Belle
Quarto film di Mamoru Hosoda che guardo. Il primo mi era piaciuto tantissimo: sto parlando di "Summer Wars". Il secondo mi ha convinto sicuramente: era "The Beast and the boy". Anche il terzo mi era piaciuto anche se a distanza di anni non ricordo più perché: mi riferisco a "Mirai".
E questo film, "Belle" mi è piaciuto, a caldo.
Poi ho riflettuto che ci sono buchi e stranezze; 120 minuti non bastano per chiarire tutto: forse c’era bisogno di usare tanto tempo quanto c’è né voluto per “L’ultimo imperatore” di Bertolucci…
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Cioè capisco che il finale deve essere positivo, ma guardate questo film: vi sembra credibile? Mi riferisco ai due ragazzini, al loro papà e all'intervento della nostra eroina Suzu… in realtà a un certo punto lo avevo anche previsto, non so perché, perché nella banalità poteva anche starci… in fondo già la figura della mamma, la cui storia è mandata lì avanti senza molte spiegazioni fa pensare che la figlia, pur rimproverando la madre, ad un certo punto la capisca e la imiti.
Comunque "Belle" è la storia di formazione di Suzu in cui nell’incontro col Drago (il rimando è a "la Bella e la Bestia" non so se più a quella di Perrault quanto piuttosto quello della Disney) la porta a diventare forte e coraggiosa da ragazza timida e insicura. Alcuni ci hanno visto anche una rappresentazione del mondo del music biz (o business) in cui se diventi una star avrai degli ammiratori e dei detrattori allo stesso tempo (followers e haters) ma questa tematica io la vedo come un pretesto per parlare di altro.
Hosoda ha ripreso da "Summer wars" l’idea del mondo digitale interno a internet e la presenza di tanti personaggi dalle sembianze particolari: l’aspetto esteriore degli avatar è unico per ogni persona e ce ne sono molteplici con sembianze sempre diverse. All’epoca avevo pensato che Hosoda copiasse l’idea da "Paprika" di Satoshi Kon, e tutt’ora non lo escludo.
Adesso mi tocca dare un voto: il film di pancia mi ha soddisfatto molto, a livello di esecuzione delle idee non abbastanza: gli do un sette ma sono insicuro io stesso che questo voto gli si adatti, potrebbe meritare un voto superiore o forse qualcosa in meno.
E questo film, "Belle" mi è piaciuto, a caldo.
Poi ho riflettuto che ci sono buchi e stranezze; 120 minuti non bastano per chiarire tutto: forse c’era bisogno di usare tanto tempo quanto c’è né voluto per “L’ultimo imperatore” di Bertolucci…
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Cioè capisco che il finale deve essere positivo, ma guardate questo film: vi sembra credibile? Mi riferisco ai due ragazzini, al loro papà e all'intervento della nostra eroina Suzu… in realtà a un certo punto lo avevo anche previsto, non so perché, perché nella banalità poteva anche starci… in fondo già la figura della mamma, la cui storia è mandata lì avanti senza molte spiegazioni fa pensare che la figlia, pur rimproverando la madre, ad un certo punto la capisca e la imiti.
Comunque "Belle" è la storia di formazione di Suzu in cui nell’incontro col Drago (il rimando è a "la Bella e la Bestia" non so se più a quella di Perrault quanto piuttosto quello della Disney) la porta a diventare forte e coraggiosa da ragazza timida e insicura. Alcuni ci hanno visto anche una rappresentazione del mondo del music biz (o business) in cui se diventi una star avrai degli ammiratori e dei detrattori allo stesso tempo (followers e haters) ma questa tematica io la vedo come un pretesto per parlare di altro.
Hosoda ha ripreso da "Summer wars" l’idea del mondo digitale interno a internet e la presenza di tanti personaggi dalle sembianze particolari: l’aspetto esteriore degli avatar è unico per ogni persona e ce ne sono molteplici con sembianze sempre diverse. All’epoca avevo pensato che Hosoda copiasse l’idea da "Paprika" di Satoshi Kon, e tutt’ora non lo escludo.
Adesso mi tocca dare un voto: il film di pancia mi ha soddisfatto molto, a livello di esecuzione delle idee non abbastanza: gli do un sette ma sono insicuro io stesso che questo voto gli si adatti, potrebbe meritare un voto superiore o forse qualcosa in meno.
"Belle" era stato annunciato, ai tempi dell'uscita, come un capolavoro, rivoluzionario nell'analisi emotiva dei personaggi e pregevole dal punto di vista visivo. Ora se il secondo punto possiamo darlo anche per raggiunto, la prima parte manca in toto, da qui il mio voto insufficiente.
La storia nel quadro generale poteva anche essere graziosa come concetto: un trauma che non si riesce a sormontare, l'effetto terapeutico e deleterio che può avere la realtà virturale, internet e i social, il dramma del bullismo e via dicendo, ma ci sono talmente tante falle narrative e di sceneggiatura che bruciano via ogni salvezza.
La trama ruota intorno a Suzu, liceale avente avuto un trauma infantile dato dalla perdita della madre, il suo superamento dell'evento e la sua diciamo attraversata del lutto dopo anni e anni dall'evento, il tutto calato nella vita scolastica di una cittadina rurale, con la sempre vincente trama del cyber bullismo e compagnia cantante.
Le vicende zoppicano nei perché e nei per come, non si capisce come la protagonista si incaponisca tanto con il Drago dopo il loro primo incontro, o il ruolo del padre di Suzo, al punto che quasi si spera sia lui il Drago, almeno avrebbe un ruolo, delle emozioni oltre il "tollerante/indifferente padre vedovo". Mancano dettagli importanti delle azioni dei personaggi, delle loro relazioni e pensieri, ci sono eventi di trama che non si reggono in piedi se non per forzatura e si arriva ad un finale buonista che ha del pacchiano.
L'analisi dei personaggi è minimale, nemmeno Suzo viene davvero sfaccettata in pieno ed i comprimari si perdono nello sfondo di una corsa a conclusione film per il tanto ricercato lieto fine che, però, sa di presa in giro.
Il lato tecnico è buono, le musiche soprattutto e il comparto sonoro, ma la storia che sta venendo raccontata è un'accozzaglia di eventi non ben orchestrati. Peccato.
La storia nel quadro generale poteva anche essere graziosa come concetto: un trauma che non si riesce a sormontare, l'effetto terapeutico e deleterio che può avere la realtà virturale, internet e i social, il dramma del bullismo e via dicendo, ma ci sono talmente tante falle narrative e di sceneggiatura che bruciano via ogni salvezza.
La trama ruota intorno a Suzu, liceale avente avuto un trauma infantile dato dalla perdita della madre, il suo superamento dell'evento e la sua diciamo attraversata del lutto dopo anni e anni dall'evento, il tutto calato nella vita scolastica di una cittadina rurale, con la sempre vincente trama del cyber bullismo e compagnia cantante.
Le vicende zoppicano nei perché e nei per come, non si capisce come la protagonista si incaponisca tanto con il Drago dopo il loro primo incontro, o il ruolo del padre di Suzo, al punto che quasi si spera sia lui il Drago, almeno avrebbe un ruolo, delle emozioni oltre il "tollerante/indifferente padre vedovo". Mancano dettagli importanti delle azioni dei personaggi, delle loro relazioni e pensieri, ci sono eventi di trama che non si reggono in piedi se non per forzatura e si arriva ad un finale buonista che ha del pacchiano.
L'analisi dei personaggi è minimale, nemmeno Suzo viene davvero sfaccettata in pieno ed i comprimari si perdono nello sfondo di una corsa a conclusione film per il tanto ricercato lieto fine che, però, sa di presa in giro.
Il lato tecnico è buono, le musiche soprattutto e il comparto sonoro, ma la storia che sta venendo raccontata è un'accozzaglia di eventi non ben orchestrati. Peccato.
Con "Belle" Hosoda riesce ad intrattenere adeguatamente lo spettatore lungo tutte le sue due ore di durata, soprattutto grazie alla capacità del regista-sceneggiatore di rendere istintivamente simpatici molti dei personaggi su schermo.
È innegabile, però, che il film, una volta analizzato a mente fredda, abbia dei problemi essenzialmente legati alla sceneggiatura. La pellicola, infatti, verte su tre macro-temi: il primo è quello legato alla socialità di "U", che permette agli utenti di creare una nuova identità in qualche modo legata alla loro interiorità; il secondo lè quello della riproposizione in chiave contemporanea de "La bella e la bestia" con tanto di evidenti omaggi visivi – perlopiù presenti nella parte centrale del lungometraggio – al film Disney del ’91; e il terzo, infine, è quello legato ai rapporti genitori–figli, che nella parte finale della pellicola volge precipitosamente verso quello degli abusi domestici.
Attenzione questa parte contiene spoiler!
Queste tre macro-tematiche vengono condite da un gran numero d’informazioni, al punto da inceppare il film nella fase finale nella fretta di concludere tutto in 120 minuti, perdendo dei pezzi qua e là e portando su pellicola scene paradossali (come ad esempio quella in cui Suzu, una gracile ragazzina, viene lasciata partire da sola per salvare due ragazzini da un padre violento e palestrato). Su altre questioni, come ad esempio il fatto che solo un utente sui cinque miliardi di iscritti a U causa dei seri problemi di ordine pubblico virtuale, si può sorvolare con una certa sospensione dell’incredulità, tuttavia questi difetti pesano molto sul mio voto.
Parlando dell'edizione italiana, nonostante vi sia un cast vocale di tutto rispetto, l'esperienza è saltuariamente rovinata da uscite in "stile Cannarsi" che rendono certi dialoghi (e i sottotitoli delle canzoni) farraginosi e innaturali.
È innegabile, però, che il film, una volta analizzato a mente fredda, abbia dei problemi essenzialmente legati alla sceneggiatura. La pellicola, infatti, verte su tre macro-temi: il primo è quello legato alla socialità di "U", che permette agli utenti di creare una nuova identità in qualche modo legata alla loro interiorità; il secondo lè quello della riproposizione in chiave contemporanea de "La bella e la bestia" con tanto di evidenti omaggi visivi – perlopiù presenti nella parte centrale del lungometraggio – al film Disney del ’91; e il terzo, infine, è quello legato ai rapporti genitori–figli, che nella parte finale della pellicola volge precipitosamente verso quello degli abusi domestici.
Attenzione questa parte contiene spoiler!
Queste tre macro-tematiche vengono condite da un gran numero d’informazioni, al punto da inceppare il film nella fase finale nella fretta di concludere tutto in 120 minuti, perdendo dei pezzi qua e là e portando su pellicola scene paradossali (come ad esempio quella in cui Suzu, una gracile ragazzina, viene lasciata partire da sola per salvare due ragazzini da un padre violento e palestrato). Su altre questioni, come ad esempio il fatto che solo un utente sui cinque miliardi di iscritti a U causa dei seri problemi di ordine pubblico virtuale, si può sorvolare con una certa sospensione dell’incredulità, tuttavia questi difetti pesano molto sul mio voto.
Parlando dell'edizione italiana, nonostante vi sia un cast vocale di tutto rispetto, l'esperienza è saltuariamente rovinata da uscite in "stile Cannarsi" che rendono certi dialoghi (e i sottotitoli delle canzoni) farraginosi e innaturali.
Il primo passo falso di Hosoda. Il precedente "Mirai" non era forse ai livelli di "Summer Wars" e "Wolf Children", ma era comunque un film ben fatto, questo "Belle" invece ha veramente una marea di difetti.
Visivamente è curatissimo e la visione al cinema lascia a bocca aperta per l'incredibile qualità delle immagini e la cura dei dettagli, ma questo non basta a nascondere una sceneggiatura spesso zoppicante e personaggi poco approfonditi e stereotipati.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Qualche esempio sparso:
- Non è minimamente spiegato perché la protagonista abbia un cattivo rapporto col padre.
- Quando riescono a individuare la casa dei due ragazzini vessati dal padre violento lei va a Tokyo da sola per incontrarli.
- Di sera entra nel mondo virtuale come Belle e canta: la mattina dopo guarda il cellulare e vede che non ha nessun follower, poi ne arrivano un paio. E vabbè. Di sera di guarda di nuovo e ne ha oltre venti milioni. Praticamente dopo che ha cantato nessuno ha scelto di seguirla, ma lo hanno fatto tutti il giorno dopo.
- La sua amica cogli occhiali sa fin da subito che lei è Belle. Ok, probabilmente gliel'ha confidato, ma non sarebbe stato male farlo capire meglio.
Insomma, la storia poteva essere raccontata in maniera migliore. Mi sono ritrovato più volte a pensare "ma che ca..." e la trama non è riuscita a catturarmi, è un film che non credo avrò voglia di rivedere. Forse Hosoda l'ha pensato e realizzato per un target più giovane e meno esigente rispetto ai suoi film precedenti, chissà.
Fine parte contenente spoiler
Oltre a tutto questo aggiungo che l'adattamento è pessimo e molte frasi sono veramente ridicole, e anche questo ha contribuito a farmi pensare il "ma che ca..." di cui sopra. Non posso riportarle letteralmente non essendomele certo appuntate durante la visione, ma così a memoria ricordo un uso forzato del verbo "sbirciare", un jingle pubblicitario del mondo virtuale che una prima volta dice tipo "Nel mondo reale non puoi fare certe cose tuttavia nel mondo virtuale puoi" e la seconda diventa "...non puoi fare certe cose però nel mondo virtuale puoi" (più corretto, ma non del tutto), un uso del verbo "guardare" dove "vedere" sarebbe stato più adatto, e tanti altri che ora mi sfuggono.
Un film deludente, in conclusione. Metto 5 solo perché dal punto di vista tecnico è realizzato magnificamente.
Visivamente è curatissimo e la visione al cinema lascia a bocca aperta per l'incredibile qualità delle immagini e la cura dei dettagli, ma questo non basta a nascondere una sceneggiatura spesso zoppicante e personaggi poco approfonditi e stereotipati.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Qualche esempio sparso:
- Non è minimamente spiegato perché la protagonista abbia un cattivo rapporto col padre.
- Quando riescono a individuare la casa dei due ragazzini vessati dal padre violento lei va a Tokyo da sola per incontrarli.
- Di sera entra nel mondo virtuale come Belle e canta: la mattina dopo guarda il cellulare e vede che non ha nessun follower, poi ne arrivano un paio. E vabbè. Di sera di guarda di nuovo e ne ha oltre venti milioni. Praticamente dopo che ha cantato nessuno ha scelto di seguirla, ma lo hanno fatto tutti il giorno dopo.
- La sua amica cogli occhiali sa fin da subito che lei è Belle. Ok, probabilmente gliel'ha confidato, ma non sarebbe stato male farlo capire meglio.
Insomma, la storia poteva essere raccontata in maniera migliore. Mi sono ritrovato più volte a pensare "ma che ca..." e la trama non è riuscita a catturarmi, è un film che non credo avrò voglia di rivedere. Forse Hosoda l'ha pensato e realizzato per un target più giovane e meno esigente rispetto ai suoi film precedenti, chissà.
Fine parte contenente spoiler
Oltre a tutto questo aggiungo che l'adattamento è pessimo e molte frasi sono veramente ridicole, e anche questo ha contribuito a farmi pensare il "ma che ca..." di cui sopra. Non posso riportarle letteralmente non essendomele certo appuntate durante la visione, ma così a memoria ricordo un uso forzato del verbo "sbirciare", un jingle pubblicitario del mondo virtuale che una prima volta dice tipo "Nel mondo reale non puoi fare certe cose tuttavia nel mondo virtuale puoi" e la seconda diventa "...non puoi fare certe cose però nel mondo virtuale puoi" (più corretto, ma non del tutto), un uso del verbo "guardare" dove "vedere" sarebbe stato più adatto, e tanti altri che ora mi sfuggono.
Un film deludente, in conclusione. Metto 5 solo perché dal punto di vista tecnico è realizzato magnificamente.
Ho visto, senza approfondire la tematica del film, "Belle" al cinema e nel complesso sono felice di averlo visto, anche se non nego che, per certi aspetti, il film mi abbia deluso.
Parto dagli aspetti negativi, ovvero una trama che ritengo un po' involuta e poco approfondita: a parte i chiari riferimenti alla nota fiaba, ritengo che la tematica relativa all'alterego online, in questo caso così popolare, sia stata chiaramente poco sfruttata e sbrigativamente accantonata, inserendola in un contesto in cui è sfruttata per rendere la fiaba in questione più moderna, senza riuscirci poi molto. Lo trovo un peccato, perché le premesse potevano essere ottime e migliori del risultato finale. Anche in quanto poi c'è una ulteriore svolta, che vuole essere una denuncia di un problema presente e che affligge molte persone, buona nelle intenzioni, ma anche in questo caso il tutto rimane a livelli sbrigativi e superficiali. Non voglio entrare nei dettagli per evitare spoiler, ma di Hosoda ho visto molto di meglio, anche se ammetto che questo è il suo terzo film di fila che, a livello di sceneggiatura, non mi convince a pieno.
Sembra che il lavoro vero, quello fatto in modo eccelso, si sia concentrato sulla musica e gli effetti grafici, nel complesso una gioia per i sensi. Ed è indubbio che siamo stati fortunati a poterlo vedere al cinema, perché proprio in quel contesto il lungometraggio offre il meglio di se stesso. La commistione tra canzoni, musiche ed effetti digitali e visivi fa sbocciare sequenze da pelle d'oca, una gioia da godersi assolutamente con uno schermo e un impianto sonoro adeguati.
Parto dagli aspetti negativi, ovvero una trama che ritengo un po' involuta e poco approfondita: a parte i chiari riferimenti alla nota fiaba, ritengo che la tematica relativa all'alterego online, in questo caso così popolare, sia stata chiaramente poco sfruttata e sbrigativamente accantonata, inserendola in un contesto in cui è sfruttata per rendere la fiaba in questione più moderna, senza riuscirci poi molto. Lo trovo un peccato, perché le premesse potevano essere ottime e migliori del risultato finale. Anche in quanto poi c'è una ulteriore svolta, che vuole essere una denuncia di un problema presente e che affligge molte persone, buona nelle intenzioni, ma anche in questo caso il tutto rimane a livelli sbrigativi e superficiali. Non voglio entrare nei dettagli per evitare spoiler, ma di Hosoda ho visto molto di meglio, anche se ammetto che questo è il suo terzo film di fila che, a livello di sceneggiatura, non mi convince a pieno.
Sembra che il lavoro vero, quello fatto in modo eccelso, si sia concentrato sulla musica e gli effetti grafici, nel complesso una gioia per i sensi. Ed è indubbio che siamo stati fortunati a poterlo vedere al cinema, perché proprio in quel contesto il lungometraggio offre il meglio di se stesso. La commistione tra canzoni, musiche ed effetti digitali e visivi fa sbocciare sequenze da pelle d'oca, una gioia da godersi assolutamente con uno schermo e un impianto sonoro adeguati.
"Belle." Nuovo anime di Mamoru Hosoda. Mi è piaciuto visivamente e anche per la parte musicale, ma la storia non mi ha convinto per un milione di motivi!
1) Me lo dovevo aspettare già andando al cinema perché non amo le fiabe tipo "La bella e la bestia" o "Il brutto anatroccolo" che trattano il tema bellezza interiore/ bruttezza esteriore. Penso che siano tutte cavolate Disney non applicabili alla vita vera, ma chi sono io per parlare di "vita vera"?
2) Suzu se ne va in shinkansen da Kōchi a Tōkyō e poi molla i due ragazzini maltrattati lì col padre violento, un energumeno di due metri con un torace grosso come un armadio. E il fratello maggiore (14 anni) che dice: "Da domani mi ribellerò". Sì come no, se prima non lo manda all'ospedale!
3) La madre di Suzu muore salvando un'altra bambina sconosciuta, ma la cosa resta un lì inutilizzata ai fini narrativi. Voglio dire: avrebbe dovuto introdurre un elemento di attrito tipo che Suzu re-incontra la ragazzina e comincia a odiarla...
Dicono questo film sia una possibile critica al mondo virtuale ma, visto anche il precedente di "Summer wars", credo sia, piuttosto, un inno al virtuale, come portale per sbloccare potenzialità nascoste. Certo, come ho detto, nessuno può credere davvero alla favola della tipa bruttina che si toglie gli occhiali e diventa stupenda (è una metafora, non uno spoiler: non succede questo nel film).
1) Me lo dovevo aspettare già andando al cinema perché non amo le fiabe tipo "La bella e la bestia" o "Il brutto anatroccolo" che trattano il tema bellezza interiore/ bruttezza esteriore. Penso che siano tutte cavolate Disney non applicabili alla vita vera, ma chi sono io per parlare di "vita vera"?
2) Suzu se ne va in shinkansen da Kōchi a Tōkyō e poi molla i due ragazzini maltrattati lì col padre violento, un energumeno di due metri con un torace grosso come un armadio. E il fratello maggiore (14 anni) che dice: "Da domani mi ribellerò". Sì come no, se prima non lo manda all'ospedale!
3) La madre di Suzu muore salvando un'altra bambina sconosciuta, ma la cosa resta un lì inutilizzata ai fini narrativi. Voglio dire: avrebbe dovuto introdurre un elemento di attrito tipo che Suzu re-incontra la ragazzina e comincia a odiarla...
Dicono questo film sia una possibile critica al mondo virtuale ma, visto anche il precedente di "Summer wars", credo sia, piuttosto, un inno al virtuale, come portale per sbloccare potenzialità nascoste. Certo, come ho detto, nessuno può credere davvero alla favola della tipa bruttina che si toglie gli occhiali e diventa stupenda (è una metafora, non uno spoiler: non succede questo nel film).