Haibane renmei
“Haibane Renmei” (“La Federazione delle Piume Cineree”) è una serie di tredici episodi realizzata nel 2002 dallo studio Radix. L’anime è ispirato a delle doujinshi omonime scritte e illustrate da Yoshitoshi ABe (che aveva già curato il character design originale di “Serial Experiments Lain”) ed è diretto da Tomokazu Tokoro.
Protagoniste dell’opera sono gli Haibane, creature dotate di un’aureola e di ali grigie che non hanno alcun ricordo del loro passato e che vivono in una cittadina circondata da alte mura chiamata Glie. Gli Haibane non ricordano neppure come si chiamano, per questo prendono il loro nome dall’unica cosa presente nella loro memoria, ovvero il sogno che hanno compiuto all’interno del bozzolo che li ha dati alla luce: la nuova arrivata ha sognato di cadere nel cielo, e prende perciò il nome di Rakka. La ragazza dovrà così abituarsi alla sua nuova vita da Haibane e alle regole che la sua identità le impone.
Sono tanti gli anime che ci riempiono di misteri per poi fornirci spiegazioni illuminanti prima della loro conclusione, e sono altrettanti quelli che ci fanno indignare per tutte le incognite che anche dopo l’ultima puntata rimangono ancora senza risposta. Poi c’è “Haibane Renmei”, una di quelle opere la cui bellezza risiede proprio nella mancata risposta agli innumerevoli enigmi che presenta.
La serie, infatti, non si prende la briga di spiegarci per filo e per segno tutto ciò che era rimasto oscuro, ma dissemina indizi a sufficienza affinché lo spettatore possa giungere alla verità. O meglio, alla sua verità: l’anime, infatti, sorprende per la vastità di interpretazioni che è possibile attribuire alle immagini simboliche di cui è pregno e al messaggio generale che vuole trasmettere. C’è chi ci ha percepito una metafora del pensiero cristiano, chi l’ha accostato maggiormente alla filosofia orientale, chi ancora ci ha visto molte allusioni alla psicologia freudiana. Non v’è dubbio che alcune congetture siano più plausibili di altre, ma io personalmente non mi schiero fermamente da una parte o dall’altra, e preferisco meravigliarmi dei vari significati che ogni immagine racchiude: penso alle mura come all’elemento che ci protegge dalle insidie del mondo esterno e al tempo stesso quello che ci preclude l’ottenimento della verità sulle origini dell’uomo; penso ai corvi come ad esseri emarginati da tutti per le loro ali nere eppure gli unici in grado di essere liberi, o anche a messaggeri che raggiungono gli Haibane da un altro mondo per difenderle; penso agli stessi Haibane come creature troppo simili a Dio e per questo rifiutate, oppure ragazzi morti troppo giovani a cui è stata donata un’altra possibilità.
Quale che sia l’interpretazione che vogliamo dare a tutto ciò, trovo che l’anime sia stato in grado di creare un universo studiato in ogni suo minimo particolare, un universo fantastico e a tratti onirico che con le sue regole e i suoi abitanti dai compiti e nomi ben precisi assurge a metafora più ampia dell’esistenza in generale (che si svolga nel mondo terreno o quello dei morti sta a noi deciderlo). Ed è durante la nostra esistenza, lungo il percorso della nostra vita che dobbiamo crescere, maturare, imparare dai nostri errori ed ammettere le nostre colpe: chi in modo più approfondito chi meno, vedremo anche i personaggi di “Haibane Renmei” affrontare tale sfida, li vedremo impegnati nel costruirsi un posto nella società, elaborare perdite improvvise o imparare a perdonare. A questo proposito, il lavoro svolto su Rakka e Reki può di certo considerarsi quello più complesso e riuscito.
Per quanto riguarda il lato tecnico, il character design dalle linee semplici e morbide ideato da ABe ben si confà al tipo di opera rappresentata e all’atmosfera serafica che pervade gran parte degli episodi; lo stesso si può dire per i colori pallidi e desaturati, che contribuiscono a creare una sensazione di calma e spiritualità. Anche gli sfondi, che ritraggono paesaggi rurali e interni rustici, danno l’impressione di qualcosa di etereo coi loro contorni molto sfumati. Le musiche composte da Kou Otani (che già avevo apprezzato in “Gunslinger Girl - Il Teatrino) scandiscono alla perfezione le scene ora più drammatiche, ora più serene: da ricordare, in particolare, la traccia “Free Bird”, che assieme alle immagini di vita quotidiana raffigurate nell’opening ci dà un assaggio dell’atmosfera misteriosa e un po’ spensierata che pervade l’opera. Le animazioni, dal canto loro, sono discrete per la maggior parte dell’anime, anche se si notano alcuni picchi di qualità nella rappresentazione di piccoli gesti; la regia di Tokoro, rilassata e incisiva, riesce con poche inquadrature a lanciare forti messaggi e comunicarci la risoluzione di molti misteri.
In definitiva, “Haibane Renmei” è un anime fortemente criticato per la sua impostazione slice of life, che a detta di alcuni avrebbe dovuto lasciar spazio esclusivamente alla parte soprannaturale; tuttavia, è proprio nelle scene di vita quotidiana che ci vengono mostrate le immagini simboliche utili alla comprensione dell’opera e che vediamo i personaggi crescere e maturare. Un piccolo capolavoro da ricordare per i suoi molteplici livelli di lettura, che di sicuro non deluderà chi sa andare oltre le apparenze e ama estrapolare i significati più profondi anche dai minimi particolari.
Protagoniste dell’opera sono gli Haibane, creature dotate di un’aureola e di ali grigie che non hanno alcun ricordo del loro passato e che vivono in una cittadina circondata da alte mura chiamata Glie. Gli Haibane non ricordano neppure come si chiamano, per questo prendono il loro nome dall’unica cosa presente nella loro memoria, ovvero il sogno che hanno compiuto all’interno del bozzolo che li ha dati alla luce: la nuova arrivata ha sognato di cadere nel cielo, e prende perciò il nome di Rakka. La ragazza dovrà così abituarsi alla sua nuova vita da Haibane e alle regole che la sua identità le impone.
Sono tanti gli anime che ci riempiono di misteri per poi fornirci spiegazioni illuminanti prima della loro conclusione, e sono altrettanti quelli che ci fanno indignare per tutte le incognite che anche dopo l’ultima puntata rimangono ancora senza risposta. Poi c’è “Haibane Renmei”, una di quelle opere la cui bellezza risiede proprio nella mancata risposta agli innumerevoli enigmi che presenta.
La serie, infatti, non si prende la briga di spiegarci per filo e per segno tutto ciò che era rimasto oscuro, ma dissemina indizi a sufficienza affinché lo spettatore possa giungere alla verità. O meglio, alla sua verità: l’anime, infatti, sorprende per la vastità di interpretazioni che è possibile attribuire alle immagini simboliche di cui è pregno e al messaggio generale che vuole trasmettere. C’è chi ci ha percepito una metafora del pensiero cristiano, chi l’ha accostato maggiormente alla filosofia orientale, chi ancora ci ha visto molte allusioni alla psicologia freudiana. Non v’è dubbio che alcune congetture siano più plausibili di altre, ma io personalmente non mi schiero fermamente da una parte o dall’altra, e preferisco meravigliarmi dei vari significati che ogni immagine racchiude: penso alle mura come all’elemento che ci protegge dalle insidie del mondo esterno e al tempo stesso quello che ci preclude l’ottenimento della verità sulle origini dell’uomo; penso ai corvi come ad esseri emarginati da tutti per le loro ali nere eppure gli unici in grado di essere liberi, o anche a messaggeri che raggiungono gli Haibane da un altro mondo per difenderle; penso agli stessi Haibane come creature troppo simili a Dio e per questo rifiutate, oppure ragazzi morti troppo giovani a cui è stata donata un’altra possibilità.
Quale che sia l’interpretazione che vogliamo dare a tutto ciò, trovo che l’anime sia stato in grado di creare un universo studiato in ogni suo minimo particolare, un universo fantastico e a tratti onirico che con le sue regole e i suoi abitanti dai compiti e nomi ben precisi assurge a metafora più ampia dell’esistenza in generale (che si svolga nel mondo terreno o quello dei morti sta a noi deciderlo). Ed è durante la nostra esistenza, lungo il percorso della nostra vita che dobbiamo crescere, maturare, imparare dai nostri errori ed ammettere le nostre colpe: chi in modo più approfondito chi meno, vedremo anche i personaggi di “Haibane Renmei” affrontare tale sfida, li vedremo impegnati nel costruirsi un posto nella società, elaborare perdite improvvise o imparare a perdonare. A questo proposito, il lavoro svolto su Rakka e Reki può di certo considerarsi quello più complesso e riuscito.
Per quanto riguarda il lato tecnico, il character design dalle linee semplici e morbide ideato da ABe ben si confà al tipo di opera rappresentata e all’atmosfera serafica che pervade gran parte degli episodi; lo stesso si può dire per i colori pallidi e desaturati, che contribuiscono a creare una sensazione di calma e spiritualità. Anche gli sfondi, che ritraggono paesaggi rurali e interni rustici, danno l’impressione di qualcosa di etereo coi loro contorni molto sfumati. Le musiche composte da Kou Otani (che già avevo apprezzato in “Gunslinger Girl - Il Teatrino) scandiscono alla perfezione le scene ora più drammatiche, ora più serene: da ricordare, in particolare, la traccia “Free Bird”, che assieme alle immagini di vita quotidiana raffigurate nell’opening ci dà un assaggio dell’atmosfera misteriosa e un po’ spensierata che pervade l’opera. Le animazioni, dal canto loro, sono discrete per la maggior parte dell’anime, anche se si notano alcuni picchi di qualità nella rappresentazione di piccoli gesti; la regia di Tokoro, rilassata e incisiva, riesce con poche inquadrature a lanciare forti messaggi e comunicarci la risoluzione di molti misteri.
In definitiva, “Haibane Renmei” è un anime fortemente criticato per la sua impostazione slice of life, che a detta di alcuni avrebbe dovuto lasciar spazio esclusivamente alla parte soprannaturale; tuttavia, è proprio nelle scene di vita quotidiana che ci vengono mostrate le immagini simboliche utili alla comprensione dell’opera e che vediamo i personaggi crescere e maturare. Un piccolo capolavoro da ricordare per i suoi molteplici livelli di lettura, che di sicuro non deluderà chi sa andare oltre le apparenze e ama estrapolare i significati più profondi anche dai minimi particolari.
ATTENZIONE LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER
Ci sono opere in cui la storia viene raccontata senza lasciare nulla al caso, altre che magari lasciano in sospeso delle cose e altre che magari rinunciano a dare un senso al tutto. E poi ci sono opere che lasciano aperti moltissime interrogativi, senza andare a svalutare l’opera ma anzi riuscendo ad elevandola maggiormente. Uno, se non l’esempio principale, è "Haibane Renmei".
"Haibane Renmei" è un anime di 13 episodi creato da Yoshitoshi Abe ("Serial Experiment Lain", "Texhnolyze") e prodotto dallo studio Radix.
L’opera inizia con una ragazza che sogna di star cadendo da un posto alto, in compagnia di un corvo che la accompagna e che cerca invano di salvarla. La ragazza si sveglia all’interno di un bozzolo non ricordando nulla di ciò che le è successo in passato, come Haibane, ragazze dall’aspetto angelico. Rakka (la nostra protagonista), scopre di vivere in un mondo circondato da mura, con leggi che non le permettono di oltrepassarle, costringendo gli umani e le haibane a vivere all’interno di esse, ignorando ciò che può esserci all’esterno.
Raramente mi sono imbattuto in anime così bello e poetico ma anche così ricco di significati e di punti di vista innumerevoli, come Haibane, perché in quest’ opera, la storia può variare in base alla sensibilità e l’interpretazione dello spettatore.
La citta ad esempio è raffigurabile in diversi modi ad esempio una sorta di purgatorio, in cui le Haibane non potranno uscire finchè non saranno riuscite a espiare ai peccati commessi nelle loro vite passate. Infatti molti indizi nel corso dell’opera lasciano intendere che nella loro vita precedente, avessero posto fine alla propria esistenza con il suicidio e che quindi abbiano ora la possibilità di riscattarsi dagli errori commessi e non a caso il processo che porta al “Giorno del volo” (ovvero il momento in cui potranno lasciare la città, quindi di trascensione) è un processo alla scoperta e dell’accettazione di se stessi.
Un'altra interpretazione alla città può essere quella della mente umana che rappresenta il muro in cui ci nascondiamo per la paura di essere feriti e le Haibane sono persone che ferite, compiono il gesto definitivo, il suicidio (in questo caso la chiusura in loro stessi) e solo loro tramite, come detto in precedenza, l’accettazione di loro stesse e il compimento di determinata azione possono uscire da quello stato. A dare adito a questo punto di vista è il fatto che le Haibane, su cui viene concentrata l’attenzione dell’opera, vengono ideologicamente rappresentate come i setti peccati capitali e proprio questi peccati, sono la causa delle loro sofferenze (la protagonista ad esempio rappresenta il peccato di Lussuria, inteso come nella ricerca ossessiva dell’affetto da parte di altri).
Come visto da questi passaggi la forza dell’opera sta nei personaggi caratterizzati davvero magistralmente e nei temi trattati, dalla morte (fisica, spiritale, sociologica sta a voi decidere in base alla vostra visione d’insieme) alla sofferenza, alla redenzione (e fondamentalmente al perdono di se stessi), senza dimenticare la sete di conoscenza trattata in maniera oserei dire superba nel corso della serie, in particolare nel fenomenale quinto episodio.
Tecnicamente l’opera è ottima, l’ambientazione è stata resa magnificamente grazie ad un saggio utilizzo di colori e toni, le animazioni sono buone anche se nei primi episodi mancano un po’ di fluidità e risultano un po’ statici, per poi riprendersi in maniera eccellente nella seconda metà dell’opera. il chara design dei personaggi è davvero ben realizzato anche se in certi frangenti poteva essere resa meglio l’espressività. Per quanto riguarda la colonna sonora, c’è poco da dire, il lavoro svolto da Otani Kow è a dir poco impeccabile, sono tra le migliori colonne sonore che abbia mai ascoltato in una produzione animata.
Per concludere, Haibane a mio avviso è un vero e proprio capolavoro, un anime ricchissimo di simbologia di contenuti e di tematiche profonde, di cui non ci è data sapere la sua interezza, ma che è perfetta proprio nel suo essere aperta ad ogni chiave di lettura.
Ci sono opere in cui la storia viene raccontata senza lasciare nulla al caso, altre che magari lasciano in sospeso delle cose e altre che magari rinunciano a dare un senso al tutto. E poi ci sono opere che lasciano aperti moltissime interrogativi, senza andare a svalutare l’opera ma anzi riuscendo ad elevandola maggiormente. Uno, se non l’esempio principale, è "Haibane Renmei".
"Haibane Renmei" è un anime di 13 episodi creato da Yoshitoshi Abe ("Serial Experiment Lain", "Texhnolyze") e prodotto dallo studio Radix.
L’opera inizia con una ragazza che sogna di star cadendo da un posto alto, in compagnia di un corvo che la accompagna e che cerca invano di salvarla. La ragazza si sveglia all’interno di un bozzolo non ricordando nulla di ciò che le è successo in passato, come Haibane, ragazze dall’aspetto angelico. Rakka (la nostra protagonista), scopre di vivere in un mondo circondato da mura, con leggi che non le permettono di oltrepassarle, costringendo gli umani e le haibane a vivere all’interno di esse, ignorando ciò che può esserci all’esterno.
Raramente mi sono imbattuto in anime così bello e poetico ma anche così ricco di significati e di punti di vista innumerevoli, come Haibane, perché in quest’ opera, la storia può variare in base alla sensibilità e l’interpretazione dello spettatore.
La citta ad esempio è raffigurabile in diversi modi ad esempio una sorta di purgatorio, in cui le Haibane non potranno uscire finchè non saranno riuscite a espiare ai peccati commessi nelle loro vite passate. Infatti molti indizi nel corso dell’opera lasciano intendere che nella loro vita precedente, avessero posto fine alla propria esistenza con il suicidio e che quindi abbiano ora la possibilità di riscattarsi dagli errori commessi e non a caso il processo che porta al “Giorno del volo” (ovvero il momento in cui potranno lasciare la città, quindi di trascensione) è un processo alla scoperta e dell’accettazione di se stessi.
Un'altra interpretazione alla città può essere quella della mente umana che rappresenta il muro in cui ci nascondiamo per la paura di essere feriti e le Haibane sono persone che ferite, compiono il gesto definitivo, il suicidio (in questo caso la chiusura in loro stessi) e solo loro tramite, come detto in precedenza, l’accettazione di loro stesse e il compimento di determinata azione possono uscire da quello stato. A dare adito a questo punto di vista è il fatto che le Haibane, su cui viene concentrata l’attenzione dell’opera, vengono ideologicamente rappresentate come i setti peccati capitali e proprio questi peccati, sono la causa delle loro sofferenze (la protagonista ad esempio rappresenta il peccato di Lussuria, inteso come nella ricerca ossessiva dell’affetto da parte di altri).
Come visto da questi passaggi la forza dell’opera sta nei personaggi caratterizzati davvero magistralmente e nei temi trattati, dalla morte (fisica, spiritale, sociologica sta a voi decidere in base alla vostra visione d’insieme) alla sofferenza, alla redenzione (e fondamentalmente al perdono di se stessi), senza dimenticare la sete di conoscenza trattata in maniera oserei dire superba nel corso della serie, in particolare nel fenomenale quinto episodio.
Tecnicamente l’opera è ottima, l’ambientazione è stata resa magnificamente grazie ad un saggio utilizzo di colori e toni, le animazioni sono buone anche se nei primi episodi mancano un po’ di fluidità e risultano un po’ statici, per poi riprendersi in maniera eccellente nella seconda metà dell’opera. il chara design dei personaggi è davvero ben realizzato anche se in certi frangenti poteva essere resa meglio l’espressività. Per quanto riguarda la colonna sonora, c’è poco da dire, il lavoro svolto da Otani Kow è a dir poco impeccabile, sono tra le migliori colonne sonore che abbia mai ascoltato in una produzione animata.
Per concludere, Haibane a mio avviso è un vero e proprio capolavoro, un anime ricchissimo di simbologia di contenuti e di tematiche profonde, di cui non ci è data sapere la sua interezza, ma che è perfetta proprio nel suo essere aperta ad ogni chiave di lettura.
Se cercate un anime malinconico questo fa per voi. Questa cosa la possiamo notare subito dai colori molto spenti, dalle bellissime canzoni comprese l'opening e ending che accompagnano l'anime per tutti i tredici episodi.
Fatta questa premessa, trovo l'anime molto lontano dall'essere un capolavoro a causa anche di una certa lentezza durante gli episodi e del fatto che tantissime cose, forse fin troppe cose non vengono spiegate lasciando sì domande allo spettatore, ma anche tanto amaro in bocca.
Solo due sono i personaggi caratterizzati Reki e Rakka anche se quest'ultima ha alcuni comportamenti nei primi episodi parecchio esagerati da risultare anche un poco ridicola, almeno per me.
Punto a favore per il bellissimo ultimo episodio e per i dialoghi poco banali ma molto intensi alcune volte.
Detto questo, è una serie che io consiglierei, e non fatevi prendere dalla lentezza perchè poi verrà ripagata negli ultimi splendidi episodi.
Fatta questa premessa, trovo l'anime molto lontano dall'essere un capolavoro a causa anche di una certa lentezza durante gli episodi e del fatto che tantissime cose, forse fin troppe cose non vengono spiegate lasciando sì domande allo spettatore, ma anche tanto amaro in bocca.
Solo due sono i personaggi caratterizzati Reki e Rakka anche se quest'ultima ha alcuni comportamenti nei primi episodi parecchio esagerati da risultare anche un poco ridicola, almeno per me.
Punto a favore per il bellissimo ultimo episodio e per i dialoghi poco banali ma molto intensi alcune volte.
Detto questo, è una serie che io consiglierei, e non fatevi prendere dalla lentezza perchè poi verrà ripagata negli ultimi splendidi episodi.
"Haibane renmei – Charcoal Feather Federation" èuno splendido anime di tredici episodi dalla lunghezza media di venti minuti, pubblicato in Giappone a cavallo tra l’ottobre e dicembre 2002, dove la difficoltà della vita sarà uno dei suoi argomenti cardine.
Uno degli anime più belli che abbia mai visto, nato da una semplice piccola serie di dōjinshi, cioè manga di pubblicazione amatoriale, di Yoshitoshi Abe, colui che ha anche lavorato a "Serial experiments lain".
Amando i suoi disegni, mi sono buttata su questo piccolo capolavoro senza saperne molto, se non che fosse stato scritto da lui e parlasse di un gruppo di persone simili ad angeli… ma andiamo per gradi.
Diretto da Tomokazu Tokoro, con le dolcissime musiche di Kow Otani, da una piccola idea è nato qualcosa di indimenticabile.
Ma di che cosa parla "Haibane renmei"?
Trama: una ragazza rinasce dentro a un enorme bozzolo in una delle tante stanze abbandonate di un vecchio complesso chiamato Old Home, dove vivono un gruppo di Haibane. Nel bozzolo, pieno di liquido, fa un sogno che però ricorda a tratti; l’unica immagine che le resta in mente è di cadere nel vuoto mentre un corvo cerca, invano, di trattenerla, con lei che lo ammonisce, dicendole che è tutto inutile.
Uscita dal bozzolo con le proprie forze, come da tradizione, si risveglia in un letto circondata da Haibane molte entusiaste, che le danno un caldo benvenuto. Reki, colei che sembra coordinare tutte le altre, le chiede dettagli sul sogno che ha fatto nel bozzolo, da cui trarranno il nome della protagonista, cioè Rakka che significa “cadere“.
Successivamente, come a ogni Haibane rinata prima di lei, le verrà fornita un’aureola fatta di un materiale speciale e le spunteranno due ali grigie dalla schiena (una delle scene più suggestive, simboliche e meglio animate di tutta la serie).
E da qui Rakka dovrà farsi una nuova vita in questa sconosciuta città circondata da mura, le quali nessuno può oltrepassare (agli Haibane non è nemmeno permesso avvicinarsene). Nel frattempo le domande dentro di lei nasceranno molteplici: chi sono gli Haibane e perché è rinata come una di loro? Chi era prima? Cosa c’è oltre le mura? Cos’è che non riesce a ricordare nel suo sogno ma che sembra essere terribilmente importante?
Ciò che inizierà come un apparente slice of life, in cui Rakka impara a vivere in questa nuova comunità caratterizzata dalle sue specifiche regole, si intreccerà con il lungo cammino della ricerca di se stessi, dove si affrontano i propri fallimenti ed errori, guardando in faccia l’immensità della vita.
Con ambientazioni caratteristiche e ben delineate, musiche stupende ed emozionanti, questo anime vale di essere visto solo per questo. All’inizio dona un piacevole senso di pace misto a qualcosa di funesto.
Ogni scena e azione a cui assistiamo hanno un particolare significato ma non sempre esplicito; molte cose che compongono il macrocosmo che circonda le protagoniste ci resteranno avvolti nel mistero anche alla fine della visione perché la narrazione andrà sempre più a focalizzarsi sul micro che esse vivono. Ed è anche qui un punto forte dell’anime, cioè il non dare spiegazioni certe ma lasciare che sia chi guarda a interpretare. Alcuni potrebbero non apprezzare questo stile di narrazione ma qui si cade nel soggettivo in quanto questo è un modo come altri di raccontare una storia. Non tutto ha bisogno di essere spiegato.
Di certo posso dire che è una visione che arricchisce molto dal punto di vista spirituale ed emotivo; non va preso alla leggera perché, essendo la vita e il fallimento l’elemento cardine che lo contraddistingue, si andranno a toccare, con delicatezza e rispetto, temi forti come il suicidio e l’abbandono.
Infine sono convinta che possa essere visto e apprezzato da tutti, anche e soprattutto da chi non ama la piega che l’animazione giapponese sta prendendo negli ultimi anni"; Haibane renmei" (così come anche "Serial experiments lain") è esente dagli stereotipi tipici degli anime che molti potrebbero anche odiare.
A me, la storia di Rakka e Reki, ha donato degli spunti per proseguire la mia vita; al di fuori delle credenze personali e della fede, questo è un racconto universale che non può non lasciare arricchiti.
Uno degli anime più belli che abbia mai visto, nato da una semplice piccola serie di dōjinshi, cioè manga di pubblicazione amatoriale, di Yoshitoshi Abe, colui che ha anche lavorato a "Serial experiments lain".
Amando i suoi disegni, mi sono buttata su questo piccolo capolavoro senza saperne molto, se non che fosse stato scritto da lui e parlasse di un gruppo di persone simili ad angeli… ma andiamo per gradi.
Diretto da Tomokazu Tokoro, con le dolcissime musiche di Kow Otani, da una piccola idea è nato qualcosa di indimenticabile.
Ma di che cosa parla "Haibane renmei"?
Trama: una ragazza rinasce dentro a un enorme bozzolo in una delle tante stanze abbandonate di un vecchio complesso chiamato Old Home, dove vivono un gruppo di Haibane. Nel bozzolo, pieno di liquido, fa un sogno che però ricorda a tratti; l’unica immagine che le resta in mente è di cadere nel vuoto mentre un corvo cerca, invano, di trattenerla, con lei che lo ammonisce, dicendole che è tutto inutile.
Uscita dal bozzolo con le proprie forze, come da tradizione, si risveglia in un letto circondata da Haibane molte entusiaste, che le danno un caldo benvenuto. Reki, colei che sembra coordinare tutte le altre, le chiede dettagli sul sogno che ha fatto nel bozzolo, da cui trarranno il nome della protagonista, cioè Rakka che significa “cadere“.
Successivamente, come a ogni Haibane rinata prima di lei, le verrà fornita un’aureola fatta di un materiale speciale e le spunteranno due ali grigie dalla schiena (una delle scene più suggestive, simboliche e meglio animate di tutta la serie).
E da qui Rakka dovrà farsi una nuova vita in questa sconosciuta città circondata da mura, le quali nessuno può oltrepassare (agli Haibane non è nemmeno permesso avvicinarsene). Nel frattempo le domande dentro di lei nasceranno molteplici: chi sono gli Haibane e perché è rinata come una di loro? Chi era prima? Cosa c’è oltre le mura? Cos’è che non riesce a ricordare nel suo sogno ma che sembra essere terribilmente importante?
Ciò che inizierà come un apparente slice of life, in cui Rakka impara a vivere in questa nuova comunità caratterizzata dalle sue specifiche regole, si intreccerà con il lungo cammino della ricerca di se stessi, dove si affrontano i propri fallimenti ed errori, guardando in faccia l’immensità della vita.
Con ambientazioni caratteristiche e ben delineate, musiche stupende ed emozionanti, questo anime vale di essere visto solo per questo. All’inizio dona un piacevole senso di pace misto a qualcosa di funesto.
Ogni scena e azione a cui assistiamo hanno un particolare significato ma non sempre esplicito; molte cose che compongono il macrocosmo che circonda le protagoniste ci resteranno avvolti nel mistero anche alla fine della visione perché la narrazione andrà sempre più a focalizzarsi sul micro che esse vivono. Ed è anche qui un punto forte dell’anime, cioè il non dare spiegazioni certe ma lasciare che sia chi guarda a interpretare. Alcuni potrebbero non apprezzare questo stile di narrazione ma qui si cade nel soggettivo in quanto questo è un modo come altri di raccontare una storia. Non tutto ha bisogno di essere spiegato.
Di certo posso dire che è una visione che arricchisce molto dal punto di vista spirituale ed emotivo; non va preso alla leggera perché, essendo la vita e il fallimento l’elemento cardine che lo contraddistingue, si andranno a toccare, con delicatezza e rispetto, temi forti come il suicidio e l’abbandono.
Infine sono convinta che possa essere visto e apprezzato da tutti, anche e soprattutto da chi non ama la piega che l’animazione giapponese sta prendendo negli ultimi anni"; Haibane renmei" (così come anche "Serial experiments lain") è esente dagli stereotipi tipici degli anime che molti potrebbero anche odiare.
A me, la storia di Rakka e Reki, ha donato degli spunti per proseguire la mia vita; al di fuori delle credenze personali e della fede, questo è un racconto universale che non può non lasciare arricchiti.
La storia di "Haibane renmei" di per sé è carina e fatta molto bene, c'è un analisi approfondita dei personaggi principali, l'analisi è meno approfondita riguardo al contesto, ma, essendo questo tenuto nella storia per lo più sconosciuto alle Haibane ed essendo lo spettatore a conoscenza solamente dei fatti di cui viene a conoscenza la protagonista Rakka, non trovo che questo sia un difetto. Sarebbe un errore pensare che l'anime si debba concentrare sulla risoluzione dei misteri: le mura della città non sono le mura de "L'attacco dei giganti" e non vi è alcuna cantina con dentro lo spiegone dell'universo narrativo. L'anime punta all'introspezione dei personaggi, per lo più dei personaggi di Rakka e Reki. Si indaga sulle poche impressioni che a queste sono rimaste della loro vita precedente e sulla loro evoluzione caratteriale durante il loro periodo da Haibane. Fatti però i complimenti, bisogna passare ai "ma" e sono "ma" grandi come una casa. Passi per la propensione immotivata di alcuni personaggi a piangere e disperarsi per eventi non positivi ma nemmeno così orripilanti, perché per raccontare questa storia, che si poteva tranquillamente chiudere in un film da 120 minuti, ne sono stati utilizzati quasi 300? A parte la prima e l'ultima puntata che sono affascinanti, "Haibane renmei" si dilata in altre undici puntate senza motivo, dalla seconda alla quinta ci sono ben 88 minuti di soporifero slice of life. Non solo seguiamo le vite ordinarie e comuni di questi simil-angeli, ma si tratta per lo più di vite noiose! Diamine, conosco appartamenti universitari che adattati ad anime sarebbero più interessanti. Abbiamo entusiasmanti scene in cui Rakka va a comprarsi dei vestiti, in cui Hikari prepara la tavola, Reki maltratta la sua vespa o riempie i moduli della biblioteca, o ancora le attesissime scene in cui Rakka pulisce le mattonelle su commissione dei "vecchi saggi". Dalla sesta puntata in poi la trama comincia ad ingranare, ma lo fa con il freno a mano inserito: Da contraltare alla cura certosina dei particolari (capita raramente di vedere dei personaggi cambiare abbigliamento a seconda delle stagioni e del clima) permane un enorme lentezza in tutto ciò che succede, tanto che, a paragone, un film inglese anni '50 diventa un thriller mozzafiato. La mia opinione finale è che sia stato completamente sbagliato il formato, troppo lungo per una storia troppo breve. Consigliato solo a chi ama annoiarsi.
Grazie all'originalità e alla raffinatezza con cui vengono presentate alcune particolari tematiche, è evidente come questo titolo rientri effettivamente tra quei pochi che mettono d'accordo l'intera comunità, o forse quasi. Perché infatti, con un certo rammarico, sono proprio io ad affermare che le storie e le immagini mostrate in "Haibane renmei", nonostante offrano notevoli spunti, non mi hanno coinvolto così tanto da poterne trarre delle vere e proprie emozioni.
Ad ogni modo, dovendo partire dagli aspetti positivi, direi che l'apertura di quest'opera rappresenta già un perfetto esempio di come si riesca ad attrarre all'impatto l'occhio dello spettatore: il risveglio di una giovane ragazza che precipita dal cielo, il tentativo di un corvo di sorreggerla dalla gonna e un mondo che a vista si avvicina sempre di più, non possono essere altro che un'introduzione costruita a meraviglia. Restare inermi a tutto ciò è impossibile, un po' come se si stesse vivendo un sogno: è proprio ciò che accade alla protagonista che, senza un perché, si desta dal sonno dentro a un grande bozzolo, in una realtà che scoprirà presto non essere separata da quella umana, pur non condividendone a pieno le caratteristiche fisiche: gli haibane pertanto si dotano di ali e di un'aureola e contrariamente a ciò a cui si può subito pensare, la definizione di angelo non è altro che una semplice proiezione delle tante possibili che quest'opera ci propone. Un mistero, dunque, che ci accompagnerà accanto a tutti gli altri che emergeranno volta per volta in maniera costantemente lenta e che persisteranno fino alla fine. Tuttavia, questa caratteristica non lascia con l'amaro in bocca perché è l'elemento portante del racconto, nonché la sua parte prettamente più interessante e coinvolgente.
Cos'è pertanto che non mi ha convinto fino in fondo, riguarda pertanto un aspetto che non ha molto a che fare con la storia principale, né con le musiche presenti che, per quanto povere siano, si integrano perfettamente con essa. Il problema, è il modo e la tecnica in quanto stile con cui è stata concepita e su ciò farò due appunti. Il primo si focalizza sui tempi di narrazione: non è assolutamente possibile rendere una serie così prolissa se tutto quel che ha da offrirci è riconducibile a un film di un paio d'ore, anche perché così il senso di poeticità e di enigmatico ne risentono molto. Il secondo fattore è meno fondamentale, ma non per questo irrilevante e concerne i disegni e la grafica in generale: sebbene i volti e i lineamenti dei personaggi siano abbastanza curati, i dettagli sullo sfondo in più di un caso sono realizzati in modo imperfetto, ma anche le ambientazioni lasciano a desiderare. Insomma, queste prospettive deludono e non poco, considerando un'opera che è stata realizzata comunque nel nuovo millennio. Ciò che però risalta è soprattutto la tonalità principale che trasforma totalmente il contesto rendendolo molto più cupo e spento; e se da un lato può essere vero che si fa riferimento a una scelta degli autori, dall'altra può tranquillamente non risultare azzeccata perché rende la visione più tediosa.
Concludo la mia analisi dicendo che "Haibane renmei" è stato il primo anime che mi ha messo seriamente in difficoltà. Ogni volta che cliccavo su un nuovo episodio contavo il numero di quelli rimanenti, segno che non sono riuscito cogliere gli elementi positivi (è indubbio che ce ne sono e sono anche tanti) che l'anime offre. Lo consiglio comunque a tutti e spero che susciti decisamente di più di quel che è riuscito a fare con me.
Ad ogni modo, dovendo partire dagli aspetti positivi, direi che l'apertura di quest'opera rappresenta già un perfetto esempio di come si riesca ad attrarre all'impatto l'occhio dello spettatore: il risveglio di una giovane ragazza che precipita dal cielo, il tentativo di un corvo di sorreggerla dalla gonna e un mondo che a vista si avvicina sempre di più, non possono essere altro che un'introduzione costruita a meraviglia. Restare inermi a tutto ciò è impossibile, un po' come se si stesse vivendo un sogno: è proprio ciò che accade alla protagonista che, senza un perché, si desta dal sonno dentro a un grande bozzolo, in una realtà che scoprirà presto non essere separata da quella umana, pur non condividendone a pieno le caratteristiche fisiche: gli haibane pertanto si dotano di ali e di un'aureola e contrariamente a ciò a cui si può subito pensare, la definizione di angelo non è altro che una semplice proiezione delle tante possibili che quest'opera ci propone. Un mistero, dunque, che ci accompagnerà accanto a tutti gli altri che emergeranno volta per volta in maniera costantemente lenta e che persisteranno fino alla fine. Tuttavia, questa caratteristica non lascia con l'amaro in bocca perché è l'elemento portante del racconto, nonché la sua parte prettamente più interessante e coinvolgente.
Cos'è pertanto che non mi ha convinto fino in fondo, riguarda pertanto un aspetto che non ha molto a che fare con la storia principale, né con le musiche presenti che, per quanto povere siano, si integrano perfettamente con essa. Il problema, è il modo e la tecnica in quanto stile con cui è stata concepita e su ciò farò due appunti. Il primo si focalizza sui tempi di narrazione: non è assolutamente possibile rendere una serie così prolissa se tutto quel che ha da offrirci è riconducibile a un film di un paio d'ore, anche perché così il senso di poeticità e di enigmatico ne risentono molto. Il secondo fattore è meno fondamentale, ma non per questo irrilevante e concerne i disegni e la grafica in generale: sebbene i volti e i lineamenti dei personaggi siano abbastanza curati, i dettagli sullo sfondo in più di un caso sono realizzati in modo imperfetto, ma anche le ambientazioni lasciano a desiderare. Insomma, queste prospettive deludono e non poco, considerando un'opera che è stata realizzata comunque nel nuovo millennio. Ciò che però risalta è soprattutto la tonalità principale che trasforma totalmente il contesto rendendolo molto più cupo e spento; e se da un lato può essere vero che si fa riferimento a una scelta degli autori, dall'altra può tranquillamente non risultare azzeccata perché rende la visione più tediosa.
Concludo la mia analisi dicendo che "Haibane renmei" è stato il primo anime che mi ha messo seriamente in difficoltà. Ogni volta che cliccavo su un nuovo episodio contavo il numero di quelli rimanenti, segno che non sono riuscito cogliere gli elementi positivi (è indubbio che ce ne sono e sono anche tanti) che l'anime offre. Lo consiglio comunque a tutti e spero che susciti decisamente di più di quel che è riuscito a fare con me.
"Haibane Renmei" è un anime di tredici episodi tratto dall'omonimo manga di Yoshitoshi Abe. Opera atipica, Haibane Renmei, nella quale sono mescolati e curiosamente rielaborati elementi culturali e religiosi provenienti al tempo stesso dalla tradizione Cristiana, da quella orientale e dalla mitologia fantastica di precedenti importanti opere d'animazione giapponese. Basti pensare ad esempio a Nausicaa.
La creazione del mondo, la genesi, le idee di Platone, gli "angeli", se così possiamo chiamarli, un eterno ritorno ed un ciclo continuo ed inarrestabile, senza che dietro a tutto questo vi siano delle apparenti motivazioni. Ma quindi perché siamo? Cosa eravamo prima di essere, e poi davvero eravamo qualcosa? da dove veniamo e dove andiamo? Nelle nostre vite c'è un angosciante vuoto di fondo, oppure quella che viviamo è un'opportunità unica e ponderata da una mente superiore e capace di grande amore?
Queste sono le domande pesanti come un macigno cui incessantemente siamo resi partecipi dagli Haibane nel pacato svolgimento della storia, in maniera di volta in volta più o meno esplicita. Ma rimbombano sempre nelle nostre orecchie.
Certo, ognuno è libero di darsi la risposta che preferisce, ma alla fine dei conti si capisce come la regia abbia scelto per una sfumatura di soggettività: il mondo degli Haibane tende ad un τέλος ("fine" alla lettera, in questo caso desiderio del bene o d'amore) superiore. Il tutto secondo una incondizionata libertà di scelta.
L'anime si apre con una sequenza in cui una giovane ragazza precipita dal cielo, priva di memoria su ciò che è stato nella sua vita fino allora, ed inconsapevole del motivo per cui sta precipitando. A farle compagnia, un corvo che cerca disperatamente di fermare la sua caduta, senza alcuna efficacia. Al risveglio, o alla ri-nascita che dir si voglia, uscita da un enorme bozzolo la ragazza non ricorda nulla delle sue precedenti esperienze e la aspetta un nuovo mondo, ovvero la città di Glie, con regole ben determinate ed una precisa organizzazione gerarchica.
Accolta dalle Haibane, entità simili ad angeli, e destinata a diventare una di loro essa stessa, viene interrogata sul sogno antecedente la nascita, da cui prenderà il nome Rakka (caduta dal cielo). Poco dopo la sua nascita a Rakka spunteranno sulla schiena le ali, di cui sono dotati tutti gli Haibane, e le verrà donata un aureola, costume di buon augurio in uso per tutti i nuovi arrivati. La comunità di Haibane della Old Home - struttura somigliante a un convento - di cui seguiamo le vicende, si trova alle propaggini esterne dalla città di Glie, popolata da normali esseri umani, circondata da alte mura insormontabili che precludono la vista del mondo esterno.
Si possono dare diverse interpretazioni del mondo in cui sono ambientate le vicende, una che mi è venuta in mente appena ho finito di visionare l'opera e raccoglie diverse adesioni, è quella di una sorta di Purgatorio, mondo di passaggio prima della vocazione finale. Il fatto che invece le Haibane non nascano tutte allo stesso modo potrebbe dipendere dalle diverse scelte fatte nella loro vita precedente, di cui non ricordano nulla, pur avendo piccoli deja vù. La loro nascita "benedetta" o "maledetta" a questo punto non sarebbe dettata dal caso,ma condizionata dal loro passato modo di agire. La maledizione in ogni caso non è eterna, può essere debellata con una consapevole e umile redenzione.
Il character design, rispettoso dell'opera cartacea, è funzionale al messaggio che si vuole passare, raffigurando volti puliti, semplici ed eterei. Le animazioni in certi episodi non sono il massimo, ma vi si sopperisce con buoni fondali. La città circondata dalle mura è modello per eccellenza del borgo medioevale fortificato, e ci regala scorci sempre nuovi ed interessanti. L'ambientazione è volutamente fluttuante e senza tempo. Il comparto audio segue lo stesso criterio, sperso tra evocative melodie medioevali.
Seppure vengano lasciati irrisolti parecchi misteri secondari, si è comunque arrivati al nocciolo della questione. L'unica pecca che mi sento di dover rimproverare all'opera è una certa lentezza narrativa, che non riesce a coinvolgere al massimo lo spettatore, seppure le tematiche trattate siano del tutto originali.
Il voto per me è un 7,5 tendente all'otto.
La creazione del mondo, la genesi, le idee di Platone, gli "angeli", se così possiamo chiamarli, un eterno ritorno ed un ciclo continuo ed inarrestabile, senza che dietro a tutto questo vi siano delle apparenti motivazioni. Ma quindi perché siamo? Cosa eravamo prima di essere, e poi davvero eravamo qualcosa? da dove veniamo e dove andiamo? Nelle nostre vite c'è un angosciante vuoto di fondo, oppure quella che viviamo è un'opportunità unica e ponderata da una mente superiore e capace di grande amore?
Queste sono le domande pesanti come un macigno cui incessantemente siamo resi partecipi dagli Haibane nel pacato svolgimento della storia, in maniera di volta in volta più o meno esplicita. Ma rimbombano sempre nelle nostre orecchie.
Certo, ognuno è libero di darsi la risposta che preferisce, ma alla fine dei conti si capisce come la regia abbia scelto per una sfumatura di soggettività: il mondo degli Haibane tende ad un τέλος ("fine" alla lettera, in questo caso desiderio del bene o d'amore) superiore. Il tutto secondo una incondizionata libertà di scelta.
L'anime si apre con una sequenza in cui una giovane ragazza precipita dal cielo, priva di memoria su ciò che è stato nella sua vita fino allora, ed inconsapevole del motivo per cui sta precipitando. A farle compagnia, un corvo che cerca disperatamente di fermare la sua caduta, senza alcuna efficacia. Al risveglio, o alla ri-nascita che dir si voglia, uscita da un enorme bozzolo la ragazza non ricorda nulla delle sue precedenti esperienze e la aspetta un nuovo mondo, ovvero la città di Glie, con regole ben determinate ed una precisa organizzazione gerarchica.
Accolta dalle Haibane, entità simili ad angeli, e destinata a diventare una di loro essa stessa, viene interrogata sul sogno antecedente la nascita, da cui prenderà il nome Rakka (caduta dal cielo). Poco dopo la sua nascita a Rakka spunteranno sulla schiena le ali, di cui sono dotati tutti gli Haibane, e le verrà donata un aureola, costume di buon augurio in uso per tutti i nuovi arrivati. La comunità di Haibane della Old Home - struttura somigliante a un convento - di cui seguiamo le vicende, si trova alle propaggini esterne dalla città di Glie, popolata da normali esseri umani, circondata da alte mura insormontabili che precludono la vista del mondo esterno.
Si possono dare diverse interpretazioni del mondo in cui sono ambientate le vicende, una che mi è venuta in mente appena ho finito di visionare l'opera e raccoglie diverse adesioni, è quella di una sorta di Purgatorio, mondo di passaggio prima della vocazione finale. Il fatto che invece le Haibane non nascano tutte allo stesso modo potrebbe dipendere dalle diverse scelte fatte nella loro vita precedente, di cui non ricordano nulla, pur avendo piccoli deja vù. La loro nascita "benedetta" o "maledetta" a questo punto non sarebbe dettata dal caso,ma condizionata dal loro passato modo di agire. La maledizione in ogni caso non è eterna, può essere debellata con una consapevole e umile redenzione.
Il character design, rispettoso dell'opera cartacea, è funzionale al messaggio che si vuole passare, raffigurando volti puliti, semplici ed eterei. Le animazioni in certi episodi non sono il massimo, ma vi si sopperisce con buoni fondali. La città circondata dalle mura è modello per eccellenza del borgo medioevale fortificato, e ci regala scorci sempre nuovi ed interessanti. L'ambientazione è volutamente fluttuante e senza tempo. Il comparto audio segue lo stesso criterio, sperso tra evocative melodie medioevali.
Seppure vengano lasciati irrisolti parecchi misteri secondari, si è comunque arrivati al nocciolo della questione. L'unica pecca che mi sento di dover rimproverare all'opera è una certa lentezza narrativa, che non riesce a coinvolgere al massimo lo spettatore, seppure le tematiche trattate siano del tutto originali.
Il voto per me è un 7,5 tendente all'otto.
Haibane Renmei racconta la storia degli Haibane, misteriosi esseri umani dotati di ali e aureola che nascono improvvisamente da dei giganteschi bozzoli e sono costretti a vivere all'interno di una particolare città senza poterne oltrepassare le mura, in attesa del giorno della loro ascensione. Mentre sono all'interno del bozzolo ogni Haibane fa un sogno che probabilmente rappresenta un grave peccato da loro commesso nella vita precedente e dal quale viene tratto il proprio nome. Le protagoniste principali della vicenda sono due: Rakka, l'ultima arrivata e Reki la più anziana della federazione. Nel corso delle puntate le Haibane più anziane dovranno far scoprire a Rakka come muoversi in città e come comportarsi mentre per Reki il tempo sta per esaurire e deve ancora assolvere il suo peccato.
La trama è sicuramente originale ed intrigante e cattura lo spettatore proponendo sin dall'inizio un mistero dietro l'altro. Quello che ognuno di noi si aspetta alla fine sono delle risposte ai vari interrogativi che la serie ha insinuato nelle nostre menti e invece queste risposte non arriveranno mai; nonostante possa sembrare un peccato è proprio questa la caratteristica che rende quest'anime un'opera d'arte in grado di farci riflettere e ragionare come poche altre.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico la grafica è ben curata (prendendo in cosiderazione l'anno di produzione) e fin da subito si nota che i colori utilizzati sono grigi, tetri, quasi surreali. Penso che questa scelta sia stata ricercata per rappresentare meglio quello che dovrebbe essere una sorta di purgatorio, la città infatti è una specie di luogo di transizione per gli Haibane che cercano il perdono. Colonne sonore nella norma, non mi hanno catturato ne impressionato.
I personaggi principali sono ben caratterizzati e si faranno conoscere bene nel corso delle puntate, anche quelli secondari avranno dei ruoli importanti nella vicenda e saranno essenziali per lo sviluppo della trama.
Il fattore che maggiormente penalizza quest'opera è la lentezza delle prime puntate che sono veramente pesanti e non portano a nulla; non sono minimente necessarie per lo sviluppo della trama e servono solo per raccontare la vita degli Haibane e per far conoscere la città peccato che siano noiose e il tutto poteva essere presentato in 1/2 puntate invece che in 5/6. Ho apprezzato come accennato prima ch la maggior parte delle domande siano rimaste senza risposte, lasciando spazio all'imaginazione e all'interpretazione personale ma credo che qualche indizio maggiore si poteva dare, soprattutto per quel che riguarda la vita precedente di Rakka e sulla figura del corvo.
In conclusione un prodotto di ottima qualità per quanto riguarda introspezione e mistero ma lento all'inizio, se avrete tuttavia la pazienza di proseguire oltre le prime puntate non ve ne pentirete. Consigliato a tutti, un'opera che deve essere vista.
La trama è sicuramente originale ed intrigante e cattura lo spettatore proponendo sin dall'inizio un mistero dietro l'altro. Quello che ognuno di noi si aspetta alla fine sono delle risposte ai vari interrogativi che la serie ha insinuato nelle nostre menti e invece queste risposte non arriveranno mai; nonostante possa sembrare un peccato è proprio questa la caratteristica che rende quest'anime un'opera d'arte in grado di farci riflettere e ragionare come poche altre.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico la grafica è ben curata (prendendo in cosiderazione l'anno di produzione) e fin da subito si nota che i colori utilizzati sono grigi, tetri, quasi surreali. Penso che questa scelta sia stata ricercata per rappresentare meglio quello che dovrebbe essere una sorta di purgatorio, la città infatti è una specie di luogo di transizione per gli Haibane che cercano il perdono. Colonne sonore nella norma, non mi hanno catturato ne impressionato.
I personaggi principali sono ben caratterizzati e si faranno conoscere bene nel corso delle puntate, anche quelli secondari avranno dei ruoli importanti nella vicenda e saranno essenziali per lo sviluppo della trama.
Il fattore che maggiormente penalizza quest'opera è la lentezza delle prime puntate che sono veramente pesanti e non portano a nulla; non sono minimente necessarie per lo sviluppo della trama e servono solo per raccontare la vita degli Haibane e per far conoscere la città peccato che siano noiose e il tutto poteva essere presentato in 1/2 puntate invece che in 5/6. Ho apprezzato come accennato prima ch la maggior parte delle domande siano rimaste senza risposte, lasciando spazio all'imaginazione e all'interpretazione personale ma credo che qualche indizio maggiore si poteva dare, soprattutto per quel che riguarda la vita precedente di Rakka e sulla figura del corvo.
In conclusione un prodotto di ottima qualità per quanto riguarda introspezione e mistero ma lento all'inizio, se avrete tuttavia la pazienza di proseguire oltre le prime puntate non ve ne pentirete. Consigliato a tutti, un'opera che deve essere vista.
Ok, ho visto anch'io Hainabe Renmei. Un opera della quale se ne parla di come un capolavoro quasi ovunque. Ma tuttavia, nonostante gli indubbi meriti, devo anche esprimere il mio disappunto per un anime dal quale avrei voluto un esposizione migliore e quindi meno annacquata di quello che mi è sembrata.
Haibane Renmei è una serie TV di 13 episodi nella quale si parla della vita e del mistero degli Hainabe, che compaiono all'improvviso all'interno di bozzoli in una città particolare, della quale non si sa l'ubicazione e successivamente dopo un sogno particolare, diverso per ciascun individuo e sfruttato per assegnare un nome alla persona appena comparsa (visto che non ricorderanno nulla del loro passato), potranno rompere il guscio ed uscirne, entrando a far parte della Federazione che dà il titolo all'anime stesso e chiamati a condurre una vita quotidiana quasi normale, tra amici e lavoro. Ad ognuno di loro cresceranno spontaneamente delle ali e riceveranno un aureola, assumendo un aspetto molto simile a quello degli angeli della religione Cristiana.
Andando avanti, presto faranno capolino altri dettagli: la città che fa da sfondo alle vicende narrate è circondata da alte e impenetrabili mura, dalle quali viene vietato persino l'avvicinamento, limitando i confini e facendo presto sorgere domande sul perchè di quella vita particolare, facendo a un certo punto esplodere la situazione, con il destino finale degli Hainabe che diventa chiaro e ad esso si aggiunge anche la funzione delle ali: queste di norma sono grigie, ma possono annerirsi rapidamente in seguito a peccati (congeniti alla nascita dal bozzolo,o acquisiti) o al sopraggiungere di uno stato di disperazione,rendendo chiara nella mente dello spettatore,nonostante non sia mai detto esplicitamente, la funzione di purgatorio del posto in cui si trovano.
Arrivato a questo punto, è ora di parlare della struttura e dello scorrere delle puntate. Uno dei motivi del mio disappunto rispetto alle aspettative è dato dall'incostanza dei fatti narrati, ci sono un pò troppe cose inutili al proseguimento della storia e poco appassionanti, come tutta la parte dedicata alla ricerca di un lavoro da parte di Rakka (la protagonista) e le storie riguardanti la fabbrica dove vivono gli Hainabe non protagonisti (a parte un dettaglio si tratta davvero di una parte che poteva benissimo essere limitata a una comparsa e nulla più) Dopo l'introduzione con relative spiegazioni, i punti che ho quindi gradito di più sono la metà della storia (con il primo fatto davvero degno di nota che accade) e il finale, con la verità su Reki che viene fuori. A mio parere lei è l'unico personaggio caratterizzato come si deve di tutto l'anime e rimpiango che ci si è dedicati a lei quasi esclusivamente nella seconda parte (la prima è di presentazione delle vicende e poco altro: un personaggio legato ad un circolo di amore-odio per le altre persone ben presentato e poi scoppiato nel finale,certo c'è da dire che nutro una predilezione per questo tipo di drammi anche perchè al contrario non sono mai stato un estimatore dei tipici eroi senza macchia e senza paura dei giorni nostri,perchè spesso non in grado di concentrarsi su una persona o su un ideale particolare diverso dal "io ti salverò, non importa chi tu sia" e infatti,la personalità di Rakka non è molto oltre rispetto a questo, ed è la stessa cosa per le altre sue compagne.Fanno la loro figura e nulla più: hanno ben pochi elementi per distinguerle e per dargli uno scopo preciso. Aggiungiamoci anche un character design che mi ha fatto storcere il naso: ok che ovviamente in un opera con questi toni è meglio che l'aspetto non tenda al fanservice nè al moe, però sia i volti che i corpi e i volti dei personaggi femminili, con poche eccezioni, li ho trovati davvero anonimi! Persino una comparsa dell'anime stesso definisce una di loro (Kuu) un ragazzino (si,maschio) e in effetti,alcune di loro sono anche poco e nulla femminili nell'aspetto,anche Rakka, la ragazza della copertina, prima della visione mi è sembrata un maschio pure lei....
Alla fine,mi spiace smorzare l'entusiasmo, ma il mio voto finale è un 7. Ne consiglio la visione a chi apprezza le storie drammatiche in generale, le parti dove l'atmosfera si fa malinconica e l'ottimo finale sono più che sufficienti come motivazione per il titolo, peccato per il ritmo troppo lento per il tipo di storia e per le personalità singole generalmente ben poco approfondite,se i personaggi non appassionano lo spettatore (o se lo fanno troppo tardi) è dura seguire le parti slice of life, e lo dico da fedele seguace del genere, ma sicuramente avrete qualcosa a cui pensare alla fine della visione in seguito ai fatti narrati.
Haibane Renmei è una serie TV di 13 episodi nella quale si parla della vita e del mistero degli Hainabe, che compaiono all'improvviso all'interno di bozzoli in una città particolare, della quale non si sa l'ubicazione e successivamente dopo un sogno particolare, diverso per ciascun individuo e sfruttato per assegnare un nome alla persona appena comparsa (visto che non ricorderanno nulla del loro passato), potranno rompere il guscio ed uscirne, entrando a far parte della Federazione che dà il titolo all'anime stesso e chiamati a condurre una vita quotidiana quasi normale, tra amici e lavoro. Ad ognuno di loro cresceranno spontaneamente delle ali e riceveranno un aureola, assumendo un aspetto molto simile a quello degli angeli della religione Cristiana.
Andando avanti, presto faranno capolino altri dettagli: la città che fa da sfondo alle vicende narrate è circondata da alte e impenetrabili mura, dalle quali viene vietato persino l'avvicinamento, limitando i confini e facendo presto sorgere domande sul perchè di quella vita particolare, facendo a un certo punto esplodere la situazione, con il destino finale degli Hainabe che diventa chiaro e ad esso si aggiunge anche la funzione delle ali: queste di norma sono grigie, ma possono annerirsi rapidamente in seguito a peccati (congeniti alla nascita dal bozzolo,o acquisiti) o al sopraggiungere di uno stato di disperazione,rendendo chiara nella mente dello spettatore,nonostante non sia mai detto esplicitamente, la funzione di purgatorio del posto in cui si trovano.
Arrivato a questo punto, è ora di parlare della struttura e dello scorrere delle puntate. Uno dei motivi del mio disappunto rispetto alle aspettative è dato dall'incostanza dei fatti narrati, ci sono un pò troppe cose inutili al proseguimento della storia e poco appassionanti, come tutta la parte dedicata alla ricerca di un lavoro da parte di Rakka (la protagonista) e le storie riguardanti la fabbrica dove vivono gli Hainabe non protagonisti (a parte un dettaglio si tratta davvero di una parte che poteva benissimo essere limitata a una comparsa e nulla più) Dopo l'introduzione con relative spiegazioni, i punti che ho quindi gradito di più sono la metà della storia (con il primo fatto davvero degno di nota che accade) e il finale, con la verità su Reki che viene fuori. A mio parere lei è l'unico personaggio caratterizzato come si deve di tutto l'anime e rimpiango che ci si è dedicati a lei quasi esclusivamente nella seconda parte (la prima è di presentazione delle vicende e poco altro: un personaggio legato ad un circolo di amore-odio per le altre persone ben presentato e poi scoppiato nel finale,certo c'è da dire che nutro una predilezione per questo tipo di drammi anche perchè al contrario non sono mai stato un estimatore dei tipici eroi senza macchia e senza paura dei giorni nostri,perchè spesso non in grado di concentrarsi su una persona o su un ideale particolare diverso dal "io ti salverò, non importa chi tu sia" e infatti,la personalità di Rakka non è molto oltre rispetto a questo, ed è la stessa cosa per le altre sue compagne.Fanno la loro figura e nulla più: hanno ben pochi elementi per distinguerle e per dargli uno scopo preciso. Aggiungiamoci anche un character design che mi ha fatto storcere il naso: ok che ovviamente in un opera con questi toni è meglio che l'aspetto non tenda al fanservice nè al moe, però sia i volti che i corpi e i volti dei personaggi femminili, con poche eccezioni, li ho trovati davvero anonimi! Persino una comparsa dell'anime stesso definisce una di loro (Kuu) un ragazzino (si,maschio) e in effetti,alcune di loro sono anche poco e nulla femminili nell'aspetto,anche Rakka, la ragazza della copertina, prima della visione mi è sembrata un maschio pure lei....
Alla fine,mi spiace smorzare l'entusiasmo, ma il mio voto finale è un 7. Ne consiglio la visione a chi apprezza le storie drammatiche in generale, le parti dove l'atmosfera si fa malinconica e l'ottimo finale sono più che sufficienti come motivazione per il titolo, peccato per il ritmo troppo lento per il tipo di storia e per le personalità singole generalmente ben poco approfondite,se i personaggi non appassionano lo spettatore (o se lo fanno troppo tardi) è dura seguire le parti slice of life, e lo dico da fedele seguace del genere, ma sicuramente avrete qualcosa a cui pensare alla fine della visione in seguito ai fatti narrati.
Non è facilissimo descrivere "Haibane renmei". Almeno, non facendo riferimento a quanto uno spettatore abituale di anime vede di solito. Si tratta infatti di un prodotto molto particolare, che coraggiosamente rinuncia alla pretesa di essere popolare per proporre qualcosa di più ricercato, di più prezioso. Per averne un assaggio è addirittura sufficiente guardarne la sigla di apertura, esclusivamente musicale, che forte solo della componente strumentale riesce a trasmettere una pluralità di sensazioni.
Forse "delicato" è l'aggettivo che più si adatta a questa serie. Delicata è l'atmosfera che si respira, delicati i rapporti tra i personaggi e il loro mondo, delicato il procedere della trama. "Haibane renmei" non è un anime che ha fretta. Fin dall'inizio, ci prende e ci porta in un altro "piano dell'esistenza", in un mondo tranquillo popolato da uomini e da personaggi dall'aspetto angelico (appunto gli Haibane), che sono i protagonisti della vicenda. La storia proseguirà con il suo ritmo, aggiungendo qua e là numerosi interrogativi: cosa sono gli Haibane? Cosa c'è al di fuori della loro oasi di pace? Chi c'è dietro a tutto quello che accade? E avanti così, perché appare evidente che l'apparenza è tale, che la vita degli Haibane è una vita di transizione. Le risposte arriveranno col contagocce. Questo però è per lo spettatore fonte di turbamento o di frustrazione. Del resto la filosofia orientale fa proprio della mancanza di risposte e del conseguente stimolo ad essere sempre alla ricerca di esse uno dei suoi perni.
Di indizi ne vengono forniti molti, ma nessuno è decisivo, e così si può solo creare delle grandi congetture su ciò che realmente significhi questo racconto. È una metafora del purgatorio? Un limbo? O qualcos'altro? Tutto ciò può annoiare chi cerca azione o finali definiti, ma credo che la coerenza di fondo sia importante, e "Haibane renmei" è coerente con sé stesso. I disegni, le musiche, le animazioni, tutto si fonde alla perfezione nel solco tracciato dalla trama.
Invero, per quanto ci pensi, non mi vengono in mente particolari critiche da fare. Non si tratta di un capolavoro assoluto, ma certamente di un'opera di altissimo livello. Pertanto assegno un 9.
Forse "delicato" è l'aggettivo che più si adatta a questa serie. Delicata è l'atmosfera che si respira, delicati i rapporti tra i personaggi e il loro mondo, delicato il procedere della trama. "Haibane renmei" non è un anime che ha fretta. Fin dall'inizio, ci prende e ci porta in un altro "piano dell'esistenza", in un mondo tranquillo popolato da uomini e da personaggi dall'aspetto angelico (appunto gli Haibane), che sono i protagonisti della vicenda. La storia proseguirà con il suo ritmo, aggiungendo qua e là numerosi interrogativi: cosa sono gli Haibane? Cosa c'è al di fuori della loro oasi di pace? Chi c'è dietro a tutto quello che accade? E avanti così, perché appare evidente che l'apparenza è tale, che la vita degli Haibane è una vita di transizione. Le risposte arriveranno col contagocce. Questo però è per lo spettatore fonte di turbamento o di frustrazione. Del resto la filosofia orientale fa proprio della mancanza di risposte e del conseguente stimolo ad essere sempre alla ricerca di esse uno dei suoi perni.
Di indizi ne vengono forniti molti, ma nessuno è decisivo, e così si può solo creare delle grandi congetture su ciò che realmente significhi questo racconto. È una metafora del purgatorio? Un limbo? O qualcos'altro? Tutto ciò può annoiare chi cerca azione o finali definiti, ma credo che la coerenza di fondo sia importante, e "Haibane renmei" è coerente con sé stesso. I disegni, le musiche, le animazioni, tutto si fonde alla perfezione nel solco tracciato dalla trama.
Invero, per quanto ci pensi, non mi vengono in mente particolari critiche da fare. Non si tratta di un capolavoro assoluto, ma certamente di un'opera di altissimo livello. Pertanto assegno un 9.
"Haibane Renmei" è un'opera più unica che rara, curata interamente da Yoshitoshi ABe, il character designer di "Lain" e "Texhnolyze". Si tratta di un lavoro pieno di significati nascosti e molto poetico, che può presentare diversi livelli di lettura a seconda della sensibilità di chi lo guarda.
L'anime si apre con una fragile ragazzina che precipita a testa in giù nel cielo. Sembra tuttavia che un corvo cerchi di arrestarne la caduta, o in qualche modo di comunicare con lei. Successivamente degli Haibane, ovvero degli individui dotati di alette angeliche e aureola in testa, trovano un bozzolo da cui rinasce la ragazza della caduta. Essi si interessano subito del sogno fatto dalla ragazza nel bozzolo, che viene chiamata Rakka, ovvero "Colei che cade". Sembra infatti che ogni personaggio abbia un diverso "Cocoon dream" e che ricordare perfettamente questo sogno sia un requisito fondamentale per diventare un buon Haibane. Reki, l'unica Haibane che fuma, è tuttavia un caso particolare, in quanto non riesce a ricordare perfettamente questo sogno, ma rammenta solamente una strada cosparsa di pietre. Da qui ha origine il suo nome, ovvero "Vecchie pietre".
Reki, che è l'effettiva protagonista dell'anime insieme a Rakka, è benevola con tutti e accudisce gli Haibane più giovani. Tra gli oggetti della sua attenzione c'è anche Rakka, che viene seguita passo per passo nella difficile e dolorosa iniziazione a questo strano mondo circondato da possenti mura.
Gli Haibane quindi non ricordano nulla del loro passato e vengono catapultati in un mondo apparentemente tranquillo e rustico che in realtà cela segreti incomprensibili.
La prima domanda che è lecito porsi è cosa ci sia in realtà oltre le mura, in quanto è proibito assolutamente attraversarle. Solamente i corvi e degli strani sacerdoti che non possono comunicare verbalmente con gli Haibane hanno questo privilegio. Ma forse noi esseri umani non siamo che degli Haibane circondati dalle mura dell'ignoto? Infatti, come Rakka cerca di darsi delle risposte sulla sua condizione frequentando la biblioteca del paese e creando bizzarri racconti sulla creazione del suo mondo, noi uomini cerchiamo rifugio nella religione e nella scienza per non sentire il peso delle mura invisibili che ci circondano.
Il corvo è l'unico volatile presente nel mondo di Rakka e Reki, ed è risaputo che mitologicamente il volo del corvo è associato alla trasmigrazione dell'anima dei morti, fin dal tempo degli antichi Egizi (il cosiddetto "Ba" del defunto). Questo rustico microcosmo sembra infatti essere una sorta di purgatorio per anime smarrite: le ali degli Haibane non sono completamente bianche, ma grigie.
La permanenza degli Haibane in questa forma corporea non è tuttavia un fatto eterno: l'aureola è infatti un "contatore" che indica il tempo a loro concesso. La fine della permanenza di un Haibane è il cosiddetto "Day of flight", in cui egli è libero e può uscire dalle mura. Tuttavia, un Haibane le cui ali sono nere ("Sin bound") è destinato a rimanere per sempre imprigionato all'interno.
Sembra quindi che il "Day of flight" sia il raggiungimento del Nirvana dell'ontologia buddhista e che le mura delimitino la "Ruota del Samsara", ovvero la prigionia nel mondo delle illusioni, o "Maya". E' indubbio che l'annerimento delle ali sia una sorta di avvertimento che indica quando un Haibane stia cadendo negli stessi errori della vita precedente, il cui unico ricordo è proprio il rarefatto sogno iniziatorio.
Rakka e Reki durante la storia dovranno quindi studiare loro stesse e sviluppare un rapporto profondo e non banale, in modo da contrastare il repentino annerimento delle loro ali. Tagliare le penne annerite con le forbici infatti non basta: è necessaria una presa di coscienza della propria individualità, dei propri errori e del legame indissolubile che abbiamo con le persone che ci amano, per poter essere liberi.
Quindi il messaggio che ci vuole lasciare "Haibane Renmei" è una sintesi del pensiero cristiano-buddhista, ed è questa la sua grandezza, insieme al fine tratto di Abe, alla profonda caratterizzazione psicologica delle due protagoniste e al meraviglioso rapporto che si creerà tra loro durante la serie.
L'anime si apre con una fragile ragazzina che precipita a testa in giù nel cielo. Sembra tuttavia che un corvo cerchi di arrestarne la caduta, o in qualche modo di comunicare con lei. Successivamente degli Haibane, ovvero degli individui dotati di alette angeliche e aureola in testa, trovano un bozzolo da cui rinasce la ragazza della caduta. Essi si interessano subito del sogno fatto dalla ragazza nel bozzolo, che viene chiamata Rakka, ovvero "Colei che cade". Sembra infatti che ogni personaggio abbia un diverso "Cocoon dream" e che ricordare perfettamente questo sogno sia un requisito fondamentale per diventare un buon Haibane. Reki, l'unica Haibane che fuma, è tuttavia un caso particolare, in quanto non riesce a ricordare perfettamente questo sogno, ma rammenta solamente una strada cosparsa di pietre. Da qui ha origine il suo nome, ovvero "Vecchie pietre".
Reki, che è l'effettiva protagonista dell'anime insieme a Rakka, è benevola con tutti e accudisce gli Haibane più giovani. Tra gli oggetti della sua attenzione c'è anche Rakka, che viene seguita passo per passo nella difficile e dolorosa iniziazione a questo strano mondo circondato da possenti mura.
Gli Haibane quindi non ricordano nulla del loro passato e vengono catapultati in un mondo apparentemente tranquillo e rustico che in realtà cela segreti incomprensibili.
La prima domanda che è lecito porsi è cosa ci sia in realtà oltre le mura, in quanto è proibito assolutamente attraversarle. Solamente i corvi e degli strani sacerdoti che non possono comunicare verbalmente con gli Haibane hanno questo privilegio. Ma forse noi esseri umani non siamo che degli Haibane circondati dalle mura dell'ignoto? Infatti, come Rakka cerca di darsi delle risposte sulla sua condizione frequentando la biblioteca del paese e creando bizzarri racconti sulla creazione del suo mondo, noi uomini cerchiamo rifugio nella religione e nella scienza per non sentire il peso delle mura invisibili che ci circondano.
Il corvo è l'unico volatile presente nel mondo di Rakka e Reki, ed è risaputo che mitologicamente il volo del corvo è associato alla trasmigrazione dell'anima dei morti, fin dal tempo degli antichi Egizi (il cosiddetto "Ba" del defunto). Questo rustico microcosmo sembra infatti essere una sorta di purgatorio per anime smarrite: le ali degli Haibane non sono completamente bianche, ma grigie.
La permanenza degli Haibane in questa forma corporea non è tuttavia un fatto eterno: l'aureola è infatti un "contatore" che indica il tempo a loro concesso. La fine della permanenza di un Haibane è il cosiddetto "Day of flight", in cui egli è libero e può uscire dalle mura. Tuttavia, un Haibane le cui ali sono nere ("Sin bound") è destinato a rimanere per sempre imprigionato all'interno.
Sembra quindi che il "Day of flight" sia il raggiungimento del Nirvana dell'ontologia buddhista e che le mura delimitino la "Ruota del Samsara", ovvero la prigionia nel mondo delle illusioni, o "Maya". E' indubbio che l'annerimento delle ali sia una sorta di avvertimento che indica quando un Haibane stia cadendo negli stessi errori della vita precedente, il cui unico ricordo è proprio il rarefatto sogno iniziatorio.
Rakka e Reki durante la storia dovranno quindi studiare loro stesse e sviluppare un rapporto profondo e non banale, in modo da contrastare il repentino annerimento delle loro ali. Tagliare le penne annerite con le forbici infatti non basta: è necessaria una presa di coscienza della propria individualità, dei propri errori e del legame indissolubile che abbiamo con le persone che ci amano, per poter essere liberi.
Quindi il messaggio che ci vuole lasciare "Haibane Renmei" è una sintesi del pensiero cristiano-buddhista, ed è questa la sua grandezza, insieme al fine tratto di Abe, alla profonda caratterizzazione psicologica delle due protagoniste e al meraviglioso rapporto che si creerà tra loro durante la serie.
"Haibane Renmei" è una serie anime inedita in Italia di tredici episodi tratta dall'omonima serie manga di soli tre volumi scritta da Yoshitoshi ABe. In breve tempo l'intera produzione ha conseguito un grande successo in Italia, riuscendo a raggiungere i primi posti nella classifica generale del noto sito AnimeClick.it con una votazione media di nove punti su dieci. Visionando però la serie all'interno del gruppo di visione mi sono accorto che forse il voto che aveva ottenuto era troppo "pompato" poiché l'intera produzione era ricca di numerosi difetti che andrò a cercare di segnalare in questa mia recensione.
Trama: la storia si svolge in una città immaginaria in cui gli umani convivono con una razza di pseudo-angeli chiamata "haibane". Proprio la storia segue le vicende di uno di questi haibane chiamata Rakka, che all'inizio dell'anime vedremo nascere da un bozzolo all'interno della comunità di Old Home, un ex monastero abitato unicamente da questi pseudo-angeli. Nei primi episodi della serie inizieremo a prendere confidenza con l'ambiente e i personaggi per poi essere catapulta nel vivo della storia in seguito a un evento che andrà a sconvolgere lo status quo dell'intera comunità di Old Home, inclusa la stessa Rakka che ne rimarrà piuttosto turbata.
Il finale è in linea con la storia e per quanto possa essere davvero ben studiato e orchestrato non va, però, a dare una risposta concreta ad alcune domande fondamentali per comprendere appieno la storia, lasciando lo spettatore in preda a numerose supposizioni sul perché è accaduta una certa cosa o perché un determinato personaggio ha fatto una determinata azione piuttosto che un'altra. C'è da dire però che alcune scelte narrative sono state davvero originali e in linea con la trama, riuscendo a rendere la storia piuttosto interessante e suscitando in me una certa curiosità che mi ha spinto a portare a termine la visione dell'intera serie nonostante l'estrema lentezza di alcuni eventi proposti.
Cast: il cast dei personaggi è piuttosto vario, ma tremendamente limitato, poiché l'autore ha caratterizzato solo un paio di personaggi, tra cui la stessa protagonista Rakka e Reki, che nella seconda parte dell'anime avrà un ruolo cardine per la storia lasciando gli altri personaggi del tutto incompleti e renderanno evidente il fatto che l'autore li ha creati unicamente per dare una certa ricchezza alle scene proposte o solo per fargli svolgere una determinata azione in un certo momento della storia per poi essere abbandonate in balia degli eventi.
Lato tecnico: il disegno è uno dei pregi di quest'anime, poiché andrà a fondersi alla perfezione con la storia riuscendo a trasmettere una certa poeticità in alcune scene e immergendo lo spettatore in modo completo all'interno delle situazioni proposte così come la colonna sonora che risulta davvero ottima e ben sistemata all'interno delle scene, riuscendo a rappresentare alla perfezione l'atmosfera che si creerà in determinati punti della storia. L'opening è sicuramente una delle migliori che abbia ascoltato negli ultimi anni, ma lo stesso non si può dire dell'ending, che non mi ha particolarmente colpito.
Se volessimo trovare un difetto alla serie dal punto di vista tecnico, sicuramente sarebbe rappresentato dalle animazioni, che in alcuni frangenti risultano poco fluide e legnose, compromettendo la stabilità di alcune scene e rovinando in parte l'atmosfera creatasi.
Commento finale: in definitiva "Haibane Renmei" è una serie piuttosto discreta che propone allo spettatore una trama originale e ricca di elementi unici che farete fatica a trovare in alcune serie odierne, ma che sono tremendamente surclassate da evidenti difetti che andranno a rendere il puzzle creatosi durante la visione dei tredici episodi che compongono l'intera opera piuttosto incompleta. Dal punto di vista tecnico è stato fatto un buon lavoro sia nel disegno sia nella colonna sonora, con brani che aiuteranno lo spettatore a immergersi completamente nella scena proposta sullo schermo ma che è rovinata talvolta da animazioni piuttosto legnose e poco fluide.
La visione però è comunque consigliata a tutti gli amanti del genere e che cercano una serie anime piuttosto originale diversa dalle ultime serie proposte dalle TV giapponesi negli ultimi anni.
Voto: 7.
Trama: la storia si svolge in una città immaginaria in cui gli umani convivono con una razza di pseudo-angeli chiamata "haibane". Proprio la storia segue le vicende di uno di questi haibane chiamata Rakka, che all'inizio dell'anime vedremo nascere da un bozzolo all'interno della comunità di Old Home, un ex monastero abitato unicamente da questi pseudo-angeli. Nei primi episodi della serie inizieremo a prendere confidenza con l'ambiente e i personaggi per poi essere catapulta nel vivo della storia in seguito a un evento che andrà a sconvolgere lo status quo dell'intera comunità di Old Home, inclusa la stessa Rakka che ne rimarrà piuttosto turbata.
Il finale è in linea con la storia e per quanto possa essere davvero ben studiato e orchestrato non va, però, a dare una risposta concreta ad alcune domande fondamentali per comprendere appieno la storia, lasciando lo spettatore in preda a numerose supposizioni sul perché è accaduta una certa cosa o perché un determinato personaggio ha fatto una determinata azione piuttosto che un'altra. C'è da dire però che alcune scelte narrative sono state davvero originali e in linea con la trama, riuscendo a rendere la storia piuttosto interessante e suscitando in me una certa curiosità che mi ha spinto a portare a termine la visione dell'intera serie nonostante l'estrema lentezza di alcuni eventi proposti.
Cast: il cast dei personaggi è piuttosto vario, ma tremendamente limitato, poiché l'autore ha caratterizzato solo un paio di personaggi, tra cui la stessa protagonista Rakka e Reki, che nella seconda parte dell'anime avrà un ruolo cardine per la storia lasciando gli altri personaggi del tutto incompleti e renderanno evidente il fatto che l'autore li ha creati unicamente per dare una certa ricchezza alle scene proposte o solo per fargli svolgere una determinata azione in un certo momento della storia per poi essere abbandonate in balia degli eventi.
Lato tecnico: il disegno è uno dei pregi di quest'anime, poiché andrà a fondersi alla perfezione con la storia riuscendo a trasmettere una certa poeticità in alcune scene e immergendo lo spettatore in modo completo all'interno delle situazioni proposte così come la colonna sonora che risulta davvero ottima e ben sistemata all'interno delle scene, riuscendo a rappresentare alla perfezione l'atmosfera che si creerà in determinati punti della storia. L'opening è sicuramente una delle migliori che abbia ascoltato negli ultimi anni, ma lo stesso non si può dire dell'ending, che non mi ha particolarmente colpito.
Se volessimo trovare un difetto alla serie dal punto di vista tecnico, sicuramente sarebbe rappresentato dalle animazioni, che in alcuni frangenti risultano poco fluide e legnose, compromettendo la stabilità di alcune scene e rovinando in parte l'atmosfera creatasi.
Commento finale: in definitiva "Haibane Renmei" è una serie piuttosto discreta che propone allo spettatore una trama originale e ricca di elementi unici che farete fatica a trovare in alcune serie odierne, ma che sono tremendamente surclassate da evidenti difetti che andranno a rendere il puzzle creatosi durante la visione dei tredici episodi che compongono l'intera opera piuttosto incompleta. Dal punto di vista tecnico è stato fatto un buon lavoro sia nel disegno sia nella colonna sonora, con brani che aiuteranno lo spettatore a immergersi completamente nella scena proposta sullo schermo ma che è rovinata talvolta da animazioni piuttosto legnose e poco fluide.
La visione però è comunque consigliata a tutti gli amanti del genere e che cercano una serie anime piuttosto originale diversa dalle ultime serie proposte dalle TV giapponesi negli ultimi anni.
Voto: 7.
Ed eccomi a scrivere su uno degli anime per cui più mi è venuta voglia d'iscrivermi a questo sito, "Haibane renmei". Spinti dalle recensioni entusiaste di tutti gli utenti, io e la mia ragazza iniziamo a visionare quello che secondo molti sembra essere fra gli anime più belli di sempre, una storia poetica e profonda (non so perché ma mi aspettavo un qualcosa di simile a quel capolavoro che è ICO per la PS2 per chi l'ha presente). Tralasciando il buon reparto tecnico che ben si abbina alla serie sia come design sia come musiche, e anche l'ottimo spunto dell'ambientazione in questa strana città piena di misteri, devo dire che a me la storia, per quanto originale e interessante, non ha convinto in pieno.
Mi spiego, ci sono due difetti in quest'anime, a mio modo di vedere; uno è la pesantezza di alcuni episodi, alla fine dei quali mi veniva in mente: "Ok, nel prossimo succederà qualcosa d'interessante e, soprattutto, verrà spiegato qualcosa del perché i personaggi sono lì e cosa stanno facendo?". Ecco il secondo punto: è bello sì lasciare libera interpretazione allo spettatore, ma qui viene lasciato quasi tutto all'immaginazione e, se su alcune cose è anche piacevole potersi costruire un "proprio" perché, aumentando così l'immedesimazione nella serie, il fatto di doversi creare praticamente tutto il mondo dove vivono questi semi-angeli e darsi anche tutte le risposte da soli mi pare davvero esagerato e anche un po' una scorciatoia per portare tutti a crearsi mille ipotesi e mille suggestioni, che aumentano l'interesse nella serie ma che magari neanche esistevano nelle menti degli ideatori.
Finisco parlando delle caratterizzazioni, non ho trovato niente di sconvolgente neanche qui, né in Rakka né in tutte le comprimarie, forse solo Reki (la vera protagonista e il personaggio senza dubbio meglio caratterizzato e riuscito) mi ha colpito. Non sto dicendo che "Haibane renmei" sia un un brutto anime, la storia ha comunque un bel finale anche piuttosto emozionante, ma per il resto rimane a mio avviso una serie discreta, molto lontana dall'essere un capolavoro, forse fosse stato un film, o comunque avesse avuto la metà degli episodi e avesse dato qualche piccola spiegazione in più, sarebbe potuta riuscire meglio.
Mi spiego, ci sono due difetti in quest'anime, a mio modo di vedere; uno è la pesantezza di alcuni episodi, alla fine dei quali mi veniva in mente: "Ok, nel prossimo succederà qualcosa d'interessante e, soprattutto, verrà spiegato qualcosa del perché i personaggi sono lì e cosa stanno facendo?". Ecco il secondo punto: è bello sì lasciare libera interpretazione allo spettatore, ma qui viene lasciato quasi tutto all'immaginazione e, se su alcune cose è anche piacevole potersi costruire un "proprio" perché, aumentando così l'immedesimazione nella serie, il fatto di doversi creare praticamente tutto il mondo dove vivono questi semi-angeli e darsi anche tutte le risposte da soli mi pare davvero esagerato e anche un po' una scorciatoia per portare tutti a crearsi mille ipotesi e mille suggestioni, che aumentano l'interesse nella serie ma che magari neanche esistevano nelle menti degli ideatori.
Finisco parlando delle caratterizzazioni, non ho trovato niente di sconvolgente neanche qui, né in Rakka né in tutte le comprimarie, forse solo Reki (la vera protagonista e il personaggio senza dubbio meglio caratterizzato e riuscito) mi ha colpito. Non sto dicendo che "Haibane renmei" sia un un brutto anime, la storia ha comunque un bel finale anche piuttosto emozionante, ma per il resto rimane a mio avviso una serie discreta, molto lontana dall'essere un capolavoro, forse fosse stato un film, o comunque avesse avuto la metà degli episodi e avesse dato qualche piccola spiegazione in più, sarebbe potuta riuscire meglio.
Ho letto molti dei commenti entusiastici che si sono raccolti con il tempo intorno a quest'anime e proprio questi mi hanno indotto a cominciarlo, dato che in genere sono piuttosto diffidente verso storie basate su personaggi costruiti con delle aureole sulla testa e un paio d'ali sulla schiena. Comincio subito con il sottolineare la mia diversità di vedute verso chi considera questo titolo come il più bello di sempre; è pur vero, però, che "Haibane Renmei" è un titolo che stimola la riflessione sia in relazione alle vicende particolari dei vari protagonisti, sia su temi più profondi e universali.
Senza una ragione più precisa alcuni esseri umani rinascono (alla loro morte si suppone, ma non ci sono prove in merito) sotto la forma di Haibane, esseri del tutto identici all'uomo ma dotati, come si diceva prima, di un paio d'ali, il cui colore indica il grado di purezza dell'individuo, e di un'aureola, che ha invece la funzione di un orologio in quanto la sua luminosità misura il tempo residuo a disposizione per ognuno dei personaggi prima di abbandonare questa forma particolare per trasformarsi in chissà cosa. Gli Haibane vivono in una città protetta da mura magiche che impediscono agli estranei di penetrarvi ma anche alla popolazione locale di allontanarsi liberamente. Il perché di questa costruzione è ignoto e tale rimarrà fino alla fine quasi come se l'autore, Yoshitoshi Abe, volesse intendere che conoscere la verità sui grandi enigmi dell'universo non è, in fondo, realmente possibile.
Essendo impossibile indagare sulle fondamenta dell'universo ai vari personaggi non resta che concentrarsi su loro stessi e sulle proprie personali verità. In alcuni casi le cause della loro permanenza in questo particolare "micromondo" sembra evidente: le ali nere di cui vengono dotati indicano un peccato commesso probabilmente durante la loro vita precedente e la loro rinascita come Haibane è il segno di un'ultima possibilità di redenzione. Ma anche le spiegazioni che sembrano più semplici si rivelano un azzardo in quest'anime in quanto la maggior parte degli Haibane sono dotati di ali bianche, segno di purezza e benedizione, per cui la loro presenza in questo luogo resta tutto da spiegare.
In questo contesto, dunque, molto viene lasciato dall'autore all'intuizione degli spettatori, ognuno dei quali sembra cogliere dai dettagli un significato diverso in tutto questo, spesso travalicando ciò che appare dall'anime stesso, che comunque è davvero avaro di suggerimenti.
Se quanto detto può apparire suggestivo e intrigante, devo sottolineare la presenza di due elementi che limitano fortemente la considerazione che personalmente attribuisco a "Haibane Renmai": il formato e la caratterizzazione dei personaggi.
Per quanto riguarda il formato temo che tredici episodi siano decisamente troppi per un anime che non propone grandi rilevazioni ma che, al contrario, intende giocare con lo spettatore ponendogli una serie di domande a cui lui stesso dovrà cercare di trovare una risposta. In questi casi più che una serie di tredici episodi in stile slice of life avrei gradito maggiormente un formato più corto, magari un semplice film. Troppi di questi episodi, infatti, non aggiungono assolutamente nulla alla narrazione e, spesso, risultano essere abbastanza pedanti.
Quanto alle mie critiche intorno alla caratterizzazione dei personaggi, sono ben cosciente di andare contro l'opinione prevalente quando dico che essa non è poi così complessa come si vorrebbe fare credere. Nessun personaggio è, infatti, veramente carismatico; le stesse Rin e Rakka, infatti, non spiccano particolarmente per originalità, anche perché i loro segreti inconfessabili si dimostrano essere davvero poca cosa rispetto a quanto ci si potesse aspettare dalle premesse. A risentirne è proprio la profondità interiore dei personaggi a mio avviso solo accennata e non realmente approfondita.
Questi elementi di personale dissenso non minano troppo, però, il mio giudizio che è complessivamente buono. Ma tra questo e dire che "Haibane Renmei" è l'anime più bello di sempre ce ne corre.
Senza una ragione più precisa alcuni esseri umani rinascono (alla loro morte si suppone, ma non ci sono prove in merito) sotto la forma di Haibane, esseri del tutto identici all'uomo ma dotati, come si diceva prima, di un paio d'ali, il cui colore indica il grado di purezza dell'individuo, e di un'aureola, che ha invece la funzione di un orologio in quanto la sua luminosità misura il tempo residuo a disposizione per ognuno dei personaggi prima di abbandonare questa forma particolare per trasformarsi in chissà cosa. Gli Haibane vivono in una città protetta da mura magiche che impediscono agli estranei di penetrarvi ma anche alla popolazione locale di allontanarsi liberamente. Il perché di questa costruzione è ignoto e tale rimarrà fino alla fine quasi come se l'autore, Yoshitoshi Abe, volesse intendere che conoscere la verità sui grandi enigmi dell'universo non è, in fondo, realmente possibile.
Essendo impossibile indagare sulle fondamenta dell'universo ai vari personaggi non resta che concentrarsi su loro stessi e sulle proprie personali verità. In alcuni casi le cause della loro permanenza in questo particolare "micromondo" sembra evidente: le ali nere di cui vengono dotati indicano un peccato commesso probabilmente durante la loro vita precedente e la loro rinascita come Haibane è il segno di un'ultima possibilità di redenzione. Ma anche le spiegazioni che sembrano più semplici si rivelano un azzardo in quest'anime in quanto la maggior parte degli Haibane sono dotati di ali bianche, segno di purezza e benedizione, per cui la loro presenza in questo luogo resta tutto da spiegare.
In questo contesto, dunque, molto viene lasciato dall'autore all'intuizione degli spettatori, ognuno dei quali sembra cogliere dai dettagli un significato diverso in tutto questo, spesso travalicando ciò che appare dall'anime stesso, che comunque è davvero avaro di suggerimenti.
Se quanto detto può apparire suggestivo e intrigante, devo sottolineare la presenza di due elementi che limitano fortemente la considerazione che personalmente attribuisco a "Haibane Renmai": il formato e la caratterizzazione dei personaggi.
Per quanto riguarda il formato temo che tredici episodi siano decisamente troppi per un anime che non propone grandi rilevazioni ma che, al contrario, intende giocare con lo spettatore ponendogli una serie di domande a cui lui stesso dovrà cercare di trovare una risposta. In questi casi più che una serie di tredici episodi in stile slice of life avrei gradito maggiormente un formato più corto, magari un semplice film. Troppi di questi episodi, infatti, non aggiungono assolutamente nulla alla narrazione e, spesso, risultano essere abbastanza pedanti.
Quanto alle mie critiche intorno alla caratterizzazione dei personaggi, sono ben cosciente di andare contro l'opinione prevalente quando dico che essa non è poi così complessa come si vorrebbe fare credere. Nessun personaggio è, infatti, veramente carismatico; le stesse Rin e Rakka, infatti, non spiccano particolarmente per originalità, anche perché i loro segreti inconfessabili si dimostrano essere davvero poca cosa rispetto a quanto ci si potesse aspettare dalle premesse. A risentirne è proprio la profondità interiore dei personaggi a mio avviso solo accennata e non realmente approfondita.
Questi elementi di personale dissenso non minano troppo, però, il mio giudizio che è complessivamente buono. Ma tra questo e dire che "Haibane Renmei" è l'anime più bello di sempre ce ne corre.
'Haibane Renmei' è una serie assolutamente unica visto che si addentra in tematiche inusuali e non convenzionali. L'anime si indirizza a un pubblico più esigente e selezionato, escludendo di fatto coloro che amano prodotti più spensierati e maggiormente orientati verso l'azione. E' una di quelle serie che può sembrare strana e poco interessante a prima vista, ma che in realtà coinvolge subito e trasporta fino alla fine, lasciando veramente qualcosa nell'animo dello spettatore.
L'anime alterna scene drammatiche a piene di emozioni a momenti narrativi quasi quotidiani. Un senso di tranquillità pervade lo spettatore durante l'intera narrazione quasi a sottolineare la sua dote di anime sognante, riflessivo e profondo.
'Haibane Renmei' è un anime da tramandare ma che presuppone un pubblico selezionato e che cerca nell'animazione qualcosa di più che il mero svago; ma se fate parte della categoria difficilmente riuscirete a scordarlo.
L'anime alterna scene drammatiche a piene di emozioni a momenti narrativi quasi quotidiani. Un senso di tranquillità pervade lo spettatore durante l'intera narrazione quasi a sottolineare la sua dote di anime sognante, riflessivo e profondo.
'Haibane Renmei' è un anime da tramandare ma che presuppone un pubblico selezionato e che cerca nell'animazione qualcosa di più che il mero svago; ma se fate parte della categoria difficilmente riuscirete a scordarlo.
Come si può definire un anime come 'Haibane Renmei'? Originale? Certo! Poetico? Senza dubbio. Tuttavia ciò che più colpisce di quest'anime sono i significati che vi si nascondono all'interno e che varrebbe la pena scoprire invece di limitarsi a visionarlo come un'opera qualsiasi.
Una fanciulla sta cadendo dal cielo, è tranquilla, un corvo cerca di rallentarne la caduta, ma inutilmente. La giovane si risveglia in un bozzolo dal quale, una volta schiuso, ne uscirà. Poco dopo le cresceranno due piccole ali. Ma cosa significa tutto ciò? Chi era la ragazza prima di quel suo sogno nel quale cadeva? Dove si trova? E perché non ricorda più nulla?
Dovete perdonare le troppe domande ma essenzialmente 'Haibane Renmei' ci manterrà incollati allo schermo fino all'ultimo minuto per farci capire quanto basta, e mai donandoci una verità certa, regalandoci anzi la libertà di immaginare, ragionare e in un certo senso di rispondere da soli a quelle domande che tanto ci tormenteranno, in positivo, per la durata della serie.
Un senso di malinconica leggerezza pervade tutti i 13 episodi dando un senso di slice of life che combacia perfettamente con la narrazione, con i luoghi e gli eventi del mondo degli Haibane. Inizialmente troveremo tutto molto tranquillo, narrativamente parlando, poi però riscontreremo dei cambiamenti che ci porteranno a scoprire piccoli dettagli riguardo ai personaggi principali e non solo.
Parliamo di un anime del 2002, quindi non più tanto giovane se vogliamo, eppure l'obiettivo di donarci una splendida storia ricca di ragionamenti esistenzialisti validissimi non è stato intaccato. I disegni non sono esattamente da oscar, e nemmeno le animazioni brillano per innovazione, i paesaggi invece sono creati con cura e attenzione per i dettagli, cosi come le tonalità dei colori tendenti all'arancio del tramonto. Il comparto sonoro è ottimo e perfettamente in armonia con l'opera in questione, tendendo a regalarci sottofondi tranquilli e dolci.
Mi rammarico di non avere potuto fornire maggiori dettagli sulla trama, ma il rischio di svelare anche il più insignificante dei dettagli era troppo grande, e per 'Haibane Renmei' sarebbe un vero sacrilegio visto che la trama si sviluppa piuttosto rapidamente. Quest'anime è un'opera particolarissima, non per tutti, ma indimenticabile per chi vorrà scoprirne i segreti e i significati. Se una volta arrivati alla fine un senso di leggero smarrimento dovesse offuscare il vostro giudizio su quest'anime, non temete, perché l'obiettivo è proprio quello di dare un significato personale all'opera e non uno generale e stereotipato.
Una fanciulla sta cadendo dal cielo, è tranquilla, un corvo cerca di rallentarne la caduta, ma inutilmente. La giovane si risveglia in un bozzolo dal quale, una volta schiuso, ne uscirà. Poco dopo le cresceranno due piccole ali. Ma cosa significa tutto ciò? Chi era la ragazza prima di quel suo sogno nel quale cadeva? Dove si trova? E perché non ricorda più nulla?
Dovete perdonare le troppe domande ma essenzialmente 'Haibane Renmei' ci manterrà incollati allo schermo fino all'ultimo minuto per farci capire quanto basta, e mai donandoci una verità certa, regalandoci anzi la libertà di immaginare, ragionare e in un certo senso di rispondere da soli a quelle domande che tanto ci tormenteranno, in positivo, per la durata della serie.
Un senso di malinconica leggerezza pervade tutti i 13 episodi dando un senso di slice of life che combacia perfettamente con la narrazione, con i luoghi e gli eventi del mondo degli Haibane. Inizialmente troveremo tutto molto tranquillo, narrativamente parlando, poi però riscontreremo dei cambiamenti che ci porteranno a scoprire piccoli dettagli riguardo ai personaggi principali e non solo.
Parliamo di un anime del 2002, quindi non più tanto giovane se vogliamo, eppure l'obiettivo di donarci una splendida storia ricca di ragionamenti esistenzialisti validissimi non è stato intaccato. I disegni non sono esattamente da oscar, e nemmeno le animazioni brillano per innovazione, i paesaggi invece sono creati con cura e attenzione per i dettagli, cosi come le tonalità dei colori tendenti all'arancio del tramonto. Il comparto sonoro è ottimo e perfettamente in armonia con l'opera in questione, tendendo a regalarci sottofondi tranquilli e dolci.
Mi rammarico di non avere potuto fornire maggiori dettagli sulla trama, ma il rischio di svelare anche il più insignificante dei dettagli era troppo grande, e per 'Haibane Renmei' sarebbe un vero sacrilegio visto che la trama si sviluppa piuttosto rapidamente. Quest'anime è un'opera particolarissima, non per tutti, ma indimenticabile per chi vorrà scoprirne i segreti e i significati. Se una volta arrivati alla fine un senso di leggero smarrimento dovesse offuscare il vostro giudizio su quest'anime, non temete, perché l'obiettivo è proprio quello di dare un significato personale all'opera e non uno generale e stereotipato.
Una ragazza, dopo uno strano sogno, si ritrova quasi a rinascere da dentro un bozzolo. Il mondo che le si parerà davanti è apparentemente un normale paesaggio di campagna, ma le sue compagne d'avventura hanno le ali, una sorta di aureola e vengono conosciute col nome di Haibane. Queste e poche altre ancora saranno le informazioni a disposizione della giovane protagonista di quest'opera, il resto verrà scoperto un poco alla volta.
Haibane Renmei è un anime originale e piuttosto dolce che riesce a catturare l'attenzione dello spettatore praticamente sin da subito, cosa abbastanza rara, così come sin da subito si apriranno una serie di misteriosi interrogativi in cerca di risposte che contribuiranno a mantenere sempre alto l'interesse sulla storia. E, considerando la natura "lenta" della trama, non è affatto cosa da poco.
Haibane Renmei non offre i colori vivissimi e sgargianti che siamo abituati a vedere in molte opere recenti, ma questa, più che una questione temporale, ritengo sia una precisa (e azzeccata) scelta dell'autore. Il tipo di tinte predominanti si avvicina vagamente a quelle di un dipinto e si sposano alla perfezione con questo genere d'opera, ne enfatizzano la natura fiabesca e artistica, quasi poetica oserei dire.
I personaggi non sono caratterizzati in maniera particolarmente approfondita, tuttavia risulta piuttosto facile affezionarsi a gran parte di essi. Nota di merito anche per la colonna sonora, delicata, poco invadente ma molto ricca e curata.
Il finale - molto commovente - lascia spazio all'immaginazione lasciando alcuni interrogativi insoluti, come credo è giusto che sia, del resto si tratta di un anime abbastanza psicologico che può farci immedesimare e riflettere sul senso della vita, sull'importanza delle piccole cose e su taluni sbagli che magari ci condizionano l'esistenza e che forse ci porteremo dietro per sempre. Questi e tanti altri ancora potrebbero essere gli insegnamenti e le riflessioni che potrebbero nascere in noi seguendo quest'anime.
Haibane Renmei è un anime originale e piuttosto dolce che riesce a catturare l'attenzione dello spettatore praticamente sin da subito, cosa abbastanza rara, così come sin da subito si apriranno una serie di misteriosi interrogativi in cerca di risposte che contribuiranno a mantenere sempre alto l'interesse sulla storia. E, considerando la natura "lenta" della trama, non è affatto cosa da poco.
Haibane Renmei non offre i colori vivissimi e sgargianti che siamo abituati a vedere in molte opere recenti, ma questa, più che una questione temporale, ritengo sia una precisa (e azzeccata) scelta dell'autore. Il tipo di tinte predominanti si avvicina vagamente a quelle di un dipinto e si sposano alla perfezione con questo genere d'opera, ne enfatizzano la natura fiabesca e artistica, quasi poetica oserei dire.
I personaggi non sono caratterizzati in maniera particolarmente approfondita, tuttavia risulta piuttosto facile affezionarsi a gran parte di essi. Nota di merito anche per la colonna sonora, delicata, poco invadente ma molto ricca e curata.
Il finale - molto commovente - lascia spazio all'immaginazione lasciando alcuni interrogativi insoluti, come credo è giusto che sia, del resto si tratta di un anime abbastanza psicologico che può farci immedesimare e riflettere sul senso della vita, sull'importanza delle piccole cose e su taluni sbagli che magari ci condizionano l'esistenza e che forse ci porteremo dietro per sempre. Questi e tanti altri ancora potrebbero essere gli insegnamenti e le riflessioni che potrebbero nascere in noi seguendo quest'anime.
Cominciamo dall'inizio, cos'è un Haibane? Un Haibane apparentemente è un normale essere umano, solo che nasce da un bozzolo a un'età non specificata ricordando solo il sogno che ha fatto al suo interno. Poco dopo essere nato gli spuntano le ali e gli viene donata un'aureola.
Gli Haibane vivono in due comunità non lontane dalla città, città dove vivono normalissime persone che si mostrano molto gentili con loro considerandoli benedetti da Dio. Tutto ciò è circondato da mura altissime che non possono essere attraversate da nessuno, eccetto dagli uomini di una specie di setta (Toga), i quali non parlano con nessuno eccetto che con il Washi, persona incaricata di parlare con loro e responsabile degli Haibane, e lo fanno esclusivamente a gesti.
Haibane Renmei è un anime particolare, racconta la vita degli Haibane e della loro quotidianità alle prese con gli altri di loro, con il loro lavoro per le persone della città e con la moltitudine di regole a cui devono sottostare.
E' una storia piena d'interrogativi, come ad esempio perché gli Haibane esistono o perché siano tutti bloccati all'interno di questa città. Sembra sempre che ad un certo punto debba succedere qualcosa ad animare la trama e invece no, la storia procede con molta calma raccontando la vita dei protagonisti, per tuffarsi a poco a poco nella psiche di alcuni di loro, facendo emergere desideri, paure, speranze e rendendo la storia più interessante e coinvolgente.
Non lo consiglio certo agli amanti dell'azione, ma Haibane Renmei è comunque un bell'anime che può fare riflettere parecchio.
Gli Haibane vivono in due comunità non lontane dalla città, città dove vivono normalissime persone che si mostrano molto gentili con loro considerandoli benedetti da Dio. Tutto ciò è circondato da mura altissime che non possono essere attraversate da nessuno, eccetto dagli uomini di una specie di setta (Toga), i quali non parlano con nessuno eccetto che con il Washi, persona incaricata di parlare con loro e responsabile degli Haibane, e lo fanno esclusivamente a gesti.
Haibane Renmei è un anime particolare, racconta la vita degli Haibane e della loro quotidianità alle prese con gli altri di loro, con il loro lavoro per le persone della città e con la moltitudine di regole a cui devono sottostare.
E' una storia piena d'interrogativi, come ad esempio perché gli Haibane esistono o perché siano tutti bloccati all'interno di questa città. Sembra sempre che ad un certo punto debba succedere qualcosa ad animare la trama e invece no, la storia procede con molta calma raccontando la vita dei protagonisti, per tuffarsi a poco a poco nella psiche di alcuni di loro, facendo emergere desideri, paure, speranze e rendendo la storia più interessante e coinvolgente.
Non lo consiglio certo agli amanti dell'azione, ma Haibane Renmei è comunque un bell'anime che può fare riflettere parecchio.
"Haibane Renmei", anime del 2002 ideato da Yoshitoshi Abe, trova ispirazione dal romanzo "La fine del mondo e il paese delle meraviglie" di Haruki Murakami, dal quale tuttavia si distanzia notevolmente, traendone solamente alcuni simboli e spunti.
E' davvero un piacere immenso avere l'occasione di potere spendere qualche parola a riguardo. Non penso di commettere empietà alcuna nell'affermare che, ad oggi, "Haibane" sia forse una delle migliori opere che abbia mai visto e che meriti di brillare incastonata nel firmamento dei capolavori da ricordare.
Le vicende sono ambientate in una misteriosa città di nome Glie, la cui particolarità è quella di essere completamente circondata da alte ed enigmatiche mura. Nessuno può entrare o uscire, eccezione fatta per i toga: oscure figure sacerdotali il cui compito è quello di comunicare tra la città e l'esterno. Le haibane, misteriosi esseri umani alati le cui fattezze rimandano all'iconografia cristiana dell'angelo, nascono in questo mondo da una sorta di bozzolo, che cade dal cielo. Esse non ricordano nulla del loro passato se non un sogno, forse un riflesso simbolico della loro precedente esistenza. In questo luogo le haibane conducono una vita serena e pacifica, in attesa del giorno in cui potranno lasciare la città.
L'ambientazione detiene una valenza simbolica non indifferente che permette allo spettatore di interiorizzare le varie tematiche a seconda della propria sensibilità. La città si potrebbe considerare, ad esempio, quasi come un "purgatorio", sebbene a tratti si avvicini più ad assomigliare a un limbo da cui volere fuggire. Le haibane sembrano guadagnare una sorta di "seconda possibilità" per redimersi dal loro peccato, per espiare le proprie colpe o potere ripagare i propri rimpianti dopo la morte. Alcuni indizi (tra i quali i loro sogni) lasciano ad intendere infatti che nella loro vita precedente avessero posto fine alla propria esistenza con il suicidio e che quindi abbiano ora la possibilità di riscattarsi dagli errori commessi. Non è un caso che, per diversi aspetti, il trattamento riserbato alle haibane dalla città assomigli quasi a un "processo di riabilitazione psicologica" atto a restituire loro un equilibrio interiore.
Si tratta, ovviamente, di mere speculazioni poiché non viene spiegato per quale motivo le haibane esistano o quale sia lo scopo della loro permanenza nella città. In ogni caso, ritengo che non si debba leggere quest'opera in un'ottica meramente cristiano-religiosa e nemmeno mistico-spirituale. Il perché di tale asserzione lo spiegherò più avanti.
"Chi oltrepassa le mura non può tornare indietro" - "si può vivere al di là delle mura solo se si è pronti per farlo"
Spingerò dunque l'interpretazione su altri lidi, cominciando a far notare come il desiderio di conoscenza sia uno dei temi portanti della serie. Aspirazione che arde nella mente dell'uomo è infatti quella di conoscere, di svelare i segreti che ammantano la propria origine e l'origine del mondo. Siccome la condizione di ignoranza è dolorosa, egli è spinto a cercare, a conoscere, presto però si accorgerà degli ontologici limiti che la contingenza (im)pone a tale anelito. Qui si rivela chiarificatore il simbolismo proprio dell'ambientazione: tutto quello che è all'interno delle mura è ciò che si trova alla nostra portata (e dei personaggi), quello che si trova al di fuori (di cui nulla è noto) simboleggia ciò che ci trascende - quindi "la" verità, anche di natura escatologica. Le mura possono significare la "morte" ma pure qualsiasi altro confine umano, soglia invalicabile che rende ineffabile ed effimero ciò che cela oltre di sé. Questo vuoto, lo si può compensare, ad esempio riempiendolo con le proprie speranze e fantasie, come del resto fanno Nemu e Rakka concludendo secondo i loro immaginazione e desideri il racconto sulla creazione del mondo, trovato in un antico libro ormai divenuto illeggibile. Tale manoscritto è stato completato inventando una mitologia piuttosto "personalizzata" e bizzarra, ma si trattava comunque di un qualcosa che inconsciamente assecondava i desideri e le speranze di chi l'ha scritto, un qualcosa che cercava di dare quindi una giustificazione consolatoria ai suoi dubbi. La necessità di compensazione gioca un ruolo rilevante nella nascita di leggende, religioni, miti, poesie ma anche dell'arte, della filosofia e della scienza. L'uomo per necessità cerca di darsi un senso, una motivazione, di colmare quel vuoto nei più svariati modi.
La verità è che la felicità non si trova tanto nella verità, quanto nel credere a "una" verità, in breve: è il frutto di un processo interiore di adattamento. Non per tutti un simile (auto)inganno è agevole, coloro che non riescono ad adattarsi o il cui spirito "filosofico" si rivela (pre)potente sono destinati a un'esistenza di sofferenza e di continuo dubbio. Non a caso è proibito e pericoloso avvicinarsi alle mura, esse sono ciò che protegge le haibane da una verità troppo dolorosa per essere sopportata e contemporaneamente la loro prigione. Chi vi si reca appresso o addirittura osa sfiorarle o valicarle è destinato a patire un dolore indescrivibile, come accade a Reki. Tale è la sofferenza di chi anela alla conoscenza stretto nella morsa dell'incertezza, ma anche di chi, conoscendo, scopre l'amara e dura crudeltà della verità. Costui è destinato a un fato doppiamente tragico, in quanto oltre a comprendere la limitatezza delle proprie possibilità è afflitto dalla disperazione, frutto della sua medesima cerca.
"Colui che riconosce di essere colpevole, non è colpevole."- "Merito davvero questa felicità?"
Un altro tema portante si concretizza nella riflessione circa la dicotomia colpa-perdono. Fondamentale per la pace interiore infatti è la consapevolezza che l'unico modo per spezzare il circolo del senso di colpa sia quello di trovare e soprattutto accettare il perdono: si tratta di un dilemma cui il singolo individuo non può venire a capo senza un intervento esterno. Il senso di colpa è un sistema a retroazione positiva che si autoalimenta ed espande, trasformando l'uomo nel carnefice di se stesso. Si instaura un circolo vizioso dal quale è impossibile uscire con la logica, fenotipo dell'insanabile e ossimorica essenza della psiche umana. I personaggi incarnano alla perfezione queste problematiche, la cui analisi viene affrontata con molta profondità e dolcezza, soprattutto per quanto riguarda l'indagine emotivo-psicologica dei due principali: Reki e Rakka. Incredibile come si tratti il tutto con estrema delicatezza, rendendo la visione spesso commovente e intensa, in modo particolare negli ultimi episodi.
Peculiarità interessante della serie è che, giustamente, agli enigmi che essa pone non viene mai data una risposta; questo perchè la "risposta", in effetti, è che la risposta non la conosce nessuno, che una risposta giusta non c'è, che il problema sta appunto nella domanda e che esistono interrogativi a cui non possiamo rispondere, nondimeno non possiamo fare a meno di interrogarci a riguardo e cercare di conoscere, poiché l'uomo anela a colmare tale vuoto, ed è questo il motore della sua esistenza ma anche il suo fardello. Ed è proprio il fatto che Haibane non risponda ai suoi interrogativi a renderlo eccezionale, poichè da ad intendere che il punto non sia tanto la meta, che rimane ineffabile, quanto il percorso. Queste reminiscenze di filosofia orientale sono molto presenti nella serie, e vengono per lo più incarnate dalla figura del maestro Toga. Costui sembra rappresentare una sorta di guida spirituale per le Haibane, e svolge il suo compito senza predicare il giusto e lo sbagliato secondo una determinata liturgia. La sua figura è più accostabile, invece, a quella di un maestro Zen che risponde per indovinelli, infatti egli non dice mai nulla espressamente, non offre spiegazioni di sorta, piuttosto pone degli enigmi o delle frasi sulle quali meditare (proprio come i koan) per far arrivare autonomamente il soggetto alla soluzione. Ma in effetti il discorso può essere esteso alla serie stessa, la quale non fa altro che porre delle questioni su cui meditare, piuttosto che imporre una frigida verità preconfezionata.
Dal punto di vista tecnico "Haibane" è una serie nella media. Le animazioni sono buone, così come la regia e le musiche che contribuiscono a creare un'atmosfera di dolcezza e tranquillità, che contrasta con l'irrequieto sconvolgimento interiore delle protagoniste.
Lo spettatore può leggere su diversi livelli l'opera, considerandola semplicemente come una dolcissima storia oppure cercando di apprezzarne appieno la profondità. In entrambi i casi non potrà comunque che esserne soddisfatto, perché "Haibane" è una serie che parla di noi: attuale, brillante, sa toccare nel profondo chi guarda, difficilmente senza lasciare qualche segno.
Voto: 9.
E' davvero un piacere immenso avere l'occasione di potere spendere qualche parola a riguardo. Non penso di commettere empietà alcuna nell'affermare che, ad oggi, "Haibane" sia forse una delle migliori opere che abbia mai visto e che meriti di brillare incastonata nel firmamento dei capolavori da ricordare.
Le vicende sono ambientate in una misteriosa città di nome Glie, la cui particolarità è quella di essere completamente circondata da alte ed enigmatiche mura. Nessuno può entrare o uscire, eccezione fatta per i toga: oscure figure sacerdotali il cui compito è quello di comunicare tra la città e l'esterno. Le haibane, misteriosi esseri umani alati le cui fattezze rimandano all'iconografia cristiana dell'angelo, nascono in questo mondo da una sorta di bozzolo, che cade dal cielo. Esse non ricordano nulla del loro passato se non un sogno, forse un riflesso simbolico della loro precedente esistenza. In questo luogo le haibane conducono una vita serena e pacifica, in attesa del giorno in cui potranno lasciare la città.
L'ambientazione detiene una valenza simbolica non indifferente che permette allo spettatore di interiorizzare le varie tematiche a seconda della propria sensibilità. La città si potrebbe considerare, ad esempio, quasi come un "purgatorio", sebbene a tratti si avvicini più ad assomigliare a un limbo da cui volere fuggire. Le haibane sembrano guadagnare una sorta di "seconda possibilità" per redimersi dal loro peccato, per espiare le proprie colpe o potere ripagare i propri rimpianti dopo la morte. Alcuni indizi (tra i quali i loro sogni) lasciano ad intendere infatti che nella loro vita precedente avessero posto fine alla propria esistenza con il suicidio e che quindi abbiano ora la possibilità di riscattarsi dagli errori commessi. Non è un caso che, per diversi aspetti, il trattamento riserbato alle haibane dalla città assomigli quasi a un "processo di riabilitazione psicologica" atto a restituire loro un equilibrio interiore.
Si tratta, ovviamente, di mere speculazioni poiché non viene spiegato per quale motivo le haibane esistano o quale sia lo scopo della loro permanenza nella città. In ogni caso, ritengo che non si debba leggere quest'opera in un'ottica meramente cristiano-religiosa e nemmeno mistico-spirituale. Il perché di tale asserzione lo spiegherò più avanti.
"Chi oltrepassa le mura non può tornare indietro" - "si può vivere al di là delle mura solo se si è pronti per farlo"
Spingerò dunque l'interpretazione su altri lidi, cominciando a far notare come il desiderio di conoscenza sia uno dei temi portanti della serie. Aspirazione che arde nella mente dell'uomo è infatti quella di conoscere, di svelare i segreti che ammantano la propria origine e l'origine del mondo. Siccome la condizione di ignoranza è dolorosa, egli è spinto a cercare, a conoscere, presto però si accorgerà degli ontologici limiti che la contingenza (im)pone a tale anelito. Qui si rivela chiarificatore il simbolismo proprio dell'ambientazione: tutto quello che è all'interno delle mura è ciò che si trova alla nostra portata (e dei personaggi), quello che si trova al di fuori (di cui nulla è noto) simboleggia ciò che ci trascende - quindi "la" verità, anche di natura escatologica. Le mura possono significare la "morte" ma pure qualsiasi altro confine umano, soglia invalicabile che rende ineffabile ed effimero ciò che cela oltre di sé. Questo vuoto, lo si può compensare, ad esempio riempiendolo con le proprie speranze e fantasie, come del resto fanno Nemu e Rakka concludendo secondo i loro immaginazione e desideri il racconto sulla creazione del mondo, trovato in un antico libro ormai divenuto illeggibile. Tale manoscritto è stato completato inventando una mitologia piuttosto "personalizzata" e bizzarra, ma si trattava comunque di un qualcosa che inconsciamente assecondava i desideri e le speranze di chi l'ha scritto, un qualcosa che cercava di dare quindi una giustificazione consolatoria ai suoi dubbi. La necessità di compensazione gioca un ruolo rilevante nella nascita di leggende, religioni, miti, poesie ma anche dell'arte, della filosofia e della scienza. L'uomo per necessità cerca di darsi un senso, una motivazione, di colmare quel vuoto nei più svariati modi.
La verità è che la felicità non si trova tanto nella verità, quanto nel credere a "una" verità, in breve: è il frutto di un processo interiore di adattamento. Non per tutti un simile (auto)inganno è agevole, coloro che non riescono ad adattarsi o il cui spirito "filosofico" si rivela (pre)potente sono destinati a un'esistenza di sofferenza e di continuo dubbio. Non a caso è proibito e pericoloso avvicinarsi alle mura, esse sono ciò che protegge le haibane da una verità troppo dolorosa per essere sopportata e contemporaneamente la loro prigione. Chi vi si reca appresso o addirittura osa sfiorarle o valicarle è destinato a patire un dolore indescrivibile, come accade a Reki. Tale è la sofferenza di chi anela alla conoscenza stretto nella morsa dell'incertezza, ma anche di chi, conoscendo, scopre l'amara e dura crudeltà della verità. Costui è destinato a un fato doppiamente tragico, in quanto oltre a comprendere la limitatezza delle proprie possibilità è afflitto dalla disperazione, frutto della sua medesima cerca.
"Colui che riconosce di essere colpevole, non è colpevole."- "Merito davvero questa felicità?"
Un altro tema portante si concretizza nella riflessione circa la dicotomia colpa-perdono. Fondamentale per la pace interiore infatti è la consapevolezza che l'unico modo per spezzare il circolo del senso di colpa sia quello di trovare e soprattutto accettare il perdono: si tratta di un dilemma cui il singolo individuo non può venire a capo senza un intervento esterno. Il senso di colpa è un sistema a retroazione positiva che si autoalimenta ed espande, trasformando l'uomo nel carnefice di se stesso. Si instaura un circolo vizioso dal quale è impossibile uscire con la logica, fenotipo dell'insanabile e ossimorica essenza della psiche umana. I personaggi incarnano alla perfezione queste problematiche, la cui analisi viene affrontata con molta profondità e dolcezza, soprattutto per quanto riguarda l'indagine emotivo-psicologica dei due principali: Reki e Rakka. Incredibile come si tratti il tutto con estrema delicatezza, rendendo la visione spesso commovente e intensa, in modo particolare negli ultimi episodi.
Peculiarità interessante della serie è che, giustamente, agli enigmi che essa pone non viene mai data una risposta; questo perchè la "risposta", in effetti, è che la risposta non la conosce nessuno, che una risposta giusta non c'è, che il problema sta appunto nella domanda e che esistono interrogativi a cui non possiamo rispondere, nondimeno non possiamo fare a meno di interrogarci a riguardo e cercare di conoscere, poiché l'uomo anela a colmare tale vuoto, ed è questo il motore della sua esistenza ma anche il suo fardello. Ed è proprio il fatto che Haibane non risponda ai suoi interrogativi a renderlo eccezionale, poichè da ad intendere che il punto non sia tanto la meta, che rimane ineffabile, quanto il percorso. Queste reminiscenze di filosofia orientale sono molto presenti nella serie, e vengono per lo più incarnate dalla figura del maestro Toga. Costui sembra rappresentare una sorta di guida spirituale per le Haibane, e svolge il suo compito senza predicare il giusto e lo sbagliato secondo una determinata liturgia. La sua figura è più accostabile, invece, a quella di un maestro Zen che risponde per indovinelli, infatti egli non dice mai nulla espressamente, non offre spiegazioni di sorta, piuttosto pone degli enigmi o delle frasi sulle quali meditare (proprio come i koan) per far arrivare autonomamente il soggetto alla soluzione. Ma in effetti il discorso può essere esteso alla serie stessa, la quale non fa altro che porre delle questioni su cui meditare, piuttosto che imporre una frigida verità preconfezionata.
Dal punto di vista tecnico "Haibane" è una serie nella media. Le animazioni sono buone, così come la regia e le musiche che contribuiscono a creare un'atmosfera di dolcezza e tranquillità, che contrasta con l'irrequieto sconvolgimento interiore delle protagoniste.
Lo spettatore può leggere su diversi livelli l'opera, considerandola semplicemente come una dolcissima storia oppure cercando di apprezzarne appieno la profondità. In entrambi i casi non potrà comunque che esserne soddisfatto, perché "Haibane" è una serie che parla di noi: attuale, brillante, sa toccare nel profondo chi guarda, difficilmente senza lasciare qualche segno.
Voto: 9.
Cosa sono gli Haibane? Cos'è la federazione delle piume cineree? Sembrerebbe una serie tv dedicata agli angeli, sebbene le protagoniste ne abbiano le sembianze ma non lo siano, o forse sì?
Di questo anime del 2002 avevo sentito parlare molto bene e mi sono decisa a vederlo.
Gli haibane sono ragazzi che nascono da un bozzolo e ai quali poi crescono le ali, che non servono a volare, e ai quali l'aureola viene applicata artificialmente, allora direte voi, è una serie sugli angeli? Forse sì, per tutta la durata della loro vita, che si limita a pochi anni, sono confinati a vivere in una città dalla quale non possono uscire, ma nella quale lavorano e interagiscono con esseri umani.
Poteva essere una grande serie, decolla solo nelle ultime 4 puntate, grazie all'approfondimento del personaggio di Reki, vera protagonista della serie. I primi episodi sono noiosi.
Per me è un'opera sopravvalutata. Potevano esserci molti spunti interessanti, il mondo al di fuori delle mura, il passato dei protagonisti, il futuro di essi, ma tutto ciò rimane senza risposta concreta.
Peccato, 13 episodi sono stati troppo pochi.
Di questo anime del 2002 avevo sentito parlare molto bene e mi sono decisa a vederlo.
Gli haibane sono ragazzi che nascono da un bozzolo e ai quali poi crescono le ali, che non servono a volare, e ai quali l'aureola viene applicata artificialmente, allora direte voi, è una serie sugli angeli? Forse sì, per tutta la durata della loro vita, che si limita a pochi anni, sono confinati a vivere in una città dalla quale non possono uscire, ma nella quale lavorano e interagiscono con esseri umani.
Poteva essere una grande serie, decolla solo nelle ultime 4 puntate, grazie all'approfondimento del personaggio di Reki, vera protagonista della serie. I primi episodi sono noiosi.
Per me è un'opera sopravvalutata. Potevano esserci molti spunti interessanti, il mondo al di fuori delle mura, il passato dei protagonisti, il futuro di essi, ma tutto ciò rimane senza risposta concreta.
Peccato, 13 episodi sono stati troppo pochi.
E' la prima recensione che scrivo, ma mi sono decisa a scrivere per invogliare tutti a guardare questo stupendo anime.
La storia è coinvolgente, gli autori ti fanno scoprire gradualmente il passato dei personaggi, così come i tanti aspetti che caratterizzano la realtà fantastica della serie.
A livello tecnico l'anime è ben curato, ricco di dettagli, è molto bella anche la colorazione.
La trama forse la conoscete in linea generale, ma preferisco spenderci qualche parola. Le prime scene dell'anime catapultano lo spettatore dentro il sogno di una ragazzina, la quale, dopo il risveglio, si trova in un mondo a lei sconosciuto... E mi fermo qui, i più curiosi guarderanno la serie.
In generale, la psicologia dei personaggi è descritta tramite spaccati del vivere quotidiano, oltre che da sogni. E' interessante il mix tra realtà onirica e vita quotidiana, non solo per i contenuti, ma anche per come sono dirette le scene e introdotti i suoni.
Haibane renmei per me è stupendo, un anime che si scolpisce nella memoria, è riflessivo come pochi.
P.s.
Non è adatto a chi cerca anime con tante scene di combattimento.
La storia è coinvolgente, gli autori ti fanno scoprire gradualmente il passato dei personaggi, così come i tanti aspetti che caratterizzano la realtà fantastica della serie.
A livello tecnico l'anime è ben curato, ricco di dettagli, è molto bella anche la colorazione.
La trama forse la conoscete in linea generale, ma preferisco spenderci qualche parola. Le prime scene dell'anime catapultano lo spettatore dentro il sogno di una ragazzina, la quale, dopo il risveglio, si trova in un mondo a lei sconosciuto... E mi fermo qui, i più curiosi guarderanno la serie.
In generale, la psicologia dei personaggi è descritta tramite spaccati del vivere quotidiano, oltre che da sogni. E' interessante il mix tra realtà onirica e vita quotidiana, non solo per i contenuti, ma anche per come sono dirette le scene e introdotti i suoni.
Haibane renmei per me è stupendo, un anime che si scolpisce nella memoria, è riflessivo come pochi.
P.s.
Non è adatto a chi cerca anime con tante scene di combattimento.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Sinceramente Haibane Renmei è uno degli anime più belli che abbia mai visto. Sono abituato agli anime contorti, alla Lain, alla Evangelion e derivati, ma HR, nella sua relativa semplicità, è un qualcosa di inimmaginabilmente fantastico.
I due temi principali sono quelli dello smarrimento esistenziale e della discriminazione. Non è ben chiaro cosa siano questi angeli. Guardando l'anime nascono diverse teorie, ma nessuna viene confermata dalla storia: spetta allo spettatore decidere quale filone di pensiero imboccare.
Questi angeli, però, si ritrovano improvvisamente in questo mondo, smarriti, fuoriescono da un bozzolo e possono anche essere già parzialmente adulti. Questo è lo smarrimento, la discriminazione giunge dopo. Gli angeli, pur essendo accettati dalla comunità, devono vivere separatamente dal resto della gente, hanno delle ferree regole e sono gestiti da un oscuro gruppo di persone a cui non possono rivolgere la parola. Ma lo smarrimento ritorna, perché dopo qualche giorno di vita ci si accorge sicuramente della lunga cinta muraria che circonda l'urbs. Cos'è? Perché non la si può toccare, perché non la si può valicare? Perché solo gli uccelli possono?
Probabilmente il muro, gli uccelli, gli angeli, la città, sono solo metafore per un ragionamento più vasto, più generale. Ma spetta allo spettatore, come ho già detto, decidere che valore dare ai vari protagonisti di quest'anime.
La prima metà della storia è molto rilassante, è quasi divertente cercare di capire come questi piccoli esseri lavorino per sostenersi e per cercare di vivere nella società. Ma HR è anche un anime drammatico. Alla metà della storia avviene un fatto, all'apparenza inspiegabile, che sconvolge la comunità. A questo punto, in una storia ormai piena di dolore e sofferenza, cominciano a sorgere le domande esistenziali di Rakka, la protagonista. Comincia a intravedersi, inoltre, un altro tipo di discriminazione: quella interna alla stessa comunità di angeli. C'è chi è nato "puro" e chi è nato "maledetto". Perché? La risposta non v'è, ma di certo l'anime si chiude in un modo favoloso: la piena accettazione della non-conoscenza della realtà, l'accettazione della morte e della scomparsa dei propri cari, l'accettazione della maturità e della crescita.
Alla fine, infatti, Rakka, così come era stata "allevata" da Reki, ora deve allevare due nuovi angeli, caduti dal cielo e pronti a nascere da due nuovi bozzoli. E così il ciclo della vita si richiude per alcuni e si riapre per altri.
Una metafora dell'esistenza.
10 è un voto troppo basso per quanto ho amato questa storia.
Sinceramente Haibane Renmei è uno degli anime più belli che abbia mai visto. Sono abituato agli anime contorti, alla Lain, alla Evangelion e derivati, ma HR, nella sua relativa semplicità, è un qualcosa di inimmaginabilmente fantastico.
I due temi principali sono quelli dello smarrimento esistenziale e della discriminazione. Non è ben chiaro cosa siano questi angeli. Guardando l'anime nascono diverse teorie, ma nessuna viene confermata dalla storia: spetta allo spettatore decidere quale filone di pensiero imboccare.
Questi angeli, però, si ritrovano improvvisamente in questo mondo, smarriti, fuoriescono da un bozzolo e possono anche essere già parzialmente adulti. Questo è lo smarrimento, la discriminazione giunge dopo. Gli angeli, pur essendo accettati dalla comunità, devono vivere separatamente dal resto della gente, hanno delle ferree regole e sono gestiti da un oscuro gruppo di persone a cui non possono rivolgere la parola. Ma lo smarrimento ritorna, perché dopo qualche giorno di vita ci si accorge sicuramente della lunga cinta muraria che circonda l'urbs. Cos'è? Perché non la si può toccare, perché non la si può valicare? Perché solo gli uccelli possono?
Probabilmente il muro, gli uccelli, gli angeli, la città, sono solo metafore per un ragionamento più vasto, più generale. Ma spetta allo spettatore, come ho già detto, decidere che valore dare ai vari protagonisti di quest'anime.
La prima metà della storia è molto rilassante, è quasi divertente cercare di capire come questi piccoli esseri lavorino per sostenersi e per cercare di vivere nella società. Ma HR è anche un anime drammatico. Alla metà della storia avviene un fatto, all'apparenza inspiegabile, che sconvolge la comunità. A questo punto, in una storia ormai piena di dolore e sofferenza, cominciano a sorgere le domande esistenziali di Rakka, la protagonista. Comincia a intravedersi, inoltre, un altro tipo di discriminazione: quella interna alla stessa comunità di angeli. C'è chi è nato "puro" e chi è nato "maledetto". Perché? La risposta non v'è, ma di certo l'anime si chiude in un modo favoloso: la piena accettazione della non-conoscenza della realtà, l'accettazione della morte e della scomparsa dei propri cari, l'accettazione della maturità e della crescita.
Alla fine, infatti, Rakka, così come era stata "allevata" da Reki, ora deve allevare due nuovi angeli, caduti dal cielo e pronti a nascere da due nuovi bozzoli. E così il ciclo della vita si richiude per alcuni e si riapre per altri.
Una metafora dell'esistenza.
10 è un voto troppo basso per quanto ho amato questa storia.
"Haibane Renmei" ("La federazione delle piume cineree") è uno di quei titoli, ormai più unici che rari, che sanno emozionare e far riflettere senza infangarsi in strutture omologate e linguaggio mainstream: ci troviamo quindi di fronte ad una serie un po' particolare e non tanto commerciale, ma che ogni appassionato di anime non dovrebbe perdersi.
L'ideatore di tutto è Yoshitoshi ABe, che aveva già realizzato col regista Rytaro Nakamura l'alienante "Serial Experiments Lain". Esattamente come in quest'ultima serie, in "Haibane Renmei" viene ripreso il tema del rapporto tra l'essere umano e la realtà in cui si trova, presentato però in modo più consapevole e meditato che in Lain: il suo difetto principale infatti era, a mio avviso, quello di considerarsi una serie portatrice di temi gravosi e complessi senza però badare all'intreccio e al ritmo, risultando così un prodotto veramente pesante da digerire. In "Haibane" invece la trama e la caratterizzazione dei personaggi sono sempre delineate con attenzione, riuscendo così ad essere un cartone maturo e allo stesso tempo appassionante. Non c'è un genere preciso che possa definire questo lavoro, ma in linea di massima lo si può considerare una fusione tra il fantasy e lo slice of life, con numerosi risvolti psicologici.
ABe oltre ad ideare il soggetto ha anche steso la sceneggiatura, facendo un lavoro sopraffino, in quanto è riuscito ad essere profondo e completo lasciando però alcuni particolari senza risposta: chi sono gli Haibane? Da dove vengono? Perché non possono uscire dalle mura della città? Spetta allo spettatore fare suggestioni su questi aspetti lasciati oscuri; per il resto le vicende personali delle protagoniste sono esaustive ed approfondite. Il tutto senza ricorrere ad orpelli come scene d'azione scatenata, momenti di delirio mentale e roba varia, per un risultato serio e realistico, spesso intimista ed emozionale: non si può rimanere incantati dalla storia della piccola Rakka che cerca di comprendere il perchè della sua rinascita come Haibane, e allo stesso tempo cerca di salvare l' ormai disillusa compagna Reki.
Altro punto a favore è il comparto grafico che, pur senza essere eccessivamente tecnico, risulta molto più curato e preciso che in Lain, che era disegnato invece in maniera sgradevolmente minimale: le animazioni sono sufficientemente fluide e il character desing di ABe è pulito e molto equilibrato. Sono rimasto positivamente colpito anche dalla colonna sonora, veramente stupenda, sia nelle sigle (soprattutto nell'opening) che nei brani di accompagnamento.
È una di quelle serie che può sembrare strana e poco interessante a prima vista, ma che in realtà coinvolge subito e trasporta fino alla fine, lasciando veramente qualcosa nell'animo dello spettatore. In una parola, "Haibane Renmei" è già un classico.
L'ideatore di tutto è Yoshitoshi ABe, che aveva già realizzato col regista Rytaro Nakamura l'alienante "Serial Experiments Lain". Esattamente come in quest'ultima serie, in "Haibane Renmei" viene ripreso il tema del rapporto tra l'essere umano e la realtà in cui si trova, presentato però in modo più consapevole e meditato che in Lain: il suo difetto principale infatti era, a mio avviso, quello di considerarsi una serie portatrice di temi gravosi e complessi senza però badare all'intreccio e al ritmo, risultando così un prodotto veramente pesante da digerire. In "Haibane" invece la trama e la caratterizzazione dei personaggi sono sempre delineate con attenzione, riuscendo così ad essere un cartone maturo e allo stesso tempo appassionante. Non c'è un genere preciso che possa definire questo lavoro, ma in linea di massima lo si può considerare una fusione tra il fantasy e lo slice of life, con numerosi risvolti psicologici.
ABe oltre ad ideare il soggetto ha anche steso la sceneggiatura, facendo un lavoro sopraffino, in quanto è riuscito ad essere profondo e completo lasciando però alcuni particolari senza risposta: chi sono gli Haibane? Da dove vengono? Perché non possono uscire dalle mura della città? Spetta allo spettatore fare suggestioni su questi aspetti lasciati oscuri; per il resto le vicende personali delle protagoniste sono esaustive ed approfondite. Il tutto senza ricorrere ad orpelli come scene d'azione scatenata, momenti di delirio mentale e roba varia, per un risultato serio e realistico, spesso intimista ed emozionale: non si può rimanere incantati dalla storia della piccola Rakka che cerca di comprendere il perchè della sua rinascita come Haibane, e allo stesso tempo cerca di salvare l' ormai disillusa compagna Reki.
Altro punto a favore è il comparto grafico che, pur senza essere eccessivamente tecnico, risulta molto più curato e preciso che in Lain, che era disegnato invece in maniera sgradevolmente minimale: le animazioni sono sufficientemente fluide e il character desing di ABe è pulito e molto equilibrato. Sono rimasto positivamente colpito anche dalla colonna sonora, veramente stupenda, sia nelle sigle (soprattutto nell'opening) che nei brani di accompagnamento.
È una di quelle serie che può sembrare strana e poco interessante a prima vista, ma che in realtà coinvolge subito e trasporta fino alla fine, lasciando veramente qualcosa nell'animo dello spettatore. In una parola, "Haibane Renmei" è già un classico.
Haibane Renmei è una serie TV che merita attenzione visto che si addentra in tematiche un po’ inusuali e al di fuori di quelle che vanno per la maggiore. L’anime si indirizza a un pubblico più esigente e selezionato, escludendo di fatto coloro che amano prodotti più spensierati e maggiormente orientati verso l’azione.
Lo staff ha intelligentemente pensato che l’anime dovesse, prima di tutto, essere al primo impatto accattivante, risultato ottenuto tramite la creazione di un’ambientazione affascinante, dettagliata e curata. Belli quindi i fondali, molto interessanti i personaggi che, grazie al bel character design e alla trovata dell’aureola e delle ali, suscitano da subito curiosità nello spettatore.
Bastano quindi brevi sequenze per suscitare la voglia di vederne almeno un episodio, e tanto basta per essere catturati dai personaggi e dagli interrogativi che da subito Haibane Renmei è in grado di ispirare. Ma le risposte vengono date con il contagocce, mentre viene posta molta attenzione sulla caratterizzazione psicologica dei protagonisti, che puntata dopo puntata acquistano sempre più spessore. Essi vengono mostrati mentre interagiscono con la cittadina che li ospita e mentre svolgono il loro lavoro. Intanto la neo-nata protagonista, dapprima spaventata e disorientata, prende confidenza con questa nuova realtà.
Sebbene sia un piacere conoscere sempre più dettagli sui personaggi e sul piccolo mondo che gli autori sono riusciti a creare, si ha un’ulteriore incentivo a proseguire nella visione in quanto sembra sempre che si sia prossimi a una svolta che possa davvero far decollare gli eventi. Che ne so, forse mi aspettavo una ribellione alle ferree regole che regolano la vita dei Haibane? Che la serie si movimentasse e proponesse un tentativo di fuga? Che venisse svelato un’oscura trama dietro alla facciata idilliaca che ci viene proposta?
Niente, la serie prosegue con lo stesso ritmo, senza particolari accelerazioni, ma continua comunque a essere piacevole, fino alla fine. Pensate che a due episodi dalla fine ancora pensavo che sarebbe successo qualcosa di veramente grosso, che stravolgesse quanto ormai conoscevo tanto bene. Eppure la fine mi ha pienamente soddisfatto, offrendo spunti di riflessione e facendomi capire come ero stato in qualche modo aggirato. Mentre cercavo appagamento alle aspettative di poco sopra prendevo familiarità con personaggi e situazioni, tanto che almeno un paio di loro sono riusciti a conquistare un piccolo spazio nel mio cuore. Alla fine Haibane Renmei è riuscito a regalarmi un racconto semplice e ricco di poesia, che in qualche modo mi ha ricordato i gioielli cinematografici targati Studio Ghibli.
Trama: Una ragazza cade nel cielo e si sveglia all’interno di un bocciolo. Riprende i sensi su un letto e non si ricorda nulla del suo passato, a parte un nebuloso sogno. Le crescono due angeliche ali e le viene donata un’aureola, elementi che da quel giorno la contraddistinguono come Haibane. Dovrà quindi ambientarsi in questa nuova realtà e prendere confidenza con le compagne, con le regole e con le persone della vicina cittadina, per giungere a cercare di comprendere il motivo della sua rinascita come Haibane.
Lo staff ha intelligentemente pensato che l’anime dovesse, prima di tutto, essere al primo impatto accattivante, risultato ottenuto tramite la creazione di un’ambientazione affascinante, dettagliata e curata. Belli quindi i fondali, molto interessanti i personaggi che, grazie al bel character design e alla trovata dell’aureola e delle ali, suscitano da subito curiosità nello spettatore.
Bastano quindi brevi sequenze per suscitare la voglia di vederne almeno un episodio, e tanto basta per essere catturati dai personaggi e dagli interrogativi che da subito Haibane Renmei è in grado di ispirare. Ma le risposte vengono date con il contagocce, mentre viene posta molta attenzione sulla caratterizzazione psicologica dei protagonisti, che puntata dopo puntata acquistano sempre più spessore. Essi vengono mostrati mentre interagiscono con la cittadina che li ospita e mentre svolgono il loro lavoro. Intanto la neo-nata protagonista, dapprima spaventata e disorientata, prende confidenza con questa nuova realtà.
Sebbene sia un piacere conoscere sempre più dettagli sui personaggi e sul piccolo mondo che gli autori sono riusciti a creare, si ha un’ulteriore incentivo a proseguire nella visione in quanto sembra sempre che si sia prossimi a una svolta che possa davvero far decollare gli eventi. Che ne so, forse mi aspettavo una ribellione alle ferree regole che regolano la vita dei Haibane? Che la serie si movimentasse e proponesse un tentativo di fuga? Che venisse svelato un’oscura trama dietro alla facciata idilliaca che ci viene proposta?
Niente, la serie prosegue con lo stesso ritmo, senza particolari accelerazioni, ma continua comunque a essere piacevole, fino alla fine. Pensate che a due episodi dalla fine ancora pensavo che sarebbe successo qualcosa di veramente grosso, che stravolgesse quanto ormai conoscevo tanto bene. Eppure la fine mi ha pienamente soddisfatto, offrendo spunti di riflessione e facendomi capire come ero stato in qualche modo aggirato. Mentre cercavo appagamento alle aspettative di poco sopra prendevo familiarità con personaggi e situazioni, tanto che almeno un paio di loro sono riusciti a conquistare un piccolo spazio nel mio cuore. Alla fine Haibane Renmei è riuscito a regalarmi un racconto semplice e ricco di poesia, che in qualche modo mi ha ricordato i gioielli cinematografici targati Studio Ghibli.
Trama: Una ragazza cade nel cielo e si sveglia all’interno di un bocciolo. Riprende i sensi su un letto e non si ricorda nulla del suo passato, a parte un nebuloso sogno. Le crescono due angeliche ali e le viene donata un’aureola, elementi che da quel giorno la contraddistinguono come Haibane. Dovrà quindi ambientarsi in questa nuova realtà e prendere confidenza con le compagne, con le regole e con le persone della vicina cittadina, per giungere a cercare di comprendere il motivo della sua rinascita come Haibane.
Haibane Renmei è uno degli anime più profondi e riflessivi che abbia mai visto, poiché ogni singola frase può essere colma di significato e fa riflettere; è appunto questo il punto forte di Haibane Renmei, e ciò che lo rende un capolavoro. Siccome quest'anime è dello stesso autore di Serial Experiment Lain, Yoshitoshi ABe, in esso scorrono molti temi e argomenti simili ma rappresentati in maniera completamente diversa. Mentre in Serial Experiment Lain il tutto avviene in un ambiente irreale come il Weird, o dentro il cervello del personaggio, sullo stile degli ultimi due episodi di Evangelion, tanto che possiamo dire che i concetti vengono "trasmessi a forza" nello spettatore, in Haibane Renmei questi spunti di riflessione non vengono forzati, ma invece invitano il pubblico a pensarli e a capire quando essi si presentano (scusate se ho scritto in maniera leggermente complessa ma, sapete, sulla scia di Haibane...). E' questo che credo renda Haibane Renmei più raffinato di Serial Experiment Lain.
Ma ora basta parlare delle similitudini con Lain, parliamo dell'anime per quello che è.
La storia narra di una società, la Haibane Renmei, che si prende cura di questi Haibane, i quali sono esseri umani che, nati da un bozzolo in età adolescenziale, non ricordano nulla della loro vita precedente. Essi conducono una vita da orfani, svolgendo piccoli lavori per vivere (perché si sa, chi non lavora non mangia, è questa la sostanza alla fine) e vivendo tutti insieme in una comunità, situata in diversi palazzi designati apposta per gli Haibane. Mi ero dimenticato di dire che gli Haibane hanno delle ali dietro la schiena.
In tutto questo c'è una splendida atmosfera di calma, permeata dalla voglia di aiutarsi l'un l'altro, e si sente perfino l'Amore - chi è abbastanza credente sa di cosa parlo.
I personaggi sono caratterizzati tutti perfettamente, in particolar modo Reki, tratteggiata in maniera divina - basta vedere l'anime fino all'ultimo episodio per rendersene conto -, così come caratterizzata alla perfezione è la loro crescita psicologica.
Le musiche a mio parere sono bellissime, soprattutto l'ending: sentirla (e capirla, se si ricorda la traduzione del testo quando viene mostrata alla fine di ogni episodio nei titoli di coda) nell'ultimo episodio con quello che accade intorno è qualcosa d'indescrivibile a parole... E' praticamente impossibile non commuoversi.
I disegni sono delicati e puliti; il character design è semplice ma allo stesso tempo grandioso, poiché si mescola ottimamente con tutta l'atmosfera presente nell'anime.
Una cosa che a qualcuno non potrebbe non piacere, ma non per questo è necessariamente un difetto, è che la trama è un po' lenta a ingranare e non si capisce da subito, anche se non è che ci sia una vera e propria storia. Ma l'anime alla fine finisce in bellezza, con una gran conclusione.
Yoshitosho ABe ancora una volta non si smentisce, è un genio affermato ormai.
Haibane Renmei è una serie che però non ha molte pretese, e finale a parte non si può certo dire che si tratta di una serie accattivante o molto piacevole da seguire.
Peccato, darei 9,5 se potessi.
Ma ora basta parlare delle similitudini con Lain, parliamo dell'anime per quello che è.
La storia narra di una società, la Haibane Renmei, che si prende cura di questi Haibane, i quali sono esseri umani che, nati da un bozzolo in età adolescenziale, non ricordano nulla della loro vita precedente. Essi conducono una vita da orfani, svolgendo piccoli lavori per vivere (perché si sa, chi non lavora non mangia, è questa la sostanza alla fine) e vivendo tutti insieme in una comunità, situata in diversi palazzi designati apposta per gli Haibane. Mi ero dimenticato di dire che gli Haibane hanno delle ali dietro la schiena.
In tutto questo c'è una splendida atmosfera di calma, permeata dalla voglia di aiutarsi l'un l'altro, e si sente perfino l'Amore - chi è abbastanza credente sa di cosa parlo.
I personaggi sono caratterizzati tutti perfettamente, in particolar modo Reki, tratteggiata in maniera divina - basta vedere l'anime fino all'ultimo episodio per rendersene conto -, così come caratterizzata alla perfezione è la loro crescita psicologica.
Le musiche a mio parere sono bellissime, soprattutto l'ending: sentirla (e capirla, se si ricorda la traduzione del testo quando viene mostrata alla fine di ogni episodio nei titoli di coda) nell'ultimo episodio con quello che accade intorno è qualcosa d'indescrivibile a parole... E' praticamente impossibile non commuoversi.
I disegni sono delicati e puliti; il character design è semplice ma allo stesso tempo grandioso, poiché si mescola ottimamente con tutta l'atmosfera presente nell'anime.
Una cosa che a qualcuno non potrebbe non piacere, ma non per questo è necessariamente un difetto, è che la trama è un po' lenta a ingranare e non si capisce da subito, anche se non è che ci sia una vera e propria storia. Ma l'anime alla fine finisce in bellezza, con una gran conclusione.
Yoshitosho ABe ancora una volta non si smentisce, è un genio affermato ormai.
Haibane Renmei è una serie che però non ha molte pretese, e finale a parte non si può certo dire che si tratta di una serie accattivante o molto piacevole da seguire.
Peccato, darei 9,5 se potessi.
<b>Attenzione: una buona recensione non può fare a meno di contenere spoilers, per quanto si cerchi di limitarli. Regolatevi di conseguenza.</b>
Sicuramente sono due le caratteristiche che per prime saltano all'occhio quando ci si accosta a questo bellissimo anime: l'originalità degli haibane e la lentezza della trama.
Certo, gli angeli non sono nuovi, ma qui essi non hanno alcun potere mistico, ma solo ali (inadatte al volo), aureola (antigravità e apparentemente magnetica, ma di nessuna utilità) e circostanze di nascita particolari. Queste ultime sono il motore della trama: gli Haibane nascono una seconda volta in un bozzolo, nel quale sognano; questo sogno toccherà loro interpretare, e capire, per poter ricevere la "benedizione" e lasciare il "micromondo", la città chiusa dalle mura, costruito per loro.
Qui abbiamo il primo snodo: alcuni haibane non hanno sogni, ma incubi, e sono "maledetti" da una colpa, sia essa della vita attuale (Reki) o passata (Rakka). Essi devono allora capire il sogno-incubo, compito reso più difficile dalla loro inconscia propensione a dimenticarlo, e ottenere il perdono per la loro colpa. Ecco, questo è il tema principale dell'anime, l'espiazione della colpa e il suo perdono.
Nella trama sono sì presenti molto buchi, ma questi sono lasciati all'immaginazione del pubblico: la cosa non infastidisce affatto, anzi è parte dell'atmosfera fantastica dell'anime. Con ciò mi ricollego alla lentezza di cui all'inizio: per le prime cinque puntate non succede nulla. O, perlomeno, nulla d'eccezionale: l'ordinario, che pur tale non è, ma lo diventa, è una cappa che copre tutto come una coperta e sembra subentrare quasi alla "routine" di questi angeli, alla loro quotidianità. Qualcosa di simile a Spice & Wolf. Lo straordinario diviene ordinario.
Un evento, la scomparsa di Kuu, cambia tutto: la quiete è rotta, il motore acceso, e i personaggi inizieranno a fare davvero i conti con la loro "missione", cioè interpretare il sogno e ottenere il perdono. Dapprima Rakka, che s'intravede forse come colpevole di un suicidio, poi Reki, gravata da una colpa simile. Rakka tuttavia nella prima vita ha avuto qualcuno che l'amava e l'avrebbe fermata, incarnato in questa seconda possibilità in un uccello. Reki non ha invece questa fortuna, si perde nella sua colpa e sembra verrà uccisa dalla sua maledizione. Ma Reki è diversa da com'era prima: nell'intraprendere un percorso d'espiazione, aiutando gli altri, è cambiata anche lei e ora può essere aiutata a sua volta.
Anime più introspettivo di altri, non cade come Evangelion in un solipsismo troppo lontano dall'occidente, ma mostra con l'atmosfera quello che il pensiero fa fatica a trasmettere: non siamo soli.
Tecnicamente, ora non saprei giudicarlo, risente della data 2002, ma è certamente più che godibile.
Consigliato a chiunque sia stufo di personaggi onnipotenti e infallibili e voglia vedere un po' d'umanità, "vera".
Sicuramente sono due le caratteristiche che per prime saltano all'occhio quando ci si accosta a questo bellissimo anime: l'originalità degli haibane e la lentezza della trama.
Certo, gli angeli non sono nuovi, ma qui essi non hanno alcun potere mistico, ma solo ali (inadatte al volo), aureola (antigravità e apparentemente magnetica, ma di nessuna utilità) e circostanze di nascita particolari. Queste ultime sono il motore della trama: gli Haibane nascono una seconda volta in un bozzolo, nel quale sognano; questo sogno toccherà loro interpretare, e capire, per poter ricevere la "benedizione" e lasciare il "micromondo", la città chiusa dalle mura, costruito per loro.
Qui abbiamo il primo snodo: alcuni haibane non hanno sogni, ma incubi, e sono "maledetti" da una colpa, sia essa della vita attuale (Reki) o passata (Rakka). Essi devono allora capire il sogno-incubo, compito reso più difficile dalla loro inconscia propensione a dimenticarlo, e ottenere il perdono per la loro colpa. Ecco, questo è il tema principale dell'anime, l'espiazione della colpa e il suo perdono.
Nella trama sono sì presenti molto buchi, ma questi sono lasciati all'immaginazione del pubblico: la cosa non infastidisce affatto, anzi è parte dell'atmosfera fantastica dell'anime. Con ciò mi ricollego alla lentezza di cui all'inizio: per le prime cinque puntate non succede nulla. O, perlomeno, nulla d'eccezionale: l'ordinario, che pur tale non è, ma lo diventa, è una cappa che copre tutto come una coperta e sembra subentrare quasi alla "routine" di questi angeli, alla loro quotidianità. Qualcosa di simile a Spice & Wolf. Lo straordinario diviene ordinario.
Un evento, la scomparsa di Kuu, cambia tutto: la quiete è rotta, il motore acceso, e i personaggi inizieranno a fare davvero i conti con la loro "missione", cioè interpretare il sogno e ottenere il perdono. Dapprima Rakka, che s'intravede forse come colpevole di un suicidio, poi Reki, gravata da una colpa simile. Rakka tuttavia nella prima vita ha avuto qualcuno che l'amava e l'avrebbe fermata, incarnato in questa seconda possibilità in un uccello. Reki non ha invece questa fortuna, si perde nella sua colpa e sembra verrà uccisa dalla sua maledizione. Ma Reki è diversa da com'era prima: nell'intraprendere un percorso d'espiazione, aiutando gli altri, è cambiata anche lei e ora può essere aiutata a sua volta.
Anime più introspettivo di altri, non cade come Evangelion in un solipsismo troppo lontano dall'occidente, ma mostra con l'atmosfera quello che il pensiero fa fatica a trasmettere: non siamo soli.
Tecnicamente, ora non saprei giudicarlo, risente della data 2002, ma è certamente più che godibile.
Consigliato a chiunque sia stufo di personaggi onnipotenti e infallibili e voglia vedere un po' d'umanità, "vera".
Anime interessante. Bella l’idea di creare dei personaggi che sono degli angeli. Mi ha incuriosito parecchio perché mi piaceva il loro modo di vivere. Tra di loro ci sono molta comprensione e aiuto reciproco. Haibane Renmei è comunque un anime dove si punta parecchio al lato introspettivo lasciando allo spettatore la propria interpretazione personale. L'opening è <i>stupenda</i>, da 10 e lode. Nonostante credo che gli angeli ci siano sempre vicini nella vita di ogni giorno (sono puro spirito), averne qualcuno in carne e ossa come gli Haibane mi piacerebbe parecchio.
Il chara design è discreto e nelle scene drammatiche (poche) trasmette intense emozioni, ed è pervaso anche un senso di tranquillità che permea l’intera serie dalla prima all’ultima puntata.
In più volevo sottolineare che era da tantissimo tempo che non mi capitava sott'occhio un anime originale di alta qualità. L’unico difetto è che 13 puntate sono veramente poche, se fossero state almeno il doppio la trama si sarebbe potuta sviluppare un po’ meglio e si sarebbero potuti approfondire alcuni aspetti, come ad esempio cosa sono gli Haibane, dove vanno e da dove vengono.
Il chara design è discreto e nelle scene drammatiche (poche) trasmette intense emozioni, ed è pervaso anche un senso di tranquillità che permea l’intera serie dalla prima all’ultima puntata.
In più volevo sottolineare che era da tantissimo tempo che non mi capitava sott'occhio un anime originale di alta qualità. L’unico difetto è che 13 puntate sono veramente poche, se fossero state almeno il doppio la trama si sarebbe potuta sviluppare un po’ meglio e si sarebbero potuti approfondire alcuni aspetti, come ad esempio cosa sono gli Haibane, dove vanno e da dove vengono.
<b>ATTENZIONE! POSSIBILE SPOILER SUL FINALE!</b>
Triste, molto, molto triste, è tuttavia un gran bell'anime, che sa concludersi in modo esauriente in soli 13 episodi, cosa non comune devo dire. Riesce a esprimere molto chiaramente diversi sentimenti, come il senso di smarrimento o la tristezza senza spiegazione che ti catturano a un certo punto della vita, e mi ha dato un grande sollievo che non si sia concluso male. I disegni sono molto belli e le musiche si adattano perfettamente all'atmosfera malinconica dell'anime. E' uno di quegli anime di cui va compreso il vero significato, e ciò porta a riflettere su cose davvero importanti.
Triste, molto, molto triste, è tuttavia un gran bell'anime, che sa concludersi in modo esauriente in soli 13 episodi, cosa non comune devo dire. Riesce a esprimere molto chiaramente diversi sentimenti, come il senso di smarrimento o la tristezza senza spiegazione che ti catturano a un certo punto della vita, e mi ha dato un grande sollievo che non si sia concluso male. I disegni sono molto belli e le musiche si adattano perfettamente all'atmosfera malinconica dell'anime. E' uno di quegli anime di cui va compreso il vero significato, e ciò porta a riflettere su cose davvero importanti.
Quanto il Giappone sia capace di dare è una domanda alla quale è difficile trovare una risposta che sappia delineare un quantità specifica. Si può venire distratti da prodotti fatti con lo stampino che non sono assolutamente capaci di spiegare una cultura così complessa e antica, e di conseguenza non accorgersi che in realtà questo mondo così lontano, e diametralmente opposto al nostro, sia in grado di creare: una cultura e una storia incredibilmente affascinanti, una società scrupolosa, ma satura di spiritualità, e perché no, anche i prodotti che più avvicinano al Sol Levante i giovani di tutto il mondo: gli anime e i manga.
Negli anime si può trovare quel Giappone antico, etereo e misterioso, che sa infiammare la fantasia di chiunque...
Ebbene, questo Giappone è presente in quantità in Haibane Renmei, uno degli anime più belli di sempre.
Non è facile per me spiegare tutto quello che Haibane Renmei può dare, non è facile per chiunque... Si mescolano insieme un turbinio di emozioni diverse, di colori, e trovare le parole esatte per materializzarli diventa impossibile. Descrivere le sensazioni che questa serie può trasmettere è come cercare di decantare un profumo o un suono; si rischia di sminuire il contenuto con la presunzione di volerlo banalizzare in qualche riga.
Haibane Renmei va visto, va percepito con i propri occhi e la propria coscienza, va ascoltato col cuore, ed è uno sforzo che ripagherà con immagini e suoni che resteranno indelebili per tutta la vita. Questa serie è filosofia, questa serie aprirà in voi meccanismi nuovi, e in più non vi offrirà nemmeno la chiave per mettere in moto i lori ingranaggi. La risposta alle domande che Haibane Renmei farà è racchiusa in voi, e solo voi potrete trovarla.
Personaggi che sembrano veri, una quantità di sotto-trame degna di Neon Genesis Evangelion, musiche da premio Oscar, se tutto questo non vi pare ancora abbastanza siete troppo esigenti!
L'unico avvertimento possibile da fare è che Haibane Renmei è un prodotto fortemente elitario, dal grande contenuto intellettuale.
Haibane Renmei è lento, drammatico, maturo: io lo consiglio solo a chi ricerca qualcosa di più della stuccosa banalità dei prodotti giapponesi che vengono tradotti dalla maggior parte dei fansub qui in Italia.
Ma per chi fosse pronto a distaccarsi dall'ovvietà quotidiana, per intraprendere un viaggio psichico-spirituale-filosofico di 13 episodi, sensazioni speciali e meraviglia sono garantite.
Il massimo dei voti è limitante per descrivere tanta bellezza.
Negli anime si può trovare quel Giappone antico, etereo e misterioso, che sa infiammare la fantasia di chiunque...
Ebbene, questo Giappone è presente in quantità in Haibane Renmei, uno degli anime più belli di sempre.
Non è facile per me spiegare tutto quello che Haibane Renmei può dare, non è facile per chiunque... Si mescolano insieme un turbinio di emozioni diverse, di colori, e trovare le parole esatte per materializzarli diventa impossibile. Descrivere le sensazioni che questa serie può trasmettere è come cercare di decantare un profumo o un suono; si rischia di sminuire il contenuto con la presunzione di volerlo banalizzare in qualche riga.
Haibane Renmei va visto, va percepito con i propri occhi e la propria coscienza, va ascoltato col cuore, ed è uno sforzo che ripagherà con immagini e suoni che resteranno indelebili per tutta la vita. Questa serie è filosofia, questa serie aprirà in voi meccanismi nuovi, e in più non vi offrirà nemmeno la chiave per mettere in moto i lori ingranaggi. La risposta alle domande che Haibane Renmei farà è racchiusa in voi, e solo voi potrete trovarla.
Personaggi che sembrano veri, una quantità di sotto-trame degna di Neon Genesis Evangelion, musiche da premio Oscar, se tutto questo non vi pare ancora abbastanza siete troppo esigenti!
L'unico avvertimento possibile da fare è che Haibane Renmei è un prodotto fortemente elitario, dal grande contenuto intellettuale.
Haibane Renmei è lento, drammatico, maturo: io lo consiglio solo a chi ricerca qualcosa di più della stuccosa banalità dei prodotti giapponesi che vengono tradotti dalla maggior parte dei fansub qui in Italia.
Ma per chi fosse pronto a distaccarsi dall'ovvietà quotidiana, per intraprendere un viaggio psichico-spirituale-filosofico di 13 episodi, sensazioni speciali e meraviglia sono garantite.
Il massimo dei voti è limitante per descrivere tanta bellezza.
Chi come me ama lo scrittore Haruki Murakami non può che apprezzare questa serie che richiama per alcune cose, fondamentali nella storia, uno dei libri più belli del grande romanziere giapponese: "La fine del mondo e il paese del meraviglie". Quali cose? La città dalle mura invalicabili e la perdita di memoria del protagonista del libro rispetto alla sua vita passata.
La serie è particolare. Racconta le vicende di un gruppo di haibane, che sembrano angeli per via delle ali e dell'aureola, concentrandosi in particolare su Rakka, l'ultima arrivata, e Reki, la più anziana.
La trama stenta a decollare (ma non annoia), nei primi episodi non succede quasi nulla, ma poi i toni si fanno anche drammatici e la serie anche in mancanza del colpo di scena finale che uno si aspetta (che ci sarà dietro quelle mura?) lascia comunque la sensazione di aver visto qualcosa di bello, diverso, toccante.
Nota di merito per l'Ost.
Consiglio: ovviamente leggete anche il libro di Murakami!
La serie è particolare. Racconta le vicende di un gruppo di haibane, che sembrano angeli per via delle ali e dell'aureola, concentrandosi in particolare su Rakka, l'ultima arrivata, e Reki, la più anziana.
La trama stenta a decollare (ma non annoia), nei primi episodi non succede quasi nulla, ma poi i toni si fanno anche drammatici e la serie anche in mancanza del colpo di scena finale che uno si aspetta (che ci sarà dietro quelle mura?) lascia comunque la sensazione di aver visto qualcosa di bello, diverso, toccante.
Nota di merito per l'Ost.
Consiglio: ovviamente leggete anche il libro di Murakami!
<b>Attenzione: spoiler sulla serie!</b>
Haibane Renmei è il miglior anime che io abbia mai visto (non posso dire che è il miglior anime della storia, perché non ho visto tutti gli anime che esistono, ma sicuramente è il miglior anime della mia storia).
La mia recensione contiene spoiler, perciò se non avete visto l'anime non leggetela. Sul serio: è come se vi raccontassi del vostro primo bacio prima che riusciate a poggiare le vostre labbra su quelle tanto agognate. Non avrebbe senso. E' un percorso troppo personale e speciale per prendervelo precotto da questa recensione.
Comincio...
Concordo con alcune delle recensioni precedenti, in particolare con quella di Zelgadis, del quale non voglio ripetere l'approfondita analisi. E' difficile esprimere in concetti razionali le sensazioni provate guardando questa serie: la spensieratezza del mondo della città di Glie da un lato, la cupa agitazione che si condivide con Reki negli ultimi episodi dall'altro. Una bilancia che tende alla perfezione, dando allo spettatore un ruolo privilegiato: quello di colui che non sta semplicemente guardando un'opera, ma che ripercorrendo le emozioni e i dubbi dei personaggi sta vivendo qualcosa di estremamente famigliare. Haibane Renmei è un cristallo di esistenza condensato dentro tredici puntate intense, dalle quali è impossibile staccarsi anche solo per un secondo, ognuna delle quali ci porta un po' più vicino a conoscere il mondo: non quello della rappresentazione, ma quello dei protagonisti, e di conseguenza anche il nostro mondo interiore, fatto di lotta e di "circoli della colpa" che vanno a condensarsi in paure e timori, ma anche il desiderio di attaccarci agli altri (i nostri amici, amori, compagni) e continuare a vivere con loro i piccoli e preziosi momenti della nostra vita.
Il paradigma delle mura, il dilemma della città di Glie, il mistero della confederazione e dei toga... l'anime riesce a creare moltissimi spunti di parallelismo con i quesiti essenziali e irrisolvibili dell'uomo, permettendoci di riflettere sulla domanda e non sulla risposta, sul cammino prima che sulla meta... non è forse il nostro interrogarci, l'immancabile spinta dell'essere umano verso l'infinito, meta utopica e irraggiungibile, a caratterizzare la nostra natura? Gli interrogativi che portano alla nascita delle religioni e della scienza, il continuo e tumultuoso ingegno dell'uomo, non è forse rivolto a colmare quelli che sentiamo come i "vuoti" del mondo? In Haibane Renmei viviamo esattamente una rappresentazione del nostro percorso attraverso l'esistenza come comunità e come singoli individui.
Cos'è il peccato che macchia di nero le ali dei Sid-Bound? Paradossalmente una colpa avulsa dalla vita nel mondo degli Haibane, ma che si ricollega ad essa nel perpetuarsi di un nostro limite interiore, che ci impedisce di raggiungere la "redenzione". Ma cos'è la redenzione se non la felicità, la pace del nostro cuore, l'acquisita placidità dell'animo nel momento in cui riusciamo a condividere il tormento e il dolore con gli altri e ad abbandonare la paura di ciò che verrà, perché ormai convinti dell'irripetibile bellezza della vita vissuta appieno?
Ecco allora perché quest'anime diventa un capolavoro in due sensi.
Da un lato è letteralmente un "masterpiece" , una pietra miliare dell'animazione, poiché rappresenta una storia bellissima e commovente, piena di emozione e di interrogativi, con scenari imperdibili e un'ottima caratterizzazione dei personaggi.
Dall'altro è un colosso della creatività umana, della capacità di dare voce a quelle sensazioni che sentiamo alla base della nostra percezione della vita, a quelle emozioni che come lame acuminate che ci sferzano il cuore e la testa quando cum-patiamo (nel senso etimologico del termine) la struggente storia dell'esistenza vista con altri occhi.
E in questo capolavoro gli occhi di Rakka e di Reki saranno i nostri, e nostre le loro mani e le loro lacrime e le loro grida nell'abbandonarsi a quella consapevolezza coraggiosa che è il grande messaggio di tutta l'opera.
Haibane Renmei è una favola raccontata da un nostro amico, dalla nostra ragazza, da nostra madre, quando tengono la nostra mano e stringono il cordone ombelicale della nostra vita per diventarne parte attraverso le loro emozioni.
E' l'esistenza raccontata senza nessuna pretesa, senza certezze, in modo assurdamente e assolutamente semplice: come la conosciamo e la possiamo conoscere.
E' la vita in punta di piedi che vuole sedersi accanto al nostro letto per sussurrarci nel cuore note di armonia.
E allora non varrà a nulla nasconderci dietro alle maschere delle nostre paure e sotto alle ingegnose costruzioni della nostra sicurezza: quando vuole esploderti dentro, la vita, non ti lascia scampo, ti prende e ti scuote l'animo, almeno fino al punto da farti vivere un istante (fosse anche solo un istante ne varrebbe davvero la pena) di infinita speranza.
Haibane Renmei è il miglior anime che io abbia mai visto (non posso dire che è il miglior anime della storia, perché non ho visto tutti gli anime che esistono, ma sicuramente è il miglior anime della mia storia).
La mia recensione contiene spoiler, perciò se non avete visto l'anime non leggetela. Sul serio: è come se vi raccontassi del vostro primo bacio prima che riusciate a poggiare le vostre labbra su quelle tanto agognate. Non avrebbe senso. E' un percorso troppo personale e speciale per prendervelo precotto da questa recensione.
Comincio...
Concordo con alcune delle recensioni precedenti, in particolare con quella di Zelgadis, del quale non voglio ripetere l'approfondita analisi. E' difficile esprimere in concetti razionali le sensazioni provate guardando questa serie: la spensieratezza del mondo della città di Glie da un lato, la cupa agitazione che si condivide con Reki negli ultimi episodi dall'altro. Una bilancia che tende alla perfezione, dando allo spettatore un ruolo privilegiato: quello di colui che non sta semplicemente guardando un'opera, ma che ripercorrendo le emozioni e i dubbi dei personaggi sta vivendo qualcosa di estremamente famigliare. Haibane Renmei è un cristallo di esistenza condensato dentro tredici puntate intense, dalle quali è impossibile staccarsi anche solo per un secondo, ognuna delle quali ci porta un po' più vicino a conoscere il mondo: non quello della rappresentazione, ma quello dei protagonisti, e di conseguenza anche il nostro mondo interiore, fatto di lotta e di "circoli della colpa" che vanno a condensarsi in paure e timori, ma anche il desiderio di attaccarci agli altri (i nostri amici, amori, compagni) e continuare a vivere con loro i piccoli e preziosi momenti della nostra vita.
Il paradigma delle mura, il dilemma della città di Glie, il mistero della confederazione e dei toga... l'anime riesce a creare moltissimi spunti di parallelismo con i quesiti essenziali e irrisolvibili dell'uomo, permettendoci di riflettere sulla domanda e non sulla risposta, sul cammino prima che sulla meta... non è forse il nostro interrogarci, l'immancabile spinta dell'essere umano verso l'infinito, meta utopica e irraggiungibile, a caratterizzare la nostra natura? Gli interrogativi che portano alla nascita delle religioni e della scienza, il continuo e tumultuoso ingegno dell'uomo, non è forse rivolto a colmare quelli che sentiamo come i "vuoti" del mondo? In Haibane Renmei viviamo esattamente una rappresentazione del nostro percorso attraverso l'esistenza come comunità e come singoli individui.
Cos'è il peccato che macchia di nero le ali dei Sid-Bound? Paradossalmente una colpa avulsa dalla vita nel mondo degli Haibane, ma che si ricollega ad essa nel perpetuarsi di un nostro limite interiore, che ci impedisce di raggiungere la "redenzione". Ma cos'è la redenzione se non la felicità, la pace del nostro cuore, l'acquisita placidità dell'animo nel momento in cui riusciamo a condividere il tormento e il dolore con gli altri e ad abbandonare la paura di ciò che verrà, perché ormai convinti dell'irripetibile bellezza della vita vissuta appieno?
Ecco allora perché quest'anime diventa un capolavoro in due sensi.
Da un lato è letteralmente un "masterpiece" , una pietra miliare dell'animazione, poiché rappresenta una storia bellissima e commovente, piena di emozione e di interrogativi, con scenari imperdibili e un'ottima caratterizzazione dei personaggi.
Dall'altro è un colosso della creatività umana, della capacità di dare voce a quelle sensazioni che sentiamo alla base della nostra percezione della vita, a quelle emozioni che come lame acuminate che ci sferzano il cuore e la testa quando cum-patiamo (nel senso etimologico del termine) la struggente storia dell'esistenza vista con altri occhi.
E in questo capolavoro gli occhi di Rakka e di Reki saranno i nostri, e nostre le loro mani e le loro lacrime e le loro grida nell'abbandonarsi a quella consapevolezza coraggiosa che è il grande messaggio di tutta l'opera.
Haibane Renmei è una favola raccontata da un nostro amico, dalla nostra ragazza, da nostra madre, quando tengono la nostra mano e stringono il cordone ombelicale della nostra vita per diventarne parte attraverso le loro emozioni.
E' l'esistenza raccontata senza nessuna pretesa, senza certezze, in modo assurdamente e assolutamente semplice: come la conosciamo e la possiamo conoscere.
E' la vita in punta di piedi che vuole sedersi accanto al nostro letto per sussurrarci nel cuore note di armonia.
E allora non varrà a nulla nasconderci dietro alle maschere delle nostre paure e sotto alle ingegnose costruzioni della nostra sicurezza: quando vuole esploderti dentro, la vita, non ti lascia scampo, ti prende e ti scuote l'animo, almeno fino al punto da farti vivere un istante (fosse anche solo un istante ne varrebbe davvero la pena) di infinita speranza.
Alcune volte ci troviamo di fronte a prodotti che si discostano fortemente dalla massa sia per i temi che le ambientazioni, prodotti che non tutti apprezzano poichè privi di azione o troppo riflessivi, ma non per questi motivi essi devono essere giudicati al di sotto di ciò che meritano. Haibane Renmei-Ali grigie serie del 2002 è uno di questi, un prodotto di un alto spessore non adatto però a molte persone. Nel nostro caso siamo di fronte ad una serie davvero ben realizzata, ricca di dettagli e piccolezze che non hanno una facile lettura ma che danno da pensare, una serie che lascia più dubbi di quante risposte dia realmente, ma allo stesso tempo una serie che da delle risposte importantissime sulla vita, anche se devono però essere trovate riflettendo e indagando non poco in noi stessi. In questo modo dobbiamo pensare anche all'anime, infatti anche le protagoniste dello stesso si pongono degli interrogativi esistenziali che si intrecceranno per tutta la serie e sostituiranno (anche molto bene) azione e divertimento. La storia che può sembrare banale è basata sulla naturalezza e allo stesso tempo innaturalezza riguardo la vita dei nostri protagonisti, le vicende si svolgono in un luogo davvero molto bello e intrigante, un luogo dove tutto si svolge normalmente e quotidianamente nella massima tranquillità, dove forse qualcuno di noi vorrebbe vivere; ma tutto ciò è basato a mio avviso su un'innaturalezza, delle leggi che governano il mondo, delle leggi a cui nessuno può scappare,(leggi a cui se ci facciamo caso siamo anche noi sottoposti, in quanto, se ci facciamo un vero esame di coscienza, possiamo vedere quanto siano davvero poche le cose nella nostra vita che decidiamo da soli, perchè noi tutti siamo schiavi della società e delle leggi che essa pone). Haibane Renmai da una parte ci può far riflettere su questo e su molto altro, dall'altro lato si basa su concetti poetici e religiosi, su sogni e peccati. Tutto ciò viene portato alla luce in 13 splendidi episodi che, anche se decollano molto lentamente, nascondono veramente un senso di piacevolezza. Niente da obiettare nemmeno per la parte tecnica, i disegni e le animazioni sono realizzati molto bene, e la colonna sonora non sbaglia un colpo. Sinceramente non so se consigliarlo a tutti, una parte di me lo vorrebbe fare per farvi vivere le esperienze che io stesso ho vissuto e ricorderò per molto tempo, l'altra parte mi dice che non tutti potreste digerirlo dimenticandolo e non traendone alcun insegnamento, però dico lo stesso di vederlo....
Anime di una delicatezza rara, che ho trovato in ben poche delle (molte) serie che ho avuto la fortuna di seguire.
La storia della prende avvio da idee semplici, ma tutte estremamente originali: una ragazza nasce da un seme, attecchito in una "Vecchia Casa". Non sa chi sia, né da dove provenga, né perché si trovi lì. Si ricorda solo il sogno che l'ha accompagnata. Altre ragazze simili a lei la accolgono. Sulle spalle ognuna di loro ha delle piccole Ali Grigie, che dopo una notte di dolore spunteranno anche a lei. Chi sono queste ragazze? Qual è il senso della loro nascita in una città circondata da mura invalicabili che solo uccelli e particolari individui chiamati Toga possono attraversare? Qual è lo scopo della confraternita chiamata "Haibane Renmei" (Lega delle Ali Grigie) che controlla e regola la vita degli individui nati dai semi? Qual è il significato dei sogni a cui ciascuna di loro è legata? Queste, e molte altre, le domande che accompagneranno lo spettatore fino alla fine. Senza che a tutte venga data una risposta, e forse questo è uno degli aspetti più controversi della serie. Tuttavia, senza paura di spoilerare, io ritengo che l'intera opera in tutta la sua poesia sia una grande metafora della vita umana. Come tale non necessita di risposte o spiegazioni perché neppure la vita le fornisce tutte. "Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?", sono domande che da secoli assillano l'Uomo. E l'unica cosa che l'Uomo può fare è continuare a vivere, e aspettare che altre Ali Grigie nascano dai semi.
Si possono individuare due distinti capitoli nello sviluppo della trama: ad una prima parte di "presentazione" se ne contrappone una seconda più emotivamente coinvolgente. Le due parti trovano congiunzione nell'intensissimo episodio 6.
Dal punto di vista tecnico l'anime è discretamente realizzato, senza infamia e senza lode. Il che è un peccato, perché una realizzazione più attenta gli avrebbe certamente procurato un maggior successo di pubblico, e lo avrebbe elevato senza alcun dubbio tra i capolavori senza tempo dell'animazione. A risentirne è soprattutto la continuità: a scene splendide e animazioni naturali seguono talvolta scene con cura insufficiente per i dettagli. Ottime invece la colorazione e la fotografia, entrambe di grande atmosfera (i giochi di ombre e colori cupi delle ultime puntate sono eccezionali).
La colonna sonora, con il suo carattere sognante e angelico, sviluppa in maniera magistrale la poesia di alcuni episodi e merita anche un ascolto separato. Si segnala soprattutto il brano che funge da sigla iniziale, "Free Bird", che è anche uno dei temi portanti dell'opera. Buona anche la sigla finale, "Blue Flow", specie nella versione breve.
Concludo questa recensione dicendo che questo è un anime che amo molto, e che più di tanti altri è stato capace di emozionarmi e farmi riflettere, di commuovermi e farmi sorridere. Lo consiglio a tutti, senza timore: è impossibile non innamorarsene.
La storia della prende avvio da idee semplici, ma tutte estremamente originali: una ragazza nasce da un seme, attecchito in una "Vecchia Casa". Non sa chi sia, né da dove provenga, né perché si trovi lì. Si ricorda solo il sogno che l'ha accompagnata. Altre ragazze simili a lei la accolgono. Sulle spalle ognuna di loro ha delle piccole Ali Grigie, che dopo una notte di dolore spunteranno anche a lei. Chi sono queste ragazze? Qual è il senso della loro nascita in una città circondata da mura invalicabili che solo uccelli e particolari individui chiamati Toga possono attraversare? Qual è lo scopo della confraternita chiamata "Haibane Renmei" (Lega delle Ali Grigie) che controlla e regola la vita degli individui nati dai semi? Qual è il significato dei sogni a cui ciascuna di loro è legata? Queste, e molte altre, le domande che accompagneranno lo spettatore fino alla fine. Senza che a tutte venga data una risposta, e forse questo è uno degli aspetti più controversi della serie. Tuttavia, senza paura di spoilerare, io ritengo che l'intera opera in tutta la sua poesia sia una grande metafora della vita umana. Come tale non necessita di risposte o spiegazioni perché neppure la vita le fornisce tutte. "Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?", sono domande che da secoli assillano l'Uomo. E l'unica cosa che l'Uomo può fare è continuare a vivere, e aspettare che altre Ali Grigie nascano dai semi.
Si possono individuare due distinti capitoli nello sviluppo della trama: ad una prima parte di "presentazione" se ne contrappone una seconda più emotivamente coinvolgente. Le due parti trovano congiunzione nell'intensissimo episodio 6.
Dal punto di vista tecnico l'anime è discretamente realizzato, senza infamia e senza lode. Il che è un peccato, perché una realizzazione più attenta gli avrebbe certamente procurato un maggior successo di pubblico, e lo avrebbe elevato senza alcun dubbio tra i capolavori senza tempo dell'animazione. A risentirne è soprattutto la continuità: a scene splendide e animazioni naturali seguono talvolta scene con cura insufficiente per i dettagli. Ottime invece la colorazione e la fotografia, entrambe di grande atmosfera (i giochi di ombre e colori cupi delle ultime puntate sono eccezionali).
La colonna sonora, con il suo carattere sognante e angelico, sviluppa in maniera magistrale la poesia di alcuni episodi e merita anche un ascolto separato. Si segnala soprattutto il brano che funge da sigla iniziale, "Free Bird", che è anche uno dei temi portanti dell'opera. Buona anche la sigla finale, "Blue Flow", specie nella versione breve.
Concludo questa recensione dicendo che questo è un anime che amo molto, e che più di tanti altri è stato capace di emozionarmi e farmi riflettere, di commuovermi e farmi sorridere. Lo consiglio a tutti, senza timore: è impossibile non innamorarsene.
Haibane Renmei è un anime molto importante. Non tanto per i temi che tratta o per il disegno, quanto per il fatto che nasce da un doujinshi. Questo particolare è infatti tanto insolito quanto essenziale per costruire un discorso chiaro e fondato sull’anime che sto per recensire.
Nella città di Glie esiste un luogo isolato, destinato ad ospitare le Haibane. Questi esseri ibridi, a metà tra l’angelico e l’umano, vivono le loro esistenze in pace, protette dagli abitanti e da un’organizzazione superiore l’Haibane Remei, ossia una sorta di loro sindacato. Due sono le protagoniste di questa serie : Rakka e Reki. I nomi non sono casuali, le Haibane nascono adulte da un bozzolo che si forma cadendo dal cielo, nel quale svolgono un sogno. Una volta destate dal loro torpore il ricordo di quel sogno diventa il loro nome.
Yoshitoshi Abe crea i tankobon di quest’opera nel 2001. L’anno successivo vede la creazione dell’anime, che si svolge in 13 episodi. La trama è un misto di avventura, mistero e slice of life, davvero ben strutturata, che con una cadenza un po’ lenta, ma costante, accompagna lo spettatore durante la visione.
Se i due personaggi principali sono ben delineati, gli altri sono un contorno comunque disegnato con cura. Anche le altre Haibane sono infatti caratterizzate con una certa cura, per quanto la limitatezza di un palinsesto stagionale possa imporre ristrettezze davvero incidenti su quella che è la caratterizzazione curata di troppi personaggi. Reki è indubbiamente il personaggio di punta. Pur non apperendo come la protagonista si fa subito notare come perno essenziale di una trama che volente o nolente le ruota attorno. Rakka in compenso è l’osservatrice, colei che ci guida attraverso il mondo magico di questi esseri e che pone le domande al posto nostro. Sarà lei infatti a permetterci di capire quali siano i tratti essenziali della vicenda.
Abbiamo parlato dei personaggi, della trama, ma in fondo, di cosa parla questo anime? La risposta è multipla e piuttosto contorta. Si più dir che parli di amicizia, di spiritualità, di amore anche. La verità è che, come ogni slice of life di rispetto questo prodotto non ha un target su cui far convogliare il filo del discorso, tuttavia ciò che lo discosta dal classico è la presenza di una solida trama centrale che unisce le puntate e che imbastisce con lo spettatore un discorso schietto.
Il disegno si presenta come innovativo per la grafica del 2002. Tenue, ovattato, con tinte acquerello molto delicate negli sfondi, si trasforma in vento e passione nei momenti più toccanti e salienti. Luce ed ombra sono mescolate con grande sapienza e padronanza, mentre i personaggi sono un po’ troppo minimal. Il tratto destinato ai protagonisti e alle loro espressioni è ridotto all’osso. Frequenti i fermi immagine sui personaggi di sfondo, che non si muovono di un millimetro, anche per intere scene. Una piccola pecca dunque.
In conclusione un anime godibile, forse un po’ lento all’inizio, che cerca di comunicare valori importanti con risultati non proprio brillanti ed efficaci. Otto.
Nella città di Glie esiste un luogo isolato, destinato ad ospitare le Haibane. Questi esseri ibridi, a metà tra l’angelico e l’umano, vivono le loro esistenze in pace, protette dagli abitanti e da un’organizzazione superiore l’Haibane Remei, ossia una sorta di loro sindacato. Due sono le protagoniste di questa serie : Rakka e Reki. I nomi non sono casuali, le Haibane nascono adulte da un bozzolo che si forma cadendo dal cielo, nel quale svolgono un sogno. Una volta destate dal loro torpore il ricordo di quel sogno diventa il loro nome.
Yoshitoshi Abe crea i tankobon di quest’opera nel 2001. L’anno successivo vede la creazione dell’anime, che si svolge in 13 episodi. La trama è un misto di avventura, mistero e slice of life, davvero ben strutturata, che con una cadenza un po’ lenta, ma costante, accompagna lo spettatore durante la visione.
Se i due personaggi principali sono ben delineati, gli altri sono un contorno comunque disegnato con cura. Anche le altre Haibane sono infatti caratterizzate con una certa cura, per quanto la limitatezza di un palinsesto stagionale possa imporre ristrettezze davvero incidenti su quella che è la caratterizzazione curata di troppi personaggi. Reki è indubbiamente il personaggio di punta. Pur non apperendo come la protagonista si fa subito notare come perno essenziale di una trama che volente o nolente le ruota attorno. Rakka in compenso è l’osservatrice, colei che ci guida attraverso il mondo magico di questi esseri e che pone le domande al posto nostro. Sarà lei infatti a permetterci di capire quali siano i tratti essenziali della vicenda.
Abbiamo parlato dei personaggi, della trama, ma in fondo, di cosa parla questo anime? La risposta è multipla e piuttosto contorta. Si più dir che parli di amicizia, di spiritualità, di amore anche. La verità è che, come ogni slice of life di rispetto questo prodotto non ha un target su cui far convogliare il filo del discorso, tuttavia ciò che lo discosta dal classico è la presenza di una solida trama centrale che unisce le puntate e che imbastisce con lo spettatore un discorso schietto.
Il disegno si presenta come innovativo per la grafica del 2002. Tenue, ovattato, con tinte acquerello molto delicate negli sfondi, si trasforma in vento e passione nei momenti più toccanti e salienti. Luce ed ombra sono mescolate con grande sapienza e padronanza, mentre i personaggi sono un po’ troppo minimal. Il tratto destinato ai protagonisti e alle loro espressioni è ridotto all’osso. Frequenti i fermi immagine sui personaggi di sfondo, che non si muovono di un millimetro, anche per intere scene. Una piccola pecca dunque.
In conclusione un anime godibile, forse un po’ lento all’inizio, che cerca di comunicare valori importanti con risultati non proprio brillanti ed efficaci. Otto.
Haibane Renmei possiede 2, o forse 3 livelli di apprezzamento.
Il primo livello è il più semplice: angioletti caduti dal cielo a cui si dà un nome in base al sogno che fanno nel loro bozzolo, con tanto di ali e aureola, che si guadagnano da vivere lavorando nel bel paesino vicino alla loro Old Home. Ogni tanto qualche puttina prende il volo e supera le mura che circondano il loro piccolo mondo. E, per uno spettatore poco attento, è FINE della storia.
Per uno spettatore attento, in ogni gesto delle care Haibane c'è più di quanto sembra. Ogni parola è poesia, ogni frase una metafora, ogni periodo una riflessione. Le atomosfere sono serene, semplici, naturali. La colonna sonora, a partire dalla Opening e coronando con la Ending, fa vibrare profondamente l'anima appassionata che segue la serie.
La realizzazione tecnica è impeccabile, ma ad un occhio poco esperto dapprima può sembrare molto semplice ed abbozzata (come è successo a me). Il character design è uno dei migliori che abbia mai visto. Ogni personaggio è una storia, chi più o meno degli altri.
Il finale è magnifico, toccante e corretto. Non ci si poteva aspettare nulla di meno da un anime così. E la sensazione che il ciclo continui contribuisce a rendere Haibane Renmei, almeno per me, qualcosa che non possiede un tempo o uno spazio, ma che rimane tutto sommato indefinito, quasi fosse un sogno.
Da vedere, ma siate pronti a commuovervi e a riflettere a lungo.
Il primo livello è il più semplice: angioletti caduti dal cielo a cui si dà un nome in base al sogno che fanno nel loro bozzolo, con tanto di ali e aureola, che si guadagnano da vivere lavorando nel bel paesino vicino alla loro Old Home. Ogni tanto qualche puttina prende il volo e supera le mura che circondano il loro piccolo mondo. E, per uno spettatore poco attento, è FINE della storia.
Per uno spettatore attento, in ogni gesto delle care Haibane c'è più di quanto sembra. Ogni parola è poesia, ogni frase una metafora, ogni periodo una riflessione. Le atomosfere sono serene, semplici, naturali. La colonna sonora, a partire dalla Opening e coronando con la Ending, fa vibrare profondamente l'anima appassionata che segue la serie.
La realizzazione tecnica è impeccabile, ma ad un occhio poco esperto dapprima può sembrare molto semplice ed abbozzata (come è successo a me). Il character design è uno dei migliori che abbia mai visto. Ogni personaggio è una storia, chi più o meno degli altri.
Il finale è magnifico, toccante e corretto. Non ci si poteva aspettare nulla di meno da un anime così. E la sensazione che il ciclo continui contribuisce a rendere Haibane Renmei, almeno per me, qualcosa che non possiede un tempo o uno spazio, ma che rimane tutto sommato indefinito, quasi fosse un sogno.
Da vedere, ma siate pronti a commuovervi e a riflettere a lungo.
Semplicemente stupendo. Ci sono tante recensioni analitiche di Haibane Renmei e mi sembra poco significativo aggiungere qualcosa sulla trama. Dico solo che fino ad ora nessun anime mi è apparso coinvolgente e commovente insieme come questo.
Senz'altro si tratta di un prodotto per certi veri particolare, con un andamento lento e cadenzato, per molti altri versi criptico, immerso in una serena e sommessa malinconia, fino all'intensissimo finale.
Aggiungo solo che a mio parere l'anime, anche se non in maniera esplicita, mostra forti collegamenti con la cultura shinto-buddista, presente in tantissime serie giapponesi (per forza!), ma qui veramente "strutturale", penso. Comunque in rete si trovano molteplici interpretazioni diverse tra loro e la cosa bella è che non ve ne è una giusta. Veramente mi sento di dire che qui l'opera interagisce con lo spettatore, e non è solo retorica.
Ah, scandalosamente non è mai stato pubblicato in Italia, anche se i diritti sono stato acquistati anni fa! Io di fatto lo conosco dalla edizione in inglese.
Comunque massimo dei voti, senza dubbio alcuno.
Senz'altro si tratta di un prodotto per certi veri particolare, con un andamento lento e cadenzato, per molti altri versi criptico, immerso in una serena e sommessa malinconia, fino all'intensissimo finale.
Aggiungo solo che a mio parere l'anime, anche se non in maniera esplicita, mostra forti collegamenti con la cultura shinto-buddista, presente in tantissime serie giapponesi (per forza!), ma qui veramente "strutturale", penso. Comunque in rete si trovano molteplici interpretazioni diverse tra loro e la cosa bella è che non ve ne è una giusta. Veramente mi sento di dire che qui l'opera interagisce con lo spettatore, e non è solo retorica.
Ah, scandalosamente non è mai stato pubblicato in Italia, anche se i diritti sono stato acquistati anni fa! Io di fatto lo conosco dalla edizione in inglese.
Comunque massimo dei voti, senza dubbio alcuno.
Toccante e poetico. Sono le prime due parole che mi vengono in mente dopo aver visionato tutta la serie. Benché io non apprezzi particolarmente gli anime troppo sentimentali, Haibane Renmei ha la qualità di affrontare certi argomenti con poesia e delicatezza, ma senza scadere nel mieloso. Si potrebbe immaginare questa opera come una sorta di libro in cui gli spettatori possono leggere, a seconda delle proprie inclinazioni, della propria sensibilità o predisposizione mentale, un modo personale di interpretare i fatti. Non sono molte le cose che vengono spiegate in maniera approfondita, ma, più che altro, vengono forniti indizi (simboli, immagini, parole) con cui lo spettatore può ricostruire, un poco per volta , una sua visione del mondo in cui si muovono gli haibane. E credo che questo fosse proprio l'obiettivo degli autori. Se avete la pazienza di guardare un anime un po' atipico, vi consiglio questo.
Una città attorniata da mura invalicabili, una società composta da uomini e creature dall'aspetto angelico (gli Haibane), una misteriosa confederazione atta a mantenere la pacifica convivenza: tutto questo piomberà addosso a Rakka, l'ultima haibane "nata" all'old home, che senza più un passato e grazie all'aiuto di nuove amiche (anche loro haibane e sue coinquiline) si troverà proiettata a ritagliarsi uno spazio in un mondo totalmente nuovo, a comprenderne le dinamiche, e integrarsi con esso...
Una serie da vedere, intensa ed emozionante; innesta fin da subito un legame simpatetico fra lo spettatore e i protagonisti, coinvolgendolo e portandolo a vivere le stesse situazioni e sensazioni provate. Nessun episodio risulta pesante nonostante la mancanza d'azione, tutto è magistralmente condotto tanto che ogni episodio scivola dopo l'altro quasi senza accorgersene, una serie in cui tutti e tredici gli episodi sono funzionali al filo conduttore principale, niente è di troppo. Il character design (Takada) è godibile, rende perfettamente l'aria soave e "celestiale" dei personaggi, non si poteva chiedere di meglio. Da sottolineare il ruolo delle musiche che contribuiscono alla "materializzazione" degli stati d'animo e a creare l'atmosfera onirica che pervade tutta la serie.
Davvero consigliato.
Una serie da vedere, intensa ed emozionante; innesta fin da subito un legame simpatetico fra lo spettatore e i protagonisti, coinvolgendolo e portandolo a vivere le stesse situazioni e sensazioni provate. Nessun episodio risulta pesante nonostante la mancanza d'azione, tutto è magistralmente condotto tanto che ogni episodio scivola dopo l'altro quasi senza accorgersene, una serie in cui tutti e tredici gli episodi sono funzionali al filo conduttore principale, niente è di troppo. Il character design (Takada) è godibile, rende perfettamente l'aria soave e "celestiale" dei personaggi, non si poteva chiedere di meglio. Da sottolineare il ruolo delle musiche che contribuiscono alla "materializzazione" degli stati d'animo e a creare l'atmosfera onirica che pervade tutta la serie.
Davvero consigliato.
Veramente meraviglioso.
Da vedere assolutamente! Magico, filosofico, sarete trasportati in un mistico mondo per 13 puntate e lascerà il segno. Non sono d'accordo sul fatto che non abbia una vera fine, sono dell'opinione che in realtà in queste 13 puntate venga detto quello che c'è da dire. E poi in fondo non è così anche la vita? Veniamo al mondo senza sapere perchè o ricordare nulla di cosa siamo stati prima. Vediamo le persone lasciarci ed anche se sappiamo che andranno in un posto migliore la cosa non sempre ci conforta. Ma l'importante è capire qual'è la nostra missione sulla terra perchè in fondo qui siamo tutti di passaggio, no?
Da vedere assolutamente! Magico, filosofico, sarete trasportati in un mistico mondo per 13 puntate e lascerà il segno. Non sono d'accordo sul fatto che non abbia una vera fine, sono dell'opinione che in realtà in queste 13 puntate venga detto quello che c'è da dire. E poi in fondo non è così anche la vita? Veniamo al mondo senza sapere perchè o ricordare nulla di cosa siamo stati prima. Vediamo le persone lasciarci ed anche se sappiamo che andranno in un posto migliore la cosa non sempre ci conforta. Ma l'importante è capire qual'è la nostra missione sulla terra perchè in fondo qui siamo tutti di passaggio, no?
È già stato detto tutto quel che si poteva su questa fantastica serie, chiedo scusa se sarò ripetitiva (e per gli spoiler che mi scapperanno).
Ero reduce dalla visione di altri due sedicenti “capolavori del nuovo millennio”, che si sono rivelati uno parecchio sopravvalutato e l’altro una vaccata come poche, per cui ho mantenuto basse le aspettative, temendo che anche in questo caso avessero ragione i pochi detrattori. Beh, non ci azzecco mai!
Dopo i primi due episodi avevo già una buona impressione, ma non per i motivi giusti. L’originalità della trama era indubbia, così come la bellezza di musiche, disegni e fondali (tra i migliori mai visti in un anime), ma ciò che all’inizio mi aveva maggiormente colpito era, lo ammetto, l’aspetto più superficiale di HR, cioè il “fattore mistero”. Cosa sono le Haibane? E i Toga? Cosa nascondono le mura? E poi c’era quella sottile inquietudine di fondo che contrastava con l’atmosfera pacifica…
Insomma, sembrava la tipica serie che parte lenta per poi sconvolgere all’improvviso con qualcosa di grosso, e a farmi proseguire la visione è stata proprio la curiosità di sapere dove sarebbero andati a parare.
Ma l’anime, proseguendo, non forniva nessuna risposta esplicita a queste domande, anzi, nascevano nuovi interrogativi dopo ogni episodio, eppure non ero per niente delusa, ma sempre più coinvolta e sorpresa per la piega che stava prendendo; coinvolta perché non era possibile non affezionarsi ai personaggi e a non rimanere affascinati dal loro mondo fatto di piccole cose quotidiane, sorpresa perché iniziavano ad emergere significati molto profondi, che si inserivano con naturalezza nel contesto, senza retorica o pippe mentali assortite.
Poi, a un certo punto, diventa chiaro che probabilmente non ci sarà nessun grosso evento, che a nessun mistero verrà fornita una spiegazione precisa e sarà lo spettatore a dover trovare le risposte da sé, mettendo insieme tutti i piccoli indizi forniti (ad esempio, non credo sia irragionevole supporre che le Haibane siano persone morte prematuramente e che le sin-bounded si siano suicidate, mentre i sogni possono essere ricordi frammentari delle loro morti, ma sono comunque ipotesi non confermate, ne ho lette altre un po’ diverse ma altrettanto convincenti), ma è giusto così, perché lo scopo di questa serie non è spiegare cosa sono le Haibane, ma far riflettere su grandi temi universali, i dilemmi sulla vita e sulla realizzazione di sé.
Rakka si chiede chi è (cosa sono le Haibane), da dove viene (la sua vita precedente), quale sia il suo scopo (la scelta del lavoro): non sono forse le grandi domande che da sempre si pone l’uomo? E come è possibile non perdere la speranza dopo aver commesso gravi errori e tutto sembra perduto? Forse tutte le risposte sono al di là delle mura, ma Rakka non può trovarle così, l’uomo non può conoscere certe cose, dovrà trovare la sua strada e realizzarsi nel mondo che ha a disposizione. E, infatti, raggiungerà la felicità quando smetterà di farsi queste domande, quando invece che affliggersi per le sue colpe comincerà a espiarle, aiutando chi le sta attorno.
Ci sarebbero moltissime altre cose da dire, ma non voglio tediarvi oltre, altri hanno già spiegato tutto meglio di me, voglio solo sottolineare come sia il mistero a portarti a queste riflessioni: ci sono mille domande in attesa di risposta, tu quindi stai attento ad ogni piccolo particolare per capire i segreti del mondo di HR, cerchi degli indizi per anticipare le rivelazioni, e alla fine, quando la tua attenzione è completamente catturata, sarà impossibile non accorgersi in modo naturale di tutti i veri significati che stanno sotto la superficie.
In definitiva: consigliatissimo a tutti, uno dei rari titoli in grado di arricchirti davvero. Non posso dire di considerarla anch’io la miglior serie di sempre, ma chi la mette al primo posto ha senza dubbio delle buone ragioni.
Ero reduce dalla visione di altri due sedicenti “capolavori del nuovo millennio”, che si sono rivelati uno parecchio sopravvalutato e l’altro una vaccata come poche, per cui ho mantenuto basse le aspettative, temendo che anche in questo caso avessero ragione i pochi detrattori. Beh, non ci azzecco mai!
Dopo i primi due episodi avevo già una buona impressione, ma non per i motivi giusti. L’originalità della trama era indubbia, così come la bellezza di musiche, disegni e fondali (tra i migliori mai visti in un anime), ma ciò che all’inizio mi aveva maggiormente colpito era, lo ammetto, l’aspetto più superficiale di HR, cioè il “fattore mistero”. Cosa sono le Haibane? E i Toga? Cosa nascondono le mura? E poi c’era quella sottile inquietudine di fondo che contrastava con l’atmosfera pacifica…
Insomma, sembrava la tipica serie che parte lenta per poi sconvolgere all’improvviso con qualcosa di grosso, e a farmi proseguire la visione è stata proprio la curiosità di sapere dove sarebbero andati a parare.
Ma l’anime, proseguendo, non forniva nessuna risposta esplicita a queste domande, anzi, nascevano nuovi interrogativi dopo ogni episodio, eppure non ero per niente delusa, ma sempre più coinvolta e sorpresa per la piega che stava prendendo; coinvolta perché non era possibile non affezionarsi ai personaggi e a non rimanere affascinati dal loro mondo fatto di piccole cose quotidiane, sorpresa perché iniziavano ad emergere significati molto profondi, che si inserivano con naturalezza nel contesto, senza retorica o pippe mentali assortite.
Poi, a un certo punto, diventa chiaro che probabilmente non ci sarà nessun grosso evento, che a nessun mistero verrà fornita una spiegazione precisa e sarà lo spettatore a dover trovare le risposte da sé, mettendo insieme tutti i piccoli indizi forniti (ad esempio, non credo sia irragionevole supporre che le Haibane siano persone morte prematuramente e che le sin-bounded si siano suicidate, mentre i sogni possono essere ricordi frammentari delle loro morti, ma sono comunque ipotesi non confermate, ne ho lette altre un po’ diverse ma altrettanto convincenti), ma è giusto così, perché lo scopo di questa serie non è spiegare cosa sono le Haibane, ma far riflettere su grandi temi universali, i dilemmi sulla vita e sulla realizzazione di sé.
Rakka si chiede chi è (cosa sono le Haibane), da dove viene (la sua vita precedente), quale sia il suo scopo (la scelta del lavoro): non sono forse le grandi domande che da sempre si pone l’uomo? E come è possibile non perdere la speranza dopo aver commesso gravi errori e tutto sembra perduto? Forse tutte le risposte sono al di là delle mura, ma Rakka non può trovarle così, l’uomo non può conoscere certe cose, dovrà trovare la sua strada e realizzarsi nel mondo che ha a disposizione. E, infatti, raggiungerà la felicità quando smetterà di farsi queste domande, quando invece che affliggersi per le sue colpe comincerà a espiarle, aiutando chi le sta attorno.
Ci sarebbero moltissime altre cose da dire, ma non voglio tediarvi oltre, altri hanno già spiegato tutto meglio di me, voglio solo sottolineare come sia il mistero a portarti a queste riflessioni: ci sono mille domande in attesa di risposta, tu quindi stai attento ad ogni piccolo particolare per capire i segreti del mondo di HR, cerchi degli indizi per anticipare le rivelazioni, e alla fine, quando la tua attenzione è completamente catturata, sarà impossibile non accorgersi in modo naturale di tutti i veri significati che stanno sotto la superficie.
In definitiva: consigliatissimo a tutti, uno dei rari titoli in grado di arricchirti davvero. Non posso dire di considerarla anch’io la miglior serie di sempre, ma chi la mette al primo posto ha senza dubbio delle buone ragioni.
Molto bello tecnicamente, l'atmosfera che si respira è al tempo stesso ben fatta e rende l'idea di "essere a casa".
L'anime in sè è piuttosto interessante, i personaggi sono molto accattivanti.
I problemi della serie, che comunque resta di buon livello, sono collegati.
Da un lato la trama decolla molto lentamente... i primi 5-6 episodi sono quasi interamente introduttivi...
La trama decolla davvero nelle ultime 3-4 puntate... troppo poche per tutta la carne messa a cuocere dall'autore.
Peccato poteva essere un vero capolavoro ed invece, secondo me, resta un buon anime ma nulla più.
Molto bello il personaggio di Reki, vero fulcro della storia.
L'anime in sè è piuttosto interessante, i personaggi sono molto accattivanti.
I problemi della serie, che comunque resta di buon livello, sono collegati.
Da un lato la trama decolla molto lentamente... i primi 5-6 episodi sono quasi interamente introduttivi...
La trama decolla davvero nelle ultime 3-4 puntate... troppo poche per tutta la carne messa a cuocere dall'autore.
Peccato poteva essere un vero capolavoro ed invece, secondo me, resta un buon anime ma nulla più.
Molto bello il personaggio di Reki, vero fulcro della storia.
Senza dubbio un anime molto curato tecnicamente sia per quanto riguarda i disegni, le ambientazioni e la colonna sonora.
I personaggi sono sviluppati molto bene in quanto fanno partecipe lo spettatore dei propri pensieri e sentimenti senza però mai risultare banali o noiosi. Tuttavia il voto basso è dovuto alla scarsità e alla pochezza della trama. Sin dall'inizio ci domandiamo chi siano (o perlomeno chi siano stati in precedenza) gli Haibane, perchè vivono in una misteriosa città e soprattutto cosa ci sia al di là delle fantomatiche e gelide mura. La scomparsa della piccola Kuu poteva essere un buon pretesto per indagare e per far scoprire qualcosa in più, ma purtroppo così non è stato. Nemmeno il lavoro di Rakka al tempio è servito a dissipare questi dubbi e francamente tutto ciò mi ha lasciato spiazzato e con l'amaro in bocca. Invece devo dire che mi è piaciuto molto l'evoluzione del personaggio di Reki con il colpo di scena finale e per fortuna con un bell'happy ending...
I personaggi sono sviluppati molto bene in quanto fanno partecipe lo spettatore dei propri pensieri e sentimenti senza però mai risultare banali o noiosi. Tuttavia il voto basso è dovuto alla scarsità e alla pochezza della trama. Sin dall'inizio ci domandiamo chi siano (o perlomeno chi siano stati in precedenza) gli Haibane, perchè vivono in una misteriosa città e soprattutto cosa ci sia al di là delle fantomatiche e gelide mura. La scomparsa della piccola Kuu poteva essere un buon pretesto per indagare e per far scoprire qualcosa in più, ma purtroppo così non è stato. Nemmeno il lavoro di Rakka al tempio è servito a dissipare questi dubbi e francamente tutto ciò mi ha lasciato spiazzato e con l'amaro in bocca. Invece devo dire che mi è piaciuto molto l'evoluzione del personaggio di Reki con il colpo di scena finale e per fortuna con un bell'happy ending...
Poetico, significativo, emozionante.
Ed anche... incompreso.
Sì, perché mentre altre serie che puntano solo sul fanservice ma in realtà sono vuotissime di contenuti riescono ad ottenere successo strepitoso sulla massa, quelle che fanno l'esatto opposto a loro volta ottengono molta meno attenzione di quella che meriterebbero.
E poi si dice che è "noioso", "una lagna" ecc....
Ironia della sorte, a volte anche gli stessi appassionati arrivano a lamentare l'incompiutezza dell'opera e la mancanza di spiegazioni per molti fatti. Fraintendono completamente l'opera. Non è di quello che voleva parlare, non di chi sono realmente gli abitanti della città, non di cosa c'è realmente oltre le mura ecc. anche se in realtà tutte queste cose si possono dedurre o quanto meno ipotizzare dagli stessi messaggi che l'anime ci invia: e anche se non sono sempre visibili e serviti su di un piatto d'argento, non sono neanche incomprensibili o oscuri.
Per questo inoltre il trattamento riservato ad Haibane Renmei mi ricorda il trattamento di un altro anime, Evangelion, che oltre alla chiave di lettura psicologica/introspettiva aveva invece anche un lato esterno d'azione e riferimenti cabalistici cool che però non si reggeva senza il primo elemento; molti non compresero il primo e cercarono solo il secondo, fraintendendo l'opera e rimanendone delusi quando essa andò a parare dove effettivamente voleva parare.
C'è chi dice che Haibane Renmei è "lento" e "inutile", critica che non ha senso, come se io criticassi un gatto perché non è un cane, che critica sarebbe? Non sussiste.
Altri parlano di "pseudostoria", per quale motivo? La storia c'è, si sviluppa e ha la sua conclusione, oltre che il suo significato di fondo e le sue possibili interpretazioni (quanti hanno fatto caso al comportamento dei personaggi attorno a Reki e Rakka e alle PROBABILI connessioni/affinità/retaggi con quel che fecero in vita, per cui ora si ritrovano nella condizione di haibane? Quanti hanno voluto pensarci? Quanti si sono invece distratti sui dettagli in superficie?). Anzi, magari tutte le storie fossero significative, intime e significative come questa!
Trovo molto più definibile "pseudo"storia un anime che apre diverse strade ma non ne chiude nessuna finendo per essere un luccicante contenitore vuoto, una ricetta dagli ingredienti gustosi che però viene male cucinata e condita. Haibane Renmei non è per niente questo - probabilmente però ciò che accade nel finale a Rakka e Reki è meno interessante di un anime convenzionale oppure di un canto "d'elfi", ma non si riesce a fare distinzione tra semplice gusto e reale bocciatura di una serie.
Parlando d'altro, non ha senso definirlo "per l'infanzia", visto che dubito che un esponente di tale "categoria" possa realmente cogliere tutti i significati profondi della serie ed eventuali riferimenti nascosti.
Insomma, Haibane Renmei è stupendo... ma non per tutti.
Ed anche... incompreso.
Sì, perché mentre altre serie che puntano solo sul fanservice ma in realtà sono vuotissime di contenuti riescono ad ottenere successo strepitoso sulla massa, quelle che fanno l'esatto opposto a loro volta ottengono molta meno attenzione di quella che meriterebbero.
E poi si dice che è "noioso", "una lagna" ecc....
Ironia della sorte, a volte anche gli stessi appassionati arrivano a lamentare l'incompiutezza dell'opera e la mancanza di spiegazioni per molti fatti. Fraintendono completamente l'opera. Non è di quello che voleva parlare, non di chi sono realmente gli abitanti della città, non di cosa c'è realmente oltre le mura ecc. anche se in realtà tutte queste cose si possono dedurre o quanto meno ipotizzare dagli stessi messaggi che l'anime ci invia: e anche se non sono sempre visibili e serviti su di un piatto d'argento, non sono neanche incomprensibili o oscuri.
Per questo inoltre il trattamento riservato ad Haibane Renmei mi ricorda il trattamento di un altro anime, Evangelion, che oltre alla chiave di lettura psicologica/introspettiva aveva invece anche un lato esterno d'azione e riferimenti cabalistici cool che però non si reggeva senza il primo elemento; molti non compresero il primo e cercarono solo il secondo, fraintendendo l'opera e rimanendone delusi quando essa andò a parare dove effettivamente voleva parare.
C'è chi dice che Haibane Renmei è "lento" e "inutile", critica che non ha senso, come se io criticassi un gatto perché non è un cane, che critica sarebbe? Non sussiste.
Altri parlano di "pseudostoria", per quale motivo? La storia c'è, si sviluppa e ha la sua conclusione, oltre che il suo significato di fondo e le sue possibili interpretazioni (quanti hanno fatto caso al comportamento dei personaggi attorno a Reki e Rakka e alle PROBABILI connessioni/affinità/retaggi con quel che fecero in vita, per cui ora si ritrovano nella condizione di haibane? Quanti hanno voluto pensarci? Quanti si sono invece distratti sui dettagli in superficie?). Anzi, magari tutte le storie fossero significative, intime e significative come questa!
Trovo molto più definibile "pseudo"storia un anime che apre diverse strade ma non ne chiude nessuna finendo per essere un luccicante contenitore vuoto, una ricetta dagli ingredienti gustosi che però viene male cucinata e condita. Haibane Renmei non è per niente questo - probabilmente però ciò che accade nel finale a Rakka e Reki è meno interessante di un anime convenzionale oppure di un canto "d'elfi", ma non si riesce a fare distinzione tra semplice gusto e reale bocciatura di una serie.
Parlando d'altro, non ha senso definirlo "per l'infanzia", visto che dubito che un esponente di tale "categoria" possa realmente cogliere tutti i significati profondi della serie ed eventuali riferimenti nascosti.
Insomma, Haibane Renmei è stupendo... ma non per tutti.
Non mi dilungo parlando del soggetto, già espressa da altri meglio di come io possa fare.
Onirico. Questo il termine che mi viene in mente per descrivere questa bellissima mini serie. Tredici episodi sussurrati all'orecchio più che narrati. Una favola, di quelle che si raccontano ai bambini per andare a dormire, ma per un pubblico maturo che non ha smesso di sognare. Durante la visione di questa serie, senza che tu te ne accorga, si stacca la spina dalla convulza e caotica relatà per entrare in un'oasi di pace, dove, anche quando vi sono accadimenti negativi, di fondo, c'è sempre un senso soffuso di serenità eterea.
Non c'è molto da dire per quanto riguarda l'animazione e la grafica, esse sono perfette allo scopo; la narrazione e il suo ritmo non richiedono per struttura un grosso sforzo da parte dei disegnatori che compiono comunque un eccellente lavoro nel ricreare l'atmosfera adatta, cosa in effetti non da poco.
Il finale, a qualcuno, potrebbe risultare "inconcludente" poichè non fornisce le attese spiegazioni agli elementi portanti della serie. Alcuni pensano ad un possibile continuo. Io personalmente la trovo perfetta così come è, il non spiegare, il lasciare all'immaginazione, fa, a mio parere, senz'altro parte dell' "onirico" a cui prima mi riferivo. Le spiegazioni, difatti, avrebbero ancorato, questa nave dei sogni, al reale. Grazie davvero ai sottotilatori per averci regalato questo viaggio.
Una doeverosa nota: se cercate un anime d'azione o dal ritmo frenetico... questo ne è l' ANTITESI: paragonando un anime ad una corsa nei parchi o per la città... bene... questo è una passeggiata con un anziano... un anziano con una bellissima storia da raccontare.
Onirico. Questo il termine che mi viene in mente per descrivere questa bellissima mini serie. Tredici episodi sussurrati all'orecchio più che narrati. Una favola, di quelle che si raccontano ai bambini per andare a dormire, ma per un pubblico maturo che non ha smesso di sognare. Durante la visione di questa serie, senza che tu te ne accorga, si stacca la spina dalla convulza e caotica relatà per entrare in un'oasi di pace, dove, anche quando vi sono accadimenti negativi, di fondo, c'è sempre un senso soffuso di serenità eterea.
Non c'è molto da dire per quanto riguarda l'animazione e la grafica, esse sono perfette allo scopo; la narrazione e il suo ritmo non richiedono per struttura un grosso sforzo da parte dei disegnatori che compiono comunque un eccellente lavoro nel ricreare l'atmosfera adatta, cosa in effetti non da poco.
Il finale, a qualcuno, potrebbe risultare "inconcludente" poichè non fornisce le attese spiegazioni agli elementi portanti della serie. Alcuni pensano ad un possibile continuo. Io personalmente la trovo perfetta così come è, il non spiegare, il lasciare all'immaginazione, fa, a mio parere, senz'altro parte dell' "onirico" a cui prima mi riferivo. Le spiegazioni, difatti, avrebbero ancorato, questa nave dei sogni, al reale. Grazie davvero ai sottotilatori per averci regalato questo viaggio.
Una doeverosa nota: se cercate un anime d'azione o dal ritmo frenetico... questo ne è l' ANTITESI: paragonando un anime ad una corsa nei parchi o per la città... bene... questo è una passeggiata con un anziano... un anziano con una bellissima storia da raccontare.
Poesia pura.
Questo anime è sorprendente per come riesce a raccontare con tranquillità e serenità una storia profonda e piena di significato. Un mix sapiente di religione e filosofia che spingono i vari personaggi a palesare i loro pregi e i loro difetti nel normale svolgimento della loro vita di ogni giorno in quello che è un mondo creato per loro senza che loro se ne rendano pienamente conto. Un luogo in cui gli Haibane possono rendere conto delle loro azioni fino al momento in cui il loro animo sarà pronto e libero di oltrepassare le mura che li proteggono da loro stessi.
Assolutamente da vedere.
Questo anime è sorprendente per come riesce a raccontare con tranquillità e serenità una storia profonda e piena di significato. Un mix sapiente di religione e filosofia che spingono i vari personaggi a palesare i loro pregi e i loro difetti nel normale svolgimento della loro vita di ogni giorno in quello che è un mondo creato per loro senza che loro se ne rendano pienamente conto. Un luogo in cui gli Haibane possono rendere conto delle loro azioni fino al momento in cui il loro animo sarà pronto e libero di oltrepassare le mura che li proteggono da loro stessi.
Assolutamente da vedere.
Ho dato dieci, ma se fosse possibile darei ancora di piu'.
Haibane Renmei e' stata una sorpresa graditissima, fin dalla prima puntata.
E' capace di rasserenare l'anima con i suoi colori, quasi acquerellati, e le voci calme e i sorrisi sui volti dei personaggi.
E' capace di farti capire molte cose, ti farti stringere il cuore come scoppiare di felicita', di emozionarti.
Non e' il tipico anime dove non succede nulla e rimani deluso. Apparentemente non succede nulla, ma perche' non e' un anime d'azione. Non succede nulla (o quasi) dal punto di vista dell'azione, in realta'e' un qualcosa di epico a livello spirituale in ognuno dei personaggi, una sorta di momento catartico anche per lo spettatore.
Non fatevi imbrogliare dalle alucce bianche (non sempre di tale colore) e dall'aureola, non si sta parlando di una visione cristiana. Forse puo' prendere spunto, ma per poco, perche' con il riscatto dell'anima a cui siamo soliti non ha nulla a che fare.
Gia' solo l'opening e' un piccolo capolavoro a se stante (lo e', per me, anche quella di Elfen Lied, ma si tratta di due capolavori diversi!:) ), che promette bene in nome della serie, e quest'ultima mantiene.
Assolutamente da vedere, da ascoltare. Ed e' d'obbligo rifletterci sopra.
L'ultima puntata e' stata la piu' affascinante di tutte, nonostante i toni piu' tetri e ha davvero toccato quella corda dentro che ti spinge a sussurrare (gridare e' troppo violento) al miracolo.
Guardatelo, merita tutto.
Posso dire senza ombra di dubbio che questo anime e' riuscito a cambiare qualcosa in me, dal profondo.
Grazie Haibane Renmei.
Haibane Renmei e' stata una sorpresa graditissima, fin dalla prima puntata.
E' capace di rasserenare l'anima con i suoi colori, quasi acquerellati, e le voci calme e i sorrisi sui volti dei personaggi.
E' capace di farti capire molte cose, ti farti stringere il cuore come scoppiare di felicita', di emozionarti.
Non e' il tipico anime dove non succede nulla e rimani deluso. Apparentemente non succede nulla, ma perche' non e' un anime d'azione. Non succede nulla (o quasi) dal punto di vista dell'azione, in realta'e' un qualcosa di epico a livello spirituale in ognuno dei personaggi, una sorta di momento catartico anche per lo spettatore.
Non fatevi imbrogliare dalle alucce bianche (non sempre di tale colore) e dall'aureola, non si sta parlando di una visione cristiana. Forse puo' prendere spunto, ma per poco, perche' con il riscatto dell'anima a cui siamo soliti non ha nulla a che fare.
Gia' solo l'opening e' un piccolo capolavoro a se stante (lo e', per me, anche quella di Elfen Lied, ma si tratta di due capolavori diversi!:) ), che promette bene in nome della serie, e quest'ultima mantiene.
Assolutamente da vedere, da ascoltare. Ed e' d'obbligo rifletterci sopra.
L'ultima puntata e' stata la piu' affascinante di tutte, nonostante i toni piu' tetri e ha davvero toccato quella corda dentro che ti spinge a sussurrare (gridare e' troppo violento) al miracolo.
Guardatelo, merita tutto.
Posso dire senza ombra di dubbio che questo anime e' riuscito a cambiare qualcosa in me, dal profondo.
Grazie Haibane Renmei.
Una poesia che si sviluppa attraverso i dialoghi, le musiche, l'arte, le emozioni.
Qualsiasi sia la vostra età, anche se adulti come me, vi troverete un po' più ricchi dopo. Potrebbe sembrarvi che i commenti qui riportati siano esagerati per un semplice anime, lo pensavo anch'io,tanto che ho iniziato a vederlo con molta superficialità. Poi, in un crescendo, senza accorgermene, mi sono ritrovata all'ultima puntata con gli occhi lucidi, davvero turbata.
I muri di cinta della città di Glie fanno risuonare i pensieri degli abitanti... ecco, questo anime fa risuonare i pensieri profondi della vostra anima. Il senso di incompiutezza, il non-detto, il mistero non sono che un trucco per permettere allo spettatore di riversarvi dentro sé stesso, di colmare il vuoto con la propria creatività.
L'unico tentativo di spiegazione lo faccio qui e poi mi fermo, non è giusto razionalizzare lo stupore. Mi pare che il motivo di tanto successo risieda nel fatto che questa storia altro non è che una metafora della vita, della condizione di noi uomini: le domande "esistenziali" senza risposta, le mura quali limitatezza del nostro essere, le relazioni come mezzo -a volte duro- di crescita, il tempo limitato a disposizione di ognuno per compiere/risolvere la propria esistenza, il dover svolgere un lavoro (un altro mezzo di espressione di sé stessi?)...
Nient'altro da aggiungere su arte e musiche, davvero ottime. Guardatelo.
Qualsiasi sia la vostra età, anche se adulti come me, vi troverete un po' più ricchi dopo. Potrebbe sembrarvi che i commenti qui riportati siano esagerati per un semplice anime, lo pensavo anch'io,tanto che ho iniziato a vederlo con molta superficialità. Poi, in un crescendo, senza accorgermene, mi sono ritrovata all'ultima puntata con gli occhi lucidi, davvero turbata.
I muri di cinta della città di Glie fanno risuonare i pensieri degli abitanti... ecco, questo anime fa risuonare i pensieri profondi della vostra anima. Il senso di incompiutezza, il non-detto, il mistero non sono che un trucco per permettere allo spettatore di riversarvi dentro sé stesso, di colmare il vuoto con la propria creatività.
L'unico tentativo di spiegazione lo faccio qui e poi mi fermo, non è giusto razionalizzare lo stupore. Mi pare che il motivo di tanto successo risieda nel fatto che questa storia altro non è che una metafora della vita, della condizione di noi uomini: le domande "esistenziali" senza risposta, le mura quali limitatezza del nostro essere, le relazioni come mezzo -a volte duro- di crescita, il tempo limitato a disposizione di ognuno per compiere/risolvere la propria esistenza, il dover svolgere un lavoro (un altro mezzo di espressione di sé stessi?)...
Nient'altro da aggiungere su arte e musiche, davvero ottime. Guardatelo.
Ali Grigie è davvero una serie strana. Cerca di mischiare l'estetica del cattolicesimo con un'idea di "salvezza" molto zen, molto giapponese _e come poteva essere altrimenti?!? ;) Se credessi agli angeli, gli avrei potuto dare anche dieci. Ma sono ateo. Secondo me è un ottimo prodotto per l'infanzia: i personaggi sono accurati, l'animazione è buona, le musiche delicate e coinvolgenti, non c'è sesso ne' violenza, e soprattutto tratta della colpa, della salvezza e del percorso necessario per passare dall'una all'altra. Un cartone CHE FORMA, insomma. Peccato che io di anni ne abbia 33.
Se potessi dare un solo 10 ad un solo titolo non c'è dubbio che lo darei ad Haibane Renmei.
Dispiace per chi non ne riesce a cogliere la poeticità e i significati dell'anime, ma qui siamo di fronte ad un capolavoro assoluto.
Ma è un capolavoro che difficilmente può essere apprezzato senza fare lo sforzo di comprenderne i messaggi e i significati. E quello che mi propongo di fare in questa recensione è provare a fornirvi quelle chiavi di lettura e spunti di riflessione che questa serie ha offerto a me e che spero possiate trovare anche voi (magari anche diversi) spiegando nel contempo perché considero l'anime un capolavoro da imprimere a fuoco nella storia dell'animazione.
Sinceramente vi chiederei di fidarvi sulla parola e di guardarvi e godere voi stessi di questi 13 episodi anche perché un'analisi critica approfondita di un'opera complessa come Haibane non può prescindere dai suoi contenuti. Tuttavia voglio essere ben sicuro che questo 10 non sia "scarno di motivazioni" per cui chiedo scusa per gli inevitabili spoiler che seguiranno.
Se non avete mai visto Haibane Renmei vi sconsiglio di proseguire con la lettura, ma l'analisi critica la faccio anche per spingere alla riflessione e magari ad una seconda visione chi non è riuscito ad apprezzarlo fino in fondo o chi è caduto nell'equivoco di fondo della serie.
<b>TRAMA E ANALISI GENERALE (minor spoiler)</b>
La trama è semplice e inizia con una ragazza che sogna di cadere dal cielo e un corvo tenta di sostenerne la caduta. Questa stessa ragazza nascerà poi da un bozzolo cresciuto all'interno di una stanza malandata, anche se non si può parlare di vera nascita dato che la ragazza è già grande.
Al suo risveglio questa ragazza viene accolta da persone sconosciute che l'aiutano e le danno un nome in base al sogno fatto (Rakka, che in giapponese significa "cadere").
Nei primi episodi Rakka impara a conoscere il mondo che la circonda e i suoi misteri. E qui l'ambientazione creata è davvero affascinante. Impossibile cercare di approfondirla razionalmente. Rakka ha vaghe memorie di una sua vita passata, ma restano oscuri i motivi della sua rinascita. Una specie di purgatorio? O forse gli Haibane hanno lasciato qualcosa di sospeso nella propria vita?
Ma qui c'è il grande equivoco che porta poi alla critica di questa serie. Ci si aspetta una rivelazione, un qualcosa che porti alla verità e alla conoscenza di questo universo e invece l'attenzione tende sempre più a spostarsi dal macrocosmo dell'ambientazione al microcosmo dei protagonisti.
Le ali, l'aureola e tanti altri simbolismi portano a pensare al cristianesimo, ma in realtà forse è nella dottrina buddista che si devono cercare alcune chiavi di lettura. Rakka compie un percorso che la porta ad una crescita interiore.
Quest'anime colpisce tantissimo emozionalmente, ha una bellissima ambientazione e delle musiche stupende. Solo per questo meriterebbe il voto alto.
Pone degli interrogativi insiti nell'ambientazione. Dove vanno gli Haibane nel giorno del volo? Cosa c'è oltre le mura?
Ma è proprio perché non fornisce risposta a questi interrogativi che l'anime si eleva a capolavoro assoluto.
La felicità è nella verità? No, Rakka completa il suo percorso riuscendo a riconoscere le proprie colpe ed i propri errori, ad accettare e ad amare prima sé stessa e poi il prossimo. Questa di fatto è la chiave della felicità che nel contempo comporta anche il saper accettare i misteri della vita e della morte, il saper accettare che l'uomo non potrà mai avere l'onniscienza.
<b>ULTERIORI APPROFONDIMENTI (major spoiler)</b>
E se questo non vi basta, non c'è scena non c'è azione che non rimandi a qualche altro significato.
Ad esempio viene da chiedersi perché solo alcune Haibane abbiano le ali nere. Viene da interpretare che gli Haibane siano persone che hanno in qualche modo lasciato qualcosa di incompiuto nella loro vita, e che la loro rinascita come Haibane dia loro una nuova possibilità di concludere il loro percorso. Ma è proprio in questo contesto che la colpa più grave di cui ci si possa macchiare è quella di interrompere volontariamente la propria vita (Reki è sicuramente morta suicidandosi e forse anche Rakka).
E ancora si potrebbe riflettere su come il comportamento di ognuno dei 7 Haibane (i 6 della Old Home più Midori) rispecchi in qualche modo i tradizionali peccati capitali della religione cristiana.
Pensate a Kuu che racconta di come appena arrivata cercava di imitare le altre: indossava gli occhiali di Hikari, prendeva lo scooter di Reki (invidia). Ed è emblematico come alla fine quando è pronta per il volo regali i suoi vestiti vecchi a Rakka.
E poi anche le altre:
Reki rappresenta la superbia, considerato nella religione cristiana il peggiore dei peccati capitali, capace di portare anche agli altri. Guarda caso solo ammettendo di avere bisogno di aiuto riesce a superare la sua prova.
Rakka invece rappresenta il peccato di gola, sempre inteso come voglia di affetto degli altri. Nella vita credeva di essere sola ed invece aveva qualcuno accanto a lei (il corvo potrebbe in qualche modo rappresentare un familiare, forse il padre o la madre). E notate come il percorso di Rakka non si concluda affatto con l'ammissione di colpa nei confronti del corvo. No, Rakka, che più di tutte ha sofferto l'abbandono di Kuu riesce a salutare Reki col volto sereno e sorridente. È qui che Rakka mostra davvero come sia avvenuto il suo cambiamento interiore.
Kana: avarizia intesa come porre avanti le cose materiali rispetto a quelle spirituali. Quando Kuu è ascesa pensa al fatto che possa sentire la campana, quando Rakka è depressa insiste sul fatto di cambiare il letto e così via...
Hikari: lussuria intesa come impulsività o mancanza di controllo. Reki la definisce come la più irresponsabile e ne da prova ad esempio usando lo stampo dell'aureola per fare i dolci o mettendosi a ballare sul ponte sospeso.
Midori: Ira. Prova un grande rancore nei confronti di Reki, nonostante fossero buone amiche.
Nemu: ozio. Questo sembra evidente, anche se più volte viene sottolineato come Nemu sia diventata affidabile e che riesca sempre a portare a termine i suoi compiti. Probabilmente ha già superato la sua prova, ma le viene concesso di rimanere a Glie per stare vicina a Reki. In questo caso si spiegherebbe anche il fatto che nonostante sia lì da più tempo di Reki il suo tempo non sia scaduto.
Altra iterpretazione: ma il tempo scade veramente? O è più una condizione interiore? La questione Nemu -Reki sembrerebbe avvalorare la seconda ipotesi e quindi si torna ancora al percorso interiore. Guai a fermarsi all'analisi del macrocosmo in Haibane.
Ce ne sarebbe ancora, ma più che una recensione credo che questa si stia avvicinando ad un trattato.
La mia recensione precedente era scarna, si limitava a dire che Haibane Renmei è il miglior anime mai visto. È stata cancellata perché poco significativa, ora spero di aver spiegato perché questo è il miglior anime che io abbia mai visto. Ok sarà soggettivo, ma la visione di Haibane Renmei mi ha arricchito emotivamente e spiritualmente. Pensate che in alcuni punti posso anche non convenire con il messaggio dell'autore, ma il tutto è reso in maniera talmente delicata e poetica da rendere la storia assolutamente perfetta.
Il mio Voto: miglior anime di sempre.
Dispiace per chi non ne riesce a cogliere la poeticità e i significati dell'anime, ma qui siamo di fronte ad un capolavoro assoluto.
Ma è un capolavoro che difficilmente può essere apprezzato senza fare lo sforzo di comprenderne i messaggi e i significati. E quello che mi propongo di fare in questa recensione è provare a fornirvi quelle chiavi di lettura e spunti di riflessione che questa serie ha offerto a me e che spero possiate trovare anche voi (magari anche diversi) spiegando nel contempo perché considero l'anime un capolavoro da imprimere a fuoco nella storia dell'animazione.
Sinceramente vi chiederei di fidarvi sulla parola e di guardarvi e godere voi stessi di questi 13 episodi anche perché un'analisi critica approfondita di un'opera complessa come Haibane non può prescindere dai suoi contenuti. Tuttavia voglio essere ben sicuro che questo 10 non sia "scarno di motivazioni" per cui chiedo scusa per gli inevitabili spoiler che seguiranno.
Se non avete mai visto Haibane Renmei vi sconsiglio di proseguire con la lettura, ma l'analisi critica la faccio anche per spingere alla riflessione e magari ad una seconda visione chi non è riuscito ad apprezzarlo fino in fondo o chi è caduto nell'equivoco di fondo della serie.
<b>TRAMA E ANALISI GENERALE (minor spoiler)</b>
La trama è semplice e inizia con una ragazza che sogna di cadere dal cielo e un corvo tenta di sostenerne la caduta. Questa stessa ragazza nascerà poi da un bozzolo cresciuto all'interno di una stanza malandata, anche se non si può parlare di vera nascita dato che la ragazza è già grande.
Al suo risveglio questa ragazza viene accolta da persone sconosciute che l'aiutano e le danno un nome in base al sogno fatto (Rakka, che in giapponese significa "cadere").
Nei primi episodi Rakka impara a conoscere il mondo che la circonda e i suoi misteri. E qui l'ambientazione creata è davvero affascinante. Impossibile cercare di approfondirla razionalmente. Rakka ha vaghe memorie di una sua vita passata, ma restano oscuri i motivi della sua rinascita. Una specie di purgatorio? O forse gli Haibane hanno lasciato qualcosa di sospeso nella propria vita?
Ma qui c'è il grande equivoco che porta poi alla critica di questa serie. Ci si aspetta una rivelazione, un qualcosa che porti alla verità e alla conoscenza di questo universo e invece l'attenzione tende sempre più a spostarsi dal macrocosmo dell'ambientazione al microcosmo dei protagonisti.
Le ali, l'aureola e tanti altri simbolismi portano a pensare al cristianesimo, ma in realtà forse è nella dottrina buddista che si devono cercare alcune chiavi di lettura. Rakka compie un percorso che la porta ad una crescita interiore.
Quest'anime colpisce tantissimo emozionalmente, ha una bellissima ambientazione e delle musiche stupende. Solo per questo meriterebbe il voto alto.
Pone degli interrogativi insiti nell'ambientazione. Dove vanno gli Haibane nel giorno del volo? Cosa c'è oltre le mura?
Ma è proprio perché non fornisce risposta a questi interrogativi che l'anime si eleva a capolavoro assoluto.
La felicità è nella verità? No, Rakka completa il suo percorso riuscendo a riconoscere le proprie colpe ed i propri errori, ad accettare e ad amare prima sé stessa e poi il prossimo. Questa di fatto è la chiave della felicità che nel contempo comporta anche il saper accettare i misteri della vita e della morte, il saper accettare che l'uomo non potrà mai avere l'onniscienza.
<b>ULTERIORI APPROFONDIMENTI (major spoiler)</b>
E se questo non vi basta, non c'è scena non c'è azione che non rimandi a qualche altro significato.
Ad esempio viene da chiedersi perché solo alcune Haibane abbiano le ali nere. Viene da interpretare che gli Haibane siano persone che hanno in qualche modo lasciato qualcosa di incompiuto nella loro vita, e che la loro rinascita come Haibane dia loro una nuova possibilità di concludere il loro percorso. Ma è proprio in questo contesto che la colpa più grave di cui ci si possa macchiare è quella di interrompere volontariamente la propria vita (Reki è sicuramente morta suicidandosi e forse anche Rakka).
E ancora si potrebbe riflettere su come il comportamento di ognuno dei 7 Haibane (i 6 della Old Home più Midori) rispecchi in qualche modo i tradizionali peccati capitali della religione cristiana.
Pensate a Kuu che racconta di come appena arrivata cercava di imitare le altre: indossava gli occhiali di Hikari, prendeva lo scooter di Reki (invidia). Ed è emblematico come alla fine quando è pronta per il volo regali i suoi vestiti vecchi a Rakka.
E poi anche le altre:
Reki rappresenta la superbia, considerato nella religione cristiana il peggiore dei peccati capitali, capace di portare anche agli altri. Guarda caso solo ammettendo di avere bisogno di aiuto riesce a superare la sua prova.
Rakka invece rappresenta il peccato di gola, sempre inteso come voglia di affetto degli altri. Nella vita credeva di essere sola ed invece aveva qualcuno accanto a lei (il corvo potrebbe in qualche modo rappresentare un familiare, forse il padre o la madre). E notate come il percorso di Rakka non si concluda affatto con l'ammissione di colpa nei confronti del corvo. No, Rakka, che più di tutte ha sofferto l'abbandono di Kuu riesce a salutare Reki col volto sereno e sorridente. È qui che Rakka mostra davvero come sia avvenuto il suo cambiamento interiore.
Kana: avarizia intesa come porre avanti le cose materiali rispetto a quelle spirituali. Quando Kuu è ascesa pensa al fatto che possa sentire la campana, quando Rakka è depressa insiste sul fatto di cambiare il letto e così via...
Hikari: lussuria intesa come impulsività o mancanza di controllo. Reki la definisce come la più irresponsabile e ne da prova ad esempio usando lo stampo dell'aureola per fare i dolci o mettendosi a ballare sul ponte sospeso.
Midori: Ira. Prova un grande rancore nei confronti di Reki, nonostante fossero buone amiche.
Nemu: ozio. Questo sembra evidente, anche se più volte viene sottolineato come Nemu sia diventata affidabile e che riesca sempre a portare a termine i suoi compiti. Probabilmente ha già superato la sua prova, ma le viene concesso di rimanere a Glie per stare vicina a Reki. In questo caso si spiegherebbe anche il fatto che nonostante sia lì da più tempo di Reki il suo tempo non sia scaduto.
Altra iterpretazione: ma il tempo scade veramente? O è più una condizione interiore? La questione Nemu -Reki sembrerebbe avvalorare la seconda ipotesi e quindi si torna ancora al percorso interiore. Guai a fermarsi all'analisi del macrocosmo in Haibane.
Ce ne sarebbe ancora, ma più che una recensione credo che questa si stia avvicinando ad un trattato.
La mia recensione precedente era scarna, si limitava a dire che Haibane Renmei è il miglior anime mai visto. È stata cancellata perché poco significativa, ora spero di aver spiegato perché questo è il miglior anime che io abbia mai visto. Ok sarà soggettivo, ma la visione di Haibane Renmei mi ha arricchito emotivamente e spiritualmente. Pensate che in alcuni punti posso anche non convenire con il messaggio dell'autore, ma il tutto è reso in maniera talmente delicata e poetica da rendere la storia assolutamente perfetta.
Il mio Voto: miglior anime di sempre.
La trama è in prima pagina scritta da tacchan e non è particolarmente complessa (in un primo approccio) pertanto non ripeterò cose che sapete.
Mah, io vado un pò controcorrente con il voto, soltanto 6. E' vero molto di ciò che dice Tacchan, ovvero, gli "indizi" vengono rilasciati col contagocce e l'anime riesce a catturare abbastanza lo spettatore. E' vero anche però che più volte durante la sua visione mi sono chiesto: "ma dove vuole andare a parare".
Dopo averlo visto tutto e letto le recenzioni, spesso scarne di motivazioni, non mi sembra proprio che l'anime valga 10.
Però come diceva qualcun'altro: "opinioni personali".
Ad ogni modo tornando alla valutazione le musiche nonsono male il chara, un pò "bimbesco" le animazioni discrete e la azeccata scelta dei fondali, tutto questo secondo me non fa si che l'anime sia un capolavoro. Un alone di mistero avvolge lo spettatore fino alla fine ma poi...
Non so se come è successo a Tacchan avevo delle aspettative chissà di quale genere oppure semplicemente l'anime è stato in certo qualmodo scarno.
Sicuramente un prodotto molto diverso dalla media e dai soliti argomenti però non mi ha lasciato nè colpito nè soddisfatto... Ad ogni modo è un bene vederlo ma se avete trame più avvincenti (a prescindere dall'azione o meno) potete posticiparne la sua visione.
Grazie come sempre allo sforzo dei nostri fansubber.
Mah, io vado un pò controcorrente con il voto, soltanto 6. E' vero molto di ciò che dice Tacchan, ovvero, gli "indizi" vengono rilasciati col contagocce e l'anime riesce a catturare abbastanza lo spettatore. E' vero anche però che più volte durante la sua visione mi sono chiesto: "ma dove vuole andare a parare".
Dopo averlo visto tutto e letto le recenzioni, spesso scarne di motivazioni, non mi sembra proprio che l'anime valga 10.
Però come diceva qualcun'altro: "opinioni personali".
Ad ogni modo tornando alla valutazione le musiche nonsono male il chara, un pò "bimbesco" le animazioni discrete e la azeccata scelta dei fondali, tutto questo secondo me non fa si che l'anime sia un capolavoro. Un alone di mistero avvolge lo spettatore fino alla fine ma poi...
Non so se come è successo a Tacchan avevo delle aspettative chissà di quale genere oppure semplicemente l'anime è stato in certo qualmodo scarno.
Sicuramente un prodotto molto diverso dalla media e dai soliti argomenti però non mi ha lasciato nè colpito nè soddisfatto... Ad ogni modo è un bene vederlo ma se avete trame più avvincenti (a prescindere dall'azione o meno) potete posticiparne la sua visione.
Grazie come sempre allo sforzo dei nostri fansubber.
Qualcuno l'ha già detto che è un capolavoro? Beh, non è strano, perchè è quello che è.
Ovviamente, ci sono anche cose che NON E' e, se le cercate, rimarrete delusi.
Haibane Renmei non è un anime d'azione (ma proprio no, neh?), non è una commedia, non c'è fanservice (vabbeh, immagino questo lo aveste già capito) e non è un anime che dipana tutti i nodi della trama (ma, a differenza che in molti altri casi, qui la cosa ci sta pure bene). E' un anime di atmosfera e di introspezione e, se non vi piacciono l'una e l'altra, potete fare tranquillamente a meno di guardarlo.
Se invece questi elementi vi piacciono, allora Haibane Renmei, nel suo genere, non è un capolavoro, ma è IL capolavoro. Non somiglia solo ad alcune produzioni dello Studio Ghibli ma, per molti versi, le supera.
Oltre a questo, la realizzazione tecnica è impeccabile, con un equilibrio eccellente tra le varie parti che la compongono. Musica, disegni, animazione, sfondi, colorazione, è tutto perfetto, senza sbavature e senza che nessun elemento prenda il sopravvento sugli altri.
In due parole: "da vedere".
Ovviamente, ci sono anche cose che NON E' e, se le cercate, rimarrete delusi.
Haibane Renmei non è un anime d'azione (ma proprio no, neh?), non è una commedia, non c'è fanservice (vabbeh, immagino questo lo aveste già capito) e non è un anime che dipana tutti i nodi della trama (ma, a differenza che in molti altri casi, qui la cosa ci sta pure bene). E' un anime di atmosfera e di introspezione e, se non vi piacciono l'una e l'altra, potete fare tranquillamente a meno di guardarlo.
Se invece questi elementi vi piacciono, allora Haibane Renmei, nel suo genere, non è un capolavoro, ma è IL capolavoro. Non somiglia solo ad alcune produzioni dello Studio Ghibli ma, per molti versi, le supera.
Oltre a questo, la realizzazione tecnica è impeccabile, con un equilibrio eccellente tra le varie parti che la compongono. Musica, disegni, animazione, sfondi, colorazione, è tutto perfetto, senza sbavature e senza che nessun elemento prenda il sopravvento sugli altri.
In due parole: "da vedere".
Questo anime si può riassumere con una sola parola: fantastico!
Riesce grazie ai disegni ben curati e ad una trama coinvolgente a tenere lo spettatore incollato allo schermo con la voglia di conoscere sempre di più tutti i particolari ed i misteri legati agli haibane ed alla città dove vivono.
Nella trama non vengono rivelati tutti i particolari dela storia, dato che essi sono legati esclusivamente ad interpretazioni personali, pertanto ognuno può trovare spiegazioni differenti ed ugualmente giuste per gli stessi particolari.
In conclusione questo anime merita secondo me il massimo dei voti.
Riesce grazie ai disegni ben curati e ad una trama coinvolgente a tenere lo spettatore incollato allo schermo con la voglia di conoscere sempre di più tutti i particolari ed i misteri legati agli haibane ed alla città dove vivono.
Nella trama non vengono rivelati tutti i particolari dela storia, dato che essi sono legati esclusivamente ad interpretazioni personali, pertanto ognuno può trovare spiegazioni differenti ed ugualmente giuste per gli stessi particolari.
In conclusione questo anime merita secondo me il massimo dei voti.
E' naturale che quando un'opera miri alle corde poetiche dello spettatore e richieda a quest'ultimo un'analisi più profonda e psicologica rispetto ai milioni di prodotti "ti sbudello e squarto" che si trovano in giro, possa ricevere critiche sulla mancanza di azione e via discorrendo. Per quanto mi riguarda di azione, e non solo negli anime ne trovo già fin troppa, e questo Haibane Renmei è stato un vero fulmine a ciel sereno nel panorama attuale. Dopo l'inarivabile EVA e la sua altissima introspezione psicologica questo anime riesce a tutti gli effetti a centrare l'obiettivo prepostosi: raccontare con semplicità e infinita poesia una storia introgante quanto metaforica. Molte delle domande che rimangono inesplicate alla fine possono essere meglio spiegate semplicemente paragonando il mondo degli Haibane con il nostro. Le loro perplessità sulla loro esistenza, il chiesersi lo scopo della loro nascita e della loro improvvisa scomparsa, il "muro" che cinge la città e che non può essere oltrepassato altro non sono che le nostre perplessità, le nostre domande che da sempre ci poniamo.
A volte la semplicità riesce a spiegare i dilemmi più complessi, o meglio, se non a spiegare almeno a farci prendere coscienza della nostra esistenza.
Provo solo un grande dispiacere per quelle persone che non riescono e forse non riusciranno mai a capire opere come queste e che non potranno mai sentirsi arricchite nel profondo come è capitato a me.
A volte la semplicità riesce a spiegare i dilemmi più complessi, o meglio, se non a spiegare almeno a farci prendere coscienza della nostra esistenza.
Provo solo un grande dispiacere per quelle persone che non riescono e forse non riusciranno mai a capire opere come queste e che non potranno mai sentirsi arricchite nel profondo come è capitato a me.
Non credo di esagerare nel dire che Haibane Renmei sia un capolavoro. Nella sua semplicità quest'anime riesce a coinvolgere e commuovere lo spettatore, che a poco a poco s'interesserà sempre di più al mondo di queste angeliche creature. Temi come la morte, il dolore e dubbi come "cosa c'è dopo la vita" vengono trattati con eleganza e originalità, senza mai scadere nella banalità.
Sono gioielli come questi che possono innalzare l'animazione a opera d'arte.
Sono gioielli come questi che possono innalzare l'animazione a opera d'arte.
Bellissimo. Poesia fatta anime. E' un anime che fa molto riflettere e che forse è giusto che finisca così, ma personalmente mi piacerebbe che continuasse, che ci fossero delle risposte a tutti gli interrogativi che rimangono.
Cosa c'è dietro il muro?
Chi erano prima la li grigie nell'altra vita?
Perchè sono stati scelti loro a diventare ali grigie? (anche se una risposta potremmo già averla capita, ma molto limitativa)
Perchè loro sono diversi dagli umani?
Qual è il vero rapporto tra gli umani e le ali grigie?
Uomini e ali grigie sono diversi nella ricerca della salvezza?
Chi sono i toga e quando e perchè l'haibane renmei sono state create?
Cos'è veramente il muro?
Questi e tanti altri interoogativi rimangono aperti e non viene data nessuna spiegazione.
Questo anime nella sua incredibile bellezze ti lascia un senso di incompletezza. Gli do 10 perchè meriterebbe più di 10 per la sua trama, i disegni, le musiche, la caratterizzazione dei personaggi, ma tutti questi interoogativi dovrebbero essere soffisfatti.
Sapreste se hanno intenzione di continuare la serie? grazie
Cosa c'è dietro il muro?
Chi erano prima la li grigie nell'altra vita?
Perchè sono stati scelti loro a diventare ali grigie? (anche se una risposta potremmo già averla capita, ma molto limitativa)
Perchè loro sono diversi dagli umani?
Qual è il vero rapporto tra gli umani e le ali grigie?
Uomini e ali grigie sono diversi nella ricerca della salvezza?
Chi sono i toga e quando e perchè l'haibane renmei sono state create?
Cos'è veramente il muro?
Questi e tanti altri interoogativi rimangono aperti e non viene data nessuna spiegazione.
Questo anime nella sua incredibile bellezze ti lascia un senso di incompletezza. Gli do 10 perchè meriterebbe più di 10 per la sua trama, i disegni, le musiche, la caratterizzazione dei personaggi, ma tutti questi interoogativi dovrebbero essere soffisfatti.
Sapreste se hanno intenzione di continuare la serie? grazie
Ho appena terminato l ultimo episodio di Haibane Renmei. E credetemi son qui con le lacrime agli occhi, preso da una tempesta di emozioni. In soli 13 episodi in questo anime viene narrato un intero mondo, fatto di mille piccoli particolari, a volte apparentemente insignificanti, ma che contribuiscono a creare un quadro finale di inaudita bellezza.
Ottimo character design.
Musiche soavi e delicate.
Utilizzo calibrato della cg, quasi impercettibile.
Atmosfera generale ricreata ad arte.
Signori, siamo di fronte ad un capolavoro. Siamo di fronte ad un piccolo gioiello, tanto prezioso quanto breve, ahimè, nelle sue 13 puntate che scivolano via in un sussurro.
Tanta bellezza, tanta poesia, così profonde che quasi il cuore nn resiste a questo tripudio di sensazioni, tutte in una volta.
Spero che le voci che parlano di una probabile uscita in DVD da parte di Shin Vision siano vere, perchè questo anime merita assolutamente che se ne acquisti l edizione originale. Grazie di cuore ai ragazzi che hanno portato in Italia il fansub.
Chiudete gli occhi. Ascoltate la melodia suonata al pianoforte di Ailes Grises. Perdetevi in questa magia...
Ah! Cercate gli artbook della serie. Le immagini (se nn erro dello stesso illustratore delle cover di Serial Experiments Lain) sono un ulteriore viaggio nella bellezza. Dolci Haibane, angeli caduti in un sogno...
Ottimo character design.
Musiche soavi e delicate.
Utilizzo calibrato della cg, quasi impercettibile.
Atmosfera generale ricreata ad arte.
Signori, siamo di fronte ad un capolavoro. Siamo di fronte ad un piccolo gioiello, tanto prezioso quanto breve, ahimè, nelle sue 13 puntate che scivolano via in un sussurro.
Tanta bellezza, tanta poesia, così profonde che quasi il cuore nn resiste a questo tripudio di sensazioni, tutte in una volta.
Spero che le voci che parlano di una probabile uscita in DVD da parte di Shin Vision siano vere, perchè questo anime merita assolutamente che se ne acquisti l edizione originale. Grazie di cuore ai ragazzi che hanno portato in Italia il fansub.
Chiudete gli occhi. Ascoltate la melodia suonata al pianoforte di Ailes Grises. Perdetevi in questa magia...
Ah! Cercate gli artbook della serie. Le immagini (se nn erro dello stesso illustratore delle cover di Serial Experiments Lain) sono un ulteriore viaggio nella bellezza. Dolci Haibane, angeli caduti in un sogno...
Mi son sempre chiesto come caspita caspitolina fa la gente, ad esprimere un giudizio così di parte su una serie, dopo aver visto solamente un episodio. Se poi si parla di Haibane Renmei, considerando il fatto che una sola visione di questo anime non è sufficiente per comprenderlo a fondo, è proprio il massimo della superficialità.
Capolavoro.
Capolavoro.
Capolavoro.
Mi limito a dire la cosa che più mi ha colpito: la meravigliosa atmosfera creata dall'opera. Vieni immerso in un altro mondo il quale t'infonde il desiderio di vivere il più felice possibile. Ogni volta che vedo Kuu, nella sigla, correre giù dalla collina, mi sale la tentazione utopica di dimenticare il tutto e di correre anch'io quasi volando, giù da una collina. E voi, non l'avete mai provato?;)
Capolavoro.
Capolavoro.
Capolavoro.
Mi limito a dire la cosa che più mi ha colpito: la meravigliosa atmosfera creata dall'opera. Vieni immerso in un altro mondo il quale t'infonde il desiderio di vivere il più felice possibile. Ogni volta che vedo Kuu, nella sigla, correre giù dalla collina, mi sale la tentazione utopica di dimenticare il tutto e di correre anch'io quasi volando, giù da una collina. E voi, non l'avete mai provato?;)
Gli Haibane sono creature molto simili ad angeli, la loro è una piccola comunità che vive entro i confini di Guri una tranquilla cittadina di campagna interamente circondata da un muro invalicabile.Secondo la tradizione ad ognuno di loro verrà concesso, ad un certo punto della loro vita, di lasciare la città per non farvi più ritorno, tuttavia fino a quel giorno dovranno vivere seguendo le regole dettate dalla Confederazione degli Haibane, una setta di monaci il cui tempio è situato all'interno delle mura. L'arrivo di un nuovo membro suscita una grande felicità tra gli Haibane della Old Home (una vechhia scuola semi abbandonata, situata alla periferia del paese) che accorrono per accogliere la loro nuova compagna creando un po' di confusione. Rakka, così viene ribattezzata la fanciulla, inizialmente è disorientata e spaventata dal nuovo mondo che si trova di fronte, ma a poco a poco, anche grazie all'aiuto dei sui nuovi amici inizia ad ambientarsi e a prendere confidenza con la città.Purtroppo la tranquillità della Old Home viene improvvisamente interrotta dalla misteriosa scomparsa di Kuu, una giovane componente del gruppo a cui Rakka sembra essersi particolarmente affezzionata. Che fine ha fatto Kuu? E perchè nessuno apparentemente si preoccupa di quanto è successo? Yoshitoshi ABe e Yasuyuki Ueda con Haibane Renmei dimostrano in pieno il loro talento, dipingendo con straordinaria sensibilità e leggerezza un affresco di emozioni incredibilmente vivo e coinvolgente. Un allegoria di colori capace di condurre lo spettatore ad una riflessione intima e introspettiva, attraverso un'anamnesi del concetto di colpa e redenzione priva di ogni retorica e moralismo.
Una lezione di stile l'uso del colore che assume all'interno della trama un ruolo fondamentale, e che seguendo una sorta di "simbolismo cromatico" diventa col procedere della storia un personaggio aggiunto capace di influenzare le scelte delle protagoniste. Lo stesso titolo Haibane Renmei gioca sul doppio significato di "ali cineree" e "sfumature a carboncino", riferendosi alla tecnica con cui fu realizzato il dojinshi Charcoal Feather Federation (1998) da cui è stato tratto l'anime.
Una lezione di stile l'uso del colore che assume all'interno della trama un ruolo fondamentale, e che seguendo una sorta di "simbolismo cromatico" diventa col procedere della storia un personaggio aggiunto capace di influenzare le scelte delle protagoniste. Lo stesso titolo Haibane Renmei gioca sul doppio significato di "ali cineree" e "sfumature a carboncino", riferendosi alla tecnica con cui fu realizzato il dojinshi Charcoal Feather Federation (1998) da cui è stato tratto l'anime.
Concordo pienamente con quanto detto da Tacchan, Haibane Renmei è una serie che merita di essere vista.
Pure io negli ultimi due episodi mi aspettavo che sarebbe successo chissà che cosa, eppure questo non succede, ma ciò non ti delude affatto.
La serie è piena di interrogativi e citazioni, che offrono lo spunto a grandi riflessioni anche a serie finita.
Una nota particolare va anche data alla colonna sonora; bellissime musiche accompagnano un ambientazione spettacolare, specialmente quella della sigla finale "Blue Flow".
Detto questo devo precisare che questa serie non va bene per tutti (come tutti gli anime in fondo) se avete una conoscenza abbastanza "matura" degli anime e non cercate azione, vi consiglio altamente questa di dare uno sguardo ad Haibane Renmei, sopratutto adesso che è giunta in Italia grazie a ShinVision sotto il nome di "Ali Grigie".
Voto 10.
Pure io negli ultimi due episodi mi aspettavo che sarebbe successo chissà che cosa, eppure questo non succede, ma ciò non ti delude affatto.
La serie è piena di interrogativi e citazioni, che offrono lo spunto a grandi riflessioni anche a serie finita.
Una nota particolare va anche data alla colonna sonora; bellissime musiche accompagnano un ambientazione spettacolare, specialmente quella della sigla finale "Blue Flow".
Detto questo devo precisare che questa serie non va bene per tutti (come tutti gli anime in fondo) se avete una conoscenza abbastanza "matura" degli anime e non cercate azione, vi consiglio altamente questa di dare uno sguardo ad Haibane Renmei, sopratutto adesso che è giunta in Italia grazie a ShinVision sotto il nome di "Ali Grigie".
Voto 10.
Commovente, poetico, splendido.... Inutili aggettivi per descrivere la bellezza assoluta di questo anime. L'estrema cura nei particolari degli ambienti, dei personaggi della storia, insieme con una caratterizzazione dei personaggi profonda come poche volte si è visto, permette ad Haibane Renmeidi essere un capolavoro assoluto. I contatti, le parole, le azioni, i tormenti, le gioie e lo stupore dei protagonisti diventano improvvisamente reali e "tangibili". Sensazioni che si provano solo con poche altri anime. Unico appunto: i 13 episodi portano ad un finalea dir poco inconcludente che lascia aperti non pochi dubbi su una storia ben più complicata di quanto si possa immaginare. ma anche questo fa parte del pathos che questo Unico anime sprigiona. La Old Home vi aspetta.
Meraviglioso! Poetico come nessun altro e incredibilmente coivolgente. Non esiste nulla di simile in circolazione, oltre che per la sua bellezza, per la paricolarità dei temi trattati, che fanno ben riflettere sul loro significato.
Bellissimo charter dsign e splendide le ambientazioni, che vi trasporteranno in un mondo surreale, chiuso da mura in cui uomini e Haibane convivono felicemente.
Dando vita a uno di quelli che io ritengo senza molte esitazioni uno dei più bei anime di sempre.
Non potete perdervelo!
Bellissimo charter dsign e splendide le ambientazioni, che vi trasporteranno in un mondo surreale, chiuso da mura in cui uomini e Haibane convivono felicemente.
Dando vita a uno di quelli che io ritengo senza molte esitazioni uno dei più bei anime di sempre.
Non potete perdervelo!
Abbasso la media voto, di quello che resta pur sempre uno dei migliori anime che io abbia mai visto. Delicato, dolce, piacevole, ma anche drammatico e si, a volte un pò cupo. E' allora perchè "solo" 8? Per l'ultimo episodio. Sapevo che sarebbe finita cosi', eppure mi ha lasciato un senso di incompiutezza che non riesco a levermi dalla testa.
Comunque guardatelo e non ve ne pentirete!
Comunque guardatelo e non ve ne pentirete!
L'Anime per eccellenza... da qualsiasi punto di vista lo guardiate vi emozionerà, coinvolgerà, stupirà, affascinerà. Geniale, speciale, tecnicamente ed artisticamente raffinato, con una regia impeccabile, perla lucente in questo mare di mediocrità. DEVE essere visionato, non una, ma dieci volte per cogliere le sue sfumature, i suoi voleri. Va trattato bene, mantenuto come un sogno speciale, come il ragazzo o la ragazza dei vostri candidi pensieri, curato e coccolato. Un dieci più che meritato, anche se forse è riduttivo parlare di voti quando abbiamo di mezzo certi capolavori...
Haibane Renmei è la serie animata più bella che abbia mai visto. Emozionante, toccante, magico, l'anime più spettacolare di tutti i tempi nonostante le varie serie che ho visto fino adesso. Sono 13 puntate che ti prendono dai primi minuti fino all'ultima puntata. Un anime che ti fa sognare, riuscirà anche a strapparti qualche lacrima. I personaggi sono molto belli, ci si affeziona da subito. Una volta vista questa serie chiunque vorrebbe diventare un Haibane (non so cosa darei per poterlo diventare veramente). Haibane Renmei entrerà sicuramente nella storia come uno dei più bei anime di tutti i tempi.
Non ho parole per la bellezza di questo anime. Una profondità e una magia che solo nei grandi film di Miyazaki ho potuto vedere. Gli Haibane, il mondo dove vivono, il loro mistero, la loro storia. Tutti questi elementi ti coinvolgono a tal punto che senza paura dico che questa serie raggiunge vette di espressività raramente toccate da un anime (e non solo). Grazie a chi ha prodotto questo cavolavoro e grazie a che l'ha tradotto per noi.
Dolce, toccante, onirico, profondo, mai banale, tutto questo e' "Haibane Renmei". Ne sono rimasta affascinata per la cura nello svolgimento di tema cosi' surreale, che avrebbe potuto trasformare e far scadere quest'anime in una qualsiasi favoletta, ma che invece lo trasforma in una "opera" delicatissima. Trovo che il personaggio di Rakka sia profondamente simile nei tratti, all'angelo caduto di "On your mark"......... ;)
Quando l'ho visto la prima volta ne sono rimasto completamente rapito (ed infatti ne ho voluto curare personalmente la traduzione del fansub). Come altri prodotti Pioneer (fra tutti Lain), fa del suo punto di forza una storia davvero coinvolgente, un mondo incredibile in cui le vicende dei personaggi si snodano in un vortice continuo di emozioni. In questa serie di 13 episodi, non ne ho trovato uno solo che non fosse straodinario. (Avete presente quando uno rivede una serie che gli è piaciuta molto e salta magari quell'episodio o quegli episodi meno interessanti o più noiosi?)
Insomma un anime davvero toccante e sconvolgente, 13 episodi di pura poesia che lasciano nello spettatore una serie infinita di domande ma anche un senso di soddisfazione per essere stato tra quelli che hanno visto il più straordinario capolavoro che l'animazione giapponese abbia mai saputo produrre. Se esistesse un voto superiore al 10 lo darei volentieri, perché io un anime così non l'avevo mai visto.
Insomma un anime davvero toccante e sconvolgente, 13 episodi di pura poesia che lasciano nello spettatore una serie infinita di domande ma anche un senso di soddisfazione per essere stato tra quelli che hanno visto il più straordinario capolavoro che l'animazione giapponese abbia mai saputo produrre. Se esistesse un voto superiore al 10 lo darei volentieri, perché io un anime così non l'avevo mai visto.
Questa serie mi e' piaciuta subito, ne avevo raccolto tre episodi e dato il nome non mi diceva niente. Poi ho visto il primo ed e' stato amore a prima vista! Bellissimo, primo perche' i disegni sono belli, secondo perche' la storia e' bella, intrigante, misteriosa, nuova! Terzo perche' c'e' un ottima regia, mi piaciono i tempi lenti che vengono usati, mi piace l'aria che si respira in questo strano, misterioso mondo dove sembra il medioeva ma c'e' la corrente.
Dovete provarlo!
Questo e' un titolo che se uscisse in dvd in italiano lo prenderei al volo!
Byez Beppe
Dovete provarlo!
Questo e' un titolo che se uscisse in dvd in italiano lo prenderei al volo!
Byez Beppe
Un anime commovente e meraviglioso che mischia sapientemente in una storia malinconica, dolore e profonda amicizia, paura e perdono. All'inizio tutto sembra un bel sogno, ma un po' alla volta la luce mostrerà le ombre, ed alcune di queste ombre si trasformeranno ben presto in un incubo di paura e solitudine. Una nota per le musiche di sottofondo che accompagnano tutti i punti salienti dell'anime.
L'unico difetto che ho trovato e' che finisce.
L'unico difetto che ho trovato e' che finisce.
Giunti alla fine di questo anime è difficile dire di non esserne rimasti coinvolti.
Il mio giudizio è più che positivo. E' una produzione che mi ha lasciato dentro qualcosa di bello, appena velato di malinconia.
Per 13 episodi ho condiviso le gioie, i dolori, le speranze e le delusioni di un gruppo persone alle prese con la vita.
La caratterizzazione dei personaggi è riuscita, nessuno risulta banale o piatto.
La storia riesce a volare sulla fantasia senza però mai diventare completamente avulsa dalla realtà.
Il ritmo è rilassato, non lo definisco lento perchè è semplicemente quello adatto per la narrazione.
Buona la scelta di limitarsi a 13 episodi per raccontare quello che serve senza essere costretti ad inserire riempitivi.
Le animazioni sono ben fatte. Si può dire che non è un grande sforzo, vista l'assenza di scene complicate, ma mi sembra che abbiano comunque avuto l'attenzione che si meritavano.
Poca la CG, a me è sembrata comunque azzeccata, usata solo dove poteva servire e giustamente curata nella resa.
Un voto in più l'anime lo merita anche per la colonna sonora, perfettamente fusa con la storia e l'animazione, da una mano a trasportare lo spettatore fra i prati e le strade di Glie. Inoltre il CD della OST (Hanenone) da solo merita più di un ascolto.
Insomma, caldamente consigliato. Speriamo che qualche casa Italiana se ne accorga.
Unica avvertenza: mettetevi nella disposizione d'animo di dedicargli un po' di tempo. E' un anime che invita alla riflessione.
Unica controindicazione: Se avete bisogno di azione non ne troverete.
Il mio giudizio è più che positivo. E' una produzione che mi ha lasciato dentro qualcosa di bello, appena velato di malinconia.
Per 13 episodi ho condiviso le gioie, i dolori, le speranze e le delusioni di un gruppo persone alle prese con la vita.
La caratterizzazione dei personaggi è riuscita, nessuno risulta banale o piatto.
La storia riesce a volare sulla fantasia senza però mai diventare completamente avulsa dalla realtà.
Il ritmo è rilassato, non lo definisco lento perchè è semplicemente quello adatto per la narrazione.
Buona la scelta di limitarsi a 13 episodi per raccontare quello che serve senza essere costretti ad inserire riempitivi.
Le animazioni sono ben fatte. Si può dire che non è un grande sforzo, vista l'assenza di scene complicate, ma mi sembra che abbiano comunque avuto l'attenzione che si meritavano.
Poca la CG, a me è sembrata comunque azzeccata, usata solo dove poteva servire e giustamente curata nella resa.
Un voto in più l'anime lo merita anche per la colonna sonora, perfettamente fusa con la storia e l'animazione, da una mano a trasportare lo spettatore fra i prati e le strade di Glie. Inoltre il CD della OST (Hanenone) da solo merita più di un ascolto.
Insomma, caldamente consigliato. Speriamo che qualche casa Italiana se ne accorga.
Unica avvertenza: mettetevi nella disposizione d'animo di dedicargli un po' di tempo. E' un anime che invita alla riflessione.
Unica controindicazione: Se avete bisogno di azione non ne troverete.
WOW.. che dire..sono quasi commosso e si che sono un duro..un anime davvero toccante.. racconta la storia degli haibane angeli caduti in una misteriosa citta ai confini del mondo circondata da un altissimo muro sacro: un soave limbo in cui esseri umani e haibane convivono ignari di cosa vi sia oltre il muro.
Gli haibane sono esseri dimenticati e vivono nell'oblio del loro passato essere e del loro futuro divenire: nel nascere ricevono in dono la veggenza di un sogno che li guiderà nella vita tra le invalicabili mura: solo quando avranno compreso il significato autentico del loro sogno saranno pronti per volare via nella luce, oltre le mura.
La bellezza di questo anime sta nella psicologia dei vari personaggi che viene trattata con un dettaglio tale da rendere lo spettatore fortemente coinvolto nello sviluppo della storia; un forte senso di pace lo pervade mentre osserva i mulini a vento all'interno delle mura; tuttavia questo senso di pace, questa luce che avvolge il paesaggio interno alle mura quieta solo parzialmente il desiderio di conoscere chi si era nella vita precedente e cosa si celi al di la delle mura: gli haibane sono esseri benedetti, ma non possono proseguire nel loro divenire finchè non abbiano compreso la vera essenza del luogo in cui si trovano...
Gli haibane sono esseri dimenticati e vivono nell'oblio del loro passato essere e del loro futuro divenire: nel nascere ricevono in dono la veggenza di un sogno che li guiderà nella vita tra le invalicabili mura: solo quando avranno compreso il significato autentico del loro sogno saranno pronti per volare via nella luce, oltre le mura.
La bellezza di questo anime sta nella psicologia dei vari personaggi che viene trattata con un dettaglio tale da rendere lo spettatore fortemente coinvolto nello sviluppo della storia; un forte senso di pace lo pervade mentre osserva i mulini a vento all'interno delle mura; tuttavia questo senso di pace, questa luce che avvolge il paesaggio interno alle mura quieta solo parzialmente il desiderio di conoscere chi si era nella vita precedente e cosa si celi al di la delle mura: gli haibane sono esseri benedetti, ma non possono proseguire nel loro divenire finchè non abbiano compreso la vera essenza del luogo in cui si trovano...