Ayakashi - Japanese Classic Horror
L'opera del 2006 ci fa sentire, fin da subito, il peso degli anni in maniera più o meno prepotente in ogni episodio.
L'anime è composto da 11 episodi che dovrebbero avere in comune il fatto di essere storie horror relative al folklore giapponese; ogni episodio è introdotto da una sigla rap le cui animazioni cambiano al variare della storia raccontata, infatti gli 11 episodi contengono 3 storie del tutto slegate tra di loro, perciò le tratterò una alla volta e il voto della serie sarà la media ponderata tra le varie storie.
La prima storia (cioè i primi 4 episodi), "Yotsuya Kaidan", racconta le vicende legate alla nascita di una maledizione frutto di intrighi e tradimenti. La storia non è particolarmente avvincente, alcuni personaggi sono disegnati abbastanza male dando l'impressione di essere troppo brutti anche per un anime che dovrebbe essere horror. Alcune animazioni ricordano i primi cartoni animati low budget sulla Bibbia. Nonostante i difetti, è la storia di cui ho apprezzato di più il lato horror grazie a terribili eruzioni cutanee sul viso, apparizioni improvvise e allucinazioni che mettono a dura prova la sanità mentale di Oiwa. Tutto sommato la storia è godibile chiudendo un occhio sul lato grafico, ho apprezzato in particolar modo il narratore che sul finale della storia presenta una riflessione sulle maledizioni e le storie folkloristiche.
VOTO: 6.
La seconda storia (cioè gli episodi dal 5 all'8), "Tenshu Monogatari", racconta la storia di un castello abituato da terribili creature. La storia risulta particolarmente lenta e poco intrigante, anche questa volta alcuni personaggi sono disegnati abbastanza male e in questo caso il tutto risulta ulteriormente perché, al contrario, alcune principesse hanno un aspetto davvero piacevole. Questa storia presenta molte più scene d'azione rispetto alla prima, in particolare la maggior parte dell'ultima puntata è costituita da combattimenti; purtroppo le scene d'azione sono il punto debole della storia, oltre a non essere particolarmente ispirate.
Se in "Yotsuya Kaidan" alcune scene sono animate male, in "Tenshu Monogatari" alcune scene non sono nemmeno definibili "animate", non era quindi essere catapultati fuori dalla narrazione a causa di questi orrori visivi che costituiscono la totalità della componente horror della storia. Non vedevo l'ora che questa storia finisse, salvo solo l'estetica di alcune donne presenti nell'anime e qualche "potere" delle creature che abitano il castello.
VOTO: 5.
La terza storia (cioè gli ultimi 3 episodi), "Bake Neko", raccontano la storia della battaglia tra un demone e il nostro caro protagonista Kusuriuri. Questa parte della serie presenta il protagonista della serie Spin-off "Mononoke"(serie per la quale ho iniziato a guardare questo anime). Fin da subito ci accorgiamo che questa volta abbiamo un stile grafico molto particolare, diverso dal solito, che probabilmente sopperisce alle animazioni che non sono sempre eccellenti, ma che grazie a questo stile particolare non risultano sgradevoli, anzi, sembrano quasi far parte di questo stile. La storia, nonostante occupi 3 episodi e non 4 come le altre due, risulta colma di eventi e di evoluzione dei personaggi che per un terribile motivo si trovano rinchiusi tra le mura di una dimora le cui pareti sono ricoperte da foglietti che presentano caratteristici simboli che hanno il compito di tenere lontano il demone.
Per la prima volta in questa serie, tutto ciò che ha a che fare col protagonista sembra particolarmente ispirato ed è presente un approfondimento dei personaggi. Se guardando le prime due storie ho spesso rimpianto le storie del folklore giapponese lette altrove, durante la visione di "Bake Neko" sono rimasto estasiato dal racconto della storia e della progressiva scoperta di poteri ed equipaggiamenti del protagonista. La componente horror potrebbe sembrare legata al demone, ma in realtà ciò che causa veramente orrore è il comportamento di alcuni personaggi che ne hanno causato la nascita. Anche in "Bake Neko" sono presenti molte scene d'azione sul finale, in questo caso, però, sono parte fondamentale della storia nonché fine ultimo del protagonista; la battaglia lascia senza fiato ed è gestita con uno stile particolare.
VOTO:8.
Tutte e tre le storie hanno come elemento più spaventoso la crudeltà umana, ma solo l'ultima riesce a farne un vero punto di forza e valorizzarla: la prima storia perlopiù causa nello spettatore tristezza e nella seconda storia la crudeltà del signore feudale è praticamente solo un contorno, non ha particolare rilevanza e sembra ignorato quasi da tutti i suoi sottoposti (sono obbedienti o si sono abituati col tempo?); se questo lato fosse stato approfondito probabilmente avremmo avuto un prodotto più intrattenente.
I primi episodi fanno precipitare a picco il voto della serie che mi sento di consigliare per intero per un fattore di completezza solo per l'esiguo numero di episodi; mi sento invece in dovere di consigliare caldamente gli ultimi tre episodi.
L'anime è composto da 11 episodi che dovrebbero avere in comune il fatto di essere storie horror relative al folklore giapponese; ogni episodio è introdotto da una sigla rap le cui animazioni cambiano al variare della storia raccontata, infatti gli 11 episodi contengono 3 storie del tutto slegate tra di loro, perciò le tratterò una alla volta e il voto della serie sarà la media ponderata tra le varie storie.
La prima storia (cioè i primi 4 episodi), "Yotsuya Kaidan", racconta le vicende legate alla nascita di una maledizione frutto di intrighi e tradimenti. La storia non è particolarmente avvincente, alcuni personaggi sono disegnati abbastanza male dando l'impressione di essere troppo brutti anche per un anime che dovrebbe essere horror. Alcune animazioni ricordano i primi cartoni animati low budget sulla Bibbia. Nonostante i difetti, è la storia di cui ho apprezzato di più il lato horror grazie a terribili eruzioni cutanee sul viso, apparizioni improvvise e allucinazioni che mettono a dura prova la sanità mentale di Oiwa. Tutto sommato la storia è godibile chiudendo un occhio sul lato grafico, ho apprezzato in particolar modo il narratore che sul finale della storia presenta una riflessione sulle maledizioni e le storie folkloristiche.
VOTO: 6.
La seconda storia (cioè gli episodi dal 5 all'8), "Tenshu Monogatari", racconta la storia di un castello abituato da terribili creature. La storia risulta particolarmente lenta e poco intrigante, anche questa volta alcuni personaggi sono disegnati abbastanza male e in questo caso il tutto risulta ulteriormente perché, al contrario, alcune principesse hanno un aspetto davvero piacevole. Questa storia presenta molte più scene d'azione rispetto alla prima, in particolare la maggior parte dell'ultima puntata è costituita da combattimenti; purtroppo le scene d'azione sono il punto debole della storia, oltre a non essere particolarmente ispirate.
Se in "Yotsuya Kaidan" alcune scene sono animate male, in "Tenshu Monogatari" alcune scene non sono nemmeno definibili "animate", non era quindi essere catapultati fuori dalla narrazione a causa di questi orrori visivi che costituiscono la totalità della componente horror della storia. Non vedevo l'ora che questa storia finisse, salvo solo l'estetica di alcune donne presenti nell'anime e qualche "potere" delle creature che abitano il castello.
VOTO: 5.
La terza storia (cioè gli ultimi 3 episodi), "Bake Neko", raccontano la storia della battaglia tra un demone e il nostro caro protagonista Kusuriuri. Questa parte della serie presenta il protagonista della serie Spin-off "Mononoke"(serie per la quale ho iniziato a guardare questo anime). Fin da subito ci accorgiamo che questa volta abbiamo un stile grafico molto particolare, diverso dal solito, che probabilmente sopperisce alle animazioni che non sono sempre eccellenti, ma che grazie a questo stile particolare non risultano sgradevoli, anzi, sembrano quasi far parte di questo stile. La storia, nonostante occupi 3 episodi e non 4 come le altre due, risulta colma di eventi e di evoluzione dei personaggi che per un terribile motivo si trovano rinchiusi tra le mura di una dimora le cui pareti sono ricoperte da foglietti che presentano caratteristici simboli che hanno il compito di tenere lontano il demone.
Per la prima volta in questa serie, tutto ciò che ha a che fare col protagonista sembra particolarmente ispirato ed è presente un approfondimento dei personaggi. Se guardando le prime due storie ho spesso rimpianto le storie del folklore giapponese lette altrove, durante la visione di "Bake Neko" sono rimasto estasiato dal racconto della storia e della progressiva scoperta di poteri ed equipaggiamenti del protagonista. La componente horror potrebbe sembrare legata al demone, ma in realtà ciò che causa veramente orrore è il comportamento di alcuni personaggi che ne hanno causato la nascita. Anche in "Bake Neko" sono presenti molte scene d'azione sul finale, in questo caso, però, sono parte fondamentale della storia nonché fine ultimo del protagonista; la battaglia lascia senza fiato ed è gestita con uno stile particolare.
VOTO:8.
Tutte e tre le storie hanno come elemento più spaventoso la crudeltà umana, ma solo l'ultima riesce a farne un vero punto di forza e valorizzarla: la prima storia perlopiù causa nello spettatore tristezza e nella seconda storia la crudeltà del signore feudale è praticamente solo un contorno, non ha particolare rilevanza e sembra ignorato quasi da tutti i suoi sottoposti (sono obbedienti o si sono abituati col tempo?); se questo lato fosse stato approfondito probabilmente avremmo avuto un prodotto più intrattenente.
I primi episodi fanno precipitare a picco il voto della serie che mi sento di consigliare per intero per un fattore di completezza solo per l'esiguo numero di episodi; mi sento invece in dovere di consigliare caldamente gli ultimi tre episodi.
"Ayakashi" è una raccolta di tre storie, che si sviluppano nell'antico Giappone, che non hanno alcun elemento in comune tra loro se non la narrazione di eventi caratterizzati dal paranormale e dalla mitologia. Ma non sono certamente questi due elementi a generare orrore quanto la narrazione stessa degli eventi. Non sono infatti tanto i fantasmi, demoni o maledizioni a incutere orrore quanto l'oscurità, l'aridità d'animo di alcuni personaggi che, senza filtro alcuno nella narrazione, diventa origine del male che poi si ripercuote su chi l'ha causato e sugli altri, compresi quelli, ben pochi, di animo gentile. Si vieni quindi spinti a riconsiderare quella che è la linea che separa le due esistenze, quelle che sono le reali differenze tra l'essere umano ed l'essere demone, scoprendosi a provare empatia per chi invece dovrebbe incutere terrore.
Da un punto di vista tecnico, c'è da considerare che le tre storie presentano tre stili grafici completamente differenti, di cui l'ultima certamente particolare ed apprezzabile. In una valutazione complessiva, l'animazione è ben resa, in alcuni casi anche qualcosina in più, solo nella seconda storia in alcuni frangenti è un po' sotto la media rispetto alle altre due.
Il comparto musicale risponde bene alle necessità narrative ed è soddisfacente senza però eccellere particolarmente.
Tirando le somme, è un anime di cui non posso che consigliare la visione, non tanto agli amanti del genere dal momento che di horror non ha poi molto, ma a tutti quelli che vogliono vedere un prodotto particolare che faccia anche un po' riflettere.
Da un punto di vista tecnico, c'è da considerare che le tre storie presentano tre stili grafici completamente differenti, di cui l'ultima certamente particolare ed apprezzabile. In una valutazione complessiva, l'animazione è ben resa, in alcuni casi anche qualcosina in più, solo nella seconda storia in alcuni frangenti è un po' sotto la media rispetto alle altre due.
Il comparto musicale risponde bene alle necessità narrative ed è soddisfacente senza però eccellere particolarmente.
Tirando le somme, è un anime di cui non posso che consigliare la visione, non tanto agli amanti del genere dal momento che di horror non ha poi molto, ma a tutti quelli che vogliono vedere un prodotto particolare che faccia anche un po' riflettere.
"Ayakashi Japanese Classic Horror" è una raccolta composta da tre racconti sovrannaturali ambientati nel medioeovo nipponico. L'ayakashi è un tipo di spettro nella mitologia giapponese ed è presente solo nel primo racconto, nel secondo sono coinvolte invece delle vere e proprie divinità, mentre nel terzo è coinvolto un Mononoke. Se l'Ayakashi è il corrispettivo occidentale del fantasma, il Mononoke è il corrispettivo del Poltergeist, uno spirito davvero pericoloso, malevolo ed infuriato. Quest'ultimo racconto è l'unico ad essere davvero ascrivibile al genere horror.
Il primo racconto è una metanarrazione in cui l'autore dell'opera teatrale realmente esistente "La maledizione di Oiwa-San" creata nell'800, ci parla fuori dal tempo raccontandoci non solo la storia da lui inventata ma anche di come la maledizione stessa si manifesti nella realtà colpendo le strutture e gli attori che nell'arco di un secolo l'hanno messa in scena. Si tratta di una classica storia di paura riguardante una donna tradita e sfigurata dal marito che dopo la morte lo perseguita, la storia è mescolata però con elementi reali per formare un cosiddetto Creepypasta.
Il secondo racconto "Tenshu Monogatari" è sempre derivante dal teatro Kabuki e racconta di un amore proibito fra un samurai e una divinità dimenticata che dimora in un castello. Si tratta del racconto più ordinario dei tre sia come storia che come chara design. "Tenshu Monogatari" mescola romanticismo, molto dramma ed una spruzzata di azione. Pur godibile, il racconto non ha assolutamente nulla a vedere con il genere horror ricordando piuttosto anime di stampo medioevale come "Dororo" o "Inuyasha".
Il terzo racconto "Bakeneko", è la vera perla di questa raccolta. Questo è un racconto originale creato per la raccolta ed è quello che può davvero essere considerato un grande horror. "Bakeneko" è claustrofobico, splatter con un cast di personaggi davvero convincenti nella loro caratterizzazione medievale, nella loro diffidenza verso il farmacista che tenterà di esorcizzare il mostro e nel loro terrore rivolto contro il Mononoke, questo è uno spirito particolarmente rancoroso e adirato che riesce ad essere davvero inquietante in più di un'occasione. "Bakeneko" ha una gestione dei tempi perfetta per un horror, una vena di drammaticità e malinconia genuinamente sorprendente ed una grafica unica nel suo genere di cui ho potuto trovare similitudini solo in "Gankutsuou - Il Conte di Montecristo", la situazione descritta invece ricorda per molti versi il capolavoro horror-surreale di Luis Bunuel: "L'angelo Sterminatore". Il successo di "Bakeneko" è stato tale da meritarsi un intera serie sequel "Mononoke", con protagonista il Farmacista a caccia di spiriti.
Nel complesso "Ayakashi" è una buona serie che si lascia vedere gradevolmente, ma per un amante dell'horror è assolutamente un must per la presenza dello stupendo "Bakeneko".
Il primo racconto è una metanarrazione in cui l'autore dell'opera teatrale realmente esistente "La maledizione di Oiwa-San" creata nell'800, ci parla fuori dal tempo raccontandoci non solo la storia da lui inventata ma anche di come la maledizione stessa si manifesti nella realtà colpendo le strutture e gli attori che nell'arco di un secolo l'hanno messa in scena. Si tratta di una classica storia di paura riguardante una donna tradita e sfigurata dal marito che dopo la morte lo perseguita, la storia è mescolata però con elementi reali per formare un cosiddetto Creepypasta.
Il secondo racconto "Tenshu Monogatari" è sempre derivante dal teatro Kabuki e racconta di un amore proibito fra un samurai e una divinità dimenticata che dimora in un castello. Si tratta del racconto più ordinario dei tre sia come storia che come chara design. "Tenshu Monogatari" mescola romanticismo, molto dramma ed una spruzzata di azione. Pur godibile, il racconto non ha assolutamente nulla a vedere con il genere horror ricordando piuttosto anime di stampo medioevale come "Dororo" o "Inuyasha".
Il terzo racconto "Bakeneko", è la vera perla di questa raccolta. Questo è un racconto originale creato per la raccolta ed è quello che può davvero essere considerato un grande horror. "Bakeneko" è claustrofobico, splatter con un cast di personaggi davvero convincenti nella loro caratterizzazione medievale, nella loro diffidenza verso il farmacista che tenterà di esorcizzare il mostro e nel loro terrore rivolto contro il Mononoke, questo è uno spirito particolarmente rancoroso e adirato che riesce ad essere davvero inquietante in più di un'occasione. "Bakeneko" ha una gestione dei tempi perfetta per un horror, una vena di drammaticità e malinconia genuinamente sorprendente ed una grafica unica nel suo genere di cui ho potuto trovare similitudini solo in "Gankutsuou - Il Conte di Montecristo", la situazione descritta invece ricorda per molti versi il capolavoro horror-surreale di Luis Bunuel: "L'angelo Sterminatore". Il successo di "Bakeneko" è stato tale da meritarsi un intera serie sequel "Mononoke", con protagonista il Farmacista a caccia di spiriti.
Nel complesso "Ayakashi" è una buona serie che si lascia vedere gradevolmente, ma per un amante dell'horror è assolutamente un must per la presenza dello stupendo "Bakeneko".
Ayakashi è un anime molto particolare, in quanto incentrato su una serie di storie dell'orrore della tradizione giapponese. La serie si compone di tre archi narrativi: il primo vede protagonista il fantasma di una donna morta in circostanze tragiche vendicarsi su tutti coloro che l'hanno fatta soffrire; il secondo narra dell'impossibile storie d'amore tra un umano ed una "dea dimenticata"; il terzo è incentrato su un enigmatico personaggio - il farmacista- alle prese con un terribile gatto fantasma.
Cioè che colpisce, in prima battuta, è il character design: diverso per ogni storia, ma in tutti e tre i casi particolarmente originale. Super - realista nella prima saga, raffinato nella seconda, disturbante nella terza.
Le trame sono tutte interessanti ed i personaggi credibili. Il più interessante è certamente il farmacista e la sua storia è quella che ho apprezzato di più. Ho apprezzato molto anche il ruolo di "testimonianza storica" delle prime due: traspare tutto il maschilismo dell'antica società giapponese, con donne ridotte a fare le schiave del marito, che le prende e le scarta come fossero caramelle.
Menzione speciale va alle musiche. In particolare, ho adorato la opening in stile hip-pop. E' diventata una delle mie canzoni preferite!
Insomma, complessivamente davvero un buon prodotto, anche se l'elemento del brivido poteva essere curato meglio. Consigliato!
Cioè che colpisce, in prima battuta, è il character design: diverso per ogni storia, ma in tutti e tre i casi particolarmente originale. Super - realista nella prima saga, raffinato nella seconda, disturbante nella terza.
Le trame sono tutte interessanti ed i personaggi credibili. Il più interessante è certamente il farmacista e la sua storia è quella che ho apprezzato di più. Ho apprezzato molto anche il ruolo di "testimonianza storica" delle prime due: traspare tutto il maschilismo dell'antica società giapponese, con donne ridotte a fare le schiave del marito, che le prende e le scarta come fossero caramelle.
Menzione speciale va alle musiche. In particolare, ho adorato la opening in stile hip-pop. E' diventata una delle mie canzoni preferite!
Insomma, complessivamente davvero un buon prodotto, anche se l'elemento del brivido poteva essere curato meglio. Consigliato!
Le prime quattro puntate sono una riproposizione del "Tokaido Yotsuya Kaidan", lo spettacolo kabuki messo in scena nel 1825 da Tsuruya Nanboku Yondaime. Esso deriva dall'unione di una serie di miti e leggende circa Oiwa-san, donna massimamente sventurata. L'anime propone un filone ben preciso del mito, ossia quello in cui il marito, Tamiya Iemon, dopo una serie di vicende, implicitamente le provoca un profondo sfregio, mentre ci sono altre varianti in cui lei è già deturpata fin da bambina e questo poi successivamente determina l'allontanamento del consorte e tutte le successive vicende. Interessante il fatto che all'interno di questa storia venga incastrata anche quella più famosa dei 47 Ronin, con riferimento alla relativa opera teatrale giapponese denominata "Chusingura".
La seconda storia va dalla 5° all'8° puntata e si rifa allo spettacolo kabuki denominato "Tenshuu Monogatari", creato da Izumi Kyoka nel 1917. Nell'opera originale la protagonista, la principessa Tomi, è una suicida il cui spirito continua a vivere in un castello, mentre qui ella è una specie di essere fra la divinità è l'umano, un "Dio dimenticato". Queste entità portano rancore verso gli umani, che li han costretti a vivere quasi in riserve, e li mangiano perché provano una sorta di fame, pur essendo immortali. La storia ruota attorno all'innamoramento che scaturisce fra Tomi-hime e un falconiere, un amore casuale, ma che mina le barriere fra i due mondi.
La terza storia, dalla 9° all'11° puntata, è ciò che darà poi vita a "Mononoke", anime del 2007 creato sulla scia di "Ayakashi" e tutto incentrato sulle avventure del personaggio presente in questa storia, ossia un venditore ambulante di "medicinali" che in realtà è un cacciatore di mononoke, o youkai, uno dei vari gruppi di oni presenti nel folklore giapponese.
La storia è complessa e intrigante, anche se lenta e caleidoscopica, e si chiude in modo molto amaro, ma di certo poetico.
Compreso anche grazie all'ultimo "episodio", la cui recensione evito qui, per trattarlo maggiormente in quella di Mononoke, "Ayakashi - Japanese Classic Horror", lo designerei come uno dei migliori anime di tipo storico-folkloristico.
In tutte e tre le storie si nota con forza l'aspetto storico, con il folklore, il mito, la leggenda nipponica da sfondo che rafforza l'amalgama. La musica, sovente ispirata al classicismo giapponese, perfeziona ancora più il tutto.
Particolare è soprattutto il primo episodio. Essendo la trasposizione a anime di un'opera teatrale, anche qui troviamo la famosa "illusione scenica", ovvero la immedesimazione delle spettatore negli attori tanto da dimenticare la finzione del tutto. Essa, come in Plauto, viene costantemente rotta dal narratore, che interviene, spiega e, addirittura, entra nella storia stessa. Il narratore, tra l'altro, è lo stesso Tsuruya Nanboku IV, che nella 4° e ultima puntata fa un excursus sulla storia di questo "sceneggiato", sia in ambito teatrale sia, più tardi, cinematografico, suggerendo aneddoti riguardo alla perpetuazione della maledizione di Oiwa-san, veri o falsi che siano, che contribuiscono fantasticamente a creare lo spirito "horror" di "Ayakashi".
Si arriva al punto di mischiare realtà e anime, di intrecciare il periodo Edo con quello attuale, unendo quindi fantasia e reale e collegando epoche superate con l'epoca contemporanea, tutto in pochi minuti e in modo egregio.
La seconda storia va dalla 5° all'8° puntata e si rifa allo spettacolo kabuki denominato "Tenshuu Monogatari", creato da Izumi Kyoka nel 1917. Nell'opera originale la protagonista, la principessa Tomi, è una suicida il cui spirito continua a vivere in un castello, mentre qui ella è una specie di essere fra la divinità è l'umano, un "Dio dimenticato". Queste entità portano rancore verso gli umani, che li han costretti a vivere quasi in riserve, e li mangiano perché provano una sorta di fame, pur essendo immortali. La storia ruota attorno all'innamoramento che scaturisce fra Tomi-hime e un falconiere, un amore casuale, ma che mina le barriere fra i due mondi.
La terza storia, dalla 9° all'11° puntata, è ciò che darà poi vita a "Mononoke", anime del 2007 creato sulla scia di "Ayakashi" e tutto incentrato sulle avventure del personaggio presente in questa storia, ossia un venditore ambulante di "medicinali" che in realtà è un cacciatore di mononoke, o youkai, uno dei vari gruppi di oni presenti nel folklore giapponese.
La storia è complessa e intrigante, anche se lenta e caleidoscopica, e si chiude in modo molto amaro, ma di certo poetico.
Compreso anche grazie all'ultimo "episodio", la cui recensione evito qui, per trattarlo maggiormente in quella di Mononoke, "Ayakashi - Japanese Classic Horror", lo designerei come uno dei migliori anime di tipo storico-folkloristico.
In tutte e tre le storie si nota con forza l'aspetto storico, con il folklore, il mito, la leggenda nipponica da sfondo che rafforza l'amalgama. La musica, sovente ispirata al classicismo giapponese, perfeziona ancora più il tutto.
Particolare è soprattutto il primo episodio. Essendo la trasposizione a anime di un'opera teatrale, anche qui troviamo la famosa "illusione scenica", ovvero la immedesimazione delle spettatore negli attori tanto da dimenticare la finzione del tutto. Essa, come in Plauto, viene costantemente rotta dal narratore, che interviene, spiega e, addirittura, entra nella storia stessa. Il narratore, tra l'altro, è lo stesso Tsuruya Nanboku IV, che nella 4° e ultima puntata fa un excursus sulla storia di questo "sceneggiato", sia in ambito teatrale sia, più tardi, cinematografico, suggerendo aneddoti riguardo alla perpetuazione della maledizione di Oiwa-san, veri o falsi che siano, che contribuiscono fantasticamente a creare lo spirito "horror" di "Ayakashi".
Si arriva al punto di mischiare realtà e anime, di intrecciare il periodo Edo con quello attuale, unendo quindi fantasia e reale e collegando epoche superate con l'epoca contemporanea, tutto in pochi minuti e in modo egregio.
Di questa serie ho visto solo i primi 4 episodi (poichè non è stata finita di subbare in italiano) e l'ho trovata aevvero stupenda. Una serie molto particolare che racconta di tre kabuki (ovvero racconti horror giapponesi). Il primo racconta di una donna abbastanza sfortunata, tradita dal marito e avvelenata dalla sua amante. Una volta morta farà di tutto per vendicarsi. Le altre due storie non avendole viste non le posso giudicare...
L'opening mi è piaciuta, molto particolare come i disegni: sembra proprio di vedere un romanzo in movimento. Serie consigliatissima, soprattutto a chi piace il genere horror!
L'opening mi è piaciuta, molto particolare come i disegni: sembra proprio di vedere un romanzo in movimento. Serie consigliatissima, soprattutto a chi piace il genere horror!
Molto, molto bella! Questa serie mette in scena i drammi più famosi del popolare teatro kabuki, in una veste grafica particolare e adatta alle atmosfere cupe ed orrorifiche che descrive. Si tratta di un anime diverso, di notevole qualità. Se vi piace il teatro ed amata la cultura giapponese, non lasciatevelo sfuggire! :)