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esseci

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
"Il monologo della speziale" ha rappresentato per me la serie clou della stagione invernale a cavallo tra il 2023 e il 2024, e al pari del tenore della trama e delle caratteristiche dei personaggi della serie ha rappresentato un po' l'inno alla nobile arte della "dissimulazione", ossia la capacità di non far veder le cose come sono, che è ben diversa dalla simulazione, che al contrario è la capacità di far sembrare le cose quello che non sono.

Non conosco né la novel né il manga da cui è tratta questa serie in due cour di ventiquattro episodi che, al netto di qualche peccatuccio veniale, mi ha fatto rivalutare la qualità media delle produzioni più recenti che ho visto, sia a livello di trama/sceneggiatura sia a livello di comparto tecnico.
In realtà, ho scritto che al pari della ineffabile protagonista della serie, Maomao, questa serie sembra(va) voler un po' nascondersi (almeno inizialmente), per sembrare meno interessante e avvincente di quello che è nella realtà, vuoi per l'ambientazione di fantasia in una Cina imperiale, vuoi per il ritmo piuttosto compassato, vuoi per il destino iniziale della protagonista Maomao, che viene venduta per diventare una inserviente delle consorti dell'imperatore nella cosiddetta Città Proibita, il cui accesso è consentito solo a persone di sesso femminile o eunuchi.

In una realtà molto formale e cinica, in cui la vita umana di una inserviente può valere meno di nulla e il rischio di essere giustiziata anche per un semplice errore è molto elevato, almeno inizialmente la protagonista vive con molta circospezione e timore, cercando assolutamente in tutti i modi di non emergere e di non farsi notare, proprio per evitare qualsiasi forma di gelosia, invidia o anche solo delazione, che molto spesso si trasforma poi in morte certa. Tale fase, sebbene anche affascinante, non mi ha entusiasmato più di tanto, temendo che la trama restasse influenzata dalla "sudditanza" a cui la protagonista restava ancorata per tutelare la sua incolumità.

Piano piano, fortunatamente aggiungo, il personaggio inizia ad emergere per quello che è realmente: una ragazzina che solo in apparenza cerca di passare inosservata, ma che ha delle doti assolutamente fuori del comune. Tra le principali: una curiosità smisurata ma accorta, un'attenzione e uno spirito di osservazione su tutto ciò che la circonda e le accade intorno, una capacità di immaginazione e intuizione degni delle migliori menti speculative del razionalismo (un po' scientifico ma anche molto empirico, vista la sua grande passione per le erbe, i veleni e le loro doti curative, tanto da provare su sé stessa gli effetti degli intrugli, per capire la reazione del corpo umano alle eventuali cure da somministrare a coloro che hanno bisogno), che la faranno assurgere nel corso degli episodi al ruolo di vero e proprio punto di riferimento per i personaggi di spicco della corte interna, quali nobili, funzionari, consorti e relative dame e inservienti.

È inutile che ammetta che non mi è mai capitato di vedere e apprezzare in una serie animata un personaggio femminile così arguto come Maomao, con la sua indipendenza intellettuale, il suo rigore mediato dalla furbizia e consapevolezza del suo status di persona di rango inferiore (per quella società), la sua capacità di "lettura" delle situazioni che le capita di vivere e di vedere oltre ogni apparenza e formalità, che la pone in una condizione di estremo vantaggio su tutti gli altri, ben più grandi ed esperti di lei.

Insomma, un piccolo prodigio di intelligenza, da interpretare nel senso etimologico del termine come "inter legere", ossia "leggere dentro".
Un tale talento non riesce, un po' anche per l'inesperienza dovuta alla sua giovane età, a nascondersi a dovere, e si farà notare prima per le sue doti da "speziale", per poi trasformarsi in una sorta di Sherlock Holmes utilizzato in primis dall'altro dissimulatore seriale e protagonista della serie: il bellissimo e altrettanto furbo funzionario "eunuco" Jinshi.

Le interazioni tra i due, che diventeranno praticamente presenti in ogni episodio del secondo cour della serie, sono un mix di furbizia e comicità a tratti anche esilarante. I due sembrano conoscersi in modo più profondo di quanto danno a vedere, e sembrano sfruttare ogni circostanza per stuzzicarsi, sebbene soprattutto lato Jinshi si percepisce che con ogni probabilità nutra qualcosa in più dell'ammirazione nei confronti di una ragazzina che lo affascina per il suo modo di essere e di porsi nei confronti dell'esistenza, con quel mix di incoscienza, fatalismo, altruismo e in senso lato filosofia orientale che fanno apparire Maomao molto più matura di quanto non lo sia realmente.

Sebbene la trama sembra avere un andamento ad episodi autoconclusivi, nella realtà si scopre che le varie storie sono comunque collegate e portano a un finale agrodolce, in cui Maomao si rivela molto saggia, coraggiosa, matura e attenta alla sua vera famiglia, senza alcuna istanza di vendetta o melodrammatica, tanto care e standard in certi anime, che avrebbero reso questa serie banale e scontata.

Ad essere pignoli, almeno in questi primi ventiquattro episodi è forse mancata un po' di componente romance tra i protagonisti. Tale lacuna è ovviamente evidente per Maomao, che sembra tutta protesa verso una sorta di illuminazione della conoscenza tesa a risolvere i problemi delle persone a lei più care e che sono legate alla sua vita nella zona a luci rosse al di fuori della città imperiale, piuttosto che al soddisfacimento egoistico dei suoi bisogni, e la risoluzione del caso a distanza di anni del rapporto tra il suo vero padre e la madre malata è a suo modo molto toccante, e attribuisce alla serie il suo apice di profondità.
Ma, come ho già scritto in precedenza, l'appena accennato interesse romantico di Jinshi verso Maomao non è riuscito a donare alla serie quel minimo di pathos emotivo che io apprezzo, e mi ha lasciato la sensazione di incompletezza per una trama che invece gioca molto sull'avvenenza delle varie consorti e, nel bordello, delle intrattenitrici, per esaltare le varie storie sentimentali possibili e che non vedono mai come protagonista Maomao.
Ho sempre sorriso per il contrasto "fisico" che si percepisce tra lei, le consorti e le prostitute: lei minuta e archetipo dell'understatement elevato alla massima potenza e le altre giunoniche, consapevoli della loro bellezza fuori scala e sempre abbigliate e truccate in modo da esaltare al massimo la loro femminilità. Eppure, quando anche lei si veste e si trucca (suo malgrado perché costretta - non ama assolutamente mettersi in mostra), si trasforma a suo modo in una bellezza che non passa inosservata a Jinshi e agli personaggi della corte.
Altri piccoli difettucci sono rappresentati dalle forzature sui casi sui quali Maomao è chiamata per trovare una soluzione. Alcuni mi sono sembrati piuttosto forzati ed eccessivamente cervellotici, ma in un'opera di fantasia si può anche soprassedere...

Sul comparto tecnico non ho nulla da eccepire, anzi ne potrei scrivere solo in senso positivo. Il livello tecnico si attesta su standard elevati, che vengono mantenuti per tutti gli episodi. Il chara design è molto gradevole, dettagliato e realistico. Certi particolari degli sguardi e degli occhi sono notevoli, al pari delle animazioni e degli sfondi veramente belli e ricchi di dettaglio, con colori molto vividi e saturi che donano ed esaltano anche con sapienti giochi di luce della fotografia la tridimensionalità delle ambientazioni (sia del palazzo reale sia della casa chiusa del quartiere a luci rosse). Apprezzabili anche le musiche, con un'opening coinvolgente.

"Il monologo della speziale" resta un must watch per chi ama le ambientazioni storiche cinesi, il mistero, l'intrigo dosati in un mix equilibrato anche di commedia e comicità. Ma soprattutto è indicata a coloro che apprezzano una protagonista divertente, un po' fuori dalle righe degli stereotipi, intrigante senza necessariamente essere una bellezza assoluta, che sembra dimostrare che "la sola cosa realmente di valore è l'intuizione. " (A. Einstein). E Maomao dimostra di averne da vendere.


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Kondo

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Ricordate Jessica Fletcher? L’ineffabile “signora in giallo”, iettatrice seriale, che ovunque andasse portava morte e sventura e che, nonostante fosse una semplice anziana scrittrice, riusciva a risolvere qualunque caso meglio di Sherlock Holmes?
Perfetto. Ora chiudete gli occhi, immaginatela diciassettenne, coi capelli verdi e le lentiggini, catapultatela nella Cina imperiale e puff!, si materializzerà Maomao, la protagonista de “I diari della speziale”.

Maomao è una ragazza di umili origini, estremamente intelligente, che vive nel quartiere a luci rosse della città. Lavora da speziale in un bordello, un giorno viene rapita e si ritrova a fare da serva all’interno della corte dell’imperatore. Ben presto però le sue grandi doti verranno notate da un funzionario di rango altissimo (Jinshi) e comincerà così a frequentare gli ambienti più elevati della corte, scoprendone i lati più sordidi. Si tratta infatti di un covo di serpi in cui intrighi, tradimenti e omicidi sono all’ordine del giorno, e Maomao sarà chiamata ogni volta a trovare il bandolo della matassa e risolvere il mistero.

Personaggi

Un lato che ho apprezzato molto di questo anime è la caratterizzazione dei personaggi.
Maomao in primis è approfondita molto bene, nelle sue stranezze, nelle sue passioni (per i veleni e le erbe). È ben conscia della caducità della vita di una plebea, del fatto che basti un piccolo errore per venire condannata a morte, per cui è molto guardinga e pesa bene le parole. È davvero un gran bel personaggio, anche se, a essere onesti, bisognava bilanciare un po’ meglio le sue skill: considerata la sua età e le sue origini, Maomao è davvero troppo “over powered”. Se fosse solo che è intelligentissima e risolve i misteri con il ragionamento e la deduzione, lo capirei, ma lei sembra possedere proprio delle conoscenze sconfinate in qualsiasi campo del sapere umano. Alla fine, sarebbe solo una diciassettenne che faceva la speziale in un bordello, va bene che conosca alla perfezione spezie e veleni (e arti erotiche!), ma lei conosce anche la metallurgia meglio di qualunque fabbro, la medicina meglio di qualunque medico, le colture meglio di qualunque contadino/fiorista... ci manca solo che risolva i misteri con la fisica quantistica.
Al di là di questo aspetto è un personaggio coerente e intrigante, che rende interessante tutta la trama.

Di contro c’è Jinshi: un uomo androgino di una bellezza celestiale, abituato ad avere tutte le donne ai suoi piedi. È molto emotivo, talvolta infantile, e questo crea un bel contrasto con Maomao, che invece è razionale, fredda ed emotivamente distaccata (e che non se lo fila di pezza, perché pensa che sia un eunuco... ma lo sarà davvero?). Ah, ovviamente Jinshi si è subito innamorato di Maomao. Non ve l’avevo detto? Ok, ora lo sapete.

Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati, a partire dalle quattro consorti dell’imperatore (ognuna diversa dall’altra), l’assistente di Jinshi (Gaoshun), il medico cialtrone, il misterioso “monocolo” e altri personaggi secondari che vengono via via fuori. Certo, mi chiedo come facessero a vivere prima dell’arrivo di Maomao, visto che senza di lei sono tutti degli emeriti incapaci. Era la pacchia dei furfanti!

Trama

Sulla trama si poteva lavorare meglio: va avanti a misteri che a volte sono un po’ noiosi e a sé stanti. C’è da dire che alcuni successivamente si riallacciano tra loro, acquisendo un senso, ma lì per lì lasciano uno sgradevole retrogusto di filler. Inoltre, certe volte la risoluzione risulta talmente forzata, che fa quasi ridere.
No, davvero, come dovrei reagire davanti al mistero del fabbro? Si risolveva posizionando la brocca davanti alla finestra nella posizione e direzione esatte al millimetro e nel preciso momento del giorno, in modo che la luce del sole ci passasse attraverso e andasse a concentrarsi tipo lente di ingrandimento esattamente nella minuscola fessura della serratura della cassettiera di fronte, e che ciò bastasse a far sciogliere il metallo interno che, colando su uno stampino, avrebbe creato una nuova chiave per aprire i cassetti superiori... eh, la miseria! Va bene la sospensione dell’incredulità, ma a tutto c’è un limite.

Un’altra cosa che mi ha fatto storcere il naso sono certi plot twist: lì per lì sono sorprendenti e danno l’effetto “wow”, però poi, ripensandoci, rendono inspiegabili gli episodi precedenti. Mi riferisco soprattutto a “monocolo”, il padre di Maomao. Per diverse puntate viene dipinto come un astuto e perverso calcolatore, mette in difficoltà Jinshi (che da sempre ne sta alla larga) con richieste subdole, chiede di investigare su casi che poi si collegano all’attentato, sembra che sia invischiato in tutto questo. Poi vuole da anni riscattare dal bordello Maomao a tutti i costi, la quale invece palesemente lo detesta, non vuole saperne di lui, cerca di evitarlo. Immaginiamo sia perché ha abbandonato la madre sifilitica o perché non ha mai voluto riconoscere Maomao come sua figlia (o addirittura andiamo a supporre che la malattia della madre sia stata proprio causata da lui, che sia una persona sadica o deviata, e che dietro il tentativo di riscatto ci sia qualche desiderio perverso verso Maomao, magari vuole farle la stessa cosa...).
Insomma, se lei, che capisce sempre tutto, lo odia a tal punto, evidentemente si deve celare qualcosa di molto brutto dietro questo personaggio e le sue azioni. Invece, alla fine si scopre che “monocolo” non è affatto cattivo, al contrario è una specie di santo! Amava davvero la madre di Maomao, purtroppo fu allontanato contro la sua volontà per tre anni, proprio quando lei rimase incinta di Maomao (e lui non ne sapeva niente), e dopo diciassette anni ancora la ama, e addirittura alla fine la riscatta lo stesso dal bordello, per vivere il resto della vita con lei, nonostante sia sifilitica. E il fatto che volesse riscattare Maomao era solo per amore di padre: voleva renderla una ragazza libera e che fosse ufficialmente riconosciuta come sua figlia. Wow! Che roba!
Però, a questo punto, superata l’eccitazione per il plot twist sbalorditivo, cominci a chiederti: “Ma allora, cosa diavolo abbiamo visto finora? Per quale motivo “monocolo”, visto che ne era ancora innamorato, ha aspettato diciassette anni per riscattare la madre di Maomao? Per quale motivo ordiva tutti quegli intrighi per mettere in difficoltà Jinshi? Per quale motivo Maomao lo odiava a morte?” Praticamente, lui non aveva alcuna colpa sulla malattia della madre e sul fatto di non esserle stato vicino quando ha partorito, voleva essere padre, e per questo voleva riscattare Maomao dal bordello... è una bravissima persona! Che senso aveva tutto quell’astio? Boh!

Inoltre, mi sarebbe piaciuto vedere un barlume di evoluzione sentimentale tra Maomao e Jinshi, ma finora non se ne vede nemmeno l’ombra. Maomao al momento pare completamente refrattaria verso i sentimenti umani, si esalta solo per i suoi amati veleni, non tradisce alcuna emozione né verso Jinshi né verso gli altri personaggi. Spero che in futuro vedremo una maturazione sotto questo aspetto, perché altrimenti sarà difficile emozionarsi davvero per questa serie: per ora l’ho guardata con piacere, ma a livello emotivo mi ha lasciato molto freddo.

Disegni e musiche

Il comparto tecnico è sicuramente un punto forte di questo anime. I disegni sono molto belli, puliti, e certe sequenze topiche sono scenograficamente stupende. Anche le musiche di accompagnamento esaltano egregiamente i momenti più emozionanti.
Le sigle opening/ending non mi hanno entusiasmato, più belle da vedere (le immagini) che da ascoltare.

In definitiva, è un ottimo anime, gli manca qualcosa per eccellere a livello di trama e di coinvolgimento emotivo, tuttavia lo consiglio e sicuramente vedrò la seconda stagione, quando uscirà.


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AsyLife

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9
Questa serie mi ha appassionata fin dai primi episodi, sia per la sua originalità nelle ambientazioni e nei personaggi, sia per la storia ricca di tematiche spesso drammatiche che delineano benissimo il contesto socio-politico del mondo descritto.

Storia 9
Ambientata in un fittizio antico Impero Cinese, la storia segue le vicende di Maomao, una speziale che viene rapita dal quartiere dei piaceri dove lavora con il padre. Strappata agli affetti e ai suoi amatissimi veleni, si ritrova catapultata a lavorare per la corte imperiale, dove, grazie alle sue conoscenze, si trova invischiata spesso in inganni e misteri, diventando presto sia un asset importante all’interno della corte che l’assaggiatrice ufficiale per una delle consorti dell’Imperatore.
Personalmente, ho trovato la trama veramente ben fatta e originale, sia per l’ambientazione cinese, che non si vede spesso negli anime giapponesi, sia anche per la profondità dei dettagli: nulla viene lasciato al caso, ogni particolare è lì per un motivo e, anche se all’apparenza può sembrare insignificante, tutti i tasselli che vengono seminati durante gli episodi alla fine si mescolano in un puzzle perfetto.
Non tutti gli episodi mantengono lo stesso livello d’intensità, ma in generale sono sempre interessanti.

Personaggi 9
Il pezzo forte di quest’anime è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi, tutti pieni di sfaccettature e complessità che li rendono realistici, sia personaggi principali che secondari.
Spesso negli anime i personaggi femminili sono poco interessanti, poco approfonditi o vivono in funzione dei personaggi maschili, in questo caso non succede. In particolare la protagonista, Maomao, forse è uno dei personaggi femminili meglio congegnati di sempre. Maomao è una donna forte non perché debba dimostrare di essere meglio di un uomo (nel contesto storico in cui vive sarebbe comunque impossibile), ma perché viene dipinta come una donna vera, con debolezze, interessi particolari e un’astuzia fuori dal comune, che alla fine fa in modo che le sue opinioni abbiano un valore inestimabile per chiunque le stia intorno.
Il coprotagonista di questa storia è Jinshi, supervisore della corte interna, il quale più la trama prosegue, più acquista un ruolo importante. Lui è il vero mistero de “Il monologo della speziale”, il bellissimo eunuco all’apparenza perfetto che dietro questa facciata nasconde insicurezze e infantilità, rendendolo estremamente umano e sensibile ai problemi altrui.
Insieme, Maomao e Jinshi, costituiscono uno dei pilastri fondamentali della trama, il contrasto perfetto tra nobiltà e plebe, i quali, nonostante appaiano come il giorno e la notte, alla fine sono più simili di quanto loro stessi ne siano consapevoli.

Tematiche 8
A mio parere i misteri che vengono affrontati nella trama fanno da sfondo alle tematiche, e questo la rende una storia estremamente interessante, quasi fosse più uno slice-of-life condito di mistero.
Le tematiche affrontante si basano principalmente su vita di corte, conflitti/scandali, condizione della donna e, come accennato qui sopra, contrasto tra nobiltà e plebe. In particolare, viene snocciolato bene il confronto tra le consorti imperiali e le cortigiane che lavorano nel quartiere dei piaceri.
Quello che mi è piaciuto di più è come vengono raccontanti i dettagli scomodi, quelli che normalmente non si tratterebbero. L’anime non si fa problemi a raccontare in modo crudo usanze o avvenimenti, fa in modo che l’orrore che si insinua nello spettatore venga sempre contrapposto all’indifferenza di Maomao, che vive le vicende con estrema passività e normalità, perché è la sua condizione di esistenza.
In generale, trovo che i temi siano meglio sviluppati nel manga, ma risultano sempre ricchi di pathos.

Animazioni 9
La bellezza dei disegni, i colori vivaci, il design dei personaggi e delle ambientazioni: il comparto tecnico ha fatto un lavoro superbo, mantenendo quasi sempre una qualità altissima; ho trovato che fosse più carente in un paio di episodi, ma parliamo di piccolezze.
Le light novel di questa storia hanno due adattamenti manga, uno di Minori Kurata e l’altro di Nekokurage; l’anime è tratto da quest’ultimo, e devo dire che è stata la scelta migliore per quel che riguarda i disegni e il design dei personaggi, non sarebbe stato così suggestivo altrimenti.
Menzione d'onore per le inquadrature sugli occhi dei personaggi.

Colonna sonora 8
Le musiche in generale sono sempre adatte al contesto e apprezzabili; se proprio qualcosa non mi è piaciuto, sono stati un paio di episodi con dei pezzi di sola musica e riassuntino finale, per me evitabili.
Le sigle d’apertura e chiusura, al di là della bellezza nelle animazioni, mi sono piaciute molto, specialmente la prima opening e la seconda ending.

In generale, per le emozioni che è riuscito a suscitarmi questo anime, mi sento di dare un 9 pieno. Devo ringraziare questo anime, perché non mi succede spesso di scoprire una storia che mi appassioni totalmente, facendomi leggere sia il manga che tutte le light novel disponibili.
Consiglio a coloro a cui piacciono le trame ricche di particolari e mistero di provare a guardarlo.
Attendo la seconda stagione: avendo letto le novel, so che sarà una bomba.