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Horizont

Episodi visti: 24/24 --- Voto 4
È un po' difficile valutare questo anime, ma dopo averlo finito tutto ci provo, e considererò sia gli aspetti negativi che positivi di questo anime. "One-Punch Man" è senza dubbio un anime divertente e (quando uscì) originale, capace di strappare una risata e di intrattenere con il suo umorismo irriverente, con una sua satira particolare del genere supereroistico e del genere shounen. Tuttavia, ha tre aspetti negativi che, a mio parere, meritano una critica e che ne abbassano vistosamente il mio voto finale.

La premessa stessa dell'anime, con un protagonista invincibile, toglie gran parte della suspense alle battaglie. Sapere che Saitama sconfiggerà qualsiasi avversario facilmente elimina la tensione e rende gli scontri ripetitivi alla lunga; dopo un po' questa idea che inizialmente era interessante diventa invece il punto debole di tutto, perché si ripete senza che lo spettatore abbia un minimo di suspense.

Mentre Saitama è ben caratterizzato nella sua apatia e nel suo desiderio di trovare una sfida degna, molti altri personaggi secondari rimangono piatti. E il fatto che spesso quest'opera si concentra proprio sui personaggi secondari, accantonando quello principale, non è un punto a suo favore.

La trama, che all'inizio è anche interessante da seguire, diventa presto ripetitiva e a tratti banale.

Tirando le somme, il giudizio su "One-Punch Man" secondo me dipende molto dai gusti personali. Se apprezzate l'umorismo satirico e non vi pesa la prevedibilità e la ripetitività delle vicende, allora vi piacerà. Se invece preferite un anime più profondo e coinvolgente e meno ripetitivo, troverete che "One-Punch Man" non sia di vostro gradimento.

Io do un voto basso a questo anime perché sono uno a cui piace la suspense e la poca ripetitività, e cerco di solito un prodotto coinvolgente e profondo, cosa che "One-Punch Man" anime non è.


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Stanga2001

Episodi visti: 24/24 --- Voto 7,5
"One-Punch Man" è un anime che sa farsi guardare per la sua vena comica abbinata a scontri molto interessanti, soprattutto nel finale di prima stagione.
Ho trovato alcuni episodi un po' noiosi e altri decisamente più elettrizzanti, nell'attesa di conoscere il prosieguo della storia con la terza stagione. Nonostante la trama decisamente banale, resta a mio giudizio un anime interessante e imperdibile per tutti gli amanti del genere shounen, pur senza aspettative elevatissime.

P.S. Ho particolarmente apprezzato l'alternanza fra momenti in cui la grafica rende assolutamente minimali i dettagli facciali di Saitama e altri dove è possibile notare qualunque suo dettaglio.


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imnotfra_

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8,5
"One-Punch Man" è un anime stile parodico shonen che parla di un uomo di appena trent'anni che vuole fare l'eroe per hobby, ma scopriamo più tardi che ha una forza sovrumana capace di distruggere qualsiasi nemico con la forza di un solo pugno; si rende conto che è troppo forte per ogni tipo di nemico e inizia a provare una certa noia nel combattere.

La trama è veramente semplice, come un classico shonen, ma quest'anime riesce a tenerti incollato allo schermo per tutti i ventiquattro minuti senza mai annoiarti un singolo minuto per episodio: la storia prosegue fluidamente senza perdere troppo tempo in cose inutili. Si divide in due stagioni, la prima suddivisa in dodici episodi concentrata più su Saitama e Genos, a differenza della seconda che si concentra molto di più sull'associazione eroi che cerca di sconfiggere le calamità. Ogni eroe è suddiviso nella sua classe adeguata (C, B, A, S), in base alle sue capacità in battaglia; lo stesso vale per le calamità, che si suddividono a loro volta in tigre, demone, dragone e dio.

I personaggi sono bellissimi, alcuni con nomi buffi, alcuni simili a personaggi di altri anime, che trasmettono anche un senso di affezione; Genos è un cyborg molto forte e determinato che in ogni battaglia dà il massimo di sé per superare il suo limite; Sonic è un superumano che ha una velocità fuori dal normale (lo vediamo impegnarsi duramente dopo la sua prima sconfitta contro Saitama, imparando tante nuove tecniche); infine abbiamo uno dei villain scritti meglio della serie, ovvero la bestia Garou, un essere umano che odia gli eroi a causa del suo orribile passato e che però non sta dalla parte dei mostri.

I combattimenti sono tutti molto belli (ovviamente parlo dei personaggi al di fuori di Saitama), ben strutturati anch'essi, basta guardarne alcuni di Genos per innamorarsi dello stile di combattimento del personaggio. Una cosa che vorrei far notare è che l'anime non fa partecipare solo ed esclusivamente i classe S, ma vediamo che anche alcuni classe A e B hanno il loro spazio, e questo a parer mio è un enorme punto a vantaggio per la serie in generale.

In generale, "One-Punch Man" è un anime parodico che nonostante la sua semplicità unica riesce a farti tanto ridere, e devo dire che quest'anime è uno dei più belli mai fatti. Considero l'anime un capolavoro di ventiquattro episodi, deluso per la terza stagione che non uscirà mai.

Consigliatissimo a chi vuole iniziare un anime con non troppi episodi e che non sia pesante da guardare.

Voto: 8,5


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Simo Spnl

Episodi visti: 24/24 --- Voto 7,5
Beh, che dire di quest'opera? Riesce nel suo intento appieno, parodizza il mondo dei battle shonen con un pizzico di serietà in certi punti, la trama è pure godibile, pur essendo parodico, ed è pure sviluppato e disegnato molto bene, con personaggi caratterizzati bene, animazioni molto belle (con Saitama che dà un tocco di classe al tutto con il suo character design).
Personalmente parlando, l'ho visto svariate volte; quando non avevo voglia di mettermi a guardare un'opera con serietà, ma cercavo un po' di 'cazzeggio' e divertimento, "One-Punch Man" è sempre stata la mia prima scelta.


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piazzamaggiore

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
"One-Punch Man" è un anime d'azione, ma soprattutto è una parodia dei classici battle shōnen e riesce a strappare qualche risata un po' a tutti.
La serie è costituita da episodi a sé stanti, che però portano avanti una trama principale, più varie sotto-trame. Questo anime è molto originale, perché si basa tutto su un principio banale e da esso crea intorno un mondo molto ben strutturato: Saitama (il protagonista) uccide chiunque con un pugno, ciò è divertentissimo perché toglie completamente quella parte dell'allenamento duro e remunerativo, classico degli shōnen, e pure qualsivoglia paura per i protagonisti durante i combattimenti in cui c'è anche Saitama. E, parlando dei combattimenti, pur sapendo già chi sarà il vincitore, riescono a stupirti ed emozionarti.

La prima stagione è più Saitama-centrica, invece la seconda lascia spazio a personaggi comprimari. Quindi, se cercate qualcosa di comico e parodistico che ogni tanto lancia qualche perla di serietà, che vi emozioni e vi faccia empatizzare con un personaggio scritto magnificamente, è l'anime giusto.
Il mio voto sarà una media tra il voto della prima e della seconda stagione: io sinceramente ho apprezzato di più la prima, ma comunque la svolta più seria della seconda era l'unico modo per continuare la serie senza cadere nello scontato e nella ripetitività, quindi è una scelta che ho comunque apprezzato.


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Raulzanta05

Episodi visti: 24/24 --- Voto 7
Questa serie è un qualcosa di nuovo. Non parla dei noiosi eroi con i soliti colpi di scena in cui, proprio quando il cattivo sembra avere la meglio, i buoni riescono a sconfiggerlo con tutte le loro forze, bensì di un pelato che è probabilmente l’entità sottostante a Dio stesso. Tutta la serie è una caricatura della realtà, va contro tutto e tutti, e col tempo capiamo che Saitama è probabilmente il personaggio inventato più forte di tutti, un tipo che batterebbe senza sforzi Galactus e Thanos con un solo pugno, appunto. Basta che si impegni un minimo per modificare la struttura della Terra stessa e non solo. In più non ha una backstory, tipica di tutti gli altri eroi, ma solo pura ignoranza.
Molto divertente, originale, è una serie del tipo che sai già ogni scontro come andrà a finire.


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sergix00

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
Semplicemente un capolavoro. Fatta questa breve premessa, ora vi spiego il perché di tale affermazione, ovviamente distinguendo tra obbiettività e soggettività, dato che "One-Punch Man" è il mio anime preferito in assoluto.

Iniziamo partendo dal fatto che solo chi è un vero fan degli shonen ma sufficientemente maturo per guardare i seinen può apprezzare appieno la genialità, l'originalità e la magnificenza di quest'opera.
L'anime è la parodia per eccellenza di tutti gli shonen, in particolare quelli da combattimento, con al proprio centro il suo anomalo protagonista, Saitama. A differenza dei classici protagonisti che subiscono una crescita sia mentale che fisica durante la storia, migliorando di battaglia in battaglia, tra vittorie e sconfitte, per poi diventare i personaggi più forti solo alla fine, Saitama ha già raggiunto il suo apice addirittura prima dell'inizio dell'anime; con apice intendo che non può più andare oltre, non ha più limiti da superare, è infinitamente forte e imbattibile, altrimenti andrebbe a scontrarsi con quello che è l'opera, dato che diventerebbe solamente un protagonista shonen più overpowered degli altri. E già qua si nota una delle genialità partorite dalla mente di One. "Come è diventato così forte?", vi starete chiedendo, ebbene seguendo per tre anni un regime di allenamento di cento piegamenti, cento addominali, cento squat e dieci chilometri di corsa al giorno; ed ecco che l'autore demolisce di nuovo uno dei tanti cliché shonen, ovvero quello degli allenamenti sovraumani e spropositati. Anche se l'allenamento di Saitama è comunque disumano, considerando che l'ha fatto in una singola seduta, fino allo sfinimento, ogni giorno per tre anni - sì, perché altrimenti tutti ne sarebbero capaci, suddividendolo durante la giornata - rimane comunque ridicolo rispetto agli allenamenti alla Goku, Naruto, Ichigo e compagnia bella. Eppure, con un allenamento estremamente facile per gli standard shonen, ha ottenuto una forza spropositata, a costo dei suoi capelli e gran parte delle sue emozioni, presentando un aspetto estremamente banale, come se non fosse il protagonista ma una comparsa, da rendere il tutto paradossale considerata la sua potenza, buttando giù l'ennesimo cliché dei protagonisti ed eroi forti e bellissimi.

Saitama è in preda a una crisi esistenziale: avendo iniziato ad allenarsi per poter combattere i mostri e proteggere le persone, facendo l'eroe per hobby, come dice lui, col passare del tempo è diventato sempre più forte, fino a non avere più nulla da temere in battaglia, rendendolo completamente apatico; la prima stagione si concentra sulla ricerca del protagonista di un degno avversario, a cui verrà affiancato come allievo il cyborg Genos, il classico protagonista shonen, e sulla sua scalata nella Associazione Eroi, dopo aver deciso di diventare un eroe professionista, assieme al cyborg. Quest'ultima è usata dall'autore per criticare aspramente i sistemi della società giapponese, poi alla fin fine di quella generale, ovvero una società estremamente competitiva, dove si giudica prima l'aspetto e poi le qualità delle persone, dove i principali interessi sono il denaro e la fama. Ciò comporta un perenne conflitto tra Saitama e il resto del mondo, dato che quasi tutti lo credono a prima vista un rammollito, dato il suo aspetto, inconsapevoli della sua vera forza, inoltre Saitama è uno dei pochi a incarnare il vero eroe, a differenza di tanti suoi colleghi. Sì, perché "One-Punch Man" è in verità un seinen: a prima vista può sembrare solamente uno shonen originale, ma in verità affronta questioni etiche ed esistenziali, accusando il sistema corrotto e oppressivo della società.

Sul comparto tecnico c'è da dire solamente questo: oro, oro puro, complimenti a Madhouse per la qualità dei disegni e delle animazioni, la migliore che abbia mai visto. E purtroppo mi tocca partire proprio da qui con la seconda stagione, siccome c'è stato un cambio di studio con il J.C. Staff, ed è inutile dire che hanno fatto un pessimo lavoro, soprattutto considerando il precedente. Per la storia non ho nulla da ridire, l'ho adorata come la prima: Saitama continua a soffrire della sua apatia mentre combatte mostri, incontra nuovi personaggi e scala la classifica degli eroi, Genos, come il classico protagonista shonen, diventa sempre più forte. Solo che in primo piano non c'è più Saitama, ma Garou, il cacciatore di eroi, l'ennesimo tipico personaggio shonen, ma essenziale per mantenere interessante l'anime, dato che Saitama come protagonista assoluto ha potuto funzionare alla perfezione per una stagione, ma si sarebbe rivelato pesante e monotono con un'ulteriore.

In conclusione, lo consiglio assolutamente, non solo ai fan degli shonen ma anche a quelli dei seinen, dato che affronta tematiche serie e presenta messaggi celati. Per me è la perfetta unione tra i due generi; detto questo, voto diesci! Come direbbe il buon Alessandro Borghese.


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maxcristal1990

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
"One-Punch Man", adattamento animato che vede come protagonista Saitama, illustra la sua storia e come diventerà l'eroe più forte di tutti. Inizia facendo vedere uno spezzone prima che lui diventasse fortissimo e come gli verrà in mente di fare l'eroe per hobby - diventerà il migliore facendo un allenamento di corsa e potenziamento fisico molto basilare, in fin dei conti. Andando avanti, vedremo lui, ormai calvo, prima registrarsi come eroe superando tutti i test fisici a pieni voti, dopo combattere con dei cattivi, nonostante nessuno si dimostrerà alla sua altezza. In questo percorso sarà sempre accompagnato dal suo allievo Genos, mezzo umano e mezzo robot, eroe che si classificherà nella classe S, la migliore.

C'è da notare fin da subito la qualità delle animazioni, di ottima fattura. Mi è piaciuto perché è molto adrenalinico, anche se non troppo competitivo, vista la troppa forza del protagonista. Mi stupisce il fatto che Saitama venga classificato eroe di così basso livello nonostante la sua forza, e non riesca a salire di grado, visto che ogni volta non prende il merito di quello che fa. In alcuni tratti l'ho trovato anche comico, vista la stupidità del personaggio principale. Parlando di azione, ho trovato molto potenziale; da evidenziare l'ultimo combattimento, che è stato qualcosa di eccezionale. I dialoghi sono molto basilari, veramente ottima la scelta musicale, che riesce ad amplificare il potenziale grafico.

Nella seconda stagione comincia un po' a perdere, visto che il protagonista non sarà più al centro dell'attenzione. Nonostante tutto presenterà una trama molto interessante e personaggi nuovi. In gran parte della seconda serie vedremo l'avventura di Garo, questo nuovo personaggio che in particolare non ha simpatia per gli eroi. Da evidenziare l'eccezionale combattimento tra Saitama e Suiryu, che è veramente fantastico. Non mancheranno altre scene di azione, e la qualità sarà sempre la stessa della prima stagione. Il voto che metterò è la somma delle due stagioni, ma, dovessi classificarle divise, metterei prima stagione 8,5 e seconda 7,5. Nel complesso, consigliato.


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Ferz In The Box

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8,5
Voglio dire subito una cosa: qualsiasi opinione si possa avere su quest'opera, è innegabile che tratti la storia dell'eroe più potente del mondo; ma non solo del loro mondo, anche del nostro. Nessun eroe o personaggio della fantasia creato in passato può battere Saitama; chiunque verrebbe sconfitto appena ricevuto un suo solo pugno, ed è innegabile. Quindi, complimenti a ONE, che in un attimo e utilizzando una formula semplicissima è riuscito a superare un qualsiasi Superman o sayan di decimo livello... tanto di cappello.
Il rischio era quello di bruciarsi qualunque tipo di idea; sostenere un personaggio del genere richiede del coraggio, e devo dire che probabilmente, al di là di tutto, la bravura di ONE è stata quella di caratterizzare quel mondo utilizzando tutti i personaggi che ne fanno parte: Saitama, il supereroe simile forse alla divinità di tutti gli eroi è solo una presenza quasi estranea, che viene utilizzata per rafforzare lo spirito di giustizia di tutti gli altri.

Parliamo di un anime spensierato e pieno di azione, ironico quanto basta e avvincente quel tanto da farti affezionare a quel pazzo mondo, dove la presenza di supereroi e calamità apocalittiche è all'ordine del giorno; un miscuglio di idee strampalate, tutte accettabili perché perfettamente in linea con il concept bizzarro messo in scena sin dall'incipit.
Il manga mi è estraneo, quindi non saprei dire quanto questa serie ne rispetti la narrazione, ma ho palesemente notato un cambio di marcia tra la prima e la seconda stagione. Mentre nella prima assistiamo a delle situazioni dove si aspetta soltanto come risolverà il problema Saitama, nella seconda si parte col focalizzare l'attenzione sui vari e numerosi eroi che compongono quell'universo. Da un'idea tutta concentrata su un singolo eroe e le sue sbalorditive capacità, viene fuori pian piano un brand capace di presentare tantissimi personaggi carismatici a cui non è detto non ci si possa affezionare parecchio; l'universo di "One-Punch Man" si costruisce lentamente, mattone dopo mattone, fino ad arrivare a un finale della seconda stagione che fa mordere il telecomando del vostro televisore (o il mouse del vostro computer) come fosse una costoletta di maiale.
Quindi, secondo me, quest'opera riesce a fare centro grazie alla capacità di non fossilizzarsi unicamente sul personaggio principale, ma, anzi, rendendolo quasi una sorta di salvatore che, quasi quasi, si arriva al punto di non vedere l'ora che intervenga. Saitama è il concetto del supereroe fatto persona, un punto di riferimento che, al di là della forza fisica immensa, riesce soprattutto a dare coraggio e determinazione a tutti gli altri eroi e a tenere alta la fiducia della gente in loro... il tutto tra una situazione comica e l'altra.

Secondo il mio modesto parere si tratta di un prodotto talmente singolare che, se si è amanti soprattutto dei super-combattimenti esagerati e della demenza studiata a tavolino, è assolutamente imperdibile.


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Emo

Episodi visti: 24/24 --- Voto 7,5
Per recensire "One-Punch Man" credo ci sia bisogno di dividere le due stagioni: la prima va dall'episodio numero 1 al numero 12 e la seconda va dal numero 13 al 24.

La prima parte ha un carattere prettamente parodistico e comico, quasi tutti gli episodi, nella loro interezza, sono incentrati sul protagonista, Saitama.
Sconsiglio la visione di questo anime a chi ancora ha letto pochi manga e/o visto pochi anime, perché non sarebbe possibile cogliere, appunto, il lato parodistico dell'opera e cogliere le diverse citazioni che perlopiù sono state tratte dai battle shonen.
Nella prima stagione potrete trovare dei momenti topici, tra cui quello in cui Saitama si è impegnato per svariati minuti a provare a uccidere una zanzara, utilizzando una forza chiaramente eccessiva.
Nella prima stagione vengono introdotti gli elementi principali per la seconda stagione, come l'Associazione degli Eroi, Sonic e il suo allievo Genos.

Se vi aspettate di rivivere le stesse emozioni della prima stagione nella seconda, rimarrete delusi.
Il dover continuare la storia ha portato alla necessità di creare un vero e proprio universo in cui ambientare la storia, e ciò sposta l'attenzione (che nella prima stagione era quasi unicamente su Saitama) anche sugli altri personaggi.
In questa stagione sono presenti molti più combattimenti che non si concludono con un solo pugno, e ciò differenzia ulteriormente la seconda stagione dalla prima. E' chiaro che questa scelta sia stata effettuata perché non sarebbe stato possibile realizzare ventiquattro puntate in cui sono presenti soltanto combattimenti che si concludono con un pugno, perché il tutto sarebbe risultato facilmente monotono, anche se ciò fa parte dell'essenza stessa dell'opera.
Ritengo che la seconda stagione si sposti dalla parodia del battle shonen al battle shonen vero e proprio, mantenendo ovviamente una vena umoristica.

La prima stagione sembrava quasi che potesse essere un'opera compiuta, nella seconda stagione si evince, invece, che la seconda stagione è solo una preparazione alla terza, quindi il giudizio sulla seconda stagione probabilmente è soffocato dalla mancanza della terza stagione che probabilmente ci farà apprezzare di più anche la seconda.
L'opera è godibile in entrambe le stagioni, ma probabilmente c'è chi preferisce la seconda parte alla prima e viceversa, visto che le due stagioni sono molto differenti.


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sarah007

Episodi visti: 13/24 --- Voto 10
Originale, divertente, esilarante... Sono questi i tre aggettivi che meglio descrivono questo bellissimo anime, adattamento dell'omonimo manga edito in Italia grazie a Planet Manga. Protagonista indiscusso è Saitama, un venticinquenne che ha sempre vissuto per cercare di realizzare il suo grande sogno: diventare un eroe talmente forte, da sconfiggere qualsiasi nemico con un solo colpo.

Dopo un allenamento durato ben tre anni, il ragazzo riesce nel suo intento, diventando l'uomo più forte al mondo (ma a "caro" prezzo, visto che per questo motivo perderà tutti i suoi capelli). Tuttavia, essere diventato così potente ha reso talmente facile il suo compito di eroe, da renderlo perennemente annoiato e da farlo sprofondare lentamente verso la depressione e l’apatia più totali.

A portare scompiglio e vitalità nella ormai avulsa vita di Saitama sarà un ragazzo cyborg di nome Genos, che chiederà al nostro eroe di diventare suo allievo, perché impressionato dalla forza dei suoi colpi, seguendolo sempre con ammirazione e dedizione.

Insieme a Genos, l' "Uomo da un solo pugno" entrerà a far parte di un'organizzazione, nota con il nome di "Associazione Eroi", dove sono riuniti tutti gli eroi della Terra con lo scopo di combattere i malvagi. Ma, mentre Genos riesce a diventare un eroe di Classe S, cioè la classe degli eroi più forti in assoluto, Saitama verrà collocato nella modesta Classe C, ovvero la classe più bassa. La nuova vita del protagonista, quindi, acquista un nuovo obiettivo: quello di scalare le classifiche dell'Associazione per diventare uno degli eroi più popolari, per cercare di raggiungere la Classe S.

"One-Punch Man" sa come conquistarci sin dal principio! Impossibile non innamorarsi di Saitama e del suo essere lontano anni luce dalla classica figura di eroe. Grazie a una trama fluida e divertente, ci lasciamo guidare da questa brillante e riuscita parodia, venendo sempre più catturati dalla storia, dal divertimento e dal puro intrattenimento.


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Moscow-Reggio

Episodi visti: 12/24 --- Voto 9
"One-Punch Man" nasce nel 2009 come web-comic dal genio di ONE e, a seguito del successo, nel 2012 viene ripreso e ridisegnato per Weekly Young Jump da Yusuke Murata. Diventato da subito un classico moderno, esso può essere definito come una parodia semi-seria del genere shounen, o, meglio ancora, come "l'anti-shounen", in quanto le sue stesse premesse capovolgono completamente il genere "battle shounen". La commedia è un tratto dominante dell'anime, ma a differenza di altre opere parodistiche come "Gintama" e "Zetsubou Sensei" le gag non sono il principale mezzo con cui l'opera sovverte i canoni del genere, sebbene molti personaggi, nomi e situazioni siano evidenti caricature e parodie; "One-Punch Man" lo fa invece principalmente attraverso il suo protagonista Saitama e il suo background.

Ogni "shounen" si fonda sulla tacita premessa di seguire il percorso di crescita del protagonista, da debole (o "non troppo forte") a "più potente di tutti". Crescita che non comprende solo la forza fisica, ma può anche riguardare la maturazione mentale e spirituale: magari il protagonista è già forte, ma impara nuovi valori o diventa una persona migliore. Altra premessa imprescindibile è che questa lunga e graduale crescita sia resa possibile attraverso nemici sempre più potenti, fino ad arrivare a un "boss finale": tutto questo implica che i duelli debbano essere equilibrati, lunghi, carichi di pathos e tensione, e risolti solitamente all'ultimo istante, perché è proprio questo "climax" che negli “shounen” calamita lo spettatore. Altra imprescindibile premessa a margine di ciò è che il protagonista abbia una qualche particolarità che lo caratterizzi: può essere alto, muscoloso, bello; può avere un carattere estroso ed energico; può essere un tipo “normale" ma dotato di un sogno, grande volontà o coraggio, così come anche il suo potere deve provenire da qualcosa di unico, un dono latente, un'origine aliena, una forza cosmica, mistica o spirituale, un potere ereditario, un addestramento decennale in arti marziali, dojo o scuole particolari, un allenamento ai limiti della sopravvivenza, un qualcosa che ha mangiato o assimilato, una mutazione, un esperimento oppure delle parti meccaniche. Può essere più cose insieme, ma la forza del protagonista proviene sempre da qualcosa di unico che i comuni esseri umani non hanno. E infine deve avere i capelli, perché si sa che quando sfodererà la sua massima potenza i capelli si muoveranno, allungheranno, illumineranno o drizzeranno rendendo il tutto molto "kakkoii". Ecco, "One-Punch Man" rifiuta tutto ciò che negli "shounen" è fondamentale e imprescindibile (e che definisce uno "shounen" come tale), partendo, come prima cosa, dalla fine del percorso del protagonista: Saitama è già, di gran lunga, il più forte di tutti, dopo tre anni di duri allenamenti e battaglie ha già raggiunto la potenzialità massima (è praticamente invulnerabile e immensamente forte, veloce e resistente), al punto da sconfiggere i nemici con un solo pugno. Questo nega anche la seconda, imprescindibile premessa: le battaglie si risolvono in pochissimi secondi, il tempo di un pugno, sono del tutto squilibrate e prive di passione. E cade persino la terza premessa: il personaggio di Saitama non ha letteralmente nulla di particolare, è un normale essere umano di 175 cm x 70 kg in tutina gialla e dalla faccia più anonima possibile. ONE, o meglio Murata, lo disegna nel 90% dei casi in modo stilizzato, in netto contrasto con tutti gli altri personaggi che invece sono resi estremamente dettagliati. E, incredibile ma vero, è pelato. Il suo lato caratteriale e mentale, poi, ricalca esattamente il suo aspetto: diventa eroe solo per hobby e, essendo diventato troppo forte, non è più in grado di emozionarsi per uno scontro, per cui ci ritroviamo un personaggio senza obbiettivi, senza motivazioni, perennemente squattrinato, più preoccupato di trovare i saldi al supermercato che non di affrontare un mostro, pigro, annoiato, disinformato, non allegro, non triste, non carismatico, non coinvolto, non bello. Ciò che lo rende un personaggio positivo sono il suo senso di giustizia, il fatto che sa avere pietà dell'avversario (lui non uccide gli umani o chi si arrende) e i rapporti che instaura successivamente con gli altri, che mostrano come lui sia ancora capace di provare un po' di affetto e preoccupazione per le persone. La condizione di insoddisfazione in cui riversa il protagonista è uno dei temi principali dell'anime: fin dall'inizio (e penso sarà così fino alla fine del manga), ciò che muove Saitama è la speranza di trovare un avversario degno, per rivivere di nuovo quelle emozioni e ritrovare l'umanità persa in cambio di tanta forza.
Ma da dove proviene questa forza? E qual è la morale di quest’opera, se mai ce n’è una? Saitama è un comune essere umano, non ha nulla di speciale, e anzi è l’archetipo della mediocrità. Ma è proprio questo il suo “segreto”, il segreto della sua forza, a detta sua: in un mondo dominato da esper, cyborg, robot, alieni, maestri di arti marziali, samurai, ninja, armi futuristiche, super uomini, super guerrieri, super palestrati, scienziati geniali, neo-umani e mostri, in cui molti cercano la forza assoluta attraverso potenziamenti artificiali e artificiosi, Saitama diventa il più forte solo attraverso la costanza e l’esercizio fisico (allenamenti neanche tanto avanzati, di livello medio):

“Voi che giocate a creare neo-umani non arriverete mai a questo livello, perché la nostra forza è riuscire a cambiare noi stessi!”

In questa frase di Saitama c’è tutta la “filosofia” di “One-Punch Man”: l’uomo comune può arrivare con la determinazione laddove nessun altro può arrivare. È il trionfo di Medioman su Superman.

Un ulteriore elemento di contrasto è che il mondo in cui Saitama vive segue gli stessi principi e stereotipi dei "battle shounen": ci sono tanti altri eroi dotati di tutti i tipi di abilità e poteri, e mossi da alto senso di giustizia, ma anche da motivazioni meno nobili, che si allenano per diventare più forti e combattono scontri equilibrati e pieni di pathos, a volte vincendo, altre perdendo; e ci sono cattivi pieni di arroganza in grado di diventare ancora più mostruosi e potenti, guidati da odio per eroi e umani e/o volontà di conquistare il mondo, come da più classico copione "shounen", che, sempre da copione, si lanciano in filippiche durante lo scontro per spiegare chi sono, le loro motivazioni e quanto sono forti, stereotipo che viene sistematicamente ridicolizzato da Saitama, che invece odia i lunghi discorsi e vuole darci un taglio, terminando il tutto con un pugno. Riguardo al primo gruppo, Genos incarna tutte le caratteristiche del protagonista "shounen", ed è quasi l'antitesi di Saitama: al 95% cyborg, bello, biondo, dal passato tragico che lo ha spinto a diventare forte, serio, con un alto senso della giustizia, intelligente, sempre informato, disposto a imparare, pronto a sacrificare la sua vita per gli altri, disinteressato della fama e degli apprezzamenti delle fan e focalizzato sul diventare più potente, Genos è l'archetipo dell'eroe e del suo percorso di crescita; eppure è lui che diventa allievo di Saitama, è lui, l'eroe-tipo, che decide di seguire e imparare dall'eroe atipico, ammettendo, alla fine, che lo stare con Saitama lo ha cambiato in meglio, rendendolo meno spietato. Sempre Genos, spesso insieme con altri eroi, è quello che crea l'atmosfera e le aspettative per l'arrivo di Saitama: l'opera segue solitamente un copione preciso in cui Genos e altri eroi combattono con un mostro, vengono sconfitti, mostrando quanto potente è quel mostro, prima che Saitama arrivi e vinca con un colpo. A tal proposito, molti, leggendo l'incipit, potrebbero avere il dubbio se "One-Punch Man" sappia intrattenere o meno, come è successo a me: "D'accordo, molto originale, ma, se le battaglie sono anti-climatiche, e il protagonista non evolve, come fa a intrattenere? E cosa c'è da raccontare?". Questo mi chiedevo quando la prima volta ho letto la trama. Grazie a Dio, mi sbagliavo di grosso.
"One-Punch Man" sa intrattenere come pochi altri anime, e lo fa grazie a diversi fattori.

Il ritmo serrato: in un singolo episodio, il primo, appaiono ben tre mostri uno dietro l'altro; non c'è un attimo di pausa, che subito appare qualche calamità che distrugge tutto. Su un totale di dodici episodi, abbiamo dodici-quattordici avversari principali, senza quindi contare i numerosi scontri con mostri “secondari”. In un anime normale, la battaglia con un avversario molto potente dura minimo due/tre episodi e tra un "boss" e l'altro ci sono di media altri due/tre episodi di calma. I dodici episodi di questa stagione coprono i primi sette volumi del manga, mentre per altri anime con dodici episodi si coprono al massimo tre/quattro volumi: lo staff messo insieme dalla Madhouse è rimasto molto fedele al ritmo del manga, evitando di animare capitoli extra o aggiungere filler. Ultima cosa da evidenziare è il fatto che ogni avversario che appare non è necessariamente più forte del precedente, come negli altri “shounen”: almeno tre dei mostri più potenti appaiono nei primi tre episodi, e ad oggi, dopo diciotto volumi del manga, l’ultimo avversario della prima stagione dell’anime è ancora, probabilmente, il più forte mai apparso.

Le gag: come già detto, questa è un’opera dai tratti fortemente parodistici in cui la commedia la fa quasi da padrone. Non si cade mai nel demenziale, tuttavia le gag risultano spesso esilaranti e ben riuscite.

Trama, sviluppo e ambientazione: la grana più grossa era come creare una narrazione coinvolgente con un protagonista simile. Se il suo percorso di crescita è finito, cosa gli si può far fare a parte obliterare mostri qua e là? Qui secondo me sta una delle trovate migliori di ONE: l’Associazione Eroi e la classe C da cui partire, a seguito di una pessima prova scritta. In questo modo il protagonista è comunque costretto a fare un percorso, che non è interiore o fisico, ma di classe, dalla C fino alla S, attraverso promozioni ottenute a seguito di imprese svolte. Anche il mondo di “One-Punch Man” è ben delineato nella sua semplicità: la terraferma forma un unico continente su cui sorgono tutte le città, i cui nomi vanno dalla A alla Z, con sedi dell’Associazione in ognuna di esse che le monitora e in caso di calamità invia gli eroi. A proposito di calamità, esse possono essere “tigre” (pericolo di morte per molti), “demone” (pericolo di distruzione di una città), “drago” (pericolo di distruzione di più città), “dio” (pericolo di estinzione dell’umanità); ad ogni livello è associata una classe di eroi che può fermarla (per un livello “tigre”, più classe B o un classe A possono bastare; per calamità che vanno da “demone” in su sono richiesti uno o più classe S).

Gli altri personaggi: con l’Associazione Eroi, Saitama viene a contatto con molte persone, e man mano intorno a lui si creerà un gruppo di persone sempre più nutrito, molte delle quali, già a partire da questa serie, potremmo considerare suoi amici. Il primo è Genos, il suo auto-proclamato allievo; poi Spatent Rider, Bang, e così via, senza dimenticare Sonic, l’auto-proclamatosi rivale di Saitama. I personaggi sono numerosi e rimangono ben impressi, vuoi perché sono bizzarri o con un carattere particolare, vuoi perché sanno farsi amare: è il caso, quest’ultimo, di Spatent Rider. Ognuno di loro svolge un ruolo più o meno determinante per lo sviluppo dell’opera, che dedica ad ognuno spazi per mostrarne background e abilità (spazi che via via, nel manga, diventano sempre maggiori), per cui l’anime non si avvale del solo Saitama, anzi.

I combattimenti: ebbene sì, i combattimenti intrattengono alla grande. Come è possibile che scontri squilibrati riescano a creare meraviglia e divertimento? L’anime si avvale di vari espedienti per far ciò: il primo è che, come già detto, Genos e altri eroi spesso vanno avanti per primi, dando vita a duelli spettacolari o drammatici che caricano la scena di pathos; lo stesso Saitama, quando affronta qualcuno, lo fa attaccare per primo, facendogli liberare tutta la sua potenza. Il secondo motivo sono le animazioni fluidissime e dinamiche, ogni scontro è un piacere per gli occhi e non si ricorre all'uso di quell'orribile CGI che di recente vediamo troppo spesso; il terzo motivo sono gli effetti e i numerosi particolari dei combattimenti: onde d’urto che, generate dai colpi, spianano una montagna, oppure fanno smettere di piovere, aprono crateri a distanza o dividono le nuvole, colpi in grado di disintegrare un meteorite, produrre calore e fumo dal corpo, rimandare indietro i missili durante un bombardamento, lanciare interi pezzi di una città contro un’astronave, liquefare oggetti intorno, produrre scariche elettriche o spedirti sulla Luna, il tutto senza mai scadere nell'eccesso di "effetti luminosi", raggi e fasci di energia che, se in eccesso, rendono lo scontro troppo artificioso e meno coinvolgente; i combattimenti sono pieni di dettagli curatissimi, gli animatori che ci hanno lavorato sapevano bene come creare "hype" nello spettatore e farlo esaltare, anche grazie a una OST che sottolinea ulteriormente la carica epica di questi duelli. Per questi motivi, gli scontri che in teoria dovrebbero essere anti-climatici, in realtà sono spesso estremamente spettacolari.

Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler

L’ultimo combattimento in particolare, tra Saitama e Lord Boros, è il più bello, e anzi vi sfido a trovarne un altro più spettacolare (spoiler: non potete); anche qui le dinamiche di base degli “shounen” vengono completamente capovolte: non è il protagonista che aumenta la propria potenza per sconfiggere il nemico, è il contrario; non è il “buono” che ricorre a tutta la sua determinazione e coraggio per battere un nemico invincibile, ma è il cattivo che dà tutto sé stesso; persino la musica, incredibile ma vero, non suona per esaltare l’attacco o il “power-up” del protagonista, ma dell’antagonista. Ad un certo punto quasi si inizia a fare il tifo per Lord Boros, e alla fine ci si commuove anche per lui. Anche lui, il dominatore dell’universo, non prova più emozioni a causa della sua soverchiante forza, e Saitama, che lo comprende, gli concede il duello della vita, in cui Boros dà tutto sé stesso, in un esaltante crescendo di potenza. A parte l’inevitabile epilogo, ogni schema consolidato in cinquant’anni di “battle shounen” viene ribaltato. Alla fine Saitama vince, eppure ha perso, perché anche stavolta era troppo forte, e se ne va con la segreta consapevolezza che probabilmente non troverà mai ciò che cerca.

Attenzione: fine paragrafo contenente spoiler

Complessivamente, per questa prima stagione di “One-Punch Man” il mio voto è 9; l’unico difetto che trovo nella narrazione è nella stupidità irritante della gente comune, e in parte dell’Associazione Eroi, che, anche dopo aver assistito varie volte a dimostrazioni di potenza assoluta da parte di Saitama, credono ancora che sia un imbroglione che ruba i meriti altrui: va bene la parodia, ma il modo in cui si fanno raggirare cambiando idea su di lui è una grossa forzatura di trama. Per il resto, lo staff tecnico ha fatto un lavoro sopraffino per la parte grafica (non a caso ha il Neko Award della categoria), il direttore Shingo Natsume si è circondato di gente appassionata anche al di fuori della Madhouse che, a dispetto di un budget non eccelso, ha creato un capolavoro grafico, armata unicamente di competenza e passione (con Murata a fare da supervisore); le musiche sono buone e fanno un ottimo lavoro nel sottolineare gli episodi chiave e gli stati d’animo dei personaggi. L’ending è carina e l’opening, "The Hero!!", è grandiosa, una delle migliori del 2015.

Un ultimo appunto per quanto riguarda il doppiaggio in italiano: la voce di Saitama non mi ha convinto molto, però migliora con l'andare degli episodi e nel complesso non è male, gli altri doppiaggi sono tutti buoni (alcuni ottimi, come quelli di Bang, Genos e Boros, che sono quasi migliori degli originali); non si capisce però perché Drive Knight ("Kudo Kishi" nell'originale) lo abbiano reso come "Motile Suit": non so se è un errore di trasposizione o altro, perché tutti gli altri nomi sono stati resi, per quanto possibile, più o meno discretamente ("Amai Mask" = "Sweet Mask" = "Dolcetto Mask"; "Mumen Rider" = "License-less Rider" = "Spatent Rider"; "Puri-Puri-Prisoner" = "Pri-Pri-Prisoner" e così via); spero che dalla seconda stagione lo rendano come "Drive Knight".


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KillerAlex

Episodi visti: 12/24 --- Voto 9
Per me "One-Punch Man" può essere considerata la parodia per eccellenza, un vero e proprio "anti-shounen", se guardato sotto una determinata ottica, una critica in formato manga.
Saitama riesce a parodizzare l’eroe classico che puntualmente, con una mega-trasformazione nella battaglia finale, riesce a prevalere sempre sull’avversario. La genialità sta proprio nella trama, che racconta di un uomo (brutto, pelato, che non ha problemi a scaccolarsi in pubblico e salva la Terra quando gli va, in contrapposizione alla maggior parte degli altri protagonisti di manga shounen) che fin dall'inizio parte con un potere disumano, guadagnato con un allenamento oltremodo ridicolo, invece che trattare il percorso di formazione e miglioramento del protagonista.
Una trama del genere, che comporta finali ovviamente scontati (ovvero la distruzione dell'avversario in pochi secondi), potrebbe portare facilmente la noia, se non fosse che l'autore ONE riesce a gestire bene il tutto, anche grazie alle innumerevoli gag. Trovo inoltre molto interessante il piccolo insegnamento che c'è alla base di "One-Punch Man", ovvero che essere il primo indiscusso in un campo specifico, senza nessun altro che riesca ad eguagliarti, può portare a uno stato di insoddisfazione.
Mi aspetto grandi cose da quest'opera.

Utente70577

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Utente70577

Episodi visti: 12/24 --- Voto 9
Avvenimenti che succedono senza nessun motivo apparente sono, molte volte, le esperienze che più determinano le scelte che noi esseri umani facciamo per la nostra vita. Uno dei tanti che segue questo assioma è Saitama, un "normale" disoccupato che vive la sua vita da miserabile nel suo appartamento fino a quando non incontra un'aragosta gigante che vuole, come tutti i passanti, ucciderlo. Ribaltando la situazione in modo demenziale, uccidendo il mostruoso essere, egli decide di fare il supereroe per "hobby".
Questo è, senza né omettere o aggiungere nulla, la trama di "One-Punch Man" (traducibile come "L'uomo da un solo pugno"), anime del 2015 adattamento animato dell'omonimo manga.

Nel corso di dodici puntate lo spettatore sarà catapultato in un mondo molto simile al nostro, ma che non ha nulla da invidiare a qualsiasi altro mondo della Marvel o simili. Eroi con capacità straordinarie, alcuni con una mentalità che oserei definire perversa, cattivi da manuale che abilmente riescono a parodiare il modello del cattivo da fumetto suscitando sempre ilarità, sempre battuti, anzi spappolati dal "normale pugno" del nostro protagonista. Questo è, in poche parole, analizzandolo superficialmente, "One-Punch Man", l'anime che fa sorridere senza se e senza ma.
Ma perché superficiale? A questo c'è una ragione. Infatti, anche se quest'opera è da considerare come una storia demenziale senza nessun dubbio, questo stesso modo d'intenderlo dev'essere giudicato come una maschera. "One-Punch Man" è una storia drammatica, anzi un intreccio di storie drammatiche a cui la risata, sempre presente, fa d'accompagnamento. La noia di Saitama, i motivi dell'essere diventato cyborg di Genos e molte altre drammaticità, in un mondo che sa solo ricostruire le proprie città ma non la propria moralità, affossata, estinta chissà quando, ci accompagneranno nel corso delle puntate, lasciando un gusto dolceamaro per ogni sorriso.

"One-Punch Man" è una serie che consiglio a chiunque, soprattutto a coloro che desiderano farsi quattro risate o che non hanno mai sopportato i lunghi incontri fatti di pathos e scene colme d'azione che si trascinano per episodi interi come è solito fare "Dragonball".
Ovviamente non mi sembra il caso di scrivere che coloro che lo guarderanno correranno il rischio di avere un nuovo pelato supereroe preferito... no, aspetta, l'ho scritto!

Eoin

Episodi visti: 12/24 --- Voto 8
“One-Punch Man” è una serie d’animazione giapponese del 2015 costituita da dodici episodi di durata canonica e tratta dall’omonimo manga ideato da One e disegnato da Yūsuke Murata.

Trama: Saitama è un venticinquenne che, con la sua tuta gialla, il mantello bianco e l’iconica testa pelata, affronta su basi più o meno regolari mostri giganteschi e assassini in quanto “eroe per hobby”. La sua forza è talmente spaventosa da permettergli di abbattere ogni nemico con un unico pugno, con evidenti ripercussioni sulla sua psiche, sempre più depressa e apatica, priva di ogni soddisfazione e senso di realizzazione.

L’opera si struttura secondo la tradizionale formula del “monster of the week”, che vede Saitama scontrarsi con una creatura diversa ogni episodio circa, salvo rare eccezioni. Tali battaglie sono prevedibili in ogni occasione, considerata la prevaricante forza del protagonista, al punto che i picchi più alti di coinvolgimento emotivo sono raggiunti solo durante l’intervento dei personaggi secondari, di cui è possibile percepire chiaramente lo spirito di sacrificio e il coraggio. Tuttavia, ciò che il clamoroso One-Punch Man non ottiene con l’abnegazione e la generosità viene raggiunto con la sua disarmante simpatia, la buffa inadeguatezza alle circostanze, la sballata gerarchia di priorità e l’originalità. Se le creature misteriose in cui si imbatte manifestano la classica, ingenua passione per le convolute e assurde backstory, Saitama si rivela impaziente e non esita un secondo a mettere fine ai loro piani per il dominio del mondo, spesso interrompendo brutalmente i loro futili sproloqui.
“One-Punch Man” ribalta con irriverenza anche i cliché propri del cammino di crescita dei grandi eroi shounen: laddove questi ultimi sono soggetti talentuosi ma impegnati in un pressante percorso di duri addestramenti e continui combattimenti con villain sempre più potenti, che alternano esaltanti vittorie e cocenti sconfitte, Saitama è già all’apice del proprio potenziale. La mancanza di autentiche sfide e la sua personalità, che non vira certo verso il puro altruismo, completano il quadro, regalandoci una figura talmente annoiata da arrivare a sognare un’estinzione di massa dell’umanità, pur di incontrare un avversario degno. Nonostante questo ritratto dipinga un individuo a tratti irritante e tendenzialmente indifferente alle sofferenze delle vittime dei suoi danni collaterali, in realtà il protagonista è chiaramente più complesso, sebbene non lo dia spesso a vedere. Cerca l’approvazione/adulazione della gente, ma si preoccupa (entro certo limiti) dell’incolumità dei suoi concittadini, non rispetta la burocrazia e la classifica dell’Associazione degli Eroi, ma non tollera che venga denigrato l’operato di quei paladini che hanno messo in gioco tutto per salvare dei civili, e altro ancora. Saitama non avrà la più sfaccettata delle caratterizzazioni, ma in sole dodici puntate sono state create le basi per un eventuale approfondimento, essendo un’evoluzione quanto mai improbabile. I comprimari, nonostante non abbiano tutti lo spazio necessario per esprimersi appieno (e alcuni di essi emergono come sacrificati), sono molto interessanti, divertenti e, anche se stereotipati, non risultano mai particolarmente fastidiosi o banali, e questo discorso è valido sia per buoni che per i cattivi.

Il comparto tecnico, nonostante alcuni cali grafici riscontrabili nelle inquadrature di grandi folle, è generalmente di alto livello. Impossibile non restare impressionati dinanzi alla maestria nella realizzazione dei combattimenti, in cui le animazioni si rivelano fluide e i disegni estremamente plastici, in cui ogni impatto è fragoroso e violento e dove non manca una buona dose di gore. Il character design è molto curato e ricco di dettagli, così come le ambientazioni, palcoscenici altamente distruttibili per le titaniche lotte che vi si infiammano. Non di rado si ricorre al deformed, ispirato alle autentiche illustrazioni di One, e, specie nelle sequenze d’azione, a uno stile grafico molto più aggressivo e marcato, che rende tutta l’immagine molto più dinamica. Buona anche la regia, che tiene il passo con ogni colpo e movimento dei personaggi, in un flusso continuativo di adrenalina. Una nota di merito è dovuta anche all’aspetto dei vari mecha, supereroi e mostri introdotti, che passa dal grandioso, al ridicolo e, in alcuni casi, all’incredibilmente creativo.
Per un titolo così fracassone e spregiudicato, la colonna sonora si rivela sorprendentemente diversificata e gradevole, con brani sempre adatti ad ogni occasione. Se l’opening “THE HERO !!” dei JAM Project è diventata in breve tempo un autentico tormentone per gli appassionati del mondo dell'animazione nipponica, l’ending è ugualmente orecchiabile e ingiustamente ignorata, essendo un brano molto più melodioso, la cui dolcezza quasi nostalgica si contrappone alle sonorità esplosive della sigla di apertura. Il doppiaggio italiano, a parte qualche interpretazione non proprio brillante, si dimostra molto espressivo e si avvale di numerosi professionisti, abilissimi nel conferire caratterizzazioni uniche ai vari personaggi principali. Anche l’adattamento è discreto e la traduzione dei nomi degli altri eroi non pesa più di tanto, anche se potrebbe far storcere il naso a qualche purista.

In conclusione, “One-Punch Man” è un anime che dimostra un profondo rispetto per il genere di appartenenza, di cui recupera luoghi comuni e stilemi, ma a cui riesce ad aggiungere ingredienti magari non totalmente nuovi ma comunque intriganti: la dimensione domestica di un eroe invincibile, gli interrogativi interiori di un individuo che ha perso ogni stimolo, la mancanza di suspense in scontri dall’esito già dichiarato, ma che riescono ad essere avvincenti oltre ogni previsione, un cast di supporto variopinto e bizzarro e, infine, qualche affascinante spunto di riflessione.
Sospendete l’incredulità, dunque, e lasciatevi catturare dalle espressioni impassibili, dalla lucentezza del cranio e dal sarcasmo del supereroe che sconfigge ogni avversario con un solo pugno.

Pan Daemonium

Episodi visti: 12/24 --- Voto 4
Il tema di base è talmente affascinante da non avere tecnicamente confini, come la poderosa potenza di Saitama. Un eroe talmente forte nella sua mediocrità, da non poter essere confrontabile con alcunché, sino a destabilizzare lo stesso concetto quantitativo e gerarchico di forza.

Peccato, peccato davvero che questo interessante concetto di esacerbazione dello shounen, con annessa critica al genere stesso, stia solo nella mente di chi ha propagandato "One-Punch Man" come fine opera avveniristica.

Ciò che sarebbe dovuto essere - o almeno così è stato da me recepito dopo tanta foga - un antishounen nei panni di uno shounen, è in realtà uno shounen nei panni di uno shounen. Perlomeno coerente.
Gli episodi iniziali, che ancora hanno Saitama come protagonista, effettivamente possono essere considerati accettabili: una simpatica aurea di disaffezione nei confronti dell'eroe medio dovrebbe colpire lo spettatore, che si rende conto, tramite le divertenti scenette quotidiane del nostro anti/iper-eroe, di come portare all'eccesso il tema faccia crollare il castello di carte. Lo stesso Saitama recita bene la parte, diventando presto abulico e apatico, con sprazzi di disperazione per il dover adoperare solamente un pugno per qualsivoglia avversario.
Tutto ciò dura due, tre episodi al massimo. L'arrivo di nemici via via più ardui e distruttivi continua, ma l'introspezione di Saitama svanisce onninamente. Nemici si affastellano l'uno sull'altro: sempre più mefistofelici, sempre più deformi e bestiali, ferini o robotici che siano, capaci di distruzione di massa più e più esagerata. Eppure, in tutto ciò, Saitama perde via via la sua centralità: prima Genos, poi Sonic, infine la cricca degli eroi di professione: individui che subentrano e trasformano quest'opera in un mero shounen, piacevole a seconda dei gusti.
Mi è parso quasi una presa pei fondelli il fatto che l'ultimo sprazzo di ragionamento su quello che dovrebbe essere il tema della potenza parossistica avvenga solo nell'ultimo episodio nelle ultime parole dell'ultimo di una lunga serie di pezzi grossi e nella scenetta finalissima post-titoli di coda del mega-porco Signore degli Inferi: Saitama, dopo dieci episodi di combattimenti di una banalità disarmante in cui compare quasi meramente come deus ex machina finale, ritorna a querelarsi col fato per il suo pugno troppo capace.

Qualcuno sicuramente potrà osservare che proprio questo andazzo stereotipato è la "critica geniale" di "One-Punch Man".
Questo sarebbe stato difatti accettabile qualora Saitama fosse rimasto perno inamovibile, ma sarcastico e critico, al centro di un panorama di luoghi comuni. Così non è: Saitama perde subito il suo ruolo e ci sono, a dimostrazione, un paio di episodi in cui quasi non compare, se non come asso-piglia-tutto finale. La sua assenza fa semplicemente risaltare lo scenario banale dello shounen qualsiasi, che in mancanza del punto di critica diviene meramente soggetto.


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Utente6010

Episodi visti: 12/24 --- Voto 7
Se dovessi riassumere i dodici episodi di questa serie con un'idea veloce, direi che sono volati velocemente e velocemente saranno dimenticati, riducendosi a un "Ah sì, è vero che l'avevo guardato qualche mese fa".
Volendo approfondire un po', direi che questa serie si colloca in buona posizione tra i prodotti "senza infamia e senza lode, gradevolmente poco impegnativi e adatti a sconnettere il cervello in una domenica a casa".
I vari episodi scorrono con un ritmo veloce che si vorrebbe incalzante, ma che incalzante davvero non diventa mai, con trame lineari se non addirittura scontate, con personaggi che sono macchiette poco più che abbozzate e prive di alcuno spessore.
Insomma, un prodotto di semplice evasione che riesce nel compito, ma che, una volta consumato, non lascia proprio niente allo spettatore.


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Memento70

Episodi visti: 12/24 --- Voto 10
"One-Punch Man" è il canto della fenice dell'animazione giapponese.

Penso non si possa negare che il medium dell'animazione e del disegno giapponese sia arrivato a un punto morto. Mentre da un punto di vista tecnico un'evoluzione c'è stata nel corso degli anni (sebbene molto lenta vista la natura iper-tradizionalista del medium), la produzione più recente di manga e anime ha visto un arresto della creatività e una stagnazione tematica preoccupante. La produzione anime e manga giapponese è immensa, eppure non è facile trovare nelle opere più recenti qualcosa di veramente fresco e originale. Per trovare esempi interessanti bisogna scavare in un mare di produzioni plastificate e preconfezionate, spesso anche poco curate. L'utilizzo della CG ha permesso di ottenere risultati grafici discreti con un sforzo produttivo considerevolmente ridotto. Una notizia del genere potrebbe far pensare a un enorme passo avanti nel campo dell'animazione che, con questo incredibile assist, potrebbe creare sequenze complesse con una frazione del budget. Invece quanti anime abbiamo visto sfruttare degnamente questo mezzo contro quelli che invece ne hanno fatto un uso scialbo? Questo è indice, piuttosto grave, di una crisi di creatività e di passione.
Quando, di recente, ho cercato di gustarmi l'ultima trasposizione di "Berserk", ho storto il naso più di una volta per l'uso massiccio e grossolano di CG, ma allo stesso tempo giustificavo la scelta dicendomi che probabilmente c'erano questioni di budget dietro e che la scelta non dipendeva dal team. Poi ho visto "One-Punch Man" e mi sono chiesto quale budget stratosferico e numero impressionante di disegnatori richiedesse una tale magnificenza grafica oggi. Invece si trattava della Madhouse, studio con notevole esperienza ma sicuramente "minore" rispetto a tanti altri che oggi sfornano prodotti mediocri. Questo per sottolineare quanto passione e impegno contino nella produzione di queste opere e quanto normalmente manchino.

Inoltre, che senso ha fare un anime di formazione e di scoperta della brutale e spietata bellezza del mondo dopo "Neon Genesis Evangelion"? Un anime sulla forza dei rapporti dopo "Full Metal Alchemist"? Un anime su apatia e ambizione dopo "Berserk"? Eppure molti anime riprendono questi nodi senza immettere un punto di vista più intimo. A volte con anche discreti risultati, si veda come "L'attacco dei giganti" riprende il binomio crescita/crudeltà di "Neon Genesis Evangelion" in modo soddisfacente. Si veda però anche come "Tokyo Ghoul" lo riutilizza con deprecabili risultati.

Soprattutto per l'animazione giapponese, che avanza per temi e idee piuttosto che sulle storie (spesso, anche per quanto riguarda le opere più entusiasmanti, inutilmente complesse o, al contrario, incredibilmente semplici e ripetitive), riproporre continuamente gli stessi temi vuol dire perdere vitalità. Un processo creativo che non cresce è un processo morto e, attualmente, l'animazione giapponese è particolarmente stagnante. Ciò non vuol dire che vengano prodotti esclusivamente anime inguardabili. I più recenti "Ajin" e "Parasyte" (anche se il manga è degli anni '90), per esempio, non sono cattivi esempi di animazione. Soprattutto nello stile, il primo, ha anche degli sprazzi di innovazione e uno dei pochi esempi di CG definibili come virtuosi. Ma sono anime realmente utili all'evoluzione del medium?

Sotto questo aspetto "One-Punch Man" è eccezionale. Disseziona e de-struttura con precisione lucida e affascinante tutti quei modelli abusati e confermati in più di un decennio di stagnazione culturale. Fin qui è un processo intelligente e, tra l'altro, dannatamente divertente, ma ciò in cui Saitama è, appunto, eccezionale, nella sua figura di eroe antitetico, è il suo porre le basi per qualcosa di nuovo. L'animazione giapponese, pur essendo seguita da un pubblico di tutte le età, ha sempre fatto riferimento a un target adolescenziale o fanciullesco. Da qui si è sempre sentita la forte necessità di inserire l'elemento della formazione, della crescita e della scoperta. Saitama, al contrario, non ha bisogno di essere formato. Saitama è un venticinquenne pelato, senza passioni, il cui percorso di crescita è già completo nel momento in cui l'anime ha inizio. Non è un ragazzo problematico che ha bisogno di maturare e di scoprire il mondo, non ha traumi interiori inconcepibili, non ha una forza di volontà disumana e, anzi, fatta eccezione per la sua misteriosa forza, è un uomo assolutamente mediocre. Ci tengo a sottolineare che questa sua mediocrità è assolutamente adorabile e meravigliosa, ma pur mediocrità resta.

Eppure Saitama è anche un uomo che fatica a trovare uno stimolo nella vita. Incredibilmente lucido rispetto ai personaggi di cui è circondato, percepisce un vuoto dentro di sé. Saitama è un uomo incompleto proprio per via della sua forza così "completa" e ineguagliabile. Non ha obiettivi, se non sciocchi capricci, eppure è questa la decostruzione e ricostruzione più importante di "One-Punch Man": non ci sentiamo più vicini a lui piuttosto che al ragazzino dalla storia improbabile e dalla determinazione infallibile? Non abbiamo anche noi, spesso, obiettivi di vita sciocchi supportati/mascherati da nobili intenzioni? Non abbiamo grette e basse aspirazioni? Non siamo anche noi a volte annoiati, dubbiosi e senza stimoli? In un fallimentare tentativo di insegnare al suo allievo, Saitama dice che la vera forza e il vero cambiamento partono dal cuore. Ovviamente in quel momento risulta eccessivamente melenso e tenta quindi di rimediare dando all'allievo banali direttive contestuali. Eppure non risulta difficile credere che in quel momento, pur con auto-ironia, "One-Punch Man" stesse anche difendendo e ponendo una nuova base.

Molti considerano quest'anime come una dissacrante, irriverente e potentissima opera distruttrice. Sarebbe sufficiente. Sarebbe già unica. Ma per me "One-Punch Man" è molto di più, è un'opera rivoluzionatrice (perdonate il neologismo).


 1
ConteBudino

Episodi visti: 12/24 --- Voto 9,5
Tratto dal manga di One e disegnato da Yusuke "Eyeshield 21" Murata, vede come protagonista Saitama, un ragazzo come tanti che, a causa di un certo avvenimento, si ritrova con una forza devastante; infatti, il nostro eroe, come recita il titolo dell'opera, abbatte i nemici con un solo pugno. Chi di noi non ha mai bramato o brama un simile potere?
In un mondo continuamente bersagliato da vari e improbabili nemici si ergono numerosi eroi pronti a dar tutti sé stessi in favore dei più deboli; tra loro, a dare man forte, spicca proprio Saitama.

Ciò che ho apprezzato maggiormente in "One-Punch Man" è che si tratta di uno shonen fuori dagli schemi, un qualcosa di unico, mai pensato prima, condito da un'opening "che spacca" (la canzone è "The Hero" dei sempre magnifici Jam Project, di cui si può dire in tutta sincerità sia una delle maggiori ragioni che hanno dato fama e gloria a questo serie) e da un'ending "spenta", se paragonata all'opening, che non esalta, ma si lascia ascoltare e fa calmare gli animi della battaglia.
Accompagnano il tutto combattimenti spettacolari di cui sono protagonisti tutti gli eroi, ognuno col proprio potere o abilità, con il loro orgoglio e con i loro problemi.

Consigliato a coloro che vogliono qualcosa di alternativo al solito shonen e non vogliono sentir parlare o vedere gente che si ammazza di allenamenti fino ai limiti più assurdi.


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Ataru Moroboshii

Episodi visti: 12/24 --- Voto 6,5
Quest'anime parte con una buona idea, anche se non proprio originalissima: un protagonista da shonen che già dall'inizio è il più forte di tutti quanti. Saitama, questo eroe amatoriale, è in grado di sbriciolare qualsiasi nemico con un solo pugno, per questo è perennemente annoiato e senza stimoli. Molti osannano questa scelta, definendola il punto forte della serie; in realtà, se ci pensiamo bene, è una cosa già vista in precedenza ("Hellsing Ultimate"?). Per me il vero punto forte della serie è l'utilizzo stravolto di tutti cliché tipici dello shonen. Saitama rappresenta un po' il lettore stagionato di shonen che non ne può più di 'spiegoni', torri dai molteplici piani da scalare, personaggi la cui forza è rigorosamente classificata in numeri da 1 a n ("Bleach"?). Siccome conosciamo già bene tutto questo e siamo annoiati quanto lui, il nostro eroe non fa che forzare la trama in avanti a suon di pugni. Qui arriva il lato negativo, però: se ogni villain dura pochi secondi, come fare per arrivare alla durata di dodici episodi? Introducendoci personaggi secondari! Se i primi e deboli eroi di classe C e B sembrano spassosi nella loro parodia a metà fra shonen e Marvel universe, quelli più esperti e un po' più seri diventano tali e quali ai personaggi che dovrebbero parodiare, inoltre finiscono per occupare la stragrande maggioranza della puntata. Risultato? Un fallimento!
In definitiva, "One-punch Man" è una mini-serie che già stanca a poco più di metà del suo svolgimento!


 1
KibiRain

Episodi visti: 12/24 --- Voto 8
"One Punch-Man" è un anime tratto dal manga di successo realizzato da One, inizialmente pubblicato sul suo blog. L'adattamento animato è stato realizzato dalla Madhouse ed è composto da dodici episodi.
L'anime segue le vicende di Saitama, in apparenza un uomo come tanti che però fa il supereroe per hobby, e non solo, è la persona più forte del mondo, in grado di distruggere qualunque creatura con un pugno solo. Data l'enorme forza e la poca sfida, Saitama è perennemente annoiato e insoddisfatto, perché continua a battere chiunque sferrando un solo pugno e senza la minima sfida. Quando incontrerà il cyborg Genos, entrerà a far parte dell'associazione degli eroi in cerca di un bersaglio che gli dia un qualche senso di sfida.

Ciò di cui ci accorgiamo sin dai primi episodi di "One Punch-Man" è che è sicuramente un'opera fuori dagli schemi, spesso ritroviamo degli sfottò a luoghi comuni degli anime shounen di combattimento. Saitama stesso va in barba a tutti i personaggi principali bellocci, ben caratterizzati fisicamente e con una sfilza di ideali e sogni da realizzare, per non parlare del background psicologico. Niente storia triste, niente sogno irrealizzabile, Saitama un giorno di punto in bianco ha deciso di voler fare l'eroe... così, per hobby.
La comicità è data appunto da tutte queste piccole cose che non ci aspettiamo da un anime del genere e questo ci tiene incollati allo schermo per vedere il prossimo luogo comune che Saitama stravolgerà.

Nonostante le battaglie di Saitama si concludano con un solo pugno, sono sempre ben animate e ben fatte, e lasciano spazio anche all'intervento di altri eroi, per questo spesso a Saitama non verranno riconosciuti i meriti; ogni tanto l'anime prenderà persino una piega seria per quanto riguarda alcuni concetti, facendo un po' di "filosofia".

Le musiche sono quasi sempre molto azzeccate, l'opening che carica e l'ending che sembra "la quiete dopo il pugno" (o meglio definibile come "Saitama torna alla solita noia") mi sono piaciute molto ed entrambe rimangono in testa.

L'opera è fatta da episodi molto divertenti e al tempo stesso con degli insegnamenti che fanno riflettere, e altri totalmente sterili privi di ambedue le caratteristiche: è una piccola pecca, ma c'è.


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Tacchan

Episodi visti: 12/24 --- Voto 8
Credo di comprendere con relativa facilità il motivo per il quale "One-Punch Man" sia stato tanto amato e seguito dal pubblico: raccoglie a piene mani dagli stereotipi degli shonen di combattimento, li rielabora sfottendoli e proponendo lui stesso dell'ottima azione, complice una realizzazione tecnica di primo livello. Propone poi una trama di contorno più rilevante di quello che ci sarebbe lecito aspettarsi dall'ambientazione proposta, di suo pressoché insensata: Saitama è un ragazzo che ha deciso di fare l'eroe per hobby, in tre anni è diventato così forte che non trova più nessun stimolo in alcuno scontro. Eppure le città, che hanno come nome una semplice lettera, vengono continuamente attaccate da pericolosissimi nemici che arrivano per le ragioni più disparate. Dove sarebbe la trama? Beh, Saitama vorrebbe vedere riconosciute le sue fatiche, avere delle ammiratrici e così via, sfortunatamente ogni suo merito viene dato ad altri. Per rimediare a questo problemino, dovrà smettere di fare l'eroe per hobby e registrarsi alla federazione degli Eroi, diventando un eroe di professione.

La situazione aggiunge paradossale al paradossale, essendo Saitama una spanna sopra a tutti gli altri eroi, anche a quelli della lega S. Ma non basta essere forti per essere dei buoni eroi e scalare le classifiche di popolarità, bisogna prima di tutto essere cool, e Saitama non lo è. Ciononostante, si fa un discepolo e tanti nemici, in un crescendo di avversari sempre più pericolosi.

Se analizzato razionalmente, non c'è molto in "One-Punch Man" che abbia davvero senso, la componente caricaturale e comica è predominante. Nonostante tutto propone scontri davvero realizzati bene, sicuramente dall'esito scontato, ma è comunque piacevole vedere in che modo demente Saitama decide di finire lo scontro. E' anche bello osservare come dalla parte più infima scali la classifica degli eroi in modo inesorabile, pur non convincendo nessuno per un atteggiamento spesso masochistico. Non si tratta quindi solo di farsi qualche risata e vedere qualche buono scontro, "One-Punch Man" ha anche elementi che ti fanno venire voglia di proseguire nella visione, facendo il tifo per Saitama che, nonostante la forza e l'impegno, non riesce a combinarne una giusta. Vedere la reazione degli altri eroi di classe S alla forza straripante di un infimo eroe di classe C è uno stimolo che mi ha spinto a proseguire con una certa fame nella visione dell'anime, anche se ahimè succede sin troppe poche volte che il mio spirito di rivalsa venisse soddisfatto.

Lo staff ha fatto un ottimo lavoro anche con le musiche, in particolare adoro la sigla iniziale. Il comparto tecnico è veramente ottimo, uno degli migliori che si sono visti negli ultimi anni.
Qualche appunto lo faccio invece al finale, aperto, che propone uno scontro con un nemico che qualche grattacapo a Saitama lo dà. Peccato che nessuno capisca cosa è veramente successo e che Saitama rimanga quasi in incognito, senza che vi sia un vero crescendo di pathos nello scontro.

Sa tratta comunque di una serie TV molto buona, tra gli shonen di combattimento era da tanto che non ne vedevo uno di questa qualità.


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Hatake Rufy

Episodi visti: 12/24 --- Voto 8
Tante voci su questo anime hanno riempito la mia testa: ad esempio, che era penoso, demenziale, stupido e senza senso, ma anche voci positive come innovativo, unico, geniale. Concordo con quest'ultimo, geniale.

La trama si concentra su Saitama, un disoccupato in cerca di lavoro che decide di allenarsi per diventare un eroe per hobby, ma per sua sfortuna diventa il più forte di tutti, tanto che gli basta un solo pugno per distruggere gli avversari più potenti. Questo finisce per diventare la sua più grande frustrazione, dato che non riesce più a sentire il fremito della battaglia, inducendolo a pensare che una forza così schiacciante è solo una noia.

"One-Punch Man" è un anime geniale che riesce a intrattenere grazie alla novità del prodotto: ammiro chi lo ha ideato, perché ha avuto un gran coraggio a puntare su tanta demenza e stupidità, che alla fin fine si sono rilevate un colpo di genio. Quello che colpisce di questo anime non è solo il fatto che il protagonista vince i combattimenti con un solo pugno, ma anche che l'anime in sé e per sé è divertente e soprattutto riesce a intrattenere, e la stupidità ha un suo fine.
Anche i personaggi hanno la loro bellezza, ideati con fantasia e con un pizzico di demenza nei comportamenti, e in grado di dare un marchio a questo anime. Saitama in apparenza è un sempliciotto sottovalutato per la sua testa pelata, e che non suscita serietà nella gente, tanto che alcuni non lo definiscono neanche un eroe; alcune scene di combattimento sono davvero belle e ben realizzate, altre invece fanno ridere grazie alla semplicità di Saitama, capace di trasformare una scena seria in una divertente.

Concludo evidenziando un gran comparto visivo, ottimi disegni e animazioni da alti voti, il tutto seguito da una buona colonna sonora; la opening non mi è piaciuta molto, ma sinceramente la ritengo azzeccata, la ending invece è quella più normale e orecchiabile. Inoltre mi è piaciuto come l'autore ha disegnato Saitama: costume da eroe e viso banale, ma, ribadisco, geniale.
Consiglio "One-Punch Man" a chiunque cerchi un anime innovativo e con due "maroni" (se si può dire) tali da trasformare la stupidità in intrattenimento.

DJANGO89

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DJANGO89

Episodi visti: 12/24 --- Voto 10
"One-Punch Man", nonostante sia un titolo mainstream, riesce a stupire e a intrattenere in modo unico.
La storia, per quanto possa sembrare banale (soprattutto nei primi episodi), risulta molto divertente da seguire, i personaggi sono tutti carismatici e ben caratterizzati, primo fra tutti il nostro eroe, protagonista delle vicende: colui che uccide tutti i suoi avversari con un colpo. Saitama - tale è il nome dell'eroe nonché protagonista, un uomo bassino e bizzarro dalla testa ovale - è infatti da una parte un supereroe, fortissimo e invincibile, dall'altra quasi un anti-eroe: le dita nel naso, un'espressione persa nel vuoto e le varie giornate passate davanti alla televisione non si possono definire caratteristiche "tipiche" del classico personaggio che di solito viene associato alla figura di eroe. Partendo però da pretesti molto banali, tuttavia, la storia non risulterà per niente noiosa e la sensazione che si ha mentre si guarda Saitama spappolare la moltitudine di mostri e creature mistiche che gli si pareranno davanti non sarà di sicuro quella di deja-vù: i vari elementi parodici, comici e talvolta splatter che si incontreranno durante la visione riusciranno a tenere lo spettatore incollato allo schermo, sopraffatto dalla vena epica delle scene e delle situazioni nelle quali il nostro eroe andrà a cacciarsi. Se a tutto questo aggiungiamo la tecnica dei disegnatori sopraffina, la regia eccelsa e le musiche accattivanti, non si può non definire "One-Punch Man" come un titolo che va oltre la parodia e i classici titoli mainstream. Una perla del suo genere, semplicemente.


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npepataecozz

Episodi visti: 12/24 --- Voto 8
"Venghino signore e signori, venghino! E' arrivato il teatro delle marionette! Ad assicurare il vostro divertimento ci saranno le caricature dei principali stereotipi degli shonen e la presenza straordinaria del famoso Saitama, l'antieroe più forte di tutti i tempi!"
Non sarei per nulla sorpreso se qualcuno decidesse di pubblicizzare effettivamente in questo modo questo anime, un titolo che va visto e apprezzato per quello che è: una parodia a trecentosessanta gradi degli shonen di successo. Qualsiasi altra interpretazione, a mio avviso, finirebbe solo per svalutarne pesantemente i contenuti: chi è in cerca di un anime pieno di combattimenti sicuramente lo troverà con questo "One-punch man", ma non sarà mai in grado di carpire il suo vero valore, perché esso, in verità, risiede altrove.

Un brevissimo cenno alla trama. Chi di noi da bambino non ha mai sognato di possedere l'abilità di sconfiggere con un solo pugno qualsiasi nemico ci si parasse di fronte? Ebbene questo è proprio il principale potere di Saitama, un uomo che in un certo momento della sua vita ha scelto di abbandonare la sua vita di tutti i giorni per percorrere la via dell'eroe; proprio a causa della sua incredibile forza, quest'ultima si rivelerà, però, molto più noiosa di quanto si aspettasse inizialmente.
Come succede per tutte le parodie, anche per spiegare le qualità di questo anime più che la trama è necessario cercare di analizzare con più attenzione personaggi e situazioni rappresentate.

E cominciamo proprio col protagonista: Saitama è un eroe per hobby, un personaggio non mosso da un particolare ideale di giustizia ma che combatte il male solo perché "non ha nulla di meglio da fare". Il suo aspetto sembra l'antitesi del "Super-Sayan": completamente calvo, inespressivo anche nei momenti più critici, abbigliato con una specie di pigiama giallo arricchito da guanti rossi e mantello bianco. Il suo fisico e la sua forza impareggiabile sono il frutto di un allenamento buono al massimo per perdere qualche chilo durante una dieta; i suoi colpi mortali sono due: il "pugno normale" e il "pugno serio". La sua personalità, poi, sembra lo specchio del suo aspetto: costantemente annoiato da battaglie che non hanno il tempo di scatenare neanche una minima scossa di adrenalina, le sue preoccupazioni più impellenti sono quelle di non arrivare in ritardo a una svendita o, almeno all'inizio, di ottenere una certa celebrità per le sue imprese (che ovviamente non arriva).
Il suo è un mondo in cui gli eroi non sono tali per il loro coraggio o per i loro ideali, oltre che per la forza, ma vengono invece scelti e classificati tramite un concorso pubblico (che prevede scritto e orale!) alla stessa stregua di un dipendente pubblico.
Dopo un lungo preambolo, le battaglie decisive si risolvono in mezzo secondo, giusto il tempo necessario a Saitama per sferrare il suo pugno; e questo per sbeffeggiare gli interminabili scontri propri degli shonen ("Dragon Ball" in primis).
Con un eroe capace di eliminare i nemici con un colpo solo, il grosso del lavoro spetta agli altri eroi, che più che per la loro forza si fanno notare per le loro stramberie: dall'allievo cyborg fatto a pezzi quasi sempre, al nobile ciclista il cui colpo più potente è però il lancio della bicicletta, alla bambinetta che va su tutte le furie se viene ignorata e così via.
Anche le persone hanno il loro ruolo in questo enorme circo: dopo essere salvati non mostrano apprezzamento, ma, anzi, cominciano a criticare chi li ha salvati, Saitama in primis.

Inutile dire che prodotti così a me piacciono un sacco, in quanto mettono a nudo tutte le piccole assurdità degli anime comunemente ritenuti come "seri"; cose che abbiamo pensato un po' tutti ma che nessuno aveva il coraggio di dire. E in un prodotto simile l'unico difetto che posso trovare sta nel fatto che forse si limita a irridere gli shonen, ma non a pungere davvero: invece di procedere su questa strada, infatti, troppo spesso si è abbandonata la vena demenziale alla base di questa serie fino a trasformarlo in ciò che non sarebbe mai dovuto diventare: una specie di shonen a sua volta.
Solo per questo motivo non assegno a questo anime un punteggio più alto, né attenderò con troppa ansia una seconda serie: dal mio punto di vista la serie ha quasi esaurito del tutto il suo potenziale. Tuttavia ciò non scalfisce nemmeno minimamente il suo valore: indubbiamente "One-Punch Man" è un grandissimo esempio di anime parodistico verso cui va tutta la mia stima e il mio apprezzamento.
Da vedere assolutamente.

Kotaro

Episodi visti: 12/24 --- Voto 7
Di "One-Punch Man" si fa un gran parlare già da qualche anno e l'uscita di una serie animata ha amplificato la fama di questo titolo, facendolo giungere davvero sulla bocca di tutti. In effetti, è una serie che non passa inosservata, data la sua particolare storia editoriale (nata come webcomic amatoriale, viene adocchiata da una casa editrice che si propone di riscriverla e pubblicarla ufficialmente affidandola a uno dei disegnatori più bravi della sua scuderia) e l'originalità della sua storia.
Saitama, il protagonista di "One-Punch Man", si discosta, infatti, dal protagonista "tipo" di questo genere di storie per vari motivi, a partire dall'estetica: niente capelli a punta di colori innaturali ma una pelata, ottenuta in cambio di una potenza sovrumana durante un allenamento demenziale e misterioso. In barba a Brian Shaw e Zydrunas Savickas, Saitama è l'uomo più forte del mondo, capace di abbattere qualsiasi avversario con un solo pugno. Nulla resiste al nostro "bald"o eroe: mostri, esperimenti genetici, criminali, alieni, tutti sconfitti con un solo pugno.
Ma, a dispetto di tutto, Saitama è un uomo normalissimo, che si preoccupa di andare a fare la spesa in tempo per sfruttare le offerte e che, più che eroico e passionale, si dimostra apatico e annoiato di questa sua forza che non gli dà più stimoli.

"One-Punch Man" si presenta come una serie originale e dissacrante e, in un primo momento, la cosa funziona anche, riuscendo a divertire con la follia dei personaggi e del contesto in cui si muovono, fra combattimenti iperbolici ed esageratamente violentissimi e personaggi sopra le righe. Saitama diverte, ma si capisce sin da subito che non può reggere la scena da solo, data la sua invincibilità, per cui gli viene affiancato il più riuscito Genos, androide bellone caratterizzato da un'ingenuità disarmante, che prende il nostro pelato come suo maestro, generando situazioni simpatiche e divertenti.
Pian piano, l'universo narrativo della serie si va popolando di strambi personaggi sia da parte dei malvagi che, di volta in volta, minacciano la pace, sia da parte degli eroi che (in teoria) la difendono. Ogni personaggio ha un'estetica o un potere particolare ed è capace di farsi ricordare per qualche caratteristica, ma praticamente nessuno di loro sarà simpatico o si farà ricordare dallo spettatore per più di cinque minuti. Gli "eroi" di questa serie, infatti, sono quasi tutti dei personaggi egoisti, 'sboroni', antipatici, di cattivo gusto, interessati soltanto all'apparenza o ai privilegi del loro status di "eroe" piuttosto che alla reale difesa della pace del mondo.
Anche lo stesso Saitama, che in un primo momento divertiva con le sue gag, cade quasi subito nel ripetitivo e finisce per stancare e risultare antipatico con la sua cronica apatia e la sua invincibilità che gli permette di vincere qualsiasi combattimento senza sforzo, ma anche senza alcuna passione.

Da una serie che parla di eroi e combattimenti ci si aspetta una certa passione e un certo calore che "One-Punch Man", troppo impegnato a presentare i suoi eroi egoisti e annoiati, non presenta se non in minima parte, quando è in scena lo 'sfigatissimo' ma coraggioso Mumen Rider, forse l'unico vero e proprio eroe della serie. Gli episodi si susseguono più o meno tutti uguali: arriva la nuova minaccia di turno, gli eroi "minori" la fronteggiano fallendo o, peggio, scappando, poi arriva Saitama, la sconfigge con un pugno solo e si scoccia pure di averlo fatto, non ottenendo per giunta nessun riconoscimento da parte della popolazione, più interessata a rimarcare gli occasionali danni provocati dal combattimento che la sua effettiva salvezza.
I combattimenti iperbolici, apocalittici e spettacolari non mancano, ma da loro si avverte ben poca passione. Non c'è emozione in questi eroi che salvano la Terra solo per dovere o per divertimento e non perché credono in valori o ideali.
La serie soffre di una certa mancanza di sostanza e mantiene il difetto di molte altre che si basano unicamente su un'idea geniale o su una divertente parodia: senza una trama, un messaggio, una crescita dei personaggi si finisce per stancare. Qua e là, "One-Punch Man" offre ottimi spunti per indagare meglio nel passato di alcuni personaggi o in alcuni aspetti della storia, ma, come sempre accade di questi tempi, dopo una dozzina di episodi la serie finisce e si rimane con un pugno di mosche in mano, in attesa di una continuazione che, credo, visto il successo dell'opera, sia in questo caso scontata e che spero arrivi presto, dato che questi primi dodici episodi, stringi stringi, non è che abbiano detto granché, a parte essere un piacevole intrattenimento.

Uno dei punti di forza della serie è sicuramente l'aspetto tecnico, che si manifesta soprattutto nelle spettacolari animazioni delle scene di battaglia, fondamentali per rendere accattivanti scontri il cui esito è scontato prima ancora che comincino.
Degna di nota è l'energica sigla d'apertura ad opera dei JAM Project, che aiuta a caratterizzare "One-Punch Man" come parodia degli shounen manga di casa Shueisha (cosa che si nota anche dalle molteplici citazioni a "Dragon Ball", "Kinnikuman", "Yuu Yuu Hakusho" sparse qua e là): fra i membri della band, infatti, vi sono anche nomi come Hironobu Kageyama e Hiroshi Kidatani, sicuramente noti a chi segue gli adattamenti animati dei manga di Shounen Jump. La sigla di chiusura, invece, è piatta e inutile, mentre le musiche orchestrate a corredo degli episodi fanno il loro lavoro senza farsi ricordare troppo.

"One-Punch Man" è una serie sicuramente originale, ma un po' fredda. Colpisce inizialmente con una sigla adrenalinica, personaggi particolari e combattimenti di grande spettacolarità, ma alla lunga si rivela priva di sostanza, un po' vuota esattamente come il suo protagonista. La breve durata e il finale aperto uccidono di fatto le speranze di una crescita dei personaggi e della creazione di una trama più sostanziosa. Si spera, comunque, in una prosecuzione della vicenda, visto che il manga è ancora in corso e che la serie di combattimenti vinti in quattro e quattr'otto dall'annoiato protagonista non può durare all'infinito senza stancare. Augurandoci una crescita di Saitama e una trama maggiormente articolata per il futuro, valutiamo questi primi dodici episodi come un semplice ma dimenticabile intrattenimento, ben lontano dal capolavoro rivoluzionario evocato da tanti e sicuramente indegno dell'enorme clamore generato sulla rete.
Gli eroi, quelli veri, forti, invincibili, giusti, che fanno sognare gli spettatori a cui fungono da mito e modello, sono evocati soltanto dal titolo della sigla, ma nella serie vera e propria non ve n'è traccia, e questa è una mancanza decisamente grave.


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Eversor

Episodi visti: 12/24 --- Voto 8
"One-Punch Man" è un vero e proprio pugno, che colpisce lo spettatore e lo lascia steso a terra in preda al divertimento e a un fermento emotivo davvero particolare. Una serie del 2015, composta da dodici episodi (purtroppo), che unisce il gusto del combattimento a una bella commedia piena di supereroi. Scontri come non se ne vedevano da "Dragon Ball Z", vecchio stile. Un'atmosfera leggermente "alla vecchia maniera", rinvigorita da un nuovo modo di trattare la storia, più dinamica e strafottente.

"One-Punch Man" è una storia di supereroi, anzi, per essere precisi, è la storia del supereroe più forte di tutti: Saitama. Il suo amore per la giustizia l'ha portato verso quella strada, ma, per sua sfortuna, è diventato fin troppo potente. Nonostante l'aspetto trasandato e deboluccio, la sua forza è incredibile. Sconfigge ogni nemico in un unico colpo, mandandolo letteralmente a pezzi.
Tuttavia, con il passare del tempo, la noia ha preso il sopravvento. Non esiste più un nemico capace di fomentare la sua eccitazione da battaglia. Tutto piatto e monotono, senza contare che l'Associazione degli Eroi pare non prenderlo nemmeno in considerazione, privandolo così anche del piacere di essere riconosciuto per strada come il salvatore del pianeta.
Per quanto andrà avanti questa situazione? Riuscirà Saitama a scovare un avversario alla sua altezza?

La forza di tale serie si trova tutta nell'attento gioco tra demenziale ed epico. Saitama è sicuramente un eroe piuttosto controverso: la sua figura fa ridere già di per sé, eppure possiede un fascino nascosto capace di emozionare e coinvolgere. Impressionante come la costituzione esile e gracile si trasformi in una macchina da guerra quando la situazione lo richiede. Un eroe pacato, che non si abbandona a inutili discorsi, ma si esprime essenzialmente a suon di pugni, uno per volta ovviamente.
Ma se il protagonista è la stella indiscussa della serie, non si può certo dire che i personaggi secondari arrancano alle sue spalle. Genos, autodichiaratosi allievo di Saitama, appare fin da subito come l'esatto opposto del nostro eroe. Bello e prestante fisicamente, serio oltre ogni modo, ma anche estremamente loquace; un contrappeso ideale per Saitama, evitando così che quest'ultimo sfondi lo schermo e occupi da solo l'intero anime.
Per quanto riguarda i difetti, invece, non mi è particolarmente piaciuto questo continuo riproporsi di nemici. Capisco che l'effetto è voluto, quasi a riprendere gli anime di qualche anno fa, ma, dopo un po', tali ripetizioni limitano la qualità della serie. Non esiste una vera e propria trama alle spalle di "One-Punch Man", anche se i vari personaggi si evolvono e agiscono incondizionatamente dai vari avversari.

La grafica è molto bella e, soprattutto, vengono privilegiati i disegni fatti a mano alla ricostruzione computerizzata. Gli scontri sono un vero e proprio capolavoro, dove i vari combattenti si muovono in maniera fluida e spontanea.
Ottime le musiche, che esaltano ancora di più determinate situazioni, in modo particolare durante le varie battaglie. La sigla iniziale è carina, così come l'ending. Per quanto riguarda il doppiaggio, non penso di aver visto alcun errore o sbavatura. Il cast è sicuramente di alto livello e già conoscevo, e apprezzavo, la bellissima voce di Aoi Yūchi, alias Tempesta.
Buona anche la regia che, come già detto, sebbene debba affrontare una trama piuttosto ripetitiva, riesce a porla in modo tale da sorprendere ogni volta. Non ci sono accelerazioni particolari o decelerazioni, e tutta la vicenda è un'unica grande avventura.

Il finale, che poi finale non è, rappresenta una buonissima chiusura a questa serie. Il nemico viene ovviamente sconfitto, la Terra è salva, ma non c'è poi molto da gioire, visto che una nuova calamità pare essere pronta ad abbattersi sulla città.
Ci sono ancora moltissimi personaggi che devono dire qualcosa, e spero che, in futuro, sarà data loro l'opportunità per far brillare questo anime ancora di più.

Voto finale: 8 più


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chomp96v2

Episodi visti: 12/24 --- Voto 9
"One-Punch Man", opera della stagione autunnale di durata canonica di dodici episodi, è stata trasmessa in maniera legale e gratuita sul portale italiano VVVVID. Fatte le doverose premesse, iniziamo col parlare dei vari aspetti di quest'anime.

Trama: 8 meno meno
Di sicuro non verrà ricordata come l'opera con la trama più complessa e affascinante della stagione, ma è comunque godibile. Il nostro Saitama non è altro che un uomo normale disoccupato che un giorno, a causa di un determinato avvenimento che gli cambierà la vita, deciderà di fare il supereroe per hobby. Allora, dopo tre anni di duro allenamento, al prezzo di una testa pelata come se ne vedono poche in giro, diventa praticamente invincibile, talmente tanto da sconfiggere i suoi avversari con un solo pugno. La sua vita quindi diventa una continua noia e da qui iniziano i suoi incontri con gli altri comprimari, quali il cyborg Genos, il ninja Sonic e, via discorrendo, tutti i 'cattivi' di turno. La serie può essere interpretata come una critica verso il solito shonen per ragazzi, dove il protagonista belloccio di turno, tra un urlo e l'altro, deve migliorarsi a forza di power-up: qui la storia è diversa, il nostro protagonista è già imbattibile e non ha super poteri vistosi, a differenza del suo allievo, che è il classico bravo ragazzo che sarebbe stato il protagonista in qualsiasi altra serie di questa tipologia.

Grafica e sonoro: 9 più
Dal punto di vista grafico niente da dire, ci troviamo forse di fronte alla serie con la miglior grafica della stagione, condita da una componente sonora di tutto rispetto, forse con l'unica pecca del riciclo frequente delle stesse (seppur molto belle) tracce musicali. Ma la vera forza della grafica è la sua dinamicità unica durante gli scontri, che risultano sempre divertenti e belli da vedere.

Vedo un altro episodio e poi smetto: 10
Qui inserisco un personale metodo di giudizio, ovvero il fattore "vedo un altro episodio e poi smetto", ovvero quanto una serie possa coinvolgerti. Non è per forza collegato alla sua effettiva bellezza o, detta ancora in un altro modo, alla sua godibilità.
Molto probabilmente, se inizierete a vedere la serie, che ormai si è conclusa, ve la divorerete in massimo due pomeriggi, in quanto un episodio tira l'altro, e arriverete alla fine senza accorgervene; questo non può essere che un fattore più che positivo, dovuto al fatto che gli episodi sono conditi di combattimenti, gag divertenti e sono pochissimi i momenti dove ci sono i famigerati "spiegoni", che spesso vengono prontamente fermati dal nostro protagonista.

Voto finale: 9
Tirando le somme, "One-Punch Man" è un anime godibilissimo da tutti i punti di vista e non si può fare altro che consigliarlo.


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Carcinos

Episodi visti: 12/24 --- Voto 10
"One-Punch Man" è un anime di supereroi molto differente dal normale, quindi innovativo; infatti, a differenza del classico protagonista che diventa sempre più forte con il passare del tempo e imparando mosse super potenti, il protagonista di "One-Punch Man", ovvero Saitama, parte già sin dall'inizio come personaggio più forte, tanto da abbattere ogni nemico con un semplice pugno tirato con neanche molto impegno. Fino a qua può sembrare molto noioso per gli spettatori, dato che è già scontato chi sarà il vincitore di ogni scontro; in realtà l'unico ad annoiarsi sarà Saitama, infatti è proprio su questo che si basa l'opera: il protagonista non riesce più a provare il brivido della battaglia, perché non c'è avversario capace di tenergli testa, mentre lo spettatore avrà modo di gustarsi un insieme di scene di combattimento e comicità che renderanno ogni episodio sempre più bello del precedente.

Per l'aspetto tecnico le animazioni sono eccezionali, gli scontri sono fatti benissimo, con disegni "sporchi" quando c'è bisogno di rendere dinamico quel particolare momento e disegni puliti nel resto della battaglia.

Le musiche sono poche e ripetute, ma molto belle e soprattutto collocate nei momenti giusti, cosa che rende alcuni momenti molto emozionanti e adrenalinici.

Un altro punto forte dell'opera è che non si sofferma solo sul protagonista, che ha un passato e un modo di pensare normali, ma anche sui personaggi secondari, che possiedono molto spesso un passato oscuro, misterioso, e un modo di pensare più complesso. Oltre a questo "One-Punch Man" approfondisce molto anche i nemici, mostrandoti la loro superiorità rispetto ai personaggi secondari, portandoti, a volte, a credere nella sconfitta del protagonista, il quale non solo vince, ma lo fa nei modi più assurdi.

In conclusione, secondo me, "One-Punch Man" è un capolavoro nel mondo degli anime, che eccelle da ogni punto di vista (nella trama, che come ho già scritto è innovativa, nelle animazioni, nelle musiche, nella psicologia e soprattutto nella comicità) e merita assolutamente di essere gustata dall'inizio alla fine; per questi motivi, il voto che attribuisco a questo "diamante" è 10 e lode.

Lief
Lief

Episodi visti: 12/24 --- Voto 5
Non lasciatevi ingannare dal voto, quest'anime è divertente e guardabilissimo, però non è il capolavoro che dicono tutti, non è neanche confrontabile con una serie capolavoro, non lo è neanche in formato manga.
Ho visto questa serie in simulcast e non mi ero assolutamente accorto di quanto la gente fosse andata fuori di testa per quest'anime, poi ho visto il numero di visualizzazioni e ho capito che qualcosa non andava: ha superato "Full Metal Alchemist", "Psycho-Pass", "Fate Stay Night UBW" e altri capolavori di questo calibro... normalmente sarebbe stata una serie da 7, se va confrontata con dei capolavori prende 5.

Ma diciamo innanzitutto cosa va e cosa non va in questa serie.
Se avete visto "Gintama", conoscete il genere, shonen-comico, semplice e puro, molto demenziale, con una sola differenza: il protagonista è invincibile fin dall'inizio dell'opera, e si annoia perché non trova avversari all'altezza. L'idea di base, come in molti anime, non è male, e la sensazione è quella di trovarsi davanti a un superuomo stile fumetto americano: le gag dei primi episodi prendono alla sprovvista lo spettatore (che magari si aspettava uno shonen puro), la backstory del protagonista è ben costruita e l'OST è davvero ottima.

Ma passiamo ai lati negativi: proprio la base dell'opera, ossia l'invincibilità del protagonista, fa presto crollare il castello di carte (fortuna che l'anime dura solo dodici episodi, perché nel manga il tutto è molto più evidente). Innanzitutto, poco dopo l'inizio, gli episodi iniziano a farsi ripetitivi, con pochissime eccezioni, e alla fine dell' "arco" del mostro marino tutti i "temi" importanti dell'anime sono già stati trattati. La scarsità narrativa è dovuta principalmente all'immobilismo dell'opera, e questo porta ad espedienti infelici. Cosa significa? Significa che, siccome l'opera nasce come presa in giro agli shonen, il protagonista non può cambiare, mentre quelli intorno a lui sono i classici stereotipi da manga shonen: questo porta, a un certo punto, a concentrare la storia sui coprotagonisti... e "One-Punch Man" diventa uguale a ciò che voleva prendere in giro. Parlando di punti deboli, come non citare le famose animazioni? In molti le hanno osannate, ma tecnicamente "One-Punch Man" è un anime molto sotto la media degli anime moderni. Le tecniche utilizzate andavano bene negli anni 2000, ma nel 2015 risultano essere assolutamente inadeguate (in particolare se confrontate con "Fate Stay Night UBW", ma anche con il più semplice "Psycho-Pass").

Riassumendo, quando ho finito quest'anime pensavo di aver visto un anime da 7, leggero e divertente (non genialmente divertente, più che altro demenziale), ma niente di straordinario. Uno dei tanti anime di stagione. Un po' come "Shimoneta" (ottimo input, ma storia poco sviluppata) o al massimo "Prison School" (se proprio vogliamo esagerare, anche se secondo me "Prison School" è più divertente).
E' uno shonen che non brilla in nessun campo: né per trama (appena sufficiente) né per animazioni (sufficienti), neanche per comicità (al livello di "Soul Eater", che ha però dalla sua altri punti di forza): non è maturo, ma non è neanche da buttar via, è semplicemente un anime mediocre, da guardare per farsi quattro risate.
Invece mi sono ritrovato davanti a un fenomeno di massa, che tutti hanno visto. I veterani probabilmente la pensano in maggioranza come me, quindi l'hanno visto perché in fondo non c'è niente di male a guardarsi un anime da 7 ogni tanto, mentre un milione di persone hanno visto solo questo e pensano sia un capolavoro (basta guardare le visualizzazioni su VVVVID per rendersi conto che sono tante le persone che hanno visto "One-Punch Man", ma non hanno visto "Fate Stay Night UBW" ad esempio).

Andando al sodo, in "One-Punch Man" non ci ho trovato niente di straordinario.


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miss_shinigami

Episodi visti: 12/24 --- Voto 9
Vi siete rotti dei soliti shonen? Basta power-up? Allora "One-Punch Man" fa al caso vostro: Saitama è un ragazzo di venticinque anni che non ha bisogno di diventare più forte, perché lo è così tanto da riuscire a sconfiggere chiunque con un solo pugno. Ed è questa la cosa che lo rende anche un po' depresso: non sente più le emozioni che suscitano i combattimenti. Lui è forte, l'uomo più forte che ci sia.

Perché guardare l'anime, allora?
Perché "One-Punch Man" è fuori dagli schemi: abbiamo un mondo dove eroi e cattivi sono all'ordine del giorno, così come cyborg e alieni; il protagonista è più forte di Goku (o forse no... chissà chi vincerebbe tra i due), diventa sensei di un ragazzo che vuole migliorarsi e, addirittura, cosa atipica, Saitama è calvo, non è il solito protagonista bello e 'figo' con il carattere e l'atteggiamento che piacciono a tutti.

I personaggi sono ben caratterizzati, dal primo all'ultimo, spesso con un alone di mistero che li avvolge (persino i buoni lo hanno!) e poteri che vanno dal più interessante a quello più strano/stupido che si possa pensare. Sono loro a rendere la storia divertente e accattivante, nuova e fresca.

La grafica e le musiche (opening ed ending comprese) sono eccezionali, degne della Mad House ("Death Note", "Death Parade"...).

"One-Punch Man" è lo shonen/seinen che serviva per combattere la monotonia dei soliti anime di questo tipo.


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traxer-kun

Episodi visti: 12/24 --- Voto 8
Chiudete per un attimo gli occhi. Immaginate di trovarvi improvvisamente di fronte a un tizio anonimo, di media statura e completamente calvo, che avviluppato in un'improbabile calzamaglia color giallo canarino vi fissa svogliatamente con un ancor più improbabile sguardo da pesce lesso, affermando di essere un supereroe per hobby. Quale sarebbe la vostra reazione dinnanzi a costui? Credereste che in realtà vi trovate al cospetto della creatura più forte dell'intero universo, capace di polverizzare qualsiasi cosa gli si pari davanti con un singolo pugno sferrato senza neanche troppa convinzione?

One-Punch Man, serie d'animazione del 2015 della durata di dodici episodi, è ciò che apparentemente potrebbe definirsi "semplice". Fulcro assoluto dell'opera è l'apatico Saitama, mediocre supereroe "per diletto", ma dotato dell'incredibile capacità di spazzar via qualsiasi nemico con un pugno solo; le molteplici e pericolosissime minacce alle quali la Terra è costantemente soggetta si risolvono dunque - con somma delusione dello stesso protagonista - in un combattimento a tempo record nel quale il villain di turno viene puntualmente stecchito in un sol colpo. Fine. Il tutto con una semplicità tanto disarmante quanto esilarante.
L'immediatezza è quindi tangibile ovunque: nella trama, nei personaggi, nei dialoghi, nello svolgimento degli eventi e nel loro scioglimento, riflettendosi ed espandendosi in un minimale meccanismo narrativo che procede a una velocità spropositata, diretto e tagliente come un pugno. E, a conti fatti, il problema è proprio questo: le numerose complessità nel recensire questo titolo nascono paradossalmente proprio dalla sua semplicità; o, meglio, da tutto ciò che è occultato dietro la veste di (parossistica) immediatezza che lo circonda. Perché fermarsi alla superficie, nel suddetto caso, è esattamente il modo peggiore di approcciarsi alla serie e ai suoi contenuti.

Iniziamo con qualche breve cenno storico: la genesi di One-Punch Man risale ancora al lontano 2009, anno in cui su un blog pressoché sconosciuto comparve il primo capitolo di un webcomic creato da un fumettista amatoriale, che firmava le proprie fatiche con il nome di ONE. Il singolare risultato generatosi dal connubio tra la scarsissima qualità dei disegni - dovuta alla totale inesperienza del suo autore - e il bizzarro, ma a modo suo brillante soggetto, portò l'opera a un successo sorprendente in patria: una popolarità tale che il blog fu notato nientemeno che da Yūsuke Murata, talentuoso disegnatore dell'apprezzato Eyeshield 21. Il celebre mangaka ne fu talmente colpito che, dopo aver saggiato il potenziale dell'opera, contattò immediatamente ONE e si offrì di ridisegnarlo da capo; a partire dal 2012 il remake ottenne una pubblicazione regolare in formato digitale sulla pagina web di Young Jump, una delle riviste di punta della casa editrice Shueisha, e raggiunse in tempi irrisori un successo planetario.
L'anime omonimo - approdato sul piccolo schermo nipponico verso la fine del 2015 e prodotto dal rinomato studio Madhouse - emerge in un momento di particolare crisi creativa del settore, sempre più monopolizzato dal consumismo dilagante e dalle derivanti esigenze di mercato; l'opera in questione dunque, per via della sua notevole e dissacrante originalità, raggiunge ampiamente e senza troppe difficoltà l'effetto sperato, ritagliandosi a suon di pugni - o in un colpo solo, per non venir meno al titolo - un posto d'onore tra le serie più seguite e apprezzate dell'anno.

Arriviamo subito al punto: One-Punch Man è principalmente una decostruzione, nel senso più ampio e completo del termine. E ciò è ravvisabile innanzitutto nel personaggio principale, Saitama.
Avete presente i classici protagonisti belli, altruisti e perfettini tipici dei battle shōnen odierni? Quelli che con l'impegno e il sudore della fronte riescono a diventare sempre più forti e a superare qualsiasi avversità? Ecco, Saitama invece è già talmente forte da esserne addirittura depresso. Non ha bisogno di allenarsi né di impegnarsi, perché anche il nemico più invincibile e mostruoso per lui è cosa da niente; power-up, potenziamenti, teletrasporti, onde energetiche e super-armature sono completamente inutili, per il semplice motivo che la sua superiorità è talmente spropositata da essere irraggiungibile a priori. E pertanto, privo di sfide e stimoli a migliorarsi, Saitama si ritrova a trascorrere le proprie giornate nell'inedia, chiuso nella sua condizione di isolamento autoinflitto. Il nostro protagonista pelato può dirsi a tutti gli effetti un eroe-simbolo della postmodernità; egli rappresenta il classico "uomo medio" apatico e senza scopo, specchio di una generazione abituata ad avere tutto, che di conseguenza va passivamente ad alimentare quello che resta di una realtà avulsa e immersa nel più completo vuoto esistenziale.

La "messa in dubbio" è dunque l'elemento chiave dell'opera: mentre Saitama scardina alla radice le strutture archetipali del supereroe, tutto ciò che lo circonda non è altro che la quintessenza dei più comuni cliché del genere. A partire da Genos, l'intrepido cyborg bishōnen che spalleggia il protagonista proclamandosi suo "discepolo"; Genos fa chiaramente il verso all'eroe canonico - normalmente punto focale dell'intera storia, qua ridotto al ben più misero ruolo di "spalla". Ma il biondo androide non è l'unico caso, in quanto tutta la schiera di improbabili personaggi che si avvicendano attorno a Saitama non è che uno spunto per esibire un sarcastico coacervo di citazioni e rimandi all'immaginario shōnen, in tutte le sue forme e incarnazioni. Sia l'appassionato che lo spettatore occasionale ritroveranno in One-Punch Man quelle figure viste mille volte in mille opere diverse, (ab)usate fino alla nausea e spesso infilate senza cognizione di causa, tanto per buttare carne al fuoco: alieni che si rigenerano, ninja agilissimi, creature emerse dagli abissi marini o dalle profondità della terra, antichi maestri d'arti marziali, esper, mutanti, nerboruti energumeni in pose plastiche, et cetera; a ciò si aggiungono inoltre tutte le situazioni ormai codificate e immancabili, come i classici e lunghissimi "pipponi" dei cattivi sul loro passato, qua gelidamente stroncati dal protagonista dopo pochi istanti («Bla, bla, bla… abbiamo già finito di combattere?»).
Saitama è l'eroe (im)perfetto inserito in una realtà perfetta: l'anime infatti è interamente giocato sul perenne contrasto tra l'iper-stereotipia del contesto e l'antitetica figura del protagonista, unico elemento completamente fuori luogo, e di conseguenza del tutto privo di una raison d'etre.

In tutto questo andirivieni di situazioni e circostanze (volutamente) ripetitive, l'unico tessuto connettivo è costituito dall'Associazione degli Eroi cui il protagonista decide di iscriversi. Vera e propria istituzione gerarchica, l'Associazione offre diversi spunti di satira sociale, che vanno a valorizzare gli elementi prettamente parodistici della serie. I supereroi che ne fanno parte sono in larga parte degli smidollati e degli incapaci, desiderosi unicamente di ottenere successo e soldi; nei rarissimi casi in cui ciò non fosse vero, ci pensa la dura realtà a porvi un freno - come nel caso dello sfortunato Mumen Rider, il cui appassionato entusiasmo è purtroppo direttamente proporzionale alla debolezza fisica. In una società come la nostra, sempre più standardizzata, legata all'apparenza e governata dalle etichette e da rigidi canoni comportamentali, l'Associazione degli Eroi mette in luce tutta la vulnerabilità dell'uomo postmoderno, incapace al pari del protagonista - che per ridicole questioni "burocratiche" si ritroverà inserito in classe C, ovvero la più bassa - di far fronte al sistema sconvolgente (e sconvolto) in cui è intrappolato. Nonostante Saitama abbia dimostrato svariate volte di essere la creatura più forte dell'universo, la sua "etichetta di eroe medio", per la società massificata in cui vive, è paradossalmente assai più convincente della realtà visibile con i propri occhi.

Di fronte alla martellante impostazione narrativa, il "punto debole" (se così si può definire) di One-Punch Man diventa inevitabilmente la ripetitività. Ma attenzione, il fatto che qualcosa sia ripetitivo non implica che debba necessariamente subentrare la noia, in particolar modo se il potenziale espressivo viene valorizzato a dovere. Questo alla Madhouse l'hanno capito molto bene, a partire dal regista, Shingo Natsume: pur essendo un quasi-esordiente, l'ex collaboratore di Shinichiro Watanabe riversa nel proprio lavoro la sua lunga, ricchissima carriera come animatore di scene d'azione, imbastendo l'opera con una confezione raffinata e scrupolosa. L'esperienza accumulata da Natsume in questo settore si vede, perché One-Punch Man tecnicamente può definirsi quanto di più curato e sorprendente si possa trovare in questo periodo in una produzione televisiva.
Forte di uno staff giovane e talentuoso, l'anime deve quindi buona parte del suo apprezzamento alla meticolosa attenzione posta nella fase di adattamento del manga e nella sua messinscena filmica: pur non essendoci una totale fedeltà alla controparte cartacea per quanto concerne la sceneggiatura, la serie si impone una regia e un comparto grafico che - a partire da inquadrature e formalismi visivi - ne rimarcano pienamente lo stile. La colonna sonora inoltre si attesta su livelli più che buoni, fondendo sonorità elettroniche al rock con risultati decisamente riusciti: menzione particolare va allo splendido singolo "THE HERO!! ~Ikareru Kobushi ni Hi wo Tsukero~", utilizzato per la sigla d'apertura e interpretato dalla celebre band JAM Project.

Ma il piatto forte dell'opera è rappresentato indiscutibilmente dallo straordinario apparato grafico, che esibisce un enorme dispiego di forze - appoggiandosi persino alla web generation virtuale, ovvero ai giovani talenti nati e scoperti sul web; le curatissime animazioni seguono lo stile impostato nei primi anni Ottanta da Yoshinori Kanada, una delle principali influenze dell'animazione odierna, attraverso la costruzione di folgoranti effetti visivi e focalizzandosi su movimenti volutamente esasperati e potenziati nelle pose chiave. Ulteriore rafforzamento dello stile "aspro" si ottiene grazie alla presenza di Yoshimichi Kameda, key-animator di punta della serie, già celebre per aver disegnato alcune delle più interessanti e virtuosistiche sequenze di Fullmetal Alchemist: Brotherhood: la sua impostazione grafica - poi ripresa e rielaborata da diversi altri animatori - fonde inquadrature grandangolari, modulazione delle lineart e un segno "sporco" e vigoroso, regalando all'opera un'energia fresca e dinamica che ben poche serie possono vantare.
È opportuno sottolineare che l'immenso lavoro tecnico che incornicia l'anime è frutto unicamente dell'estro e dell'entusiasmo infusi dallo staff nel proprio lavoro, tanto che lo stesso direttore delle animazioni Chikashi Kubota ha dovuto specificarlo di persona. Niente budget stratosferici, dunque: solo tanta passione e voglia di fare, che infiocchettano un'idea brillante e ottimamente sviluppata.

One-Punch Man si dimostra in definitiva una piacevolissima sorpresa, che senza prendersi mai sul serio mette in scena le disgrazie dell'eroe medio con un'arguzia e un'ironia di grande efficacia, grazie anche a un eccellente comparto tecnico sempre funzionale all'insieme in cui è inserito.
Bastano dunque questi pochi elementi per innalzare il suddetto anime a "caposaldo" di un genere che pareva non avesse più nulla da offrire? Solo il tempo potrà dirlo con certezza, anche perché la mia impressione è che gli stessi autori si siano semplicemente concentrati sulla solidità del prodotto, senza crogiolarsi nell'inutile presunzione di sfornare a tutti i costi il capolavoro. Ma si sa che le cose più semplici sono spesso anche le più intense e incisive, e alla luce dei numerosissimi pregi One-Punch Man si merita ampiamente il successo ottenuto: è la prova concreta che con il talento e l'entusiasmo l'animazione giapponese è ancora in grado di produrre opere piacevoli, originali e di grande qualità.


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Dot Pixis

Episodi visti: 12/24 --- Voto 8
Probabilmente "One-Punch Man" è l'anime di cui si sta più parlando negli ultimi tempi. Non sono molto informato, ma mi pare che sia nato come un'opera senza troppe pretese, infatti il manga è stato creato su internet. Nonostante ciò, il successo è stato grandissimo.

Esso fonde azione e comicità. I combattimenti tra gli eroi, protettori del genere umano, e i cattivi spesso sfociano in siparietti molto divertenti, grazie a una giusta dose di nonsense. Inoltre, una cosa carina è che è presente una vena demenziale, ma non sfocia nel volgare, come spesso accade nei film o programmi TV trattanti il genere.
La trama è semplicissima: c'è il cattivo di turno, sempre più forte del precedente, e gli eroi si attivano per combatterlo, anche se l'intervento del protagonista super-over-power è essenziale. Detta così, sembrerebbe banale, eppure non è su questo che lo spettatore si concentra. Egli si preoccupa solo del momento, attratto dall'ilarità del combattimento o dei personaggi. Ho letto recensioni di persone che lodavano l'opera per il grande effetto parodistico dei supereroi, per la rappresentazione ironica della società giapponese, per i continui riferimenti agli shonen, le citazioni e altro. Tuttavia, ritengo che, anche senza cogliere tutti questi significati, l'anime sia godibile così com'è: un pelato con la faccia da ebete che sconfigge dei nemici deficienti.

Dal punto di vista tecnico, l'opera non eccelle nei disegni e nelle animazioni, che però sono di buon livello e perfettamente godibili, mentre per quanto riguarda le musiche la opening è molto bella e orecchiabile (la sto ascoltando a ripetizione questi giorni), mentre le colonne sonore non sono né brutte né belle.

In conclusione, ritengo che "One-Punch Man" sia un anime degno di nota, siccome riesce a conseguire con successo i fini per i quali è stato creato: divertire e intrattenere.

AkiraSakura

Episodi visti: 12/24 --- Voto 8
Nato come adattamento di un progetto web indipendente, casareccio e senza alcuna pretesa artistica, firmato da un autore improvvisato denominato ONE, il manga best seller di Yusuke Murata ha fatto parlare molto di sé, allo stesso modo della sua controparte animata, quel "One-Punch Man" che oggigiorno è sulla bocca di tutti gli appassionati. Hype meritato o ennesima moda del momento, destinata a svanire nel nulla dopo qualche mese? Gli innegabili pregi tecnici, la freschezza del soggetto e la passione dello staff della Madhouse fanno decisamente propendere per la prima opzione.

L'idea alla base di "One Punch Man" è provocatoria e brillante allo stesso tempo: inserire in un bagno di cliché legati agli shounen da combattimento di tutte le ere l'archetipo dell'uomo postmoderno povero di spirito, dalla spiccata indolenza, e dotarlo di un potere infinito, il quale viene manifestato dal pugno in sé stesso, il puro e salutare cazzotto, un solo colpo che tira giù ogni cosa: mostri alti come palazzi, dominatori dell'universo che decidono di invadere la Terra, meteoriti, inconcludenti energumeni pieni di sé e così via.
Il canovaccio di ogni puntata si basa sulla costruzione di una situazione tipica da shounen, che verrà puntualmente demolita dall'atteggiamento fiacco e superficiale di Saitama, il decostruttore per eccellenza del mito della virilità e dell'epica tutta muscoli, spade, bolle di energia, coltelli affilati, mazze da baseball, capelli sparati e sorrisi beffardi. E tra una vittoria scontata e l'altra, l'invincibile pelato si annoia e prende tutto così come viene, senza farsi troppi problemi, pensando a cosa dovrà andare a comprare da mangiare al supermercato, indifferente all'ardore del suo "discepolo" cyborg da combattimento Genos, che lo considera come un Dio. Per Saitama è meglio non farsi troppe domande, ma tirare un normalissimo pugno che distrugge ogni mostro, riducendolo a un bagno di sangue in cui sguazzano pezzettini di viscere putrescenti.

Dall'opera emerge una certa critica al sistema gerarchico tipico della società giapponese - l'Associazione degli Eroi, con il suo selettivo sistema di classi formate da eroi superiori ed eroi inferiori, parla da sé, soprattutto nel momento in cui Saitama cercherà di prendervi parte con scarso successo, nonostante la sua imbattibilità. La burocrazia e le gerarchie umane sono in grado di sottomettere chiunque, piegandolo al sistema; e, anche se un individuo si dimostra più portato degli altri - in questo caso addirittura dotato di un talento illimitato -, dovrà comunque dimostrare il suo valore a tutti i numerosi mediocri che lo sottovalutano e che gli sbarrano la strada con le loro innumerevoli capziosità. Anche Saitama viene piegato dal sistema, e la sua integrazione in esso corrisponde a una limitazione della sua personalità e delle sue potenzialità. Egli verrà catalogato come eroe secondario, deriso e ignorato dagli eroi della casta superiore, e i meriti delle sue azioni spesso se li prenderà qualcun altro; in un episodio avremo addirittura modo di assistere a una vera e propria rivolta della popolazione nei suoi confronti, proprio come accadeva ritualmente ai paladini della giustizia tipici dei tokusatsu settantini.

A proposito di tokusatsu, con il suo citazionismo estremo "One-Punch Man" tira dentro di tutto, addirittura una simpatica presa in giro di Kamen Rider, License-less Rider, un personaggio caricaturale che simboleggia il lavoratore giapponese onesto, ingenuo e devoto al prossimo, l'ultima ruota del carro che tuttavia è in grado di prendersi una vittoria morale sul degrado circostante - l'episodio di cui è protagonista è certamente uno dei migliori, data la sua avvincente commistione tra serio e faceto.
Gli omaggi alla tradizione supereroistica dei comics americani si sprecano, e il rozzo umorismo che anima le gag che anticipano la rituale sconfitta del nemico di turno non risparmia nessuno: omosessuali che si spogliano completamente nudi parodiando "Sailor Moon", lolite-esper isteriche che starnazzano perché ignorate dal protagonista, pretenziosi discorsi sugli improbabili allenamenti dei superbi eroi dell'associazione, che vengono stroncati dal banalissimo training a base di trazioni, flessioni e corsa di Saitama - e tanto altro ancora. "One¬-Punch Man" guarda al passato facendosi una sonora risata, prendendo l'innegabile saturazione postmoderna che lo circonda con lo stesso stato d'animo che avrebbe il suo protagonista durante lo scontro con uno dei suoi numerosi avversari.

Nonostante al suddetto basti un solo pugno per sconfiggere qualunque cosa, i combattimenti di "One-Punch Man" sono estremamente avvincenti, un selvaggio spettacolo di animazioni di alto livello che trasuda passione da ogni singolo frame. Ciononostante, a detta del direttore delle animazioni Chikasi Kubota, il budget di "One-Punch Man" non è affatto spropositato, ma rientra nella norma: una tale qualità tecnica è merito dell'impegno dei talenti guidati dal director Shingo Natsume, che in passato era stato direttore dell'animazione del quarto episodio del seminale "Welcome to the N.H.K.", nonché animatore in "Gurren Lagann", "Bokurano", "Space Dandy" (in cui figura altresì come regista), "Panty & Stocking with Garterbelt" (dodicesimo episodio), "Fullmetal Alchemist: Brotherhood"... sino alla prestigiosa collaborazione con Masaaki Yuasa, assieme al quale ha lavorato nel capolavoro "The Tatami Galaxy", consacrandosi ad animatore di culto. Grazie alla presenza nello staff di Shingo Natsume, in "One-Punch Man" è stata utilizzata l'animazione virtuale della web generation di animatori, dei giovanissimi appassionati i cui punti di forza sono l'animazione di esplosioni, laser ed effetti cinetici immediati - nonostante la loro scarsa perizia nei fondamenti del disegno. E' da notare che l'illustratore del manga, Yusuke Murata, sia un esperto di animazione, e che le sue tavole sono state create con lo stesso processo carico di dinamicità tipico dell'anime: questo senz'altro ha contribuito a spianare la strada allo staff della serie animata.

L'apice della pirotecnia tecnica di "One-Punch Man" è lo scontro che avviene nell'ultima puntata, in cui Shingo Natsume ribadisce il suo status di sakuga director donando ai posteri un delirio visivo estremo, che rimanda ai fasti cosmici di "Gurren Lagann": il protagonista finirà addirittura sulla Luna, tratterrà il fiato come se dovesse tuffarsi in piscina, e salterà nello spazio per superare illeso l'atmosfera terrestre, con lo stesso stato d'animo che avrebbe durante una passeggiata al parco (!).

In conclusione, "One-Punch Man" non è di certo una serie priva di difetti, nonostante il suo comparto tecnico sfavillante e alcune trovate comiche geniali: alcuni episodi si rivelano più deboli e meno interessanti di altri, e chi non è avvezzo allo schema tokusatsu potrebbe risultare infastidito dalla ripetitività del semplice meccanismo narrativo sul quale si basa tutta la serie. Inoltre il finale, per quanto spettacolare, è incompleto, in quanto la serie non copre tutto il manga originale. Fatto salvo ciò, il livello di qualità generale dell'anime rimane comunque elevato, e chi è dotato di un buon sense of humor adorerà la grezza ironia di cui l'opera è infarcita, che non si trattiene dallo sfociare nel volgare e nel grossolano con fare sornione, senza darsi troppa importanza e senza avanzare pretese di sorta nei confronti dello spettatore. Si tratta di una serie a suo modo tarantiniana, ovvero basata su grottesche inezie legate alla più becera cultura di massa, che nondimeno vengono rappresentate con grande perizia tecnica da artisti che ci hanno messo il cuore. E lo strepitoso successo dell'opera conferma che, facendo animazione mossi da una grande passione, chi sta dall'altra parte dello schermo ricambierà la cortesia appassionandosi a sua volta - soprattutto chi si approccia per la prima volta al quanto mai vasto medium dell'animazione giapponese tutta.


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jenji

Episodi visti: 12/24 --- Voto 10
Ed eccomi a recensire la serie di cui si è più parlato in quest'anno, "One-Punch Man", originariamente un web manga di ONE, poi ridisegnato dalla mano di Yusuke Murata (conosciuto per essere il disegnatore di "Eyeshield 21") e successivamente adattato ad anime dalla Madhouse.

Se già l'esordio di quest'opera può sembrare pittoresco, sembrerà ancor più strano pensare che dopo soli tre episodi aveva già spopolato in tutto il web. C'è chi è arrivato addirittura a dire che "One-Punch Man" ha salvato gli anime del 2015 e, che dire... condivido in pieno. Era tempo ormai che non provavo più delle simili emozioni nel guardare un anime: in un periodo in cui lo stereotipo regna sovrano e l'originalità sembra essere sepolta, "One-Punch Man" si rivela essere un'opera straordinariamente fresca e "differente", complice il fatto che i personaggi sono caratterizzati alla perfezione e mai scontati, che le animazioni sono veramente realizzate con una cura maniacale, tanto che ogni combattimento riesce a farti stupire e sorprendere per la propria fluidità e spettacolarità, che quest'anime fa ridere ma sa anche incupirsi nel momento giusto, tanto da "pugnalarti alle spalle" con qualche emozione più umana di tanto in tanto, infilata in un contesto ricco e variopinto.

Insomma, "One-Punch Man" è davvero un capolavoro, non ha sostanziali pecche a parte l'inizio un po' gozzovigliante che potrebbe non convincere molto chi si avvicina all'opera cercando una trama complessa - anzi si potrebbe dire che "One-Punch Man" non ne abbia neanche una ben definita, ma va bene così. Dopo aver visto l'ultimo episodio posso dire di aver visto un anime di bellezza quasi ineguagliabile, che mi ha fatto affezionare a tutti i personaggi e che non vedo l'ora di poter continuare. Per quanto mi riguarda il mio voto è 10 e lode.


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Kida_10

Episodi visti: 12/24 --- Voto 7,5
"One-Punch Man" è sicuramente la serie più attesa di questa stagione autunnale 2015. L'opera si compone di dodici episodi di durata canonica ed è tratta dall'omonimo manga disegnato da Yusuke Murata e ideato da ONE.

Il protagonista principale è Saitama, un ragazzo di venticinque anni, nonché supereroe per hobby; le sue principali caratteristiche sono la precoce calvizie e la facoltà di annientare qualsiasi nemico con un solo e semplice pugno. Nonostante la sua forza spropositata, e i numerosi servigi offerti alla comunità, quest'ultima non lo riconosce come beniamino della giustizia, privilegiando invece altri supereroi dalla dubbia moralità. Annoiato dalla propria superiorità, Saitama è alla costante ricerca di un avversario con cui potersi confrontare alla pari, finché un giorno incontra un cyborg di nome Genos...

Una trama semplice e divertente per un'opera le cui mire principali sono quelle di raggirare e decostruire completamente il genere "shounen", partendo in primo luogo dal protagonista. A differenza del classico stereotipo del genere, che inizialmente è sempre debole e alla continua ricerca di migliorarsi, Saitama è già di gran lunga il più forte, al punto da essere annoiato dall'inconsistenza degli avversari che gli si parano davanti. Com'è possibile quindi che un eroe così importante per il genere umano non venga riconosciuto come tale? Molto semplice, perché non è iscritto all'associazione degli eroi. E' proprio tramite questo piccolo espediente che l'autore metterà più volte in evidenza la fragilità della società; quando Saitama entrerà a far parte dell'associazione verrà classificato come eroe di "classe C", ovvero la più scadente, e quando salverà la popolazione sconfiggendo nemici contro i quali neanche eroi di classi superiori hanno potuto nulla, verrà inevitabilmente accusato di essere un imbroglione. Questo è il segnale evidente che sono la società e l'associazione stesse a non funzionare correttamente, e che la meritocrazia non vale quanto l'etichetta.
Prima o poi verranno riconosciuti al povero Saitama i meriti che gli spettano?

Ad affiancare Saitama nella sua stravagante avventura, troviamo Genos, un cyborg che, dopo aver affrontato il protagonista e averlo riconosciuto come suo maestro, lo accompagnerà giorno dopo giorno, seguendolo quasi ossessivamente. Il giovane, dall'animo buono e compassionevole, sembra essere l'unico ad accorgersi della straordinaria potenza di Saitama, e rimane incredulo di fronte alla cecità delle altre persone. Genos incarna le caratteristiche principali del classico protagonista del genere, ma nel contesto specifico non avrà bisogno di migliorarsi continuamente scontro dopo scontro, perché ci penserà puntualmente Saitama a risolvere la situazione.
"One-punch Man" sbeffeggia e ridicolizza quelle che sono state le basi degli "shounen" degli ultimi quarant'anni, e ormai non è il primo prodotto che mira a decostruire un genere sfottendolo da cima a fondo, ma, a differenza di molte altre opere, lo fa magistralmente, senza risultare noioso o pesante.

Tecnicamente "One-punch Man" è un capolavoro sotto tutti i punti di vista. Il design dei personaggi è variegato e in molti casi bizzarro, mentre i fondali sono accuratamente dettagliati. Dal punto di vista grafico il fiore all'occhiello sono sicuramente i combattimenti, dinamici, esplosivi e ricchi di effetti speciali di alto livello. Il comparto sonoro si difende bene, ottime sono le OST e il doppiaggio, e particolarmente azzeccata anche la sigla d'apertura. Il finale non conclude definitivamente l'opera, e visto l'apprezzamento riscontrato è più che plausibile aspettarsi una seconda stagione che continui le avventure del più forte dei supereroi.

L'opera è per molti aspetti originale, affronta delle tematiche interessanti, e tecnicamente è di alto livello, tuttavia non è riuscita a coinvolgermi come avrei sperato. Le gag funzionano bene, ma già dopo qualche episodio la serie assume una piega scontata e altamente prevedibile, e inizia a perdere quella brillantezza che la distingueva nelle battute iniziali. Sicuramente un prodotto che non è passato inosservato, ma che a mio parere non merita tutta quella spropositata fama che ha riscosso; rimane comunque un'opera ottima sotto ogni punto di vista, della quale consiglio caldamente la visione.

micheles

Episodi visti: 11/24 --- Voto 9
Qual è la ragione del successo di "One Punch Man"? Certamente ce n'è più d'una. Da un lato l'ironia dissacrante e citazionistica appagherà tutti i conoscitori del genere shonen; dall'altro la qualità eccellente delle animazioni e del chara design, come pure della sigla del Jam Project, soddisferà gli estimatori degli aspetti tecnici. È indubbio che carte vincenti di questa serie siano l'originalità e un protagonista del tutto fuori dagli schemi; ma bisogna citare a credito della serie anche il numeroso cast di comprimari, tutti diversi e azzeccati. Io in questa sede mi soffermerò su di un unico aspetto: non pretendo che sia l'unico, né che sia il più importante, ma è certamente un aspetto significativo della serie che merita un'analisi.

"One Punch Man" affascina perché gioca brillantemente sui binomi quotidianità/eccezionalità, stupidità/forza, finito/infinito. Da un lato Saitama è un personaggio insignificante, ordinario, annoiato e antieroico, privo di verve e di fascino, dall'altro è dotato di un potere infinito. Ha una sola arma, un tanto semplice quanto banale pugno, un'arma a disposizione di chiunque, eppure è tutto quanto gli basta. Perché il pugno di Saitama è dotato di un potere senza limiti, e già da sola questa è un'intuizione di grandissimo fascino. Il pugno è la prima arma mai usata dall'uomo, già disponibile ai lattanti, è un'arma di carattere primordiale, anti-tecnologica in massimo grado e dotata di una potenzialità simbolica immensa. Potenzialità simbolica che certo non è stata capita e sfruttata solo da "One Punch Man", ma ha dominato l'immaginario degli anime da decenni, perlomeno dai tempi del Rocket Punch di Mazinga. Il pugno è stato glorificato negli anime robotici per anni e anni, dai Pugni Atomici, ai Magli Perforanti degli anni settanta, fino ad arrivare al Mugen Punch di Aquarion e al Pugno di Shin Mazinger negli anni duemila. Il pugno di Saitama si inscrive in questa tradizione.

Che la forza di Saitama sia sconfinata si capisce benissimo fin dalla prima puntata, quando abbatte un gigante grande quanto una montagna. Nella quinta puntata, in cui Saitama si allena con Genos, ci viene detto esplicitamente che la potenza di Saitama è su di un livello completamente differente da quello di un qualunque eroe anche di classe S. Nella settima puntata il pugno di Saitama distrugge un meteorite, ma senza alcuno sforzo. Non si fa nessuna fatica a credere che il pugno di Saitama possa distruggere un intero pianeta, così come negli anni ottanta facevano le leggendarie Ideon Swords (che nonostante il nome non erano spade, ma semplici estensioni luminose dei pugni del robot gigante Ideon). Del resto nell'undicesima puntata il Dominatore dell'Universo dice esplicitamente che non è in grado di discernere alcun limite alla forza di Saitama.

"One Punch Man" costruisce su una tradizione consolidata, sul fascino irresistibile dell'eroe dal potere senza limiti: nel mondo dei comics occidentali viene in mente la figura dell'Incredibile Hulk, che più si arrabbia più diventa forte, motivo per cui non esiste un limite ufficiale alla forza dei sui pugni. Si potrebbe ascrivere la stessa assenza di limiti alla forza di Ercole, di origine divina (basti che l'eroe reciti la formula "Padre dammi la forza!" per avere tutta la potenza che gli serve). Nel caso di Saitama la genialità è stata quella di associare lo stesso senso dell'infinito che tanto solletica il bambino dentro lo spettatore con un approccio umoristico e dissacrante, per cui Saitama è detentore sì di tanto potere, ma senza ragione apparente (non ha nessuna qualità che lo distingua da innumerevoli altri eroi più meritevoli di lui), senza alcuno sforzo (il suo allenamento, descritto nella seconda puntata, è semplicemente ridicolo) e senza pagare alcun prezzo se non quello (umoristico) della perdita dei suoi capelli. Sembra che come per Sansone la forza sia legata ai suoi capelli, solo che per Saitama è la perdita dei capelli a garantirgli la forza. Chissà cosa gli succederebbe se gli ricrescessero i capelli?

La serie volge a suo vantaggio tutti gli stereotipi della narrativa di genere, primo fra tutti la ripetitività: si sa fin dalla prima puntata che Saitama è invincibile, eppure le sue inevitabili vittorie non annoiano mai, così come il fruitore di racconti gialli non si annoia mai per l'inevitabile vittoria del detective. Ma nel caso di "One Punch Man" ci si diverte di più, perché è impossibile prevedere i dettagli della vittoria, come quando Saitama si mangia il mostro-alga appena sconfitto (apparentemente le alghe sono indicate contro la calvizie!). Per non parlare del fatto che "One-Punch Man" sfotte alla grande tutti i power up e gli allenamenti che ci siamo sorbiti negli ultimi trent'anni, da "Dragonball" a "Naruto": Saitama è invincibile fin dall'inizio, è già l'eroe più forte dell'intero universo e non ho alcun dubbio che sconfiggerà il Dominatore dell'Universo con un sol pugno nella puntata finale.

Insomma, la serie funziona: non solo perché l'idea dei tanti sbruffoni di turno, pretenziosi e che si credono chissà quanto potenti, annientati da Saitama come zanzare, appaga lo spettatore, ma anche per l'occasionale presenza di scene più serie e a volte addirittura commoventi (Mumen Raider, sto parlando di te!). In mezzo a tutto questo la serie si presta anche a svariate interpretazioni di critica della società giapponese. Certamente il sistema dell'associazione degli eroi è qualcosa che può far sorgere più di una riflessione. Per questo e tanti altri motivi è indubbio che "One-Punch Man" sia la serie rivelazione dell'anno. Peccato che duri solo dodici puntate!


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Gon

Episodi visti: 12/24 --- Voto 9
"One-Punch Man" è uno shonen che sembra una parodia di uno shonen. Già dal primo episodio infatti sono presenti diversi elementi comici che si distaccano profondamente dalle tipiche gag di "Naruto", "Bleach", "Dragonball" e così via.

Il protagonista è un eroe (o anti-eroe a seconda dei punti di vista) che fa l'eroe per hobby; la sua forza però è nettamente superiore a tutti i nemici incontrati - un pugno è sufficiente (one punch per l'appunto). L'introduzione di personaggi che prendono tutto seriamente come se si trovassero in uno shonen dai toni drammatici rende il contrasto con il nostro protagonista sempre più vivo, interessante e divertente. Divertente credo sia l'aggettivo che più si addice a questa serie.
Nonostante il clima comico la trama orizzontale è ben costruita, non mancano elementi splatter e combattimenti avvincenti (nonostante il one punch risolutivo). La serie promette molto bene e consiglio a tutti di provare a iniziarla. Un paio di episodi sono sufficienti per capire se piace o no.

Il voto crudo sarebbe un 8, ma essendo il manga un grande successo e siccome la serie promette davvero bene, mi sbilancio con un 9.

Utente39662

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Utente39662

Episodi visti: 8/24 --- Voto 10
"One-Punch Man" è l'adattamento animato del manga di successo di ONE e Yusuke Murata: uno degli anime più attesi del 2015. La fiducia riposta nella MadHouse era altissima, dopo aver sfornato capolavori come "Hunter x Hunter", "Kiseiju", "Death Parade" e così via. Si può assolutamente affermare che l'attesa è stata ripagata, ci troviamo di fronte a uno degli anime più belli mai creati.

La trama è di una semplicità quasi disarmante: in un mondo avvolto nel mistero, dove attacchi di mostri sono quotidiani, è riunita un'associazione di eroi pronta a difendere i cittadini. C'è chi lo fa per guadagno, chi per passione e chi per hobby, e uno di questi è il protagonista dell'opera: Saitama. Saitama non è altri che un ragazzo di venticinque anni, che ha misteriosamente ottenuto un potere che ha superato ogni limite umano. Dopo un lungo allenamento durato tre anni, ha il potere di battere qualsiasi mostro gli si presenti di fronte con un solo pugno.

"One-Punch Man" è una critica agli shonen moderni: ciò che infatti accomuna tutti i protagonisti dei classici shonen è il bisogno di diventare più forti giorno dopo giorno; Saitama è l'eccezione, lui è già il più forte.
La spettacolarità dei combattimenti, lo humor ben dosato, la particolarità del protagonista, il carisma e la caratterizzazione dei personaggi rende "One-Punch Man" un capolavoro.
Un anime consigliato a tutti, soprattutto agli amanti del genere; i complimenti vanno soprattutto alla Madhouse, perché ha fatto ancora una volta un lavoro degno di nota, per aver puntato su un manga che prima ancora era un webcomic che veniva pubblicato "per hobby" dall'autore, e che ora è il manga del momento e sta vendendo cifre stellari.