Lupin III - Il segreto del diamante Penombra
"Il segreto del diamante penombra", anche noto come "Una cascata di diamanti" in qualche passaggio televisivo, è uno special televisivo di Lupin del 1996. Archiviato quasi del tutto il periodo di Osamu Dezaki alla regia di questi special, questo film presenta un character design piuttosto differente rispetto ai film precedenti. Minoru Maeda ha infatti lavorato a diversi anime nella sua carriera, inclusi "Dr. Slump e Arale", "Dragon Ball" e relativi film. Alla regia invece un altro veterano che ha partecipato a moltissime produzioni giapponesi molto famose, fin dal 1958, inclusi "Astroboy", "Dororo", "Touch"... Rispetto a Dezaki la regia è molto meno caratteristica: non ci sono grandi guizzi creativi, ma è tutto realizzato in maniera certamente competente.
Rispetto allo special precedente, quello de "Il tesoro di Harimao", il character design presenta volti meno spigolosi e più tondeggianti, specialmente per i personaggi femminili. I personaggi principali sembrano così un po' più giovani del solito, cosa che comunque già avvenne nello special del 1993 "Viaggio nel pericolo". Comunque, non si tratta di un character design sgradevole, tutt'altro, ma può spiazzare un po' vedere Lupin e gli altri con questa "faccia" un po' differente dal solito.
La trama è la solita: Lupin è alla ricerca dell'ennesimo favoloso tesoro, questa volta in Marocco, appartenuto a una tribù locale che si dice sia stata sterminata circa cento anni prima. Ovviamente, ci sono ancora alcuni discendenti di quella tribù ancora in vita, e quel tesoro fa gola anche ad altri malintenzionati (oltre a Lupin e la sua banda, chiaramente, non dimentichiamo che in fondo sono sempre ladri). Come al solito Lupin riuscirà a risolvere situazioni internazionali più grandi di lui, sia direttamente che indirettamente.
In sostanza, ci troviamo di fronte a un film di Lupin abbastanza convenzionale, senza troppe sorprese né troppi guizzi, ma si fa notare per l'abbondante fanservice: sia Fujiko che Lala, coprotagonista femminile di questo lungometraggio, appaiono nude o seminude in diverse occasioni. Non ci si può dunque lamentare in questo senso. Il villain principale è discreto, ma nulla di troppo eclatante. Il sottoposto del cattivo non è certo tra i più memorabili, ma è un osso duro sia per Lupin sia per Goemon, inoltre nel doppiaggio italiano il personaggio di Sadachiyo è stato "trasformato" in donna per via delle sue fattezze androgine. Una scelta curiosa, ma comprensibile per l'epoca (il doppiaggio è stato realizzato più di vent'anni fa, in fondo).
In sostanza, un buon film di Lupin, con una storia più che buona e con una moderata dose di azione. Perfino Zenigata fa una discreta figura in questo film, nonostante non sia attivissimo, ma dimostra molta più buona volontà del solito.
Rispetto allo special precedente, quello de "Il tesoro di Harimao", il character design presenta volti meno spigolosi e più tondeggianti, specialmente per i personaggi femminili. I personaggi principali sembrano così un po' più giovani del solito, cosa che comunque già avvenne nello special del 1993 "Viaggio nel pericolo". Comunque, non si tratta di un character design sgradevole, tutt'altro, ma può spiazzare un po' vedere Lupin e gli altri con questa "faccia" un po' differente dal solito.
La trama è la solita: Lupin è alla ricerca dell'ennesimo favoloso tesoro, questa volta in Marocco, appartenuto a una tribù locale che si dice sia stata sterminata circa cento anni prima. Ovviamente, ci sono ancora alcuni discendenti di quella tribù ancora in vita, e quel tesoro fa gola anche ad altri malintenzionati (oltre a Lupin e la sua banda, chiaramente, non dimentichiamo che in fondo sono sempre ladri). Come al solito Lupin riuscirà a risolvere situazioni internazionali più grandi di lui, sia direttamente che indirettamente.
In sostanza, ci troviamo di fronte a un film di Lupin abbastanza convenzionale, senza troppe sorprese né troppi guizzi, ma si fa notare per l'abbondante fanservice: sia Fujiko che Lala, coprotagonista femminile di questo lungometraggio, appaiono nude o seminude in diverse occasioni. Non ci si può dunque lamentare in questo senso. Il villain principale è discreto, ma nulla di troppo eclatante. Il sottoposto del cattivo non è certo tra i più memorabili, ma è un osso duro sia per Lupin sia per Goemon, inoltre nel doppiaggio italiano il personaggio di Sadachiyo è stato "trasformato" in donna per via delle sue fattezze androgine. Una scelta curiosa, ma comprensibile per l'epoca (il doppiaggio è stato realizzato più di vent'anni fa, in fondo).
In sostanza, un buon film di Lupin, con una storia più che buona e con una moderata dose di azione. Perfino Zenigata fa una discreta figura in questo film, nonostante non sia attivissimo, ma dimostra molta più buona volontà del solito.
“Lupin III - Il segreto del diamante Penombra” è l’ottavo special TV di Lupin, andato in onda originariamente nel 1996 e diretto da Gisaburō Sugii. Si tratta di una delle apparizioni televisive più convincenti fino a questo punto per il personaggio, che gode di una buona storia, una valida caratterizzazione dei personaggi e un’ambientazione mozzafiato.
Tecnicamente è un buon prodotto sia come disegni che come animazioni, da segnalare soprattutto l’ottimo lavoro di character designer di Minoru Maeda, noto soprattutto per i suoi lavori con l’universo di “Dragon Ball”. La trama è abbastanza valida, ma trae forza soprattutto dall’ambientazione e dall’intelligente gestione dei personaggi. La storia è ambientata in Marocco, in un contesto di divisioni tribali e conflitti familiari. Dopo tante scorribande in giro per il mondo, è stato molto interessante assaporare un’avventura ambientata in un singolo luogo. Questo ha sicuramente giovato agli sviluppi della trama e alla caratterizzazione dei personaggi, evitando inutili dispersioni. In quest’avventura, Lupin deve cavarsela da solo per buona parte del tempo, il che da più spazio alle sue trovate geniali. Jigen e Goemon ricoprono ruoli abbastanza classici. Per una volta anche Zenigata sa il fatto suo (gli special dove non fa la figura del buffone per ora sono ben pochi). È convinto e determinato nel suo obiettivo di cattura di Lupin, ma non ossessionato fino a essere ridicolo e durante le indagini riesce a fare dei progressi concreti. Ma questa volta il personaggio che è stato valorizzato meglio è senza dubbio Fujiko, qui più seducente e irresistibile che mai.
Complessivamente, “Il segreto del diamante Penombra” è stato in grado di stupirmi, per la bellezza del suo stile grafico, dell’ambientazione esotica e per una trama ben costruita. Anche la colonna sonora risulta molto ispirata. Chi più chi meno, gli special precedenti non erano stati in grado di intrattenermi bene come questo, che fino a questo punto reputo tranquillamente il più valido, ma il prossimo sulla lista è il tanto chiacchierato “Walther P38”, per molti lo special migliore. In ogni caso, se siete amanti di Lupin, non fatevi sfuggire questo ottavo film televisivo, a prima vista facilmente sottovalutabile, ma in realtà molto gradevole e ben realizzato.
Tecnicamente è un buon prodotto sia come disegni che come animazioni, da segnalare soprattutto l’ottimo lavoro di character designer di Minoru Maeda, noto soprattutto per i suoi lavori con l’universo di “Dragon Ball”. La trama è abbastanza valida, ma trae forza soprattutto dall’ambientazione e dall’intelligente gestione dei personaggi. La storia è ambientata in Marocco, in un contesto di divisioni tribali e conflitti familiari. Dopo tante scorribande in giro per il mondo, è stato molto interessante assaporare un’avventura ambientata in un singolo luogo. Questo ha sicuramente giovato agli sviluppi della trama e alla caratterizzazione dei personaggi, evitando inutili dispersioni. In quest’avventura, Lupin deve cavarsela da solo per buona parte del tempo, il che da più spazio alle sue trovate geniali. Jigen e Goemon ricoprono ruoli abbastanza classici. Per una volta anche Zenigata sa il fatto suo (gli special dove non fa la figura del buffone per ora sono ben pochi). È convinto e determinato nel suo obiettivo di cattura di Lupin, ma non ossessionato fino a essere ridicolo e durante le indagini riesce a fare dei progressi concreti. Ma questa volta il personaggio che è stato valorizzato meglio è senza dubbio Fujiko, qui più seducente e irresistibile che mai.
Complessivamente, “Il segreto del diamante Penombra” è stato in grado di stupirmi, per la bellezza del suo stile grafico, dell’ambientazione esotica e per una trama ben costruita. Anche la colonna sonora risulta molto ispirata. Chi più chi meno, gli special precedenti non erano stati in grado di intrattenermi bene come questo, che fino a questo punto reputo tranquillamente il più valido, ma il prossimo sulla lista è il tanto chiacchierato “Walther P38”, per molti lo special migliore. In ogni caso, se siete amanti di Lupin, non fatevi sfuggire questo ottavo film televisivo, a prima vista facilmente sottovalutabile, ma in realtà molto gradevole e ben realizzato.
"Il segreto del diamante Penombra" è l'ottavo film TV di Lupin III.
Stavolta Lupin deve dirigersi in Marocco per trovare il pezzo mancante di un diamante che gli è stato donato da un suo vecchio avversario ormai vicino alla morte. Questo diamante apparteneva a una tribù molto antica, i Ghelti, che fù sterminata dall'esercito Inglese alleato con la tribù Igo.
Lupin si troverà ad aiutare una ragazza di nome Lala, appartenete alla tribù degli Ghelti, infatti secondo una leggenda, se le due parti del diamante si riuniscono, si accederà all'antico tesoro dei Ghelti e cosi la tribù sarà salva.
Naturalmente Lupin all'inizio è solo interessato al tesoro, ma in realtà dopo non avrà importanza se lui lo porterà via, salverà a ogni modo il popolo Ghelti.
Questo film di Lupin III è stato fatto veramente bene, nulla da ridire; a parte le bellissime ambientazioni tipicamente marocchine, anche i personaggi sono veramente ben disegnati.
Inoltre, in questo film non viene trascurato nessun personaggio di Lupin III, tutti hanno un loro perchè, nessuno è messo in secondo piano, come invece purtroppo accade spesso nei film del ladro gentiluomo.
A dire il vero, forse, Goemon è quello meno indispensabile per la trama, ma gli autori sono riusciti a dargli un ruolo interessante, quello del samurai implacabile che si vuole vendicare di Sadachiyo. Peccato che non sia approfondito il perchè, semplicemente Goemon dice che appartenevano alla stessa scuola di arti marziali e che lei aveva tradito il loro giuramento.
Zenigata, qui è presentato come il Zenigata che adoro, quello sì ironico ma abile e determinato.
Jigen, non direi che abbia un ruolo marginale, lui è semplicemente l'amico inseparabile che che lavora a stretto contatto con Lupin.
La Fujiko di questo film è una delle più sensuali che si siano mai viste.
Lupin, be', è sempre lui, l'abile ladro dongiovanni, a ogni modo è meglio qui che in altri film dove è messo troppo in risalto il lato comico del protagonista.
Senza contare che amo la battaglia finale, il colpo di scena, quando si scopre chi è in realtà il capo della tribu degli Igo, è veramente grande.
Peccato che il doppiaggio visto in TV, che è poi lo stesso della versione VHS e DVD, abbia subito parecchie censure nei dialoghi, Sadachiyo in realtà è un gay, un uomo non una donna.
A ogni modo, a parte quella censura, nel DVD il resto del film è integrale e grantisco che è uno dei film più piccanti sul ladro gentiluomo.
Sopratutto la colonna sonora è qualcosa di meraviglioso, romantica e anche sensuale, sopratutto per la presenza di Lala, che durante i titoli di testa è raffigurata seminuda che balla in perfetto stile arabo.
Stavolta Lupin deve dirigersi in Marocco per trovare il pezzo mancante di un diamante che gli è stato donato da un suo vecchio avversario ormai vicino alla morte. Questo diamante apparteneva a una tribù molto antica, i Ghelti, che fù sterminata dall'esercito Inglese alleato con la tribù Igo.
Lupin si troverà ad aiutare una ragazza di nome Lala, appartenete alla tribù degli Ghelti, infatti secondo una leggenda, se le due parti del diamante si riuniscono, si accederà all'antico tesoro dei Ghelti e cosi la tribù sarà salva.
Naturalmente Lupin all'inizio è solo interessato al tesoro, ma in realtà dopo non avrà importanza se lui lo porterà via, salverà a ogni modo il popolo Ghelti.
Questo film di Lupin III è stato fatto veramente bene, nulla da ridire; a parte le bellissime ambientazioni tipicamente marocchine, anche i personaggi sono veramente ben disegnati.
Inoltre, in questo film non viene trascurato nessun personaggio di Lupin III, tutti hanno un loro perchè, nessuno è messo in secondo piano, come invece purtroppo accade spesso nei film del ladro gentiluomo.
A dire il vero, forse, Goemon è quello meno indispensabile per la trama, ma gli autori sono riusciti a dargli un ruolo interessante, quello del samurai implacabile che si vuole vendicare di Sadachiyo. Peccato che non sia approfondito il perchè, semplicemente Goemon dice che appartenevano alla stessa scuola di arti marziali e che lei aveva tradito il loro giuramento.
Zenigata, qui è presentato come il Zenigata che adoro, quello sì ironico ma abile e determinato.
Jigen, non direi che abbia un ruolo marginale, lui è semplicemente l'amico inseparabile che che lavora a stretto contatto con Lupin.
La Fujiko di questo film è una delle più sensuali che si siano mai viste.
Lupin, be', è sempre lui, l'abile ladro dongiovanni, a ogni modo è meglio qui che in altri film dove è messo troppo in risalto il lato comico del protagonista.
Senza contare che amo la battaglia finale, il colpo di scena, quando si scopre chi è in realtà il capo della tribu degli Igo, è veramente grande.
Peccato che il doppiaggio visto in TV, che è poi lo stesso della versione VHS e DVD, abbia subito parecchie censure nei dialoghi, Sadachiyo in realtà è un gay, un uomo non una donna.
A ogni modo, a parte quella censura, nel DVD il resto del film è integrale e grantisco che è uno dei film più piccanti sul ladro gentiluomo.
Sopratutto la colonna sonora è qualcosa di meraviglioso, romantica e anche sensuale, sopratutto per la presenza di Lala, che durante i titoli di testa è raffigurata seminuda che balla in perfetto stile arabo.
Ennesima movimentata avventura per il famosissimo personaggio nato dalla mente di Monkey Punch, in questo ottavo speciale televisivo del 1996: "Towairaito Jemini no Himitsu" (in Italia "Il Segreto del Diamante Penombra" ma anche "Una Cascata di Diamanti") vede in nostro Lupin spingersi in località sempre più esotiche, alla ricerca di inestimabili fortune.
Secondo antiche leggende, infatti, un meraviglioso diamante sarebbe la chiave per raggiungere un prezioso tesoro, custodito da una remota etnia stanziata in Marocco. Ovviamente Lupin III è interessato ad impossessarsene, e intraprende un rocambolesco viaggio in Nord Africa, alle prese con tribù in lotta, assassini mascherati e misteriose sette segrete. Il tesoro fa gola anche a Fujiko, seducente come non mai, mentre Zenigata vuole solo mettere le manette a più delinquenti possibili, come suo solito.
Ma il peggio deve ancora venire, poichè alle calcagna del lestofante in giacca rossa vi è anche un commando, formato da ninja superequipaggiati e capitanati dalla temibilissima Sadachiyo, un'assassina professionista.
Il nostro Lupin rimane però affascinato da una ragazza in particolare, la bella Lala, appartenente all'oppressa tribù dei Ghelti, che il protagonista cercherà di proteggere e infine liberare, anche a costo della vita.
Siamo dinanzi a un classico lungometraggio della serie: il connubio tra divertimento e azione non manca affatto, anche se la trama diventa interessante soltanto dopo un po'.
Le animazioni non entusiasmano, in rapporto al periodo del rilascio; il character design di alcuni personaggi nemmeno, ma si tratta di elementi che possono passare inosservati; in compenso, abbastanza gradevole è la soundtrack, in tema con gli ambienti.
Titolo nella media.
Secondo antiche leggende, infatti, un meraviglioso diamante sarebbe la chiave per raggiungere un prezioso tesoro, custodito da una remota etnia stanziata in Marocco. Ovviamente Lupin III è interessato ad impossessarsene, e intraprende un rocambolesco viaggio in Nord Africa, alle prese con tribù in lotta, assassini mascherati e misteriose sette segrete. Il tesoro fa gola anche a Fujiko, seducente come non mai, mentre Zenigata vuole solo mettere le manette a più delinquenti possibili, come suo solito.
Ma il peggio deve ancora venire, poichè alle calcagna del lestofante in giacca rossa vi è anche un commando, formato da ninja superequipaggiati e capitanati dalla temibilissima Sadachiyo, un'assassina professionista.
Il nostro Lupin rimane però affascinato da una ragazza in particolare, la bella Lala, appartenente all'oppressa tribù dei Ghelti, che il protagonista cercherà di proteggere e infine liberare, anche a costo della vita.
Siamo dinanzi a un classico lungometraggio della serie: il connubio tra divertimento e azione non manca affatto, anche se la trama diventa interessante soltanto dopo un po'.
Le animazioni non entusiasmano, in rapporto al periodo del rilascio; il character design di alcuni personaggi nemmeno, ma si tratta di elementi che possono passare inosservati; in compenso, abbastanza gradevole è la soundtrack, in tema con gli ambienti.
Titolo nella media.
Questo è senza ombra di dubbio una degli special più belli che ho potuto vedere di Lupin. Una storia che ha saputo sapientemente miscelare una classica avventura di Lupin, immersa nella bellezza del deserto, un'avvenente Fujiko (mai così nuda altrove), i fedeli Jigen e Goemon (quest'ultimo alla ricerca di un regolamento di conti) e un inarrestabile Zenigata.
Partiamo con ordine, perché ho parlato di una classica avventura di Lupin? Perché come al solito Lupin si mette alla ricerca di un tesoro, questa volta in Marocco, ci sono i cattivi che danno noia ai buoni (una piccola etnia che cerca di mantenere viva la memoria storica di se) e fra i buoni c'è, come sempre, la bella da salvare, l'affascinante LALA. Perché allora avrebbe dovuto piacermi così tanto? Perché le peripezie che caratterizzano quest'avventura dove Lupin deve trovare il possessore della metà del diamante gli manca per impossessarsi del tesoro dei Ghelti che combattono contro la sopraffazione degli Igo è interessante vista la presenza di una rottura interna del popolo dei Ghelti, dovuta al ritorno di Gal il capo del popolo che ha tradito. In questo sfondo troviamo anche la bellissima Fujiko bionda e nuda come poche altre volte. Riuscirà Lupin a liberare i Ghelti? A liberare Fujiko? Goemon potrà lavare l'onta che ha macchiato l'onore della sua scuola dopo il tradimento di un discepolo? Ma non solo, questo special (l'ottavo) risalente al 1996, mostra un Lupin vicino come non mai alla morte e pieno di spirito di sacrificio.
Partiamo con ordine, perché ho parlato di una classica avventura di Lupin? Perché come al solito Lupin si mette alla ricerca di un tesoro, questa volta in Marocco, ci sono i cattivi che danno noia ai buoni (una piccola etnia che cerca di mantenere viva la memoria storica di se) e fra i buoni c'è, come sempre, la bella da salvare, l'affascinante LALA. Perché allora avrebbe dovuto piacermi così tanto? Perché le peripezie che caratterizzano quest'avventura dove Lupin deve trovare il possessore della metà del diamante gli manca per impossessarsi del tesoro dei Ghelti che combattono contro la sopraffazione degli Igo è interessante vista la presenza di una rottura interna del popolo dei Ghelti, dovuta al ritorno di Gal il capo del popolo che ha tradito. In questo sfondo troviamo anche la bellissima Fujiko bionda e nuda come poche altre volte. Riuscirà Lupin a liberare i Ghelti? A liberare Fujiko? Goemon potrà lavare l'onta che ha macchiato l'onore della sua scuola dopo il tradimento di un discepolo? Ma non solo, questo special (l'ottavo) risalente al 1996, mostra un Lupin vicino come non mai alla morte e pieno di spirito di sacrificio.