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fedelic

Episodi visti: 13/12 --- Voto 7,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

E' una serie anime composta di dodici episodi, di durata canonica, e un OAV della durata di circa ventotto minuti.

Trama: la storia inizia col farci vedere una tipica giornata del club di astronomia, in particolar modo nelle vicinanze del festival scolastico. Di questo club fanno parte Sou e Kaori, amici d'infanzia, con lei che prova più che sentimenti d'amicizia per lui, ma, ovviamente, Sou non se ne accorge. Alla fine abbiamo Kaori che si chiarisce con Sou, e ora sta a lui rispondere, ma prende tempo per darle una risposta; il problema è che Kaori viene coinvolta in un brutto incidente. Questo è quello che accade nella prima parte del primo episodio. Nella seconda parte si ha un 'da capo' della prima parte, ma questa volta si ha l'entrata in scena di Yui, misteriosa ragazza proveniente da chissà dove e che non ricorda nulla sul suo passato, almeno inizialmente; poi ricorderà tutto, in particolar modo si ricorderà del suo compito.
Però, la maggior parte degli episodi (otto su dodici) si concentra sulle settimane antecedenti all'incidente, e si vede come Yui si integra nel gruppo, il suo cambio di comportamento, quando capisce qual è il suo scopo; vediamo solamente le belle scampagnate del gruppo in montagna, al mare e via dicendo. All'inizio non dà noia, ma alla lunga dava fastidio e risultava un po' irritante, perché uno si aspetta di capire il quadro generale della vicenda, come: "Chi è Yui? Da dove viene? Perché non riesce a salvare Kaori?"
A queste domande non si trova risposta, almeno fino all'episodio 9, perché è da lì che la serie ingrana la marcia. Ci viene svelato chi ha costruito Yui, vengono svelati i retroscena del compito della ragazza e si comprende l'enorme fardello che deve portare su di sé, conscia anche del fatto che, conclusa la missione, non avrà un futuro roseo. Il finale della serie è stato uno pseudo happy ending, perché si hanno due situazioni: da una parte si ha l'happy ending (mi sono scese alcune lacrime per i bei 'feels') e dall'altra viene lasciata una speranza. Insomma, mi ha lasciato una bella impressione.

Cos'altro può essere detto?
Gli ultimi quattro episodi si possono classificare come arco relativo a Yui, in quanto vengono analizzate le situazioni dal suo punto di vista e viene fatta, a mio avviso, un'analisi abbastanza profonda dei suoi sentimenti. Yui si trova di fronte a una dura scelta, rinnegare i sentimenti che sono nati col tempo per Sou e salvare Kaori, oppure essere egoista e subirne le conseguenze; davvero frustrante ed emozionante. Molto toccante, e che mi ha fatto essere molto triste, è quello che succede dopo l'incidente scampato (mamma mia, quella è una cosa che non vorrei mai mi accadesse, l'essere dimenticato o che le persone hanno flebili ricordi di te).

Un'altra cosa da dire riguarda la questione viaggi nel tempo. Devo dire che questo argomento a me piace parecchio e, quando vengono messe in mezzo teorie su viaggi nel tempo (da buon fan di "Steins;Gate"), scatole di Tuning, teoria delle stringhe e ingegneria biologica, la cosa mi ha intrigato parecchio, e credo che la serie abbia acquistato punti con questo aspetto molto scientifico; l'unica pecca, se così si può dire, diciamo che è un neo, è che in alcuni punti c'erano dei buchi teorici (ma si può tranquillamente sorvolare su questo).

Musica: devo dire che mi sono piaciute sia l'opening che le due ending (una a tema Kaori e una a tema Yui). Tra le due ending mi è piaciuta di più quella di Yui, in quanto la canzone rispecchia molto i toni del suo arco, triste e malinconico, con ritmi delicati che fanno capire quanto sia fragile e sottile l'esistenza di Yui, e che dà la sensazione che possa scomparire da un momento all'altro. Davvero egregia. Invece l'opening ha un tocco energico, per far comprendere che qualsiasi siano le difficoltà si possono sempre superare, anche se di mezzo ci sono multiuniversi.

Bene, questa serie sinceramente ha avuto un brusco aumento nel gradimento quando ha iniziato a dare dei dettagli sulla trama di base della serie: se prendiamo in considerazione solo questi quattro episodi, la serie sarebbe da 8,5. Purtroppo, la serie per ben due/tre episodi procede lentamente e non dice nulla a livello di trama, e questo fa abbassare la sua valutazione a un 7,5. Ma, e lo ripeto, ma gli ultimi quattro episodi fanno passare tutta la frustrazione che si accumula durante gli episodi antecedenti a questi. Quindi, vi consiglio comunque di guardarlo, perché non sembra, ma la serie è molto profonda e credo che potrebbe piacere a molti.
Con questo vi auguro buona visione!


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Nagisa98

Episodi visti: 12/12 --- Voto 5
“Ushinawareta Mirai wo Motomete” (letteralmente “Alla ricerca del futuro perduto”) è un anime del 2014 prodotto dallo studio Feel e basato sull’omonima visual novel sviluppata da Trumple. La serie è composta da dodici episodi, ai quali si aggiunge un OAV rilasciato nel 2015.

La trama vede come protagonista Sou Akiyama, un liceale appassionato di astronomia. Il ragazzo, infatti, fa parte dell’omonimo club assieme alla sua amica di infanzia Kaori e ai compagni Airi, Nagisa e Kenny. Un giorno, dopo aver sentito degli strani rumori, Sou e gli altri si recano nella soffitta della scuola: lì trovano una ragazza senza ricordi, Yui Furukawa.

I primi venti minuti del primo episodio dell’opera sembrano non annunciare nulla di nuovo: i soliti stereotipi da eroge, i soliti eventi, le solite questioni di cuore. Tuttavia, negli ultimi minuti, arriva un eclatante colpo di scena che fa accendere l’interesse dello spettatore e lo induce a proseguire la visione della serie. Tale plot twist, infatti, rimane per lungo tempo senza spiegazione ed è parte del grande mistero che verrà rivelato in dirittura d’arrivo. Il maggior difetto dell’anime, a mio parere, è proprio questo: sciogliere i dubbi solo nelle puntate finali e regalarci, nel frattempo, una sfilza di vicende inutili e soporifere. I tre quarti dell’anime si potrebbero tranquillamente eliminare, anche se, a detta di qualcuno, contengono alcuni indizi che potrebbero aiutare a captare qualche informazione in più. C’è da dire, però, che se lo spettatore è attento (si faccia caso ai numeri che compaiono di volta in volta), dopo qualche puntata si riesce a capire benissimo dove l’opera voglia andare a parare. Non si farà altro, quindi, che aspettare il fatidico momento della verità e che i minimi particolari, quelli non facilmente intuibili, possano essere svelati. Quando tale spiegazione arriverà, non si rimarrà certo delusi, dato che sarà accompagnata anche da un’interessante evoluzione. Peccato, però, che a tutta la vicenda si sia dato un finale abbastanza confuso, ambiguo e, in un certo senso, anche piuttosto aperto.

Un altro punto a sfavore è rappresentato dai personaggi, incredibilmente anonimi, stereotipati o insopportabili. Lo stesso protagonista, Sou, appare insipido e privo di spessore, così come la misteriosa Yui. Kaori, Airi e Nagisa ricalcano, rispettivamente, la classica amica d’infanzia, la ragazza manesca e la ragazza ricca di buona famiglia, intrappolata all’interno di un matrimonio combinato. Approfondimento e introspezione psicologica zero, oltre che per questi comprimari sopraccitati, soprattutto per il buon Kenny: lo studente trasferito dagli Stati Uniti, infatti, si rivelerà completamente stupido, inutile e non farà altro che inserire parole inglesi all’interno delle frasi.

Purtroppo il comparto tecnico non va affatto meglio. I primi due episodi, a causa della pessima qualità di disegni e animazioni, saranno una tortura per gli occhi dello spettatore. In seguito il livello migliorerà leggermente, tuttavia rimarrà al di sotto della sufficienza. Sfondi e OST non sono niente di eccezionale, mentre le sigle sono abbastanza orecchiabili, opening in particolare.

Tirando le somme, “Ushinawareta Mirai wo Motomete” è un’opera piena di note dolenti. Tra queste, molti episodi inutili e noiosi, personaggi piatti, un finale non proprio soddisfacente e una veste grafica pessima. Tra i pregi, da annoverare la trama in generale, seppur non originalissima, e qualche sviluppo inaspettato. Voto: 5.


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RoBorg

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
Storia
Conoscete il Butterfly Effect? Questo anime parla di quello. Ma non narra dell'uragano, quanto invece della farfalla. La differenza è che in questo butterfly effect il nemico è il destino, che rifiuta di lasciarsi cambiare da una piccola farfalla.
L'intera storia guadagna forza in soltanto un paio di episodi. Normalmente direi che è male, e noioso, e inutile. Non è questo il caso. In tutti gli altri episodi sono presenti elementi che aiutano a ricordare che non è solo quello che stiamo vedendo sullo schermo. Non è una storia originale. Non lo è. Ma è vista da un angolo che ho apprezzato. Non parla dei lunghi e difficili piani dell'uomo del primo episodio, che cerca di sistemare un grave evento, sebbene quell'uomo sia importantissimo. Parla invece degli eventi che lo hanno portato a essere l'uomo che è, a fare ciò che fa. Non parla di risolvere i problemi, con il problema che si presenta da subito e allora va abbattuto a granate e shotgun. Parla di come l'intera storia prende forma, lentamente, mattone dopo mattone. Ancora e ancora. E della farfalla che cerca di muovere le sue ali un po' diversamente.
Mi spiace per la farfalla.

Opinione
Ne ho visti di anime noiosi, ma questo è diverso, sebbene la storia sia molto rilassata. Molto, molto rilassata. Tranne sul finale.
Lo è al punto che dimentichi le vicende del primo episodio, dimentichi che stanno succedendo cose, e apprezzi semplicemente un semplice anime romantico. Dico romantico perché è ciò che si sente maggiormente, sebbene anche i sentimenti siano molto, molto rilassati.
Alcune piccole cose, piazzate scaltramente nel corso della parte centrale dell'anime, mantengono vivi e accesi, seppur lontani, gli eventi del primo episodio. A volte è un'immagine, a volte una frase, a volte una foto. Una volta, addirittura, una sola parola. Una, che da sola ti permette di iniziare a capire. È vero, è possibile intuire già da prima, ma nondimeno è un risvolto forte, quello dato da quella sola parola.
Questo continua fino al momento in cui l'anime dice "stop". Il tempo del romanticismo è finito. È tempo di fare uno zoom out e osservare tutto da lontano, nel suo disegno completo. E inizi a capire, a capire davvero. È quasi come avevi immaginato, ma leggermente differente. E osservi pensando: "Oh...".
Questo raggiunge il climax negli ultimi due episodi, quando le storie, tutte le storie, convergono in un unico finale. Un finale che io, da ingegnere, ho davvero apprezzato. Datemi del sentimentale. Come tutte le storie, alla fine, si fondono, si mescolano, e producono il vero finale, uno che riunisce tutto. Uno che non cancella le storie a cui i personaggi hanno rinunciato, ma che le amalgama.
Non sono un grande fan di anime lenti, ma questo è realizzato con una finezza sufficiente da farmelo apprezzare. La mancanza di dinamicità prepara il terreno per il salto finale, offrendolo come un evento normalissimo, nato dal cuore delle persone, dove altri anime lo gonfierebbero al punto da renderlo goffo, o esagerato.
Non è uno dei miei anime preferiti. Non ci si avvicina nemmeno. Ma è un valido anime, senza dubbio, soprattutto se non state cercando forti sentimenti o grande dinamismo, ma piuttosto qualcosa che vi culli prima di dormire, la sera.


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Nirvash00

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Ushinawareta Mirai o Motomete" è un anime dello Studio Feel tratta dall'omonima visual novel del 2014, composto da dodici episodi.

Nell'istituto Uchihama la vita va avanti tranquilla, mentre il club di astronomia inizia a pensare cosa poter fare per il festival scolastico. All'improvviso, una scossa, come fosse un terremoto, scuote tutti; i membri del club, tra cui il protagonista Sou Akiyama, vanno a vedere cosa sia successo al piano superiore e qui trovano una ragazza svenuta senza vestiti, Yui Furukawa. La ragazza, spaesata ed evidentemente in stato confusionale, sembra però conoscere Suo. Da qua gli ingranaggi della ruota del destino iniziano a muoversi, nuovamente.

Questo anime si può dividere in due parti: la prima metà è più di genere slice of life, ed è parte fondamentale, anche se lunghetta, per comprendere e farsi coinvolgere dagli eventi della seconda metà, più di tipo drammatico/sci-fi. Gli argomenti trattati sono abbastanza originali e ho trovato l'intero svolgimento, con viaggi nel tempo e paradossi, molto ispirato e interessante. La vicenda non ha il classico finale buonista che ci si potrebbe aspettare e, anzi, dà modo di pensare ad alcune implicazioni che i viaggi nel tempo potrebbero avere e che spesso non sono evidenziate in altre opere.
Se il personaggio di Suo Akiyama non è certo nulla di eccezionale (anche se in alcuni punti evidenzia alcuni lati ombrosi interessanti), ho apprezzato molto sia la dolce Kaori Sasaki sia in particolare Yui Furukawa, la povera ragazza che in qualche modo cerca di cambiare con le sue sole forze il destino triste che sembra aver intrappolato i protagonisti, senza possibilità di rimedio; alla fine la sua triste storia, la sua devozione e il suo destino sono qualcosa che difficilmente può non rimanere impresso.

Ciò che abbassa il voto all'anime purtroppo è il suo comparto tecnico, cosa che sicuramente lo ha penalizzato anche agli occhi di molti; le cose migliorano comunque dopo i primi due-tre episodi, anche se c'è sempre qualche errorino di troppo fino quasi alla fine. Un peccato, perché questa serie poteva essere un piccolo gioiello. La OST è buona ma nulla di speciale, anche se la sigla iniziale la considero una delle mie preferite in assoluto, davvero bella e orecchiabile.

In generale, quindi, una serie che merita sicuramente di essere vista, in cui non bisogna fermarsi alle apparenze dei primi episodi, ma proseguire, con una parte finale che sicuramente darà da pensare e riflettere.


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Eversor

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
"Ushinawareta Mirai o Motomete" appartiene alla florida stagione autunnale del 2014 e, a mio parere, costituisce un titolo validissimo, in grado di coinvolgere e appassionare in maniera completa. Tuttavia, e questo ci tengo a precisarlo, presenta limiti notevoli che limitano sensibilmente la pregevolezza dell'anime e che gli impediscono di raggiungere vette ben più alte.
Dodici puntate molto interessanti e intriganti, che passano dal puro sentimentalismo ad aspetti maggiormente drammatici, senza dimenticare quel piccolo tocco di fantascienza che riesce ad attirare ancora di più lo spettatore. La storia è bella, anche se potrei ravvisarvi alcuni aspetti in comune con "Steins;Gate". Niente plagio, ma comunque una certa vicinanza che rende inevitabile un confronto tra i due, in cui il secondo surclassa di gran lunga il primo.

"Ushinawareta Mirai o Motomete" inizia come un qualsiasi anime sentimentale, presentandoci subito il gruppetto di protagonisti con le classiche relazioni e gli intrecci di amori che tanto piacciono in questo genere. Sou Akiyama è il protagonista e, guarda caso, vive insieme a Kaori Sasaki (amica d'infanzia) e sua madre. Non si capisce bene la causa di questa convivenza e, di fatto, non verrà mai effettivamente chiarito... pazienza.
Andiamo avanti, anche perché nella prima puntata il tempo sembra scorrere velocissimo: Kaori mostra chiari segni di innamoramento verso Sou e i suoi compagni di club (a cui apparitene anche Sou) la sostengono nell'impresa di confessare il proprio amore al ragazzo. Airi, l'energica e aggressiva presidentessa, sopprime i propri sentimenti pur di aiutare la sua amica, l'enigmatica Nagisa, la più grande del gruppo, controlla tutto con aria impassibile e infine Kenny, di origini americane, è sempre pronto a divertirsi. Insomma, un gruppo composito, anche se piuttosto classico, che cerca in tutti i modi di mettere insieme Sou e Kaori. La cosa in effetti avviene per metà, la fanciulla si confessa, ma il ragazzo, non sapendo bene come rispondere, rimane un pochino titubante (anche se a me è apparso molto propenso al sì). Già finito? Una storia che si accende e si spegne in una sola puntata? Per certi versi sì, per altri invece è proprio il contrario. Infatti, proprio sul più bello, Kaori viene investita da un pullman ed entra in coma... zero possibilità di ripresa. Tranquilli, non vi ho fatto nessuno spoiler (o quasi), perché dalla seconda puntata la storia sembra misteriosamente essere ripresa dall'inizio; niente spiegazioni o riferimenti a quanto successo in passato. L'unica differenza è la comparsa di Yui, una strana ragazza dai capelli argentati che appare dal nulla completamente nuda e, in qualche modo, influenzerà questa nuova avventura. Che ne sarà di Kaori?

Una trama veramente avvincente che sembra finire col botto già nella prima puntata, per poi ricominciare da capo nel secondo episodio. Il mistero è fin da subito fittissimo, ma non sembra essere chiarito in alcun modo: la storia prosegue imperterrita allo stesso modo, seppur con qualche cambiamento. Davvero bello.
Per quanto riguarda i personaggi, devo ammettere invece di averli trovati alquanto altalenanti, alcuni sono ben curati, ma altri appaiono assolutamente fuori luogo. Innanzi tutto spiegatemi l'utilità di Kenny: solitamente l'amico stupido è un cliché, ma in qualche modo ritorna sempre utile al protagonista, vuoi per consigli in amore, vuoi per altro. Kenny invece no.
Nagisa invece assomiglia in modo spaventoso, e non solo in aspetto, a Remon Yamano di "Ano Natsu de Matteru". Credo e spero che la somiglianza sia voluta, anche perché non solo l'aspetto è incredibilmente simile, ma anche i vari atteggiamenti. Tralasciando questo piccolo dettaglio, non posso che soffermarmi ora sulla povera Airi, che si ritrova in una posizione piuttosto scomoda: non solo deve fare da spalla a Kaori, ma, in qualche modo, deve sopprimere i propri sentimenti per Sou. Non voglio anticiparvi nulla, eppure non posso esimermi dall'esprimere la mia compassione per questa povera fanciulla che, in fin dei conti, resterà anni vicino a quello scemotto di Sou. Eppure, nonostante questa sua passione incrollabile per il nostro protagonista, non riuscirà mai a trovare una conferma per il proprio amore, che di fatto non verrà nemmeno dichiarato.
Ma, al di là dei casi specifici, ho riscontrato un piccolo difetto, in quanto ogni personaggio mostra un proprio carattere che, tuttavia, non riuscirà a svilupparsi compiutamente nel corso della serie. Molte cose rimarranno in sospeso (come il presunto fidanzamento obbligato di Nagisa), altre invece non vengono nemmeno precisate, lasciandole allo stato brado.

Eppure, nonostante tutto, sarebbe ancora una storia veramente bella... peccato per la grafica incredibilmente pessima. Quando l'ho vista per la prima volta sono rimasto abbastanza sconvolto: cura dei particolari praticamente assente, personaggi disegnati in maniera infantile, con evidenti errori grafici. Solamente i paesaggi mostrano un certo fascino e ciò non fa altro che aumentare il rimpianto per la parte sopra descritta.
Le musiche sono molto belle e riescono a tenere alta la tensione. Opening veramente impressionante, ma comunque supportata da una colonna sonora degna di nota. Doppiaggio nella norma e regia accattivante.

Per concludere, "Ushinawareta Mirai o Motomete" è un anime che ha letteralmente diviso il mio povero animo: da un lato l'ho apprezzato, ma dall'altro non posso ignorare tutte le imperfezioni sopra riportate. Intrigante anche il finale, non proprio scontato e interessante per quanto riguarda gli sviluppi relativi a Yui. Poteva rappresentare un titolo dallo splendore incommensurabile, eppure si è ridotto a un dramma semplice e piacevole. Di discreta fattura, certamente, ma dal potenziale enormemente maggiore.

Voto finale: 7


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Kida_10

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Ushinawareta Mirai o Motomete" è un anime di dodici episodi di durata canonica che racconta la storia del club di astronomia dell'accademia Uchihama; l'opera non è certamente un capolavoro, nel corso delle puntate si possono notare diverse mancanze più o meno evidenti, ma nonostante questo l'ho trovata molto interessante e degna di essere vista.

Come precedentemente accennato, al centro delle vicende ci sarà il Club di astronomia e in particolare tre personaggi: Sou Akiyama, Kaori Sasaki e Yui Furukawa.
Inizialmente viene presentata come un'opera sentimentale/scolastica dove Kaori, amica di infanzia di Sou e segretamente di lui innamorata, decide dopo tanti anni di dichiarare i propri sentimenti; il giovane spiazzato e colto di sorpresa non riesce a darle una risposta immediata e la discussione viene rimandata ai giorni successivi; purtroppo per Kaori quei giorni non arriveranno mai, perché rimarrà coinvolta in un incidente stradale che la farà andare in coma. Disperato, Sou, insieme ad Airi e Nagisa, due membri del club, decide di studiare nel tentativo di risvegliare Kaori. Nonostante tutto i loro sforzi non vengono premiati, ed è allora che decidono di creare Yui, una ragazza in grado di viaggiare nel tempo; a questo punto veniamo ricatapultati all'inizio della storia e vedremo nuovamente il susseguirsi degli eventi fino al giorno dell'incidente, ma modificati dalla presenza di Yui, che tenterà in ogni modo di salvare la vita di Kaori. Come prevedibile, modificare il destino non sarà affatto facile e sfortunatamente l'incidente non sarà evitato; questa sequenza di avvenimenti, come verrà poi spiegato da Yui, si ripeterà molte volte, ma senza alcun risultato, finché un giorno qualcosa nella normale routine si modifica. Riusciranno infine i nostri protagonisti a salvare Kaori?

Nonostante la trama non sia delle più originali, l'ho trovata molto intrigante e ben realizzata; nulla viene lasciato al caso e alla fine tutto risulta chiaro e facilmente comprensibile, nonostante la complessità abbastanza elevata, dati gli spostamenti nel tempo, e i numerosi punti di domanda che inizialmente creano un'atmosfera misteriosa. I personaggi, seppur parzialmente stereotipati, sono simpatici e riescono a catturare e appassionare lo spettatore.

Per quanto riguarda la parte tecnica, non siamo certamente di fronte a un capolavoro. Graficamente parlando non è al livello delle ultime produzioni dell'anno 2014, soprattutto nelle prime puntate; proseguendo nella visione si notano dei miglioramenti, anche se purtroppo si alternano inspiegabilmente con delle pesanti ricadute. Dal punto di vista del sonoro è stato svolto un lavoro nella norma, nulla di eccezionale ma comunque accettabile.
La regia ha scelto di realizzare una narrazione molto lenta, e anche se potrebbe essere visto come un fattore negativo l'ho molto apprezzato, soprattutto perché in questo modo si apprezzano maggiormente le ultime puntate, più veloci e dinamiche.

In conclusione una buona opera, un po' carente sotto l'aspetto tecnico e non originalissima, ma che riesce a coinvolgere lo spettatore fin dall'inizio. Consigliata.


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irishman

Episodi visti: 12/12 --- Voto 5
Piccola premessa: adoro la tematica dei viaggi nel tempo.
Quando mi trovo davanti un canovaccio, sviluppato e basato su questo argomento, non posso fare a meno di appassionarmi e, misteriosamente, riesco anche a perdonare difetti su cui, normalmente, non sono disposto a chiudere un occhio. Detto questo, è giusto però essere obiettivi, in sede di recensione, e anche se a me l'anime è piaciuto più di quanto possa far pensare il voto assegnato, l'anime è purtroppo afflitto da una folta serie di difetti, che vanno doverosamente ricordati.

Il primo, evidente fin dal primo episodio, è il comparto grafico, che come è avvenuto spesso per le serie dell'autunno 2014, è di qualità decisamente scarsa. Il chara design piuttosto grezzo e superficialmente realizzato, le animazioni tutt'altro che fluide, gli scenari che possono essere nella media (gli esterni) o mediocri (gli interni) rendono questo "Ushinawareta Mirai o Motomete" un anime che non sarà ricordato per le sue qualità visive.

Complesso il discorso della trama. Caratterizzata da una lentezza allucinante che renderà molto pesanti i primi due terzi della serie, con episodi definibili quasi come filler, si riscatterà negli episodi finali, quando tutti i misteri che il canovaccio ha seminato verranno rivelati, con un hype notevole, che terrà appiccicati agli schermi gli spettatori. Va precisato però che, nonostante la trama riesca a riscattarsi e appassionare negli episodi finali, non sarà immune da pecche nemmeno in questo caso, visto che di fronte a temi estremamente complessi, come quelli citati nell'incipit della recensione, talvolta il plot tenderà a perdere di logica, e a mostrarci esiti razionalmente forzati, di fronte agli eventi e alle azioni dei protagonisti.
Protagonisti, e qui veniamo a un altro punto critico della serie, che sono anch'essi tratteggiati in modo piuttosto approssimativo o addirittura caratterizzati in modo da riuscire piuttosto antipatici (Kenny, lo studente americano trasferito in Giappone, risulta abbastanza insopportabile, come personaggio). In generale i protagonisti di questo "Ushinawareta Mirai o Motomete" danno raramente l'idea di far parte di un gruppo unito, coeso e fondato su un sincero rapporto di amicizia, come l'anime vorrebbe mostrarci, ma sembrano stare insieme solo per esigenze di copione.

Ulteriore sensazione di improbabile la proviamo nei pur discreti episodi finali, quando, per un miracolo, un incredibile caso fortuito o, più probabilmente, un'evidente, forzata, scelta degli autori, vediamo tutti i protagonisti insieme al lavoro, con competenze dalla professionalità elevatissima (fisici, medici, esperti di IA, ecc.), nel tentativo di raggiungere l'obiettivo che si sono posti. Insomma la sensazione, fastidiosa e sgradevole, di trovarsi di fronte a un plot aggiustato dagli autori per necessità di copione c'è tutta.
Per quanto riguarda l'OST, ho apprezzato moltissimo le due sigle (in particolare la opening). Molto particolare, anche visivamente, intendo, la sigla finale, che merita di essere vista, oltre che ascoltata. Piuttosto piatti, invece, gli accordi di accompagnamento, che non spiccano mai per particolare brillantezza o personalità e finiscono subito nel dimenticatoio.

Concludendo, un anime molto complesso, sia per tematiche che per valutazione, e che sicuramente non mi sento di consigliare a tutti. Ne suggerisco la visione soltanto a chi, come me, ha adorato "Steins;Gate", la trilogia di "Ritorno al futuro" e tutti i prodotti basati su tematiche simili. Per costoro ritengo che la visione di questo "Ushinawareta Mirai o Motomete" possa riservare momenti piacevoli (considerate che in questo caso la valutazione si attesta su un 6 - 6 e mezzo). Diversamente, evitate questa serie, che purtroppo ha moltissimi difetti che appesantiranno la fruizione dei dodici episodi.


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WIND

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Ushinawareta Mirai o Motomete" ("In Search of the Lost Future") è la trasposizione animata di una visual novel (eroge) del 2010 prodotta dalla Trumple. La storia è ambientata nell'accademia Uchihama, poco prima dell'annuale Festival Scolastico e in un edificio prossimo alla demolizione. Tutto inizia il primo di ottobre quando, dopo essere giunte contrastanti notizie sulla presenza di un fantasma, alcuni ragazzi cadono in un sonno profondo e non spiegabile. Si capirà successivamente che tali persone sono venute in contatto diretto con questa presenza inquietante. Il club di astronomia, in cui militano il protagonista Sou Akiyama e altri studenti, è chiamato a indagare sulle vicende, ma irrompe sulla scena una sconosciuta ragazza di nome Yui Furukawa in modo alquanto misterioso.

Di primo impatto, specie nella puntata iniziale, ha tutta l'aria di un anime sentimentale. Classico triangolo amoroso molto semplice e simpatico - ne sono la riprova le musichette di contorno durante i dialoghi dei personaggi -, ma verso la fine accade qualcosa di improvviso: l'amica di infanzia del protagonista muore a causa di un incidente subito dopo aver rivelato i propri sentimenti... e da qui tutto ha inizio.

Non è facile per me dare un giudizio definitivo sull'opera, sia a causa della sua estrema lentezza narrativa, sia a causa della ripetitività degli eventi che via via, nell'arco delle dodici puntate, si verificheranno. Se da un certo punto di vista i toni fortemente drammatici e sentimentali mi hanno coinvolto, dall'altra non sono riuscito a vivere appieno la trama, anche per tutta una serie di spostamenti temporali tra futuro, presente e passato non sempre ben interpretabili. Tutto ciò rende ovviamente la vicenda criptica e ostica in alcuni dei suoi passaggi fondamentali. La trama non è originalissima, se avete visto "Clannad After Story" ritroverete alcuni dei concetti già utilizzati dal suo predecessore, ma non solo. Il ripetersi degli eventi passati, il tentativo di modificare il futuro provando e riprovando linee di eventi differenti, li abbiamo già visti in tutte le salse possibili. Non in ultimo le teorie delle stringhe e del multiverso, secondo cui esisterebbero un numero di universi paralleli in cui le nostre vite cambiano continuamente prendendo strade differenti. Concetti molto affascinanti, è vero, ma non scientificamente spiegabili e/o osservabili al momento.

Il finale è un po' caotico ma positivo, come piace a me del resto. Io forse avrei evitato di dare per forza un seguito a entrambe le linee di eventi, ma, così facendo, entrambe le ragazze avranno un'ending felice (almeno così si spera!). Per quanto riguarda i disegni, c'è poco da dire... lasciano davvero a desiderare così come l'OST. Stessa cosa vale per i personaggi e la loro caratterizzazione. Li ho trovati insipidi, privi di spessore e con ben poco da dire, ivi compreso il protagonista troppo inetto.

Il giudizio finale sarebbe un 7,5 che preferisco però arrotondare a 7 per la troppa lentezza narrativa. Consigliato a chi ama il genere romantico/drammatico farcito di eventi fantascientifici.