Another
Trama:
"Another" è un anime horror, misterioso e psicologico che si svolge in una scuola dove si nasconde una maledizione legata alla morte di uno studente avvenuta 26 anni prima. Il protagonista, Kouichi Sakakibara, si trasferisce nella classe 3 e scopre che i suoi compagni sono terrorizzati da una serie di incidenti mortali che colpiscono anche i loro familiari. L’unica persona che sembra sfuggire a questa situazione è Mei Misaki, una ragazza misteriosa che indossa una benda sull’occhio e che viene ignorata da tutti. Kouichi decide di avvicinarsi a lei e di svelare il segreto della maledizione.
L'anime che cerca di creare un’atmosfera cupa e inquietante giocando sulle aspettative e le paure dello spettatore. Il disegno e l’animazione sono curati e dettagliati, con un uso sapiente delle luci e delle ombre. Le scene di morte sono spesso cruente e gore, ma non eccessivamente gratuite. La colonna sonora è composta da brani orchestrali che enfatizzano i momenti di tensione e suspense.
Alcune situazioni appaiono forzate o poco credibili, come il comportamento dei docenti o la reazione degli studenti di fronte alle morti. Inoltre, l’anime non riesce a mantenere un equilibrio tra horror e dramma, risultando a volte troppo serio e a volte troppo comico.
In conclusione, "Another" è un anime che può piacere agli appassionati del genere horror ma che non offre nulla di particolarmente memorabile. Si tratta comunque di un prodotto discreto che si lascia guardare ma non impressiona.
"Another" è un anime horror, misterioso e psicologico che si svolge in una scuola dove si nasconde una maledizione legata alla morte di uno studente avvenuta 26 anni prima. Il protagonista, Kouichi Sakakibara, si trasferisce nella classe 3 e scopre che i suoi compagni sono terrorizzati da una serie di incidenti mortali che colpiscono anche i loro familiari. L’unica persona che sembra sfuggire a questa situazione è Mei Misaki, una ragazza misteriosa che indossa una benda sull’occhio e che viene ignorata da tutti. Kouichi decide di avvicinarsi a lei e di svelare il segreto della maledizione.
L'anime che cerca di creare un’atmosfera cupa e inquietante giocando sulle aspettative e le paure dello spettatore. Il disegno e l’animazione sono curati e dettagliati, con un uso sapiente delle luci e delle ombre. Le scene di morte sono spesso cruente e gore, ma non eccessivamente gratuite. La colonna sonora è composta da brani orchestrali che enfatizzano i momenti di tensione e suspense.
Alcune situazioni appaiono forzate o poco credibili, come il comportamento dei docenti o la reazione degli studenti di fronte alle morti. Inoltre, l’anime non riesce a mantenere un equilibrio tra horror e dramma, risultando a volte troppo serio e a volte troppo comico.
In conclusione, "Another" è un anime che può piacere agli appassionati del genere horror ma che non offre nulla di particolarmente memorabile. Si tratta comunque di un prodotto discreto che si lascia guardare ma non impressiona.
Another è un anime di genere horror, ma sono presenti anche altri elementi di tipo giallo-mistero, soprannaturale e splatter.
E' tratto dalla light novel di Yukito Ayatsuji e animato dallo studio P.A Works.
La trama affonda le radici molto prima dell’inizio degli eventi, quando nel 1972 il ragazzo Misaki, uno studente al terzo anno della sezione 3 del liceo Yomiyama Nord, muore assieme alla propria famiglia in un tragico incendio. L’intera classe, traumatizzata dalla morte del compagno, decide di continuare a fingere che sia ancora in vita, come se nulla fosse accaduto. Alla classe si aggiungono persino i professori ed il preside, e nel giorno della consegna dei diplomi viene messa in aula anche la sedia del ragazzo scomparso. Proprio in quella circostanza accade un fatto molto inquietante: nella foto di diploma compare anche Misaki. A seguito di quell’evento avrà inizio una catena di morti in circostanze misteriose di alcuni studenti, a volte con anche i relativi parenti ed insegnanti della sezione 3.
Kouichi Sakakibara, il protagonista della storia, si trasferisce da Tokyo a Yomiyama per abitare con i nonni mentre suo padre lavora all’estero. Si trasferisce proprio nella classe 3-C, ma perde le prime settimane a causa di una malattia. Mentre è in ospedale, oltre a ricevere la visita dei suoi compagni di classe, che lo trattano con uno strano riguardo, incontra in un modo alquanto bizzarro Mei, anch’essa compagna di classe e pare come se solo Koichi possa vederla perché tutti rispondono di non avere idea di chi sia. Koichi inizia così ad indagare sul fatto e ad avvicinarsi a Mei, mentre una nuova catena di tragiche morti sta per iniziare.
Io l'ho trovato sin da subito abbastanza interessante, sia per la trama sia perché l'horror è un genere che adoro vedere. Gli episodi all'inizio li ho trovati un po' noiosi infatti rimasi delusa da questo, ma gli ultimi devo ammettere che non mi sono dispiaciuti affatto. L'opening e la musica mi piacciono molto, così come i personaggi che sono quasi tutti ben caratterizzati. Il mio personaggio preferito è sicuramente Mei Misaki perché mi piace la sua parte da ragazza misteriosa e inquietante, mentre il protagonista sinceramente non mi fa ne caldo né freddo. Per quanto riguarda il finale non mi è dispiaciuto però, sinceramente mi aspettavo qualcosa di più. Se dovessi scegliere tra anime o manga sceglierei senza dubbio il manga perché accadono più cose interessanti che non vediamo nell'anime.
Per finire do un 7,5 perché, anche se non è uno dei miei anime preferiti, merita una possibilità.
E' tratto dalla light novel di Yukito Ayatsuji e animato dallo studio P.A Works.
La trama affonda le radici molto prima dell’inizio degli eventi, quando nel 1972 il ragazzo Misaki, uno studente al terzo anno della sezione 3 del liceo Yomiyama Nord, muore assieme alla propria famiglia in un tragico incendio. L’intera classe, traumatizzata dalla morte del compagno, decide di continuare a fingere che sia ancora in vita, come se nulla fosse accaduto. Alla classe si aggiungono persino i professori ed il preside, e nel giorno della consegna dei diplomi viene messa in aula anche la sedia del ragazzo scomparso. Proprio in quella circostanza accade un fatto molto inquietante: nella foto di diploma compare anche Misaki. A seguito di quell’evento avrà inizio una catena di morti in circostanze misteriose di alcuni studenti, a volte con anche i relativi parenti ed insegnanti della sezione 3.
Kouichi Sakakibara, il protagonista della storia, si trasferisce da Tokyo a Yomiyama per abitare con i nonni mentre suo padre lavora all’estero. Si trasferisce proprio nella classe 3-C, ma perde le prime settimane a causa di una malattia. Mentre è in ospedale, oltre a ricevere la visita dei suoi compagni di classe, che lo trattano con uno strano riguardo, incontra in un modo alquanto bizzarro Mei, anch’essa compagna di classe e pare come se solo Koichi possa vederla perché tutti rispondono di non avere idea di chi sia. Koichi inizia così ad indagare sul fatto e ad avvicinarsi a Mei, mentre una nuova catena di tragiche morti sta per iniziare.
Io l'ho trovato sin da subito abbastanza interessante, sia per la trama sia perché l'horror è un genere che adoro vedere. Gli episodi all'inizio li ho trovati un po' noiosi infatti rimasi delusa da questo, ma gli ultimi devo ammettere che non mi sono dispiaciuti affatto. L'opening e la musica mi piacciono molto, così come i personaggi che sono quasi tutti ben caratterizzati. Il mio personaggio preferito è sicuramente Mei Misaki perché mi piace la sua parte da ragazza misteriosa e inquietante, mentre il protagonista sinceramente non mi fa ne caldo né freddo. Per quanto riguarda il finale non mi è dispiaciuto però, sinceramente mi aspettavo qualcosa di più. Se dovessi scegliere tra anime o manga sceglierei senza dubbio il manga perché accadono più cose interessanti che non vediamo nell'anime.
Per finire do un 7,5 perché, anche se non è uno dei miei anime preferiti, merita una possibilità.
Serie iniziata male e conclusasi peggio.
Per prima cosa bisogna dire che i disegni e le animazioni sono davvero pessimi; anche la musica di sottofondo, che cerca di far salire la suspense, è terribile e inserita in contesti spesso sconclusionati. Inizialmente mi aspettavo un horror-mistery interessante e coinvolgente, ma si è rivelato l'esatto opposto: noioso fin dal principio e sconnesso durante la narrazione.
L'ho trovato troppo scontato e ripetitivo: sembra quasi come se avessero cercato di "stiracchiare" al massimo la storia così da raggiungere i 12 episodi, 13 contando il prequel. Proprio a proposito di quest'ultimo, essendo un prequel va ovviamente visto prima, ma non si riesce ad agganciarlo al resto della serie, fino agli ultimi episodi, in cui finalmente viene spiegato qualcosa di nuovo. Gli ultimi due episodi sono stati leggermente meno noiosi, ma assolutamente privi di logica, come, d'altronde, lo sono stati tutti gli altri. L'unica cosa accettabile sembra essere l'opening, ma anche in questo caso non ci si deve aspettare nulla di chè.
Dopo aver terminato la visione di quest'anime mi sono accorta di aver solamente perso tempo...
Assolutamente sconsigliata!!!
Voto: 2/10
Per prima cosa bisogna dire che i disegni e le animazioni sono davvero pessimi; anche la musica di sottofondo, che cerca di far salire la suspense, è terribile e inserita in contesti spesso sconclusionati. Inizialmente mi aspettavo un horror-mistery interessante e coinvolgente, ma si è rivelato l'esatto opposto: noioso fin dal principio e sconnesso durante la narrazione.
L'ho trovato troppo scontato e ripetitivo: sembra quasi come se avessero cercato di "stiracchiare" al massimo la storia così da raggiungere i 12 episodi, 13 contando il prequel. Proprio a proposito di quest'ultimo, essendo un prequel va ovviamente visto prima, ma non si riesce ad agganciarlo al resto della serie, fino agli ultimi episodi, in cui finalmente viene spiegato qualcosa di nuovo. Gli ultimi due episodi sono stati leggermente meno noiosi, ma assolutamente privi di logica, come, d'altronde, lo sono stati tutti gli altri. L'unica cosa accettabile sembra essere l'opening, ma anche in questo caso non ci si deve aspettare nulla di chè.
Dopo aver terminato la visione di quest'anime mi sono accorta di aver solamente perso tempo...
Assolutamente sconsigliata!!!
Voto: 2/10
«Another» è un anime horror, a cura dello studio di animazione P.A. Works, trasposizione di una light novel scritta da Yukito Ayatsuji, ben strutturato, appassionante e con un buon finale.
La storia racconta della maledizione che colpisce una scuola media nella città di Yomiyama, dove giungerà un nuovo studente appena trasferito nella città e che ha seri problemi di salute.
Il tutto si presenta allo spettatore come un mistero da risolvere, la piccola introduzione ci fa comprendere che c'è qualcosa di anomalo, una morte misteriosa, un racconto bizzarro che si può trovare malinconico, a cui segue qualcosa che, inizialmente, non viene raccontato. Con tali premesse, trovandoci completamente all'oscuro del tutto ben ci si può immedesimare con Kōichi Sakakibara, il nuovo arrivato, noi come lui non sapremo quale sia il mistero, non sapremo in cosa consista quella sorta di maledizione, conosceremo il tutto lentamente, un pezzo di puzzle alla volta. Ma c'è di più, come un buon romanzo alla Agatha Christie, i pezzi di quel puzzle li potremo trovare anche nei posti più disparati, quindi con la giusta attenzione ai particolari, ai discorsi, ci si può anche giungere a risolvere il mistero, difficile, ma non impossibile: quindi ben fatto. Da notare l'efficienza dell'adattamento, ma questo sarà evidente solo dopo aver concluso a visione della serie.
Gli adulti che sono mostrati nella serie sono pochi, qui i protagonisti sono i ragazzi, fra i tanti Mei Misaki catturerà l'attenzione dello spettatore, ma anche altri saranno ben caratterizzati, personalmente trovo interessante il personaggio di Izumi Akazawa con le sue reazioni molto realistiche a tutto quello che le accade intorno cercherà di uscire dal classico personaggio stereotipato.
Le animazioni, a cura dello studio P.A. Works sono vive, molto curate, soprattutto quelle delle due ultime puntate che sono un piccolo gioiello a parte. Anche il disegno risulta efficace nella sua semplicità, poche le scene che potrebbero disturbarne la visione. I dialoghi fanno la loro parte evidenziando con piccoli escamotage furbamente inseriti l'aria misteriosa che lo spettatore respirerà, nulla verrà dato al caso. Il finale soddisferà lo spettatore attento
L'opening, Kyōmu Densen, di Ali Project potrà disturbare lo spettatore mentre pacifica e tranquilla risulta l'ending, Anamnesis, di Annabel.
Agli strani comportamenti che assumono alcuni personaggi vengono fornite esaurienti spiegazioni successivamente, a volte proprio negli ultimi minuti finali della serie, a volte saranno una reazione ad un'azione spropositata ricordando che di fronte alla paura spesso non si riesce a ragionare a mente fredda. Vi è giusto un accenno al paranormale (oltre alla misteriosa maledizione, fulcro delle vicende) a cui in realtà nessuno, protagonista incluso, darà credito, conteranno le prove o al massimo i ricordi delle persone, mai le sensazioni misteriose che si possono percepire. Non è così facile convincere gli altri, come è anche corretto che sia.
Dalla light novel era stato precedentemente tratto un manga disegnato da Hiro Kiyohara, e successivamente alla serie un OAV che tratterà di eventi solo narrati nella serie, anche se cronologicamente sarebbe da collocare prima l'OAV e poi la serie suggerisco di vederlo solo a posteriori in quanto potrebbe togliere parte della suspense che si verrà a creare. Nota bizzarra è che la consorte dell'autore (il cui vero nome è Naoyuki Uchida, Yukito Ayatsuji è lo pseudonimo che utilizza) è Fuyumi Ono, celebre per diverse opere fra cui «Shiki», altro horror consigliato da seguire.
In definitiva consiglio la visione della serie maggiormente agli amanti del mistero che a quelli del genere horror, anche se le due componenti sapranno amalgamarsi bene nello sviluppo della serie, l'anime ben si presta sia ad una visione attenta che ad una più leggera, e potrà incuriosire lo spettatore suggerendogli di una seconda visione, per meglio apprezzarlo.
La storia racconta della maledizione che colpisce una scuola media nella città di Yomiyama, dove giungerà un nuovo studente appena trasferito nella città e che ha seri problemi di salute.
Il tutto si presenta allo spettatore come un mistero da risolvere, la piccola introduzione ci fa comprendere che c'è qualcosa di anomalo, una morte misteriosa, un racconto bizzarro che si può trovare malinconico, a cui segue qualcosa che, inizialmente, non viene raccontato. Con tali premesse, trovandoci completamente all'oscuro del tutto ben ci si può immedesimare con Kōichi Sakakibara, il nuovo arrivato, noi come lui non sapremo quale sia il mistero, non sapremo in cosa consista quella sorta di maledizione, conosceremo il tutto lentamente, un pezzo di puzzle alla volta. Ma c'è di più, come un buon romanzo alla Agatha Christie, i pezzi di quel puzzle li potremo trovare anche nei posti più disparati, quindi con la giusta attenzione ai particolari, ai discorsi, ci si può anche giungere a risolvere il mistero, difficile, ma non impossibile: quindi ben fatto. Da notare l'efficienza dell'adattamento, ma questo sarà evidente solo dopo aver concluso a visione della serie.
Gli adulti che sono mostrati nella serie sono pochi, qui i protagonisti sono i ragazzi, fra i tanti Mei Misaki catturerà l'attenzione dello spettatore, ma anche altri saranno ben caratterizzati, personalmente trovo interessante il personaggio di Izumi Akazawa con le sue reazioni molto realistiche a tutto quello che le accade intorno cercherà di uscire dal classico personaggio stereotipato.
Le animazioni, a cura dello studio P.A. Works sono vive, molto curate, soprattutto quelle delle due ultime puntate che sono un piccolo gioiello a parte. Anche il disegno risulta efficace nella sua semplicità, poche le scene che potrebbero disturbarne la visione. I dialoghi fanno la loro parte evidenziando con piccoli escamotage furbamente inseriti l'aria misteriosa che lo spettatore respirerà, nulla verrà dato al caso. Il finale soddisferà lo spettatore attento
L'opening, Kyōmu Densen, di Ali Project potrà disturbare lo spettatore mentre pacifica e tranquilla risulta l'ending, Anamnesis, di Annabel.
Agli strani comportamenti che assumono alcuni personaggi vengono fornite esaurienti spiegazioni successivamente, a volte proprio negli ultimi minuti finali della serie, a volte saranno una reazione ad un'azione spropositata ricordando che di fronte alla paura spesso non si riesce a ragionare a mente fredda. Vi è giusto un accenno al paranormale (oltre alla misteriosa maledizione, fulcro delle vicende) a cui in realtà nessuno, protagonista incluso, darà credito, conteranno le prove o al massimo i ricordi delle persone, mai le sensazioni misteriose che si possono percepire. Non è così facile convincere gli altri, come è anche corretto che sia.
Dalla light novel era stato precedentemente tratto un manga disegnato da Hiro Kiyohara, e successivamente alla serie un OAV che tratterà di eventi solo narrati nella serie, anche se cronologicamente sarebbe da collocare prima l'OAV e poi la serie suggerisco di vederlo solo a posteriori in quanto potrebbe togliere parte della suspense che si verrà a creare. Nota bizzarra è che la consorte dell'autore (il cui vero nome è Naoyuki Uchida, Yukito Ayatsuji è lo pseudonimo che utilizza) è Fuyumi Ono, celebre per diverse opere fra cui «Shiki», altro horror consigliato da seguire.
In definitiva consiglio la visione della serie maggiormente agli amanti del mistero che a quelli del genere horror, anche se le due componenti sapranno amalgamarsi bene nello sviluppo della serie, l'anime ben si presta sia ad una visione attenta che ad una più leggera, e potrà incuriosire lo spettatore suggerendogli di una seconda visione, per meglio apprezzarlo.
Another, per me, è un capolavoro.
È molto intrigante, è capace di farti immedesimare benissimo nella storia e, nonostante il ritmo lento, la parte misteriosa ti farà venir voglia di andare avanti nella visione. Mi è piaciuto molto per la sensazione di paura che trasmette... Alcune immagini rimangono impresse: l'immagine della scuola come quella delle bambole e le paure della classe mi sono venute addosso come se fossi io stesso uno di quegli studenti.
Per gustarsi questo anime bisogna essere in uno stato d'animo adatto; nonostante fosse per me il primo anime stile "mistero" mi è piaciuto moltissimo.
Consigliato! Dategli una possibilità nonostante le brutte recensioni!
È molto intrigante, è capace di farti immedesimare benissimo nella storia e, nonostante il ritmo lento, la parte misteriosa ti farà venir voglia di andare avanti nella visione. Mi è piaciuto molto per la sensazione di paura che trasmette... Alcune immagini rimangono impresse: l'immagine della scuola come quella delle bambole e le paure della classe mi sono venute addosso come se fossi io stesso uno di quegli studenti.
Per gustarsi questo anime bisogna essere in uno stato d'animo adatto; nonostante fosse per me il primo anime stile "mistero" mi è piaciuto moltissimo.
Consigliato! Dategli una possibilità nonostante le brutte recensioni!
Anime lentissimo, che riesce a coinvolgerti veramente alla fine tra i 3 e 4 ultimi episodi.
Le animazioni sono piuttosto carine specialmente per quanto riguarda il gore, che si fa presente in ogni episodio dopo circa i primi due.
I personaggi sono abbastanza vuoti e privi di personalità, riesci ad affezionarti a qualcuno solo nell'ultimo episodio quando ormai la storia si è conclusa.
C'è molta suspance e questo mi piace molto, anche il genere horror trattato ma a causa della lentezza dell'anime non si riesce a godere pienamente dei punti di forza che quest'opera possiede.
Non fa schifo, ma poteva essere nettamente superiore dato il potenziale che possedeva.
Il mio voto non supera il 6,5.
Le animazioni sono piuttosto carine specialmente per quanto riguarda il gore, che si fa presente in ogni episodio dopo circa i primi due.
I personaggi sono abbastanza vuoti e privi di personalità, riesci ad affezionarti a qualcuno solo nell'ultimo episodio quando ormai la storia si è conclusa.
C'è molta suspance e questo mi piace molto, anche il genere horror trattato ma a causa della lentezza dell'anime non si riesce a godere pienamente dei punti di forza che quest'opera possiede.
Non fa schifo, ma poteva essere nettamente superiore dato il potenziale che possedeva.
Il mio voto non supera il 6,5.
Questa recensione è formata da due punti, il primo dove espongo le mie sull'anime, senza spoiler, il secondo, per chi fosse interessato, spiega i vari punti della trama che molti non hanno compreso e quindi ne lamentano la poca chiarezza.
Partiamo dal presupposto che l'idea base dell'anime è ottima ma non è stata minimamente sfruttata.
L'anime risulta noioso le prime puntate, verso il mezzo comincia ad ingranare e incuriosire sempre di più e verso la fine cambia genere e risulta quasi insensato e forzato.
Quindi, è insensato? Assolutamente no! Ogni azione compiuta ha un esatto significato che si correla perfettamente alla trama, nonostante sia abbastanza difficile intuirle, per questo vorrei spiegarle nella parte spoiler.
L'anime presenta una miriade di forzature, queste mi hanno fatto storcere il naso rovinandomi la visione e soprattutto rendendo scontate le vicende che sarebbero seguite.
L'ho trovato molto intuitivo, fatta eccezione per.. chiamiamolo "il colpevole". E' praticamente impossibile arrivarci ma un occhio attento come il mio (quando guardo questi tipi di anime cerco di scrutarne ogni minimo dettaglio per provare ad intuire il finale) si riesce a scrutare un minimo indizio che ti porta al colpevole.
Poteva essere davvero un bell'anime ma verso la fine ho trovato le forzature eccessive e la parte inquietante è stata eliminata per dar sfogo allo splatter. Le morti diventano veramente casuali e stupide (menzione onorevole al morto con la colonna, quando lo vedrete scoppierete dal ridere). Però tutto sommato l'ho visto tutto d'un fiato, la curiosità c'è stata quindi non mi sento di bocciarlo o dargli un voto troppo basso.
PARTE SPOILER.
L'anime sarebbe potuto durare una puntata, perchè Mei non ha subito detto chi era il morto?
Per il semplice motivo che hanno scoperto solo alla fine che uccidendo il morto la catena di omicidi si sarebbe fermata, quindi era pressoché inutile. Inoltre Mei afferma di non capirlo subito già dall'inizio della scuola, poiché aveva la benda proprio per evitare di vedere la morte nelle persone.
Come fa Koichi a non ricordare che la zia è morta?
Perché quando il morto torna in vita, la memoria di tutti viene manipolata. Mei sembra l'unica che ha il ricordo di Reiko e suppongo che questo sia dovuto al suo occhio, ovvero, una volta indicata la persona morta, non ha più senso che i ricordi di chi lo sa vengano cancellati. Ovviamente quella di aver visto Reiko morire è una forzatura assurda e pressoché inutile.
Perchè Misaki ha questo potere? Unica domanda a cui non ho trovato risposta, penso si tratti di una forzatura ai fini della trama ma mi piace pensare che ci sia collegamento al fatto che lei sarebbe dovuta morire durante l'operazione all'occhio.
Si poteva intuire chi era il morto prima della fine dell'anime? Ecco, difficile a dirsi ma sì, si poteva intuire. Molti ne hanno lamentato il fatto che non ci fosse un minimo indizio ma così non è.
La prima intuizione l'ho avuta col pappagallo che non faceva altro che ripetere "perchè Rei, perchè?", inoltre in un episodio dice "povera Reiko, povera Mitsuko", e sappiamo bene che Mitsuko, la madre del protagonista, è morta, quindi il fatto che ci fosse un pappagallo che facesse quelle uscite, qualcosa doveva pur significare.
La seconda intuizione l'ho avuta nell'incontro tra Reiko e il suo ex compagno di classe, quando lui dice di averla vista recentemente ma non ricordava e lei afferma di esser andata solo ai funerali. Questa intuizione l'ho avuta subito dopo aver ricordato che venissero cancellati i ricordi inerenti alla persona morta, quindi il fatto che i ricordi di Reiko e del compagno di classe fossero stati alterati dopo le vicende di 15 anni prima, non aveva senso.
Altro indizio è il nonno che dice in una puntata di aver assistito a troppi funerali.
Ricordiamo anche il padre che dice "salutami i nonni" senza fare il minimo accenno a Reiko, come se lui sapesse (essendo fuori città e quindi non potendo esser colpito dalla maledizione) che in realtà Reiko è morta.
Non ne ero sicuro fino alla fine però la mia intuizione si è rivelata esatta.
L'assassino di Reiko non è assolutamente Koichi. Ricordiamoci che lui è arrivato in quella città appunto per i funerali della zia. Penso che abbiano voluto giocare sulla nostra fantasia ma è palese che non può essere Koichi.
Aggiungo un mio personale parere. Il finale poteva esser composto in 100 modi diversi e tutti sarebbero stati migliori. Il morto poteva essere Mei che fin dall'inizio ha sfruttato il protagonista. Il morto poteva essere il protagonista morto durante l'operazione ai polmoni (inizialmente pensavo così) e Mei, sapendo che fosse lui, ha cercato di difenderlo il più possibile addirittura dicendogli che lui non era il morto evitando che lui stesso avesse potuto commettere un suicidio. Diciamo che sarebbero stati finali scontati ma li avrei apprezzati più di questo, dato che hanno voluto mettere il morto fuori dalle puntate per poi farlo ricomparire verso la fine e cercare di dar stupore all'osservatore. Inoltre, all'inizio, non si capisce neanche che Reiko fosse la zia del protagonista, ho dovuto riguardare un paio di puntate per arrivarci, quindi qualunque tipo di intuizione era pressoché impossibile da percepire.
Partiamo dal presupposto che l'idea base dell'anime è ottima ma non è stata minimamente sfruttata.
L'anime risulta noioso le prime puntate, verso il mezzo comincia ad ingranare e incuriosire sempre di più e verso la fine cambia genere e risulta quasi insensato e forzato.
Quindi, è insensato? Assolutamente no! Ogni azione compiuta ha un esatto significato che si correla perfettamente alla trama, nonostante sia abbastanza difficile intuirle, per questo vorrei spiegarle nella parte spoiler.
L'anime presenta una miriade di forzature, queste mi hanno fatto storcere il naso rovinandomi la visione e soprattutto rendendo scontate le vicende che sarebbero seguite.
L'ho trovato molto intuitivo, fatta eccezione per.. chiamiamolo "il colpevole". E' praticamente impossibile arrivarci ma un occhio attento come il mio (quando guardo questi tipi di anime cerco di scrutarne ogni minimo dettaglio per provare ad intuire il finale) si riesce a scrutare un minimo indizio che ti porta al colpevole.
Poteva essere davvero un bell'anime ma verso la fine ho trovato le forzature eccessive e la parte inquietante è stata eliminata per dar sfogo allo splatter. Le morti diventano veramente casuali e stupide (menzione onorevole al morto con la colonna, quando lo vedrete scoppierete dal ridere). Però tutto sommato l'ho visto tutto d'un fiato, la curiosità c'è stata quindi non mi sento di bocciarlo o dargli un voto troppo basso.
PARTE SPOILER.
L'anime sarebbe potuto durare una puntata, perchè Mei non ha subito detto chi era il morto?
Per il semplice motivo che hanno scoperto solo alla fine che uccidendo il morto la catena di omicidi si sarebbe fermata, quindi era pressoché inutile. Inoltre Mei afferma di non capirlo subito già dall'inizio della scuola, poiché aveva la benda proprio per evitare di vedere la morte nelle persone.
Come fa Koichi a non ricordare che la zia è morta?
Perché quando il morto torna in vita, la memoria di tutti viene manipolata. Mei sembra l'unica che ha il ricordo di Reiko e suppongo che questo sia dovuto al suo occhio, ovvero, una volta indicata la persona morta, non ha più senso che i ricordi di chi lo sa vengano cancellati. Ovviamente quella di aver visto Reiko morire è una forzatura assurda e pressoché inutile.
Perchè Misaki ha questo potere? Unica domanda a cui non ho trovato risposta, penso si tratti di una forzatura ai fini della trama ma mi piace pensare che ci sia collegamento al fatto che lei sarebbe dovuta morire durante l'operazione all'occhio.
Si poteva intuire chi era il morto prima della fine dell'anime? Ecco, difficile a dirsi ma sì, si poteva intuire. Molti ne hanno lamentato il fatto che non ci fosse un minimo indizio ma così non è.
La prima intuizione l'ho avuta col pappagallo che non faceva altro che ripetere "perchè Rei, perchè?", inoltre in un episodio dice "povera Reiko, povera Mitsuko", e sappiamo bene che Mitsuko, la madre del protagonista, è morta, quindi il fatto che ci fosse un pappagallo che facesse quelle uscite, qualcosa doveva pur significare.
La seconda intuizione l'ho avuta nell'incontro tra Reiko e il suo ex compagno di classe, quando lui dice di averla vista recentemente ma non ricordava e lei afferma di esser andata solo ai funerali. Questa intuizione l'ho avuta subito dopo aver ricordato che venissero cancellati i ricordi inerenti alla persona morta, quindi il fatto che i ricordi di Reiko e del compagno di classe fossero stati alterati dopo le vicende di 15 anni prima, non aveva senso.
Altro indizio è il nonno che dice in una puntata di aver assistito a troppi funerali.
Ricordiamo anche il padre che dice "salutami i nonni" senza fare il minimo accenno a Reiko, come se lui sapesse (essendo fuori città e quindi non potendo esser colpito dalla maledizione) che in realtà Reiko è morta.
Non ne ero sicuro fino alla fine però la mia intuizione si è rivelata esatta.
L'assassino di Reiko non è assolutamente Koichi. Ricordiamoci che lui è arrivato in quella città appunto per i funerali della zia. Penso che abbiano voluto giocare sulla nostra fantasia ma è palese che non può essere Koichi.
Aggiungo un mio personale parere. Il finale poteva esser composto in 100 modi diversi e tutti sarebbero stati migliori. Il morto poteva essere Mei che fin dall'inizio ha sfruttato il protagonista. Il morto poteva essere il protagonista morto durante l'operazione ai polmoni (inizialmente pensavo così) e Mei, sapendo che fosse lui, ha cercato di difenderlo il più possibile addirittura dicendogli che lui non era il morto evitando che lui stesso avesse potuto commettere un suicidio. Diciamo che sarebbero stati finali scontati ma li avrei apprezzati più di questo, dato che hanno voluto mettere il morto fuori dalle puntate per poi farlo ricomparire verso la fine e cercare di dar stupore all'osservatore. Inoltre, all'inizio, non si capisce neanche che Reiko fosse la zia del protagonista, ho dovuto riguardare un paio di puntate per arrivarci, quindi qualunque tipo di intuizione era pressoché impossibile da percepire.
“Another” è una serie horror da 12 puntate, del 2012 prodotta dallo studio P.A. WORKS.
La storia inizia in un piccola cittadina giapponese di nome Yomiyama, in questa città nel lontano 1972 morì un alunno della 3° sezione con alcuni suoi familiari e questo sconvolse i suoi compagni. Ma qualcuno dei compagni affermò di vederlo ancora, nella classe venne lasciato il suo banco e persino durante il diploma fu preparato un banco vuoto per lui, ma la storia non finisce qui.
Da allora la 3° sezione della scuola è maledetta e ogni anno gli studenti e i loro famigliari devono fronteggiarla, siamo nel 1998 ovvero 26 anni dopo e il nostro protagonista Kōichi Sakakibara è uno studente di Tokyo che si è trasferito in questa città, dato che sua madre e i suoi nonni sono di qui e pure lui è nato qui, nei primissimi giorni si sente male e viene ricoverato all'ospedale della città.
Tre dei suoi nuovi compagni ovvero Izumi Akazawa, Yukari Sakuragi e Tomohiko Kazami arrivano in ospedale a trovarlo, essi sono molto cupi e sospettosi, dicono che sono venuti a portargli degli appunti e vedere come sta, ma il motivo principale è invece quello di vedere se la maledizione si è già attivata, infatti una dei tre, ovvero Izumi, è l'addetta alle contromisure contro la maledizione.
Durante il suo ricovero in ospedale Koichi incontra una ragazza con una benda sull'occhio sinistro di nome Mei Misaki, lei è molto inquietante: il loro primo incontro avviene in ascensore e lei sembra spuntare dal nulla e poi esce al piano dove c'è la caldaia e l'obitorio, portando con sé un'inquietante bambola e scomparendo nell'oscurità di quel piano.
Koichi alla fine si riprende e comincia la scuola, nella classe si accorge che c'è qualcosa che non va e vede una forte inquietudine nei suoi compagni e capisce che gli stanno nascondendo qualcosa, si accorge che la ragazza con la benda ovvero Mei viene ignorata da tutti come se lei non esistesse e pensa inizialmente che sia vittima di bullismo, ma le cose stanno in modo diverso e sono legate alla maledizione.
Non posso proseguire a parlare della trama dato che sarebbe spoiler e dato che parliamo di una serie molto breve di soli 12 episodi, ora comincerò a fare le mie valutazioni sulla serie.
In genere un horror animato (e non) può rientrare in due categorie: la prima è quella delle storie d'azione e con scene splatter come per esempio "Hellsing" o i film di "Resident Evil", mentre l'altra categoria punta sull'inquietudine e sul terrore, inizialmente questa serie sembra puntare sulla seconda categoria ma andando avanti (purtroppo) perde questa caratteristica, ma non rientra neanche nella prima, e molto spesso sembra un "Final Destination" riuscito male.
Uno dei grandi difetti di questa serie è il fatto di non essere né carne né pesce, non sa cosa vuole essere, è un po’ thriller e un po’ horror, ma rimane in mezzo col risultato che non è nessuno dei due. Un altro aspetto che non mi è piaciuto è stato la "stupidità" dei personaggi, o comunque il fatto che per quasi 5/6 puntate non riescono a capire un indizio che chiunque abbia un intelligenza anche leggermente superiore a quella di Homer Simpson potrebbe capire subito, e non solo, viene usato uno stupido, assurdo e assolutamente evitabile inconveniente per rimandare di una puntata la scoperta dell'indizio.
Un altro punto assolutamente carente della serie è la caratterizzazione dei personaggi: non è tanto il fatto che siano stereotipati ma quanto il fatto che non abbiano mordente, il protagonista Koichi che nella parte iniziale è assolutamente un rompiscatole che, nonostante intorno a lui avvengano disgrazie peggio delle piaghe d'Egitto, si interessa solo a scoprire la verità sui Mei. Quest'ultima non si capisce perchè agisca così, e soprattutto alla fine ti chiedi: “perchè?”. Non si capisce se sia stupida o estremamente malvagia... per non parlare dell'infermiera, cioè Koichi assiste a una morte violenta e lei cosa fa? Prima gli dice con leggerezza "deve essere stata dura" e poi scherza come se non fosse successo niente? Mi ricorda la scena di un film di pessima categoria, dove il pilota di robot che ha sconfitto un mostro alieno festeggia la vittoria in strada quando ai suoi piedi ci sono persone morte (causate dal combattimento).
Poi nella serie ci dovrebbe essere una paranoia generale e un clima di sospetto tra gli studenti, per un motivo che non posso esplicitare qui, ma questo stranamente non c'è e anche su questo aspetto si fa dell’ironia, e per chiudere: questo mistero è col trucco, diciamo che quegli che hanno fatto l'anime hanno barato, per così dire.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, le musiche mi sono piaciute e sono state una delle poche cose che salvo, stesso discorso per le animazioni: sono la cosa migliore di tutto l'anime, non si vede che l'anime ha sette anni, un vero peccato però per tutto il resto.
Per giunta alla fine abbiano spezzoni alla “Mirai Nikki” e non è certo una cosa buona.
In conclusione “Another” è un anime che parte bene e poi cade sempre di più e si salva leggermente per il finale, se fossero rimasti coerenti con le prime due puntate mantenendo quel ritmo, una storia del genere e con una caratterizzazione dei personaggi migliore, parleremmo di un anime da 7/7,5 ma purtroppo così non è stato, ammetto però che nonostante il voto basso non è un anime pesante e se partite senza grosse aspettative intrattiene, questo sì (altrimenti l'avrei droppato o, comunque, non arriverebbe alla sufficienza piena).
Voto finale 6+
La storia inizia in un piccola cittadina giapponese di nome Yomiyama, in questa città nel lontano 1972 morì un alunno della 3° sezione con alcuni suoi familiari e questo sconvolse i suoi compagni. Ma qualcuno dei compagni affermò di vederlo ancora, nella classe venne lasciato il suo banco e persino durante il diploma fu preparato un banco vuoto per lui, ma la storia non finisce qui.
Da allora la 3° sezione della scuola è maledetta e ogni anno gli studenti e i loro famigliari devono fronteggiarla, siamo nel 1998 ovvero 26 anni dopo e il nostro protagonista Kōichi Sakakibara è uno studente di Tokyo che si è trasferito in questa città, dato che sua madre e i suoi nonni sono di qui e pure lui è nato qui, nei primissimi giorni si sente male e viene ricoverato all'ospedale della città.
Tre dei suoi nuovi compagni ovvero Izumi Akazawa, Yukari Sakuragi e Tomohiko Kazami arrivano in ospedale a trovarlo, essi sono molto cupi e sospettosi, dicono che sono venuti a portargli degli appunti e vedere come sta, ma il motivo principale è invece quello di vedere se la maledizione si è già attivata, infatti una dei tre, ovvero Izumi, è l'addetta alle contromisure contro la maledizione.
Durante il suo ricovero in ospedale Koichi incontra una ragazza con una benda sull'occhio sinistro di nome Mei Misaki, lei è molto inquietante: il loro primo incontro avviene in ascensore e lei sembra spuntare dal nulla e poi esce al piano dove c'è la caldaia e l'obitorio, portando con sé un'inquietante bambola e scomparendo nell'oscurità di quel piano.
Koichi alla fine si riprende e comincia la scuola, nella classe si accorge che c'è qualcosa che non va e vede una forte inquietudine nei suoi compagni e capisce che gli stanno nascondendo qualcosa, si accorge che la ragazza con la benda ovvero Mei viene ignorata da tutti come se lei non esistesse e pensa inizialmente che sia vittima di bullismo, ma le cose stanno in modo diverso e sono legate alla maledizione.
Non posso proseguire a parlare della trama dato che sarebbe spoiler e dato che parliamo di una serie molto breve di soli 12 episodi, ora comincerò a fare le mie valutazioni sulla serie.
In genere un horror animato (e non) può rientrare in due categorie: la prima è quella delle storie d'azione e con scene splatter come per esempio "Hellsing" o i film di "Resident Evil", mentre l'altra categoria punta sull'inquietudine e sul terrore, inizialmente questa serie sembra puntare sulla seconda categoria ma andando avanti (purtroppo) perde questa caratteristica, ma non rientra neanche nella prima, e molto spesso sembra un "Final Destination" riuscito male.
Uno dei grandi difetti di questa serie è il fatto di non essere né carne né pesce, non sa cosa vuole essere, è un po’ thriller e un po’ horror, ma rimane in mezzo col risultato che non è nessuno dei due. Un altro aspetto che non mi è piaciuto è stato la "stupidità" dei personaggi, o comunque il fatto che per quasi 5/6 puntate non riescono a capire un indizio che chiunque abbia un intelligenza anche leggermente superiore a quella di Homer Simpson potrebbe capire subito, e non solo, viene usato uno stupido, assurdo e assolutamente evitabile inconveniente per rimandare di una puntata la scoperta dell'indizio.
Un altro punto assolutamente carente della serie è la caratterizzazione dei personaggi: non è tanto il fatto che siano stereotipati ma quanto il fatto che non abbiano mordente, il protagonista Koichi che nella parte iniziale è assolutamente un rompiscatole che, nonostante intorno a lui avvengano disgrazie peggio delle piaghe d'Egitto, si interessa solo a scoprire la verità sui Mei. Quest'ultima non si capisce perchè agisca così, e soprattutto alla fine ti chiedi: “perchè?”. Non si capisce se sia stupida o estremamente malvagia... per non parlare dell'infermiera, cioè Koichi assiste a una morte violenta e lei cosa fa? Prima gli dice con leggerezza "deve essere stata dura" e poi scherza come se non fosse successo niente? Mi ricorda la scena di un film di pessima categoria, dove il pilota di robot che ha sconfitto un mostro alieno festeggia la vittoria in strada quando ai suoi piedi ci sono persone morte (causate dal combattimento).
Poi nella serie ci dovrebbe essere una paranoia generale e un clima di sospetto tra gli studenti, per un motivo che non posso esplicitare qui, ma questo stranamente non c'è e anche su questo aspetto si fa dell’ironia, e per chiudere: questo mistero è col trucco, diciamo che quegli che hanno fatto l'anime hanno barato, per così dire.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, le musiche mi sono piaciute e sono state una delle poche cose che salvo, stesso discorso per le animazioni: sono la cosa migliore di tutto l'anime, non si vede che l'anime ha sette anni, un vero peccato però per tutto il resto.
Per giunta alla fine abbiano spezzoni alla “Mirai Nikki” e non è certo una cosa buona.
In conclusione “Another” è un anime che parte bene e poi cade sempre di più e si salva leggermente per il finale, se fossero rimasti coerenti con le prime due puntate mantenendo quel ritmo, una storia del genere e con una caratterizzazione dei personaggi migliore, parleremmo di un anime da 7/7,5 ma purtroppo così non è stato, ammetto però che nonostante il voto basso non è un anime pesante e se partite senza grosse aspettative intrattiene, questo sì (altrimenti l'avrei droppato o, comunque, non arriverebbe alla sufficienza piena).
Voto finale 6+
Attenzione: presenza di spoiler
"Another" è un classico moderno dell’ horror giapponese, per quanto non a tutti sia piaciuto a causa dei molti punti controversi. Sulla trama non mi dilungo, poiché è già stata descritta con abbondanza di dettagli. Indubbiamente la storia parte come horror, un orrore intesificato dall’atmosfera di mistero, dal rientro che, invece che solare per il ritorno nel paese in cui è nata tua madre si rivela invece pieno di dubbi, di nebbia perché nessuno vuole spiegare cosa ci sia che non vada e perché. Si passa poi al mistero legato alla strana ragazza che, innegabile, si rivela davvero un personaggio interessante e attraente. Ma poi le nebbie si diradano, sembra si sia trovata una soluzione e zac, si vira nello splatter più puro e sembra di stare in un horror movie americano, con la classe dei liceali crudelmente da sterminare! Per non parlare poi del finale, con l’incendio assurdo, reso ancora più assurdo dal comportamento dei personaggi che, per undici episodi hanno sopportato le avversità con uno stoicismo degno di un filosofo greco e poi ora diventano assassini isterici pronti a macellare chiunque anche se fosse innocente, pur di ridurre la lista dei sospettati? E poi la domanda che non posso fare a meno di pormi: “Ma non sarebbe stato meglio mettere il nostro in un’altra sezione e finirla li, se non si era disposti a dirgli subito la verità?” Questa è solo una breve disanima dei motivi per cui quest’anime può non aver soddisfatto molti, poiché parte bene ma poi si perde per strada almeno un po'. Il gradimento è quindi molto soggettivo e, personalmente, trovo che l’opera sia valida e non certo sopravvalutata. Anche l’incendio finale, che a molti non è piaciuto a me è sembrato a suo modo interessante, non fosse per l’adrenalina che trasmette. La caratterizzazione dei personaggi è davvero buona, toccante e provoca dispiacere per coloro che spariranno. Anche se il personaggio migiore sarà indubbiamente dato dalla misteriosa coprotagonista. La grafica è buona e la regia curata. L’opening buona, ricorda un po' quella di "Rozen Maiden". L’ending, dolcissima e stupenda è davvero indimenticabile sembra un inno all’adolescenza e al desiderio che l’amicizia nata sui banchi di scuola possa durare per sempre, anche se il crudele destino, nei fatti, lo renderà impossibile.
Come voto sarei per un 7,5, vorrei dare di più ma, dati i limiti, non aggiungo altro.
"Another" è un classico moderno dell’ horror giapponese, per quanto non a tutti sia piaciuto a causa dei molti punti controversi. Sulla trama non mi dilungo, poiché è già stata descritta con abbondanza di dettagli. Indubbiamente la storia parte come horror, un orrore intesificato dall’atmosfera di mistero, dal rientro che, invece che solare per il ritorno nel paese in cui è nata tua madre si rivela invece pieno di dubbi, di nebbia perché nessuno vuole spiegare cosa ci sia che non vada e perché. Si passa poi al mistero legato alla strana ragazza che, innegabile, si rivela davvero un personaggio interessante e attraente. Ma poi le nebbie si diradano, sembra si sia trovata una soluzione e zac, si vira nello splatter più puro e sembra di stare in un horror movie americano, con la classe dei liceali crudelmente da sterminare! Per non parlare poi del finale, con l’incendio assurdo, reso ancora più assurdo dal comportamento dei personaggi che, per undici episodi hanno sopportato le avversità con uno stoicismo degno di un filosofo greco e poi ora diventano assassini isterici pronti a macellare chiunque anche se fosse innocente, pur di ridurre la lista dei sospettati? E poi la domanda che non posso fare a meno di pormi: “Ma non sarebbe stato meglio mettere il nostro in un’altra sezione e finirla li, se non si era disposti a dirgli subito la verità?” Questa è solo una breve disanima dei motivi per cui quest’anime può non aver soddisfatto molti, poiché parte bene ma poi si perde per strada almeno un po'. Il gradimento è quindi molto soggettivo e, personalmente, trovo che l’opera sia valida e non certo sopravvalutata. Anche l’incendio finale, che a molti non è piaciuto a me è sembrato a suo modo interessante, non fosse per l’adrenalina che trasmette. La caratterizzazione dei personaggi è davvero buona, toccante e provoca dispiacere per coloro che spariranno. Anche se il personaggio migiore sarà indubbiamente dato dalla misteriosa coprotagonista. La grafica è buona e la regia curata. L’opening buona, ricorda un po' quella di "Rozen Maiden". L’ending, dolcissima e stupenda è davvero indimenticabile sembra un inno all’adolescenza e al desiderio che l’amicizia nata sui banchi di scuola possa durare per sempre, anche se il crudele destino, nei fatti, lo renderà impossibile.
Come voto sarei per un 7,5, vorrei dare di più ma, dati i limiti, non aggiungo altro.
Trama: la scuola della cittadina di Yomiyama è maledetta. Qui morì nel lontano 1972 un alunno della sezione 3. A quasi trent'anni di distanza, Kouichi Sakakibara si trasferisce nella stessa sezione dello studente scomparso. Trova un'atmosfera di tensione e disperazione tra i compagni, cosa piuttosto insolita per una classe del terzo anno. Come una calamita ad attrarlo è la compagna di classe Mei Misaki. Kouichi sembra essere l'unico a subire il fascino della ragazza, dato che insegnanti e ragazzi la trattano come se fosse invisibile. Il legame che gradualmente si stabilisce fra i due darà il via a una catena di eventi terrificanti.
Un anime intrigante ed interessante, il finale delude un po', ma rimane un ottimo anime. Non è un anime profondo con una morale, quindi se cercate un anime del genere passate oltre, se invece vi piacciono i thriller questo anime è perfetto.
La trama poteva essere sfruttata meglio, è vero che il mistero viene svelato verso le ultime puntate, ma questa scelta per me è dovuta ad una mancanza di idee più che per scelta, avrei preferito una trama più dinamica e con più colpi di scena.
Un anime intrigante ed interessante, il finale delude un po', ma rimane un ottimo anime. Non è un anime profondo con una morale, quindi se cercate un anime del genere passate oltre, se invece vi piacciono i thriller questo anime è perfetto.
La trama poteva essere sfruttata meglio, è vero che il mistero viene svelato verso le ultime puntate, ma questa scelta per me è dovuta ad una mancanza di idee più che per scelta, avrei preferito una trama più dinamica e con più colpi di scena.
"Another" è un anime che lascia perplessi. All’inizio, nel durante e soprattutto nel finale.
Lo definirei un light horror generosamente cosparso di orribile e insensato Splatter.
Se inizialmente le morti potevano essere giustificate dalla maledizione, sono assolutamente ridicole, e sviano dalla trama, nel finale, che di fatto è inconcludente e lascia con più dubbi che altro; infatti sono dovuta andare a cercare altrove una spiegazione del finale, che altrimenti è molto lacunoso e per niente comprensibile.
L’idea che sta alla base di per sé è ottima, e penso che se si fosse riuscito a svilupparla bene come meritava ne sarebbe uscito un anime mistero/psicologico niente male.
Peccato che a metà strada ci si perda dal nocciolo della questione e si inizi ad ammazzare gente a caso.
Ben fatto all’inizio ma si perde via che continua.
Lo definirei un light horror generosamente cosparso di orribile e insensato Splatter.
Se inizialmente le morti potevano essere giustificate dalla maledizione, sono assolutamente ridicole, e sviano dalla trama, nel finale, che di fatto è inconcludente e lascia con più dubbi che altro; infatti sono dovuta andare a cercare altrove una spiegazione del finale, che altrimenti è molto lacunoso e per niente comprensibile.
L’idea che sta alla base di per sé è ottima, e penso che se si fosse riuscito a svilupparla bene come meritava ne sarebbe uscito un anime mistero/psicologico niente male.
Peccato che a metà strada ci si perda dal nocciolo della questione e si inizi ad ammazzare gente a caso.
Ben fatto all’inizio ma si perde via che continua.
C'è una tendenza in molti anime e film horror giapponesi, che non so bene se sia un effetto voluto oppure una lacuna tipica degli sceneggiatori orientali, fatto sta che fa storcere decisamente il naso a un pubblico occidentale: l'assoluta non plausibilità dei comportamenti umani, e un'esasperata passività dei protagonisti di fronte a minacce mortali. "Another" soffre proprio di questo problema, i comportamenti sono talmente innaturali da spingerti a pensare: "Vuoi vedere che alla fine è tutto un sogno!" Comunque no, è tutto reale, o meglio noi dovremmo pensare che la gente si comporti davvero in quel modo. Questo è un vero peccato, perché il soggetto di "Another" è interessante e il comparto tecnico davvero ottimo. Non solo ottimo dal punto di vista della fluidità dalle immagini, cosa a cui più o meno siamo ogni tanto abituati, quanto eccezionale dal punto di vista della regia: su "Another" vi sono infatti delle inquadrature che sembrano strappate da capolavori del cinema di genere come quelli di Cronenberg o Ridley Scott. E' sicuramente questo il punto caratteristico di "Another": immagini e sequenze che potrebbero benissimo caricarci di suspense, se solo il regista non avesse avuto la pessima idea di inserire prevedibilmente ogni colpo di scena alla fine della puntata, scelta molto discutibile che vanifica tutto il lavoro del comparto tecnico.
P.S. "Another" entra nella walk of shame per il peggiore e più irrealistico incendio mai visto nella storia.
P.S. "Another" entra nella walk of shame per il peggiore e più irrealistico incendio mai visto nella storia.
Dopo aver visto "Mirai Nikki", che mi era piaciuto molto, ho cercato un altro anime che potesse essere simile, e più cercavo più vedevo che moltissima gente consigliava di vedere "Another". Le aspettative erano quindi abbastanza alte, letta anche la trama e alcune buone recensioni.
Devo dire però che sono rimasta delusa, l'ho trovato lento (nonostante siano solamente dodici episodi) e noioso, particolarmente le prime puntate. Ma, data la brevità dell'anime, ho deciso ugualmente di finirlo. L'inizio, a mio parere, si sviluppa troppo lentamente, perché è un semplice susseguirsi di "protagonista fa domande su quel che sta succedendo - tutti divagano e nessuno risponde". Per almeno tre puntate. Abbastanza snervante. Poi, una volta che le vicende vengono finalmente pian piano svelate, la trama si fa un po' più interessante, non mancano due o tre colpi di scena. Ho apprezzato soprattutto il personaggio di Misaki Mei, misteriosa e riservata, della quale non si capisce inizialmente la vera natura.
Il finale è super-movimentato, un tantino eccessivo, con morti sempre meno sensate.
Ha lasciato un po' l'amaro in bocca la scoperta del "colpevole", personaggio che secondo me aveva poco a che fare. In breve, voto 5. Noioso.
Devo dire però che sono rimasta delusa, l'ho trovato lento (nonostante siano solamente dodici episodi) e noioso, particolarmente le prime puntate. Ma, data la brevità dell'anime, ho deciso ugualmente di finirlo. L'inizio, a mio parere, si sviluppa troppo lentamente, perché è un semplice susseguirsi di "protagonista fa domande su quel che sta succedendo - tutti divagano e nessuno risponde". Per almeno tre puntate. Abbastanza snervante. Poi, una volta che le vicende vengono finalmente pian piano svelate, la trama si fa un po' più interessante, non mancano due o tre colpi di scena. Ho apprezzato soprattutto il personaggio di Misaki Mei, misteriosa e riservata, della quale non si capisce inizialmente la vera natura.
Il finale è super-movimentato, un tantino eccessivo, con morti sempre meno sensate.
Ha lasciato un po' l'amaro in bocca la scoperta del "colpevole", personaggio che secondo me aveva poco a che fare. In breve, voto 5. Noioso.
Un anime che di horror ha ben poco e di psicologico praticamente nulla. C'è solo splatter, orribile e inutile splatter. La trama di fondo è veramente intrigante, ma viene sviluppata molto, molto male. Le dodici puntate scorrono veloci e il personaggio di Misaki Mei, a differenza del protagonista Sakakibara, è molto interessante, ma anche qui ci perdiamo sul finale. Non ho apprezzato per niente i diversi escamotage usati per creare il mistero (ha reso tutto più patetico, su tutti la perdita della memoria) né le varie morti a casaccio né tantomeno la mattanza finale. Ma, ancor di più del finale, mi riferisco al modo in cui viene scoperta l'identità del morto... mai visto. Niente di più ridicolo.
Inizio col dire che non sono affatto un fan degli splatter, quindi, se voi lo siete, ignorate questa recensione.
Quest'anime ha un concept intrigante, ed è il motivo per cui l'ho iniziato, e nella prima metà la sensazione di mistero e di ansia funzionano, però quello che davvero ritengo pessimo (quasi comico) è la seconda metà: le morti raggiungono il limite dell'assurdo (per fare un paragone, pensate a "Final Destination") e la scrittura, a mio parere, perde sia tempismo sia coerenza.
Come ho detto dall'inizio, se siete amanti degli splatter, vi può piacere, ma come horror/mistero/psicologico pecca davvero in tanti fronti.
Quest'anime ha un concept intrigante, ed è il motivo per cui l'ho iniziato, e nella prima metà la sensazione di mistero e di ansia funzionano, però quello che davvero ritengo pessimo (quasi comico) è la seconda metà: le morti raggiungono il limite dell'assurdo (per fare un paragone, pensate a "Final Destination") e la scrittura, a mio parere, perde sia tempismo sia coerenza.
Come ho detto dall'inizio, se siete amanti degli splatter, vi può piacere, ma come horror/mistero/psicologico pecca davvero in tanti fronti.
“Another” è un anime horror-splatter perfettamente in linea con le caratteristiche tipicamente giapponesi del genere. La trama ruota intorno a un’oscura maledizione che ha colpito la classe terza del terzo anno di una scuola di Yomiyama. Fin qui tutto normale.
La cosa bella di questo anime, oltre al magnifico disegno e all’aspetto grafico, è la sua capacità di far immergere lo spettatore all’interno delle vicende vissute dai protagonisti, portandolo a fare (tra una visione di una bambola agghiacciante e un’altra) delle ipotesi sul possibile finale (per nulla scontato) e dei collegamenti tra i vari eventi.
Curiosità:
1) Il manga e l’anime sono stati creati dopo che l’opera di Yukito Ayatsuji ebbe successo come light novel.
2) Il protagonista dell’opera si chiama Sakakibara, con riferimento al giovane serial killer di Kobe che utilizzava proprio tale nome come pseudonimo.
3) C’è stato anche un adattamento live-action che è stato distribuito nelle sale giapponesi nel 2012.
La cosa bella di questo anime, oltre al magnifico disegno e all’aspetto grafico, è la sua capacità di far immergere lo spettatore all’interno delle vicende vissute dai protagonisti, portandolo a fare (tra una visione di una bambola agghiacciante e un’altra) delle ipotesi sul possibile finale (per nulla scontato) e dei collegamenti tra i vari eventi.
Curiosità:
1) Il manga e l’anime sono stati creati dopo che l’opera di Yukito Ayatsuji ebbe successo come light novel.
2) Il protagonista dell’opera si chiama Sakakibara, con riferimento al giovane serial killer di Kobe che utilizzava proprio tale nome come pseudonimo.
3) C’è stato anche un adattamento live-action che è stato distribuito nelle sale giapponesi nel 2012.
Voto 6/7
Another si presenta come un'anime horror, con una trama interessante e diversi ottimi spunti, ma forse si perde un po' per la strada non riuscendo a rendere al meglio ciò che aveva iniziato.
Andiamo per ordine, l'apparato tecnico nel suo complesso ha svolto un lavoro più positivo che negativo, le soundtrack adoperate sono state eccellenti, rendendo ottimamente l'atmosfera desiderata, le animazioni anche non mi sono dispiaciute, talvolta sono state molto utili a creare il pathos e la tensione ricercata altre volte hanno fallito, ma complessivamente sono state decenti.
I personaggi non hanno avuto un grande sviluppo, ma alla fine in un horror non ce n'era bisogno più di tanto. Alla fine risultano riusciti, attirano l'attenzione quel tanto che basta ed alcuni risultano pure accattivanti, pecca da considerare è che in alcune parti dell'anime alcuni di loro si comportano quasi senza criterio, facendo scelte molto poco condivisibili (non tutti e non sempre, sottolineo talvolta).
Quando si parla di un horror, però, bisogna porsi la domanda che alla fine ne dà la valutazione, ha trasmesso paura e tensione ? La tensione sicuramente si, il clima di paura è riuscito ad evocarlo, ma poi nel finale si ha abbracciato più il filone splatter, presente dall'inizio, ma nel finale è diventato predominante. Finiti i misteri, finita la tensione, il finale col botto non è arrivato, trasformandosi la serie in uno splatter puro, dove teenagers "morivano" dalla voglia di uccidersi.
Alla fine non mi è per nulla dispiaciuto, non è un capolavoro ma neanche un anime scadente, propone dei contenuti splatter, di mistero e tensione come linea guida ed un apparato tecnico non male, se non avete in programma qualcosa di grosso o un'anime d'alto livello da vedervi e non vi dispiacciono queste tematiche Another potrebbe rivelarsi un'ottima scelta.
Another si presenta come un'anime horror, con una trama interessante e diversi ottimi spunti, ma forse si perde un po' per la strada non riuscendo a rendere al meglio ciò che aveva iniziato.
Andiamo per ordine, l'apparato tecnico nel suo complesso ha svolto un lavoro più positivo che negativo, le soundtrack adoperate sono state eccellenti, rendendo ottimamente l'atmosfera desiderata, le animazioni anche non mi sono dispiaciute, talvolta sono state molto utili a creare il pathos e la tensione ricercata altre volte hanno fallito, ma complessivamente sono state decenti.
I personaggi non hanno avuto un grande sviluppo, ma alla fine in un horror non ce n'era bisogno più di tanto. Alla fine risultano riusciti, attirano l'attenzione quel tanto che basta ed alcuni risultano pure accattivanti, pecca da considerare è che in alcune parti dell'anime alcuni di loro si comportano quasi senza criterio, facendo scelte molto poco condivisibili (non tutti e non sempre, sottolineo talvolta).
Quando si parla di un horror, però, bisogna porsi la domanda che alla fine ne dà la valutazione, ha trasmesso paura e tensione ? La tensione sicuramente si, il clima di paura è riuscito ad evocarlo, ma poi nel finale si ha abbracciato più il filone splatter, presente dall'inizio, ma nel finale è diventato predominante. Finiti i misteri, finita la tensione, il finale col botto non è arrivato, trasformandosi la serie in uno splatter puro, dove teenagers "morivano" dalla voglia di uccidersi.
Alla fine non mi è per nulla dispiaciuto, non è un capolavoro ma neanche un anime scadente, propone dei contenuti splatter, di mistero e tensione come linea guida ed un apparato tecnico non male, se non avete in programma qualcosa di grosso o un'anime d'alto livello da vedervi e non vi dispiacciono queste tematiche Another potrebbe rivelarsi un'ottima scelta.
L'idea che viene presentata alla base di questo breve anime è davvero ottima, ma la realizzazione nella sua interezza purtroppo non risponde pienamente allo stesso modo. In poche parole: le aspettative sono tante e vengono soddisfatte solo a metà.
Another è senza ombra di dubbio uno dei titoli più acclamati del genere prettamente horror in ambito di serie televisive d'animazione giapponese e, quasi con assoluta certezza, quello più menzionato. Effettivamente non ho nulla da criticare a riguardo, perché ci sono tutti gli elementi necessari per rendere talmente nota un'opera simile da non dimenticarsene più: c'è il fascino del mistero, ci sono differenti sequenze in cui non manca la suspense, c'è sangue che sprizza da tutti i pori e di conseguenza non manca ovviamente la violenza, peraltro quasi mai velata e spesso eccessiva. Ciò che però fa apprezzare ancor di più tutte queste cose è quel che fa da contorno, la forma con cui è stata conseguita quest'opera. La grafica, nonché le ambientazioni in generale e tutti gli effetti visivi, sono talmente curate da indurre lo spettatore ad immergersi totalmente all'interno; e il sonoro? Le musiche e i suoni riescono veramente nell'intendo di suscitare una sorta di tensione e di senso di angoscia. Tutto questo, almeno per quanto testato da me finora, non può essere indubbiamente scontato nel mondo dell'animazione e perciò va assolutamente elogiato.
Si arriva dunque alla parte più rilevante, la trama. Kōichi Sakakibara è un alunno di scuola media del terzo anno appena trasferitosi nella Yomiyama nord, per la precisione nella classe terza: proprio qui, poco più di un ventennio addietro, si verificò una morte le cui cause non furono mai accertate. Da allora una maledizione incombe quasi ogni anno e provoca la morte di una buona parte degli studenti di quell'aula. Pertanto al suo arrivo, il protagonista inizialmente ignaro, dovrà fronteggiare una serie di eventi che non lo coinvolgerà soltanto nell'ambito della calamità suddetta, ma anche nell'affronto diretto coi suoi compagni di classe e in particolare con Misaki, una ragazza misteriosa con una benda a coprire l'occhio sinistro.
Considerando che lo svolgimento della storia si basa sulla rivelazione di questioni originariamente all'oscuro dei fatti, pur risultando piuttosto scorrevole e comprensibile, presenta diversi buchi che fino alla fine non vengono colmati. Ad alimentare un aspetto già tanto importante, emerge poi il comportamento di alcuni personaggi caratterizzato da una certa incongruenza rispetto alla descrizione originaria; e anche i dialoghi a volte lasciano a desiderare. Fortunatamente però in questo caso i lati negativi non surclassano quelli positivi e questi si possono ritrovare anche negli stessi avvenimenti, sicuramente sempre avvincenti e bene o male coerenti: ciò, unito ai tecnicismi relativi ai disegni e alle sonorità restituisce ad Another quella motivazione in più per giustificare un anime così approvato nella categoria in cui è inserito.
Quest'opera sostanzialmente mi ha affascinato perché ad ogni episodio diventa sempre più intrigante e fino all'ultimo mi ha tenuto incollato allo schermo; non sono rimasto deluso nemmeno dal finale e ho apprezzato molto i risvolti psicologici di tutti i personaggi, non credendoli nemmeno troppo lontani nell'ipotesi che possano presentarsi tali anche in un frangente analogo nella realtà.
In definitiva, per tutto quello che ho spiegato posso affermare che questa visione non è da buttar via e anzi, la consiglio soprattutto a chi cerca una narrazione atipica che non scende mai nel banale in senso stretto, pur contenendo alti e bassi. Ne vale la pena, quantomeno per gli occhi e per le orecchie.
Another è senza ombra di dubbio uno dei titoli più acclamati del genere prettamente horror in ambito di serie televisive d'animazione giapponese e, quasi con assoluta certezza, quello più menzionato. Effettivamente non ho nulla da criticare a riguardo, perché ci sono tutti gli elementi necessari per rendere talmente nota un'opera simile da non dimenticarsene più: c'è il fascino del mistero, ci sono differenti sequenze in cui non manca la suspense, c'è sangue che sprizza da tutti i pori e di conseguenza non manca ovviamente la violenza, peraltro quasi mai velata e spesso eccessiva. Ciò che però fa apprezzare ancor di più tutte queste cose è quel che fa da contorno, la forma con cui è stata conseguita quest'opera. La grafica, nonché le ambientazioni in generale e tutti gli effetti visivi, sono talmente curate da indurre lo spettatore ad immergersi totalmente all'interno; e il sonoro? Le musiche e i suoni riescono veramente nell'intendo di suscitare una sorta di tensione e di senso di angoscia. Tutto questo, almeno per quanto testato da me finora, non può essere indubbiamente scontato nel mondo dell'animazione e perciò va assolutamente elogiato.
Si arriva dunque alla parte più rilevante, la trama. Kōichi Sakakibara è un alunno di scuola media del terzo anno appena trasferitosi nella Yomiyama nord, per la precisione nella classe terza: proprio qui, poco più di un ventennio addietro, si verificò una morte le cui cause non furono mai accertate. Da allora una maledizione incombe quasi ogni anno e provoca la morte di una buona parte degli studenti di quell'aula. Pertanto al suo arrivo, il protagonista inizialmente ignaro, dovrà fronteggiare una serie di eventi che non lo coinvolgerà soltanto nell'ambito della calamità suddetta, ma anche nell'affronto diretto coi suoi compagni di classe e in particolare con Misaki, una ragazza misteriosa con una benda a coprire l'occhio sinistro.
Considerando che lo svolgimento della storia si basa sulla rivelazione di questioni originariamente all'oscuro dei fatti, pur risultando piuttosto scorrevole e comprensibile, presenta diversi buchi che fino alla fine non vengono colmati. Ad alimentare un aspetto già tanto importante, emerge poi il comportamento di alcuni personaggi caratterizzato da una certa incongruenza rispetto alla descrizione originaria; e anche i dialoghi a volte lasciano a desiderare. Fortunatamente però in questo caso i lati negativi non surclassano quelli positivi e questi si possono ritrovare anche negli stessi avvenimenti, sicuramente sempre avvincenti e bene o male coerenti: ciò, unito ai tecnicismi relativi ai disegni e alle sonorità restituisce ad Another quella motivazione in più per giustificare un anime così approvato nella categoria in cui è inserito.
Quest'opera sostanzialmente mi ha affascinato perché ad ogni episodio diventa sempre più intrigante e fino all'ultimo mi ha tenuto incollato allo schermo; non sono rimasto deluso nemmeno dal finale e ho apprezzato molto i risvolti psicologici di tutti i personaggi, non credendoli nemmeno troppo lontani nell'ipotesi che possano presentarsi tali anche in un frangente analogo nella realtà.
In definitiva, per tutto quello che ho spiegato posso affermare che questa visione non è da buttar via e anzi, la consiglio soprattutto a chi cerca una narrazione atipica che non scende mai nel banale in senso stretto, pur contenendo alti e bassi. Ne vale la pena, quantomeno per gli occhi e per le orecchie.
"Another" è un anime del 2012 di dodici episodi che ha uno sfondo Horror, psicologico e anche molto misterioso. L'anime non malaccio: mette una certa tensione e non cade troppo nel banale tuttavia alcune cose lasciano un po' perplessi ma ne parleremo meglio dopo.
La trama brevemente: da anni ormai una classe si trova ad affrontare problemi legati ad una maledizione che non approfondisco per evitare spoiler a chi sta leggendo questa recensione e non ha ancora visto l'anime. La trama è scorrevole e tutto sommato abbastanza piacevole però a volte è un po' contorta ma non contorta in senso buone, per dire meglio potremmo dire "confusionale" perché le cose vengono spiegate non costantemente ma spesso solo dopo un po' e forse questo può essere anche una cosa buona visto che l'anime ha uno sfondo misterioso però per me è un difetto perché spesso mi sono dovuta fermare e ho dovuto cercare di capire s emi ero persa qualcosa per comprendere alcune vicende per poi andare avanti e scoprire che veniva spiegato dopo.
I personaggi non sono male soprattutto Sakakibara, Misaki e Akazawa che mi hanno colpita abbastanza e quindi si può dire che i personaggi non siano male in quest'anime, cosa buona e che mi ha lasciata abbastanza contenta. Su questo non ho niente di cui lamentarmi. Per quanto riguarda i design dei personaggi invece c'è da discutere perché sono spesso poco curati, nel senso che in una scena mi sembrava quasi di vedere un personaggio diverso da quello che è Sakakibara tanto che l'animazione era fatta frettolosamente, o almeno credo fosse perché era stata fatta frettolosamente.
Il comparto tecnico lascia un po' a desiderare per un anime del 2012 e quindi lo studio d'animazione ha svolto un lavoro che mi ha lasciata un po' con l'amaro in bocca, il che per me è abbastanza grave come cosa e infatti ha inciso non molto ma neanche poco sul parere che ho dell'opera, questo perché un anime può avere anche una trama carina e personaggi buoni ma se le animazioni sono di basso livello l'anime ne risente per quanto riguarda la qualità. Il comparto sonoro invece è pessimo ma allo stesso tempo buono, ora mi spiego meglio: le musiche di sottofondo non sono molto varie e per questo vengono proposte in varie scene e a seconda della scena stonano oppure sono ben scelte ed è per questo che è allo stesso tempo pessimo e buono. L'opening è bruttina però è inquietante al punto giusto.
Il mio voto finale è un 5 perché se l'anime ha bei personaggi e mette tensione, lascia però a desiderare nello svolgimento della trama e non è molto godibile tecnicamente parlando.
La trama brevemente: da anni ormai una classe si trova ad affrontare problemi legati ad una maledizione che non approfondisco per evitare spoiler a chi sta leggendo questa recensione e non ha ancora visto l'anime. La trama è scorrevole e tutto sommato abbastanza piacevole però a volte è un po' contorta ma non contorta in senso buone, per dire meglio potremmo dire "confusionale" perché le cose vengono spiegate non costantemente ma spesso solo dopo un po' e forse questo può essere anche una cosa buona visto che l'anime ha uno sfondo misterioso però per me è un difetto perché spesso mi sono dovuta fermare e ho dovuto cercare di capire s emi ero persa qualcosa per comprendere alcune vicende per poi andare avanti e scoprire che veniva spiegato dopo.
I personaggi non sono male soprattutto Sakakibara, Misaki e Akazawa che mi hanno colpita abbastanza e quindi si può dire che i personaggi non siano male in quest'anime, cosa buona e che mi ha lasciata abbastanza contenta. Su questo non ho niente di cui lamentarmi. Per quanto riguarda i design dei personaggi invece c'è da discutere perché sono spesso poco curati, nel senso che in una scena mi sembrava quasi di vedere un personaggio diverso da quello che è Sakakibara tanto che l'animazione era fatta frettolosamente, o almeno credo fosse perché era stata fatta frettolosamente.
Il comparto tecnico lascia un po' a desiderare per un anime del 2012 e quindi lo studio d'animazione ha svolto un lavoro che mi ha lasciata un po' con l'amaro in bocca, il che per me è abbastanza grave come cosa e infatti ha inciso non molto ma neanche poco sul parere che ho dell'opera, questo perché un anime può avere anche una trama carina e personaggi buoni ma se le animazioni sono di basso livello l'anime ne risente per quanto riguarda la qualità. Il comparto sonoro invece è pessimo ma allo stesso tempo buono, ora mi spiego meglio: le musiche di sottofondo non sono molto varie e per questo vengono proposte in varie scene e a seconda della scena stonano oppure sono ben scelte ed è per questo che è allo stesso tempo pessimo e buono. L'opening è bruttina però è inquietante al punto giusto.
Il mio voto finale è un 5 perché se l'anime ha bei personaggi e mette tensione, lascia però a desiderare nello svolgimento della trama e non è molto godibile tecnicamente parlando.
"Another" è una serie anime di dodici episodi conclusa (con un buon OAV sul passato di Mei) tratto dall'omonima novel.
Trama: si racconta di una maledizione che colpisce una classe di una scuola media, dove se non si rispetterà una singolare regola si avrà la morte progressiva di tutti i suoi membri.
Un mystery/horror con elementi splatter, questo è "Another", sangue e morti più e meno assurde regneranno su tutti gli altri elementi, tuttavia siamo davanti ad un buon esponente del suo genere.
La trama vi coinvolgerà facendovi scervellare su chi sia che sta causando la maledizione, i nostri due protagonisti (Mei e Kouichi) cercheranno di scoprire proprio questo, creando così quella che diventa una corsa contro la morte; entrare in maggiori dettagli mi porterebbe a fare spoiler quindi da parte mia vi dovrete accontentare su trama e narrazione.
I personaggi non sono granché caratterizzati e questa è forse la pecca più grande di questo anime, perché invece le atmosfere e la grafica sono davvero godibili e danno vita a sensazioni di disagio e un impatto visivo molto sopra la media.
Consigliato se siete amanti del genere, "Another" si fa apprezzare per la storia misteriosa e lo splatter, se invece state cercando un horror che vi faccia saltare dalla sedia avete sbagliato serie.
Voto personale: 8
Voto oggettivo (per quanto possibile) nel genere: 8 (anche se i personaggi sono carenti, la parte grafica tira su parecchio il voto)
Trama: si racconta di una maledizione che colpisce una classe di una scuola media, dove se non si rispetterà una singolare regola si avrà la morte progressiva di tutti i suoi membri.
Un mystery/horror con elementi splatter, questo è "Another", sangue e morti più e meno assurde regneranno su tutti gli altri elementi, tuttavia siamo davanti ad un buon esponente del suo genere.
La trama vi coinvolgerà facendovi scervellare su chi sia che sta causando la maledizione, i nostri due protagonisti (Mei e Kouichi) cercheranno di scoprire proprio questo, creando così quella che diventa una corsa contro la morte; entrare in maggiori dettagli mi porterebbe a fare spoiler quindi da parte mia vi dovrete accontentare su trama e narrazione.
I personaggi non sono granché caratterizzati e questa è forse la pecca più grande di questo anime, perché invece le atmosfere e la grafica sono davvero godibili e danno vita a sensazioni di disagio e un impatto visivo molto sopra la media.
Consigliato se siete amanti del genere, "Another" si fa apprezzare per la storia misteriosa e lo splatter, se invece state cercando un horror che vi faccia saltare dalla sedia avete sbagliato serie.
Voto personale: 8
Voto oggettivo (per quanto possibile) nel genere: 8 (anche se i personaggi sono carenti, la parte grafica tira su parecchio il voto)
"Another", un'altro, uno in più! Anime che mi ha tenuto incollato sullo schermo dalla prima all'ultima puntata, mai un attimo di ripensamenti per questa trama avvincente. La storia si svolge in un paese particolare dove vige una maledizione incominciata ventisei anni prima in una classe della scuola media. La maledizione consiste in una serie di morti che avvengono in certo periodo e l'unico modo di uscirne vivi è... beh, lo capirete guardando l'anime. Sakakibara, un ragazzo trasferitosi nella cittadina, stringe amicizia con la persona sbagliata, o meglio è quello che i suoi compagni gli vogliono far credere, dando inizio all'inferno.
"Another" non fa paura ma riesce a trasmetterti ansia e sempre più domande invece che risposte. Ambientazione magnifica e macabra! La tua mente è sempre in lavoro, cercando le possibili risposte ma c'è sempre un vicolo cieco e non resta che restare seduti e seguire il corso della storia. Decisamente un anime che mi ha sorpreso e merita di esser visto tutto. Consiglio di vederlo agli amanti del mistero e del thriller.
"Another" non fa paura ma riesce a trasmetterti ansia e sempre più domande invece che risposte. Ambientazione magnifica e macabra! La tua mente è sempre in lavoro, cercando le possibili risposte ma c'è sempre un vicolo cieco e non resta che restare seduti e seguire il corso della storia. Decisamente un anime che mi ha sorpreso e merita di esser visto tutto. Consiglio di vederlo agli amanti del mistero e del thriller.
Anche se non sono un grande fan del genere horror/splatter devo ammettere che ho apprezzato Another, non è un grande capolavoro, però la visione è stata abbastanza piacevole.
La trama non è delle più complesse, è inquietante (come ogni horror che si rispetti) e ha dei colpi di scena interessanti. Secondo me si sarebbe potuta sviluppare meglio, ma dirlo adesso non ha importanza. Nel complesso gli darei un 7.
I personaggi non sono proprio il massimo in questo anime, apparte la protagonista nessuno risalta particolarmente e rimane impresso nella mente dello spettatore anche dopo la visione. C'è da dire però che anche la protagonista mi sa di visto e rivisto, con quella classica benda sull'occhio tipica dei personaggi che nascondono sempre qualcosa di interessante. Darei un 6 ai personaggi.
L'aspetto sonoro e grafico per certi versi è buono, per altri è piuttosto scadente. La opening non è il massimo e neanche la ending è tutto sto grande capolavoro. Le OST sono buone, alcune riescono a ricreare l'atmosfera tipica di un horror, altre un po' meno ma non mi lamento. Nel complesso darei un 6.5 all'aspetto sonoro e grafico.
La scorrevolezza di questo anime è buona, ma non delle migliori. Ha momenti interessanti e altri che invece sono abbastanza noiosi. Come voto merita un 7.5.
Tirando le somme darei un 6.8 a questo anime che si arrotonda per eccesso a 7. Vi consiglio questo anime se vi piace il genere horror/splatter. Se invece vi spaventate facilmente o non apprezzate questo genere evitate assolutamente l'anime in questione, perché non fa per voi.
La trama non è delle più complesse, è inquietante (come ogni horror che si rispetti) e ha dei colpi di scena interessanti. Secondo me si sarebbe potuta sviluppare meglio, ma dirlo adesso non ha importanza. Nel complesso gli darei un 7.
I personaggi non sono proprio il massimo in questo anime, apparte la protagonista nessuno risalta particolarmente e rimane impresso nella mente dello spettatore anche dopo la visione. C'è da dire però che anche la protagonista mi sa di visto e rivisto, con quella classica benda sull'occhio tipica dei personaggi che nascondono sempre qualcosa di interessante. Darei un 6 ai personaggi.
L'aspetto sonoro e grafico per certi versi è buono, per altri è piuttosto scadente. La opening non è il massimo e neanche la ending è tutto sto grande capolavoro. Le OST sono buone, alcune riescono a ricreare l'atmosfera tipica di un horror, altre un po' meno ma non mi lamento. Nel complesso darei un 6.5 all'aspetto sonoro e grafico.
La scorrevolezza di questo anime è buona, ma non delle migliori. Ha momenti interessanti e altri che invece sono abbastanza noiosi. Come voto merita un 7.5.
Tirando le somme darei un 6.8 a questo anime che si arrotonda per eccesso a 7. Vi consiglio questo anime se vi piace il genere horror/splatter. Se invece vi spaventate facilmente o non apprezzate questo genere evitate assolutamente l'anime in questione, perché non fa per voi.
"Another" è una serie di dodici episodi prodotta nel 2012, dove vengono raccontate le vicende relative alla terza classe del terzo anno della scuola Yomiyama Nord, famosa per essere colpita da una terribile maledizione: ogni anno un morto entra a far parte della classe e la memoria delle persone viene alterata in modo che esso non possa essere riconosciuto; questo fatto porta grande sventura, infatti ogni mese uno studente appartenente alla classe o un suo familiare decedono. I protagonisti principali della storia sono Kouichi Sakakibara, uno studente appena trasferitosi nella classe, e Mei Misaki una strana ragazza con una benda su un occhio e dal comportamento tutt'altro che normale. Durante le puntate i due protagonisti, insieme al loro gruppo di compagni, cercheranno un modo per fermare la tremenda maledzione, ma nel frattempo le vittime continueranno ad aumentare senza sosta.
La trama, anche se non del tutto originale è ben strutturata e scorre in modo piacevole nonostante, soprattutto nelle prime puntate, i ritmi siano abbastanza lenti. Sin da subito la curiosità sarà molto forte, alimentata dai continui misteri a cui lo spettatore sarà messo di fronte. I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto Mei che risulta essere sicuramente quello più misterioso e intrigante, e che non si risparmia dal sorprendere con dei colpi di scena inaspettati. Anche Kouichi tutto sommato è ben realizzato, anche se inizialmente e in alcune occasioni sembra essere un po' troppo stereotipato.
Grande merito va dato alla parte tecnica, in particolar modo alla regia che ha saputo ricreare le atmosfere molto persuasive che la serie mirava a proporre; ottime le ambientazioni e i colori, molto curato anche il character design. Anche dal punto di vista grafico e sonoro è stato realizzato un lavoro di alto livello, le musiche in particolare hanno arricchito notevolmente la scena, introducendo quella suspense tale da tenermi attaccato allo schermo.
Per gli amanti dello splatter le scene non mancheranno sicuramente ma fortunatamente non faranno da elemento principale; personalmente le ho trovate distribuite bene e senza esagerazioni.
Anche la conclusione l'ho trovata appropriata, anche se si poteva aggiungere qualcosa in più e magari chiarire meglio qualche punto rimasto in sospeso.
In conclusione un'anime che merita di essere visto, capace di emozionare e soprattutto di coinvolgere lo spettatore; ne consiglio la visione a tutti, non solo agli amanti dell'horror/splatter, anche perchè verrà dato parecchio spazio all'introspezione e ai rapporti fra i personaggi.
La trama, anche se non del tutto originale è ben strutturata e scorre in modo piacevole nonostante, soprattutto nelle prime puntate, i ritmi siano abbastanza lenti. Sin da subito la curiosità sarà molto forte, alimentata dai continui misteri a cui lo spettatore sarà messo di fronte. I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto Mei che risulta essere sicuramente quello più misterioso e intrigante, e che non si risparmia dal sorprendere con dei colpi di scena inaspettati. Anche Kouichi tutto sommato è ben realizzato, anche se inizialmente e in alcune occasioni sembra essere un po' troppo stereotipato.
Grande merito va dato alla parte tecnica, in particolar modo alla regia che ha saputo ricreare le atmosfere molto persuasive che la serie mirava a proporre; ottime le ambientazioni e i colori, molto curato anche il character design. Anche dal punto di vista grafico e sonoro è stato realizzato un lavoro di alto livello, le musiche in particolare hanno arricchito notevolmente la scena, introducendo quella suspense tale da tenermi attaccato allo schermo.
Per gli amanti dello splatter le scene non mancheranno sicuramente ma fortunatamente non faranno da elemento principale; personalmente le ho trovate distribuite bene e senza esagerazioni.
Anche la conclusione l'ho trovata appropriata, anche se si poteva aggiungere qualcosa in più e magari chiarire meglio qualche punto rimasto in sospeso.
In conclusione un'anime che merita di essere visto, capace di emozionare e soprattutto di coinvolgere lo spettatore; ne consiglio la visione a tutti, non solo agli amanti dell'horror/splatter, anche perchè verrà dato parecchio spazio all'introspezione e ai rapporti fra i personaggi.
Another, anime del 2012 ad ambientazione scolastica, rientra a pieno titolo in una categoria vista molto di rado in un'opera di animazione: il j-horror, ovvero l'horror made in Japan.
È d'obbligo a questo punto un piccolo excursus: il sopracitato termine, per chi non lo sapesse, viene utilizzato per indicare un sottogenere tipicamente orientale caratterizzato da tematiche abbastanza differenti da quelle dell'horror occidentale, che fanno spesso leva su una suggestiva componente sovrannaturale e su una sottilissima quanto potente atmosfera di costante tensione, piuttosto che porre gran parte dell'attenzione sulla violenza gratuita e sull'azione. In poche parole, difficilmente troveremo pazzi furiosi armati di motosega od orde di zombie assetati di sangue da prendere a fucilate in testa, ma ci si concentrerà maggiormente sul fattore psicologico e sugli aspetti folkloristici o legati a maledizioni e fantasmi, che sono tanto rispettati quanto temuti nella terra del Sol levante.
Tornando a noi e al nostro anime, la questione sta proprio lì: l'appartenenza a tale genere è, per l'opera che mi sto accingendo a recensire, il maggiore pregio ma al tempo stesso anche il più grande punto debole. Perché per rendere efficace il prodotto agli occhi dello spettatore non basta solo costruire un'atmosfera solida e disturbante (per la quale l'anime ha fatto pieno centro), ma c'è bisogno anche della qualità e della coerenza della narrazione; e qua l'obiettivo può dirsi in gran parte mancato.
Primavera del 1998. Koichi Sakakibara si trasferisce improvvisamente a Yomiyama, oscura cittadella di provincia isolata dal mondo, nella quale ventisei anni prima accadde una tragedia che ebbe per protagonista la sezione 3-3 della scuola media: in un incidente morì una studentessa, Misaki, bella e benvoluta da tutti. Da allora una catena di morti misteriose indissolubilmente legata a quella sezione si sussegue senza sosta. Iniziata la scuola proprio nella classe 3-3, per Koichi l'impressione iniziale è di estremo disagio: si accorge da subito che qualcosa non va, che c'è un segreto lasciato in sospeso. Inoltre nella sua stessa sezione c'è una misteriosa ragazzina di nome Mei Misaki: il suo banco è più vecchio e rovinato degli altri, nessuno le si avvicina e tutti fingono che non esista. Perché? Qual è il mistero che avvolge quella scuola? E soprattutto, qual è la causa delle morti?
Indubbiamente l'intensa e opprimente atmosfera sprigionata della cittadina, gli oscuri quanto tetri accadimenti iniziali, la precarietà della situazione dei protagonisti - la cui vita è sempre in pericolo a causa di una minaccia sconosciuta, estranea, ma costantemente presente e proiettata su di essi - donano all'opera un'aura unica e avvolgente, che già da sola vale il prezzo del biglietto.
Per buona parte della serie la narrazione (come per ogni j-horror che si rispetti) procede con esasperante lentezza, dosando le rivelazioni con il contagocce e favorendo in tal maniera l'evolversi della trama, che si sviluppa in parte con le caratteristiche di un giallo. L'atmosfera che accompagna le vicende contribuisce alla creazione di un quadro generale suggestivo e ben calibrato: gli unici momenti che sporadicamente rompono il ritmo pacato sono infatti le brutali morti dei personaggi, inserite con parsimonia ma sapientemente, sia per riaccendere l'attenzione dello spettatore, sia per accrescere sempre di più la suspense, che aumenta di episodio in episodio. E infine, nell'intenso epilogo si assisterà ovviamente a un'impennata improvvisa di ritmo, nella quale tutta la paura e la tensione psicologica che aveva investito i personaggi in precedenza sfocerà in un vero e proprio bagno di sangue e follia, che travolgerà tutto e tutti.
Arriverò subito al dunque: il più grande problema di questa serie è il finale. È un finale granguignolesco, esplosivo e sicuramente d'effetto, ma in quanto a coerenza bisogna ammettere che siamo ai minimi storici. La sensazione è che nello scrivere l'epilogo della vicenda gli autori abbiano completamente messo da parte la sceneggiatura nel suo insieme per realizzare qualcosa di "figo" e spettacolare, ma che se analizzato un attimo più in profondità, se visto un centimetro sotto la superficie, distrugge tutto quanto di buono la serie aveva creato in precedenza. Situazioni paradossali, cadute di psicologia impressionanti, comportamenti inspiegabili e in certi casi assurdi (basti pensare alla scena in cui Koichi chiama tranquillamente la sua amichetta al telefono mentre un'intera locanda in fiamme sta per crollargli sulla testa, e non è l'unico caso), il tutto abilmente mascherato dietro a una narrazione incalzante e a intensi toni splatter, ma non certo annullato. E come se non bastasse, i dubbi che restano sono molti, poiché - sebbene la vicenda si chiuda - l'anime non chiarisce tutto, ma lascia parecchie cose (alcune delle quali di vitale importanza) sospese. Un vero peccato, c'è da dirlo.
Il prodotto tecnicamente è perfetto, come ci si poteva aspettare dalla P.A. Works. Le animazioni si attestano su un ottimo livello per tutti i 12 episodi, ma la punta di diamante del comparto grafico sono sicuramente i meravigliosi fondali, da sempre uno dei punti forti di questo studio d'animazione: dettagliati e macabri, avvolgono i personaggi nel loro glaciale soffio. La colonna sonora è anch'essa buona e dalle sonorità ricercate, per rendere palpabile al meglio l'atmosfera cupa e tesa. Un lavoro di ottima fattura dunque, e tutto ciò non fa che aumentare la mia amarezza di fronte a un prodotto che poteva davvero essere un piccolo capolavoro di genere, ma che invece si distrugge con le proprie mani, il tutto per cercare un epilogo epico, d'impatto visivo, ma assolutamente forzato. Un valido esempio di come la quantità di contenuti abbia (tristemente) avuto la meglio sulla qualità: magari qualcosa di meno "pompato", più modesto, ma anche più ricercato e ragionato, avrebbe sicuramente dato giovamento al risultato finale.
È d'obbligo a questo punto un piccolo excursus: il sopracitato termine, per chi non lo sapesse, viene utilizzato per indicare un sottogenere tipicamente orientale caratterizzato da tematiche abbastanza differenti da quelle dell'horror occidentale, che fanno spesso leva su una suggestiva componente sovrannaturale e su una sottilissima quanto potente atmosfera di costante tensione, piuttosto che porre gran parte dell'attenzione sulla violenza gratuita e sull'azione. In poche parole, difficilmente troveremo pazzi furiosi armati di motosega od orde di zombie assetati di sangue da prendere a fucilate in testa, ma ci si concentrerà maggiormente sul fattore psicologico e sugli aspetti folkloristici o legati a maledizioni e fantasmi, che sono tanto rispettati quanto temuti nella terra del Sol levante.
Tornando a noi e al nostro anime, la questione sta proprio lì: l'appartenenza a tale genere è, per l'opera che mi sto accingendo a recensire, il maggiore pregio ma al tempo stesso anche il più grande punto debole. Perché per rendere efficace il prodotto agli occhi dello spettatore non basta solo costruire un'atmosfera solida e disturbante (per la quale l'anime ha fatto pieno centro), ma c'è bisogno anche della qualità e della coerenza della narrazione; e qua l'obiettivo può dirsi in gran parte mancato.
Primavera del 1998. Koichi Sakakibara si trasferisce improvvisamente a Yomiyama, oscura cittadella di provincia isolata dal mondo, nella quale ventisei anni prima accadde una tragedia che ebbe per protagonista la sezione 3-3 della scuola media: in un incidente morì una studentessa, Misaki, bella e benvoluta da tutti. Da allora una catena di morti misteriose indissolubilmente legata a quella sezione si sussegue senza sosta. Iniziata la scuola proprio nella classe 3-3, per Koichi l'impressione iniziale è di estremo disagio: si accorge da subito che qualcosa non va, che c'è un segreto lasciato in sospeso. Inoltre nella sua stessa sezione c'è una misteriosa ragazzina di nome Mei Misaki: il suo banco è più vecchio e rovinato degli altri, nessuno le si avvicina e tutti fingono che non esista. Perché? Qual è il mistero che avvolge quella scuola? E soprattutto, qual è la causa delle morti?
Indubbiamente l'intensa e opprimente atmosfera sprigionata della cittadina, gli oscuri quanto tetri accadimenti iniziali, la precarietà della situazione dei protagonisti - la cui vita è sempre in pericolo a causa di una minaccia sconosciuta, estranea, ma costantemente presente e proiettata su di essi - donano all'opera un'aura unica e avvolgente, che già da sola vale il prezzo del biglietto.
Per buona parte della serie la narrazione (come per ogni j-horror che si rispetti) procede con esasperante lentezza, dosando le rivelazioni con il contagocce e favorendo in tal maniera l'evolversi della trama, che si sviluppa in parte con le caratteristiche di un giallo. L'atmosfera che accompagna le vicende contribuisce alla creazione di un quadro generale suggestivo e ben calibrato: gli unici momenti che sporadicamente rompono il ritmo pacato sono infatti le brutali morti dei personaggi, inserite con parsimonia ma sapientemente, sia per riaccendere l'attenzione dello spettatore, sia per accrescere sempre di più la suspense, che aumenta di episodio in episodio. E infine, nell'intenso epilogo si assisterà ovviamente a un'impennata improvvisa di ritmo, nella quale tutta la paura e la tensione psicologica che aveva investito i personaggi in precedenza sfocerà in un vero e proprio bagno di sangue e follia, che travolgerà tutto e tutti.
Arriverò subito al dunque: il più grande problema di questa serie è il finale. È un finale granguignolesco, esplosivo e sicuramente d'effetto, ma in quanto a coerenza bisogna ammettere che siamo ai minimi storici. La sensazione è che nello scrivere l'epilogo della vicenda gli autori abbiano completamente messo da parte la sceneggiatura nel suo insieme per realizzare qualcosa di "figo" e spettacolare, ma che se analizzato un attimo più in profondità, se visto un centimetro sotto la superficie, distrugge tutto quanto di buono la serie aveva creato in precedenza. Situazioni paradossali, cadute di psicologia impressionanti, comportamenti inspiegabili e in certi casi assurdi (basti pensare alla scena in cui Koichi chiama tranquillamente la sua amichetta al telefono mentre un'intera locanda in fiamme sta per crollargli sulla testa, e non è l'unico caso), il tutto abilmente mascherato dietro a una narrazione incalzante e a intensi toni splatter, ma non certo annullato. E come se non bastasse, i dubbi che restano sono molti, poiché - sebbene la vicenda si chiuda - l'anime non chiarisce tutto, ma lascia parecchie cose (alcune delle quali di vitale importanza) sospese. Un vero peccato, c'è da dirlo.
Il prodotto tecnicamente è perfetto, come ci si poteva aspettare dalla P.A. Works. Le animazioni si attestano su un ottimo livello per tutti i 12 episodi, ma la punta di diamante del comparto grafico sono sicuramente i meravigliosi fondali, da sempre uno dei punti forti di questo studio d'animazione: dettagliati e macabri, avvolgono i personaggi nel loro glaciale soffio. La colonna sonora è anch'essa buona e dalle sonorità ricercate, per rendere palpabile al meglio l'atmosfera cupa e tesa. Un lavoro di ottima fattura dunque, e tutto ciò non fa che aumentare la mia amarezza di fronte a un prodotto che poteva davvero essere un piccolo capolavoro di genere, ma che invece si distrugge con le proprie mani, il tutto per cercare un epilogo epico, d'impatto visivo, ma assolutamente forzato. Un valido esempio di come la quantità di contenuti abbia (tristemente) avuto la meglio sulla qualità: magari qualcosa di meno "pompato", più modesto, ma anche più ricercato e ragionato, avrebbe sicuramente dato giovamento al risultato finale.
Mi spiace scoprire che quest'anime non è stato apprezzato da tutti, ma ho notato che molti si aspettavano di vedere un horror/splatter con molta azione. Another di sicuro non rientra in questa categoria. E' un thriller / horror e di splatter ci sono solo pochissime scene, anche se ben costruite. Diciamo che, secondo il mio punto di vista, è un thriller paranormale che basa tutto sulla suspense e sul mistero.
<b>ATTENZIONE-SPOILER</b>
Iniziamo con la trama: Sakakibara è un ragazzo dalla salute cagionevole che, causa lavoro del padre, deve trasferirsi in una nuova città e in una nuova scuola. Non passa molto tempo e il nostro protagonista scopre che i suoi compagni di classe stanno nascondendo qualcosa, apparentemente qualcosa che li spaventa molto. A breve, il ragazzo conosce Misaki mei, una ragazza decisamente fuori dagli schemi: taciturna, silenziosa e apparentemente incapace di sorridere o interagire. Quando Sakakibra nota che i suoi compagni di classe non solo non le rivolgono la parola, ma sembrano addirittura non notare la sua presenza, o spaventarsi quando lui la nomina, il ragazzo comprende che il segreto legato alla sua sezione e Misaki Mei sono legati in qualche modo. Misaki Mei è un fantasma che solo lui, per qualche misteriosa ragione, può vedere? E perché tutti sono terrorizzati da lei?
Indubbiamente una trama che vuole incentrare lo spettatore sull'aspetto del mistero che aleggia non soltanto attorno alla classe, quanto più intorno alla figura silenziosa di Mei che, per molte puntate, sembra disposta a raccontare la verità, ma che o viene interrotta, o ritiene che sia più giudizioso aspettare. Il tutto, naturalmente, è visto dal punto di vista del personaggio che ignora tutto, così che le sorprese aumentino a poco a poco.
Il procedere della storia è lineare, forse un po' lento (specie nelle prime puntate), ma non ci sono grandi forzature a livello tematico. Forse i due protagonisti hanno qualche errore nella loro caratterizzazione o qualche mancanza (nessuno ci spiega come mai l'occhio finto di Mei possa vedere la morte; ma soprattutto, come è possibile che una ragazza capace di scoprire subito chi è il morto aspetti tanti episodi e tanti massacri prima di dirlo?), ma a livello di trama tutto scorre in modo semplice, lineare ed uniforme.
La cosa che ho apprezzato maggiormente è il modo in cui l'autore ha tentato (con successo, penso) di attirare l'attenzione dello spettatore prima su un aspetto e poi su un altro, facendogli ideare teorie che, per forza di cose, si rivelano errate. Per buona parte degli episodi, si è portati inevitabilmente a credere che Misaki Mei sia un fantasma, che solo Sakakibara possa vederla, e che forse è collegata alla maledizione della sezione. Tutte teorie sbagliate, dal momento che Mei esiste, è una ragazza in carne ed ossa e chiunque può vederla. Anche il tentativo di scoprire chi è il morto, una volta scoperta la vera natura della maledizione, costituisce un buon gioco di fortuna e capacità di giudizio. Gli spettatori sono portati, per lo più, a farsi teorie, a studiare ogni singolo studente nella speranza di scoprire chi è colui che causa tanta disperazione. E non lo troverà, perché se l'autore focalizza l'attenzione su particolari legati a determinati personaggi, allo stesso tempo ci dice subito chi è "l'assassino", ma in un modo tale da risultare vano. Ebbene si, l'assassino viene svelato fin dai primissimi minuti, ma non sapendo ancora niente della maledizione, non ce ne rendiamo conto. Non sono forse il pappagallo e il nonno stesso di Sakakibara a dirci il fatidico nome?
Al di là della trama che, dal mio punto di vista, risulta originale e ben costruita, la caratterizzazione dei personaggi non è allo stesso livello professionistico. Se Misaki Mei risulta un buon personaggio (con alcuni errori, certo, come abbiamo già detto), e gli episodi focalizzati sulla sua figura sono i più intriganti, non si può dire lo stesso per gli altri. Di Sakakibara sappiamo poco o niente: che ha una salute cagionevole, che sembra un ragazzo impaurito ma curioso e… basta… e tutti gli altri? Le classi giapponesi, come abbiamo visto in tanti, tanti anime, sono composte da un grande numero di studenti. In Another ne conosciamo diversi, conosciamo anche il bibliotecario, alcuni professori. Molti di questi personaggi muoiono praticamente subito, con perfetto effetto scenico, ma altri no… ci vengono presentati, ma di loro non sapremmo dire niente, perché semplicemente non hanno una caratterizzazione per precisa (ad eccezion fatta, forse, di Izumi). Anche il personaggio che è "già morto"…. È forse il meno caratterizzato di tutti. Se da un lato questo aspetto può risultare utile, cosicché lo spettatore rimanga maggiormente colpito a sentire il suo nome alla fine, dall'altro ne resta anche un po' deluso.
Al di là di questo, il disegno è piuttosto buono. Ho apprezzato molto la scelta dei colori. Sia la scuola, sia gli ambienti esterni, sia le divise scolastiche (spesso colorate e vivaci) sono scure e oscure, richiamano l'elemento "dark" tipico degli horror. Così come ci sono vari altri elementi classici dell'horror: le bambole di porcellana (che, ammettiamolo, sono inquietanti); la maledizione; i fantasmi, ecc… per concludere con l'aggiunta di un elemento nuovo, la ragazza con la benda sull'occhio.
Insomma, per chi apprezza questo genere, penso sia un anime più che guardabile, molto buono, sebbene oggettivamente si potrebbero fare tante critiche.
<b>ATTENZIONE-SPOILER</b>
Iniziamo con la trama: Sakakibara è un ragazzo dalla salute cagionevole che, causa lavoro del padre, deve trasferirsi in una nuova città e in una nuova scuola. Non passa molto tempo e il nostro protagonista scopre che i suoi compagni di classe stanno nascondendo qualcosa, apparentemente qualcosa che li spaventa molto. A breve, il ragazzo conosce Misaki mei, una ragazza decisamente fuori dagli schemi: taciturna, silenziosa e apparentemente incapace di sorridere o interagire. Quando Sakakibra nota che i suoi compagni di classe non solo non le rivolgono la parola, ma sembrano addirittura non notare la sua presenza, o spaventarsi quando lui la nomina, il ragazzo comprende che il segreto legato alla sua sezione e Misaki Mei sono legati in qualche modo. Misaki Mei è un fantasma che solo lui, per qualche misteriosa ragione, può vedere? E perché tutti sono terrorizzati da lei?
Indubbiamente una trama che vuole incentrare lo spettatore sull'aspetto del mistero che aleggia non soltanto attorno alla classe, quanto più intorno alla figura silenziosa di Mei che, per molte puntate, sembra disposta a raccontare la verità, ma che o viene interrotta, o ritiene che sia più giudizioso aspettare. Il tutto, naturalmente, è visto dal punto di vista del personaggio che ignora tutto, così che le sorprese aumentino a poco a poco.
Il procedere della storia è lineare, forse un po' lento (specie nelle prime puntate), ma non ci sono grandi forzature a livello tematico. Forse i due protagonisti hanno qualche errore nella loro caratterizzazione o qualche mancanza (nessuno ci spiega come mai l'occhio finto di Mei possa vedere la morte; ma soprattutto, come è possibile che una ragazza capace di scoprire subito chi è il morto aspetti tanti episodi e tanti massacri prima di dirlo?), ma a livello di trama tutto scorre in modo semplice, lineare ed uniforme.
La cosa che ho apprezzato maggiormente è il modo in cui l'autore ha tentato (con successo, penso) di attirare l'attenzione dello spettatore prima su un aspetto e poi su un altro, facendogli ideare teorie che, per forza di cose, si rivelano errate. Per buona parte degli episodi, si è portati inevitabilmente a credere che Misaki Mei sia un fantasma, che solo Sakakibara possa vederla, e che forse è collegata alla maledizione della sezione. Tutte teorie sbagliate, dal momento che Mei esiste, è una ragazza in carne ed ossa e chiunque può vederla. Anche il tentativo di scoprire chi è il morto, una volta scoperta la vera natura della maledizione, costituisce un buon gioco di fortuna e capacità di giudizio. Gli spettatori sono portati, per lo più, a farsi teorie, a studiare ogni singolo studente nella speranza di scoprire chi è colui che causa tanta disperazione. E non lo troverà, perché se l'autore focalizza l'attenzione su particolari legati a determinati personaggi, allo stesso tempo ci dice subito chi è "l'assassino", ma in un modo tale da risultare vano. Ebbene si, l'assassino viene svelato fin dai primissimi minuti, ma non sapendo ancora niente della maledizione, non ce ne rendiamo conto. Non sono forse il pappagallo e il nonno stesso di Sakakibara a dirci il fatidico nome?
Al di là della trama che, dal mio punto di vista, risulta originale e ben costruita, la caratterizzazione dei personaggi non è allo stesso livello professionistico. Se Misaki Mei risulta un buon personaggio (con alcuni errori, certo, come abbiamo già detto), e gli episodi focalizzati sulla sua figura sono i più intriganti, non si può dire lo stesso per gli altri. Di Sakakibara sappiamo poco o niente: che ha una salute cagionevole, che sembra un ragazzo impaurito ma curioso e… basta… e tutti gli altri? Le classi giapponesi, come abbiamo visto in tanti, tanti anime, sono composte da un grande numero di studenti. In Another ne conosciamo diversi, conosciamo anche il bibliotecario, alcuni professori. Molti di questi personaggi muoiono praticamente subito, con perfetto effetto scenico, ma altri no… ci vengono presentati, ma di loro non sapremmo dire niente, perché semplicemente non hanno una caratterizzazione per precisa (ad eccezion fatta, forse, di Izumi). Anche il personaggio che è "già morto"…. È forse il meno caratterizzato di tutti. Se da un lato questo aspetto può risultare utile, cosicché lo spettatore rimanga maggiormente colpito a sentire il suo nome alla fine, dall'altro ne resta anche un po' deluso.
Al di là di questo, il disegno è piuttosto buono. Ho apprezzato molto la scelta dei colori. Sia la scuola, sia gli ambienti esterni, sia le divise scolastiche (spesso colorate e vivaci) sono scure e oscure, richiamano l'elemento "dark" tipico degli horror. Così come ci sono vari altri elementi classici dell'horror: le bambole di porcellana (che, ammettiamolo, sono inquietanti); la maledizione; i fantasmi, ecc… per concludere con l'aggiunta di un elemento nuovo, la ragazza con la benda sull'occhio.
Insomma, per chi apprezza questo genere, penso sia un anime più che guardabile, molto buono, sebbene oggettivamente si potrebbero fare tante critiche.
Another viene prima abbozzato, successivamente imbastito, ne viene fatto lo scheletro, messa la carne, costruiti gli arti, riprodotto il volto, unite le articolazioni, fatti crescere i capelli, dipinto il corpo, aggiunti gli occhi vitrei, truccato e infine messo in piedi.
12 fasi di svolgimento che costituiscono (dovevano costituire) l'enigma di Another. Un giallo che per prima cosa sarebbe opportuno separare dal genere horror: se da un lato dimostra una trama in cui si sente la presenza di una forza maligna e ignota, dall'altra non è in grado di suscitare nello spettatore emozioni di paura e disagio tipiche del genere. Il problema è dovuto soprattutto a personaggi poco convincenti, composti per la maggior parte da quindicenni che dal punto di vista psicologico non reagiscono adeguatamente alle vicende atroci e alle trame sinistre dell'anime. In loro non si riesce quasi mai a percepire quei connotati di disperazione che invece riescono bene a trasmettere le cupe ambientazioni e le angoscianti musiche di sottofondo, che confermano con chiarezza le divergenze tra un comparto tecnico all'altezza e una regia poco degna di fare coppia.
Pur essendo molto lento negli sviluppi e mischiando il tutto al tema scolastico, Another non ha il mordente necessario per approfondire tematiche che si impone quasi per scherzo di accennare, come l'emarginazione, la superstizione, il caso, l'esistenza, la vita e la morte. Si limita a raccontare con leggerezza una storia misteriosa e soprannaturale (dall'incipit forse non molto credibile) lavandosi le mani su qualsiasi morale e filosofia. Questo la rende un'opera semplice, che sarebbe potuta diventare sublime se fosse stata sviluppata con maggiore risalto e sensibilità per i contenuti.
Inspiegabile il calo di qualità dalla prima metà (1-6) alla seconda metà (7-12) della serie, con le ultime due puntate che cascano inesorabilmente nell'oblio. Non si tratta soltanto del cambio di target che fa perdere senso alla trama, ma proprio di tutta la farsa che costituisce l'insieme delle puntate 7-12. Incoerenze e carneficine insensate ed evitabili finiscono per mettere un gusto amaro ad una serie poco empatica.
12 fasi di svolgimento che costituiscono (dovevano costituire) l'enigma di Another. Un giallo che per prima cosa sarebbe opportuno separare dal genere horror: se da un lato dimostra una trama in cui si sente la presenza di una forza maligna e ignota, dall'altra non è in grado di suscitare nello spettatore emozioni di paura e disagio tipiche del genere. Il problema è dovuto soprattutto a personaggi poco convincenti, composti per la maggior parte da quindicenni che dal punto di vista psicologico non reagiscono adeguatamente alle vicende atroci e alle trame sinistre dell'anime. In loro non si riesce quasi mai a percepire quei connotati di disperazione che invece riescono bene a trasmettere le cupe ambientazioni e le angoscianti musiche di sottofondo, che confermano con chiarezza le divergenze tra un comparto tecnico all'altezza e una regia poco degna di fare coppia.
Pur essendo molto lento negli sviluppi e mischiando il tutto al tema scolastico, Another non ha il mordente necessario per approfondire tematiche che si impone quasi per scherzo di accennare, come l'emarginazione, la superstizione, il caso, l'esistenza, la vita e la morte. Si limita a raccontare con leggerezza una storia misteriosa e soprannaturale (dall'incipit forse non molto credibile) lavandosi le mani su qualsiasi morale e filosofia. Questo la rende un'opera semplice, che sarebbe potuta diventare sublime se fosse stata sviluppata con maggiore risalto e sensibilità per i contenuti.
Inspiegabile il calo di qualità dalla prima metà (1-6) alla seconda metà (7-12) della serie, con le ultime due puntate che cascano inesorabilmente nell'oblio. Non si tratta soltanto del cambio di target che fa perdere senso alla trama, ma proprio di tutta la farsa che costituisce l'insieme delle puntate 7-12. Incoerenze e carneficine insensate ed evitabili finiscono per mettere un gusto amaro ad una serie poco empatica.
"Another" è un anime uscito nel 2012, che cerca, in qualche modo, di creare una storia horror ambientata in una scuola. 12 episodi per un mistero semplice, ma allo stesso tempo ricco di sviluppi interessanti e, soprattutto, non limitato a qualche spargimento di sangue messo a caso.
Non sono un fan sfegatato del genere horror, ma, quando esce uno, riesco comunque ad apprezzarne le qualità in esso presenti o, in caso contrario, i difetti insiti nella suddetta opera. In questo caso ammetto che "Another" è riuscito a coinvolgermi meglio del previsto, in quanto, come già detto sopra, l'ambientazione scolastica ampia un pochino le vedute, inserendovi elementi nuovi e diversificati, come potrebbe essere lo sbocciare di un piccolo amore, le gelosie tra ragazze o i litigi tra compagni…insomma, una quasi-normale vita scolastica, infarcita però da un misteriosa maledizione.
Kouichi è un ragazzo appena traferitosi in città, a causa della sua salute cagionevole è costretto a saltare i primi giorni di scuola, raggiungendo così i suoi nuovi compagni solamente la settimana successiva. Un avvento che, come potremo vedere, porterà sventura e morte sulla strana classe 3-3, afflitta da molti anni da un strana maledizione che sembra coinvolgere i componenti di quella sezione e i suoi familiari.
Il clima è freddo e gli studenti sembrano quasi spaventati a parlare l'un l'altro... Izumi Akazawa, l'addetta alla sicurezza, mostra un chiaro atteggiamento di ostilità nei confronti del nuovo venuto, soprattutto dopo che Kouichi incomincerà a parlare con Mei Misaki: una studentessa della classe 3-3 che sembra essere inesistente per il resto degli studenti lì presenti. Nessuno le parla, nessuno la vede e nessuno sembra percepire la sua presenza…o meglio, nessuno tranne Kouichi che, attratto dalla misteriosa ragazza, cerca in tutti i modi di stringere legami con lei, a costo di inimicarsi il resto dei compagni.
Le cose però incominciano a farsi sempre più difficili perché, improvvisamente, la maledizione che affligge quella particolare sezione riprende a falcidiare un alunno, o un parente del suddetto, al mese, seminando così il panico tra quei poveri ragazzi.
Ma cosa ci sarà dietro mistero? C'è un colpevole? E, soprattutto, potrà essere fermato questo fenomeno paranormale?
L'anime in sé è molto interessante, perché riesce a mantenere alta la tensione per tutte e 12 le puntate, cercando comunque di alternare momenti di pathos estremo, con attimi più quieti, velati comunque da un eterno senso di malinconia, che non abbandonerà mai tale opera.
I personaggi sono ben delineati, sia graficamente sia a livello caratteriale, in quanto mostrano un'introspezione dettagliata e particolareggiata. Il mistero sembra farsi sempre più fitto e i vari ragazzi dovranno affrontare spettri sempre più forti, demoni che si annidano nel profondo del loro cuore.
Disperazione, paura, angoscia… tutto ciò viene raccontato in maniera più che mirabile nel susseguirsi della storia, facendo ben attenzione a dare una nota diversa per ogni protagonista che, d'altra parte, affronta tale situazione in modo diverso dai propri compagni.
Mei Misaki è intrigante e misteriosa: silenziosa e taciturna, sembra quasi un fantasma. Per quanto riguarda Kouichi invece, devo dire di averlo trovato estremamente ineressante, poiché, oltre il semplice carattere gentile e piacente, sembra nascondersi una personalità cupa e triste; senza contare poi che, a quanto sembra, dietro il suo passato sembra nascondersi qualcosa.
Tuttavia non sono loro due i personaggi che mi hanno colpito di più, bensì Izumi, una ragazza energica, ma non allegra, che cerca anzi di coprire le proprie paure dietro un velo di arroganza e forza apparente. Il suo compito è quello di proteggere tutta la classe, ma ce la farà davvero? Neanche lei sembra esserne sicura e, questa consapevolezza, l'affligge irrimediabilmente. Kouichi sembra provarle uno strano déjà-vu, ma, al di là di questo, comprenderà ben presto di provare un sentimento più forte nei suoi confronti.
La grafica è bella, ma non il bello classico, bensì un bello che rasenta quasi la bruttezza. Eh? Semplice: "Another" è un horror essenzialmente, dunque sarebbe sembrato inappropriato creare personaggi vivaci e allegri, ricchi di tonalità forti e con colori esplosivi. Invece si è scelto, giustamente, di creare un atmosfera maggiormente cupa, scura. Anche nei momenti di fan-service (una gita al mare che comunica tutto fuorché allegria) i toni paiono smorti e spenti, così come l'andamento stesso della storia, le pause e i dialoghi mai troppo vivaci. Tutto sembra indicare una prossima morte, anche se forse questa non avverrà (in quella puntata, s'intende).
Buono il doppiaggio e ottima la colonna sonora che, con l'opening, raggiunge il culmine dell'epicità.
Detto ciò, devo però fare una piccola precisazione sulla gestione del tempo: bene per le prime puntate, meno bene verso la fine, in quanto si può riscontrare un'evidente accelerazione degli eventi. Voluta? Non voluta? La cosa, in effetti, potrebbe essere studiata in modo da far apparire chiaro a tutti questo cambiamento di velocità, visto anche lo sviluppo inaspettatamente drammatico che assume la vicenda. Forse non può essere considerato un vero e proprio errore, ma terrei a precisare la mia preferenza per le prime puntate e la modalità con cui esse trascorrevano: cupe e tranquille, in uno strano dondolio di paura e disperazione.
"Another" è un anime horror piuttosto semplice rispetto a molti altri da me visionati, eppure, in questa apparente linearità, si può trovare il fulcro di quest'opera. Un mistero che deve essere risolto e delle morti che, di fatto, non hanno niente a che fare con assassini o strani killer sfegatati. Il pizzico di sovrannaturale rende il tutto ancora più intrigante, in quanto, senza mettere in gioco chissà che creature, lascia comunque aperti sviluppi totalmente inaspettati.
Il finale è alquanto emblematico, ma, non volendovi anticipare nulla, vi soffio nell'orecchio soltanto un piccolo suggerimento: esplosivo. Come già detto, si distacca ampiamente dall'andamento della prima parte e, in soli due episodio, risolve il mistero e inaugura un nuovo futuro…più o meno felice. Non so se si possa veramente definire un vero è proprio "lieto fine", ma, in fin dei conti, i protagonisti parevano abbastanza felici.
Voto finale: 8
Non sono un fan sfegatato del genere horror, ma, quando esce uno, riesco comunque ad apprezzarne le qualità in esso presenti o, in caso contrario, i difetti insiti nella suddetta opera. In questo caso ammetto che "Another" è riuscito a coinvolgermi meglio del previsto, in quanto, come già detto sopra, l'ambientazione scolastica ampia un pochino le vedute, inserendovi elementi nuovi e diversificati, come potrebbe essere lo sbocciare di un piccolo amore, le gelosie tra ragazze o i litigi tra compagni…insomma, una quasi-normale vita scolastica, infarcita però da un misteriosa maledizione.
Kouichi è un ragazzo appena traferitosi in città, a causa della sua salute cagionevole è costretto a saltare i primi giorni di scuola, raggiungendo così i suoi nuovi compagni solamente la settimana successiva. Un avvento che, come potremo vedere, porterà sventura e morte sulla strana classe 3-3, afflitta da molti anni da un strana maledizione che sembra coinvolgere i componenti di quella sezione e i suoi familiari.
Il clima è freddo e gli studenti sembrano quasi spaventati a parlare l'un l'altro... Izumi Akazawa, l'addetta alla sicurezza, mostra un chiaro atteggiamento di ostilità nei confronti del nuovo venuto, soprattutto dopo che Kouichi incomincerà a parlare con Mei Misaki: una studentessa della classe 3-3 che sembra essere inesistente per il resto degli studenti lì presenti. Nessuno le parla, nessuno la vede e nessuno sembra percepire la sua presenza…o meglio, nessuno tranne Kouichi che, attratto dalla misteriosa ragazza, cerca in tutti i modi di stringere legami con lei, a costo di inimicarsi il resto dei compagni.
Le cose però incominciano a farsi sempre più difficili perché, improvvisamente, la maledizione che affligge quella particolare sezione riprende a falcidiare un alunno, o un parente del suddetto, al mese, seminando così il panico tra quei poveri ragazzi.
Ma cosa ci sarà dietro mistero? C'è un colpevole? E, soprattutto, potrà essere fermato questo fenomeno paranormale?
L'anime in sé è molto interessante, perché riesce a mantenere alta la tensione per tutte e 12 le puntate, cercando comunque di alternare momenti di pathos estremo, con attimi più quieti, velati comunque da un eterno senso di malinconia, che non abbandonerà mai tale opera.
I personaggi sono ben delineati, sia graficamente sia a livello caratteriale, in quanto mostrano un'introspezione dettagliata e particolareggiata. Il mistero sembra farsi sempre più fitto e i vari ragazzi dovranno affrontare spettri sempre più forti, demoni che si annidano nel profondo del loro cuore.
Disperazione, paura, angoscia… tutto ciò viene raccontato in maniera più che mirabile nel susseguirsi della storia, facendo ben attenzione a dare una nota diversa per ogni protagonista che, d'altra parte, affronta tale situazione in modo diverso dai propri compagni.
Mei Misaki è intrigante e misteriosa: silenziosa e taciturna, sembra quasi un fantasma. Per quanto riguarda Kouichi invece, devo dire di averlo trovato estremamente ineressante, poiché, oltre il semplice carattere gentile e piacente, sembra nascondersi una personalità cupa e triste; senza contare poi che, a quanto sembra, dietro il suo passato sembra nascondersi qualcosa.
Tuttavia non sono loro due i personaggi che mi hanno colpito di più, bensì Izumi, una ragazza energica, ma non allegra, che cerca anzi di coprire le proprie paure dietro un velo di arroganza e forza apparente. Il suo compito è quello di proteggere tutta la classe, ma ce la farà davvero? Neanche lei sembra esserne sicura e, questa consapevolezza, l'affligge irrimediabilmente. Kouichi sembra provarle uno strano déjà-vu, ma, al di là di questo, comprenderà ben presto di provare un sentimento più forte nei suoi confronti.
La grafica è bella, ma non il bello classico, bensì un bello che rasenta quasi la bruttezza. Eh? Semplice: "Another" è un horror essenzialmente, dunque sarebbe sembrato inappropriato creare personaggi vivaci e allegri, ricchi di tonalità forti e con colori esplosivi. Invece si è scelto, giustamente, di creare un atmosfera maggiormente cupa, scura. Anche nei momenti di fan-service (una gita al mare che comunica tutto fuorché allegria) i toni paiono smorti e spenti, così come l'andamento stesso della storia, le pause e i dialoghi mai troppo vivaci. Tutto sembra indicare una prossima morte, anche se forse questa non avverrà (in quella puntata, s'intende).
Buono il doppiaggio e ottima la colonna sonora che, con l'opening, raggiunge il culmine dell'epicità.
Detto ciò, devo però fare una piccola precisazione sulla gestione del tempo: bene per le prime puntate, meno bene verso la fine, in quanto si può riscontrare un'evidente accelerazione degli eventi. Voluta? Non voluta? La cosa, in effetti, potrebbe essere studiata in modo da far apparire chiaro a tutti questo cambiamento di velocità, visto anche lo sviluppo inaspettatamente drammatico che assume la vicenda. Forse non può essere considerato un vero e proprio errore, ma terrei a precisare la mia preferenza per le prime puntate e la modalità con cui esse trascorrevano: cupe e tranquille, in uno strano dondolio di paura e disperazione.
"Another" è un anime horror piuttosto semplice rispetto a molti altri da me visionati, eppure, in questa apparente linearità, si può trovare il fulcro di quest'opera. Un mistero che deve essere risolto e delle morti che, di fatto, non hanno niente a che fare con assassini o strani killer sfegatati. Il pizzico di sovrannaturale rende il tutto ancora più intrigante, in quanto, senza mettere in gioco chissà che creature, lascia comunque aperti sviluppi totalmente inaspettati.
Il finale è alquanto emblematico, ma, non volendovi anticipare nulla, vi soffio nell'orecchio soltanto un piccolo suggerimento: esplosivo. Come già detto, si distacca ampiamente dall'andamento della prima parte e, in soli due episodio, risolve il mistero e inaugura un nuovo futuro…più o meno felice. Non so se si possa veramente definire un vero è proprio "lieto fine", ma, in fin dei conti, i protagonisti parevano abbastanza felici.
Voto finale: 8
Cosa succede quando ci creiamo delle aspettative preconcette su qualcosa? Qualcuno riesce a rendere questi pregiudizi talmente forti da far in modo che condizionino pesantemente il proprio giudizio finale, come se si avesse un paraocchi, altri (come me) finiscono quasi sempre col veder smentite tali convinzioni preconcette, sia in bene che in male, così mi capita che opere iniziate con le migliori speranze si rivelino poi totalmente prive di mordente, tanto da farmi faticare le proverbiali sette camice per riuscire a portarle a termine, ed altre, magari cominciate con tanti dubbi, possano persino risultare dei "capolavori". E' il caso, quest'ultimo, di Another, opera appartenente al genere horror, il mio genere preferito ma al contempo un genere molto difficile da sviluppare in modo convincente, specie per chi di opere del genere ne ha già seguite parecchie.
A farmi pensare al peggio, erano state le opinioni generali della massa che ha accolto quest'anime in modo alquanto tiepido adducendo spesso motivazioni discutibili che ora, ad opera completata, mi lasciano pensare che molti di essi l'anime in questione non l'abbiano capito un granché bene o forse non sono mai entrati in feeling con essa, cosa che, al contrario, è accaduta pienamente al sottoscritto. Le atmosfere di quest'opera le ho sentite forti e convincenti sin dal primo minuto e l'interesse e l'inquietudine per le vicende narrate non mi sono mai venute meno, anzi! Col proseguo della storia i fatti diventano decisamente sorprendenti, si pensa ad uno sviluppo piuttosto facile da scoprire ed invece le vicende si snodano in modo diverso da quanto immaginato ma diventando sempre più appassionanti e sempre più cruente. Avevo avuto l'erronea impressione che Another si sarebbe rivelato un'opera insipida e noiosetta e son contentissimo di essere stato smentito totalmente dai fatti. In Another ho trovato degli sviluppi pressoché perfetti, mai veramente ingarbugliati ma sempre molto appassionanti. Le atmosfere di un horror, così come dovrebbero essere, sono queste, sono quelle presenti in quest'anime al quale, francamente, mi sentirei di fare ben pochi appunti. A voler essere proprio puntigliosi potrei parlare di una soundtrack a dir poco marginale, di una grafica curata ma, non certo a livelli di eccellenza, soprattutto se si parla dei personaggi, e di caratterizzazioni che sarebbero potute essere approfondite maggiormente (magari con un numero superiore di episodi) ma sarebbe chiedere la perfezione per quanto mi riguarda.
Non c'è nulla di Another che mi abbia davvero deluso, è stata una vera rivelazione, una sorpresa continua e andrò senz'altro ad aggiungere questo titolo nell'elenco dei migliori horror animati di sempre. La speranza più grande sarebbe, un giorno, poter sentire la notizia di un imminente sequel, ma anche un bel prequel sarebbe azzeccatissimo e graditissimo. Non nutro eccessive speranze in ciò, ma potrebbe essere davvero qualcosa di altrettanto eccezionale e la speranza non costa nulla.
A farmi pensare al peggio, erano state le opinioni generali della massa che ha accolto quest'anime in modo alquanto tiepido adducendo spesso motivazioni discutibili che ora, ad opera completata, mi lasciano pensare che molti di essi l'anime in questione non l'abbiano capito un granché bene o forse non sono mai entrati in feeling con essa, cosa che, al contrario, è accaduta pienamente al sottoscritto. Le atmosfere di quest'opera le ho sentite forti e convincenti sin dal primo minuto e l'interesse e l'inquietudine per le vicende narrate non mi sono mai venute meno, anzi! Col proseguo della storia i fatti diventano decisamente sorprendenti, si pensa ad uno sviluppo piuttosto facile da scoprire ed invece le vicende si snodano in modo diverso da quanto immaginato ma diventando sempre più appassionanti e sempre più cruente. Avevo avuto l'erronea impressione che Another si sarebbe rivelato un'opera insipida e noiosetta e son contentissimo di essere stato smentito totalmente dai fatti. In Another ho trovato degli sviluppi pressoché perfetti, mai veramente ingarbugliati ma sempre molto appassionanti. Le atmosfere di un horror, così come dovrebbero essere, sono queste, sono quelle presenti in quest'anime al quale, francamente, mi sentirei di fare ben pochi appunti. A voler essere proprio puntigliosi potrei parlare di una soundtrack a dir poco marginale, di una grafica curata ma, non certo a livelli di eccellenza, soprattutto se si parla dei personaggi, e di caratterizzazioni che sarebbero potute essere approfondite maggiormente (magari con un numero superiore di episodi) ma sarebbe chiedere la perfezione per quanto mi riguarda.
Non c'è nulla di Another che mi abbia davvero deluso, è stata una vera rivelazione, una sorpresa continua e andrò senz'altro ad aggiungere questo titolo nell'elenco dei migliori horror animati di sempre. La speranza più grande sarebbe, un giorno, poter sentire la notizia di un imminente sequel, ma anche un bel prequel sarebbe azzeccatissimo e graditissimo. Non nutro eccessive speranze in ciò, ma potrebbe essere davvero qualcosa di altrettanto eccezionale e la speranza non costa nulla.
La storia sebbene inizialmente noiosa, a causa del fatto che non avviene quasi nulla e che non fa capire molto sulla situazione, evolve poi con risvolti inaspettati, infatti, non mancano colpi di scena nei momenti salienti, quando meno te lo aspetti, questo a causa del fatto che l'anime stesso cerca di ingannarti conducendoti a supposizioni errate per far aumentare la suspance.
La grafica alletta molto chi lo guarda, anche se durante le scene crude tende spesso a esagerare con gli effetti scenici, infatti, diventano spesso eccessivi, chi ama vedere uscire il sangue lo apprezzerà parecchio, ma chi cerca una cosa più realistica specialmente in una scena specifica si troverà a rabbrividire difronte alla finzione, con spasmi improbabili per un corpo normale e soprattutto la necessita di più coltellate al collo per uccidere una persona, ma non c'è da preoccuparsi perché in realtà e solo un piccolo errore di quest anime, che farà apprezzare di più altri episodi più realistici.
I personaggi tratti dal omonimo manga rimangono se non migliorano il realismo (i comportamenti rispecchiano molto quelli umani), e riescono a mantenere come grafica l'elevato standard presentato dal manga.
Nel complesso è un bel anime se si ama il genere Horror e Splatter che concede pochi commenti negati, la maggior parte dei quali riservati a una scena specifica tutta via non è consigliabile ad un pubblico facilmente impressionabile. Sinceramente darei alla serie un 8 1/2 e non un 9 a causa di alcune sviste tecniche da parte degli autori, non ostante questo è un anime eccelso che merita molto ma che non consiglierei mai per il mercato italiano a causa dei numerosi tagli che si dovrebbero fare in televisione. Ma che consiglierei a tutti gli amanti dell' horror,perché di questa categoria è uno dei migliori in circolazione!
La grafica alletta molto chi lo guarda, anche se durante le scene crude tende spesso a esagerare con gli effetti scenici, infatti, diventano spesso eccessivi, chi ama vedere uscire il sangue lo apprezzerà parecchio, ma chi cerca una cosa più realistica specialmente in una scena specifica si troverà a rabbrividire difronte alla finzione, con spasmi improbabili per un corpo normale e soprattutto la necessita di più coltellate al collo per uccidere una persona, ma non c'è da preoccuparsi perché in realtà e solo un piccolo errore di quest anime, che farà apprezzare di più altri episodi più realistici.
I personaggi tratti dal omonimo manga rimangono se non migliorano il realismo (i comportamenti rispecchiano molto quelli umani), e riescono a mantenere come grafica l'elevato standard presentato dal manga.
Nel complesso è un bel anime se si ama il genere Horror e Splatter che concede pochi commenti negati, la maggior parte dei quali riservati a una scena specifica tutta via non è consigliabile ad un pubblico facilmente impressionabile. Sinceramente darei alla serie un 8 1/2 e non un 9 a causa di alcune sviste tecniche da parte degli autori, non ostante questo è un anime eccelso che merita molto ma che non consiglierei mai per il mercato italiano a causa dei numerosi tagli che si dovrebbero fare in televisione. Ma che consiglierei a tutti gli amanti dell' horror,perché di questa categoria è uno dei migliori in circolazione!
Another, un altro, uno in più.
Another è un anime che vi terrà con il fiato sospeso dall'episodio 3 in poi.
Per chiunque voglia vederlo consiglio di non giudicarlo dai primi due episodi essendo abbastanza piatti. I primi due episodi sono principalmente di introduzione alla storia e vi faranno solo sorgere qualche domanda spontanea, ma tutto principalmente sulla protagonista femminile, Misaki Mei.
Dal terzo episodio in poi avrete sempre più domande a cui rispondere e sempre più tensione a fior di pelle. Quest'anime vi trasmetterà un bel po' di sentimenti negativi, che voi vi immedesimiate in uno dei due protagonisti, Sakakibara Kouchi o Misaki Mei.
Il genere di quest'anime è tanto interessante quanto difficile da mantenere e durante gli ultimi due episodi si vede un chiaro "tiro" della trama che potrebbe infastidire gli otaku più attenti e alla ricerca della meticolosità di autori esperti.
Il comparto splatter di questo anime si fa sentire e vedere ma alcune censure non permettono una visuale a 360° della crudeltà delle morti violente riservate ad alcuni personaggi.
Another si merita un 9, ma non mi sento di dargli il 10 perché verso la fine c'è uno strattonamento che non mi è piaciuto molto, capirete solo guardando. Comunque, Another, si merita quel 9 senza nessuna sfaccettature varie, né più né meno di così. Anime perfetto, per tutti gli intenditori del genere è sicuramente un bell'anime da vedere e su cui farci un pensierino.
Scolastico, Horror, Mistero, Psicologico, Splatter e io aggiungerei Sovrannaturale. Buona visione a chi vuole tentare quest'avventura tetra!
Another è un anime che vi terrà con il fiato sospeso dall'episodio 3 in poi.
Per chiunque voglia vederlo consiglio di non giudicarlo dai primi due episodi essendo abbastanza piatti. I primi due episodi sono principalmente di introduzione alla storia e vi faranno solo sorgere qualche domanda spontanea, ma tutto principalmente sulla protagonista femminile, Misaki Mei.
Dal terzo episodio in poi avrete sempre più domande a cui rispondere e sempre più tensione a fior di pelle. Quest'anime vi trasmetterà un bel po' di sentimenti negativi, che voi vi immedesimiate in uno dei due protagonisti, Sakakibara Kouchi o Misaki Mei.
Il genere di quest'anime è tanto interessante quanto difficile da mantenere e durante gli ultimi due episodi si vede un chiaro "tiro" della trama che potrebbe infastidire gli otaku più attenti e alla ricerca della meticolosità di autori esperti.
Il comparto splatter di questo anime si fa sentire e vedere ma alcune censure non permettono una visuale a 360° della crudeltà delle morti violente riservate ad alcuni personaggi.
Another si merita un 9, ma non mi sento di dargli il 10 perché verso la fine c'è uno strattonamento che non mi è piaciuto molto, capirete solo guardando. Comunque, Another, si merita quel 9 senza nessuna sfaccettature varie, né più né meno di così. Anime perfetto, per tutti gli intenditori del genere è sicuramente un bell'anime da vedere e su cui farci un pensierino.
Scolastico, Horror, Mistero, Psicologico, Splatter e io aggiungerei Sovrannaturale. Buona visione a chi vuole tentare quest'avventura tetra!
Nella classe terza del terzo anno frequentava la scuola una giovane studentessa, bella e popolare, amata da tutti, ma un giorno morì improvvisamente. Il dolore era grande nella classe, ma, poco dopo, uno studente vide Misaki nel suo posto in classe e ben presto tutti i suoi compagni e gli stessi insegnanti affermarono di aver visto la ragazza. La storia divenne una sorta di leggenda. Ventisei anni più tardi Koichi Sakakibara, trasferitosi nel piccolo paese di provincia da Tokyo, si ritrova a dover frequentare la classe 3-3 e ben presto si accorge di qualcosa di anomalo nei suoi compagni di classe, e in particolare in Misaki Mei, una ragazza con una benda sull'occhio a cui nessuno sembra fare caso. All'oscuro di tutto, Koichi inizia a indagare sulla strana atmosfera, fino a che non viene a conoscenza di una misteriosa maledizione che aleggia sulla classe 3-3.
Another è un anime horror-splatter perfettamente in linea con le caratteristiche tipicamente giapponesi del genere. Ci troviamo di fronte a una maledizione che con il procedere della storia si porta nella tomba i poveri studenti. A emergere è subito il personaggio di Mei, una ragazza minuta e pallida, ignorata da tutti, tanto da suscitare l'impressione di trovarsi davanti a un fantasma. Seguendo la vicenda dal punto di vista di Koichi, lo spettatore finisce quasi attratto da questa ragazza e inevitabilmente ne rimane affascinato per il mistero e l'inquietudine che suscita. E sono proprio l'inquietudine e il mistero i due elementi che saturano l'ambientazione di "Another". La cittadina di provincia in cui si svolgono i fatti provoca un senso di agitazione e di insicurezza: i toni e le tinte scure, gli edifici con dei rampicanti, la ruggine, i corvi, gli ambienti all'antica. In secondo luogo devo dire che risultano sicuramente buoni i personaggi che compaiono oltre ai due protagonisti: non sono caratterizzati come i primi due, ma la loro personalità emerge, e soprattutto si intonano perfettamente con l'ambiente che li circonda. Il loro nervosismo e la loro inquietudine quasi fuoriesce in ogni azione che da loro viene compiuta, quasi si può toccare il terrore che provano verso la maledizione che incombe.
Il procedere della storia è piuttosto lineare e sicuramente semplice da seguire. La durata della serie di dodici episodi garantisce tempi ristretti e dunque poco spazio a scene inutili ai fini della trama, anche se purtroppo queste sono comunque presenti.
Il lato tecnico è sicuramente ottimo. Le ambientazioni, i disegni e i colori sono perfetti, sia stilisticamente, sia per le caratteristiche della trama. Sicuramente pregevoli i primi piani sulle bambole che spesso appaiono e il personaggio di Mei. L'accompagnamento musicale aiuta perfettamente a evocare il contesto in cui si svolge la storia, contribuisce a far immergere lo spettatore nel clima di angoscia generale in cui si trovano i personaggi. Buona anche la opening, molto azzeccata per l'anime in questione.
Concludendo questa mia recensione, mi pare giusto notare che "Another" non sia di certo un anime che spicca per l'elevata originalità, anzi, ripropone alcuni temi classici del genere. Tuttavia, riesce comunque a ricostruirli in modo buono e a proporre un'ottima storia che culmina con un finale per nulla scontato. Per questo motivo ritengo che si meriti pienamente un 8.
Another è un anime horror-splatter perfettamente in linea con le caratteristiche tipicamente giapponesi del genere. Ci troviamo di fronte a una maledizione che con il procedere della storia si porta nella tomba i poveri studenti. A emergere è subito il personaggio di Mei, una ragazza minuta e pallida, ignorata da tutti, tanto da suscitare l'impressione di trovarsi davanti a un fantasma. Seguendo la vicenda dal punto di vista di Koichi, lo spettatore finisce quasi attratto da questa ragazza e inevitabilmente ne rimane affascinato per il mistero e l'inquietudine che suscita. E sono proprio l'inquietudine e il mistero i due elementi che saturano l'ambientazione di "Another". La cittadina di provincia in cui si svolgono i fatti provoca un senso di agitazione e di insicurezza: i toni e le tinte scure, gli edifici con dei rampicanti, la ruggine, i corvi, gli ambienti all'antica. In secondo luogo devo dire che risultano sicuramente buoni i personaggi che compaiono oltre ai due protagonisti: non sono caratterizzati come i primi due, ma la loro personalità emerge, e soprattutto si intonano perfettamente con l'ambiente che li circonda. Il loro nervosismo e la loro inquietudine quasi fuoriesce in ogni azione che da loro viene compiuta, quasi si può toccare il terrore che provano verso la maledizione che incombe.
Il procedere della storia è piuttosto lineare e sicuramente semplice da seguire. La durata della serie di dodici episodi garantisce tempi ristretti e dunque poco spazio a scene inutili ai fini della trama, anche se purtroppo queste sono comunque presenti.
Il lato tecnico è sicuramente ottimo. Le ambientazioni, i disegni e i colori sono perfetti, sia stilisticamente, sia per le caratteristiche della trama. Sicuramente pregevoli i primi piani sulle bambole che spesso appaiono e il personaggio di Mei. L'accompagnamento musicale aiuta perfettamente a evocare il contesto in cui si svolge la storia, contribuisce a far immergere lo spettatore nel clima di angoscia generale in cui si trovano i personaggi. Buona anche la opening, molto azzeccata per l'anime in questione.
Concludendo questa mia recensione, mi pare giusto notare che "Another" non sia di certo un anime che spicca per l'elevata originalità, anzi, ripropone alcuni temi classici del genere. Tuttavia, riesce comunque a ricostruirli in modo buono e a proporre un'ottima storia che culmina con un finale per nulla scontato. Per questo motivo ritengo che si meriti pienamente un 8.
"Another" è un anime in dodici episodi da venti minuti per ognuno, che narra di Koichi Sakakibara, che si trasferisce per motivi di salute e di famiglia. Nella sua nuova classe nota qualcosa di strano e comincia a indagare, andandosi a infilare in una situazione più grande di lui.
I personaggi principali sono abbastanza ben inquadrati nel loro piano psicologico, mentre quelli secondari (come è giusto che sia in anime di dodici puntate) sono un po' tralasciati. La storia è molto intrigante e si muove sul filo tra il genere horror/splatter e quello psicologico, sempre velata da un'ombra misteriosa che ti dà quasi un senso di ansia e inquietudine.
La cosa che ho più apprezzato in questo anime sono state sicuramente le ambientazioni, poiché esse sono molto cupe e tetre, e accompagnano, o meglio, amplificano l'atmosfera che si era già creata con i personaggi e con l'accompagnamento musicale di sottofondo.
Lo sviluppo della storia è un po' lento, ma forse è adatto al suo genere e il finale secondo me molto particolare è abbastanza emozionante e, devo ammettere, anche un po' stupefacente.
L'anime alla fine non è privo di difetti, come alcune scene di cui non ho capito il senso o certi dialoghi a volte un po' troppo innaturali, ma riesce bene secondo me in quello che voleva esprimere.
I personaggi principali sono abbastanza ben inquadrati nel loro piano psicologico, mentre quelli secondari (come è giusto che sia in anime di dodici puntate) sono un po' tralasciati. La storia è molto intrigante e si muove sul filo tra il genere horror/splatter e quello psicologico, sempre velata da un'ombra misteriosa che ti dà quasi un senso di ansia e inquietudine.
La cosa che ho più apprezzato in questo anime sono state sicuramente le ambientazioni, poiché esse sono molto cupe e tetre, e accompagnano, o meglio, amplificano l'atmosfera che si era già creata con i personaggi e con l'accompagnamento musicale di sottofondo.
Lo sviluppo della storia è un po' lento, ma forse è adatto al suo genere e il finale secondo me molto particolare è abbastanza emozionante e, devo ammettere, anche un po' stupefacente.
L'anime alla fine non è privo di difetti, come alcune scene di cui non ho capito il senso o certi dialoghi a volte un po' troppo innaturali, ma riesce bene secondo me in quello che voleva esprimere.
Another è una serie anime del 2012 prodotta da P.A. Works di genere horror. E' tratta da una light novel omonima, da cui è stato tratto anche un manga edito in Italia da Star Comics.
Another narra la storia di Koichi Sakakibara che si traferisce da Tokyo a Yomiyama. Qui inizia la scuola ma avverte subito una strana sensazione. Lui conosce, parla e stringe amicizia con una strana ragazza di nome Misaki, che però gli altri compagni della classe sembrano non vedere...
Another si è rivelata essere una cocente delusione. Parte da un'idea molto interessante ma, a mio parere, lo sviluppo lascia alquanto a desiderare.
Gli episodi si mantengono sempre interessanti e misteriosi ma la storia procede a rallentatore, tra dialoghi scialbi e scene assolutamente inutili ai fini della trama. Il culmine si raggiunge con l'inutilissimo episodio 8, ovvero con la classica gita al mare che tra gare di pesca e grigliate si rivela una puntata da saltare a piè pari. Negli ultimi due episodi finali, senza fare spoiler, si avrà un'importante rivelazione che io ho trovato veramente assurda, complice il fatto che non viene minimamente spiegata, né tantomeno approfondita, e fa veramente scadere nel ridicolo il personaggio di Misaki che cerca di giustificarsi tirando fuori delle scuse assurde che, sinceramente, non reggono. Il finale stesso, per quanto accettabile, l'ho trovato un po' banale.
Pessimi i personaggi, per nulla caratterizzati o approfonditi. Sembrano solo una serie di figure da far schiattare nel peggiore dei modi, ma nessuno di loro viene minimamente caratterizzato.
Il lato tecnico della serie è ottimo. Il meglio lo dà la colonna sonora, che contribuisce a creare un'atmosfera che la maggior parte delle volte è davvero inquietante. Ecco, se c'è qualcosa di buono in Another è proprio l'atmosfera che si respira nel corso della serie.
In conclusione, Another parte da un incipit davvero interessante, ma zoppica un po' con lo sviluppo tra la noia incombente, una serie di morti che, per quanto spettacolari, sembrano usciti dalla serie di "Final Destination", e alcune rivelazioni finali alquanto improbabili.
Another narra la storia di Koichi Sakakibara che si traferisce da Tokyo a Yomiyama. Qui inizia la scuola ma avverte subito una strana sensazione. Lui conosce, parla e stringe amicizia con una strana ragazza di nome Misaki, che però gli altri compagni della classe sembrano non vedere...
Another si è rivelata essere una cocente delusione. Parte da un'idea molto interessante ma, a mio parere, lo sviluppo lascia alquanto a desiderare.
Gli episodi si mantengono sempre interessanti e misteriosi ma la storia procede a rallentatore, tra dialoghi scialbi e scene assolutamente inutili ai fini della trama. Il culmine si raggiunge con l'inutilissimo episodio 8, ovvero con la classica gita al mare che tra gare di pesca e grigliate si rivela una puntata da saltare a piè pari. Negli ultimi due episodi finali, senza fare spoiler, si avrà un'importante rivelazione che io ho trovato veramente assurda, complice il fatto che non viene minimamente spiegata, né tantomeno approfondita, e fa veramente scadere nel ridicolo il personaggio di Misaki che cerca di giustificarsi tirando fuori delle scuse assurde che, sinceramente, non reggono. Il finale stesso, per quanto accettabile, l'ho trovato un po' banale.
Pessimi i personaggi, per nulla caratterizzati o approfonditi. Sembrano solo una serie di figure da far schiattare nel peggiore dei modi, ma nessuno di loro viene minimamente caratterizzato.
Il lato tecnico della serie è ottimo. Il meglio lo dà la colonna sonora, che contribuisce a creare un'atmosfera che la maggior parte delle volte è davvero inquietante. Ecco, se c'è qualcosa di buono in Another è proprio l'atmosfera che si respira nel corso della serie.
In conclusione, Another parte da un incipit davvero interessante, ma zoppica un po' con lo sviluppo tra la noia incombente, una serie di morti che, per quanto spettacolari, sembrano usciti dalla serie di "Final Destination", e alcune rivelazioni finali alquanto improbabili.
Attenzione: l'anime in questione non è un horror (come molti avranno capito). Il fattore horror di "another" stà nello sparare nelle orecchie dello spettatore musiche angoscianti a tutto volume e nel riprodurre, ogni tot di secondi, immagini a caso di bambole (senza un apparente motivo logico o legato strettamente alla trama).
La storia inizia presentando Sakakibara, un ragazzo trasferitosi in una piccola città da tokyo, a causa della partenza del padre verso l'India. "L'India", ricordate bene questo posto perchè il padre del protagonista non farà altro che dire: "Ahhh L'India è calda, molto calda" dimenticandosi addirittura di dire "pronto" o "come va" prima di iniziare a parlare al telefono.
Passiamo oltre. Sakakibara dopo essersi dimesso dall'ospedale, nel quale era ricoverato per un problema al polmone, incontrerà Misaki, una ragazzina, con l'occhio bendato, dal comportamento inquietante.
Dal punto di vista della trama non si può dir nulla, scorre tranquillamente nonostante alcune piccole parti noiose, ma il finale è qualcosa di così atroce che non si può neanche immaginare. Premessa: fa schifo ma mi ha spinto a dare 6 a questo anime anzichè 5. Perchè? Semplice, i due episodi finali contengono un ammontare di scene trash (spazzatura, per chi non lo sapesse) che lo rendono frenetico e no-sense trasformando tutta l'opera in una commedia. Evito gli spoiler per tutti quelli che lo volessero guardare e invito a godersi questa perla nella storia degli anime-trash.
I personaggi... eh, quali personaggi? L'unico personaggio interessante è Misaki nonostante lei parli si e no 2 volte (ovviamente è un modo di dire) e nonostante non sia comunque un personaggio caratterizzato... ma del resto ha una buona compagnia.
Per quanto riguarda l'opening e l'ending non sono nulla di particolarmente bello e, a parer mio, godibile, i disegni sono carini ma non spettacolari e, nonostante la colonna sonora sia azzeccata è utilizzata in maniera totalmente random.
In definitiva ho dato ad "Another" 6 anzichè 5 per il finale trashamente epico e per il discorso delle bambole che ho trovato interessante. Ah dimenticavo non pensate che alla fine diano spiegazioni per tutti i misteri, perchè non ce ne saranno.
La storia inizia presentando Sakakibara, un ragazzo trasferitosi in una piccola città da tokyo, a causa della partenza del padre verso l'India. "L'India", ricordate bene questo posto perchè il padre del protagonista non farà altro che dire: "Ahhh L'India è calda, molto calda" dimenticandosi addirittura di dire "pronto" o "come va" prima di iniziare a parlare al telefono.
Passiamo oltre. Sakakibara dopo essersi dimesso dall'ospedale, nel quale era ricoverato per un problema al polmone, incontrerà Misaki, una ragazzina, con l'occhio bendato, dal comportamento inquietante.
Dal punto di vista della trama non si può dir nulla, scorre tranquillamente nonostante alcune piccole parti noiose, ma il finale è qualcosa di così atroce che non si può neanche immaginare. Premessa: fa schifo ma mi ha spinto a dare 6 a questo anime anzichè 5. Perchè? Semplice, i due episodi finali contengono un ammontare di scene trash (spazzatura, per chi non lo sapesse) che lo rendono frenetico e no-sense trasformando tutta l'opera in una commedia. Evito gli spoiler per tutti quelli che lo volessero guardare e invito a godersi questa perla nella storia degli anime-trash.
I personaggi... eh, quali personaggi? L'unico personaggio interessante è Misaki nonostante lei parli si e no 2 volte (ovviamente è un modo di dire) e nonostante non sia comunque un personaggio caratterizzato... ma del resto ha una buona compagnia.
Per quanto riguarda l'opening e l'ending non sono nulla di particolarmente bello e, a parer mio, godibile, i disegni sono carini ma non spettacolari e, nonostante la colonna sonora sia azzeccata è utilizzata in maniera totalmente random.
In definitiva ho dato ad "Another" 6 anzichè 5 per il finale trashamente epico e per il discorso delle bambole che ho trovato interessante. Ah dimenticavo non pensate che alla fine diano spiegazioni per tutti i misteri, perchè non ce ne saranno.
Another, un'opera dalle elevatissime potenzialita che però, purtroppo, sono state ancora una volta gestite male.
La storia narra le vicende della terza classe del terzo anno di una scuola situata nella cittadina di Yomiyama, in cui vige una maledizione che porta alle morti di studenti ad essa legati o a famigliari degli alunni entro il 2° grado. Si dice che 26 anni prima morì l'alunna migliore della classe, bella e popolare in tutto l'Istituto, in seguito ad un tragico incidente. Sconvolti, i compagni di classe, insieme al personale scolastico, decisero di fingere che Misaki fosse ancora viva, facendola "presenziare" addirittura nel diploma di fine anno.
L'anime è prodotto egregiamente: una grafica eccellente, colori vivaci e animazioni davvero ben fatte, accompagnate da un comparto sonoro che a mio avviso è una delle cose migliori dell'opera, capace di trasmettere ansia, angoscia o qualsiasi altra emozione inerente alla scena. Anche le morti dei personaggi, per quanto grottesche e altamente improbabili nel loro svolgimento, vengono animate ottimamente, rendendole spettacolari e disturbanti al punto giusto.
La pecca purtroppo, come spesso accade per la maggior parte di questi prodotti, è il finale: troppo inconcludente. Ok, il mistero della persona in più è stato risolto, ma a mio parere è evidente come l'autore abbia voluto forzatamente spiazzare il lettore, rendendo il personaggio in questione inaspettato e quasi "insospettabile". Inoltre ci sono troppe, davvero troppe cose lasciate in sospeso: i poteri di Misaki non ci vengono spiegati in alcun modo, e soprattutto è irrazionale il fatto che lei avrebbe potuto sapere sin dall'inizio chi fosse "l'altro" evitando la morte dei suoi compagni, ma abbia preferito tenerselo per se...altamente senza senso.
In conclusione le idee ci sono, il comparto tecnico e sonoro anche, ma lo sviluppo della trama e il finale penoso fanno abbassare vertiginosamente il voto. Gli do un 6, ma sarebbe stato un 8/9 con un altro finale.
La storia narra le vicende della terza classe del terzo anno di una scuola situata nella cittadina di Yomiyama, in cui vige una maledizione che porta alle morti di studenti ad essa legati o a famigliari degli alunni entro il 2° grado. Si dice che 26 anni prima morì l'alunna migliore della classe, bella e popolare in tutto l'Istituto, in seguito ad un tragico incidente. Sconvolti, i compagni di classe, insieme al personale scolastico, decisero di fingere che Misaki fosse ancora viva, facendola "presenziare" addirittura nel diploma di fine anno.
L'anime è prodotto egregiamente: una grafica eccellente, colori vivaci e animazioni davvero ben fatte, accompagnate da un comparto sonoro che a mio avviso è una delle cose migliori dell'opera, capace di trasmettere ansia, angoscia o qualsiasi altra emozione inerente alla scena. Anche le morti dei personaggi, per quanto grottesche e altamente improbabili nel loro svolgimento, vengono animate ottimamente, rendendole spettacolari e disturbanti al punto giusto.
La pecca purtroppo, come spesso accade per la maggior parte di questi prodotti, è il finale: troppo inconcludente. Ok, il mistero della persona in più è stato risolto, ma a mio parere è evidente come l'autore abbia voluto forzatamente spiazzare il lettore, rendendo il personaggio in questione inaspettato e quasi "insospettabile". Inoltre ci sono troppe, davvero troppe cose lasciate in sospeso: i poteri di Misaki non ci vengono spiegati in alcun modo, e soprattutto è irrazionale il fatto che lei avrebbe potuto sapere sin dall'inizio chi fosse "l'altro" evitando la morte dei suoi compagni, ma abbia preferito tenerselo per se...altamente senza senso.
In conclusione le idee ci sono, il comparto tecnico e sonoro anche, ma lo sviluppo della trama e il finale penoso fanno abbassare vertiginosamente il voto. Gli do un 6, ma sarebbe stato un 8/9 con un altro finale.
"Another", composto da 12 episodi, animato dallo studio P.A. Works tratto dall'omonima light novel di Yukito Ayatsuji, si presenta come un anime di genere Scolastico, Horror, Mistero, Psicologico e non da ultimo Splatter.
Una classe è maledetta! Avvolta da un aura di mistero si intrecciano le morti di più componenti della sopraccitata, riportando come incipit una tragedia avvenuta 26 anni prima:
la scomparsa prematura di una ragazza frequentante quella classe, Misaki, ma tenuta in vita nella memoria e nel fare quotidiano dei compagni. Nel 1998 Koichi Sakakibara si trova ad essere alunno della medesima classe, i suoi occhi e le sue attenzioni si rivolgeranno ad una strana ragazza dall'occhio bendato: Misaki Mei. Koichi e Mei loro malgrado si troveranno ad affrontare situazioni pericolose in un vortice di paura. Quali misfatti sono celati? Quanto sangue ancora verrà versato?
"La morte è una compagnia fissa, ma quando si disturba l'equilibrio flebile di cui è dotato questo mondo, il labile confine tracciato dal tempo può venir meno, e in quei casi vi è bisogno di qualcosa per compensare. Per questo i morti andrebbero sempre lasciati in pace e ciò che nell'ombra è celato non andrebbe guardato."
Si parte lentamente mostrando allo spettatore quel piccolo mondo alienato ricco di nefandezza, andando per gradi, incutendo timore nella sua tetra inquietudine, suscita paranoie difficili da cancellare. Le atmosfere cupe e tese, con una sfumatura di macabro, aiutano nell'intento.
La trama si svilupperà lenta all'inizio mantenendosi quasi tutta sulla stessa linea, non avendo virate eccessive, accelerando il passo poco dopo. Non vi è da attendere molto per vedere svelati i primi segreti, il mistero oscura comunque tutta l'opera, nulla è certo, riesce a far nascere dubbi mantenendoli intatti per parecchio. Nello spettatore si verrà a creare la sensazione di attesa, di nodo alla gola in prospettiva del prossimo colpo di scena.
Con l'avanzare degli episodi la fitta trama di mistero si fa più ricca ma allo stesso tempo si dipana mostrandoci uno scorcio di luce, garantendoci comunque l'ambiguità del dubbio.
Delle mille domande che mi sono posta, alcune conclusioni a cui sono arrivata non mi sono piaciute affatto. Molte cose non mi hanno convinta più di tanto, trovandole oltremodo inverosimili, alquanto assurde e un poco forzate, altre tranquillamente evitabili; molti guai aggirabili con un po' di astuzia. Comprendo altresì che la paura porti ad uno stato d'ansia tale da minare le capacità di pensiero, vivere costantemente a contatto con la morte… Parliamo di questo: la sensazione costante di veder aleggiare la morte, mi ha fatto provare un peso nello stomaco palpabile, riuscendo a suggestionarmi. Sono convinta che se ci si lascia catturare da quest'opera e ci si immedesima nei ragazzi si riuscirà certamente a provare un continuo senso di inquietudine.
Lo splatter è distribuito veramente bene, ne troppo ne poco, nei momenti più adatti, senza calcare eccessivamente la mano.
Ci saranno alcuni colpi di scena ben disposti, per stimolare ancora di più la fantasia e l'attenzione di chi lo guarda, il bello sta nel non capire quando qualcosa accadrà. Gioca anche a fare le finte, con musica e inquadrature che lasciano intendere stia per avvenire qualcosa e invece… La regia ha svolto egregiamente il suo lavoro!
Peccato per il finale, non male, però lascia intatti molti dei dubbi e dona poche risposte, alcune cose proprio non si riescono a capire.
I Personaggi hanno un aria malaticcia, quasi avessero un piede nella fossa, il chara rende bene l'idea della situazione; hanno più o meno tutti le stesse fattezze, pochi tratti distintivi l'uno dall'altro, il sesso è determinato più dalla voce che dall'aspetto fisico.
L'opening degli Ali Project, "Kyomu Densen", è molto particolare, narra grossomodo le vicende che si susseguiranno, ovviamente se si ha l'opportunità di capirla. Ammetto di averci messo due o tre visioni della suddetta per farmela piacere, anche l'animazione è tetra, inquietante e intrigante allo stesso tempo; consiglio, se si vuole evitare anche il più piccolo degli spoiler, di non visionarla. La ending "Anamnesis" di Annabel è lenta e melanconica, mi piace.
La musica che si sente durante le preview è molto interessante e piacevolmente intrigante, è strana ma allo stesso tempo giusta. Le soundtrack calzano a pennello per il tema trattato!
La grafica è eccellente, i personaggi (soprattutto nelle scene più movimentate), si muovono con una fluidità unica. I paesaggi sono disegnati molto bene, il resto ha il giusto apporto grafico.
Ho visto l'anime in versione Dvd senza censure, questo mi ha portato ad apprezzarne appieno il potenziale.
Come horror non è male, da i giusti brividi, suscita paura e soprattutto è riuscitissimo in fatto psicologico e mantiene bene il mistero iniziale, racchiude in se generi che io amo amalgamandoli perfettamente. Consigliatissimo agli estimatori del genere.
Una classe è maledetta! Avvolta da un aura di mistero si intrecciano le morti di più componenti della sopraccitata, riportando come incipit una tragedia avvenuta 26 anni prima:
la scomparsa prematura di una ragazza frequentante quella classe, Misaki, ma tenuta in vita nella memoria e nel fare quotidiano dei compagni. Nel 1998 Koichi Sakakibara si trova ad essere alunno della medesima classe, i suoi occhi e le sue attenzioni si rivolgeranno ad una strana ragazza dall'occhio bendato: Misaki Mei. Koichi e Mei loro malgrado si troveranno ad affrontare situazioni pericolose in un vortice di paura. Quali misfatti sono celati? Quanto sangue ancora verrà versato?
"La morte è una compagnia fissa, ma quando si disturba l'equilibrio flebile di cui è dotato questo mondo, il labile confine tracciato dal tempo può venir meno, e in quei casi vi è bisogno di qualcosa per compensare. Per questo i morti andrebbero sempre lasciati in pace e ciò che nell'ombra è celato non andrebbe guardato."
Si parte lentamente mostrando allo spettatore quel piccolo mondo alienato ricco di nefandezza, andando per gradi, incutendo timore nella sua tetra inquietudine, suscita paranoie difficili da cancellare. Le atmosfere cupe e tese, con una sfumatura di macabro, aiutano nell'intento.
La trama si svilupperà lenta all'inizio mantenendosi quasi tutta sulla stessa linea, non avendo virate eccessive, accelerando il passo poco dopo. Non vi è da attendere molto per vedere svelati i primi segreti, il mistero oscura comunque tutta l'opera, nulla è certo, riesce a far nascere dubbi mantenendoli intatti per parecchio. Nello spettatore si verrà a creare la sensazione di attesa, di nodo alla gola in prospettiva del prossimo colpo di scena.
Con l'avanzare degli episodi la fitta trama di mistero si fa più ricca ma allo stesso tempo si dipana mostrandoci uno scorcio di luce, garantendoci comunque l'ambiguità del dubbio.
Delle mille domande che mi sono posta, alcune conclusioni a cui sono arrivata non mi sono piaciute affatto. Molte cose non mi hanno convinta più di tanto, trovandole oltremodo inverosimili, alquanto assurde e un poco forzate, altre tranquillamente evitabili; molti guai aggirabili con un po' di astuzia. Comprendo altresì che la paura porti ad uno stato d'ansia tale da minare le capacità di pensiero, vivere costantemente a contatto con la morte… Parliamo di questo: la sensazione costante di veder aleggiare la morte, mi ha fatto provare un peso nello stomaco palpabile, riuscendo a suggestionarmi. Sono convinta che se ci si lascia catturare da quest'opera e ci si immedesima nei ragazzi si riuscirà certamente a provare un continuo senso di inquietudine.
Lo splatter è distribuito veramente bene, ne troppo ne poco, nei momenti più adatti, senza calcare eccessivamente la mano.
Ci saranno alcuni colpi di scena ben disposti, per stimolare ancora di più la fantasia e l'attenzione di chi lo guarda, il bello sta nel non capire quando qualcosa accadrà. Gioca anche a fare le finte, con musica e inquadrature che lasciano intendere stia per avvenire qualcosa e invece… La regia ha svolto egregiamente il suo lavoro!
Peccato per il finale, non male, però lascia intatti molti dei dubbi e dona poche risposte, alcune cose proprio non si riescono a capire.
I Personaggi hanno un aria malaticcia, quasi avessero un piede nella fossa, il chara rende bene l'idea della situazione; hanno più o meno tutti le stesse fattezze, pochi tratti distintivi l'uno dall'altro, il sesso è determinato più dalla voce che dall'aspetto fisico.
L'opening degli Ali Project, "Kyomu Densen", è molto particolare, narra grossomodo le vicende che si susseguiranno, ovviamente se si ha l'opportunità di capirla. Ammetto di averci messo due o tre visioni della suddetta per farmela piacere, anche l'animazione è tetra, inquietante e intrigante allo stesso tempo; consiglio, se si vuole evitare anche il più piccolo degli spoiler, di non visionarla. La ending "Anamnesis" di Annabel è lenta e melanconica, mi piace.
La musica che si sente durante le preview è molto interessante e piacevolmente intrigante, è strana ma allo stesso tempo giusta. Le soundtrack calzano a pennello per il tema trattato!
La grafica è eccellente, i personaggi (soprattutto nelle scene più movimentate), si muovono con una fluidità unica. I paesaggi sono disegnati molto bene, il resto ha il giusto apporto grafico.
Ho visto l'anime in versione Dvd senza censure, questo mi ha portato ad apprezzarne appieno il potenziale.
Come horror non è male, da i giusti brividi, suscita paura e soprattutto è riuscitissimo in fatto psicologico e mantiene bene il mistero iniziale, racchiude in se generi che io amo amalgamandoli perfettamente. Consigliatissimo agli estimatori del genere.
Conosco della gente che osanna quest'anime e ora che in Italia è anche uscito il manga fanno a botte per comprarlo. No.
'Another' è un anime che parte più che bene, quando si comincia a guardarlo si pensa che possa essere l'anime del secolo. Che volere di più se non horror, splatter e mistero all'ennesima potenza? Il problema arriva quando la banalità di quest'anime salta fuori comportando noia assoluta e sapendo già a metà anime chi alla fine sia il fantasma. E' importante infatti distinguere la storia principale dalle componenti da cui essa si sviluppa o deriva; l'anime infatti partendo con una maledizione intrigante e originale spinge a vederlo, ma una volta perso il suo fascino iniziale e andando avanti con gli episodi viene svelata la banalità della storia. Tant'è vero che alla fine diventa una lotta tra compagni di classe per sopravvivere, ma davvero non vi ricorda qualcosa? Ebbene sì, Koushun Takami, che nel 1999 scrisse "Battle Royale". Per questo la storia è di una banalità inaudita, salvo colpi di genio sparsi di qua e di là, ovviamente inutili al fine della trama.
'Another' è un anime che parte più che bene, quando si comincia a guardarlo si pensa che possa essere l'anime del secolo. Che volere di più se non horror, splatter e mistero all'ennesima potenza? Il problema arriva quando la banalità di quest'anime salta fuori comportando noia assoluta e sapendo già a metà anime chi alla fine sia il fantasma. E' importante infatti distinguere la storia principale dalle componenti da cui essa si sviluppa o deriva; l'anime infatti partendo con una maledizione intrigante e originale spinge a vederlo, ma una volta perso il suo fascino iniziale e andando avanti con gli episodi viene svelata la banalità della storia. Tant'è vero che alla fine diventa una lotta tra compagni di classe per sopravvivere, ma davvero non vi ricorda qualcosa? Ebbene sì, Koushun Takami, che nel 1999 scrisse "Battle Royale". Per questo la storia è di una banalità inaudita, salvo colpi di genio sparsi di qua e di là, ovviamente inutili al fine della trama.
Ricordo ancora quando lo scorso inverno vidi "Another": dagli screen mi sembrava un buon horror e così incuriosito iniziai a vedere quelle puntate a cadenza settimanale.
All'inizio l'anime parte bene: Koichi Sakakibara, il protagonista, si è appena trasferito in una città e la classe di cui entra a far parte è vittima di una maledizione e con il passare del tempo i suoi membri muoiono per morti accidentali. Successivamente puntata dopo puntata si riesce sempre di più a farsi un quadro della situazione, ma nello stesso momento l'anime inizia a perdere quel poco di atmosfera che possedeva, iniziando a diventare una semplice sequenza di morti casuali, e come se non bastasse a dare il colpo di grazia ci pensa il finale (a mio parere senza senso) che rovina proprio tutto!
Gli unici aspetti positivi sono la grafica e l'opening, che cerca di far credere allo spettatore che l'anime sia chissà quale horror pieno di misteri, ma ovviamente tutto ciò non ci sarà.
Voto: 4,5.
All'inizio l'anime parte bene: Koichi Sakakibara, il protagonista, si è appena trasferito in una città e la classe di cui entra a far parte è vittima di una maledizione e con il passare del tempo i suoi membri muoiono per morti accidentali. Successivamente puntata dopo puntata si riesce sempre di più a farsi un quadro della situazione, ma nello stesso momento l'anime inizia a perdere quel poco di atmosfera che possedeva, iniziando a diventare una semplice sequenza di morti casuali, e come se non bastasse a dare il colpo di grazia ci pensa il finale (a mio parere senza senso) che rovina proprio tutto!
Gli unici aspetti positivi sono la grafica e l'opening, che cerca di far credere allo spettatore che l'anime sia chissà quale horror pieno di misteri, ma ovviamente tutto ciò non ci sarà.
Voto: 4,5.
Beh, che dire di quest'anime oltre a urlare che è stupendo. La trama è la classica di questo genere, una maledizione. Questa colpisce la classe 3 del nono anno, sembra che non ci sia rimedio a essa, continuando così a colpire gli studenti e i professori di quella classe e chiunque abbia rapporti con loro (compresi parenti).
Eccezionale è la suspense presente nell'anime, dovuta a una magnifica colonna sonora che crea così la giusta atmosfera, degna di un horror.
I personaggi ci vengono presentati a sprazzi, e questo permette di costruire attorno a essi quell'aria di mistero. Ciò lo si nota immediatamente in Misaki, la ragazza con una benda che nasconde un segreto - meglio non dire quale, altrimenti che gusto c'è? - e in Koichi Sakakibara, trasferitosi sfortunatamente in questa classe maledetta.
La cosa che mi ha lasciato molto sorpreso positivamente è la maniera cruenta con la quale avvengono le morti: queste vengono trasmesse al pubblico in modo molto crudo, quindi per chi è suscettibile a queste cose consiglierei di chiudere gli occhi durante queste scene e godersi il resto, perché "Another" è un anime che merita di essere visto nonostante il finale, il quale non è proprio uno dei migliori ma non vanifica ciò che di buono era stato fatto prima.
Il finale fa riflettere sulla natura egoistica dell'uomo che porta a fargli compiere azioni veramente scellerate, ma non voglio spoilerarvi il perché, vi rovinerei tre quarti della storia. Posso solo dirvi che esso presenta un grosso colpo di scena, che mi ha lasciato, almeno personalmente, spiazzato e con l'amaro in bocca.
Eccezionale è la suspense presente nell'anime, dovuta a una magnifica colonna sonora che crea così la giusta atmosfera, degna di un horror.
I personaggi ci vengono presentati a sprazzi, e questo permette di costruire attorno a essi quell'aria di mistero. Ciò lo si nota immediatamente in Misaki, la ragazza con una benda che nasconde un segreto - meglio non dire quale, altrimenti che gusto c'è? - e in Koichi Sakakibara, trasferitosi sfortunatamente in questa classe maledetta.
La cosa che mi ha lasciato molto sorpreso positivamente è la maniera cruenta con la quale avvengono le morti: queste vengono trasmesse al pubblico in modo molto crudo, quindi per chi è suscettibile a queste cose consiglierei di chiudere gli occhi durante queste scene e godersi il resto, perché "Another" è un anime che merita di essere visto nonostante il finale, il quale non è proprio uno dei migliori ma non vanifica ciò che di buono era stato fatto prima.
Il finale fa riflettere sulla natura egoistica dell'uomo che porta a fargli compiere azioni veramente scellerate, ma non voglio spoilerarvi il perché, vi rovinerei tre quarti della storia. Posso solo dirvi che esso presenta un grosso colpo di scena, che mi ha lasciato, almeno personalmente, spiazzato e con l'amaro in bocca.
"Another" è un anime del genere horror/splatter uscito di recente (gennaio 2012).
La storia narra le vicende di una classe legata da una maledizione che provoca una scia di sangue: gli alunni muoiono uno a uno di morti violente. 26 anni prima l'aula del terzo anno della scuola media era frequentata da Misaki, una studentessa bella e popolare nonché eccellente sia negli sport sia nel rendimento scolastico. Quando Misaki morì all'improvviso i suoi amici decisero di continuare la vita quotidiana come se la ragazza fosse ancora viva. Ma Koichi Sakakibara, trasferitosi nel 1998 nella scuola, comincia a sospettare che sia accaduto qualcosa di anomalo, percependo una strana atmosfera nella classe, in particolare salta alla sua attenzione Misaki Mei, una ragazza dall'occhio bendato, che non fa altro che stare in disparte per disegnare.
"Another" è un titolo godibile, appassionante direi, tanto più che sono riuscito a vederlo tutto questa sera (ed è proprio per questo che scrivo questa recensione a "caldo"). Prima di scrivere questa mini-recensione ho dato uno sguardo alle altre e posso dire che non sono molto d'accordo con il giudizio di molti.
Quest'anime, grazie alla sua trama affascinante e intricata, riesce a incollarti allo schermo per più di due ore senza stancare mai, e ripeto, mai. Ho apprezzato molto la curiosità del protagonista, grazie alla quale sono riuscito a immedesimarmici e ho apprezzato la freddezza di Mei, che ha aggiunto un pizzico di macabro al tutto in più che non guasta. Fin qui quindi mi trovo con il parere dei "colleghi", ma arriviamo al finale. Molti si sono lamentati del fatto che il finale non spieghi niente riguardo le origini della maledizione, che sia troppo aperto, ma onestamente io non ci vedo niente da recriminare. Credo che l'autore abbia voluto lasciarlo irrisolto per due motivi: aumentare il terrore che si prova pensando che questa maledizione è inconcepibile e semi-inarrestabile; lasciare una parte della storia all'immaginazione dello spettatore.
Comunque sia, questa era la mia opinione, scritta molto brevemente per non far trapelare troppo la storia dell'anime. Se non si fosse capito, il mio consiglio è quello di guardare l'anime e gustarselo appieno, poiché "Another" sa assolutamente come stuzzicare la curiosità dello spettatore e di conseguenza come tenerlo appiccicato cupidamente al monitor del pc.
La storia narra le vicende di una classe legata da una maledizione che provoca una scia di sangue: gli alunni muoiono uno a uno di morti violente. 26 anni prima l'aula del terzo anno della scuola media era frequentata da Misaki, una studentessa bella e popolare nonché eccellente sia negli sport sia nel rendimento scolastico. Quando Misaki morì all'improvviso i suoi amici decisero di continuare la vita quotidiana come se la ragazza fosse ancora viva. Ma Koichi Sakakibara, trasferitosi nel 1998 nella scuola, comincia a sospettare che sia accaduto qualcosa di anomalo, percependo una strana atmosfera nella classe, in particolare salta alla sua attenzione Misaki Mei, una ragazza dall'occhio bendato, che non fa altro che stare in disparte per disegnare.
"Another" è un titolo godibile, appassionante direi, tanto più che sono riuscito a vederlo tutto questa sera (ed è proprio per questo che scrivo questa recensione a "caldo"). Prima di scrivere questa mini-recensione ho dato uno sguardo alle altre e posso dire che non sono molto d'accordo con il giudizio di molti.
Quest'anime, grazie alla sua trama affascinante e intricata, riesce a incollarti allo schermo per più di due ore senza stancare mai, e ripeto, mai. Ho apprezzato molto la curiosità del protagonista, grazie alla quale sono riuscito a immedesimarmici e ho apprezzato la freddezza di Mei, che ha aggiunto un pizzico di macabro al tutto in più che non guasta. Fin qui quindi mi trovo con il parere dei "colleghi", ma arriviamo al finale. Molti si sono lamentati del fatto che il finale non spieghi niente riguardo le origini della maledizione, che sia troppo aperto, ma onestamente io non ci vedo niente da recriminare. Credo che l'autore abbia voluto lasciarlo irrisolto per due motivi: aumentare il terrore che si prova pensando che questa maledizione è inconcepibile e semi-inarrestabile; lasciare una parte della storia all'immaginazione dello spettatore.
Comunque sia, questa era la mia opinione, scritta molto brevemente per non far trapelare troppo la storia dell'anime. Se non si fosse capito, il mio consiglio è quello di guardare l'anime e gustarselo appieno, poiché "Another" sa assolutamente come stuzzicare la curiosità dello spettatore e di conseguenza come tenerlo appiccicato cupidamente al monitor del pc.
"Another" rientra in un genere per cui non sono proprio tagliata, ovvero gli horror; nonostante ciò ho voluto vederlo perché mi incuriosiva quella ragazzina con l'occhio bendato, il mistery, la suspense.
Infatti la trama si sviluppa bene tra misteri, suspense, incidenti proprio da sfortuna nera, la maledizione della classe, ecc.
I personaggi sono disegnati bene, anche se sono ragazzini delle medie sono tutti belli e intriganti. Comunque sia do una votazione di 5 perché la fine è troppo "scontata": tutti impazziti con l'altro, tutti impazziti con Mei, la classe killer, tutto quel sangue esagerato. Non ci stanno assolutamente secondo me. Ma questa è una mia opinione, ci sono coloro a cui questi elementi piacciono e coloro a cui no. Inoltre il mio voto è basso anche perché credevo che si sarebbe approfondito il mistero iniziale, cioè quello della ragazzina che ha dato origine alla maledizione, invece è stato tralasciato, forse deliberatamente per dare la possibilità di immaginazione. Fatto sta che il finale mi ha lasciato con troppo amaro in bocca. E' tutto.
Infatti la trama si sviluppa bene tra misteri, suspense, incidenti proprio da sfortuna nera, la maledizione della classe, ecc.
I personaggi sono disegnati bene, anche se sono ragazzini delle medie sono tutti belli e intriganti. Comunque sia do una votazione di 5 perché la fine è troppo "scontata": tutti impazziti con l'altro, tutti impazziti con Mei, la classe killer, tutto quel sangue esagerato. Non ci stanno assolutamente secondo me. Ma questa è una mia opinione, ci sono coloro a cui questi elementi piacciono e coloro a cui no. Inoltre il mio voto è basso anche perché credevo che si sarebbe approfondito il mistero iniziale, cioè quello della ragazzina che ha dato origine alla maledizione, invece è stato tralasciato, forse deliberatamente per dare la possibilità di immaginazione. Fatto sta che il finale mi ha lasciato con troppo amaro in bocca. E' tutto.
"Another" è un anime prodotto dallo studio P.A Works.
Trama: la storia è incentrata sulle vicende di una classe colpita da una maledizione che ha mietuto diverse vittime tra i suoi componenti. Il tutto ha avuto origine 26 anni prima con la morte improvvisa di una ragazza di nome Misaki. Da allora si susseguirono una serie di morti inspiegabili, fino ad arrivare all'anno 1998, quando il nostro protagonista Sakakibara, appena trasferitosi nella nuova scuola, verrà a conoscenza della maledizione che colpisce la sua classe, dopodiché con l'aiuto di alcuni suoi compagni, tra cui la misteriosa Misaki Mei, cercherà di mettere fine alla calamità.
Considerazioni personali: personalmente nutrivo grandi speranze per questa serie, poiché aveva tutti gli elementi che cercavo in un anime, ovvero una componente horror, atmosfere cupe e una storia misteriosa e avvincente. Il tutto si mantiene su buoni livelli fino a metà della serie, quando poi inevitabilmente scade nelle puntati finali con reazioni nonsense da parte dei personaggi. Così facendo si sono andati a perdere quegli elementi che rendevano la storia interessante per lasciare spazio a scene di sicuro impatto, che andavano a ledere la profondità della storia.
Dal punto di vista tecnico "Another" è ineccepibile, sicuramente dal punto di vista grafico la migliore produzione del 2012.
Concludendo, considero quest'anime un'occasione sprecata, poiché le potenzialità vi erano tutte. Ciònonostante consiglio "Another" a chi è alla ricerca di un anime dai toni cupi e misteriosi.
Trama: la storia è incentrata sulle vicende di una classe colpita da una maledizione che ha mietuto diverse vittime tra i suoi componenti. Il tutto ha avuto origine 26 anni prima con la morte improvvisa di una ragazza di nome Misaki. Da allora si susseguirono una serie di morti inspiegabili, fino ad arrivare all'anno 1998, quando il nostro protagonista Sakakibara, appena trasferitosi nella nuova scuola, verrà a conoscenza della maledizione che colpisce la sua classe, dopodiché con l'aiuto di alcuni suoi compagni, tra cui la misteriosa Misaki Mei, cercherà di mettere fine alla calamità.
Considerazioni personali: personalmente nutrivo grandi speranze per questa serie, poiché aveva tutti gli elementi che cercavo in un anime, ovvero una componente horror, atmosfere cupe e una storia misteriosa e avvincente. Il tutto si mantiene su buoni livelli fino a metà della serie, quando poi inevitabilmente scade nelle puntati finali con reazioni nonsense da parte dei personaggi. Così facendo si sono andati a perdere quegli elementi che rendevano la storia interessante per lasciare spazio a scene di sicuro impatto, che andavano a ledere la profondità della storia.
Dal punto di vista tecnico "Another" è ineccepibile, sicuramente dal punto di vista grafico la migliore produzione del 2012.
Concludendo, considero quest'anime un'occasione sprecata, poiché le potenzialità vi erano tutte. Ciònonostante consiglio "Another" a chi è alla ricerca di un anime dai toni cupi e misteriosi.
Che dire di "Another"? Esso è semplicemente un ottimo esempio di come un anime con ottime aspettative possa fallire nel suo obiettivo. Non fraintendiamo, mi è piaciuto abbastanza nel complesso, ma trovo che con il passare delle puntate si sia perso qualcosa. Ma andiamo con ordine.
La trama
La storia è basata su un ragazzo di Tokyo, Koichi Sakakibara che, trasferitosi nel paese dei nonni materni, si appresta a frequentare l'ultimo anno di medie alla Yomiyama North Middle finendo in una classe dal comportamento molto strano. Il suo interesse va subito verso una misteriosa ragazza, Misaki Mei, che rimane tutto il tempo sola. Koichi tenterà di farci amicizia, ma pian piano inizieranno una catena di eventi e morti che faranno scoprire al nostro protagonista il mistero in cui è avvolta la sezione 3. Si tratta di una trama piuttosto semplice, ma al contempo abbastanza buona da suscitare interesse per vedere la serie.
Personaggi
La caratterizzazione è molto scarna; l'unico personaggio che è degno di nota per qualche evoluzione durante le 12 puntate è quello di Mei, per il resto ci sono pochi altri degni di nota.
Colonna sonora e grafica
L'opening molto disturbante, forse addirittura più dell'anime stesso, e l'ending così tranquilla sono molto azzeccate. Per le musiche usate durante l'anime non si può urlare al capolavoro, ma sono alquanto godibili. Sulla parte grafica nulla da obiettare: le animazioni sono belle ma il punto di forza sono senza dubbio gli sfondi.
In conclusione quest'anime, come forse ho già detto, parte con il botto, le prime puntate hanno quel mix di mistero e splatter giusto che poi pare sopirsi nella parte centrale della storia per infine lasciare spazio a splatter insensato nell'ultima parte. La componente horror non esiste, o almeno non sono riusciti a renderla bene, il mistero è presente in buona parte, ma alla fine se vengono tirate le somme è stato piuttosto ignorato anche se doveva essere il punto focale di tutto, mentre le scene splatter sono state usate in modo buono fino alle ultime due puntate dove si è rasentato il ridicolo causando un finale che lascia un po' con l'amaro in bocca.
"Another" non è un anime brutto, quindi non si merita di certo meno di 6, ma comunque è stato sfruttato piuttosto male, quindi oltre al 7 di certo non può andare.
Il voto ottimale sarebbe un 6,5, ma visto che i mezzi voti non esistono alla fine opto per un 6: anime ottimo per chi ha voglia di vedersi qualcosa senza troppe aspettative mentre in buona parte deludente per chi si aspettava qualcosa di buono come l'incipit della storia o è in cerca di qualcosa di veramente horror.
La trama
La storia è basata su un ragazzo di Tokyo, Koichi Sakakibara che, trasferitosi nel paese dei nonni materni, si appresta a frequentare l'ultimo anno di medie alla Yomiyama North Middle finendo in una classe dal comportamento molto strano. Il suo interesse va subito verso una misteriosa ragazza, Misaki Mei, che rimane tutto il tempo sola. Koichi tenterà di farci amicizia, ma pian piano inizieranno una catena di eventi e morti che faranno scoprire al nostro protagonista il mistero in cui è avvolta la sezione 3. Si tratta di una trama piuttosto semplice, ma al contempo abbastanza buona da suscitare interesse per vedere la serie.
Personaggi
La caratterizzazione è molto scarna; l'unico personaggio che è degno di nota per qualche evoluzione durante le 12 puntate è quello di Mei, per il resto ci sono pochi altri degni di nota.
Colonna sonora e grafica
L'opening molto disturbante, forse addirittura più dell'anime stesso, e l'ending così tranquilla sono molto azzeccate. Per le musiche usate durante l'anime non si può urlare al capolavoro, ma sono alquanto godibili. Sulla parte grafica nulla da obiettare: le animazioni sono belle ma il punto di forza sono senza dubbio gli sfondi.
In conclusione quest'anime, come forse ho già detto, parte con il botto, le prime puntate hanno quel mix di mistero e splatter giusto che poi pare sopirsi nella parte centrale della storia per infine lasciare spazio a splatter insensato nell'ultima parte. La componente horror non esiste, o almeno non sono riusciti a renderla bene, il mistero è presente in buona parte, ma alla fine se vengono tirate le somme è stato piuttosto ignorato anche se doveva essere il punto focale di tutto, mentre le scene splatter sono state usate in modo buono fino alle ultime due puntate dove si è rasentato il ridicolo causando un finale che lascia un po' con l'amaro in bocca.
"Another" non è un anime brutto, quindi non si merita di certo meno di 6, ma comunque è stato sfruttato piuttosto male, quindi oltre al 7 di certo non può andare.
Il voto ottimale sarebbe un 6,5, ma visto che i mezzi voti non esistono alla fine opto per un 6: anime ottimo per chi ha voglia di vedersi qualcosa senza troppe aspettative mentre in buona parte deludente per chi si aspettava qualcosa di buono come l'incipit della storia o è in cerca di qualcosa di veramente horror.
L'anime di "Another", ambientato in una scuola, ha una trama nella quale si mescolano perfettamente horror e mistero con note splatter su uno sfondo psicologico: un inizio avvincente con risvolti sorprendenti, ma un finale abbastanza sommario. Partendo dal principio, il modo in cui si susseguono le morti non risulta pesante, anzi, sono improvvise e contorte, accrescendo la suspense. Durante lo svolgimento lo spettatore viene invitato a formulare ipotesi e collegamenti tra gli eventi, che vengono poi smentite lasciandolo con il fiato sospeso e la voglia di sapere cosa succederà nell'episodio successivo.
Dopo la prima morte l'ansia è fomentata dai dialoghi tra i personaggi che fanno ben intendere quando bisogna pararsi la faccia con il cuscino, pronti ad assistere al prossimo sfortunato evento.
Per quanto riguarda i personaggi, hanno dei caratteri abbastanza semplici, fatta eccezione per Misaki Mei, che risulta un personalità complessa e in continua evoluzione. Partendo dal primo, Sakakibara Koichi, protagonista, un ragazzino della grande Tokyo che, arrivato a Yomiya, dopo aver avuto un infarto, come se non bastasse, ha la "sfortuna" di capitare nella "terza sezione", vittima della maledizione. Il suo arrivo infrange l'equilibrio della classe. E abbandoniamo qui questo personaggio per evitare spoiler.
Misaki Mei, coprotagonista, è una ragazza minuta dai tratti tipicamente nipponici, dal carattere insolito e ambiguo. Sarà sicuramente oggetto delle seghe mentali dello spettatore. Gli altri personaggi, anche se hanno brevi apparizioni, hanno ognuno la propria rilevanza.
Dal punto di vista grafico, gli sfondi, che creano l'ambientazione cupa e misteriosa, sono ben fatti e carichi di particolari. Le inquadrature, soprattutto quelle dal basso, sono ottime; i personaggi sono ben proporzionati e dai tratti piacevoli all'occhio; unica pecca, i volti femminili sono un po' stereotipati e resi troppo anonimi.
Dal punto di vista personale, le mani sono la parte migliore dei disegni, anche quelle delle bambole sono molto particolareggiate e ne rispecchiano l'atteggiamento.
Le musiche contribuiscono sicuramente a creare suspense e a dare un tocco in più agli scenari. Si contrappongono un'opening crudele e ansiogena a un'ending luminosa e quieta che rilassa lo spettatore dopo la carica adrenalinica dell'episodio, per arrivare all'anticipazione ancora più inquietante.
Insomma "Another" è un anime che ti lascia letteralmente con il fiato sospeso fino all'ultimo episodio.
Dopo la prima morte l'ansia è fomentata dai dialoghi tra i personaggi che fanno ben intendere quando bisogna pararsi la faccia con il cuscino, pronti ad assistere al prossimo sfortunato evento.
Per quanto riguarda i personaggi, hanno dei caratteri abbastanza semplici, fatta eccezione per Misaki Mei, che risulta un personalità complessa e in continua evoluzione. Partendo dal primo, Sakakibara Koichi, protagonista, un ragazzino della grande Tokyo che, arrivato a Yomiya, dopo aver avuto un infarto, come se non bastasse, ha la "sfortuna" di capitare nella "terza sezione", vittima della maledizione. Il suo arrivo infrange l'equilibrio della classe. E abbandoniamo qui questo personaggio per evitare spoiler.
Misaki Mei, coprotagonista, è una ragazza minuta dai tratti tipicamente nipponici, dal carattere insolito e ambiguo. Sarà sicuramente oggetto delle seghe mentali dello spettatore. Gli altri personaggi, anche se hanno brevi apparizioni, hanno ognuno la propria rilevanza.
Dal punto di vista grafico, gli sfondi, che creano l'ambientazione cupa e misteriosa, sono ben fatti e carichi di particolari. Le inquadrature, soprattutto quelle dal basso, sono ottime; i personaggi sono ben proporzionati e dai tratti piacevoli all'occhio; unica pecca, i volti femminili sono un po' stereotipati e resi troppo anonimi.
Dal punto di vista personale, le mani sono la parte migliore dei disegni, anche quelle delle bambole sono molto particolareggiate e ne rispecchiano l'atteggiamento.
Le musiche contribuiscono sicuramente a creare suspense e a dare un tocco in più agli scenari. Si contrappongono un'opening crudele e ansiogena a un'ending luminosa e quieta che rilassa lo spettatore dopo la carica adrenalinica dell'episodio, per arrivare all'anticipazione ancora più inquietante.
Insomma "Another" è un anime che ti lascia letteralmente con il fiato sospeso fino all'ultimo episodio.
Salve a tutti, questa è la mia prima recensione spero sia di vostro gradimento.
Prima di tutto c'è da dire che "Another" sembrava un anime eccezionale, che non poteva avere uguali; certo non è che sia scarso, ma mi aspettavo di meglio.
La trama è molto stimolante, ti cattura immediatamente, è comunque originale, anche se poi solo i primi episodi ti incollano allo schermo, dopo la sensazione di brivido scompare o è poco presente, più che altro c'è l'agitazione di capire chi sia questo personaggio in più e come si possa trovare, quindi si iniziano una serie di indagini, e saranno l'unica cosa che ti spingeranno a continuare, per capire chi potrà essere. Certo, non mancano scene di suspense e colpi di scena, ma la mia impressione è che l'anime ha iniziato a perdere colpi.
Poi abbiamo questi due ultimi episodi: be', non è che siano male. Sono presenti scene violente ben fatte, ma sono state forzate un po' troppo: voglio dire, si è esagerato un po' troppo; passare qualche scena leggermente o non molto violenta a un massacro è un gran bel salto. Comunque c'è da dire che tutto sommato l'anime in sé non è niente male, sono presenti delle belle scene da brivido, anche a livello psicologico esse sono ben sviluppate e fatte, per non parlare delle scene delle bambole, davvero niente male.
Infine anche lo sviluppo della storia è quasi ottimo, a esclusione del finale accelerato.
Per concludere considero "Another" un anime discreto e lo consiglio a tutti coloro che cercano una bella storia misteriosa, un po' da brivido, e un'anime scorrevole.
Prima di tutto c'è da dire che "Another" sembrava un anime eccezionale, che non poteva avere uguali; certo non è che sia scarso, ma mi aspettavo di meglio.
La trama è molto stimolante, ti cattura immediatamente, è comunque originale, anche se poi solo i primi episodi ti incollano allo schermo, dopo la sensazione di brivido scompare o è poco presente, più che altro c'è l'agitazione di capire chi sia questo personaggio in più e come si possa trovare, quindi si iniziano una serie di indagini, e saranno l'unica cosa che ti spingeranno a continuare, per capire chi potrà essere. Certo, non mancano scene di suspense e colpi di scena, ma la mia impressione è che l'anime ha iniziato a perdere colpi.
Poi abbiamo questi due ultimi episodi: be', non è che siano male. Sono presenti scene violente ben fatte, ma sono state forzate un po' troppo: voglio dire, si è esagerato un po' troppo; passare qualche scena leggermente o non molto violenta a un massacro è un gran bel salto. Comunque c'è da dire che tutto sommato l'anime in sé non è niente male, sono presenti delle belle scene da brivido, anche a livello psicologico esse sono ben sviluppate e fatte, per non parlare delle scene delle bambole, davvero niente male.
Infine anche lo sviluppo della storia è quasi ottimo, a esclusione del finale accelerato.
Per concludere considero "Another" un anime discreto e lo consiglio a tutti coloro che cercano una bella storia misteriosa, un po' da brivido, e un'anime scorrevole.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Non sono un amante del genere horror, se propriamente horror si può definire quest'anime, ma "Another" è senza dubbio una delle serie più belle che abbia mai visto.
La storia è molto intrigante, carica di tensione e suspense, sicuramente quanto basta per tenere lo spettatore incollato al televisore. Semplicemente perfetti, i primi episodi ci introducono in un'atmosfera tetra e inquietante, presentandoci situazioni misteriose di fronte alle quali è inevitabile avanzare le supposizioni più originali. La tensione cala drasticamente verso la metà dell'anime, quando i primi dubbi sono svelati, ma si riprende più avanti per terminare in un finale il cui gradimento è molto soggettivo.
I personaggi sono ben costruiti, molti di loro sono personalità forti, altri, più marginali, recitano comunque un ruolo importante nella complessività dell'anime. Misaki Mei è certamente uno di quei personaggi indimenticabili, con un carrattere e una personalità che entrano nel cuore, la benda che porta sull'occhio sinistro e il pallido colorito della pelle la fanno subito risaltare tra tutti gli altri.
Importantissimo è il ruolo della colonna sonora, a mio parere geniale, che trasmette perfettamente quelle sensazioni di inquietudine e paura che l'anime deve suscitare, servendosi di suoni macabri e stridenti, ma a tratti anche dolce e sentimentale; la musica svolge perfettamente il suo ruolo di portatrice di emozioni. Sono buoni anche la regia e gli effetti speciali, gradevole il tratto dei disegni e alta la qualità generale dell'animazione.
Con i suoi 12 episodi più l'OAV, "Another" riesce a ricostruire un viaggio che tocca le più profonde paure dell'uomo, paure che in qualche modo devono essere affrontate. Durante l'anime possiamo vedere come le reazioni della classe maledetta alla calamità vadano diventando sempre più irrazionali e disperate, fino a sfociare nella totale pazzia degli ultimi due episodi, che vedono dei semplici ragazzi arrivare a uccidersi tra loro in preda al panico, cercando disperatamente di liberarsi dalla maledizione, provocata dalla persona che meno ci saremmo aspettati. Proprio venendo a conoscenza di chi fosse "il morto" tra tutti, ci rimane un senso di angoscia e amarezza nel pensare a quello che è successo alla classe, vittima di tremendi eventi che hanno coinvolto quei ragazzi nel periodo più fragile della loro vita. Questa sensazione è ancora più marcata dalla decisione dei superstiti di informare i futuri studenti su come fermare la calamità, ma avvisandoli di non fare come loro, e di restare uniti affinché non ci siano delle morti di cui ci si pentirà in futuro.
"Another" porta anche a inevitabili riflessioni sulla morte, con un collegamento particolare alle bambole, esseri vuoti che tendono a svuotare gli altri per riempire se stessi, creando quel senso di inquetudine che spesso si ha nei confronti delle bambole. Così la morte tende a riempire se stessa risucchiando l'esistenza dei vivi, tant'è vero che essa pare acquietarsi quando uno studente viene reso inesistente. L'incantesimo però fallisce quando Mei torna a esistere grazie a Sakakibara, e nonostante essi vengano resi entrambi inesistenti continuano a esistere per loro stessi, poiché anche nella loro inesistenza hanno sviluppato un legame di amicizia (o amore? Sembra che Sakakibara abbia degli effettivi sentimenti per Mei) a cui si aggrappano per farsi forza in questa situazione così difficile. In particolare Mei sembra sapere molto sulla morte e, nonostante la sua apparente totale freddezza, ha sofferto molto per la scomparsa della sorella e sembra aver bisogno di Sakakibara per compensare questa perdita.
In conclusione ritengo che "Another" sia un anime eccellente, che narrando un'esistenza in bilico tra la vita e la morte lascia molti spunti su cui riflettere, e che cattura con la sua impostazione da thriller e l'ampio spazio dedicato al mistero e alla dimensione paranormale.
Non sono un amante del genere horror, se propriamente horror si può definire quest'anime, ma "Another" è senza dubbio una delle serie più belle che abbia mai visto.
La storia è molto intrigante, carica di tensione e suspense, sicuramente quanto basta per tenere lo spettatore incollato al televisore. Semplicemente perfetti, i primi episodi ci introducono in un'atmosfera tetra e inquietante, presentandoci situazioni misteriose di fronte alle quali è inevitabile avanzare le supposizioni più originali. La tensione cala drasticamente verso la metà dell'anime, quando i primi dubbi sono svelati, ma si riprende più avanti per terminare in un finale il cui gradimento è molto soggettivo.
I personaggi sono ben costruiti, molti di loro sono personalità forti, altri, più marginali, recitano comunque un ruolo importante nella complessività dell'anime. Misaki Mei è certamente uno di quei personaggi indimenticabili, con un carrattere e una personalità che entrano nel cuore, la benda che porta sull'occhio sinistro e il pallido colorito della pelle la fanno subito risaltare tra tutti gli altri.
Importantissimo è il ruolo della colonna sonora, a mio parere geniale, che trasmette perfettamente quelle sensazioni di inquietudine e paura che l'anime deve suscitare, servendosi di suoni macabri e stridenti, ma a tratti anche dolce e sentimentale; la musica svolge perfettamente il suo ruolo di portatrice di emozioni. Sono buoni anche la regia e gli effetti speciali, gradevole il tratto dei disegni e alta la qualità generale dell'animazione.
Con i suoi 12 episodi più l'OAV, "Another" riesce a ricostruire un viaggio che tocca le più profonde paure dell'uomo, paure che in qualche modo devono essere affrontate. Durante l'anime possiamo vedere come le reazioni della classe maledetta alla calamità vadano diventando sempre più irrazionali e disperate, fino a sfociare nella totale pazzia degli ultimi due episodi, che vedono dei semplici ragazzi arrivare a uccidersi tra loro in preda al panico, cercando disperatamente di liberarsi dalla maledizione, provocata dalla persona che meno ci saremmo aspettati. Proprio venendo a conoscenza di chi fosse "il morto" tra tutti, ci rimane un senso di angoscia e amarezza nel pensare a quello che è successo alla classe, vittima di tremendi eventi che hanno coinvolto quei ragazzi nel periodo più fragile della loro vita. Questa sensazione è ancora più marcata dalla decisione dei superstiti di informare i futuri studenti su come fermare la calamità, ma avvisandoli di non fare come loro, e di restare uniti affinché non ci siano delle morti di cui ci si pentirà in futuro.
"Another" porta anche a inevitabili riflessioni sulla morte, con un collegamento particolare alle bambole, esseri vuoti che tendono a svuotare gli altri per riempire se stessi, creando quel senso di inquetudine che spesso si ha nei confronti delle bambole. Così la morte tende a riempire se stessa risucchiando l'esistenza dei vivi, tant'è vero che essa pare acquietarsi quando uno studente viene reso inesistente. L'incantesimo però fallisce quando Mei torna a esistere grazie a Sakakibara, e nonostante essi vengano resi entrambi inesistenti continuano a esistere per loro stessi, poiché anche nella loro inesistenza hanno sviluppato un legame di amicizia (o amore? Sembra che Sakakibara abbia degli effettivi sentimenti per Mei) a cui si aggrappano per farsi forza in questa situazione così difficile. In particolare Mei sembra sapere molto sulla morte e, nonostante la sua apparente totale freddezza, ha sofferto molto per la scomparsa della sorella e sembra aver bisogno di Sakakibara per compensare questa perdita.
In conclusione ritengo che "Another" sia un anime eccellente, che narrando un'esistenza in bilico tra la vita e la morte lascia molti spunti su cui riflettere, e che cattura con la sua impostazione da thriller e l'ampio spazio dedicato al mistero e alla dimensione paranormale.
<b>- ATTENZIONE SPOILER -</b>
Pensavo che "Another" fosse l'anime della stagione invernale 2012: appariva intrigante, ricco di suspense, di mistero. Una ragazza viene ignorata senza che lo spettatore sappia il perché, un terribile segreto viene taciuto al nuovo arrivato, omicidi si susseguono in modo inaspettato, le verità vengono a galla lentamente, episodio dopo episodio.
10 episodi impeccabili e poi, il declino. Gli ultimi due episodi, quelli che dovevano sbrogliare il mistero, sono allucinanti. Passi l'omicido di massa, con tutti gli alunni della classe protagonista della storia che si ammazzano a vicenda in cerca di un assassino - ognuno con la propria idea su chi sia -, ma il finale, la scoperta del "morto-risorto-per uccidere-gli-altri" lascia l'amaro in bocca e l'idea che si sia seguita una serie che, alla luce delle ultime rivelazioni, non abbia senso. Cadono tutte le ipotesi dello spettatore, e si rimane delusi da un finale spiazzante, ma senza un filo logico con il resto della trama.
Pensavo che "Another" fosse l'anime della stagione invernale 2012: appariva intrigante, ricco di suspense, di mistero. Una ragazza viene ignorata senza che lo spettatore sappia il perché, un terribile segreto viene taciuto al nuovo arrivato, omicidi si susseguono in modo inaspettato, le verità vengono a galla lentamente, episodio dopo episodio.
10 episodi impeccabili e poi, il declino. Gli ultimi due episodi, quelli che dovevano sbrogliare il mistero, sono allucinanti. Passi l'omicido di massa, con tutti gli alunni della classe protagonista della storia che si ammazzano a vicenda in cerca di un assassino - ognuno con la propria idea su chi sia -, ma il finale, la scoperta del "morto-risorto-per uccidere-gli-altri" lascia l'amaro in bocca e l'idea che si sia seguita una serie che, alla luce delle ultime rivelazioni, non abbia senso. Cadono tutte le ipotesi dello spettatore, e si rimane delusi da un finale spiazzante, ma senza un filo logico con il resto della trama.
Inizio la recensione con il dire di essermi preoccupata per un anno intero di non aver visto "Another", pubblicizzato in gran massa come il "prodotto dell'anno": puntualmente non riuscivo a trovare il tempo per visionarlo. Adesso, a un anno di distanza, agli inizi di un 2013 poco promettente per quanto riguarda gli anime, mi sono ritagliata tre giorni per guardarlo. E mi sono maledetta per aver perso un anno a pensarci.
Ma andiamo con ordine.
"Another" è un anime prodotto nel 2012 da P. A. Works, dal quale è stata tratta anche una versione manga di 4 volumi, conclusa, edita in Italia da Star Comics.
La trama... parlare di trama in questo caso è davvero difficile. In effetti, sarebbe meglio, e sarebbe sicuramente molto più conveniente per l'anime stesso, non parlarne affatto.
Kouichi Sakakibara, studente, nel 1998 si trasferisce in una cittadina di provincia, nella cui scuola viene accolto in maniera insolita: sembra che tutti i suoi compagni gli stiano nascondendo un segreto. Egli avvicina Misaki Mei, ragazza misteriosa con una benda sull'occhio che sembra essere ignorata da tutti, proprio come se non esistesse; lei gli rivelerà dell'esistenza di una maledizione che affligge la terza sezione di quella scuola da 26 anni, quando morì una ragazza appartenente a quella classe. La sua morte non venne accettata dai suoi compagni, i quali sostenevano di vederla ancora, viva. Da quel giorno si pensa che la Morte si sia "affezionata" alla terza sezione, tanto da inserire, di anno in anno, una "persona in più", ovvero un membro già morto, un fantasma, la cui presenza viene provata dai registri magicamente alterati, che causerà una macabra sequenza di morti accidentali di studenti, prof o familiari legati alla classe. Il modo per porre fine alla maledizione sarà quello di togliere di mezzo il membro in più; per questo gli studenti della terza sezione ignorano Misaki, giudicata come tale.
Nonostante le buone premesse di trama, lo sviluppo dell'anime è tanto pessimo da influenzare il mio giudizio complessivo di tutta la storia. Passerei anche sui fenomeni inspiegati, che nascono e rimangono tali anche a fine opera (a voler fare i pignoli, infatti, si trovano nel prodotto numerose spiegazioni incoerenti e illogiche; ma anche a non volerli fare), ma non posso passare sulla narrazione lenta, straziante e pertanto noiosissima, una pecca insormontabile, a mio giudizio, in un'opera che si prefigge come obiettivo quello di tenere lo spettatore incollato allo schermo fino a fine storia - obiettivo che tutti i racconti, gli horror in primis, hanno o dovrebbero avere.
Gli episodi infatti non sono altro che un susseguirsi di dialoghi lasciati a metà e frasi buttate lì quasi a caso, giusto per intontire e sviare lo spettatore dalla trama principale - giusto per allungare il brodo, ecco. Inoltre ho riscontrato un palese abuso della suspense, abuso che non può che danneggiare tutti gli spettatori, bruciando loro tutti i neuroni della pazienza! Mi spiego meglio: la suspense è un ottimo strumento atto a mantenere sempre vivo l'interesse e ad accrescere le atmosfere di tensione e mistero tipiche del genere horror; inoltre ha il doppio dell'efficacia se applicata a un racconto a puntate che è l'anime, in quanto serve a "raccomandarsi" gli spettatori per gli episodi successivi, specialmente se viene usata nel finale di una puntata. Tuttavia un produttore non può pretendere di accreditarsi tutti gli spettatori ogni qualvolta lascia una frase in sospeso, spezza scene o conclude un episodio con un fatto inaspettato, per il semplice fatto che alla pazienza c'è sempre un limite, sì, anche negli horror! Una persona non può passare metà serie ad aspettare che un personaggio finisca un discorso o ad attendere che si conosca la causa di quello che è accaduto tre episodi prima. Ecco cosa intendo per abuso di pazienza e di suspense, ecco cosa intendo per sviluppo lento.
E allora perché non ho dato tre a questo prodotto? Due motivi principali: la grafica e la ripresa finale. Sì, anche per il finale: quando ormai l'avevo dato per perso, quest'anime è riuscito a tenermi incollata al computer per ben tre episodi, gli ultimi, in cui, contro ogni regola e logica, sfidando le tematiche che l'avevano prima caratterizzato (l'ambientazione scolastica, l'aura di mistero temperata da alcune scene vagamente splatter) distruggendole, rivoltandole e superandole, l'anime tutto d'un tratto si trasforma in una specie di survival game dai tratti horror, un susseguersi di azione e sangue, tanto sangue... Un'atmosfera perfetta e coinvolgente, almeno per come l'ho trovata io, tanto da chiedersi perché non sia stata usata sin dall'inizio, al posto di quella suspense male utilizzata!
Infine, altro tratto distintivo del prodotto (distintivo in bene, naturalmente) è il comparto grafico, realizzato in modo davvero sublime: colori vivaci anche se dalle tinte scure, movenze dei personaggi molto naturali - fin troppo, se si pensa alle scene violente - ed una resa della computer graphic molto meglio assemblata ai disegni di altri anime visti, in cui spiccava parecchio. Inoltre lo stile di disegno è molto moderno, anche se non innovativo.
Last but not least, merita una parola anche il character design, molto originale e indovinato. Dato l'ampio numero di personaggi che sarebbero dovuti figurare nella sceneggiatura, la creatività delle capigliature e dei volti dimostrata nell'ideazione di tutti i membri della sfortunata terza sezione non può che essere una nota di merito per i disegnatori.
Il mio giudizio complessivo quindi non è dei migliori, ma è sufficiente. "Another" è un anime con grossi difetti e lacune, sia in fatto di trama sia di regia; tuttavia presenta anche note positive per quanto riguarda la realizzazione grafica e la resa visiva, che rendono godibile l'altrimenti davvero deprimente visione. Dunque non ve lo consiglierò, perché non vale proprio la pena di essere guardato; ma nemmeno vi biasimerò per averlo fatto, perché almeno vi sarete rifatti gli occhi.
Ma andiamo con ordine.
"Another" è un anime prodotto nel 2012 da P. A. Works, dal quale è stata tratta anche una versione manga di 4 volumi, conclusa, edita in Italia da Star Comics.
La trama... parlare di trama in questo caso è davvero difficile. In effetti, sarebbe meglio, e sarebbe sicuramente molto più conveniente per l'anime stesso, non parlarne affatto.
Kouichi Sakakibara, studente, nel 1998 si trasferisce in una cittadina di provincia, nella cui scuola viene accolto in maniera insolita: sembra che tutti i suoi compagni gli stiano nascondendo un segreto. Egli avvicina Misaki Mei, ragazza misteriosa con una benda sull'occhio che sembra essere ignorata da tutti, proprio come se non esistesse; lei gli rivelerà dell'esistenza di una maledizione che affligge la terza sezione di quella scuola da 26 anni, quando morì una ragazza appartenente a quella classe. La sua morte non venne accettata dai suoi compagni, i quali sostenevano di vederla ancora, viva. Da quel giorno si pensa che la Morte si sia "affezionata" alla terza sezione, tanto da inserire, di anno in anno, una "persona in più", ovvero un membro già morto, un fantasma, la cui presenza viene provata dai registri magicamente alterati, che causerà una macabra sequenza di morti accidentali di studenti, prof o familiari legati alla classe. Il modo per porre fine alla maledizione sarà quello di togliere di mezzo il membro in più; per questo gli studenti della terza sezione ignorano Misaki, giudicata come tale.
Nonostante le buone premesse di trama, lo sviluppo dell'anime è tanto pessimo da influenzare il mio giudizio complessivo di tutta la storia. Passerei anche sui fenomeni inspiegati, che nascono e rimangono tali anche a fine opera (a voler fare i pignoli, infatti, si trovano nel prodotto numerose spiegazioni incoerenti e illogiche; ma anche a non volerli fare), ma non posso passare sulla narrazione lenta, straziante e pertanto noiosissima, una pecca insormontabile, a mio giudizio, in un'opera che si prefigge come obiettivo quello di tenere lo spettatore incollato allo schermo fino a fine storia - obiettivo che tutti i racconti, gli horror in primis, hanno o dovrebbero avere.
Gli episodi infatti non sono altro che un susseguirsi di dialoghi lasciati a metà e frasi buttate lì quasi a caso, giusto per intontire e sviare lo spettatore dalla trama principale - giusto per allungare il brodo, ecco. Inoltre ho riscontrato un palese abuso della suspense, abuso che non può che danneggiare tutti gli spettatori, bruciando loro tutti i neuroni della pazienza! Mi spiego meglio: la suspense è un ottimo strumento atto a mantenere sempre vivo l'interesse e ad accrescere le atmosfere di tensione e mistero tipiche del genere horror; inoltre ha il doppio dell'efficacia se applicata a un racconto a puntate che è l'anime, in quanto serve a "raccomandarsi" gli spettatori per gli episodi successivi, specialmente se viene usata nel finale di una puntata. Tuttavia un produttore non può pretendere di accreditarsi tutti gli spettatori ogni qualvolta lascia una frase in sospeso, spezza scene o conclude un episodio con un fatto inaspettato, per il semplice fatto che alla pazienza c'è sempre un limite, sì, anche negli horror! Una persona non può passare metà serie ad aspettare che un personaggio finisca un discorso o ad attendere che si conosca la causa di quello che è accaduto tre episodi prima. Ecco cosa intendo per abuso di pazienza e di suspense, ecco cosa intendo per sviluppo lento.
E allora perché non ho dato tre a questo prodotto? Due motivi principali: la grafica e la ripresa finale. Sì, anche per il finale: quando ormai l'avevo dato per perso, quest'anime è riuscito a tenermi incollata al computer per ben tre episodi, gli ultimi, in cui, contro ogni regola e logica, sfidando le tematiche che l'avevano prima caratterizzato (l'ambientazione scolastica, l'aura di mistero temperata da alcune scene vagamente splatter) distruggendole, rivoltandole e superandole, l'anime tutto d'un tratto si trasforma in una specie di survival game dai tratti horror, un susseguersi di azione e sangue, tanto sangue... Un'atmosfera perfetta e coinvolgente, almeno per come l'ho trovata io, tanto da chiedersi perché non sia stata usata sin dall'inizio, al posto di quella suspense male utilizzata!
Infine, altro tratto distintivo del prodotto (distintivo in bene, naturalmente) è il comparto grafico, realizzato in modo davvero sublime: colori vivaci anche se dalle tinte scure, movenze dei personaggi molto naturali - fin troppo, se si pensa alle scene violente - ed una resa della computer graphic molto meglio assemblata ai disegni di altri anime visti, in cui spiccava parecchio. Inoltre lo stile di disegno è molto moderno, anche se non innovativo.
Last but not least, merita una parola anche il character design, molto originale e indovinato. Dato l'ampio numero di personaggi che sarebbero dovuti figurare nella sceneggiatura, la creatività delle capigliature e dei volti dimostrata nell'ideazione di tutti i membri della sfortunata terza sezione non può che essere una nota di merito per i disegnatori.
Il mio giudizio complessivo quindi non è dei migliori, ma è sufficiente. "Another" è un anime con grossi difetti e lacune, sia in fatto di trama sia di regia; tuttavia presenta anche note positive per quanto riguarda la realizzazione grafica e la resa visiva, che rendono godibile l'altrimenti davvero deprimente visione. Dunque non ve lo consiglierò, perché non vale proprio la pena di essere guardato; ma nemmeno vi biasimerò per averlo fatto, perché almeno vi sarete rifatti gli occhi.
Le puntate appaiono ben sviluppate fino alla decima, oltre la quale si affaccia una coltre di insensatezze mai viste. Più che terrorizzare, gli ultimi due episodi della serie lasciano lo spettatore sconcertato nel tentativo di capire il folle comportamento dei personaggi, rovinando l'eventuale fatica degli sviluppatori nel fare sembrare "Another" un anime appetibile agli appassionati del genere horror o, quantomeno, noire. Fino alla decima puntata, infatti, il filo logico è chiaro, lasciandosi pur seguire da un alone di mistero che si spera veder dissipato durante il finale. Purtroppo, quest'ultimo sfocia in un inutile e inconcludente spargimento di sangue, con un fresco contorno di spiegazioni solide quanto un castello di carte. Sembra quasi che, durante la fase di trasposizione della trama in episodi, qualcuno si sia scordato di trascriverne buona parte, tralasciando gli attimi in cui molti degli enigmi vengono effettivamente risolti.
Vivamente sconsigliato se non avete intenzione di perder tempo.
Vivamente sconsigliato se non avete intenzione di perder tempo.
'Another': già dal nome si percepisce un'aria di mistero e inquietudine, le due parole che secondo me possono bastare per descrivere il tipo di anime. La malinconia dei personaggi viene accompagnata da colori scuri e luoghi amari. Le 12 puntate sono cupe, avvolte da mistero, a volte sconcertanti e imbevute di sangue. Le prime puntate, specialmente la prima, sono soft, anche se hanno sempre un'aria sospetta ma, solo a metà anime, mi sono sentita presa completamente dalla trama che mette i brividi e che nessuno studente vorrebbe mai vivere...Vi immaginate di far parte di una classe maledetta dove ogni giorno potreste essere prossimi alla morte? Mmh, forse nel peggiore degli incubi.
Consiglio vivamente quest'anime agli amanti del genere horror.
Consiglio vivamente quest'anime agli amanti del genere horror.
Introduzione all'anime: siamo nel 1998 quando Koichi Sakakibara si trasferisce a Yomiyama, una tranquilla cittadina rurale, e inizia a frequentare la classe 3-3 della North Yomi Hight. Tuttavia questa classe non sembra essere come tutte le altre, perché vi è un banco più vecchio degli altri nel quale siede una ragazza che sembra essere invisibile a tutti gli altri. Cosa è la carica di "Capo delle contromisure", e contromisure per cosa? Tutto questo sarà legato alla strana voce che circola sulla maledizione della classe 3-3, che non si è mai arrestata dalla morte di Misaki Mei 26 anni fa? Per Koichi non c'è più tempo per chiedersi se queste cose siano vere o meno, ormai è già coinvolto, ormai tutto ha avuto inizio, ormai la maledizione ha iniziato a uccidere, ormai tutti gli oscuri segreti devono essere svelati in una lotta per la sopravvivenza.
Commento: sono rimasto colpito dal charather design e dalle ambientazioni, che offrono un ottimo lavoro, se poi le si considera combinate con la musica, il tutto rende l'opera ancora più macabra e riesce ad alzare la tensione. La psicologia dei due personaggi principali non è sviluppata al massimo, ma neanche trascurata, quindi penso che siano credibili. La trama può sembrare già vista siccome presenta la solita maledizione che si abbatte e deve essere sventata, comunque mi ha lasciato compiaciuto in alcuni punti, soprattutto quando Koichi si trova a dovere scoprire la verità sulla compagna di classe, e nel finale quando si scopre chi è realmente il "morto".
Questi per me sarebbero i voti.
Trama: 7.
Personaggi: 7,5.
Musica: 8,5.
Charater design: 7,5.
Disegni: 7,5.
Media: 7,5.
Commento: sono rimasto colpito dal charather design e dalle ambientazioni, che offrono un ottimo lavoro, se poi le si considera combinate con la musica, il tutto rende l'opera ancora più macabra e riesce ad alzare la tensione. La psicologia dei due personaggi principali non è sviluppata al massimo, ma neanche trascurata, quindi penso che siano credibili. La trama può sembrare già vista siccome presenta la solita maledizione che si abbatte e deve essere sventata, comunque mi ha lasciato compiaciuto in alcuni punti, soprattutto quando Koichi si trova a dovere scoprire la verità sulla compagna di classe, e nel finale quando si scopre chi è realmente il "morto".
Questi per me sarebbero i voti.
Trama: 7.
Personaggi: 7,5.
Musica: 8,5.
Charater design: 7,5.
Disegni: 7,5.
Media: 7,5.
"Another" è strutturato su una trama molto classica, già trattata in altri anime/film/manga, che hanno come tema principale luoghi maledetti e strani eventi o personaggi che vi ruotano intorno, rendendo la visione ricca di suspense, anche se alcuni episodi, come ad esempio gli incidenti che accadono alle vittime di turno per colpa della maledizione o del personaggio coinvolto in essa, alla fine appaiono scontati e prevedibili.
Il character design è sufficientemente buono, così come la regia che, insieme all'ottima ambientazione e alle musiche che accompagnano i vari eventi dell'anime, riescono a far percepire allo spettatore l'atmosfera cupa e piena di mistero che si respira sia nella scuola sia nella piccola cittadina maledetta.
Il character design è sufficientemente buono, così come la regia che, insieme all'ottima ambientazione e alle musiche che accompagnano i vari eventi dell'anime, riescono a far percepire allo spettatore l'atmosfera cupa e piena di mistero che si respira sia nella scuola sia nella piccola cittadina maledetta.
Ho incominciato a vedere "Another" per curiosità, me lo ha consigliato un mia amica. Sin dall'inizio la trama mi ha molto interessato, tra i suoi alti e bassi è ben organizzata.
Nella primavera del 1998 un ragazzo di 15 anni, Koichi Sakakibara, si trasferisce a Yomiyama per stare con i nonni e frequentare la scuola, mentre suo padre lavora in India, ma a causa di uno pneumotorace è costretto a rimandare le lezioni. Mentre è in ospedale riceve la visita di alcuni suoi compagni di classe e gli sembra che gli nascondano qualcosa. La sera mentre esce dalla sua stanza incontra una ragazza, Mei Misaki, che porta una benda su un occhio, anche lei studentessa della sua stessa scuola.
Una volta dimesso, il protagonista inizia le lezioni e si ritrova in classe, la terza classe della sezione 3, con la strana ragazza con una benda sull'occhio che aveva incontrato in ospedale. Lui è l'unico a volersi avvicinare alla ragazza, mentre gli altri cercano di starle il più lontano possibile. Koichi cerca spiegazioni dalla zia riguardo lo strano comportamento dei suoi compagni, ma la zia è molto evasiva, così sempre più confuso si avvicina ancora di più a Mei e insieme ad altri compagni comincerà a indagare sullo strano alone di mistero che avvolge la sua classe.
Che dire la trama è interessante e molto coinvolgente, personalmente ho divorato gli episodi in due giorni. Ogni indizio viene dato sempre alla fine per poi sapere che quell'indizio è solo un sospetto che poi viene confermato all'altro finale, insomma un rompicapo.
Il personaggio che mi ha attirato di più è Mei, e nonostante il suo carattere cupo e introverso alla fine riesce a confidarsi con l'unica persona che non la teme, mentre tutti gli altri la vogliono tenere a distanza, ma non tutti (infatti a corso di disegno altri ragazzi le parlano e la trattano normalmente).
Akazawa è quella che proprio non riuscivo a sopportare.
Nel complesso "Another" è un anime degno di nota, che riesce ad attirare chi lo segue e lo stimola ad andare avanti. Il design è ottimo, anche se sinceramente non lo definirei un vero horror.
Nella primavera del 1998 un ragazzo di 15 anni, Koichi Sakakibara, si trasferisce a Yomiyama per stare con i nonni e frequentare la scuola, mentre suo padre lavora in India, ma a causa di uno pneumotorace è costretto a rimandare le lezioni. Mentre è in ospedale riceve la visita di alcuni suoi compagni di classe e gli sembra che gli nascondano qualcosa. La sera mentre esce dalla sua stanza incontra una ragazza, Mei Misaki, che porta una benda su un occhio, anche lei studentessa della sua stessa scuola.
Una volta dimesso, il protagonista inizia le lezioni e si ritrova in classe, la terza classe della sezione 3, con la strana ragazza con una benda sull'occhio che aveva incontrato in ospedale. Lui è l'unico a volersi avvicinare alla ragazza, mentre gli altri cercano di starle il più lontano possibile. Koichi cerca spiegazioni dalla zia riguardo lo strano comportamento dei suoi compagni, ma la zia è molto evasiva, così sempre più confuso si avvicina ancora di più a Mei e insieme ad altri compagni comincerà a indagare sullo strano alone di mistero che avvolge la sua classe.
Che dire la trama è interessante e molto coinvolgente, personalmente ho divorato gli episodi in due giorni. Ogni indizio viene dato sempre alla fine per poi sapere che quell'indizio è solo un sospetto che poi viene confermato all'altro finale, insomma un rompicapo.
Il personaggio che mi ha attirato di più è Mei, e nonostante il suo carattere cupo e introverso alla fine riesce a confidarsi con l'unica persona che non la teme, mentre tutti gli altri la vogliono tenere a distanza, ma non tutti (infatti a corso di disegno altri ragazzi le parlano e la trattano normalmente).
Akazawa è quella che proprio non riuscivo a sopportare.
Nel complesso "Another" è un anime degno di nota, che riesce ad attirare chi lo segue e lo stimola ad andare avanti. Il design è ottimo, anche se sinceramente non lo definirei un vero horror.
"Another" è un anime a cui avrei voluto mettere un bel 10.
Non fraintendetemi, la storia è bella, e chi è amante dell'horror scolastico, psicologia e molto molto mistero, troverà qui di che essere soddisfatto. Però...
La premessa iniziale è davvero buona e interessante, con i protagonisti della storia (Misaki Mei e Koichi Sakakibara), due quindicenni dal passato nebuloso, pieno di vaghi ricordi, che si trovano a collaborare per risolvere il mistero che da 26 anni attanaglia chi frequenta l'ultimo anno nella terza classe, e che lascia da anni una grande scia di sangue. Quindi questa è una premessa interessante, che per tutte le 12 puntate regge, invogliando sempre lo spettatore a vedere la puntata successiva, nel tentativo di scoprire chi o cosa stia dietro tutte queste morti. Tutto bello? Non proprio: a tutto questo va aggiunta una certa lentezza narrativa, presente per quasi tutto l'anime.
Buono sul lato tecnico, forse il maggior difetto sta nel fatto che, al di là di Misaki Mei, personaggio davvero ben fatto, gli altri personaggi, compreso il protagonista maschile, non riescono a essere così incisivi, diminuendo di molto il pathos e l'interesse quando ci troviamo davanti alle loro storie.
In definitiva "Another" è un anime bello, che difficilmente verrà scartato da chi è amante del genere. Quello che rimane, però, è la sensazione che ci sarebbe voluto davvero poco per renderlo un grande anime.
Non fraintendetemi, la storia è bella, e chi è amante dell'horror scolastico, psicologia e molto molto mistero, troverà qui di che essere soddisfatto. Però...
La premessa iniziale è davvero buona e interessante, con i protagonisti della storia (Misaki Mei e Koichi Sakakibara), due quindicenni dal passato nebuloso, pieno di vaghi ricordi, che si trovano a collaborare per risolvere il mistero che da 26 anni attanaglia chi frequenta l'ultimo anno nella terza classe, e che lascia da anni una grande scia di sangue. Quindi questa è una premessa interessante, che per tutte le 12 puntate regge, invogliando sempre lo spettatore a vedere la puntata successiva, nel tentativo di scoprire chi o cosa stia dietro tutte queste morti. Tutto bello? Non proprio: a tutto questo va aggiunta una certa lentezza narrativa, presente per quasi tutto l'anime.
Buono sul lato tecnico, forse il maggior difetto sta nel fatto che, al di là di Misaki Mei, personaggio davvero ben fatto, gli altri personaggi, compreso il protagonista maschile, non riescono a essere così incisivi, diminuendo di molto il pathos e l'interesse quando ci troviamo davanti alle loro storie.
In definitiva "Another" è un anime bello, che difficilmente verrà scartato da chi è amante del genere. Quello che rimane, però, è la sensazione che ci sarebbe voluto davvero poco per renderlo un grande anime.
"Another" non è sicuramente un horror. Lo dico dall'inizio perché è giusto mettere i puntini sulle i se si ha veramente intenzione di descrivere certe opere. E' un anime sibillino, il mistero è la chiave di tutto.
Ho cominciato a vedere questo lavoro dopo aver visto "Angel Beats" e dopo essermi reso conto che la P.A. Works fa degli anime degni di nota. Quindi diciamo che sono partito con un pregiudizio positivo. In parte non mi sono sbagliato, ma sicuramente non possiamo definire "Another" un capolavoro ricco di tematiche profonde e di grande originalità, a differenza di "Angel Beats", che ha mostrato entrambe le cose.
Yomiyama, primavera 1998: un ragazzo di nome Koichi Sakakibara si trasferisce da Tokyo a questa piccola città perché suo padre, professore universitario, è partito in India per studi. Deve cominciare la scuola a Maggio, ma a causa di uno pneumotorace deve rinviare di qualche settimana l'entrata a scuola. Durante il suo soggiorno all'ospedale riceve la visita di alcuni suoi compagni. In particolare tre: i due capiclasse e la responsabile delle contromisure. Koichi rimane un po' scosso da questa visita alquanto singolare, anche perché sembra che i compagni gli nascondano qualcosa.
Una notte nell'ospedale incontra una ragazza, Misaki Mei. Questa portava con sé una bambola e si dirigeva verso l'obitorio. Dopo questo incontro i due protagonisti si riincontreranno a scuola, in cui saranno compagni di classe.
La storia continua sviluppando una leggenda di quella classe. La maledizione che colpisce questo terzo anno è legata a un avvenimento di ben 26 anni prima, in cui una studentessa morì, ma i suoi compagni erano convinti che fosse ancora lì. Questo portò una scia di sangue che si ripeteva di terzo anno in terzo anno.
La storia è contorta e sicuramente molto interessante. Il vero problema di quest'anime è che abbiamo poche spiegazioni e lo spettatore rimane deluso per i quesiti lasciati aperti. Le supposizioni che mi sono fatto speravo fossero almeno accennati al punto da lasciare una libera interpretazione. Purtroppo ciò non avviene. Quello che lascia gli occhi incollati allo schermo è la suspense che si viene a creare e l'alone di mistero che mette una curiosità immensa. I primi 6 episodi, per lo più, mettono tantissimi dubbi visti i grossi colpi di scena, e ci sono poche spiegazioni. I restanti 6 episodi eliminano quella parte introduttiva e la storia diventa più chiara, a differenza delle premesse che, come ho detto, non sono quasi spiegate.
I personaggi, purtroppo, non sono per niente caratterizzati. Questa è una grande pecca, perché si sono preferiti degli stereotipi piuttosto che dei personaggi eccentrici. Probabilmente si voleva dare un senso di realismo, ma purtroppo si è lungi dal farlo visto l'alone di nonsense che ha questa storia.
Tecnicamente l'anime è incredibile. I disegni non saranno perfetti, ma la regia, le OST e gli effetti sono davvero stupendi. Non vedevo esplosioni, morti, sangue che schizza, cadute di scale, colpi di coltelli volati fatti così bene da tempo; cioè, anche il risucchio post-esplosione. Come in "Angel Beats", sono stati spesi molti soldi per fare delle animazioni degne di nota. E devo dire che gran parte del voto (sono indeciso se dare un 5 per la storia o un 7 per la grafica) è dovuto a questo lato tecnico stupendo. Inoltre la canzoncina dell'opening, nonostante fosse odiossissima, mi ha colpito a tal punto che la canto da una giornata.
Consigliato a chi ha amato "Higurashi no naku koro ni" e "Mirai Nikki". Higurashi, comunque, è un vero horror a differenza di questo, che si definisce tale ma non lo è. Esso è più vicino a "Mirai Nikki" visto l'alone di mistero e le grandi scene splatter ben realizzate - Higurashi non è proprio l'apice del lato tecnico.
Ho cominciato a vedere questo lavoro dopo aver visto "Angel Beats" e dopo essermi reso conto che la P.A. Works fa degli anime degni di nota. Quindi diciamo che sono partito con un pregiudizio positivo. In parte non mi sono sbagliato, ma sicuramente non possiamo definire "Another" un capolavoro ricco di tematiche profonde e di grande originalità, a differenza di "Angel Beats", che ha mostrato entrambe le cose.
Yomiyama, primavera 1998: un ragazzo di nome Koichi Sakakibara si trasferisce da Tokyo a questa piccola città perché suo padre, professore universitario, è partito in India per studi. Deve cominciare la scuola a Maggio, ma a causa di uno pneumotorace deve rinviare di qualche settimana l'entrata a scuola. Durante il suo soggiorno all'ospedale riceve la visita di alcuni suoi compagni. In particolare tre: i due capiclasse e la responsabile delle contromisure. Koichi rimane un po' scosso da questa visita alquanto singolare, anche perché sembra che i compagni gli nascondano qualcosa.
Una notte nell'ospedale incontra una ragazza, Misaki Mei. Questa portava con sé una bambola e si dirigeva verso l'obitorio. Dopo questo incontro i due protagonisti si riincontreranno a scuola, in cui saranno compagni di classe.
La storia continua sviluppando una leggenda di quella classe. La maledizione che colpisce questo terzo anno è legata a un avvenimento di ben 26 anni prima, in cui una studentessa morì, ma i suoi compagni erano convinti che fosse ancora lì. Questo portò una scia di sangue che si ripeteva di terzo anno in terzo anno.
La storia è contorta e sicuramente molto interessante. Il vero problema di quest'anime è che abbiamo poche spiegazioni e lo spettatore rimane deluso per i quesiti lasciati aperti. Le supposizioni che mi sono fatto speravo fossero almeno accennati al punto da lasciare una libera interpretazione. Purtroppo ciò non avviene. Quello che lascia gli occhi incollati allo schermo è la suspense che si viene a creare e l'alone di mistero che mette una curiosità immensa. I primi 6 episodi, per lo più, mettono tantissimi dubbi visti i grossi colpi di scena, e ci sono poche spiegazioni. I restanti 6 episodi eliminano quella parte introduttiva e la storia diventa più chiara, a differenza delle premesse che, come ho detto, non sono quasi spiegate.
I personaggi, purtroppo, non sono per niente caratterizzati. Questa è una grande pecca, perché si sono preferiti degli stereotipi piuttosto che dei personaggi eccentrici. Probabilmente si voleva dare un senso di realismo, ma purtroppo si è lungi dal farlo visto l'alone di nonsense che ha questa storia.
Tecnicamente l'anime è incredibile. I disegni non saranno perfetti, ma la regia, le OST e gli effetti sono davvero stupendi. Non vedevo esplosioni, morti, sangue che schizza, cadute di scale, colpi di coltelli volati fatti così bene da tempo; cioè, anche il risucchio post-esplosione. Come in "Angel Beats", sono stati spesi molti soldi per fare delle animazioni degne di nota. E devo dire che gran parte del voto (sono indeciso se dare un 5 per la storia o un 7 per la grafica) è dovuto a questo lato tecnico stupendo. Inoltre la canzoncina dell'opening, nonostante fosse odiossissima, mi ha colpito a tal punto che la canto da una giornata.
Consigliato a chi ha amato "Higurashi no naku koro ni" e "Mirai Nikki". Higurashi, comunque, è un vero horror a differenza di questo, che si definisce tale ma non lo è. Esso è più vicino a "Mirai Nikki" visto l'alone di mistero e le grandi scene splatter ben realizzate - Higurashi non è proprio l'apice del lato tecnico.
Quando il genere horror negli anime scarseggia il pubblico più affiatato del genere logicamente comincia a risentirne. Yukito Ayatsuji ne ha purtroppo risentito anche lui, e allora si è rimboccato le mani e si è brillantemente messo all'opera con "Another", cucendo sul telo tutti i componenti horror che caratterizzano anime di questo genere, un insieme di elementi base mescolati alla suspense tipica degli horror, che in "Another" hanno caratterizzato specificamente due fasi.
La prima è la caratterizzazione dei personaggi, che dalla prima loro apparizione nell'anime manifestano già un'aura misteriosa che con il passare degli episodi non farà altro che comportare colpi di scena.
La seconda sono le morti dei vari personaggi, che sono caratterizzati con una cura tale che a volte riescono a cogliere lo spettatore impreparato. Un elemento a favore dei componenti prima citati è la colonna sonora, improvvisamente estasiante e molto misteriosa, che ben venga in questo meraviglioso anime. Elemento fondamentale è la trama, che a differenza di parecchi anime non ha inizio né fine, ma ha più inizi che portano a un solo scopo. L'istinto omicida di Ayatsuji si manifesta in modo spettacolare con carneficine, sangue dappertutto in ogni singolo episodio uniti alla drammaticità di "Another", che a volte riesce davvero a stupire.
La storia verte su Koichi Sakakibara, un ragazzo malato di cuore che da Tokio si trasferisce a Yomiyama, dove viene inserito in una classe, dove tanti anni fa proprio nella terza sezione morì una ragazza per una strana maledizione che si manifesta ogni anno nella classe. Diramandosi la trama Sakakibara scopre che in realtà nella classe c'è una persona già morta che è la causa di alcuni decessi che avvengono nella sua classe, come ad esempio una ragazza che si impala all'ombrello scivolando e un altro amico di Sakakibara che muore di infarto improvvisamente. Sakakibara fa amicizia con una ragazza di nome Misaki, che era la sorella gemella della ragazza che è morta. Tutti ritengono in classe che sia lei la "Ragazza Fantasma" e tendono a ignorarla per esorcizzare la maledizione, ma sfortunatamente Sakakibara le rivolge la parola e da quel momento viene ignorato anche lui. Sentendosi ignorato da tutti stringe un profondo legame con la ragazza, il che comporta allo svolgere indagini sulla terza classe con lei stringendo il rapporto sociale che la ragazza aspettava da anni. La ragazza (con una benda decorosamente sull'occhio perché a detta sua "vede il colore della morte") si comporta in modo normale , senza alcun risentimento in ciò che fa dando la carica al nostro protagonista di agire d'impulso sempre.
Se anche Ayatsuji con quest'anime abbia agito d'impulso questo non si può sapere, l'importante è che abbia agito. "Another" è un titolo con suspense su suspense unito a un comparto tecnico meravigliosamente ordinario senza errori o effetti visivi distorti. Spettacolare è l'assenza di onomatopee o personaggi in versione chibi, come accade spesso, fatto che lo rende invece molto serio e reale.
La prima è la caratterizzazione dei personaggi, che dalla prima loro apparizione nell'anime manifestano già un'aura misteriosa che con il passare degli episodi non farà altro che comportare colpi di scena.
La seconda sono le morti dei vari personaggi, che sono caratterizzati con una cura tale che a volte riescono a cogliere lo spettatore impreparato. Un elemento a favore dei componenti prima citati è la colonna sonora, improvvisamente estasiante e molto misteriosa, che ben venga in questo meraviglioso anime. Elemento fondamentale è la trama, che a differenza di parecchi anime non ha inizio né fine, ma ha più inizi che portano a un solo scopo. L'istinto omicida di Ayatsuji si manifesta in modo spettacolare con carneficine, sangue dappertutto in ogni singolo episodio uniti alla drammaticità di "Another", che a volte riesce davvero a stupire.
La storia verte su Koichi Sakakibara, un ragazzo malato di cuore che da Tokio si trasferisce a Yomiyama, dove viene inserito in una classe, dove tanti anni fa proprio nella terza sezione morì una ragazza per una strana maledizione che si manifesta ogni anno nella classe. Diramandosi la trama Sakakibara scopre che in realtà nella classe c'è una persona già morta che è la causa di alcuni decessi che avvengono nella sua classe, come ad esempio una ragazza che si impala all'ombrello scivolando e un altro amico di Sakakibara che muore di infarto improvvisamente. Sakakibara fa amicizia con una ragazza di nome Misaki, che era la sorella gemella della ragazza che è morta. Tutti ritengono in classe che sia lei la "Ragazza Fantasma" e tendono a ignorarla per esorcizzare la maledizione, ma sfortunatamente Sakakibara le rivolge la parola e da quel momento viene ignorato anche lui. Sentendosi ignorato da tutti stringe un profondo legame con la ragazza, il che comporta allo svolgere indagini sulla terza classe con lei stringendo il rapporto sociale che la ragazza aspettava da anni. La ragazza (con una benda decorosamente sull'occhio perché a detta sua "vede il colore della morte") si comporta in modo normale , senza alcun risentimento in ciò che fa dando la carica al nostro protagonista di agire d'impulso sempre.
Se anche Ayatsuji con quest'anime abbia agito d'impulso questo non si può sapere, l'importante è che abbia agito. "Another" è un titolo con suspense su suspense unito a un comparto tecnico meravigliosamente ordinario senza errori o effetti visivi distorti. Spettacolare è l'assenza di onomatopee o personaggi in versione chibi, come accade spesso, fatto che lo rende invece molto serio e reale.
Devo dire che a me "Another" è piaciuto abbastanza. La trama per certi versi è originale, i disegni sono molto carini, le musiche azzeccate, l'unica vera pecca sono forse i personaggi un po' troppo superficiali. Con un ritmo più incalzante e una decina di puntate in più l'avrei sicuramente apprezzato maggiormente.
La trama è semplice: una classe ha una specie di maledizione che porta a morire gli alunni e i loro familiari, così si cerca di evitare che questo avvenga.
Il nostro protagonista si è appena trasferito in città e non sa di questa maledizione, cosicché scatena una serie di eventi a catena che a mio avviso nel contesto, seppur scontati, sono ben rappresentati.
La protagonista femminile mi piace davvero tanto: minuta, misteriosa, di poche parole, ma piuttosto sveglia.
Anche gli altri compagni, leggermente abbozzati, sia i simpatici sia i meno cordiali, sono ben amalgamati all'interno della storia e non vengono mai persi di vista.
Per quanto riguarda il genere io non lo definirei proprio horror, dato che non ci sono vere e proprie scene che spaventano, ma solo molto, e ribadisco molto, splatter. Siamo più sull'horror/psicologico, se non thriller, visto che alla fine tutto sta nel scoprire una cosa...
Le musiche accompagnano bene le scene dove si parla di cose delicate, e allungano i tempi, a volte fin troppo.
I disegni sono semplici, direi in pieno stile "Toradora!" o "Ano Natsu de Matteru": belli, ma non troppo elaborati.
In conclusione mi sento di consigliarlo a chi non cerca azione e vuole vedere un qualcosa di semplice, ma che nonostante tutto riesce a tenerlo incollato sullo schermo per tutte le puntate. L'ho trovato simile a "Shiki" per certi aspetti, il problema è però che "Shiki" secondo me è di una noiosità e prevedibilità mostruose.
Voto 8, buona visione se decidete di guardarlo.
La trama è semplice: una classe ha una specie di maledizione che porta a morire gli alunni e i loro familiari, così si cerca di evitare che questo avvenga.
Il nostro protagonista si è appena trasferito in città e non sa di questa maledizione, cosicché scatena una serie di eventi a catena che a mio avviso nel contesto, seppur scontati, sono ben rappresentati.
La protagonista femminile mi piace davvero tanto: minuta, misteriosa, di poche parole, ma piuttosto sveglia.
Anche gli altri compagni, leggermente abbozzati, sia i simpatici sia i meno cordiali, sono ben amalgamati all'interno della storia e non vengono mai persi di vista.
Per quanto riguarda il genere io non lo definirei proprio horror, dato che non ci sono vere e proprie scene che spaventano, ma solo molto, e ribadisco molto, splatter. Siamo più sull'horror/psicologico, se non thriller, visto che alla fine tutto sta nel scoprire una cosa...
Le musiche accompagnano bene le scene dove si parla di cose delicate, e allungano i tempi, a volte fin troppo.
I disegni sono semplici, direi in pieno stile "Toradora!" o "Ano Natsu de Matteru": belli, ma non troppo elaborati.
In conclusione mi sento di consigliarlo a chi non cerca azione e vuole vedere un qualcosa di semplice, ma che nonostante tutto riesce a tenerlo incollato sullo schermo per tutte le puntate. L'ho trovato simile a "Shiki" per certi aspetti, il problema è però che "Shiki" secondo me è di una noiosità e prevedibilità mostruose.
Voto 8, buona visione se decidete di guardarlo.
Solitamente quando decido di guardare un anime per intero decido di vederne non più di un episodio al giorno, per avere il tempo di comprenderlo a fondo, di pensarci su, di interiorizzarlo. Con "Another" non sono riuscito a seguire questa regola. L'ho visto interamente in soli tre giorni, non riuscendo più a fermarmi, non riuscendo a rimandare la risoluzione di determinati enigmi neanche di 24 ore. Probabilmente solo per questo l'anime meriterebbe un voto alto, per la sua capacità indiscussa di tenere altissimo il livello d'interesse dello spettatore.
Stiamo parlando di un seinen horror del 2009, strutturato in un'unica serie di 12 episodi, la cui trama ruota intorno alle misteriose vicende della sezione 3 della Yomiyama Nord, una classe di una piccola scuola di un piccolo paesino del Giappone, che per qualche strano motivo sembra essere legata a una terribile maledizione, la quale una volta innescata comporta ogni mese la morte di uno studente appartenente alla classe o di un suo stretto familiare.
Scrivere un horror non è mai una cosa facile, poiché è molto probabile che chi si cimenti in questo genere finisca inevitabilmente per diventare banale. Quanti film horror abbiamo visto prevedendone puntualmente gli sviluppi, i colpi di scena, gli avvenimenti qualche secondo prima che accadessero? Sicuramente tantissimi, e non sempre per mancanza di bravura del regista, quanto proprio per il fatto che avere fantasia e originalità in un certo tipo di horror è davvero una cosa assai difficile. Purtroppo anche "Another" è in parte vittima di questo inconveniente. Vi capiterà non di rado, specialmente nelle puntate finali in cui l'azione si farà più movimentata, di aspettarvi qualcosa che poi puntualmente succederà.
I disegni mi sono piaciuti molto, così come i colori e le ambientazioni, a mio avviso estremamente evocative anche se semplici. I volti dei personaggi non sono niente di rivoluzionario rispetto agli standard a cui siamo abituati, anzi a volte, capelli a parte, tendono anche a somigliarsi molto, ma tutto sommato li ho trovati piacevoli e ben fatti, eccezione fatta per Misaki Mei, a mio avviso semplicemente bellissima.
Per quanto riguarda la colonna sonora, sia l'opening sia l'ending sono molto belle e consone all'ambientazione, e gli effetti sonori realizzati con intelligenza. Ancora una volta si percepisce quanto l'autore sia debitore dei capolavori dell'horror nipponico (e non solo), riuscendo sempre a creare perfette sinergie tra immagini e audio giocando con attimi di attesa e suspense tanto care agli amanti del genere.
<b>Possibile spoiler!</b>
Il punto di forza di "Another" è a mio avviso il personaggio di Misaki Mei, una ragazzina estremamente misteriosa con la passione per le bambole e una benda all'occhio sinistro che scopriremo essere l'occhio di una bambola che le consente di vedere altre cose, o, per usare le sue parole "cose che non dovrebbero esser viste"...<b>Fine possibile spoiler</b>
Fino alla fine in ogni scena cercherete di fissarla, di scrutare i suoi movimenti il più possibile per capire chi è veramente, cosa ci nasconde, cosa nasconde a Kōichi Sakakibara, cosa nasconde a tutti.
La trama non è sempre estremamente chiara in alcuni punti, ma forse volutamente, lasciando non di rado spazio a personali interpretazioni. "Another" ha delle ottime potenzialità, delle ottime idee che non lo confinano certamente tra gli anime da dimenticare, ma che non riesce nemmeno ad affermarsi a mio avviso tra i capolavori assoluti a cui dare 10 proprio a fronte di ingenuità commesse da un autore a tratti forse un po' superficiale nel trattare velocemente punti che sarebbe stato bello vedere maggiormente approfonditi e al contrario non si sarebbe sentita la mancanza di divagazioni dalle vicende principali, che rubano spesso spazio alle scene più belle.
In conclusione "Another" è un anime certamente da vedere, che voi siate o no amanti del genere. E' denso di significati e di rampe di lancio per ottimi spunti e riflessioni e per questo motivo può, nonostante qualche sua debolezza, essere apprezzato da molti.
Stiamo parlando di un seinen horror del 2009, strutturato in un'unica serie di 12 episodi, la cui trama ruota intorno alle misteriose vicende della sezione 3 della Yomiyama Nord, una classe di una piccola scuola di un piccolo paesino del Giappone, che per qualche strano motivo sembra essere legata a una terribile maledizione, la quale una volta innescata comporta ogni mese la morte di uno studente appartenente alla classe o di un suo stretto familiare.
Scrivere un horror non è mai una cosa facile, poiché è molto probabile che chi si cimenti in questo genere finisca inevitabilmente per diventare banale. Quanti film horror abbiamo visto prevedendone puntualmente gli sviluppi, i colpi di scena, gli avvenimenti qualche secondo prima che accadessero? Sicuramente tantissimi, e non sempre per mancanza di bravura del regista, quanto proprio per il fatto che avere fantasia e originalità in un certo tipo di horror è davvero una cosa assai difficile. Purtroppo anche "Another" è in parte vittima di questo inconveniente. Vi capiterà non di rado, specialmente nelle puntate finali in cui l'azione si farà più movimentata, di aspettarvi qualcosa che poi puntualmente succederà.
I disegni mi sono piaciuti molto, così come i colori e le ambientazioni, a mio avviso estremamente evocative anche se semplici. I volti dei personaggi non sono niente di rivoluzionario rispetto agli standard a cui siamo abituati, anzi a volte, capelli a parte, tendono anche a somigliarsi molto, ma tutto sommato li ho trovati piacevoli e ben fatti, eccezione fatta per Misaki Mei, a mio avviso semplicemente bellissima.
Per quanto riguarda la colonna sonora, sia l'opening sia l'ending sono molto belle e consone all'ambientazione, e gli effetti sonori realizzati con intelligenza. Ancora una volta si percepisce quanto l'autore sia debitore dei capolavori dell'horror nipponico (e non solo), riuscendo sempre a creare perfette sinergie tra immagini e audio giocando con attimi di attesa e suspense tanto care agli amanti del genere.
<b>Possibile spoiler!</b>
Il punto di forza di "Another" è a mio avviso il personaggio di Misaki Mei, una ragazzina estremamente misteriosa con la passione per le bambole e una benda all'occhio sinistro che scopriremo essere l'occhio di una bambola che le consente di vedere altre cose, o, per usare le sue parole "cose che non dovrebbero esser viste"...<b>Fine possibile spoiler</b>
Fino alla fine in ogni scena cercherete di fissarla, di scrutare i suoi movimenti il più possibile per capire chi è veramente, cosa ci nasconde, cosa nasconde a Kōichi Sakakibara, cosa nasconde a tutti.
La trama non è sempre estremamente chiara in alcuni punti, ma forse volutamente, lasciando non di rado spazio a personali interpretazioni. "Another" ha delle ottime potenzialità, delle ottime idee che non lo confinano certamente tra gli anime da dimenticare, ma che non riesce nemmeno ad affermarsi a mio avviso tra i capolavori assoluti a cui dare 10 proprio a fronte di ingenuità commesse da un autore a tratti forse un po' superficiale nel trattare velocemente punti che sarebbe stato bello vedere maggiormente approfonditi e al contrario non si sarebbe sentita la mancanza di divagazioni dalle vicende principali, che rubano spesso spazio alle scene più belle.
In conclusione "Another" è un anime certamente da vedere, che voi siate o no amanti del genere. E' denso di significati e di rampe di lancio per ottimi spunti e riflessioni e per questo motivo può, nonostante qualche sua debolezza, essere apprezzato da molti.
Terribile: non c'è altra parola per descrivere l'opera. Il genere seinen ci ha regalato numerose apprezzabili opere horror e quando esce una novità le aspettative sono alte. Ma "Another" non si limita a distruggere le nostre aspettative, le spazza via senza pietà.
L'opera illude. I primi 30 secondi di essa sono di notevole livello, non si poteva chiedere di più all'autore ma, quando il comparto musicale viene introdotto, ecco che si inizia a insinuare il primo enorme dubbio che la visione dell'opera sia solo uno spreco di tempo.
La trama non è da buttare, la fantasia dell'autore produce un mistero stimolante che, giustamente, non viene spiegato alla fine. Però l'opera si basa sulla costante illusione di avvenimenti tragici che si rivela ogni volta risibile, provocata da un ragazzo che si spaventa anche della propria ombra. L'autore, a metà opera, si avvede di ciò e decide di virare pesantemente sul genere splatter, uno splatter senza senso e che, quindi, peggiora ulteriormente l'opera.
I personaggi sono al limite del risibile per un'opera horror. Non sono empatici, non sono psicopatici, non sono "normali", li definirei "non narrabili". Oltretutto non ce li fanno né amare né odiare. Gli autori sembrano dimenticare che il genere horror si fonda sulla nascita di un sentimento tra pubblico e personaggi. Non li sviluppano minimamente, presentandoci un'opera grottesca in cui invece di emozionarci per una morte, iniziamo a scommettere su chi sia il prossimo a morire.
La grafica è ottima: colpiscono sia i personaggi sia gli sfondi utilizzati. Anche numerosi particolari sono ben rappresentati. Un enorme spreco.
La musica è oscena, forse la peggior di sempre nel genere horror.
A mio parere "Another" è un'opera scandalosa. Vorrebbe essere considerato un anime seinen horror, ma si riduce, con un certo successo, a una parodia dell'intero genere. Con l'avanzare degli episodi, infatti, si rivela una commedia di cattivo gusto più di un'opera che dovrebbe far venire i brividi. Non c'è niente di realistico nell'anime, l'autore gioca con i suoi personaggi come fossero bambole e ce li vorrebbe far passare per esseri umani. La violenza e il sangue non possono sostituire la caratterizzazione dei personaggi e la suspense.
L'opera illude. I primi 30 secondi di essa sono di notevole livello, non si poteva chiedere di più all'autore ma, quando il comparto musicale viene introdotto, ecco che si inizia a insinuare il primo enorme dubbio che la visione dell'opera sia solo uno spreco di tempo.
La trama non è da buttare, la fantasia dell'autore produce un mistero stimolante che, giustamente, non viene spiegato alla fine. Però l'opera si basa sulla costante illusione di avvenimenti tragici che si rivela ogni volta risibile, provocata da un ragazzo che si spaventa anche della propria ombra. L'autore, a metà opera, si avvede di ciò e decide di virare pesantemente sul genere splatter, uno splatter senza senso e che, quindi, peggiora ulteriormente l'opera.
I personaggi sono al limite del risibile per un'opera horror. Non sono empatici, non sono psicopatici, non sono "normali", li definirei "non narrabili". Oltretutto non ce li fanno né amare né odiare. Gli autori sembrano dimenticare che il genere horror si fonda sulla nascita di un sentimento tra pubblico e personaggi. Non li sviluppano minimamente, presentandoci un'opera grottesca in cui invece di emozionarci per una morte, iniziamo a scommettere su chi sia il prossimo a morire.
La grafica è ottima: colpiscono sia i personaggi sia gli sfondi utilizzati. Anche numerosi particolari sono ben rappresentati. Un enorme spreco.
La musica è oscena, forse la peggior di sempre nel genere horror.
A mio parere "Another" è un'opera scandalosa. Vorrebbe essere considerato un anime seinen horror, ma si riduce, con un certo successo, a una parodia dell'intero genere. Con l'avanzare degli episodi, infatti, si rivela una commedia di cattivo gusto più di un'opera che dovrebbe far venire i brividi. Non c'è niente di realistico nell'anime, l'autore gioca con i suoi personaggi come fossero bambole e ce li vorrebbe far passare per esseri umani. La violenza e il sangue non possono sostituire la caratterizzazione dei personaggi e la suspense.
Serie di 12 episodi del 2012 basata sulla light novel di Yukito Ayatsuji, 'Another' si propone come un horror scolastico, dalle intenzioni tutt'altro che cattive. L'incipit è quello di una classe maledetta da molti anni a causa della morte di uno studente modello ammirato da tutti, e come quasi ogni anno la maledizione si ripresenta ora nella sezione attuale dove studiano i nostri protagonisti.
L'ambientazione scolastica più volte utilizzata nei film si concilia molto bene con il genere, ed è così pure in questo prodotto che sin dai primi momenti riesce a trasmettere allo spettatore un po' di tensione. Anche se l'opera procede molto lentamente, inizialmente grazie alla regia e al sonoro, l'ansia e il dubbio riescono a insinuarsi almeno in parte nello spettatore. Tuttavia con il passare degli episodi, quando i dubbi vengono risolti, a causa di alcune scelte nella narrazione la tensione dovuta al mistero viene a svanire e l'horror scade nello splatter, nonché a mio avviso nel ridicolo, e riesce a fare sobbalzare solo in determinati frangenti.
Molto buona invece la controparte tecnica, con un'ottima animazione, un uso studiato delle inquadrature, dei dettagli di luci e ombre, e di una magnifica colonna sonora che genera da sola suspense. Buono anche il chara design di buona parte dei personaggi.
A mio avviso "Another" è un anime studiato episodio per episodio in quanto a realizzazione, ma che pecca in alcune incongruenze nella trama: la scelta di fare apparire qualcuno come "qualcosa che non è" è ottima, e riesce a convincerne lo spettatore, ma poi quando si scopre che invece "non è quello che si pensava", scade tutto perché si riscopre un potere paranormale, che poteva evitare vittime e poteva essere svelato prima degli ultimissimi episodi.
L'ambientazione scolastica più volte utilizzata nei film si concilia molto bene con il genere, ed è così pure in questo prodotto che sin dai primi momenti riesce a trasmettere allo spettatore un po' di tensione. Anche se l'opera procede molto lentamente, inizialmente grazie alla regia e al sonoro, l'ansia e il dubbio riescono a insinuarsi almeno in parte nello spettatore. Tuttavia con il passare degli episodi, quando i dubbi vengono risolti, a causa di alcune scelte nella narrazione la tensione dovuta al mistero viene a svanire e l'horror scade nello splatter, nonché a mio avviso nel ridicolo, e riesce a fare sobbalzare solo in determinati frangenti.
Molto buona invece la controparte tecnica, con un'ottima animazione, un uso studiato delle inquadrature, dei dettagli di luci e ombre, e di una magnifica colonna sonora che genera da sola suspense. Buono anche il chara design di buona parte dei personaggi.
A mio avviso "Another" è un anime studiato episodio per episodio in quanto a realizzazione, ma che pecca in alcune incongruenze nella trama: la scelta di fare apparire qualcuno come "qualcosa che non è" è ottima, e riesce a convincerne lo spettatore, ma poi quando si scopre che invece "non è quello che si pensava", scade tutto perché si riscopre un potere paranormale, che poteva evitare vittime e poteva essere svelato prima degli ultimissimi episodi.
Non avevo mai visto un anime o letto un manga "horror", fino a quando non ho visto "Another". L'anime parla di un ragazzo, Koichi Sakakibara, trasferito in una nuova città e frequentante una nuova scuola particolare. Infatti, proprio nella classe in cui si trova, si dice che vi sia una maledizione, che prevede che ogni mese un alunno o un suo parente deve morire. Come se non bastasse, nella classe è presente una misteriosa ragazza con un occhio bendato che sembra che solo lui possa vedere...
L'anime parte abbastanza bene, con un'atmosfera tetra e cupa, e con un alone di mistero che affascina e incuriosisce nonostante la noia. Ho trovato anche carina la presenza ricorrente delle bambole, presenti soprattutto nelle prime puntate. Tuttavia, con il procedere della storia, la trama diventa sempre più insulsa, fino a culminare con un finale pessimo, che distrugge quel poco di buono che la serie era riuscita a costruire. Senza voler rivelare troppo, la rivelazione del "colpevole", che dovrebbe essere un colpo di scena, non suscita alcuna emozione a causa di una storia gestita malissimo.
In definitiva, quello che prevale al termine dell'anime è la delusione. Delusione perché la musica e i disegni sono eccelsi, delusione perché l'inizio pare molto promettente, delusione perché la storia di fondo nonostante sia alquanto originale e abbastanza semplice, con il procedere della storia diventa sempre più insensata e viene gestita in maniera pessima, generando solo, al termine dell'anime, tanta confusione.
L'anime parte abbastanza bene, con un'atmosfera tetra e cupa, e con un alone di mistero che affascina e incuriosisce nonostante la noia. Ho trovato anche carina la presenza ricorrente delle bambole, presenti soprattutto nelle prime puntate. Tuttavia, con il procedere della storia, la trama diventa sempre più insulsa, fino a culminare con un finale pessimo, che distrugge quel poco di buono che la serie era riuscita a costruire. Senza voler rivelare troppo, la rivelazione del "colpevole", che dovrebbe essere un colpo di scena, non suscita alcuna emozione a causa di una storia gestita malissimo.
In definitiva, quello che prevale al termine dell'anime è la delusione. Delusione perché la musica e i disegni sono eccelsi, delusione perché l'inizio pare molto promettente, delusione perché la storia di fondo nonostante sia alquanto originale e abbastanza semplice, con il procedere della storia diventa sempre più insensata e viene gestita in maniera pessima, generando solo, al termine dell'anime, tanta confusione.
Koichi Sakakibara inizia a frequentare una scuola privata dopo un periodo di malattia, e durante il suo ricovero ci accorgiamo subito che c'è qualcosa che non va. In rappresentanza di tutti i ventisei studenti della sua nuova classe, lo vanno a trovare in tre. Fra di loro c'è la cosiddetta "responsabile delle contromisure", che adotta le misure necessarie per proteggere la classe in quanto sugli studenti di quest'ultima grava un'oscura maledizione. Koichi si imbatterà successivamente in una strana ragazza, Misaki Mei, che sembra essere coinvolta nella maledizione e che soltanto lui riesce a vedere.
"Another" è un anime tutto sommato buono. La storia è particolare, ha la giusta dose di thriller e suspense e qualche scena splatter neanche troppo spinta. Non è un prodotto geniale e tanto originale, ma comunque più che sufficiente e mi è piaciuto molto. I misteri sono tanti all'inizio della storia, man mano vengono spiegati tutti e ci si accorge che sono collegati l'uno all'altro. Con il passare del tempo perde carica rispetto ai primi episodi, ma riesce comunque a tenerti avvinto fino all'ultimo. Leggendo le altre recensioni prima di guardare l'anime, mi sono accorta che molte sono le critiche rivolte al finale. Effettivamente il finale non è dei migliori, o meglio, sono tantissime le aspettative accumulate durante questa serie per la conclusione, ma quest'ultima non è all'altezza di ciò che ci si aspettava. Quanto al fatto che il finale sia aperto o illogico, non lo credo affatto.
<b>(SPOILER)</b> Viene spiegato tutto, e il fatto che la maledizione sia stata bloccata soltanto per i sopravvissuti della classe di Koichi e non anche per gli studenti che verranno dopo, mi sembra abbastanza logico. <b>(FINE SPOILER)</b>
Sorprendente ma non scioccante il colpo di scena riguardante "l'altro".
Per il resto, la colonna sonora è orecchiabile, l'opening in particolare la trovo veramente stupenda e adatta all'anime. Dal punto di vista grafico la serie si meriterebbe un dieci: gli sfondi sono curatissimi, i personaggi non vengono mai ritratti male e l'atmosfera cupa e gotica (specialmente sulle bambole) viene resa benissimo. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere, anche se consiglio di non riporre aspettative esagerate su quest'anime, perché potrebbe deludere con il finale.
"Another" è un anime tutto sommato buono. La storia è particolare, ha la giusta dose di thriller e suspense e qualche scena splatter neanche troppo spinta. Non è un prodotto geniale e tanto originale, ma comunque più che sufficiente e mi è piaciuto molto. I misteri sono tanti all'inizio della storia, man mano vengono spiegati tutti e ci si accorge che sono collegati l'uno all'altro. Con il passare del tempo perde carica rispetto ai primi episodi, ma riesce comunque a tenerti avvinto fino all'ultimo. Leggendo le altre recensioni prima di guardare l'anime, mi sono accorta che molte sono le critiche rivolte al finale. Effettivamente il finale non è dei migliori, o meglio, sono tantissime le aspettative accumulate durante questa serie per la conclusione, ma quest'ultima non è all'altezza di ciò che ci si aspettava. Quanto al fatto che il finale sia aperto o illogico, non lo credo affatto.
<b>(SPOILER)</b> Viene spiegato tutto, e il fatto che la maledizione sia stata bloccata soltanto per i sopravvissuti della classe di Koichi e non anche per gli studenti che verranno dopo, mi sembra abbastanza logico. <b>(FINE SPOILER)</b>
Sorprendente ma non scioccante il colpo di scena riguardante "l'altro".
Per il resto, la colonna sonora è orecchiabile, l'opening in particolare la trovo veramente stupenda e adatta all'anime. Dal punto di vista grafico la serie si meriterebbe un dieci: gli sfondi sono curatissimi, i personaggi non vengono mai ritratti male e l'atmosfera cupa e gotica (specialmente sulle bambole) viene resa benissimo. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere, anche se consiglio di non riporre aspettative esagerate su quest'anime, perché potrebbe deludere con il finale.
Koichi Sakakibara si è appena traferito in una nuova scuola legata a una maledizione che provoca la morte degli studenti della classe del terzo anno, dove si trova il protagonista. Tra i suoi compagni c'è una strana ragazza di nome Misaki che solo Koichi riesce a vedere.
"Another" è un anime dalle ottime aspettative ma che delude sotto molti punti. A leggere la trama si direbbe una storia piena di mistero e intrigo e per un po' è cosi: i misteriosi omicidi e il personaggio di Misaki sono abbastanza buoni da tenere incollati allo schermo per un po' di episodi ma poi la storia crolla mancando di approfondire meglio la maledizione e rendendo il finale abbastanza prevedibile.
Dell'anime però si salvano la grafica, la colonna sonora horror e i protagonisti tutto sommato ben fatti. Non è di certo il nuovo "Higurashi" come qualcuno pensava ma riesce a prenderti.
"Another" è un anime dalle ottime aspettative ma che delude sotto molti punti. A leggere la trama si direbbe una storia piena di mistero e intrigo e per un po' è cosi: i misteriosi omicidi e il personaggio di Misaki sono abbastanza buoni da tenere incollati allo schermo per un po' di episodi ma poi la storia crolla mancando di approfondire meglio la maledizione e rendendo il finale abbastanza prevedibile.
Dell'anime però si salvano la grafica, la colonna sonora horror e i protagonisti tutto sommato ben fatti. Non è di certo il nuovo "Higurashi" come qualcuno pensava ma riesce a prenderti.
Non tutte le ciambelle riescono con il buco, e questo è indubbiamente il caso di "Another"; è pur vero, però, che non necessariamente tutte le ciambelle "senza buco" debbano avere anche un cattivo sapore, e anche questo è il caso di "Another". E così, anche se condivido in pieno molte delle critiche che sono state rivolte a quest'anime (specie sul finale) devo confessare che a me, in fondo, è piaciuto.
Chiaramente ispirato alla commedia musicale di Garinei e Giovannini "Aggiungi un posto a tavola", quest'anime horror-scolastico non ne condivide però le conclusioni ottimistiche: a causa di alcuni strani eventi accaduti ventisei anni prima ogni anno nella terza classe di una scuola media giapponese l'alunno "in più" era in genere costituito da una delle persone defunte a seguito di questa strana maledizione. E ovviamente la sua presenza era portatrice di morte, sia fra gli studenti sia fra i loro familiari. Trasferitosi in città, Koichi Sakakibara viene assegnato proprio a quella classe e, invece di scappare a gambe levate da quel postaccio - cosa che io avrei fatto senza pensarci due volte -, si mette a indagare sul modo di scongiurare il ripetersi degli eventi. Il primo mistero è scoprire l'identità di tale Misaki Mei, una sua compagna di classe con un occhio bendato di cui tutti si ostinano a negare l'esistenza. Si tratta come sembra di un fantasma, oppure c'è una spiegazione diversa?
Ironia a parte, devo dire che ho trovato l'idea di base molto buona e anche vagamente originale. Probabilmente ciò sarà dovuto al fatto che la mia preparazione in tema di anime horror è ancora abbastanza superficiale ma non ho visto troppi richiami a fatti e situazioni già viste e l'atmosfera m'è sembrata sufficientemente tetra per un anime di questo tipo. Non nego, inoltre, che "Another" m'ha tenuto incollato allo schermo per tutti e dodici gli episodi e quando questo succede in genere assegno valutazioni molto alte; in questo caso però la mia valutazione è positiva ma non entusiastica per due ordini di motivi: lo svolgimento della trama e la sua conclusione.
La trama, come detto, parte benissimo e la mia curiosità sale subito alle stelle. Poi, però, qualcosa si inceppa e cominciano a fioccare contraddizioni, esagerazioni e tanta, tanta confusione.
Il finale, poi, è a dir poco ridicolo e assolutamente incoerente. Io credo che in lavori di questo tipo sia necessario lasciare delle tracce in giro per lasciare allo spettatore la soddisfazione di avere capito prima della conclusione l'identità del "colpevole" oppure il disappunto di non averci pensato prima. Ma, sebbene anche qui accada una cosa del genere, queste tracce non potranno mai essere colte perché la scelta fatta è del tutto estranea e incoerente con quanto ci era stato raccontato fino a quel momento. E' come incastrare il colpevole pur essendo sicuri che questi aveva un alibi di ferro.
In definitiva, dunque, mi sento di consigliare "Another" agli appassionati del genere purché siano disposti a chiudere un occhio sul finale; tutto il resto, infatti, può essere considerato meritevole almeno di una visione di prova.
Chiaramente ispirato alla commedia musicale di Garinei e Giovannini "Aggiungi un posto a tavola", quest'anime horror-scolastico non ne condivide però le conclusioni ottimistiche: a causa di alcuni strani eventi accaduti ventisei anni prima ogni anno nella terza classe di una scuola media giapponese l'alunno "in più" era in genere costituito da una delle persone defunte a seguito di questa strana maledizione. E ovviamente la sua presenza era portatrice di morte, sia fra gli studenti sia fra i loro familiari. Trasferitosi in città, Koichi Sakakibara viene assegnato proprio a quella classe e, invece di scappare a gambe levate da quel postaccio - cosa che io avrei fatto senza pensarci due volte -, si mette a indagare sul modo di scongiurare il ripetersi degli eventi. Il primo mistero è scoprire l'identità di tale Misaki Mei, una sua compagna di classe con un occhio bendato di cui tutti si ostinano a negare l'esistenza. Si tratta come sembra di un fantasma, oppure c'è una spiegazione diversa?
Ironia a parte, devo dire che ho trovato l'idea di base molto buona e anche vagamente originale. Probabilmente ciò sarà dovuto al fatto che la mia preparazione in tema di anime horror è ancora abbastanza superficiale ma non ho visto troppi richiami a fatti e situazioni già viste e l'atmosfera m'è sembrata sufficientemente tetra per un anime di questo tipo. Non nego, inoltre, che "Another" m'ha tenuto incollato allo schermo per tutti e dodici gli episodi e quando questo succede in genere assegno valutazioni molto alte; in questo caso però la mia valutazione è positiva ma non entusiastica per due ordini di motivi: lo svolgimento della trama e la sua conclusione.
La trama, come detto, parte benissimo e la mia curiosità sale subito alle stelle. Poi, però, qualcosa si inceppa e cominciano a fioccare contraddizioni, esagerazioni e tanta, tanta confusione.
Il finale, poi, è a dir poco ridicolo e assolutamente incoerente. Io credo che in lavori di questo tipo sia necessario lasciare delle tracce in giro per lasciare allo spettatore la soddisfazione di avere capito prima della conclusione l'identità del "colpevole" oppure il disappunto di non averci pensato prima. Ma, sebbene anche qui accada una cosa del genere, queste tracce non potranno mai essere colte perché la scelta fatta è del tutto estranea e incoerente con quanto ci era stato raccontato fino a quel momento. E' come incastrare il colpevole pur essendo sicuri che questi aveva un alibi di ferro.
In definitiva, dunque, mi sento di consigliare "Another" agli appassionati del genere purché siano disposti a chiudere un occhio sul finale; tutto il resto, infatti, può essere considerato meritevole almeno di una visione di prova.
Secondo me, "Another" è un anime, per quanto riguarda il suo genere, completo. Per questo merita il 10. Sì, per quanto riguardo il genere horror, lo trovo perfetto: una maledizione sovrannaturale, quindi una causa non scientificamente spiegabile né reale. Sì ok, più che horror appartiene al genere di mistero-psicologico. Fino a questo punto lo trovo realizzato magistralmente: mette ansia, fa paura (una paura psicologica), mette in moto il nostro cervello e ha un'aria particolarmente sinistra e agghiacciante; persino la città sembra essere avvolta da un alone di morte e tristezza. Quindi il genere per me è reso perfettamente, la storia direi perfetta grazie ai suoi numerosi intrecci e alla struttura dei vari avvenimenti; anche il finale a suo modo lancia un messaggio semplice di per sé e semplice anche di comprensione che può essere accolto da chiunque.
Per quanto riguarda l'aspetto grafico non mi lamento, le agonie e le varie espressioni dei volti durante i momenti di climax della vita dei vari personaggi trasmettono molto bene allo spettatore le sensazioni che una persona avrebbe in quelle occasioni, in modo da creare anche una maggiore partecipazione di quest'ultimo. In generale il disegno mi è piaciuto.
Ricapitolando: il genere è seguito alla lettera, lo spettatore viene catturato dalla storia che lo spaventa e lo fa immedesimare tramite numerosi intrecci e momenti da "tenere il fiato sospeso", i disegni sono molto buoni e il finale è comodamente apprezzabile. Veramente un buon anime, per questo a mio parere merita un dieci, poi che piaccia o meno quelli sono gusti ma secondo me a livello tecnico è sull'ottimo.
Per quanto riguarda l'aspetto grafico non mi lamento, le agonie e le varie espressioni dei volti durante i momenti di climax della vita dei vari personaggi trasmettono molto bene allo spettatore le sensazioni che una persona avrebbe in quelle occasioni, in modo da creare anche una maggiore partecipazione di quest'ultimo. In generale il disegno mi è piaciuto.
Ricapitolando: il genere è seguito alla lettera, lo spettatore viene catturato dalla storia che lo spaventa e lo fa immedesimare tramite numerosi intrecci e momenti da "tenere il fiato sospeso", i disegni sono molto buoni e il finale è comodamente apprezzabile. Veramente un buon anime, per questo a mio parere merita un dieci, poi che piaccia o meno quelli sono gusti ma secondo me a livello tecnico è sull'ottimo.
La storia si apre con un ragazzo di 15 anni, Kouchi Sakakibara, appena trasferitosi a Yomiyama, una cittadella tranquilla del Giappone dove viene anche ricoverato per un problema ai polmoni. Lì inizierà la terza media con dei nuovi compagni di classe un po' strani e sospetti, inoltre lo continuerà a tormentare la strana presenza di una ragazza con una benda su un occhio.
La storia è movimentata, non ci si può annoiare facilmente poiché trapela un'atmosfera di mistero e inquietudine che non fa staccare gli occhi dalla scena in atto; di certo aiutano anche i motivetti di sottofondo alquanto lugubri, tipici del genere horror. Se amate questo genere, di sicuro adorerete quest'opera, com'è successo a me. Gli scenari sono molto perfezionisti e il character dei personaggi è a dir poco incredibile, inoltre, quando accadono i vari incidenti nello svolgersi della storia, sono molto realistici e a mio parere non danno la sensazione di "cruento" alla quale tutti pensano in un primo momento.
Già prima dell'uscita dell'anime, la figura oscura di Mei Misaki ci fa immaginare storie su di lei, soprattutto per com'è rappresentata: pelle di un bianco cadaverico, capelli neri corvino e la benda sull'occhio, ma anche ogni suo piccolo movimento o gesto esprimono mistero, paura e angoscia; nonostante questo s'impara, episodio dopo episodio, ad amarla e ad apprezzarla per il suo modo di fare, anche se risulta piuttosto difficile.
Sakakibara è una persona molto curiosa e lo si capisce fin dal primo istante in cui si guarda l'anime, non smette di guardarsi attorno e continua a indagare sul mistero al quale è posto; è abbastanza coraggioso e forte per tutte le disgrazie che gli accadono durante la sua vita a Yomiyama, per questo viene stimato, almeno da me, sempre di più.
Akazawa è quel tipo di persona che non si lascia sopraffare dalle difficoltà, però in modo diverso da Sakakibara, lei cerca di reagire ed è per questo che viene scelta per una carica molto importante nella classe. E' l'unica che possa farsi carico di una responsabilità del genere. Cerca di non ammetterlo, ma è anche molto dolce e ci saranno numerose svolte del suo carattere nel corso della vicenda.
Tutti gli altri personaggi (Teshigawara, Kazami, Sakuragi, Mochizuki ecc.) sono uniti da un forte legame anche grazie ad Akazawa, ma dovranno farsi forza nelle situazioni difficili.
Quest'anime, cari lettori, è da non perdere, merita davvero. Spero seguirete il mio consiglio. Cosa aspettate a immergervi nel mondo di "Another"?
La storia è movimentata, non ci si può annoiare facilmente poiché trapela un'atmosfera di mistero e inquietudine che non fa staccare gli occhi dalla scena in atto; di certo aiutano anche i motivetti di sottofondo alquanto lugubri, tipici del genere horror. Se amate questo genere, di sicuro adorerete quest'opera, com'è successo a me. Gli scenari sono molto perfezionisti e il character dei personaggi è a dir poco incredibile, inoltre, quando accadono i vari incidenti nello svolgersi della storia, sono molto realistici e a mio parere non danno la sensazione di "cruento" alla quale tutti pensano in un primo momento.
Già prima dell'uscita dell'anime, la figura oscura di Mei Misaki ci fa immaginare storie su di lei, soprattutto per com'è rappresentata: pelle di un bianco cadaverico, capelli neri corvino e la benda sull'occhio, ma anche ogni suo piccolo movimento o gesto esprimono mistero, paura e angoscia; nonostante questo s'impara, episodio dopo episodio, ad amarla e ad apprezzarla per il suo modo di fare, anche se risulta piuttosto difficile.
Sakakibara è una persona molto curiosa e lo si capisce fin dal primo istante in cui si guarda l'anime, non smette di guardarsi attorno e continua a indagare sul mistero al quale è posto; è abbastanza coraggioso e forte per tutte le disgrazie che gli accadono durante la sua vita a Yomiyama, per questo viene stimato, almeno da me, sempre di più.
Akazawa è quel tipo di persona che non si lascia sopraffare dalle difficoltà, però in modo diverso da Sakakibara, lei cerca di reagire ed è per questo che viene scelta per una carica molto importante nella classe. E' l'unica che possa farsi carico di una responsabilità del genere. Cerca di non ammetterlo, ma è anche molto dolce e ci saranno numerose svolte del suo carattere nel corso della vicenda.
Tutti gli altri personaggi (Teshigawara, Kazami, Sakuragi, Mochizuki ecc.) sono uniti da un forte legame anche grazie ad Akazawa, ma dovranno farsi forza nelle situazioni difficili.
Quest'anime, cari lettori, è da non perdere, merita davvero. Spero seguirete il mio consiglio. Cosa aspettate a immergervi nel mondo di "Another"?
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Nel 1972 nella terza classe della Yomi Nord uno studente di nome Misaki muore improvvisamente ma i compagni e i professori decidono di continuare come se lui fosse ancora vivo. Da allora quella classe è legata a una potente maledizione, che prevede la morte degli alunni e dei familiari più stretti a intervalli irregolari. 26 anni dopo, nel 1998, Koichi Sakakibara si trasferisce proprio in quella scuola, percependo fin da subito qualcosa di strano: tutti sembrano infatti ignorare Misaki Mei, una compagna di classe con una strana benda su un occhio. Nel corso della serie Koichi viene messo al corrente della maledizione che agisce sulla classe e, insieme ai suoi compagni di classe, cercherà in ogni modo di fermarla.
Anche se non sono un'amante del genere horror, pensavo che questo sarebbe stato un anime capace di tenermi incollata allo schermo. Purtroppo non è stato così. La trama di fondo è originale, ma viene sviluppata male e in maniera piuttosto noiosa. Molte puntate potevano essere evitate: nelle prime quattro puntate non succede assolutamente nulla, se non ad avvolgere nel mistero il personaggio di Misaki (cosa nemmeno tanto riuscita), e trovo completamente inutile anche la puntata in cui tutti vanno al mare.
I personaggi sono tutti uguali, piatti, senza un minimo di spessore psicologico: sfido chiunque a ricordarsi i vari compagni di classe dopo la visione dell'anime. Non sono caratterizzati bene nemmeno i protagonisti: Koichi viene sballottato da una parte all'altra senza mai capire cosa gli accade intorno e Misaki rimane schiava del suo ruolo iniziale fino alla fine, risultando egoista e menefreghista in quanto fin dall'inizio avrebbe potuto fermare la maledizione per quell'anno, ma non l'ha fatto.
Il finale è da buttare: le ultime due puntate, che sfociano nello splatter, sono sicuramente la pecca più grossa dell'anime, messe lì soltanto per dare una conclusione affrettata che in fondo non dà grandi spiegazioni.
Ci sono però anche degli aspetti positivi: la grafica è ottima e trovo interessanti anche le ambientazioni, prima su tutte il negozio di bambole. Anche le musiche non sono niente male. L'opening è sicuramente degna di nota, mentre l'ending non riesce a trasmettere la vera essenza dell'anime.
Davvero un peccato, perché gli spunti interessanti c'erano e se fossero stati sfruttati meglio la serie sarebbe uscita in tutt'altro modo. Il mio voto è 5.
Nel 1972 nella terza classe della Yomi Nord uno studente di nome Misaki muore improvvisamente ma i compagni e i professori decidono di continuare come se lui fosse ancora vivo. Da allora quella classe è legata a una potente maledizione, che prevede la morte degli alunni e dei familiari più stretti a intervalli irregolari. 26 anni dopo, nel 1998, Koichi Sakakibara si trasferisce proprio in quella scuola, percependo fin da subito qualcosa di strano: tutti sembrano infatti ignorare Misaki Mei, una compagna di classe con una strana benda su un occhio. Nel corso della serie Koichi viene messo al corrente della maledizione che agisce sulla classe e, insieme ai suoi compagni di classe, cercherà in ogni modo di fermarla.
Anche se non sono un'amante del genere horror, pensavo che questo sarebbe stato un anime capace di tenermi incollata allo schermo. Purtroppo non è stato così. La trama di fondo è originale, ma viene sviluppata male e in maniera piuttosto noiosa. Molte puntate potevano essere evitate: nelle prime quattro puntate non succede assolutamente nulla, se non ad avvolgere nel mistero il personaggio di Misaki (cosa nemmeno tanto riuscita), e trovo completamente inutile anche la puntata in cui tutti vanno al mare.
I personaggi sono tutti uguali, piatti, senza un minimo di spessore psicologico: sfido chiunque a ricordarsi i vari compagni di classe dopo la visione dell'anime. Non sono caratterizzati bene nemmeno i protagonisti: Koichi viene sballottato da una parte all'altra senza mai capire cosa gli accade intorno e Misaki rimane schiava del suo ruolo iniziale fino alla fine, risultando egoista e menefreghista in quanto fin dall'inizio avrebbe potuto fermare la maledizione per quell'anno, ma non l'ha fatto.
Il finale è da buttare: le ultime due puntate, che sfociano nello splatter, sono sicuramente la pecca più grossa dell'anime, messe lì soltanto per dare una conclusione affrettata che in fondo non dà grandi spiegazioni.
Ci sono però anche degli aspetti positivi: la grafica è ottima e trovo interessanti anche le ambientazioni, prima su tutte il negozio di bambole. Anche le musiche non sono niente male. L'opening è sicuramente degna di nota, mentre l'ending non riesce a trasmettere la vera essenza dell'anime.
Davvero un peccato, perché gli spunti interessanti c'erano e se fossero stati sfruttati meglio la serie sarebbe uscita in tutt'altro modo. Il mio voto è 5.
La storia di "Another" è incentrata su Koichi Sakakibara, che si trasferisce in una nuova scuola a causa del lavoro del padre e qui inizia a notare qualcosa di strano: i compagni cercano infatti di nascondergli il fatto che la loro classe è legata a una maledizione iniziata 26 anni prima in seguito alla morte di uno studente di quella stessa classe. La maledizione prevede la morte degli studenti della classe (e a volte anche dei loro familiari stretti) e dei professori legati a essa, a intervalli irregolari. Nell'arco delle 12 puntate, gli studenti della terza classe cercheranno un modo per fermare la maledizione.
Ho iniziato a vedere quest'anime senza troppe pretese, poiché all'inizio non mi ha colpito particolarmente la trama, che sapeva di già sentita, ma poi si è rivelato una piacevole sorpresa. Posso dire che secondo me l'anime ha avuto un grande miglioramento; dalle prime puntate dove non molto si smuove passa alle successive che ti iniziano a prendere e ad appassionare sempre di più con il loro mistero (che sicuramente si rivela un punto forte dell'anime) fino ad arrivare alle ultime dove ci sono vari colpi di scena. L'opinione sul finale è un po' indecisa: da un lato si è rivelato originale, ma anche un po' deludente. Alcuni personaggi si rivelano infatti ancora più piatti e freddi di quanto non si siano mostrati prima: soprattutto Mei. Infatti la ragazza è indifferente e inespressiva e sembra non gliene importi nulla della maledizione, nonostante gli studenti continuino a morire sotto i suoi occhi. Reagiscono in modo diverso molti altri, come ad esempio Akazawa (il capo delle contromisure) che ha una personalità molto forte, ed è determinata a sconfiggere una maledizione di cui è chiaro che non ne può più come quasi tutti gli altri studenti della classe.
Ottima la grafica, altro punto forte dell'anime. Carine sono anche le soundtrack e le sigle, anche se non ci ho trovato niente di speciale.
Comunque consiglio sicuramente quest'anime a chi vuole vedere qualcosa di carino, splatter, che abbia quel tocco di mistero che impedisce allo spettatore di annoiarsi. Il mio voto è 8.
Ho iniziato a vedere quest'anime senza troppe pretese, poiché all'inizio non mi ha colpito particolarmente la trama, che sapeva di già sentita, ma poi si è rivelato una piacevole sorpresa. Posso dire che secondo me l'anime ha avuto un grande miglioramento; dalle prime puntate dove non molto si smuove passa alle successive che ti iniziano a prendere e ad appassionare sempre di più con il loro mistero (che sicuramente si rivela un punto forte dell'anime) fino ad arrivare alle ultime dove ci sono vari colpi di scena. L'opinione sul finale è un po' indecisa: da un lato si è rivelato originale, ma anche un po' deludente. Alcuni personaggi si rivelano infatti ancora più piatti e freddi di quanto non si siano mostrati prima: soprattutto Mei. Infatti la ragazza è indifferente e inespressiva e sembra non gliene importi nulla della maledizione, nonostante gli studenti continuino a morire sotto i suoi occhi. Reagiscono in modo diverso molti altri, come ad esempio Akazawa (il capo delle contromisure) che ha una personalità molto forte, ed è determinata a sconfiggere una maledizione di cui è chiaro che non ne può più come quasi tutti gli altri studenti della classe.
Ottima la grafica, altro punto forte dell'anime. Carine sono anche le soundtrack e le sigle, anche se non ci ho trovato niente di speciale.
Comunque consiglio sicuramente quest'anime a chi vuole vedere qualcosa di carino, splatter, che abbia quel tocco di mistero che impedisce allo spettatore di annoiarsi. Il mio voto è 8.
Voto controverso, perché se togliessimo le ultime due puntate e ce ne fossero al loro posto due che davvero danno una spiegazione o danno un finale meritevole, il mio voto sarebbe intorno al 7 e mezzo. Do 5 perché la mattanza di comodo "perché bisognava concludere e serviva una spiegazione alla bene e meglio" è veramente ma veramente penosa, tuttavia, l'idea di fondo, io la trovo molto bella.
La trama poggia sue due concetti fondamentali: il primo è la realtà rurale, tipicamente abbandonata a un controllo provinciale misero e lasciata alla totale autogestione interna di tipo chiuso, quindi niente shock che non sia arrivata la polizia di stato a occuparsi dei morti in giro, seconda cosa la percezione giapponese delle cose e il fatto che queste realtà convivono con i tassi di suicidi giovanili più alti al mondo, quindi nascondere il 'segretuccio' della scuola oltre il paesino non è poi così impensabile se la storia poggia su ritocchi di massa della memoria da parte del fenomeno.
Su queste basi effettivamente la storia prometteva benissimo. Un gesto di non accettazione della morte di un compagno di 26 anni prima ha spalancato le porte dei morti all'aula 3, che da allora vede periodicamente tra i suoi iscritti un extra studente, appunto another del titolo, la cui presenza scatena una rappresaglia della morte condannando gli studenti dell'aula e i loro parenti a morti accidentali più o meno probabili. Per fare fronte alla tragedia la scuola e il corpo docenti attuano un sistema di controllo dell'another, non potendo riconoscerlo se non al momento del diploma (dopo la mattanza comunque) e con successiva dimenticanza globale dovuta al fenomeno, escludendo elettivamente uno degli studenti della classe che diventerà il non esistente, in questo modo il bilancio degli studenti torna nella norma e la morte non si abbatte sull'aula di poveracci.
Questo meccanismo viene attuato sempre secondo il giochetto del banco in meno rispetto al numero di studenti, ossia se la classe dimostra di essere sotto situazione anomala. L'arrivo di uno studente trasferito spariglia un attimo la situazione, anche se era conteggiato quindi tecnicamente non sfasava il numero, inoltre la classe ha come prevenzione già un alunno non esistente, Misaki, una ragazzina dall'occhio di vetro che tutti quanti ignorano come da procedura e come ovviamente ci si aspetta il buon protagonista non ignora una volta arrivato a scuola.
Ora se l'inizio crea la giusta atmosfera di suspense dove Sakakibara-kun è l'outsider del sistema e quindi non conscio dei meccanismi locali e per giunta diffidato in quanto elemento esterno al paesino (trasferito per ragioni di lavoro del padre all'estero), lo sviluppo lascia molto a desiderare. Non c'è approfondimento psicologico degno di nota nell'entourage di bambini, nemmeno di Misaki e Sakakibara, alla fine non si va molto a fondo, sì certo si capiscono meglio le loro rispettive situazioni e gli intrighi famigliari della ragazza, ma non viene dato un intenso scorcio psicologico dei due e di nessun altro in generale.
Nemmeno quando il crescendo d'informazioni è tale per cui di fatto la risposta psicologica varrebbe più dei fatti, ossia quando viene fuori la beneamata cassettina registrata dall'unico studente che si dice abbia fermato la maledizione, ma di cui nessuno ricorda il come e il perché. E qui anche l'idea era molto buona, il caso, ossia un incidente per cui viene ucciso l'another che ferma il massacro, viene portata avanti in modo ridicolo e vissuta in maniera delirante dal gruppo di studenti. Se ci stava che uno o due sbroccassero volendo ammazzare a tentativi pur di fermare la maledizione, non ha senso il delirio delle ultimi puntate dove c'è una fase splatter oscena che fa crollare quel poco di buono che restava dell'anime in questione, riducendo peraltro Misaki a egoista gratuita senza spiegazione, in quanto lei, l'another, lo poteva riconoscere dalla prima puntata e nonostante tutto non l'ha fatto. Passi che si doveva aspettare la cassetta con le info per sapere che fare, per il resto tiene poco e gli indizi dati allo spettatore per capirlo sono davvero gestiti malissimo rovinando l'effetto sorpresa.
Il lato tecnico non è bruttissimo, i disegni sono carini ma i personaggi non sono molto espressivi, cosa che secondo me dovevano essere proprio per rendere meglio l'impatto. Il comparto sonoro non è niente di che e la sigla iniziale non è niente di trascendentale. Non mi sento di consigliare la serie, se l'idea di fondo è intrigante lo sviluppo è fortemente deludente.
La trama poggia sue due concetti fondamentali: il primo è la realtà rurale, tipicamente abbandonata a un controllo provinciale misero e lasciata alla totale autogestione interna di tipo chiuso, quindi niente shock che non sia arrivata la polizia di stato a occuparsi dei morti in giro, seconda cosa la percezione giapponese delle cose e il fatto che queste realtà convivono con i tassi di suicidi giovanili più alti al mondo, quindi nascondere il 'segretuccio' della scuola oltre il paesino non è poi così impensabile se la storia poggia su ritocchi di massa della memoria da parte del fenomeno.
Su queste basi effettivamente la storia prometteva benissimo. Un gesto di non accettazione della morte di un compagno di 26 anni prima ha spalancato le porte dei morti all'aula 3, che da allora vede periodicamente tra i suoi iscritti un extra studente, appunto another del titolo, la cui presenza scatena una rappresaglia della morte condannando gli studenti dell'aula e i loro parenti a morti accidentali più o meno probabili. Per fare fronte alla tragedia la scuola e il corpo docenti attuano un sistema di controllo dell'another, non potendo riconoscerlo se non al momento del diploma (dopo la mattanza comunque) e con successiva dimenticanza globale dovuta al fenomeno, escludendo elettivamente uno degli studenti della classe che diventerà il non esistente, in questo modo il bilancio degli studenti torna nella norma e la morte non si abbatte sull'aula di poveracci.
Questo meccanismo viene attuato sempre secondo il giochetto del banco in meno rispetto al numero di studenti, ossia se la classe dimostra di essere sotto situazione anomala. L'arrivo di uno studente trasferito spariglia un attimo la situazione, anche se era conteggiato quindi tecnicamente non sfasava il numero, inoltre la classe ha come prevenzione già un alunno non esistente, Misaki, una ragazzina dall'occhio di vetro che tutti quanti ignorano come da procedura e come ovviamente ci si aspetta il buon protagonista non ignora una volta arrivato a scuola.
Ora se l'inizio crea la giusta atmosfera di suspense dove Sakakibara-kun è l'outsider del sistema e quindi non conscio dei meccanismi locali e per giunta diffidato in quanto elemento esterno al paesino (trasferito per ragioni di lavoro del padre all'estero), lo sviluppo lascia molto a desiderare. Non c'è approfondimento psicologico degno di nota nell'entourage di bambini, nemmeno di Misaki e Sakakibara, alla fine non si va molto a fondo, sì certo si capiscono meglio le loro rispettive situazioni e gli intrighi famigliari della ragazza, ma non viene dato un intenso scorcio psicologico dei due e di nessun altro in generale.
Nemmeno quando il crescendo d'informazioni è tale per cui di fatto la risposta psicologica varrebbe più dei fatti, ossia quando viene fuori la beneamata cassettina registrata dall'unico studente che si dice abbia fermato la maledizione, ma di cui nessuno ricorda il come e il perché. E qui anche l'idea era molto buona, il caso, ossia un incidente per cui viene ucciso l'another che ferma il massacro, viene portata avanti in modo ridicolo e vissuta in maniera delirante dal gruppo di studenti. Se ci stava che uno o due sbroccassero volendo ammazzare a tentativi pur di fermare la maledizione, non ha senso il delirio delle ultimi puntate dove c'è una fase splatter oscena che fa crollare quel poco di buono che restava dell'anime in questione, riducendo peraltro Misaki a egoista gratuita senza spiegazione, in quanto lei, l'another, lo poteva riconoscere dalla prima puntata e nonostante tutto non l'ha fatto. Passi che si doveva aspettare la cassetta con le info per sapere che fare, per il resto tiene poco e gli indizi dati allo spettatore per capirlo sono davvero gestiti malissimo rovinando l'effetto sorpresa.
Il lato tecnico non è bruttissimo, i disegni sono carini ma i personaggi non sono molto espressivi, cosa che secondo me dovevano essere proprio per rendere meglio l'impatto. Il comparto sonoro non è niente di che e la sigla iniziale non è niente di trascendentale. Non mi sento di consigliare la serie, se l'idea di fondo è intrigante lo sviluppo è fortemente deludente.
Un giovane studente, Koichi Sakakibara, si trasferisce in una scuola nella piccola città di Yomiyama. Qui conosce una ragazza con una benda sull'occhio sinistro, Misaki Mei, che tutto il resto della classe sembra ignorare o addirittura non vedere, tanto da farlo dubitare sulla sua esistenza. Ma le cose peggioreranno a mano a mano che Koichi si renderà conto della maledizione che incombe sulla sua nuova classe, una maledizione che non sarà affatto facile fermare.
Il mistero è il punto forte di questo "Another", anime chiaramente horror che si svolge nell'arco di dodici puntate, mistero che però non è l'unico elemento degno di attenzione. Molte le scene splatter contenute e buona anche la dose di tensione, che rimane sempre ad alti livelli durante tutto lo scorrere dell'opera, tanto da contribuire al coinvolgimento dello spettatore. La trama è ben fatta, e anche se sono presenti alcune forzature è ben gestita dall'inizio alla fine, dove gli autori riescono a chiarire tutti i misteri maturarti durante le puntate.
Belli sono i disegni e superba la grafica che riesce ad aumentare l'atmosfera cupa e maledetta di quest'anime con panorami, sfondi e inquadrature che contribuiscono a spaventare lo spettatore. Non è eccelsa la parte audio, che fa la sua senza infamia e senza lode, con opening ed ending non memorabili, ma non sfigura nell'accompagnamento alle scene principali.
"Another" resta sicuramente una piacevole sorpresa, capace di spaventare e attirare l'attenzione fino alla fine, per questo lo consiglio a meno che non siate impressionabili dalle scene spaltter in esso contenute.
Il mistero è il punto forte di questo "Another", anime chiaramente horror che si svolge nell'arco di dodici puntate, mistero che però non è l'unico elemento degno di attenzione. Molte le scene splatter contenute e buona anche la dose di tensione, che rimane sempre ad alti livelli durante tutto lo scorrere dell'opera, tanto da contribuire al coinvolgimento dello spettatore. La trama è ben fatta, e anche se sono presenti alcune forzature è ben gestita dall'inizio alla fine, dove gli autori riescono a chiarire tutti i misteri maturarti durante le puntate.
Belli sono i disegni e superba la grafica che riesce ad aumentare l'atmosfera cupa e maledetta di quest'anime con panorami, sfondi e inquadrature che contribuiscono a spaventare lo spettatore. Non è eccelsa la parte audio, che fa la sua senza infamia e senza lode, con opening ed ending non memorabili, ma non sfigura nell'accompagnamento alle scene principali.
"Another" resta sicuramente una piacevole sorpresa, capace di spaventare e attirare l'attenzione fino alla fine, per questo lo consiglio a meno che non siate impressionabili dalle scene spaltter in esso contenute.
Le storie horror mi affascinano sempre, tuttavia i videogiochi e i film con attori in carne e ossa mi creano seri problemi di tensione. Sebbene i prodotti animati non siano mai stati un problema, temevo che "Another" fosse un prodotto in grado di creare parecchia atmosfera e che rischiasse di infrangere il livello massimo di sopportazione del mio sistema nervoso. Fortunatamente, non è stato così. Sfortunatamente, non ci si è nemmeno avvicinato. I sentimenti che mi hanno causato veramente problemi durante la visione sono stati la noia e la rabbia che provavo nel vedere un ottimo spunto rovinato da una sceneggiatura prevedibile e sconclusionata e da personaggi psicologicamente poco verosimili.
La serie, verso il finale, si movimenta un po' e vira decisamente sullo splatter offrendo un numero abbondante di decessi, tutti molto spettacolari, caratteristici, ricchi di enfasi e sangue. Nella baraonda finale i personaggi perdono quel poco di caratterizzazione psicologica che avevano e diventano dei semplici pupazzi in mano agli sceneggiatori. Il caso più eclatante e fastidioso lo mostra la protagonista, che per esigenze di copione tace quella che poteva essere l'informazione chiave per risolvere, con decisamente meno danni, il tutto.
Ci troviamo quindi con un inizio che parte da uno spunto molto interessante e lo presenta in modo un po' troppo lento e confuso, con una parte centrale in cui, nonostante qualche magagna e qualche fatto troppo sensazionalistico, riesce a incuriosire, e con una fine che in preda ad un delirio rovina quel poco di buono che era stato fatto.
Another è ambientato in una piccola cittadina e parte con il classico studente appena trasferito. Tra i suoi nuovi compagni nota una strana ragazza con una benda all'occhio che non ha alcun rapporto con i compagni e i professori. Sembra quasi sia invisibile a tutti tranne che ai suoi occhi. Esiste davvero? O forse è un fantasma? La scuola inoltre sembra nascondere un terribile segreto, una maledizione che per generazioni affligge proprio la sua classe. Riuscirà a fermarla?
L'anime parte con atmosfere horror, vira sul genere thriller e sfocia nello splatter. Riesce inizialmente a creare situazioni di atmosfera e introduce elementi che avrebbero potuto farmi sobbalzare, se ben sfruttati. Imposta poi alcuni elementi che lo avrebbero potuto rendere, se strutturati con meno improvvisazione, un buon giallo o thriller. Tuttavia alla fine predilige una strada più sensazionalistica, forzando un po' troppo la mano sia nel rappresentare i decessi sia nel creare cliffhanger forzati. Il tutto, stabiliti un paio di assiomi iniziali, diventa molto prevedibile: muore almeno un personaggio a episodio ed è facile capire quale. Inoltre, è chiaro come si metteranno le cose e in cosa scadrà il finale.
Peccato, trovo "Another" un'occasione sprecata.
La serie, verso il finale, si movimenta un po' e vira decisamente sullo splatter offrendo un numero abbondante di decessi, tutti molto spettacolari, caratteristici, ricchi di enfasi e sangue. Nella baraonda finale i personaggi perdono quel poco di caratterizzazione psicologica che avevano e diventano dei semplici pupazzi in mano agli sceneggiatori. Il caso più eclatante e fastidioso lo mostra la protagonista, che per esigenze di copione tace quella che poteva essere l'informazione chiave per risolvere, con decisamente meno danni, il tutto.
Ci troviamo quindi con un inizio che parte da uno spunto molto interessante e lo presenta in modo un po' troppo lento e confuso, con una parte centrale in cui, nonostante qualche magagna e qualche fatto troppo sensazionalistico, riesce a incuriosire, e con una fine che in preda ad un delirio rovina quel poco di buono che era stato fatto.
Another è ambientato in una piccola cittadina e parte con il classico studente appena trasferito. Tra i suoi nuovi compagni nota una strana ragazza con una benda all'occhio che non ha alcun rapporto con i compagni e i professori. Sembra quasi sia invisibile a tutti tranne che ai suoi occhi. Esiste davvero? O forse è un fantasma? La scuola inoltre sembra nascondere un terribile segreto, una maledizione che per generazioni affligge proprio la sua classe. Riuscirà a fermarla?
L'anime parte con atmosfere horror, vira sul genere thriller e sfocia nello splatter. Riesce inizialmente a creare situazioni di atmosfera e introduce elementi che avrebbero potuto farmi sobbalzare, se ben sfruttati. Imposta poi alcuni elementi che lo avrebbero potuto rendere, se strutturati con meno improvvisazione, un buon giallo o thriller. Tuttavia alla fine predilige una strada più sensazionalistica, forzando un po' troppo la mano sia nel rappresentare i decessi sia nel creare cliffhanger forzati. Il tutto, stabiliti un paio di assiomi iniziali, diventa molto prevedibile: muore almeno un personaggio a episodio ed è facile capire quale. Inoltre, è chiaro come si metteranno le cose e in cosa scadrà il finale.
Peccato, trovo "Another" un'occasione sprecata.
Esistono le maledizioni? 'Another' non è il classico horror scolastico e non si "schiera" né dalla parte dei superstiziosi né da quella degli scettici, tuttavia mostra come la morte si celi dietro l'angolo per chiunque. Che si tratti di destino o meno, quotidianamente corriamo il rischio di morire per incidenti (non necessariamente sulla strada) o fatalità in qualsiasi circostanza.
Quella che andrò ad accennare è la trama di fondo - non contenente spoiler - necessaria come input per potere comprendere fin da subito questo criptico 'Another'.
La vicenda si svolge nell'arco temporale tra primavera ed estate del 1998 nella città di Yomiyama, parte subito con il raccontare la storia da cui tutto ha inizio. Nel 1982 nella classe terza di una scuola media della città avviene la morte misteriosa di una ragazza. Fin da subito nessuno riesce a ricordarsi la causa della sua morte, e poco tempo dopo un compagno di classe inizia a vederla viva, dopo di lui cominciano a vederla anche gli altri compagni di classe e i professori, tanto che la ragazza morta viene tenuta segnata nel registro di classe, nelle verifiche e le viene pure assegnato il diploma dal preside, e infine compare addirittura sulla foto di classe a fine anno scolastico, seppur sfocata.
Da questo fatto, comincia una sorta di maledizione nella classe terza di questa scuola media, che si ripete con una frequenza più o meno biennale. La maledizione incriminata prevede la morte di un numero sempre diverso di studenti della classe terza della stessa sezione - e talvolta in qualche caso anche la morte di alcuni insegnanti - e/o di famigliari degli stessi, tutto questo ogni due anni a partire dal 1984.
E ora, nel 1998 - dopo 26 anni - la storia tende a ripetersi nuovamente, per la tredicesima volta. Gli studenti della terza classe elaborano alcune strategie per impedire le eventuali morti e alcuni di essi vorranno andare a fondo a questa storia, cercando informazioni e collegamenti con i bienni precedenti, e fare di tutto per esorcizzare questa assurda maledizione.
Maggiori dettagli vengono forniti man mano durante gli episodi, con colpi di scena ben piazzati. Gli episodi scorrono stranamente lenti, dando largo spazio ai misteri e alle investigazioni dei protagonisti e concentrando invece l'horror in pochi attimi. La storia è ben strutturata e complessa, sebbene siano presenti alcune sbavature e imprecisioni nei primi episodi; mentre negli ultimi episodi si avverte la sensazione come se tutto venisse velocizzato per concludere in soli dodici episodi. Forse è stato meglio così, se fosse stato più diluito avrebbe forse stancato e annoiato, anche se avrebbe potuto accreditare maggiore spazio alle vicende - già ben ricche e condite - del passato.
Di alcuni elementi di 'Another' - come ad esempio la psicologia malata e "marcia" dei personaggi - si possono ritrovare parziali similitudini con horror del calibro di 'Higurashi no Naku Koro ni', ma anche di più recenti come 'Shiki' e 'Ookami Kakushi'.
Generalmente l'anime presenta comparti grafici e sonori molto buoni, al di sopra della media. Atmosfere cupe e cariche di ansia sono ben realizzate. Peccato per la breve durata, avrebbe potuto approfondire maggiormente alcuni dettagli interessanti, tuttavia per certi suoi aspetti con una durata maggiore avrebbe rischiato di ritrovarsi troppi filler e poco contenuto, quindi alla fine è stato probabilmente meglio così. Sarebbe carino un sequel, o meglio un prequel degli anni precedenti (non sto considerando l'OVA in programma), ma purtroppo dubito che verrà mai fatto.
Gli amanti dell'horror troveranno divertente quest'anime, da considerarsi il miglior horror scolastico degli ultimi quattro anni. Originale e imprevedibile, nonostante presenti alcune incoerenze e difetti iniziali. Horror dalle ottime basi, ma con risultato finale leggermente al di sotto delle aspettative.
Quella che andrò ad accennare è la trama di fondo - non contenente spoiler - necessaria come input per potere comprendere fin da subito questo criptico 'Another'.
La vicenda si svolge nell'arco temporale tra primavera ed estate del 1998 nella città di Yomiyama, parte subito con il raccontare la storia da cui tutto ha inizio. Nel 1982 nella classe terza di una scuola media della città avviene la morte misteriosa di una ragazza. Fin da subito nessuno riesce a ricordarsi la causa della sua morte, e poco tempo dopo un compagno di classe inizia a vederla viva, dopo di lui cominciano a vederla anche gli altri compagni di classe e i professori, tanto che la ragazza morta viene tenuta segnata nel registro di classe, nelle verifiche e le viene pure assegnato il diploma dal preside, e infine compare addirittura sulla foto di classe a fine anno scolastico, seppur sfocata.
Da questo fatto, comincia una sorta di maledizione nella classe terza di questa scuola media, che si ripete con una frequenza più o meno biennale. La maledizione incriminata prevede la morte di un numero sempre diverso di studenti della classe terza della stessa sezione - e talvolta in qualche caso anche la morte di alcuni insegnanti - e/o di famigliari degli stessi, tutto questo ogni due anni a partire dal 1984.
E ora, nel 1998 - dopo 26 anni - la storia tende a ripetersi nuovamente, per la tredicesima volta. Gli studenti della terza classe elaborano alcune strategie per impedire le eventuali morti e alcuni di essi vorranno andare a fondo a questa storia, cercando informazioni e collegamenti con i bienni precedenti, e fare di tutto per esorcizzare questa assurda maledizione.
Maggiori dettagli vengono forniti man mano durante gli episodi, con colpi di scena ben piazzati. Gli episodi scorrono stranamente lenti, dando largo spazio ai misteri e alle investigazioni dei protagonisti e concentrando invece l'horror in pochi attimi. La storia è ben strutturata e complessa, sebbene siano presenti alcune sbavature e imprecisioni nei primi episodi; mentre negli ultimi episodi si avverte la sensazione come se tutto venisse velocizzato per concludere in soli dodici episodi. Forse è stato meglio così, se fosse stato più diluito avrebbe forse stancato e annoiato, anche se avrebbe potuto accreditare maggiore spazio alle vicende - già ben ricche e condite - del passato.
Di alcuni elementi di 'Another' - come ad esempio la psicologia malata e "marcia" dei personaggi - si possono ritrovare parziali similitudini con horror del calibro di 'Higurashi no Naku Koro ni', ma anche di più recenti come 'Shiki' e 'Ookami Kakushi'.
Generalmente l'anime presenta comparti grafici e sonori molto buoni, al di sopra della media. Atmosfere cupe e cariche di ansia sono ben realizzate. Peccato per la breve durata, avrebbe potuto approfondire maggiormente alcuni dettagli interessanti, tuttavia per certi suoi aspetti con una durata maggiore avrebbe rischiato di ritrovarsi troppi filler e poco contenuto, quindi alla fine è stato probabilmente meglio così. Sarebbe carino un sequel, o meglio un prequel degli anni precedenti (non sto considerando l'OVA in programma), ma purtroppo dubito che verrà mai fatto.
Gli amanti dell'horror troveranno divertente quest'anime, da considerarsi il miglior horror scolastico degli ultimi quattro anni. Originale e imprevedibile, nonostante presenti alcune incoerenze e difetti iniziali. Horror dalle ottime basi, ma con risultato finale leggermente al di sotto delle aspettative.
Gli appassionati di storie dell'orrore di matrice asiatica (coreana e giapponese soprattutto) sapranno sicuramente quanto un'ambientazione scolastica di base possa ritenersi valida nella pianificazione di un progetto che coinvolga un gran numero di personaggi in un'altrettanto corposa rete di avvenimenti misteriosi, senza rinunciare ad espedienti cruenti. Se lungometraggi come Death Bell, D-Day, Whispering Corridors, Battle Royale, Suicide Circle, e sulla stessa scia una serie di tanti altri titoli, trovano nel binomio scuola-morte un pretesto per turbare lo spettatore ma al contempo indirizzarne l'attenzione a un implicito messaggio critico di tipo sociale, sarà meno ipotizzabile ricavare un secondo scopo in un'opera d'animazione, destinata principalmente all'intrattenimento. In Another, adattamento di una light novel del 2009, il fine unico sembra quello di raffigurare una storia che, adornandosi di elementi che rievochino perfettamente le atmosfere e gli schemi di un film horror, invogli il pubblico a lavorare di mente, a porsi nuovi dubbi con il passare degli episodi e ad auspicarsi che anche la minima situazione sia buona per sfociare nel consueto bagno di sangue.
Da un lato bisogna riconoscere che Another rievoca veramente bene lo stampo delle opere del filone, riprendendone sia i pregi (prevalentemente tecnici) sia i difetti (legati alla narrazione). Encomiabile è innanzitutto la pulizia grafica che caratterizza le figure in superficie e i fondali, ma i meriti maggiori sono da attribuire ai direttori artistico e del suono, che non sbagliano una mossa contribuendo alla percettibilità di un clima di tensione degno delle produzioni cinematografiche del genere. Da queste ultime, come ho già accennato, l'anime eredita un po' irresponsabilmente la struttura narrativa: la trama inizia a raccontarsi, lentamente, silenziosamente, facendo sì che il giallo, a piccole dosi, s'infittisca, per poi essere sbrogliato in un colpo solo, nelle puntate decisive. La serie si congeda fragorosamente, nel caos, in modo opposto rispetto a come s'era presentata: una procedura classica, quella della deflagrazione finale, che tuttavia non funziona a dovere quando la mole straripante di dubbi svelati non sopperisce a incongruenze e forzature anteriormente individuate, tanto meno se la credibilità dei personaggi stessi mostra fin dall'inizio plateali carenze.
Another potrebbe in breve descriversi come un teen slasher scolastico in cui a fare la parte del killer è principalmente una maledizione, dotata per giunta di tanta fantasia - i decessi sembrano usciti da Final Destination o 6:66 Death Happen.
Da un lato bisogna riconoscere che Another rievoca veramente bene lo stampo delle opere del filone, riprendendone sia i pregi (prevalentemente tecnici) sia i difetti (legati alla narrazione). Encomiabile è innanzitutto la pulizia grafica che caratterizza le figure in superficie e i fondali, ma i meriti maggiori sono da attribuire ai direttori artistico e del suono, che non sbagliano una mossa contribuendo alla percettibilità di un clima di tensione degno delle produzioni cinematografiche del genere. Da queste ultime, come ho già accennato, l'anime eredita un po' irresponsabilmente la struttura narrativa: la trama inizia a raccontarsi, lentamente, silenziosamente, facendo sì che il giallo, a piccole dosi, s'infittisca, per poi essere sbrogliato in un colpo solo, nelle puntate decisive. La serie si congeda fragorosamente, nel caos, in modo opposto rispetto a come s'era presentata: una procedura classica, quella della deflagrazione finale, che tuttavia non funziona a dovere quando la mole straripante di dubbi svelati non sopperisce a incongruenze e forzature anteriormente individuate, tanto meno se la credibilità dei personaggi stessi mostra fin dall'inizio plateali carenze.
Another potrebbe in breve descriversi come un teen slasher scolastico in cui a fare la parte del killer è principalmente una maledizione, dotata per giunta di tanta fantasia - i decessi sembrano usciti da Final Destination o 6:66 Death Happen.
Premessa: non sono mai stato un amante di questo genere, e difficilmente mi dedico alla visione di horror-splatter e simili. Questa volta però, spinto da alcune voci che davano quest'anime come uno tra i migliori di quest'inverno, mi sono deciso a dare un occhio a questo titolo.
Senza perdere tempo con la trama già dettagliatamente scritta e a cui poco altro potrei aggiungere, cominciamo questa recensione. La prima dopo tanti anni che seguo questo sito. Partiamo dal voto. Ma come stai facendo una recensione e parti dal voto? Ebbene sì! 5. Eh sì, perché ahimè quest'anime mi ha deluso e non poco. Sia chiaro non tutto è da buttare ma nel complesso si poteva fare molto meglio. Il 5 da me dato è un 5 che deriva da una media di due voti. Esattamente un bel 8 fino alla puntata "marittima" e un bel 2 secco per gli ultimi episodi.
La prima parte è ottima con un mistero che ci viene snocciolato piano piano con vari dubbi che personalmente non sono riuscito a risolvere fino a quando tutto è stato coerentemente rivelato. Tutto sarebbe andato per il verso giusto se poi la serie avesse continuato su questa falsa riga, ma negli ultimi episodi tutto il mistero crolla e gli avvenimenti avvengono uno dietro l'altro in maniera sconclusionata e troppo frettolosa e più volte sono dovuto tornare indietro per capire cosa stava succedendo. Oltre a questo i vari comportamenti dei personaggi, decisamente senza senso, lasciano a bocca aperta e più volte ho avuto la tentazione di tirare un pugno al monitor. A tutto questo va aggiunto il finale che distrugge anche il bello della prima parte.
Come ho detto all'inizio ovviamente non tutto è da buttare. Il comparto tecnico è ottimo con una grafica decisamente sopra la media e con ambientazioni cupe e opprimenti che si adattano perfettamente al clima che permea tutta la serie. Ottimo anche il comparto sonoro con una buona opening e un'ottima ending, anch'esse decisamente in tema. Nota dolente per il chara design, decisamente troppo piatto per tutti i personaggi eccezion fatta per Mei.
Lo consiglio? Assolutamente no, o meglio guardatevi gli episodi prima che i protagonisti decidano di andare al mare, e inventatevi una conclusione. Così forse smorzerete la delusione. Forse.
Orphen
Senza perdere tempo con la trama già dettagliatamente scritta e a cui poco altro potrei aggiungere, cominciamo questa recensione. La prima dopo tanti anni che seguo questo sito. Partiamo dal voto. Ma come stai facendo una recensione e parti dal voto? Ebbene sì! 5. Eh sì, perché ahimè quest'anime mi ha deluso e non poco. Sia chiaro non tutto è da buttare ma nel complesso si poteva fare molto meglio. Il 5 da me dato è un 5 che deriva da una media di due voti. Esattamente un bel 8 fino alla puntata "marittima" e un bel 2 secco per gli ultimi episodi.
La prima parte è ottima con un mistero che ci viene snocciolato piano piano con vari dubbi che personalmente non sono riuscito a risolvere fino a quando tutto è stato coerentemente rivelato. Tutto sarebbe andato per il verso giusto se poi la serie avesse continuato su questa falsa riga, ma negli ultimi episodi tutto il mistero crolla e gli avvenimenti avvengono uno dietro l'altro in maniera sconclusionata e troppo frettolosa e più volte sono dovuto tornare indietro per capire cosa stava succedendo. Oltre a questo i vari comportamenti dei personaggi, decisamente senza senso, lasciano a bocca aperta e più volte ho avuto la tentazione di tirare un pugno al monitor. A tutto questo va aggiunto il finale che distrugge anche il bello della prima parte.
Come ho detto all'inizio ovviamente non tutto è da buttare. Il comparto tecnico è ottimo con una grafica decisamente sopra la media e con ambientazioni cupe e opprimenti che si adattano perfettamente al clima che permea tutta la serie. Ottimo anche il comparto sonoro con una buona opening e un'ottima ending, anch'esse decisamente in tema. Nota dolente per il chara design, decisamente troppo piatto per tutti i personaggi eccezion fatta per Mei.
Lo consiglio? Assolutamente no, o meglio guardatevi gli episodi prima che i protagonisti decidano di andare al mare, e inventatevi una conclusione. Così forse smorzerete la delusione. Forse.
Orphen
"Another" nasce come romanzo di Yukito Ayatsuji pubblicato dalla casa editrice Kadokawa. Al momento sono in commercio sia la versione cartacea sia quella animata, ma vorrei farvi presente che ben presto uscirà anche l'episodio 0 e il live-action. È comunque giusto ammettere che entrambe, però, presentano alcune differenze sia tra di loro sia rispetto al romanzo.
L'anime di "Another", composto da 12 episodi, è principalmente di genere mistero, condito con sporadiche scene sanguinose e da un'ambientazione scolastica.
"Higurashi no naku koro ni" seppe conquistare fin dal principio il mio amore e ciò si è ripetuto sin dal primo istante anche con "Another".
C'è una classe legata da una maledizione che provoca una scia di morti violente tra gli alunni e i loro famigliari: 26 anni prima la scuola media era frequentata da Misaki, una studentessa con ottimi voti, ammirata e amata. Misaki morì, ma coloro che la amavano presero un'inquietante decisione: essi continuarono a fingere che lei fosse ancora viva, e si comportarono normalmente.
Koichi Sakakibara, il nostro anonimo protagonista, si trasferisce nella tranquilla cittadina di Yomiyama, cominciando a frequentare la scuola media: l'atmosfera è tesa e una giovane studentessa, Misaki Mei, attira immediatamente le sue attenzioni. E' una misteriosa ragazza da capelli neri, indossa una benda sull'occhio, ama disegnare, ma è sempre in disparte.
Che cosa è reale e cosa, invece, non lo è? Sakakibara dovrà trovare delle risposte alle innumerevoli domande che si porrà.
I punti di forza dell'anime sono principalmente le atmosfere dai toni cupi.
Vorrei soffermarmi su un elemento che mi ha letteralmente conquistata: l'uso smodato delle bambole che, come se fossero dei cadaveri, ci vengono presentate all'improvviso nel corso delle puntate e mostrate per qualche istante; la più significativa è sicuramente la bambola con la testa riempita di rose. Eppure queste bambole non sono "belle" nel senso classico del termine: non sono di una bellezza alla "Rozen Maiden", ma sono di una bellezza terrificante, raccapricciante e maledetta perché sembrano delle povere anime in pena. Non mi riferisco soltanto al loro aspetto esteriore, perché anche le pose che assumono queste bambole molto spesso sono a dir poco terribili: sembrano degli esseri finti angosciati da un'atroce sofferenza che ne svuota ulteriormente gli occhi già vitrei.
Un altro aspetto importante che voglio sottolineare sono i dialoghi che si presentano davvero molto significativi e curati nei minimi dettagli: durante le scene più importanti, essi sono ridotti all'essenziale e pronunciati con una lentezza che dona al momento in questione una suspense fantastica.
"Another" risulta essere quel genere di anime improntato prettamente sul mistero: il mistero fitto in cui è avvolta l'intera classe appare come una sorta di matassa impossibile da sciogliere; gli episodi si susseguono, ma sembra di rimanere sempre sullo stesso punto e di non avanzare con la trama.
"Another" si annuncia a gran voce come un ottimo anime, eppure non rispetta completamente ciò che promette nel corso dei primi episodi che, invece, sono con un'alta probabilità i migliori in assoluto, e quelli che mi hanno colpita maggiormente rispetto alla banalità - spesso allucinante - che trasuda la seconda parte dell'anime.
Il profondo fascino che ricopre in superficie "Another" risiede però nei particolari: un corvo che gracchia e si solleva verso il cielo; la pioggia che cade prima di diventare neve; una misteriosa ragazza che regge una bambola; una miriade di bambole che osservano le persone attraverso i loro occhi vitrei; nei silenzi che fanno rumore; in una maledizione da cui nessuno è immune; nella realtà che si confonde con l'irrealtà; negli incubi che prendono vita.
I personaggi, quasi all'unanimità, rappresentano un'altra pecca dal peso non indifferente: sono stati creati una moltitudine di studenti e studentesse adibiti semplicemente al denigrante ruolo di carne da macello. Gli unici personaggi che mi hanno colpita positivamente sono Misaki Mei, poiché è avvolta in un'aura di profondo mistero, l'infermiera Mizuno - nel manga è molto più approfondito come personaggio -, Izumi Akazawa e Naoya Teshigawara, perché grazie alle decisioni che sapranno prendere dimostreranno un'immensa umanità.
Le musiche che accompagnano "Another" sono splendide: hanno la capacità di rendere ancora più intensi alcuni istanti. L'opening è memorabile e gode di un testo affascinante, decisamente molto macabro. L'ending ha una tonalità diversa: è dolce, rilassante, paradisiaca.
Io sono stata soggiogata dal fascino di "Another", ma allo stesso tempo delusa dalla seconda parte dell'anime poiché le promesse non vengono affatto rispettate.
L'anime di "Another", composto da 12 episodi, è principalmente di genere mistero, condito con sporadiche scene sanguinose e da un'ambientazione scolastica.
"Higurashi no naku koro ni" seppe conquistare fin dal principio il mio amore e ciò si è ripetuto sin dal primo istante anche con "Another".
C'è una classe legata da una maledizione che provoca una scia di morti violente tra gli alunni e i loro famigliari: 26 anni prima la scuola media era frequentata da Misaki, una studentessa con ottimi voti, ammirata e amata. Misaki morì, ma coloro che la amavano presero un'inquietante decisione: essi continuarono a fingere che lei fosse ancora viva, e si comportarono normalmente.
Koichi Sakakibara, il nostro anonimo protagonista, si trasferisce nella tranquilla cittadina di Yomiyama, cominciando a frequentare la scuola media: l'atmosfera è tesa e una giovane studentessa, Misaki Mei, attira immediatamente le sue attenzioni. E' una misteriosa ragazza da capelli neri, indossa una benda sull'occhio, ama disegnare, ma è sempre in disparte.
Che cosa è reale e cosa, invece, non lo è? Sakakibara dovrà trovare delle risposte alle innumerevoli domande che si porrà.
I punti di forza dell'anime sono principalmente le atmosfere dai toni cupi.
Vorrei soffermarmi su un elemento che mi ha letteralmente conquistata: l'uso smodato delle bambole che, come se fossero dei cadaveri, ci vengono presentate all'improvviso nel corso delle puntate e mostrate per qualche istante; la più significativa è sicuramente la bambola con la testa riempita di rose. Eppure queste bambole non sono "belle" nel senso classico del termine: non sono di una bellezza alla "Rozen Maiden", ma sono di una bellezza terrificante, raccapricciante e maledetta perché sembrano delle povere anime in pena. Non mi riferisco soltanto al loro aspetto esteriore, perché anche le pose che assumono queste bambole molto spesso sono a dir poco terribili: sembrano degli esseri finti angosciati da un'atroce sofferenza che ne svuota ulteriormente gli occhi già vitrei.
Un altro aspetto importante che voglio sottolineare sono i dialoghi che si presentano davvero molto significativi e curati nei minimi dettagli: durante le scene più importanti, essi sono ridotti all'essenziale e pronunciati con una lentezza che dona al momento in questione una suspense fantastica.
"Another" risulta essere quel genere di anime improntato prettamente sul mistero: il mistero fitto in cui è avvolta l'intera classe appare come una sorta di matassa impossibile da sciogliere; gli episodi si susseguono, ma sembra di rimanere sempre sullo stesso punto e di non avanzare con la trama.
"Another" si annuncia a gran voce come un ottimo anime, eppure non rispetta completamente ciò che promette nel corso dei primi episodi che, invece, sono con un'alta probabilità i migliori in assoluto, e quelli che mi hanno colpita maggiormente rispetto alla banalità - spesso allucinante - che trasuda la seconda parte dell'anime.
Il profondo fascino che ricopre in superficie "Another" risiede però nei particolari: un corvo che gracchia e si solleva verso il cielo; la pioggia che cade prima di diventare neve; una misteriosa ragazza che regge una bambola; una miriade di bambole che osservano le persone attraverso i loro occhi vitrei; nei silenzi che fanno rumore; in una maledizione da cui nessuno è immune; nella realtà che si confonde con l'irrealtà; negli incubi che prendono vita.
I personaggi, quasi all'unanimità, rappresentano un'altra pecca dal peso non indifferente: sono stati creati una moltitudine di studenti e studentesse adibiti semplicemente al denigrante ruolo di carne da macello. Gli unici personaggi che mi hanno colpita positivamente sono Misaki Mei, poiché è avvolta in un'aura di profondo mistero, l'infermiera Mizuno - nel manga è molto più approfondito come personaggio -, Izumi Akazawa e Naoya Teshigawara, perché grazie alle decisioni che sapranno prendere dimostreranno un'immensa umanità.
Le musiche che accompagnano "Another" sono splendide: hanno la capacità di rendere ancora più intensi alcuni istanti. L'opening è memorabile e gode di un testo affascinante, decisamente molto macabro. L'ending ha una tonalità diversa: è dolce, rilassante, paradisiaca.
Io sono stata soggiogata dal fascino di "Another", ma allo stesso tempo delusa dalla seconda parte dell'anime poiché le promesse non vengono affatto rispettate.
Non posso nascondere che questo titolo mi ha profondamente deluso. Lo consideravo il titolo di punta del gruppo dei primi anime di quest'anno, e invece devo ammettere che la mia sensazione iniziale è stata drasticamente smentita.
Le prime notizie che circolavano su "Another" lo davano come un titolo horror e di grandissima suspense, che avrebbe incollato lo spettatore di fronte allo schermo e lo avrebbe lasciato in ansia, aspettando l'episodio successivo. Invece onestamente solo di rado l'atmosfera di pathos, dichiarata come il marchio di fabbrica della serie, è stata raggiunta.
Non mi dilungo sulla trama che è già riassunta nella pagina di presentazione dell'anime e veniamo ad analizzare i vari punti della serie. Partiamo dai punti a favore.
Aspetto grafico: da questo punto di vista è stato svolto un ottimo lavoro, gli sfondi sia diurni all'aperto sia in penombra e in luoghi chiusi e angusti sono di sicuro effetto, e se fosse dipeso solo da questo fattore l'anime sicuramente sarebbe stato terrorizzante. In particolare ho apprezzato le numerose apparizioni delle bambole, mutilate o in posizioni angoscianti, per sottolineare i momenti di maggiore tensione.
Oltre agli sfondi non è malvagio anche il chara design (quello di Misaki su tutti) che è gradevole e credibile.
Musica: anche la colonna sonora non è malvagia e, associata alla qualità delle immagini di cui parlavo prima, dà il suo contributo alla causa.
Da qui in poi cominciano invece i "nei" di questa serie, a partire evidentemente dalla trama e dal ritmo con cui essa viene svelata allo spettatore. Siamo d'accordo - e io su questo punto sono molto largo di vedute, in quanto ritengo che, se un anime è capace di emozionare, posso perdonargli forzature e piccole incoerenze - che la trama di un anime, in particolare di questa tipologia, non possa essere realistica, per forza di cose, ma certo qui si supera il limite, problema accresciuto da alcune incoerenze che fanno storcere il naso.
Il primo punto scarsamente realistico, tanto da arrivare a sfiorare il ridicolo, è il fatto <b>(SPOILER)</b> che in questa classe si sa che da 30 anni ogni tanto parte questa maledizione che falcia gli studenti e i loro parenti, e qui tutti gli sventurati che capitano in questa classe accettano il loro destino con un fatalismo impressionante. Se pensiamo che qui in Italia si tengono "feroci" assemblee di classe, per decidere se gli alunni devono tenere o meno il grembiulino all'asilo, ci si chiede perché i genitori di questi sfortunati ragazzi non chiedano l'immediato trasferimento in un'altra classe più fortunata.
Un altro punto in cui davvero viene da esclamare un rassegnatissimo "Mah!" è quando <b>(SPOILER)</b> Misaki rivela a Koichi il particolare potere del suo occhio di vetro, che le consentirebbe di vedere chi è il colpevole della maledizione, il cosiddetto "estraneo", l' "Another" del titolo. Peccato che la nostra eroina decida di usare il suo potere solo alla fine, con buona pace dei suoi compagni e dei loro parenti morti fino ad allora.
Se a questo aggiungiamo il fatto che il ritmo di queste morti tragiche, nonostante si ricorra anche a una buona dose di splatter, è davvero bassissimo (se si eccettua - <b>SPOILER</b> - il momento dell'ascolto della cassetta, che fa vivere un bel momento di tensione), si ha il quadro della situazione.
E non apporta alcun miglioramento il tentativo pasticciato degli autori di "accelerare" negli ultimi episodi, quando <b>(SPOILER)</b> gli alunni in gita scolastica cadono come mosche fino ad arrivare alla sconvolgente (nel senso negativo del termine) rivelazione di chi è il colpevole.
Insomma, per chiudere, vi è una trama onestamente con poco capo e ancora meno coda, che salvo dall'ignominia totale soltanto in virtù dell'ottimo lavoro del comparto grafico e del carisma di Misaki, che ho trovato un personaggio fuori dagli schemi e piacevole.
Per me "Another" è davvero una delusione, se vi accingete a iniziare questa serie, guardate altro. In questo 2012 a mio parere sta uscendo materiale molto migliore.
Le prime notizie che circolavano su "Another" lo davano come un titolo horror e di grandissima suspense, che avrebbe incollato lo spettatore di fronte allo schermo e lo avrebbe lasciato in ansia, aspettando l'episodio successivo. Invece onestamente solo di rado l'atmosfera di pathos, dichiarata come il marchio di fabbrica della serie, è stata raggiunta.
Non mi dilungo sulla trama che è già riassunta nella pagina di presentazione dell'anime e veniamo ad analizzare i vari punti della serie. Partiamo dai punti a favore.
Aspetto grafico: da questo punto di vista è stato svolto un ottimo lavoro, gli sfondi sia diurni all'aperto sia in penombra e in luoghi chiusi e angusti sono di sicuro effetto, e se fosse dipeso solo da questo fattore l'anime sicuramente sarebbe stato terrorizzante. In particolare ho apprezzato le numerose apparizioni delle bambole, mutilate o in posizioni angoscianti, per sottolineare i momenti di maggiore tensione.
Oltre agli sfondi non è malvagio anche il chara design (quello di Misaki su tutti) che è gradevole e credibile.
Musica: anche la colonna sonora non è malvagia e, associata alla qualità delle immagini di cui parlavo prima, dà il suo contributo alla causa.
Da qui in poi cominciano invece i "nei" di questa serie, a partire evidentemente dalla trama e dal ritmo con cui essa viene svelata allo spettatore. Siamo d'accordo - e io su questo punto sono molto largo di vedute, in quanto ritengo che, se un anime è capace di emozionare, posso perdonargli forzature e piccole incoerenze - che la trama di un anime, in particolare di questa tipologia, non possa essere realistica, per forza di cose, ma certo qui si supera il limite, problema accresciuto da alcune incoerenze che fanno storcere il naso.
Il primo punto scarsamente realistico, tanto da arrivare a sfiorare il ridicolo, è il fatto <b>(SPOILER)</b> che in questa classe si sa che da 30 anni ogni tanto parte questa maledizione che falcia gli studenti e i loro parenti, e qui tutti gli sventurati che capitano in questa classe accettano il loro destino con un fatalismo impressionante. Se pensiamo che qui in Italia si tengono "feroci" assemblee di classe, per decidere se gli alunni devono tenere o meno il grembiulino all'asilo, ci si chiede perché i genitori di questi sfortunati ragazzi non chiedano l'immediato trasferimento in un'altra classe più fortunata.
Un altro punto in cui davvero viene da esclamare un rassegnatissimo "Mah!" è quando <b>(SPOILER)</b> Misaki rivela a Koichi il particolare potere del suo occhio di vetro, che le consentirebbe di vedere chi è il colpevole della maledizione, il cosiddetto "estraneo", l' "Another" del titolo. Peccato che la nostra eroina decida di usare il suo potere solo alla fine, con buona pace dei suoi compagni e dei loro parenti morti fino ad allora.
Se a questo aggiungiamo il fatto che il ritmo di queste morti tragiche, nonostante si ricorra anche a una buona dose di splatter, è davvero bassissimo (se si eccettua - <b>SPOILER</b> - il momento dell'ascolto della cassetta, che fa vivere un bel momento di tensione), si ha il quadro della situazione.
E non apporta alcun miglioramento il tentativo pasticciato degli autori di "accelerare" negli ultimi episodi, quando <b>(SPOILER)</b> gli alunni in gita scolastica cadono come mosche fino ad arrivare alla sconvolgente (nel senso negativo del termine) rivelazione di chi è il colpevole.
Insomma, per chiudere, vi è una trama onestamente con poco capo e ancora meno coda, che salvo dall'ignominia totale soltanto in virtù dell'ottimo lavoro del comparto grafico e del carisma di Misaki, che ho trovato un personaggio fuori dagli schemi e piacevole.
Per me "Another" è davvero una delusione, se vi accingete a iniziare questa serie, guardate altro. In questo 2012 a mio parere sta uscendo materiale molto migliore.
"Inizia qui resoconto di operativo me, agente Ais Quin, reduce da consultazione opera audiovisiva di animazione denominata 'Another'. Data: non pervenuta . Missione prioritaria, richiesto successo totale. Nome in codice: Operazione Sangue&Fuffa. Altri operativi già espresso giudizio.
A scopo cronaca: valutazione di operativo me non entusiasta. Bocca di operativo me modellata a scopo produce noia e disappunto."
Okay, smetto i panni del Pigmeo di Palahniuk per tornare a indossare i miei soliti quattro stracci, perché continuare su questa falsariga sarebbe faticoso per me e crudele nei vostri confronti.
C'è chi ama l'horror, chi lo evita come la peste e chi, fondamentalmente, se ne disinteressa: io faccio parte di quest'ultima tipologia di persone. Il fatto, però, è che non so resistere al richiamo di un'opera particolarmente chiacchierata, indipendentemente dal suo genere di appartenenza. Tra me e "Another" non ha funzionato, ma preferisco sempre correre il rischio di fare un buco nell'acqua piuttosto che farmi rodere dal dubbio di quello che potrei essermi persa.
Yomiyama, 1998. Orfano di madre e impossibilitato a seguire il padre in India, a Kouichi Sakakibara non resta che trasferirsi temporaneamente a casa dei nonni. Al suo debutto in una delle locali scuole medie scoprirà di essere finito in una classe le cui dinamiche sono regolate da oscure regole non scritte che nessuno sembra volergli o potergli spiegare, a parte una misteriosa fanciulla di nome Mei Misaki da cui tutti cercano di tenersi alla larga.
Si dà infatti il caso che dal lontano 1972 una misteriosa maledizione abbia mietuto numerose vittime tra gli studenti di quella particolare sezione e i loro familiari. Anno dopo anno il ciclo si ripete e, sebbene nel corso del tempo si siano trovati degli stratagemmi per limitare i danni del sortilegio, non si è ancora arrivati a debellarlo del tutto. Tra silenzi colpevoli, vane speranze e drammatici errori di valutazione la ricerca della verità si fa sempre più urgente e pericolosa, ma pur temendo per la propria vita Sakakibara sente di non potere lasciare nulla di intentato.
Quanto sangue dovrà scorrere prima il mistero venga svelato? E una volta arrivato a quel punto, riuscirà il ragazzo a trovare la forza di fare la cosa giusta?
"Accrescere l'aspettativa" e "allungare il brodo" non sono la stessa cosa, ma rimango sempre stupita nel vedere come certe opere finiscano per intorbidire le acque al punto da non essere più in grado di discernere l'una dall'altra. "Another" punta tutto sulla creazione della giusta atmosfera, e lo fa vomitando sullo spettatore tutto lo scibile in materia di cliché, dai corvi ai neon che sfarfallano - il tutto, naturalmente, a discapito della storia, che già non è un granché, e del suo ritmo naturale. Ciascun fotogramma superfluo sembra voler dire "Paura, eh? No? Ma come? E adesso? Guarda, una testa di bambola usata a mo' di fioriera! Ricercato, n'est-ce pas? Scommetto che adesso sei spaventato a morte!". (No, non ho paura, la scalpo-fioriera è un'emerita sciocchezza e anche se è possibile sbadigliare per il troppo stress non è questo il caso. Vorrei soltanto potermi guardare l'anime in santa pace, ma a quanto pare è chiedere troppo.)
Sorvolerei da ultimo sul finale, che avevo cominciato a subodorare già da metà serie ma che non per questo mi sembra meno campato in aria. Tante, troppe domande rimangono senza risposta, inconveniente a cui si sarebbe potuto - almeno in parte - ovviare se ci si fosse concentrati di più sulla sostanza che sulla forma. Mai sentito parlare di "Show, dont' tell", caro P.A. Works? Oppure la colpa è da attribuirsi a una carenza di materia prima?
Se a livello di contenuti l'opera lascia a desiderare, il fronte psicologico non è da meno. Kouichi fa il possibile per scrollarsi di dosso il greve sudario dell'anonimato, ma riesce nel suo intento soltanto in parte e troppo tardi, così come Mei. Tra luoghi comuni antropomorfi e personaggi così fuori posto da risultare quasi urticanti, infine, il livello medio di presenza scenica dei comprimari è paragonabile a quello di una rutabaga. Va bene che non tutti possono fare la differenza, ma nessuna regola andrebbe presa così alla lettera.
Graficamente l'anime si presenta molto bene, ma ciò non basta per distogliere l'attenzione dalla pochezza del concept. Il doppiaggio è buono ma non memorabile, tant'è vero che l'unica voce che rimane realmente impressa è quella abrasiva di Ai Nonaka ("CLANNAD", "Toradora", "Sayonara, Zetsubou-Sensei", "Mahou Shoujo ★ Madoka Magica"), ivi impegnata in un ruolo marginale. La colonna sonora, pur avendo la tendenza a essere un po' troppo invadente, si rivela uno dei punti di forza dell'intero comparto tecnico. Molto orecchiabili ed evocative le canzoni di apertura e di chiusura, deliziosamente in antitesi fra loro.
Poiché di angosciante c'è soltanto la sollecitudine con la quale si cerca di abbindolare lo spettatore, il mio voto ad "Another" non può che essere un 5. Accontentarsi di un prodotto mediocre quando si hanno i mezzi per puntare più in alto - anche se non necessariamente all'eccellenza - è come decidere di trasformare un ristorante da Guida Michelin in un chiosco di kebab, vale a dire inaccettabile.
A scopo cronaca: valutazione di operativo me non entusiasta. Bocca di operativo me modellata a scopo produce noia e disappunto."
Okay, smetto i panni del Pigmeo di Palahniuk per tornare a indossare i miei soliti quattro stracci, perché continuare su questa falsariga sarebbe faticoso per me e crudele nei vostri confronti.
C'è chi ama l'horror, chi lo evita come la peste e chi, fondamentalmente, se ne disinteressa: io faccio parte di quest'ultima tipologia di persone. Il fatto, però, è che non so resistere al richiamo di un'opera particolarmente chiacchierata, indipendentemente dal suo genere di appartenenza. Tra me e "Another" non ha funzionato, ma preferisco sempre correre il rischio di fare un buco nell'acqua piuttosto che farmi rodere dal dubbio di quello che potrei essermi persa.
Yomiyama, 1998. Orfano di madre e impossibilitato a seguire il padre in India, a Kouichi Sakakibara non resta che trasferirsi temporaneamente a casa dei nonni. Al suo debutto in una delle locali scuole medie scoprirà di essere finito in una classe le cui dinamiche sono regolate da oscure regole non scritte che nessuno sembra volergli o potergli spiegare, a parte una misteriosa fanciulla di nome Mei Misaki da cui tutti cercano di tenersi alla larga.
Si dà infatti il caso che dal lontano 1972 una misteriosa maledizione abbia mietuto numerose vittime tra gli studenti di quella particolare sezione e i loro familiari. Anno dopo anno il ciclo si ripete e, sebbene nel corso del tempo si siano trovati degli stratagemmi per limitare i danni del sortilegio, non si è ancora arrivati a debellarlo del tutto. Tra silenzi colpevoli, vane speranze e drammatici errori di valutazione la ricerca della verità si fa sempre più urgente e pericolosa, ma pur temendo per la propria vita Sakakibara sente di non potere lasciare nulla di intentato.
Quanto sangue dovrà scorrere prima il mistero venga svelato? E una volta arrivato a quel punto, riuscirà il ragazzo a trovare la forza di fare la cosa giusta?
"Accrescere l'aspettativa" e "allungare il brodo" non sono la stessa cosa, ma rimango sempre stupita nel vedere come certe opere finiscano per intorbidire le acque al punto da non essere più in grado di discernere l'una dall'altra. "Another" punta tutto sulla creazione della giusta atmosfera, e lo fa vomitando sullo spettatore tutto lo scibile in materia di cliché, dai corvi ai neon che sfarfallano - il tutto, naturalmente, a discapito della storia, che già non è un granché, e del suo ritmo naturale. Ciascun fotogramma superfluo sembra voler dire "Paura, eh? No? Ma come? E adesso? Guarda, una testa di bambola usata a mo' di fioriera! Ricercato, n'est-ce pas? Scommetto che adesso sei spaventato a morte!". (No, non ho paura, la scalpo-fioriera è un'emerita sciocchezza e anche se è possibile sbadigliare per il troppo stress non è questo il caso. Vorrei soltanto potermi guardare l'anime in santa pace, ma a quanto pare è chiedere troppo.)
Sorvolerei da ultimo sul finale, che avevo cominciato a subodorare già da metà serie ma che non per questo mi sembra meno campato in aria. Tante, troppe domande rimangono senza risposta, inconveniente a cui si sarebbe potuto - almeno in parte - ovviare se ci si fosse concentrati di più sulla sostanza che sulla forma. Mai sentito parlare di "Show, dont' tell", caro P.A. Works? Oppure la colpa è da attribuirsi a una carenza di materia prima?
Se a livello di contenuti l'opera lascia a desiderare, il fronte psicologico non è da meno. Kouichi fa il possibile per scrollarsi di dosso il greve sudario dell'anonimato, ma riesce nel suo intento soltanto in parte e troppo tardi, così come Mei. Tra luoghi comuni antropomorfi e personaggi così fuori posto da risultare quasi urticanti, infine, il livello medio di presenza scenica dei comprimari è paragonabile a quello di una rutabaga. Va bene che non tutti possono fare la differenza, ma nessuna regola andrebbe presa così alla lettera.
Graficamente l'anime si presenta molto bene, ma ciò non basta per distogliere l'attenzione dalla pochezza del concept. Il doppiaggio è buono ma non memorabile, tant'è vero che l'unica voce che rimane realmente impressa è quella abrasiva di Ai Nonaka ("CLANNAD", "Toradora", "Sayonara, Zetsubou-Sensei", "Mahou Shoujo ★ Madoka Magica"), ivi impegnata in un ruolo marginale. La colonna sonora, pur avendo la tendenza a essere un po' troppo invadente, si rivela uno dei punti di forza dell'intero comparto tecnico. Molto orecchiabili ed evocative le canzoni di apertura e di chiusura, deliziosamente in antitesi fra loro.
Poiché di angosciante c'è soltanto la sollecitudine con la quale si cerca di abbindolare lo spettatore, il mio voto ad "Another" non può che essere un 5. Accontentarsi di un prodotto mediocre quando si hanno i mezzi per puntare più in alto - anche se non necessariamente all'eccellenza - è come decidere di trasformare un ristorante da Guida Michelin in un chiosco di kebab, vale a dire inaccettabile.
La trama ruota attorno alle vicende di un giovane studente, Koichi Sakakibara, costretto a trasferirsi da Tokyo in una cittadina dove ha sede una scuola molto particolare. Infatti, 26 anni prima, una studentessa di nome Misaki, eccellente tanto negli sport quanto nello studio e amata da professori e insegnati, morì, ma i compagni di classe non accettarono la sua morte e si comportarono come se la ragazza fosse ancora tra loro. Una semplice leggenda metropolitana, apparentemente, se non fosse che Koichi si trasferisce proprio nella classe in questione, dove conosce una ragazza con una benda sull'occhio che nessun altro a parte lui sembra vedere. Che sia un fantasma?
Koichi capisce che dietro l'istituto c'è un mistero da svelare ed è determinato a scoprirlo. Quando poi una serie di morti a catena inizia a funestare l'istituto, il mistero s'infittisce.
La storia è molto interessante e in effetti l'anime parte bene. Si nota, per la verità, fin da subito, che l'opera non spicca né per suspense né per la sua capacità di incutere paura. Il che, capite bene, per un horror è un difetto non piccolo. Per essere più precisi, la curiosità di andare avanti e vedere che succede c'è, soprattutto quando si va avanti con la storia. Però lo spettatore non è inchiodato allo schermo. Men che meno si può definire terrorizzato.
Ciò detto, io l'ho visto in un giorno e mezzo, quindi non è affatto noioso, manca solo di un po' di adrenalina, ecco tutto.
Questo, almeno, con riferimento alla trama in generale. Perché poi c'è il finale che cambia tutto. In peggio. Molto peggio. E qui devo fare spoiler.
<b>ATTENZIONE: INIZIO SPOILER</b>
Allora, per me è ottimo il colpo di scena finale sull'assassino. Onestamente non l'avrai mai detto. Questa trovata mi è parsa geniale e sorprendente. Però è credibile che Mei sapesse tutto fin dall'inizio e non abbia detto niente per non dispiacere Koichi? Provocando così la morte di decine di persone? Condannando lei e lo stesso Koichi all'isolamento? Rischiando la propria vita? No, dai è una caduta pazzesca. Per non parlare poi della scena in cui il protagonista, all'interno di una casa che brucia, si mette a chiamare l'amica con il cellulare. A dir poco grottesco. E infine, l'ecatombe finale: era necessaria? Che senso ha uccidersi tutti per scoprire chi è l'alunno in più? A questo punto era meglio lasciare che facesse il suo corso l'azione del fantasma, così ci sarebbero state meno vittime e quindi meno probabilità di morire. E poi a un certo punto si mettono tutti ad ammazzare... anche la cuoca. Ma che c'entra la cuoca?
<b>FINE SPOILER</b>
Insomma, il finale pasticciato toglie molto a un anime altrimenti non eccezionale ma sicuramente godibile.
Oltre a questo, i disegni mi sono piaciuti. C'è un'attenzione per il dettaglio che si nota e fa la sua figura - basti guardare come sono disegnati gli occhi dei personaggi - e il tutto viene impreziosito dall'alta definizione. E' presente anche un certo fanservice nella presenza di donne super prosperose e ragazzi dai fisici micidiali, ma tutto sommato in misura non eccessiva, quindi apprezzabile.
Invece, non ho particolarmente apprezzato le musiche. O meglio, l'opening e l'ending non mi sono piaciute affatto. Le musiche di animazione sono migliori, anche se non mi sono parse nulla di eccezionale.
Insomma, recensire questo anime è difficile. Anche perché io, lo confesso, non sono un esperto di anime horror. E poi c'è quel finale che davvero per molti versi rovina tutto. Pertanto, non mi sento di dargli più di 7. Buono, supera la sufficienza, ma nulla di più. Comunque consigliate per chi vuole qualcosa di breve e piuttosto interessante.
Koichi capisce che dietro l'istituto c'è un mistero da svelare ed è determinato a scoprirlo. Quando poi una serie di morti a catena inizia a funestare l'istituto, il mistero s'infittisce.
La storia è molto interessante e in effetti l'anime parte bene. Si nota, per la verità, fin da subito, che l'opera non spicca né per suspense né per la sua capacità di incutere paura. Il che, capite bene, per un horror è un difetto non piccolo. Per essere più precisi, la curiosità di andare avanti e vedere che succede c'è, soprattutto quando si va avanti con la storia. Però lo spettatore non è inchiodato allo schermo. Men che meno si può definire terrorizzato.
Ciò detto, io l'ho visto in un giorno e mezzo, quindi non è affatto noioso, manca solo di un po' di adrenalina, ecco tutto.
Questo, almeno, con riferimento alla trama in generale. Perché poi c'è il finale che cambia tutto. In peggio. Molto peggio. E qui devo fare spoiler.
<b>ATTENZIONE: INIZIO SPOILER</b>
Allora, per me è ottimo il colpo di scena finale sull'assassino. Onestamente non l'avrai mai detto. Questa trovata mi è parsa geniale e sorprendente. Però è credibile che Mei sapesse tutto fin dall'inizio e non abbia detto niente per non dispiacere Koichi? Provocando così la morte di decine di persone? Condannando lei e lo stesso Koichi all'isolamento? Rischiando la propria vita? No, dai è una caduta pazzesca. Per non parlare poi della scena in cui il protagonista, all'interno di una casa che brucia, si mette a chiamare l'amica con il cellulare. A dir poco grottesco. E infine, l'ecatombe finale: era necessaria? Che senso ha uccidersi tutti per scoprire chi è l'alunno in più? A questo punto era meglio lasciare che facesse il suo corso l'azione del fantasma, così ci sarebbero state meno vittime e quindi meno probabilità di morire. E poi a un certo punto si mettono tutti ad ammazzare... anche la cuoca. Ma che c'entra la cuoca?
<b>FINE SPOILER</b>
Insomma, il finale pasticciato toglie molto a un anime altrimenti non eccezionale ma sicuramente godibile.
Oltre a questo, i disegni mi sono piaciuti. C'è un'attenzione per il dettaglio che si nota e fa la sua figura - basti guardare come sono disegnati gli occhi dei personaggi - e il tutto viene impreziosito dall'alta definizione. E' presente anche un certo fanservice nella presenza di donne super prosperose e ragazzi dai fisici micidiali, ma tutto sommato in misura non eccessiva, quindi apprezzabile.
Invece, non ho particolarmente apprezzato le musiche. O meglio, l'opening e l'ending non mi sono piaciute affatto. Le musiche di animazione sono migliori, anche se non mi sono parse nulla di eccezionale.
Insomma, recensire questo anime è difficile. Anche perché io, lo confesso, non sono un esperto di anime horror. E poi c'è quel finale che davvero per molti versi rovina tutto. Pertanto, non mi sento di dargli più di 7. Buono, supera la sufficienza, ma nulla di più. Comunque consigliate per chi vuole qualcosa di breve e piuttosto interessante.
"Another", inizialmente, mi è parso un anime perfetto da tutti i punti di vista: una colonna sonora eccezionale (l'opening, come ha già detto qualcun altro, sembra una ballata maledetta), una trama non certo originale ma in grado di svilupparsi in modo molto intrigante, dei personaggi misteriosi, e un protagonista figo a condire il tutto.
Non vi racconterò la trama, che ormai è stata ripetuta fino alla nausea, e che sicuramente conoscerete
Detto ciò, "Another" era uno degli anime più attesi della stagione scorsa, tant'è che, inizialmente, mi sono detta, massì, guardiamolo. Mal che vada mi sorbirò qualcosa di banale. Ed è esattamente questo che mi ha spinto a non dare più di 6 a questo titolo: la banalità sconcertante della trama, che non si sviluppa in modo coerente e che culmina in un finale in cui ti viene da dire "Ma che cazz?!".
E' un vero peccato, perché molti erano i presupposti per poter creare una serie degna di questo nome. I personaggi non sono molto caratterizzati, come in quasi tutti gli horror, e ciò è dovuto principalmente al fatto che tutto ciò rischierebbe di smorzare le tinte fosche e la suspense che l'anime deve costantemente avere per riuscire a coinvolgere.
Inizialmente "Another" riesce a tenere incollato lo spettatore allo schermo del PC, grazie a colpi di scena saggiamente distribuiti lungo il corso dei primi episodi, per poi cadere nei soliti cliché: l'ospedale, la gita al mare, i classici colpi di scena negli ultimi istanti delle puntate.
La grafica è superba, le atmosfere sono molto inquietanti e le animazioni sono fluide e molto ben realizzate. L'unica pecca che riguarda questo aspetto è il chara design: i personaggi si assomigliano veramente troppo, tant'è che sfido chiunque a ricordarsi il volto dei vari compagni di classe, che vengono relegati al ruolo di anonime comparse.
Nelle ultime puntate vi è un preoccupante calo: la mattanza finale appare scontata ed il morto si rivela essere... non vi spoilero niente, semplicemente è stato uno tra i colpi di scena peggio riusciti. Il comportamento di Misaki appare inoltre inaccettabile, e non ci vengono date spiegazioni riguardanti la sua decisione di non rivelare nulla fino alla fine.
In conclusione, "Another" aveva incuriosito ed entusiasmato molti, tra cui me. Le mie aspettative, tuttavia, sono state sepolte sotto terra dopo il deludente finale. Ve lo consiglio, non è poi così malaccio, in particolare la prima parte della serie è molto coinvolgente, tuttavia sappiate che c'è molto di meglio in giro, e che l'ultimo episodio è meglio lasciarlo nel dimenticatoio.
Non vi racconterò la trama, che ormai è stata ripetuta fino alla nausea, e che sicuramente conoscerete
Detto ciò, "Another" era uno degli anime più attesi della stagione scorsa, tant'è che, inizialmente, mi sono detta, massì, guardiamolo. Mal che vada mi sorbirò qualcosa di banale. Ed è esattamente questo che mi ha spinto a non dare più di 6 a questo titolo: la banalità sconcertante della trama, che non si sviluppa in modo coerente e che culmina in un finale in cui ti viene da dire "Ma che cazz?!".
E' un vero peccato, perché molti erano i presupposti per poter creare una serie degna di questo nome. I personaggi non sono molto caratterizzati, come in quasi tutti gli horror, e ciò è dovuto principalmente al fatto che tutto ciò rischierebbe di smorzare le tinte fosche e la suspense che l'anime deve costantemente avere per riuscire a coinvolgere.
Inizialmente "Another" riesce a tenere incollato lo spettatore allo schermo del PC, grazie a colpi di scena saggiamente distribuiti lungo il corso dei primi episodi, per poi cadere nei soliti cliché: l'ospedale, la gita al mare, i classici colpi di scena negli ultimi istanti delle puntate.
La grafica è superba, le atmosfere sono molto inquietanti e le animazioni sono fluide e molto ben realizzate. L'unica pecca che riguarda questo aspetto è il chara design: i personaggi si assomigliano veramente troppo, tant'è che sfido chiunque a ricordarsi il volto dei vari compagni di classe, che vengono relegati al ruolo di anonime comparse.
Nelle ultime puntate vi è un preoccupante calo: la mattanza finale appare scontata ed il morto si rivela essere... non vi spoilero niente, semplicemente è stato uno tra i colpi di scena peggio riusciti. Il comportamento di Misaki appare inoltre inaccettabile, e non ci vengono date spiegazioni riguardanti la sua decisione di non rivelare nulla fino alla fine.
In conclusione, "Another" aveva incuriosito ed entusiasmato molti, tra cui me. Le mie aspettative, tuttavia, sono state sepolte sotto terra dopo il deludente finale. Ve lo consiglio, non è poi così malaccio, in particolare la prima parte della serie è molto coinvolgente, tuttavia sappiate che c'è molto di meglio in giro, e che l'ultimo episodio è meglio lasciarlo nel dimenticatoio.
"Another" è un anime horror dalla trama non troppo originale che ricorda per certi versi la serie di film "Final Destination"; ma nonostante ciò sa attrarre lo spettatore grazie sia a una sapiente architettura della trama, che ricorda molto film come "Inception" e "Shutter Island", sia a un'ambientazione capace di fare trattenere il fiato grazie al paesaggio inquietante e misterioso al punto giusto e colpi di scena ben congegnati.
Inseriti in questa cornice di mistero, i vari personaggi si rivelano abbastanza approfonditi e interessanti, invogliando a scoprire di più sul loro conto e sulla maledizione che grava su di loro. Il tutto viene poi supportato da una grafica bellissima e da una colonna sonora azzeccata.
Purtroppo però tutti questi punti di forza che avrebbero reso quest'anime un must da vedere assolutamente si perdono man mano che la storia procede. Infatti una volta svelati i misteri iniziali e delineati i protagonisti la storia procederà senza nessun avvenimento particolare sfruttando in larga parte i finali in sospeso alla "Lost" per convincere lo spettatore ad andare avanti con la storia. I personaggi inoltre non saranno più approfonditi e anzi si comporteranno in modo sempre più incomprensibile con l'avvicinarsi del finale. Finale che purtroppo si rivelerà abbastanza deludente a discapito delle premesse iniziali.
"Another" finisce così per essere nettamente diviso in due parti: una iniziale che vale davvero la pena vedere, e una seconda che, per nulla all'altezza della prima, finisce per condannare quest'anime a essere poco più che un prodotto mediocre.
Inseriti in questa cornice di mistero, i vari personaggi si rivelano abbastanza approfonditi e interessanti, invogliando a scoprire di più sul loro conto e sulla maledizione che grava su di loro. Il tutto viene poi supportato da una grafica bellissima e da una colonna sonora azzeccata.
Purtroppo però tutti questi punti di forza che avrebbero reso quest'anime un must da vedere assolutamente si perdono man mano che la storia procede. Infatti una volta svelati i misteri iniziali e delineati i protagonisti la storia procederà senza nessun avvenimento particolare sfruttando in larga parte i finali in sospeso alla "Lost" per convincere lo spettatore ad andare avanti con la storia. I personaggi inoltre non saranno più approfonditi e anzi si comporteranno in modo sempre più incomprensibile con l'avvicinarsi del finale. Finale che purtroppo si rivelerà abbastanza deludente a discapito delle premesse iniziali.
"Another" finisce così per essere nettamente diviso in due parti: una iniziale che vale davvero la pena vedere, e una seconda che, per nulla all'altezza della prima, finisce per condannare quest'anime a essere poco più che un prodotto mediocre.
Si può dare un voto a un anime in base al finale? Sì, se il finale rovina l'anime in questione. Ed è proprio questo il caso di "Another", che punta tutto sul mistero ma non tiene bene nella spiegazione di esso. Ritengo che ogni anime che si basi su un elemento ignoto debba essere convincente nella graduale rivelazione di esso, ma anche e soprattutto nella spiegazione finale, che deve essere logica, ed è qui che cade "Another".
Un ignoto fenomeno miete vittime su vittime tra gli studenti di una sezione della III media e dei loro parenti, senza che lo spettatore inizialmente ne capisca l'origine, poiché viene tenuto all'oscuro di tutto, come il nuovo arrivato Sakibahara-kun. Nel frattempo gli studenti cercano disperatamente delle "contromisure" per salvarsi e fermarlo, ma tutto è vano.
La prima parte di suspense riesce bene, le informazioni vengono centellinate e il quadro ricostruito poco a poco, coinvolgendo lo spettatore nelle scoperte di Sakibahara. Le scoperte in ogni puntata vengono tinte di rosso da una nuova tragica morte, vi è pane per i denti degli amanti del gore, non si lesina sangue: vi è una una sequela impressionante di morti, che variano dal crudo all'assurdo, un po' come accade nel filone di film di "Final Destination", la maledizione-fenomeno insegue le sue vittime e non la si può fuggire.
Tuttavia la ben congegnata impalcatura comincia a scricchiolare nelle ultime puntate, e, a mio avviso, crolla totalmente al momento dello show down. La spiegazione che viene data non regge assolutamente, oltre agli studenti e ai loro parenti ne esce macellata anche la logica. Soprattutto risulta incoerente il comporteranno di Misaki, la ragazza bendata, che, alla luce delle rivelazioni dell'ultimo minuto, non si capisce perché non sia attivata prima.
In un primo momento mi è venuto da pensare che con suo modo d'agire voleva proteggere Sakibahara-kun, di cui probabilmente si è invaghita; ma poi sono giunta alla concussione che nell'osservare il tutto abbia provato un certo piacere sadico, o ancor peggio abbia guardato scorrere via molte delle vite davanti a lei nella più totale indifferenza, verso le paure e i destini altrui. Comunque la si voglia vedere, la soluzione finale è da bocciare, poiché pregiudica il senso dell'intero anime, che a quel punto sarebbe potuto finire dopo una o due puntate o meglio non avrebbe proprio senso di esistere. "Another" è il classico caso di grandi aspettative che si tramutano in delusione.
Ah, questo lo devo dire: basta con queste ragazzine con le bende! Basta e avanza la tipa di "EF: Tales of".
Un ignoto fenomeno miete vittime su vittime tra gli studenti di una sezione della III media e dei loro parenti, senza che lo spettatore inizialmente ne capisca l'origine, poiché viene tenuto all'oscuro di tutto, come il nuovo arrivato Sakibahara-kun. Nel frattempo gli studenti cercano disperatamente delle "contromisure" per salvarsi e fermarlo, ma tutto è vano.
La prima parte di suspense riesce bene, le informazioni vengono centellinate e il quadro ricostruito poco a poco, coinvolgendo lo spettatore nelle scoperte di Sakibahara. Le scoperte in ogni puntata vengono tinte di rosso da una nuova tragica morte, vi è pane per i denti degli amanti del gore, non si lesina sangue: vi è una una sequela impressionante di morti, che variano dal crudo all'assurdo, un po' come accade nel filone di film di "Final Destination", la maledizione-fenomeno insegue le sue vittime e non la si può fuggire.
Tuttavia la ben congegnata impalcatura comincia a scricchiolare nelle ultime puntate, e, a mio avviso, crolla totalmente al momento dello show down. La spiegazione che viene data non regge assolutamente, oltre agli studenti e ai loro parenti ne esce macellata anche la logica. Soprattutto risulta incoerente il comporteranno di Misaki, la ragazza bendata, che, alla luce delle rivelazioni dell'ultimo minuto, non si capisce perché non sia attivata prima.
In un primo momento mi è venuto da pensare che con suo modo d'agire voleva proteggere Sakibahara-kun, di cui probabilmente si è invaghita; ma poi sono giunta alla concussione che nell'osservare il tutto abbia provato un certo piacere sadico, o ancor peggio abbia guardato scorrere via molte delle vite davanti a lei nella più totale indifferenza, verso le paure e i destini altrui. Comunque la si voglia vedere, la soluzione finale è da bocciare, poiché pregiudica il senso dell'intero anime, che a quel punto sarebbe potuto finire dopo una o due puntate o meglio non avrebbe proprio senso di esistere. "Another" è il classico caso di grandi aspettative che si tramutano in delusione.
Ah, questo lo devo dire: basta con queste ragazzine con le bende! Basta e avanza la tipa di "EF: Tales of".
"Another" è un'opera che parte con i buoni propositi dello scorso inverno ma che non riesce a prendere la direzione corretta finendo per risultare uno dei tanti prodotti godibili, ma facilmente sopprimibile nella parte del cervello che immagazzina le cose poco significative della vita.
L'istituto medio inferiore della piccola città di Yomiyama, più precisamente la terza sezione dell'ultimo anno ne fa da protagonista invisibile ma puntigliosa. Ventisei anni prima, dopo un brutale incendio che spense la vita a un intera famiglia della quale il figlio unico era studente di quella scuola, si iniziarono a manifestare inspiegabili eventi che senza motivo e preavviso diedero il via a una striscia interminabile di sangue. Ogni anno i soli studenti di quella sezione venivano inspiegabilmente colpiti da tale sortilegio vedendo morire se stessi o i loro famigliari.
Tutto ciò si ripete ovviamente negli anni fino al 1998 quando un nuovo studente arriva da Tokyo. Sakakibara, un giovane come tanti altri ma con una grande curiosità, sarà la "guida turistica" a quello che è una raccolta di tasselli per terminare il quadro misterioso di questa maledizione che inizialmente pare chiara ma poi si fa sempre più tetra, fino a diventare inspiegabile sino alle ultime puntate.
Nonostante la trama in sé pare prendere parecchi spunti da altre opere, il filo narrativo si mantiene saldo, rendendo la visione abbastanza misteriosa, incalzante ma dannatamente anonima. Non è d'obbligo in nessun racconto usare un protagonista statico, che con durezza ci racconti la sua versione dei fatti, è un aneddoto stra-usato ma che buone volte è stato duramente stravolto. Invece, a mio avviso, è d'obbligo accompagnare a una buona trama dei personaggi carismatici che possano, anche se a turni, accompagnarci con trasporto in quel che stiamo guardando. Ad "Another" manca ciò: un qualunque protagonista/secondario che abbia un carattere degno di nota. Spesso si pensa che negli horror lo spazio per la psicologia dei personaggi sia in qualche modo messo in secondo luogo dalla paura che deve trasparire, ma sono fermamente convinta che, per avere in corpo quello che è davvero timore, il carisma dei personaggi che si muovono in ogni determinata opera sia fondamentale. Nonostante l'abbia visto per la seconda volta, probabilmente tra una settimana non sarò più in grado di ricordarmi un minimo particolare di questi ragazzi, vuoti.
A evidenziare il dolente reparto ci si mette anche lo stesso disegno che trovo scialbo, privo di qualunque particolarità tra i personaggi, disegnati tutti nella stessa maniera. Se pare complesso ricordarsi come sono fatti di carattere i protagonisti, lo è ugualmente del loro aspetto, che però fortunatamente viene lievemente coperto dalla buona animazione e accompagnamento di sfondi parecchio tetri.
"Another" è un anime che si può guardare se il genere non vi fa schifo, ma niente di eccezionale come viene dipinto da molti, soprattutto se non siete al primo anime di questo genere.
L'istituto medio inferiore della piccola città di Yomiyama, più precisamente la terza sezione dell'ultimo anno ne fa da protagonista invisibile ma puntigliosa. Ventisei anni prima, dopo un brutale incendio che spense la vita a un intera famiglia della quale il figlio unico era studente di quella scuola, si iniziarono a manifestare inspiegabili eventi che senza motivo e preavviso diedero il via a una striscia interminabile di sangue. Ogni anno i soli studenti di quella sezione venivano inspiegabilmente colpiti da tale sortilegio vedendo morire se stessi o i loro famigliari.
Tutto ciò si ripete ovviamente negli anni fino al 1998 quando un nuovo studente arriva da Tokyo. Sakakibara, un giovane come tanti altri ma con una grande curiosità, sarà la "guida turistica" a quello che è una raccolta di tasselli per terminare il quadro misterioso di questa maledizione che inizialmente pare chiara ma poi si fa sempre più tetra, fino a diventare inspiegabile sino alle ultime puntate.
Nonostante la trama in sé pare prendere parecchi spunti da altre opere, il filo narrativo si mantiene saldo, rendendo la visione abbastanza misteriosa, incalzante ma dannatamente anonima. Non è d'obbligo in nessun racconto usare un protagonista statico, che con durezza ci racconti la sua versione dei fatti, è un aneddoto stra-usato ma che buone volte è stato duramente stravolto. Invece, a mio avviso, è d'obbligo accompagnare a una buona trama dei personaggi carismatici che possano, anche se a turni, accompagnarci con trasporto in quel che stiamo guardando. Ad "Another" manca ciò: un qualunque protagonista/secondario che abbia un carattere degno di nota. Spesso si pensa che negli horror lo spazio per la psicologia dei personaggi sia in qualche modo messo in secondo luogo dalla paura che deve trasparire, ma sono fermamente convinta che, per avere in corpo quello che è davvero timore, il carisma dei personaggi che si muovono in ogni determinata opera sia fondamentale. Nonostante l'abbia visto per la seconda volta, probabilmente tra una settimana non sarò più in grado di ricordarmi un minimo particolare di questi ragazzi, vuoti.
A evidenziare il dolente reparto ci si mette anche lo stesso disegno che trovo scialbo, privo di qualunque particolarità tra i personaggi, disegnati tutti nella stessa maniera. Se pare complesso ricordarsi come sono fatti di carattere i protagonisti, lo è ugualmente del loro aspetto, che però fortunatamente viene lievemente coperto dalla buona animazione e accompagnamento di sfondi parecchio tetri.
"Another" è un anime che si può guardare se il genere non vi fa schifo, ma niente di eccezionale come viene dipinto da molti, soprattutto se non siete al primo anime di questo genere.
Another. Un altro. Uno in più, un intruso, un elemento che si mescola agli altri pur avendo delle caratteristiche che lo contraddistinguono e separano dal gruppo. Cancella e riscrive i ricordi del gruppo, si mescola a loro e li confonde. In questo consiste la maledizione che, nella scuola media di Yomiyama, colpisce la terza sezione dell'ultimo anno. Studenti e insegnanti vengono a mancare l'uno dopo l'altro perché il numero della classe è alterato. Perché l'altro, quella persona in più, venga riconosciuto e ricondotto lì da dove viene; alla morte. E allora, "l'ordine delle cose", un'ente sovrannaturale che come ogni horror che si rispetti non ci è dato sapere come mai esista, viene a ripristinare la situazione con il suo operato, le sue morti insomma. Avvisa i loro più prossimi compagni che il loro mondo va ricondotto alla normalità, così come è agli occhi di tutti gli altri studenti della scuola, ignari dell'anomalia. O meglio, lontani dall'essere coinvolti con lo studente extra.
Iniziamo ad addentrarci in questa cupa cittadina di provincia, isolata dal resto del mondo caotico e chiassoso come quello da cui proviene Koichi Sakakibara. Il ragazzo, proveniente da Tokyo, fa la conoscenza dei suoi compagni di classe, tutti socievoli e affiatati fra loro, tranne una. La ragazza dall'aspetto pallido, il folto caschetto di capelli corvini e la benda sull'occhio sinistro. Mei Misaki attira immediatamente l'attenzione del ragazzo quanto dello spettatore. In lei vengono automaticamente versate le ragioni del nervosismo dei compagni, delle loro eventuali frasi spezzate, degli sguardi perplessi, e del mistero che avvolge gli studenti della terza sezione.
Sulle prime - nel mentre che impariamo a conoscere le tacite regole della scuola dov'è finito Sakakibara - ci lasciamo coinvolgere dall'atmosfera magistralmente architettata dalla regia. La grafica gioca sui limpidi fondali. Pavimentazioni in legno, piccole crepe sui muri, arredamenti scarni, la fitta e ondeggiante vegetazione che circonda la cittadina, la luce grigia del giorno, le bambole di porcellana dai colori brillanti e gli occhi tristi, gli ospedali bui, i paesaggi desolati, lo scroscio delle dighe e il vento. Tutte queste immagini si ripetono in continuazione, e ci vengono riproposte ancora e ancora, a intervalli regolari, quasi a ricordarci che c'è qualcosa in agguato in tutta questa storia. L'ambientazione è dunque perfetta, i personaggi ci appaiono come dei comuni ragazzi inquieti per una maledizione che pare avverarsi davvero. Non ci resta che scoprire chi sia la misteriosa ragazza con la benda, come contrastare la leggenda e, soprattutto, aspettare quel momento. Il momento in cui lo studente in più si riveli o che, per prima, la morte sopraggiunga.
Così, tra un morto e l'altro, veniamo a conoscenza della storia che, sin dal 1972, alimentano le voci sulla classe condannata. Ci muoviamo lentamente attraverso le impressioni di ognuno dei personaggi e le versioni della stessa storia che, messe assieme, compongono e realizzano i fatti veramente accaduti.
L'inventiva con cui avvengono gli sfracelli non fa sì che le morti siano improvvise. Anzi, sembra nell'intento dell'anime rendere statici e prevedibili i momenti che precedono la morte di uno degli sventurati personaggi. Sono momenti catartici, inesorabili, che rendono con semplicità l'idea che prima o poi toccherà a tutti. L'unico modo per contrastare la morte è combattere con il suo alleato. La persona che si finge viva. O per meglio dire, la persona morta che non sa di esserlo.
Non c'è nulla di poetico o teatrale in questo. Ed è uno dei pregi di questo titolo. Non si finge nulla di ciò che non è. Non si pompa di frasi a effetto o osservazioni acute. Appioppa qui e là qualche elemento pragmatico e di dubbia consistenza, ma con questo ci fa quadrare bene i conti, gli indizi, le frasi significative che erano state ignorate.
Certamente, alcuni episodi sono decisamente inconsistenti o superflui, ma non per questo annoiano o ne disturbano la visione dei 12 episodi. Ci offrono un'ottica più umana di questi studenti. In qualche minuto ci viene mostrato il loro volto di comuni adolescenti... E l'attimo dopo vengono catapultati alla loro realtà, quella del terrore.
"Another" non è certo un titolo che si fa riconoscere per la sua peculiarità dei contenuti, ma almeno non scade in situazioni eccessivamente artefatte. Per quanto possa sembrare tutto abbastanza scontato, la storia prende una piega ben più interessante nella sua seconda parte, con cui non ci resta che attendere l'atto finale. Il finale in cui i pochi sopravvissuti si lasceranno prendere dal panico, resisteranno e smaschereranno l'Altro.
Iniziamo ad addentrarci in questa cupa cittadina di provincia, isolata dal resto del mondo caotico e chiassoso come quello da cui proviene Koichi Sakakibara. Il ragazzo, proveniente da Tokyo, fa la conoscenza dei suoi compagni di classe, tutti socievoli e affiatati fra loro, tranne una. La ragazza dall'aspetto pallido, il folto caschetto di capelli corvini e la benda sull'occhio sinistro. Mei Misaki attira immediatamente l'attenzione del ragazzo quanto dello spettatore. In lei vengono automaticamente versate le ragioni del nervosismo dei compagni, delle loro eventuali frasi spezzate, degli sguardi perplessi, e del mistero che avvolge gli studenti della terza sezione.
Sulle prime - nel mentre che impariamo a conoscere le tacite regole della scuola dov'è finito Sakakibara - ci lasciamo coinvolgere dall'atmosfera magistralmente architettata dalla regia. La grafica gioca sui limpidi fondali. Pavimentazioni in legno, piccole crepe sui muri, arredamenti scarni, la fitta e ondeggiante vegetazione che circonda la cittadina, la luce grigia del giorno, le bambole di porcellana dai colori brillanti e gli occhi tristi, gli ospedali bui, i paesaggi desolati, lo scroscio delle dighe e il vento. Tutte queste immagini si ripetono in continuazione, e ci vengono riproposte ancora e ancora, a intervalli regolari, quasi a ricordarci che c'è qualcosa in agguato in tutta questa storia. L'ambientazione è dunque perfetta, i personaggi ci appaiono come dei comuni ragazzi inquieti per una maledizione che pare avverarsi davvero. Non ci resta che scoprire chi sia la misteriosa ragazza con la benda, come contrastare la leggenda e, soprattutto, aspettare quel momento. Il momento in cui lo studente in più si riveli o che, per prima, la morte sopraggiunga.
Così, tra un morto e l'altro, veniamo a conoscenza della storia che, sin dal 1972, alimentano le voci sulla classe condannata. Ci muoviamo lentamente attraverso le impressioni di ognuno dei personaggi e le versioni della stessa storia che, messe assieme, compongono e realizzano i fatti veramente accaduti.
L'inventiva con cui avvengono gli sfracelli non fa sì che le morti siano improvvise. Anzi, sembra nell'intento dell'anime rendere statici e prevedibili i momenti che precedono la morte di uno degli sventurati personaggi. Sono momenti catartici, inesorabili, che rendono con semplicità l'idea che prima o poi toccherà a tutti. L'unico modo per contrastare la morte è combattere con il suo alleato. La persona che si finge viva. O per meglio dire, la persona morta che non sa di esserlo.
Non c'è nulla di poetico o teatrale in questo. Ed è uno dei pregi di questo titolo. Non si finge nulla di ciò che non è. Non si pompa di frasi a effetto o osservazioni acute. Appioppa qui e là qualche elemento pragmatico e di dubbia consistenza, ma con questo ci fa quadrare bene i conti, gli indizi, le frasi significative che erano state ignorate.
Certamente, alcuni episodi sono decisamente inconsistenti o superflui, ma non per questo annoiano o ne disturbano la visione dei 12 episodi. Ci offrono un'ottica più umana di questi studenti. In qualche minuto ci viene mostrato il loro volto di comuni adolescenti... E l'attimo dopo vengono catapultati alla loro realtà, quella del terrore.
"Another" non è certo un titolo che si fa riconoscere per la sua peculiarità dei contenuti, ma almeno non scade in situazioni eccessivamente artefatte. Per quanto possa sembrare tutto abbastanza scontato, la storia prende una piega ben più interessante nella sua seconda parte, con cui non ci resta che attendere l'atto finale. Il finale in cui i pochi sopravvissuti si lasceranno prendere dal panico, resisteranno e smaschereranno l'Altro.
"Another" è un anime che non rientra solo nel genere horror, ma anche, soprattutto, nel genere mistero. Per tutta la durata degli episodi ci sarà una sensazione di mistero che insieme all'horror dà un buon risultato di paura in alcune scene, soprattutto se si guardano gli episodi di notte in una stanza buia tutto solo.
La trama di "Another" è abbastanza interessante, ma se non si seguono attentamente gli episodi sarà difficile capirla a fondo.
Trovo i disegni molto belli, con colori scuri e tristi per dare quella sensazione di drammaticità. Le animazioni sono buone, molto fluide e scorrevoli. La parte musicale è buona. L'opening e l'ending sono molto belle.
Forse di quest'anime si poteva migliorare il finale perché non lascia niente nella mente dello spettatore. Non ho nient'altro da dire su quest'anime e finisco consigliando "Another" a tutti, ma di più a chi ama i generi horror e mistero.
La trama di "Another" è abbastanza interessante, ma se non si seguono attentamente gli episodi sarà difficile capirla a fondo.
Trovo i disegni molto belli, con colori scuri e tristi per dare quella sensazione di drammaticità. Le animazioni sono buone, molto fluide e scorrevoli. La parte musicale è buona. L'opening e l'ending sono molto belle.
Forse di quest'anime si poteva migliorare il finale perché non lascia niente nella mente dello spettatore. Non ho nient'altro da dire su quest'anime e finisco consigliando "Another" a tutti, ma di più a chi ama i generi horror e mistero.
Premetto che, a differenza degli altri recensori, non avevo grandi aspettative nei confronti di questo anime: stavo cercando un buon titolo, preferibilmente di genere horror (nonostante sia una ragazza, apprezzo ogni tanto un po' di splatter e di tensione), e che, allo stesso tempo, non fosse particolarmente lungo. Insomma, cercavo un anime leggero e godibile, in grado però di emozionarmi.
Tutto sommato "Another" risponde a queste prerogative: è indubbiamente un anime di breve durata, con una grafica pazzesca, un'opening eccezionale e una trama scorrevole e in grado di incuriosire parecchia gente. Però c'è un però.
La prima parte, ovvero circa i primi 5 episodi, mi hanno tenuta incollata allo schermo del computer e sono stati in grado di farmi rabbrividire più di una volta (sarà che li ho guardati di sera): la trama era presentata piuttosto bene, le rivelazioni si susseguivano con il giusto ritmo e i personaggi dall'aria misteriosa mi hanno molto incuriosito. Ho notato tuttavia che, man mano che la storia andava avanti, e in particolare con l'episodio 8, la suspense calava progressivamente e il numero eccessivamente alto di scene di morte, invece che dare quel tocco in più all'anime, lo rendeva fin noioso. Le ultime puntate le ho guardate più che altro per inerzia.
Vi è un miglioramento verso la fine: quella della gita è stata una trovata interessante, tuttavia il finale lascia davvero a desiderare: si scopre semplicemente chi è il morto, mentre avrei preferito saperne qualcosa di più sulla maledizione in generale, magari sul modo per fermarla definitivamente, ma ciò non ci è dato sapere.
Passiamo dunque ai personaggi: se all'inizio era piacevole vedere quanto Misaki fosse misteriosa e quanto Koichi fosse figo - perchè Sakakibara-kun è davvero figo - e allo stesso tempo legato a Misaki, dopo un po' la cosa rompe. Un minimo di evoluzione del carattere dei personaggi, un minimo di introspezione psicologica ci devono essere, sia che siano 12 episodi sia che siano 50.
I personaggi difatti non cambiano, sono sempre gli stessi, confinati nel proprio ruolo e, di conseguenza, incapaci di trasmettere emozioni o di commuovere.
Voi direte: è un horror, che necessità ha di commuovere?
Il fatto è che, sebbene sia un horror, episodio dopo episodio viene smarrita la capacità di spaventare e tenere sulle spine: ciò è dovuto principalmente alla formula trita e ritrita della, come la chiamo io, "scoperta dell'ultimo secondo".
Mi spiego meglio. Lo schema è questo: alla fine di ogni puntata un personaggio sta per fare una mega-rivelazione, nell'episodio successivo la rivelazione si rivela un'informazione di poco conto, e il resto della puntata è costituito da, perdonatemi il termine, fancazzismo allo stato puro. Quasi al termine dei venti minuti vi è un'altra rivelazione con lo scopo di tenerci sulle spine.
Questo avviene in ognuna delle undici, stramaledettissime puntate.
Ciononostante assegno 7 a quest'anime per via dei pregi precedentemente citati: la grafica perfetta, l'opening veramente coinvolgente, e le prime puntate in grado di tenere lo "spettatore" con il fiato sospeso in attesa dell'episodio successivo.
Il punto dolente che però ha abbassato il voto di uno/due punti, è stato il finale, veramente banale.
Tutto sommato "Another" risponde a queste prerogative: è indubbiamente un anime di breve durata, con una grafica pazzesca, un'opening eccezionale e una trama scorrevole e in grado di incuriosire parecchia gente. Però c'è un però.
La prima parte, ovvero circa i primi 5 episodi, mi hanno tenuta incollata allo schermo del computer e sono stati in grado di farmi rabbrividire più di una volta (sarà che li ho guardati di sera): la trama era presentata piuttosto bene, le rivelazioni si susseguivano con il giusto ritmo e i personaggi dall'aria misteriosa mi hanno molto incuriosito. Ho notato tuttavia che, man mano che la storia andava avanti, e in particolare con l'episodio 8, la suspense calava progressivamente e il numero eccessivamente alto di scene di morte, invece che dare quel tocco in più all'anime, lo rendeva fin noioso. Le ultime puntate le ho guardate più che altro per inerzia.
Vi è un miglioramento verso la fine: quella della gita è stata una trovata interessante, tuttavia il finale lascia davvero a desiderare: si scopre semplicemente chi è il morto, mentre avrei preferito saperne qualcosa di più sulla maledizione in generale, magari sul modo per fermarla definitivamente, ma ciò non ci è dato sapere.
Passiamo dunque ai personaggi: se all'inizio era piacevole vedere quanto Misaki fosse misteriosa e quanto Koichi fosse figo - perchè Sakakibara-kun è davvero figo - e allo stesso tempo legato a Misaki, dopo un po' la cosa rompe. Un minimo di evoluzione del carattere dei personaggi, un minimo di introspezione psicologica ci devono essere, sia che siano 12 episodi sia che siano 50.
I personaggi difatti non cambiano, sono sempre gli stessi, confinati nel proprio ruolo e, di conseguenza, incapaci di trasmettere emozioni o di commuovere.
Voi direte: è un horror, che necessità ha di commuovere?
Il fatto è che, sebbene sia un horror, episodio dopo episodio viene smarrita la capacità di spaventare e tenere sulle spine: ciò è dovuto principalmente alla formula trita e ritrita della, come la chiamo io, "scoperta dell'ultimo secondo".
Mi spiego meglio. Lo schema è questo: alla fine di ogni puntata un personaggio sta per fare una mega-rivelazione, nell'episodio successivo la rivelazione si rivela un'informazione di poco conto, e il resto della puntata è costituito da, perdonatemi il termine, fancazzismo allo stato puro. Quasi al termine dei venti minuti vi è un'altra rivelazione con lo scopo di tenerci sulle spine.
Questo avviene in ognuna delle undici, stramaledettissime puntate.
Ciononostante assegno 7 a quest'anime per via dei pregi precedentemente citati: la grafica perfetta, l'opening veramente coinvolgente, e le prime puntate in grado di tenere lo "spettatore" con il fiato sospeso in attesa dell'episodio successivo.
Il punto dolente che però ha abbassato il voto di uno/due punti, è stato il finale, veramente banale.
Anno 1998. La Yomiyama North Middle sembra una scuola giapponese di provincia come le altre, con i ragazzini tutti in uniforme e le attività sportive e invece uno spaventoso segreto si cela dietro le sue moderne mura, di cui tutti sanno ma di cui nessuno ha il coraggio di parlare. Per sua sfortuna il quindicenne Koichi Sakakibara dovrà trasferirsi da Tokyo proprio in quella scuola, anzi proprio nella classe 3-3 dove si dice incomba una maledizione dal 1972!
Tratto da una novel di Yukito Ayatsuji pubblicata nel 2009, "Another" è uno di quei titoli su cui si punta a pieno campo, su tutti i media, con trasposizione in manga, serie anime e live action con il supporto di una battente campagna promozionale pronto a dipingerlo come un horror psicologico a tinte fosche e ricco di suspanse: insomma la manna dal cielo per gli amanti del genere. Un hype attentamente studiato quindi a cui un appassionato di anime non poteva di certo sottrarsi, ma, si sa, se tanto grande è l'attesa poi altrettanto grande sarà la delusione nel caso il prodotto tanto osannato non sia quello che ci si aspettava. E "Another", almeno nella sua versione animata che ho potuto visionare, rientra malauguratamente in pieno in questa categoria nonostante gli fossero state date tutte le carte per poter essere ricordato, se non come un capolavoro, almeno come un lavoro egregio: la produzione affidata a uno studio in ascesa come la P.A. Works, i disegni a Noizi Ito ("Haruhi Suzumiya") e la sigla a musicisti del calibro degli Ali Project ("Rozen Maiden", "Requiem for the Phantom").
Questo titolo in realtà nelle sue 11 esigue puntate non solo non riesce a spaventare, ma neanche a interessare un'eventuale spettatore, che si troverà ad attendere per quasi metà della serie che la storia entri nel vivo con le vere cause della maledizione, sicuramente anche piuttosto originali ma che vengono sfruttate talmente male da risultare impalpabili già dopo una sola puntata, evaporando in una narrazione scontata e costringendo così gli autori in contorsionismi degni di un equilibrista per far desistere il pubblico televisivo dai propositi di abbandono. Nelle ultime puntate si passerà dal fan service scolastico della ridicola puntata "marina", fino alla mattanza finale senza né capo né coda, se non il vago tentativo di imitare una serie di ben altro spessore quale "Higurashi", il tutto senza tralasciare le citazioni cinefile alla "Scream".
Un peccato perché l'approccio visivo è invece piuttosto buono, con obiettivo manifesto quello di presentare qualcosa di spaventoso e destabilizzante, qualcosa che potesse fare sentire a disagio, un quid difficile da definire, realizzato con l'utilizzo di atmosfere cupe e ambientazioni soffocanti, scadendo certo nel cliché di genere (le bambole, l'ospedale, le luci elettriche "scattose") con scelte registiche non originali ma che comunque riescono nel loro intento.
Pollice verso invece per il chara design. Quello che doveva essere un punto di forza risulta invece uno degli aspetti peggiori, con personaggi disegnati tutti allo stesso modo e che risultano in parecchi momenti quasi indistinguibili l'uno dall'altro. Mossa molto poco azzeccata in un'anime di mistero e che tende ad amplificare la pochezza psicologica sia dei protagonisti sia delle figure secondarie.
Koichi sembra uno che viene sballottato a destra e a manca senza capire molto di quello che gli accade intorno e delle stesse sue azioni. L'imperturbabile Mei Misaki invece appare schiava della sua stessa figura, non uscendo mai dal ruolo cucitole addosso e risultando incapace non solo di fare emergere delle emozioni da se stessa, ma anche in chi la guarda. Gli amici, poi, soltanto qualcuno dotato di particolari poteri mentali potrà ricordarseli a serie conclusa.
Cosa resta insomma di questo titolo lanciato dai media come l'evento dell'inverno 2012? Io direi un vecchio banco di legno con sopra scritte le parole " Se potete evitatelo!".
Tratto da una novel di Yukito Ayatsuji pubblicata nel 2009, "Another" è uno di quei titoli su cui si punta a pieno campo, su tutti i media, con trasposizione in manga, serie anime e live action con il supporto di una battente campagna promozionale pronto a dipingerlo come un horror psicologico a tinte fosche e ricco di suspanse: insomma la manna dal cielo per gli amanti del genere. Un hype attentamente studiato quindi a cui un appassionato di anime non poteva di certo sottrarsi, ma, si sa, se tanto grande è l'attesa poi altrettanto grande sarà la delusione nel caso il prodotto tanto osannato non sia quello che ci si aspettava. E "Another", almeno nella sua versione animata che ho potuto visionare, rientra malauguratamente in pieno in questa categoria nonostante gli fossero state date tutte le carte per poter essere ricordato, se non come un capolavoro, almeno come un lavoro egregio: la produzione affidata a uno studio in ascesa come la P.A. Works, i disegni a Noizi Ito ("Haruhi Suzumiya") e la sigla a musicisti del calibro degli Ali Project ("Rozen Maiden", "Requiem for the Phantom").
Questo titolo in realtà nelle sue 11 esigue puntate non solo non riesce a spaventare, ma neanche a interessare un'eventuale spettatore, che si troverà ad attendere per quasi metà della serie che la storia entri nel vivo con le vere cause della maledizione, sicuramente anche piuttosto originali ma che vengono sfruttate talmente male da risultare impalpabili già dopo una sola puntata, evaporando in una narrazione scontata e costringendo così gli autori in contorsionismi degni di un equilibrista per far desistere il pubblico televisivo dai propositi di abbandono. Nelle ultime puntate si passerà dal fan service scolastico della ridicola puntata "marina", fino alla mattanza finale senza né capo né coda, se non il vago tentativo di imitare una serie di ben altro spessore quale "Higurashi", il tutto senza tralasciare le citazioni cinefile alla "Scream".
Un peccato perché l'approccio visivo è invece piuttosto buono, con obiettivo manifesto quello di presentare qualcosa di spaventoso e destabilizzante, qualcosa che potesse fare sentire a disagio, un quid difficile da definire, realizzato con l'utilizzo di atmosfere cupe e ambientazioni soffocanti, scadendo certo nel cliché di genere (le bambole, l'ospedale, le luci elettriche "scattose") con scelte registiche non originali ma che comunque riescono nel loro intento.
Pollice verso invece per il chara design. Quello che doveva essere un punto di forza risulta invece uno degli aspetti peggiori, con personaggi disegnati tutti allo stesso modo e che risultano in parecchi momenti quasi indistinguibili l'uno dall'altro. Mossa molto poco azzeccata in un'anime di mistero e che tende ad amplificare la pochezza psicologica sia dei protagonisti sia delle figure secondarie.
Koichi sembra uno che viene sballottato a destra e a manca senza capire molto di quello che gli accade intorno e delle stesse sue azioni. L'imperturbabile Mei Misaki invece appare schiava della sua stessa figura, non uscendo mai dal ruolo cucitole addosso e risultando incapace non solo di fare emergere delle emozioni da se stessa, ma anche in chi la guarda. Gli amici, poi, soltanto qualcuno dotato di particolari poteri mentali potrà ricordarseli a serie conclusa.
Cosa resta insomma di questo titolo lanciato dai media come l'evento dell'inverno 2012? Io direi un vecchio banco di legno con sopra scritte le parole " Se potete evitatelo!".
Ultimamente, purtroppo, sono molti gli anime che si ritrovano a "sbarellare": non sempre, cioè, a un concept innovativo e geniale segue uno svolgimento efficace. Questo è tanto più difficile nel caso degli horror, dove, nel corso dell'inevitabile svelamento della trama, è necessario mantenere l'atmosfera di ossessione e mistero che caratterizza questo genere.
Mancanza di fantasia, poca professionalità, carenza di fondi o di tempo, non si sa, ma quest'obiettivo non viene sicuramente centrato nel caso di "Another". Inizio fulminante: sound stupefacente, colori morbosamente ipnotici, situazioni al limite del surreale creano un clima di persecuzione quasi sovrannaturale che avvince lo spettatore. Basti pensare alla bottega delle bambole, con tutti quei corpi morti, che sembrano reclamare l'essenza vitale dei visitatori.
Insomma, saremmo giustificati ad aspettarci il meglio ed effettivamente, all'inizio, attendevo avidamente ogni uscita settimanale, misteri si accavallavano su misteri e un cupo clima di morte sembrava avvolgere il tutto. Poi, ahimè, arriva il momento, circa a metà della serie, di cominciare a rivelare qualche cosa e gli sceneggiatori sembrano annaspare, non sanno che pesci pigliare e come gestire il potenziale che essi stessi hanno saputo mettere insieme, così, a corto di idee, raffazzonano omicidi sempre più cruenti (e francamente inutili e ripetitivi dopo un certo punto) e pure qualche fan service (la classica gita al mare) che non guasta mai. Fino a un finale esagerato, posticcio, grandguignolesco, quasi apocalittico, che non spiega quasi nulla e non riesce sicuramente a redimersi neppure nel suo inverosimile colpo di scena finale.
"Another" è un'occasione sprecata, insomma: peccato, mi aspettavo molto di più.
Il voto 7 è giustificato dalle splendide animazioni, dal chara godibilissimo, ma il punto di forza, IMHO, come già accennato, sono gli sfondi e le atmosfere dei primi episodi, davvero impressionanti.
Opening di Ali Project azzeccatissima e molto orecchiabile, quasi una ballata maledetta. Ending delicata ed evocativa che stride piacevolmente con l'ambientazione sanguinaria dell'episodio appena visto.
Mancanza di fantasia, poca professionalità, carenza di fondi o di tempo, non si sa, ma quest'obiettivo non viene sicuramente centrato nel caso di "Another". Inizio fulminante: sound stupefacente, colori morbosamente ipnotici, situazioni al limite del surreale creano un clima di persecuzione quasi sovrannaturale che avvince lo spettatore. Basti pensare alla bottega delle bambole, con tutti quei corpi morti, che sembrano reclamare l'essenza vitale dei visitatori.
Insomma, saremmo giustificati ad aspettarci il meglio ed effettivamente, all'inizio, attendevo avidamente ogni uscita settimanale, misteri si accavallavano su misteri e un cupo clima di morte sembrava avvolgere il tutto. Poi, ahimè, arriva il momento, circa a metà della serie, di cominciare a rivelare qualche cosa e gli sceneggiatori sembrano annaspare, non sanno che pesci pigliare e come gestire il potenziale che essi stessi hanno saputo mettere insieme, così, a corto di idee, raffazzonano omicidi sempre più cruenti (e francamente inutili e ripetitivi dopo un certo punto) e pure qualche fan service (la classica gita al mare) che non guasta mai. Fino a un finale esagerato, posticcio, grandguignolesco, quasi apocalittico, che non spiega quasi nulla e non riesce sicuramente a redimersi neppure nel suo inverosimile colpo di scena finale.
"Another" è un'occasione sprecata, insomma: peccato, mi aspettavo molto di più.
Il voto 7 è giustificato dalle splendide animazioni, dal chara godibilissimo, ma il punto di forza, IMHO, come già accennato, sono gli sfondi e le atmosfere dei primi episodi, davvero impressionanti.
Opening di Ali Project azzeccatissima e molto orecchiabile, quasi una ballata maledetta. Ending delicata ed evocativa che stride piacevolmente con l'ambientazione sanguinaria dell'episodio appena visto.
Cosa accomuna un classe di ragazzi, una ragazza con un occhio bendato che nessuna sembra vedere e che appare e scompare, e una maledizione vecchia di 26 anni? Una serie di spiacevoli incidenti che portano alla violentissima morte degli studenti o dei loro familiari.
Dopo la morte della bella Misaki, studentessa popolare e stimata da tutti, i suoi compagni decisero di trascorrere il resto dell'ultimo anno fingendo che la loro compagna fosse ancora lì con loro. Da quel momento, per il resto dei 26 anni a venire, una volta al mese uno più studenti, o dei loro parenti, morivano improvvisamente. Così nacque la leggenda che la scuola fosse un posto vicinissimo alla morte.
Koichi Sakakibara è un ragazzo trasferitosi nel 1998 in questa scuola, famosa per la leggenda nata 26 anni prima. Koichi avverte una malevola atmosfera della classe, e una strana studentessa con un occhio bendato che non viene considerata da nessuno. Koichi si avvicina a questa ragazza, mentre la maledizione si scatena in tutta la sua crudeltà.
"Another" è un anime veramente bello, se siete amanti del genere splatter e horror psicologico. Dopo le prime due puntate, misteriose e confusionarie, il sangue inizierà a scorrere, lavando via la trama che fino a poco tempo fa sembrava incomprensibile, rivelando una storia sorprendente e originale, che lascerà con il fiato sospeso ogni spettatore. La tensione salirà lenta fino a colpirvi in pieno con le espressioni inorridite dei personaggi.
La musica dell'opening rende veramente bene lo spirito horror dell'anime e l'ending tranquilla fa rilassare lo spettatore dopo una serie di morti così violente. Le musiche di sottofondo sono ansiogene e opprimenti, e quindi perfette per le situazioni che si vanno a creare nell'anime.
L'anime non dà tempo di conoscere i personaggi, per ovvi motivi, ma ciò non viene quasi notato.
Per riassumere, "Another" è un anime molto ben fatto, non adatto forse ai più impressionabili e sicuramente indicato agli amanti del genere. Oltretutto potrebbe non piacervi il circolo vizioso che accompagna ogni puntata (molto semplice da notare), ma è comunque apprezzabile. A voi la scelta se vedere questo o, se mi è concesso dirlo, un another anime.
Dopo la morte della bella Misaki, studentessa popolare e stimata da tutti, i suoi compagni decisero di trascorrere il resto dell'ultimo anno fingendo che la loro compagna fosse ancora lì con loro. Da quel momento, per il resto dei 26 anni a venire, una volta al mese uno più studenti, o dei loro parenti, morivano improvvisamente. Così nacque la leggenda che la scuola fosse un posto vicinissimo alla morte.
Koichi Sakakibara è un ragazzo trasferitosi nel 1998 in questa scuola, famosa per la leggenda nata 26 anni prima. Koichi avverte una malevola atmosfera della classe, e una strana studentessa con un occhio bendato che non viene considerata da nessuno. Koichi si avvicina a questa ragazza, mentre la maledizione si scatena in tutta la sua crudeltà.
"Another" è un anime veramente bello, se siete amanti del genere splatter e horror psicologico. Dopo le prime due puntate, misteriose e confusionarie, il sangue inizierà a scorrere, lavando via la trama che fino a poco tempo fa sembrava incomprensibile, rivelando una storia sorprendente e originale, che lascerà con il fiato sospeso ogni spettatore. La tensione salirà lenta fino a colpirvi in pieno con le espressioni inorridite dei personaggi.
La musica dell'opening rende veramente bene lo spirito horror dell'anime e l'ending tranquilla fa rilassare lo spettatore dopo una serie di morti così violente. Le musiche di sottofondo sono ansiogene e opprimenti, e quindi perfette per le situazioni che si vanno a creare nell'anime.
L'anime non dà tempo di conoscere i personaggi, per ovvi motivi, ma ciò non viene quasi notato.
Per riassumere, "Another" è un anime molto ben fatto, non adatto forse ai più impressionabili e sicuramente indicato agli amanti del genere. Oltretutto potrebbe non piacervi il circolo vizioso che accompagna ogni puntata (molto semplice da notare), ma è comunque apprezzabile. A voi la scelta se vedere questo o, se mi è concesso dirlo, un another anime.
Speravo di rivedere dopo tanto tempo un anime horror che riuscisse (nei suoi limiti) a donare una storia inquietante e con qualche tematica macabra, ed effettivamente dai primi episodi credevo di essere di fronte a una serie ben fatta: il comparto artistico e sonoro sembravano degni di nota; e insieme, grazie anche all'ottimo uso delle inquadrature, riuscivano a donare delle atmosfere ricche di suspense.
Supponevo di conseguenza che, dopo avere presentato i personaggi, il villaggio, e abbozzato il mistero con estenuanti "Lo scoprirai quando sarà il momento", la serie sarebbe decollata.
ATTENZIONE SPOILER
A cominciare dalle prime morti la serie prende però un rigido circolo vizioso:
- Sakakibara parla con Misaki dei fatti recenti;
- Sakakibara sta per scoprire qualcosa ma zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz la telefonata cade;
- si scopre il mistero dell'episodio precedente (della telefonata caduta) che si rivela una banalità;
- qualcuno tira le cuoia.
Si salvano solo gli episodi che approfondiscono Misaki e la verità su di lei.
Lo schema ovviamente non sarà sempre rispettato, ci sono infatti episodi come quello della gita sulla spiaggia che spezzano questa rigidità e fanno impennare la qualità della serie con un po' di fanservice.
L'atmosfera tanto elogiata poco fa sparisce completamente e il genere di "Another" passa da "horror-mistero" a "mistero-commedia", le morti e l'atmosfera non spaventano e non bastano certo scene piene di sangue e zombie per rendere un anime horror. Il comportamento dei personaggi di fronte a situazioni di panico si rivela bizzarro e comico: il protagonista che fra la morte dei suoi compagni e fra sogni orrifici pensa a fare siparietti con Misaki, gli studenti che mentre la casa brucia gironzolano per ore camminando intorno a un edificio che sta per crollare, il protagonista che telefona tranquillo tranquillo in mezzo al fuoco, la fuga di Misaki da Izumi che si commenta da sola e tante altre.
Qualcosa che è a mio parere inaccettabile per una serie di questo genere, il cui realismo è una componente fondamentale.
Il culmine viene raggiunto però dagli episodi conclusivi, dove si scopre che per ben 11 episodi gli autori si sono dimenticati di dire chi è la zia del protagonista, sbattendo un indizio fondamentale subito dopo la soluzione del mistero. Mistero di cui tra l'altro Misaki era a conoscenza fin dai primi episodi grazie a uno dei suoi poteri random, rivelando quindi che ha lasciato con noncuranza morire quasi tutti gli studenti della sua classe (e rischiando lei stessa di morire) per il semplice fatto che non voleva ferire il protagonista, poiché la zia è una persona importante per lui.
Per fortuna il finale non si umilia oltre lasciando la tipica sorpresona degli ultimi minuti.
FINE SPOILER
Concludo riassumendo che a mio parere "Another" aveva le premesse per diventare un'ottima serie, ma che sono state sfasciate a causa di una storia e di una regia sempre più ridicola (a meno che sia semplicemente il classico caso di light novel mal adattata). Il voto è 5 perché i toni della recensione sono causati della mia delusione, non ritengo che la serie sia totalmente da buttare.
Supponevo di conseguenza che, dopo avere presentato i personaggi, il villaggio, e abbozzato il mistero con estenuanti "Lo scoprirai quando sarà il momento", la serie sarebbe decollata.
ATTENZIONE SPOILER
A cominciare dalle prime morti la serie prende però un rigido circolo vizioso:
- Sakakibara parla con Misaki dei fatti recenti;
- Sakakibara sta per scoprire qualcosa ma zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz la telefonata cade;
- si scopre il mistero dell'episodio precedente (della telefonata caduta) che si rivela una banalità;
- qualcuno tira le cuoia.
Si salvano solo gli episodi che approfondiscono Misaki e la verità su di lei.
Lo schema ovviamente non sarà sempre rispettato, ci sono infatti episodi come quello della gita sulla spiaggia che spezzano questa rigidità e fanno impennare la qualità della serie con un po' di fanservice.
L'atmosfera tanto elogiata poco fa sparisce completamente e il genere di "Another" passa da "horror-mistero" a "mistero-commedia", le morti e l'atmosfera non spaventano e non bastano certo scene piene di sangue e zombie per rendere un anime horror. Il comportamento dei personaggi di fronte a situazioni di panico si rivela bizzarro e comico: il protagonista che fra la morte dei suoi compagni e fra sogni orrifici pensa a fare siparietti con Misaki, gli studenti che mentre la casa brucia gironzolano per ore camminando intorno a un edificio che sta per crollare, il protagonista che telefona tranquillo tranquillo in mezzo al fuoco, la fuga di Misaki da Izumi che si commenta da sola e tante altre.
Qualcosa che è a mio parere inaccettabile per una serie di questo genere, il cui realismo è una componente fondamentale.
Il culmine viene raggiunto però dagli episodi conclusivi, dove si scopre che per ben 11 episodi gli autori si sono dimenticati di dire chi è la zia del protagonista, sbattendo un indizio fondamentale subito dopo la soluzione del mistero. Mistero di cui tra l'altro Misaki era a conoscenza fin dai primi episodi grazie a uno dei suoi poteri random, rivelando quindi che ha lasciato con noncuranza morire quasi tutti gli studenti della sua classe (e rischiando lei stessa di morire) per il semplice fatto che non voleva ferire il protagonista, poiché la zia è una persona importante per lui.
Per fortuna il finale non si umilia oltre lasciando la tipica sorpresona degli ultimi minuti.
FINE SPOILER
Concludo riassumendo che a mio parere "Another" aveva le premesse per diventare un'ottima serie, ma che sono state sfasciate a causa di una storia e di una regia sempre più ridicola (a meno che sia semplicemente il classico caso di light novel mal adattata). Il voto è 5 perché i toni della recensione sono causati della mia delusione, non ritengo che la serie sia totalmente da buttare.
"Another": ho visto per la prima volta questo titolo nell'articolo dello stesso Animeclick.it: "gli Anime della prossima stagione - Inverno 2012"; e devo ammettere che mi sembrava il più promettente di tutti, un futuro capolavoro.
Ora devo solo abbassare la testa, guardarmi dentro, e ammettere che non capisco nulla e il mio intuito è pessimo. Il più grande flop del 2012.
Se dovessi scegliere un termine per evidenziare il peggior difetto (tra i tanti) di "Another" sarebbe sicuramente confusionario.
A parer mio non esiste termine più adatto per definire quest'opera, ma, badiamo bene, non bisogna confondere il suddetto termine con complicato, perché non lo è affatto, in quanto indica semplicemente un insieme di cose senza senso messe insieme e legate tra loro da un sottile filo che si interseca nella storia in maniera grottesca e a tempi alternati rendendo il tutto, per l'appunto, confusionario.
La trama in teoria è abbastanza semplice, parla di una classe maledetta dove ogni anno vi sono dei morti e per evitare queste catastrofi ci sta una responsabile che elabora dei piani che a volte impediscono questi decessi soprannaturali. Tutto cambia quando il protagonista arriva in città e si trasferisce proprio in questa classe maledetta.
La trama mi sembrava intrigante, speravo in un horror psicologico dalle atmosfere cupe e capace di farmi provare qualche emozione, ma, mi ripeto, cosi non è stato. L'unica cosa che quest'anime mi ha provocato è stata una noia immensa.
Le musiche non sono nulla di spettacolare, ma non sono da buttare anzi, l'opening si salva, è abbastanza orecchiabile e adatta a quello che sarebbe dovuto essere l'anime.
Una nota positiva in mezzo a tutto questo casino però c'è, ed è la grafica. Se devo essere onesto questo è l'anime con la grafica migliore che abbia mai visto e se il mio voto sale a 4 è proprio merito suo, altrimenti gli avrei dato ancora di meno.
Lo sconsiglio a tutti, se cercate un horror virate altrove mentre, se cercate un anime che vi confonda le idee e non vi faccia capire nulla, questo fa al caso vostro.
Kyoraku
Ora devo solo abbassare la testa, guardarmi dentro, e ammettere che non capisco nulla e il mio intuito è pessimo. Il più grande flop del 2012.
Se dovessi scegliere un termine per evidenziare il peggior difetto (tra i tanti) di "Another" sarebbe sicuramente confusionario.
A parer mio non esiste termine più adatto per definire quest'opera, ma, badiamo bene, non bisogna confondere il suddetto termine con complicato, perché non lo è affatto, in quanto indica semplicemente un insieme di cose senza senso messe insieme e legate tra loro da un sottile filo che si interseca nella storia in maniera grottesca e a tempi alternati rendendo il tutto, per l'appunto, confusionario.
La trama in teoria è abbastanza semplice, parla di una classe maledetta dove ogni anno vi sono dei morti e per evitare queste catastrofi ci sta una responsabile che elabora dei piani che a volte impediscono questi decessi soprannaturali. Tutto cambia quando il protagonista arriva in città e si trasferisce proprio in questa classe maledetta.
La trama mi sembrava intrigante, speravo in un horror psicologico dalle atmosfere cupe e capace di farmi provare qualche emozione, ma, mi ripeto, cosi non è stato. L'unica cosa che quest'anime mi ha provocato è stata una noia immensa.
Le musiche non sono nulla di spettacolare, ma non sono da buttare anzi, l'opening si salva, è abbastanza orecchiabile e adatta a quello che sarebbe dovuto essere l'anime.
Una nota positiva in mezzo a tutto questo casino però c'è, ed è la grafica. Se devo essere onesto questo è l'anime con la grafica migliore che abbia mai visto e se il mio voto sale a 4 è proprio merito suo, altrimenti gli avrei dato ancora di meno.
Lo sconsiglio a tutti, se cercate un horror virate altrove mentre, se cercate un anime che vi confonda le idee e non vi faccia capire nulla, questo fa al caso vostro.
Kyoraku
"Another" è un anime di stampo prettamente dark (a tratti anche horror) ispirato in primo luogo a un manga, ma soprattutto a un romanzo giapponese che ha riscosso un discreto successo.
Ci troviamo a Yomiyama, tranquilla cittadina giapponese in cui il nostro protagonista, Kōichi Sakakibara, si trasferisce a causa del viaggio in India per lavoro di suo padre. Qui Sakakibara viene iscritto al nono anno nella scuola media Yomiyama settentrionale, dove è inserito nella terza sezione, da ventisei anni ormai torturata da una misteriosa maledizione. Egli si ritrova in una classe che inizialmente si presta ad accoglierlo con calore, ma che poi comincia ad assumere comportamenti sempre più strani. Per quanto si sforzi di scoprire qualche dettaglio circa il destino che avvolge la terza classe, Koichi continua a brancolare nel buio, circondato sempre più da eventi inquietanti e inspiegabili che lo portano a farsi più intraprendente nel tentativo di capirci qualcosa. Una serie di tragedie porterà questo timido ma curioso ragazzino a conoscere la natura di ciò che affligge la terza classe.
Anime ricco di mistero e di colpi di scena, "Another" è capace di attirare l'attenzione e la curiosità di chiunque già dal primo episodio: difatti gli eventi inspiegabili cominciano subito ad assillare la brama di sapere, mentre nuovi dettagli giungono a oscurare ancora di più la situazione. A rendere il tutto più angosciante, vi è un'atmosfera particolarissima, caratterizzata da sottofondi cupi e immagini tetre, straordinariamente affascinante per la sua capacità di incatenare lo spettatore allo schermo anche in una scena priva di azione. E poi il silenzio: in "Another" vi è sempre un silenzio che definirei opprimente.
In questo sfondo si muovono personaggi davvero originali, magari non troppo vivaci ma senz'altro in grado di stimolare simpatia o antipatia. Devo dire che ho assai apprezzato Misaki Mei, ragazzina silenziosa dal ruolo ambiguo e il cui destino è indissolubilmente legato - almeno per quanto si sa ora - a quello del protagonista. Anche la rappresentante della famigerata terza classe, Izumi Akazawa, è una figura interessante, ricca di sfaccettature e di lati nascosti.
I disegni degli ambienti sono eccezionali, dotati di una profondità e di un realismo che lasciano a bocca aperta, ed è alquanto apprezzabile anche il design delle figure umane, pur non essendo particolare quanto a stile.
La colonna sonora, come già detto, è mozzafiato. Credo che sia grazie a essa se questo anime mi ha colpita tanto.
Un dettaglio che adoro di quest'anime sono le bambole; spesso e volentieri, tra una scena e l'altra, ci vengono mostrate immagini di inquietantissime bambole, che poi ricompaiono in alcune scene di fondamentale importanza: queste bambole sono davvero, davvero belle, ma anche spaventose, gelide e dai sorrisi crudeli, contribuiscono senz'altro a creare l'atmosfera tipica di "Another".
Consiglio vivamente quest'anime perché lo trovo originalissimo per la trama e perché è ben costruito sia come effetti sia come disegni e musiche: è vero, siamo solamente al sesto episodio, tuttavia promette davvero bene. Avviso però che ci sono alcune scene che potrebbero impressionare chi con il sangue non ha un buon rapporto.
Detto questo, spero davvero che guardiate questo bell'anime.
Ci troviamo a Yomiyama, tranquilla cittadina giapponese in cui il nostro protagonista, Kōichi Sakakibara, si trasferisce a causa del viaggio in India per lavoro di suo padre. Qui Sakakibara viene iscritto al nono anno nella scuola media Yomiyama settentrionale, dove è inserito nella terza sezione, da ventisei anni ormai torturata da una misteriosa maledizione. Egli si ritrova in una classe che inizialmente si presta ad accoglierlo con calore, ma che poi comincia ad assumere comportamenti sempre più strani. Per quanto si sforzi di scoprire qualche dettaglio circa il destino che avvolge la terza classe, Koichi continua a brancolare nel buio, circondato sempre più da eventi inquietanti e inspiegabili che lo portano a farsi più intraprendente nel tentativo di capirci qualcosa. Una serie di tragedie porterà questo timido ma curioso ragazzino a conoscere la natura di ciò che affligge la terza classe.
Anime ricco di mistero e di colpi di scena, "Another" è capace di attirare l'attenzione e la curiosità di chiunque già dal primo episodio: difatti gli eventi inspiegabili cominciano subito ad assillare la brama di sapere, mentre nuovi dettagli giungono a oscurare ancora di più la situazione. A rendere il tutto più angosciante, vi è un'atmosfera particolarissima, caratterizzata da sottofondi cupi e immagini tetre, straordinariamente affascinante per la sua capacità di incatenare lo spettatore allo schermo anche in una scena priva di azione. E poi il silenzio: in "Another" vi è sempre un silenzio che definirei opprimente.
In questo sfondo si muovono personaggi davvero originali, magari non troppo vivaci ma senz'altro in grado di stimolare simpatia o antipatia. Devo dire che ho assai apprezzato Misaki Mei, ragazzina silenziosa dal ruolo ambiguo e il cui destino è indissolubilmente legato - almeno per quanto si sa ora - a quello del protagonista. Anche la rappresentante della famigerata terza classe, Izumi Akazawa, è una figura interessante, ricca di sfaccettature e di lati nascosti.
I disegni degli ambienti sono eccezionali, dotati di una profondità e di un realismo che lasciano a bocca aperta, ed è alquanto apprezzabile anche il design delle figure umane, pur non essendo particolare quanto a stile.
La colonna sonora, come già detto, è mozzafiato. Credo che sia grazie a essa se questo anime mi ha colpita tanto.
Un dettaglio che adoro di quest'anime sono le bambole; spesso e volentieri, tra una scena e l'altra, ci vengono mostrate immagini di inquietantissime bambole, che poi ricompaiono in alcune scene di fondamentale importanza: queste bambole sono davvero, davvero belle, ma anche spaventose, gelide e dai sorrisi crudeli, contribuiscono senz'altro a creare l'atmosfera tipica di "Another".
Consiglio vivamente quest'anime perché lo trovo originalissimo per la trama e perché è ben costruito sia come effetti sia come disegni e musiche: è vero, siamo solamente al sesto episodio, tuttavia promette davvero bene. Avviso però che ci sono alcune scene che potrebbero impressionare chi con il sangue non ha un buon rapporto.
Detto questo, spero davvero che guardiate questo bell'anime.
Salve a tutti questa è la mia prima recensione, spero di aiutarvi quindi incomincio. Che dire, ho visto i primi 5 episodi e devo dire che sembrerebbe un prodotto di discreto livello (sono ancora per così dire un "neofita" quindi posso sbagliarmi. Intendo che sia i disegni sia la trama sono ben concepiti. Un punto a svantaggio dell'anime, se così si può considerare, è che la trama assomiglia a quella di "Higurashi" (ho visto solo fino al 24° episodio) con uno sviluppo migliore. Quindi ho voluto dargli fiducia mettendo come voto 7.