Hurricane Polimar
Ho rispolverato questa serie animata spinto dal ricordo del fighissimo eroe Hurricane Polymar, paladino della giustizia, capace con la sua forza, le sue abilità e i suoi straordinari poteri di sgominare intere organizzazioni criminali.
Quello che mi sono trovato a vedere e che non ricordavo assolutamente è un prodotto dai forti contrasti; da un lato la violenza estrema (poliziotti massacrati dai criminali e criminali massacrati da Polymar), dall'altro una spiccata verve comica che forse è il vero punto di forza della serie.
L'investigatore Joe Kuruma, il cane Barone e talvolta anche il generale Onikawara sono spesso protagonisti di sketch molto divertenti. Sicuramente degni di menzione anche i siparietti sexy della bella Teru.
Ciò che mi ha lasciato sconcertato invece, dopo essermi sorbito i 26 episodi della serie, è l'estrema ripetitività di ogni puntata.
Ogni volta c'è una banda di delinquenti, più o meno agguerriti, che si è posta lo scopo di commettere i più svariati atti criminosi; la polizia brancola nel buio, ma l'intervento di Polymar risolve la situazione a suon di pugni e calci rotanti.
Sicuramente non un anime particolarmente impegnativo da vedere, ma vale comunque la pena buttare un occhio a questo cult, che è considerato un classico dell'animazione giapponese anni '70, e che può vantare un eroe dal character design invidiabile.
Quello che mi sono trovato a vedere e che non ricordavo assolutamente è un prodotto dai forti contrasti; da un lato la violenza estrema (poliziotti massacrati dai criminali e criminali massacrati da Polymar), dall'altro una spiccata verve comica che forse è il vero punto di forza della serie.
L'investigatore Joe Kuruma, il cane Barone e talvolta anche il generale Onikawara sono spesso protagonisti di sketch molto divertenti. Sicuramente degni di menzione anche i siparietti sexy della bella Teru.
Ciò che mi ha lasciato sconcertato invece, dopo essermi sorbito i 26 episodi della serie, è l'estrema ripetitività di ogni puntata.
Ogni volta c'è una banda di delinquenti, più o meno agguerriti, che si è posta lo scopo di commettere i più svariati atti criminosi; la polizia brancola nel buio, ma l'intervento di Polymar risolve la situazione a suon di pugni e calci rotanti.
Sicuramente non un anime particolarmente impegnativo da vedere, ma vale comunque la pena buttare un occhio a questo cult, che è considerato un classico dell'animazione giapponese anni '70, e che può vantare un eroe dal character design invidiabile.
Quando si menziona il nome "Tatsunoko", affiorano alla mente alcune tra le più gloriose opere d'animazione degli anni '70, basti citare "Gatchaman", "Kyashan", "Tekkaman" o la serie delle "Time Bokan" ("Macchine del tempo") come alcuni dei titoli più rappresentativi dell'epoca. Una delle opere più famose dello studio Tatsunoko è senz'alcun dubbio "Hurricane Polimar", una serie che ha suscitato grande successo nel pubblico italiano.
"Hurricane Polimar" è una serie della stagione autunnale 1974 composta da ventisei episodi di durata canonica. L'opera nasce come prodotto d'animazione.
Trama: Takeshi Onikawara sembra essere il tipico ragazzotto pigro e svogliato, è il figlio del capo dell'INTERPOL giapponese e riceve in dono da uno scienziato, il casco Polimet, costruito con uno speciale polimero grazie al quale consente all'operatore di potersi trasformare in 5 unità meccaniche dalle abilità peculiari. Takeshi cambia il proprio cognome in Yoroi, e in disaccordo col padre, va a lavorare in un'agenzia investigativa un po' scalcinata. Il "titolare", un certo Joe Kuruma, assieme all'assistente/segretaria Teru e al fido Barone, lavorerà con Takeshi per la risoluzione dei casi, non sapendo che lui è il misterioso supereroe Hurricane Polimar, l'uomo in grado di sgominare intere bande criminali.
Grafica: il prodotto risulta ottimo graficamente. Ottime le ambientazioni, molto variegate e ben curate, anche considerando l'anno di realizzazione. Nulla da recriminare sulle animazioni, più che buone. Ottimo character design, curato da Tatsuo Yoshida. Mecha design perfetto.
Sonoro: magnifico. Il comparto sonoro trasmette tutto il dinamismo e la cattiveria dell'opera. L'opening è aggressivo e accattivante, l'ending è più melodioso, nonostante ciò non tradisce la natura della serie. OST fantastici, dinamici e potenti. Effetti sonori dal grande realismo e dal notevole impatto. Adattamento italiano ineccepibile.
Personaggi: tutti molto ben caratterizzati e piuttosto simpatici. Ottima la caratterizzazione individuale. Il fattore evolutivo non è molto presente, così come quello psicologico, ma considerando la natura della serie, ciò non appare come un difetto. L'interazione è ottima.
Sceneggiatura: l'opera segue uno schema classico e ampiamente consolidato per l'epoca. La trama sembra proseguire a rilento a favore di una schematicità piuttosto ripetitiva nonostante un ritmo complessivo piuttosto veloce. Questo può risultare piuttosto noioso, ma il difetto viene parzialmente mitigato dalle notevoli scene d'azione e violenza (da notare un certo iperdettaglio nelle scene di lotta in cui gli urli di sofferenza sono particolarmente accentuati). È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono ben realizzati.
Finale: l'opera si conclude con l'ennesima sconfitta della banda criminale e il finale appare un po' scialbo, poiché all'improvviso Teru mostra un'attrazione sentimentale nei confronti di Takeshi non appena scopre che lui è l'eroe che tutti acclamano, mentre prima non l'ha mai degnato di uno sguardo. Questa scelta appare un po' ipocrita se si considera lo svolgimento complessivo dell'opera. Ciononostante il finale risulta completo e non lascia adito a lacune.
In sintesi, "Hurricane Polimar" è un grande classico dell'animazione degli anni '70. Un prodotto estremamente violento, aggressivo, talvolta feroce e nonostante tutto, appare godibilissimo da un'ampia maggioranza di pubblico. L'opera è consigliata non solo ai nostalgici dell'animazione di altri tempi, ma anche a tutti coloro che amano le serie d'azione, ricche di combattimenti e distruzione.
"Hurricane Polimar" è una serie della stagione autunnale 1974 composta da ventisei episodi di durata canonica. L'opera nasce come prodotto d'animazione.
Trama: Takeshi Onikawara sembra essere il tipico ragazzotto pigro e svogliato, è il figlio del capo dell'INTERPOL giapponese e riceve in dono da uno scienziato, il casco Polimet, costruito con uno speciale polimero grazie al quale consente all'operatore di potersi trasformare in 5 unità meccaniche dalle abilità peculiari. Takeshi cambia il proprio cognome in Yoroi, e in disaccordo col padre, va a lavorare in un'agenzia investigativa un po' scalcinata. Il "titolare", un certo Joe Kuruma, assieme all'assistente/segretaria Teru e al fido Barone, lavorerà con Takeshi per la risoluzione dei casi, non sapendo che lui è il misterioso supereroe Hurricane Polimar, l'uomo in grado di sgominare intere bande criminali.
Grafica: il prodotto risulta ottimo graficamente. Ottime le ambientazioni, molto variegate e ben curate, anche considerando l'anno di realizzazione. Nulla da recriminare sulle animazioni, più che buone. Ottimo character design, curato da Tatsuo Yoshida. Mecha design perfetto.
Sonoro: magnifico. Il comparto sonoro trasmette tutto il dinamismo e la cattiveria dell'opera. L'opening è aggressivo e accattivante, l'ending è più melodioso, nonostante ciò non tradisce la natura della serie. OST fantastici, dinamici e potenti. Effetti sonori dal grande realismo e dal notevole impatto. Adattamento italiano ineccepibile.
Personaggi: tutti molto ben caratterizzati e piuttosto simpatici. Ottima la caratterizzazione individuale. Il fattore evolutivo non è molto presente, così come quello psicologico, ma considerando la natura della serie, ciò non appare come un difetto. L'interazione è ottima.
Sceneggiatura: l'opera segue uno schema classico e ampiamente consolidato per l'epoca. La trama sembra proseguire a rilento a favore di una schematicità piuttosto ripetitiva nonostante un ritmo complessivo piuttosto veloce. Questo può risultare piuttosto noioso, ma il difetto viene parzialmente mitigato dalle notevoli scene d'azione e violenza (da notare un certo iperdettaglio nelle scene di lotta in cui gli urli di sofferenza sono particolarmente accentuati). È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono ben realizzati.
Finale: l'opera si conclude con l'ennesima sconfitta della banda criminale e il finale appare un po' scialbo, poiché all'improvviso Teru mostra un'attrazione sentimentale nei confronti di Takeshi non appena scopre che lui è l'eroe che tutti acclamano, mentre prima non l'ha mai degnato di uno sguardo. Questa scelta appare un po' ipocrita se si considera lo svolgimento complessivo dell'opera. Ciononostante il finale risulta completo e non lascia adito a lacune.
In sintesi, "Hurricane Polimar" è un grande classico dell'animazione degli anni '70. Un prodotto estremamente violento, aggressivo, talvolta feroce e nonostante tutto, appare godibilissimo da un'ampia maggioranza di pubblico. L'opera è consigliata non solo ai nostalgici dell'animazione di altri tempi, ma anche a tutti coloro che amano le serie d'azione, ricche di combattimenti e distruzione.
Hurricane Polimar è una serie animata realizzata molto bene, nonostante l'epoca di produzione e la trama, che sarà ripercorsa molto spesso da serie come Gatchaman e Kyashan.
C'è da dire comunque che è dotata, questa serie, di molte situazioni comiche che ricordano le serie di Yattaman e di Lupin III, nonchè di Muteking, le quali servono ad alleggerire parecchio il costrutto dell'intero lavoro. Per vie parallele, la serie sembra palesemente ispirata ai comics americani, in particolare, per via dei nemici, ricorda molto Spiderman, per il modo in cui le storie vengono trattate, in ogni episodio, dall'inizio alla fine.
Accantonati questi parallelismi e analogie, doverose nella mia recensione per segnalare qualche elemento sia pure non inedito, ma ripreso per dare sostanza all'opera, passo a parlarvi della sua trama.
Ebbene, l'anime in questione ha preso tutti questi elementi e tramite la grande capacità di elaborazione dell'autore è stata possibile la realizzazione di questa trama, che si discosta parecchio dalle situazioni mecha viste in passato con molti anime simili, dando più spazio all' "uomo-protagonista" e non all' "uomo-automa-protagonista".
L'opera ci mostra che non sempre l'umanità ha bisogno di super-robot, di super-uomini o di super-poteri per allontanare la minaccia del male sul nostro pianeta, ma ha bisogno di una coscienza pulita, derivante dall'amore per il prossimo e dall'aver rispetto verso gli altri, come lo si potrebbe avere per l'umanità intera.
Essa viene minacciata dall'annoso discorso atomico, pieno di uranio e di mire di dominio, e fortunatamente, a mio avviso, non mi sembra assolutamente che ciò sia il tema portante di tutto l'anime. Diciamo che lo può essere solo in parte, considerando le caratteristiche sia del protagonista che dei suoi nemici, ma in fondo, per ciò che ho detto prima, non è tutto.
Difatti il vero potere nasce dall'uomo capace di difendersi con i fatti, non con proclami di dominio o parole che non fanno parte del nostro vivere civile, altrimenti esso sarebbe un comportarsi da animali, da bestie. Di qui credo nasca la prima morale dell'autore, che ha portato a disegnare i nemici di quest'opera come esseri umani bardati di uniformi che ricordano gli animali, in particolare il loro agire spietato in alcune circostanze della loro esistenza. E questo è un particolare che rende grande il significato di quest'opera, così come l'animale che accompagna il protagonista, che è la perfetta antitesi degli animali descritti prima, poiché pensa come un essere umano, si dice che gli "manca solo la parola" e in effetti molte bestie hanno istinti che il più delle volte superano la stessa ragione umana, diventando più volte loro un valido esempio di vita per noi.
Da qui il concetto finale dell'opera, ovvero che l'uomo è un animale pensante, e lo rimarrà fino a quando prevarranno su di lui sentimenti di amicizia e giustizia. Quando ciò non accadrà più, la bestialità prenderà il sopravvento, e sarà più dannoso di un'esplosione atomica.
C'è da dire comunque che è dotata, questa serie, di molte situazioni comiche che ricordano le serie di Yattaman e di Lupin III, nonchè di Muteking, le quali servono ad alleggerire parecchio il costrutto dell'intero lavoro. Per vie parallele, la serie sembra palesemente ispirata ai comics americani, in particolare, per via dei nemici, ricorda molto Spiderman, per il modo in cui le storie vengono trattate, in ogni episodio, dall'inizio alla fine.
Accantonati questi parallelismi e analogie, doverose nella mia recensione per segnalare qualche elemento sia pure non inedito, ma ripreso per dare sostanza all'opera, passo a parlarvi della sua trama.
Ebbene, l'anime in questione ha preso tutti questi elementi e tramite la grande capacità di elaborazione dell'autore è stata possibile la realizzazione di questa trama, che si discosta parecchio dalle situazioni mecha viste in passato con molti anime simili, dando più spazio all' "uomo-protagonista" e non all' "uomo-automa-protagonista".
L'opera ci mostra che non sempre l'umanità ha bisogno di super-robot, di super-uomini o di super-poteri per allontanare la minaccia del male sul nostro pianeta, ma ha bisogno di una coscienza pulita, derivante dall'amore per il prossimo e dall'aver rispetto verso gli altri, come lo si potrebbe avere per l'umanità intera.
Essa viene minacciata dall'annoso discorso atomico, pieno di uranio e di mire di dominio, e fortunatamente, a mio avviso, non mi sembra assolutamente che ciò sia il tema portante di tutto l'anime. Diciamo che lo può essere solo in parte, considerando le caratteristiche sia del protagonista che dei suoi nemici, ma in fondo, per ciò che ho detto prima, non è tutto.
Difatti il vero potere nasce dall'uomo capace di difendersi con i fatti, non con proclami di dominio o parole che non fanno parte del nostro vivere civile, altrimenti esso sarebbe un comportarsi da animali, da bestie. Di qui credo nasca la prima morale dell'autore, che ha portato a disegnare i nemici di quest'opera come esseri umani bardati di uniformi che ricordano gli animali, in particolare il loro agire spietato in alcune circostanze della loro esistenza. E questo è un particolare che rende grande il significato di quest'opera, così come l'animale che accompagna il protagonista, che è la perfetta antitesi degli animali descritti prima, poiché pensa come un essere umano, si dice che gli "manca solo la parola" e in effetti molte bestie hanno istinti che il più delle volte superano la stessa ragione umana, diventando più volte loro un valido esempio di vita per noi.
Da qui il concetto finale dell'opera, ovvero che l'uomo è un animale pensante, e lo rimarrà fino a quando prevarranno su di lui sentimenti di amicizia e giustizia. Quando ciò non accadrà più, la bestialità prenderà il sopravvento, e sarà più dannoso di un'esplosione atomica.
Hurricane Polymar la ricordo come una serie fresca e grintosa dove l'azione è sempre sfrenata, alternata a momenti d'ilarità e comicità e a momenti di drammaticità che donano un sollievo anche nei frangenti narrativi più tesi. La particolarità della serie è senza dubbio il carisma: le mitiche frasi del paladino, le entrate in scena, i comandi vocali per le trasformazioni nei veicoli d'assalto ecc. Adorabile è anche il character design, in perfetto stile anni '70, supportato da una buona animazione.
Una delle migliori serie della Tatsunoko, unisce il classico elemento dell'eroe mascherato a una forte dose di umorismo.
Lo svagato assistente di uno scalcinato detective è in realtà un super eroe in possesso di una sofisticata arma che gli permette incredibili trasformazioni, grazie alla quale può affrontare, in ogni episodio, bande di criminali in ridicoli costumi di animali (che ricordano i vari nemici di Batman). Le puntate sono altamente spettacolari, anche se non sempre realistiche e l'animazione in qualche caso è qualitativamente inferiore.
In ogni episodio, oltre alle splendide sequenze dei combattimenti, sono presenti momenti leggeri e divertenti, grazie alla presenza di buffi comprimari, ma ve ne sono anche di più intensi e drammatici.
I personaggi, va detto, non sono molto approfonditi, ma la loro caratterizzazione è precisa, la trama della serie, pur prevedibile, dosa sapientemente la tensione e i colpi di scena, ottenendo che l'attenzione dello spettatore non cali.
Il character design, di Amano e Yoshida, è nel più classico stile Tatsunoko, al mecha invece lavora lo specialista Kunio Okawara; anche il commento musicale è da antologia.
In Italia sono rimaste le sigle originali e il doppiaggio è ben realizzato, anche se a volte si riscontrano imprecisioni nella traslitterazione.
Lo svagato assistente di uno scalcinato detective è in realtà un super eroe in possesso di una sofisticata arma che gli permette incredibili trasformazioni, grazie alla quale può affrontare, in ogni episodio, bande di criminali in ridicoli costumi di animali (che ricordano i vari nemici di Batman). Le puntate sono altamente spettacolari, anche se non sempre realistiche e l'animazione in qualche caso è qualitativamente inferiore.
In ogni episodio, oltre alle splendide sequenze dei combattimenti, sono presenti momenti leggeri e divertenti, grazie alla presenza di buffi comprimari, ma ve ne sono anche di più intensi e drammatici.
I personaggi, va detto, non sono molto approfonditi, ma la loro caratterizzazione è precisa, la trama della serie, pur prevedibile, dosa sapientemente la tensione e i colpi di scena, ottenendo che l'attenzione dello spettatore non cali.
Il character design, di Amano e Yoshida, è nel più classico stile Tatsunoko, al mecha invece lavora lo specialista Kunio Okawara; anche il commento musicale è da antologia.
In Italia sono rimaste le sigle originali e il doppiaggio è ben realizzato, anche se a volte si riscontrano imprecisioni nella traslitterazione.
NON C'È NIENTE DI MEGLIO DELLA VECCHIA SCUOLA. Tanti anni fa, questa serie veniva trasmessa su junior TV. Inutile dire che mi ci affezionai praticamente da subito: c'era quel misto di supereroe alla Batman e Robin, assieme ad un impronta action ben collaudata con le arti marziali, risultava avvincente! (impresa non facile quando devi presentare al pubblico la stessa minestra!).
Nonostante sia un'opera del 1974, i disegni risultano ancora passabili (oramai la CGI regna sovrana!), rendendo questa serie ancora fruibile anche ai giorni nostri.
Da vedere, merita.
Nonostante sia un'opera del 1974, i disegni risultano ancora passabili (oramai la CGI regna sovrana!), rendendo questa serie ancora fruibile anche ai giorni nostri.
Da vedere, merita.
Polymar, Kyashan e lo stesso Judo boy (tutti e tre della Tatsunoko) hanno messo le basi per tutti gli anime di combattimento che possiamo e potremo vedere in futuro!
Al giorno d'oggi pochi, se non pochissimi, possono essere paragonati a queste produzioni. Bisogna sempre tener presente il periodo in cui è stato realizzato ed i budget disponibili! Ad esempio "Polymar Holy blood" e "Kyashan, il mito" realizzate in tempi più recenti sono in tutto e per tutto di molto inferiori ai rispettivi predecessori. I combattimenti sia di Polymar che di Kyashan verranno in seguito 'ripresi' e migliorati solo da Ken il guerriero e da nessuna altra opera. Qualcuno ha scritto, ed è vero, che la mia generazione si identificava in suddetti personaggi così come in Rocky Joe per il pugilato (non Sugar), Shingo Tamai nel calcio (non Holly e co. ), ecc...
Il tanto acclamato Dragon Ball (a parte la prima serie il resto lo trovo penoso) non sarà mai in grado di competere con un Polymar. In tutti i sensi! Quest'anime a differenza degli altri citati sopra della Tatsunoko è anche molto divertente! Joe Kuruma quando sogna di trasformarsi in 'Oramar' ha un secchio con un trifoglio come simbolo su di esso e non una pentola! Polymar è davvero un mito!
Al giorno d'oggi pochi, se non pochissimi, possono essere paragonati a queste produzioni. Bisogna sempre tener presente il periodo in cui è stato realizzato ed i budget disponibili! Ad esempio "Polymar Holy blood" e "Kyashan, il mito" realizzate in tempi più recenti sono in tutto e per tutto di molto inferiori ai rispettivi predecessori. I combattimenti sia di Polymar che di Kyashan verranno in seguito 'ripresi' e migliorati solo da Ken il guerriero e da nessuna altra opera. Qualcuno ha scritto, ed è vero, che la mia generazione si identificava in suddetti personaggi così come in Rocky Joe per il pugilato (non Sugar), Shingo Tamai nel calcio (non Holly e co. ), ecc...
Il tanto acclamato Dragon Ball (a parte la prima serie il resto lo trovo penoso) non sarà mai in grado di competere con un Polymar. In tutti i sensi! Quest'anime a differenza degli altri citati sopra della Tatsunoko è anche molto divertente! Joe Kuruma quando sogna di trasformarsi in 'Oramar' ha un secchio con un trifoglio come simbolo su di esso e non una pentola! Polymar è davvero un mito!
Serie animata allegra e scanzonata che si distacca dai decisamente più seriosi, sopratuttto il primo, e belli, "Kyashan" e "Tekkaman", proponendo che nulla più azione e divertimento e come tale questa serie va presa. Il plot è lo stesso e cioé ogni volta c' è una banda che ruba o minaccia la stabilità del mondo e visto che l' Interpool non basta ecco arrivare Polimar. I momenti divertenti sono affidati al mitico Joe Kuruma che non ne imbrocca o quasi una.^^ Grande poi anche il cane.
Ho letto un' interessante annotazione che metteva in evidenza come il casco abbia una certa somiglianza con la maschera della serie "The Mask" (quella da cui è stato tratto il film con Jim Carrey per intenderci) visto che permette a Takeshi di trasofermarsi in veicoli e fare colpi micidiali come quello uragano.
Ho letto un' interessante annotazione che metteva in evidenza come il casco abbia una certa somiglianza con la maschera della serie "The Mask" (quella da cui è stato tratto il film con Jim Carrey per intenderci) visto che permette a Takeshi di trasofermarsi in veicoli e fare colpi micidiali come quello uragano.
[<b>ATTENZIONE, CONTIENE ANTICIPAZIONI E SPOILER</b>] Realizzato dalla Tatsunoko nel 1974, presenta come personaggio centrale Takekhi alias Hurricane Polymar, un super eroe diverso da quelli americani abituati a vedere, un supereroe nato dall'inventiva di uno scienziato che crea un casco, che indossato da un comune mortale lo riveste di un materiale indistruttibile (teme solo i - 51 gradi).
Takeshi, supereroe per caso, diviene Hurricane Polymar, il ragazzo dotato di ottima conoscenza delle arti marziali, rivestito ,dal polimeri diventa imbattibile, ma continua a tenere nascosta la sua identità (fingendosi un imbranato, degno del miglior fantozzi), ai suoi amici tra cui una bella segretaria, ed al padre, generale del interpool...
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Chi è Hurricane Polimar?
Prima di tutto immaginate che voi siate degli autori, che avete creato un nuovo supereroe: forte, potente, bello stilisticamente, non vi manca niente; no anzi vi manca solo il nom ... già il nome? Sareste capaci di dargli un' appellativo che non abbia il finale con il classico ...man?
Hurricane Polymar tradotto nella lingua dei supereroi significa; vortice di una tempesta di polimeri, già i polimeri di quella fantastica molecola scoperta dal dott. Oregasteru (vedi personaggi).
Polymar,ovvero Takeshi non è un uomo forzuto venuto da un altro pianeta, si può dire che stato fortunato ha ricevere l'elmetto dal dottore prima della sua morte, perchè è vero chiunque può indossare l'elmetto e trasformarsi, per poi provare a combattere. Ma non si comporterebbe mai come Takeshi che non è un extraterrestre (come viene definito Polymar da Onikawara dopo che il primo aveva rifiutato una grossa somma di denaro). Più per la sua forza e la sua abilita Takeshi, alias Polymar, è supereroe od extraterrestre nella sua personalità, potrebbe utilizzare l'invenzione del dottore per diventare famoso e fare soldi, o potrebbe mostrarsi a tutti mentre si trasforma per evidenziare la sua superiorità (come fa Kuruma nel suo sogno nel quale una signora anziana gli dona un secchio dicendogli questo e "ramar e se lo indossi diventerai Horamar e sarai più forte di Polymar, Kuruma non esita farsi vedere da tutti mentre si trasforma, e parte per umiliare Polymar, ma purtroppo per Kuruma si tratta solo di un sogno) Takeschi no! Lui no, e lo si capisce dal fatto che pur volendo bene al padre (il generale Onikawara), non torna a casa perchè non sopporta le sue chiacchiere sul onore che ha come direttore dell' interpool e sul fatto che la risoluzione dei casi non fanno altro che aumentare il suo prestigio. Lui Takeshi preferisce stare con il suo capo l'investigatore privato Joe Kuruma, Anche se quest' ultima lo accusa continuamente di scappare nelle situazioni di pericolo (per trasformarsi Takeshi si allontana sempre dai suoi compagni) senza sapere che facendo cosi gli ha salverà la vita.
Infine merita una citazione speciale il cane Barone ex cane poliziotto che l'unico a conoscere il segreto di Takeshi, ed è anche l'unico che lo consola dopo che Kuruma e Teru l'hanno elogiato come Polymar e disprezzato come se stesso. Peccato per lui che non lo possa sentire, comunque il suo contributo sarà decisivo nello momento più difficile...
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RINGRAZIAMENTI
Per primo ringrazio l'autore Tatsuo Yoshida scomparso giovane nel 1977, che è anche il fondatore della Tatsunoko.
Ringrazio tutto il Giappone per tutti quei cartoni della nostra infanzia, perchè ricordo che da piccolini tutti noi, vecchi studenti delle elementari non vedevamo l'ora che venisse pomeriggio per dedicare quei 100' minuti contati all'animazione, e non c'era compito o impegno che ci poteva strappare il telecomando di dosso, perchè da bambini i cartoni avevano un sapore diverso, erano tutto ciò che avremo voluto essere... eravamo noi i piloti dei Mazinga del Goldrake, c'eravamo noi dietro le vittorie di Ken il guerriero, giocavamo noi insieme ad Holly e Benji nella Newtem… insomma gli eroi dei cartoni erano tutto quello che noi avremo voluto essere da grandi.
Takeshi, supereroe per caso, diviene Hurricane Polymar, il ragazzo dotato di ottima conoscenza delle arti marziali, rivestito ,dal polimeri diventa imbattibile, ma continua a tenere nascosta la sua identità (fingendosi un imbranato, degno del miglior fantozzi), ai suoi amici tra cui una bella segretaria, ed al padre, generale del interpool...
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Chi è Hurricane Polimar?
Prima di tutto immaginate che voi siate degli autori, che avete creato un nuovo supereroe: forte, potente, bello stilisticamente, non vi manca niente; no anzi vi manca solo il nom ... già il nome? Sareste capaci di dargli un' appellativo che non abbia il finale con il classico ...man?
Hurricane Polymar tradotto nella lingua dei supereroi significa; vortice di una tempesta di polimeri, già i polimeri di quella fantastica molecola scoperta dal dott. Oregasteru (vedi personaggi).
Polymar,ovvero Takeshi non è un uomo forzuto venuto da un altro pianeta, si può dire che stato fortunato ha ricevere l'elmetto dal dottore prima della sua morte, perchè è vero chiunque può indossare l'elmetto e trasformarsi, per poi provare a combattere. Ma non si comporterebbe mai come Takeshi che non è un extraterrestre (come viene definito Polymar da Onikawara dopo che il primo aveva rifiutato una grossa somma di denaro). Più per la sua forza e la sua abilita Takeshi, alias Polymar, è supereroe od extraterrestre nella sua personalità, potrebbe utilizzare l'invenzione del dottore per diventare famoso e fare soldi, o potrebbe mostrarsi a tutti mentre si trasforma per evidenziare la sua superiorità (come fa Kuruma nel suo sogno nel quale una signora anziana gli dona un secchio dicendogli questo e "ramar e se lo indossi diventerai Horamar e sarai più forte di Polymar, Kuruma non esita farsi vedere da tutti mentre si trasforma, e parte per umiliare Polymar, ma purtroppo per Kuruma si tratta solo di un sogno) Takeschi no! Lui no, e lo si capisce dal fatto che pur volendo bene al padre (il generale Onikawara), non torna a casa perchè non sopporta le sue chiacchiere sul onore che ha come direttore dell' interpool e sul fatto che la risoluzione dei casi non fanno altro che aumentare il suo prestigio. Lui Takeshi preferisce stare con il suo capo l'investigatore privato Joe Kuruma, Anche se quest' ultima lo accusa continuamente di scappare nelle situazioni di pericolo (per trasformarsi Takeshi si allontana sempre dai suoi compagni) senza sapere che facendo cosi gli ha salverà la vita.
Infine merita una citazione speciale il cane Barone ex cane poliziotto che l'unico a conoscere il segreto di Takeshi, ed è anche l'unico che lo consola dopo che Kuruma e Teru l'hanno elogiato come Polymar e disprezzato come se stesso. Peccato per lui che non lo possa sentire, comunque il suo contributo sarà decisivo nello momento più difficile...
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RINGRAZIAMENTI
Per primo ringrazio l'autore Tatsuo Yoshida scomparso giovane nel 1977, che è anche il fondatore della Tatsunoko.
Ringrazio tutto il Giappone per tutti quei cartoni della nostra infanzia, perchè ricordo che da piccolini tutti noi, vecchi studenti delle elementari non vedevamo l'ora che venisse pomeriggio per dedicare quei 100' minuti contati all'animazione, e non c'era compito o impegno che ci poteva strappare il telecomando di dosso, perchè da bambini i cartoni avevano un sapore diverso, erano tutto ciò che avremo voluto essere... eravamo noi i piloti dei Mazinga del Goldrake, c'eravamo noi dietro le vittorie di Ken il guerriero, giocavamo noi insieme ad Holly e Benji nella Newtem… insomma gli eroi dei cartoni erano tutto quello che noi avremo voluto essere da grandi.
Diversa dalle classiche storie di Super-eroi che sinceramente mi piaccono, è una serie veramente curiosa e divertente dove l'eroe nella vita normale è una specie di Peter Parker stile Japan.
E' una storia simpatica e leggera da sostenere non come Kyashan che anche se bellissima è veramente pesante.
Tutti i nemici sono comici e spesso travestiti da animali come cani, gatti, topi ed addirittura farfalle!!!
L'idea più fantasiosa e che fino all'ultimo episodio solo Barone, il cane, sa che Takeshi è Polimar.
E' una storia simpatica e leggera da sostenere non come Kyashan che anche se bellissima è veramente pesante.
Tutti i nemici sono comici e spesso travestiti da animali come cani, gatti, topi ed addirittura farfalle!!!
L'idea più fantasiosa e che fino all'ultimo episodio solo Barone, il cane, sa che Takeshi è Polimar.
Anime con 4 personaggi in croce che più stereotipati non si può ed episodi tutti uguali, c'è una banda di cattivoni travestiti in linea con il nome della banda: banda dei topi, banda dei pesci volanti, banda delle tartarughe etc. che si imbattono in Takeshi, Kuruma e Teru, quando tutto sembra perduto Takeshi indossa il caschetto magico, a volte con l'aiuto del suo fido cane, si trasforma in Polymar e sgomina la banda.
Gli unici momenti un po' divertenti sono quando Kuruma sogna di diventare un super Polymar vestito di rosa con una pentola in testa.
Gli unici momenti un po' divertenti sono quando Kuruma sogna di diventare un super Polymar vestito di rosa con una pentola in testa.
Hurricane Polymar (Polymer in originale, dai polimeri che compongono il suo casco-armatura) è senza dubbio una pietra miliare tra gli anime comedy-action. Incentrato sulle vicende di Takeshi, un ragazzo che grazie ad un casco inventato da uno scienziato giapponese può rivestirsi di una armatura polimerica che gli consente di trasformarsi in vari veicoli (sottomarino, tank e aereo). Accanto al protagonista ci sono i membri di una sgangheratissima agenzia investigativa privata di cui lo stesso Takeshi fa parte in "borghese", con il capo Kuruma e il cane Barone e la discinta donnina Teru che ne ignorano la doppia identità. I vari episodi ruotano sulle battaglie tra Polymar e le bande di cattivoni di turno (che hanno sempre un look animalesco: es. Tartarughe), contrastate anche dall'interpol capeggiata dal padre di Takeshi, con cui egli ha avuto forti contrasti in passato. Il tono comico-serio dell'anime lo rende unico nel genere, e a mio parere le varie puntate, pur essendo ripetitive con duelli clichet, restano sempre intrise di uno stile particolare che non le rende mai noiose.
Un must!
Un must!
Divertentissima, classicissima e improbabilissima serie che parla dell'invincibile supereroe dall'identità segreta nascosta dietro i panni di un imbranato adolescente...Può essere letta come la versione spiritosa e divertente di Kyashan e Tekkaman (serie dello stesso autore e grossomodo contemporanee). Sono pochi gli animefan amanti degli anni '70 a non conoscere Polymar comunque...