Noragami Aragoto
La seconda stagione di "Noragami" parte benissimo, già dalla opening che, sia musicalmente che graficamente, è sofisticata e rimane piacevolmente impressa.
In generale sia il comparto grafico che quello musicale confermano le buone cose fatte vedere nella prima serie, con una maggiore presenza di combattimenti, che risultano sempre godibilissimi. Anche il doppiaggio è ben riuscito e regala emozioni. Il tono della seconda serie è più serio: i momenti di “pura demenza” sono ridotti in numero, ma sempre molto azzeccati.
Il terzetto dei protagonisti prosegue la propria crescita emotiva: Yukine cresce tantissimo e il preadolescente bizzoso e rancoroso lascia spazio a un giovane determinato e talentuoso che inizia a instaurare con Yato un rapporto più profondo; anche Yato riflette molto e inizia ad affrontare il suo oscuro passato, mostrando sia il suo lato terribile di “Dio della Sciagura” sia un, insospettato, lato fragile; Hiyori è quella che cambia meno (ed è anche logico: in fondo lei non ha un passato da cui redimersi), ma anche in questa serie saprà essere determinante per salvare più di una volta la situazione, e anche lei rifletterà su molte cose nel corso di questi tredici episodi.
Anche dal punto di vista narrativo si entra subito nel vivo, e nel primo arco si affronta il conflitto fra il “nostro” dio in tuta e la temibile Bishamon: viene chiarita l’origine dell’odio della bella dea per Yato e si dà uno sguardo più in profondità su aspetti più privati di Veena, mostrando il rapporto fra lei e i suoi (tanti, forse troppi) strumenti divini. Molto convincente e ben giostrato questo arco, con Kazuma che mantiene le promesse della prima serie e si dimostra essere veramente un gran personaggio.
Il secondo arco narrativo introduce un ulteriore buon personaggio, Ebisu, e si conclude con un ultimo episodio dalla narrazione non lineare che movimenta la regia della serie, fin qui mantenutasi molto “classica”.
Finale aperto, apertissimo... che lascia sicuramente la voglia di una terza serie (se mai ci sarà).
In generale sia il comparto grafico che quello musicale confermano le buone cose fatte vedere nella prima serie, con una maggiore presenza di combattimenti, che risultano sempre godibilissimi. Anche il doppiaggio è ben riuscito e regala emozioni. Il tono della seconda serie è più serio: i momenti di “pura demenza” sono ridotti in numero, ma sempre molto azzeccati.
Il terzetto dei protagonisti prosegue la propria crescita emotiva: Yukine cresce tantissimo e il preadolescente bizzoso e rancoroso lascia spazio a un giovane determinato e talentuoso che inizia a instaurare con Yato un rapporto più profondo; anche Yato riflette molto e inizia ad affrontare il suo oscuro passato, mostrando sia il suo lato terribile di “Dio della Sciagura” sia un, insospettato, lato fragile; Hiyori è quella che cambia meno (ed è anche logico: in fondo lei non ha un passato da cui redimersi), ma anche in questa serie saprà essere determinante per salvare più di una volta la situazione, e anche lei rifletterà su molte cose nel corso di questi tredici episodi.
Anche dal punto di vista narrativo si entra subito nel vivo, e nel primo arco si affronta il conflitto fra il “nostro” dio in tuta e la temibile Bishamon: viene chiarita l’origine dell’odio della bella dea per Yato e si dà uno sguardo più in profondità su aspetti più privati di Veena, mostrando il rapporto fra lei e i suoi (tanti, forse troppi) strumenti divini. Molto convincente e ben giostrato questo arco, con Kazuma che mantiene le promesse della prima serie e si dimostra essere veramente un gran personaggio.
Il secondo arco narrativo introduce un ulteriore buon personaggio, Ebisu, e si conclude con un ultimo episodio dalla narrazione non lineare che movimenta la regia della serie, fin qui mantenutasi molto “classica”.
Finale aperto, apertissimo... che lascia sicuramente la voglia di una terza serie (se mai ci sarà).
E' la seconda stagione di "Noragami", dove troviamo tutti i nostri protagonisti, nuovi archi e nuovi nemici.
La seconda stagione riesce a colmare i buchi della prima serie, rendendola più piacevole e scorrevole da seguire, con molta più azione e meno momenti inutili. Ben fatta la crescita dei nostri personaggi, in primis Ebisu e Yato, con quest'ultimo che riesce finalmente a rinnegare il passato e a voler diventare un dio che aiuta le persone, invece di ucciderle.
Le musiche sono spettacolari come sempre, una più bella dell'altra, le animazioni molto buone, così come le ambientazioni.
Io vi consiglio di buttare un occhio su questa serie, ovviamente partendo dalla prima, perché potrebbe davvero stupirvi. Non vedo l'ora che esca la terza stagione.
La seconda stagione riesce a colmare i buchi della prima serie, rendendola più piacevole e scorrevole da seguire, con molta più azione e meno momenti inutili. Ben fatta la crescita dei nostri personaggi, in primis Ebisu e Yato, con quest'ultimo che riesce finalmente a rinnegare il passato e a voler diventare un dio che aiuta le persone, invece di ucciderle.
Le musiche sono spettacolari come sempre, una più bella dell'altra, le animazioni molto buone, così come le ambientazioni.
Io vi consiglio di buttare un occhio su questa serie, ovviamente partendo dalla prima, perché potrebbe davvero stupirvi. Non vedo l'ora che esca la terza stagione.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Noragami Aragoto" è la seconda serie prodotta nel 2015 dallo studio di produzione Bones, consta di ben tredici episodi.
La serie prosegue sulla scia della precedente, introducendo due nuovi archi narrativi che ho deciso di chiamare rispettivamente "Arco Bishamon" e "Arco Ebisu".
Come dice il nome stesso, l'arco Bishamon si concentra sulla figura della dea della guerra Bishamon e i suoi numerosissimi Strumenti Divini.
Quest'arco è stato particolarmente interessante e ha permesso un approfondimento di personaggi intravisti nella prima serie e l'introduzione di più e più personaggi non molto caratterizzati ma gestiti nel complesso abbastanza bene. Gli episodi, ben strutturati, si susseguivano con un ritmo incalzante che ho molto apprezzato, facendo finalmente luce sui motivi che spingono Bishamon ad odiare tanto e a voler uccidere il dio Yato. L'Arco Bishamon si conclude, a mio parere, piuttosto bene, senza forzature, lasciando comunque uno spiraglio aperto, quindi gli atti conclusivi di quest'arco non hanno definitivamente risolto il problema "intruso" che si ripresenterà in seguito, ma hanno risolto parzialmente la questione riguardante Yato, Kazuma e Bishamon, rivelando la verità sul passato che hanno in comune.
Tra i due archi, viene introdotto un tema già affrontato in precedenza e che viene rimarcato inutilmente, visto che se n'è parlato fin troppo nel corso della prima serie, ovvero ci si concentra nuovamente sulle perdite di memoria di Hiyori, rallentando la narrazione che risulta noiosa e ripetitiva.
Tuttavia questa tematica è dominante nell'arco dedicato ad Ebisu, uno dei sette dei della fortuna, che, se da un lato è un dio conosciuto e rispettato, dall'altro cerca di sfruttare o meglio addomesticare gli Spettri che popolano il mondo dei vivi, venendo meno alle regole da tempo stabilite dal Consiglio. In questa situazione c'è di mezzo anche il giovane dio in tuta Yato che, costretto a ubbidire agli ordini di suo padre, deve per forza collaborare con Nora per salvare la vita di Ebisu, che è stato erroneamente scambiato da tutti per l'incantatore. Perciò, tra le assenze ingiustificate di Yato e gli allenamenti di Yukine, si pone il tema della perdita di memoria di Hiyori, che si trova ad avere un "affettuoso scambio di confidenze" con un ragazzo che frequenta la sua scuola. Questa parentesi non segna molto la giovane Hiyori, ma si rivela avere delle ripercussioni nei capitoli a seguire, quelli che purtroppo mancano, essendo la serie animata conclusa con la qui presente serie.
Il finale dell'arco Ebisu, nonché finale della serie, è terribilmente aperto.
Si scopre l'attuale identità del padre di Yato, che risiede in un personaggio noto, si conclude la faccenda di Ebisu, cessano in parte le ostilità tra il dio in tuta e la dea della guerra Bishamon, e finalmente Yato taglia i ponti con Nora. E allora perché è un finale aperto? Perché molte risposte alle domande poste durante la prima e anche durante questa seconda serie continuano a non trovare risposta, alcuni personaggi non sono stati approfonditi o sono stati introdotti senza un apparente motivo, e ci sono ancora dei nemici in circolazione con piani diabolici in mente. Quindi no, per me "Noragami" merita una terza e anche una quarta stagione, per chiarire l'intera vicenda (visto che rimane indietro di ben dieci tankobon fatti di emozioni, combattimenti, approfondimenti, spiegazioni varie e tanto altro!).
La seconda serie guadagna decisamente punti con la caratterizzazione dei personaggi principali e soprattutto secondari. Purtroppo il personaggio di Hiyori non migliora, risultando sempre parecchio anonimo, Yato perde punti, mentre uno di quei personaggi amletici è "Kugaha".
L'introduzione di Kugaha nella prima parte è determinante, essendo il villain indiscusso dell'arco Bishamon, ma nella seconda parte fa nuovamente la sua apparizione per un motivo tuttora sconosciuto, una toccata e fuga, un momento c'è e l'altro è sparito. Obiettivamente non si comprende bene il perché, quindi ometterlo sarebbe stata una cosa giusta e più che lecita, se si ha intenzione di concludere la serie con la seconda stagione.
Sorprendentemente Ebisu mi ha stupita, è stato un bel personaggio e la sua caratterizzazione è stata davvero eccelsa, mi è piaciuto quel lato di Ebisu che prendeva sotto gamba la vita perché convinto della propria rinascita, poiché "E' un dio della fortuna!", "Tutti credono in lui!", "Non c'è nulla da temere, se non può farlo in questa vita, può sempre rinascere", e il confronto con Yato lo mette dinanzi a una realtà diversa da quella che aveva vissuto per tanti anni, e quel suo desiderio di non morire si manifesta in una scena superlativa. Davvero toccante.
Il comparto grafico è meraviglioso come nella prima serie. Ambientazioni discrete.
La ending non mi ha colpita, probabilmente perché non regge il confronto con la opening, aiutata da "Hey Kids!!" dei magnifici The Oral Cigarettes.
Voto: 8
"Noragami Aragoto" è la seconda serie prodotta nel 2015 dallo studio di produzione Bones, consta di ben tredici episodi.
La serie prosegue sulla scia della precedente, introducendo due nuovi archi narrativi che ho deciso di chiamare rispettivamente "Arco Bishamon" e "Arco Ebisu".
Come dice il nome stesso, l'arco Bishamon si concentra sulla figura della dea della guerra Bishamon e i suoi numerosissimi Strumenti Divini.
Quest'arco è stato particolarmente interessante e ha permesso un approfondimento di personaggi intravisti nella prima serie e l'introduzione di più e più personaggi non molto caratterizzati ma gestiti nel complesso abbastanza bene. Gli episodi, ben strutturati, si susseguivano con un ritmo incalzante che ho molto apprezzato, facendo finalmente luce sui motivi che spingono Bishamon ad odiare tanto e a voler uccidere il dio Yato. L'Arco Bishamon si conclude, a mio parere, piuttosto bene, senza forzature, lasciando comunque uno spiraglio aperto, quindi gli atti conclusivi di quest'arco non hanno definitivamente risolto il problema "intruso" che si ripresenterà in seguito, ma hanno risolto parzialmente la questione riguardante Yato, Kazuma e Bishamon, rivelando la verità sul passato che hanno in comune.
Tra i due archi, viene introdotto un tema già affrontato in precedenza e che viene rimarcato inutilmente, visto che se n'è parlato fin troppo nel corso della prima serie, ovvero ci si concentra nuovamente sulle perdite di memoria di Hiyori, rallentando la narrazione che risulta noiosa e ripetitiva.
Tuttavia questa tematica è dominante nell'arco dedicato ad Ebisu, uno dei sette dei della fortuna, che, se da un lato è un dio conosciuto e rispettato, dall'altro cerca di sfruttare o meglio addomesticare gli Spettri che popolano il mondo dei vivi, venendo meno alle regole da tempo stabilite dal Consiglio. In questa situazione c'è di mezzo anche il giovane dio in tuta Yato che, costretto a ubbidire agli ordini di suo padre, deve per forza collaborare con Nora per salvare la vita di Ebisu, che è stato erroneamente scambiato da tutti per l'incantatore. Perciò, tra le assenze ingiustificate di Yato e gli allenamenti di Yukine, si pone il tema della perdita di memoria di Hiyori, che si trova ad avere un "affettuoso scambio di confidenze" con un ragazzo che frequenta la sua scuola. Questa parentesi non segna molto la giovane Hiyori, ma si rivela avere delle ripercussioni nei capitoli a seguire, quelli che purtroppo mancano, essendo la serie animata conclusa con la qui presente serie.
Il finale dell'arco Ebisu, nonché finale della serie, è terribilmente aperto.
Si scopre l'attuale identità del padre di Yato, che risiede in un personaggio noto, si conclude la faccenda di Ebisu, cessano in parte le ostilità tra il dio in tuta e la dea della guerra Bishamon, e finalmente Yato taglia i ponti con Nora. E allora perché è un finale aperto? Perché molte risposte alle domande poste durante la prima e anche durante questa seconda serie continuano a non trovare risposta, alcuni personaggi non sono stati approfonditi o sono stati introdotti senza un apparente motivo, e ci sono ancora dei nemici in circolazione con piani diabolici in mente. Quindi no, per me "Noragami" merita una terza e anche una quarta stagione, per chiarire l'intera vicenda (visto che rimane indietro di ben dieci tankobon fatti di emozioni, combattimenti, approfondimenti, spiegazioni varie e tanto altro!).
La seconda serie guadagna decisamente punti con la caratterizzazione dei personaggi principali e soprattutto secondari. Purtroppo il personaggio di Hiyori non migliora, risultando sempre parecchio anonimo, Yato perde punti, mentre uno di quei personaggi amletici è "Kugaha".
L'introduzione di Kugaha nella prima parte è determinante, essendo il villain indiscusso dell'arco Bishamon, ma nella seconda parte fa nuovamente la sua apparizione per un motivo tuttora sconosciuto, una toccata e fuga, un momento c'è e l'altro è sparito. Obiettivamente non si comprende bene il perché, quindi ometterlo sarebbe stata una cosa giusta e più che lecita, se si ha intenzione di concludere la serie con la seconda stagione.
Sorprendentemente Ebisu mi ha stupita, è stato un bel personaggio e la sua caratterizzazione è stata davvero eccelsa, mi è piaciuto quel lato di Ebisu che prendeva sotto gamba la vita perché convinto della propria rinascita, poiché "E' un dio della fortuna!", "Tutti credono in lui!", "Non c'è nulla da temere, se non può farlo in questa vita, può sempre rinascere", e il confronto con Yato lo mette dinanzi a una realtà diversa da quella che aveva vissuto per tanti anni, e quel suo desiderio di non morire si manifesta in una scena superlativa. Davvero toccante.
Il comparto grafico è meraviglioso come nella prima serie. Ambientazioni discrete.
La ending non mi ha colpita, probabilmente perché non regge il confronto con la opening, aiutata da "Hey Kids!!" dei magnifici The Oral Cigarettes.
Voto: 8
Non sono rimasto particolarmente colpito dalla prima serie di "Noragami", e iniziando la seconda pensavo e speravo che potesse riuscire dove il suo predecessore aveva fallito. Invece no: le due serie sono, a mio parere, in linea l'una con l'altra, accomunate bene o male dagli stessi elementi vincenti ma anche dalle stesse pecche.
"Aragoto" sicuramente ha un piccolo vantaggio rispetto alla prima serie: è più movimentata. Più azione e più nodi che vengono al pettine e svelati contribuiscono a renderlo un anime un poco più entusiasmante rispetto alla prima serie. A suo discapito, però, va detto che "Aragoto" cala parecchio nella seconda metà, con un finale prevedibile e scontato in certe situazioni, troppo ricercato e inverosimile in altre.
In definitiva, ripeto quando detto con la prima parte: "Noragami" non è una serie cattiva, si lascia guardare, ma non è neanche quella serie che ti rimane in testa e ti assilla, tanto è bella e ben fatta. Due serie normali, nulla di più e nulla di meno, nel vero senso della parola: nella norma, come tante.
"Aragoto" sicuramente ha un piccolo vantaggio rispetto alla prima serie: è più movimentata. Più azione e più nodi che vengono al pettine e svelati contribuiscono a renderlo un anime un poco più entusiasmante rispetto alla prima serie. A suo discapito, però, va detto che "Aragoto" cala parecchio nella seconda metà, con un finale prevedibile e scontato in certe situazioni, troppo ricercato e inverosimile in altre.
In definitiva, ripeto quando detto con la prima parte: "Noragami" non è una serie cattiva, si lascia guardare, ma non è neanche quella serie che ti rimane in testa e ti assilla, tanto è bella e ben fatta. Due serie normali, nulla di più e nulla di meno, nel vero senso della parola: nella norma, come tante.
Ero abbastanza incerto se fosse il caso o meno di proseguire nella visione di questa serie animata, la prima serie non mi aveva convinto fino in fondo. Carina visivamente, con belle musiche, ben animata, con una ambientazione ricca di potenzialità. Tuttavia inizia a ingranare con un po' di ritardo e si dimostra un po' castrata nel finale. Quanto intravisto di buono, tuttavia, è stato sufficiente a farmi venire voglia di assaggiare "Aragoto", convinto tuttavia di non perdonare un inizio 'cazzeggiante' come nella prima serie.
La trama parte fortunatamente subito, senza alcun preambolo, andando finalmente a spulciare meglio il passato di Yato e quello della sua antagonista. L'occasione per farlo è data da un incantatore in grado di controllare gli spettri, che vorrebbe usare Yato per raggiungere i suoi scopi. In sei episodi si completa la prima parte della seconda stagione, che è al momento quanto di meglio ho visto di "Noragami": il ritmo è incalzante, è appassionante e offre una trama solida e una bella introspezione dei protagonisti.
La seconda metà della stagione riprende la questione dell'incantatore, spostando la bandierina più avanti, introducendo un altro personaggio che prosegue quanto già introdotto nella prima parte, con finalità ancora più ambiziose. L'inizio è buono, tuttavia accade un evento che ha a che fare con Yato che non viene sviscerato come secondo me era necessario fare, con la questione che non viene nemmeno chiarita entro la fine di questa stagione. Il chiarimento è ovviamente solo rimandato alla terza, tuttavia ho trovato questa seconda parte meno fluida e un po' forzata. Rimane buona, ampiamente meglio della prima serie TV, con un episodio finale poi particolarmente azzeccato e dalla struttura non lineare come il resto. L'ambientazione poi guadagna diverse sfaccettature e una certa profondità, sembra voler promettere per il futuro situazioni ancora più critiche e di contrasto tra Yato e il resto delle divinità.
Si tratta di un 8 abbondante: non così abbondante da arrivare al 9, come sarebbe stato senza il calo nella seconda metà della stagione, tuttavia dopo quanto visto aspetto con una certa attesa la terza parte di "Noragami".
La trama parte fortunatamente subito, senza alcun preambolo, andando finalmente a spulciare meglio il passato di Yato e quello della sua antagonista. L'occasione per farlo è data da un incantatore in grado di controllare gli spettri, che vorrebbe usare Yato per raggiungere i suoi scopi. In sei episodi si completa la prima parte della seconda stagione, che è al momento quanto di meglio ho visto di "Noragami": il ritmo è incalzante, è appassionante e offre una trama solida e una bella introspezione dei protagonisti.
La seconda metà della stagione riprende la questione dell'incantatore, spostando la bandierina più avanti, introducendo un altro personaggio che prosegue quanto già introdotto nella prima parte, con finalità ancora più ambiziose. L'inizio è buono, tuttavia accade un evento che ha a che fare con Yato che non viene sviscerato come secondo me era necessario fare, con la questione che non viene nemmeno chiarita entro la fine di questa stagione. Il chiarimento è ovviamente solo rimandato alla terza, tuttavia ho trovato questa seconda parte meno fluida e un po' forzata. Rimane buona, ampiamente meglio della prima serie TV, con un episodio finale poi particolarmente azzeccato e dalla struttura non lineare come il resto. L'ambientazione poi guadagna diverse sfaccettature e una certa profondità, sembra voler promettere per il futuro situazioni ancora più critiche e di contrasto tra Yato e il resto delle divinità.
Si tratta di un 8 abbondante: non così abbondante da arrivare al 9, come sarebbe stato senza il calo nella seconda metà della stagione, tuttavia dopo quanto visto aspetto con una certa attesa la terza parte di "Noragami".
Sono un amante del genere shoujo, ma, nonostante ciò, questo è stato uno dei pochi anime con azione che mi ha fatto attendere con ansia ogni settimana la pubblicazione dell'episodio! L'aspetto sentimentale è comunque presente e si amalgama perfettamente alle vicende che accadono. La trama è ottima e coinvolgente, non male la grafica e apprezzatissimo l'utilizzo della cultura giapponese nei termini delle divinità. Ogni personaggio ha un proprio ruolo definito ed è ben rappresentato. Il finale stesso mi ha resa veramente curiosa e piena di aspettative... merita di esser visto e spero presto nell'arrivo della terza stagione.
"Noragami Aragoto" è la seconda stagione della serie anime "Noragami", e la trama prosegue la vicenda del dio Yato affiancato dalla sua arma Yukine e dalla loro amica Hiyori.
In questa stagione ho visto passi in avanti riguardo la trama e il suo sviluppo, alcuni aspetti che non mi convincevano della prima stagione sono stati corretti, per così dire, e ho apprezzato molto di più l'emotività dei personaggi trasmessa a chi visiona la serie. Questa stagione, inoltre, metterà sul piatto novità sul rapporto tra un dio e la propria arma, concentrandosi però più sull'arma stessa, ma non solo...
Come dicevo, i personaggi sono migliorati nell'aspetto emotivo: Yukine sembra essere cresciuto mentalmente e in forze, mentre tra Yato e Hiyori speravo in più sentimentalismo, ma l'autore non divaga oltre; nuovi personaggi entreranno a far parte di questa storia, altri metteranno il dio Yato nella posizione di dover affrontare il proprio passato, rendendo lo sviluppo della trama ancora più in crescendo ed emozionante. Il finale è molto tranquillo, come nella prima stagione, ma apre le porte a una terza stagione.
Il comparto tecnico è lo stesso della prima stagione, quindi ottimo, e con un lieve miglioramento sul dosaggio dei colori. Il comparto sonoro è anch'esso identico, con la differenza che la opening e la ending mi sono piaciute di più, infatti la opening di "Noragami Aragoto" è stata messa in lista nella votazione per la miglior opening del 2015, nei NekoAwards.
Dunque, consiglio di vedere quest'anime a tutti quelli che ovviamente hanno già visto la prima serie, altrimenti non capirete nulla della trama. Voto: 7+
In questa stagione ho visto passi in avanti riguardo la trama e il suo sviluppo, alcuni aspetti che non mi convincevano della prima stagione sono stati corretti, per così dire, e ho apprezzato molto di più l'emotività dei personaggi trasmessa a chi visiona la serie. Questa stagione, inoltre, metterà sul piatto novità sul rapporto tra un dio e la propria arma, concentrandosi però più sull'arma stessa, ma non solo...
Come dicevo, i personaggi sono migliorati nell'aspetto emotivo: Yukine sembra essere cresciuto mentalmente e in forze, mentre tra Yato e Hiyori speravo in più sentimentalismo, ma l'autore non divaga oltre; nuovi personaggi entreranno a far parte di questa storia, altri metteranno il dio Yato nella posizione di dover affrontare il proprio passato, rendendo lo sviluppo della trama ancora più in crescendo ed emozionante. Il finale è molto tranquillo, come nella prima stagione, ma apre le porte a una terza stagione.
Il comparto tecnico è lo stesso della prima stagione, quindi ottimo, e con un lieve miglioramento sul dosaggio dei colori. Il comparto sonoro è anch'esso identico, con la differenza che la opening e la ending mi sono piaciute di più, infatti la opening di "Noragami Aragoto" è stata messa in lista nella votazione per la miglior opening del 2015, nei NekoAwards.
Dunque, consiglio di vedere quest'anime a tutti quelli che ovviamente hanno già visto la prima serie, altrimenti non capirete nulla della trama. Voto: 7+
Se la prima stagione mi aveva lasciato semplicemente estasiato, questa nuova esperienza si dimostra capace di ripetersi e migliorarsi. Tredici episodi veramente emozionanti, in cui lo spettatore non può che rimanervi catturato in tutto e per tutto. Una commedia ricca di azione e soprannaturale, che colpisce sia per gli sviluppi dinamici e intriganti sia per gli argomenti trattati, profondi e ricchi di spunti riflessivi.
Rispetto al passato, compariranno nuovi personaggi che, in un modo o nell'altro, aggiungeranno spessore all'intera vicenda.
La situazione era rimasta quasi in sospeso: Yato, Yukine e Hiyori possono godersi un attimo di pace e tranquillità, ma tutto sembra far presagire che le cose non andranno così per sempre. Nubi funeste si intravedono all'orizzonte e, come al solito, Yato sarà al centro di tutto ciò... un Dio della Sciagura che cerca di costruire un proprio tempio ed essere riconosciuto dalle persone. Un antico guerriero ormai abbandonato al sollazzo più totale e a una buffa condizione da "disoccupato".
Come si potrà ricordare dalla prima serie, il suo rapporto con la fortissima Dea Bishamon è tutt'altro che pacifico e sereno. Un odio recondito di quest'ultima sembra ardere nei confronti di Yato. Riusciremo mai a scoprire il motivo di tutta questa rabbia? Da quanto si nota dalle prime puntate, pare che il confronto tra le due divinità non è poi così improbabile. Vedremo cosa combineranno...
Come già ricordato, la maggior parte dei personaggi è la stessa della serie precedente. Tuttavia hanno ancora molto da dire e, per quanto mi riguarda, il bello di questa seconda serie è proprio quello di non fermarsi a quanto di buono fatto in passato, ma migliorarsi ulteriormente, soprattutto per quanto riguarda le relazioni interpersonali.
Yato e Yukine hanno trovato una propria sintonia, ma non è comunque facile avere a che fare, insieme, con le difficoltà di tutti i giorni. Stesso discorso per Hiyori, una ragazza in fin dei conti normale, che ha deciso di rimanere coinvolta nelle questioni divine per l'affetto che prova verso i due simpatici compagni. Riuscirà a coordinare questa vita parallela con la sua esperienza quotidiana? La sua relazione con Yato mi ha sempre incuriosito: non si può ancora dire che ci sia sotto qualcosa di romantico, ma certamente stiamo andando verso quella direzione. E allora come rapportarsi con l'ovvia differenza di condizioni?
Il personaggio che mi affascina maggiormente, però, è Bishamon. E' la protagonista indiscussa della prima parte della serie, insieme al nostro caro dio squattrinato. Scopriamo qualcosa di più sul suo passato, sulla sua vera psicologia e, sempre secondo il sottoscritto, non si può che rimanerne innamorati.
La grafica è senza dubbio intrigante: un uso dei colori tutto particolare, in cui i toni smorti vengono contrastati con alcuni elementi brillanti e maggiormente evidenziati. Un esempio tra tutti? Gli occhi azzurri di Yato, due gioielli nella notte che risplendono in mezzo al grigio.
Gli innumerevoli scontri sono stati realizzati con maestria; movimenti naturali e combattimenti altrettanto emozionanti, che non eccedono in chissà quali poteri soprannaturali, fatta eccezione per i demoni che infestano il mondo dei vivi.
Le musiche rimangono scolpite nel cuore dello spettatore: toni cadenzati e orientalizzanti, che rendono alla perfezione l'atmosfera sacrale dell'intera vicenda. Ritornelli quasi psichedelici, che s'insinuano suadenti nell'animo e non se ne vanno più. Molto belle anche le varie accelerate e l'aumento di tono quando la situazione lo richiede maggiormente.
I doppiatori hanno svolto un buon lavoro e, d'altra parte, il cast è uno tra i migliori. Come non elogiare la magnifica voce di Miyuki Sawashiro (doppiatrice di Bishamon)?
Le tredici puntate appaiono fin troppo striminzite per un anime che sarebbe potuto durare all'infinito senza annoiare. Ogni episodio è una sorpresa, ricca di colpi di scena e continui capovolgimenti di fronte. Il finale, comunque emozionante, non pone fine alle avventure di Yato e compagni, anzi, non fa che aumentare la voglia di guardare come proseguiranno.
Una seconda stagione che lancia una buona dose di frecciatine ad eventuali sviluppi futuri, anche sentimentali, e, allo stesso tempo, risolve molteplici domande che ci eravamo posti in seguito alla prima serie. Uno stretto rapporto con la morte, che commuove e stupisce. Un forza passionale degna dei migliori anime in circolazione.
Voto finale: 9
Rispetto al passato, compariranno nuovi personaggi che, in un modo o nell'altro, aggiungeranno spessore all'intera vicenda.
La situazione era rimasta quasi in sospeso: Yato, Yukine e Hiyori possono godersi un attimo di pace e tranquillità, ma tutto sembra far presagire che le cose non andranno così per sempre. Nubi funeste si intravedono all'orizzonte e, come al solito, Yato sarà al centro di tutto ciò... un Dio della Sciagura che cerca di costruire un proprio tempio ed essere riconosciuto dalle persone. Un antico guerriero ormai abbandonato al sollazzo più totale e a una buffa condizione da "disoccupato".
Come si potrà ricordare dalla prima serie, il suo rapporto con la fortissima Dea Bishamon è tutt'altro che pacifico e sereno. Un odio recondito di quest'ultima sembra ardere nei confronti di Yato. Riusciremo mai a scoprire il motivo di tutta questa rabbia? Da quanto si nota dalle prime puntate, pare che il confronto tra le due divinità non è poi così improbabile. Vedremo cosa combineranno...
Come già ricordato, la maggior parte dei personaggi è la stessa della serie precedente. Tuttavia hanno ancora molto da dire e, per quanto mi riguarda, il bello di questa seconda serie è proprio quello di non fermarsi a quanto di buono fatto in passato, ma migliorarsi ulteriormente, soprattutto per quanto riguarda le relazioni interpersonali.
Yato e Yukine hanno trovato una propria sintonia, ma non è comunque facile avere a che fare, insieme, con le difficoltà di tutti i giorni. Stesso discorso per Hiyori, una ragazza in fin dei conti normale, che ha deciso di rimanere coinvolta nelle questioni divine per l'affetto che prova verso i due simpatici compagni. Riuscirà a coordinare questa vita parallela con la sua esperienza quotidiana? La sua relazione con Yato mi ha sempre incuriosito: non si può ancora dire che ci sia sotto qualcosa di romantico, ma certamente stiamo andando verso quella direzione. E allora come rapportarsi con l'ovvia differenza di condizioni?
Il personaggio che mi affascina maggiormente, però, è Bishamon. E' la protagonista indiscussa della prima parte della serie, insieme al nostro caro dio squattrinato. Scopriamo qualcosa di più sul suo passato, sulla sua vera psicologia e, sempre secondo il sottoscritto, non si può che rimanerne innamorati.
La grafica è senza dubbio intrigante: un uso dei colori tutto particolare, in cui i toni smorti vengono contrastati con alcuni elementi brillanti e maggiormente evidenziati. Un esempio tra tutti? Gli occhi azzurri di Yato, due gioielli nella notte che risplendono in mezzo al grigio.
Gli innumerevoli scontri sono stati realizzati con maestria; movimenti naturali e combattimenti altrettanto emozionanti, che non eccedono in chissà quali poteri soprannaturali, fatta eccezione per i demoni che infestano il mondo dei vivi.
Le musiche rimangono scolpite nel cuore dello spettatore: toni cadenzati e orientalizzanti, che rendono alla perfezione l'atmosfera sacrale dell'intera vicenda. Ritornelli quasi psichedelici, che s'insinuano suadenti nell'animo e non se ne vanno più. Molto belle anche le varie accelerate e l'aumento di tono quando la situazione lo richiede maggiormente.
I doppiatori hanno svolto un buon lavoro e, d'altra parte, il cast è uno tra i migliori. Come non elogiare la magnifica voce di Miyuki Sawashiro (doppiatrice di Bishamon)?
Le tredici puntate appaiono fin troppo striminzite per un anime che sarebbe potuto durare all'infinito senza annoiare. Ogni episodio è una sorpresa, ricca di colpi di scena e continui capovolgimenti di fronte. Il finale, comunque emozionante, non pone fine alle avventure di Yato e compagni, anzi, non fa che aumentare la voglia di guardare come proseguiranno.
Una seconda stagione che lancia una buona dose di frecciatine ad eventuali sviluppi futuri, anche sentimentali, e, allo stesso tempo, risolve molteplici domande che ci eravamo posti in seguito alla prima serie. Uno stretto rapporto con la morte, che commuove e stupisce. Un forza passionale degna dei migliori anime in circolazione.
Voto finale: 9
Diedi un 7 a "Noragami" prima serie per una forte indecisione nella trama: non era demenziale, non era filo-spiritualista, non era un polpettone di analisi, e un po' si perdeva per strada, pur portandosi a casa un buon voto e aver lasciato sicuramente un senso di visione piacevole. Con "Noragami Arogoto" invece la narrazione si dà una mossa e ai toni demenziali viene data la giusta prospettiva, in modo che non diano più fastidio al resto.
Veniamo alla storia, dunque: la prima serie si è dimostrata essere una presentazione dei personaggi, alla fine, e la seconda stagione è la vera narrazione. Ora conosciamo i soggetti coinvolti, gli dei della fortuna, l'attrito tra Yato e la bella Bishamon, il gretto legame con il dio delle calamità e Nora, etc. Ora lo spettatore è pronto ad osservare.
Finalmente si conosce Yato sotto un profilo diverso, non il patetico accattone, ma il Kami che si pone domande, che vive nell'angoscia della dimenticanza e riscopre la gioia del magico tocco che la semplice fede degli esseri umani è in grado di dare alle divinità, che sono vive solo fino a che non sono dimenticate. Il ruolo di Hiyori come adepta, amica e guida emotiva di Yato si fa chiaro e viene gestito con una delicatezza magistrale, senza scadere nel melenso, seppure la fanciulla finisce infatuata della divinità in questione, e con parii delicatezza ed eleganza si delinea il ruolo di Regalia di Yukine, pronto a cambiare per il suo dio, ma soprattutto pronto ad essere la sua guida (exemplar).
In questa serie vediamo due momenti, nel primo viene fatta luce sull'ostilità di Veena per Yato e cosa successe nel loro passato, nel secondo invece viene presentato il controverso Kami Ebisu, il suo contorto amore per l'umanità e le sue azioni non esattamente nobili, volte però a un nobile esito; in questa seconda parte è la coscienza di Yato a venir messa alla prova e sarà il suo confronto con Yuki e Hiyori a fare la differenza.
Sono trattati molto bene i personaggi analizzati, sia da un punto di vista psicologico che caratteriale. Non c'è tempo per tutti, ma chi viene lasciato da parte non è annichilito nell'ombra, ha le giuste pennellate per far parte del quadro in modo chiaro. Non si perde il confronto tipico del mondo degli immortali versus la mortalità degli uomini, e il dramma di un cuore ferito dalla caducità degli uomini; appare delicato come un altro Kami cerchi di spingere Hiyori a stare nel suo mondo per non venir ferita dall'invalicabile distanza di chi ha una vita senza una reale fine.
Il finale apre di fatto uno scenario più ampio, mostrando l'ombra dietro il marionettista di Nora, che presumo la farà da padrone nella terza serie.
Il lato tecnico è agli stessi livelli della prima serie, anche se devo dire di trovare notevolmente migliore il comparto musicale di "Aragoto"; la opening è davvero catturante. I colori sono piacevoli e le animazioni ben amalgamate nelle ambientazioni.
In fervente attesa per la terza serie.
Veniamo alla storia, dunque: la prima serie si è dimostrata essere una presentazione dei personaggi, alla fine, e la seconda stagione è la vera narrazione. Ora conosciamo i soggetti coinvolti, gli dei della fortuna, l'attrito tra Yato e la bella Bishamon, il gretto legame con il dio delle calamità e Nora, etc. Ora lo spettatore è pronto ad osservare.
Finalmente si conosce Yato sotto un profilo diverso, non il patetico accattone, ma il Kami che si pone domande, che vive nell'angoscia della dimenticanza e riscopre la gioia del magico tocco che la semplice fede degli esseri umani è in grado di dare alle divinità, che sono vive solo fino a che non sono dimenticate. Il ruolo di Hiyori come adepta, amica e guida emotiva di Yato si fa chiaro e viene gestito con una delicatezza magistrale, senza scadere nel melenso, seppure la fanciulla finisce infatuata della divinità in questione, e con parii delicatezza ed eleganza si delinea il ruolo di Regalia di Yukine, pronto a cambiare per il suo dio, ma soprattutto pronto ad essere la sua guida (exemplar).
In questa serie vediamo due momenti, nel primo viene fatta luce sull'ostilità di Veena per Yato e cosa successe nel loro passato, nel secondo invece viene presentato il controverso Kami Ebisu, il suo contorto amore per l'umanità e le sue azioni non esattamente nobili, volte però a un nobile esito; in questa seconda parte è la coscienza di Yato a venir messa alla prova e sarà il suo confronto con Yuki e Hiyori a fare la differenza.
Sono trattati molto bene i personaggi analizzati, sia da un punto di vista psicologico che caratteriale. Non c'è tempo per tutti, ma chi viene lasciato da parte non è annichilito nell'ombra, ha le giuste pennellate per far parte del quadro in modo chiaro. Non si perde il confronto tipico del mondo degli immortali versus la mortalità degli uomini, e il dramma di un cuore ferito dalla caducità degli uomini; appare delicato come un altro Kami cerchi di spingere Hiyori a stare nel suo mondo per non venir ferita dall'invalicabile distanza di chi ha una vita senza una reale fine.
Il finale apre di fatto uno scenario più ampio, mostrando l'ombra dietro il marionettista di Nora, che presumo la farà da padrone nella terza serie.
Il lato tecnico è agli stessi livelli della prima serie, anche se devo dire di trovare notevolmente migliore il comparto musicale di "Aragoto"; la opening è davvero catturante. I colori sono piacevoli e le animazioni ben amalgamate nelle ambientazioni.
In fervente attesa per la terza serie.
"Noragami Aragoto" è una serie della stagione autunnale 2015 composta da tredici episodi di durata canonica, sequel diretto di "Noragami".
La storia riparte da dove era stata lasciata al termine della prima stagione, e la trama di questo sequel si può chiaramente suddividere in due parti: il primo arco vedrà Yato nuovamente impegnato a combattere Bishamon, verranno svelati i segreti relativi al loro burrascoso rapporto e si giungerà finalmente a una conclusione, mentre nella seconda metà dell'opera il protagonista dovrà farei conti con Nora e con il proprio passato.
La trama si sviluppa decisamente bene e con i tempi giusti, e parte alla grande, proponendo probabilmente uno degli archi più avvincenti ed emozionanti dell'intera opera. Bishamon è un personaggio che già nella prima stagione era entrato nelle grazie di molti pur rivestendo un ruolo abbastanza marginale, e in questi primi episodi finalmente viene analizzato e presentato come merita. La prima metà dell'opera è indubbiamente la parte migliore, ricca d'azione, di combattimenti e di rivelazioni; conclusa la parte dedicata alla dea della guerra, l'opera torna sui livelli standard della prima stagione, che sono comunque più che discreti.
Nuovi personaggi vengono presentati, ma in particolare viene analizzato e approfondito il rapporto che lega quelli già conosciuti, in primis il trio dei protagonisti, il cui legame verrà messo duramente alla prova in diverse occasioni.
Dal punto di vista tecnico è stato svolto un ottimo lavoro. Il design dei personaggi è rimasto immutato, le animazioni sono fluide e i combattimenti, onnipresenti in questa seconda stagione, dinamici e piacevoli da seguire. Ottime anche le ambientazioni, dal paradiso all'inferno. Il comparto sonoro è altrettanto valido, e lo si capisce sin da subito grazie a un'opening meravigliosa; ending e OST non sono da meno, e il doppiaggio, rimasto invariato, si riconferma più che adeguato.
L'episodio finale conclude degnamente il secondo arco narrativo, e lascia aperta la porta per una terza stagione, che spero verrà presto messa in cantiere.
"Noragami Aragoto" si è dimostrata all'altezza delle aspettative che si erano generate, forse addirittura superiore. Grazie a una prima metà particolarmente esaltante, questa seconda stagione si rivela addirittura migliore della precedente, e sembra che lo sviluppo della trama abbia ancora ampi margini di miglioramento.
La storia riparte da dove era stata lasciata al termine della prima stagione, e la trama di questo sequel si può chiaramente suddividere in due parti: il primo arco vedrà Yato nuovamente impegnato a combattere Bishamon, verranno svelati i segreti relativi al loro burrascoso rapporto e si giungerà finalmente a una conclusione, mentre nella seconda metà dell'opera il protagonista dovrà farei conti con Nora e con il proprio passato.
La trama si sviluppa decisamente bene e con i tempi giusti, e parte alla grande, proponendo probabilmente uno degli archi più avvincenti ed emozionanti dell'intera opera. Bishamon è un personaggio che già nella prima stagione era entrato nelle grazie di molti pur rivestendo un ruolo abbastanza marginale, e in questi primi episodi finalmente viene analizzato e presentato come merita. La prima metà dell'opera è indubbiamente la parte migliore, ricca d'azione, di combattimenti e di rivelazioni; conclusa la parte dedicata alla dea della guerra, l'opera torna sui livelli standard della prima stagione, che sono comunque più che discreti.
Nuovi personaggi vengono presentati, ma in particolare viene analizzato e approfondito il rapporto che lega quelli già conosciuti, in primis il trio dei protagonisti, il cui legame verrà messo duramente alla prova in diverse occasioni.
Dal punto di vista tecnico è stato svolto un ottimo lavoro. Il design dei personaggi è rimasto immutato, le animazioni sono fluide e i combattimenti, onnipresenti in questa seconda stagione, dinamici e piacevoli da seguire. Ottime anche le ambientazioni, dal paradiso all'inferno. Il comparto sonoro è altrettanto valido, e lo si capisce sin da subito grazie a un'opening meravigliosa; ending e OST non sono da meno, e il doppiaggio, rimasto invariato, si riconferma più che adeguato.
L'episodio finale conclude degnamente il secondo arco narrativo, e lascia aperta la porta per una terza stagione, che spero verrà presto messa in cantiere.
"Noragami Aragoto" si è dimostrata all'altezza delle aspettative che si erano generate, forse addirittura superiore. Grazie a una prima metà particolarmente esaltante, questa seconda stagione si rivela addirittura migliore della precedente, e sembra che lo sviluppo della trama abbia ancora ampi margini di miglioramento.