Ranking of Kings: The Treasure Chest of Courage
“C’era una volta un principe inerme che salvò il suo regno grazie al suo piccolo coraggio. Il coraggio di affrontare le avversità. Il coraggio di non arrendersi mai. Il coraggio di fidarsi del prossimo. Uno scrigno di coraggio non ancora narrato sta per aprirsi.”
È con la suddetta frase come monito e “GOLD” dei PEOPLE 1 ad accompagnare, che veniamo catapultati in questa nuova avventura intitolata “Ranking of Kings: The Treasure Chest of Courage”, una stagione di appena dieci puntate, in cui vengono narrate vicende non presenti nella serie principale. In altre parole, una raccolta di storie brevi non canoniche, che hanno per protagonista Bojji e i tanti amici conosciuti nel corso del suo, neanche troppo lungo, viaggio. Certo, la stagione primaverile che è in procinto di concludersi ha sfornato prodotti migliori, più degni di essere recensiti, come l’acclamatissimo “Hell’s Paradise”, ma al cuor non si comanda e il mio è stato conquistato, sin dalla prima puntata della serie principale, da questo coraggioso principe di nome Bojji.
Le parole da spendere non sono molte. A mio avviso, questa è una serie che può realmente apprezzare solo chi è un grande fan di “Ranking of Kings”, come il sottoscritto, che a casa ha una copia cartonata della corona di Bojji, gentilmente offerta da Star Comics, al Napoli Comicon 2023. In quanto raccolta di storie brevi non canoniche, la serie non aggiunge nulla di rilevante alla trama principale; perlopiù, approfondisce i legami tra i suoi personaggi. Abbastanza significative, sotto questo punto di vista, le puntate dedicate ai fratelli dell’Oltretomba, in cui viene spiegata la nascita di Ouken l’immortale e di come Desha e Despa hanno fatto fronte comune per fermarlo. Per il resto, nulla di veramente significativo da segnalare, a parte il finale con sorpresa, che ci proietta verso un’attesissima seconda stagione. Le storie raccontate sono molto carine e scorrono lisce grazie alla presenza di quei personaggi, che si è imparato ad apprezzare nella serie principale. Alcune di esse, in particolar modo, sono di una dolcezza unica, una carezza sul viso, come “Il Principe e i soldi”. Puntate che, nella loro semplicità, riescono comunque a veicolare messaggi positivi e genuini, in perfetto stile “Ranking of Kings”. Certo, mancano il pathos e la tensione della serie originale, ma forse è proprio questa mancanza a rendere “Ranking of Kings: The Treasure Chest of Courage” ancor più apprezzabile. Scevri da qualsiasi condizionamento sentimentale, è possibile cogliere sfumature, soprattutto di alcuni personaggi, che erano sfuggite in un primo momento. Proprio in questo aspetto, a mio avviso, si trova il grande merito di questa serie, ovvero il suo essere riuscita a raccontare, da un diverso punto di vista, quei personaggi che si sono macchiati di delitti efferati, ma adesso appaiono, almeno in parte, riscattati agli occhi dello spettatore.
Alle animazioni, rimane il nostro caro “Wit Studio”, che in alcuni episodi si è sbizzarrito, proponendo uno stile più fiabesco del solito. A parte casi eccezionali, però, la cifra stilista resta la stessa della serie principale, che conferisce anche a “Ranking of Kings: The Treasure Chest of Courage” un tratto distintivo inconfondibile.
E a chi si chiede se ce n’era veramente bisogno, rispondo di sì, perché storie come queste fanno bene al cuore e all’anima.
È con la suddetta frase come monito e “GOLD” dei PEOPLE 1 ad accompagnare, che veniamo catapultati in questa nuova avventura intitolata “Ranking of Kings: The Treasure Chest of Courage”, una stagione di appena dieci puntate, in cui vengono narrate vicende non presenti nella serie principale. In altre parole, una raccolta di storie brevi non canoniche, che hanno per protagonista Bojji e i tanti amici conosciuti nel corso del suo, neanche troppo lungo, viaggio. Certo, la stagione primaverile che è in procinto di concludersi ha sfornato prodotti migliori, più degni di essere recensiti, come l’acclamatissimo “Hell’s Paradise”, ma al cuor non si comanda e il mio è stato conquistato, sin dalla prima puntata della serie principale, da questo coraggioso principe di nome Bojji.
Le parole da spendere non sono molte. A mio avviso, questa è una serie che può realmente apprezzare solo chi è un grande fan di “Ranking of Kings”, come il sottoscritto, che a casa ha una copia cartonata della corona di Bojji, gentilmente offerta da Star Comics, al Napoli Comicon 2023. In quanto raccolta di storie brevi non canoniche, la serie non aggiunge nulla di rilevante alla trama principale; perlopiù, approfondisce i legami tra i suoi personaggi. Abbastanza significative, sotto questo punto di vista, le puntate dedicate ai fratelli dell’Oltretomba, in cui viene spiegata la nascita di Ouken l’immortale e di come Desha e Despa hanno fatto fronte comune per fermarlo. Per il resto, nulla di veramente significativo da segnalare, a parte il finale con sorpresa, che ci proietta verso un’attesissima seconda stagione. Le storie raccontate sono molto carine e scorrono lisce grazie alla presenza di quei personaggi, che si è imparato ad apprezzare nella serie principale. Alcune di esse, in particolar modo, sono di una dolcezza unica, una carezza sul viso, come “Il Principe e i soldi”. Puntate che, nella loro semplicità, riescono comunque a veicolare messaggi positivi e genuini, in perfetto stile “Ranking of Kings”. Certo, mancano il pathos e la tensione della serie originale, ma forse è proprio questa mancanza a rendere “Ranking of Kings: The Treasure Chest of Courage” ancor più apprezzabile. Scevri da qualsiasi condizionamento sentimentale, è possibile cogliere sfumature, soprattutto di alcuni personaggi, che erano sfuggite in un primo momento. Proprio in questo aspetto, a mio avviso, si trova il grande merito di questa serie, ovvero il suo essere riuscita a raccontare, da un diverso punto di vista, quei personaggi che si sono macchiati di delitti efferati, ma adesso appaiono, almeno in parte, riscattati agli occhi dello spettatore.
Alle animazioni, rimane il nostro caro “Wit Studio”, che in alcuni episodi si è sbizzarrito, proponendo uno stile più fiabesco del solito. A parte casi eccezionali, però, la cifra stilista resta la stessa della serie principale, che conferisce anche a “Ranking of Kings: The Treasure Chest of Courage” un tratto distintivo inconfondibile.
E a chi si chiede se ce n’era veramente bisogno, rispondo di sì, perché storie come queste fanno bene al cuore e all’anima.