Charlotte
Un bell'anime, ma niente di nuovo.
"Charlotte" è il tipico shonen dove ritroviamo il ragazzino che poi sarà dotato di poteri che gli cambiano la vita.
È una serie strutturata abbastanza bene, anche se avrei preferito che ci si fosse giocato di più sulle emozioni dei personaggi, del protagonista stesso, andando un po' più in profondità; però è abbastanza interessante e offre le sue parti un po' più tristi e riflessive. Penso che l'ideale sarebbe vederlo come primo anime o comunque tra i primi, poiché avendo visto già diversi shonen credo che l'anime non riesca più a colpire molto e a risultare interessante, anzi finisce per risultare, talvolta, un po' banale e noioso.
"Charlotte" è il tipico shonen dove ritroviamo il ragazzino che poi sarà dotato di poteri che gli cambiano la vita.
È una serie strutturata abbastanza bene, anche se avrei preferito che ci si fosse giocato di più sulle emozioni dei personaggi, del protagonista stesso, andando un po' più in profondità; però è abbastanza interessante e offre le sue parti un po' più tristi e riflessive. Penso che l'ideale sarebbe vederlo come primo anime o comunque tra i primi, poiché avendo visto già diversi shonen credo che l'anime non riesca più a colpire molto e a risultare interessante, anzi finisce per risultare, talvolta, un po' banale e noioso.
Reputo che "Charlotte" sia un anime molto bello, inizio come sempre dicendo che l'utente che sta scrivendo (io) paragona gli anime solo con altri anime della stessa categoria, ovvero non paragona, ad esempio "Toradora" a "Dragon Ball". Inoltre, le recensioni sono basate sui miei gusti!
Premesso ciò l'anime è molto, molto bello, risulta né pesante né leggero, è un ottima via di mezzo. La comicità è semplice, ma presente; il lato sentimentale è molto sfumato, ma piacevole. L'elemento drammatico è molto presente, alcuni pezzi fanno vacillare lo spettatore, i personaggi principali sono molto carini, soprattutto il protagonista ha una evoluzione di sé che mi è piaciuta: non si tratta del classico super idiota o superbellissimo che resta uguale per poi cambiare alla fine, o di un "idiota" che di colpo diventa strafigo, ma ha una progressiva evoluzione del suo carattere fino al cambiamento, con il momento drammatico cui accennavo!
In breve :molto bello! Consiglio serenamente anzi ce ne vorrebbero di più di serie così: brevi ma comunque intense. ma senza troppo impegnare.
Premesso ciò l'anime è molto, molto bello, risulta né pesante né leggero, è un ottima via di mezzo. La comicità è semplice, ma presente; il lato sentimentale è molto sfumato, ma piacevole. L'elemento drammatico è molto presente, alcuni pezzi fanno vacillare lo spettatore, i personaggi principali sono molto carini, soprattutto il protagonista ha una evoluzione di sé che mi è piaciuta: non si tratta del classico super idiota o superbellissimo che resta uguale per poi cambiare alla fine, o di un "idiota" che di colpo diventa strafigo, ma ha una progressiva evoluzione del suo carattere fino al cambiamento, con il momento drammatico cui accennavo!
In breve :molto bello! Consiglio serenamente anzi ce ne vorrebbero di più di serie così: brevi ma comunque intense. ma senza troppo impegnare.
Tutto inizia da Yu, protagonista molto affascinante dotato di un potere molto particolare: impossessarsi del corpo altrui per cinque secondi. Potere sfruttato veramente in malo modo, giusto per copiare i compiti scolastici e fare qualche rissa. Tutto fila liscio secondo le sue aspettative, fino a quando Nao Tomori, altra ragazza dotata di poteri sovrannaturali, scopre il suo segreto e lo obbliga a prendere parte del consiglio studentesco della sua scuola esclusivamente dedicata a persone dotate di questi poteri misteriosi.
Un anime che ho apprezzato fin da subito e che non presenta troppi difetti. Nonostante tutto la perfezione è ben lontana in tutti i lati, sia tecnici che narrativi. Illustrando prima i punti forti partendo da ottimi personaggi pieni di personalità, un protagonista fin troppo simile a Light di "Death Note" e una ragazza molto misteriosa che pian piano si lascia conoscere durante lo scorrimento della serie. Le animazioni sono di buona fattura e le musiche accettabili. Un altro lato positivo che ho notato è che la storia prende sempre delle pieghe inaspettate quindi sono presenti molti colpi di scena. La narrazione la devo mettere invece nella lista nera di questo anime visto che è veramente troppo veloce e in alcuni tratti non si capisce nemmeno se si stia guardando lo stesso anime dell' episodio precedente. Per fortuna con un buon intuito si può arrivare a capire argomentazioni che se visionato con superficialità sicuramente verrebbero tralasciate. Altro lato negativo è il finale: veramente "buttato lì" e privo di emozioni.
Nel complesso consiglio di vederlo e di valutare personalmente se sia un anime adatto essendo molto particolare e non credo a gusto di tutti.
Un anime che ho apprezzato fin da subito e che non presenta troppi difetti. Nonostante tutto la perfezione è ben lontana in tutti i lati, sia tecnici che narrativi. Illustrando prima i punti forti partendo da ottimi personaggi pieni di personalità, un protagonista fin troppo simile a Light di "Death Note" e una ragazza molto misteriosa che pian piano si lascia conoscere durante lo scorrimento della serie. Le animazioni sono di buona fattura e le musiche accettabili. Un altro lato positivo che ho notato è che la storia prende sempre delle pieghe inaspettate quindi sono presenti molti colpi di scena. La narrazione la devo mettere invece nella lista nera di questo anime visto che è veramente troppo veloce e in alcuni tratti non si capisce nemmeno se si stia guardando lo stesso anime dell' episodio precedente. Per fortuna con un buon intuito si può arrivare a capire argomentazioni che se visionato con superficialità sicuramente verrebbero tralasciate. Altro lato negativo è il finale: veramente "buttato lì" e privo di emozioni.
Nel complesso consiglio di vederlo e di valutare personalmente se sia un anime adatto essendo molto particolare e non credo a gusto di tutti.
"Charlotte" è, senza ombra di dubbio, un anime in continuo sviluppo, che si evolve puntata dopo puntata. Coloro che sono amanti del macabro e il mistero, unito al dramma e le calamità, non potranno non apprezzare questa serie.
Il protagonista è uno studente del liceo, Yuu, il quale è in possesso di una abilità, un potere speciale, ovvero quello di poter impossessarsi di un qualsiasi corpo nel suo raggio visivo, per la durata massima di 5 secondi. Il ragazzo inizialmente, piuttosto frivolo e ingenuo, non può fare a meno di sfruttare questo suo "talento" per il proprio tornaconto, come andare bene a scuola e negli sport, avere successo tra le ragazze e così via. Ma le circostanze cambiano completamente quando il protagonista comprende che egli non è il solo a possedere un tale potere ed entra a far parte del consiglio studentesco, al quale è affidata una missione esclusiva, ossia porre un freno a tutte le abilità speciali fuori controllo, proteggendo e minacciando loro affinché non le usino più.
Ad ogni modo, la serie prevede solo 13 puntate purtroppo: perché sì, occorre proprio dirlo, "Charlotte" avrebbe potuto avere un grandissimo potenziale, diventare anche il mio anime preferito, se solo fosse stato più lungo e la trama fosse sviluppata meglio, specialmente per gli ultimi eventi, indubbiamente più interessanti rispetto alle prime puntate, alquanto monotone e ripetitive ma che, alla fine della fiera, ripensandoci, fanno senz'altro la loro parte, permettendo al pubblico di conoscere meglio i personaggi principali e immedesimarsi nell'ambiente che circonda il nostro protagonista.
Poi, la sigla, i disegni degli spazi e alcune riprese più particolari conferiscono all'anime una marcia in più, non mancano i colpi di scena e per coloro che hanno la lacrima facile, garantisco allora, che "Charlotte" farà sicuramente versare qualche goccia. Vengono trattate disparate tematiche e rappresentati svariati stereotipi, più o meno corretti, ma comunque molto concreti e con cui ognuno ha certamente avuto a che fare qualche volta nella vita, passando dal desiderio del debole di seguire la moda, la massa, fino a parlare dei persistenti pregiudizi e commenti da parte di coloro che riteniamo amici, al centro della vita di tutti i nostri giorni, o ancora, il rimpianto per una persona cara, di cui apprezziamo i momenti trascorsi con essa solo nel momento in cui, ahimè, la perdiamo per sempre.
Una nota negativa l'ho riscontrata, tuttavia, nella figura del protagonista, Yuu, che rimane alquanto ingenuo, a tratti odioso e piatto fino alla fine. Ammetto che si percepiscono dei cenni di miglioramento a lungo andare, mantenendo sempre, però, l'atteggiamento da "o tutto o niente", da l'ozio più totale fino al massacro di chiunque gli passi di fronte; soprattutto, non ho gradito la sua poca presa d'iniziativa: ogni azione o gesta gli viene puntualmente consigliata da qualcun altro, mancando di dinamismo e intraprendenza.
Dunque, al di là del rammarico per la carenza di puntate e l'indole subdola di Yuu, consiglio a chiunque abbia un po' di curiosità e tempo di guardare "Charlotte", piuttosto piacevole e con alcune scene da rivedere più di una volta.
Il protagonista è uno studente del liceo, Yuu, il quale è in possesso di una abilità, un potere speciale, ovvero quello di poter impossessarsi di un qualsiasi corpo nel suo raggio visivo, per la durata massima di 5 secondi. Il ragazzo inizialmente, piuttosto frivolo e ingenuo, non può fare a meno di sfruttare questo suo "talento" per il proprio tornaconto, come andare bene a scuola e negli sport, avere successo tra le ragazze e così via. Ma le circostanze cambiano completamente quando il protagonista comprende che egli non è il solo a possedere un tale potere ed entra a far parte del consiglio studentesco, al quale è affidata una missione esclusiva, ossia porre un freno a tutte le abilità speciali fuori controllo, proteggendo e minacciando loro affinché non le usino più.
Ad ogni modo, la serie prevede solo 13 puntate purtroppo: perché sì, occorre proprio dirlo, "Charlotte" avrebbe potuto avere un grandissimo potenziale, diventare anche il mio anime preferito, se solo fosse stato più lungo e la trama fosse sviluppata meglio, specialmente per gli ultimi eventi, indubbiamente più interessanti rispetto alle prime puntate, alquanto monotone e ripetitive ma che, alla fine della fiera, ripensandoci, fanno senz'altro la loro parte, permettendo al pubblico di conoscere meglio i personaggi principali e immedesimarsi nell'ambiente che circonda il nostro protagonista.
Poi, la sigla, i disegni degli spazi e alcune riprese più particolari conferiscono all'anime una marcia in più, non mancano i colpi di scena e per coloro che hanno la lacrima facile, garantisco allora, che "Charlotte" farà sicuramente versare qualche goccia. Vengono trattate disparate tematiche e rappresentati svariati stereotipi, più o meno corretti, ma comunque molto concreti e con cui ognuno ha certamente avuto a che fare qualche volta nella vita, passando dal desiderio del debole di seguire la moda, la massa, fino a parlare dei persistenti pregiudizi e commenti da parte di coloro che riteniamo amici, al centro della vita di tutti i nostri giorni, o ancora, il rimpianto per una persona cara, di cui apprezziamo i momenti trascorsi con essa solo nel momento in cui, ahimè, la perdiamo per sempre.
Una nota negativa l'ho riscontrata, tuttavia, nella figura del protagonista, Yuu, che rimane alquanto ingenuo, a tratti odioso e piatto fino alla fine. Ammetto che si percepiscono dei cenni di miglioramento a lungo andare, mantenendo sempre, però, l'atteggiamento da "o tutto o niente", da l'ozio più totale fino al massacro di chiunque gli passi di fronte; soprattutto, non ho gradito la sua poca presa d'iniziativa: ogni azione o gesta gli viene puntualmente consigliata da qualcun altro, mancando di dinamismo e intraprendenza.
Dunque, al di là del rammarico per la carenza di puntate e l'indole subdola di Yuu, consiglio a chiunque abbia un po' di curiosità e tempo di guardare "Charlotte", piuttosto piacevole e con alcune scene da rivedere più di una volta.
"Charlotte", serie targata Key, ha diviso in due la community di appassionati di animazione giapponese. Per alcuni si è rivelata una piacevole sorpresa, una storia che è riuscita e far breccia nei loro cuori, per altri, al contrario, solamente un'occasione sprecata. Ma andiamo con ordine.
La trama ruota attorno a delle premesse volutamente semplici per poi complicarsi a partire dall'episodio 6. Coloro che hanno dimestichezza con lo stile peculiare della Key, riconosceranno subito il tipico schema narrativo, che caratterizza positivamente anche altre opere dello studio. Inizialmente l'autore raffigura un mondo da sogno, dove fenomeni sovrannaturali sono all'ordine del giorno, per poi rivelarsi una realtà tutt'altro che piacevole. Infatti, "Charlotte" gioca tutto sul fatto che i poteri dei vari personaggi, all'apparenza straordinari, presentano quasi sempre dei limiti che li rendono al contempo una spina sul fianco. Proprio il loro contrappeso rappresenta la causa dei principali risvolti drammatici e tragici nella vita dei protagonisti.
Uno dei grandi punti di forza della Key risiede nell'alternare scene spensierate e momenti di pathos, che accentuano il cambio repentino del ritmo in un certo punto nell'intreccio; fino al climax finale riuscirà a tenere lo spettatore incollato alla schermo. Degna di menzione la conclusione dai toni malinconici, non proprio un "happy ending", che l'ho di gran lunga preferita ai finali 'buonisti' di altre produzioni della Key.
Questo prodotto viene spesso criticato aspramente per la sua brevità, 13 episodi dalla durata canonica. Ma bisogna subito smentire che qualità e quantità non sono assolutamente sinonimi. Non è quindi immediato che con una serie di 24 puntate avremmo avuto la stessa ottima qualità tecnica, che ancora oggi rivaleggia, anzi supera gli standard odierni. Dopotutto P.A.Works ha svolto un lavoro eccellente, soprattutto nella resa dei fondali, curati nei minimi dettagli.
Tirando le somme, "Charlotte" è un anime scolastico tutt'altro che convenzionale e di pregevole fattura, come d'altronde ci hanno abituato altre serie della Key del calibro di "Clannad" e "Little Busters!". La prima parte dai toni più scanzonati renderà ancora più netto ed efficace il passaggio alle scene drammatiche, che si verificheranno in seguito, lasciando lo spettatore a bocca aperta; per poi concludersi con un finale per nulla banale, che difficilmente non vi rimarrà impresso.
La trama ruota attorno a delle premesse volutamente semplici per poi complicarsi a partire dall'episodio 6. Coloro che hanno dimestichezza con lo stile peculiare della Key, riconosceranno subito il tipico schema narrativo, che caratterizza positivamente anche altre opere dello studio. Inizialmente l'autore raffigura un mondo da sogno, dove fenomeni sovrannaturali sono all'ordine del giorno, per poi rivelarsi una realtà tutt'altro che piacevole. Infatti, "Charlotte" gioca tutto sul fatto che i poteri dei vari personaggi, all'apparenza straordinari, presentano quasi sempre dei limiti che li rendono al contempo una spina sul fianco. Proprio il loro contrappeso rappresenta la causa dei principali risvolti drammatici e tragici nella vita dei protagonisti.
Uno dei grandi punti di forza della Key risiede nell'alternare scene spensierate e momenti di pathos, che accentuano il cambio repentino del ritmo in un certo punto nell'intreccio; fino al climax finale riuscirà a tenere lo spettatore incollato alla schermo. Degna di menzione la conclusione dai toni malinconici, non proprio un "happy ending", che l'ho di gran lunga preferita ai finali 'buonisti' di altre produzioni della Key.
Questo prodotto viene spesso criticato aspramente per la sua brevità, 13 episodi dalla durata canonica. Ma bisogna subito smentire che qualità e quantità non sono assolutamente sinonimi. Non è quindi immediato che con una serie di 24 puntate avremmo avuto la stessa ottima qualità tecnica, che ancora oggi rivaleggia, anzi supera gli standard odierni. Dopotutto P.A.Works ha svolto un lavoro eccellente, soprattutto nella resa dei fondali, curati nei minimi dettagli.
Tirando le somme, "Charlotte" è un anime scolastico tutt'altro che convenzionale e di pregevole fattura, come d'altronde ci hanno abituato altre serie della Key del calibro di "Clannad" e "Little Busters!". La prima parte dai toni più scanzonati renderà ancora più netto ed efficace il passaggio alle scene drammatiche, che si verificheranno in seguito, lasciando lo spettatore a bocca aperta; per poi concludersi con un finale per nulla banale, che difficilmente non vi rimarrà impresso.
Ho iniziato questo anime avendone sentito parlare bene. Purtroppo la trama di per sé è molto interessante ed ha molto potenziale, ma ci sono dei grandissimi difetti.
I primi episodi autoconclusivi sono un po' noiosi, capisco che servano ad introdurre i personaggi, ma ciò poteva avvenire tranquillamente in un altro modo. Molto buono è il plotwist a metà anime, che farà venire voglia di continuare a guardare tutti gli episodi successivi, ripagando anche le parti poco interessanti dei primi episodi. Il problema è che le idee originali e i colpi di scena sono gestiti malissimo e poco approfonditi, sicuramente con un anime di più episodi ne sarebbe uscito un capolavoro. Ne consiglio comunque la visione poiché è intrattiene parecchio, peccato però per i buchi di trama.
Sceneggiatura e comparto tecnico buoni, anche se lo stile non mi fa impazzire, è un po' il classico anime con le ragazze dagli occhi giganti. Non mi sento di dargli più di 6,5 purtroppo.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Non ho veramente capito l'utilità della cantante cieca, inoltre l'ultimo episodio cerca di riassumere in 20 minuti quello che avrebbe potuto essere un anime a parte. In più nell'episodio 11 la morte di quel ragazzo si sarebbe potuta evitare tranquillamente se avessero usato un minimo di cervello. Poi le organizzazioni, i terroristi, i viaggi nel tempo sbrigativi, storia affrettata anche se, ripeto, interessante.
I primi episodi autoconclusivi sono un po' noiosi, capisco che servano ad introdurre i personaggi, ma ciò poteva avvenire tranquillamente in un altro modo. Molto buono è il plotwist a metà anime, che farà venire voglia di continuare a guardare tutti gli episodi successivi, ripagando anche le parti poco interessanti dei primi episodi. Il problema è che le idee originali e i colpi di scena sono gestiti malissimo e poco approfonditi, sicuramente con un anime di più episodi ne sarebbe uscito un capolavoro. Ne consiglio comunque la visione poiché è intrattiene parecchio, peccato però per i buchi di trama.
Sceneggiatura e comparto tecnico buoni, anche se lo stile non mi fa impazzire, è un po' il classico anime con le ragazze dagli occhi giganti. Non mi sento di dargli più di 6,5 purtroppo.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Non ho veramente capito l'utilità della cantante cieca, inoltre l'ultimo episodio cerca di riassumere in 20 minuti quello che avrebbe potuto essere un anime a parte. In più nell'episodio 11 la morte di quel ragazzo si sarebbe potuta evitare tranquillamente se avessero usato un minimo di cervello. Poi le organizzazioni, i terroristi, i viaggi nel tempo sbrigativi, storia affrettata anche se, ripeto, interessante.
Premetto di essere nuovo a questo genere, ma questa serie mi ha colpito molto positivamente, tanto da alimentare la mia curiosità e il mio interesse riguardo questa categoria di anime.
Non parlerò della trama (perché penso che la descrizione fornita dal sito sia più che sufficiente) o dei particolari effetti e scelte dell'autore dell'opera (perché non mi ritengo particolarmente ferrato in materia e vorrei evitare figuracce), ma mi limiterò a parlare delle sensazioni che quest'opera è riuscita a trasmettermi.
Sin da subito la trama e, soprattutto, il comportamento del protagonista sono riusciti a catturare la mia attenzione, tenendo vivo il mio interesse per gli episodi successivi.
Personalmente ho raggiunto l'apice emotivo a metà dell'opera ed è proprio in questo punto della trama che ho cominciato a vedere la storia con occhi diversi, con un maggiore interesse e con un crescente desiderio di sapere come si sarebbe conclusa una trama così avvincente.
Ho apprezzato molto come l'autore sia riuscito a trattare certi argomenti delicati come ad esempio la depressione a seguito di un forte trauma emotivo o la follia generata dall'onnipotenza, e come alla fine voglia creare una specie di "percorso comportamentale" del protagonista, che culmina con un'inaspettata metamorfosi che riesce a dare un senso all'esistenza di questo personaggio.
I frequenti sketch comici all'interno della serie mi sono sembrati un ottima idea per alleggerire la trama e mantenere quell'atmosfera di "familiarità" che si instaura tra i personaggi e lo spettatore, permettendo a quest'ultimo di immergersi in una visione più globale della storia, facendone apprezzare i momenti di svago, ma anche creando un contrasto più netto nei momenti più seri e incisivi della trama, dove ad esempio si vuol far passare un qualche messaggio o affrontare una tematica riscontrabile nella vita reale.
Purtroppo avrei preferito un finale articolato in maniera un po' più approfondita di come è stato scritto, magari sviluppando le battute finali della storia in maniera più dettagliata, aggiungendo magari qualche altro episodio, ma giudicando l'opera nel suo insieme e, continuo a sottolineare, giudicando il tutto con l' "ingenuità" di chi si avvicina per la prima volta a questo genere, ritengo questa serie un prodotto davvero ben riuscito, capace di generare in me nuovi sentimenti e che mi ha permesso di vedere vecchi argomenti con nuove sfumature.
Non parlerò della trama (perché penso che la descrizione fornita dal sito sia più che sufficiente) o dei particolari effetti e scelte dell'autore dell'opera (perché non mi ritengo particolarmente ferrato in materia e vorrei evitare figuracce), ma mi limiterò a parlare delle sensazioni che quest'opera è riuscita a trasmettermi.
Sin da subito la trama e, soprattutto, il comportamento del protagonista sono riusciti a catturare la mia attenzione, tenendo vivo il mio interesse per gli episodi successivi.
Personalmente ho raggiunto l'apice emotivo a metà dell'opera ed è proprio in questo punto della trama che ho cominciato a vedere la storia con occhi diversi, con un maggiore interesse e con un crescente desiderio di sapere come si sarebbe conclusa una trama così avvincente.
Ho apprezzato molto come l'autore sia riuscito a trattare certi argomenti delicati come ad esempio la depressione a seguito di un forte trauma emotivo o la follia generata dall'onnipotenza, e come alla fine voglia creare una specie di "percorso comportamentale" del protagonista, che culmina con un'inaspettata metamorfosi che riesce a dare un senso all'esistenza di questo personaggio.
I frequenti sketch comici all'interno della serie mi sono sembrati un ottima idea per alleggerire la trama e mantenere quell'atmosfera di "familiarità" che si instaura tra i personaggi e lo spettatore, permettendo a quest'ultimo di immergersi in una visione più globale della storia, facendone apprezzare i momenti di svago, ma anche creando un contrasto più netto nei momenti più seri e incisivi della trama, dove ad esempio si vuol far passare un qualche messaggio o affrontare una tematica riscontrabile nella vita reale.
Purtroppo avrei preferito un finale articolato in maniera un po' più approfondita di come è stato scritto, magari sviluppando le battute finali della storia in maniera più dettagliata, aggiungendo magari qualche altro episodio, ma giudicando l'opera nel suo insieme e, continuo a sottolineare, giudicando il tutto con l' "ingenuità" di chi si avvicina per la prima volta a questo genere, ritengo questa serie un prodotto davvero ben riuscito, capace di generare in me nuovi sentimenti e che mi ha permesso di vedere vecchi argomenti con nuove sfumature.
Iniziamo col dire che "Charlotte" è un anime estremamente criticato, e come tutte le serie di spessore (Jun Maeda è uno dei migliori sceneggiatori dell'animazione del Sol Levante), il pubblico si divide tra chi lo osanna e chi lo odia, e guardando le recensioni e le critiche che ho letto in giro (tra cui reddit, dove se ne leggono di tutti i colori), si può facilmente arrivare alla conclusione che la fetta più grande di pubblico è quella che lo odia, e io sinceramente non capisco quest' odio così profondo verso questa serie da dove arrivi... capisco certe critiche ma molte le trovo davvero ridicole e campate per aria.
Attenzione: inizio spoiler
La trama di base è questa, abbiamo il classico studente delle superiori (Yuu Otasaka, che vive senza genitori insieme alla sorellina) che ha un potere speciale molto particolare, ovvero può prendere il controllo di una persona per 5 secondi; chiaramente come la gran fetta di adolescenti farebbe, lui usa questo potere per i suoi copi personali. Un giorno una ragazzina di nome Nao Tomori lo registra con una videocamera mentre sta usando il suo potere per copiare i compiti in classe, e quest'ultimo sarà l'evento che metterà in moto la trama dell'anime: infatti dopo questo evento, Yuu sarà invitato da Nao in un'altra scuola, (dato che devono essere tutelati per via delle organizzazione che danno loro la caccia, in poche parole per non diventare una cavia da laboratorio) dove sono presenti per l'appunto altri studenti come lui con questi superpoteri. Yuu verrà quindi invitato a far parte del concilio studentesco insieme a lui. Quindi abbiamo Nao che può diventare invisibile, ma soltanto verso un singolo bersaglio, Takajo che ha la super velocità, ma non riesce a controllarsi e finisce sempre per schiantarsi e farsi del male, e infine c'è un tizio che per la prima metà dell'anime sarà completamente anonimo. Grazie al suo potere quest'ultimo può localizzare altre persone in possesso di questo dono, e gli episodi successivi si baseranno proprio su questa struttura, ovvero andare in cerca di altre persone che hanno i superpoteri. In seguito al gruppo si unirà anche la famosa idol Yusa Nishimori, quest' ultima con un potere molto particolare. Dopo l'episodio sette le cose cambieranno drasticamente per via di un evento molto importante per i fini della trama, ovvero la morte della sorellina: quest'evento porterà a Yuu un cambiamento psicologico, e finisce per diventare un sadico, infine sarà salvato da Nao che per tutto il tempo non l'aveva mai abbandonato.
Fine spoiler
COMPARTO TECNICO
Il comparto tecnico è ottimo: la P.A. Works che ha lavorato davvero bene, bellissimi i disegni, i fondali sono realizzati con cura, ottimi anche gli effetti di luce e le animazioni.
COMPARTO AUDIO
A mio parere bellissime sia opening che ending. Anche le soundrack sono belle e sono presenti nel momento giusto.
COMMENTO PERSONALE
"Charlotte" mi è piaciuto molto, ci sono i difetti, tra cui buchi di trama e forzature, ma è un buon prodotto, la trama presenta alti e bassi, l'intreccio che si vuole sviluppare risulta su certi versi troppo complesso per solo 13 episodi. Per l'appunto nella seconda parte viene mesa molta carne al fuoco, e gli episodi sono troppo pochi, a mio parere una serie di 25 episodi avrebbe permesso uno sviluppo della trama migliore, e sarebbe potuto essere un capolavoro, peccato, il potenziale di questa serie era altissimo. Ripeto, mi è piaciuto e ne consiglio la visione !
Attenzione: inizio spoiler
La trama di base è questa, abbiamo il classico studente delle superiori (Yuu Otasaka, che vive senza genitori insieme alla sorellina) che ha un potere speciale molto particolare, ovvero può prendere il controllo di una persona per 5 secondi; chiaramente come la gran fetta di adolescenti farebbe, lui usa questo potere per i suoi copi personali. Un giorno una ragazzina di nome Nao Tomori lo registra con una videocamera mentre sta usando il suo potere per copiare i compiti in classe, e quest'ultimo sarà l'evento che metterà in moto la trama dell'anime: infatti dopo questo evento, Yuu sarà invitato da Nao in un'altra scuola, (dato che devono essere tutelati per via delle organizzazione che danno loro la caccia, in poche parole per non diventare una cavia da laboratorio) dove sono presenti per l'appunto altri studenti come lui con questi superpoteri. Yuu verrà quindi invitato a far parte del concilio studentesco insieme a lui. Quindi abbiamo Nao che può diventare invisibile, ma soltanto verso un singolo bersaglio, Takajo che ha la super velocità, ma non riesce a controllarsi e finisce sempre per schiantarsi e farsi del male, e infine c'è un tizio che per la prima metà dell'anime sarà completamente anonimo. Grazie al suo potere quest'ultimo può localizzare altre persone in possesso di questo dono, e gli episodi successivi si baseranno proprio su questa struttura, ovvero andare in cerca di altre persone che hanno i superpoteri. In seguito al gruppo si unirà anche la famosa idol Yusa Nishimori, quest' ultima con un potere molto particolare. Dopo l'episodio sette le cose cambieranno drasticamente per via di un evento molto importante per i fini della trama, ovvero la morte della sorellina: quest'evento porterà a Yuu un cambiamento psicologico, e finisce per diventare un sadico, infine sarà salvato da Nao che per tutto il tempo non l'aveva mai abbandonato.
Fine spoiler
COMPARTO TECNICO
Il comparto tecnico è ottimo: la P.A. Works che ha lavorato davvero bene, bellissimi i disegni, i fondali sono realizzati con cura, ottimi anche gli effetti di luce e le animazioni.
COMPARTO AUDIO
A mio parere bellissime sia opening che ending. Anche le soundrack sono belle e sono presenti nel momento giusto.
COMMENTO PERSONALE
"Charlotte" mi è piaciuto molto, ci sono i difetti, tra cui buchi di trama e forzature, ma è un buon prodotto, la trama presenta alti e bassi, l'intreccio che si vuole sviluppare risulta su certi versi troppo complesso per solo 13 episodi. Per l'appunto nella seconda parte viene mesa molta carne al fuoco, e gli episodi sono troppo pochi, a mio parere una serie di 25 episodi avrebbe permesso uno sviluppo della trama migliore, e sarebbe potuto essere un capolavoro, peccato, il potenziale di questa serie era altissimo. Ripeto, mi è piaciuto e ne consiglio la visione !
Premetto che mi è capitato per caso quest'anime davanti agli occhi e... mi è piaciuto!
Partiamo però dagli aspetti negativi. L'anime è compresso in tredici episodi dove, però, i primi tre-quattro sono letteralmente di "presentazione", dispersivi e non dicono nulla di che, per poi all'improvviso correre come un matto (tanto che l'ultimo episodio secondo me poteva essere spalmato in altri due-tre). A parte questo e un finale che speravo leggermente più longevo, nulla da dire. La trama, anche se all'inizio sembra la classica banalità, a un certo punto matura, lo stesso i personaggi. Il doppiaggio mi pare più che buono e le animazionigrafica altrettanto.
Un appunto voglio darlo alla sigla di chiusura, stupenda!
Partiamo però dagli aspetti negativi. L'anime è compresso in tredici episodi dove, però, i primi tre-quattro sono letteralmente di "presentazione", dispersivi e non dicono nulla di che, per poi all'improvviso correre come un matto (tanto che l'ultimo episodio secondo me poteva essere spalmato in altri due-tre). A parte questo e un finale che speravo leggermente più longevo, nulla da dire. La trama, anche se all'inizio sembra la classica banalità, a un certo punto matura, lo stesso i personaggi. Il doppiaggio mi pare più che buono e le animazionigrafica altrettanto.
Un appunto voglio darlo alla sigla di chiusura, stupenda!
Questa è la mia prima recensione, forse non è l'ideale cominciare con una recensione negativa ma è capitato così.
Non riassumerò la trama, darò solo le mie impressioni su di essa, perché la si può trovare già da chissà quante parti e perché voglio fare recensioni completamente prive di spoiler.
Trama:
Il talento maggiore di questo anime è la sua capacità di perdere un sacco di tempo in parti poco importanti, e poi dedicare pochissimo tempo alle scene che dovrebbero avere più impatto emotivo, rendendole affrettate, poco credibili, e suscitando pochissima empatia. Forse fanno eccezione al massimo due scenette che sono riuscite a farmi provare un po' di tristezza.
Scendendo nel dettaglio, la prima metà o poco meno è formata da episodi autoconclusivi, che io odio da sempre; immagino che la giustificazione di ciò si trovi nell'introdurre i personaggi principali ma ci sono tantissimi modi per farlo, e per farlo anche in meno tempo oppure in modo più approfondito.
Dopodiché parte la vera trama, che fa acqua da tutte la parti ed è ricchissima di forzature e scelte stupide. Ad un certo punto arriva anche un bel plot twist che mi ha fatto sperare in una ripresa (anche se sarebbe stato un po' troppo tardi), purtroppo però, anche se all'inizio questo plot twist sembrava gestito bene, dopo non molto la trama degenera ancor più di quanto avesse fatto in precedenza; mi sono ritrovato a dire ad alta voce da solo nella mia stanza: "Ahahah, ma non ha senso.", talmente erano insensate alcune scelte di trama.
Ma il bello viene all'ultima puntata: l'idea che ci sta dietro in realtà è buona, ma per un'altra serie, non per questa. In sostanza, finirà per riassumere in una sola puntata quella che sarebbe potuta benissimo essere la trama di una serie a sé stante.
Lato tecnico:
Sul lato tecnico non credo ci sia molto da dire, non è niente di particolare, nella media direi, a parte gli occhi delle ragazze che sono troppo grandi e di cui personalmente non mi piace la forma.
Tra le musiche non credo ce ne sia stata qualcuna che mi abbia colpito particolarmente ma non sono nemmeno brutte; non ci ho fatto molto caso comunque.
Opening ed ending invece non mi sono proprio piaciute, non sono né del tipo che ti trasmette emozione e né del tipo che ti rimane impresso essendo orecchiabili.
Personaggi:
Anche come personaggi questa serie mi ha deluso. L'unica degna di nota è Nao Tomori, con la quale sono riusciti a creare davvero un bel personaggio, anche se avrei voluto sapere di più su di lei; rimane forse un po' troppo astratta per certi aspetti.
Gli altri due salvabili sono la sorellina del protagonista, ma quella è una cosa personale, non sono riuscito a resistere alla sua dolcezza, e Kumagami, che anche se non è stato approfondito, sono riusciti a rendere un pochino carismatico.
Tutti gli altri personaggi sono in sostanza spalle comiche/comparse/strumenti per portare avanti la strampalata trama.
Piccola parentesi sulla "comicità" di questo anime: in sostanza vedremo sempre le stesse due-tre gag riproposte; la prima o seconda volta in realtà mi erano anche piaciute, ma dopo basta, per favore, cambiate.
Infine c'è il protagonista, Yuu Otosaka: hanno cercato in tutti i modi di caratterizzarlo e approfondirlo per bene, e ci sarebbero anche riusciti se non gli avessero fatto fare continui cambi di personalità, che nella maggior parte dei casi sono anche credibili, ma troppo, veramente troppo, repentini.
Conclusione:
Non credo sia rimasto altro da dire, non consiglio a nessuno questo anime, non mi viene nessun motivo per il quale potrebbe piacere.
Non riassumerò la trama, darò solo le mie impressioni su di essa, perché la si può trovare già da chissà quante parti e perché voglio fare recensioni completamente prive di spoiler.
Trama:
Il talento maggiore di questo anime è la sua capacità di perdere un sacco di tempo in parti poco importanti, e poi dedicare pochissimo tempo alle scene che dovrebbero avere più impatto emotivo, rendendole affrettate, poco credibili, e suscitando pochissima empatia. Forse fanno eccezione al massimo due scenette che sono riuscite a farmi provare un po' di tristezza.
Scendendo nel dettaglio, la prima metà o poco meno è formata da episodi autoconclusivi, che io odio da sempre; immagino che la giustificazione di ciò si trovi nell'introdurre i personaggi principali ma ci sono tantissimi modi per farlo, e per farlo anche in meno tempo oppure in modo più approfondito.
Dopodiché parte la vera trama, che fa acqua da tutte la parti ed è ricchissima di forzature e scelte stupide. Ad un certo punto arriva anche un bel plot twist che mi ha fatto sperare in una ripresa (anche se sarebbe stato un po' troppo tardi), purtroppo però, anche se all'inizio questo plot twist sembrava gestito bene, dopo non molto la trama degenera ancor più di quanto avesse fatto in precedenza; mi sono ritrovato a dire ad alta voce da solo nella mia stanza: "Ahahah, ma non ha senso.", talmente erano insensate alcune scelte di trama.
Ma il bello viene all'ultima puntata: l'idea che ci sta dietro in realtà è buona, ma per un'altra serie, non per questa. In sostanza, finirà per riassumere in una sola puntata quella che sarebbe potuta benissimo essere la trama di una serie a sé stante.
Lato tecnico:
Sul lato tecnico non credo ci sia molto da dire, non è niente di particolare, nella media direi, a parte gli occhi delle ragazze che sono troppo grandi e di cui personalmente non mi piace la forma.
Tra le musiche non credo ce ne sia stata qualcuna che mi abbia colpito particolarmente ma non sono nemmeno brutte; non ci ho fatto molto caso comunque.
Opening ed ending invece non mi sono proprio piaciute, non sono né del tipo che ti trasmette emozione e né del tipo che ti rimane impresso essendo orecchiabili.
Personaggi:
Anche come personaggi questa serie mi ha deluso. L'unica degna di nota è Nao Tomori, con la quale sono riusciti a creare davvero un bel personaggio, anche se avrei voluto sapere di più su di lei; rimane forse un po' troppo astratta per certi aspetti.
Gli altri due salvabili sono la sorellina del protagonista, ma quella è una cosa personale, non sono riuscito a resistere alla sua dolcezza, e Kumagami, che anche se non è stato approfondito, sono riusciti a rendere un pochino carismatico.
Tutti gli altri personaggi sono in sostanza spalle comiche/comparse/strumenti per portare avanti la strampalata trama.
Piccola parentesi sulla "comicità" di questo anime: in sostanza vedremo sempre le stesse due-tre gag riproposte; la prima o seconda volta in realtà mi erano anche piaciute, ma dopo basta, per favore, cambiate.
Infine c'è il protagonista, Yuu Otosaka: hanno cercato in tutti i modi di caratterizzarlo e approfondirlo per bene, e ci sarebbero anche riusciti se non gli avessero fatto fare continui cambi di personalità, che nella maggior parte dei casi sono anche credibili, ma troppo, veramente troppo, repentini.
Conclusione:
Non credo sia rimasto altro da dire, non consiglio a nessuno questo anime, non mi viene nessun motivo per il quale potrebbe piacere.
Serie anime di tredici episodi di durata canonica.
La storia inizia con il protagonista Yuu, che possiede il potere di possedere le persone per cinque secondi, che sfrutta per i propri scopi personali, finché non arrivano altri possessori di abilità come lui che lo costringono a cambiare scuola e andare dove ci sono altri con queste abilità o che ne hanno le potenzialità. Il protagonista viene costretto ad entrare nel consiglio studentesco per aiutare gli altri due membri (Tomori e Takajo) a trovare altri possessori di abilità; a loro successivamente si aggiungerà Yusarin, che è una cantante idol (di cui Takajo è il fan numeo uno).
Durante la prima parte, assisteremo ad episodi autoconclusivi, dove i quattro cercheranno i possessori di abilità per evitare che vengano catturati e sottoposti a test disumani, e in tutto questo assisteremo a vari siparietti comici tra Yusarin e Takajo (alcune volte non necessari) e i botta e risposta tra Yuu e Tomori. In questa prima parte non si ha un vero e proprio approfondimento dei personaggi, all'infuori di alcune situazioni (vedasi il campeggio), e non si riesce a comprendere quale sia la linea di base di questa serie. Tutto però cambia a partire da un episodio inaspettato che lascia una profonda ferita nella psiche di Yuu, che diventa così l'ombra di se stesso (anche io ci sono rimasto male). Da questo episodio si smuove la trama: si comprende di più su come siano nati questi poteri nelle persone, chi abbia fondato tutto e come sia nato il tutto ecc., ecc. Inoltre, assistiamo ad un approfondimento dei personaggi (in particolare Yuu e Tomori, gli altri due vengono messi da parte) che spiega molto sul perché i personaggi si comportino in un certo modo.
Dalla prima alla seconda parte si ha proprio una svolta per quanto riguarda i temi principali, dove i ritmi diventano più incalzanti e la trama molto più veloce (che da una parte è bene perché rende il tutto interessante, ma dall'altra male perché la trama ne risulta forzata e un po' innaturale), ed inoltre c'è un alto tasso di coinvolgimento emotivo (almeno così è stato per me) per quanto riguarda le scene tragiche.
Animazioni: Fatte in maniera egregia, niente da obiettare perché personaggi e paesaggi sono fatti con un tratto pulito e gentile (per quanto riguarda le ragazze e alcuni ragazzi), ma più marcato per i personaggi 'cattivi'.
Musiche: opening ed ending molto belle, con la ending che primeggia tra le due per il ritmo molto rilassante.
Un ultimo focus sull'ultimo episodio della serie: i complimenti allo staff sono da fare assolutamente, perché in un episodio sono riusciti a mettere una quantità di materiale che sarebbe bastato per una seconda stagione, riuscendo anche a dare un finale decente; comunque la pecca appunto è che sarebbe stato bello avere una seconda stagione invece di comprimere tutto in un episodio.
Il mio voto complessivo sarebbe 8+, ma siccome non c'è, come voto darò 8.5, perché ritengono sia una bella serie. Avrebbe meritato un 9 pieno, ma per i seguenti motivi ho abbassato il voto: prima parte troppo dispersiva in certe situazioni; trama troppo veloce in certe parti; nell'ultimo episodio è stato inserito materiale buono per una seconda stagione (e la cosa sarebbe stata molto apprezzata).
Per il resto, rimane una serie ottima, perché coinvolge sentimentalmente, ti fa ridere in certe parti e, nonostante i cambi di trama repentini, è in grado di farti rimanere incollato allo schermo. Consiglio di guardarla.
Buona visione!
La storia inizia con il protagonista Yuu, che possiede il potere di possedere le persone per cinque secondi, che sfrutta per i propri scopi personali, finché non arrivano altri possessori di abilità come lui che lo costringono a cambiare scuola e andare dove ci sono altri con queste abilità o che ne hanno le potenzialità. Il protagonista viene costretto ad entrare nel consiglio studentesco per aiutare gli altri due membri (Tomori e Takajo) a trovare altri possessori di abilità; a loro successivamente si aggiungerà Yusarin, che è una cantante idol (di cui Takajo è il fan numeo uno).
Durante la prima parte, assisteremo ad episodi autoconclusivi, dove i quattro cercheranno i possessori di abilità per evitare che vengano catturati e sottoposti a test disumani, e in tutto questo assisteremo a vari siparietti comici tra Yusarin e Takajo (alcune volte non necessari) e i botta e risposta tra Yuu e Tomori. In questa prima parte non si ha un vero e proprio approfondimento dei personaggi, all'infuori di alcune situazioni (vedasi il campeggio), e non si riesce a comprendere quale sia la linea di base di questa serie. Tutto però cambia a partire da un episodio inaspettato che lascia una profonda ferita nella psiche di Yuu, che diventa così l'ombra di se stesso (anche io ci sono rimasto male). Da questo episodio si smuove la trama: si comprende di più su come siano nati questi poteri nelle persone, chi abbia fondato tutto e come sia nato il tutto ecc., ecc. Inoltre, assistiamo ad un approfondimento dei personaggi (in particolare Yuu e Tomori, gli altri due vengono messi da parte) che spiega molto sul perché i personaggi si comportino in un certo modo.
Dalla prima alla seconda parte si ha proprio una svolta per quanto riguarda i temi principali, dove i ritmi diventano più incalzanti e la trama molto più veloce (che da una parte è bene perché rende il tutto interessante, ma dall'altra male perché la trama ne risulta forzata e un po' innaturale), ed inoltre c'è un alto tasso di coinvolgimento emotivo (almeno così è stato per me) per quanto riguarda le scene tragiche.
Animazioni: Fatte in maniera egregia, niente da obiettare perché personaggi e paesaggi sono fatti con un tratto pulito e gentile (per quanto riguarda le ragazze e alcuni ragazzi), ma più marcato per i personaggi 'cattivi'.
Musiche: opening ed ending molto belle, con la ending che primeggia tra le due per il ritmo molto rilassante.
Un ultimo focus sull'ultimo episodio della serie: i complimenti allo staff sono da fare assolutamente, perché in un episodio sono riusciti a mettere una quantità di materiale che sarebbe bastato per una seconda stagione, riuscendo anche a dare un finale decente; comunque la pecca appunto è che sarebbe stato bello avere una seconda stagione invece di comprimere tutto in un episodio.
Il mio voto complessivo sarebbe 8+, ma siccome non c'è, come voto darò 8.5, perché ritengono sia una bella serie. Avrebbe meritato un 9 pieno, ma per i seguenti motivi ho abbassato il voto: prima parte troppo dispersiva in certe situazioni; trama troppo veloce in certe parti; nell'ultimo episodio è stato inserito materiale buono per una seconda stagione (e la cosa sarebbe stata molto apprezzata).
Per il resto, rimane una serie ottima, perché coinvolge sentimentalmente, ti fa ridere in certe parti e, nonostante i cambi di trama repentini, è in grado di farti rimanere incollato allo schermo. Consiglio di guardarla.
Buona visione!
Ho appena finito di vedere questo anime che mi è piaciuto tantissimo!
Parto subito con dire la nota negativa: sono solo tredici episodi! Certi anime, per come sono strutturati e per la narrazione che hanno, meriterebbero molta più attenzione. In questo caso, mi piace pensare e immaginare da sola cosa è successo 'nel mezzo' tra un episodio e l'altro, per riempire il vuoto dei tredici episodi.
La storia è molto bella, nonostante parta dal solito cliché del ragazzo che scopre di avere poteri sovrannaturali, che imbroglia agli esami per entrare in una buona scuola superiore. Da lì in poi è un evolversi in ogni episodio della storia, e lui sarà anche costretto ad abbandonare il liceo scelto. A differenza di quanto il titolo faccia pensare, il protagonista è un ragazzo.
E' un anime che può essere visto sia da ragazzi che da ragazze, lo consiglio vivamente.
Parto subito con dire la nota negativa: sono solo tredici episodi! Certi anime, per come sono strutturati e per la narrazione che hanno, meriterebbero molta più attenzione. In questo caso, mi piace pensare e immaginare da sola cosa è successo 'nel mezzo' tra un episodio e l'altro, per riempire il vuoto dei tredici episodi.
La storia è molto bella, nonostante parta dal solito cliché del ragazzo che scopre di avere poteri sovrannaturali, che imbroglia agli esami per entrare in una buona scuola superiore. Da lì in poi è un evolversi in ogni episodio della storia, e lui sarà anche costretto ad abbandonare il liceo scelto. A differenza di quanto il titolo faccia pensare, il protagonista è un ragazzo.
E' un anime che può essere visto sia da ragazzi che da ragazze, lo consiglio vivamente.
Ormai si sa, lo studio Key attira le masse come il miele attira le api. Dal 1999 ad oggi ci hanno allietato le esistenze con la storia strappalacrime di un ragazzo in una città montana, la storia strappalacrime di un ragazzo in una città marittima, la storia strappalacrime di un ragazzo in una città normale e la storia strappalacrime di un ragazzo nell'aldilà. Come si può facilmente evincere leggendo queste righe, è palese che il punto di forza della software house residente a Kita non sia propriamente l'originalità; ma allora perché la Key gode di tanta fama tra gli appassionati? Qual è l'elemento che riesce a unire frotte di fan estasiati in tutto il mondo? È presto detto: il miele. Ovvero il "come", il contorno, la confezione. Le persone amano emozionarsi, amano piangere e amano dire «sì, quest'anime mi ha emozionato e mi ha fatto piangere!». Poco importa se le storie sono fatte con lo stampino, se le gag sono da pistola alla bocca, se i personaggi provocano raptus omicidi multipli e se i risvolti della trama farebbero impallidire un Harmony preso a caso: l'importante è "piangere come ragazzine" (cit.), a prescindere da tutti i difetti che possano esserci. Questo alla Key l'hanno capito molto bene, e se la succitata azienda può vantare un tanto nutrito numero di estimatori il segreto sta appunto nella loro solerzia a produrre miele. Il miele, come insegna Lucrezio, addolcisce anche la più amara delle medicine: l'unico problema è che in molti dei suddetti casi c'è tanta, troppa amarezza da coprire, e ben poca medicina da somministrare.
Ebbene, il metaforico vasetto di miele in questo caso è Charlotte (2015), l'ultima fatica (anche se più per lo spettatore) del mai troppo venerato Jun Maeda, già ideatore di alcuni dei più acclamati (e sopravvalutati) successi degli ultimi anni: una schiera di tanti bei vasetti tutti identici, ben confezionati, riposti accuratamente in fila, e ricolmi di dolcissimo miele dorato.
Ordunque, da dove iniziare?
Iniziamo con il titolo, direi. Cos'è Charlotte? Ebbene, "Charlotte" è una cometa, che passando nell'atmosfera terrestre rilascia una non meglio specificata sostanza, capace di donare a chiunque la dovesse inalare dei poteri speciali. Stop. Da qui in poi non si sentirà più nominare per i restanti episodi. Mai titolo è stato più azzeccato dunque, perché come il nome è completamente campato per aria, la stessa serie va a rifletterne in pieno la caratteristica principale: Charlotte è il nulla più assoluto, il totale asservimento dell'animazione giapponese al giogo del più becero consumismo, privo del benché minimo coinvolgimento e desiderio.
Protagonista della storia è Yuu Otosaka, un esempio malriuscito del classico protagonista Key, che possiede un potere che gli permette di prendere il controllo del corpo altrui per qualche secondo. Un giorno, il ragazzo viene avvicinato da Nao Tomori, presidentessa del consiglio studentesco di un istituto per soli possessori di poteri, che sotto ricatto lo costringe a cambiare scuola e casa; Yuu viene così a sapere che i poteri sono molteplici e che "spariscono" al compimento della maggiore età, e decide di aiutare la ragazza a riunire nel nuovo istituto tutti gli esper della città, per salvarli dagli esperimenti di alcune non meglio specificate organizzazioni malvagie.
Già dall'incipit si noterà dunque come il soggetto dell'anime sia alquanto traballante (tralasciando il fatto che sia un calcio sulle palle alla scienza), con un setting orchestrato ad hoc per presentare il solito sottotesto pseudo-scolastico che ormai è il marchio di fabbrica della Key - con tanto di inutili episodi autoconclusivi; l'intero intreccio si dimostra dunque completamente subordinato alle esigenze di mercato, non rinunciando a minare irrimediabilmente la credibilità stessa della serie, pur di lasciare spazio agli stereotipi e ai trend che pagano maggiormente in questo periodo. Non mi dilungherò ad analizzare i personaggi, perché sono pressoché gli stessi che si potranno trovare in un Angel Beats! o in un Kanon presi a caso; unica eccezione degna di nota (ma non certo in termini positivi) è appunto il protagonista Yuu, che inizialmente viene presentato come un ragazzetto falso ed egoista, salvo poi mutare radicalmente carattere nel secondo episodio e trasformarsi senza apparente motivo nel solito protagonista copia-incolla cui la Key ci ha abituati, ovvero il classico santarello-che-si-finge-un-cinico: ma questo non è che l'inizio di una serie di cambi di personalità talmente innaturali e forzati da far impallidire il dottor Jekyll.
Come se non bastasse, il soggetto è palesemente una spudorata brutta copia del già telefonato (seppur quantomeno scorrevole) Angel Beats!, con tanto di scuola "a statuto speciale", la tsunderella di turno eletta a presidentessa del consiglio studentesco, l'amico beota ma di buon cuore, le missioni di volontariato che neanche Extreme Makeover: Home Edition, le partite di baseball che non c'entrano un fico secco, e via discorrendo; la prima metà della serie quindi non è altro che un grande, immenso collage di cose viste e riviste, appiccicate svogliatamente tra di loro senza il benché minimo impegno, quasi fosse una catena di montaggio.
Ma tenetevi forte, perché il peggio deve ancora venire.
Come da prassi, a seguito dell'evento scatenante più ridicolo che io abbia mai visto (la bambina e il suo taglierino me li sogno ancora di notte), a metà serie accade l'immancabile drammone. Da qui in poi inizia a profilarsi l'intreccio, che riesce solo a palesare la totale incapacità di Maeda e del suo staff. È difficile descrivere adeguatamente questi episodi senza incappare nello spoiler, ma procedendo per metafore l'immagine mentale che più si avvicina alla seconda metà di Charlotte a mio parere è quella di una discarica. Una grande discarica di casi e avvenimenti, ammassati senza la minima cognizione di causa, quasi come se lo sceneggiatore avesse buttato giù una lista di eventi completamente scollegati tra loro e li avesse ordinati pigiando il tasto "random"; cambi immotivati di personalità, viaggi nel tempo, personaggi che appaiono e scompaiono in un episodio, leggi della fisica inventate sul momento e società terroristiche di provenienza e scopi non pervenuti sono solo alcuni degli elementi che si intrecceranno, dando vita a una trama delirante e più bucherellata di uno scolapasta. Ma gli autori hanno anche tenuto fede al loro nome, e per mascherare i numerosi difetti di sceneggiatura - essendo del tutto incapaci di mettere insieme uno svolgimento che sappia reggersi sulle proprie gambe - hanno deciso di aggrapparsi ai soliti trucchetti, riuscendo tuttavia nella rara (rarissima) impresa di fallire anche su questo piano; il fanservice è completamente gratuito e fuori luogo, forte di gag riciclate e sfiancanti (come la salsa di pizza dell'insopportabile sorellina), scene strappalacrime degne di una soap-opera cilena, il sangue, le torture e la violenza "perché sì", e tutto il resto.
Il finale stesso non è che il coronamento di tutto ciò: un epilogo frettoloso, forzato e pregno di uno stucchevole buonismo da quattro soldi, in nome del Potere del Coraggio, della Forza della Volontà, della "Legge dell'Amore Universale che governa tutte le cose" (cit.) e quelle robe lì, il tutto ovviamente condito dal più grande spiegamento di forzature e deus ex machina che la storia dell'animazione ricordi, per far quadrare l'intreccio sbrodolato in precedenza.
Di fronte a cotanta incompetenza registica e scrittoria, il discreto comparto grafico - ad opera dello studio P.A. Works, che in questo campo è solitamente una garanzia - si rende quindi del tutto inutile e superfluo, incapace com'è di valorizzare almeno in parte il disastro narrativo; si limita invece a "fare il compitino", in modo alquanto statico e posato. Lo stesso character design di Na-Ga ne è una dimostrazione: la caratterizzazione grafica dei personaggi è piatta e priva di ispirazione, e punta tutto sulla morbidezza delle curve, sugli occhioni sbrilluccicosi e i capelli variopinti, senza i quali le ragazze non sarebbero neanche riconoscibili tra di loro.
Il comparto sonoro è invece la parte meglio riuscita, sia negli effetti che nella OST, ma ovviamente un tale sforzo è del tutto futile: le musiche possono talvolta allietare le orecchie, ma avrei di certo preferito che tutto questo impegno fosse stato infuso in una solida sceneggiatura, che alla Key manco sanno cosa sia.
Charlotte in definitiva è uno degli anime peggiori del 2015, vera e propria presa per i fondelli alle capacità analitiche dello spettatore, a sua volta reo di farsi puntualmente abbindolare dai più subdoli e gratuiti espedienti "di addolcimento", che coprono malamente le numerosissime mancanze di un'opera oltremodo fine a se stessa - o meglio, fine al puro guadagno economico. Infatti, in termini di vendite la serie ha ottenuto numeri piuttosto considerevoli, ed è costantemente difesa a spada tratta dallo zoccolo più duro del fandom, che ne sminuisce i difetti invocando il nome della casa produttrice e del suo sommo pontefice Maeda, sintomo che nell'animazione giapponese ormai conta più l'etichetta che il prodotto in sé. L'anime è fasullo e forzato? Ma chi se ne importa, ci sono i feels. Anche i feels sono artificiosi? E vabbè, è della Key, e se non ti emoziona vuol dire che sei un insensibile che non capisce la profondità dell'animo puro e redentore del suo autore.
Dopotutto sulla capziosità della trama e sull'artificiosità dei sentimenti la Key ci ha costruito una carriera, e se da oltre quindici anni prosegue imperterrita su questo tragitto, vuol dire che in fin dei conti la cosa paga. E di conseguenza non c'è alcuna possibilità che cambino traiettoria, almeno fino a quando la loro poetica spicciola e artefatta continuerà a circuire il pubblico con una tale facilità.
E così, ancora una volta, il solito vasetto di miele è servito; state solo attenti a non farvi venire il mal di pancia.
Ebbene, il metaforico vasetto di miele in questo caso è Charlotte (2015), l'ultima fatica (anche se più per lo spettatore) del mai troppo venerato Jun Maeda, già ideatore di alcuni dei più acclamati (e sopravvalutati) successi degli ultimi anni: una schiera di tanti bei vasetti tutti identici, ben confezionati, riposti accuratamente in fila, e ricolmi di dolcissimo miele dorato.
Ordunque, da dove iniziare?
Iniziamo con il titolo, direi. Cos'è Charlotte? Ebbene, "Charlotte" è una cometa, che passando nell'atmosfera terrestre rilascia una non meglio specificata sostanza, capace di donare a chiunque la dovesse inalare dei poteri speciali. Stop. Da qui in poi non si sentirà più nominare per i restanti episodi. Mai titolo è stato più azzeccato dunque, perché come il nome è completamente campato per aria, la stessa serie va a rifletterne in pieno la caratteristica principale: Charlotte è il nulla più assoluto, il totale asservimento dell'animazione giapponese al giogo del più becero consumismo, privo del benché minimo coinvolgimento e desiderio.
Protagonista della storia è Yuu Otosaka, un esempio malriuscito del classico protagonista Key, che possiede un potere che gli permette di prendere il controllo del corpo altrui per qualche secondo. Un giorno, il ragazzo viene avvicinato da Nao Tomori, presidentessa del consiglio studentesco di un istituto per soli possessori di poteri, che sotto ricatto lo costringe a cambiare scuola e casa; Yuu viene così a sapere che i poteri sono molteplici e che "spariscono" al compimento della maggiore età, e decide di aiutare la ragazza a riunire nel nuovo istituto tutti gli esper della città, per salvarli dagli esperimenti di alcune non meglio specificate organizzazioni malvagie.
Già dall'incipit si noterà dunque come il soggetto dell'anime sia alquanto traballante (tralasciando il fatto che sia un calcio sulle palle alla scienza), con un setting orchestrato ad hoc per presentare il solito sottotesto pseudo-scolastico che ormai è il marchio di fabbrica della Key - con tanto di inutili episodi autoconclusivi; l'intero intreccio si dimostra dunque completamente subordinato alle esigenze di mercato, non rinunciando a minare irrimediabilmente la credibilità stessa della serie, pur di lasciare spazio agli stereotipi e ai trend che pagano maggiormente in questo periodo. Non mi dilungherò ad analizzare i personaggi, perché sono pressoché gli stessi che si potranno trovare in un Angel Beats! o in un Kanon presi a caso; unica eccezione degna di nota (ma non certo in termini positivi) è appunto il protagonista Yuu, che inizialmente viene presentato come un ragazzetto falso ed egoista, salvo poi mutare radicalmente carattere nel secondo episodio e trasformarsi senza apparente motivo nel solito protagonista copia-incolla cui la Key ci ha abituati, ovvero il classico santarello-che-si-finge-un-cinico: ma questo non è che l'inizio di una serie di cambi di personalità talmente innaturali e forzati da far impallidire il dottor Jekyll.
Come se non bastasse, il soggetto è palesemente una spudorata brutta copia del già telefonato (seppur quantomeno scorrevole) Angel Beats!, con tanto di scuola "a statuto speciale", la tsunderella di turno eletta a presidentessa del consiglio studentesco, l'amico beota ma di buon cuore, le missioni di volontariato che neanche Extreme Makeover: Home Edition, le partite di baseball che non c'entrano un fico secco, e via discorrendo; la prima metà della serie quindi non è altro che un grande, immenso collage di cose viste e riviste, appiccicate svogliatamente tra di loro senza il benché minimo impegno, quasi fosse una catena di montaggio.
Ma tenetevi forte, perché il peggio deve ancora venire.
Come da prassi, a seguito dell'evento scatenante più ridicolo che io abbia mai visto (la bambina e il suo taglierino me li sogno ancora di notte), a metà serie accade l'immancabile drammone. Da qui in poi inizia a profilarsi l'intreccio, che riesce solo a palesare la totale incapacità di Maeda e del suo staff. È difficile descrivere adeguatamente questi episodi senza incappare nello spoiler, ma procedendo per metafore l'immagine mentale che più si avvicina alla seconda metà di Charlotte a mio parere è quella di una discarica. Una grande discarica di casi e avvenimenti, ammassati senza la minima cognizione di causa, quasi come se lo sceneggiatore avesse buttato giù una lista di eventi completamente scollegati tra loro e li avesse ordinati pigiando il tasto "random"; cambi immotivati di personalità, viaggi nel tempo, personaggi che appaiono e scompaiono in un episodio, leggi della fisica inventate sul momento e società terroristiche di provenienza e scopi non pervenuti sono solo alcuni degli elementi che si intrecceranno, dando vita a una trama delirante e più bucherellata di uno scolapasta. Ma gli autori hanno anche tenuto fede al loro nome, e per mascherare i numerosi difetti di sceneggiatura - essendo del tutto incapaci di mettere insieme uno svolgimento che sappia reggersi sulle proprie gambe - hanno deciso di aggrapparsi ai soliti trucchetti, riuscendo tuttavia nella rara (rarissima) impresa di fallire anche su questo piano; il fanservice è completamente gratuito e fuori luogo, forte di gag riciclate e sfiancanti (come la salsa di pizza dell'insopportabile sorellina), scene strappalacrime degne di una soap-opera cilena, il sangue, le torture e la violenza "perché sì", e tutto il resto.
Il finale stesso non è che il coronamento di tutto ciò: un epilogo frettoloso, forzato e pregno di uno stucchevole buonismo da quattro soldi, in nome del Potere del Coraggio, della Forza della Volontà, della "Legge dell'Amore Universale che governa tutte le cose" (cit.) e quelle robe lì, il tutto ovviamente condito dal più grande spiegamento di forzature e deus ex machina che la storia dell'animazione ricordi, per far quadrare l'intreccio sbrodolato in precedenza.
Di fronte a cotanta incompetenza registica e scrittoria, il discreto comparto grafico - ad opera dello studio P.A. Works, che in questo campo è solitamente una garanzia - si rende quindi del tutto inutile e superfluo, incapace com'è di valorizzare almeno in parte il disastro narrativo; si limita invece a "fare il compitino", in modo alquanto statico e posato. Lo stesso character design di Na-Ga ne è una dimostrazione: la caratterizzazione grafica dei personaggi è piatta e priva di ispirazione, e punta tutto sulla morbidezza delle curve, sugli occhioni sbrilluccicosi e i capelli variopinti, senza i quali le ragazze non sarebbero neanche riconoscibili tra di loro.
Il comparto sonoro è invece la parte meglio riuscita, sia negli effetti che nella OST, ma ovviamente un tale sforzo è del tutto futile: le musiche possono talvolta allietare le orecchie, ma avrei di certo preferito che tutto questo impegno fosse stato infuso in una solida sceneggiatura, che alla Key manco sanno cosa sia.
Charlotte in definitiva è uno degli anime peggiori del 2015, vera e propria presa per i fondelli alle capacità analitiche dello spettatore, a sua volta reo di farsi puntualmente abbindolare dai più subdoli e gratuiti espedienti "di addolcimento", che coprono malamente le numerosissime mancanze di un'opera oltremodo fine a se stessa - o meglio, fine al puro guadagno economico. Infatti, in termini di vendite la serie ha ottenuto numeri piuttosto considerevoli, ed è costantemente difesa a spada tratta dallo zoccolo più duro del fandom, che ne sminuisce i difetti invocando il nome della casa produttrice e del suo sommo pontefice Maeda, sintomo che nell'animazione giapponese ormai conta più l'etichetta che il prodotto in sé. L'anime è fasullo e forzato? Ma chi se ne importa, ci sono i feels. Anche i feels sono artificiosi? E vabbè, è della Key, e se non ti emoziona vuol dire che sei un insensibile che non capisce la profondità dell'animo puro e redentore del suo autore.
Dopotutto sulla capziosità della trama e sull'artificiosità dei sentimenti la Key ci ha costruito una carriera, e se da oltre quindici anni prosegue imperterrita su questo tragitto, vuol dire che in fin dei conti la cosa paga. E di conseguenza non c'è alcuna possibilità che cambino traiettoria, almeno fino a quando la loro poetica spicciola e artefatta continuerà a circuire il pubblico con una tale facilità.
E così, ancora una volta, il solito vasetto di miele è servito; state solo attenti a non farvi venire il mal di pancia.
Da un lato l'autore di alcuni dei lavori più amati (e discussi) nello sterminato panorama delle visual novel giapponesi, dall'altro uno studio di animazione universalmente noto per l'elevata qualità delle sue produzioni: una miscela potenzialmente esplosiva, l'accoppiata Jun Maeda - P.A. Works, almeno sulla carta. Una collaborazione che, tra l'altro, aveva già dato proficui risultati nella trasposizione di una delle precedenti, e più famose, opere della Key visual, quell' "Angel Beats!" che, seppur vituperato da una parte della critica, aveva riscosso tra il pubblico generale apprezzamento.
Basteranno dunque nomi altisonanti e un glorioso passato a darci apodittica certezza di un novello capolavoro? La domanda è palesemente, e ahinoi tristemente, retorica.
Seguendo le orme tracciate fin dai tempi di "Air", anche in "Charlotte" è l'elemento magico a far da collante alla trama: Yuu Otosaka è uno studente delle superiori che, sfruttando la peculiare abilità di prendere possesso del corpo altrui per alcuni secondi (utile in particolar modo per imbrogliare durante le sessioni d'esame), è riuscito nell'impresa di costruir di sé l'immagine di alunno modello. Questo suo atteggiamento non passa inosservato, e il consiglio studentesco della Scuola Hoshinoumi, formato da liceali ugualmente dotati di poteri paranormali, lo mette alle corde, costringendolo, pena la pubblica gogna, ad entrare a farne parte. Trasferitosi con la petulante sorellina all'interno dell'istituto, dovrà d'ora in avanti, insieme alla scorbutica Nao e al 'supersonico' Jojiro, dar la caccia a coloro che, come lui, possiedono e utilizzano questi innati doni, ignari di come fantomatici ricercatori senza scrupoli siano in agguato allo scopo di sequestrarli e dissezionarli in nome della scienza.
Un incipit che, attorno a questi misteriosi e 'imperfetti' poteri, appare ben congegnato, ma che, con inaspettata celerità, si perde in un bicchier d'acqua: tralasciando commenti sui consueti, ma doverosi, episodi introduttivi e sugli oziosi filler dalla quantomeno dubbia utilità narrativa (appesantiti inoltre da un'interminabile teoria di personaggi senza alcun ruolo significativo all'interno della vicenda), dalla sesta puntata in poi si cambia bruscamente registro, abbandonando di fatto i toni leggeri (al limite del demenziale) fino a quel momento preponderanti.
Drammi psicologici, eventi soprannaturali, minacce terroristiche e turbolenti amori adolescenziali sono gli ingredienti che verranno disordinatamente gettati in un unico, ribollente calderone: una girandola di eventi sempre più serrati che non si tradurrà in una prelibata pietanza, quanto piuttosto, per usare il gergo di Bruno Barbieri, in un indigesto mappazzone. Una sceneggiatura nevrotica, con modalità descrittive a volte sorprendentemente (e insensatamente) crude, a volte cariche di scontato fanservice, che accelera il passo in modo scriteriato, perdendo totalmente di vista quella minima introspezione psicologica - fulcro delle opere precedenti di Maeda, come "Clannad" e "Kanon", che godevano di una suddivisione in archi lenta e cadenzata - necessaria a creare empatia con gli attori di questa storia, in più di un'occasione tenuta a galla da azzardati (se non ridicoli) colpi di scena. Oltretutto, per chi si è fatto le ossa con altre opere della Key, il sentore di come si evolveranno i fatti è piuttosto distinto, e non sarà certo smentito da un finale tanto assurdo nella sua essenza, quanto prevedibile nella risoluzione. Se infatti in "Angel Beats!" il commovente (seppur forzato) epilogo riusciva a far cadere copiose lacrime agli spettatori più sensibili, "Charlotte" manca totalmente il bersaglio: eventi improvvisi e ingiustificati, repentini cambi di personalità e la marginalità riservata ad alcuni personaggi apparentemente importanti fanno sì che, più che bagnare il fazzoletto, si arrivi alla fine tirando un sospiro di sollievo.
Sul versante tecnico, lo studio di Kenji Horikawa si dimostra all'altezza delle aspettative, deliziandoci, soprattutto nei primi episodi, con un assai curato character design, animazioni fluide e pregevoli effetti visivi. Alla lunga si percepisce un certo calo generale, tanto che globalmente l'anime appare meno rifinito rispetto a lavori precedenti ("Nagi no Asukara" o "Tari Tari", ad esempio, gli sono indubbiamente superiori), ma non ci si può certo lamentare di un prodotto ampiamente sopra la media.
Molto buono invece il comparto sonoro, realizzato come al solito dall'autore stesso della novel, che, con melodie adatte al contesto e un'azzeccata vena orchestrale, trova sempre la maniera di lasciare il segno, marchiando l'opera con il suo stile personale.
La discreta confezione non basta però a garantire a "Charlotte" la sufficienza: se già con "Angel Beats!" gli estimatori di Maeda avevano rischiato l'esaurimento pur di coprire tutti i plot hole dell'intreccio, questa volta la farraginosità della trama non trova scusanti, gettando oltretutto inquietanti ombre sul passato artistico di questo autore, spesso perdonato per l'affetto verso personaggi e storie che hanno saputo far breccia nel cuore del pubblico. Quei medesimi personaggi e quelle medesime storie che stavolta vengono affossati da un'inconsistenza narrativa che nemmeno mezzucci di bassa lega e palesi ruffianate possono salvare, rendendo, al contrario, detestabili i protagonisti e patetico il dramma.
Basteranno dunque nomi altisonanti e un glorioso passato a darci apodittica certezza di un novello capolavoro? La domanda è palesemente, e ahinoi tristemente, retorica.
Seguendo le orme tracciate fin dai tempi di "Air", anche in "Charlotte" è l'elemento magico a far da collante alla trama: Yuu Otosaka è uno studente delle superiori che, sfruttando la peculiare abilità di prendere possesso del corpo altrui per alcuni secondi (utile in particolar modo per imbrogliare durante le sessioni d'esame), è riuscito nell'impresa di costruir di sé l'immagine di alunno modello. Questo suo atteggiamento non passa inosservato, e il consiglio studentesco della Scuola Hoshinoumi, formato da liceali ugualmente dotati di poteri paranormali, lo mette alle corde, costringendolo, pena la pubblica gogna, ad entrare a farne parte. Trasferitosi con la petulante sorellina all'interno dell'istituto, dovrà d'ora in avanti, insieme alla scorbutica Nao e al 'supersonico' Jojiro, dar la caccia a coloro che, come lui, possiedono e utilizzano questi innati doni, ignari di come fantomatici ricercatori senza scrupoli siano in agguato allo scopo di sequestrarli e dissezionarli in nome della scienza.
Un incipit che, attorno a questi misteriosi e 'imperfetti' poteri, appare ben congegnato, ma che, con inaspettata celerità, si perde in un bicchier d'acqua: tralasciando commenti sui consueti, ma doverosi, episodi introduttivi e sugli oziosi filler dalla quantomeno dubbia utilità narrativa (appesantiti inoltre da un'interminabile teoria di personaggi senza alcun ruolo significativo all'interno della vicenda), dalla sesta puntata in poi si cambia bruscamente registro, abbandonando di fatto i toni leggeri (al limite del demenziale) fino a quel momento preponderanti.
Drammi psicologici, eventi soprannaturali, minacce terroristiche e turbolenti amori adolescenziali sono gli ingredienti che verranno disordinatamente gettati in un unico, ribollente calderone: una girandola di eventi sempre più serrati che non si tradurrà in una prelibata pietanza, quanto piuttosto, per usare il gergo di Bruno Barbieri, in un indigesto mappazzone. Una sceneggiatura nevrotica, con modalità descrittive a volte sorprendentemente (e insensatamente) crude, a volte cariche di scontato fanservice, che accelera il passo in modo scriteriato, perdendo totalmente di vista quella minima introspezione psicologica - fulcro delle opere precedenti di Maeda, come "Clannad" e "Kanon", che godevano di una suddivisione in archi lenta e cadenzata - necessaria a creare empatia con gli attori di questa storia, in più di un'occasione tenuta a galla da azzardati (se non ridicoli) colpi di scena. Oltretutto, per chi si è fatto le ossa con altre opere della Key, il sentore di come si evolveranno i fatti è piuttosto distinto, e non sarà certo smentito da un finale tanto assurdo nella sua essenza, quanto prevedibile nella risoluzione. Se infatti in "Angel Beats!" il commovente (seppur forzato) epilogo riusciva a far cadere copiose lacrime agli spettatori più sensibili, "Charlotte" manca totalmente il bersaglio: eventi improvvisi e ingiustificati, repentini cambi di personalità e la marginalità riservata ad alcuni personaggi apparentemente importanti fanno sì che, più che bagnare il fazzoletto, si arrivi alla fine tirando un sospiro di sollievo.
Sul versante tecnico, lo studio di Kenji Horikawa si dimostra all'altezza delle aspettative, deliziandoci, soprattutto nei primi episodi, con un assai curato character design, animazioni fluide e pregevoli effetti visivi. Alla lunga si percepisce un certo calo generale, tanto che globalmente l'anime appare meno rifinito rispetto a lavori precedenti ("Nagi no Asukara" o "Tari Tari", ad esempio, gli sono indubbiamente superiori), ma non ci si può certo lamentare di un prodotto ampiamente sopra la media.
Molto buono invece il comparto sonoro, realizzato come al solito dall'autore stesso della novel, che, con melodie adatte al contesto e un'azzeccata vena orchestrale, trova sempre la maniera di lasciare il segno, marchiando l'opera con il suo stile personale.
La discreta confezione non basta però a garantire a "Charlotte" la sufficienza: se già con "Angel Beats!" gli estimatori di Maeda avevano rischiato l'esaurimento pur di coprire tutti i plot hole dell'intreccio, questa volta la farraginosità della trama non trova scusanti, gettando oltretutto inquietanti ombre sul passato artistico di questo autore, spesso perdonato per l'affetto verso personaggi e storie che hanno saputo far breccia nel cuore del pubblico. Quei medesimi personaggi e quelle medesime storie che stavolta vengono affossati da un'inconsistenza narrativa che nemmeno mezzucci di bassa lega e palesi ruffianate possono salvare, rendendo, al contrario, detestabili i protagonisti e patetico il dramma.
"Charlotte" è un anime uscito nel 2015 in tredici episodi, prodotto dalla P.A. Works, e, fin dai primi, episodi ha diviso il pubblico nelle solite due parti: quelli che lo reputano un capolavoro (io, per esempio) e quelli che lo reputano come un altro anime da spazzatura. Tutta questa congettura si basa sulle esperienze passate del pubblico riguardante il lavoro di Jun Maeda. Paragonando "Charlotte" a "Angel Beats!", non si può giudicare un opera o l'altra, visto che sono anime che affrontano tematiche diverse e scollegate. Io, personalmente, non ho apprezzato per niente "Angel Beats!", a differenza di "Charlotte", che mi ha dato di più.
La trama prende come protagonisti una vasta gamma di personaggi che, nell'età dell'adolescenza,
hanno sviluppato dei poteri che possono variare dalla telecinesi alla capacità di distruggere tutto ciò che ci circonda con il potere del collasso. Yuu Otosaka, protagonista principale della storia, è un ragazzo con la capacità di possedere il corpo di una persona e controllarlo per cinque secondi. Lui sfrutterà questo dono per barare a scuola e arrivare in una delle scuole più prestigiose, per poi conquistare il cuore della ragazza più bella e popolare. Purtroppo per lui, un istituto speciale che accoglie tutti i ragazzi con i poteri lo ha notato e i membri del consiglio studentesco, comandati da una ragazza di nome Nao Tomori, sono venuti a prenderlo e trasferirlo lì. Così, Yuu entrerà nel consiglio studentesco e dovrà aiutare Nao a scovare e "prelevare" tutti i ragazzi che hanno manifestato la presenza dei poteri e portarli nel loro istituto.
I personaggi di questo anime sono abbastanza caratterizzati e ben costruiti: Yuu è un ragazzo tenebroso e inquietante ma anche molto gentile e affettuoso, ad esempio con la sua sorellina Ayumi, un altro personaggio molto interessante che adora il suo fratellone e ricopre una carica molto importante nella loro vita, visto che vivono da soli. Nao Tomori è la presidentessa del consiglio studentesco ed è una ragazza molto apatica, che va d'accordo con ben poche persone e viene spesso presa di mira dalle altre ragazze.
Le ambientazioni dell'anime sono ottime e non troppo assurde, un po' come le vicende che, pur essendo di natura sovrannaturale, non vengono mai pompate esageratamente.
Per quanto riguarda il comparto tecnico dietro all'opera, la P.A. Works ha fatto un ottimo lavoro in campo di animazioni e disegni, le musiche di Jun Maeda sono come sempre fantastiche e la opening e la ending sono molto belle a loro volta.
Le mie considerazioni personali sono molto positive per l'opera. La trama non troppo originale viene riempita con alcuni particolari che la rendono comunque molto godibile. Il comparto visivo mi piace abbastanza e il chara è di mio gradimento. Il comparto audio è abbastanza toccante e emozionante con alcune chicche come la presenza di un genere musicale di nicchia che nemmeno conoscevo ma che ho scoperto grazie all'opera e che mi piace anche molto. Tutto sommato, per quanto mi riguarda, è un anime da 8 se non da 9, ma gli manca qualcosa che non saprei definire, quella scintilla in più che gli faccia spiccare il volo e lo renda un vero capolavoro, e, quindi, gli assegno un 8,5.
La trama prende come protagonisti una vasta gamma di personaggi che, nell'età dell'adolescenza,
hanno sviluppato dei poteri che possono variare dalla telecinesi alla capacità di distruggere tutto ciò che ci circonda con il potere del collasso. Yuu Otosaka, protagonista principale della storia, è un ragazzo con la capacità di possedere il corpo di una persona e controllarlo per cinque secondi. Lui sfrutterà questo dono per barare a scuola e arrivare in una delle scuole più prestigiose, per poi conquistare il cuore della ragazza più bella e popolare. Purtroppo per lui, un istituto speciale che accoglie tutti i ragazzi con i poteri lo ha notato e i membri del consiglio studentesco, comandati da una ragazza di nome Nao Tomori, sono venuti a prenderlo e trasferirlo lì. Così, Yuu entrerà nel consiglio studentesco e dovrà aiutare Nao a scovare e "prelevare" tutti i ragazzi che hanno manifestato la presenza dei poteri e portarli nel loro istituto.
I personaggi di questo anime sono abbastanza caratterizzati e ben costruiti: Yuu è un ragazzo tenebroso e inquietante ma anche molto gentile e affettuoso, ad esempio con la sua sorellina Ayumi, un altro personaggio molto interessante che adora il suo fratellone e ricopre una carica molto importante nella loro vita, visto che vivono da soli. Nao Tomori è la presidentessa del consiglio studentesco ed è una ragazza molto apatica, che va d'accordo con ben poche persone e viene spesso presa di mira dalle altre ragazze.
Le ambientazioni dell'anime sono ottime e non troppo assurde, un po' come le vicende che, pur essendo di natura sovrannaturale, non vengono mai pompate esageratamente.
Per quanto riguarda il comparto tecnico dietro all'opera, la P.A. Works ha fatto un ottimo lavoro in campo di animazioni e disegni, le musiche di Jun Maeda sono come sempre fantastiche e la opening e la ending sono molto belle a loro volta.
Le mie considerazioni personali sono molto positive per l'opera. La trama non troppo originale viene riempita con alcuni particolari che la rendono comunque molto godibile. Il comparto visivo mi piace abbastanza e il chara è di mio gradimento. Il comparto audio è abbastanza toccante e emozionante con alcune chicche come la presenza di un genere musicale di nicchia che nemmeno conoscevo ma che ho scoperto grazie all'opera e che mi piace anche molto. Tutto sommato, per quanto mi riguarda, è un anime da 8 se non da 9, ma gli manca qualcosa che non saprei definire, quella scintilla in più che gli faccia spiccare il volo e lo renda un vero capolavoro, e, quindi, gli assegno un 8,5.
Charlotte è un anime prodotto per festeggiare i quindici anni di vita dello studio di produzione Key, celebre per aver dato alla luce dei capolavori assoluti dell'animazione giapponese del calibro di Kanon, Clannad ed Air. Da parte mia faccio allo studio Key i miei migliori auguri di successo e prosperità; tuttavia ad essi non accompagnerò i complimenti per la bellezza di quest'ultima opera che invece rappresenta, a mio avviso, un altro sintomo preoccupante di un appannamento creativo che si era già manifestato con Little buster e, almeno in parte, anche con Angel beats.
E' innegabile che l'uscita di un nuovo lavoro della Key genera sempre ed inevitabilmente delle aspettative molto alte da parte del pubblico, che si aspetta sempre un titolo da affiancare, per bellezza e capacità d'intrattenimento, al già citato trio di anime con cui lo studio si è fatto conoscere in tutto il mondo. Il pericolo, in questi casi, è quello di essere o troppo indulgenti o troppo severi nella critica, a seconda del caso che prevalga la stima verso gli autori o la grande delusione per la realizzazione di un'opera non all'altezza. Questo tipo di problema è ben presente nella mente di chi scrive, in quanto anch'io sono stato fra quelli che si è profuso in lodi smodate verso le prime produzioni della Key; quindi per cercare di dare un giudizio il più obiettivo possibile su questo titolo cercherò di non tener conto di chi ha prodotto questo anime e di cosa, tradizionalmente, mi aspetto da loro.
Cominciamo con la trama: Yuu è uno studente delle superiori che ha il potere di prendere possesso, sebbene solo per pochi secondi, del corpo delle persone che gli sono vicine. Grazie a quest'abilità il ragazzo potrà condurre una vita scolastica da "primo della classe" senza doversi applicare negli studi: al momento degli esami gli basta entrare nel corpo degli studenti più capaci e copiare le loro risposte. Ben presto, però, il suo trucco verrà scoperto da Tomori, una ragazza che ha invece ha il potere di celare la sua presenza alla persona che gli interessa spiare. Per questo motivo Yuu sarà costretto a trasferirsi in un altro istituto i cui studenti sono tutti dotati di qualche speciale abilità; sarà qui che il ragazzo verrà a conoscenza dell'esistenza di una realtà sotterranea di cui prima ignorava l'esistenza.
Come tradizione anche questo anime della Key può essere diviso in due parti: nella prima prevale la vena comica, attraverso la quale si cerca di far conoscere allo spettatore le caratteristiche dei vari personaggi della serie; nella seconda, invece, prevale il lato drammatico attraverso una serie di eventi il cui compito è quello di scioccare o commuovere il pubblico. Questo meccanismo, risultato molto efficace con Kanon, Clannad ed Air, non riesce, però, a raggiungere con Charlotte i risultati desiderati.
La prima parte, infatti, nonostante alcune trovate comiche davvero azzeccate, risulta essere troppo piatta e ripetitiva, e l'assenza di grandi novità tra un episodio ed un altro, alla lunga tende a stufare lo spettatore. L'assenza di archi narrativi di due-tre puntate si fa molto sentire in questo senso, in quanto ogni "caso" deve essere risolto con una certa fretta nell'ambito del singolo episodio togliendo così spazio agli approfondimenti sui personaggi marginali (che quindi risultano piuttosto anonimi) e a quelle divagazioni sul tema che, invece, ho sempre trovato molto divertenti.
La seconda parte, invece, è un concentrato di "effetti speciali": morti, colpi di scena, qualche momento strappalacrime ed una strizzatina d'occhio all'elemento fantascientifico. Questa non è certamente una novità per le opere della Key: basti pensare a quello che accade in Clannad after story. Però, se in Clannad questi elementi venivano sapientemente dosati e risaltavano perché usufruivano di una sceneggiatura sottostante di primissimo ordine, in Charlotte rimangono un po' fini a sé stessi anche perché l'anime non può usufruire delle stesse opportunità offerte ai suoi illustri predecessori: un numero più ampio di puntate ed una sceneggiatura coerente e con poche forzature. Domina invece l'improvvisazione, la fretta ed una certa mancanza di credibilità nello svolgimento delle varie situazioni.
Quanto ai personaggi, questi possono essere considerati come l'unico elemento da valutare positivamente in Charlotte: Yuu, in particolare, è il solito personaggio "guascone" della Key, che si differenzia dalla massa per un'impronta caratteriale che spazia dall'ironia alla sfrontatezza vera e propria senza per questo disdegnare lati meno "forti" come la paura o la depressione. Peccato che anche lui finisca in breve tempo per essere risucchiato dalla pochezza generale e a risultare, così, illogico in molti pensieri ed azioni. Gli altri personaggi non spiccano particolarmente (anzi alcuni sono davvero irritanti) ma nel complesso direi che se la cavano.
Quasi a voler confermare la mediocrità dell'opera, anche la colonna sonora, tradizionalmente un punto di forza delle opere della Key, risulta piuttosto sottotono; ho trovato abbastanza buono, invece, il comparto grafico.
In definitiva confermo che la mia opinione su Charlotte non è delle migliori: l'impressione è che Maeba & company abbiano cercato di "campare di rendita", cercando di utilizzare la propria fama ed il loro passato per propinarci un lavoro mediocre nella speranza che il pubblico lo accettasse lo stesso così com'è. Spero proprio che si tratti solo di un passaggio a vuoto e che presto lo studio Key riuscirà a dare alla luce un nuovo anime degno del nome che portano: in quel caso sarò di nuovo il primo a manifestare loro tutto il mio entusiasmo.
E' innegabile che l'uscita di un nuovo lavoro della Key genera sempre ed inevitabilmente delle aspettative molto alte da parte del pubblico, che si aspetta sempre un titolo da affiancare, per bellezza e capacità d'intrattenimento, al già citato trio di anime con cui lo studio si è fatto conoscere in tutto il mondo. Il pericolo, in questi casi, è quello di essere o troppo indulgenti o troppo severi nella critica, a seconda del caso che prevalga la stima verso gli autori o la grande delusione per la realizzazione di un'opera non all'altezza. Questo tipo di problema è ben presente nella mente di chi scrive, in quanto anch'io sono stato fra quelli che si è profuso in lodi smodate verso le prime produzioni della Key; quindi per cercare di dare un giudizio il più obiettivo possibile su questo titolo cercherò di non tener conto di chi ha prodotto questo anime e di cosa, tradizionalmente, mi aspetto da loro.
Cominciamo con la trama: Yuu è uno studente delle superiori che ha il potere di prendere possesso, sebbene solo per pochi secondi, del corpo delle persone che gli sono vicine. Grazie a quest'abilità il ragazzo potrà condurre una vita scolastica da "primo della classe" senza doversi applicare negli studi: al momento degli esami gli basta entrare nel corpo degli studenti più capaci e copiare le loro risposte. Ben presto, però, il suo trucco verrà scoperto da Tomori, una ragazza che ha invece ha il potere di celare la sua presenza alla persona che gli interessa spiare. Per questo motivo Yuu sarà costretto a trasferirsi in un altro istituto i cui studenti sono tutti dotati di qualche speciale abilità; sarà qui che il ragazzo verrà a conoscenza dell'esistenza di una realtà sotterranea di cui prima ignorava l'esistenza.
Come tradizione anche questo anime della Key può essere diviso in due parti: nella prima prevale la vena comica, attraverso la quale si cerca di far conoscere allo spettatore le caratteristiche dei vari personaggi della serie; nella seconda, invece, prevale il lato drammatico attraverso una serie di eventi il cui compito è quello di scioccare o commuovere il pubblico. Questo meccanismo, risultato molto efficace con Kanon, Clannad ed Air, non riesce, però, a raggiungere con Charlotte i risultati desiderati.
La prima parte, infatti, nonostante alcune trovate comiche davvero azzeccate, risulta essere troppo piatta e ripetitiva, e l'assenza di grandi novità tra un episodio ed un altro, alla lunga tende a stufare lo spettatore. L'assenza di archi narrativi di due-tre puntate si fa molto sentire in questo senso, in quanto ogni "caso" deve essere risolto con una certa fretta nell'ambito del singolo episodio togliendo così spazio agli approfondimenti sui personaggi marginali (che quindi risultano piuttosto anonimi) e a quelle divagazioni sul tema che, invece, ho sempre trovato molto divertenti.
La seconda parte, invece, è un concentrato di "effetti speciali": morti, colpi di scena, qualche momento strappalacrime ed una strizzatina d'occhio all'elemento fantascientifico. Questa non è certamente una novità per le opere della Key: basti pensare a quello che accade in Clannad after story. Però, se in Clannad questi elementi venivano sapientemente dosati e risaltavano perché usufruivano di una sceneggiatura sottostante di primissimo ordine, in Charlotte rimangono un po' fini a sé stessi anche perché l'anime non può usufruire delle stesse opportunità offerte ai suoi illustri predecessori: un numero più ampio di puntate ed una sceneggiatura coerente e con poche forzature. Domina invece l'improvvisazione, la fretta ed una certa mancanza di credibilità nello svolgimento delle varie situazioni.
Quanto ai personaggi, questi possono essere considerati come l'unico elemento da valutare positivamente in Charlotte: Yuu, in particolare, è il solito personaggio "guascone" della Key, che si differenzia dalla massa per un'impronta caratteriale che spazia dall'ironia alla sfrontatezza vera e propria senza per questo disdegnare lati meno "forti" come la paura o la depressione. Peccato che anche lui finisca in breve tempo per essere risucchiato dalla pochezza generale e a risultare, così, illogico in molti pensieri ed azioni. Gli altri personaggi non spiccano particolarmente (anzi alcuni sono davvero irritanti) ma nel complesso direi che se la cavano.
Quasi a voler confermare la mediocrità dell'opera, anche la colonna sonora, tradizionalmente un punto di forza delle opere della Key, risulta piuttosto sottotono; ho trovato abbastanza buono, invece, il comparto grafico.
In definitiva confermo che la mia opinione su Charlotte non è delle migliori: l'impressione è che Maeba & company abbiano cercato di "campare di rendita", cercando di utilizzare la propria fama ed il loro passato per propinarci un lavoro mediocre nella speranza che il pubblico lo accettasse lo stesso così com'è. Spero proprio che si tratti solo di un passaggio a vuoto e che presto lo studio Key riuscirà a dare alla luce un nuovo anime degno del nome che portano: in quel caso sarò di nuovo il primo a manifestare loro tutto il mio entusiasmo.
Se dovessi esprimere un parere a bruciapelo, direi questo: bello, ma avrebbe potuto essere assolutamente fantastico. Una storia dalle incredibile potenzialità, che ha scelto però di rimanere nella mediocrità (seppur di alto livello) e non spiccare quel volo che l'avrebbe condotta nella leggenda. Una commedia scolastica, piena di mistero e superpoteri. 13 episodi veramente interessanti, in cui si alternano passioni contrastanti e momenti più candidi e tranquilli.
Yuu Otosaka è un giovane di quindici anni, che si iscrive in un prestigioso istituto liceale. I suoi voti sono eccellenti, e anche il suo fascino non è affatto male. Ma c'è qualcosa che non va in lui; possiede un potere che gli permette di impossessarsi delle persone… anche se per soli cinque secondi. Non proprio il massimo come abilità, ma comunque sufficiente a permettergli di copiare durante le verifiche dai migliori studenti della classe.
La sua carriera da imbroglione, però, è destinata a fallire. Ben presto verrà scoperto da Nao Tomori, la presidentessa del consiglio studentesco di un altro istituto. Questa svela l'incredibile capacità di Yuu e lo costringe con un ricatto a trasferirsi nella sua scuola. Un posto in cui sarebbe stato tenuto d'occhio, un luogo dove quegli strani poteri non erano poi così strani. Esatto! Perché sembra che molti altri ragazzi li posseggano.
Il protagonista deve essere, a mio avviso, l'immagine di copertina di un qualsiasi anime. Se questo perde in quanto a fascino, allora l'intera opera ne risentirà. Ebbene, Yuu, in questo caso, è un protagonista all'altezza, che presenta un carattere forte e deciso, un pochino "oscuro", ma nemmeno così malvagio. D'altro canto anche la controparte femminile, Tomori, non è affatto male. Sfacciata e con un caratterino velenoso, che la renderà inevitabilmente antipatica a molti… anche a Yuu, almeno all'inizio.
La storia è senza dubbio emozionante. Lo spunto scolastico introduce quasi automaticamente anche un piccolo elemento sentimentale, comunque mai così preponderante. I superpoteri esaltano l'azione, e ci permettono di vedere alcuni scontri piuttosto interessanti. Come idea mi ricorda molto "X-Men", ma non dite a nessuno che l'ho detto.
Quello che non mi è piaciuto, invece, è la compressione in soli 13 episodi di un racconto che avrebbe potuto comodamente occuparne il doppio. Gli avvenimenti si sviluppano in maniera quasi affrettata, non permettendoci così di assaporare la crescita dei vari personaggi. Questi agiscono e mostrano comportamenti per nulla irreali, ma sembrano quasi essere sospinti dal vento impetuoso del destino. Quando le cose si faranno veramente pericolose, la situazione verrà risolta in maniera sbrigativa, forse per non appesantire troppo la serie.
Molto bella la grafica, che mostra colori accesi e brillanti, carichi di vitalità e passione. I personaggi hanno un design tutto sommato originale, anche se il protagonista ricorda effettivamente Lelouch di "Code Geass". Ben venga!
Le musiche sono assolutamente all'altezza della serie, dolci e melodiose quando la situazione lo richiede, più accese nei momenti di azione e putiferio. Il doppiaggio è ottimo, curato e attento a ogni minimo dettaglio.
La regia ha cercato di svolgere un lavoro ottimale e, nonostante il poco spazio a disposizione, è riuscita comunque a creare una storia completa che non annoia, anzi, emoziona a non finire.
"Charlotte", dunque, è un'opera senza dubbio accattivante. La storia d'amore, gli scontri tra i vari poteri, il mistero dietro queste strane capacità… tutto riesce ad attirare l'attenzione. Tuttavia avrebbe potuto fare molto meglio. Si sarebbe potuto approfondire maggiormente il rapporto tra i due protagonisti, oppure portare in risalto i personaggi secondari. Ce ne erano le opportunità, ma, per quanto detto sopra, non sono state colte. Peccato.
L'ultimo episodio è incredibile, e porta a compimento l'anime nel miglior modo possibile. Yuu esplode veramente (in senso figurato, si intende), sprigionando così una forza caratteriale che aveva tenuta imprigionata fino a quel momento. Lo spettatore si ritrova immerso da un'infinità di sentimenti contrastanti, indeciso se voler vedere un lieto fine, oppure una conclusione maggiormente tragica. Tutto verrà risolto all'ultimo secondo… bene? Male? Chissà. Vi lascio la sorpresa e, soprattutto, il piacere di gustarvi questa serie fino alla fine.
Voto finale: 7… e mezzo!
Yuu Otosaka è un giovane di quindici anni, che si iscrive in un prestigioso istituto liceale. I suoi voti sono eccellenti, e anche il suo fascino non è affatto male. Ma c'è qualcosa che non va in lui; possiede un potere che gli permette di impossessarsi delle persone… anche se per soli cinque secondi. Non proprio il massimo come abilità, ma comunque sufficiente a permettergli di copiare durante le verifiche dai migliori studenti della classe.
La sua carriera da imbroglione, però, è destinata a fallire. Ben presto verrà scoperto da Nao Tomori, la presidentessa del consiglio studentesco di un altro istituto. Questa svela l'incredibile capacità di Yuu e lo costringe con un ricatto a trasferirsi nella sua scuola. Un posto in cui sarebbe stato tenuto d'occhio, un luogo dove quegli strani poteri non erano poi così strani. Esatto! Perché sembra che molti altri ragazzi li posseggano.
Il protagonista deve essere, a mio avviso, l'immagine di copertina di un qualsiasi anime. Se questo perde in quanto a fascino, allora l'intera opera ne risentirà. Ebbene, Yuu, in questo caso, è un protagonista all'altezza, che presenta un carattere forte e deciso, un pochino "oscuro", ma nemmeno così malvagio. D'altro canto anche la controparte femminile, Tomori, non è affatto male. Sfacciata e con un caratterino velenoso, che la renderà inevitabilmente antipatica a molti… anche a Yuu, almeno all'inizio.
La storia è senza dubbio emozionante. Lo spunto scolastico introduce quasi automaticamente anche un piccolo elemento sentimentale, comunque mai così preponderante. I superpoteri esaltano l'azione, e ci permettono di vedere alcuni scontri piuttosto interessanti. Come idea mi ricorda molto "X-Men", ma non dite a nessuno che l'ho detto.
Quello che non mi è piaciuto, invece, è la compressione in soli 13 episodi di un racconto che avrebbe potuto comodamente occuparne il doppio. Gli avvenimenti si sviluppano in maniera quasi affrettata, non permettendoci così di assaporare la crescita dei vari personaggi. Questi agiscono e mostrano comportamenti per nulla irreali, ma sembrano quasi essere sospinti dal vento impetuoso del destino. Quando le cose si faranno veramente pericolose, la situazione verrà risolta in maniera sbrigativa, forse per non appesantire troppo la serie.
Molto bella la grafica, che mostra colori accesi e brillanti, carichi di vitalità e passione. I personaggi hanno un design tutto sommato originale, anche se il protagonista ricorda effettivamente Lelouch di "Code Geass". Ben venga!
Le musiche sono assolutamente all'altezza della serie, dolci e melodiose quando la situazione lo richiede, più accese nei momenti di azione e putiferio. Il doppiaggio è ottimo, curato e attento a ogni minimo dettaglio.
La regia ha cercato di svolgere un lavoro ottimale e, nonostante il poco spazio a disposizione, è riuscita comunque a creare una storia completa che non annoia, anzi, emoziona a non finire.
"Charlotte", dunque, è un'opera senza dubbio accattivante. La storia d'amore, gli scontri tra i vari poteri, il mistero dietro queste strane capacità… tutto riesce ad attirare l'attenzione. Tuttavia avrebbe potuto fare molto meglio. Si sarebbe potuto approfondire maggiormente il rapporto tra i due protagonisti, oppure portare in risalto i personaggi secondari. Ce ne erano le opportunità, ma, per quanto detto sopra, non sono state colte. Peccato.
L'ultimo episodio è incredibile, e porta a compimento l'anime nel miglior modo possibile. Yuu esplode veramente (in senso figurato, si intende), sprigionando così una forza caratteriale che aveva tenuta imprigionata fino a quel momento. Lo spettatore si ritrova immerso da un'infinità di sentimenti contrastanti, indeciso se voler vedere un lieto fine, oppure una conclusione maggiormente tragica. Tutto verrà risolto all'ultimo secondo… bene? Male? Chissà. Vi lascio la sorpresa e, soprattutto, il piacere di gustarvi questa serie fino alla fine.
Voto finale: 7… e mezzo!
Charlotte, un meteorite che passando nell'atmosfera terrestre rilascia una sostanza nell'aria che se inalata porta alla nascita di poteri soprannaturali. Questo è il suo universo dove la storia è concentrata su un liceale con un potere che è in grado di prendere possesso di un altro corpo di chiunque voglia per meno di 5 secondi addormentando però il proprio corpo, Yuu Otosaka.
Inizialmente il protagonista penserà di essere l'unico ad avere un potere simile ma ben presto i suoi piani, per diventare uno studente modello, verranno interrotti da una squadra di giovani in possesso di poteri proprio come lui; il suo destino prenderà una strada ardua che lo metterà in posizioni assurde e pesanti per un ragazzo.
La storia è molto fluida e coerente, gli episodi inizialmente sono auto conclusionali con passi in avanti, senza farti capire bene cosa succederà nel prossimo episodio e questo forse porterà alla noia di qualcuno che non riuscirà a capire o ad intravedere il passo in avanti della storia. Arrivati a metà serie si potrà capire come quei episodi abbiano portato la storia ad una fluidità incredibile che va premiata, perchè da quel momento guardare la serie sarà veramente gradevole grazie ai colpi di scena che non vi permetteranno di staccarvi dallo schermo.
Una storia che prende un grande balzo in avanti, non solo la trama, ma i rapporti tra i personaggi, gli obiettivi prefissati e vecchi ricordi ritornati a galla; l'unica pecca sono le 13 puntate. Questa è una penalizzazione in un certo senso perchè il balzo in avanti della trama ha un pro e un contro, il pro l'ho spiegato prima, il contro è che ti stupisce e ti mette così tanta voglia di vedere episodi che quando arrivi alla tredicesima puntata non ti basta e rimani un po' deluso. I personaggi sono interessanti e molto vivaci, rispecchiano molto la loro età e la loro esperienza con i poteri.
Parlando di disegni non c'è nulla da obiettare, puliti e pieni di colori vivaci. Opening ed ending non mi sono piaciute ma alcune soundtrack sono carine. In conclusione Charlotte è un buon prodotto che però poteva prendersi voti più alti se gli episodi si fossero spinti intorno ai 20, nient'altro da dire a proposito, voto sicuramente positivo.
Inizialmente il protagonista penserà di essere l'unico ad avere un potere simile ma ben presto i suoi piani, per diventare uno studente modello, verranno interrotti da una squadra di giovani in possesso di poteri proprio come lui; il suo destino prenderà una strada ardua che lo metterà in posizioni assurde e pesanti per un ragazzo.
La storia è molto fluida e coerente, gli episodi inizialmente sono auto conclusionali con passi in avanti, senza farti capire bene cosa succederà nel prossimo episodio e questo forse porterà alla noia di qualcuno che non riuscirà a capire o ad intravedere il passo in avanti della storia. Arrivati a metà serie si potrà capire come quei episodi abbiano portato la storia ad una fluidità incredibile che va premiata, perchè da quel momento guardare la serie sarà veramente gradevole grazie ai colpi di scena che non vi permetteranno di staccarvi dallo schermo.
Una storia che prende un grande balzo in avanti, non solo la trama, ma i rapporti tra i personaggi, gli obiettivi prefissati e vecchi ricordi ritornati a galla; l'unica pecca sono le 13 puntate. Questa è una penalizzazione in un certo senso perchè il balzo in avanti della trama ha un pro e un contro, il pro l'ho spiegato prima, il contro è che ti stupisce e ti mette così tanta voglia di vedere episodi che quando arrivi alla tredicesima puntata non ti basta e rimani un po' deluso. I personaggi sono interessanti e molto vivaci, rispecchiano molto la loro età e la loro esperienza con i poteri.
Parlando di disegni non c'è nulla da obiettare, puliti e pieni di colori vivaci. Opening ed ending non mi sono piaciute ma alcune soundtrack sono carine. In conclusione Charlotte è un buon prodotto che però poteva prendersi voti più alti se gli episodi si fossero spinti intorno ai 20, nient'altro da dire a proposito, voto sicuramente positivo.
Dopo molteplici anni, dunque, Jun Maeda, il famoso ideatore di opere quali "Clannad", "Air" e "Angel Beats!", torna all'opera con "Charlotte", anime uscito nella stagione estiva 2015. Inutile dire che, per la famosa popolarità degli anime precedentemente prodotti da Jun Maeda, su "Charlotte" vi erano aspettative enormi e, anche a causa di ciò, l'anime è stato popolare fin da subito. Però, solo per la sua popolarità possiamo dire che "Charlotte" sia un capolavoro come le opere precedenti? Beh, sì e no, però ne parliamo più tardi.
La trama è semplice e non presenta nulla di innovativo: Yuu Otosaka e molti altri suoi coetanei posseggono dei poteri "difettosi", ovvero non perfetti, soltanto per il periodo adolescenziale, che poi scompaiono. Proprio questi problemi fanno mirare questi adolescenti come bersagli di esperimenti crudeli da parte degli scienziati e Nao Tomori vuole evitare ciò cercando di raggruppare il maggior numero possibile di ragazzi con poteri in una scuola. E proprio dall'incontro di Nao e di Yuu che comincia la storia di Charlotte. Una storia drammatica al punto giusto e con non pochi colpi di scena. Colpi di scena che vengono solo a metà della serie, dopo i primi episodi introduttivi e di rafforzamento dei legami tra i protagonisti (stile Angel Beats per capirci).
Punto forte dell'anime ovviamente non è la trama, per niente innovativa, bensì, in mia opinione,sono i personaggi: in Charlotte ogni personaggio ha una storia incredibilmente difficile ed ognuno ha un carattere che lo distingue dagli altri, e proprio l'evoluzione delle personalità, soprattutto del protagonista, che rendono buona la serie.
Altro punto forte dell'anime sono le sceneggiature, le sigle e le OST tutti e tre ben fatte; inoltre il doppiaggio più che buono.
Punto dolente dell'anime, però, sono gli ultimi episodi, nella quale la trama viene completamente stravolta, un cambio di trama troppo veloce che ha cambiato anche i ritmi dell'anime passando da lento e monotono a un ritmo accelerato, nella quale purtroppo si perdono molti particolari. Dunque da qua ne consegue un finale arrangiatissimo, irrealistico e di cui non so quanti particolari sono stati lasciati indietro. Dunque finale totalmente disastrato , quasi non degno della mano di Maeda.
Alla fine in Charlotte vi sono molti punti positivi e la trama prometteva davvero bene anche nello sviluppo drammatico, purtroppo un finale nei limiti del decente hanno rovinato una serie che poteva essere un capolavoro, quali le opere precedenti di Maeda. Quindi un'occasione sprecata di riuscire a fare l'ennesimo capolavoro.
Voto finale: 7 (sarebbe tranquillamente un 9 per i primi 8-9 episodi, peccato...)
La trama è semplice e non presenta nulla di innovativo: Yuu Otosaka e molti altri suoi coetanei posseggono dei poteri "difettosi", ovvero non perfetti, soltanto per il periodo adolescenziale, che poi scompaiono. Proprio questi problemi fanno mirare questi adolescenti come bersagli di esperimenti crudeli da parte degli scienziati e Nao Tomori vuole evitare ciò cercando di raggruppare il maggior numero possibile di ragazzi con poteri in una scuola. E proprio dall'incontro di Nao e di Yuu che comincia la storia di Charlotte. Una storia drammatica al punto giusto e con non pochi colpi di scena. Colpi di scena che vengono solo a metà della serie, dopo i primi episodi introduttivi e di rafforzamento dei legami tra i protagonisti (stile Angel Beats per capirci).
Punto forte dell'anime ovviamente non è la trama, per niente innovativa, bensì, in mia opinione,sono i personaggi: in Charlotte ogni personaggio ha una storia incredibilmente difficile ed ognuno ha un carattere che lo distingue dagli altri, e proprio l'evoluzione delle personalità, soprattutto del protagonista, che rendono buona la serie.
Altro punto forte dell'anime sono le sceneggiature, le sigle e le OST tutti e tre ben fatte; inoltre il doppiaggio più che buono.
Punto dolente dell'anime, però, sono gli ultimi episodi, nella quale la trama viene completamente stravolta, un cambio di trama troppo veloce che ha cambiato anche i ritmi dell'anime passando da lento e monotono a un ritmo accelerato, nella quale purtroppo si perdono molti particolari. Dunque da qua ne consegue un finale arrangiatissimo, irrealistico e di cui non so quanti particolari sono stati lasciati indietro. Dunque finale totalmente disastrato , quasi non degno della mano di Maeda.
Alla fine in Charlotte vi sono molti punti positivi e la trama prometteva davvero bene anche nello sviluppo drammatico, purtroppo un finale nei limiti del decente hanno rovinato una serie che poteva essere un capolavoro, quali le opere precedenti di Maeda. Quindi un'occasione sprecata di riuscire a fare l'ennesimo capolavoro.
Voto finale: 7 (sarebbe tranquillamente un 9 per i primi 8-9 episodi, peccato...)
"Charlotte" è una serie creata da Jun Maeda, autore di "Angel Beats!". Se si ha già avuto modo di sperimentare il suo precedente capolavoro, si sa già che tipo di storia aspettarsi.
Yuu è un giovane ragazzo con un incredibile potere: può possedere il corpo di un'altra persona, anche se soltanto per cinque secondi. Nonostante la versatilità della sua capacità, e nonostante egli stesso la consideri un dono, Yuu decide di usarla unicamente per scopi futili, quali liberarsi di eventuali bulli e copiare ai test della scuola, aggiudicandosi il titolo di miglior studente. Purtroppo per lui, gli studenti di un'altra scuola, capeggiati dalla giovane Nao Tomori, scoprono il suo trucco e lo convincono a trasferirsi nel loro istituto: un edificio creato per proteggere le persone che, come lui, hanno una particolare capacità che, se venisse scoperta, li trasformerebbe in cavie da laboratorio. Da qui in poi, inizia l'avventura di Yuu e Nao alla ricerca di altre "persone speciali" da proteggere.
L'anime parte già di per sé con un'ottima premessa, con episodi autoconclusivi apparentemente lenti, ma avvolti comunque nel mistero che, più avanti, farà da padrone. Al di là di una trama suggestiva, anche i personaggi sono fantastici. Partendo dal loro lato comico, grazie a qualche scenetta divertente, si arriva alla loro psicologia… Com'era già successo con "Angel Beats!", difatti, anche "Charlotte" si impegna per creare una storia dolce e amara allo stesso tempo, che vuole mostrare come anche un evento negativo che l'uomo non riesce ad accettare possa avere aspetti positivi, e viceversa. Altro aspetto fondamentale della storia, è la "perdita" come qualcosa di definitivo, da accettare…
<b>Spoiler</b>
Ad esempio, dopo la morte della giovane sorellina di Yuu, i protagonisti non si arrendono e, utilizzando i propri poteri, tentano di salvarla. La cosa è possibile, tuttavia, per la legge del contrappasso, un altro perderà la vita. "Ogni cosa ha il suo prezzo" era qualcosa che già "Fullmetal Alchemist" ci aveva insegnato.
<b>Fine spoiler</b>
Charlotte, quindi, risulta una serie più che godibile perché, oltre all'alone di mistero sufficientemente buono, mostra l'uomo nella sua più totale fragilità, come avevano già tentato le altre opere della Kei. Qui risulta ancora più visibile perché la fragilità è messa a nudo anche in persone che, data la storia, dovrebbero risultare "speciali" e, di conseguenza, più forti.
Trama e personaggi ottimi, musiche spettacolari e chara design fantastico. Una delle migliori serie che mi sia capitato di vedere negli ultimi mesi.
Yuu è un giovane ragazzo con un incredibile potere: può possedere il corpo di un'altra persona, anche se soltanto per cinque secondi. Nonostante la versatilità della sua capacità, e nonostante egli stesso la consideri un dono, Yuu decide di usarla unicamente per scopi futili, quali liberarsi di eventuali bulli e copiare ai test della scuola, aggiudicandosi il titolo di miglior studente. Purtroppo per lui, gli studenti di un'altra scuola, capeggiati dalla giovane Nao Tomori, scoprono il suo trucco e lo convincono a trasferirsi nel loro istituto: un edificio creato per proteggere le persone che, come lui, hanno una particolare capacità che, se venisse scoperta, li trasformerebbe in cavie da laboratorio. Da qui in poi, inizia l'avventura di Yuu e Nao alla ricerca di altre "persone speciali" da proteggere.
L'anime parte già di per sé con un'ottima premessa, con episodi autoconclusivi apparentemente lenti, ma avvolti comunque nel mistero che, più avanti, farà da padrone. Al di là di una trama suggestiva, anche i personaggi sono fantastici. Partendo dal loro lato comico, grazie a qualche scenetta divertente, si arriva alla loro psicologia… Com'era già successo con "Angel Beats!", difatti, anche "Charlotte" si impegna per creare una storia dolce e amara allo stesso tempo, che vuole mostrare come anche un evento negativo che l'uomo non riesce ad accettare possa avere aspetti positivi, e viceversa. Altro aspetto fondamentale della storia, è la "perdita" come qualcosa di definitivo, da accettare…
<b>Spoiler</b>
Ad esempio, dopo la morte della giovane sorellina di Yuu, i protagonisti non si arrendono e, utilizzando i propri poteri, tentano di salvarla. La cosa è possibile, tuttavia, per la legge del contrappasso, un altro perderà la vita. "Ogni cosa ha il suo prezzo" era qualcosa che già "Fullmetal Alchemist" ci aveva insegnato.
<b>Fine spoiler</b>
Charlotte, quindi, risulta una serie più che godibile perché, oltre all'alone di mistero sufficientemente buono, mostra l'uomo nella sua più totale fragilità, come avevano già tentato le altre opere della Kei. Qui risulta ancora più visibile perché la fragilità è messa a nudo anche in persone che, data la storia, dovrebbero risultare "speciali" e, di conseguenza, più forti.
Trama e personaggi ottimi, musiche spettacolari e chara design fantastico. Una delle migliori serie che mi sia capitato di vedere negli ultimi mesi.
"Charlotte" è la seconda serie realizzata da un'idea di Jun Maeda dopo "Angel Beats!" e si compone di tredici episodi più due special, uno dei quali uscirà solo prossimamente.
Yuu è un ragazzo che possiede il potere di controllare la mente di un'altra persona per cinque secondi. Sebbene sia un'abilità estremamente versatile ad adattabile alle più variegate situazioni, egli la utilizza solamente per copiare a scuola e per permettersi l'ingresso nell'istituto più rinomato della città. Pochi giorni dopo la sua ammissione, tuttavia, viene smascherato da Tomori Nao, una ragazza della sua età che lo trasferisce in un'accademia dove sono raccolti tutti gli utilizzatori di poteri del Giappone o, perlomeno, quelli individuati sino a quel momento.
Una storia romantica ed avvincente allo stesso tempo, piena di colpi di scena e molto coinvolgente. Sin dal primo episodio, la voglia di proseguire nelle visione è forte, e questa è una costante per tutta la serie. I personaggi sono molti e tutti ben caratterizzati.
Molto bene anche per quanto riguarda il comparto tecnico in ogni suo aspetto, soprattutto per le musiche dolci ed armoniche. In particolare, la sigla iniziale e quella finale sono degne di nota, cosa che ci si poteva aspettare dopo aver visto "Angel Beats!".
Due sono i difetti che mi impediscono di assegnare la massima valutazione a questo piccolo capolavoro: prima di tutto, il formato da soli tredici episodi, che limita enormemente lo sviluppo della storia. Secondo, e non meno importante, il finale. L'ultimo episodio in sé non è malvagio ma poteva essere gestito meglio e soprattutto in maniera più credibile. A parte queste due piccole mancanze, il resto è pressoché perfetto.
"Charlotte" è un anime alla portata di tutti e che probabilmente in molti apprezzeranno. Se vi piace, consiglio di guardare le altre opere delle Key e di Jun Maeda, in quanto questa è sicuramente la minore fra tutte.
Yuu è un ragazzo che possiede il potere di controllare la mente di un'altra persona per cinque secondi. Sebbene sia un'abilità estremamente versatile ad adattabile alle più variegate situazioni, egli la utilizza solamente per copiare a scuola e per permettersi l'ingresso nell'istituto più rinomato della città. Pochi giorni dopo la sua ammissione, tuttavia, viene smascherato da Tomori Nao, una ragazza della sua età che lo trasferisce in un'accademia dove sono raccolti tutti gli utilizzatori di poteri del Giappone o, perlomeno, quelli individuati sino a quel momento.
Una storia romantica ed avvincente allo stesso tempo, piena di colpi di scena e molto coinvolgente. Sin dal primo episodio, la voglia di proseguire nelle visione è forte, e questa è una costante per tutta la serie. I personaggi sono molti e tutti ben caratterizzati.
Molto bene anche per quanto riguarda il comparto tecnico in ogni suo aspetto, soprattutto per le musiche dolci ed armoniche. In particolare, la sigla iniziale e quella finale sono degne di nota, cosa che ci si poteva aspettare dopo aver visto "Angel Beats!".
Due sono i difetti che mi impediscono di assegnare la massima valutazione a questo piccolo capolavoro: prima di tutto, il formato da soli tredici episodi, che limita enormemente lo sviluppo della storia. Secondo, e non meno importante, il finale. L'ultimo episodio in sé non è malvagio ma poteva essere gestito meglio e soprattutto in maniera più credibile. A parte queste due piccole mancanze, il resto è pressoché perfetto.
"Charlotte" è un anime alla portata di tutti e che probabilmente in molti apprezzeranno. Se vi piace, consiglio di guardare le altre opere delle Key e di Jun Maeda, in quanto questa è sicuramente la minore fra tutte.
Dopo "Air", "Kanon", "Clannad", "Little Busters!" e "Angel Beats!", la Key ritorna con un nuovo anime nella stagione estiva 2015, riproponendo alcuni dei temi principali già trattati nelle opere precedenti: la memoria, la percezione del tempo, la scomparsa.
"Charlotte" è una serie composta da tredici episodi, nella quale non riponevo molte speranze, non essendo un grande sostenitore degli anime tratti dalle visual novel dell'azienda produttrice Key che spesso, a mio avviso, tende a puntare troppo sulla drammatizzazione, forzando così la trama di ogni sua opera. Con ciò non voglio certo insinuare che Charlotte si presenti come un anime allegro e spensierato: tutt'altro.
Stavolta, però, reputo l'elemento drammatico gestito in maniera migliore, senza eccessivi piagnistei ma con reazioni da parte dei personaggi adatte ad ogni situazione.
La trama è inizialmente avvolta nel mistero, i primi episodi proseguono con lentezza ma risultano piacevoli per via degli avvenimenti a tratti anche divertenti grazie alle varie abilità dei ragazzi. La seconda metà della serie svela il suo vero aspetto, chiarendo ogni dubbio sui misteri e incastrando i pezzi mancanti del puzzle creando un'opera davvero notevole.
Il protagonista è Yuu Otosaka, un ragazzo in grado di prendere possesso del corpo altrui per qualche secondo e, pur non conoscendo la natura delle sue capacità, grazie ad esse il giovane sfrutta ogni occasione a suo vantaggio in ambito scolastico o addirittura per conquistare le ragazze. Un giorno, però, si accorgerà di non essere l'unico a possedere tali abilità ed entra a far parte di un gruppo di ragazzi che proveranno a svelare l'origine dei loro poteri e a sventare i pericoli legati proprio ad essi...
I personaggi ricordano molto i loro predecessori per quanto riguarda gli anime made in Key, ma sono riuscito ad apprezzarli molto di più, in quanto ho notato un miglioramento caratteriale e niente più eccessiva dolcezza, a tratti anche pesante.
La vera forza di "Charlotte" però, più che nei personaggi, risiede in una bellissima trama e nei temi trattati, così come il messaggio finale che ho percepito: in ogni cosa positiva, anche in un'abilità apparentemente efficace contro i problemi quotidiani, vi è sempre un aspetto negativo; infatti, l'essere umano non può spingersi oltre le proprie naturali capacità senza rischiare di esserne ferito. Inoltre, in quanto esseri umani, non possiamo cambiare il passato ma solo assumerci le nostre responsabilità e andare avanti.
Riassumendo, questo è stato per me "Charlotte" nel corso dei suoi tredici episodi intrisi di emozioni.
Dal punto di vista grafico, è un anime ben fatto, le sigle (specialmente quella finale) sono davvero belle, così come le OST.
Il finale è abbastanza prevedibile, ma non per questo poco notevole: questo infatti chiude una storia, un arco di tredici episodi emozionante e ricco di colpi di scena. In conclusione, non credo che "Charlotte" abbia bisogno di una seconda serie: va benissimo così, ha raccontato una storia che non necessita di un proseguimento, ma si conclude non lasciando nulla in sospeso.
Lo consiglio?
Sì, specialmente a chi apprezza le storie drammatiche, tristi, ma anche coinvolgenti e che sappiano lasciare un significato profondo.
"Charlotte" è una serie composta da tredici episodi, nella quale non riponevo molte speranze, non essendo un grande sostenitore degli anime tratti dalle visual novel dell'azienda produttrice Key che spesso, a mio avviso, tende a puntare troppo sulla drammatizzazione, forzando così la trama di ogni sua opera. Con ciò non voglio certo insinuare che Charlotte si presenti come un anime allegro e spensierato: tutt'altro.
Stavolta, però, reputo l'elemento drammatico gestito in maniera migliore, senza eccessivi piagnistei ma con reazioni da parte dei personaggi adatte ad ogni situazione.
La trama è inizialmente avvolta nel mistero, i primi episodi proseguono con lentezza ma risultano piacevoli per via degli avvenimenti a tratti anche divertenti grazie alle varie abilità dei ragazzi. La seconda metà della serie svela il suo vero aspetto, chiarendo ogni dubbio sui misteri e incastrando i pezzi mancanti del puzzle creando un'opera davvero notevole.
Il protagonista è Yuu Otosaka, un ragazzo in grado di prendere possesso del corpo altrui per qualche secondo e, pur non conoscendo la natura delle sue capacità, grazie ad esse il giovane sfrutta ogni occasione a suo vantaggio in ambito scolastico o addirittura per conquistare le ragazze. Un giorno, però, si accorgerà di non essere l'unico a possedere tali abilità ed entra a far parte di un gruppo di ragazzi che proveranno a svelare l'origine dei loro poteri e a sventare i pericoli legati proprio ad essi...
I personaggi ricordano molto i loro predecessori per quanto riguarda gli anime made in Key, ma sono riuscito ad apprezzarli molto di più, in quanto ho notato un miglioramento caratteriale e niente più eccessiva dolcezza, a tratti anche pesante.
La vera forza di "Charlotte" però, più che nei personaggi, risiede in una bellissima trama e nei temi trattati, così come il messaggio finale che ho percepito: in ogni cosa positiva, anche in un'abilità apparentemente efficace contro i problemi quotidiani, vi è sempre un aspetto negativo; infatti, l'essere umano non può spingersi oltre le proprie naturali capacità senza rischiare di esserne ferito. Inoltre, in quanto esseri umani, non possiamo cambiare il passato ma solo assumerci le nostre responsabilità e andare avanti.
Riassumendo, questo è stato per me "Charlotte" nel corso dei suoi tredici episodi intrisi di emozioni.
Dal punto di vista grafico, è un anime ben fatto, le sigle (specialmente quella finale) sono davvero belle, così come le OST.
Il finale è abbastanza prevedibile, ma non per questo poco notevole: questo infatti chiude una storia, un arco di tredici episodi emozionante e ricco di colpi di scena. In conclusione, non credo che "Charlotte" abbia bisogno di una seconda serie: va benissimo così, ha raccontato una storia che non necessita di un proseguimento, ma si conclude non lasciando nulla in sospeso.
Lo consiglio?
Sì, specialmente a chi apprezza le storie drammatiche, tristi, ma anche coinvolgenti e che sappiano lasciare un significato profondo.
<b>Attenzione: spoiler</b>
Non nego che avevo delle aspettative enormi per quest'anime: lo studio che lo produce, infatti, ha creato alcuni degli anime più belli ed emozionanti che esistano ("Clannad" e "Air", giusto per citarne un paio).
Le premesse per un anime all'altezza di quelli sopracitati c'erano tutte: adolescenti con abilità particolari, drammi incombenti... Insomma, era logico aspettarsi un gran bella storia. Invece, non è stata proprio così.
I primi episodi sono piuttosto lenti, ma ci sta, perché serve ad introdurre e presentare i personaggi. Il protagonista, Yuu, in particolare, colpisce subito per la sua arroganza, tratto che ho visto raramente nei protagonisti maschili degli anime prodotti dalla Key. Purtroppo (o per fortuna?), questa sua "peculiarità" si perde ben presto, ed il ragazzo si uniforma a tutti quelli che lo hanno preceduto, diventando un ragazzo serio e responsabile, che si preoccupa per il futuro di chi gli sta intorno.
L'anime decolla davvero a partire dall'episodio numero 6 (che, insieme al 7, è il più bello di tutti, con una carica emotiva incredibile), il problema è che da quel momento in poi, la storia comincia a soffrire del problema opposto: da lenta, si fa iper-veloce, succedono tantissimi avvenimenti senza dare ad ognuno il giusto spazio. In particolare, quando viene introdotta la tematica del viaggio del tempo: tutto è spiegato troppo velocemente e tutti i problemi si presentano e si risolvono in maniera troppo veloce. In questo modo, la componente "drammatica" si smorza inevitabilmente, perché lo spettatore non ha il tempo di elaborare tutto quello che succede (penso ad altri anime che hanno utilizzato la stessa tematica - "Higurashi no Naku Koro ni", "Steins;Gate", "Puella Magi Madoka Magica" - ma hanno saputo trattare l'argomento in maniera molto più sentita e profonda rispetto a Charlotte).
Questa eccessiva velocità causa anche delle "debolezze" nella trama (ad esempio, la scelta di Yuu di rubare i poteri di tutti mi è parsa davvero incomprensibile, non solo perché non risolve il problema - ne nasceranno di certo altri in futuro - ma perché ne crea un altro ancora più grande, ovvero nasce così un super essere capace di avere il controllo totale sull'umanità... Giusto per citarne uno. Un altro che proprio non ho retto, è il fatto che abbia acquisito il potere di guarire, eppure si rifiuta di guarirsi e viaggiare indietro nel tempo per salvare il migliore amico di suo fratello... Comportamento ipocrita all'ennesima potenza, visto che per sua sorella si sono fatti tutti i quattro).
A mio parere, il difetto maggiore è che hanno messo troppa carne al fuoco, inserendo troppi eventi in pochi episodi... Sicuramente l'aver avuto una decina di episodi in più avrebbe giovato alla trama e avrebbe evitato un finale affrettato e fin troppo buonista.
Sul comparto grafico non ho la minima critica da muovere, anzi, è tutto perfetto fin nei minimi dettagli, come pure la colonna sonora.
Non nego che avevo delle aspettative enormi per quest'anime: lo studio che lo produce, infatti, ha creato alcuni degli anime più belli ed emozionanti che esistano ("Clannad" e "Air", giusto per citarne un paio).
Le premesse per un anime all'altezza di quelli sopracitati c'erano tutte: adolescenti con abilità particolari, drammi incombenti... Insomma, era logico aspettarsi un gran bella storia. Invece, non è stata proprio così.
I primi episodi sono piuttosto lenti, ma ci sta, perché serve ad introdurre e presentare i personaggi. Il protagonista, Yuu, in particolare, colpisce subito per la sua arroganza, tratto che ho visto raramente nei protagonisti maschili degli anime prodotti dalla Key. Purtroppo (o per fortuna?), questa sua "peculiarità" si perde ben presto, ed il ragazzo si uniforma a tutti quelli che lo hanno preceduto, diventando un ragazzo serio e responsabile, che si preoccupa per il futuro di chi gli sta intorno.
L'anime decolla davvero a partire dall'episodio numero 6 (che, insieme al 7, è il più bello di tutti, con una carica emotiva incredibile), il problema è che da quel momento in poi, la storia comincia a soffrire del problema opposto: da lenta, si fa iper-veloce, succedono tantissimi avvenimenti senza dare ad ognuno il giusto spazio. In particolare, quando viene introdotta la tematica del viaggio del tempo: tutto è spiegato troppo velocemente e tutti i problemi si presentano e si risolvono in maniera troppo veloce. In questo modo, la componente "drammatica" si smorza inevitabilmente, perché lo spettatore non ha il tempo di elaborare tutto quello che succede (penso ad altri anime che hanno utilizzato la stessa tematica - "Higurashi no Naku Koro ni", "Steins;Gate", "Puella Magi Madoka Magica" - ma hanno saputo trattare l'argomento in maniera molto più sentita e profonda rispetto a Charlotte).
Questa eccessiva velocità causa anche delle "debolezze" nella trama (ad esempio, la scelta di Yuu di rubare i poteri di tutti mi è parsa davvero incomprensibile, non solo perché non risolve il problema - ne nasceranno di certo altri in futuro - ma perché ne crea un altro ancora più grande, ovvero nasce così un super essere capace di avere il controllo totale sull'umanità... Giusto per citarne uno. Un altro che proprio non ho retto, è il fatto che abbia acquisito il potere di guarire, eppure si rifiuta di guarirsi e viaggiare indietro nel tempo per salvare il migliore amico di suo fratello... Comportamento ipocrita all'ennesima potenza, visto che per sua sorella si sono fatti tutti i quattro).
A mio parere, il difetto maggiore è che hanno messo troppa carne al fuoco, inserendo troppi eventi in pochi episodi... Sicuramente l'aver avuto una decina di episodi in più avrebbe giovato alla trama e avrebbe evitato un finale affrettato e fin troppo buonista.
Sul comparto grafico non ho la minima critica da muovere, anzi, è tutto perfetto fin nei minimi dettagli, come pure la colonna sonora.
A distanza di cinque anni dalla realizzazione della sua ultima opera "Angel Beats!", Jun Maeda torna alla riscossa con "Charlotte" serie della stagione estiva 2015 prodotta dalla Aniplex, realizzata dalla P.A.Works e composta da tredici episodi di durata canonica. Ovviamente, vista la fama e il successo riscosso dalle sue precedenti produzioni, le aspettative erano sicuramente elevate e difficili da soddisfare.
Breve accenno alla trama: nel mondo, una piccola percentuale di adolescenti è dotata di particolari e strabilianti poteri, poteri di vario genere che li rendono speciali, ma, allo stesso tempo, motivo di interesse per i governi, ambiziosi di renderli propri. Il protagonista della storia è Yuu Otosaka, un ragazzo in grado di prendere controllo delle altre persone per un massimo di cinque secondi.
La trama, apparentemente semplice e lineare, si sviluppa ottimamente e con i tempi giusti. Quella che inizialmente potrebbe apparire come un'opera scontata e a tratti banale prende, col proseguire delle puntate, una piega sempre più seria e si complica non poco. I primi episodi si potrebbero definire introduttivi e altro non fanno se non presentare adeguatamente i personaggi e il mondo in cui è ambientata la vicenda, procedendo con un ritmo lento e privo di colpi di scena. Questi ultimi, tuttavia, non mancheranno nella fase centrale e finale della serie, che da un momento all'altro riuscirà ad elevare il ritmo e a costruire una trama estremamente ramificata ma allo stesso tempo credibile e facile da seguire, questo grazie prevalentemente ad una regia impeccabile. A differenza delle aspettative, Maeda lavora decisamente meno sull' "aspetto drammatico", riuscendo sì a regalare forti emozioni, ma ben lontane da quelle indotte da altre sue opere precedenti quali "Clannad", "Kanon" o "Air". Complice di questo è ovviamente anche una limitata durata dell'opera che si ferma all'ormai classica confezione da tredici episodi, decisamente insufficienti per sfruttare al 100% tutte le potenzialità nascoste.
Per quanto riguarda i personaggi e la loro caratterizzazione, è stato svolto un buon lavoro, in particolar modo per il protagonista principale e per la sua controparte femminile. Leggermente meno curati quelli che potremmo definire gli altri tre co-protagonisti, in particolar modo la sorella di Yuu, sin troppo stereotipata. Nonostante tutto, essi riescono a svolgere alla perfezione il proprio ruolo, inscenando spesso e volentieri delle gag divertenti anche nel momento un cui la faccenda inizia a complicarsi.
Il comparto tecnico è semplicemente spettacolare in ogni suo aspetto, probabilmente il migliore di questa stagione estiva 2015. Il design dei personaggi è stato affidato a Na-ga, che come per "Angel Beats!" è riuscito a svolgere un ottimo lavoro. Le animazioni sono fluide e gli effetti speciali, per quanto non troppo impiegati, spettacolari. Il vero punto forte per quanto riguarda il comparto grafico rimangono tuttavia i fondali, estremamente dettagliati e curati sotto ogni aspetto. Una meraviglia per gli occhi.
Anche dal punto di vista sonoro, "Charlotte" si farà sicuramente ricordare, in primo luogo per le stupende sigle di apertura e chiusura, composte da Maeda in persona. Le OST sono varie e riescono sempre a ricreare la giusta atmosfera, il doppiaggio è più che adeguato.
Altro particolare merito va attribuito alla regia, la quale è riuscita a rendere chiara e semplice una storia tutt'altro che lineare e che rischiava di ingarbugliarsi più del dovuto.
La conclusione è soddisfacente, seppur l'episodio finale attirerà diverse critiche per via dell'eccessiva velocità con la quale sono stati proposti gli eventi, e per via dell'impossibilità di verificarsi di tali. Ci tengo a ricordare che "Charlotte" è un'opera di finzione, ragion per cui parlare di forzature mi sembra ridicolo a prescindere, così come per ogni altro prodotto di genere fantasy/soprannaturale.
La mano di Maeda è inconfondibile, diversi sono i richiami e i punti in comune con le sue opere più famose. Se avete apprezzato le precedenti opere targate "Key", "Charlotte" è una visione obbligatoria e, in caso contrario, potrebbe essere un buon punto d'inizio, anche se a conti fatti si rivela essere la meno riuscita fra tutte, al pari di "Angel Beats!". Una serie che mi sento di consigliare a tutti.
Breve accenno alla trama: nel mondo, una piccola percentuale di adolescenti è dotata di particolari e strabilianti poteri, poteri di vario genere che li rendono speciali, ma, allo stesso tempo, motivo di interesse per i governi, ambiziosi di renderli propri. Il protagonista della storia è Yuu Otosaka, un ragazzo in grado di prendere controllo delle altre persone per un massimo di cinque secondi.
La trama, apparentemente semplice e lineare, si sviluppa ottimamente e con i tempi giusti. Quella che inizialmente potrebbe apparire come un'opera scontata e a tratti banale prende, col proseguire delle puntate, una piega sempre più seria e si complica non poco. I primi episodi si potrebbero definire introduttivi e altro non fanno se non presentare adeguatamente i personaggi e il mondo in cui è ambientata la vicenda, procedendo con un ritmo lento e privo di colpi di scena. Questi ultimi, tuttavia, non mancheranno nella fase centrale e finale della serie, che da un momento all'altro riuscirà ad elevare il ritmo e a costruire una trama estremamente ramificata ma allo stesso tempo credibile e facile da seguire, questo grazie prevalentemente ad una regia impeccabile. A differenza delle aspettative, Maeda lavora decisamente meno sull' "aspetto drammatico", riuscendo sì a regalare forti emozioni, ma ben lontane da quelle indotte da altre sue opere precedenti quali "Clannad", "Kanon" o "Air". Complice di questo è ovviamente anche una limitata durata dell'opera che si ferma all'ormai classica confezione da tredici episodi, decisamente insufficienti per sfruttare al 100% tutte le potenzialità nascoste.
Per quanto riguarda i personaggi e la loro caratterizzazione, è stato svolto un buon lavoro, in particolar modo per il protagonista principale e per la sua controparte femminile. Leggermente meno curati quelli che potremmo definire gli altri tre co-protagonisti, in particolar modo la sorella di Yuu, sin troppo stereotipata. Nonostante tutto, essi riescono a svolgere alla perfezione il proprio ruolo, inscenando spesso e volentieri delle gag divertenti anche nel momento un cui la faccenda inizia a complicarsi.
Il comparto tecnico è semplicemente spettacolare in ogni suo aspetto, probabilmente il migliore di questa stagione estiva 2015. Il design dei personaggi è stato affidato a Na-ga, che come per "Angel Beats!" è riuscito a svolgere un ottimo lavoro. Le animazioni sono fluide e gli effetti speciali, per quanto non troppo impiegati, spettacolari. Il vero punto forte per quanto riguarda il comparto grafico rimangono tuttavia i fondali, estremamente dettagliati e curati sotto ogni aspetto. Una meraviglia per gli occhi.
Anche dal punto di vista sonoro, "Charlotte" si farà sicuramente ricordare, in primo luogo per le stupende sigle di apertura e chiusura, composte da Maeda in persona. Le OST sono varie e riescono sempre a ricreare la giusta atmosfera, il doppiaggio è più che adeguato.
Altro particolare merito va attribuito alla regia, la quale è riuscita a rendere chiara e semplice una storia tutt'altro che lineare e che rischiava di ingarbugliarsi più del dovuto.
La conclusione è soddisfacente, seppur l'episodio finale attirerà diverse critiche per via dell'eccessiva velocità con la quale sono stati proposti gli eventi, e per via dell'impossibilità di verificarsi di tali. Ci tengo a ricordare che "Charlotte" è un'opera di finzione, ragion per cui parlare di forzature mi sembra ridicolo a prescindere, così come per ogni altro prodotto di genere fantasy/soprannaturale.
La mano di Maeda è inconfondibile, diversi sono i richiami e i punti in comune con le sue opere più famose. Se avete apprezzato le precedenti opere targate "Key", "Charlotte" è una visione obbligatoria e, in caso contrario, potrebbe essere un buon punto d'inizio, anche se a conti fatti si rivela essere la meno riuscita fra tutte, al pari di "Angel Beats!". Una serie che mi sento di consigliare a tutti.