Dragon Trainer 2
Il secondo capitolo della trilogia rappresenta una sorta di crescita/maturità per i protagonisti e anche per la trama che viene proposta, vi è maggior azione, i protagonisti sono diventati più maturi e consapevoli di sé stessi e più determinati nei loro propositi. Riermegono anche ricordi di un passato dimenticato con il quale bisogna fare i conti per arrivare alla vera maturità.
La grafica rimane invariata ed è quello che principalmente rappresenta la garanzia di successo del film. All'inizio le musiche si fanno più dinamiche più aperte, quasi a voler comunicare uno stato di felicità/euforia dei protagonisti per poi cedere leggermente a musiche più cupe incarnate nell'antagonista di turno che cerca di distruggere l'armonia, la spensieratezza, l'euforia e le speranze e i buoni propositi dei protagonisti, salvo poi tornare ad essere più armoniose con la sconfitta di questo.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Nuovo elemento che rappresenta il punto di svolta della trama è la necessità di combattere per difendere chi e cosa si ama e in cui si crede, tema che nel primo capitolo era messo più da parte, ma che qui emerge in maniera più evidente e palese, purtroppo con l'amarezza di perderlo (la morte di Stoick) a causa di poteri più grandi e spaventosi e chi li vuole usare per sottomettere, dominare e terrorizzare.
La grafica rimane invariata ed è quello che principalmente rappresenta la garanzia di successo del film. All'inizio le musiche si fanno più dinamiche più aperte, quasi a voler comunicare uno stato di felicità/euforia dei protagonisti per poi cedere leggermente a musiche più cupe incarnate nell'antagonista di turno che cerca di distruggere l'armonia, la spensieratezza, l'euforia e le speranze e i buoni propositi dei protagonisti, salvo poi tornare ad essere più armoniose con la sconfitta di questo.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Nuovo elemento che rappresenta il punto di svolta della trama è la necessità di combattere per difendere chi e cosa si ama e in cui si crede, tema che nel primo capitolo era messo più da parte, ma che qui emerge in maniera più evidente e palese, purtroppo con l'amarezza di perderlo (la morte di Stoick) a causa di poteri più grandi e spaventosi e chi li vuole usare per sottomettere, dominare e terrorizzare.
Attenzione: la recensione contiene spoiler!
"Per ogni mar navigherò, ma non avrò paura /
Le onde io cavalcherò, se tu mi sposerai"
"How to Train Your Dragon 2" non è solo il degno seguito di "How to Train Your Dragon", ma per molti versi è della stessa qualità o addirittura superiore al primo. Vorrei sottolineare che il primo film è impeccabile, sotto ogni punto di vista. Ma se esistesse un voto superiore al 10, lo assegnerei a questo seguito senza pensarci due volte.
Hiccup è un Hiccup cresciuto, anche inizialmente solo dal punto di vista esteriore. Chi avesse seguito la serie TV (8 stagioni canoniche, strutturate appositamente per fare da ponte tra la prima e la seconda pellicola) sa che in realtà finora ne ha passate tante, ma è rimasto sempre la persona limpida e innocente, desiderosa di avventure e di scoperte, che era alla fine del primo film. Suo padre lo vede come un futuro capo, lui si vede solo come un esploratore. La tranquillità di Berk è interrotta dalla minaccia di Drago Bludvist, un antico nemico di Stoick… non solo suo, a dire il vero, ma Stoick è l'unico che è rimasto per raccontarlo.
Mentre nel primo capitolo della saga il "nemico" era un avversario invisibile, l'odio ancestrale che intercorreva tra vichinghi e draghi, qui ha un nome e un volto, quello di un'umanità che vuole utilizzare la forza dei draghi per soggiogare il mondo sotto il suo volere, nascondendosi sotto una facciata di giustificazioni.
Trovo molto importante la marcata distinzione tra i due nemici principali di questa storia: Drago Bludvist rappresenta il malvagio che è andato troppo oltre, che non riesce più a riemergere dal mare d'odio in cui è immerso, e riguardo al quale è necessario abbandonare la speranza di poterlo riabilitare. Eret (figlio di Eret) invece rappresenta il cattivo in cui Hiccup crede, quello che può essere salvato, che si dimostra toccato dallo stretto legame a cui assiste tra i Cavalieri e i loro Draghi e che può cambiare, cambierà, e non grazie ai nostri eroi ma proprio grazie a un drago (che conosciamo bene). Questa suddivisione tra "cattivi" è molto importante, e mi ricorda per certi versi "Il Re Leone 2", un'altra pellicola che non ha nulla da invidiare al suo capitolo originale.
Hiccup crederà di poter recuperare ciò che di buono spera ci sia in Drago Bludvist, e questo sarà all'origine di quasi tutti i problemi che i protagonisti affronteranno nel corso del film. Tuttavia è proprio questo il bello: Hiccup è fatto così. Se avesse agito diversamente, non sarebbe stato fedele a se stesso. Alla fine capisce di aver sbagliato, non a poche spese, e infatti in "How to Train Your Dragon 3" non lo vedremo più ripetere lo stesso errore.
Perché ciò che hanno in comune questi tre capitoli è questo elemento fondamentale: la crescita di Hiccup. In ogni capitolo egli si trova ad affrontare una sfida che gli risulta particolarmente difficile, per via del suo desiderio di evitare lo scontro ad ogni costo, e al termine di ogni sfida perde qualcosa di importante. L'entità di questa perdita cresce gradualmente di film in film, di pari passo con il suo personaggio: e ognuna di esse è per lui una molla, una spinta alla crescita personale, che non manca mai di portare i suoi frutti.
E nonostante incontri sua madre, a cui per certi versi è molto più simile che al padre, la storia ci vuole portare oltre: Hiccup Haddock III ha in sé sia Stoick l'Immenso sia la madre Valka, e comprende infine di non desiderare solo la libertà, ma che nonostante abbia uno spirito libero per lui, come per suo padre, la priorità resterà sempre proteggere la sua gente. In poche parole: è sia una storia di crescita che di scoperta di sé.
A partire da questo film i personaggi secondari iniziano ad avere più spazio e degli sviluppi personali. Ciascuno di loro è molto ben caratterizzato, a modo suo, e insieme formano una grande squadra proprio perché hanno ognuno il suo ruolo. Astrid conferma il suo essere una leader naturale, molto più di Hiccup, e anche la loro relazione funziona bene perché si completano a vicenda.
Il punto più complesso, e insieme quello che rende unico e speciale questo film, è come avviene la perdita di Hiccup. Al di là della tristezza immensa che quel momento comporta, il modo in cui avviene è un taglio netto che apparentemente sembra negare tutto quanto costruito nel corso di un film e mezzo. Eppure Hiccup e Sdentato riescono a rialzarsi, a costruire il loro rapporto più forti di prima. Ed è proprio per la ferrea volontà di proteggere Hiccup fino alla fine che Sdentato riesce a fare quello che lo porta a salvare Berk nel finale del film.
Ancora una volta, "How to Train Your Dragon" è un bellissimo inno all'amicizia, che è più maturo rispetto alla pellicola precedente. Mentre il primo film si chiudeva con un limpido messaggio di speranza, questa seconda pellicola porta con sé un messaggio per certi versi più maturo e ineluttabile: non tutti possono essere salvati, e a volte potremmo essere costretti ad affrontare grandi perdite. L'importante è sapersi rialzare e a continuare sempre a credere nella pace, ma sapendo lottare gli uni per gli altri ogni volta in cui sarà necessario.
"Per ogni mar navigherò, ma non avrò paura /
Le onde io cavalcherò, se tu mi sposerai"
"How to Train Your Dragon 2" non è solo il degno seguito di "How to Train Your Dragon", ma per molti versi è della stessa qualità o addirittura superiore al primo. Vorrei sottolineare che il primo film è impeccabile, sotto ogni punto di vista. Ma se esistesse un voto superiore al 10, lo assegnerei a questo seguito senza pensarci due volte.
Hiccup è un Hiccup cresciuto, anche inizialmente solo dal punto di vista esteriore. Chi avesse seguito la serie TV (8 stagioni canoniche, strutturate appositamente per fare da ponte tra la prima e la seconda pellicola) sa che in realtà finora ne ha passate tante, ma è rimasto sempre la persona limpida e innocente, desiderosa di avventure e di scoperte, che era alla fine del primo film. Suo padre lo vede come un futuro capo, lui si vede solo come un esploratore. La tranquillità di Berk è interrotta dalla minaccia di Drago Bludvist, un antico nemico di Stoick… non solo suo, a dire il vero, ma Stoick è l'unico che è rimasto per raccontarlo.
Mentre nel primo capitolo della saga il "nemico" era un avversario invisibile, l'odio ancestrale che intercorreva tra vichinghi e draghi, qui ha un nome e un volto, quello di un'umanità che vuole utilizzare la forza dei draghi per soggiogare il mondo sotto il suo volere, nascondendosi sotto una facciata di giustificazioni.
Trovo molto importante la marcata distinzione tra i due nemici principali di questa storia: Drago Bludvist rappresenta il malvagio che è andato troppo oltre, che non riesce più a riemergere dal mare d'odio in cui è immerso, e riguardo al quale è necessario abbandonare la speranza di poterlo riabilitare. Eret (figlio di Eret) invece rappresenta il cattivo in cui Hiccup crede, quello che può essere salvato, che si dimostra toccato dallo stretto legame a cui assiste tra i Cavalieri e i loro Draghi e che può cambiare, cambierà, e non grazie ai nostri eroi ma proprio grazie a un drago (che conosciamo bene). Questa suddivisione tra "cattivi" è molto importante, e mi ricorda per certi versi "Il Re Leone 2", un'altra pellicola che non ha nulla da invidiare al suo capitolo originale.
Hiccup crederà di poter recuperare ciò che di buono spera ci sia in Drago Bludvist, e questo sarà all'origine di quasi tutti i problemi che i protagonisti affronteranno nel corso del film. Tuttavia è proprio questo il bello: Hiccup è fatto così. Se avesse agito diversamente, non sarebbe stato fedele a se stesso. Alla fine capisce di aver sbagliato, non a poche spese, e infatti in "How to Train Your Dragon 3" non lo vedremo più ripetere lo stesso errore.
Perché ciò che hanno in comune questi tre capitoli è questo elemento fondamentale: la crescita di Hiccup. In ogni capitolo egli si trova ad affrontare una sfida che gli risulta particolarmente difficile, per via del suo desiderio di evitare lo scontro ad ogni costo, e al termine di ogni sfida perde qualcosa di importante. L'entità di questa perdita cresce gradualmente di film in film, di pari passo con il suo personaggio: e ognuna di esse è per lui una molla, una spinta alla crescita personale, che non manca mai di portare i suoi frutti.
E nonostante incontri sua madre, a cui per certi versi è molto più simile che al padre, la storia ci vuole portare oltre: Hiccup Haddock III ha in sé sia Stoick l'Immenso sia la madre Valka, e comprende infine di non desiderare solo la libertà, ma che nonostante abbia uno spirito libero per lui, come per suo padre, la priorità resterà sempre proteggere la sua gente. In poche parole: è sia una storia di crescita che di scoperta di sé.
A partire da questo film i personaggi secondari iniziano ad avere più spazio e degli sviluppi personali. Ciascuno di loro è molto ben caratterizzato, a modo suo, e insieme formano una grande squadra proprio perché hanno ognuno il suo ruolo. Astrid conferma il suo essere una leader naturale, molto più di Hiccup, e anche la loro relazione funziona bene perché si completano a vicenda.
Il punto più complesso, e insieme quello che rende unico e speciale questo film, è come avviene la perdita di Hiccup. Al di là della tristezza immensa che quel momento comporta, il modo in cui avviene è un taglio netto che apparentemente sembra negare tutto quanto costruito nel corso di un film e mezzo. Eppure Hiccup e Sdentato riescono a rialzarsi, a costruire il loro rapporto più forti di prima. Ed è proprio per la ferrea volontà di proteggere Hiccup fino alla fine che Sdentato riesce a fare quello che lo porta a salvare Berk nel finale del film.
Ancora una volta, "How to Train Your Dragon" è un bellissimo inno all'amicizia, che è più maturo rispetto alla pellicola precedente. Mentre il primo film si chiudeva con un limpido messaggio di speranza, questa seconda pellicola porta con sé un messaggio per certi versi più maturo e ineluttabile: non tutti possono essere salvati, e a volte potremmo essere costretti ad affrontare grandi perdite. L'importante è sapersi rialzare e a continuare sempre a credere nella pace, ma sapendo lottare gli uni per gli altri ogni volta in cui sarà necessario.
Il primo capitolo di questa saga è un vero capolavoro, perciò dal sequel mi aspettavo molto. Sono stato parzialmente deluso.
La storia non mi è piaciuta, l'ho trovata molto banale e non credo aggiunga molto a quello che avevamo già visto. Il cattivo è veramente terrificante, caratterizzato male e irritante in ogni sua comparsa. Da un essere umano in grado di dominare i draghi mi aspettavo molto più carisma e fascino. Gli scagnozzi sono piuttosto ridicoli e già visti. Dal trailer erano già stati rivelati praticamente tutti i colpi di scena, per cui sconsiglio di vederlo prima del film.
Se mi dovessi fermare qua darei a questo film un 5. Cos'è che alza il voto? L'apparato tecnico che si è evoluto sensibilmente, rispetto al primo capitolo, che ci regala immagini mozzafiato e delle animazioni molto più fluide. Le scene di volo lasciano a bocca aperta e il nido dei draghi è coloratissimo. Ho apprezzato che l'universo dei draghi sia stato espanso, con nuove specie e nuove scoperte.
In conclusione, un film che aveva grandissime potenzialità per via dell'avanzata tecnica d'animazione, ma che è stato sviluppato su una trama banale e su personaggi poco interessanti.
La storia non mi è piaciuta, l'ho trovata molto banale e non credo aggiunga molto a quello che avevamo già visto. Il cattivo è veramente terrificante, caratterizzato male e irritante in ogni sua comparsa. Da un essere umano in grado di dominare i draghi mi aspettavo molto più carisma e fascino. Gli scagnozzi sono piuttosto ridicoli e già visti. Dal trailer erano già stati rivelati praticamente tutti i colpi di scena, per cui sconsiglio di vederlo prima del film.
Se mi dovessi fermare qua darei a questo film un 5. Cos'è che alza il voto? L'apparato tecnico che si è evoluto sensibilmente, rispetto al primo capitolo, che ci regala immagini mozzafiato e delle animazioni molto più fluide. Le scene di volo lasciano a bocca aperta e il nido dei draghi è coloratissimo. Ho apprezzato che l'universo dei draghi sia stato espanso, con nuove specie e nuove scoperte.
In conclusione, un film che aveva grandissime potenzialità per via dell'avanzata tecnica d'animazione, ma che è stato sviluppato su una trama banale e su personaggi poco interessanti.
Dragon Trainer 2 si propone di dare un seguito al bellissimo primo film e si accinge in una di quelle operazioni commerciali che in genere preferisco non vedere quando mi trovo davanti ad una storia ben raccontata e conclusasi in modo soddisfacente. Ma, essendo presente anche una serie TV, che arrivasse un seguito era una cosa inevitabile e, contro ogni mia aspettativa, devo anche ammettere di essere stato felice di averlo potuto vedere. Sia chiaro, si tratta di un "more of the same" e alla fine l'ho trovo leggermente meno riuscito dell'opera originale, ma rimaniamo comunque su livelli buoni.
Dopo gli eventi raccontati nel primo film, il villaggio vichingo convive quotidianamente con i draghi, ogni abitante ha il suo drago personale con il quale si è formato un rapporto quasi simbiotico. Il protagonista rimane un tipo abbastanza strambo e, in rottura con gli schemi degli altri abitanti, è ora affascinato dall'esplorazione del mondo che lo circonda. A seguito di una delle sue uscite si imbatte in un pericolo che rappresenta una grossa minaccia per il suo stesso villaggio e nel mentre fa anche un'importante scoperta relativa al suo passato.
Come detto, l'ho visto con piacere: riesce a farti fare qualche risata, la trama è sufficientemente adulta e non mancano momenti drammatici, uno in particolare è piuttosto toccante. Il ritmo si mantiene su buoni livelli e la visione nel complesso rimane sempre appassionante. Non aspettatevi un intreccio articolato o chissà quali macchinazioni, la stroria è lineare e non presenta particolari colpi di scena, sebbene riesca a dare sufficientemente motivi per tenere elevata l'attenzione dello spettatore.
Se vi è piaciuto il primo film, si tratta di un buon seguito e pertanto vi consiglio di dargli un'occhiata.
Dopo gli eventi raccontati nel primo film, il villaggio vichingo convive quotidianamente con i draghi, ogni abitante ha il suo drago personale con il quale si è formato un rapporto quasi simbiotico. Il protagonista rimane un tipo abbastanza strambo e, in rottura con gli schemi degli altri abitanti, è ora affascinato dall'esplorazione del mondo che lo circonda. A seguito di una delle sue uscite si imbatte in un pericolo che rappresenta una grossa minaccia per il suo stesso villaggio e nel mentre fa anche un'importante scoperta relativa al suo passato.
Come detto, l'ho visto con piacere: riesce a farti fare qualche risata, la trama è sufficientemente adulta e non mancano momenti drammatici, uno in particolare è piuttosto toccante. Il ritmo si mantiene su buoni livelli e la visione nel complesso rimane sempre appassionante. Non aspettatevi un intreccio articolato o chissà quali macchinazioni, la stroria è lineare e non presenta particolari colpi di scena, sebbene riesca a dare sufficientemente motivi per tenere elevata l'attenzione dello spettatore.
Se vi è piaciuto il primo film, si tratta di un buon seguito e pertanto vi consiglio di dargli un'occhiata.