Vagabond
Con Vagabond ci troviamo di fronte ad uno dei miei manga preferiti di sempre. L’autore è Takehiko Inoue, divenuto famoso al grande pubblico grazia al super famoso (a merito!) Slam Dunk. L’autore di uno dei più famosi spokon di sempre qua cambia completamente registro e ci accompagna nel racconto, romanzato, della vita di Miyamoto Musashi, il più famoso samurai della storia giapponese.
L’opera nella trama ricalca inizialmente quella del romanzo Musashi di Eiji Yoshikawa per poi prendere una direzione personale nella costruzione delle vicende e nella caratterizzazione dei personaggi. Quest’ultima è sicuramente uno dei punti forti di questo manga, alcuni personaggi li ami altri li odi, ma difficilmente qualcuno ti sarà indifferente e, con loro, anche le loro vicende lasciano sempre qualcosa. La storia del protagonista, inoltre, nella sua ricerca della via della spada prima e del suo significato poi, mischia elementi di filosofia orientale e cerca di far capire cosa potesse significare per Musashi raggiungere il suo obiettivo di incomparabilmente forte. Qual è la vera forza? Cosa significa possederla? Questi quesiti, e molti altri, accompagnano il protagonista nella sua crescita da ragazzino forte nell’uso della spada ma spavaldo a in uomo adulto e conscio di quella che è la sua capacità effettiva. Vagabond non è solo una storia con ripetuti combattimenti ma, come già accennato, da spazio anche a momenti di pura riflessione sul senso della vita, della forza e della lotta.
Tutto questo viene collocato da Inoue perfettamente nel contesto storico e in una narrazione che non perde mai colpi e rimane serrata ed interessante anche nei momenti meno avventurosi.
Il comparto legato al disegno è magistrale ed i disegni sono realistici e ottimi, non solo per quello che riguarda i protagonisti ma anche per il lato legato agli sfondi e all’ambiente generale. Va fatto notare che, negli ultimi numeri questo diventa un po’ più sporco ma non per questo meno efficace.
In generale Vagabond è consigliato a tutti, non solo agli amanti del genere ma anche a coloro che hanno voglia di approcciarsi a qualcosa di interessante e maturo. Un manga che può dare molti spunti interessanti alla lettura, assolutamente da non perdere.
Unica pecca di questo lavoro è che con l’andare del tempo le uscite sono sempre più sporadiche. Dai Takehiko, fammi il favore e finiscimelo questo manga, non manca tanto!
L’opera nella trama ricalca inizialmente quella del romanzo Musashi di Eiji Yoshikawa per poi prendere una direzione personale nella costruzione delle vicende e nella caratterizzazione dei personaggi. Quest’ultima è sicuramente uno dei punti forti di questo manga, alcuni personaggi li ami altri li odi, ma difficilmente qualcuno ti sarà indifferente e, con loro, anche le loro vicende lasciano sempre qualcosa. La storia del protagonista, inoltre, nella sua ricerca della via della spada prima e del suo significato poi, mischia elementi di filosofia orientale e cerca di far capire cosa potesse significare per Musashi raggiungere il suo obiettivo di incomparabilmente forte. Qual è la vera forza? Cosa significa possederla? Questi quesiti, e molti altri, accompagnano il protagonista nella sua crescita da ragazzino forte nell’uso della spada ma spavaldo a in uomo adulto e conscio di quella che è la sua capacità effettiva. Vagabond non è solo una storia con ripetuti combattimenti ma, come già accennato, da spazio anche a momenti di pura riflessione sul senso della vita, della forza e della lotta.
Tutto questo viene collocato da Inoue perfettamente nel contesto storico e in una narrazione che non perde mai colpi e rimane serrata ed interessante anche nei momenti meno avventurosi.
Il comparto legato al disegno è magistrale ed i disegni sono realistici e ottimi, non solo per quello che riguarda i protagonisti ma anche per il lato legato agli sfondi e all’ambiente generale. Va fatto notare che, negli ultimi numeri questo diventa un po’ più sporco ma non per questo meno efficace.
In generale Vagabond è consigliato a tutti, non solo agli amanti del genere ma anche a coloro che hanno voglia di approcciarsi a qualcosa di interessante e maturo. Un manga che può dare molti spunti interessanti alla lettura, assolutamente da non perdere.
Unica pecca di questo lavoro è che con l’andare del tempo le uscite sono sempre più sporadiche. Dai Takehiko, fammi il favore e finiscimelo questo manga, non manca tanto!
Takehiko Inoue è un grande artista, famosissimo soprattutto per il manga "Slam Dunk" tuttavia io ho apprezzato molto di più "REAL" ( e l'ho recensito su questo sito) , altro suo lavoro che intreccia le vicende di tre protagonisti, il tema predominante è il vivere con una invalidità, c'è il richiamo all'amato basket che però qui è in carrozzina e fa comunque da contorno, un manga davvero molto intenso dal punto di vista psicologico, così diverso da "Slam Dunk" più sullo stampo ironico e sportivo.
Con "Vagabond" Takehiko Inoue mostra un'altra grande prova di maestria narrando le vicende romanzate di una persona realmente esistita nel Giappone del 1600 : Takezo Shinmen , che cambierà successivamente nome in Musashi Miyamoto.
Quest'ultimo, nato nel 1584 e autore del libro "I cinque anelli" (manuale diviso in 5 capitoli, il libro della terra, dell'acqua, del fuoco, dell'aria e del vuoto, ognuno narrante un aspetto dell'arte della spada) , uccise il suo primo avversario a 13 anni, a 17 partecipò alla battaglia di Sekigahara (da qui parte il manga) e dopo la sconfitta divenne un Ronin, un samurai senza padrone e fu vittorioso di oltre sessanta scontri con la spada durante il suo peregrinare per tutto il Giappone diventando maestro d'armi.
Takehiko Inoue rimase affascinato dal romanzo di Eiji Yoshikawa "Musashi" che narrava in chiave romanzata la vita di questo ronin, e da lì cominciò una serie di ricerche che includevano ovviamente la lettura del "libro dei cinque anelli", e riprodurrà nelle sue bellissime tavole l'atmosfera, gli abiti, le case, le tradizioni del Giappone feudale ricreando il suo Musashi Miyamoto un po' diverso dal romanzo.
I disegni sono qualcosa di spettacolare!
Ipnotici, impressionanti, realistici, dettagliatissimi, poetici, i volti meravigliosamente espressivi, i combattimenti violenti e carichi di vigore, gli sfondi curatissimi e magicamente immersivi. Una delizia per gli occhi. Meravigliosi da contemplare.
La parola Vagabond si riferisce a chi vaga senza un posto dove far ritorno, scritto in katakana la parola può indicare teppista, mascalzone, farabutto e per Inoue questi aggettivi erano perfetti per descrivere il suo furente protagonista.
** ATTENZIONE SPOILER SULLA TRAMA**
La trama parte con la battaglia consumata di Sekigahara , Takezo Shinmen e il suo amico d'infanzia Matahachi Honiden fanno parte dell'esercito sconfitto. Durante il loro ritorno a casa si imbattono in Oko e la figlia Akemi che li accoglieranno e cureranno, quest'ultime sopravvivono con le armi rubate ai caduti in battaglia per poi rivenderle; Matahachi abbandonerà in maniera codarda l'amico per fuggire con Oko (infine la sposerà ma diventerà un inconcludente buono a nulla che si farà mantenere dalla moglie e la figlia lavoratrici presso un bordello) e una volta che Takezo farà ritorno al loro villaggio natio per comunicare che Matahachi è vivo ma non farà ritorno, la madre dell'amico non crederà alle sue parole anzi, lo riterrà responsabile della morte del figlio (Takezo infatti lo aveva convinto a partire per la guerra con lui) scagliandogli contro l'intero villaggio.
La notizia del mancato ritorno di Matahachi sconvolge anche Otsu, inizialmente sua promessa sposa, che però riceverà una lettera in cui il ragazzo spiegherà tutto, di conseguenza lei lo lascerà subito; Otsu è cresciuta anche con Takezo e si intuisce che diventerà la donna più importante per lui e un amore ricambiato ..... ma purtroppo l'autore non è un buon conoscitore dell'animo femminile (come ha lui stesso ammesso), infatti il personaggio di Otsu risulta un pò piatto e banale, la sua evoluzione sentimentale e l'avvicinamento a Takezo è davvero lentissimo, sembra non approdare mai! Questo mi ha infastidito, tipico di Takehiko Inoue che nelle sottotrame romantiche è sempre insufficiente, la stessa cosa si avvertiva anche in "REAL" ;
Comunque grazie proprio a Otsu, Takezo si arrende al villaggio e al monaco Takuan che lo cattura e lo fa meditare sul suo destino legato penzolante ad un albero ad un altezza impressionante senza cibo e acqua per giorni finchè lo libera, raccontando al villaggio che la corda si è spezzata e il ragazzo nella caduta è morto rompendosi l'osso del collo; Da questo momento Takezo è morto, al suo posto nascerà Musashi Miyamoto, con questo nuovo nome e avvenire il nostro protagonista comincia la sua avventura per migliorare la sua tecnica con la Katana e realizzare il suo sogno: diventare incomparabilmente forte nel mondo!
Questo lo porterà a sfidare le varie scuole di spada dette Dojo presenti in Giappone, a capire cosa sono le vittorie, la sconfitta, il terrore, la rivincita, ma anche cos'è realmente "essere forti" scontro dopo scontro, incontrando di volta in volta avversarsi davvero temibili.
La figura di Takezo è assai carismatica, abbandonato dalla madre e con un padre freddo che meditava di ucciderlo per non farlo diventare forte come lui, il ragazzino visse sulle montagne isolato per molti anni della sua infanzia finché non fa amicizia con Matahachi e Otsu nel villaggio vicino, questo addolcì un poco il suo carattere anche se gli abitanti lo temevano e a 13 anni uccise per la prima volta.
Se da una parte abbiamo l'impavido, vigoroso, aggressivo, letale Musashi, dall'altro abbiamo il suo amico Matahachi Honiden che rappresenta l'esatto opposto: codardo fino al midollo, debole, ladro, bugiardo, egoista, approfittatore, truffatore, userà in maniera infame l'attestato del famoso spadaccino Kojiro Sasaki e ruberà la sua identità (credendolo morto) per cercare di riscattarsi in una nuova vita, per molto tempo senza successo.
Il viaggio di Takezo/Musashi si intreccerà continuamente a quello fraudolento dell'amico Matahachi/Kojiro e l'ho trovato molto azzeccato narrativamente perché per chi non è particolarmente amante dei duelli di spada come me, l'allenamento di Musashi a lungo andare tende ad essere un po' noioso e genericamente ripetitivo (una volta ottenuta vittoria o rivincita in duello, si cerca un nuovo avversario da sfidare e così via) .
Dal volume 14 l'autore , saggiamente a mio parere, cambia nettamente arco narrativo, si abbandonano per un po' Musashi e Matahachi e si narra l'infanzia e la vita dello spadaccino Kojiro Sasaki sordo e muto dalla nascita, il suo attaccamento al maestro di spada Kanemaki Jisai che gli farà da figura paterna nei primi anni di vita è davvero intenso ed emozionante.
Si capisce ben presto che Kojiro Sasaki sarà un personaggio importante, un talentuoso e carismatico coprotagonista nonostante il suo handicap, destinato ad essere uno dei più grandi rivali di Musashi e le sue vicende cominceranno ad intrecciarsi alle sue e a quelle di Matahachi.
Interessante è stato vedere anche dal volume 35 un inedito Musashi Miyamoto dedito all'agricoltura e alla coltivazione del riso in un piccolo villaggio insieme ai suoi poveri ma umili abitanti e ad un bimbo orfano di nome Iori, per un breve periodo come pausa dal suo allenamento da samurai; Una sottotrama che mostra le difficoltà legate alla coltivazione della terra in quel periodo con i mezzi a propria disposizione e cosa vuol dire arrivare a patire la vera fame, un pezzo interessante che porterà, come molti altri incontri precedenti a far evolvere caratterialmente il nostro protagonista .
** FINE SPOILER TRAMA **
La lettura è scorrevole, nonostante i numerosissimi duelli e altrettanti avversari dai nomi complessi e non facili da ricordare.
Va precisato che, nonostante le interessanti sottotrame che vengono collocate nei punti giusti in modo da non appesantire la lettura, sono in realtà gli scontri con la katana ad essere il fulcro di tutta la narrazione a cui l'autore dedica numerosissime pagine oltre a filosofeggiare su cosa significhi esser samurai.
L'edizione deluxe della Planet manga è buona ma col passare degli anni le pagine tendono ad ingiallire.
Questo titolo rientra tra le migliori vendite della casa editrice che lo ha inserito tra i titoli sempre in ristampa, ciò permette a chiunque volesse cominciare la serie, come ho fatto io, di reperire piano piano tutti i volumi che usciranno costantemente con un po' di pazienza sul mercato, senza andare alla ricerca degli esauriti a costi folli.
Purtroppo l'opera è ancora in corso e Takehiko Inoue, dopo anni di lavoro a due serie consecutive "Vagabond" appunto e "REAL", ha deciso di fermarsi con entrambi i titoli a data per ora indefinita, forse per il forte stress tipico dei Giapponesi che lavorano a ritmi per noi impensabili? Fatto sta che da parecchi anni non si muove più nulla e l'autore si era e si sta dedicando ad altri progetti come il nuovo film su "Slam Dunk" dove è regista.
Peccato perché si vede che "Vagabond" è un manga fatto con tanto amore e passione per la propria patria e la sua storia, cultura, usi e costumi di allora.
Un titolo che mi sento di consigliare a tutti, agli amanti soprattutto dei manga storici ricchi di duelli con le spade ma con anche una buona introspezione psicologica, a chi vorrebbe assaporare l'atmosfera immersiva del Giappone del 1600 legato alla figura leggendaria del Samurai .
Con "Vagabond" Takehiko Inoue mostra un'altra grande prova di maestria narrando le vicende romanzate di una persona realmente esistita nel Giappone del 1600 : Takezo Shinmen , che cambierà successivamente nome in Musashi Miyamoto.
Quest'ultimo, nato nel 1584 e autore del libro "I cinque anelli" (manuale diviso in 5 capitoli, il libro della terra, dell'acqua, del fuoco, dell'aria e del vuoto, ognuno narrante un aspetto dell'arte della spada) , uccise il suo primo avversario a 13 anni, a 17 partecipò alla battaglia di Sekigahara (da qui parte il manga) e dopo la sconfitta divenne un Ronin, un samurai senza padrone e fu vittorioso di oltre sessanta scontri con la spada durante il suo peregrinare per tutto il Giappone diventando maestro d'armi.
Takehiko Inoue rimase affascinato dal romanzo di Eiji Yoshikawa "Musashi" che narrava in chiave romanzata la vita di questo ronin, e da lì cominciò una serie di ricerche che includevano ovviamente la lettura del "libro dei cinque anelli", e riprodurrà nelle sue bellissime tavole l'atmosfera, gli abiti, le case, le tradizioni del Giappone feudale ricreando il suo Musashi Miyamoto un po' diverso dal romanzo.
I disegni sono qualcosa di spettacolare!
Ipnotici, impressionanti, realistici, dettagliatissimi, poetici, i volti meravigliosamente espressivi, i combattimenti violenti e carichi di vigore, gli sfondi curatissimi e magicamente immersivi. Una delizia per gli occhi. Meravigliosi da contemplare.
La parola Vagabond si riferisce a chi vaga senza un posto dove far ritorno, scritto in katakana la parola può indicare teppista, mascalzone, farabutto e per Inoue questi aggettivi erano perfetti per descrivere il suo furente protagonista.
** ATTENZIONE SPOILER SULLA TRAMA**
La trama parte con la battaglia consumata di Sekigahara , Takezo Shinmen e il suo amico d'infanzia Matahachi Honiden fanno parte dell'esercito sconfitto. Durante il loro ritorno a casa si imbattono in Oko e la figlia Akemi che li accoglieranno e cureranno, quest'ultime sopravvivono con le armi rubate ai caduti in battaglia per poi rivenderle; Matahachi abbandonerà in maniera codarda l'amico per fuggire con Oko (infine la sposerà ma diventerà un inconcludente buono a nulla che si farà mantenere dalla moglie e la figlia lavoratrici presso un bordello) e una volta che Takezo farà ritorno al loro villaggio natio per comunicare che Matahachi è vivo ma non farà ritorno, la madre dell'amico non crederà alle sue parole anzi, lo riterrà responsabile della morte del figlio (Takezo infatti lo aveva convinto a partire per la guerra con lui) scagliandogli contro l'intero villaggio.
La notizia del mancato ritorno di Matahachi sconvolge anche Otsu, inizialmente sua promessa sposa, che però riceverà una lettera in cui il ragazzo spiegherà tutto, di conseguenza lei lo lascerà subito; Otsu è cresciuta anche con Takezo e si intuisce che diventerà la donna più importante per lui e un amore ricambiato ..... ma purtroppo l'autore non è un buon conoscitore dell'animo femminile (come ha lui stesso ammesso), infatti il personaggio di Otsu risulta un pò piatto e banale, la sua evoluzione sentimentale e l'avvicinamento a Takezo è davvero lentissimo, sembra non approdare mai! Questo mi ha infastidito, tipico di Takehiko Inoue che nelle sottotrame romantiche è sempre insufficiente, la stessa cosa si avvertiva anche in "REAL" ;
Comunque grazie proprio a Otsu, Takezo si arrende al villaggio e al monaco Takuan che lo cattura e lo fa meditare sul suo destino legato penzolante ad un albero ad un altezza impressionante senza cibo e acqua per giorni finchè lo libera, raccontando al villaggio che la corda si è spezzata e il ragazzo nella caduta è morto rompendosi l'osso del collo; Da questo momento Takezo è morto, al suo posto nascerà Musashi Miyamoto, con questo nuovo nome e avvenire il nostro protagonista comincia la sua avventura per migliorare la sua tecnica con la Katana e realizzare il suo sogno: diventare incomparabilmente forte nel mondo!
Questo lo porterà a sfidare le varie scuole di spada dette Dojo presenti in Giappone, a capire cosa sono le vittorie, la sconfitta, il terrore, la rivincita, ma anche cos'è realmente "essere forti" scontro dopo scontro, incontrando di volta in volta avversarsi davvero temibili.
La figura di Takezo è assai carismatica, abbandonato dalla madre e con un padre freddo che meditava di ucciderlo per non farlo diventare forte come lui, il ragazzino visse sulle montagne isolato per molti anni della sua infanzia finché non fa amicizia con Matahachi e Otsu nel villaggio vicino, questo addolcì un poco il suo carattere anche se gli abitanti lo temevano e a 13 anni uccise per la prima volta.
Se da una parte abbiamo l'impavido, vigoroso, aggressivo, letale Musashi, dall'altro abbiamo il suo amico Matahachi Honiden che rappresenta l'esatto opposto: codardo fino al midollo, debole, ladro, bugiardo, egoista, approfittatore, truffatore, userà in maniera infame l'attestato del famoso spadaccino Kojiro Sasaki e ruberà la sua identità (credendolo morto) per cercare di riscattarsi in una nuova vita, per molto tempo senza successo.
Il viaggio di Takezo/Musashi si intreccerà continuamente a quello fraudolento dell'amico Matahachi/Kojiro e l'ho trovato molto azzeccato narrativamente perché per chi non è particolarmente amante dei duelli di spada come me, l'allenamento di Musashi a lungo andare tende ad essere un po' noioso e genericamente ripetitivo (una volta ottenuta vittoria o rivincita in duello, si cerca un nuovo avversario da sfidare e così via) .
Dal volume 14 l'autore , saggiamente a mio parere, cambia nettamente arco narrativo, si abbandonano per un po' Musashi e Matahachi e si narra l'infanzia e la vita dello spadaccino Kojiro Sasaki sordo e muto dalla nascita, il suo attaccamento al maestro di spada Kanemaki Jisai che gli farà da figura paterna nei primi anni di vita è davvero intenso ed emozionante.
Si capisce ben presto che Kojiro Sasaki sarà un personaggio importante, un talentuoso e carismatico coprotagonista nonostante il suo handicap, destinato ad essere uno dei più grandi rivali di Musashi e le sue vicende cominceranno ad intrecciarsi alle sue e a quelle di Matahachi.
Interessante è stato vedere anche dal volume 35 un inedito Musashi Miyamoto dedito all'agricoltura e alla coltivazione del riso in un piccolo villaggio insieme ai suoi poveri ma umili abitanti e ad un bimbo orfano di nome Iori, per un breve periodo come pausa dal suo allenamento da samurai; Una sottotrama che mostra le difficoltà legate alla coltivazione della terra in quel periodo con i mezzi a propria disposizione e cosa vuol dire arrivare a patire la vera fame, un pezzo interessante che porterà, come molti altri incontri precedenti a far evolvere caratterialmente il nostro protagonista .
** FINE SPOILER TRAMA **
La lettura è scorrevole, nonostante i numerosissimi duelli e altrettanti avversari dai nomi complessi e non facili da ricordare.
Va precisato che, nonostante le interessanti sottotrame che vengono collocate nei punti giusti in modo da non appesantire la lettura, sono in realtà gli scontri con la katana ad essere il fulcro di tutta la narrazione a cui l'autore dedica numerosissime pagine oltre a filosofeggiare su cosa significhi esser samurai.
L'edizione deluxe della Planet manga è buona ma col passare degli anni le pagine tendono ad ingiallire.
Questo titolo rientra tra le migliori vendite della casa editrice che lo ha inserito tra i titoli sempre in ristampa, ciò permette a chiunque volesse cominciare la serie, come ho fatto io, di reperire piano piano tutti i volumi che usciranno costantemente con un po' di pazienza sul mercato, senza andare alla ricerca degli esauriti a costi folli.
Purtroppo l'opera è ancora in corso e Takehiko Inoue, dopo anni di lavoro a due serie consecutive "Vagabond" appunto e "REAL", ha deciso di fermarsi con entrambi i titoli a data per ora indefinita, forse per il forte stress tipico dei Giapponesi che lavorano a ritmi per noi impensabili? Fatto sta che da parecchi anni non si muove più nulla e l'autore si era e si sta dedicando ad altri progetti come il nuovo film su "Slam Dunk" dove è regista.
Peccato perché si vede che "Vagabond" è un manga fatto con tanto amore e passione per la propria patria e la sua storia, cultura, usi e costumi di allora.
Un titolo che mi sento di consigliare a tutti, agli amanti soprattutto dei manga storici ricchi di duelli con le spade ma con anche una buona introspezione psicologica, a chi vorrebbe assaporare l'atmosfera immersiva del Giappone del 1600 legato alla figura leggendaria del Samurai .
Viaggiare come vagabondo nel periodo Edo del Giappone non è mai stata una buona idea, tranne per Takezo Shinmen, giovane spadaccino inesperto, ma dalla forza sovrumana.
Dopo la sua "rinascita", Takezo diventato Musashi, partirà per un viaggio al solo scopo di diventare il più forte spadaccino del Giappone e per riuscirci avrà bisogno di allenamento e battaglie all'ultimo sangue che lo segneranno a vita.
I combattimenti, inizialmente descritti da brutali colpi intenti ad uccidere e massacrare, si evolveranno in battaglie mentali e spirituali dove si scoprirà il valore della via della spada e della propria vita.
Il vero senso del combattere e viaggiare sarà espresso dalle sue scelte, e spesso Musashi verrà condizionato dai maestri di spada che incontrerà e che gli insegneranno il valore del termine "invincibile" espresso solamente da una parola.
La sete di sangue cercherà di prendere il sopravvento e cercherà di farlo crollare in un abisso senza fondo, che lo porterà a ragionare da solo, ma anche aiutato.
Il valore espresso dalle condizioni di Kojiro, l'altra controfigura protagonista, eccellente spadaccino dalle abilità leggendarie, non udente e muto con gli occhi di un bambino, ma che portano il peso di migliaia di cadaveri incontrati sul cammino.
L'istinto porterà i due spadaccini a capire la loro posizione nel mondo, entrambi anche non scontrandosi, capiscono la vera forza dell'altro e ad essere alleati e non nemici.
Personalmente la reputo un'opera stupenda, che attraverso le situazioni pericolose, le ombre del tratto portano ad immergersi in una lettura mozzafiato.
Però anche con qualche tratto "frettoloso" e a volte trascurato e personaggi difficilmente riconoscibili (il nome non aiuta affatto), si riesce benissimo a percepire l'intento della tavola, i balloon che non interferiscono con l'azione che sta accadendo, che accentuano l'importanza dei discorsi.
La lettura fruibile invoglia ad andare avanti e scoprire quale altra situazione porterà i protagonisti a chiedersi di loro stessi.
La mancanza di idee da parte di Inoue non aiuta, anzi peggiora la situazione del lettore lasciandolo spiazzato all'ultimo numero, affamato di lettura e a bocca asciutta.
Veramente un capolavoro, pensato e ripensato fino a spremere al massimo l'andatura della storia e condizionare chi la legge.
Dopo la sua "rinascita", Takezo diventato Musashi, partirà per un viaggio al solo scopo di diventare il più forte spadaccino del Giappone e per riuscirci avrà bisogno di allenamento e battaglie all'ultimo sangue che lo segneranno a vita.
I combattimenti, inizialmente descritti da brutali colpi intenti ad uccidere e massacrare, si evolveranno in battaglie mentali e spirituali dove si scoprirà il valore della via della spada e della propria vita.
Il vero senso del combattere e viaggiare sarà espresso dalle sue scelte, e spesso Musashi verrà condizionato dai maestri di spada che incontrerà e che gli insegneranno il valore del termine "invincibile" espresso solamente da una parola.
La sete di sangue cercherà di prendere il sopravvento e cercherà di farlo crollare in un abisso senza fondo, che lo porterà a ragionare da solo, ma anche aiutato.
Il valore espresso dalle condizioni di Kojiro, l'altra controfigura protagonista, eccellente spadaccino dalle abilità leggendarie, non udente e muto con gli occhi di un bambino, ma che portano il peso di migliaia di cadaveri incontrati sul cammino.
L'istinto porterà i due spadaccini a capire la loro posizione nel mondo, entrambi anche non scontrandosi, capiscono la vera forza dell'altro e ad essere alleati e non nemici.
Personalmente la reputo un'opera stupenda, che attraverso le situazioni pericolose, le ombre del tratto portano ad immergersi in una lettura mozzafiato.
Però anche con qualche tratto "frettoloso" e a volte trascurato e personaggi difficilmente riconoscibili (il nome non aiuta affatto), si riesce benissimo a percepire l'intento della tavola, i balloon che non interferiscono con l'azione che sta accadendo, che accentuano l'importanza dei discorsi.
La lettura fruibile invoglia ad andare avanti e scoprire quale altra situazione porterà i protagonisti a chiedersi di loro stessi.
La mancanza di idee da parte di Inoue non aiuta, anzi peggiora la situazione del lettore lasciandolo spiazzato all'ultimo numero, affamato di lettura e a bocca asciutta.
Veramente un capolavoro, pensato e ripensato fino a spremere al massimo l'andatura della storia e condizionare chi la legge.
Takehiko Inoue, diventato famoso per Slam Dunk iniziato su Weekly Shonen Jump nel 1990, nel 1999 da vita a due seinen ancora in corso: Real, una storia di disabili che giocano a basket, per la Shueisha e Vagabond, l’opera di cui parlo oggi, per la Kodansha.
Il primo volume ci porta nel 1600 sul campo della battaglia di Sekigahara in cui vediamo Takezo e il suo compagno Matahachi andarsene via dopo essersi schierati dalla parte perdente dei Toyotomi: Takezo è triste per essere arrivato tardi ma comunque riesce a combattere mentre si ritira ma presto i due si separeranno con Takezo che decide di diventare l’uomo più forte sotto il cielo e cambia il il nome in Musashi e l’amico che si fa traviare dalle donne e si trasforma rapidamente in un beone e in un bugiardo.
La storia però si basa di più a questo punto più sugli incontri e scontri di Musashi e della sua nemesi Sasaki Kojiro il quale prenderà il posto del protagonista in parecchi volumi della narrazione dove se ne scoprirà l’infanzia e le lotte.
Non siamo ancora arrivati al loro duello dopo più di trenta volumi: sceneggiati e disegnati perlopiù bene dal maestro Inoue, perché perlopiù? Perché ad un certo punto entrano in campo cose irrealistiche come fantasmi sia disegnati bene (il clan Yoshioka) sia disegnati male (i maestri incontrati per strada) e i demoni che abitano dentro di lui… che abbassano la qualità per alcuni volumi. Oltre ciò Inoue per prendersi il tempo per riflettere sulla trama accorcia gli episodi per alcuni volumi e si inventa un narratore fisico (indovinate chi…) fortunatamente dopo queste cantonate si riprende ma si allontana dalla vetta della perfezione.
Quindi i volumi sono quasi tutti ben disegnati e sceneggiati con delle cadute come da me già detto: l’opera è un seinen storico in cui si affrontano personaggi reali, ma di questi scontri non ne siamo certi (è una storia dunque romanzata), è in viaggio nel tentativo di diventare invincibile ma da cui si impara che invincibile è solo una parola e che bisogna crescere dentro per diventare forti: smettere di essere bestie con la strada e diventare umani.
Il primo volume ci porta nel 1600 sul campo della battaglia di Sekigahara in cui vediamo Takezo e il suo compagno Matahachi andarsene via dopo essersi schierati dalla parte perdente dei Toyotomi: Takezo è triste per essere arrivato tardi ma comunque riesce a combattere mentre si ritira ma presto i due si separeranno con Takezo che decide di diventare l’uomo più forte sotto il cielo e cambia il il nome in Musashi e l’amico che si fa traviare dalle donne e si trasforma rapidamente in un beone e in un bugiardo.
La storia però si basa di più a questo punto più sugli incontri e scontri di Musashi e della sua nemesi Sasaki Kojiro il quale prenderà il posto del protagonista in parecchi volumi della narrazione dove se ne scoprirà l’infanzia e le lotte.
Non siamo ancora arrivati al loro duello dopo più di trenta volumi: sceneggiati e disegnati perlopiù bene dal maestro Inoue, perché perlopiù? Perché ad un certo punto entrano in campo cose irrealistiche come fantasmi sia disegnati bene (il clan Yoshioka) sia disegnati male (i maestri incontrati per strada) e i demoni che abitano dentro di lui… che abbassano la qualità per alcuni volumi. Oltre ciò Inoue per prendersi il tempo per riflettere sulla trama accorcia gli episodi per alcuni volumi e si inventa un narratore fisico (indovinate chi…) fortunatamente dopo queste cantonate si riprende ma si allontana dalla vetta della perfezione.
Quindi i volumi sono quasi tutti ben disegnati e sceneggiati con delle cadute come da me già detto: l’opera è un seinen storico in cui si affrontano personaggi reali, ma di questi scontri non ne siamo certi (è una storia dunque romanzata), è in viaggio nel tentativo di diventare invincibile ma da cui si impara che invincibile è solo una parola e che bisogna crescere dentro per diventare forti: smettere di essere bestie con la strada e diventare umani.
"Vagabond" è un manga a sfondo storico, liberamente ispirato al romanzo di Eiji Yoshikawa, che racconta la storia del samurai probabilmente più famoso di tutti i tempi: Musashi Miyamoto. Partendo dal presupposto che, a mio parere, una qualsiasi opera di narrativa incentrata su personaggi realmente esistiti, che ne ripercorra le vicissitudini in maniera più o meno romanzata, può essere massimamente apprezzata solo qualora si abbia almeno una minima infarinatura delle vicende in questione, mi permetto di dare comunque un giudizio di quest'opera nonostante la mia colpevole ignoranza in materia. E lo faccio perché, senza usare mezzi termini, ritengo "Vagabond" un capolavoro del fumetto non solo giapponese.
Il fumetto prende il via dalla conclusione della celebre battaglia di Sekighara, in cui Musashi è un soldato che parteggia per la fazione perdente. Tuttavia, ben lontano dal lasciarsi abbattere dalla difficile situazione in cui si viene a trovare, dopo una serie di peripezie rinascerà come samurai errante, che ambisce ad imporsi come un nuovo maestro di spada. Dalla visita al tempio Hozoin fino ai diversi litigi con la scuola Yoshioka, si trovano in questo manga diversi avvenimenti aventi una base storica comprovata, ragionevolmente rielaborati per fini narrativi. L'intreccio che ne scaturisce è decisamente piacevole e la lettura, per quanto non priva di molti spunti di riflessione tutt'altro che banali, risulta piuttosto scorrevole.
I personaggi sono decisamente ben rappresentati, a partire da Musashi Miyamoto la cui crescita, come samurai e come uomo, viene raccontata in maniera realistica e approfondita. Ma lo stesso può dirsi per i tanti personaggi secondari: dalla bella Otsu al monaco Takuan, fino a personaggi aventi un ruolo più circoscritto, come Inei Hozoin, tutti coloro che appaiono nel manga hanno una storia e un modo di vivere e pensare decisamente peculiare e ben caratterizzato.
L'opera, come accennato anche in precedenza, propone anche diversi spunti di riflessione: in questo senso interi capitoli vengono utilizzati per proporre riflessioni o monologhi interiori dei vari personaggi, con uno stile molto simile a quello degli "slice of life". Questo espediente porta, molte volte, ad una dilatazione del tempo della storia rispetto a quello del racconto e, di conseguenza, ad una certa lentezza narrativa. Personalmente non considero questo come un difetto dal momento che contribuisce a dare spessore sia ai personaggi che alla storia, ma capisco che a non tutti possa piacere il ritmo piuttosto compassato che caratterizza diverse parti dell'opera.
Del disegno non si possono dire che cose positive: caratterizzato fin dall'inizio da uno stile realistico e molto particolareggiato (sia per i personaggi che per gli sfondi), evolve e migliora fino a diventare totalmente riconoscibile e adatto al genere di narrazione, senza perdere nulla del dettaglio iniziale. Il character design è ottimo e molto vario, gli sfondi incredibilmente evocativi; tutte le scene di battaglia sono dinamiche ma chiarissime. Insomma, dal punto di vista grafico, tra le opere che conosco, solo due o tre si avvicinano al livello di "Vagabond", e nessuna lo supera.
Riassumendo, non posso che ribadire che considero questo fumetto come uno dei migliori che abbia mai letto, e che ancora sto leggendo con passione dopo trentasei volumi. Ecco, forse l'unica mia perplessità è sulla durata dell'opera: ripeto che finora il manga è stato in grado di intrattenermi più che piacevolmente, ma più un'opera diventa famosa più diventa redditizia e più diventa facile che venga "allungata", perdendo di mordente sul finale. E un finale annacquato, pur non compromettendo troppo la lettura nel complesso, mi rattristerebbe parecchio.
L'edizione "deluxe" della Planet Manga è buona e propone anche delle pagine a colori ad un prezzo abbastanza normale per le sue produzioni.
Il fumetto prende il via dalla conclusione della celebre battaglia di Sekighara, in cui Musashi è un soldato che parteggia per la fazione perdente. Tuttavia, ben lontano dal lasciarsi abbattere dalla difficile situazione in cui si viene a trovare, dopo una serie di peripezie rinascerà come samurai errante, che ambisce ad imporsi come un nuovo maestro di spada. Dalla visita al tempio Hozoin fino ai diversi litigi con la scuola Yoshioka, si trovano in questo manga diversi avvenimenti aventi una base storica comprovata, ragionevolmente rielaborati per fini narrativi. L'intreccio che ne scaturisce è decisamente piacevole e la lettura, per quanto non priva di molti spunti di riflessione tutt'altro che banali, risulta piuttosto scorrevole.
I personaggi sono decisamente ben rappresentati, a partire da Musashi Miyamoto la cui crescita, come samurai e come uomo, viene raccontata in maniera realistica e approfondita. Ma lo stesso può dirsi per i tanti personaggi secondari: dalla bella Otsu al monaco Takuan, fino a personaggi aventi un ruolo più circoscritto, come Inei Hozoin, tutti coloro che appaiono nel manga hanno una storia e un modo di vivere e pensare decisamente peculiare e ben caratterizzato.
L'opera, come accennato anche in precedenza, propone anche diversi spunti di riflessione: in questo senso interi capitoli vengono utilizzati per proporre riflessioni o monologhi interiori dei vari personaggi, con uno stile molto simile a quello degli "slice of life". Questo espediente porta, molte volte, ad una dilatazione del tempo della storia rispetto a quello del racconto e, di conseguenza, ad una certa lentezza narrativa. Personalmente non considero questo come un difetto dal momento che contribuisce a dare spessore sia ai personaggi che alla storia, ma capisco che a non tutti possa piacere il ritmo piuttosto compassato che caratterizza diverse parti dell'opera.
Del disegno non si possono dire che cose positive: caratterizzato fin dall'inizio da uno stile realistico e molto particolareggiato (sia per i personaggi che per gli sfondi), evolve e migliora fino a diventare totalmente riconoscibile e adatto al genere di narrazione, senza perdere nulla del dettaglio iniziale. Il character design è ottimo e molto vario, gli sfondi incredibilmente evocativi; tutte le scene di battaglia sono dinamiche ma chiarissime. Insomma, dal punto di vista grafico, tra le opere che conosco, solo due o tre si avvicinano al livello di "Vagabond", e nessuna lo supera.
Riassumendo, non posso che ribadire che considero questo fumetto come uno dei migliori che abbia mai letto, e che ancora sto leggendo con passione dopo trentasei volumi. Ecco, forse l'unica mia perplessità è sulla durata dell'opera: ripeto che finora il manga è stato in grado di intrattenermi più che piacevolmente, ma più un'opera diventa famosa più diventa redditizia e più diventa facile che venga "allungata", perdendo di mordente sul finale. E un finale annacquato, pur non compromettendo troppo la lettura nel complesso, mi rattristerebbe parecchio.
L'edizione "deluxe" della Planet Manga è buona e propone anche delle pagine a colori ad un prezzo abbastanza normale per le sue produzioni.
Avendo già letto il romanzo originale Musashi di Eiji Yoshikawa, datato 1935, il mio approccio con Vagabond di Takehiko Inoue (autore peraltro del famoso Slam Dunk) è stato influenzato non poco dal fatto che conoscessi già storia e personaggi. Il manga in questione è tuttora in corso dal 1999, ma ormai non dovrebbe mancare molto alla fine. Centro degli oltre trenta volumi finora usciti è la storica quanto celebre figura di Musashi Miyamoto e del suo straordinario percorso nella "via del samurai", alla ricerca di una tecnica di combattimento unica nel suo genere. Accenniamo brevemente al contesto e alla trama.
Siamo nel Giappone dell'anno 1600: a Sekigahara si è appena combattuta la battaglia decisiva tra i Tokugawa, che daranno inizio a uno shogunato durato più di duecento anni, e le forze d'opposizione dei Toyotomi, comandate da Ishida Mitsunari. Nel bel mezzo del campo, tra un gran numero di morti, il giovane Shinmen Takezō è sopravvissuto insieme al suo amico Matahachi; i due, schierati nelle file degli sconfitti Toyotomi, sono alla ricerca della gloria personale. Una serie di peripezie condurrà alla loro separazione: da un lato Takezō viene iniziato alla via del samurai dal monaco Takuan, dall'altro Matahachi cede alla seduzione di due donne incontrate lungo il cammino, ma avrà tempo per rimpiangere questa decisione.
Passano gli anni e Takezō, ora conosciuto come Musashi, decide di affrontare i dōjō più potenti sparsi sul territorio, allo scopo di migliorarsi costantemente e dimostrare di essere il guerriero più forte in assoluto. Ma cos'è realmente "essere forti"? Musashi cercherà di trovare una risposta a tale quesito scontro dopo scontro, incontrando di volta in volta avversarsi davvero temibili; questi, nonostante tutto, lo aiuteranno in un percorso di crescita psico-filosofica non indifferente. e non è un caso che Musashi sia passato alla storia anche come scrittore de Il libro dei Cinque Anelli, un trattato sulla strategia militare desunta dalle sue esperienze di vita e combattimento.
A un certo punto del racconto, indicativamente intorno al quattordicesimo volume, le vicende di Musashi e Matahachi vengono messe da parte quasi per dieci volumi: Inoue infatti decide di focalizzarsi completamente sul passato e sulla vita della nemesi di Musashi, il guerriero non vedente Kojirō Sasaki. Man mano che si avanza nel racconto, diventa sempre più chiaro che Kojirō e Musashi sono destinati ad affrontarsi in duello. Chi ha letto il romanzo conoscerà già l'esito dello scontro, chi invece segue solo il manga dovrà aspettare che Inoue termini il manga.
Il disegno di Inoue lo ha davvero reso un autore stimato e acclamato: i personaggi sono delineati fin nei minimi dettagli, con uno stile parecchio tendente al realistico, tramite espedienti davvero singolari: Inoue infatti non si fa scrupoli a usare veri e propri pennelli in determinate scene e soprattutto a partire dalla seconda parte dell'opera in poi, dando una veste caratteristica alle tavole, comunque sempre chiare e intelligibili. I personaggi sono resi ancora più vivi e vibranti rispetto a quelli del romanzo; ma allora ma come mai solo una sufficienza per uno dei manga meglio considerati degli ultimi anni? Come dicevo all'inizio della presente recensione, in ciò forse ha contribuito il fatto che conoscessi già tutto riguardo alla storia di Musashi. È anche vero che Inoue apporta diverse modifiche rispetto al romanzo originale (in quest'ultimo Kojirō ci vede benissimo), rendendo tra l'altro la narrazione più scorrevole o comunque dotata di una propria identità personale. Credo abbia contribuito il distacco troppo lungo dalla trama principale per focalizzarsi su Kojirō, ma anche un diffuso senso di noia in diversi capitoli.
L'edizione italiana è a cura della Planet Manga la quale ha pubblicato prima la versione in "sottilette" e poi un'edizione Deluxe corrispondente al formato originale (i ventiquattro volumi da me letti fanno parte proprio di quest'ultima versione). Segnalo un fatto assolutamente non trascurabile: la traduzione dei primi sei-otto volumi è davvero pietosa, piena di frasi insensate e mal costruite; per accorgersene basta fare un confronto con quella inglese. A questo punto non sono sicuro di continuare Vagabond, ma lo consiglio senz'altro a chi pretende disegni al limite della perfezione realistica e soprattutto agli amanti di storie di samurai che non abbiano letto il romanzo da cui è tratto.
Siamo nel Giappone dell'anno 1600: a Sekigahara si è appena combattuta la battaglia decisiva tra i Tokugawa, che daranno inizio a uno shogunato durato più di duecento anni, e le forze d'opposizione dei Toyotomi, comandate da Ishida Mitsunari. Nel bel mezzo del campo, tra un gran numero di morti, il giovane Shinmen Takezō è sopravvissuto insieme al suo amico Matahachi; i due, schierati nelle file degli sconfitti Toyotomi, sono alla ricerca della gloria personale. Una serie di peripezie condurrà alla loro separazione: da un lato Takezō viene iniziato alla via del samurai dal monaco Takuan, dall'altro Matahachi cede alla seduzione di due donne incontrate lungo il cammino, ma avrà tempo per rimpiangere questa decisione.
Passano gli anni e Takezō, ora conosciuto come Musashi, decide di affrontare i dōjō più potenti sparsi sul territorio, allo scopo di migliorarsi costantemente e dimostrare di essere il guerriero più forte in assoluto. Ma cos'è realmente "essere forti"? Musashi cercherà di trovare una risposta a tale quesito scontro dopo scontro, incontrando di volta in volta avversarsi davvero temibili; questi, nonostante tutto, lo aiuteranno in un percorso di crescita psico-filosofica non indifferente. e non è un caso che Musashi sia passato alla storia anche come scrittore de Il libro dei Cinque Anelli, un trattato sulla strategia militare desunta dalle sue esperienze di vita e combattimento.
A un certo punto del racconto, indicativamente intorno al quattordicesimo volume, le vicende di Musashi e Matahachi vengono messe da parte quasi per dieci volumi: Inoue infatti decide di focalizzarsi completamente sul passato e sulla vita della nemesi di Musashi, il guerriero non vedente Kojirō Sasaki. Man mano che si avanza nel racconto, diventa sempre più chiaro che Kojirō e Musashi sono destinati ad affrontarsi in duello. Chi ha letto il romanzo conoscerà già l'esito dello scontro, chi invece segue solo il manga dovrà aspettare che Inoue termini il manga.
Il disegno di Inoue lo ha davvero reso un autore stimato e acclamato: i personaggi sono delineati fin nei minimi dettagli, con uno stile parecchio tendente al realistico, tramite espedienti davvero singolari: Inoue infatti non si fa scrupoli a usare veri e propri pennelli in determinate scene e soprattutto a partire dalla seconda parte dell'opera in poi, dando una veste caratteristica alle tavole, comunque sempre chiare e intelligibili. I personaggi sono resi ancora più vivi e vibranti rispetto a quelli del romanzo; ma allora ma come mai solo una sufficienza per uno dei manga meglio considerati degli ultimi anni? Come dicevo all'inizio della presente recensione, in ciò forse ha contribuito il fatto che conoscessi già tutto riguardo alla storia di Musashi. È anche vero che Inoue apporta diverse modifiche rispetto al romanzo originale (in quest'ultimo Kojirō ci vede benissimo), rendendo tra l'altro la narrazione più scorrevole o comunque dotata di una propria identità personale. Credo abbia contribuito il distacco troppo lungo dalla trama principale per focalizzarsi su Kojirō, ma anche un diffuso senso di noia in diversi capitoli.
L'edizione italiana è a cura della Planet Manga la quale ha pubblicato prima la versione in "sottilette" e poi un'edizione Deluxe corrispondente al formato originale (i ventiquattro volumi da me letti fanno parte proprio di quest'ultima versione). Segnalo un fatto assolutamente non trascurabile: la traduzione dei primi sei-otto volumi è davvero pietosa, piena di frasi insensate e mal costruite; per accorgersene basta fare un confronto con quella inglese. A questo punto non sono sicuro di continuare Vagabond, ma lo consiglio senz'altro a chi pretende disegni al limite della perfezione realistica e soprattutto agli amanti di storie di samurai che non abbiano letto il romanzo da cui è tratto.
Il succo della storia è molto semplice: è la biografia del più famoso samurai giapponese, tale Musashi Miyamoto. In realtà trattasi di un adattamento, quindi con alcune variazioni, basato sul romanzo biografico "Musashi".
Dato il soggetto era essenziale riuscire a mantenere freschezza nella narrazione, e purtroppo l'autore riesce nel proposito solo in pochi punti, troppo preso dal filosofeggiare sul tema della forza rendendo i personaggi monodimensionali oltre che ridondanti.
Per quanto riguarda l'aspetto grafico ci troviamo di fronte ad uno dei maestri del fumetto tutto. Anatomie estremamente naturali e paesaggi ricchi fin nei minimi particolari sono una gioia per gli occhi; unica cosa che smorza, ma solo in minima parte, l'entusiasmo è la poca diversificazione dei volti, oltre alla tendenza a riciclare tavole realizzate in capitoli precedenti.
Dato il soggetto era essenziale riuscire a mantenere freschezza nella narrazione, e purtroppo l'autore riesce nel proposito solo in pochi punti, troppo preso dal filosofeggiare sul tema della forza rendendo i personaggi monodimensionali oltre che ridondanti.
Per quanto riguarda l'aspetto grafico ci troviamo di fronte ad uno dei maestri del fumetto tutto. Anatomie estremamente naturali e paesaggi ricchi fin nei minimi particolari sono una gioia per gli occhi; unica cosa che smorza, ma solo in minima parte, l'entusiasmo è la poca diversificazione dei volti, oltre alla tendenza a riciclare tavole realizzate in capitoli precedenti.
Anche se ho letto solo 30 numeri dei 50 finora pubblicati in Italia (della prima edizione, non della deluxe), ho sentito il bisogno di votare e recensire questo manga, perché è fantastico. Il protagonista non è un personaggio statico ma, anzi, con il proseguire della storia gli eventi lo porteranno a continui cambiamenti e ad una sempre maggiore maturazione e consapevolezza di sé in quanto piccola parte dell'universo nella sua infinitezza.
Inoue però non solo coinvolge il lettore grazie all'introspezione e all'indagine psicologica dei personaggi, a cui riesce a dare uno spessore enorme, ma anche attraverso un tratto che è spettacolare. I volti, le espressioni ognuna resa con la propria microscopica peculiarità che la contraddistingue dalle altre, per non parlare dei cieli notturni stellati. Non si può sfogliare uno qualsiasi dei volumi e non rimanere senza fiato per il disegno.
C'è un inoltre grande equilibrio tra riflessioni filosofiche, riflessioni interiori, combattimenti, scene violente e descrizioni storiche, momenti drammatici e intensi inframmezzati anche da momenti ironici e comici capaci di far sorridere in più di un'occasione (ovviamente i primi prevalgono sui secondi in termini di quantità!). Tra le vicende c'è un filo che non si spezza mai e la trama non è lineare ma ad intreccio, raccontata quindi anche con l'ausilio di flashback, il che secondo me lo rende ancora più interessante. In più il focus non è posto solo sul protagonista, ma anche sugli altri personaggi, quindi l'autore si sposta dall'uno all'altro non stancando mai. E tutto questo è assolutamente un punto di forza.
Forse son di parte perché questo è il genere che preferisco, ma mi ha sempre fortemente coinvolta nella lettura e mai annoiata. Insomma, ne sono entusiasta e lo consiglio, è un graaan manga.
Inoue però non solo coinvolge il lettore grazie all'introspezione e all'indagine psicologica dei personaggi, a cui riesce a dare uno spessore enorme, ma anche attraverso un tratto che è spettacolare. I volti, le espressioni ognuna resa con la propria microscopica peculiarità che la contraddistingue dalle altre, per non parlare dei cieli notturni stellati. Non si può sfogliare uno qualsiasi dei volumi e non rimanere senza fiato per il disegno.
C'è un inoltre grande equilibrio tra riflessioni filosofiche, riflessioni interiori, combattimenti, scene violente e descrizioni storiche, momenti drammatici e intensi inframmezzati anche da momenti ironici e comici capaci di far sorridere in più di un'occasione (ovviamente i primi prevalgono sui secondi in termini di quantità!). Tra le vicende c'è un filo che non si spezza mai e la trama non è lineare ma ad intreccio, raccontata quindi anche con l'ausilio di flashback, il che secondo me lo rende ancora più interessante. In più il focus non è posto solo sul protagonista, ma anche sugli altri personaggi, quindi l'autore si sposta dall'uno all'altro non stancando mai. E tutto questo è assolutamente un punto di forza.
Forse son di parte perché questo è il genere che preferisco, ma mi ha sempre fortemente coinvolta nella lettura e mai annoiata. Insomma, ne sono entusiasta e lo consiglio, è un graaan manga.
Un tuffo nel pieno periodo dei Ronin e dello sconvolgimento del Giappone, la battaglia di Sekigahara. Un protagonista che rappresenta una delle icone più grandi del Giappone, il più grande samurai di tutti i tempi, Musashi Miyamoto. Un disegno eccellente, parole profonde ricche di significato, che esprimono i concetti base di una cultura giapponese affascinante. Per tutti coloro che amano la cultura dei samurai e l'arte e il fascino del Giappone, questo è un grande capolavoro che racchiude tutto ciò. Un romanzo, "Musashi", tramutato alla perfezione in manga dal Sensei Inoue. Super consigliato!
Senza dubbio uno dei miei manga preferiti!
Vagabond, manga di Takehiko Inoue, narra in modo romanzato la vita di Musashi Miyamoto, il più famoso spadaccino giapponese. Il manga è ambientato durante il vagabondare del protagonista per riuscire a diventare incomparabilmente forte. La storia è davvero ben costruita e approfondita sia dal punto di vista storico sia da quello della psicologia dei personaggi. Il disegno, dettagliatissimo e stupendo, conferisce espressività ai personaggi e dà una forte carica emotiva alle giuste scene. Consiglio questo manga a chiunque voglia un fumetto serio, ben disegnato e approfondito.
L'unica pecca è che essendo un manga storico a qualcuno potrebbe non piacere, anche se secondo me a certi livelli si dovrebbe smettere di guardare il genere ci si dovrebbe immergere con felicità nella lettura di opere di questo genere.
Vagabond, manga di Takehiko Inoue, narra in modo romanzato la vita di Musashi Miyamoto, il più famoso spadaccino giapponese. Il manga è ambientato durante il vagabondare del protagonista per riuscire a diventare incomparabilmente forte. La storia è davvero ben costruita e approfondita sia dal punto di vista storico sia da quello della psicologia dei personaggi. Il disegno, dettagliatissimo e stupendo, conferisce espressività ai personaggi e dà una forte carica emotiva alle giuste scene. Consiglio questo manga a chiunque voglia un fumetto serio, ben disegnato e approfondito.
L'unica pecca è che essendo un manga storico a qualcuno potrebbe non piacere, anche se secondo me a certi livelli si dovrebbe smettere di guardare il genere ci si dovrebbe immergere con felicità nella lettura di opere di questo genere.
C'è poco da dire. Questo è sicuramente un capolavoro in tutto e per tutto. La storia parla del ronin più famoso del Giappone - Takezo Shimmen che poi cambiò il suo nome in Musashi Miyamoto - e la sua avventura in cerca della perfezione nell'arte della spada. La storia è tratta dal libro Musashi di Eiji Yoshikawa e, anche se in parte diversa da quella del libro, è ben sviluppata e fluente. Oltre gli entusiasmanti combattimenti è presente anche la filosofia di Musashi nel suo cammino verso la perfezione nella Via della spada.
I disegni sono tra i miei preferiti in assoluto. Il tratto è ben definito e, sia personaggi che ambienti, sono curati con la massima attenzione risaltando a pieno tutti i particolari.
Un'ottima lettura sia per gli appassionati di samurai e non mentre, per chi ha letto il libro, un modo diverso di vedere la storia del più grande ronin del Giappone.
I disegni sono tra i miei preferiti in assoluto. Il tratto è ben definito e, sia personaggi che ambienti, sono curati con la massima attenzione risaltando a pieno tutti i particolari.
Un'ottima lettura sia per gli appassionati di samurai e non mentre, per chi ha letto il libro, un modo diverso di vedere la storia del più grande ronin del Giappone.
Fondamentalmente c'è poco da dire, già leggere il nome dell'autore (Takehiko Inoue) dovrebbe essere un motivo sufficiente a comprarlo, tuttavia proverò a dare qualche informazione in più.
Il manga racconta la storia di Musashi Miyamoto, forse il samurai più famoso dell'intero Giappone, la parte di vita narrata in quest'opera è sostanzialmente la stessa già vista nel libro Musashi di Eiji Yoshikawa (che se non conoscete vi invito a recuperare). Ogni personaggio è strutturato nei minimi dettagli e la cura a dir poco maniacale nel disegno di Inoue in questo manga è più forte che mai.
La storia è concitata e ogni numero spinge a proseguire la lettura nel successivo, peccato purtroppo la lentezza di uscita del manga, ogni volta che finisco un volume sto male al pensiero di dover aspettare mesi, se non anni, per leggere il prossimo, ma d'altronde la storia è ormai agli sgoccioli quindi si può anche aspettare un altro po'.
Lettura davvero consigliata per chi è stanco dei soliti shonen vuoti e insulsi che vanno tanto di moda in questi tempi e vuole qualcosa di più profondo. Vivere insieme a Musashi e avanzare insieme a lui nel suo cammino spirituale sicuramente vi lascerà qualcosa dentro e (anche se ai più potrebbe sembrare una cavolata) oso dire che inizierete a guardare le cose in modo diverso.
Il manga racconta la storia di Musashi Miyamoto, forse il samurai più famoso dell'intero Giappone, la parte di vita narrata in quest'opera è sostanzialmente la stessa già vista nel libro Musashi di Eiji Yoshikawa (che se non conoscete vi invito a recuperare). Ogni personaggio è strutturato nei minimi dettagli e la cura a dir poco maniacale nel disegno di Inoue in questo manga è più forte che mai.
La storia è concitata e ogni numero spinge a proseguire la lettura nel successivo, peccato purtroppo la lentezza di uscita del manga, ogni volta che finisco un volume sto male al pensiero di dover aspettare mesi, se non anni, per leggere il prossimo, ma d'altronde la storia è ormai agli sgoccioli quindi si può anche aspettare un altro po'.
Lettura davvero consigliata per chi è stanco dei soliti shonen vuoti e insulsi che vanno tanto di moda in questi tempi e vuole qualcosa di più profondo. Vivere insieme a Musashi e avanzare insieme a lui nel suo cammino spirituale sicuramente vi lascerà qualcosa dentro e (anche se ai più potrebbe sembrare una cavolata) oso dire che inizierete a guardare le cose in modo diverso.
Vagabond è un capolavoro. Già, partiamo da questo presupposto. In questo manga funziona tutto alla grande: a partire dagli eccezionali disegni, le pagine a colori con acquerelli, la storia bellissima, la caratterizzazione dei personaggi ecc.
Ci sono tanti manga sui samurai, ma senza dubbio per me è questo che ha colto in pieno quel periodo storico e la via della spada. Nel leggere Vagabond ci si rende subito conto di avere a che fare con una manga di serie A e con un mangaka, il caro Inoue, che sa davvero come prendere il lettore.
Non c'è stato numero di Vagabond che non mi abbia fatto venire voglia di leggerne subito un altro. Molti mangaka dovrebbero imparare da Inoue: Vagabond infatti poteva essere allungato in molte parti della storia ma non è stato così, ogni volume è essenziale e utile alla trama principale. Rimane anzi il rammarico che questa stupenda opera sia alla conclusione già solo al 34esimo numero.
Speriamo davvero che la pausa forzata di Inoue per problemi di salute lo abbia fatto ricredere e che ci regali almeno altri 2 o 3 volumetti di questo fantastico manga.
Ci sono tanti manga sui samurai, ma senza dubbio per me è questo che ha colto in pieno quel periodo storico e la via della spada. Nel leggere Vagabond ci si rende subito conto di avere a che fare con una manga di serie A e con un mangaka, il caro Inoue, che sa davvero come prendere il lettore.
Non c'è stato numero di Vagabond che non mi abbia fatto venire voglia di leggerne subito un altro. Molti mangaka dovrebbero imparare da Inoue: Vagabond infatti poteva essere allungato in molte parti della storia ma non è stato così, ogni volume è essenziale e utile alla trama principale. Rimane anzi il rammarico che questa stupenda opera sia alla conclusione già solo al 34esimo numero.
Speriamo davvero che la pausa forzata di Inoue per problemi di salute lo abbia fatto ricredere e che ci regali almeno altri 2 o 3 volumetti di questo fantastico manga.
Ecco l'ultimo manga del Sensei Inoue.
A mio parere, con questa opera l'autore raggiunge un livello superiore a quello del fumettista: i disegni delle vignette, le pagine ad acquerello all'inizio di certi capitoli e le copertine sono semplicemente dei capolavori!
La trama si incentra sulle avventure di Musashi Miyamoto, samurai realmente esistito. Viene raccontata la crescita, soprattutto spirituale, del protagonista, le varie difficili battaglie che ha dovuto affrontare per sopravvivere e le peregrinazioni per il Giappone allo scopo di maturare. Nel frattempo sono narrate anche le peripezie di Matahachi, amico del protagonista, che cerca di eguagliare la fama ottenuta da Musashi.
Gli avvenimenti narrati sono presi dal libro "Musashi" di Eiji Yoshikawa e a volte cambiati (spesso a mio parere in meglio): ad esempio, Kojiro Sasaki, eterno rivale di Musashi, è descritto da Inoue come un ragazzo sordomuto genio della katana.
Talvolta la narrazione è un po' lenta, soprattutto durante certe battaglie, però la lettura è ugualmente scorrevole, non ci si annoia.
I personaggi sono ottimamente delineati, a partire dalle figure maschili per le quali Inoue pare avere una predilezione (soprattutto quelle dei tre protagonisti). Tra essi spicca la figura di Otsu, l'unica protagonista femminile, una donna intraprendente, innamorata di Musashi e fortemente determinata a restargli accanto.
Questo manga si merita un 10: è l'apice dell'evoluzione stilistica e narrativa di Inoue.
Consigliato soprattutto agli amanti del genere storico, ma anche a chi cerca qualcosa di avvincente e serio da leggere.
A mio parere, con questa opera l'autore raggiunge un livello superiore a quello del fumettista: i disegni delle vignette, le pagine ad acquerello all'inizio di certi capitoli e le copertine sono semplicemente dei capolavori!
La trama si incentra sulle avventure di Musashi Miyamoto, samurai realmente esistito. Viene raccontata la crescita, soprattutto spirituale, del protagonista, le varie difficili battaglie che ha dovuto affrontare per sopravvivere e le peregrinazioni per il Giappone allo scopo di maturare. Nel frattempo sono narrate anche le peripezie di Matahachi, amico del protagonista, che cerca di eguagliare la fama ottenuta da Musashi.
Gli avvenimenti narrati sono presi dal libro "Musashi" di Eiji Yoshikawa e a volte cambiati (spesso a mio parere in meglio): ad esempio, Kojiro Sasaki, eterno rivale di Musashi, è descritto da Inoue come un ragazzo sordomuto genio della katana.
Talvolta la narrazione è un po' lenta, soprattutto durante certe battaglie, però la lettura è ugualmente scorrevole, non ci si annoia.
I personaggi sono ottimamente delineati, a partire dalle figure maschili per le quali Inoue pare avere una predilezione (soprattutto quelle dei tre protagonisti). Tra essi spicca la figura di Otsu, l'unica protagonista femminile, una donna intraprendente, innamorata di Musashi e fortemente determinata a restargli accanto.
Questo manga si merita un 10: è l'apice dell'evoluzione stilistica e narrativa di Inoue.
Consigliato soprattutto agli amanti del genere storico, ma anche a chi cerca qualcosa di avvincente e serio da leggere.
Vagabond è ispirato al romanzo Musashi, di Eiji Yoshikawa (edito in Italia da Rizzoli), di cui è la fedele trasposizione almeno per i primi volumi.
In questo manga molti dei personaggi che compaiono sono realmente esistiti, e questo, insieme a un tratto grafico molto curato e affascinate, costituisce il maggior punto di interesse della serie: la ricostruzione storica è accurata e piena di dettagli.
Se non siete appassionati di manga storici, tuttavia, la lettura può risultare un po' lenta, anche perché non esiste un vero collegamento narrativo tra le vicende narrate nei diversi blocchi del manga, piuttosto si tratta di avventure singole che hanno per protagonista Musashi.
In questo manga molti dei personaggi che compaiono sono realmente esistiti, e questo, insieme a un tratto grafico molto curato e affascinate, costituisce il maggior punto di interesse della serie: la ricostruzione storica è accurata e piena di dettagli.
Se non siete appassionati di manga storici, tuttavia, la lettura può risultare un po' lenta, anche perché non esiste un vero collegamento narrativo tra le vicende narrate nei diversi blocchi del manga, piuttosto si tratta di avventure singole che hanno per protagonista Musashi.
<b>Attenzione possibili Spoiler</b>
Vagabond di Takehiko Inoue è in assoluto il più bel manga che io abbia mai letto (forse si capiva già dalla mia firma...).
Partiamo dalla grafica. Il disegno del "Maestro" già di altissimo livello ai tempi di Slam Dunk qui tocca vette inimmaginabili. Il tratto nel contempo sofisticato e sporco è tale da rendere il suo mondo quasi tangibile. Il "quasi" è a mio parere da imputarsi alla volontà stessa dell'autore il quale non anela a fotografare una plausibile realtà ma intende filtrarla attraverso la sua sensibilità ed a rappresentarla in modo viscerale, emotivo trascendente, elevandola ove possibile a qualcosa di superiore, elevandola ad arte.
La storia narra le vicende di Musashi Miyamoto, ronin dedito alla via della katana che aspira a diventare "incomparabilmente forte". Dotato di una forza fuori dal comune e di una ferocia animale, Musashi si farà un nome nel Giappone del 1600 affermandosi e passando alla storia come uno dei più grandi samurai di tutti i tempi. Dietro la sua immensa forza si cela però una profonda insicurezza dovuta ad una infanzia difficile, caratterizzata da rapporti come quello con il padre Munisai, al quale rimarrà legato da un sentimento di amore/odio ed a quello con la madre, poco o nulla presente nella vita dell'adolescente Musashi. Il desiderio di diventare incomparabilmente forte nascerà proprio da questa sudditanza nei confronti del padre, così come la sua misoginia, affrontata solo in parte nell'opera, all'assenza di una figura materna. Su quest'ultimo aspetto spenderei qualche parola in più. Nell'opera di Inoue, Musashi rifiuta le attenzioni della conturbante Oko ma sembra provare una certa simpatia per Otsu sua amica d'infanzia. Personaggio nato dal folklore popolare, dalla fantasia di Eiji Yoshikawa (autore del romanzo 'Musashi' da cui è tratta l'opera) o da quella di Inoue stesso, poco importa, perché Otsu intreccia con il Nostro un rapporto fatto di sguardi e sentimenti non dichiarati ponendosi perfettamente in linea con quanto tramandatoci dalla Storia. Parlavo poc'anzi della straordinaria forza di Takezo (nome reale di Musashi). Indubbiamente sarebbe riduttivo parlare di mera forza bruta. Musashi ha talento da vendere, spirito acuto, capacità di analisi e riflessione nonché un innato istinto strategico. Non per niente sarà l'ideatore della tecnica di combattimento a due spade nonché autore di quel manuale di strategia che risponde al nome de Il libro dei cinque anelli. Parlando dei comprimari dello nostro spadaccino (ce ne sono un'infinità di interessanti ma mi soffermerò solo alcuni) come non citare Kojiro Sasaki il suo storico rivale o Matachi Honiden il suo amico d'infanzia. Quest'ultimo farà la simpatia (o la tristezza, visto che il confine tra il tragico e il comico è estremamente sottile) del lettore in quanto costituisce l'antitesi del protagonista. Coraggioso Musashi, vigliacco Matachi, misogino il primo, donnaiolo il secondo, l'uno rifugge la debolezza inseguendo la forza l'altro rifugge la forza (altrui) per inseguire le debolezze (i propri vizi). In conclusione un'opera straordinaria che segna la versatilità di Takehiko Inoue come autore, in grado di passare per generi lontanissimi tra loro senza alcuna difficoltà, migliorando ulteriormente il suo tratto già estremamente raffinato. Un'opera vivamente consigliata che potrà non piacere soltanto a quanti non digeriscono storie di samurai.
Vagabond di Takehiko Inoue è in assoluto il più bel manga che io abbia mai letto (forse si capiva già dalla mia firma...).
Partiamo dalla grafica. Il disegno del "Maestro" già di altissimo livello ai tempi di Slam Dunk qui tocca vette inimmaginabili. Il tratto nel contempo sofisticato e sporco è tale da rendere il suo mondo quasi tangibile. Il "quasi" è a mio parere da imputarsi alla volontà stessa dell'autore il quale non anela a fotografare una plausibile realtà ma intende filtrarla attraverso la sua sensibilità ed a rappresentarla in modo viscerale, emotivo trascendente, elevandola ove possibile a qualcosa di superiore, elevandola ad arte.
La storia narra le vicende di Musashi Miyamoto, ronin dedito alla via della katana che aspira a diventare "incomparabilmente forte". Dotato di una forza fuori dal comune e di una ferocia animale, Musashi si farà un nome nel Giappone del 1600 affermandosi e passando alla storia come uno dei più grandi samurai di tutti i tempi. Dietro la sua immensa forza si cela però una profonda insicurezza dovuta ad una infanzia difficile, caratterizzata da rapporti come quello con il padre Munisai, al quale rimarrà legato da un sentimento di amore/odio ed a quello con la madre, poco o nulla presente nella vita dell'adolescente Musashi. Il desiderio di diventare incomparabilmente forte nascerà proprio da questa sudditanza nei confronti del padre, così come la sua misoginia, affrontata solo in parte nell'opera, all'assenza di una figura materna. Su quest'ultimo aspetto spenderei qualche parola in più. Nell'opera di Inoue, Musashi rifiuta le attenzioni della conturbante Oko ma sembra provare una certa simpatia per Otsu sua amica d'infanzia. Personaggio nato dal folklore popolare, dalla fantasia di Eiji Yoshikawa (autore del romanzo 'Musashi' da cui è tratta l'opera) o da quella di Inoue stesso, poco importa, perché Otsu intreccia con il Nostro un rapporto fatto di sguardi e sentimenti non dichiarati ponendosi perfettamente in linea con quanto tramandatoci dalla Storia. Parlavo poc'anzi della straordinaria forza di Takezo (nome reale di Musashi). Indubbiamente sarebbe riduttivo parlare di mera forza bruta. Musashi ha talento da vendere, spirito acuto, capacità di analisi e riflessione nonché un innato istinto strategico. Non per niente sarà l'ideatore della tecnica di combattimento a due spade nonché autore di quel manuale di strategia che risponde al nome de Il libro dei cinque anelli. Parlando dei comprimari dello nostro spadaccino (ce ne sono un'infinità di interessanti ma mi soffermerò solo alcuni) come non citare Kojiro Sasaki il suo storico rivale o Matachi Honiden il suo amico d'infanzia. Quest'ultimo farà la simpatia (o la tristezza, visto che il confine tra il tragico e il comico è estremamente sottile) del lettore in quanto costituisce l'antitesi del protagonista. Coraggioso Musashi, vigliacco Matachi, misogino il primo, donnaiolo il secondo, l'uno rifugge la debolezza inseguendo la forza l'altro rifugge la forza (altrui) per inseguire le debolezze (i propri vizi). In conclusione un'opera straordinaria che segna la versatilità di Takehiko Inoue come autore, in grado di passare per generi lontanissimi tra loro senza alcuna difficoltà, migliorando ulteriormente il suo tratto già estremamente raffinato. Un'opera vivamente consigliata che potrà non piacere soltanto a quanti non digeriscono storie di samurai.
Beh che dire... una vera e propria opera d'arte.
La storia narra le vicende del samurai realmente esistito Musashi Miyamoto a partire dalla battaglia di Sekigahara. Da qui in poi avviene la descrizione della crescita di Miyamoto: una crescita fisica, di abilità e soprattutto psicologica. L'ossessionante ricerca della forza, dell'essere incomparabilmente forte, porta il protagonista a scontrarsi con varie scuole di arti marziali e a incontrare personaggi che cambieranno il suo modo di vedere il mondo.
Anche la storia d'amore tra lui e la sua amica d'infanzia Otsu rende l'opera più' profonda portando Musashi a porsi sempre più' domande sulla sua esistenza.
In questo manga Inoue dà fondo alle sue capacità artistiche: la sua maestria e la sua ricerca del dettaglio fanno si che ogni tavola sia mozzafiato con un che di poetico ed epico capace di far emozionare come pochi altri. Inoue ha fatto di Vagabond uno dei manga meglio realizzati in assoluto.
A mio avviso qui il famoso detto "de gustibus" perde valenza: chiunque lo legga non potrà fare altro che rimanere rapito da uno dei più' bei manga in circolazione... un vero e proprio "must".
La storia narra le vicende del samurai realmente esistito Musashi Miyamoto a partire dalla battaglia di Sekigahara. Da qui in poi avviene la descrizione della crescita di Miyamoto: una crescita fisica, di abilità e soprattutto psicologica. L'ossessionante ricerca della forza, dell'essere incomparabilmente forte, porta il protagonista a scontrarsi con varie scuole di arti marziali e a incontrare personaggi che cambieranno il suo modo di vedere il mondo.
Anche la storia d'amore tra lui e la sua amica d'infanzia Otsu rende l'opera più' profonda portando Musashi a porsi sempre più' domande sulla sua esistenza.
In questo manga Inoue dà fondo alle sue capacità artistiche: la sua maestria e la sua ricerca del dettaglio fanno si che ogni tavola sia mozzafiato con un che di poetico ed epico capace di far emozionare come pochi altri. Inoue ha fatto di Vagabond uno dei manga meglio realizzati in assoluto.
A mio avviso qui il famoso detto "de gustibus" perde valenza: chiunque lo legga non potrà fare altro che rimanere rapito da uno dei più' bei manga in circolazione... un vero e proprio "must".
Vagabond è senz'altro l'opera più impegnativa del maestro Takehiko (Slam Dunk, Real) Inoue. L'autore disegna gesta di personaggi realmente esistiti e ci fa scoprire volume dopo volume la vita nel Giappone del 1600. Il protagonista erra con la sua spada nelle regioni giapponesi alla "caccia" di qualcuno più forte di lui da sfidare per diventare una persona "incomparabilmente forte". Paesaggi stupendi, paesi sperduti e ambientazioni che solo Inoue poteva così ben disegnare. Il protagonista si troverà ad affrontare sfide difficili uscendone non sempre vincitore e a volte addirittura umiliato nel corpo e nello spirito. Durante i combattimenti si entra nella mente dei personaggi, vengono descritti gli stati d'animo, i pensieri, le preoccupazioni, a volte per diverse pagine prima dello scontro fisico senza mai diventare noioso. Il protagonista affronta di numero in numero diverse scuole e diversi tipi di pensiero da samurai a bonzi per raggiungere il suo scopo. Egli impara così a diventare forte, a leggere la vita, e comprende che non esiste solo la spada per spaventare un uomo. Manga come già accennato divinamente disegnato dove anche le espressioni e i pensieri sono egregiamente delineati a tal punto che il maestro ci disegna addirittura rughe in fronte e pagina dopo pagina gocce di sudore in aumento. La lettura non la definirei impegnativa ma importante e quindi non lo vedo come un manga per "passare il tempo" ma lo vedo più come un opera storica per aiutare noi appassionati a comprendere la vita sociale del Giappone antecedente i nostri giorni. Ci avevano provato in tanti (un esempio Kenshin) ma nessuno me lo ha fatto comprendere appieno come Vagabond. La mia valutazione tiene conto comunque di un paio di difetti come la lentezza a volte dello svolgersi delle situazioni, mai noioso comunque, e il fatto che personalmente non trovo molto "carismatici" i personaggi. Il voto comunque per me è buono: 8