione del film. Nel complesso non posso dirmi entusiasta, né deluso.
Quali sono i pregi del lavoro? In primis, una certa fedeltà ai canoni della serie. Attenzione, con questo non intendo questioni futili come la presenza di personaggi "must", anche se per poco, quanto l'avanzamento ad enigmi, una trama godibile, pur se a volte surreale, e la corretta caratterizzazione dei protagonisti, Luke e Layton. Proprio nell'empatia dei personaggi risiede uno dei punti forti del film: se da un lato le vecchie conoscenze, come ho già accennato, non vi deluderanno, dall'altro le nuove sono ben tratteggiate e connotate. Un altro forte punto a favore è, a mio avviso, la colonna sonora, soprattutto in prossimità del finale. La musica riesce a sottolineare le emozioni e ad accantonare in parte lo scetticismo, valorizzando la nostra esperienza visiva.
Per quanto riguarda i contro, ne trovo due in particolare. Il primo, che riguarda anche gli altri episodi della serie, è la gestione del finale. L'autore crea un insieme di presupposti fantastici che convergono in un finale pressoché assurdo, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da un film realistico, pur con elementi fantastici. Il secondo motivo di leggera irritazione è la gestione degli enigmi, i cui sviluppi non mi trovano particolarmente entusiasta. Si nota subito che l'autore vuole creare, appositamente per questo OAV, degli enigmi dinamici, la cui risoluzione sia compatibile con l'avanzamento della trama. Questo, però, lascia spazio ad imperfezioni, e contribuisce a rendere gli enigmi meno stringenti. Gli enigmi, insomma, non sono veri enigmi.
Nonostante questi ultimi aspetti negativi, la visione di Professor Layton and the Eternal Diva mi ha lasciato complessivamente soddisfatto. Si tratta di un film godibile, leggero, consigliato ai fan della serie ma anche ad uno spettatore occasionale, che merita sicuramente un'opportunità e, quantomeno, non vi lascerà del tutto insoddisfatti.
Con queste aspettative e con tali dubbi ho iniziato la visione del film. Nel complesso non posso dirmi entusiasta, né deluso.
Quali sono i pregi del lavoro? In primis, una certa fedeltà ai canoni della serie. Attenzione, con questo non intendo questioni futili come la presenza di personaggi "must", anche se per poco, quanto l'avanzamento ad enigmi, una trama godibile, pur se a volte surreale, e la corretta caratterizzazione dei protagonisti, Luke e Layton. Proprio nell'empatia dei personaggi risiede uno dei punti forti del film: se da un lato le vecchie conoscenze, come ho già accennato, non vi deluderanno, dall'altro le nuove sono ben tratteggiate e connotate. Un altro forte punto a favore è, a mio avviso, la colonna sonora, soprattutto in prossimità del finale. La musica riesce a sottolineare le emozioni e ad accantonare in parte lo scetticismo, valorizzando la nostra esperienza visiva.
Per quanto riguarda i contro, ne trovo due in particolare. Il primo, che riguarda anche gli altri episodi della serie, è la gestione del finale. L'autore crea un insieme di presupposti fantastici che convergono in un finale pressoché assurdo, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da un film realistico, pur con elementi fantastici. Il secondo motivo di leggera irritazione è la gestione degli enigmi, i cui sviluppi non mi trovano particolarmente entusiasta. Si nota subito che l'autore vuole creare, appositamente per questo OAV, degli enigmi dinamici, la cui risoluzione sia compatibile con l'avanzamento della trama. Questo, però, lascia spazio ad imperfezioni, e contribuisce a rendere gli enigmi meno stringenti. Gli enigmi, insomma, non sono veri enigmi.
Nonostante questi ultimi aspetti negativi, la visione di Professor Layton and the Eternal Diva mi ha lasciato complessivamente soddisfatto. Si tratta di un film godibile, leggero, consigliato ai fan della serie ma anche ad uno spettatore occasionale, che merita sicuramente un'opportunità e, quantomeno, non vi lascerà del tutto insoddisfatti.
Un bell'otto pieno al questo film. Intanto perché non è così scontato che da un videogioco (e che videogioco!) possa nascere un bel film: molto spesso è meglio lasciare certe cose come stanno. La seconda è che effettivamente è un bel film, indipendentemente da tutto.
La trama è leggera e facilmente prevedibile dopo un certo punto, ma tutto Layton è così: rassicurante con una punta di malinconia. Chi ha giocato ai vari capitoli (soprattutto il terzo) sa bene cosa significa. <b>[Attenzione, possibili lievi spoiler.]</b> Il film finisce bene ma è malinconico, è un lieto fine con una punta di tristezza, non dico altro per non spoilerare troppo. <b>[Fine spoiler.]</b>
Piccolo dettaglio: il film è ambientato dopo il quarto gioco. Non stupitevi se vedrete personaggi nuovi o diversi.
Un grandissimo merito va alla Kaze, che con il cofanetto ottiene un voto oltre la sufficienza. Dentro a questo favoloso cofanetto ci sono ben due DVD (uno il film, l'altro gli extra), la versione blue-ray e lo storybord. Insomma, da amare! Quindi, che altro dire? Consigliatissimo, da vedere con accanto una tazza di tè. Vedrete che alla fine sarete tutti dei perfetti gentiluomini!
La trama è leggera e facilmente prevedibile dopo un certo punto, ma tutto Layton è così: rassicurante con una punta di malinconia. Chi ha giocato ai vari capitoli (soprattutto il terzo) sa bene cosa significa. <b>[Attenzione, possibili lievi spoiler.]</b> Il film finisce bene ma è malinconico, è un lieto fine con una punta di tristezza, non dico altro per non spoilerare troppo. <b>[Fine spoiler.]</b>
Piccolo dettaglio: il film è ambientato dopo il quarto gioco. Non stupitevi se vedrete personaggi nuovi o diversi.
Un grandissimo merito va alla Kaze, che con il cofanetto ottiene un voto oltre la sufficienza. Dentro a questo favoloso cofanetto ci sono ben due DVD (uno il film, l'altro gli extra), la versione blue-ray e lo storybord. Insomma, da amare! Quindi, che altro dire? Consigliatissimo, da vedere con accanto una tazza di tè. Vedrete che alla fine sarete tutti dei perfetti gentiluomini!
Janice Quatlane è una famosa diva dell'opera ed ex-studentessa del Professor Layton. Di recente Janice ha fatto una scoperta sconcertante. La sua migliore amica, deceduta un anno fa a causa di una malattia, sembra essersi reincarnata nel corpo di una bambina. La misteriosa bambina, con atteggiamenti da ragazza adulta, le rivela di aver ricevuto il dono della vita eterna. Rimasta incredula per le improvvise rivelazioni, Janice decide di invitare il Professor Layton e il piccolo Luke alla prima del suo spettacolo per metterli al corrente dell'accaduto e iniziare le indagini del caso. Ma una volta terminata l'opera la sala si trasforma in un campo da gioco. Gli spettatori sono chiamati ad indovinare una serie di enigmi. Il vincitore otterrà in cambio la vita eterna, ma il restante dei partecipanti dovrà morire. Ma davvero esiste la possibilità di vivere per sempre? Chi c'è dietro questo losco gioco? Ma soprattutto chi è veramente quella misteriosa bambina? Il Professor Layton è chiamato a risolvere questi ed altri misteri!
Dopo essermi appassionata al gioco “Il Professor Layton e lo Scrigno di Pandora” non potevo perdermi il suo debutto cinematografico. In realtà, ho pensato più volte che dal videogioco si poteva trarre una serie animata di successo visto le innumerevoli scene animate presenti nel giochino tascabile. Ma ad un film proprio non avevo pensato. Inizialmente ero entusiasta, ma poi mi sono chiesta se il risultato sarebbe stato soddisfacente. Ebbene si! Ora posso dire francamente che è stato fatto un gran bel lavoro e che il film è appassionante quanto il videogame!
All'inizio Luke ci presenta brevemente il Professor Layton, un perfetto gentleman londinese, archeologo di professione con un'innata passione per gli enigmi. Il buon professore ha fatto di Luke il suo miglior allievo e tutti e due vanno in giro per il mondo a risolvere i misteri più antichi. Luke sogna di diventare un giorno un gentleman come Layton e prende continuamente appunti sul suo taccuino da vero allievo modello. Dopo la parentesi di presentazione dei personaggi e un rapido accenno al mistero della vita eterna, veniamo catapultati nella stessa atmosfera del videogioco. Dopo questi eventi infatti, inizia per il Professor Layton e Luke una serie di enigmi da risolvere con un meccanismo molto simile al gioco. Mi è venuto abbastanza naturale cercare di risolvere gli enigmi, ma soltanto nell'ultimo mistero sono arrivata vicino alla soluzione senza comunque riuscire ad indovinare la risposta giusta. Questo stratagemma rende il film molto coinvolgente, perché lo spettatore si rende partecipe del film cercando di risolvere gli indovinelli.
La trama è molto accattivante, per scoprire tutti i misteri ci vorrà un bel po' e nel frattempo le avventure-disavventure di Layton e compagni tengono vivo il film. Il character design è fedele al videogioco, tranne forse per Luke, che ricordo un po' più alto e più magrolino rispetto alla versione cinematografica. L'aspetto dei personaggi è molto semplice, ma sono simpatici e carismatici abbastanza da poter tranquillamente passarci sopra. D'altronde questo particolare non è mai stato rilevante ai fini del successo del gioco per Nintendo DS. Viene da chiedersi se i non fan del gioco possono apprezzare o quantomeno avvicinarsi alla visione di questo film. In questo caso, posso aggiungere che le avventure del Professor Layton non sono meno entusiasmanti di quelle del Detective Conan, tanto per fare un esempio. Se vi piace Conan non farete fatica ad apprezzare questo film ricco di azione e di mistero. Gli amanti dei gialli sono avvisati!
Dopo essermi appassionata al gioco “Il Professor Layton e lo Scrigno di Pandora” non potevo perdermi il suo debutto cinematografico. In realtà, ho pensato più volte che dal videogioco si poteva trarre una serie animata di successo visto le innumerevoli scene animate presenti nel giochino tascabile. Ma ad un film proprio non avevo pensato. Inizialmente ero entusiasta, ma poi mi sono chiesta se il risultato sarebbe stato soddisfacente. Ebbene si! Ora posso dire francamente che è stato fatto un gran bel lavoro e che il film è appassionante quanto il videogame!
All'inizio Luke ci presenta brevemente il Professor Layton, un perfetto gentleman londinese, archeologo di professione con un'innata passione per gli enigmi. Il buon professore ha fatto di Luke il suo miglior allievo e tutti e due vanno in giro per il mondo a risolvere i misteri più antichi. Luke sogna di diventare un giorno un gentleman come Layton e prende continuamente appunti sul suo taccuino da vero allievo modello. Dopo la parentesi di presentazione dei personaggi e un rapido accenno al mistero della vita eterna, veniamo catapultati nella stessa atmosfera del videogioco. Dopo questi eventi infatti, inizia per il Professor Layton e Luke una serie di enigmi da risolvere con un meccanismo molto simile al gioco. Mi è venuto abbastanza naturale cercare di risolvere gli enigmi, ma soltanto nell'ultimo mistero sono arrivata vicino alla soluzione senza comunque riuscire ad indovinare la risposta giusta. Questo stratagemma rende il film molto coinvolgente, perché lo spettatore si rende partecipe del film cercando di risolvere gli indovinelli.
La trama è molto accattivante, per scoprire tutti i misteri ci vorrà un bel po' e nel frattempo le avventure-disavventure di Layton e compagni tengono vivo il film. Il character design è fedele al videogioco, tranne forse per Luke, che ricordo un po' più alto e più magrolino rispetto alla versione cinematografica. L'aspetto dei personaggi è molto semplice, ma sono simpatici e carismatici abbastanza da poter tranquillamente passarci sopra. D'altronde questo particolare non è mai stato rilevante ai fini del successo del gioco per Nintendo DS. Viene da chiedersi se i non fan del gioco possono apprezzare o quantomeno avvicinarsi alla visione di questo film. In questo caso, posso aggiungere che le avventure del Professor Layton non sono meno entusiasmanti di quelle del Detective Conan, tanto per fare un esempio. Se vi piace Conan non farete fatica ad apprezzare questo film ricco di azione e di mistero. Gli amanti dei gialli sono avvisati!
Invitato dalla sua ex allieva Jenis Quatlane, il Professor Layton, insegnante di archeologia nonché enigmista di fama mondiale, si reca con il suo giovane allievo Luke al teatro lirico Crown Petone ad assistere ad un suo concerto. Al termine dello spettacolo, però, si ritroveranno coinvolti con tutti gli altri spettatori in una sfida lanciata da un anonimo individuo: tutti concorreranno ad un premio che verrà vinto da un'unica persona, la vita eterna. A tutti gli altri spetta solo la morte.
Parto col dire che ho avuto qualche difficoltà ad inquadrare nella timeline della serie il film. Per chi non lo sapesse, i giochi del Professor Layton si sviluppano in due trilogie, la cui seconda (tutt'ora in corso) è ambientata antecedentemente alla prima. Un po' come Star Wars. Ora, il film si colloca nella fascia della seconda, come lascia intuire l'introduzione del film, e credo si possa inserire DOPO il primo gioco di questa, visto che alcuni personaggi e i rapporti tra di loro lasciano intuire che siano già stati affrontati precedentemente (in Italia è stato da poco pubblicato l'ultimo gioco della prima trilogia, mentre in Giappone la seconda è già avviata).
Toltici di mezzo questi problemi di continuity, analizziamo quello che il film è, ossia praticamente un gioco del Professor Layton se fosse un film. Abbiamo quindi tutti i tratti distintivi della serie, quali i personaggi secondari dall'aspetto carismatico (come anche il carattere accattivante), le splendide ambientazioni, e ovviamente gli enigmi, tratto distintivo del marchio che se fosse stato assente avrebbe di certo leso quella che è la sua immagine nei confronti dei fan, principali indirizzatari della produzione. Questi si troveranno a proprio agio con le immagini (stile visivo e qualità delle animazioni del tutto simili a quello dei filmati del gioco) che con le musiche (l'orecchio allenato riconoscerà riarrangiamenti di brani presi dai giochi), e comunque oggettivamente sul fronte tecnico il gioco si difende bene. L'unico problema è che chi non è appassionato del trend potrebbe trovare troppo bambinesco il design dei personaggi, ma de gustibus...
Quello su cui c'è da discutere è se il film sia o meno consigliabile a chi non è un fan del personaggio. La risposta è ni, poiché chi non lo conosce di sicuro non apprezzerà allo stesso modo di altri quella che è comunque obiettivamente una buona produzione. Non un capolavoro, per carità. Considerando che i giochi ci hanno messo davanti macchine del tempo, villaggi robotici, allucinazioni gassose (chi ha giocato la prima trilogia capirà i riferimenti), non me la sento di fare il pignolo su alcune cose nel finale che farebbero pensare che il film abbia fatto il classico salto dello squalo, ma non riesco a scrollarmi di dosso l'idea che quello che si vede sia un pochettino esagerato. Nulla di tragico comunque.
La trama regge bene, e il mistero che aleggia fa pensare che effettivamente ne sarebbe potuto uscire anche un bell'episodio giocabile. Oltretutto il finale è piuttosto malinconico, anche se credo che in questo campo quello de Lo scrigno di Pandora sia imbattuto (contando che non ho ancora giocato il terzo episodio). E nel mezzo magari un paio di risate ve le farete.
In definitiva, chiunque voi siate, fan o no, guardatelo, nel primo caso senza remore. Magari i secondi troveranno uno stimolo ad appassionarsi ad una delle migliori serie videoludiche degli ultimi anni.
Voto: 8
Parto col dire che ho avuto qualche difficoltà ad inquadrare nella timeline della serie il film. Per chi non lo sapesse, i giochi del Professor Layton si sviluppano in due trilogie, la cui seconda (tutt'ora in corso) è ambientata antecedentemente alla prima. Un po' come Star Wars. Ora, il film si colloca nella fascia della seconda, come lascia intuire l'introduzione del film, e credo si possa inserire DOPO il primo gioco di questa, visto che alcuni personaggi e i rapporti tra di loro lasciano intuire che siano già stati affrontati precedentemente (in Italia è stato da poco pubblicato l'ultimo gioco della prima trilogia, mentre in Giappone la seconda è già avviata).
Toltici di mezzo questi problemi di continuity, analizziamo quello che il film è, ossia praticamente un gioco del Professor Layton se fosse un film. Abbiamo quindi tutti i tratti distintivi della serie, quali i personaggi secondari dall'aspetto carismatico (come anche il carattere accattivante), le splendide ambientazioni, e ovviamente gli enigmi, tratto distintivo del marchio che se fosse stato assente avrebbe di certo leso quella che è la sua immagine nei confronti dei fan, principali indirizzatari della produzione. Questi si troveranno a proprio agio con le immagini (stile visivo e qualità delle animazioni del tutto simili a quello dei filmati del gioco) che con le musiche (l'orecchio allenato riconoscerà riarrangiamenti di brani presi dai giochi), e comunque oggettivamente sul fronte tecnico il gioco si difende bene. L'unico problema è che chi non è appassionato del trend potrebbe trovare troppo bambinesco il design dei personaggi, ma de gustibus...
Quello su cui c'è da discutere è se il film sia o meno consigliabile a chi non è un fan del personaggio. La risposta è ni, poiché chi non lo conosce di sicuro non apprezzerà allo stesso modo di altri quella che è comunque obiettivamente una buona produzione. Non un capolavoro, per carità. Considerando che i giochi ci hanno messo davanti macchine del tempo, villaggi robotici, allucinazioni gassose (chi ha giocato la prima trilogia capirà i riferimenti), non me la sento di fare il pignolo su alcune cose nel finale che farebbero pensare che il film abbia fatto il classico salto dello squalo, ma non riesco a scrollarmi di dosso l'idea che quello che si vede sia un pochettino esagerato. Nulla di tragico comunque.
La trama regge bene, e il mistero che aleggia fa pensare che effettivamente ne sarebbe potuto uscire anche un bell'episodio giocabile. Oltretutto il finale è piuttosto malinconico, anche se credo che in questo campo quello de Lo scrigno di Pandora sia imbattuto (contando che non ho ancora giocato il terzo episodio). E nel mezzo magari un paio di risate ve le farete.
In definitiva, chiunque voi siate, fan o no, guardatelo, nel primo caso senza remore. Magari i secondi troveranno uno stimolo ad appassionarsi ad una delle migliori serie videoludiche degli ultimi anni.
Voto: 8