Bakuman.
Se siete arrivati sulla pagina delle recensioni immagino che ovviamente già sappiate che "Bakuman" è una serie che parla di un duo di mangaka (un artista e uno scrittore, proprio come gli autori) che si fa strada proprio in questo mondo. Il punto forte della serie è proprio questo, ovvero il parlare del mondo che c'è dietro ai manga, cosa che riesce a fare molto molto bene.
Prima di addentrarci nella serie, però, vorrei fare un'altra considerazione. Anche se all'apparenza può sembrare una cosa molto a sé, in realtà questo può essere considerato una specie di manga sportivo (anche se ovviamente non parla di sport) questo ha senso perché l'ambito sportivo e quello artistico in generale (e dei fumetti in particolare) presentano delle similitudini, infatti entrambi sono più delle passioni che dei lavori, ma avendo abbastanza successo ci si può anche vivere (e, volendo, farci una barca di soldi) altrimenti restano una cosa da fare nel tempo libero. Il senso di tutto questo paragrafo è che se siete lettori di manga sportivi questa serie può sicuramente risultarvi interessante (ovviamente può interessarvi anche se non lo siete, ma diciamo che lo scheletro della serie è quello).
Come dicevo, il punto forte della serie è proprio il suo parlare di manga e di mangaka, ma per essere più precisi non è solo l'argomento a renderla bella, ma anche il come viene trattato. In questo manga ritroverete tutte le situazioni possibili e immaginabili a cui un mangaka può andare incontro, con anche tutti i tipi di personaggi che si possono trovare nel settore. L'avere entrambi questi elementi è ciò che rende davvero forte la serie, infatti i vari personaggi, tutti caratterizzati diversamente vanno a rappresentare tutti i vari possibili tipi di mangaka: i protagonisti che sono il duo che insieme e con molto impegno può ambire a raggiungere la cima, e tutti gli altri che vanno a rappresentare chi il genio del manga, chi il genio del manga che però non si impegna, chi il mangaka buono, chi quello mediocre, chi quello fallito, chi l'assistente che poi diventa mangaka, chi l'assistente che ha il potenziale per diventarlo e chi l'assistente che il potenziale invece non ce l'ha. A tutto ciò si vanno ad aggiungere i vari tipi di editor: quello bravo, quello meno bravo, quello incapace, quello mediocre e così via.
Andando a mescolare tutti questi personaggi, ognuno che insomma rappresenta un ruolo (come detto, sono tutti scritti diversamente ed hanno anche la loro evoluzione, ma in un certo senso rappresentano un ruolo) si vanno a creare tutte (davvero tutte) le varie situazioni a cui possono andare incontro i mangaka.
C'è il successo, c'è l'insuccesso, c'è la serie così così, c'è il successo che però non andrebbe bene come anime, c'è la serie mediocre, ma ci sono anche altri elementi, come il troppo lavoro (e anche il suo opposto), si parla di serie ""clone"", dei vari tipi di idee, del valore delle opinioni dei lettori e di come l'opinione del pubblico generale e quella di un gruppo ristretto di appassionati possa differire e così via.
Insomma ciò che rende davvero interessante questa serie è proprio l'esporre a 360 gradi tutto il possibile immaginabile che riguarda il lavoro del mangaka.
Poi per dirla tutta, la serie non è solo questo, ci sono personaggi ben scritti a cui viene data enfasi per ciò che riguarda la persona in sé e non il suo lavoro (non che poi sia una di quelle serie che richieda cose del genere, far dire a tutti i personaggi "Voglio fare il mangaka perché mi piace" andrebbe bene comunque). Il manga è anche ben disegnato (come, allo stesso tempo, ha i suoi difetti). Però insomma il punto della serie non è quello, quindi non è quello il suo forte, non è una serie psicologica su un tizio con problemi, non è uno slice of life "nostalgico" su delle persone che ragionano sui cambiamenti della loro vita o cose del genere, possono esserci anche altri vari elementi di questo tipo, ma sono rari proprio perché il punto della serie è proprio quello di esporre il lavoro del mangaka e in questo ci riesce in modo perfetto.
Prima di addentrarci nella serie, però, vorrei fare un'altra considerazione. Anche se all'apparenza può sembrare una cosa molto a sé, in realtà questo può essere considerato una specie di manga sportivo (anche se ovviamente non parla di sport) questo ha senso perché l'ambito sportivo e quello artistico in generale (e dei fumetti in particolare) presentano delle similitudini, infatti entrambi sono più delle passioni che dei lavori, ma avendo abbastanza successo ci si può anche vivere (e, volendo, farci una barca di soldi) altrimenti restano una cosa da fare nel tempo libero. Il senso di tutto questo paragrafo è che se siete lettori di manga sportivi questa serie può sicuramente risultarvi interessante (ovviamente può interessarvi anche se non lo siete, ma diciamo che lo scheletro della serie è quello).
Come dicevo, il punto forte della serie è proprio il suo parlare di manga e di mangaka, ma per essere più precisi non è solo l'argomento a renderla bella, ma anche il come viene trattato. In questo manga ritroverete tutte le situazioni possibili e immaginabili a cui un mangaka può andare incontro, con anche tutti i tipi di personaggi che si possono trovare nel settore. L'avere entrambi questi elementi è ciò che rende davvero forte la serie, infatti i vari personaggi, tutti caratterizzati diversamente vanno a rappresentare tutti i vari possibili tipi di mangaka: i protagonisti che sono il duo che insieme e con molto impegno può ambire a raggiungere la cima, e tutti gli altri che vanno a rappresentare chi il genio del manga, chi il genio del manga che però non si impegna, chi il mangaka buono, chi quello mediocre, chi quello fallito, chi l'assistente che poi diventa mangaka, chi l'assistente che ha il potenziale per diventarlo e chi l'assistente che il potenziale invece non ce l'ha. A tutto ciò si vanno ad aggiungere i vari tipi di editor: quello bravo, quello meno bravo, quello incapace, quello mediocre e così via.
Andando a mescolare tutti questi personaggi, ognuno che insomma rappresenta un ruolo (come detto, sono tutti scritti diversamente ed hanno anche la loro evoluzione, ma in un certo senso rappresentano un ruolo) si vanno a creare tutte (davvero tutte) le varie situazioni a cui possono andare incontro i mangaka.
C'è il successo, c'è l'insuccesso, c'è la serie così così, c'è il successo che però non andrebbe bene come anime, c'è la serie mediocre, ma ci sono anche altri elementi, come il troppo lavoro (e anche il suo opposto), si parla di serie ""clone"", dei vari tipi di idee, del valore delle opinioni dei lettori e di come l'opinione del pubblico generale e quella di un gruppo ristretto di appassionati possa differire e così via.
Insomma ciò che rende davvero interessante questa serie è proprio l'esporre a 360 gradi tutto il possibile immaginabile che riguarda il lavoro del mangaka.
Poi per dirla tutta, la serie non è solo questo, ci sono personaggi ben scritti a cui viene data enfasi per ciò che riguarda la persona in sé e non il suo lavoro (non che poi sia una di quelle serie che richieda cose del genere, far dire a tutti i personaggi "Voglio fare il mangaka perché mi piace" andrebbe bene comunque). Il manga è anche ben disegnato (come, allo stesso tempo, ha i suoi difetti). Però insomma il punto della serie non è quello, quindi non è quello il suo forte, non è una serie psicologica su un tizio con problemi, non è uno slice of life "nostalgico" su delle persone che ragionano sui cambiamenti della loro vita o cose del genere, possono esserci anche altri vari elementi di questo tipo, ma sono rari proprio perché il punto della serie è proprio quello di esporre il lavoro del mangaka e in questo ci riesce in modo perfetto.
La cosa più interessante di "Bakuman" è che è un manga che tratta proprio del lavoro che c'è dietro la creazione di queste opere, e non avendo mai letto qualcosa di simile l'ho trovato molto interessante.
Ad accompagnarci in questo viaggio saranno soprattutto Mashiro e Takagi, compagni di classe che, su insistenza di Takagi, inizieranno a creare manga con Mashiro come disegnatore e Takagi a occuparsi della storia, e conosceremo subito anche Azuki, ragazza di cui da anni Mashiro è innamorato e che -sorprendentemente- ricambia il suo amore, dopo essersi dichiarati i due di comune accordo hanno deciso che non si vedranno più finché entrambi non avranno realizzato i loro desideri, diventare mangaka lui e doppiatrice lei, e finchè Azuki non doppierà l'eroina dell'anime tratto da un manga di Mashiro e Takagi.
Scopriremo così le difficoltà (anche legate all'età) che i protagonisti avranno nella realizzazione dei loro sogni, e conosceremo tanti personaggi che li aiuteranno o sproneranno durante il loro percorso.
Proprio i personaggi sono uno dei punti di forza dell'opera, essendo tutti ben caratterizzati e unici nel loro genere, ognuno infatti avrà il proprio carattere e particolarità che lo renderà diverso dagli altri, creando così un cast di personaggi vario e che permetta a tutti di trovare il proprio preferito. La storia si concentra maggiormente su Mashiro e Takagi e sul loro sogno di diventare mangaka professionisti, lasciando un po' in secondo piano il percorso di Azuki che ritroveremo in vari parti dell'opera per scoprire comunque anche i suoi progressi nel percorso di doppiatrice.
Se state cercando un'opera diversa dal solito e che esplori scenari poco trattati in altri manga allora "Bakuman" è quello che fa per voi, una 'battaglia' a colpi di pennino e questionari di Jump in cui i nostri si scontreranno con gli altri autori per inseguire il loro sogno di essere gli artisti di punta della rivista.
Allo stesso modo bisogna però precisare che quest'opera non è adatta ad una lettura veloce e leggera, non perché sia particolarmente complicata o difficile da seguire, ma perché presenta in tutti i volumi una quantità molto corposa di dialoghi che in alcuni casi può far risultare pesante la lettura, in questo una mano l'avrebbe data anche l'accorciare di almeno un paio di numeri il tutto visto che in alcuni punti il tentativo di "allungare il brodo" o comunque alcune saghe meno riuscite appesantiscono decisamente il tutto.
Rimane comunque una buona lettura sia per l'ambientazione diversa dal solito che per i personaggi proposti, anche i disegni nonostante non siano dei capolavori sono ben fatti e riconoscibili.
Ad accompagnarci in questo viaggio saranno soprattutto Mashiro e Takagi, compagni di classe che, su insistenza di Takagi, inizieranno a creare manga con Mashiro come disegnatore e Takagi a occuparsi della storia, e conosceremo subito anche Azuki, ragazza di cui da anni Mashiro è innamorato e che -sorprendentemente- ricambia il suo amore, dopo essersi dichiarati i due di comune accordo hanno deciso che non si vedranno più finché entrambi non avranno realizzato i loro desideri, diventare mangaka lui e doppiatrice lei, e finchè Azuki non doppierà l'eroina dell'anime tratto da un manga di Mashiro e Takagi.
Scopriremo così le difficoltà (anche legate all'età) che i protagonisti avranno nella realizzazione dei loro sogni, e conosceremo tanti personaggi che li aiuteranno o sproneranno durante il loro percorso.
Proprio i personaggi sono uno dei punti di forza dell'opera, essendo tutti ben caratterizzati e unici nel loro genere, ognuno infatti avrà il proprio carattere e particolarità che lo renderà diverso dagli altri, creando così un cast di personaggi vario e che permetta a tutti di trovare il proprio preferito. La storia si concentra maggiormente su Mashiro e Takagi e sul loro sogno di diventare mangaka professionisti, lasciando un po' in secondo piano il percorso di Azuki che ritroveremo in vari parti dell'opera per scoprire comunque anche i suoi progressi nel percorso di doppiatrice.
Se state cercando un'opera diversa dal solito e che esplori scenari poco trattati in altri manga allora "Bakuman" è quello che fa per voi, una 'battaglia' a colpi di pennino e questionari di Jump in cui i nostri si scontreranno con gli altri autori per inseguire il loro sogno di essere gli artisti di punta della rivista.
Allo stesso modo bisogna però precisare che quest'opera non è adatta ad una lettura veloce e leggera, non perché sia particolarmente complicata o difficile da seguire, ma perché presenta in tutti i volumi una quantità molto corposa di dialoghi che in alcuni casi può far risultare pesante la lettura, in questo una mano l'avrebbe data anche l'accorciare di almeno un paio di numeri il tutto visto che in alcuni punti il tentativo di "allungare il brodo" o comunque alcune saghe meno riuscite appesantiscono decisamente il tutto.
Rimane comunque una buona lettura sia per l'ambientazione diversa dal solito che per i personaggi proposti, anche i disegni nonostante non siano dei capolavori sono ben fatti e riconoscibili.
“Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita”.
Magari suonerà scontato alle orecchie di molti, ma quando Shakespeare diceva che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni aveva terribilmente ragione. Me ne rendo conto adesso, che sono quasi alla fine di uno dei percorsi della mia vita, quello della laurea triennale. Senza sogni, non puoi dire di sentirti veramente vivo. Me ne accorgo guardando alcuni dei miei amici più stretti, arrivati alla mia stessa età senza uno straccio di idea o ambizione per il proprio futuro, che tirano avanti a testa bassa e con la schiena ricurva, probabilmente in attesa che la ruota della fortuna inverta il proprio giro o che la sorte vada a bussare direttamente alla loro porta. Potrà sembrare poetico, ma in loro manca quella luce che ti dona ogni sogno, che ti permette di guardare al futuro con fiducia. Avere un sogno significa avere un’ambizione nella propria vita, un obiettivo, prefissato il quale non ti resta che lavorare duramente per conseguirlo. Sognare è sinonimo di vivere e, a differenza di tante altre “attività”, è accessibile a tutti e completamente gratuito. È come un’offerta irrinunciabile, la prendi al volo e se anche ti va male non potrai pentirti, perché intanto ci hai provato. In tutta una vita intera, niente e nessuno ti può spronare e spingere ad andare avanti più dell’avere un sogno, neanche l’incoraggiamento degli amici e dei parenti. Ciò che ti serve è soltanto una buona dose di determinazione. Questo, perlomeno, è ciò che emerge a chiare lettere dalla lettura di “Bakuman.”, il manga disegnato da Takeshi Obata e scritto da Tsugumi Ohba, gli autori del ben più celebre “Death Note”. Una storia intensa, che è un autentico inno alla vita vissuta inseguendo un sogno e che, questo è ben chiaro sin dai primi capitoli, terminerà con il suo conseguimento.
Takagi Akito è uno studente modello delle medie e un abile scrittore, che un giorno si accorge del gran talento come disegnatore del suo compagno di classe, Mashiro Moritaka, e gli propone di cooperare al fine di diventare una grandiosa coppia di mangaka, gli Ashirogi Muto. Mashiro è restio ad accettare, conscio della difficoltà di sfondare nello spietato mondo dei manga, nonché scoraggiato dall’esperienza negativa vissuta in passato dal suo caro zio Kawaguchi Taro, autore di gag manga, che si è lasciato consumare da questa professione. Ogni reticenza è destinata, però, a venire spazzata via con l’entrata in scena di Azuki, graziosa studentessa che coltiva segretamente il sogno di diventare una doppiatrice di anime. Mashiro, perdutamente innamorato della ragazza, prende la decisione che gli cambierà per sempre la vita: come da accordo, realizzerà assieme al suo amico un manga di successo, e la sua amata ne doppierà l’eroina protagonista, solo allora i due potranno sposarsi! Cominciano, così, le avventure di questa simpatica e promettente coppia di aspiranti mangaka affamati di successo.
Era probabilmente dai tempi di “Vinland Saga” o, forse, da quelli di “Attack on Titan”, che non mi spingevo a leggere più di un volume al giorno, non perché avessi tempo a disposizione, ma soltanto voglia di farlo. Quando un manga ti spinge a leggere fino a notte fonda, mentre invece dovresti andare a dormire, è sicuramente un buon segno, perché significa che quello è un grande manga. “Bakuman.” è una storia avvincente e coinvolgente, a tal punto che, ad un certo punto della storia, inizi a fare tue le vicende di cui stai leggendo, come se le vivessi in prima persona. L'immedesimazione è totale. Il sogno di Shujin e Saiko diventa, gioco-forza, anche il tuo e tu non puoi fare altro che tifare per loro, deprimerti quando una porta gli viene sbattuta in faccia e rallegrarti fino a urlare di gioia per il raggiungimento di un traguardo. Shujin e Saiko sono l’emblema di come inseguire i propri sogni, con costanza, determinazione e grinta, non importa quanto possa essere difficile, se ci credi, prima o poi ce la farai. E sul fatto che i loro sogni si realizzeranno, possano servire quattro anni oppure dieci, non c’è alcun dubbio, perché manga come “Bakuman.” servono anche per dare speranza alle persone che lo leggono. In giro per il mondo, ci sono tantissimi mangaka e fumettisti che vorrebbero fare breccia in questo mondo infernale, ma in pochi ci riescono. “Bakuman.”, dal canto suo, affronta anche questo tema e, in quanto rarissimo caso di manga nel manga, racconta anche gli sviluppi che stanno dietro la nascita di ogni un buon fumetto e le dinamiche interne al grande mondo dell’editoria, giapponese e non solo. Dinamiche che quasi sicuramente ignoravi e che ti aprono a un universo del tutto nuovo, una landa inesplorata, con i suoi segreti da scoprire e sottotrame da svelare. Oltre questo, però, il manga tratta anche il tema dell’amore, ma lo fa a modo tutto suo. Mashiro ed Azuki sono legati certamente dal filo rosso del destino, ma la loro storia d’amore è quanto di più surreale possa esistere. Appurato che i giapponesi sono timidi, non tutti, ma la maggior parte, come potrebbe mai sembrare credibile la storia di due giovani ragazzi, innamorati l’uno dell’altra sin dalle elementari, che decidono di sposarsi solo una volta realizzati i propri sogni, inconsapevoli del tempo che potrebbe volerci. Per giunta, non vedendosi mai e sentendosi solamente via mail! Eppure, proprio per questa sua spiccata eccentricità, la storia d’amore tra Mashiro ed Azuki ti entra nel cuore e, alla fine, ti ritrovi anche tu a sperare nel loro matrimonio, consapevole del fatto che, se quest’ultimo dovesse celebrarsi, significherebbe essere arrivati alla fine della storia. Il finale arriva proprio come te lo sei immaginato, eppure non puoi fare a meno di sorridere, perché sai che i ragazzi hanno coronato i propri sogni.
Quel leggero calo nel volume sedici e un finale scontato ed emotivamente scarico, a differenza di ciò che mi ero aspettato, pregiudicano a questo manga il voto dei grandi capolavori, ma sono dell’idea che il finale di un’opera non debba influenzarne troppo il giudizio ultimo, soprattutto quando il percorso compiuto è stato così avvincente ed emozionante, come quello di “Bakuman”. Infine, nota al merito per i disegni di quel matto di Obata, che con alcune vignette parodiche da gag manga mi ha fatto morire dalle risate, emblematico il caso del volume diciotto.
Detto onestamente, potremmo stare qui a parlare di “Bakuman.” ancora per ore. Potremmo dire quanto il manga sia certamente autoreferenziale, soprattutto nel rapporto tra Shujin e Saiko; potremmo fermarci a parlare di quanto gli autori diano importanza alla rivalità sana e genuina, che ti spinge a migliorare; potremmo dire tantissime cose, ma nessuna di esse riuscirebbe a spiegare bene quanto mi sia piaciuto questo manga. Per capirlo, non dovrete far altro che cimentarvi in questa spassosa ed entusiasmante lettura.
Magari suonerà scontato alle orecchie di molti, ma quando Shakespeare diceva che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni aveva terribilmente ragione. Me ne rendo conto adesso, che sono quasi alla fine di uno dei percorsi della mia vita, quello della laurea triennale. Senza sogni, non puoi dire di sentirti veramente vivo. Me ne accorgo guardando alcuni dei miei amici più stretti, arrivati alla mia stessa età senza uno straccio di idea o ambizione per il proprio futuro, che tirano avanti a testa bassa e con la schiena ricurva, probabilmente in attesa che la ruota della fortuna inverta il proprio giro o che la sorte vada a bussare direttamente alla loro porta. Potrà sembrare poetico, ma in loro manca quella luce che ti dona ogni sogno, che ti permette di guardare al futuro con fiducia. Avere un sogno significa avere un’ambizione nella propria vita, un obiettivo, prefissato il quale non ti resta che lavorare duramente per conseguirlo. Sognare è sinonimo di vivere e, a differenza di tante altre “attività”, è accessibile a tutti e completamente gratuito. È come un’offerta irrinunciabile, la prendi al volo e se anche ti va male non potrai pentirti, perché intanto ci hai provato. In tutta una vita intera, niente e nessuno ti può spronare e spingere ad andare avanti più dell’avere un sogno, neanche l’incoraggiamento degli amici e dei parenti. Ciò che ti serve è soltanto una buona dose di determinazione. Questo, perlomeno, è ciò che emerge a chiare lettere dalla lettura di “Bakuman.”, il manga disegnato da Takeshi Obata e scritto da Tsugumi Ohba, gli autori del ben più celebre “Death Note”. Una storia intensa, che è un autentico inno alla vita vissuta inseguendo un sogno e che, questo è ben chiaro sin dai primi capitoli, terminerà con il suo conseguimento.
Takagi Akito è uno studente modello delle medie e un abile scrittore, che un giorno si accorge del gran talento come disegnatore del suo compagno di classe, Mashiro Moritaka, e gli propone di cooperare al fine di diventare una grandiosa coppia di mangaka, gli Ashirogi Muto. Mashiro è restio ad accettare, conscio della difficoltà di sfondare nello spietato mondo dei manga, nonché scoraggiato dall’esperienza negativa vissuta in passato dal suo caro zio Kawaguchi Taro, autore di gag manga, che si è lasciato consumare da questa professione. Ogni reticenza è destinata, però, a venire spazzata via con l’entrata in scena di Azuki, graziosa studentessa che coltiva segretamente il sogno di diventare una doppiatrice di anime. Mashiro, perdutamente innamorato della ragazza, prende la decisione che gli cambierà per sempre la vita: come da accordo, realizzerà assieme al suo amico un manga di successo, e la sua amata ne doppierà l’eroina protagonista, solo allora i due potranno sposarsi! Cominciano, così, le avventure di questa simpatica e promettente coppia di aspiranti mangaka affamati di successo.
Era probabilmente dai tempi di “Vinland Saga” o, forse, da quelli di “Attack on Titan”, che non mi spingevo a leggere più di un volume al giorno, non perché avessi tempo a disposizione, ma soltanto voglia di farlo. Quando un manga ti spinge a leggere fino a notte fonda, mentre invece dovresti andare a dormire, è sicuramente un buon segno, perché significa che quello è un grande manga. “Bakuman.” è una storia avvincente e coinvolgente, a tal punto che, ad un certo punto della storia, inizi a fare tue le vicende di cui stai leggendo, come se le vivessi in prima persona. L'immedesimazione è totale. Il sogno di Shujin e Saiko diventa, gioco-forza, anche il tuo e tu non puoi fare altro che tifare per loro, deprimerti quando una porta gli viene sbattuta in faccia e rallegrarti fino a urlare di gioia per il raggiungimento di un traguardo. Shujin e Saiko sono l’emblema di come inseguire i propri sogni, con costanza, determinazione e grinta, non importa quanto possa essere difficile, se ci credi, prima o poi ce la farai. E sul fatto che i loro sogni si realizzeranno, possano servire quattro anni oppure dieci, non c’è alcun dubbio, perché manga come “Bakuman.” servono anche per dare speranza alle persone che lo leggono. In giro per il mondo, ci sono tantissimi mangaka e fumettisti che vorrebbero fare breccia in questo mondo infernale, ma in pochi ci riescono. “Bakuman.”, dal canto suo, affronta anche questo tema e, in quanto rarissimo caso di manga nel manga, racconta anche gli sviluppi che stanno dietro la nascita di ogni un buon fumetto e le dinamiche interne al grande mondo dell’editoria, giapponese e non solo. Dinamiche che quasi sicuramente ignoravi e che ti aprono a un universo del tutto nuovo, una landa inesplorata, con i suoi segreti da scoprire e sottotrame da svelare. Oltre questo, però, il manga tratta anche il tema dell’amore, ma lo fa a modo tutto suo. Mashiro ed Azuki sono legati certamente dal filo rosso del destino, ma la loro storia d’amore è quanto di più surreale possa esistere. Appurato che i giapponesi sono timidi, non tutti, ma la maggior parte, come potrebbe mai sembrare credibile la storia di due giovani ragazzi, innamorati l’uno dell’altra sin dalle elementari, che decidono di sposarsi solo una volta realizzati i propri sogni, inconsapevoli del tempo che potrebbe volerci. Per giunta, non vedendosi mai e sentendosi solamente via mail! Eppure, proprio per questa sua spiccata eccentricità, la storia d’amore tra Mashiro ed Azuki ti entra nel cuore e, alla fine, ti ritrovi anche tu a sperare nel loro matrimonio, consapevole del fatto che, se quest’ultimo dovesse celebrarsi, significherebbe essere arrivati alla fine della storia. Il finale arriva proprio come te lo sei immaginato, eppure non puoi fare a meno di sorridere, perché sai che i ragazzi hanno coronato i propri sogni.
Quel leggero calo nel volume sedici e un finale scontato ed emotivamente scarico, a differenza di ciò che mi ero aspettato, pregiudicano a questo manga il voto dei grandi capolavori, ma sono dell’idea che il finale di un’opera non debba influenzarne troppo il giudizio ultimo, soprattutto quando il percorso compiuto è stato così avvincente ed emozionante, come quello di “Bakuman”. Infine, nota al merito per i disegni di quel matto di Obata, che con alcune vignette parodiche da gag manga mi ha fatto morire dalle risate, emblematico il caso del volume diciotto.
Detto onestamente, potremmo stare qui a parlare di “Bakuman.” ancora per ore. Potremmo dire quanto il manga sia certamente autoreferenziale, soprattutto nel rapporto tra Shujin e Saiko; potremmo fermarci a parlare di quanto gli autori diano importanza alla rivalità sana e genuina, che ti spinge a migliorare; potremmo dire tantissime cose, ma nessuna di esse riuscirebbe a spiegare bene quanto mi sia piaciuto questo manga. Per capirlo, non dovrete far altro che cimentarvi in questa spassosa ed entusiasmante lettura.
Sicuramente la prima cosa che vi salterà all’occhio sarà il voto: 10. Sono ben consapevole di cosa questo voto voglia dire e sarei un idiota se non considerassi comprensibili le critiche di chi pensa che sia una valutazione esagerata; però è proprio per convincervi della mia scelta che scrivo la recensione, dunque iniziamo.
La storia immagino la sappiate già quindi mi terrò il più stretto possibile per quanto riguarda questa parte: un ragazzo di nome Akito, il più intelligente della scuola, ha il sogno di diventare un mangaka ma, a causa della sua scadente capacità nel disegnare, si trova in difficoltà nell’avviare il suo progetto; un giorno, rimane stregato dai disegni meravigliosi presenti su un quaderno rinvenuto in classe, quaderno che scopre appartenere ad un ragazzo chiamato Moritaka. Da qui Akito riesce a persuadere Moritaka, il quale già aveva avuto in passato lo stesso sogno del primo, e iniziano insieme il loro viaggio alla conquista di Shonen Jump.
Perché quest’opera è così sorprendente? Beh le motivazioni sono diverse in realtà, prima su tutti l’incredibile maestria con cui sono dipinti i sentimenti dei personaggi; in questa storia che parla di sogni, del coraggio di perseguirli, della forza di superare le avversità, una storia a cui l’amicizia e la rivalità fanno da protagonisti, in una storia in cui due ragazzi proprio come lo siamo o siamo stati noi non hanno paura di puntare tutto su sogno che sembra inarrivabile solo il talento di Ohba poteva rendere in modo così nitido ciò che provano i personaggi.
Non è inoltre da sottovalutare che sono stati pensati decine e decine di manga per realizzare questo, poiché ogni singola idea dei manga dei personaggi è inedita e a suo modo originale.
Obbligatorio anche menzionare i disegni di Obata che tra sfondi mozzafiato, personaggi disegnati in modo incredibilmente realistico e altri in modo opposto riesce a rendere alla perfezione l’alternarsi di emozioni, di suspense, di risate pensate da Ohba.
Purtroppo è inevitabile anche accennare ai difetti dell’opera, che negli ultimi volumi perde la sua tipica suspense lasciando spazio a uno sviluppo di trama decisamente più prevedibile. Il più evidente difetto del manga a mio avviso è però causa di uno dei suoi più grandi pregi: se la forza dell’opera sono i personaggi caratterizzati in modo incredibile, frutto di approfondimenti spiccati sono diversi i personaggi secondari che vengono poi abbandonati nel baratro senza alcuna conclusione.
Nonostante non sia un manga privo di errori lo giudico un lavoro da 10 per le sensazioni uniche che mi ha fatto provare: come fossi effettivamente io il protagonista della storia. Per chi ha rimpianti o chi si vuole godere una storia pura e appassionante, "Bakuman" è l’opera ideale
La storia immagino la sappiate già quindi mi terrò il più stretto possibile per quanto riguarda questa parte: un ragazzo di nome Akito, il più intelligente della scuola, ha il sogno di diventare un mangaka ma, a causa della sua scadente capacità nel disegnare, si trova in difficoltà nell’avviare il suo progetto; un giorno, rimane stregato dai disegni meravigliosi presenti su un quaderno rinvenuto in classe, quaderno che scopre appartenere ad un ragazzo chiamato Moritaka. Da qui Akito riesce a persuadere Moritaka, il quale già aveva avuto in passato lo stesso sogno del primo, e iniziano insieme il loro viaggio alla conquista di Shonen Jump.
Perché quest’opera è così sorprendente? Beh le motivazioni sono diverse in realtà, prima su tutti l’incredibile maestria con cui sono dipinti i sentimenti dei personaggi; in questa storia che parla di sogni, del coraggio di perseguirli, della forza di superare le avversità, una storia a cui l’amicizia e la rivalità fanno da protagonisti, in una storia in cui due ragazzi proprio come lo siamo o siamo stati noi non hanno paura di puntare tutto su sogno che sembra inarrivabile solo il talento di Ohba poteva rendere in modo così nitido ciò che provano i personaggi.
Non è inoltre da sottovalutare che sono stati pensati decine e decine di manga per realizzare questo, poiché ogni singola idea dei manga dei personaggi è inedita e a suo modo originale.
Obbligatorio anche menzionare i disegni di Obata che tra sfondi mozzafiato, personaggi disegnati in modo incredibilmente realistico e altri in modo opposto riesce a rendere alla perfezione l’alternarsi di emozioni, di suspense, di risate pensate da Ohba.
Purtroppo è inevitabile anche accennare ai difetti dell’opera, che negli ultimi volumi perde la sua tipica suspense lasciando spazio a uno sviluppo di trama decisamente più prevedibile. Il più evidente difetto del manga a mio avviso è però causa di uno dei suoi più grandi pregi: se la forza dell’opera sono i personaggi caratterizzati in modo incredibile, frutto di approfondimenti spiccati sono diversi i personaggi secondari che vengono poi abbandonati nel baratro senza alcuna conclusione.
Nonostante non sia un manga privo di errori lo giudico un lavoro da 10 per le sensazioni uniche che mi ha fatto provare: come fossi effettivamente io il protagonista della storia. Per chi ha rimpianti o chi si vuole godere una storia pura e appassionante, "Bakuman" è l’opera ideale
Parecchio tempo dopo aver letto un manga che aveva un fumetto dentro il fumetto ("BillyBat" di Naoki Urusawa) ho deciso di leggere un manga su come nascono i fumetti, in particolare quelli che finiscono su Jump: in effetti non so se definire questo un omaggio di Tsugumi Ohba (scrittore) e Takeshi Obata (disegnatore) alla rivista che li serializza o piuttosto un grande spot che la rivista dedica a se stessa.
Gli autori sono arrivati al centro dell’attenzione con "Death Note" ma questo manga è di tutt’altro tipo, con tratti informativi sul mondo dell’editoria, con degli spunti da commedia romantica e anche sì battle shonen, ma di quelli non classici: qui non ci sono botte ma mangaka che lottano per arrivare primi in quanto popolarità o comunque per non farsi segare una serie.
Ci sono anche un paio di cattivi che però non rimangono a lungo, in quanto gli autori preferiscono far vedere che chi si impegna viene premiato e i cattivi sono tali in quanto usano mezzi sporchi per arrivare al loro obbiettivo.
Se ho usato la parola impegno devo allora dire che il manga è canonico: cioè fa sue le tre parole chiave per essere serializzati ed aver successo su Jump: amicizia, impegno e vittoria.
Tutto viene trattato con romanticismo: anche il tema della morte sul lavoro di un mangaka (lo zio di Mashiro) è vista si come tragedia, ma anche come sprone per impegnarsi di più…
Ci insegna che bisogna metterci anima e corpo, buttare in continuazione idee e disegni, di fidarsi dell’editore, di provare a far cose che non ti piacciono ma che comunque ti avvicinano al cuore dei fan e ti permettono di andare avanti.
Importante il ruolo dell'editor che ti dà degli spunti in quanto anche lui esperto di manga: se vuoi avanzare sugli avversari lo devi fare sia disegnando nel modo adatto ma anche avendo idee, scopiazzando se è il caso, ma anche in questo caso dando la tua impronta.
Nel fumetto ci sono tante citazioni di manga: in genere targati Shueisha ma anche con qualche eccezione, tipo "Ashita no Joe" che è stato il titolo di punta di Shonen Magazine della Kodansha.
Ho trovato come difetto che le pagine sono troppo piene di parti parlate: se altri manga si leggono molto velocemente questo invece ti obbliga a “starci sopra” più di quanto avviene di solito.
Comunque gli do’ un otto e lo consiglio a chi vuole leggere qualcosa di diverso dal solito
Gli autori sono arrivati al centro dell’attenzione con "Death Note" ma questo manga è di tutt’altro tipo, con tratti informativi sul mondo dell’editoria, con degli spunti da commedia romantica e anche sì battle shonen, ma di quelli non classici: qui non ci sono botte ma mangaka che lottano per arrivare primi in quanto popolarità o comunque per non farsi segare una serie.
Ci sono anche un paio di cattivi che però non rimangono a lungo, in quanto gli autori preferiscono far vedere che chi si impegna viene premiato e i cattivi sono tali in quanto usano mezzi sporchi per arrivare al loro obbiettivo.
Se ho usato la parola impegno devo allora dire che il manga è canonico: cioè fa sue le tre parole chiave per essere serializzati ed aver successo su Jump: amicizia, impegno e vittoria.
Tutto viene trattato con romanticismo: anche il tema della morte sul lavoro di un mangaka (lo zio di Mashiro) è vista si come tragedia, ma anche come sprone per impegnarsi di più…
Ci insegna che bisogna metterci anima e corpo, buttare in continuazione idee e disegni, di fidarsi dell’editore, di provare a far cose che non ti piacciono ma che comunque ti avvicinano al cuore dei fan e ti permettono di andare avanti.
Importante il ruolo dell'editor che ti dà degli spunti in quanto anche lui esperto di manga: se vuoi avanzare sugli avversari lo devi fare sia disegnando nel modo adatto ma anche avendo idee, scopiazzando se è il caso, ma anche in questo caso dando la tua impronta.
Nel fumetto ci sono tante citazioni di manga: in genere targati Shueisha ma anche con qualche eccezione, tipo "Ashita no Joe" che è stato il titolo di punta di Shonen Magazine della Kodansha.
Ho trovato come difetto che le pagine sono troppo piene di parti parlate: se altri manga si leggono molto velocemente questo invece ti obbliga a “starci sopra” più di quanto avviene di solito.
Comunque gli do’ un otto e lo consiglio a chi vuole leggere qualcosa di diverso dal solito
Tale recensione è stata scritta da me ai tempi della lettura di tali volumetti, ossia parecchi anni fa, e così immacolata la ripropongo.
"Bakuman" è un manga che mi ha appassionato come pochi sono riusciti veramente a fare.
Sulla storia non c'è molto da dire, ormai tutti o quasi la conoscono, il bello di questo manga però, è che l'intento iniziale, la premessa secondo la quale l'unico scopo dei protagonisti è di creare un manga talmente bello da cui poterne trarre un anime di cui Azuki sarà la doppiatrice, non viene continuamente ripetuta all'interno della storia e a volte ci si dimentica addirittura di questo obbiettivo, facendo passare al primo posto la dura vita del mangaka e delle scadenze allo Shonen Jump, delle fatiche di questo lavoro, delle classifiche, insomma, un'opera che insegna com'è la vita dei manga e dei mangaka: vengono affrontati e descritti gli strumenti necessari utilizzati da tutti i disegnatori con altrettanto dettagliate descrizioni che intercorrono tra un pennino e l'altro, tra un tipo di carta ed un'altra; la divisione dei reparti all'interno dello shonen jump, i ruoli di caposettore, vice capo redazione, capo redazione; le riunioni quando si tengono e per cosa si tengono; le tempistiche e le scadenze delle consegne dei capitoli settimanali, il ruolo delle posizioni in classifica e come sono strutturate le lettere dei fan per le votazioni dei loro manga preferiti; il ruolo degli aiutanti mangaka e come loro si dividono i compiti, chi fa il nero, chi i retini, chi l'inchiostrazione, cosa sono i name e a cosa servono e molto altro ancora.
Questo titolo è stato creato proprio per spiegare, in stile commedia shonen, cosa vuol dire e com'è la professione dei mangaka.
Ovviamente non mancherà anche l'antagonista, Eiji Nizuma, che non è un nemico come L per Light e viceversa come nella precedente opera degli autori, ma un nemico che accende l'animo competitivo di tutti gli autori che pubblicano su quella rivista, facendoli sempre più competere tra di loro per arrivare sempre in vetta alla classifica della votazione.
Non mancano di certo le battaglie tra gli autori dello Shonen Jump per guadagnarsi il primo posto in classifica, le guerre tra le opere serializzate dei protagonisti ed i relativi colpi di scena, come le strategie che vengono create ed attuate per far aumentare i voti di uno specifico capitolo contro quello degli altri, o qualche autore che, non riuscendo, si arrende a quella vita.
E di nuovo, verranno analizzate la nascita di un anime, come si procede, quali sono i ruoli e la procedura di realizzazione, ma anche il lavoro di doppiatrice, la storia di amore tra Mashiro e Azuki, come si svolgono i provini e in cosa consistono, come si svolgono i programmi radiofonici tra le doppiatrici ed il pubblico, come sono idolatrate le stesse, vere idol in Giappone, tanto che per loro è veramente impossibile solamente pensare di avere una cotta, figuriamoci un ragazzo o sposarsi.
Insomma, un manga veramente emozionante che ti fa venir voglia di continuare a leggerlo man mano che la storia procede, un'opera dove vengono fatte emergere le difficoltà, le gioie, i dolori, le sconfitte, le vittorie che un lavoro come questo può dare, una serie che parla di come questo lavoro e i lavori affini sono visti e apprezzati in Giappone, in tutte le loro sfumature.
Un 9 meritatissimo.
"Bakuman" è un manga che mi ha appassionato come pochi sono riusciti veramente a fare.
Sulla storia non c'è molto da dire, ormai tutti o quasi la conoscono, il bello di questo manga però, è che l'intento iniziale, la premessa secondo la quale l'unico scopo dei protagonisti è di creare un manga talmente bello da cui poterne trarre un anime di cui Azuki sarà la doppiatrice, non viene continuamente ripetuta all'interno della storia e a volte ci si dimentica addirittura di questo obbiettivo, facendo passare al primo posto la dura vita del mangaka e delle scadenze allo Shonen Jump, delle fatiche di questo lavoro, delle classifiche, insomma, un'opera che insegna com'è la vita dei manga e dei mangaka: vengono affrontati e descritti gli strumenti necessari utilizzati da tutti i disegnatori con altrettanto dettagliate descrizioni che intercorrono tra un pennino e l'altro, tra un tipo di carta ed un'altra; la divisione dei reparti all'interno dello shonen jump, i ruoli di caposettore, vice capo redazione, capo redazione; le riunioni quando si tengono e per cosa si tengono; le tempistiche e le scadenze delle consegne dei capitoli settimanali, il ruolo delle posizioni in classifica e come sono strutturate le lettere dei fan per le votazioni dei loro manga preferiti; il ruolo degli aiutanti mangaka e come loro si dividono i compiti, chi fa il nero, chi i retini, chi l'inchiostrazione, cosa sono i name e a cosa servono e molto altro ancora.
Questo titolo è stato creato proprio per spiegare, in stile commedia shonen, cosa vuol dire e com'è la professione dei mangaka.
Ovviamente non mancherà anche l'antagonista, Eiji Nizuma, che non è un nemico come L per Light e viceversa come nella precedente opera degli autori, ma un nemico che accende l'animo competitivo di tutti gli autori che pubblicano su quella rivista, facendoli sempre più competere tra di loro per arrivare sempre in vetta alla classifica della votazione.
Non mancano di certo le battaglie tra gli autori dello Shonen Jump per guadagnarsi il primo posto in classifica, le guerre tra le opere serializzate dei protagonisti ed i relativi colpi di scena, come le strategie che vengono create ed attuate per far aumentare i voti di uno specifico capitolo contro quello degli altri, o qualche autore che, non riuscendo, si arrende a quella vita.
E di nuovo, verranno analizzate la nascita di un anime, come si procede, quali sono i ruoli e la procedura di realizzazione, ma anche il lavoro di doppiatrice, la storia di amore tra Mashiro e Azuki, come si svolgono i provini e in cosa consistono, come si svolgono i programmi radiofonici tra le doppiatrici ed il pubblico, come sono idolatrate le stesse, vere idol in Giappone, tanto che per loro è veramente impossibile solamente pensare di avere una cotta, figuriamoci un ragazzo o sposarsi.
Insomma, un manga veramente emozionante che ti fa venir voglia di continuare a leggerlo man mano che la storia procede, un'opera dove vengono fatte emergere le difficoltà, le gioie, i dolori, le sconfitte, le vittorie che un lavoro come questo può dare, una serie che parla di come questo lavoro e i lavori affini sono visti e apprezzati in Giappone, in tutte le loro sfumature.
Un 9 meritatissimo.
Dopo Death Note, i sensei Ohba e Obata non deludono, portando alla serializzazione un'altra serie, a mio parere molto degna di nota.
La storia è di per sé molto semplice, ma quello che colpisce di più è il modo in cui il lettore si trova a riscoprire tutti i retroscena del lavoro da mangaka; pensare a nuove idee in continuazione, la preoccupazione di piacere al pubblico, il cercare di non rimanere indietro con la consegna delle tavole, la ricerca verso uno stile di disegno e di scrittura migliore… Insomma, il lavoro dei due autori non poteva essere raccontato in modo migliore.
La narrazione ha un ritmo tranquillo, né troppo affrettato né troppo lento, e alterna molto bene i momenti di tensione (per quanti ce ne possano essere in un manga sui manga) a quelli divertenti, seri e... normali. Sì, normali, perché ci vengono mostrati molti momenti di vita quotidiana, vengono affrontati diversi modi di vivere, passando per differenti fasce di età, e affrontando ragionamenti che ognuno potrebbe fare, diventando un manga accessibile a tutti. In particolar modo, viene evidenziato molto bene il fatto che, essendo studenti, i due protagonisti devono tener conto di ciò che gli circonda, senza poter tralasciare nulla, considerando in particolar modo lo studio.
Quasi niente è esagerato, entro i limiti di un'opera inventata ovviamente, anche perché ci ritroviamo davanti a una storia semplice, vissuta nella vita di tutti i giorni. L'esagerazione nei confronti dei protagonisti e degli antagonisti c'è, e sempre ci sarà in uno shounen manga, ma rimane comunque confinata entro certi limiti. Non c'è un'evoluzione molto marcata dei personaggi, ma comunque ci sono alcuni elementi caratteriali che cambiano nel corso della storia, in questo caso influenzati molto dalla crescita dei protagonisti, che all'inizio dell'opera frequentano le medie mentre alla fine studiano in università. Le priorità cambiano, a volte radicalmente, altre in modo più leggero, ma l'obiettivo primario rimane sempre lo stesso, senza subire variazioni.
Per quanto riguarda le tecniche di disegno, lo stile è molto simile a quello della celeberrima opera dei sensei, Death Note, anche se è stato riadattato per un manga rivolto ad ogni fascia di età, con quindi molti sfondi chiari, un minor utilizzo di retini e neri e, a detta mia, un miglioramento netto dallo stile utilizzato per la serie precedente. Ogni dettaglio, dal volto del personaggio in primo piano all'interruttore della luce sullo sfondo, è curato con molta dedizione, così come l'aspetto psicologico dei personaggi principali. Forse le storie d'amore che si intrecciano fra i vari archi narrativi non sono descritte molto bene, ma in fondo non è questo il genere dell'opera, quindi non ci si può lamentare di un simile argomento. La cosa che delude di più è, a detta mia, il finale. Nonostante non manchi il lieto fine (e non dirò oltre per evitare spoiler), tipico di un manga del genere, sembra tutto molto affrettato. Il ritmo diventa più incalzante, quasi affannoso, e si distacca un po' da quello che la storia era stata fino a quel momento.
Di sicuro non si merita un 10 ma nemmeno un 5, perché comunque siamo di fronte a una storia che mai nessuno aveva pensato di raccontare. Certo, è molto semplice, non ci sono battaglie epiche o scontri all'ultimo sangue, come ormai si riscontra spesso nei manga più popolari, ma se avete un po' di tempo libero, mentre aspettate l'uscita di un nuovo anime o di un nuovo volume del manga che state seguendo, vi consiglio di dedicargli una lettura.
La storia è di per sé molto semplice, ma quello che colpisce di più è il modo in cui il lettore si trova a riscoprire tutti i retroscena del lavoro da mangaka; pensare a nuove idee in continuazione, la preoccupazione di piacere al pubblico, il cercare di non rimanere indietro con la consegna delle tavole, la ricerca verso uno stile di disegno e di scrittura migliore… Insomma, il lavoro dei due autori non poteva essere raccontato in modo migliore.
La narrazione ha un ritmo tranquillo, né troppo affrettato né troppo lento, e alterna molto bene i momenti di tensione (per quanti ce ne possano essere in un manga sui manga) a quelli divertenti, seri e... normali. Sì, normali, perché ci vengono mostrati molti momenti di vita quotidiana, vengono affrontati diversi modi di vivere, passando per differenti fasce di età, e affrontando ragionamenti che ognuno potrebbe fare, diventando un manga accessibile a tutti. In particolar modo, viene evidenziato molto bene il fatto che, essendo studenti, i due protagonisti devono tener conto di ciò che gli circonda, senza poter tralasciare nulla, considerando in particolar modo lo studio.
Quasi niente è esagerato, entro i limiti di un'opera inventata ovviamente, anche perché ci ritroviamo davanti a una storia semplice, vissuta nella vita di tutti i giorni. L'esagerazione nei confronti dei protagonisti e degli antagonisti c'è, e sempre ci sarà in uno shounen manga, ma rimane comunque confinata entro certi limiti. Non c'è un'evoluzione molto marcata dei personaggi, ma comunque ci sono alcuni elementi caratteriali che cambiano nel corso della storia, in questo caso influenzati molto dalla crescita dei protagonisti, che all'inizio dell'opera frequentano le medie mentre alla fine studiano in università. Le priorità cambiano, a volte radicalmente, altre in modo più leggero, ma l'obiettivo primario rimane sempre lo stesso, senza subire variazioni.
Per quanto riguarda le tecniche di disegno, lo stile è molto simile a quello della celeberrima opera dei sensei, Death Note, anche se è stato riadattato per un manga rivolto ad ogni fascia di età, con quindi molti sfondi chiari, un minor utilizzo di retini e neri e, a detta mia, un miglioramento netto dallo stile utilizzato per la serie precedente. Ogni dettaglio, dal volto del personaggio in primo piano all'interruttore della luce sullo sfondo, è curato con molta dedizione, così come l'aspetto psicologico dei personaggi principali. Forse le storie d'amore che si intrecciano fra i vari archi narrativi non sono descritte molto bene, ma in fondo non è questo il genere dell'opera, quindi non ci si può lamentare di un simile argomento. La cosa che delude di più è, a detta mia, il finale. Nonostante non manchi il lieto fine (e non dirò oltre per evitare spoiler), tipico di un manga del genere, sembra tutto molto affrettato. Il ritmo diventa più incalzante, quasi affannoso, e si distacca un po' da quello che la storia era stata fino a quel momento.
Di sicuro non si merita un 10 ma nemmeno un 5, perché comunque siamo di fronte a una storia che mai nessuno aveva pensato di raccontare. Certo, è molto semplice, non ci sono battaglie epiche o scontri all'ultimo sangue, come ormai si riscontra spesso nei manga più popolari, ma se avete un po' di tempo libero, mentre aspettate l'uscita di un nuovo anime o di un nuovo volume del manga che state seguendo, vi consiglio di dedicargli una lettura.
Due studenti delle superiori uniscono le proprie forze per diventare dei mangaka ed essere pubblicati sulla rivista Jump.
Dopo i toni scuri di “Death Note” la coppia Ohba (storia) e Obata (disegni) realizza una storia di carattere molto più leggero, sebbene piena di passione.
L’immersione nella psicologia dei personaggi e i punti di svolta della trama mai scontati, sono i punti di forza della Ohba e sono incredibilmente efficaci al servizio di una storia di ambizioni giovanili a tinte quasi shojo ma sempre incalzante.
Obata appare al culmine della sua tecnica. La distorsione dei disegni, per fini comici e cinetici, è un piacere da guardare e le tavole sono sempre scorrevoli e capaci di trasmettere il senso di ansia ed entusiasmo che permea ogni capitolo.
La storia nella sua interezza è scorrevole sebbene dopo il primo quarto rallenti vistosamente per riprendersi una decina di capitoli dopo.
-- Consigliato a…
… chi riesce ad apprezzare le sottigliezze del meta fumetto.
… chi in fondo sogna di poter scrivere e disegnare.
… chi ama i manga ed è curioso di sapere come si realizzano e conoscere la realtà editoriale del “Weekly Shonen Jump”.
-- Sconsigliato a…
… chi non ama le atmosfere di un amore romantico e innocente.
… chi non è interessato al come nascono i manga e ai suoi processi editoriali.
… chi non è disposto a credere alle favole.
-- Conclusioni: un fumetto di grande ispirazione per aspiranti fumettisti, ma anche per molti di coloro che hanno un obbiettivo in campo artistico, sempre d’intrattenimento e che sa come informare senza cadere nel didascalico. Nelle mani del giusto lettore è una di quelle storie che costringono a maratone di avida lettura.
Dopo i toni scuri di “Death Note” la coppia Ohba (storia) e Obata (disegni) realizza una storia di carattere molto più leggero, sebbene piena di passione.
L’immersione nella psicologia dei personaggi e i punti di svolta della trama mai scontati, sono i punti di forza della Ohba e sono incredibilmente efficaci al servizio di una storia di ambizioni giovanili a tinte quasi shojo ma sempre incalzante.
Obata appare al culmine della sua tecnica. La distorsione dei disegni, per fini comici e cinetici, è un piacere da guardare e le tavole sono sempre scorrevoli e capaci di trasmettere il senso di ansia ed entusiasmo che permea ogni capitolo.
La storia nella sua interezza è scorrevole sebbene dopo il primo quarto rallenti vistosamente per riprendersi una decina di capitoli dopo.
-- Consigliato a…
… chi riesce ad apprezzare le sottigliezze del meta fumetto.
… chi in fondo sogna di poter scrivere e disegnare.
… chi ama i manga ed è curioso di sapere come si realizzano e conoscere la realtà editoriale del “Weekly Shonen Jump”.
-- Sconsigliato a…
… chi non ama le atmosfere di un amore romantico e innocente.
… chi non è interessato al come nascono i manga e ai suoi processi editoriali.
… chi non è disposto a credere alle favole.
-- Conclusioni: un fumetto di grande ispirazione per aspiranti fumettisti, ma anche per molti di coloro che hanno un obbiettivo in campo artistico, sempre d’intrattenimento e che sa come informare senza cadere nel didascalico. Nelle mani del giusto lettore è una di quelle storie che costringono a maratone di avida lettura.
Bakuman. si presenta come un manga innovativo per trama e argomento trattato, diverso rispetto alla maggior parte dei fumetti giapponesi.
L'idea di partenza è ottima (raccontare la vita di un mangaka con tutti i suoi aspetti), e le premesse per un buon manga ci sono tutte. I primi capitoli sono piacevoli e tengono il lettore concentrato sulla lettura; purtroppo con il proseguo dei volumi la storia diventa molto ripetitiva con i dialoghi alle volte davvero troppo lunghi (si salva un pochino la storia d'amore tra i vari personaggi). Finale banale. I disegni sono buoni, puliti e le scene sono chiare. Purtroppo i dialoghi nei balloon sono lunghi e alle volte complessi: per leggere una pagina ci si impiega troppo tempo. L'edizione italiana è composta da 20 volumi, editi dalla Planet Manga. Volumi interi, formato standard. Per la collezione completa si spende abbastanza, vale la pena se si trova usata a buon prezzo. Consigliato a chi cerca un manga diverso dal solito.
L'idea di partenza è ottima (raccontare la vita di un mangaka con tutti i suoi aspetti), e le premesse per un buon manga ci sono tutte. I primi capitoli sono piacevoli e tengono il lettore concentrato sulla lettura; purtroppo con il proseguo dei volumi la storia diventa molto ripetitiva con i dialoghi alle volte davvero troppo lunghi (si salva un pochino la storia d'amore tra i vari personaggi). Finale banale. I disegni sono buoni, puliti e le scene sono chiare. Purtroppo i dialoghi nei balloon sono lunghi e alle volte complessi: per leggere una pagina ci si impiega troppo tempo. L'edizione italiana è composta da 20 volumi, editi dalla Planet Manga. Volumi interi, formato standard. Per la collezione completa si spende abbastanza, vale la pena se si trova usata a buon prezzo. Consigliato a chi cerca un manga diverso dal solito.
Bakuman mi ha colpito un sacco... dopo averlo letto, leggo i manga (soprattutto gli shonen) in modo diverso. Ogni cambio di genere, le evoluzioni dei personaggi, come è strutturata la narrazione, ha la sua motivazione. Si dice che questo manga sia nato solo per pubblicizzare Shonen Jump, ma io non penso che sia così, penso che gli autori si siano basati tanto sulla rivista per rendere la storia più realistica. Ovviamente non è un manga di quelli realistici al massimo, perché è strano che due ragazzini delle medie riescano a portare avanti una serie per poi andare anche bene a scuola, è praticamente impossibile… Ma ci si avvicina al realismo. Fa vedere quanto faticano i mangaka nel loro lavoro. Insegna quanto devi impegnarti per rendere realtà i tuoi sogni, devi faticare, puoi anche ammalarti, ma in tutto questo non devi perdere le persone più importanti per te. Se devo trovare qualcosa di negativo, è il fatto che negli ultimi numeri i disegni iniziano a peggiorare un po', sembrano fatti in modo veloce, però resta un grande manga, che mi piace di più dell'altra opera di Obata e Ohda: Death Note.
Sono rimasta piacevolmente colpita da questo manga. L'ho iniziato principalmente per gli autori e non ne sono rimasta delusa.
A prima vista la trama non sembra particolarmente bella, ma già dopo i primi capitoli bisogna ricredersi.
Bakuman contiene tutto. È uno shonen, ma al contrario dei più popolari qui gli unici scontri sono quelli fatti con la penna.
I personaggi sono ben caratterizzati, ognuno con i propri pregi e difetti, e disegnati in modo impeccabile. In questo manga non c'è un cattivo, ma ci sono dei rivali, che aumentano con l'avanzare della storia senza però diventare antipatici.
Aiuta un po' a capire com'è la vita di un mangaka e i sacrifici necessari per arrivare in alto, anche con il rischio di non vedere mai il loro manga diventare un successo. Insomma, ti fa apprezzare veramente il lavoro che fanno queste persone.
È un manga che ti apre gli occhi.
A prima vista la trama non sembra particolarmente bella, ma già dopo i primi capitoli bisogna ricredersi.
Bakuman contiene tutto. È uno shonen, ma al contrario dei più popolari qui gli unici scontri sono quelli fatti con la penna.
I personaggi sono ben caratterizzati, ognuno con i propri pregi e difetti, e disegnati in modo impeccabile. In questo manga non c'è un cattivo, ma ci sono dei rivali, che aumentano con l'avanzare della storia senza però diventare antipatici.
Aiuta un po' a capire com'è la vita di un mangaka e i sacrifici necessari per arrivare in alto, anche con il rischio di non vedere mai il loro manga diventare un successo. Insomma, ti fa apprezzare veramente il lavoro che fanno queste persone.
È un manga che ti apre gli occhi.
Dopo il successone di "Death Note", Tsugumi Ohba (per la storia) e Takeshi Obata (per i disegni) si ripetono con un capolavoro che, a mio avviso, nonostante l'inevitabile diversità di genere, raggiunge comunque livelli qualitativi estremamente alti. La storia di due mangaka, che mettono in gioco i loro sogni per realizzare quello ancora più grande: diventare i più grandi mangaka del Jump, una delle riviste più importanti dell'editoria giapponese.
Non sono sicuro se sia una sorta di autobiografia (con i dovuti adattamenti) o meno, ma è impressionante come si riesca a fondere perfettamente il realismo nella descrizione delle varie procedure nella pubblicazione e la bellezza di una commedia divertente ed emozionante. E' incominciata nel 2008 e conclusasi con la bellezza di ben venti volumetti: un traguardo incredibile per un manga piuttosto inusuale sotto molteplici aspetti.
Mashiro è un ragazzo molto timido, ma allo stesso tempo estremamente dotato nel disegno. Fin da piccolo ha sempre guardato con ammirazione suo zio, un mangaka che, però, non è riuscito a mantenere il successo derivatogli dalla sua opera iniziale. Un uomo saggio e dedito al lavoro a tal punto da morire per un eccessivo sforzo.
Da quel momento Mashiro ha abbandonato l'idea di seguire le orme dello zio, o forse no. In un angolo recondito del suo cuore sente sempre un amore incredibile per i manga, ma allo stesso tempo cerca in tutti i modi di nasconderlo, a se stesso e agli altri. Sarà un suo compagno di classe, Takagi, che lo spingerà nuovamente a impugnare un pennino e disegnare nuove storie, scritte proprio da lui stesso.
Una coppia invincibile: Mashiro estremamente dotato nel disegno e Takagi dotato invece di un'incredibile abilità nel creare storie. Una coppia ben salda, in cui l'amicizia supera lo stretto rapporto lavorativo.
Ma a rendere la situazione ancora più interessante, arriva una strana promessa stretta tra Mashiro e la bella Azuki, sua compagna di classe: entrambi si amano, ma la loro timidezza gli impedisce di avere un rapporto come gli altri. Senza contare che i sogni che si sono prefissati (Azuki vuole diventare una doppiatrice) occuperanno loro gran parte del tempo. E allora, perché non sposarsi solamente quando Azuki doppierà la protagonista femminile dell'anime di Mashiro e Takagi?
Un miraggio lontano e impossibile? Chissà. Una cosa però è certa, fino ad all'ora i due non dovranno frequentarsi e, possibilmente, nemmeno parlarsi se non via email o telefono.
Insomma, una storia che unisce l'adrenalina di una giovane coppia di mangaka intenta ad inseguire il proprio sogno, il divertimento di una commedia esilarante e un pizzico di romanticismo che, a mio avviso, non fa mai male.
I personaggi sono veramente ben caratterizzati: Takagi e Mashiro sono ovviamente i due protagonisti assoluti e la storia stessa gira intorno a loro. Eppure, nonostante la stretta amicizia che li lega, mostrano caratteri estremamente diversi, che li porterà anche ad avere una serie di discussioni non da poco.
Detto ciò c'è da registrare una buona cura anche per i vari personaggi secondari, che avranno la possibilità di trovare largo spazio.
La descrizione delle varie procedure del mondo dell'editoria sono estremamente accurate, fin troppo a volte. Anche la rivista Jump viene analizzata nel dettaglio e, in fin dei conti, un punto di forza di "Bakuman" è proprio questa attenzione per il dato reale. Il lettore ha la possibilità di apprendere sempre qualcosa di nuovo su un mondo che, fino a quel momento, era rimasto nascosto dietro le pagine dei manga.
I disegni sono molto interessanti e, in questo caso, si vede l'abilità di Takeshi Obata nel passare da un manga come "Death Note" a uno come "Bakuman", cercando di adattare i disegni senza perdere però il proprio stile. Si vede l'impronta del mangaka, ma allo stesso tempo i toni si sono fatti molto più leggeri e rilassati.
La storia, d'altro canto, è struttura in maniera mirabile, sempre pronta a mantenere alta la tensione, priva di momenti noiosi o troppo tranquilli, e sempre pronta ad esplodere in una miriade di emozioni.
Per concludere non mi rimane che consigliarvi vivamente quest'opera, redarguendovi però nel non fare un confronto con il suo ben noto predecessore. Si tratta di due manga diversi, strutturati in maniera completamente differente e senza nulla in comune. Meglio? Peggio? Personalmente sono dell'idea che sia impossibile stabilire tutto ciò. Insomma, dipende dai gusti personali e dalle opinioni di ciascun lettore.
Voto finale: 8
Non sono sicuro se sia una sorta di autobiografia (con i dovuti adattamenti) o meno, ma è impressionante come si riesca a fondere perfettamente il realismo nella descrizione delle varie procedure nella pubblicazione e la bellezza di una commedia divertente ed emozionante. E' incominciata nel 2008 e conclusasi con la bellezza di ben venti volumetti: un traguardo incredibile per un manga piuttosto inusuale sotto molteplici aspetti.
Mashiro è un ragazzo molto timido, ma allo stesso tempo estremamente dotato nel disegno. Fin da piccolo ha sempre guardato con ammirazione suo zio, un mangaka che, però, non è riuscito a mantenere il successo derivatogli dalla sua opera iniziale. Un uomo saggio e dedito al lavoro a tal punto da morire per un eccessivo sforzo.
Da quel momento Mashiro ha abbandonato l'idea di seguire le orme dello zio, o forse no. In un angolo recondito del suo cuore sente sempre un amore incredibile per i manga, ma allo stesso tempo cerca in tutti i modi di nasconderlo, a se stesso e agli altri. Sarà un suo compagno di classe, Takagi, che lo spingerà nuovamente a impugnare un pennino e disegnare nuove storie, scritte proprio da lui stesso.
Una coppia invincibile: Mashiro estremamente dotato nel disegno e Takagi dotato invece di un'incredibile abilità nel creare storie. Una coppia ben salda, in cui l'amicizia supera lo stretto rapporto lavorativo.
Ma a rendere la situazione ancora più interessante, arriva una strana promessa stretta tra Mashiro e la bella Azuki, sua compagna di classe: entrambi si amano, ma la loro timidezza gli impedisce di avere un rapporto come gli altri. Senza contare che i sogni che si sono prefissati (Azuki vuole diventare una doppiatrice) occuperanno loro gran parte del tempo. E allora, perché non sposarsi solamente quando Azuki doppierà la protagonista femminile dell'anime di Mashiro e Takagi?
Un miraggio lontano e impossibile? Chissà. Una cosa però è certa, fino ad all'ora i due non dovranno frequentarsi e, possibilmente, nemmeno parlarsi se non via email o telefono.
Insomma, una storia che unisce l'adrenalina di una giovane coppia di mangaka intenta ad inseguire il proprio sogno, il divertimento di una commedia esilarante e un pizzico di romanticismo che, a mio avviso, non fa mai male.
I personaggi sono veramente ben caratterizzati: Takagi e Mashiro sono ovviamente i due protagonisti assoluti e la storia stessa gira intorno a loro. Eppure, nonostante la stretta amicizia che li lega, mostrano caratteri estremamente diversi, che li porterà anche ad avere una serie di discussioni non da poco.
Detto ciò c'è da registrare una buona cura anche per i vari personaggi secondari, che avranno la possibilità di trovare largo spazio.
La descrizione delle varie procedure del mondo dell'editoria sono estremamente accurate, fin troppo a volte. Anche la rivista Jump viene analizzata nel dettaglio e, in fin dei conti, un punto di forza di "Bakuman" è proprio questa attenzione per il dato reale. Il lettore ha la possibilità di apprendere sempre qualcosa di nuovo su un mondo che, fino a quel momento, era rimasto nascosto dietro le pagine dei manga.
I disegni sono molto interessanti e, in questo caso, si vede l'abilità di Takeshi Obata nel passare da un manga come "Death Note" a uno come "Bakuman", cercando di adattare i disegni senza perdere però il proprio stile. Si vede l'impronta del mangaka, ma allo stesso tempo i toni si sono fatti molto più leggeri e rilassati.
La storia, d'altro canto, è struttura in maniera mirabile, sempre pronta a mantenere alta la tensione, priva di momenti noiosi o troppo tranquilli, e sempre pronta ad esplodere in una miriade di emozioni.
Per concludere non mi rimane che consigliarvi vivamente quest'opera, redarguendovi però nel non fare un confronto con il suo ben noto predecessore. Si tratta di due manga diversi, strutturati in maniera completamente differente e senza nulla in comune. Meglio? Peggio? Personalmente sono dell'idea che sia impossibile stabilire tutto ciò. Insomma, dipende dai gusti personali e dalle opinioni di ciascun lettore.
Voto finale: 8
<b> Attenzione, possibili spoiler! </b>
Recensire Bakuman è particolarmente complicato poiché bisognerebbe analizzarlo sotto due punti di vista. Ovvero: il primo come manga-guida dell'universo editoriale dello shonen jump e in generale dell'aspetto tecnico della realizzazione dei lavori dei mangaka. Il secondo come manga sentimentale e slice of life. Se nel primo abbiamo un quadro eccellente del panorama fumettistico nipponico, con cura nei dettagli di ogni minima cosa che accade dietro le quinte della realizzazione e della pubblicazione di un manga, quindi dai name ai sondaggi di gradimento, nel secondo ci ritroviamo di fronte ad un qualcosa di totalmente fuori ogni schema logico con soluzioni discutibili ed implausibili.
Già dal principio, assisteremo ad una dichiarazione assurda del protagonista alla ragazza di cui è innamorato, che costringerà gli autori a mantenere un determinato binario che si protrarrà fino alla fine rendendo tutto il percorso di crescita dei personaggi paradossale. Lo stesso discorso vale anche per altri personaggi, che dal punto di vista sentimentale avranno comportamenti al limite dell'assurdo.
Ma come è possibile dire ad una persona alla quale non hai mai parlato che la vuoi un giorno sposare, per di più quando si ha solo quattordici anni? Oltretutto come è possibile scambiarsi una promessa di non vedersi mai praticamente per dieci anni, fino a quando non avranno raggiunto i loro obiettivi? Questo per quanto riguarda Saiko e Miho. Meno peggio fa Shujin che si sposa subito senza una motivazione valida e assume comportandosi da marito inesistente visti gli impegni gravosi.
Forse tutte le relazioni interpersonali non le ho digerite molto, salvo qualcuna; alcune amicizie le ho trovate forzate ed inutili così come la presenza di alcuni personaggi, privi di spessore e appeal e comunque posti tra le prime file a discapito di altri molto più interessanti. Perché rendere Takahama, insipidissimo, un top mangaka senza alcun merito effettivo e non approfondire altri personaggi tipo la Akina o il loro rivale anti-editor? L'editor Miura al quale va tutto bene nonostante sia un fallito è un altro esempio.
Quindi, per chiudere l'analisi di questo profilo del manga, direi è garantita l'insufficienza.
Continuando con i difetti come non sottolineare l'eccessiva lunghezza dei dialoghi con baloon enormi e discorsi pesanti nei quali accade spesso che si ripetano concetti più e più volte. Non a caso la tempistica media di lettura ad albo sfiorava l'ora e mezza, eppure sono abbastanza veloce.
Passi per le spiegazioni tecniche ma molte pagine erano riempite da pensieri dei protagonisti, praticamente inutili, e da ragionamenti altrettanto inutili sui vari "se" e i vari "ma". In alcuni frangenti ho percepito quasi una sorta di lecchinaggio dell'autore nei confronti degli editor, sottolineandone l'influenza a priori, e della Shueisha stessa.
Come giustificare allora un voto sopra la sufficienza? Semplice, la bravura di Ohba è stata comunque quella di tirar fuori innumerevoli idee e colpi di scena e far sì che il lettore rimanesse comunque incollato alle pagine, apprendendo tutti i segreti di questo mondo ed entusiasmandosi per la classifica di questo o quell'altro manga.
Non è facile inventare delle storie per i vari personaggi mangaka e non risultare banale e ripetitivo, si può dire che alcune idee se le potrebbe essere bruciate per eventuali lavori futuri dato che erano interessantissime, e questo ha reso gli sviluppi sempre di un livello alto.
I disegni non sono male anche se il tratto è semplice.
In definitiva gli assegno un sei e mezzo arrotondato per eccesso proprio per questa finestra che ci è stata fornita sul mondo che amiamo e devo dire che quando ora leggo un manga prendo come riferimento tutto ciò che ho appreso da Bakuman.
Recensire Bakuman è particolarmente complicato poiché bisognerebbe analizzarlo sotto due punti di vista. Ovvero: il primo come manga-guida dell'universo editoriale dello shonen jump e in generale dell'aspetto tecnico della realizzazione dei lavori dei mangaka. Il secondo come manga sentimentale e slice of life. Se nel primo abbiamo un quadro eccellente del panorama fumettistico nipponico, con cura nei dettagli di ogni minima cosa che accade dietro le quinte della realizzazione e della pubblicazione di un manga, quindi dai name ai sondaggi di gradimento, nel secondo ci ritroviamo di fronte ad un qualcosa di totalmente fuori ogni schema logico con soluzioni discutibili ed implausibili.
Già dal principio, assisteremo ad una dichiarazione assurda del protagonista alla ragazza di cui è innamorato, che costringerà gli autori a mantenere un determinato binario che si protrarrà fino alla fine rendendo tutto il percorso di crescita dei personaggi paradossale. Lo stesso discorso vale anche per altri personaggi, che dal punto di vista sentimentale avranno comportamenti al limite dell'assurdo.
Ma come è possibile dire ad una persona alla quale non hai mai parlato che la vuoi un giorno sposare, per di più quando si ha solo quattordici anni? Oltretutto come è possibile scambiarsi una promessa di non vedersi mai praticamente per dieci anni, fino a quando non avranno raggiunto i loro obiettivi? Questo per quanto riguarda Saiko e Miho. Meno peggio fa Shujin che si sposa subito senza una motivazione valida e assume comportandosi da marito inesistente visti gli impegni gravosi.
Forse tutte le relazioni interpersonali non le ho digerite molto, salvo qualcuna; alcune amicizie le ho trovate forzate ed inutili così come la presenza di alcuni personaggi, privi di spessore e appeal e comunque posti tra le prime file a discapito di altri molto più interessanti. Perché rendere Takahama, insipidissimo, un top mangaka senza alcun merito effettivo e non approfondire altri personaggi tipo la Akina o il loro rivale anti-editor? L'editor Miura al quale va tutto bene nonostante sia un fallito è un altro esempio.
Quindi, per chiudere l'analisi di questo profilo del manga, direi è garantita l'insufficienza.
Continuando con i difetti come non sottolineare l'eccessiva lunghezza dei dialoghi con baloon enormi e discorsi pesanti nei quali accade spesso che si ripetano concetti più e più volte. Non a caso la tempistica media di lettura ad albo sfiorava l'ora e mezza, eppure sono abbastanza veloce.
Passi per le spiegazioni tecniche ma molte pagine erano riempite da pensieri dei protagonisti, praticamente inutili, e da ragionamenti altrettanto inutili sui vari "se" e i vari "ma". In alcuni frangenti ho percepito quasi una sorta di lecchinaggio dell'autore nei confronti degli editor, sottolineandone l'influenza a priori, e della Shueisha stessa.
Come giustificare allora un voto sopra la sufficienza? Semplice, la bravura di Ohba è stata comunque quella di tirar fuori innumerevoli idee e colpi di scena e far sì che il lettore rimanesse comunque incollato alle pagine, apprendendo tutti i segreti di questo mondo ed entusiasmandosi per la classifica di questo o quell'altro manga.
Non è facile inventare delle storie per i vari personaggi mangaka e non risultare banale e ripetitivo, si può dire che alcune idee se le potrebbe essere bruciate per eventuali lavori futuri dato che erano interessantissime, e questo ha reso gli sviluppi sempre di un livello alto.
I disegni non sono male anche se il tratto è semplice.
In definitiva gli assegno un sei e mezzo arrotondato per eccesso proprio per questa finestra che ci è stata fornita sul mondo che amiamo e devo dire che quando ora leggo un manga prendo come riferimento tutto ciò che ho appreso da Bakuman.
Bakuman. parla del mondo dell'editoria giapponese, in particolar modo della rivista Shonen Jump con un stile narrativo proprio di uno shounen di combattimento / sportivo: combattimenti, vittorie e sconfitte, allenamenti e "power up", l'arrivo di nuovi alleati e il ritorno di vecchi rivali, il tutto in un contesto a prima vista decisamente inusuale ma che, quasi incredibilmente, funziona più che bene. Degne di nota, poi, le parti in cui Bakuman. finisce per spiegare se stesso tramite l'analisi dei manga realizzati all'interno della sua storia. D'altro canto, a bilanciare verso il basso la qualità complessiva dell'opera, vi sono numerose scelte, specialmente in ambito sentimentale o più in generale nelle relazioni interpersonali, che definire al limite del ridicolo sarebbe un eufemismo. Ma l'insieme convince e avvince e, nonostante ogni volume duri almeno un'ora (tanti e lunghi sono i dialoghi che costellano quasi ogni pagina), risultava insopportabile l'idea di dover aspettare mesi per il volume successivo.
Bakuman è un manga… sui mangaka. O meglio, narra la storia di due ragazzi, Mashiro Moritaka e Takagi Akito, che da giovanissimi decidono di tentare il tutto per tutto per sfondare nel mondo del fumetto giapponese, rispettivamente come disegnatore e scrittore delle storie.
Quest'opera ha avuto un largo eco principalmente per il fatto che gli autori, Takeshi Obata e Tsugumi Ohba, sono gli stessi dell'acclamato Death Note, e per lo stesso motivo si trovano appassionati che lo difendono a spada tratta e altri delusi dal cambio di tono della serie. In realtà le dinamiche di Death Note si ritrovano spesso anche in Bakuman, si vede che il modo di scrivere la storia è simile, come lo testimonia ad esempio l'immensa quantità di dialoghi e ragionamenti.
Le critiche che gli vengono fatte sono legittime, ma spesso soggettive: molti ad esempio non sopportano la storia d'amore che tiene il filo rosso della storia. Personalmente l'ho apprezzata, anche nella sua semplicità o stranezza (gli stessi personaggi del manga fanno notare a Mashiro che il suo comportamento è anacronistico e inverosimile, e così vuole essere).
Più sensate quelle che riguardano una certa ripetitività della storia, che sicuramente poteva essere qualche volume in meno, ma non si è mai rovinata allungandosi a dismisura.
Nonostante appunto qualche punto debole, Bakuman è senza dubbio ben realizzato. L'idea metafumettistica di fondo non è nuova ma rimane sempre poco esplorata, ben pochi autori avrebbero l'abilità di portare avanti una trama del genere rimanendo comunque ad alti livelli di popolarità. Non si può negare all'opera di aver fatto conoscere a tantissimi lettori, soprattutto delle nuove generazioni, un po' dei meccanismi che si celano dietro l'editoria giapponese, per quanto romanzati essi siano.
Perché sì, Bakuman è chiaramente romanzato, è stato pubblicato su Jump, non poteva essere altrimenti. I protagonisti sono "shonenizzati" e le vicende a volte esagerate, ma ciò è inevitabile per donare sostanza e rendere la storia avvincente. Ciò che rimane è comunque un'onesta spiegazione di alcuni meccanismi della famosa rivista e della vita dei mangaka.
Riguardo agli aspetti più tecnici, il disegno di Obata rimane difficilmente pareggiabile in quanto a precisione e cura per il dettaglio, mentre Ohba ha donato ai personaggi una caratterizzazione che di fatto regge la storia: Bakuman varrebbe molto meno senza tutti quei comprimari, spesso più divertenti e delineati degli stessi protagonisti, e ai quali si finisce inevitabilmente per affezionarsi.
In definitiva è un manga che consiglio a tutti, anche solo per il suo contenuto informativo. Non si può criticare Bakuman perché ci si aspettava un altro Death Note, non ha senso. Non sarà certo una pietra miliare del fumetto nipponico, ma ha tutte le caratteristiche per essere un buono shonen e l'ambientazione atipica lo rende meritevole di attenzione.
Quest'opera ha avuto un largo eco principalmente per il fatto che gli autori, Takeshi Obata e Tsugumi Ohba, sono gli stessi dell'acclamato Death Note, e per lo stesso motivo si trovano appassionati che lo difendono a spada tratta e altri delusi dal cambio di tono della serie. In realtà le dinamiche di Death Note si ritrovano spesso anche in Bakuman, si vede che il modo di scrivere la storia è simile, come lo testimonia ad esempio l'immensa quantità di dialoghi e ragionamenti.
Le critiche che gli vengono fatte sono legittime, ma spesso soggettive: molti ad esempio non sopportano la storia d'amore che tiene il filo rosso della storia. Personalmente l'ho apprezzata, anche nella sua semplicità o stranezza (gli stessi personaggi del manga fanno notare a Mashiro che il suo comportamento è anacronistico e inverosimile, e così vuole essere).
Più sensate quelle che riguardano una certa ripetitività della storia, che sicuramente poteva essere qualche volume in meno, ma non si è mai rovinata allungandosi a dismisura.
Nonostante appunto qualche punto debole, Bakuman è senza dubbio ben realizzato. L'idea metafumettistica di fondo non è nuova ma rimane sempre poco esplorata, ben pochi autori avrebbero l'abilità di portare avanti una trama del genere rimanendo comunque ad alti livelli di popolarità. Non si può negare all'opera di aver fatto conoscere a tantissimi lettori, soprattutto delle nuove generazioni, un po' dei meccanismi che si celano dietro l'editoria giapponese, per quanto romanzati essi siano.
Perché sì, Bakuman è chiaramente romanzato, è stato pubblicato su Jump, non poteva essere altrimenti. I protagonisti sono "shonenizzati" e le vicende a volte esagerate, ma ciò è inevitabile per donare sostanza e rendere la storia avvincente. Ciò che rimane è comunque un'onesta spiegazione di alcuni meccanismi della famosa rivista e della vita dei mangaka.
Riguardo agli aspetti più tecnici, il disegno di Obata rimane difficilmente pareggiabile in quanto a precisione e cura per il dettaglio, mentre Ohba ha donato ai personaggi una caratterizzazione che di fatto regge la storia: Bakuman varrebbe molto meno senza tutti quei comprimari, spesso più divertenti e delineati degli stessi protagonisti, e ai quali si finisce inevitabilmente per affezionarsi.
In definitiva è un manga che consiglio a tutti, anche solo per il suo contenuto informativo. Non si può criticare Bakuman perché ci si aspettava un altro Death Note, non ha senso. Non sarà certo una pietra miliare del fumetto nipponico, ma ha tutte le caratteristiche per essere un buono shonen e l'ambientazione atipica lo rende meritevole di attenzione.
Bakuman: la storia di un sogno.
Appena mi dissero che esisteva al mondo un manga che parlava di come fare manga, lo trovai subito un'idea geniale, sapendo che era della coppia Ohba e Obata me lo presi e cominciai a leggermelo. E dopo i venti volumi posso dire che il voto che gli assegno è 8.
Ma quindi vale la pena leggerlo? La risposta è sì, ma solo a tratti.
Innanzitutto la caratterizzazione dei personaggi è geniale, i personaggi secondari hanno una psicologia (cosa non sempre scontata), e nessuna delle loro scelte è dettata dal caso o da "obblighi" della trama.
I disegni sono ovviamente molto ben definiti e studiati, ma questo non è una novità, è solamente la conferma di Obata come un gran anatomista, e anche preciso negli sfondi.
Tutti lo studio e la realizzazione dei manga viene ampliamente spiegato, in modo da non trovarsi spaesato sui vari passaggi o sui problemi lavorativi dei personaggi, e anche la storia, mai messa in secondo piano, diventa sempre più interessante e inaspettata.
Questa è la sintesi del manga perfetto, e allora perchè non gli do un dieci?
Beh, innanzitutto per la storia d'amore che avrei preferito fosse un po' di più approfondita, ma è stata comunque volontà degli autori lasciarla così, quindi non è calcolabile come problema del manga.
Un altro problema, secondo me non è indifferente, è che il manga ha dei grandissimi buchi vuoti che risultano essere noiosi, magari il manga poteva finire al volume 17, ma sono state fatti molti approfondimenti psicologici, e momenti fini a se stessi, che l'hanno allungato fino al numero 20...A mio avviso lo stesso problema di Death Note.
Altra cosa che personalmente non ho molto gradito è che il percorso di Azuki sia mostrato solo nell'ultima parte del manga e quasi inesistente nel resto, avrei voluto vedere anche i suoi problemi o i suoi drammi, invece molte volte lo si accenna solamente o vengono fatti dire ad un personaggio in un paio di vignette.
Riassumendo:
Un ottimo manga, da leggere anche solo per quelle 5 scene che ti fanno divorare un volume in meno di due minuti, e soprattutto per i personaggi "freschi" nell'ambiente dei manga.
Purtroppo, come dicevo prima, ci sono dei momenti noiosi che avrei preferito durassero molto meno, ma questo è lo stile di Ohba, ed il manga è studiato per essere esattamente così.
Da leggere senza alcun dubbio!
Appena mi dissero che esisteva al mondo un manga che parlava di come fare manga, lo trovai subito un'idea geniale, sapendo che era della coppia Ohba e Obata me lo presi e cominciai a leggermelo. E dopo i venti volumi posso dire che il voto che gli assegno è 8.
Ma quindi vale la pena leggerlo? La risposta è sì, ma solo a tratti.
Innanzitutto la caratterizzazione dei personaggi è geniale, i personaggi secondari hanno una psicologia (cosa non sempre scontata), e nessuna delle loro scelte è dettata dal caso o da "obblighi" della trama.
I disegni sono ovviamente molto ben definiti e studiati, ma questo non è una novità, è solamente la conferma di Obata come un gran anatomista, e anche preciso negli sfondi.
Tutti lo studio e la realizzazione dei manga viene ampliamente spiegato, in modo da non trovarsi spaesato sui vari passaggi o sui problemi lavorativi dei personaggi, e anche la storia, mai messa in secondo piano, diventa sempre più interessante e inaspettata.
Questa è la sintesi del manga perfetto, e allora perchè non gli do un dieci?
Beh, innanzitutto per la storia d'amore che avrei preferito fosse un po' di più approfondita, ma è stata comunque volontà degli autori lasciarla così, quindi non è calcolabile come problema del manga.
Un altro problema, secondo me non è indifferente, è che il manga ha dei grandissimi buchi vuoti che risultano essere noiosi, magari il manga poteva finire al volume 17, ma sono state fatti molti approfondimenti psicologici, e momenti fini a se stessi, che l'hanno allungato fino al numero 20...A mio avviso lo stesso problema di Death Note.
Altra cosa che personalmente non ho molto gradito è che il percorso di Azuki sia mostrato solo nell'ultima parte del manga e quasi inesistente nel resto, avrei voluto vedere anche i suoi problemi o i suoi drammi, invece molte volte lo si accenna solamente o vengono fatti dire ad un personaggio in un paio di vignette.
Riassumendo:
Un ottimo manga, da leggere anche solo per quelle 5 scene che ti fanno divorare un volume in meno di due minuti, e soprattutto per i personaggi "freschi" nell'ambiente dei manga.
Purtroppo, come dicevo prima, ci sono dei momenti noiosi che avrei preferito durassero molto meno, ma questo è lo stile di Ohba, ed il manga è studiato per essere esattamente così.
Da leggere senza alcun dubbio!
Non so se sia una caratteristica della Ohba, o è la sua collaborazione con Obata a farla diventare così, fatto sta che ormai non ho dubbi che la cara Tsugumi lo faccia apposta a creare una storia originale ed accattivante per poi trasformarla in una grande commercialata. Come in Death Note, così in Bakuman. Ma partiamo con ordine.
[ ATTENZIONE: LIEVI SPOILER ]
Bakuman, serie del 2008 scritta da Tsugumi Ohba e disegnata da Takeshi Obata, presenta un genere totalmente opposto dall'eterno Death Note. Qui troviamo infatti la storia di due liceali compagni di classe, Mashiro Moritaka e Akito Takahi, i quali aspirano non solo a diventare mangaka nella celebre rivista "Shonen Jump", la più famosa ed amata nella terra nipponica, ma soprattutto ambiscono al tanto fatidico adattamento anime della loro stessa opera (quale mangaka non ci spera, dopotutto?).
La trama, di base, è semplice: Mashiro, giovane ragazzo col talento del disegno, è innamorato di Miho Azuki, affascinante compagna di classe che si scoprirà avere il sogno di diventare doppiatrice. Takagi, secchione della classe, prendendo la palla al balzo, fa sigillare una promessa tra i due innamorati: quando un manga di Mashiro e Takagi avrà un anime e Miho doppierà l'eroina dello stesso, Miho e Mashiro si sposeranno. La storia, quindi, è tutta incentrata non solo sull'essere serializzati sulla famosa rivista, ma ad avere soprattutto il fatidico anime.
Fin qui tutto bene. Ma che storia è senza un cattivo? Eccolo qui, il rivale di turno: Niizuma Eiji, ragazzo geniale serializzato su Jump e il suo manga, "Crow", è famosissimo e apprezzato.
Ordunque, perché, nonostante questo prologo che non sembra criticare niente ed il mio voto per niente stitico, ho iniziato questa recensione con "la cara Tsugumi lo fa apposta a creare una storia originale ed accattivante per poi trasformarla in una grande commercialata"? Semplicissimo. La trama di base, a mio parere, è molto buona: è una commedia, certo, ma è anche sentimentale e ha quella sorta di azione "alla Death Note" dove non ci si scontra con i pugni, ma con le parole e l'ingegno. Ma, a quanto pare, la Ohba non è riuscita a sfruttare appieno quest'idea, a volte ideando parti che davvero facevano sbadigliare, ed aggiungendo pian piano "avversari" (e cioè mangaka concorrenti) sempre più inadatti (andiamo, su una rivista shonen mi mettete una mangaka che disegna principalmente shojo? Che senso ha?). A tratti la storia era appassionante, specie all'inizio ma anche più avanti c'erano degli spunti interessanti (il dilemma dei protagonisti che non riuscivano a conciliare liceo -e successivamente università- e lavoro, ad esempio), ma a volte ci metteva cose davvero assurde, oppure tendeva ad enfatizzare troppo qualcosa (specie un evento importante come l'uscita dei sondaggi e cose così), rendendo quindi il tutto poco realistico (e già comunque Bakuman di certo non è nato per essere realistico, in quanto i mangaka per venire serializzati si fanno un mazzo così).
Ma non per questo quest'opera non merita il mio sette. I lati positivi indubbiamente ci sono: un esempio è l'eterna competizione tra Eiji e Ashirogi Muto (nome d'arte della coppia Mashiro e Tagaki), che all'inizio era percepita solo da un lato (Eiji non li calcolava più di tanto), ma pian piano si accende una forte rivalità che spingerà entrambe le parti a migliorarsi per "battere" l'altro, specie nelle classifiche di preferenza (anche perché, nel mondo di Jump, nel momento in cui scendi sotto un tot di posti in classifica, la tua serie viene cancellata).
In più, a volte notiamo anche cosa combina la nostra eroina, Miho, la quale non avrà certo vita facile nel mondo del doppiaggio, e la sua vita sarà ancora più "incasinata" quando si scoprirà la sua "relazione" con Mashiro.
Altro punto a favore è indubbiamente l'originalità delle opere dei personaggi: nel corso della storia ci saranno molti mangaka e altrettanti manga, ed ognuno di questi non verrà solo citato, ma spesso si mostreranno delle "tavole" ed una trama, e mi devo davvero complimentare con la Ohba per aver inventato certe trame bellissime (che ti chiedi perché non esitano davvero manga del genere) e anche con Obata per essere riuscito a differenziare il suo stile innumerevoli volte, che passa dallo shonen puro di "Crow", al semi-shojo di "Hideout door", al quasi-seinen di "Reverse" e ad ancora allo stile "sporco" di "Kyoshi Night".
In sostanza, se dicessi che non mi è piaciuto, mentirei spudoratamente. Bakuman, nonostante i suoi difetti, è una bella opera. Come Death Note, ha avuto la pecca di essere andata troppo per le lunghe e che quindi, personalmente, doveva finire prima, ma alla fine sono stata soddisfatta del risultato che ne è uscito fuori. Poteva venire meglio, ma indubbiamente poteva venire molto peggio. Consigliato a chi è un fan di quest'accoppiata che tutti conosciamo per Death Note, ma anche a chi cerca un shonen senza troppe pretese, con uno stile semplice ma particolareggiato, la giusta dose di humor bilanciato ad una buona "azione alla Death Note".
[ ATTENZIONE: LIEVI SPOILER ]
Bakuman, serie del 2008 scritta da Tsugumi Ohba e disegnata da Takeshi Obata, presenta un genere totalmente opposto dall'eterno Death Note. Qui troviamo infatti la storia di due liceali compagni di classe, Mashiro Moritaka e Akito Takahi, i quali aspirano non solo a diventare mangaka nella celebre rivista "Shonen Jump", la più famosa ed amata nella terra nipponica, ma soprattutto ambiscono al tanto fatidico adattamento anime della loro stessa opera (quale mangaka non ci spera, dopotutto?).
La trama, di base, è semplice: Mashiro, giovane ragazzo col talento del disegno, è innamorato di Miho Azuki, affascinante compagna di classe che si scoprirà avere il sogno di diventare doppiatrice. Takagi, secchione della classe, prendendo la palla al balzo, fa sigillare una promessa tra i due innamorati: quando un manga di Mashiro e Takagi avrà un anime e Miho doppierà l'eroina dello stesso, Miho e Mashiro si sposeranno. La storia, quindi, è tutta incentrata non solo sull'essere serializzati sulla famosa rivista, ma ad avere soprattutto il fatidico anime.
Fin qui tutto bene. Ma che storia è senza un cattivo? Eccolo qui, il rivale di turno: Niizuma Eiji, ragazzo geniale serializzato su Jump e il suo manga, "Crow", è famosissimo e apprezzato.
Ordunque, perché, nonostante questo prologo che non sembra criticare niente ed il mio voto per niente stitico, ho iniziato questa recensione con "la cara Tsugumi lo fa apposta a creare una storia originale ed accattivante per poi trasformarla in una grande commercialata"? Semplicissimo. La trama di base, a mio parere, è molto buona: è una commedia, certo, ma è anche sentimentale e ha quella sorta di azione "alla Death Note" dove non ci si scontra con i pugni, ma con le parole e l'ingegno. Ma, a quanto pare, la Ohba non è riuscita a sfruttare appieno quest'idea, a volte ideando parti che davvero facevano sbadigliare, ed aggiungendo pian piano "avversari" (e cioè mangaka concorrenti) sempre più inadatti (andiamo, su una rivista shonen mi mettete una mangaka che disegna principalmente shojo? Che senso ha?). A tratti la storia era appassionante, specie all'inizio ma anche più avanti c'erano degli spunti interessanti (il dilemma dei protagonisti che non riuscivano a conciliare liceo -e successivamente università- e lavoro, ad esempio), ma a volte ci metteva cose davvero assurde, oppure tendeva ad enfatizzare troppo qualcosa (specie un evento importante come l'uscita dei sondaggi e cose così), rendendo quindi il tutto poco realistico (e già comunque Bakuman di certo non è nato per essere realistico, in quanto i mangaka per venire serializzati si fanno un mazzo così).
Ma non per questo quest'opera non merita il mio sette. I lati positivi indubbiamente ci sono: un esempio è l'eterna competizione tra Eiji e Ashirogi Muto (nome d'arte della coppia Mashiro e Tagaki), che all'inizio era percepita solo da un lato (Eiji non li calcolava più di tanto), ma pian piano si accende una forte rivalità che spingerà entrambe le parti a migliorarsi per "battere" l'altro, specie nelle classifiche di preferenza (anche perché, nel mondo di Jump, nel momento in cui scendi sotto un tot di posti in classifica, la tua serie viene cancellata).
In più, a volte notiamo anche cosa combina la nostra eroina, Miho, la quale non avrà certo vita facile nel mondo del doppiaggio, e la sua vita sarà ancora più "incasinata" quando si scoprirà la sua "relazione" con Mashiro.
Altro punto a favore è indubbiamente l'originalità delle opere dei personaggi: nel corso della storia ci saranno molti mangaka e altrettanti manga, ed ognuno di questi non verrà solo citato, ma spesso si mostreranno delle "tavole" ed una trama, e mi devo davvero complimentare con la Ohba per aver inventato certe trame bellissime (che ti chiedi perché non esitano davvero manga del genere) e anche con Obata per essere riuscito a differenziare il suo stile innumerevoli volte, che passa dallo shonen puro di "Crow", al semi-shojo di "Hideout door", al quasi-seinen di "Reverse" e ad ancora allo stile "sporco" di "Kyoshi Night".
In sostanza, se dicessi che non mi è piaciuto, mentirei spudoratamente. Bakuman, nonostante i suoi difetti, è una bella opera. Come Death Note, ha avuto la pecca di essere andata troppo per le lunghe e che quindi, personalmente, doveva finire prima, ma alla fine sono stata soddisfatta del risultato che ne è uscito fuori. Poteva venire meglio, ma indubbiamente poteva venire molto peggio. Consigliato a chi è un fan di quest'accoppiata che tutti conosciamo per Death Note, ma anche a chi cerca un shonen senza troppe pretese, con uno stile semplice ma particolareggiato, la giusta dose di humor bilanciato ad una buona "azione alla Death Note".
E' inutile negarlo: "Death Note" è stata l'opera che ha segnato l'inizio della carriera da appassionati di manga di moltissime persone. Io stesso iniziai la mia strada da vero lettore di shonen con questo titolo.
E' quindi ovvio immaginarsi la gioia che i fan della serie cult provarono nel sapere che Tsugumi Ohba e Takeshi Obata stavano per rimettersi a lavorare insieme. Fece un po' storcere il naso, invece, quando si venne a sapere il genere della nuova opera del duo: una commedia.
Eh già, proprio quei due burloni che avevano prodotto quello che veniva considerato da molti il manga dark per eccellenza, avevano pensato di scrivere un racconto leggero e comico, a volte anche romantico. Sconcertati e stupiti i fan comprarono il primo volume (da noi edito grazie a Planet Manga che stava in quel periodo attraversando la fase di produzione con qualità minore: copertine che si scollavano, pagine scolorate, errori di stampa) trovandosi dinnanzi una storia molto interessante, dal ritmo sostenuto, che non annoiava, ma anzi catturava e convinceva.
Il caro Obata aveva ampiamente lavorato sul proprio stile: alle figure perfettamente armoniose aveva alternato disegni deformed e chibi. Le pagine a colori erano strabilianti, ancor più che in "Death Note". Insomma l'impatto visivo era più che ottimo.
La storia tratta di due ragazzi: Akito Takagi e Moritaka Mashiro, che decidono di produrre un manga. A complicare la faccenda ci sono però due fatti: in primo luogo lo zio di Mashiro, un mangaka che è morto a causa del troppo sforzo sul luogo di lavoro. E, inoltre, il caro Moritaka si scambia una promessa con la ragazza dei suoi sogni: se un suo manga verrà pubblicato su Shukan Shonen Jump e ne verrà fatto un anime, nel caso in cui lei riesca a diventare una doppiatrice di successo ottenendo l'incarico di recitare la parte della protagonista femminile dell'opera, i due si sposeranno.
La storia parte in modo molto originale (non perché stiamo parlando di mangaka, intendiamoci, ma perché una trama di questo candore è più unica che rara in una rivista in cui l'ecchi ormai regna sovrano) e prosegue per i primi cinque-sei volumi superando di gran lunga il caro "Death Note": i colpi di scena si susseguono uno dietro l'altro, i personaggi si evolvono e vanno incontro a numerose delusioni e la storia d'amore tra Mashiro e la doppiatrice è sempre più dolce.
Purtroppo, una volta giunti circa al decimo albo, accade quello che sembra essere ormai un classico: la trama viene allungata e vengono introdotti personaggi che, finito l'arco narrativo al quale fungono da perno, spariscono per non apparire più (se non in una vignetta dell'ultimo capitolo). Il calo è netto e non si ha una ripresa fino al volume 17-18, che comunque non riporterà l'opera ai livelli dell'esordio. Ed è da notare che stiamo parlando di circa un terzo del manga!
Inoltre, dal volume 4-5 inizia ad esserci una continua ripetizione dello schema narrativo: il duo ha un'idea per creare un nuovo manga, ci sono difficoltà (vuoi attriti tra loro o difficoltà nel creare la trama), le difficoltà vengono risolte e si pubblica il manga, peripezie e nuovo manga. Quando si entra per la terza volta nel ciclo ci si inizia a stufare dato che l'emozione dei primi capitoli è ormai distante.
I vari personaggi sono ben curati: tra editori e redattori abbiamo una vera e propria schiera di persone dal carattere egocentrico e strampalato. Ognuno di loro è inserito in un preciso background (il teppista, il campagnolo, l'emo etc.) e avrà almeno una parte della storia a lui dedicata, che sia un capitolo o un volume.
Tra tutti, i due a spiccare di più sono Eiji Niizuma, l'autore che viene dalla campagna e che con le sue idee geniali diviene la punte di diamante di Shonen Jump (vi ricorda nessuno?) e Hiranmaru, lo sfaticato che fa manga solo perché pensa di diventare ricco e che in un secondo momento sarà invece guidato dall'amore per un'altra mangaka. Non serve che vi dica che i due precedentemente nominati sono stati in cima alle classifiche di gradimento e che, per questo, hanno ampie parti di storia dedicate a loro.
I disegno si evolve col passare dei volumi presentando sempre meno realismo a favore di un semi-deformed comunque molto adatto all'opera.
Il titolo rimane non adatto a chi vuole qualcosa di estremamente realistico o adulto e nemmeno ai fan che hanno apprezzato "Death Note" per le ambientazioni cupe e ricercate.
Insomma: Bakuman. è un ottimo manga nella parte iniziale e finale, ma solo mediocre nel mezzo: non tanto perché le vicende non sono avvincenti, ma soprattutto per la ripetitività dei fatti e perché la gran parte degli avvenimenti sembra essere dimenticato nel capitolo successivo. Il titolo è consigliabile a chi vuole svagarsi con un'opera di media lunghezza e ai fan delle commedie vere, senza mutandine o reggiseni in mostra ogni tre pagine.
E' quindi ovvio immaginarsi la gioia che i fan della serie cult provarono nel sapere che Tsugumi Ohba e Takeshi Obata stavano per rimettersi a lavorare insieme. Fece un po' storcere il naso, invece, quando si venne a sapere il genere della nuova opera del duo: una commedia.
Eh già, proprio quei due burloni che avevano prodotto quello che veniva considerato da molti il manga dark per eccellenza, avevano pensato di scrivere un racconto leggero e comico, a volte anche romantico. Sconcertati e stupiti i fan comprarono il primo volume (da noi edito grazie a Planet Manga che stava in quel periodo attraversando la fase di produzione con qualità minore: copertine che si scollavano, pagine scolorate, errori di stampa) trovandosi dinnanzi una storia molto interessante, dal ritmo sostenuto, che non annoiava, ma anzi catturava e convinceva.
Il caro Obata aveva ampiamente lavorato sul proprio stile: alle figure perfettamente armoniose aveva alternato disegni deformed e chibi. Le pagine a colori erano strabilianti, ancor più che in "Death Note". Insomma l'impatto visivo era più che ottimo.
La storia tratta di due ragazzi: Akito Takagi e Moritaka Mashiro, che decidono di produrre un manga. A complicare la faccenda ci sono però due fatti: in primo luogo lo zio di Mashiro, un mangaka che è morto a causa del troppo sforzo sul luogo di lavoro. E, inoltre, il caro Moritaka si scambia una promessa con la ragazza dei suoi sogni: se un suo manga verrà pubblicato su Shukan Shonen Jump e ne verrà fatto un anime, nel caso in cui lei riesca a diventare una doppiatrice di successo ottenendo l'incarico di recitare la parte della protagonista femminile dell'opera, i due si sposeranno.
La storia parte in modo molto originale (non perché stiamo parlando di mangaka, intendiamoci, ma perché una trama di questo candore è più unica che rara in una rivista in cui l'ecchi ormai regna sovrano) e prosegue per i primi cinque-sei volumi superando di gran lunga il caro "Death Note": i colpi di scena si susseguono uno dietro l'altro, i personaggi si evolvono e vanno incontro a numerose delusioni e la storia d'amore tra Mashiro e la doppiatrice è sempre più dolce.
Purtroppo, una volta giunti circa al decimo albo, accade quello che sembra essere ormai un classico: la trama viene allungata e vengono introdotti personaggi che, finito l'arco narrativo al quale fungono da perno, spariscono per non apparire più (se non in una vignetta dell'ultimo capitolo). Il calo è netto e non si ha una ripresa fino al volume 17-18, che comunque non riporterà l'opera ai livelli dell'esordio. Ed è da notare che stiamo parlando di circa un terzo del manga!
Inoltre, dal volume 4-5 inizia ad esserci una continua ripetizione dello schema narrativo: il duo ha un'idea per creare un nuovo manga, ci sono difficoltà (vuoi attriti tra loro o difficoltà nel creare la trama), le difficoltà vengono risolte e si pubblica il manga, peripezie e nuovo manga. Quando si entra per la terza volta nel ciclo ci si inizia a stufare dato che l'emozione dei primi capitoli è ormai distante.
I vari personaggi sono ben curati: tra editori e redattori abbiamo una vera e propria schiera di persone dal carattere egocentrico e strampalato. Ognuno di loro è inserito in un preciso background (il teppista, il campagnolo, l'emo etc.) e avrà almeno una parte della storia a lui dedicata, che sia un capitolo o un volume.
Tra tutti, i due a spiccare di più sono Eiji Niizuma, l'autore che viene dalla campagna e che con le sue idee geniali diviene la punte di diamante di Shonen Jump (vi ricorda nessuno?) e Hiranmaru, lo sfaticato che fa manga solo perché pensa di diventare ricco e che in un secondo momento sarà invece guidato dall'amore per un'altra mangaka. Non serve che vi dica che i due precedentemente nominati sono stati in cima alle classifiche di gradimento e che, per questo, hanno ampie parti di storia dedicate a loro.
I disegno si evolve col passare dei volumi presentando sempre meno realismo a favore di un semi-deformed comunque molto adatto all'opera.
Il titolo rimane non adatto a chi vuole qualcosa di estremamente realistico o adulto e nemmeno ai fan che hanno apprezzato "Death Note" per le ambientazioni cupe e ricercate.
Insomma: Bakuman. è un ottimo manga nella parte iniziale e finale, ma solo mediocre nel mezzo: non tanto perché le vicende non sono avvincenti, ma soprattutto per la ripetitività dei fatti e perché la gran parte degli avvenimenti sembra essere dimenticato nel capitolo successivo. Il titolo è consigliabile a chi vuole svagarsi con un'opera di media lunghezza e ai fan delle commedie vere, senza mutandine o reggiseni in mostra ogni tre pagine.
Bakuman è nato dalla cooperazione di due autori da noi ormai ben noti: Takeshi Obata e Tsugumi Oba, conosciuti grazie all'acclamato Death Note. Ho iniziato questa serie appunto perché ho apprezzato molto la loro opera precedente, e inoltre volevo sapere com'è che nasce un manga e come si lavora all'interno di "Jump".
Trama:
La trama di per sé è molto semplice. Akito Takagi chiede a Moritaka Mashiro di diventare mangaka insieme a lui, ma quest'ultimo rifiuta per un avvenimento che lo ha cambiato, per cui non resta altro che far sbocciare definitivamente l'amore che prova Mashiro nei confronti di Miho Azuki.
Il manga principalmente si basa su questo innamoramento e di come il duo farà in modo di concretizzare questo sogno, ma non mancheranno i dettagli su come si sviluppano i manga, con quali strumenti, il lavoro dentro alla redazione di "Jump", e riferimenti alle altre opere come One Piece e Naruto, o Dragon Ball ecc. Però molti potrebbero vederlo come una pubblicità inserita e questo può renderlo fastidioso, ma io non ne vedo il problema. Anzi, sarebbe stato strano il contrario, ovvero se non sfruttassero quest'occasione. E poi, chi non conosce tali opere? Suvvia! Le ripetessero continuamente è un conto, ma qui saltano fuori poche volte. Ci si può passare sopra.
Tornando a noi, il problema di questo manga è che ha molti pregi così come ha tanti difetti. Composto di venti numeri, inizia a perdere un po' di colpi verso la metà (intorno al 13) per via dei troppi personaggi aggiunti man mano che la storia prosegue, tant'è che pochi di loro verso la fine si vedono raramente, ma uno su tutti scompare completamente. A mio parere, più che la vicenda amorosa, il bello di Bakuman è la sinergia e il rapporto tra Takagi e Mashiro che cercheranno di superare gli ostacoli che gli si parano davanti, cioè i loro rivali: uno su tutti Eiji Niizuma. Però nel corso degli eventi, alcune scelte di narrazione sono inverosimili e meno intriganti, pesando non poco nella lunghezza del manga e che poteva essere tranquillamente più corta.
Disegni:
Non ho occhio esperto per i disegni, però in questo caso si nota una certa scarsità rispetto ad Hikaru no Go e Death Note. Chissà perché hanno optato per questo stile, però non è nemmeno da buttare via. Invece mi sono piaciute molto le composizione delle tavole che trovano una loro "realtà" a sé stante nel manga. Altro punto a loro favore sono le serie che hanno creato nel manga stesso dai personaggi inventati dagli autori, cambiando perfino il loro stile per farli risultare diversi.
Personaggi:
Tanti, ma tanti personaggi che alla fine nessuno di loro riesce a spiccare il volo, però riescono a piacerti nonostante questa mancanza di completezza. Più che di singolo dovremmo parlare di gruppi perché danno il loro meglio quando si affrontano come rivali o cercano di superare le avversità insieme.
La pecca è che con tutti questi personaggi, renderli tutti partecipi viene difficile.
In conclusione, siamo di fronte ad un'opera leggera e divertente senza chissà quali pretese. Lo consiglio per chi desidera entrare nel mondo della casa editrice "Jump" e per chi vuole approfondire la conoscenza dei manga, dei loro successi e insuccessi. Scordatevi di trovarvi una storia d'amore spettacolare oltre ogni misura, meglio cambiare genere che è meglio.
Trama:
La trama di per sé è molto semplice. Akito Takagi chiede a Moritaka Mashiro di diventare mangaka insieme a lui, ma quest'ultimo rifiuta per un avvenimento che lo ha cambiato, per cui non resta altro che far sbocciare definitivamente l'amore che prova Mashiro nei confronti di Miho Azuki.
Il manga principalmente si basa su questo innamoramento e di come il duo farà in modo di concretizzare questo sogno, ma non mancheranno i dettagli su come si sviluppano i manga, con quali strumenti, il lavoro dentro alla redazione di "Jump", e riferimenti alle altre opere come One Piece e Naruto, o Dragon Ball ecc. Però molti potrebbero vederlo come una pubblicità inserita e questo può renderlo fastidioso, ma io non ne vedo il problema. Anzi, sarebbe stato strano il contrario, ovvero se non sfruttassero quest'occasione. E poi, chi non conosce tali opere? Suvvia! Le ripetessero continuamente è un conto, ma qui saltano fuori poche volte. Ci si può passare sopra.
Tornando a noi, il problema di questo manga è che ha molti pregi così come ha tanti difetti. Composto di venti numeri, inizia a perdere un po' di colpi verso la metà (intorno al 13) per via dei troppi personaggi aggiunti man mano che la storia prosegue, tant'è che pochi di loro verso la fine si vedono raramente, ma uno su tutti scompare completamente. A mio parere, più che la vicenda amorosa, il bello di Bakuman è la sinergia e il rapporto tra Takagi e Mashiro che cercheranno di superare gli ostacoli che gli si parano davanti, cioè i loro rivali: uno su tutti Eiji Niizuma. Però nel corso degli eventi, alcune scelte di narrazione sono inverosimili e meno intriganti, pesando non poco nella lunghezza del manga e che poteva essere tranquillamente più corta.
Disegni:
Non ho occhio esperto per i disegni, però in questo caso si nota una certa scarsità rispetto ad Hikaru no Go e Death Note. Chissà perché hanno optato per questo stile, però non è nemmeno da buttare via. Invece mi sono piaciute molto le composizione delle tavole che trovano una loro "realtà" a sé stante nel manga. Altro punto a loro favore sono le serie che hanno creato nel manga stesso dai personaggi inventati dagli autori, cambiando perfino il loro stile per farli risultare diversi.
Personaggi:
Tanti, ma tanti personaggi che alla fine nessuno di loro riesce a spiccare il volo, però riescono a piacerti nonostante questa mancanza di completezza. Più che di singolo dovremmo parlare di gruppi perché danno il loro meglio quando si affrontano come rivali o cercano di superare le avversità insieme.
La pecca è che con tutti questi personaggi, renderli tutti partecipi viene difficile.
In conclusione, siamo di fronte ad un'opera leggera e divertente senza chissà quali pretese. Lo consiglio per chi desidera entrare nel mondo della casa editrice "Jump" e per chi vuole approfondire la conoscenza dei manga, dei loro successi e insuccessi. Scordatevi di trovarvi una storia d'amore spettacolare oltre ogni misura, meglio cambiare genere che è meglio.
Se vi siete mai chiesti come deve essere fare il mangaka allora Bakuman è il manga giusto da leggere. Ohba e Obata-sensei, dopo Death Note, ci raccontano di quanto possa essere divertente e faticoso questo lavoro attraverso la storia di due ragazzi che hanno in comune la stessa passione per i manga. Takagi, portato per la scrittura, convincerà il suo compagno di classe Mashiro, molto bravo con il disegno, a fare coppia con lui per diventare dei mangaka. Mashiro decide di accettare la proposta del compagno solo dopo aver scoperto che la ragazza dei suoi sogni, Azuki, vuol diventare una doppiatrice. I due si promettono che quando il manga dei due ragazzi diventerà un anime e lei ne doppierà l'eroina si sposeranno. Per realizzare questo sogno i giovani mangaka lavoreranno nello studio del defunto zio di Mashiro, anche lui mangaka. Sotto le direttive di un editor di Shonen Jump inizierà la loro avventura a colpi di battute e inchiostro contro amici e, allo stesso tempo, rivali per diventare i N°1 di Jump e avere un anime.
Quel che mi ha preso di questo manga è come son riusciti i due autori a raccontare la serietà di questo lavoro combinandolo con lo stile Shonen. Bakuman, infatti, ha in sé elementi reali come la presenza di altri manga realmente esistenti, varie citazioni, gli strumenti di disegno, il processo di serializzazione e pubblicazione di un manga, le gerarchie dentro la Shueisha, vari problemi tra mangaka ed editor, la differenza di stili dei manga e molto altro; ma le vicende che capiteranno ai protagonisti vanno, a volte, al di fuori dell'ordinario, facendo diventare la trama nel tipico stile Shonen. Il disegno è il tipico di Obata-sensei, meno cupo da quello visto in Death Note per via di un genere di manga differente ma comunque molto apprezzato. Il character dei personaggi è ben definito e anche la loro personalità coinvolge il lettore nelle varie vicende. La quantità di balloon è decisamente alta e questo appesantisce la lettura del manga, ma la trama semplice e i colpi di scena nella storia attenuano questo aspetto. Il mio 7 a questo manga è dovuto alla sua originalità. Nonostante il finale mi abbia lasciato inizialmente deluso l'opera intera di 20 volumi mi ha preso e divertito parecchio. Bakuman è un buon manga da leggere per chi volesse saperne di più sul lavoro dei mangaka e allo stesso tempo divertirsi con la storia.
Quel che mi ha preso di questo manga è come son riusciti i due autori a raccontare la serietà di questo lavoro combinandolo con lo stile Shonen. Bakuman, infatti, ha in sé elementi reali come la presenza di altri manga realmente esistenti, varie citazioni, gli strumenti di disegno, il processo di serializzazione e pubblicazione di un manga, le gerarchie dentro la Shueisha, vari problemi tra mangaka ed editor, la differenza di stili dei manga e molto altro; ma le vicende che capiteranno ai protagonisti vanno, a volte, al di fuori dell'ordinario, facendo diventare la trama nel tipico stile Shonen. Il disegno è il tipico di Obata-sensei, meno cupo da quello visto in Death Note per via di un genere di manga differente ma comunque molto apprezzato. Il character dei personaggi è ben definito e anche la loro personalità coinvolge il lettore nelle varie vicende. La quantità di balloon è decisamente alta e questo appesantisce la lettura del manga, ma la trama semplice e i colpi di scena nella storia attenuano questo aspetto. Il mio 7 a questo manga è dovuto alla sua originalità. Nonostante il finale mi abbia lasciato inizialmente deluso l'opera intera di 20 volumi mi ha preso e divertito parecchio. Bakuman è un buon manga da leggere per chi volesse saperne di più sul lavoro dei mangaka e allo stesso tempo divertirsi con la storia.
Forse troppo sopravvalutato perchè degli stessi autori di Death Note, all'inizio potrebbe sembrare un buon manga ma dopo poco ci si accorge della mancanza di sostanza e della ripetitività degli eventi...
TRAMA: una trama che potrebbe essere stata sfruttata decisamente meglio: un'avventura per diventar fumettista fin troppo facile, sembra quasi che chiunque lo possa diventare senza neanche troppo sforzo, delusioni o altro, le disavventure avvengono solo di contorno sui protagonisti secondari mentre l'"avventura amorosa" del protagonista è totalmente assurda e priva di senso.
Anche i vari sentimenti dei protagonisti sono fin troppo ottimisti e la tragicità è messa sempre in secondo piano, centrale è invece lo sforzo e la soddisfazione.
DISEGNI: Sempre uguali, poche immagini sono veramente belle, gran parte delle vignette sono riempite di testo, testo e sempre testo, facendo calare molto la voglia di leggerlo e facendoti preferire la lettura di un buon libro.
Considerando il gran quantitativo di testo i disegni cadono nel dimenticatoio dopo pochi secondi.
Lo stile inoltre rimane piatto e monotono in qualsiasi momento, amalgamandosi ben poco con le vicende.
PERSONAGGI: Come già detto, i principali fin troppo principali, senza quasi difetti e sempre baciati dalla fortuna, i secondari fin troppo secondari, stanno lì solo a rappresentare ognuno una diversa tipologia di fumettista (in pratica una vetrina su cui vengono esposti diversi personaggi).
Alcuni personaggi poi vengono caricati di comportamenti alquanto assurdi e irreali, in alcuni casi sembra che la bravura dipenda solo dalla propria volontà e che non richieda sforzo.
In conclusione: un Seinen sviluppato come uno Shonen o se volete uno Shonen che tratta storie da Seinen... in poche parole: illeggibile.
Si salvano solo i disegni ma come ho già detto dopo poco ci si accorge che non servono disegni, assolutamente privo di profondità.
Per concludere, se lo si volesse sfogliare senza leggere i balloon sarebbe totalmente incomprensibile... vi pare possibile?
TRAMA: una trama che potrebbe essere stata sfruttata decisamente meglio: un'avventura per diventar fumettista fin troppo facile, sembra quasi che chiunque lo possa diventare senza neanche troppo sforzo, delusioni o altro, le disavventure avvengono solo di contorno sui protagonisti secondari mentre l'"avventura amorosa" del protagonista è totalmente assurda e priva di senso.
Anche i vari sentimenti dei protagonisti sono fin troppo ottimisti e la tragicità è messa sempre in secondo piano, centrale è invece lo sforzo e la soddisfazione.
DISEGNI: Sempre uguali, poche immagini sono veramente belle, gran parte delle vignette sono riempite di testo, testo e sempre testo, facendo calare molto la voglia di leggerlo e facendoti preferire la lettura di un buon libro.
Considerando il gran quantitativo di testo i disegni cadono nel dimenticatoio dopo pochi secondi.
Lo stile inoltre rimane piatto e monotono in qualsiasi momento, amalgamandosi ben poco con le vicende.
PERSONAGGI: Come già detto, i principali fin troppo principali, senza quasi difetti e sempre baciati dalla fortuna, i secondari fin troppo secondari, stanno lì solo a rappresentare ognuno una diversa tipologia di fumettista (in pratica una vetrina su cui vengono esposti diversi personaggi).
Alcuni personaggi poi vengono caricati di comportamenti alquanto assurdi e irreali, in alcuni casi sembra che la bravura dipenda solo dalla propria volontà e che non richieda sforzo.
In conclusione: un Seinen sviluppato come uno Shonen o se volete uno Shonen che tratta storie da Seinen... in poche parole: illeggibile.
Si salvano solo i disegni ma come ho già detto dopo poco ci si accorge che non servono disegni, assolutamente privo di profondità.
Per concludere, se lo si volesse sfogliare senza leggere i balloon sarebbe totalmente incomprensibile... vi pare possibile?
Bakuman è un manga pubblicato in Giappone da shonen jump e in Italia da planet manga, è composto da 20 volumi, scritti e disegnati dalla ormai famosa coppia Ohba-Obata.
Storia
La trama di Bakuman verte su due ragazzi delle scuole medie il cui sogno è diventare autori di manga professionisti, e in particolare di pubblicare su shonen jump. La storia è a tratti anche sentimentale, infatti Mashiro, il disegnatore, vuole raggiungere il suo sogno per calcare le orme dello zio morto di infarto proprio per raggiungere una pubblicazione fissa su jump.
Impressioni e opinioni
Bakuman non è del tutto una lettura rilassante, i dialoghi sono tanti e a volte molto lunghi e possono sembrare addirittura inutili quando si parla delle classifiche di jump; ma io tutto questo l'ho apprezzato, le difficoltà che incontrano i protagonisti, la dura legge delle consegne in tempo che li costringe a fare i salti mortali ogni settimana, i problemi amorosi, contribuiscono a farlo diventare un manga quasi del tutto realistico. Ci sono delle esagerazioni, ma penso che sia normale in un manga shonen, in fondo deve vendere anche lui! Di certo Bakuman aiuta a capire come funziona il mondo dei manga in Giappone, dietro un prodotto che noi acquistiamo come se niente fosse magari dietro ci sono anni ed anni di sacrifici.
un'altra cosa che mi ha fatto seguire con molto piacere Bakuman è la rivalità tra i vari giovani mangaka, che li porta a migliorarsi a vicenda e impegnarsi sempre di più; è una rivalità "sana", senza colpi bassi, infatti i protagonisti stringono una solida amicizia con gli altri personaggi che li porterà a collaborare per realizzare il sogno comune.
Non ho apprezzato però la storia d'amore di Mashiro, è stata alquanto improbabile ed è difficile immedesimarvisi, il finale poi è stato abbastanza scontato però è da ringraziare che non è stato tirato per le lunghe.
Personaggi
i personaggi presentano un'ottima caratterizzazione e sono davvero tanti, chi è folle e talentuoso, chi testardo, chi un fannullone, ma sono tutti ben caratterizzati e occupano il giusto spazio all'interno della serie.
Edizione
il primo volume uscì per planet manga ad Aprile 2010, fino al quattordicesimo volume il prezzo era 3,90 in seguito 4,20 ma perchè i volumi vengono stampati su carta più pregiata e sono anche molto grossi. I volumi esauriti sono in continua ristampa, quindi la serie è facilmente reperibile.
Voto e conclusione
in conclusione assegno un bel 8 a questa serie che ha accompagnato per quasi tre anni la mia crescita,mi ha fatto davvero emozionare! Lo consiglio a tutti, perché bisogna credere nei propri sogni per non avere il rimpianto quando si è già grandi di non aver neanche cercato di realizzarli!
Storia
La trama di Bakuman verte su due ragazzi delle scuole medie il cui sogno è diventare autori di manga professionisti, e in particolare di pubblicare su shonen jump. La storia è a tratti anche sentimentale, infatti Mashiro, il disegnatore, vuole raggiungere il suo sogno per calcare le orme dello zio morto di infarto proprio per raggiungere una pubblicazione fissa su jump.
Impressioni e opinioni
Bakuman non è del tutto una lettura rilassante, i dialoghi sono tanti e a volte molto lunghi e possono sembrare addirittura inutili quando si parla delle classifiche di jump; ma io tutto questo l'ho apprezzato, le difficoltà che incontrano i protagonisti, la dura legge delle consegne in tempo che li costringe a fare i salti mortali ogni settimana, i problemi amorosi, contribuiscono a farlo diventare un manga quasi del tutto realistico. Ci sono delle esagerazioni, ma penso che sia normale in un manga shonen, in fondo deve vendere anche lui! Di certo Bakuman aiuta a capire come funziona il mondo dei manga in Giappone, dietro un prodotto che noi acquistiamo come se niente fosse magari dietro ci sono anni ed anni di sacrifici.
un'altra cosa che mi ha fatto seguire con molto piacere Bakuman è la rivalità tra i vari giovani mangaka, che li porta a migliorarsi a vicenda e impegnarsi sempre di più; è una rivalità "sana", senza colpi bassi, infatti i protagonisti stringono una solida amicizia con gli altri personaggi che li porterà a collaborare per realizzare il sogno comune.
Non ho apprezzato però la storia d'amore di Mashiro, è stata alquanto improbabile ed è difficile immedesimarvisi, il finale poi è stato abbastanza scontato però è da ringraziare che non è stato tirato per le lunghe.
Personaggi
i personaggi presentano un'ottima caratterizzazione e sono davvero tanti, chi è folle e talentuoso, chi testardo, chi un fannullone, ma sono tutti ben caratterizzati e occupano il giusto spazio all'interno della serie.
Edizione
il primo volume uscì per planet manga ad Aprile 2010, fino al quattordicesimo volume il prezzo era 3,90 in seguito 4,20 ma perchè i volumi vengono stampati su carta più pregiata e sono anche molto grossi. I volumi esauriti sono in continua ristampa, quindi la serie è facilmente reperibile.
Voto e conclusione
in conclusione assegno un bel 8 a questa serie che ha accompagnato per quasi tre anni la mia crescita,mi ha fatto davvero emozionare! Lo consiglio a tutti, perché bisogna credere nei propri sogni per non avere il rimpianto quando si è già grandi di non aver neanche cercato di realizzarli!
Bakuman è un manga commerciale. È ciò che si sente ripetere più frequentemente quando si ha a che fare con quest'opera ed è assolutamente vero. Bakuman nasce infatti sulla scia della popolarità dell'altra, arcinota opera del duo Ohba-Obata, Death Note, ed è fuori da alcun dubbio che senza questa spinta, senza questa iniziale certezza di attenzione mediatica, nessun editore si sarebbe mai arrischiato a pubblicare un'opera del genere, così di nicchia: un'opera che racconta del percorso compiuto da due ragazzini per diventare mangaka, mettendo contemporaneamente il pubblico a conoscenza dei meccanismi che muovono un'importante rivista come Weekly Shonen Jump e volendo allo stesso tempo risultare shonen, parrebbe impossibile sulla carta. E invece.
Bakuman è, senza mezzi termini, una delle opere più shonen mai uscite da Jump. Forse non ci saranno combattimenti fisici e nemmeno psicologici, ma gli autori si sfidano a colpi di sondaggi e popolarità, e i valori alla base dei manga più popolari di Jump (l'amicizia assoluta, l'amore puro fino a risultare ottuso e l'impegno totale a costo di farsi del male) ci sono tutti. Non necessariamente sono valori credibili o realistici (io, ad esempio, non li ritengo tali), ma è un fatto che siano perfettamente rappresentati in Bakuman, andando a caratterizzare con precisione lo spirito del manga.
Certo, per mio gusto personale ho fatto molta fatica ad accettare le parti da love comedy (ricordo ancora con orrore il volume 8 e il quadrilatero Takagi/Iwase/Aoki/Miyoshi), mentre ho apprezzato molto i vari manga esistenti nell'universo di Bakuman, nonché il fatto che le storyline di ciascun personaggio avessero lo stesso sapore del o dei manga scritti da quell'autore (penso alla demenzialità di Hiramaru, al concetto di storie di nicchia degli Ashirogi o ai personaggi "da uomini" di Fukuda). Il vero difetto però che mi sento di imputargli, più a livello di valori che di trama è l'eccessivo maschilismo di fondo, in base al quale l'unico sogno che Miyoshi può avere è quello di suo marito o il fatto che venga costantemente ripetuto, quasi come un mantra, che sono «cose da uomini», che una donna non può capire, visto che il suo obbiettivo nella vita è (cito a memoria) quello di farsi una famiglia e avere dei figli. Mi rendo pienamente conto che si tratta di un atteggiamento forse ascrivibile alla cultura media (e non solo giapponese) e accettabile da gran parte del pubblico di Jump ma, personalmente, lo trovo alquanto seccante.
Per quanto riguarda i personaggi, a fronte di macchiette e stereotipi che camminano come Nanamine, Kato o gli stessi Azuki e Mashiro, abbiamo grandi caratteri come l'indimenticabile Eiji Niizuma, personaggio completamente folle eppure sfaccettato e interessante, Akira Hattori, la necessaria figura paterna, per non parlare di Yoshida e Hiramaru, spassosi dalla prima all'ultima gag. Menzione d'onore anche per Takagi che, nonostante non spicchi particolarmente per originalità, è uno dei pochi protagonisti di uno shonen a ragionare con la testa e non con la pancia. Una rosa di personaggi, dunque, che rende piacevole e varia la lettura, ma che purtroppo cade qualche volta nel cliché.
Bakuman è quindi un manga interessante, in grado di appassionare e di farsi apprezzare per sé stesso, senza dover necessariamente rimanere nella scia di Death Note, limitandosi a prendere da quest'ultimo gli elementi più interessanti a livello narrativo (uno su tutti, lo scorrere realistico del tempo), ma senza dovergli nulla più che qualche omaggio, che sia un commento esplicito o la trama (e il finale, simile ma opposto) di Reversi, il manga con cui si avvera il sogno di Mashiro.
Dovendo dare un voto ragionato, lo piazzerei idealmente tra il sette e l'otto, ma nel momento in cui ho chiuso l'ultimo volume e terminato la lettura già sapevo che gli avrei dato un otto.
Bakuman è, senza mezzi termini, una delle opere più shonen mai uscite da Jump. Forse non ci saranno combattimenti fisici e nemmeno psicologici, ma gli autori si sfidano a colpi di sondaggi e popolarità, e i valori alla base dei manga più popolari di Jump (l'amicizia assoluta, l'amore puro fino a risultare ottuso e l'impegno totale a costo di farsi del male) ci sono tutti. Non necessariamente sono valori credibili o realistici (io, ad esempio, non li ritengo tali), ma è un fatto che siano perfettamente rappresentati in Bakuman, andando a caratterizzare con precisione lo spirito del manga.
Certo, per mio gusto personale ho fatto molta fatica ad accettare le parti da love comedy (ricordo ancora con orrore il volume 8 e il quadrilatero Takagi/Iwase/Aoki/Miyoshi), mentre ho apprezzato molto i vari manga esistenti nell'universo di Bakuman, nonché il fatto che le storyline di ciascun personaggio avessero lo stesso sapore del o dei manga scritti da quell'autore (penso alla demenzialità di Hiramaru, al concetto di storie di nicchia degli Ashirogi o ai personaggi "da uomini" di Fukuda). Il vero difetto però che mi sento di imputargli, più a livello di valori che di trama è l'eccessivo maschilismo di fondo, in base al quale l'unico sogno che Miyoshi può avere è quello di suo marito o il fatto che venga costantemente ripetuto, quasi come un mantra, che sono «cose da uomini», che una donna non può capire, visto che il suo obbiettivo nella vita è (cito a memoria) quello di farsi una famiglia e avere dei figli. Mi rendo pienamente conto che si tratta di un atteggiamento forse ascrivibile alla cultura media (e non solo giapponese) e accettabile da gran parte del pubblico di Jump ma, personalmente, lo trovo alquanto seccante.
Per quanto riguarda i personaggi, a fronte di macchiette e stereotipi che camminano come Nanamine, Kato o gli stessi Azuki e Mashiro, abbiamo grandi caratteri come l'indimenticabile Eiji Niizuma, personaggio completamente folle eppure sfaccettato e interessante, Akira Hattori, la necessaria figura paterna, per non parlare di Yoshida e Hiramaru, spassosi dalla prima all'ultima gag. Menzione d'onore anche per Takagi che, nonostante non spicchi particolarmente per originalità, è uno dei pochi protagonisti di uno shonen a ragionare con la testa e non con la pancia. Una rosa di personaggi, dunque, che rende piacevole e varia la lettura, ma che purtroppo cade qualche volta nel cliché.
Bakuman è quindi un manga interessante, in grado di appassionare e di farsi apprezzare per sé stesso, senza dover necessariamente rimanere nella scia di Death Note, limitandosi a prendere da quest'ultimo gli elementi più interessanti a livello narrativo (uno su tutti, lo scorrere realistico del tempo), ma senza dovergli nulla più che qualche omaggio, che sia un commento esplicito o la trama (e il finale, simile ma opposto) di Reversi, il manga con cui si avvera il sogno di Mashiro.
Dovendo dare un voto ragionato, lo piazzerei idealmente tra il sette e l'otto, ma nel momento in cui ho chiuso l'ultimo volume e terminato la lettura già sapevo che gli avrei dato un otto.
Bakuman può sembrare un manga noioso e prolisso, specie se si cerca un certo tipo di evasione e di gratificazione dalle storie nipponiche. Ma la vera grandezza di Bakuman è nei contenuti ideologici che affronta, nella sua capacità di analisi del valore e del senso del vivere.
Il tema principale è la competizione, e Bakuman mostra un tipo di competizione che, per noi occidentali, non è sempre così familiare.
Nella realtà c'è chi vuole vincere ad ogni costo, e c'è chi vuole essere il migliore di tutti. Queste due affermazioni, che possono anche portare allo stesso risultato, non sono affatto la stessa cosa, e generano due tipi di competizione profondamente diversi.
Nel primo caso, dove l'obbiettivo è arrivare primi, il riconoscimento è tutto, e il risultato è di fatto l'esito di una battaglia dove i concorrenti sono il nemico che va sconfitto con ogni mezzo.
Nel secondo caso, l'obiettivo è la battaglia stessa che diventa la dimostrazione evidente della propria superiorità. Il valore del proprio rivale è quindi cruciale, come pure l'onestà del combattimento, perché maggiori sono le capacità del nostro avversario e maggiori sono le difficoltà da superare, maggiore sarà il valore che si potrà dimostrare di avere.
Alla fine, anche se esteriormente, in entrambi i casi, si sarà i vincitori, con tutte le gratificazioni che questo comporta, il peso dei due tipi di vittoria sarà estremamente diverso.
La differenza è di tipo qualitativo. Chi vuole semplicemente vincere, alla fine è un insicuro delle proprie reali capacità e non ama veramente confrontarsi; la competizione che cerca si concentra sull'eliminazione dei potenziali avversari che, se sono veramente temibili, verranno sbaragliati con qualsiasi mezzo, anche non lecito, anche prima dello scontro diretto. Questo perché in fondo si è consapevoli che l'altro è superiore e può vincere. Si è sleali perché non si ha fiducia di potercela fare o semplicemente non si ha voglia dello sforzo immane che la gara richiede.
Chi invece ama la sfida leale è sicuro di sé e vuole dimostrare il proprio valore, cerca lo scontro diretto e cerca il confronto con avversari temibili, altrimenti non proverebbe il gusto vero della vittoria. La differenza sta nella grande autostima ma anche in una sorta di maturità psicologica che fa accettare la possibilità della sconfitta, fa ammettere l'idea che ci sia qualcuno ancora più in gamba e che per questo merita tutta la nostra stima e un profondo rispetto.
In questo secondo caso il nemico è anche, sorprendentemente, un amico.
E' sì un nemico da sconfiggere, ma è anche un caro amico che ci aiuta e ci sprona a raggiungere ciò che desideriamo.
Questo è anche il cuore di Bakuman, l'amicizia che nasce dalla competizione sfrenata, il valore che diventa una dimostrazione di coraggio, l'amore che fa accettare ogni sacrificio, ogni rinuncia, lo sforzo che eleva perché è sempre al limite delle proprie possibilità.
In Bakuman non ci sono eroi invincibili, combattimenti mozzafiato, nemici che vengono annientati, amori che trionfano: sarebbe una vittoria troppo facile!
Eppure i protagonisti sono i veri eroi della vita reale, che non rinunciano mai a lottare, in un combattimento quotidiano quasi invisibile, ma la cui durezza lascia senza fiato. Nessun desiderio di annientamento dei nemici prevarrà sull'ammirazione per il valore dei nemici stessi, e l'amore sacrificato diventerà sempre più forte e intenso, e non sarà soltanto il premio finale, ma una vera energia che sostiene e genera valore.
Per quanto mi riguarda, l'aggancio che mi ha spinto a leggere Bakuman, è stata l'iniziale, immediata immedesimazione con il protagonista Mashiro, i suoi pensieri come se fossero i miei, ho provato una vicinanza tenera e familiare: la fragilità e l'orgoglio, lo scoramento e la speranza, la paura che ti fa battere il cuore e l'entusiasmo che ti fa urlare di gioia.
I pensieri dei personaggi, al di là dell'azione, sono decisivi per sentire la forza introspettiva di questo manga, così verosimigliante ad una realtà concreta e tangibile, che sembra di leggere un diario degli autori stessi.
Chi di noi non ha mai avuto un sogno?
Ma quanto siamo stati disposti a lottare? Quanto abbiamo resistito prima di mollare di fronte agli insuccessi, magari con un pretesto? Il punto è fare i conti con i fallimenti, con chi è migliore di noi, e con sè stessi, soprattutto.
Bakuman è una sfida, come lo è la vita, se hai voglia di metterti in gioco.
Un'ultima parola va alla storia d'amore. Ma non mi riferisco alla storia d'amore dolce e platonica tra il protagonista Mashiro e la bellissima Azuki, quanto piuttosto a quella tra Mashiro e il compagno Takagi.
Non è che siano innamorati, ma è come se lo fossero.
Quando Takagi chiede a Mashiro di diventare un duo di mangaka, è come se si dichiarasse, se lo corteggiasse, con tutta l'emozione della prima proposta di stare insieme, di voler condividere un sentimento d'amore (per i manga) fondato sul rispetto e sulla stima reciproca, su una comunione di intenti e una comprensione così profonda da renderli in sintonia perfetta. La forza che li unisce è il bisogno di preoccuparsi l'uno dell'altro, di rinunciare alle proprie posizioni per amore dell'altro, di far propri i sogni e i desideri dell'altro, di dare in escandescenze soltanto all'idea che l'altro possa essere messo da parte e la consapevolezza di non essere nulla senza l'altro… e quale amore non ambirebbe a questo?
Il tema principale è la competizione, e Bakuman mostra un tipo di competizione che, per noi occidentali, non è sempre così familiare.
Nella realtà c'è chi vuole vincere ad ogni costo, e c'è chi vuole essere il migliore di tutti. Queste due affermazioni, che possono anche portare allo stesso risultato, non sono affatto la stessa cosa, e generano due tipi di competizione profondamente diversi.
Nel primo caso, dove l'obbiettivo è arrivare primi, il riconoscimento è tutto, e il risultato è di fatto l'esito di una battaglia dove i concorrenti sono il nemico che va sconfitto con ogni mezzo.
Nel secondo caso, l'obiettivo è la battaglia stessa che diventa la dimostrazione evidente della propria superiorità. Il valore del proprio rivale è quindi cruciale, come pure l'onestà del combattimento, perché maggiori sono le capacità del nostro avversario e maggiori sono le difficoltà da superare, maggiore sarà il valore che si potrà dimostrare di avere.
Alla fine, anche se esteriormente, in entrambi i casi, si sarà i vincitori, con tutte le gratificazioni che questo comporta, il peso dei due tipi di vittoria sarà estremamente diverso.
La differenza è di tipo qualitativo. Chi vuole semplicemente vincere, alla fine è un insicuro delle proprie reali capacità e non ama veramente confrontarsi; la competizione che cerca si concentra sull'eliminazione dei potenziali avversari che, se sono veramente temibili, verranno sbaragliati con qualsiasi mezzo, anche non lecito, anche prima dello scontro diretto. Questo perché in fondo si è consapevoli che l'altro è superiore e può vincere. Si è sleali perché non si ha fiducia di potercela fare o semplicemente non si ha voglia dello sforzo immane che la gara richiede.
Chi invece ama la sfida leale è sicuro di sé e vuole dimostrare il proprio valore, cerca lo scontro diretto e cerca il confronto con avversari temibili, altrimenti non proverebbe il gusto vero della vittoria. La differenza sta nella grande autostima ma anche in una sorta di maturità psicologica che fa accettare la possibilità della sconfitta, fa ammettere l'idea che ci sia qualcuno ancora più in gamba e che per questo merita tutta la nostra stima e un profondo rispetto.
In questo secondo caso il nemico è anche, sorprendentemente, un amico.
E' sì un nemico da sconfiggere, ma è anche un caro amico che ci aiuta e ci sprona a raggiungere ciò che desideriamo.
Questo è anche il cuore di Bakuman, l'amicizia che nasce dalla competizione sfrenata, il valore che diventa una dimostrazione di coraggio, l'amore che fa accettare ogni sacrificio, ogni rinuncia, lo sforzo che eleva perché è sempre al limite delle proprie possibilità.
In Bakuman non ci sono eroi invincibili, combattimenti mozzafiato, nemici che vengono annientati, amori che trionfano: sarebbe una vittoria troppo facile!
Eppure i protagonisti sono i veri eroi della vita reale, che non rinunciano mai a lottare, in un combattimento quotidiano quasi invisibile, ma la cui durezza lascia senza fiato. Nessun desiderio di annientamento dei nemici prevarrà sull'ammirazione per il valore dei nemici stessi, e l'amore sacrificato diventerà sempre più forte e intenso, e non sarà soltanto il premio finale, ma una vera energia che sostiene e genera valore.
Per quanto mi riguarda, l'aggancio che mi ha spinto a leggere Bakuman, è stata l'iniziale, immediata immedesimazione con il protagonista Mashiro, i suoi pensieri come se fossero i miei, ho provato una vicinanza tenera e familiare: la fragilità e l'orgoglio, lo scoramento e la speranza, la paura che ti fa battere il cuore e l'entusiasmo che ti fa urlare di gioia.
I pensieri dei personaggi, al di là dell'azione, sono decisivi per sentire la forza introspettiva di questo manga, così verosimigliante ad una realtà concreta e tangibile, che sembra di leggere un diario degli autori stessi.
Chi di noi non ha mai avuto un sogno?
Ma quanto siamo stati disposti a lottare? Quanto abbiamo resistito prima di mollare di fronte agli insuccessi, magari con un pretesto? Il punto è fare i conti con i fallimenti, con chi è migliore di noi, e con sè stessi, soprattutto.
Bakuman è una sfida, come lo è la vita, se hai voglia di metterti in gioco.
Un'ultima parola va alla storia d'amore. Ma non mi riferisco alla storia d'amore dolce e platonica tra il protagonista Mashiro e la bellissima Azuki, quanto piuttosto a quella tra Mashiro e il compagno Takagi.
Non è che siano innamorati, ma è come se lo fossero.
Quando Takagi chiede a Mashiro di diventare un duo di mangaka, è come se si dichiarasse, se lo corteggiasse, con tutta l'emozione della prima proposta di stare insieme, di voler condividere un sentimento d'amore (per i manga) fondato sul rispetto e sulla stima reciproca, su una comunione di intenti e una comprensione così profonda da renderli in sintonia perfetta. La forza che li unisce è il bisogno di preoccuparsi l'uno dell'altro, di rinunciare alle proprie posizioni per amore dell'altro, di far propri i sogni e i desideri dell'altro, di dare in escandescenze soltanto all'idea che l'altro possa essere messo da parte e la consapevolezza di non essere nulla senza l'altro… e quale amore non ambirebbe a questo?
"Bakuman◦" non è un manga: lo definirei piuttosto un esercizio di stile, un'apertura straordinaria al pubblico del deposito di idee di Tsugumi Ohba con la partecipazione di Takeshi Obata che, per la maggior parte del tempo, si limita ad incassare il proprio gettone di presenza come se la cosa non lo riguardasse. Di per sé, quantunque irritante, non sarebbe un problema insormontabile, ma lo diventa se si considera che non si tratta di una raccolta di storie brevi, bensì di un'opera di ben più ampio respiro, con una trama di fondo le cui potenzialità sono state esplorate in maniera pigra e parziale. La mano tesa al lettore che si è sempre interrogato sui retroscena tecnici e soprattutto umani del mestiere di mangaka - fermo restando, naturalmente, che questa non è che una delle tante fonti a cui è possibile attingere - è fredda, fiacca, umidiccia; le informazioni, poche, prevedibili e ripetute fino alla nausea, vengono divulgate senza alcuna parvenza di vissuto. Tutto questo su una rivista che ha fatto del rincorrere i propri sogni, quali essi siano, un tema al centro di moltissime sue storie, a confronto con le quali questo titolo risulta di una pochezza a dir poco sconcertante.
Moritaka Mashiro è un quattordicenne cupo, sfiduciato, senza prospettive per il futuro che vadano oltre a quelle impostegli dalla società. Suo zio Nobuhiro era l'autore de "La leggenda dei supereroi", un gag hero manga di discreto successo; la sua morte tragica e prematura, diretta conseguenza dei suoi sforzi per risalire la china dopo una serie di fallimenti, ha portato il ragazzo, che ambiva a seguirne le orme, a reprimere il suo talento artistico. Talento che però non è sfuggito al suo compagno di classe Akito Takagi, "pluripremiato scrittore" (cito), che gli propone di diventare mangaka assieme a lui.
L'affinità intellettuale tra i due è forte, ma a far capitolare definitivamente Moritaka, che ha le idee molto chiare su quali possano essere le insidie del mestiere, è la promessa fatta a Miho Azuki, aspirante doppiatrice di cui è innamorato e che lo ama a sua volta: i due non potranno frequentarsi fino a quando lei non avrà ottenuto il ruolo dell'eroina in un anime tratto da un manga disegnato da lui. In questo modo la memoria di Nobuhiro, che non ha mai avuto il coraggio di esternare i propri sentimenti a Miyuki, madre di Miho, verrebbe ulteriormente onorata dal nipote, che si fa punto d'onore di diventare un mangaka di successo grazie a una combinazione di "superbia, sudore e fortuna".
(Trivia: il concept de "La leggenda dei supereroi" è molto simile a quello di "Tottemo! Luckyman", manga del 1993 ad opera di tale Hiroshi Gamō. Qualcuno sostiene che vi sia proprio lui dietro allo pseudonimo di Tsugumi Ohba, il che certamente non stonerebbe con la sua proverbiale tendenza all'autoreferenzialità.)
All'inizio Mashiro e socio sembrano sapere molto bene che cosa li attende, ma una volta esauriti i dati da snocciolare su quanti autori emergenti riescono a sfondare (altro che "Uno su mille che la fa"...) e su cosa va di moda al momento si inizia a vedere queste statistiche per quello che sono, vale a dire informazioni di servizio che Ohba mette loro in bocca per farli apparire più maturi e autorevoli di quanto siano in realtà. Prova ne sia che, compatibilmente con la loro età e con la loro recentissima presa di coscienza su quale sia il loro sogno, i due non hanno la più pallida nozione dei più comuni ferri del mestiere. Del resto non è forse a questo che servono i redattori? Teoricamente la risposta è sì, ma quelli di "Bakuman◦" sono così convinti di avere davanti dei geni che le loro raccomandazioni si limitano, all'atto pratico, a ben poca cosa, soprattutto per quanto riguarda Takagi, così privo di riferimenti da trasformare la casuale scoperta del più banale espediente narrativo in un avvenimento epocale. Alla faccia del pluripremiato scrittore! Non si parla mai di mostrato e di raccontato, né di analessi, prolessi, ellissi, inserti o sequenze mute; nessuno, in altre parole, si prende la briga di dare un senso al suo istinto, mancanza che reputo gravissima dato che uno dei tratti distintivi di Ashirogi Muto - pseudonimo dei due ragazzi - è, per l'appunto, l'unicità delle sue storie in relazione al latente conservazionismo di "Weekly Shōnen Jump". Come quelle di Ohba, insomma, almeno secondo quello che si direbbe sia il suo modo di vedere, nonché, verosimilmente, la ragione per cui, stando a Mashiro, "le serviva in fretta un altro lavoro o in cinque anni sarebbe morta di fame".
Tutte le aziende hanno diritto ai propri segreti, e Shueisha non fa eccezione. Il fatto è che "Bakuman◦" non aggiunge alcunché a quanto si sapeva sul funzionamento di "Jump", in particolar modo per quanto concerne i sondaggi di popolarità delle varie serie, tasto su cui Ohba insiste con una sollecitudine che i più maliziosi potrebbero trovare un filino sospetta; non si parla, invece, del gradimento dei singoli personaggi, che pure di misfatti, soprattutto in passato, ne ha compiuti parecchi. Con la scusa che questo è sostanzialmente un battle shōnen imbevuto di slice of life Ashirogi e colleghi, tutti ridicolmente troppo "duri e puri" per un sistema che vorrebbero sovvertire senza alzare un dito, risultano più o meno immuni a delle regole che, nei quarantacinque anni di storia della rivista, hanno mietuto vittime anche illustri come Buronson e Toriyama; il loro modo di metterle in discussione è superficiale e tendente al vittimismo, e l'umiltà con cui accettano - ma non sempre - di arrendersi all'evidenza è così fulminea da sembrare di facciata.
Naturalmente mi rendo conto che si tratta di un'opera di finzione e che come tale le sue dinamiche intestine possono discostarsi da quelle reali. Non è questo ad urtarmi, bensì la supponenza di questi ragazzi, così dotati eppure così ciechi e recalcitranti di fronte all'opportunità di diventare pienamente consapevoli del loro potenziale.
Che dire poi del presunto ideale di virilità a cui Mashiro, il cui manga preferito è "Ashita no Joe", sostiene di ispirarsi? "I manga. Miho Azuki. A costo della vita". Sa il cielo se il "Jump" di oggi non abbia troppi protagonisti e troppi pochi eroi rispetto al passato, ma si può maturare soltanto attraverso il confronto, altro leitmotiv della testata, e quasi tutti i personaggi di "Bakuman◦" vivono molto male quello con gli altri, dando spesso prova di grande infantilismo. Vorrei poter dire che con il tempo la situazione migliora, ma in alcuni casi è chiaro che non è così, mentre in altri mi pare che la questione si limiti a decadere. Da un manga che pretende di rifarsi a un titolo così importante mi aspetto un character development degno di questo nome, di cui, al contrario, l'opera è assai deficitaria: nulla di inusuale per un battle shōnen, genere che purtroppo tende a riservare poche soddisfazioni sul piano emozionale in favore del risvolto più adrenalinico delle sue storie, ma non per questo da considerare una mancanza di poco conto, soprattutto se non c'è nient'altro con cui un autore possa riscattarsi. E in "Bakuman◦", almeno a mio modo di vedere, non c'è.
Se gli uomini si comportano da bambini le donne fanno, nel complesso, una figura parimenti miserevole. In "Death Note" abbiamo visto come Light rappresentasse per Misa Amane e Kiyomi Takada la perfezione assoluta: entrambe erano convinte che stare con lui le avrebbe rese migliori, la prima perché pensava di poter così supplire alle proprie mancanze, la seconda per aggiungere i suoi meriti ai propri in modo da diventare, se possibile, ancora meglio di lui. Lo stesso ideale distorto di realizzazione personale trova ivi uno sbocco - quantunque, com'è ovvio, in scala minore - nel triangolo che viene a crearsi fra Takagi, Kaya Miyoshi e Aiko Iwase.
Kaya, grande amica di Miho e priva di qualsivoglia talento, si aggrappa spasmodicamente al sogno che lega quest'ultima ad Ashirogi Muto per paura di venire lasciata indietro. Dato il suo risibile contributo alla causa sospetto che il suo personaggio sia stato creato al solo scopo di fugare eventuali dubbi sulla sessualità di Takagi, le cui esternazioni riguardo al suo sodalizio con Mashiro possono risultare come minimo ambigue. Ma quando mai le fujoshi si sono fatte intimidire da così poco? E soprattutto, che male ci sarebbe stato? Come se in passato Ohba non avesse ampiamente cavalcato la tigre dello yaoi conferendo deliberatamente determinate connotazioni al rapporto fra Light e Elle, tra l'altro.
Iwase, al contrario, ha molta fiducia sulle sue capacità, che però non le consentono di battere Takagi sul terreno a lui più congeniale: romanziera prestata ai manga al solo scopo di ribadire la sua superiorità su di lui, reo di averla battuta una volta in ambito scolastico, anela al suo amore soltanto per accrescere il proprio ego. Da donna il suo comportamento ha suscitato in me il più sincero ribrezzo, e la sua apparente redenzione, in gran parte dovuta ad un diradarsi delle sue apparizioni, non mi ha per niente convinta.
Vi è infine una seconda contrapposizione di intenti che ha per protagoniste due ragazze che, curiosamente, non interagiscono tra loro, vale a dire Azuki e un'altra mangaka, Kō Aoki. Anche loro mirano ad affermarsi dal punto di vista professionale, ma non per interposta persona: Mashiro non c'entra nulla con il desiderio della sua amata di diventare una doppiatrice, mentre la seconda, che non si abituerà mai del tutto al trasferimento da "Margaret" a "Jump" (che dev'essere un'esperienza paragonabile al passaggio dal pop svedese al death metal, tipo "Detroit Metal City"), è forse uno dei pochi personaggi a fare sfoggio di una propria - quantunque primitiva e non sempre opportuna - etica professionale. Peccato che costei diventi tosto il pretesto per del romanticismo da quattro soldi tra lei e il geniale ma sfaticato Kazuya Hiramaru, che praticamente si dà da fare soltanto perché spera che lei, prima o poi, corrisponda i suoi sentimenti, mentre Azuki risulta, per la maggior parte del tempo, fisicamente non pervenuta, legittimando il lettore a dare per scontato che, da brava bambina, onorerà la sua parte del patto - che è stata un'idea sua - senza creare problemi. Tra l'altro i primissimi scambi di vedute tra Mashiro e socio sull'argomento sembrano lasciare intendere che, almeno all'inizio, nessuno dei due si aspetta realmente che la ragazza riesca nel suo intento, e che abbia scelto di intraprendere una simile carriera in quanto si tratta di un sogno con cui è lecito che una giovane donna benestante come lei si balocchi in attesa di metter su famiglia. Come scrive Amélie Nothomb in "Stupore e tremori" (ambientato nel mondo dei salarymen, categoria lavorativa invisa a Mashiro) pare proprio che solo al maschio nipponico sia consentito sognare in grande, mentre per una donna è considerato disdicevole persino sudare. Lo stesso padre di Moritaka, che come tanti genitori di "Jump" non appare mai, è molto chiaro al riguardo: "Un uomo deve avere un sogno. Tu [sua moglie, n.d.r.] sei una donna, non puoi capire."
Chi ha letto "Death Note" sa che Ohba ha un grosso problema: la verbosità che però, in quel determinato contesto, poteva anche avere un suo perché. In "Bakuman◦", invece, la gente parla - o scrive - a lungo e di niente, ripetendo sempre le stesse cose e tralasciandone altre ugualmente importanti. Sinceramente ho trovato molto triste il pragmatismo che caratterizza la maggior parte dei personaggi, il cui approccio alla professione mi è sembrato troppo cinico per dei ragazzi così giovani; "Jump", si sa, è tutt'altro che una mamma chioccia, ma d'amore vero e indefesso per il mestiere ne ho visto poco e quasi tutto concentrato in una persona sola, vale a dire Eiji Niizuma - l'unico che non annoi né disgusti mai, l'unico che mantenga una mentalità aperta su tutto e tutti. Come può un autore che non sogna con tutto se stesso far sognare chi legge? E come può far sognare un amore come quello che lega Mashiro e Azuki - come insistono per chiamarsi reciprocamente - così anacronistico e raccontato da risultare del tutto campato per aria?
In generale direi che, da lettrice, non mi sono sentita affatto stimolata a venire incontro alle mancanze di Ohba, troppo impegnato ad autocelebrarsi per prestare attenzione ai sentimenti dei propri personaggi: l'avrei fatto volentieri, come sempre quando ritengo che valga la pena andare così incontro ad un autore, ma non è questo il caso.
(Naturalmente non è contemplato che i due piccioncini possano sentirsi attratti da qualcun altro o rendersi conto dell'assurdità del loro rapporto. Davvero, non c'è motivo per cui si debbano comportare così: non si tratta di avere dei valori, bensì di un vano - e vanitoso - puntiglio non giustificato da alcun impedimento serio. È una vera tortura per il lettore sapere fin dall'inizio come andrà a finire e ciononostante doversi sorbire venti volumi di recriminazioni, analisi di mercato e vaniloqui assortiti prima che ciò finalmente accada.)
Nonostante in passato abbia definito il suo tratto "da primo della classe", ovvero gradevole ma troppo impostato, in linea di massima lo stile di Obata mi piace molto, ma in questo caso mi è parso caratterizzato da un'abulia quantomeno allarmante dato l'argomento trattato nonostante i suoi sforzi di conformarsi agli stili dei vari "manga nei manga". Se in "Death Note" il suo essere completamente a servizio della storia poteva andar bene in "Bakuman◦" mi sarei aspettata, da parte sua, un grado di coinvolgimento maggiore.
In conclusione: dapprincipio ero perplessa, poi alla perplessità è subentrata la delusione, soppiantata infine da un'irritazione crescente per come un'idea così intrigante come quella di un battle shōnen incentrato sui manga - perché no, anche con un po' di sentimento - non sia stata perseguita con la verve che, secondo me, la situazione richiedeva. 5, e che non se ne parli più: queste duemila e passa parole di recensione, frutto di anni di riflessioni maturate in attesa che "Jump" si degnasse di far terminare questo dimenticabilissimo titolo (presumo un po' prima del previsto, dato che alla luce dell'ultimo tankōbon molte delle sottotrame ivi presenti rimangono insolute o vengono frettolosamente portate a compimento), mi hanno lasciata completamente prostrata.
Moritaka Mashiro è un quattordicenne cupo, sfiduciato, senza prospettive per il futuro che vadano oltre a quelle impostegli dalla società. Suo zio Nobuhiro era l'autore de "La leggenda dei supereroi", un gag hero manga di discreto successo; la sua morte tragica e prematura, diretta conseguenza dei suoi sforzi per risalire la china dopo una serie di fallimenti, ha portato il ragazzo, che ambiva a seguirne le orme, a reprimere il suo talento artistico. Talento che però non è sfuggito al suo compagno di classe Akito Takagi, "pluripremiato scrittore" (cito), che gli propone di diventare mangaka assieme a lui.
L'affinità intellettuale tra i due è forte, ma a far capitolare definitivamente Moritaka, che ha le idee molto chiare su quali possano essere le insidie del mestiere, è la promessa fatta a Miho Azuki, aspirante doppiatrice di cui è innamorato e che lo ama a sua volta: i due non potranno frequentarsi fino a quando lei non avrà ottenuto il ruolo dell'eroina in un anime tratto da un manga disegnato da lui. In questo modo la memoria di Nobuhiro, che non ha mai avuto il coraggio di esternare i propri sentimenti a Miyuki, madre di Miho, verrebbe ulteriormente onorata dal nipote, che si fa punto d'onore di diventare un mangaka di successo grazie a una combinazione di "superbia, sudore e fortuna".
(Trivia: il concept de "La leggenda dei supereroi" è molto simile a quello di "Tottemo! Luckyman", manga del 1993 ad opera di tale Hiroshi Gamō. Qualcuno sostiene che vi sia proprio lui dietro allo pseudonimo di Tsugumi Ohba, il che certamente non stonerebbe con la sua proverbiale tendenza all'autoreferenzialità.)
All'inizio Mashiro e socio sembrano sapere molto bene che cosa li attende, ma una volta esauriti i dati da snocciolare su quanti autori emergenti riescono a sfondare (altro che "Uno su mille che la fa"...) e su cosa va di moda al momento si inizia a vedere queste statistiche per quello che sono, vale a dire informazioni di servizio che Ohba mette loro in bocca per farli apparire più maturi e autorevoli di quanto siano in realtà. Prova ne sia che, compatibilmente con la loro età e con la loro recentissima presa di coscienza su quale sia il loro sogno, i due non hanno la più pallida nozione dei più comuni ferri del mestiere. Del resto non è forse a questo che servono i redattori? Teoricamente la risposta è sì, ma quelli di "Bakuman◦" sono così convinti di avere davanti dei geni che le loro raccomandazioni si limitano, all'atto pratico, a ben poca cosa, soprattutto per quanto riguarda Takagi, così privo di riferimenti da trasformare la casuale scoperta del più banale espediente narrativo in un avvenimento epocale. Alla faccia del pluripremiato scrittore! Non si parla mai di mostrato e di raccontato, né di analessi, prolessi, ellissi, inserti o sequenze mute; nessuno, in altre parole, si prende la briga di dare un senso al suo istinto, mancanza che reputo gravissima dato che uno dei tratti distintivi di Ashirogi Muto - pseudonimo dei due ragazzi - è, per l'appunto, l'unicità delle sue storie in relazione al latente conservazionismo di "Weekly Shōnen Jump". Come quelle di Ohba, insomma, almeno secondo quello che si direbbe sia il suo modo di vedere, nonché, verosimilmente, la ragione per cui, stando a Mashiro, "le serviva in fretta un altro lavoro o in cinque anni sarebbe morta di fame".
Tutte le aziende hanno diritto ai propri segreti, e Shueisha non fa eccezione. Il fatto è che "Bakuman◦" non aggiunge alcunché a quanto si sapeva sul funzionamento di "Jump", in particolar modo per quanto concerne i sondaggi di popolarità delle varie serie, tasto su cui Ohba insiste con una sollecitudine che i più maliziosi potrebbero trovare un filino sospetta; non si parla, invece, del gradimento dei singoli personaggi, che pure di misfatti, soprattutto in passato, ne ha compiuti parecchi. Con la scusa che questo è sostanzialmente un battle shōnen imbevuto di slice of life Ashirogi e colleghi, tutti ridicolmente troppo "duri e puri" per un sistema che vorrebbero sovvertire senza alzare un dito, risultano più o meno immuni a delle regole che, nei quarantacinque anni di storia della rivista, hanno mietuto vittime anche illustri come Buronson e Toriyama; il loro modo di metterle in discussione è superficiale e tendente al vittimismo, e l'umiltà con cui accettano - ma non sempre - di arrendersi all'evidenza è così fulminea da sembrare di facciata.
Naturalmente mi rendo conto che si tratta di un'opera di finzione e che come tale le sue dinamiche intestine possono discostarsi da quelle reali. Non è questo ad urtarmi, bensì la supponenza di questi ragazzi, così dotati eppure così ciechi e recalcitranti di fronte all'opportunità di diventare pienamente consapevoli del loro potenziale.
Che dire poi del presunto ideale di virilità a cui Mashiro, il cui manga preferito è "Ashita no Joe", sostiene di ispirarsi? "I manga. Miho Azuki. A costo della vita". Sa il cielo se il "Jump" di oggi non abbia troppi protagonisti e troppi pochi eroi rispetto al passato, ma si può maturare soltanto attraverso il confronto, altro leitmotiv della testata, e quasi tutti i personaggi di "Bakuman◦" vivono molto male quello con gli altri, dando spesso prova di grande infantilismo. Vorrei poter dire che con il tempo la situazione migliora, ma in alcuni casi è chiaro che non è così, mentre in altri mi pare che la questione si limiti a decadere. Da un manga che pretende di rifarsi a un titolo così importante mi aspetto un character development degno di questo nome, di cui, al contrario, l'opera è assai deficitaria: nulla di inusuale per un battle shōnen, genere che purtroppo tende a riservare poche soddisfazioni sul piano emozionale in favore del risvolto più adrenalinico delle sue storie, ma non per questo da considerare una mancanza di poco conto, soprattutto se non c'è nient'altro con cui un autore possa riscattarsi. E in "Bakuman◦", almeno a mio modo di vedere, non c'è.
Se gli uomini si comportano da bambini le donne fanno, nel complesso, una figura parimenti miserevole. In "Death Note" abbiamo visto come Light rappresentasse per Misa Amane e Kiyomi Takada la perfezione assoluta: entrambe erano convinte che stare con lui le avrebbe rese migliori, la prima perché pensava di poter così supplire alle proprie mancanze, la seconda per aggiungere i suoi meriti ai propri in modo da diventare, se possibile, ancora meglio di lui. Lo stesso ideale distorto di realizzazione personale trova ivi uno sbocco - quantunque, com'è ovvio, in scala minore - nel triangolo che viene a crearsi fra Takagi, Kaya Miyoshi e Aiko Iwase.
Kaya, grande amica di Miho e priva di qualsivoglia talento, si aggrappa spasmodicamente al sogno che lega quest'ultima ad Ashirogi Muto per paura di venire lasciata indietro. Dato il suo risibile contributo alla causa sospetto che il suo personaggio sia stato creato al solo scopo di fugare eventuali dubbi sulla sessualità di Takagi, le cui esternazioni riguardo al suo sodalizio con Mashiro possono risultare come minimo ambigue. Ma quando mai le fujoshi si sono fatte intimidire da così poco? E soprattutto, che male ci sarebbe stato? Come se in passato Ohba non avesse ampiamente cavalcato la tigre dello yaoi conferendo deliberatamente determinate connotazioni al rapporto fra Light e Elle, tra l'altro.
Iwase, al contrario, ha molta fiducia sulle sue capacità, che però non le consentono di battere Takagi sul terreno a lui più congeniale: romanziera prestata ai manga al solo scopo di ribadire la sua superiorità su di lui, reo di averla battuta una volta in ambito scolastico, anela al suo amore soltanto per accrescere il proprio ego. Da donna il suo comportamento ha suscitato in me il più sincero ribrezzo, e la sua apparente redenzione, in gran parte dovuta ad un diradarsi delle sue apparizioni, non mi ha per niente convinta.
Vi è infine una seconda contrapposizione di intenti che ha per protagoniste due ragazze che, curiosamente, non interagiscono tra loro, vale a dire Azuki e un'altra mangaka, Kō Aoki. Anche loro mirano ad affermarsi dal punto di vista professionale, ma non per interposta persona: Mashiro non c'entra nulla con il desiderio della sua amata di diventare una doppiatrice, mentre la seconda, che non si abituerà mai del tutto al trasferimento da "Margaret" a "Jump" (che dev'essere un'esperienza paragonabile al passaggio dal pop svedese al death metal, tipo "Detroit Metal City"), è forse uno dei pochi personaggi a fare sfoggio di una propria - quantunque primitiva e non sempre opportuna - etica professionale. Peccato che costei diventi tosto il pretesto per del romanticismo da quattro soldi tra lei e il geniale ma sfaticato Kazuya Hiramaru, che praticamente si dà da fare soltanto perché spera che lei, prima o poi, corrisponda i suoi sentimenti, mentre Azuki risulta, per la maggior parte del tempo, fisicamente non pervenuta, legittimando il lettore a dare per scontato che, da brava bambina, onorerà la sua parte del patto - che è stata un'idea sua - senza creare problemi. Tra l'altro i primissimi scambi di vedute tra Mashiro e socio sull'argomento sembrano lasciare intendere che, almeno all'inizio, nessuno dei due si aspetta realmente che la ragazza riesca nel suo intento, e che abbia scelto di intraprendere una simile carriera in quanto si tratta di un sogno con cui è lecito che una giovane donna benestante come lei si balocchi in attesa di metter su famiglia. Come scrive Amélie Nothomb in "Stupore e tremori" (ambientato nel mondo dei salarymen, categoria lavorativa invisa a Mashiro) pare proprio che solo al maschio nipponico sia consentito sognare in grande, mentre per una donna è considerato disdicevole persino sudare. Lo stesso padre di Moritaka, che come tanti genitori di "Jump" non appare mai, è molto chiaro al riguardo: "Un uomo deve avere un sogno. Tu [sua moglie, n.d.r.] sei una donna, non puoi capire."
Chi ha letto "Death Note" sa che Ohba ha un grosso problema: la verbosità che però, in quel determinato contesto, poteva anche avere un suo perché. In "Bakuman◦", invece, la gente parla - o scrive - a lungo e di niente, ripetendo sempre le stesse cose e tralasciandone altre ugualmente importanti. Sinceramente ho trovato molto triste il pragmatismo che caratterizza la maggior parte dei personaggi, il cui approccio alla professione mi è sembrato troppo cinico per dei ragazzi così giovani; "Jump", si sa, è tutt'altro che una mamma chioccia, ma d'amore vero e indefesso per il mestiere ne ho visto poco e quasi tutto concentrato in una persona sola, vale a dire Eiji Niizuma - l'unico che non annoi né disgusti mai, l'unico che mantenga una mentalità aperta su tutto e tutti. Come può un autore che non sogna con tutto se stesso far sognare chi legge? E come può far sognare un amore come quello che lega Mashiro e Azuki - come insistono per chiamarsi reciprocamente - così anacronistico e raccontato da risultare del tutto campato per aria?
In generale direi che, da lettrice, non mi sono sentita affatto stimolata a venire incontro alle mancanze di Ohba, troppo impegnato ad autocelebrarsi per prestare attenzione ai sentimenti dei propri personaggi: l'avrei fatto volentieri, come sempre quando ritengo che valga la pena andare così incontro ad un autore, ma non è questo il caso.
(Naturalmente non è contemplato che i due piccioncini possano sentirsi attratti da qualcun altro o rendersi conto dell'assurdità del loro rapporto. Davvero, non c'è motivo per cui si debbano comportare così: non si tratta di avere dei valori, bensì di un vano - e vanitoso - puntiglio non giustificato da alcun impedimento serio. È una vera tortura per il lettore sapere fin dall'inizio come andrà a finire e ciononostante doversi sorbire venti volumi di recriminazioni, analisi di mercato e vaniloqui assortiti prima che ciò finalmente accada.)
Nonostante in passato abbia definito il suo tratto "da primo della classe", ovvero gradevole ma troppo impostato, in linea di massima lo stile di Obata mi piace molto, ma in questo caso mi è parso caratterizzato da un'abulia quantomeno allarmante dato l'argomento trattato nonostante i suoi sforzi di conformarsi agli stili dei vari "manga nei manga". Se in "Death Note" il suo essere completamente a servizio della storia poteva andar bene in "Bakuman◦" mi sarei aspettata, da parte sua, un grado di coinvolgimento maggiore.
In conclusione: dapprincipio ero perplessa, poi alla perplessità è subentrata la delusione, soppiantata infine da un'irritazione crescente per come un'idea così intrigante come quella di un battle shōnen incentrato sui manga - perché no, anche con un po' di sentimento - non sia stata perseguita con la verve che, secondo me, la situazione richiedeva. 5, e che non se ne parli più: queste duemila e passa parole di recensione, frutto di anni di riflessioni maturate in attesa che "Jump" si degnasse di far terminare questo dimenticabilissimo titolo (presumo un po' prima del previsto, dato che alla luce dell'ultimo tankōbon molte delle sottotrame ivi presenti rimangono insolute o vengono frettolosamente portate a compimento), mi hanno lasciata completamente prostrata.
Dopo il grande successo riscosso con "Death Note" la premiata ditta Ohba e Obata sforna un altro manga. Il genere è completamente diverso ma il successo è lo stesso.
"Bakuman" in 20 volumi, è un manga dalla trama davvero semplice, ma che proprio per questo colpisce immediatamente il lettore, specialmente un lettore di manga.
Protagonisti della storia sono una coppia di studenti delle medie, Takagi Akito e Mashiro Moritaka, che decidono insieme di intraprendere la carriera di mangaka. Mashiro ai disegni, Takagi alla sceneggiatura, i due si pongono come obiettivo quello di creare un manga di successo e la realizzazione di un anime basato sul loro fumetto. A loro due si aggiunge Miho Azuki, la ragazza di cui Mashiro è innamorato, che vuole diventare una doppiatrice. Anche Miho è innamorata di Mashiro, e il suo sogno si intreccia quello dei due ragazzi: Miho interpreterà la protagonista femminile dell'anime tratto dal manga dei due ragazzi. Solo allora Mashiro e Miho potranno stare insieme, nel frattempo decidono di impegnarsi a realizzare i propri obiettivi. Questa promessa tra loro tre è quello che sta alla base di tutte le vicende del fumetto.
I due iniziano a creare manga usando lo pseudonimo di Muto Ashirogi, un nome che combina i kanji dei nomi di Mashiro, Akito e Miho.
Tante sono le difficoltà che la coppia di mangaka deve affrontare: dai primi rifiuti perché il manga proposto non è adatto per questo o quest'altro motivo, fino ad una volta aver iniziato a lavorare a dover rispettare scadenze, cali di popolarità, rischio di cancellazione della serie, mangaka rivali, senza contare la cosa più importante: creare sempre sceneggiature e tavole di alta qualità.
"Bakuman" è un bel manga che si rivela essere molto interessante per un appassionato lettore dato che svela in parte i meccanismi interni della redazione di Jump, la rivista di Shueisha su cui il fumetto viene pubblicato in Giappone e su cui tutti i manga più importanti sono stati e sono ancora adesso pubblicati (Dragon Ball, Saint Seiya, Hokuto no Ken, One Piece, Naruto, Bleach, lo stesso Death Note, per dirne solo alcuni). Si parla di editor, di sondaggi, di scadenze, capitoli speciali, pagine a colori, classifiche di popolarità, cancellazioni…
Tutte cose che a molti lettori sono sconosciute. Certo, bisogna capire quanto c'è di vero e quanto di romanzato, e quanto la redazione di Jump abbia voluto rendere di pubblico dominio. Io comunque la vedo anche come una buona operazione pubblicitaria e di marketing.
Certo, a volte "Bakuman" è un filino esagerato e a tratti poco realistico dato che il duo di protagonisti e gli altri personaggi mangaka fanno con Jump un po' quello che vogliono, decidendo di pubblicare quando e cosa vogliono loro, e questo mi sembra un po' difficile nella realtà, ma alla fine è un manga quello che sto leggendo, e penso che va bene che le cose si movimentino un po'.
Altre volte però, abbiamo l'effetto opposto: ci sono momenti in cui "Bakuman" diventa troppo serioso, con i personaggi che non fanno altro che parlare di numeri, cifre, sondaggi e simili e che appesantiscono la lettura con balloon enormi pieni di dialoghi un filino complicati da seguire, non più di tanto, ma che richiedono un minimo di attenzione in più.
I disegni di Obata sono molto diversi da quelli di "Death Note", sembra che la qualità generale si sia abbassata, ma credo che, come viene detto anche nel manga, Obata abbia cambiato stile di disegno perché per "Bakuman" i disegni di "Death Note" erano poco adatti alle atmosfere di questo fumetto. La bravura di un disegnatore sta nel cambiare stile all'occorrenza e renderlo adatto al tipo di storia che si vuole raccontare, e Obata dimostra di saperlo fare.
Molto interessanti sono anche i vari "manga nel manga" che si vedono in "Bakuman". Da quelli disegnati dagli Ashirogi a quelli di tutti i loro colleghi, e con i quali gli autori dimostrano di avere idee potenzialmente interessanti (io alcuni di quei manga li avrei voluti leggere davvero) e Obata in particolare di saper padroneggiare diversi stili, certo solo per poche pagine, ma comunque ne è capace.
In conclusione, a me "Bakuman" è piaciuto parecchio. La sua forza sta nel fatto che la storia raccontata è semplice ma al tempo stesso appassionante, e di sicura presa per un fan di manga. In molti diverse volte leggendo un fumetto avranno pensato "anche io vorrei diventare un fumettista". I personaggi di "Bakuman" hanno questo sogno e riescono a realizzarlo, ma il manga mostra anche che non è facile. Mashiro e Takagi, ma anche Miho, e gli altri mangaka coprotagonisti si impegnano davvero tanto per realizzare il loro sogno. Sacrificano tempo libero, tempo da passare con le persona a cui si vuole bene, la salute…
Ma alla fine, ce la fanno. E' un bel messaggio positivo, quello di non arrendersi di fronte alle difficoltà, di fare sempre quello sforzo in più per essere i migliori in quello che si fa, e realizzare i propri sogni, che sia diventare un mangaka o sposare la persona che si ama.
Penso che sia un bell'insegnamento e che per questo e altri motivi, meriti di essere letto.
"Bakuman" in 20 volumi, è un manga dalla trama davvero semplice, ma che proprio per questo colpisce immediatamente il lettore, specialmente un lettore di manga.
Protagonisti della storia sono una coppia di studenti delle medie, Takagi Akito e Mashiro Moritaka, che decidono insieme di intraprendere la carriera di mangaka. Mashiro ai disegni, Takagi alla sceneggiatura, i due si pongono come obiettivo quello di creare un manga di successo e la realizzazione di un anime basato sul loro fumetto. A loro due si aggiunge Miho Azuki, la ragazza di cui Mashiro è innamorato, che vuole diventare una doppiatrice. Anche Miho è innamorata di Mashiro, e il suo sogno si intreccia quello dei due ragazzi: Miho interpreterà la protagonista femminile dell'anime tratto dal manga dei due ragazzi. Solo allora Mashiro e Miho potranno stare insieme, nel frattempo decidono di impegnarsi a realizzare i propri obiettivi. Questa promessa tra loro tre è quello che sta alla base di tutte le vicende del fumetto.
I due iniziano a creare manga usando lo pseudonimo di Muto Ashirogi, un nome che combina i kanji dei nomi di Mashiro, Akito e Miho.
Tante sono le difficoltà che la coppia di mangaka deve affrontare: dai primi rifiuti perché il manga proposto non è adatto per questo o quest'altro motivo, fino ad una volta aver iniziato a lavorare a dover rispettare scadenze, cali di popolarità, rischio di cancellazione della serie, mangaka rivali, senza contare la cosa più importante: creare sempre sceneggiature e tavole di alta qualità.
"Bakuman" è un bel manga che si rivela essere molto interessante per un appassionato lettore dato che svela in parte i meccanismi interni della redazione di Jump, la rivista di Shueisha su cui il fumetto viene pubblicato in Giappone e su cui tutti i manga più importanti sono stati e sono ancora adesso pubblicati (Dragon Ball, Saint Seiya, Hokuto no Ken, One Piece, Naruto, Bleach, lo stesso Death Note, per dirne solo alcuni). Si parla di editor, di sondaggi, di scadenze, capitoli speciali, pagine a colori, classifiche di popolarità, cancellazioni…
Tutte cose che a molti lettori sono sconosciute. Certo, bisogna capire quanto c'è di vero e quanto di romanzato, e quanto la redazione di Jump abbia voluto rendere di pubblico dominio. Io comunque la vedo anche come una buona operazione pubblicitaria e di marketing.
Certo, a volte "Bakuman" è un filino esagerato e a tratti poco realistico dato che il duo di protagonisti e gli altri personaggi mangaka fanno con Jump un po' quello che vogliono, decidendo di pubblicare quando e cosa vogliono loro, e questo mi sembra un po' difficile nella realtà, ma alla fine è un manga quello che sto leggendo, e penso che va bene che le cose si movimentino un po'.
Altre volte però, abbiamo l'effetto opposto: ci sono momenti in cui "Bakuman" diventa troppo serioso, con i personaggi che non fanno altro che parlare di numeri, cifre, sondaggi e simili e che appesantiscono la lettura con balloon enormi pieni di dialoghi un filino complicati da seguire, non più di tanto, ma che richiedono un minimo di attenzione in più.
I disegni di Obata sono molto diversi da quelli di "Death Note", sembra che la qualità generale si sia abbassata, ma credo che, come viene detto anche nel manga, Obata abbia cambiato stile di disegno perché per "Bakuman" i disegni di "Death Note" erano poco adatti alle atmosfere di questo fumetto. La bravura di un disegnatore sta nel cambiare stile all'occorrenza e renderlo adatto al tipo di storia che si vuole raccontare, e Obata dimostra di saperlo fare.
Molto interessanti sono anche i vari "manga nel manga" che si vedono in "Bakuman". Da quelli disegnati dagli Ashirogi a quelli di tutti i loro colleghi, e con i quali gli autori dimostrano di avere idee potenzialmente interessanti (io alcuni di quei manga li avrei voluti leggere davvero) e Obata in particolare di saper padroneggiare diversi stili, certo solo per poche pagine, ma comunque ne è capace.
In conclusione, a me "Bakuman" è piaciuto parecchio. La sua forza sta nel fatto che la storia raccontata è semplice ma al tempo stesso appassionante, e di sicura presa per un fan di manga. In molti diverse volte leggendo un fumetto avranno pensato "anche io vorrei diventare un fumettista". I personaggi di "Bakuman" hanno questo sogno e riescono a realizzarlo, ma il manga mostra anche che non è facile. Mashiro e Takagi, ma anche Miho, e gli altri mangaka coprotagonisti si impegnano davvero tanto per realizzare il loro sogno. Sacrificano tempo libero, tempo da passare con le persona a cui si vuole bene, la salute…
Ma alla fine, ce la fanno. E' un bel messaggio positivo, quello di non arrendersi di fronte alle difficoltà, di fare sempre quello sforzo in più per essere i migliori in quello che si fa, e realizzare i propri sogni, che sia diventare un mangaka o sposare la persona che si ama.
Penso che sia un bell'insegnamento e che per questo e altri motivi, meriti di essere letto.
Un documentario sui retroscena del mondo del manga. Sebbene l'inizio sia alquanto interessante, la storia stufa già dopo i primi numeri. Manca totalmente di originalità ed è di una ripetitività disarmante.
I personaggi (una ventina in tutto) non fanno altro che dialogare tra loro, talmente tanto che per finire un solo capitolo ci si mette anche venti minuti. In 18 volumi sembra di leggere sempre lo stesso avvenimento in cui i protagonisti pubblicano vari manga per battere i propri rivali in ambito fumettistico, grazie a strategie editoriali, statistiche e supposizioni.
Lo stile di Obata è molto apprezzabile, peccato che con il tempo i personaggi siano sempre meno dettagliati, approssimativi e geometrici; non aiutando la digestione degli infiniti dialoghi.
Ohba e Obata, dopo il fortunato successo del geniale Death Note, non riescono a creare qualcosa di altrettanto coinvolgente.
STORIA: 5
DISEGNI: 4.5
STILE: 4.5
STORYBOARD: 4
FATTORE SHONEN: 6
Non consigliato, si può trovare di meglio.
I personaggi (una ventina in tutto) non fanno altro che dialogare tra loro, talmente tanto che per finire un solo capitolo ci si mette anche venti minuti. In 18 volumi sembra di leggere sempre lo stesso avvenimento in cui i protagonisti pubblicano vari manga per battere i propri rivali in ambito fumettistico, grazie a strategie editoriali, statistiche e supposizioni.
Lo stile di Obata è molto apprezzabile, peccato che con il tempo i personaggi siano sempre meno dettagliati, approssimativi e geometrici; non aiutando la digestione degli infiniti dialoghi.
Ohba e Obata, dopo il fortunato successo del geniale Death Note, non riescono a creare qualcosa di altrettanto coinvolgente.
STORIA: 5
DISEGNI: 4.5
STILE: 4.5
STORYBOARD: 4
FATTORE SHONEN: 6
Non consigliato, si può trovare di meglio.
Bakuman è un'opera di Obata e Ohba, mangaka già conosciuti per il loro famoso Death Note.
In quest'opera i due abbandonano i panni del manga surreale e decidono di trattare di un argomento che li interessa da vicino, cioè i manga.
Bakuman è diverso dagli altri, la giusta definizione sarebbe "un manga nel manga", poiché tratta della vita di due ragazzi delle medie, Takagi e Mashiro, il cui sogno è lo stesso: fare i mangaka. Takagi è uno scrittore e un giorno, accortosi della bravura nel disegno di Mashiro, decide di chiedergli di diventare insieme mangaka. Mashiro inizialmente è titubante, ma poi accetta.
Dopo vari tentativi, i ragazzi trovano la storia perfetta per riuscire a pubblicare il loro primo manga su una nota rivista del settore: Jump.
Ma le avversità non sono affatto finite: ora bisogna lottare e stringere i denti per mantenere il loro manga sempre nelle alte posizioni della rivista per continuare la serializzazione, e per fare ciò dovranno confrontarsi con le colonne portanti della rivista e i giovani e freschi autori.
Il manga, però, tratta anche di un amore, quello tra Mashiro e Azuki. Il sogno di Azuki è quello di diventare una famosa doppiatrice e Mashiro desidererebbe sposarla: perchè non creare un manga che possa diventare un anime e che l'eroina possa essere doppiata da Azuki? Quando ciò avverrà allora i due coroneranno il loro grande sogno e si sposeranno.
La trama è diversa dal solito, non è il solito shounen che tratta di combattimenti, qui viene trattato un tema particolare, un "dietro le quinte" di quello che è il mondo dei manga. Un modo per far conoscere all'esterno cosa c'è dietro alle pagine dei manga che leggiamo tutti i giorni.
I personaggi principali non hanno molto carattere: trovo che Takagi e Mashiro siano molto semplici, dei normali ragazzi con nulla di speciale, e ciò è un danno per l'opera. I veri personaggi sono altri: il grande rivale Eiji Niizuma non può essere assolutamente definito un ragazzo normale, è eccentrico, fuori di testa e un grande genio dei manga, capace di sfornare opere di grande successo.
Altri personaggi secondari che sono migliori dei principali sono Yoshida e Hiramaru. Quando appaiono questi due non si può non fare una piccola risata: Hiramaru, un mangaka che non vuole fare il mangaka, e Yoshida, l'editor, che cerca in tutti i modi e con tutti i mezzi di far disegnare Hiramaru. Danno vita a delle gag che talvolta alleggeriscono la storia.
I disegni sono molto buoni e curati, Obata disegnava già da tempo e quindi non è un manga in cui all'inizio i disegni sono nettamente diversi dalla fine, ma rimangono sempre gli stessi come è giusto che sia.
La vita del mangaka non è affatto facile come si possa pensare: non basta solo saper disegnare bene, bisogna avere una buona storia, tanta grinta per disegnare le tavole tutte le settimane, non c'è tempo per fare delle vacanze e svagarsi, tutte le forze devono concentrarsi sul disegnare, sempre.
Il voto non può che essere positivo, consigliato a chi vuole conoscere il fantastico e spietato mondo dei manga.
In quest'opera i due abbandonano i panni del manga surreale e decidono di trattare di un argomento che li interessa da vicino, cioè i manga.
Bakuman è diverso dagli altri, la giusta definizione sarebbe "un manga nel manga", poiché tratta della vita di due ragazzi delle medie, Takagi e Mashiro, il cui sogno è lo stesso: fare i mangaka. Takagi è uno scrittore e un giorno, accortosi della bravura nel disegno di Mashiro, decide di chiedergli di diventare insieme mangaka. Mashiro inizialmente è titubante, ma poi accetta.
Dopo vari tentativi, i ragazzi trovano la storia perfetta per riuscire a pubblicare il loro primo manga su una nota rivista del settore: Jump.
Ma le avversità non sono affatto finite: ora bisogna lottare e stringere i denti per mantenere il loro manga sempre nelle alte posizioni della rivista per continuare la serializzazione, e per fare ciò dovranno confrontarsi con le colonne portanti della rivista e i giovani e freschi autori.
Il manga, però, tratta anche di un amore, quello tra Mashiro e Azuki. Il sogno di Azuki è quello di diventare una famosa doppiatrice e Mashiro desidererebbe sposarla: perchè non creare un manga che possa diventare un anime e che l'eroina possa essere doppiata da Azuki? Quando ciò avverrà allora i due coroneranno il loro grande sogno e si sposeranno.
La trama è diversa dal solito, non è il solito shounen che tratta di combattimenti, qui viene trattato un tema particolare, un "dietro le quinte" di quello che è il mondo dei manga. Un modo per far conoscere all'esterno cosa c'è dietro alle pagine dei manga che leggiamo tutti i giorni.
I personaggi principali non hanno molto carattere: trovo che Takagi e Mashiro siano molto semplici, dei normali ragazzi con nulla di speciale, e ciò è un danno per l'opera. I veri personaggi sono altri: il grande rivale Eiji Niizuma non può essere assolutamente definito un ragazzo normale, è eccentrico, fuori di testa e un grande genio dei manga, capace di sfornare opere di grande successo.
Altri personaggi secondari che sono migliori dei principali sono Yoshida e Hiramaru. Quando appaiono questi due non si può non fare una piccola risata: Hiramaru, un mangaka che non vuole fare il mangaka, e Yoshida, l'editor, che cerca in tutti i modi e con tutti i mezzi di far disegnare Hiramaru. Danno vita a delle gag che talvolta alleggeriscono la storia.
I disegni sono molto buoni e curati, Obata disegnava già da tempo e quindi non è un manga in cui all'inizio i disegni sono nettamente diversi dalla fine, ma rimangono sempre gli stessi come è giusto che sia.
La vita del mangaka non è affatto facile come si possa pensare: non basta solo saper disegnare bene, bisogna avere una buona storia, tanta grinta per disegnare le tavole tutte le settimane, non c'è tempo per fare delle vacanze e svagarsi, tutte le forze devono concentrarsi sul disegnare, sempre.
Il voto non può che essere positivo, consigliato a chi vuole conoscere il fantastico e spietato mondo dei manga.
Ho appena terminato di leggere questa nuova opera dei maestri Ohba e Obata, inizialmente temevo sarebbe stata una lettura noiosa in quanto la trama non sembrava delle più originali ma sono felice di averlo letto comunque.
In quest'opera, i maestri (già autori affermati con Death Note) hanno voluto (secondo il mio modesto parere) regalare ai lettori una panoramica sui mangaka e sul loro stile di vita, permettendo a tutti di capire quanto sia in realtà faticoso questo lavoro. Parliamo comunque di un manga quindi è ovvio che abbiano cercato di rendere la storia più vivace di quanto in realtà non sia e devo ammettere che non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine, ma procediamo con ordine.
Disegni:
la qualità dei disegni è molto buona come ci si poteva aspettare, lo stile non è dei più classici ma rende meglio l'idea e si sposa perfettamente con la storia, quindi gli do un 8.
Storia:
come già detto prima, la storia non è delle più originali (vedi trama) ma è trattata in modo da non far annoiare il lettore, gli "antagonisti", se così possiamo chiamarli, sono rivali mangaka con cui i protagonisti si "scontrano" in gare di popolarità sulla rivista "Jack" (in pratica Jump) per diventare i migliori, la frase che più rappresenta questa sfida è ripetuta spesso sul manga:
"Si scrive rivali ma si legge amici" (potrei aver invertito l'ordine ma il contenuto è chiaro)
Per riassumere è un classico manga che parla di amicizia e rivalità con un pizzico di romanticismo e comicità aprendo una finestra sul mondo tanto amato dei manga mettendone a nudo le meccaniche che portano alle opere che tanto amiamo.
Voto storia 9.
Per concludere non posso che consigliarne la lettura, è stato sicuramente uno dei più bei manga che abbia letto e sono sicuro che molti lo considereranno tale.
Il mio voto complessivo sarebbe 8.5 ma arrotondiamo per eccesso poiché non ci sono i decimali.
In quest'opera, i maestri (già autori affermati con Death Note) hanno voluto (secondo il mio modesto parere) regalare ai lettori una panoramica sui mangaka e sul loro stile di vita, permettendo a tutti di capire quanto sia in realtà faticoso questo lavoro. Parliamo comunque di un manga quindi è ovvio che abbiano cercato di rendere la storia più vivace di quanto in realtà non sia e devo ammettere che non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine, ma procediamo con ordine.
Disegni:
la qualità dei disegni è molto buona come ci si poteva aspettare, lo stile non è dei più classici ma rende meglio l'idea e si sposa perfettamente con la storia, quindi gli do un 8.
Storia:
come già detto prima, la storia non è delle più originali (vedi trama) ma è trattata in modo da non far annoiare il lettore, gli "antagonisti", se così possiamo chiamarli, sono rivali mangaka con cui i protagonisti si "scontrano" in gare di popolarità sulla rivista "Jack" (in pratica Jump) per diventare i migliori, la frase che più rappresenta questa sfida è ripetuta spesso sul manga:
"Si scrive rivali ma si legge amici" (potrei aver invertito l'ordine ma il contenuto è chiaro)
Per riassumere è un classico manga che parla di amicizia e rivalità con un pizzico di romanticismo e comicità aprendo una finestra sul mondo tanto amato dei manga mettendone a nudo le meccaniche che portano alle opere che tanto amiamo.
Voto storia 9.
Per concludere non posso che consigliarne la lettura, è stato sicuramente uno dei più bei manga che abbia letto e sono sicuro che molti lo considereranno tale.
Il mio voto complessivo sarebbe 8.5 ma arrotondiamo per eccesso poiché non ci sono i decimali.
Questo manga narra le vicende di due giovani, Takagi Akito a e Mashiro Moritaka, che decidono diventare mangaka professionisti, rispettivamente uno come scrittore e l'altro come disegnatore. La loro scelta non è tuttavia legata solo all'ambizione della carriera, ma anche alla promessa che Mashiro ha fatto a una sua compagna, Azuki: quella di sposarsi quando lui sarà diventato un mangaka professionista e lei una doppiatrice, quando il manga di Mashiro sarà trasposto in anime e Azuki sarà la doppiatrice dell'eroina. Ovviamente il futuro dinnanzi a loro non sarà tutto in discesa, e nel loro percorso tanti personaggi entreranno nella storia, e tante vicende accadranno.
Gli autori della serie sono i celebri Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, divenuti noti per Death Note. Esattamente come nel loro stile i disegni sono molto lineari, precisi, ma soprattutto dettagliatissimi. Questo aspetto, unito a baloon molto "pieni" con molte parole all'interno di un singolo baloon, rallenta la lettura e certe volte la disincentiva, come quando ci si trova davanti una pagina piena di dialoghi. Nonostante questo, il livello grafico è molto alto.
Non mancano le situazioni comiche, ma non giocano un ruolo protagonista nella storia
La storia è molto interessante, poiché nel percorso dei due ragazzi verso il loro sogno si apprendono le varie regole e meccanismi che stanno dietro ai manga e alla loro editoria. Dopo aver letto questo manga vi saranno chiare molte cose, come per esempio i criteri secondo cui un editore sceglie un certo manga rispetto a un altro, o cosa può rendere un manga un successo. E risalta anche quanto sia dura e impegnativa la vita da mangaka, alle prese con scadenze e pareri dei lettori.
A parte questo aspetto molto interessante la storia è carina, ma spesso si generano delle vicende che non fanno che trascinare la fine della vicenda.
Nel manga compaiono molto personaggi, tutti sono caratterizzati davvero bene, e il lettore è facile che si affezioni a loro, forse addirittura più ai personaggi secondari con le loro vicende che ai protagonisti. I piccoli sipari riguardanti i personaggi secondari sono ben fatti, e distraggono dalla vicenda principale, che col prolungarsi della storia diventa anche monotona, facendo quasi preferire le vicende dei personaggi secondari a quelle dei protagonisti.
Il voto è dovuto allo stile degli autori che rallenta la lettura, e alla storia che in certi momenti si "trascina" con il solo scopo di procrastinare la fine. Nonostante questi difetti, se vi interessa capire quali sono i meccanismi dietro il mondo dei manga e siete fan di Takeshi Obata e Tsugumi Ohba, allora ve lo consiglio.
Gli autori della serie sono i celebri Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, divenuti noti per Death Note. Esattamente come nel loro stile i disegni sono molto lineari, precisi, ma soprattutto dettagliatissimi. Questo aspetto, unito a baloon molto "pieni" con molte parole all'interno di un singolo baloon, rallenta la lettura e certe volte la disincentiva, come quando ci si trova davanti una pagina piena di dialoghi. Nonostante questo, il livello grafico è molto alto.
Non mancano le situazioni comiche, ma non giocano un ruolo protagonista nella storia
La storia è molto interessante, poiché nel percorso dei due ragazzi verso il loro sogno si apprendono le varie regole e meccanismi che stanno dietro ai manga e alla loro editoria. Dopo aver letto questo manga vi saranno chiare molte cose, come per esempio i criteri secondo cui un editore sceglie un certo manga rispetto a un altro, o cosa può rendere un manga un successo. E risalta anche quanto sia dura e impegnativa la vita da mangaka, alle prese con scadenze e pareri dei lettori.
A parte questo aspetto molto interessante la storia è carina, ma spesso si generano delle vicende che non fanno che trascinare la fine della vicenda.
Nel manga compaiono molto personaggi, tutti sono caratterizzati davvero bene, e il lettore è facile che si affezioni a loro, forse addirittura più ai personaggi secondari con le loro vicende che ai protagonisti. I piccoli sipari riguardanti i personaggi secondari sono ben fatti, e distraggono dalla vicenda principale, che col prolungarsi della storia diventa anche monotona, facendo quasi preferire le vicende dei personaggi secondari a quelle dei protagonisti.
Il voto è dovuto allo stile degli autori che rallenta la lettura, e alla storia che in certi momenti si "trascina" con il solo scopo di procrastinare la fine. Nonostante questi difetti, se vi interessa capire quali sono i meccanismi dietro il mondo dei manga e siete fan di Takeshi Obata e Tsugumi Ohba, allora ve lo consiglio.
Un opera che non deve essere valutata per quello che è stato il manga creato dagli autori in precedenza di questo (sto parlando ovviamente del celeberrimo Death Note), perchè i manga sono uno l'opposto dell'altro.
La trama parla di due ragazzi (Takagi Akito e Mashiro Moritaka) che decidono di disegnare manga sfruttando l'abilità di scrivere di Takagi e quella di disegnare di Mashiro. Le loro avventure saranno veramente entusiasmanti, andranno incontro a numerosi ostacoli e cercheranno ogni volta di superarli nel migliore dei modi.
I disegni sono adatti a questo manga, realistici e molto molto espressivi (sfruttano soprattutto le espressioni facciali).
Ohba, per mano di Takagi (lo sceneggiatore del duo mangaka), è un vero genio nel far dar vita a dei manga veramente originali ed è uno degli aspetti che mi piace di più di questo manga perchè i manga creati sono veramente originali e ti viene veramente voglia di poterli leggere.
Senza le novità e gli ostacoli che Ohba procura ai protagonisti ogni volta il manga sarebbe veramente ripetitivo e diventerebbe noioso, mentre a mio parere non è così.
Avremo anche delle piacevoli citazioni veramente deliziose per i più esperti in ambito manga.
Il manga aiuterà chi ne sa poco in ambita di 'manga' a capire un po' più sul mondo che gira attorno a questi fumetti orientali. Ci presenterà com'è dura la vita di un mangaka ma anche la passione di ognuno di loro.
Ad una prima lettura ovviamente la prima cosa che noterete sarà che ci sono veramente tanti dialoghi.
I personaggi hanno una grandissima caratterizzazione e sono uno dei punti di forza del manga a mio parere. Ogni personaggio ha un proprio carattere che rimane definito ma comunque migliora nel tempo (ovvero sono personaggi dinamici).
Non è assolutamente una storia originale perchè "Manga Bomber" tratta lo stesso argomento (in modo diverso) ed esiste da più tempo che "Bakuman".
Il manga ha difetti e pregi notevoli che vanno a sfidarsi quando uno deve giudicarlo e esprimere un voto, io ho optato per un bel 7 pieno.
La trama parla di due ragazzi (Takagi Akito e Mashiro Moritaka) che decidono di disegnare manga sfruttando l'abilità di scrivere di Takagi e quella di disegnare di Mashiro. Le loro avventure saranno veramente entusiasmanti, andranno incontro a numerosi ostacoli e cercheranno ogni volta di superarli nel migliore dei modi.
I disegni sono adatti a questo manga, realistici e molto molto espressivi (sfruttano soprattutto le espressioni facciali).
Ohba, per mano di Takagi (lo sceneggiatore del duo mangaka), è un vero genio nel far dar vita a dei manga veramente originali ed è uno degli aspetti che mi piace di più di questo manga perchè i manga creati sono veramente originali e ti viene veramente voglia di poterli leggere.
Senza le novità e gli ostacoli che Ohba procura ai protagonisti ogni volta il manga sarebbe veramente ripetitivo e diventerebbe noioso, mentre a mio parere non è così.
Avremo anche delle piacevoli citazioni veramente deliziose per i più esperti in ambito manga.
Il manga aiuterà chi ne sa poco in ambita di 'manga' a capire un po' più sul mondo che gira attorno a questi fumetti orientali. Ci presenterà com'è dura la vita di un mangaka ma anche la passione di ognuno di loro.
Ad una prima lettura ovviamente la prima cosa che noterete sarà che ci sono veramente tanti dialoghi.
I personaggi hanno una grandissima caratterizzazione e sono uno dei punti di forza del manga a mio parere. Ogni personaggio ha un proprio carattere che rimane definito ma comunque migliora nel tempo (ovvero sono personaggi dinamici).
Non è assolutamente una storia originale perchè "Manga Bomber" tratta lo stesso argomento (in modo diverso) ed esiste da più tempo che "Bakuman".
Il manga ha difetti e pregi notevoli che vanno a sfidarsi quando uno deve giudicarlo e esprimere un voto, io ho optato per un bel 7 pieno.
Per il momento è uno dei manga di cui aspetto più freneticamente le prossime uscite.
A mio parere il duo Ohba Obata poteva dare di più dopo Death Note anche se io questo manga lo sto adorando.
Secondo me l'idea di fondo è molto carina
-Trama-
La trama è abbastanza semplice....
Moritaka e Akito sono due studenti delle medie che vorrebbero fare coppia per diventare due mangaka di successo, il primo ai disegni e l'altro alla storia.
Ma già nel primo volume la trama cambia in parte da quando Moritaka e Miho, la ragazza che piace a Mashiro, decidono di sposarsi (così all'improvviso) ma tutto avverrà' non prima che uno dei loro manga sia stato trasposto in anime e che lei abbia doppiato la protagonista del loro manga.
Molto semplice e coincisa, così sembrerebbe. Da come i due autori hanno deciso di sviluppare la trama, la storia di fondo prende sempre delle pieghe diverse, infatti secondo me anche questo manga poteva terminare in dodici o tredici volumi come il precedente, sempre dicendo che però queste varie pieghe della trama in se per se siano molto carine creando anche un altra sottotrama, e cioè la rivalità tra Nanamine e i due protagonisti.
-Dal punto di vista soggettivo-
Come detto in precedenza la trama è strutturata in una maniera un po' particolare anche se devo dire che nel complesso mi pace molto la storia apparentemente semplice. Il punto di forza di Bakuman infatti sta nella trama, prendendo sempre pieghe diverse, con vari colpi di scena che ti lasciano "stranito" e l'arrivo di molti nuovi personaggi movimenta le situazioni. Un altro punto di forza è il fatto che questo manga è uno shounen ma che come tema di fondo ha la storia d'amore tra Miho e Moritaka, quindi riesce a non sforare con le situazioni sentimentali e non sprofondare in un più melenso shoujo.
-I disegni-
Io sono un grande fan del sensei Obata infatti i disegni sono molto particolareggiati e si adattano perfettamente al genere di storia che stanno sviluppando. Devo dire che anche in questo manga il sensei non si è smentito, dimostra sempre una cura maniacale nei disegni, ed è per questo che ho deciso di dare un voto così alto a questo manga.
-I personaggi-
Un altro punto di forza (a mio parere) sono i personaggi, ognuno con dei modi di esprimersi tutti loro e con dei soprannomi particolari per ognuno, secondo me i punti di forza tra i personaggi sono due:
Miyoshi Kaya che riesce in qualche modo anche nelle situazioni più preoccupanti a far ridere un po' tutti.
Poi c'è Shinta Fukuda che con il suo carattere un po' scontroso e superbo riesce a far ridere grazie alle situazioni un po' imbarazzanti che si creano.
Una pecca di questo manga è che ci sono veramente troppi troppi dialoghi, dopo un po' infatti la lettura si rende un po' noiosa, è per questo che ho voluto dare otto a questo titolo e non un bel nove come mi sarei aspettato, ma soprattutto otto perché mi è piaciuto veramente tanto come detto prima i disegni sono particolareggiati e la storia nel procedere è molto ben strutturata.
A mio parere questo manga è stato molto apprezzato da Jump anche dal fatto che fa molta pubblicità agli autori più' famosi della rivista e facendo riferimenti anche sui seguenti manga: Naruto, Bleach, One Piece e molti altri ancora.
-Nel complesso-
Concludo dicendo però che anche se questo manga sembra avere molti difetti è un manga che giudico molto molto buono. Una storia veramente strana per quello che può sembrare e dei disegni che (non so perchè) mi hanno comunicato un po' la stranezza di questi personaggi dal punto di vista caratteriale.
Auguro una buona lettura a tutti!
A mio parere il duo Ohba Obata poteva dare di più dopo Death Note anche se io questo manga lo sto adorando.
Secondo me l'idea di fondo è molto carina
-Trama-
La trama è abbastanza semplice....
Moritaka e Akito sono due studenti delle medie che vorrebbero fare coppia per diventare due mangaka di successo, il primo ai disegni e l'altro alla storia.
Ma già nel primo volume la trama cambia in parte da quando Moritaka e Miho, la ragazza che piace a Mashiro, decidono di sposarsi (così all'improvviso) ma tutto avverrà' non prima che uno dei loro manga sia stato trasposto in anime e che lei abbia doppiato la protagonista del loro manga.
Molto semplice e coincisa, così sembrerebbe. Da come i due autori hanno deciso di sviluppare la trama, la storia di fondo prende sempre delle pieghe diverse, infatti secondo me anche questo manga poteva terminare in dodici o tredici volumi come il precedente, sempre dicendo che però queste varie pieghe della trama in se per se siano molto carine creando anche un altra sottotrama, e cioè la rivalità tra Nanamine e i due protagonisti.
-Dal punto di vista soggettivo-
Come detto in precedenza la trama è strutturata in una maniera un po' particolare anche se devo dire che nel complesso mi pace molto la storia apparentemente semplice. Il punto di forza di Bakuman infatti sta nella trama, prendendo sempre pieghe diverse, con vari colpi di scena che ti lasciano "stranito" e l'arrivo di molti nuovi personaggi movimenta le situazioni. Un altro punto di forza è il fatto che questo manga è uno shounen ma che come tema di fondo ha la storia d'amore tra Miho e Moritaka, quindi riesce a non sforare con le situazioni sentimentali e non sprofondare in un più melenso shoujo.
-I disegni-
Io sono un grande fan del sensei Obata infatti i disegni sono molto particolareggiati e si adattano perfettamente al genere di storia che stanno sviluppando. Devo dire che anche in questo manga il sensei non si è smentito, dimostra sempre una cura maniacale nei disegni, ed è per questo che ho deciso di dare un voto così alto a questo manga.
-I personaggi-
Un altro punto di forza (a mio parere) sono i personaggi, ognuno con dei modi di esprimersi tutti loro e con dei soprannomi particolari per ognuno, secondo me i punti di forza tra i personaggi sono due:
Miyoshi Kaya che riesce in qualche modo anche nelle situazioni più preoccupanti a far ridere un po' tutti.
Poi c'è Shinta Fukuda che con il suo carattere un po' scontroso e superbo riesce a far ridere grazie alle situazioni un po' imbarazzanti che si creano.
Una pecca di questo manga è che ci sono veramente troppi troppi dialoghi, dopo un po' infatti la lettura si rende un po' noiosa, è per questo che ho voluto dare otto a questo titolo e non un bel nove come mi sarei aspettato, ma soprattutto otto perché mi è piaciuto veramente tanto come detto prima i disegni sono particolareggiati e la storia nel procedere è molto ben strutturata.
A mio parere questo manga è stato molto apprezzato da Jump anche dal fatto che fa molta pubblicità agli autori più' famosi della rivista e facendo riferimenti anche sui seguenti manga: Naruto, Bleach, One Piece e molti altri ancora.
-Nel complesso-
Concludo dicendo però che anche se questo manga sembra avere molti difetti è un manga che giudico molto molto buono. Una storia veramente strana per quello che può sembrare e dei disegni che (non so perchè) mi hanno comunicato un po' la stranezza di questi personaggi dal punto di vista caratteriale.
Auguro una buona lettura a tutti!
Bakuman... Inizio col premettere che a mio parere è un manga troppo pretenzioso.
Probabilmente gli stimabili Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, dopo il grande successo di Death Note (nemmeno lontanamente paragonabile a Bakuman) si siano "infervorati" un po' troppo e abbiano sfondato con questa storiella... carina?
Sinceramente trovo i disegni di Obata molto personali, ma niente di straordinario, anzi penso che siano gli sfondi ad essere fantastici e ad indurre la storia al massimo realismo.
Ritengo tuttavia che la trama sia stata fatta appositamente per essere venduta, in particolare ai giovani otaku che sperano di diventare mangaka.
Ovviamente tutti loro comprano Bakuman e iniziano a fantasticare pensando che rappresenti la realtà e che sia un ottimo appiglio per prendere spunto.
Ma non è così. Personalmente penso che la storia non sia assolutamente niente di speciale, semplicemente affronta un tema mai trattato e abbastanza ricco di spunti, ma mal sviluppato.
Questo manga ricerca talmente tanto la realtà da rasentare la noia assoluta (almeno per me).
I dialoghi poi sono qualcosa di atroce: interminabili, superflui e troppo tecnici per un lettore medio.
Per il resto posso solo dire che è stato troppo pubblicizzato e solo perché gli autori erano "quelli di Death Note". Ma ripeto, Death Note è tutto un altro brodo.
Ultima cosa. Da questa trama poteva nascere qualcosa di bello e nuovo, ma è stato troppo incentivato dalla propaganda che ha finito per farmi rimanere molto delusa dal manga in sé.
Nonostante tutto, ho tutti i 17 volumi usciti finora e ho intenzione di finire la serie, quindi si può dire che nonostante tutto ci sia qualcosa che tiene lo stesso l'attenzione attiva, anche se lo spirito critico pesa sempre durante la lettura.
Probabilmente gli stimabili Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, dopo il grande successo di Death Note (nemmeno lontanamente paragonabile a Bakuman) si siano "infervorati" un po' troppo e abbiano sfondato con questa storiella... carina?
Sinceramente trovo i disegni di Obata molto personali, ma niente di straordinario, anzi penso che siano gli sfondi ad essere fantastici e ad indurre la storia al massimo realismo.
Ritengo tuttavia che la trama sia stata fatta appositamente per essere venduta, in particolare ai giovani otaku che sperano di diventare mangaka.
Ovviamente tutti loro comprano Bakuman e iniziano a fantasticare pensando che rappresenti la realtà e che sia un ottimo appiglio per prendere spunto.
Ma non è così. Personalmente penso che la storia non sia assolutamente niente di speciale, semplicemente affronta un tema mai trattato e abbastanza ricco di spunti, ma mal sviluppato.
Questo manga ricerca talmente tanto la realtà da rasentare la noia assoluta (almeno per me).
I dialoghi poi sono qualcosa di atroce: interminabili, superflui e troppo tecnici per un lettore medio.
Per il resto posso solo dire che è stato troppo pubblicizzato e solo perché gli autori erano "quelli di Death Note". Ma ripeto, Death Note è tutto un altro brodo.
Ultima cosa. Da questa trama poteva nascere qualcosa di bello e nuovo, ma è stato troppo incentivato dalla propaganda che ha finito per farmi rimanere molto delusa dal manga in sé.
Nonostante tutto, ho tutti i 17 volumi usciti finora e ho intenzione di finire la serie, quindi si può dire che nonostante tutto ci sia qualcosa che tiene lo stesso l'attenzione attiva, anche se lo spirito critico pesa sempre durante la lettura.
Bakuman è un manga della coppia Ohba-Obata famosa per il precedente lavoro Death Note.
La storia parla di due ragazzi, Takagi Akito e Mashiro Moritaka, con un grande sogno nel cassetto, quello di diventare dei Mangaka di Shonen Jump; il primo è un giovane disegnatore, vincitore di alcuni premi giovanili, il secondo è un abile scrittore famoso per i suoi rendimenti scolastici. A loro, come personaggio secondario, si unirà Azuki una ragazza con il sogno di diventare una seiyū, ovvero una doppiatrice. Mashiro è sempre stato innamorato di Azuki ed insieme si prefisseranno degli obbiettivi molto ambiziosi.
Con il trascorrere del tempo i personaggi cresceranno velocemente e incontreranno rivali e mentori audaci che li stimoleranno a migliorarsi sempre di più.
"Bakuman" ha dimostrato fin dai primi capitoli un ottimo percorso narrativo. Sono rimasto subito colpito dagli eventi della storia e dai personaggi poiché la loro caratterizzazione è rigorosa e precisa. Nonostante siano entrambi decisi e carismatici infatti, i due protagonisti affrontano delle crisi che li fa maturare nel modo giusto. Sono in perenne crescita, proprio come lo si è a quella età, e gli autori riescono a valorizzare bene quest'aspetto. Ogni personaggio ha il suo carattere ben identificato, tra pregi e difetti, e non si lasciano andare in comportamenti incoerenti. Il rapporto tra i personaggi sono fantastici, e la storia d'amore tra Mashiro e Azuki sì anacronistica, ma molto pura e bella da vedere.
Purtroppo (o per fortuna) la partenza sprint distrae dal più grande difetto e punto debole del manga: l'interminabile lunghezza dei dialoghi. Si rimane coinvolti positivamente da personaggi e ambiente che non si fa caso alla lentezza di lettura, e quando, una volta che la storia comincia a rallentare, quest'aspetto risalta ci si è già affezionati al manga ed è un peccato abbandonare. Personalmente ho fatto molta fatica a completare la lettura dell'opera perché i tankobon scendevano con una lentezza quasi snervante. Di positivo c'è da dire che nei momenti in cui la tensione sale i dialoghi non ne rallentano troppo la lettura e la velocità di lettura torna sopportabile. E' un continuo altalenare tra questi due passi. Non mancano momenti comici che alleggeriscono il peso dei dialoghi.
Riflettendoci la pubblicazione è pensata per un settimanale, e il modo giusto di leggerlo è poco alla volta; buttarsi disperatamente alla lettura di Bakuman può essere controproducente.
Ho personalmente apprezzato molto tutti i riferimenti a Jump, tutte le notizie su come effettivamente il mondo dei mangaka sia tutto fuorché rose e fiori. Facendo in questo modo il lettore riesce ad essere completamente immerso nella storia e a percepire i problemi e le difficoltà ben più a fondo.
I disegni sono impeccabili, e molto precisi; per il tipo di storia si sposa bene il tratto pulito. Chiaramente sono diversi da quelli di Death Note, d'altronde devono trasmettere sensazioni meno gravi.
Voto 8
La storia parla di due ragazzi, Takagi Akito e Mashiro Moritaka, con un grande sogno nel cassetto, quello di diventare dei Mangaka di Shonen Jump; il primo è un giovane disegnatore, vincitore di alcuni premi giovanili, il secondo è un abile scrittore famoso per i suoi rendimenti scolastici. A loro, come personaggio secondario, si unirà Azuki una ragazza con il sogno di diventare una seiyū, ovvero una doppiatrice. Mashiro è sempre stato innamorato di Azuki ed insieme si prefisseranno degli obbiettivi molto ambiziosi.
Con il trascorrere del tempo i personaggi cresceranno velocemente e incontreranno rivali e mentori audaci che li stimoleranno a migliorarsi sempre di più.
"Bakuman" ha dimostrato fin dai primi capitoli un ottimo percorso narrativo. Sono rimasto subito colpito dagli eventi della storia e dai personaggi poiché la loro caratterizzazione è rigorosa e precisa. Nonostante siano entrambi decisi e carismatici infatti, i due protagonisti affrontano delle crisi che li fa maturare nel modo giusto. Sono in perenne crescita, proprio come lo si è a quella età, e gli autori riescono a valorizzare bene quest'aspetto. Ogni personaggio ha il suo carattere ben identificato, tra pregi e difetti, e non si lasciano andare in comportamenti incoerenti. Il rapporto tra i personaggi sono fantastici, e la storia d'amore tra Mashiro e Azuki sì anacronistica, ma molto pura e bella da vedere.
Purtroppo (o per fortuna) la partenza sprint distrae dal più grande difetto e punto debole del manga: l'interminabile lunghezza dei dialoghi. Si rimane coinvolti positivamente da personaggi e ambiente che non si fa caso alla lentezza di lettura, e quando, una volta che la storia comincia a rallentare, quest'aspetto risalta ci si è già affezionati al manga ed è un peccato abbandonare. Personalmente ho fatto molta fatica a completare la lettura dell'opera perché i tankobon scendevano con una lentezza quasi snervante. Di positivo c'è da dire che nei momenti in cui la tensione sale i dialoghi non ne rallentano troppo la lettura e la velocità di lettura torna sopportabile. E' un continuo altalenare tra questi due passi. Non mancano momenti comici che alleggeriscono il peso dei dialoghi.
Riflettendoci la pubblicazione è pensata per un settimanale, e il modo giusto di leggerlo è poco alla volta; buttarsi disperatamente alla lettura di Bakuman può essere controproducente.
Ho personalmente apprezzato molto tutti i riferimenti a Jump, tutte le notizie su come effettivamente il mondo dei mangaka sia tutto fuorché rose e fiori. Facendo in questo modo il lettore riesce ad essere completamente immerso nella storia e a percepire i problemi e le difficoltà ben più a fondo.
I disegni sono impeccabili, e molto precisi; per il tipo di storia si sposa bene il tratto pulito. Chiaramente sono diversi da quelli di Death Note, d'altronde devono trasmettere sensazioni meno gravi.
Voto 8
Bakuman è un manga che inizialmente mi ha colpito. Seppure ci siano altri manga che parlano di mangaka è comunque raro leggere shonen di questo tipo. Ai personaggi ci si affeziona abbastanza e vedere i protagonisti crescere nel loro lavoro appassiona. Non è un manga perfetto e ci sono cose che, comunque, fin da subito (di cui parlerò tra poco) proprio non mi han convinto eppure lo leggevo con gusto. Una lettura piacevole e spensierata e la curiosità di vedere come se la sarebbero cavata i protagonisti e che tipo di opera avrebbero scritto insieme.
Dopo 7-8 numeri, però, mi ha iniziato a stufare e l'opera ne dura 20. Intoppi assurdi e poco credibili inseriti per allungare la loro scalata al successo, i soliti problemi tra i due protagonisti che litigano per stupidate utili ad allungare l'opera di un paio di numeri ecc...
Se Bakuman fosse durato massimo 10-12 numeri il mio voto sarebbe stato sicuramente più alto...
Come dicevo, però, non è solo questo il problema... Il rapporto tra Mashiro e Azuki è quanto di più patetico e ridicolo ci possa essere... I due protagonisti che non si vogliono più né vedere né sentire fino alla realizzazione dei proprio sogni è a dir poco assurdo. Capisco se dicessero di non volersi semplicemente sposare fino a quel momento, ma questo proprio no... per quanto mi sforzi non riesco a trovarci una logica e per quanto le loro motivazioni siano chiare e ben spiegate nel manga le trovo inconcepibili, patetiche e insensate... Questa è l'idea alla base dell'opera e proprio non riesco a farmela piacere....
Parlando, invece, dei disegni, come per le altre sue opere il tratto di Obata mi piace molto e su questo ho davvero poco da criticare...
Voto 6 e son stato generoso...
Dopo 7-8 numeri, però, mi ha iniziato a stufare e l'opera ne dura 20. Intoppi assurdi e poco credibili inseriti per allungare la loro scalata al successo, i soliti problemi tra i due protagonisti che litigano per stupidate utili ad allungare l'opera di un paio di numeri ecc...
Se Bakuman fosse durato massimo 10-12 numeri il mio voto sarebbe stato sicuramente più alto...
Come dicevo, però, non è solo questo il problema... Il rapporto tra Mashiro e Azuki è quanto di più patetico e ridicolo ci possa essere... I due protagonisti che non si vogliono più né vedere né sentire fino alla realizzazione dei proprio sogni è a dir poco assurdo. Capisco se dicessero di non volersi semplicemente sposare fino a quel momento, ma questo proprio no... per quanto mi sforzi non riesco a trovarci una logica e per quanto le loro motivazioni siano chiare e ben spiegate nel manga le trovo inconcepibili, patetiche e insensate... Questa è l'idea alla base dell'opera e proprio non riesco a farmela piacere....
Parlando, invece, dei disegni, come per le altre sue opere il tratto di Obata mi piace molto e su questo ho davvero poco da criticare...
Voto 6 e son stato generoso...
Ho notato che per questo manga fioccano voti come nove e dieci... Bene, secondo me Bakuman non se li merita affatto. Non dico che il presupposto della storia non sia buono, ma non è certo la prima opera a parlare di mangaka. Oh, e c'è molto, molto altro.
La relazione fra Miho e Mashiro è ciò che di più irreale, di più mieloso, di più stupido Ohba potesse inventare, manco fossimo nella rubrica "Cuori e lacrime". Si tratta di una storia d'amore anacronistica e alquanto patetica, ma possibile che due persone si possano innamorare così tanto l'uno dell'altra senza neanche conoscersi davvero, e addirittura promettersi di sposarsi?! Promettersi di non vedersi mai più prima che i propri sogni si siano avverati è ridicolo, infatti Shujin ad un certo punto della storia dà a Mashiro del malato, e chi non lo farebbe? E poi, come fanno i due ad essere così sicuri che il proprio amato/a non si innamori di qualcun altro prima o poi? Tutti provano desiderio, possibile che l'amore di Mashiro e Miho rimanga sempre casto e puro?! Saranno esseri umani anche loro, no?
Inoltre i personaggi femminili della storia sono caratterizzati penosamente. Miho è una Mary Sue, non ha difetti rilevanti e proprio per questo risulta irritante, ed anche tutte le altre sono personaggi piuttosto piatti e inutili. Sono ancora più convinta che Ohba sia una misogina, contando anche l'orrido discorso di Shujin sulle ragazze. Si, perché secondo il nostro caro cervellone quello che le ragazze vogliono di più è essere delle belle spose, non sentono la pressione del futuro come i ragazzi e non dovrebbero tentare di sembrare troppo intelligenti... Bakuman è permeato da un sessismo evidente, tutte le ragazze vengono giudicate solo in base a quanto il loro aspetto e carattere è gradito ai maschi. Non ci sono nemmeno editor femmine, e fra le mangaka donne una crea delle storie al limite dello shojo, l'altra ha deciso di entrare nel mondo dei fumetti solo per amore di Shujin... Ma per favore!
Certe situazioni del manga sono troppo forzate.
Gran parte dei comprimari sono piuttosto statici, a parte alcune eccezioni, come l'hikikomori. E che dire della madre di Miho, che sembra sua coetanea?!
Eppure... è interessante come questo manga rivela i retroscena di Shonen Jump. Non lo trovo poi così pesante, non mi disturbano le tavole con molti testi. Eiji Niizuma a me sembra un disadattato, a parte il suo ammirevole amore per i manga non sembra avere altri interessi di sorta o una vita sociale - non è per niente credibile. Una persona non può disegnare manga dalla mattina alla sera senza esaurirsi, che cos'ha in corpo, le Duracell?
Le gag di Bakuman sono divertenti, vengono inserite nella storia senza forzature, anche se certe espressioni caricaturali che disegna Obata a me onestamente danno un po' il voltastomaco, sono davvero stupide!
Lo stile di Obata era molto meglio in DN, quello di Bakuman non è brutto ma non è nemmeno esaltante rispetto alle sue vere possibilità.
Alcuni colpi di scena sono davvero belli, altri secondo me lasciano un po' a desiderare.
Ora vi chiederete, perché come voto do 6 nonostante tutte queste critiche? Il punto è che nonostante tutto desidero sapere come finisce la storia, e con Bakuman ho imparato molte cose su come lavorano i mangaka. Non è un capolavoro ma non è nemmeno tutto da buttare, anche se questo manga ha provato più volte la mia pazienza ho deciso di continuare a collezionarlo. Ma se la storia peggiorasse anche solo un minimo, penso proprio che smetterei di comprarlo su due piedi.
La relazione fra Miho e Mashiro è ciò che di più irreale, di più mieloso, di più stupido Ohba potesse inventare, manco fossimo nella rubrica "Cuori e lacrime". Si tratta di una storia d'amore anacronistica e alquanto patetica, ma possibile che due persone si possano innamorare così tanto l'uno dell'altra senza neanche conoscersi davvero, e addirittura promettersi di sposarsi?! Promettersi di non vedersi mai più prima che i propri sogni si siano avverati è ridicolo, infatti Shujin ad un certo punto della storia dà a Mashiro del malato, e chi non lo farebbe? E poi, come fanno i due ad essere così sicuri che il proprio amato/a non si innamori di qualcun altro prima o poi? Tutti provano desiderio, possibile che l'amore di Mashiro e Miho rimanga sempre casto e puro?! Saranno esseri umani anche loro, no?
Inoltre i personaggi femminili della storia sono caratterizzati penosamente. Miho è una Mary Sue, non ha difetti rilevanti e proprio per questo risulta irritante, ed anche tutte le altre sono personaggi piuttosto piatti e inutili. Sono ancora più convinta che Ohba sia una misogina, contando anche l'orrido discorso di Shujin sulle ragazze. Si, perché secondo il nostro caro cervellone quello che le ragazze vogliono di più è essere delle belle spose, non sentono la pressione del futuro come i ragazzi e non dovrebbero tentare di sembrare troppo intelligenti... Bakuman è permeato da un sessismo evidente, tutte le ragazze vengono giudicate solo in base a quanto il loro aspetto e carattere è gradito ai maschi. Non ci sono nemmeno editor femmine, e fra le mangaka donne una crea delle storie al limite dello shojo, l'altra ha deciso di entrare nel mondo dei fumetti solo per amore di Shujin... Ma per favore!
Certe situazioni del manga sono troppo forzate.
Gran parte dei comprimari sono piuttosto statici, a parte alcune eccezioni, come l'hikikomori. E che dire della madre di Miho, che sembra sua coetanea?!
Eppure... è interessante come questo manga rivela i retroscena di Shonen Jump. Non lo trovo poi così pesante, non mi disturbano le tavole con molti testi. Eiji Niizuma a me sembra un disadattato, a parte il suo ammirevole amore per i manga non sembra avere altri interessi di sorta o una vita sociale - non è per niente credibile. Una persona non può disegnare manga dalla mattina alla sera senza esaurirsi, che cos'ha in corpo, le Duracell?
Le gag di Bakuman sono divertenti, vengono inserite nella storia senza forzature, anche se certe espressioni caricaturali che disegna Obata a me onestamente danno un po' il voltastomaco, sono davvero stupide!
Lo stile di Obata era molto meglio in DN, quello di Bakuman non è brutto ma non è nemmeno esaltante rispetto alle sue vere possibilità.
Alcuni colpi di scena sono davvero belli, altri secondo me lasciano un po' a desiderare.
Ora vi chiederete, perché come voto do 6 nonostante tutte queste critiche? Il punto è che nonostante tutto desidero sapere come finisce la storia, e con Bakuman ho imparato molte cose su come lavorano i mangaka. Non è un capolavoro ma non è nemmeno tutto da buttare, anche se questo manga ha provato più volte la mia pazienza ho deciso di continuare a collezionarlo. Ma se la storia peggiorasse anche solo un minimo, penso proprio che smetterei di comprarlo su due piedi.
Questo fumetto è stato veramente una rivelazione. Posso considerarmi un veterano dei manga, dato che ho iniziato a leggerli nel 1994 e possiedo migliaia di volumetti, ma il duo Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, che mi aveva già impressionato con l'ottimo Death Note, pare avere davvero qualcosa di nuovo da dire nello sterminato mondo dei manga. Le tematiche che toccano sono originali e il modo con cui snodano le trame sono a tratti veramente geniali.
Devo confessare che mi sono avvicinato a Death Note e a Bakuman per l'accattivante veste grafica dei volumetti, dalle copertine ai disegni, ma su Bakuman ho avuto parecchie esitazioni, perché mi sembrava che la tematica scelta, ovvero la narrazione di come si scrive un manga, seppur interessante, fosse estremamente statica e priva di possibilità di renderla avvincente, soprattutto se la si mette in confronto con Death Note, il precedente successo degli autori.
Devo invece riconoscere di essermi estremamente sbagliato, perché in questo manga non solo non mancano suspance ed emozioni, ma si apprezzano citazioni di altri manga e ci si avvince nel trovare i protagonisti immersi in un mondo che per un lettore di manga navigato come me ha un nonsochè di familiare, ritrovando citati come colleghi di Mashiro e Takagi (i protagonisti di Bakuman) gli autori delle storie più famose di Shonen Jump, come Eiichiro Oda, il creatore di One Piece! E che sorpresa, quando nel corso di una festa della rivista su cui pubblicano i due protagonisti compare il signor Torishima, il redattore di Shonen Jump che ha dato spunto ad Akira Toriyama per creare il dottor Mashirito, uno dei personaggi di Dottor Slump & Arale! Mashiro e Takagi si stupiscono ed emozionano alla pari del lettore, che comincia a sentirsi "di casa" in un mondo che non può non incuriosire un appassionato storico di manga.
In Bakuman non mancano nemmeno spunti di forte comicità, grazie a personaggi come Niizuma e Hiramaru, e momenti più romantici o toccanti grazie alla splendida caratterizzazione dei personaggi.
La cosa che più ho apprezzato in Bakuman, però, è il fatto che permetta davvero al lettore di interpretare meglio i manga che legge, perché si capisce meglio cosa spinga un autore a modificare una trama, ad inserire nuovi personaggi, a risolvere una sottotrama magari non troppo felice. La lettura di Bakuman trasmette inoltre nuovo entusiasmo nel valutare il volume iniziale di un nuovo fumetto, mettendo in atto dei metri di giudizio più consapevoli di quello che sta dietro alla pubblicazione in tankobon di un manga che parte spesso da episodi pilota autoconclusivi corretti e ricorretti per essere resi adatti alla pubblicazione di una serie su una rivista!
Forse un lettore di manga più giovane di me potrebbe apprezzare Bakuman meno di quanto possa fare io, ma assegno comunque un 9, lasciando aperta la riserva di voler verificare come gli autori abbiano intenzione di sviluppare e concludere la storia prima di assegnare a pieno merito un bel 10.
Devo confessare che mi sono avvicinato a Death Note e a Bakuman per l'accattivante veste grafica dei volumetti, dalle copertine ai disegni, ma su Bakuman ho avuto parecchie esitazioni, perché mi sembrava che la tematica scelta, ovvero la narrazione di come si scrive un manga, seppur interessante, fosse estremamente statica e priva di possibilità di renderla avvincente, soprattutto se la si mette in confronto con Death Note, il precedente successo degli autori.
Devo invece riconoscere di essermi estremamente sbagliato, perché in questo manga non solo non mancano suspance ed emozioni, ma si apprezzano citazioni di altri manga e ci si avvince nel trovare i protagonisti immersi in un mondo che per un lettore di manga navigato come me ha un nonsochè di familiare, ritrovando citati come colleghi di Mashiro e Takagi (i protagonisti di Bakuman) gli autori delle storie più famose di Shonen Jump, come Eiichiro Oda, il creatore di One Piece! E che sorpresa, quando nel corso di una festa della rivista su cui pubblicano i due protagonisti compare il signor Torishima, il redattore di Shonen Jump che ha dato spunto ad Akira Toriyama per creare il dottor Mashirito, uno dei personaggi di Dottor Slump & Arale! Mashiro e Takagi si stupiscono ed emozionano alla pari del lettore, che comincia a sentirsi "di casa" in un mondo che non può non incuriosire un appassionato storico di manga.
In Bakuman non mancano nemmeno spunti di forte comicità, grazie a personaggi come Niizuma e Hiramaru, e momenti più romantici o toccanti grazie alla splendida caratterizzazione dei personaggi.
La cosa che più ho apprezzato in Bakuman, però, è il fatto che permetta davvero al lettore di interpretare meglio i manga che legge, perché si capisce meglio cosa spinga un autore a modificare una trama, ad inserire nuovi personaggi, a risolvere una sottotrama magari non troppo felice. La lettura di Bakuman trasmette inoltre nuovo entusiasmo nel valutare il volume iniziale di un nuovo fumetto, mettendo in atto dei metri di giudizio più consapevoli di quello che sta dietro alla pubblicazione in tankobon di un manga che parte spesso da episodi pilota autoconclusivi corretti e ricorretti per essere resi adatti alla pubblicazione di una serie su una rivista!
Forse un lettore di manga più giovane di me potrebbe apprezzare Bakuman meno di quanto possa fare io, ma assegno comunque un 9, lasciando aperta la riserva di voler verificare come gli autori abbiano intenzione di sviluppare e concludere la storia prima di assegnare a pieno merito un bel 10.
Manga assolutamente insignificante dal mio punto di vista. L'idea iniziale era carina ma viene iniziata male e continuata peggio. All'inizio abbiamo un ragazzo, Mashiro, che ci spiega subito come sia assolutamente intenzionato ad essere una brava pecora, pardon, un bravo ragazzo. Non gli piacerebbe lavorare in un ufficio ma cercherà un lavoro del genere per non essere definito un freeloader. Wow, quindi ci troviamo di fronte ad un ragazzo apatico che non farà il minimo sforzo per fare quello che vuole nella vita. Premessa grandiosa. Poi la patetica scena di Azuki e Mashiro che si promettono di sposarsi dopo aver realizzato i loro sogni. Non si sono mai parlati, sanno a malapena i rispettivi nomi eppure si promettono di sposarsi. Ma sono andata avanti a leggere, sperando che migliorasse. Poi arriva. Primo volume, secondo capitolo. La ramanzina idiota su come le ragazze non dovrebbero essere troppo intelligenti, che non sentono la pressione del futuro come i ragazzi, che è il matrimonio a rendere felici le donne e blablabla. Così Iwase, che ha i voti migliori della classe e ne è orgogliosa, è repulsiva. Wow, bello sentire queste cose. Sono andata avanti fino alla fine del primo volume, poi non ce l'ho più fatta. Come si fa ad essere talmente idioti da mettere una roba del genere nel primo volume, quello che dovrebbe invogliarti a continuare il manga? Persino i disegni sono scialbi.
Bakuman. è scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata, che dopo il loro colosso Death Note, cambiano completamente genere e ci presentano questo manga.
La storia prende il via quando lo studente Takagi Akito propone al suo compagno di classe, Mashiro Moritaka, di fare un manga insieme. Dapprima scettico, il povero Mashiro accetta quando fa una promessa ad Azuki, la ragazza che ama (e che desidera diventare doppiatrice), la quale consiste nello sposarsi quando lei potrà doppiare l'eroina di un loro manga trasposto in anime, a patto di non potersi vedere fino al suddetto giorno.
Questa è, sì e no, la trama di Bakuman., un manga che di certo si distingue dai comuni shonen, sia per l'ambientazione che i personaggi, ovviamente non vedremo mai qualcuno lanciare onde energetiche in Bakuman... Ma ne mantiene comunque i classici valori, come amore,amicizia e sane rivalità.
Infatti l'atmosfera è il più delle volte leggera e scanzonata, ma ovviamente nei momenti giusti sa tirare fuori la suspense.
La cosa che a me è piaciuta di più in Bakuman. è che è come guardare il "dietro le quinte" di un manga e ti fa scoprire che fare il mangaka non è esattamente il lavoro dei sogni.. Infatti vediamo spesso il povero duo disperato il giorno della consegna, i loro momenti di crisi quando sono a corto di idee, ma soprattutto vediamo come il lavoro del mangaka si protrae sette giorni su sette e per molte ore al giorno, il che porta via ai due gran parte della loro vita sociale. Poi oltre a questi aspetti, il manga ci offre anche uno scorcio sul funzionamento di Shonen Jump, di come sia un ambiente in cui la "sopravvivenza" è difficile e di come essa sia dettata dai sondaggi, cose che in Italia non abbiamo.
Poi c'è pure da notare la genialità degli autori, che oltre a dover far progredire la storia di Mashiro e Takagi, hanno dovuto creare anche altri manga che gli fungessero da rivali nella rivista ed alcuni sono molto ben riusciti, tanto che verrebbe voglia di leggerli.
I disegni sono nella media, hanno i loro alti e bassi, anche se a volte i personaggi raggiungono espressioni davvero indecenti... Ma ci si può passare sopra.
Ma come tutte le cose, anche Bakuman. ha i suoi lati oscuri, come quei dialoghi eccessivamente lunghi, che a volte potevano essere sfoltiti, così da alleggerire un po' la lettura e poi il tema dell'amore, che essendo il manga basato in parte su di esso, poteva essere un po' di più messo in risalto.
<b>[Attenzione spoiler]</b>
Il finale difatti non fa che constatare questo.
Se da un lato gli ultimi capitoli mi sono piaciuti molto ed erano ricchi di suspense, il finale in sé per sé, che conclude la storia con un misero bacetto, mi ha lasciato molto con l'amaro in bocca.
<b>[Fine spoiler]</b>
In sintesi ero indeciso se dare 7 o 8 a questa serie ed il finale mi ha portato alla prima opzione.
Comunque sia Bakuman. è un buon titolo, da leggere però solo se si ha la pazienza per tutti quei dialoghi o per curiosità sul lavoro del mangaka.
La storia prende il via quando lo studente Takagi Akito propone al suo compagno di classe, Mashiro Moritaka, di fare un manga insieme. Dapprima scettico, il povero Mashiro accetta quando fa una promessa ad Azuki, la ragazza che ama (e che desidera diventare doppiatrice), la quale consiste nello sposarsi quando lei potrà doppiare l'eroina di un loro manga trasposto in anime, a patto di non potersi vedere fino al suddetto giorno.
Questa è, sì e no, la trama di Bakuman., un manga che di certo si distingue dai comuni shonen, sia per l'ambientazione che i personaggi, ovviamente non vedremo mai qualcuno lanciare onde energetiche in Bakuman... Ma ne mantiene comunque i classici valori, come amore,amicizia e sane rivalità.
Infatti l'atmosfera è il più delle volte leggera e scanzonata, ma ovviamente nei momenti giusti sa tirare fuori la suspense.
La cosa che a me è piaciuta di più in Bakuman. è che è come guardare il "dietro le quinte" di un manga e ti fa scoprire che fare il mangaka non è esattamente il lavoro dei sogni.. Infatti vediamo spesso il povero duo disperato il giorno della consegna, i loro momenti di crisi quando sono a corto di idee, ma soprattutto vediamo come il lavoro del mangaka si protrae sette giorni su sette e per molte ore al giorno, il che porta via ai due gran parte della loro vita sociale. Poi oltre a questi aspetti, il manga ci offre anche uno scorcio sul funzionamento di Shonen Jump, di come sia un ambiente in cui la "sopravvivenza" è difficile e di come essa sia dettata dai sondaggi, cose che in Italia non abbiamo.
Poi c'è pure da notare la genialità degli autori, che oltre a dover far progredire la storia di Mashiro e Takagi, hanno dovuto creare anche altri manga che gli fungessero da rivali nella rivista ed alcuni sono molto ben riusciti, tanto che verrebbe voglia di leggerli.
I disegni sono nella media, hanno i loro alti e bassi, anche se a volte i personaggi raggiungono espressioni davvero indecenti... Ma ci si può passare sopra.
Ma come tutte le cose, anche Bakuman. ha i suoi lati oscuri, come quei dialoghi eccessivamente lunghi, che a volte potevano essere sfoltiti, così da alleggerire un po' la lettura e poi il tema dell'amore, che essendo il manga basato in parte su di esso, poteva essere un po' di più messo in risalto.
<b>[Attenzione spoiler]</b>
Il finale difatti non fa che constatare questo.
Se da un lato gli ultimi capitoli mi sono piaciuti molto ed erano ricchi di suspense, il finale in sé per sé, che conclude la storia con un misero bacetto, mi ha lasciato molto con l'amaro in bocca.
<b>[Fine spoiler]</b>
In sintesi ero indeciso se dare 7 o 8 a questa serie ed il finale mi ha portato alla prima opzione.
Comunque sia Bakuman. è un buon titolo, da leggere però solo se si ha la pazienza per tutti quei dialoghi o per curiosità sul lavoro del mangaka.
Bakuman è un manga Giappone scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata (stessi autori di Death Note) e edito dalla Shūeisha. Parla di una coppia di ragazzi che vogliono diventare mangaka.
E' stato pubblicato su Shonen Jump dal 2008 al 2012.In totale sono 176 capitoli raccolti in venti volumi più uno speciale, un character book intitolato "Charaman". In Italia è edito dalla Planet Manga.
Questo manga racconta la storia di due aspiranti mangaka, Mashiro Moritaka e Takagi Akito (il primo aspirante disegnatore e il secondo sceneggiatore) che all'inizio della scuola frequentano il liceo. Mashiro è innamorato di Azuki, che vorrebbe diventare doppiatrice. Mashiro promette che appena lui diventa il miglior mangaka del mondo, i due si sposano e quindi cerca in ogni mondo di diventare il miglior mangaka di Shonen Jump.
Questo manga l'ho visto in fumetteria e dalla trama sembrava molto originale e ho deciso di leggerlo. Mi aspettavo un manga molto povero invece è molto interessante e ti coinvolge. Letto il primo capitolo, non riesci più a smettere e desideri leggere tutto il manga. Inoltre ti viene voglia anche di leggere i manga scritti dai due protagonisti, come PCP - Partito del Crimine Perfetto e Detective Trap - Indagini con truffa.
I disegni sono cosi e cosi, passabili ma la cosa più bella è quando fanno vedere le vignette dei manga che disegnano i due protagonisti. Sono molto belle e fanno venire voglia di continuare a leggere quel manga, anche se non esiste.
L'unica pecca è che dopo che hai letto 50 capitoli la storia si ripete e ti sembra di rileggere sempre le stesse.
In conclusione, i vantaggi sono la trama originale (non i soliti combattimenti senza senso), il fatto di poter scoprire come si svolge la vita di un mangaka ed infine i manga dentro al manga. I difetti sono la ripetitiva e forse il troppo "amore" (due che nemmeno si conoscono si promettono di sposarsi).
Voto finale: 7,5 quindi 8.
Se inventavano un motivo più credibile per il fatto che Mashiro voglia diventare mangaka e cercavano di variare un po' la storia (o perlomeno fermarsi 10 volumi prima) si meritavano un bel 10!
Consigliato a chi vuole scoprire la vita di un mangaka o come funziona Shonen Jump.
E' stato pubblicato su Shonen Jump dal 2008 al 2012.In totale sono 176 capitoli raccolti in venti volumi più uno speciale, un character book intitolato "Charaman". In Italia è edito dalla Planet Manga.
Questo manga racconta la storia di due aspiranti mangaka, Mashiro Moritaka e Takagi Akito (il primo aspirante disegnatore e il secondo sceneggiatore) che all'inizio della scuola frequentano il liceo. Mashiro è innamorato di Azuki, che vorrebbe diventare doppiatrice. Mashiro promette che appena lui diventa il miglior mangaka del mondo, i due si sposano e quindi cerca in ogni mondo di diventare il miglior mangaka di Shonen Jump.
Questo manga l'ho visto in fumetteria e dalla trama sembrava molto originale e ho deciso di leggerlo. Mi aspettavo un manga molto povero invece è molto interessante e ti coinvolge. Letto il primo capitolo, non riesci più a smettere e desideri leggere tutto il manga. Inoltre ti viene voglia anche di leggere i manga scritti dai due protagonisti, come PCP - Partito del Crimine Perfetto e Detective Trap - Indagini con truffa.
I disegni sono cosi e cosi, passabili ma la cosa più bella è quando fanno vedere le vignette dei manga che disegnano i due protagonisti. Sono molto belle e fanno venire voglia di continuare a leggere quel manga, anche se non esiste.
L'unica pecca è che dopo che hai letto 50 capitoli la storia si ripete e ti sembra di rileggere sempre le stesse.
In conclusione, i vantaggi sono la trama originale (non i soliti combattimenti senza senso), il fatto di poter scoprire come si svolge la vita di un mangaka ed infine i manga dentro al manga. I difetti sono la ripetitiva e forse il troppo "amore" (due che nemmeno si conoscono si promettono di sposarsi).
Voto finale: 7,5 quindi 8.
Se inventavano un motivo più credibile per il fatto che Mashiro voglia diventare mangaka e cercavano di variare un po' la storia (o perlomeno fermarsi 10 volumi prima) si meritavano un bel 10!
Consigliato a chi vuole scoprire la vita di un mangaka o come funziona Shonen Jump.
Bakuman è senza dubbio il manga che mi ha conquistato di più negli ultimi anni. Non sto qui a farvi il riassunto sulla storia di Takagi e Mashiro e bla bla bla anche perché prima di me lo hanno fatto in tanti e non avrebbe senso, quindi mi limiterò a dare le mie impressioni. La storia nonostante sia estremamente ricca di dialoghi la trovo piuttosto scorrevole. Non è il classico manga che si legge di solito su shonen jump, visto che la maggior parte sono manga di combattimento o storie che cadono nell'ecchi e nell'harem. I disegni sono molti belli e penso che l'idea di manga nel manga all'inizio azzardata si è rivelata più che vincente visto l'alto numero di fan che ha a seguito questa serie. Il voto che assegno è un 10 per l'originalità della storia e il sapersi distinguere, per i disegni molto accurati e puliti e soprattutto per avermi conquistato con la sua semplicità e allo stesso tempo complessità e per avermi fatto appassionare alla storia di due ragazzi normali che credono fermamente nei loro sogni e che sono disposti a tutto per realizzarli.
Bakuman racconta di Mashiro e Takagi, rispettivamente disegnatore e scrittore che decidono di diventare un duo di mangaka. Il loro obbiettivo e quello di essere pubblicati su Shonen Jump. Inoltre, Mashiro è innamorato di Azuki, una sua compagna di classe, e un giorno preso da un momento di euforia gli chiede di sposarla a patto che lui realizzerà assieme Takagi un manga di successo, e lei ne doppierà l'anime.
La trama di fondo di per se è banale, però Ohba è riuscito a tirarne fuori davvero un opera carina e tutto sommato apprezzabile. Il manga è strutturato a saghe, che mostrano il percorso di crescita dei due protagonisti che cercano di corone i loro obbiettivi e all'introduzione degli antagonisti, che non svaniscono ma rimangono per "battaglie future.
Il finale è coerente con quello mostrato durante il manga, ed è piacevole.
Tutti personaggi sono tutti ben caratterizzati, sia dai protagonisti ai personaggi secondari.
Per i disegni, non c'è bisogno che dico molto, sono assolutamente fantastici. Obata non la smette mai di stupirmi.
In conclusione.
Bakuman è sicuramente una buon opera. Lasciate perdere chi ve lo sconsiglia dopo che ha letto uno o due volumi. E paragonarlo a Death Note non ha molto senso.
Ha tutto un altro ritmo narrativo e i contenuti sono molto diversi. Se siete fan del disegnatore, prendetelo a scatola chiusa. Mentre, per chi cerca un manga carino e divertente, senza una trama troppo ingarbugliata, Bakuman fa per voi.
Voto finale 7.
La trama di fondo di per se è banale, però Ohba è riuscito a tirarne fuori davvero un opera carina e tutto sommato apprezzabile. Il manga è strutturato a saghe, che mostrano il percorso di crescita dei due protagonisti che cercano di corone i loro obbiettivi e all'introduzione degli antagonisti, che non svaniscono ma rimangono per "battaglie future.
Il finale è coerente con quello mostrato durante il manga, ed è piacevole.
Tutti personaggi sono tutti ben caratterizzati, sia dai protagonisti ai personaggi secondari.
Per i disegni, non c'è bisogno che dico molto, sono assolutamente fantastici. Obata non la smette mai di stupirmi.
In conclusione.
Bakuman è sicuramente una buon opera. Lasciate perdere chi ve lo sconsiglia dopo che ha letto uno o due volumi. E paragonarlo a Death Note non ha molto senso.
Ha tutto un altro ritmo narrativo e i contenuti sono molto diversi. Se siete fan del disegnatore, prendetelo a scatola chiusa. Mentre, per chi cerca un manga carino e divertente, senza una trama troppo ingarbugliata, Bakuman fa per voi.
Voto finale 7.
Bakuman è un'opera molto criticata e che tanti ritengono infantile e noiosa.
La trama è la seguente: la storia narra di due ragazzi delle medie, Mashiro Moritaka e Takagi Akito. Il primo è un giovane disegnatore, vincitore di alcuni premi giovanili, il secondo è un abile scrittore famoso in tutta la regione per i suoi rendimenti scolastici. Takagi, notando la notevole abilità nel disegno di Mashiro, lo invita ad unirsi a lui per seguire la strada che li porterà a diventare un famoso duo di mangaka. Ad unirsi a loro ci sarà Azuki, innamorata e ricambiata in amore da Mashiro, che come loro possiede un sogno ambizioso: diventare una seiyū, ovvero una doppiatrice.
Con il passare del tempo la loro abilità ed esperienza cresce, tra grandi soddisfazioni e forti delusioni che li porterà a maturare e a conoscere persone straordinarie, che saranno per loro importanti amici, rivali, confidenti e mentori.
Alla vigilia della loro pubblicazione su Akamaru Jump Takagi e Mashiro, con l'aiuto di Kaya Miyoshi, amica di Miho, scelgonno il loro nome d'arte con cui sarebbero comparsi sulla rivista, cioè Muto Ashirogi.
Comprai questo manga per la prima volta in fumetteria
solamente perché gli autori erano Takeshi Obata e Tsugumi Ohba.
I primo volumi di Bakuman sono strabilianti e davvero coinvolgenti, ti fanno capire benissimo le fasi della pubblicazione di una manga su Shonen Jump.
In seguito però la storia fa un piccolo salto di qualità ma in negativo purtroppo: diventa più noiosa e meno coinvolgente per almeno tre o quattro volumi anche se io continuavo ad amare alla follia questo manga, infatti mi accorsi di questo calo solo in seguito ad una seconda e attenta lettura.
A parere mio però negli ultimi volumi Bakuman sta tornando quasi al top e i disegni sin dall'inizio sono fantastici come per l'appunto devono essere in un manga che parla di manga.
Amo molto i personaggi di questo Bakuman, a mio parere Takeshi Obata ha disegnato dei protagonisti fantastici quali Mashiro e Takagi.
In conclusione il voto generale è 9 poiché attualmente è uno dei miei manga preferiti che aspetto costantemente ogni due mesi per saperne il seguito.
La trama è la seguente: la storia narra di due ragazzi delle medie, Mashiro Moritaka e Takagi Akito. Il primo è un giovane disegnatore, vincitore di alcuni premi giovanili, il secondo è un abile scrittore famoso in tutta la regione per i suoi rendimenti scolastici. Takagi, notando la notevole abilità nel disegno di Mashiro, lo invita ad unirsi a lui per seguire la strada che li porterà a diventare un famoso duo di mangaka. Ad unirsi a loro ci sarà Azuki, innamorata e ricambiata in amore da Mashiro, che come loro possiede un sogno ambizioso: diventare una seiyū, ovvero una doppiatrice.
Con il passare del tempo la loro abilità ed esperienza cresce, tra grandi soddisfazioni e forti delusioni che li porterà a maturare e a conoscere persone straordinarie, che saranno per loro importanti amici, rivali, confidenti e mentori.
Alla vigilia della loro pubblicazione su Akamaru Jump Takagi e Mashiro, con l'aiuto di Kaya Miyoshi, amica di Miho, scelgonno il loro nome d'arte con cui sarebbero comparsi sulla rivista, cioè Muto Ashirogi.
Comprai questo manga per la prima volta in fumetteria
solamente perché gli autori erano Takeshi Obata e Tsugumi Ohba.
I primo volumi di Bakuman sono strabilianti e davvero coinvolgenti, ti fanno capire benissimo le fasi della pubblicazione di una manga su Shonen Jump.
In seguito però la storia fa un piccolo salto di qualità ma in negativo purtroppo: diventa più noiosa e meno coinvolgente per almeno tre o quattro volumi anche se io continuavo ad amare alla follia questo manga, infatti mi accorsi di questo calo solo in seguito ad una seconda e attenta lettura.
A parere mio però negli ultimi volumi Bakuman sta tornando quasi al top e i disegni sin dall'inizio sono fantastici come per l'appunto devono essere in un manga che parla di manga.
Amo molto i personaggi di questo Bakuman, a mio parere Takeshi Obata ha disegnato dei protagonisti fantastici quali Mashiro e Takagi.
In conclusione il voto generale è 9 poiché attualmente è uno dei miei manga preferiti che aspetto costantemente ogni due mesi per saperne il seguito.
Partirei con una premessa: questo manga è scritto dagli autori di Death Note, Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, dimostrando così il loro talento.
Anche questo manga è un ottimo esempio del loro talento ma solo dal punto di vista del disegno, anche se il tipo di storia attrae molti svelandoci così il mondo dei mangaka.
L'unico punto negativo di questa manga invece è la storia. Infatti non si capisce chi sono i protagonisti del manga e il loro obiettivo finale.
Se una persona prende per la prima volta in mano questo manga e lo apre arrivando così alle pagine dei personaggi e legge nella piccola trama che ci sono i due protagonisti che vogliono sfondare nel mondo dei mangaka per raggiungere il successo. Ovviamente il lettore penserà che sarà un manga interessante, così legge anche il seguito.
Alla fine della storia o anche a metà si domanda chi sia il protagonista di questa storia, perché ne sono introdotti molti di personaggi e inoltre non si capisce quale sia il ruolo del protagonista.
Infatti i protagonisti sono Shujin e Mashiro oppure Mashiro e Azuki? O c'è una lotta protagonista contro antagonista con gli rispettivi aiutanti a colpi di manga, oppure gli Ashirogi contro Nanamine, e cosa c'entrano con tutto questo altri personaggi con il ruolo secondario? Va bene che sono molto interessanti gli scontri tra mangaka e il sogno di Mashiro e Azuki ma non si può di certo tollerare questa cosa, anche se non mancano colpi di scena e che sia interessante chi in questi scontri sia il vinto e il vincitore.
Tuttavia nel complesso il manga meriti almeno un voto positivo grazie ai disegni che sono davvero belli.
Anche questo manga è un ottimo esempio del loro talento ma solo dal punto di vista del disegno, anche se il tipo di storia attrae molti svelandoci così il mondo dei mangaka.
L'unico punto negativo di questa manga invece è la storia. Infatti non si capisce chi sono i protagonisti del manga e il loro obiettivo finale.
Se una persona prende per la prima volta in mano questo manga e lo apre arrivando così alle pagine dei personaggi e legge nella piccola trama che ci sono i due protagonisti che vogliono sfondare nel mondo dei mangaka per raggiungere il successo. Ovviamente il lettore penserà che sarà un manga interessante, così legge anche il seguito.
Alla fine della storia o anche a metà si domanda chi sia il protagonista di questa storia, perché ne sono introdotti molti di personaggi e inoltre non si capisce quale sia il ruolo del protagonista.
Infatti i protagonisti sono Shujin e Mashiro oppure Mashiro e Azuki? O c'è una lotta protagonista contro antagonista con gli rispettivi aiutanti a colpi di manga, oppure gli Ashirogi contro Nanamine, e cosa c'entrano con tutto questo altri personaggi con il ruolo secondario? Va bene che sono molto interessanti gli scontri tra mangaka e il sogno di Mashiro e Azuki ma non si può di certo tollerare questa cosa, anche se non mancano colpi di scena e che sia interessante chi in questi scontri sia il vinto e il vincitore.
Tuttavia nel complesso il manga meriti almeno un voto positivo grazie ai disegni che sono davvero belli.
Quando guardo un anime o leggo un manga mi piace farlo con molto tempo a disposizione, per godermelo in dosi massicce: dover attendere chissà quanto appesa in fondo a qualche puntata mi fa imbestialire. Motivo per cui, se possibile, mi dedico solo a lavori già terminati, sia pure con qualche eccezione. Il problema, con questo metodo, è che pare amplificare i difetti presenti nelle serie. E qui, di difetti, ce ne sono a non finire.
Lo sappiamo tutti che "Bakuman", prodotto dalla coppia che ha creato "Death Note", tratta delle peripezie di un duo di giovanissimi mangaka e di come funzionino le cose all'interno della casa editrice Jump. E, inizialmente, il tutto procede veramente bene. Per i primi volumi il manga tiene incollati alla sedia ed è veramente interessantissimo, spiegando come viene costruito un manga, le strategie di scrittura e di pubblicazione che vi stanno dietro, i calcoli sui questionari del pubblico, i rapporti con lo staff della casa editrice, e così via. Sono tutte cose che a me, avendo passato l'adolescenza da un pezzo, interessano veramente tantissimo, molto più della storia d'amore che diventa un po' asse portante e un po' pretesto per la continuazione della serie.
E' già stato detto, ma ripetiamolo comunque: la storia d'amore tra il disegnatore a la doppiatrice è quanto di più inverosimile si possa immaginare, almeno per la nostra cultura. Sospetto che sia troppo perfino per la cultura giapponese, anche se non ne so abbastanza per esprimere un giudizio. Stiamo parlando di ragazzini delle medie che si promettono di sposarsi quando lei avrà il ruolo di doppiatrice dell'eroina dell'anime tratto dal manga che lui disegnerà. E fino ad allora, per meglio concentrarsi sul loro sogno, non si frequenteranno, facendosi coraggio solo via sms e poco più. Salvo rare eccezioni, terranno fede a tale impegno per una decina d'anni e 176 puntate: 20 volumi. Solo allora, si daranno il primo bacio! E non commento oltre.
"Bakuman" è oltremodo spiazzante, perché è incoerente. Mi spiego: a parte l'incredibile relazione di cui sopra, tratta in maniera fin troppo realistica e dettagliata alcuni aspetti del lavoro di redazione e di strategie di pubblicazione, ma poi si sofferma eccessivamente sui presunti rapporti di amicizia e rivalità fra i giovanissimi mangaka che vengono pubblicati. Vorrei aver tenuto il conto di tutte le volte che è stato espresso il concetto "non mi lascerò battere da te". Penso che, con approssimazione di una decina di volte, saranno state almeno un centinaio, forse di più. Nel contempo, quelle stesse persone formano una specie di club degli amici della penna, aiutandosi fra di loro e, a volte, combattendo contro la casa editrice. Ci viene presentata l'amicizia/rivalità fra il geniale Nizuma e il duo protagonista, Takagi/Mashiro, come il principale motore del successo dei due, forse anche più del sogno d'amore che attende di essere coronato. Ma, chissà come mai, quasi tutti i giovanissimi mangaka o assistenti che conosciamo sono personaggi al limite della macchietta. Maschi o femmine, per un motivo o per l'altro, sono spesso fisicamente o mentalmente disturbati, "diversi" dal comune mortale. Sarà un tratto necessario per diventare mangaka, suppongo. In fondo, si deve condurre una vita piuttosto ritirata, per stare dietro alle scadenze.
L'incoerenza non sarebbe un problema insormontabile: in fondo, non è un documentario, per quanto ci si possa avvicinare, è un manga di intrattenimento. Il fatto è che, per quello che viene presentato, 20 volumi sono troppi ed il prodotto cessa di intrattenere. Vengono introdotti rivali e nemici a ripetizione, che cercano di mettere i bastoni fra le ruote del duo, cosicché il sogno d'amore dei due piccioncini stenta a divenire realtà. Ma le situazioni sono sempre le stesse e, alla lunga, subentra la noia, complice la verbosità di alcune situazioni. A me non disturba un manga molto "parlato", però deve essere interessante. Quando diventa la copia di se stesso, non ci siamo più. Qui l'impressione è che si sia cercato di allungare il brodo il più possibile per sfruttare la serie fino all'osso, a scapito della qualità, razzolando proprio al contrario di come si predica riguardo al manga che, nella finzione, finalmente diviene un anime. Vengono presentate trame e sottotrame riguardanti personaggi secondari dei quali non potrebbe interessarci meno. Alcuni avranno sviluppi nella storia, altri sono proprio rami secchi, semplici filler che nulla aggiungono e molto tolgono in termini di freschezza, linearità, divertimento. Penso che 5 volumi di meno avrebbero giovato parecchio all'impressione generale di quest'opera, ed è un vero peccato. Capisco però, a maggior ragione dopo aver letto proprio questo manga, come una coppia di artisti possa desiderare di sfruttare al massimo la propria gallina dalle uova d'oro, specie se, dopo averne allevata una, stenta così tanto a trovarne un'altra…
Ho visto che qualcuno si è lamentato della qualità dei disegni. Ebbene, a mio parere è vero che ci sono alcune inconsistenze nel disegno dei personaggi, ma tutto sommato, nell'insieme, l'impressione generale non è affatto negativa. E' anche vero, come qualcuno ha sottolineato, che a volte sembrano migliori i disegni dei manga che vengono presentati all'interno della storia. C'è da dire che alcuni di essi sono di tale qualità che, probabilmente, non sarebbe stato umanamente possibile disegnare così tutta la serie. Però è anche vero che parecchi dei manga che vengono presentati all'interno di "Bakuman" mi piacerebbe leggerli davvero, e mi dispiace molto che non esistano nella realtà, perché il genere psico-logico-matematico, magari anche con componenti d'azione, è quello che mi piace di più e che è più difficile da trovare, ad un certo livello (anzi, se qualcuno volesse suggerirmi qualche titolo, la mia scheda li accoglierà con piacere!).
In definitiva, "Bakuman" è un po' come una Ferrari col serbatoio semivuoto: parte rombando a tutta velocità, donandoti eccitazione e piacevolezza di guida a velocità sempre crescente per metà del viaggio. Poi, però, finisce la benzina e arrivi alla meta solo perché, schiacciando la frizione, vai avanti ancora un po' tenendo in folle. Sei sempre su una Ferrari, arrivi a destinazione, ma la piacevolezza è svanita. Peccato, davvero.
Lo sappiamo tutti che "Bakuman", prodotto dalla coppia che ha creato "Death Note", tratta delle peripezie di un duo di giovanissimi mangaka e di come funzionino le cose all'interno della casa editrice Jump. E, inizialmente, il tutto procede veramente bene. Per i primi volumi il manga tiene incollati alla sedia ed è veramente interessantissimo, spiegando come viene costruito un manga, le strategie di scrittura e di pubblicazione che vi stanno dietro, i calcoli sui questionari del pubblico, i rapporti con lo staff della casa editrice, e così via. Sono tutte cose che a me, avendo passato l'adolescenza da un pezzo, interessano veramente tantissimo, molto più della storia d'amore che diventa un po' asse portante e un po' pretesto per la continuazione della serie.
E' già stato detto, ma ripetiamolo comunque: la storia d'amore tra il disegnatore a la doppiatrice è quanto di più inverosimile si possa immaginare, almeno per la nostra cultura. Sospetto che sia troppo perfino per la cultura giapponese, anche se non ne so abbastanza per esprimere un giudizio. Stiamo parlando di ragazzini delle medie che si promettono di sposarsi quando lei avrà il ruolo di doppiatrice dell'eroina dell'anime tratto dal manga che lui disegnerà. E fino ad allora, per meglio concentrarsi sul loro sogno, non si frequenteranno, facendosi coraggio solo via sms e poco più. Salvo rare eccezioni, terranno fede a tale impegno per una decina d'anni e 176 puntate: 20 volumi. Solo allora, si daranno il primo bacio! E non commento oltre.
"Bakuman" è oltremodo spiazzante, perché è incoerente. Mi spiego: a parte l'incredibile relazione di cui sopra, tratta in maniera fin troppo realistica e dettagliata alcuni aspetti del lavoro di redazione e di strategie di pubblicazione, ma poi si sofferma eccessivamente sui presunti rapporti di amicizia e rivalità fra i giovanissimi mangaka che vengono pubblicati. Vorrei aver tenuto il conto di tutte le volte che è stato espresso il concetto "non mi lascerò battere da te". Penso che, con approssimazione di una decina di volte, saranno state almeno un centinaio, forse di più. Nel contempo, quelle stesse persone formano una specie di club degli amici della penna, aiutandosi fra di loro e, a volte, combattendo contro la casa editrice. Ci viene presentata l'amicizia/rivalità fra il geniale Nizuma e il duo protagonista, Takagi/Mashiro, come il principale motore del successo dei due, forse anche più del sogno d'amore che attende di essere coronato. Ma, chissà come mai, quasi tutti i giovanissimi mangaka o assistenti che conosciamo sono personaggi al limite della macchietta. Maschi o femmine, per un motivo o per l'altro, sono spesso fisicamente o mentalmente disturbati, "diversi" dal comune mortale. Sarà un tratto necessario per diventare mangaka, suppongo. In fondo, si deve condurre una vita piuttosto ritirata, per stare dietro alle scadenze.
L'incoerenza non sarebbe un problema insormontabile: in fondo, non è un documentario, per quanto ci si possa avvicinare, è un manga di intrattenimento. Il fatto è che, per quello che viene presentato, 20 volumi sono troppi ed il prodotto cessa di intrattenere. Vengono introdotti rivali e nemici a ripetizione, che cercano di mettere i bastoni fra le ruote del duo, cosicché il sogno d'amore dei due piccioncini stenta a divenire realtà. Ma le situazioni sono sempre le stesse e, alla lunga, subentra la noia, complice la verbosità di alcune situazioni. A me non disturba un manga molto "parlato", però deve essere interessante. Quando diventa la copia di se stesso, non ci siamo più. Qui l'impressione è che si sia cercato di allungare il brodo il più possibile per sfruttare la serie fino all'osso, a scapito della qualità, razzolando proprio al contrario di come si predica riguardo al manga che, nella finzione, finalmente diviene un anime. Vengono presentate trame e sottotrame riguardanti personaggi secondari dei quali non potrebbe interessarci meno. Alcuni avranno sviluppi nella storia, altri sono proprio rami secchi, semplici filler che nulla aggiungono e molto tolgono in termini di freschezza, linearità, divertimento. Penso che 5 volumi di meno avrebbero giovato parecchio all'impressione generale di quest'opera, ed è un vero peccato. Capisco però, a maggior ragione dopo aver letto proprio questo manga, come una coppia di artisti possa desiderare di sfruttare al massimo la propria gallina dalle uova d'oro, specie se, dopo averne allevata una, stenta così tanto a trovarne un'altra…
Ho visto che qualcuno si è lamentato della qualità dei disegni. Ebbene, a mio parere è vero che ci sono alcune inconsistenze nel disegno dei personaggi, ma tutto sommato, nell'insieme, l'impressione generale non è affatto negativa. E' anche vero, come qualcuno ha sottolineato, che a volte sembrano migliori i disegni dei manga che vengono presentati all'interno della storia. C'è da dire che alcuni di essi sono di tale qualità che, probabilmente, non sarebbe stato umanamente possibile disegnare così tutta la serie. Però è anche vero che parecchi dei manga che vengono presentati all'interno di "Bakuman" mi piacerebbe leggerli davvero, e mi dispiace molto che non esistano nella realtà, perché il genere psico-logico-matematico, magari anche con componenti d'azione, è quello che mi piace di più e che è più difficile da trovare, ad un certo livello (anzi, se qualcuno volesse suggerirmi qualche titolo, la mia scheda li accoglierà con piacere!).
In definitiva, "Bakuman" è un po' come una Ferrari col serbatoio semivuoto: parte rombando a tutta velocità, donandoti eccitazione e piacevolezza di guida a velocità sempre crescente per metà del viaggio. Poi, però, finisce la benzina e arrivi alla meta solo perché, schiacciando la frizione, vai avanti ancora un po' tenendo in folle. Sei sempre su una Ferrari, arrivi a destinazione, ma la piacevolezza è svanita. Peccato, davvero.
Secondo me, la caratteristica maggiore di Bakuman è l'essere un gigantesco esperimento di metanarrazione, in cui rimandi e citazioni si intrecciano e si intersecano andando sempre più a fondo come in una sorta di Inception cartaceo.
Non è solo un manga che parla di mangaka, è un manga che parla di manga, non è tanto la vita dello scrittore e/o del disegnatore ad avere un ruolo di prim'ordine, ma il processo di creazione di un opera e di tutto ciò che ci ruota intorno. L'effetto matrioska non si ferma all'opera in sé, ma fa parte di una dimensione maggiore - quella reale - che la ingloba e la completa. Se questo manga fosse stato scritto da qualcun altro, non sarebbe stata la stessa cosa, se gli autori non fossero stati gli stessi di Death Note, le storie dark dei protagonisti non avrebbero avuto la stessa potenzialità che invece noi lettori abbiamo immaginato, conoscendo il background degli autori.
Dei mille manga proposti, tutti sembrano interessanti, avresti voglia esistessero tutti per leggeri, sia che si parli di un romance sdolcinato o di un rozzo yankee manga. Uno dei suoi pregi è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi e i personaggi stessi, che di fatto riusciranno a rendere digeribili 20 volumi di disegni occupati al 90% da persone senza vita sociale piegate su una scrivania col pennino in mano, e dialoghi chilometrici basati sulle seghe mentali dei protagonisti su cosa fare, seppure alla fine si riducano sempre a tornare disegnare con la promessa di fare meglio.
Questa ventina di volumi me li sono letteralmente mangiati, e ragionandoci, non è una cosa che consiglio. Per godersi questo manga è necessario diluirlo nel tempo, per affezionarsi maggiormente ai personaggi in modo da commuoversi nei momenti salienti della loro vita, di cui verrà rappresentata una bella manciata d'anni.
Non è solo un manga che parla di mangaka, è un manga che parla di manga, non è tanto la vita dello scrittore e/o del disegnatore ad avere un ruolo di prim'ordine, ma il processo di creazione di un opera e di tutto ciò che ci ruota intorno. L'effetto matrioska non si ferma all'opera in sé, ma fa parte di una dimensione maggiore - quella reale - che la ingloba e la completa. Se questo manga fosse stato scritto da qualcun altro, non sarebbe stata la stessa cosa, se gli autori non fossero stati gli stessi di Death Note, le storie dark dei protagonisti non avrebbero avuto la stessa potenzialità che invece noi lettori abbiamo immaginato, conoscendo il background degli autori.
Dei mille manga proposti, tutti sembrano interessanti, avresti voglia esistessero tutti per leggeri, sia che si parli di un romance sdolcinato o di un rozzo yankee manga. Uno dei suoi pregi è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi e i personaggi stessi, che di fatto riusciranno a rendere digeribili 20 volumi di disegni occupati al 90% da persone senza vita sociale piegate su una scrivania col pennino in mano, e dialoghi chilometrici basati sulle seghe mentali dei protagonisti su cosa fare, seppure alla fine si riducano sempre a tornare disegnare con la promessa di fare meglio.
Questa ventina di volumi me li sono letteralmente mangiati, e ragionandoci, non è una cosa che consiglio. Per godersi questo manga è necessario diluirlo nel tempo, per affezionarsi maggiormente ai personaggi in modo da commuoversi nei momenti salienti della loro vita, di cui verrà rappresentata una bella manciata d'anni.
Volevo aspettare la fine del manga per recensirlo, ma visto l'amore che provo per questa serie non ce l'ho fatto ed ecco le mie impressioni. Inanzitutto Bakuman è un manga scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata, già famosi per il popolarissimo Death Note. I protagonisti di questo manga, sì sono due, sono due ragazzini delle medie: Takagi e Mashiro entrambi molto appassionati di manga e desiderosi di diventare i migliori mangaka di tutto il Giappone. Takagi è un bravissimo scrittore che riesce a creare trame e name fantastici, mentre Mashiro è un abile disegnatore, che ha preso la passione per il disegno dallo zio anche lui un mangaka che si suicidò però per alcuni insuccessi e per il troppo lavoro. Insieme a loro ci sono anche Azuki e Miyoshi. La prima è un'aspirante doppiatrice che promette a Mashiro di sposarlo solo se lei riuscirà a realizzare il suo sogno, e se lui riuscirà a trarre una serie animata dal proprio manga. La seconda, Miyoshi, è la ragazza di Takagi, dal carattere molto vivace che fa di tutto, a volte anche troppo, per aiutare i due ragazzi a realizzare il proprio sogno.
Col proseguire della storia si conosceranno molti altri personaggi che diventeranno gli amici/rivali del team Mashiro/Takagi sfidandosi a colpi di manga e i più importanti sono: Eiji Nizuma, considerato un mangaka geniale, perché riesce a sfondare disegnando solo ciò che gli piace veramente. Il suo primo manga è Crow. Shinta Fukuda è un ragazzo dal carattere forte e testardo, inizialmente lavora come assistente di Eiji, ma riesce a sfondare con un suo manga ovvero Kiyoshi Knight. Kazuya Hiramaru è sicuramente uno dei personaggi più strani di questo manga, infatti pur essendo un mangaka, odia i manga e inizia a disegnarli solo per caso quando tornando dal lavoro trova una copia di Shonen Jump. Migliora molto velocemente e riesce a pubblicare la sua serie, ovvero Lontra Numero 11, la quale ottiene un successo strepitoso.
Ogni personaggio è caratterizzato in maniera eccellente, ogni sentimento è ben espresso ma non si cade mai nello Shōjo. Mi sta particolarmente a cuore il mangaka Eiji Niizuma, considerato da molti il liceale genio, un ragazzo in grado di fare un name in appena trenta minuti, il cui unico scopo nella vita è disegnare manga. Mi fa sempre ridere leggere le sue batutte e anche il suo aspetto mi fa sorridere.
Passando ora al disegno si può dire che rientra nei canoni standard senza nulla di eccezionale, ma un disegno che non stanca e che si apprezza per la sua semplicità. Molti lo hanno criticato perché ritenuto inferiore a quello di Death Note, ma a mio parere è stata un idea del disegnatore questo stile perché più adatto al genere. In conclusione Bakuman è un manga davvero fantastico che all'apparenza può risultare superficiale, ma al contrario è ricco di amicizia, amore e passione. Un must-have per tutti quelli che leggono manga.
Col proseguire della storia si conosceranno molti altri personaggi che diventeranno gli amici/rivali del team Mashiro/Takagi sfidandosi a colpi di manga e i più importanti sono: Eiji Nizuma, considerato un mangaka geniale, perché riesce a sfondare disegnando solo ciò che gli piace veramente. Il suo primo manga è Crow. Shinta Fukuda è un ragazzo dal carattere forte e testardo, inizialmente lavora come assistente di Eiji, ma riesce a sfondare con un suo manga ovvero Kiyoshi Knight. Kazuya Hiramaru è sicuramente uno dei personaggi più strani di questo manga, infatti pur essendo un mangaka, odia i manga e inizia a disegnarli solo per caso quando tornando dal lavoro trova una copia di Shonen Jump. Migliora molto velocemente e riesce a pubblicare la sua serie, ovvero Lontra Numero 11, la quale ottiene un successo strepitoso.
Ogni personaggio è caratterizzato in maniera eccellente, ogni sentimento è ben espresso ma non si cade mai nello Shōjo. Mi sta particolarmente a cuore il mangaka Eiji Niizuma, considerato da molti il liceale genio, un ragazzo in grado di fare un name in appena trenta minuti, il cui unico scopo nella vita è disegnare manga. Mi fa sempre ridere leggere le sue batutte e anche il suo aspetto mi fa sorridere.
Passando ora al disegno si può dire che rientra nei canoni standard senza nulla di eccezionale, ma un disegno che non stanca e che si apprezza per la sua semplicità. Molti lo hanno criticato perché ritenuto inferiore a quello di Death Note, ma a mio parere è stata un idea del disegnatore questo stile perché più adatto al genere. In conclusione Bakuman è un manga davvero fantastico che all'apparenza può risultare superficiale, ma al contrario è ricco di amicizia, amore e passione. Un must-have per tutti quelli che leggono manga.
<b> Attenzione: può contenere spoiler! </b>
La storia narra di due ragazzi frequentanti delle scuole medie, Mashiro Moritaka e Takagi Akito: il primo è un giovane disegnatore, vincitore di alcuni premi giovanili, il secondo è un abile scrittore famoso in tutta la regione per i suoi rendimenti scolastici. Takagi, notando la notevole abilità nel disegno di Mashiro, lo invita ad unirsi a lui per seguire la strada che li porterà a diventare un famoso duo di mangaka. Ad unirsi a loro ci sarà Azuki, innamorata e ricambiata in amore da Mashiro, che come loro possiede un sogno ambizioso: diventare una seiyū, ovvero una doppiatrice.
Con il passare del tempo la loro abilità ed esperienza cresce, tra grandi soddisfazioni e forti delusioni che li porterà a maturare e a conoscere persone straordinarie, che saranno per loro importanti amici, rivali, confidenti e mentori.
Alla vigilia della loro pubblicazione su Akamaru Jump Takagi e Mashiro, con l'aiuto di Kaya Miyoshi, amica di Miho, scelsero il loro nome d'arte con cui sarebbero comparsi sulla rivista cioè Muto Ashirogi. Il nome è composto da tre degli ideogrammi dei nomi dei tre ragazzi più i kanji di "sogno" e "realizzare". Lo scelsero come segno di buon augurio per la realizzazione dei loro sogni.
Ora vi parlerò dei personaggi principali:
Moritaka Mashiro (真城 最高 Mashiro Moritaka): nipote del defunto mangaka Nobuhiro "Kawaguchi Taro" Mashiro, è un ragazzo a cui è sempre piaciuto disegnare ottenendo anche buoni risultati come primi posti a concorsi di disegno regionali, ma la morte improvvisa dello zio lo ha privato dello stimolo a seguire i propri sogni, o di anche solo dichiararsi alla ragazza di cui è innamorato, Miho Azuki. Tutto cambiò con l'incontro in terza media con Akito Takagi, suo compagno di classe, che gli propone di diventare mangaka. Attraverso l'intraprendenza e la voglia di fare del geniale Takagi, Mashiro ritrova l'ardore perduto, arrivando a chiedere a Miho di sposarlo una volta che i loro sogni si fossero realizzati. Di carattere impulsivo ma dotato di grandi capacità di analisi e di una volontà di ferro, Moritaka è instancabile e stacanovista tanto da arrivare a non dormire di notte e ad ammalarsi per poter consegnare i capitoli in tempo. Tiene tantissimo all'amicizia di Shujin, per cui metterebbe in discussione i suoi stessi principi. "Saiko" (サイコー) è il soprannome con cui lo chiama Takagi, che è l'altra possibile pronuncia dei kanji del suo nome e che significa "il migliore". Il suo manga preferito è Rocky Joe.
Akito Takagi (高木 秋人 Takagi Akito): figlio di un impiegato e di una insegnante, è il migliore amico di Mashiro e suo collaboratore nell'elaborazione dei manga. Geniale studente, famoso in tutta la regione per i suoi voti scolastici alti e per le onorificenze ottenuti presso concorsi di scrittura, è un ragazzo con ottime doti di deduzione e osservazione, ma a discapito di quanto possa sembrare è estremamente anti-conformista e contro corrente, e assumendo a volte agli occhi di Mashiro (e quindi agli occhi di un giapponese medio) comportamenti imbarazzanti o spregiudicati.È stato lui a proporre a Mashiro di far manga come professione e a permettere che lui e Azuki si parlassero per la prima volta; per fare ciò aveva chiesto informazioni alla migliore amica della ragazza, Kaya Miyoshi che, credendo che fosse un modo per dichiararsi a lei, si prende una cotta per lui. Sembra che Takagi possieda un certo fascino sul sesso femminile, tanto da attirare le attenzioni non solo di Kaya, ma anche di Aiko Iwase e della collega scrittrice Yuriko Aoki. "Shujin" (シュージン) è il soprannome datogli in contraccambio da Mashiro, ed è l'altra pronuncia dei kanji del nome, e significa "carcerato". Il suo manga preferito è Dragon Ball.
Miho Azuki (亜豆 美保 Azuki Miho): giovane ragazza di ricca famiglia, ha sempre mantenuto un atteggiamento amichevole e disponibile non attirando più di tanto l'attenzione o facendosi notare in particolare, nonostante la sua bellezza abbia sicuramente portato esiti differenti. Secondo Takagi, questo atteggiamento è dovuto dal fatto che Azuki sa cosa deve fare per essere una "brava ragazza giapponese"; ma anche Miho al pari del geniale Shujin possiede un sogno tanto "strano", per l'immagine che ha proiettato di sé, quanto ambizioso: diventare una seiyū, cioè una doppiatrice, mettendoci un grande impegno e dedizione, paritario a quello che Mashiro impiegherà nel suo lavoro di mangaka. La sua natura romantica e il suo amore per Mashiro creeranno un forte contrasto con il suo grande sogno, che riuscirà sempre a superare grazie ai seppur discontinui contatti telefonici con il ragazzo stesso. Miho è il ritratto di sua madre, la donna di cui Nobuhiro Mashiro era innamorato, come essa appariva alla sua età.
Kaya Miyoshi (見吉 香耶 Miyoshi Kaya): migliore amica di Miho e ragazza di Takagi, Kaya è sicuramente una ragazza piena di vita e vivace, impiegando tutte le sue energie in attività atletiche e marziali, tanto da raggiungere addirittura i nazionali. Inizialmente non considerata da Takagi, perché non interessato in quel frangente al voler avere una relazione, riuscirà pian piano a conquistarlo fino ad ufficializzare la cosa in prima liceo. Nei confronti di Mashiro all'inizio ha un rapporto conflittuale, a causa dello strano rapporto che lui e Miho avevano deciso di instaurare e anche per il fatto che volesse a tutti i costi intromettersi nel loro lavoro e, secondo Mashiro, diventare una fonte di distrazione. Andando avanti però Miyoshi diventerà un membro insostituibile del loro gruppo, tanto da diventare anche una loro preziosa collaboratrice tuttofare, dal ruolo di assistente tecnico a lettrice e recensitrice del materiale giallistico che serviva per la serie di "Detective Trap", a fonte di entusiasmo e conforto nei momenti difficili per tutti e tre i suoi amici. Come carattere Kaya è fortemente emotiva, tanto da arrivare ad infervorarsi o a piangere di gioia per un nonnulla.
Eiji Niizuma: ragazzo nato nella prefettura di Aomori, è di un anno più grande di Mashiro e Takagi, ed è considerato un mangaka di tipo "genio", cioè quel genere di mangaka che riesce a sfondare disegnando ciò che più lo aggrada; dopo essersi classificato al primo e al secondo posto nel concorso per il premio Tezuka, Eiji arriva primo anche su Akamaru Jump con lo one-shot di Crow di cui inizia successivamente la serializzazione. La cosa che rende Niizuma davvero un genio, non è tanto l'essere ancora un liceale, bensì la sua passione e la tecnica con cui compie il suo lavoro, che fa letteralmente ammutolire: riesce infatti a disegnare ciò che vuole quasi senza pensarci, facendo la composizione della pagina e la divisione in vignette all'istante, ad una velocità impressionante. Inoltre fino ad un "Brain-Storming" con Mashiro e Fukuda, non aveva mai fatto riunioni con editor o disegnato name, ma solo tavole definitive. La sua abilità sembra essere determinata da una decina di anni di continuo disegnare, suo unico hobby e gioco fin da bambino, in quanto viveva in una zona piuttosto isolata. Eiji caratterialmente è parecchio estroverso ed eccentrico con molte manie, ma possiede anche un lato serio e una grande capacità di osservazione, riuscendo subito a capire con una sola occhiata, i sentimenti e gli stati d'animo di chi gli sta intorno. Nonostante tutto si è guadagnato fin dall'inizio il rispetto e l'ammirazione di molti suoi colleghi, con cui ha stretto un legame di amicizia e rivalità. Mashiro e Takagi lo considerano il loro rivale naturale, cosa condivisa dallo stesso Eiji, il quale conferma subito la sua stima e ammirazione verso i due ragazzi, ammettendo di non poter essere in grado di scrivere storie come le loro. Il suo manga preferito è Doraemon.
Shinta Fukuda: nato nella prefettura di Hiroshima, è un ragazzo dal carattere piuttosto coriaceo e deciso. Fukuda è un mangaka debuttante con pochi peli sulla lingua, idee molto precise e, in alcuni casi, particolarmente rivoluzionarie sull'essere un mangaka e sul sistema che ruota intorno alle riviste fumettistiche: non si fa alcun problema a dire ciò che pensa in faccia al diretto interessato, sia che sia un editor o un suo collega, se non addirittura il capo-redattore, con il suo tono un po' burbero e gasato ma sempre giustificato. È molto ferrato in "teoria del manga", conoscendo perfettamente tutto il sistema redazionale e quali siano le regole che stabiliscono il loro lavoro, sia nei rapporti con gli editor che nello sviluppo del proprio manga. Fukuda è poi, per così dire, il fondatore dell'omonimo "team" di mangaka che comprende altri debuttanti come lui: i due Ashirogi, Niizuma, Aoki, Nakai e Hiramaru; il team si fonda sul principio che oltre ad essere rivali, tra loro sono anche amici e compagni, pronti a sostenersi nel momento del bisogno o a darsi suggerimenti quando necessario, come nell'occasione in cui decisero di scioperare tutti insieme per impedire l'ingiusta cancellazione di "Detective Trap", causa il ricovero di Mashiro o come quando si ritrovarono a fare un nuovo "Brain-Storming" per affrontare il gioco sporco di Koogy, in occasione della Gold Future Cup. Come autore ha ricevuto due menzioni al Tezuka e una pubblicazione su Akamaru Jump, e il suo manga, o prototipi di esso, Kiyoshi Knight è stato respinto sette volte prima di essere stato pubblicato come serie, poiché troppo crudo e con un linguaggio inappropriato; Fukuda pensa infatti che non essendo un tipo di testo fondamentale, uno shōnen possa avere determinati contenuti e che anzi siano tra gli elementi che ne permettano la buona riuscita. Il suo manga preferito è To Love-Ru.
Kazuya Hiramaru: è uno dei personaggi più amati della serie. Da normale impiegato aziendale decide di diventare mangaka dopo aver letto una copia di Weekly Shonen Jump, dimenticata da qualcuno sulla metropolitana, mentre tornava dal lavoro. Un mese dopo consegnò lo one-shot "Lontra numero 11" e ottenne una menzione al Treasure. La cosa stupefacente è che prima di allora non sapeva neanche che cosa fosse il Jump, o come si facesse un manga o anche cosa fossero i retini. Hiramaru ha progredito, andando semplicemente a tentativi e perfezionandosi da solo, avendo come base solo quella copia di Jump, senza farsi insegnare niente da nessuno o da alcun manuale. Il suo particolare stile di caratterizzare i personaggi e la storia, attraverso situazioni assurde e sofismi dialettici, lo rendono un ottimo scrittore da gag-manga tanto da riscuotere l'assenso della stessa riunione per la serializzazione, passando avanti a debuttanti più esperti come Fukuda. Caratterialmente Hiramaru è una persona apatica, con un atteggiamento pessimista e sempre insoddisfatto, senza senso della misura, lasciandosi a volte andare a comportamenti poco dignitosi o sensati, per l'appunto, specialmente quando le cose gli vanno bene. Ama molto bere e le belle donne, tanto da rimanere folgorato dalla persona di Aoki di cui si innamora perdutamente. Odia il lavoro in se e per sua stessa ammissione vorrebbe essere un panda e vivere in uno zoo, allevato e amato da tutti, piuttosto che fare una serie settimanale che ritiene una cosa assurda. In verità Hiramaru è privo di una fiducia nelle proprie capacità e la cerca negli altri, sperando nel loro sostegno e nel loro aiuto, soprattutto con il suo editor, Yoshida, diventato poi suo confidente e amico, e compagno in più di una situazione, di allegri siparietti comici. Hiramaru appartiene, secondo Akira Hattori, alla stessa categoria di Niizuma cioè quella dei "geni", anche se lui è di un genere diverso: infatti riesce a fare manga di successo senza averne la minima voglia o intenzione, ma solo grazie all'idea che una volta compiuto il proprio dovere, potrà godere di un premio o di una determinata ricompensa.
Yuriko Aoki: è una splendida ragazza decisa di sfondare come sceneggiatrice su una rivista shōnen dopo numerose esperienze da scrittrice di shōjo sul Margaret, rivista fumettistica dedicata prettamente ad un pubblico femminile appartenente anch'essa alla Shueisha, che farebbe da contraltare al Jump. Ottenuto il secondo posto al concorso Story King per sceneggiatori, trova infine in Nakai il partner per debuttare sul Jump con la sua storia Hideout Door, arrivata seconda alla Gold Future Cup. Essendo stata respinta in un primo momento Aoki pensa che il problema sia nei disegni, decidendo allora di cambiare partner prediligendo Koogy, poiché pensa che il suo stile di disegno possa esprimere al meglio la sua visione del mondo. Si ricrederà vedendo la dedizione con cui Nakai è pronto a dimostrarle di poter rendere la sua storia un capolavoro grafico, arrivando a disegnare le pagine durante una tormenta nel parco di fronte alla casa della ragazza. Yuriko è una ragazza estremamente decisa e di carattere, con forti principi artistici rispetto ai quali non vuole scendere a compromessi, anche se questo significherebbe la perdita di popolarità della storia stessa. A volte il suo atteggiamento risulta altezzoso e distaccato, mantenendo sempre un modo di fare discreto e riservato. Tutto ciò non è altro che una maschera, dietro alla quale si nasconde una Aoki insicura e poco fiduciosa ma anche estremamente dolce e sensibile. Grazie all'aiuto di Takagi, di cui arriverà a prendersi una cotta, riuscirà ad aprirsi agli altri e con i suggerimenti di Fukuda e del suo secondo editor Yamahisa, migliorerà le sue stesse capacità di autrice completa, arrivando a disegnare le proprie storie autonomamente. Yuriko lungo tutta la serie dimostrerà di essere una ragazza molto romantica, innamorandosi di tre suoi colleghi: Takagi, che però cercherà di dimenticare avendo capito l'amore del ragazzo per Miyoshi, Nakai, ricambiata inizialmente ma poi da lui abbandonata in modo meschino, e Hiramaru, da lui ricambiata e con cui si metterà insieme. Il suo manga preferito è Arrivare a te
Takuro Nakai: assistente sui trent'anni, sovrappeso ma incredibilmente abile, Nakai è nel mondo della fumettistica da parecchi anni ma in tutto questo tempo ha ottenuto solo un premio su una rivista mensile e niente di più; nonostante tutto però il suo desiderio di sfondare non lo ha ancora abbandonato, non volendo accontentarsi di una semplice carriera da assistente, a scapito di continue delusioni e frustrazioni. La fiamma della rivalsa si riaccenderà in lui quando si imbatterà nell'entusiasmo dei debuttanti Eiji, Mashiro e Fukuda, che lo influenzeranno non poco, cogliendo al balzo l'occasione di poter disegnare la storia di Aoki Ko, seconda classificata allo Story King. Nakai e Aoki debuttano nella Gold Future Cup, arrivando secondi (ma solo perché Ashirogi e Fukuda sono arrivati primi a pari merito), e dopo due consulte per la serializzazione ottengono la serie ufficiale. Nakai si caratterizza non solo per essere il più vecchio dei membri del Team Fukuda, ma anche per il suo sogno di avere una ragazza di cui è alla costante ricerca. Nel corso della serie Nakai dimostra di avere un carattere altalenante, da momenti in cui si mostra affabile e deciso ad altri in cui invece è arrogante e facile alla rabbia; anzi questo sua caratteristica si mostra soprattutto dopo la cancellazione di Hideout Door e la risposta negativa di Aoki, data con tatto, alla confessione dei suoi sentimenti verso la donna. Nakai successivamente, arriverà a imporle un ultimatum, per ottenere nuovamente la sua collaborazione ad una sua nuova serie, ovvero quello di diventare la sua donna, e in caso di risposta negativa non se ne sarebbe fatto niente. Lei disgustata lo schiaffeggia in lacrime, delusa che si sia dimostrato una persona così meschina. Dopo la cancellazione della serie di Takahama, di cui era diventato assistente, decide di far ritorno a casa dei suoi nella prefettura di Akita, ma prima di andarsene rincontra tutti i suoi amici, venuti a impedirgli di partire; rivolge ad Aoki le più sentite scuse, venendo perdonato e ringraziato per il suo impegno, durante la serializzazione di Hideout. Il suo manga preferito è Capricciosa Orange Road
Aiko Iwase: è una compagna di scuola di Takagi, Mashiro, Azuki e Miyoshi; Iwase è una ragazza molto sicura di se, si arriverebbe a definirla altezzosa, di bell'aspetto ed estremamente intelligente, tanto che nelle classifiche generali scolastiche si poneva al secondo posto, sottostante a Takagi. Colpita da tale fatto, Iwase strinse la mano al biondo, esortandolo ad impegnarsi ancora di più poiché lei avrebbe fatto lo stesso, e di sostenersi reciprocamente; da questo gesto la ragazza intese che loro due stessero insieme. Infatti verso Takagi, Iwase ha sempre mostrato un atteggiamento strano sbilanciandosi tra l'amore e la piena rivalità, che la spingono da un lato a dimostrare di essere più brava di lui e dall'altro di cercare la sua approvazione. Inizialmente Iwase denigrò la volontà di Takagi di diventare un mangaka, ritenedo il fumetto un'espressione artistica ben inferiore alla scrittura. All'università dopo aver conosciuto Aoki e aver scoperto che Takagi stava ancora rincorrendo il suo sogno, ottenendo anche dei buoni risultati, e soprattutto stava ancora con Miyoshi, deciderà di immergersi anche lei in quel mondo proponendo allo stesso Hattori la storia di +Natural. L'editor rimase molto colpito dalla trama e pensando che potesse essere uno stimolo per i suoi pupilli, le propose di lavorare in coppia con Niizuma che si sarebbe occupato dei disegni. La ragazza si dimostrò subito molto presa dalla sua nuova carriera, stimolata dal poter competere con Takagi. Iwase è incredibilmente orgogliosa e decisa di carattere, e odia perdere; quando scoprì che Takagi e Miyoshi si erano sposati, non potendo più considerarlo sotto quell'aspetto, si prende qualcosa di simile ad una cotta per Hattori cercando di "sedurlo" in più di un'occasione, con le conseguenti reazioni imbarazzate dell'uomo. Mentre studiava per gli esami di ammissione all'università, Iwase scrisse un libro di novelle, "Giorno del diploma in verde", che le valse un premio per scrittori esordienti. Il suo manga preferito è La storia dei tre Adolf.
Shoyo Takahama: ragazzo taciturno e piuttosto chiuso verso gli altri che fa parte del team di assistenti per la serializzazione di Detective Trap, insieme ad Ogawa e a Kato, verso cui non prova particolare stima o interesse a socializzare. Una sera però il ragazzo confidò a Mashiro che il suo atteggiamento chiuso, verso di lui almeno, era motivato dall'ammirazione che ha nei suoi confronti, considerando eccezionale poter sostenere i ritmi di una serie andando ancora a scuola. Takahama dimostra di essere un ragazzo molto loquace se preso per il verso giusto e con una grande determinazione; sarà il primo degli assistenti del duo Ashirogi Muto a lasciare il suo ruolo per intraprendere una serie sua, il cui nome è Business Boy Kenichi. Tornerà a fare l'assistente per Mashiro e Takagi quando la sua serie chiuderà, per la loro seconda serie ufficiale Corri, Daihatsu Tanto!, ma li lascerà nuovamente per seguire la sua nuova storia. Takahama dimostra di avere una certa ambizione: la prima sera in cui parlò con Mashiro, ammise che in futuro gli sarebe piaciuto lavorare presso la Disney.
Shizuka Ryu: è un hikikomori, ovvero un recluso che evita ogni contatto con la società indotto da paure o ferite psicologiche, che ha vissuto in solitudine dalla seconda media. Un giorno decide di inviare al concorso del premio Tezuka del Jump un suo manoscritto che attirò l'attenzione di Eiji Niizuma che era tra i giudici di quell'edizione. Ottenuta una menzione d'onore, viene contattato da Yamahisa che da allora si prenderà cura di lui e della sua crescita come mangaka, attraverso un lento processo di interazione. Shizuka ha molta difficoltà nel relazionarsi con gli altri, fatica a parlare e predilige, soprattutto nei primi incontri con il suo nuovo editor, il silenzio e la gestualità. Appare per di più come una persona imperturbabile e solo in alcune occasioni modifica le sue espressioni, soprattutto nelle occasioni in cui è risentito o arrabbiato per qualcosa. È infatti molto suscettibile e, questo a causa della sua psiche emotiva fragile, percepisce le singole vittorie e le sconfitte in modo molto profondo; Yamahisa lo descrive come molto sensibile e che questo lo porta a mettere molto se stesso nelle opere che scrive e disegna. Specialmente in True Human, si comprende tutto il suo risentimento nei confronti degli uomini Sempre lui, dice che ciò che Shizuka ha provato per la vittoria al Treasure prima, e per il fallimento alla sua prima riunione per la serializzazione dopo, sono difficilmente immaginabili secondo il metro di misura della gente comune. Shizuka è un vero patito di video-games e di computer, infatti le sue prime riunioni con Yamahisa le ha fatte via chat, nelle quali si dimostrava tra l'altro divertente e spigliato, per poi passare a semplici incontri informali nei quali invece i due passavano il lor tempo a giocare alla PlayStation 3. Il suo manga preferito è Level E di Yoshihiro Togashi. Questo personaggio non appare nell'anime.
Shun Shiratori: membro di una ricca famiglia, ha il sogno di diventare un mangaka nonostante non pensi di avere le giuste capacità. Quando gli Ashirogi hanno bisogno di assistenti per PCP Shiratori prenderà al volo questa opportunità, sperando di diventare indipendente e separarsi dai propri genitori. Incoraggiato da Mashiro e Takagi, inizierà a sviluppare una sua storia, Rabuta & Peace, col quale esordirà sul Jump, grazie soprattutto all'aiuto di Takagi che ritoccherà alcuni script del manga. Verrà successivamente cancellato dal Jump promettendo però ai due autori che la prossima volta riuscirà ad essere serializzato con le sue forze.
Toru Nanamine: Inizialmente è un grande fan di Detective Trap e degli Ashirogi, mandando spesso lettere ai due mangaka dove espone le proprie idee. Successivamente si presenterà come un ragazzo molto solare e simpatico che vuole seguire le orme degli Ashirogi, da cui prende spunto per i suoi manga. In realtà è un personaggio estremamente calcolatore e freddo, arrivando a manipolare alcune persone conosciute online, a cui si aggiungerà successivamente anche il suo editore Kosugi, per migliorare il suo manga e superare il duo Mashiro-Takagi. Tuttavia perderà miseramente quando chiederà ai due mangaka di pubblicare nello stesso numero del Jump una storia uguale per entrambi i manga. Riapparirà poco dopo la fine di Crow mostrando come abbia evoluto il suo metodo di sviluppo dei manga fondando addirittura una società. Nonostante ciò anche stavolta il suo manga perderà.
Questo manga è davvero bello e i disegni sono molto curati e realistici.
Lo consiglio a tutti.
La storia narra di due ragazzi frequentanti delle scuole medie, Mashiro Moritaka e Takagi Akito: il primo è un giovane disegnatore, vincitore di alcuni premi giovanili, il secondo è un abile scrittore famoso in tutta la regione per i suoi rendimenti scolastici. Takagi, notando la notevole abilità nel disegno di Mashiro, lo invita ad unirsi a lui per seguire la strada che li porterà a diventare un famoso duo di mangaka. Ad unirsi a loro ci sarà Azuki, innamorata e ricambiata in amore da Mashiro, che come loro possiede un sogno ambizioso: diventare una seiyū, ovvero una doppiatrice.
Con il passare del tempo la loro abilità ed esperienza cresce, tra grandi soddisfazioni e forti delusioni che li porterà a maturare e a conoscere persone straordinarie, che saranno per loro importanti amici, rivali, confidenti e mentori.
Alla vigilia della loro pubblicazione su Akamaru Jump Takagi e Mashiro, con l'aiuto di Kaya Miyoshi, amica di Miho, scelsero il loro nome d'arte con cui sarebbero comparsi sulla rivista cioè Muto Ashirogi. Il nome è composto da tre degli ideogrammi dei nomi dei tre ragazzi più i kanji di "sogno" e "realizzare". Lo scelsero come segno di buon augurio per la realizzazione dei loro sogni.
Ora vi parlerò dei personaggi principali:
Moritaka Mashiro (真城 最高 Mashiro Moritaka): nipote del defunto mangaka Nobuhiro "Kawaguchi Taro" Mashiro, è un ragazzo a cui è sempre piaciuto disegnare ottenendo anche buoni risultati come primi posti a concorsi di disegno regionali, ma la morte improvvisa dello zio lo ha privato dello stimolo a seguire i propri sogni, o di anche solo dichiararsi alla ragazza di cui è innamorato, Miho Azuki. Tutto cambiò con l'incontro in terza media con Akito Takagi, suo compagno di classe, che gli propone di diventare mangaka. Attraverso l'intraprendenza e la voglia di fare del geniale Takagi, Mashiro ritrova l'ardore perduto, arrivando a chiedere a Miho di sposarlo una volta che i loro sogni si fossero realizzati. Di carattere impulsivo ma dotato di grandi capacità di analisi e di una volontà di ferro, Moritaka è instancabile e stacanovista tanto da arrivare a non dormire di notte e ad ammalarsi per poter consegnare i capitoli in tempo. Tiene tantissimo all'amicizia di Shujin, per cui metterebbe in discussione i suoi stessi principi. "Saiko" (サイコー) è il soprannome con cui lo chiama Takagi, che è l'altra possibile pronuncia dei kanji del suo nome e che significa "il migliore". Il suo manga preferito è Rocky Joe.
Akito Takagi (高木 秋人 Takagi Akito): figlio di un impiegato e di una insegnante, è il migliore amico di Mashiro e suo collaboratore nell'elaborazione dei manga. Geniale studente, famoso in tutta la regione per i suoi voti scolastici alti e per le onorificenze ottenuti presso concorsi di scrittura, è un ragazzo con ottime doti di deduzione e osservazione, ma a discapito di quanto possa sembrare è estremamente anti-conformista e contro corrente, e assumendo a volte agli occhi di Mashiro (e quindi agli occhi di un giapponese medio) comportamenti imbarazzanti o spregiudicati.È stato lui a proporre a Mashiro di far manga come professione e a permettere che lui e Azuki si parlassero per la prima volta; per fare ciò aveva chiesto informazioni alla migliore amica della ragazza, Kaya Miyoshi che, credendo che fosse un modo per dichiararsi a lei, si prende una cotta per lui. Sembra che Takagi possieda un certo fascino sul sesso femminile, tanto da attirare le attenzioni non solo di Kaya, ma anche di Aiko Iwase e della collega scrittrice Yuriko Aoki. "Shujin" (シュージン) è il soprannome datogli in contraccambio da Mashiro, ed è l'altra pronuncia dei kanji del nome, e significa "carcerato". Il suo manga preferito è Dragon Ball.
Miho Azuki (亜豆 美保 Azuki Miho): giovane ragazza di ricca famiglia, ha sempre mantenuto un atteggiamento amichevole e disponibile non attirando più di tanto l'attenzione o facendosi notare in particolare, nonostante la sua bellezza abbia sicuramente portato esiti differenti. Secondo Takagi, questo atteggiamento è dovuto dal fatto che Azuki sa cosa deve fare per essere una "brava ragazza giapponese"; ma anche Miho al pari del geniale Shujin possiede un sogno tanto "strano", per l'immagine che ha proiettato di sé, quanto ambizioso: diventare una seiyū, cioè una doppiatrice, mettendoci un grande impegno e dedizione, paritario a quello che Mashiro impiegherà nel suo lavoro di mangaka. La sua natura romantica e il suo amore per Mashiro creeranno un forte contrasto con il suo grande sogno, che riuscirà sempre a superare grazie ai seppur discontinui contatti telefonici con il ragazzo stesso. Miho è il ritratto di sua madre, la donna di cui Nobuhiro Mashiro era innamorato, come essa appariva alla sua età.
Kaya Miyoshi (見吉 香耶 Miyoshi Kaya): migliore amica di Miho e ragazza di Takagi, Kaya è sicuramente una ragazza piena di vita e vivace, impiegando tutte le sue energie in attività atletiche e marziali, tanto da raggiungere addirittura i nazionali. Inizialmente non considerata da Takagi, perché non interessato in quel frangente al voler avere una relazione, riuscirà pian piano a conquistarlo fino ad ufficializzare la cosa in prima liceo. Nei confronti di Mashiro all'inizio ha un rapporto conflittuale, a causa dello strano rapporto che lui e Miho avevano deciso di instaurare e anche per il fatto che volesse a tutti i costi intromettersi nel loro lavoro e, secondo Mashiro, diventare una fonte di distrazione. Andando avanti però Miyoshi diventerà un membro insostituibile del loro gruppo, tanto da diventare anche una loro preziosa collaboratrice tuttofare, dal ruolo di assistente tecnico a lettrice e recensitrice del materiale giallistico che serviva per la serie di "Detective Trap", a fonte di entusiasmo e conforto nei momenti difficili per tutti e tre i suoi amici. Come carattere Kaya è fortemente emotiva, tanto da arrivare ad infervorarsi o a piangere di gioia per un nonnulla.
Eiji Niizuma: ragazzo nato nella prefettura di Aomori, è di un anno più grande di Mashiro e Takagi, ed è considerato un mangaka di tipo "genio", cioè quel genere di mangaka che riesce a sfondare disegnando ciò che più lo aggrada; dopo essersi classificato al primo e al secondo posto nel concorso per il premio Tezuka, Eiji arriva primo anche su Akamaru Jump con lo one-shot di Crow di cui inizia successivamente la serializzazione. La cosa che rende Niizuma davvero un genio, non è tanto l'essere ancora un liceale, bensì la sua passione e la tecnica con cui compie il suo lavoro, che fa letteralmente ammutolire: riesce infatti a disegnare ciò che vuole quasi senza pensarci, facendo la composizione della pagina e la divisione in vignette all'istante, ad una velocità impressionante. Inoltre fino ad un "Brain-Storming" con Mashiro e Fukuda, non aveva mai fatto riunioni con editor o disegnato name, ma solo tavole definitive. La sua abilità sembra essere determinata da una decina di anni di continuo disegnare, suo unico hobby e gioco fin da bambino, in quanto viveva in una zona piuttosto isolata. Eiji caratterialmente è parecchio estroverso ed eccentrico con molte manie, ma possiede anche un lato serio e una grande capacità di osservazione, riuscendo subito a capire con una sola occhiata, i sentimenti e gli stati d'animo di chi gli sta intorno. Nonostante tutto si è guadagnato fin dall'inizio il rispetto e l'ammirazione di molti suoi colleghi, con cui ha stretto un legame di amicizia e rivalità. Mashiro e Takagi lo considerano il loro rivale naturale, cosa condivisa dallo stesso Eiji, il quale conferma subito la sua stima e ammirazione verso i due ragazzi, ammettendo di non poter essere in grado di scrivere storie come le loro. Il suo manga preferito è Doraemon.
Shinta Fukuda: nato nella prefettura di Hiroshima, è un ragazzo dal carattere piuttosto coriaceo e deciso. Fukuda è un mangaka debuttante con pochi peli sulla lingua, idee molto precise e, in alcuni casi, particolarmente rivoluzionarie sull'essere un mangaka e sul sistema che ruota intorno alle riviste fumettistiche: non si fa alcun problema a dire ciò che pensa in faccia al diretto interessato, sia che sia un editor o un suo collega, se non addirittura il capo-redattore, con il suo tono un po' burbero e gasato ma sempre giustificato. È molto ferrato in "teoria del manga", conoscendo perfettamente tutto il sistema redazionale e quali siano le regole che stabiliscono il loro lavoro, sia nei rapporti con gli editor che nello sviluppo del proprio manga. Fukuda è poi, per così dire, il fondatore dell'omonimo "team" di mangaka che comprende altri debuttanti come lui: i due Ashirogi, Niizuma, Aoki, Nakai e Hiramaru; il team si fonda sul principio che oltre ad essere rivali, tra loro sono anche amici e compagni, pronti a sostenersi nel momento del bisogno o a darsi suggerimenti quando necessario, come nell'occasione in cui decisero di scioperare tutti insieme per impedire l'ingiusta cancellazione di "Detective Trap", causa il ricovero di Mashiro o come quando si ritrovarono a fare un nuovo "Brain-Storming" per affrontare il gioco sporco di Koogy, in occasione della Gold Future Cup. Come autore ha ricevuto due menzioni al Tezuka e una pubblicazione su Akamaru Jump, e il suo manga, o prototipi di esso, Kiyoshi Knight è stato respinto sette volte prima di essere stato pubblicato come serie, poiché troppo crudo e con un linguaggio inappropriato; Fukuda pensa infatti che non essendo un tipo di testo fondamentale, uno shōnen possa avere determinati contenuti e che anzi siano tra gli elementi che ne permettano la buona riuscita. Il suo manga preferito è To Love-Ru.
Kazuya Hiramaru: è uno dei personaggi più amati della serie. Da normale impiegato aziendale decide di diventare mangaka dopo aver letto una copia di Weekly Shonen Jump, dimenticata da qualcuno sulla metropolitana, mentre tornava dal lavoro. Un mese dopo consegnò lo one-shot "Lontra numero 11" e ottenne una menzione al Treasure. La cosa stupefacente è che prima di allora non sapeva neanche che cosa fosse il Jump, o come si facesse un manga o anche cosa fossero i retini. Hiramaru ha progredito, andando semplicemente a tentativi e perfezionandosi da solo, avendo come base solo quella copia di Jump, senza farsi insegnare niente da nessuno o da alcun manuale. Il suo particolare stile di caratterizzare i personaggi e la storia, attraverso situazioni assurde e sofismi dialettici, lo rendono un ottimo scrittore da gag-manga tanto da riscuotere l'assenso della stessa riunione per la serializzazione, passando avanti a debuttanti più esperti come Fukuda. Caratterialmente Hiramaru è una persona apatica, con un atteggiamento pessimista e sempre insoddisfatto, senza senso della misura, lasciandosi a volte andare a comportamenti poco dignitosi o sensati, per l'appunto, specialmente quando le cose gli vanno bene. Ama molto bere e le belle donne, tanto da rimanere folgorato dalla persona di Aoki di cui si innamora perdutamente. Odia il lavoro in se e per sua stessa ammissione vorrebbe essere un panda e vivere in uno zoo, allevato e amato da tutti, piuttosto che fare una serie settimanale che ritiene una cosa assurda. In verità Hiramaru è privo di una fiducia nelle proprie capacità e la cerca negli altri, sperando nel loro sostegno e nel loro aiuto, soprattutto con il suo editor, Yoshida, diventato poi suo confidente e amico, e compagno in più di una situazione, di allegri siparietti comici. Hiramaru appartiene, secondo Akira Hattori, alla stessa categoria di Niizuma cioè quella dei "geni", anche se lui è di un genere diverso: infatti riesce a fare manga di successo senza averne la minima voglia o intenzione, ma solo grazie all'idea che una volta compiuto il proprio dovere, potrà godere di un premio o di una determinata ricompensa.
Yuriko Aoki: è una splendida ragazza decisa di sfondare come sceneggiatrice su una rivista shōnen dopo numerose esperienze da scrittrice di shōjo sul Margaret, rivista fumettistica dedicata prettamente ad un pubblico femminile appartenente anch'essa alla Shueisha, che farebbe da contraltare al Jump. Ottenuto il secondo posto al concorso Story King per sceneggiatori, trova infine in Nakai il partner per debuttare sul Jump con la sua storia Hideout Door, arrivata seconda alla Gold Future Cup. Essendo stata respinta in un primo momento Aoki pensa che il problema sia nei disegni, decidendo allora di cambiare partner prediligendo Koogy, poiché pensa che il suo stile di disegno possa esprimere al meglio la sua visione del mondo. Si ricrederà vedendo la dedizione con cui Nakai è pronto a dimostrarle di poter rendere la sua storia un capolavoro grafico, arrivando a disegnare le pagine durante una tormenta nel parco di fronte alla casa della ragazza. Yuriko è una ragazza estremamente decisa e di carattere, con forti principi artistici rispetto ai quali non vuole scendere a compromessi, anche se questo significherebbe la perdita di popolarità della storia stessa. A volte il suo atteggiamento risulta altezzoso e distaccato, mantenendo sempre un modo di fare discreto e riservato. Tutto ciò non è altro che una maschera, dietro alla quale si nasconde una Aoki insicura e poco fiduciosa ma anche estremamente dolce e sensibile. Grazie all'aiuto di Takagi, di cui arriverà a prendersi una cotta, riuscirà ad aprirsi agli altri e con i suggerimenti di Fukuda e del suo secondo editor Yamahisa, migliorerà le sue stesse capacità di autrice completa, arrivando a disegnare le proprie storie autonomamente. Yuriko lungo tutta la serie dimostrerà di essere una ragazza molto romantica, innamorandosi di tre suoi colleghi: Takagi, che però cercherà di dimenticare avendo capito l'amore del ragazzo per Miyoshi, Nakai, ricambiata inizialmente ma poi da lui abbandonata in modo meschino, e Hiramaru, da lui ricambiata e con cui si metterà insieme. Il suo manga preferito è Arrivare a te
Takuro Nakai: assistente sui trent'anni, sovrappeso ma incredibilmente abile, Nakai è nel mondo della fumettistica da parecchi anni ma in tutto questo tempo ha ottenuto solo un premio su una rivista mensile e niente di più; nonostante tutto però il suo desiderio di sfondare non lo ha ancora abbandonato, non volendo accontentarsi di una semplice carriera da assistente, a scapito di continue delusioni e frustrazioni. La fiamma della rivalsa si riaccenderà in lui quando si imbatterà nell'entusiasmo dei debuttanti Eiji, Mashiro e Fukuda, che lo influenzeranno non poco, cogliendo al balzo l'occasione di poter disegnare la storia di Aoki Ko, seconda classificata allo Story King. Nakai e Aoki debuttano nella Gold Future Cup, arrivando secondi (ma solo perché Ashirogi e Fukuda sono arrivati primi a pari merito), e dopo due consulte per la serializzazione ottengono la serie ufficiale. Nakai si caratterizza non solo per essere il più vecchio dei membri del Team Fukuda, ma anche per il suo sogno di avere una ragazza di cui è alla costante ricerca. Nel corso della serie Nakai dimostra di avere un carattere altalenante, da momenti in cui si mostra affabile e deciso ad altri in cui invece è arrogante e facile alla rabbia; anzi questo sua caratteristica si mostra soprattutto dopo la cancellazione di Hideout Door e la risposta negativa di Aoki, data con tatto, alla confessione dei suoi sentimenti verso la donna. Nakai successivamente, arriverà a imporle un ultimatum, per ottenere nuovamente la sua collaborazione ad una sua nuova serie, ovvero quello di diventare la sua donna, e in caso di risposta negativa non se ne sarebbe fatto niente. Lei disgustata lo schiaffeggia in lacrime, delusa che si sia dimostrato una persona così meschina. Dopo la cancellazione della serie di Takahama, di cui era diventato assistente, decide di far ritorno a casa dei suoi nella prefettura di Akita, ma prima di andarsene rincontra tutti i suoi amici, venuti a impedirgli di partire; rivolge ad Aoki le più sentite scuse, venendo perdonato e ringraziato per il suo impegno, durante la serializzazione di Hideout. Il suo manga preferito è Capricciosa Orange Road
Aiko Iwase: è una compagna di scuola di Takagi, Mashiro, Azuki e Miyoshi; Iwase è una ragazza molto sicura di se, si arriverebbe a definirla altezzosa, di bell'aspetto ed estremamente intelligente, tanto che nelle classifiche generali scolastiche si poneva al secondo posto, sottostante a Takagi. Colpita da tale fatto, Iwase strinse la mano al biondo, esortandolo ad impegnarsi ancora di più poiché lei avrebbe fatto lo stesso, e di sostenersi reciprocamente; da questo gesto la ragazza intese che loro due stessero insieme. Infatti verso Takagi, Iwase ha sempre mostrato un atteggiamento strano sbilanciandosi tra l'amore e la piena rivalità, che la spingono da un lato a dimostrare di essere più brava di lui e dall'altro di cercare la sua approvazione. Inizialmente Iwase denigrò la volontà di Takagi di diventare un mangaka, ritenedo il fumetto un'espressione artistica ben inferiore alla scrittura. All'università dopo aver conosciuto Aoki e aver scoperto che Takagi stava ancora rincorrendo il suo sogno, ottenendo anche dei buoni risultati, e soprattutto stava ancora con Miyoshi, deciderà di immergersi anche lei in quel mondo proponendo allo stesso Hattori la storia di +Natural. L'editor rimase molto colpito dalla trama e pensando che potesse essere uno stimolo per i suoi pupilli, le propose di lavorare in coppia con Niizuma che si sarebbe occupato dei disegni. La ragazza si dimostrò subito molto presa dalla sua nuova carriera, stimolata dal poter competere con Takagi. Iwase è incredibilmente orgogliosa e decisa di carattere, e odia perdere; quando scoprì che Takagi e Miyoshi si erano sposati, non potendo più considerarlo sotto quell'aspetto, si prende qualcosa di simile ad una cotta per Hattori cercando di "sedurlo" in più di un'occasione, con le conseguenti reazioni imbarazzate dell'uomo. Mentre studiava per gli esami di ammissione all'università, Iwase scrisse un libro di novelle, "Giorno del diploma in verde", che le valse un premio per scrittori esordienti. Il suo manga preferito è La storia dei tre Adolf.
Shoyo Takahama: ragazzo taciturno e piuttosto chiuso verso gli altri che fa parte del team di assistenti per la serializzazione di Detective Trap, insieme ad Ogawa e a Kato, verso cui non prova particolare stima o interesse a socializzare. Una sera però il ragazzo confidò a Mashiro che il suo atteggiamento chiuso, verso di lui almeno, era motivato dall'ammirazione che ha nei suoi confronti, considerando eccezionale poter sostenere i ritmi di una serie andando ancora a scuola. Takahama dimostra di essere un ragazzo molto loquace se preso per il verso giusto e con una grande determinazione; sarà il primo degli assistenti del duo Ashirogi Muto a lasciare il suo ruolo per intraprendere una serie sua, il cui nome è Business Boy Kenichi. Tornerà a fare l'assistente per Mashiro e Takagi quando la sua serie chiuderà, per la loro seconda serie ufficiale Corri, Daihatsu Tanto!, ma li lascerà nuovamente per seguire la sua nuova storia. Takahama dimostra di avere una certa ambizione: la prima sera in cui parlò con Mashiro, ammise che in futuro gli sarebe piaciuto lavorare presso la Disney.
Shizuka Ryu: è un hikikomori, ovvero un recluso che evita ogni contatto con la società indotto da paure o ferite psicologiche, che ha vissuto in solitudine dalla seconda media. Un giorno decide di inviare al concorso del premio Tezuka del Jump un suo manoscritto che attirò l'attenzione di Eiji Niizuma che era tra i giudici di quell'edizione. Ottenuta una menzione d'onore, viene contattato da Yamahisa che da allora si prenderà cura di lui e della sua crescita come mangaka, attraverso un lento processo di interazione. Shizuka ha molta difficoltà nel relazionarsi con gli altri, fatica a parlare e predilige, soprattutto nei primi incontri con il suo nuovo editor, il silenzio e la gestualità. Appare per di più come una persona imperturbabile e solo in alcune occasioni modifica le sue espressioni, soprattutto nelle occasioni in cui è risentito o arrabbiato per qualcosa. È infatti molto suscettibile e, questo a causa della sua psiche emotiva fragile, percepisce le singole vittorie e le sconfitte in modo molto profondo; Yamahisa lo descrive come molto sensibile e che questo lo porta a mettere molto se stesso nelle opere che scrive e disegna. Specialmente in True Human, si comprende tutto il suo risentimento nei confronti degli uomini Sempre lui, dice che ciò che Shizuka ha provato per la vittoria al Treasure prima, e per il fallimento alla sua prima riunione per la serializzazione dopo, sono difficilmente immaginabili secondo il metro di misura della gente comune. Shizuka è un vero patito di video-games e di computer, infatti le sue prime riunioni con Yamahisa le ha fatte via chat, nelle quali si dimostrava tra l'altro divertente e spigliato, per poi passare a semplici incontri informali nei quali invece i due passavano il lor tempo a giocare alla PlayStation 3. Il suo manga preferito è Level E di Yoshihiro Togashi. Questo personaggio non appare nell'anime.
Shun Shiratori: membro di una ricca famiglia, ha il sogno di diventare un mangaka nonostante non pensi di avere le giuste capacità. Quando gli Ashirogi hanno bisogno di assistenti per PCP Shiratori prenderà al volo questa opportunità, sperando di diventare indipendente e separarsi dai propri genitori. Incoraggiato da Mashiro e Takagi, inizierà a sviluppare una sua storia, Rabuta & Peace, col quale esordirà sul Jump, grazie soprattutto all'aiuto di Takagi che ritoccherà alcuni script del manga. Verrà successivamente cancellato dal Jump promettendo però ai due autori che la prossima volta riuscirà ad essere serializzato con le sue forze.
Toru Nanamine: Inizialmente è un grande fan di Detective Trap e degli Ashirogi, mandando spesso lettere ai due mangaka dove espone le proprie idee. Successivamente si presenterà come un ragazzo molto solare e simpatico che vuole seguire le orme degli Ashirogi, da cui prende spunto per i suoi manga. In realtà è un personaggio estremamente calcolatore e freddo, arrivando a manipolare alcune persone conosciute online, a cui si aggiungerà successivamente anche il suo editore Kosugi, per migliorare il suo manga e superare il duo Mashiro-Takagi. Tuttavia perderà miseramente quando chiederà ai due mangaka di pubblicare nello stesso numero del Jump una storia uguale per entrambi i manga. Riapparirà poco dopo la fine di Crow mostrando come abbia evoluto il suo metodo di sviluppo dei manga fondando addirittura una società. Nonostante ciò anche stavolta il suo manga perderà.
Questo manga è davvero bello e i disegni sono molto curati e realistici.
Lo consiglio a tutti.
Premetto che prima di questo manga io avevo già letto la precedente opera, Death Note, e penso che si vede che sono due manga degli stessi autori.
La storia inizia con Mashiro Moritaka, un giovane ragazzo delle medie che non sa cosa fare per il proprio futuro. Probabilmente, dice, si troverà un normalissimo posto da impiegato o cose simili.
A scombussolargli la vita arriva Tagaki Akito, il ragazzo più brillante della classe se non della scuola che, notando il grande talento nel disegno del nostro protagonista Mashiro vuole spronarlo a farlo diventare mangaka, cioè un fumettista, insieme a lui.
Ovviamente lui non accetta ma Tagaki conosce il suo punto debole: infatti Mashiro è da sempre innamorato della sua compagna di classe Azuki Miho (la quale ricambia) ma, essendo entrambi molto timidi, non si sono mai neanche praticamente parlati.
Tagaki però sa che Azuki vuole diventare una doppiatrice e, grazie a questa informazione riesce a convincere Mashiro a diventare mangaka facendo promettere ai due innamorati che quando il loro manga sarà trasportato in anime lei interpreterà il ruolo dell'eroina e si sposeranno.
Detto così, se pur un po' mielosa, la trama è piuttosto originale. Infatti il nostro duo nel corso della storia incontreranno molti altri mangaka, amici e rivali, in particolare Niizuma Eiji, un cosiddetto ''genio'' che i nostri protagonisti vogliono sempre superare, ma anche molti altri fumettisti, ognuno col proprio carattere e la propria personalità.
Insomma, uno shonen ma anche con molte note romantiche e molte scene comiche.
Cosa mi ha spinto però a dare l'otto a questo manga indubbiamente bello?
E' il fatto che con l'andare dei capitoli diventava sempre più commerciale. Si era persa sia l'eterna rivalità con Eiji sia il vero motivo per cui i due sono diventati mangaka, cioè l'amore, accennato un paio di volte qua e là giusto per non farlo dimenticare ai lettori.
Insomma, la Ohba poteva strutturare meglio una storia così. Indubbiamente l'idea di base era ottima e tutto sommato è molto carino da leggere ma, decisamente, in molti punti perdeva assolutamente di sostanza e, anche il finale, sembra essere campato per aria, come se anche gli autori stessi avessero capito che ormai non poteva continuare a meno che non rasentasse il commerciale puro e l'hanno fatto finire in un modo, a mio parere, un po' stupido e banale.
Consigliato comunque perché non è assolutamente male anche per chi vuole un po' capire come funziona il mondo di Shonen Jump, la rivista su cui è pubblicato il manga e su cui sono pubblicate le opere dei nostri Mashiro e Akito, ma, forse, non è proprio da riporre nel ripiano dello scaffale riservato ai manga migliori.
La storia inizia con Mashiro Moritaka, un giovane ragazzo delle medie che non sa cosa fare per il proprio futuro. Probabilmente, dice, si troverà un normalissimo posto da impiegato o cose simili.
A scombussolargli la vita arriva Tagaki Akito, il ragazzo più brillante della classe se non della scuola che, notando il grande talento nel disegno del nostro protagonista Mashiro vuole spronarlo a farlo diventare mangaka, cioè un fumettista, insieme a lui.
Ovviamente lui non accetta ma Tagaki conosce il suo punto debole: infatti Mashiro è da sempre innamorato della sua compagna di classe Azuki Miho (la quale ricambia) ma, essendo entrambi molto timidi, non si sono mai neanche praticamente parlati.
Tagaki però sa che Azuki vuole diventare una doppiatrice e, grazie a questa informazione riesce a convincere Mashiro a diventare mangaka facendo promettere ai due innamorati che quando il loro manga sarà trasportato in anime lei interpreterà il ruolo dell'eroina e si sposeranno.
Detto così, se pur un po' mielosa, la trama è piuttosto originale. Infatti il nostro duo nel corso della storia incontreranno molti altri mangaka, amici e rivali, in particolare Niizuma Eiji, un cosiddetto ''genio'' che i nostri protagonisti vogliono sempre superare, ma anche molti altri fumettisti, ognuno col proprio carattere e la propria personalità.
Insomma, uno shonen ma anche con molte note romantiche e molte scene comiche.
Cosa mi ha spinto però a dare l'otto a questo manga indubbiamente bello?
E' il fatto che con l'andare dei capitoli diventava sempre più commerciale. Si era persa sia l'eterna rivalità con Eiji sia il vero motivo per cui i due sono diventati mangaka, cioè l'amore, accennato un paio di volte qua e là giusto per non farlo dimenticare ai lettori.
Insomma, la Ohba poteva strutturare meglio una storia così. Indubbiamente l'idea di base era ottima e tutto sommato è molto carino da leggere ma, decisamente, in molti punti perdeva assolutamente di sostanza e, anche il finale, sembra essere campato per aria, come se anche gli autori stessi avessero capito che ormai non poteva continuare a meno che non rasentasse il commerciale puro e l'hanno fatto finire in un modo, a mio parere, un po' stupido e banale.
Consigliato comunque perché non è assolutamente male anche per chi vuole un po' capire come funziona il mondo di Shonen Jump, la rivista su cui è pubblicato il manga e su cui sono pubblicate le opere dei nostri Mashiro e Akito, ma, forse, non è proprio da riporre nel ripiano dello scaffale riservato ai manga migliori.
Si vede che quest'opera è di Ohba e Obata. Dopo il successo di Death Note, sono tornati alla ribalta (già sono un po' di anni) con quest'ultima opera semplicemente innovativa.
Trama di per sé unica si può dire, ma al tempo stesso che riesce a tenere incollato il lettore sulle sue pagine! Bekuman parla di due ragazzi che decidono di entrare nel mondo dei Manga al fine di realizzare il sogno, ovvero il matrimonio tra uno dei due fumettisti (Moritaka) e una ragazza che diventerà in seguito una doppiatrice. Opera semplice, personaggi privi di Power Up, o abilità sovrannaturali, se non quella di essere portati soprattutto per le storie di nicchia. Davvero ben elaborata, con colpi di scena interessanti, oltre al fatto che si capisce con questo fumetto come funziona il mondo dell'editoria.
I disegni sono del maestro Obata, quindi nulla da dire, se non che (a parer mio) uno dei disegnatori nipponici più bravi in assoluto. Disegni dettagliati nei minimi particolari, riesce ad esprimere attraverso esso gli stati d'animo dei diversi personaggi in modo efficace.
In circolazione sono poche le opere che possono competere con questa, lo consiglio al 100% a chiunque! Il mio voto non può non essere quello più alto!
Trama di per sé unica si può dire, ma al tempo stesso che riesce a tenere incollato il lettore sulle sue pagine! Bekuman parla di due ragazzi che decidono di entrare nel mondo dei Manga al fine di realizzare il sogno, ovvero il matrimonio tra uno dei due fumettisti (Moritaka) e una ragazza che diventerà in seguito una doppiatrice. Opera semplice, personaggi privi di Power Up, o abilità sovrannaturali, se non quella di essere portati soprattutto per le storie di nicchia. Davvero ben elaborata, con colpi di scena interessanti, oltre al fatto che si capisce con questo fumetto come funziona il mondo dell'editoria.
I disegni sono del maestro Obata, quindi nulla da dire, se non che (a parer mio) uno dei disegnatori nipponici più bravi in assoluto. Disegni dettagliati nei minimi particolari, riesce ad esprimere attraverso esso gli stati d'animo dei diversi personaggi in modo efficace.
In circolazione sono poche le opere che possono competere con questa, lo consiglio al 100% a chiunque! Il mio voto non può non essere quello più alto!
Secondo me questo è un manga che o piace tanto, o non piace proprio.
La storia, al contrario di moltissimi shonen in commercio, è molto semplice e reale: niente super poteri, niente elementi fantasy, niente chakra o altro.
I protagonisti sono comuni esseri mortali che vogliono inseguire il proprio sogno, cioè diventare mangaka.
La storia è costruita molto bene, anche se a volte è insopportabile la grandissima quantità di testi presenti in alcune scene. Altro difetto sono i disegni: decisamente peggiori rispetto a quelli di Death Note, ma nonostante tutto riescono a legarsi meglio alla storia rispetto a quelli precedenti di Obata.
Questo è senz'altro uno dei miei manga preferiti (anche perché il mio sogno è quello di diventare mangaka, e credo che lo è anche di una buona parte di quelli a cui piace questo manga).
Poi vorrei chiarire le idee a tutti coloro che paragonano la storia di Death Note a questo manga: Death Note è Death Note, ed è anche questo alquanto ripetitivo (come tutti i manga). Infatti un manga va avanti finché c'è un nemico (o un ostacolo, come in Bakuman) da abbattere.
Sinceramente consigliato a chi vuole staccarsi dai classici mainstream e leggersi un bel manga piacevole!
La storia, al contrario di moltissimi shonen in commercio, è molto semplice e reale: niente super poteri, niente elementi fantasy, niente chakra o altro.
I protagonisti sono comuni esseri mortali che vogliono inseguire il proprio sogno, cioè diventare mangaka.
La storia è costruita molto bene, anche se a volte è insopportabile la grandissima quantità di testi presenti in alcune scene. Altro difetto sono i disegni: decisamente peggiori rispetto a quelli di Death Note, ma nonostante tutto riescono a legarsi meglio alla storia rispetto a quelli precedenti di Obata.
Questo è senz'altro uno dei miei manga preferiti (anche perché il mio sogno è quello di diventare mangaka, e credo che lo è anche di una buona parte di quelli a cui piace questo manga).
Poi vorrei chiarire le idee a tutti coloro che paragonano la storia di Death Note a questo manga: Death Note è Death Note, ed è anche questo alquanto ripetitivo (come tutti i manga). Infatti un manga va avanti finché c'è un nemico (o un ostacolo, come in Bakuman) da abbattere.
Sinceramente consigliato a chi vuole staccarsi dai classici mainstream e leggersi un bel manga piacevole!
Bakuman è uno shounen manga scritto e disegnato dalla famosa coppia Ohba e Obata - celebri per Death Note - portato in Italia da Planet manga al costo di 3,90 euro.
Ho deciso di acquistare quest'opera per curiosità, infatti volevo vedere come sarebbe stata la nuova opera della coppia con una tematiche molto differenti dal precedente manga. Dopo diversi volumi posso dire che non è male ma ci sono alcuni difetti che pregiudicano la storia e la rendono ripetitiva e noiosa.
La trama si incentra sostanzialmente su un sogno di due ragazzi, Takagi Akito e Mashiro Moritaka, che vogliono diventare mangaka di successo.
Il primo è uno studente modello, un grande scrittore e da sempre vuole diventare un mangaka mentre Mashiro, che sa disegnare molto bene, una volta diventato grande perde questo sogno a causa della morte dello zio anch'esso mangaka.
Un giorno Takagi, che si era accorto del grande talento di Mashiro, gli chiede di diventare soci per fare un manga; lui inizialmente non accetta pensando che sia una cosa da pazzi, ma Takagi non demorde e sapendo che a Mashiro piace Azuki, una loro compagna di classe, utilizza proprio lei per far accettare il ragazzo. Infatti alla fine Mashiro promette all'amata, che si scopre contraccambiare il sentimento, che si sposeranno appena lui e Takagi diventeranno diventati famosi mangaka e con un anime tratto dalla loro opera in cui lei doppierà l'eroina.
La trama è molto interessante, infatti i primi volumi sono molto accattivanti e si viene a conoscenza di dinamiche e cose legate ai manga che un lettore non saprebbe mai, anche se alcune cose sono trattate sicuramente in modo semplicistico. Infatti i numerosi personaggi che vogliono diventare mangaka riescono in qualche modo a pubblicare qualcosa di loro al primo tentativo, cosa che sicuramente non sarebbe possibile nella realtà ma comunque ci può stare essendo comunque anch'esso un manga.
Purtroppo andando avanti con i capitoli si vede il problema dell'opera ovvero la ripetitività, la storia riesce a ripetersi addirittura per tre volte e per allungare il tutto gli autori inseriscono delle specie di sotto trame poco interessanti (il ragazzo che vuole diventare mangaka ma la famiglia facoltosa non vuole, la gelosia di una compagna dei due protagonisti o le varie vicende amorose).
Un altro punto negativo sono proprio gli amori che in teoria sono uno degli elementi portanti, ma alla fine sono un pretesto per riempire capitoli e capitoli inutilmente. Per esempio l'amore tra Mashiro a Azuki se all'inizio è interessante dopo alcuni volumi diventa noioso in quanto vengono dette e fatte sempre le stesse cose.
I personaggi sono ben caratterizzati anche se a mio parere sono troppi e alla lunga diventano difficili da ricordare in quanto vengono persi nella storia. Inoltre solo alcuni riescono a rimanerti in mente oltre ai protagonisti, primo fra tutti lo strampalato Niizuma che a mio parere è il personaggio meglio riuscito.
Il disegno è molto bello, il tratto è pulito e abbastanza semplice in sostanza simile a quello di Death Note.
L'edizione purtroppo è pessima essendo quella da 3,90 euro.
In conclusione è una bella opera, divertente da leggere ma che alla lunga stanca essendo ripetitivo e monotono.
Ho deciso di acquistare quest'opera per curiosità, infatti volevo vedere come sarebbe stata la nuova opera della coppia con una tematiche molto differenti dal precedente manga. Dopo diversi volumi posso dire che non è male ma ci sono alcuni difetti che pregiudicano la storia e la rendono ripetitiva e noiosa.
La trama si incentra sostanzialmente su un sogno di due ragazzi, Takagi Akito e Mashiro Moritaka, che vogliono diventare mangaka di successo.
Il primo è uno studente modello, un grande scrittore e da sempre vuole diventare un mangaka mentre Mashiro, che sa disegnare molto bene, una volta diventato grande perde questo sogno a causa della morte dello zio anch'esso mangaka.
Un giorno Takagi, che si era accorto del grande talento di Mashiro, gli chiede di diventare soci per fare un manga; lui inizialmente non accetta pensando che sia una cosa da pazzi, ma Takagi non demorde e sapendo che a Mashiro piace Azuki, una loro compagna di classe, utilizza proprio lei per far accettare il ragazzo. Infatti alla fine Mashiro promette all'amata, che si scopre contraccambiare il sentimento, che si sposeranno appena lui e Takagi diventeranno diventati famosi mangaka e con un anime tratto dalla loro opera in cui lei doppierà l'eroina.
La trama è molto interessante, infatti i primi volumi sono molto accattivanti e si viene a conoscenza di dinamiche e cose legate ai manga che un lettore non saprebbe mai, anche se alcune cose sono trattate sicuramente in modo semplicistico. Infatti i numerosi personaggi che vogliono diventare mangaka riescono in qualche modo a pubblicare qualcosa di loro al primo tentativo, cosa che sicuramente non sarebbe possibile nella realtà ma comunque ci può stare essendo comunque anch'esso un manga.
Purtroppo andando avanti con i capitoli si vede il problema dell'opera ovvero la ripetitività, la storia riesce a ripetersi addirittura per tre volte e per allungare il tutto gli autori inseriscono delle specie di sotto trame poco interessanti (il ragazzo che vuole diventare mangaka ma la famiglia facoltosa non vuole, la gelosia di una compagna dei due protagonisti o le varie vicende amorose).
Un altro punto negativo sono proprio gli amori che in teoria sono uno degli elementi portanti, ma alla fine sono un pretesto per riempire capitoli e capitoli inutilmente. Per esempio l'amore tra Mashiro a Azuki se all'inizio è interessante dopo alcuni volumi diventa noioso in quanto vengono dette e fatte sempre le stesse cose.
I personaggi sono ben caratterizzati anche se a mio parere sono troppi e alla lunga diventano difficili da ricordare in quanto vengono persi nella storia. Inoltre solo alcuni riescono a rimanerti in mente oltre ai protagonisti, primo fra tutti lo strampalato Niizuma che a mio parere è il personaggio meglio riuscito.
Il disegno è molto bello, il tratto è pulito e abbastanza semplice in sostanza simile a quello di Death Note.
L'edizione purtroppo è pessima essendo quella da 3,90 euro.
In conclusione è una bella opera, divertente da leggere ma che alla lunga stanca essendo ripetitivo e monotono.
Bakuman di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata tratta della storia di due ragazzi che tentano di affermarsi nel mondo dei manga come Mangaka. E' caratterizzato dal buon tratto di Takeshi e dalla grande capacità di Tsugumi di narrarci le vicende sempre in modo straordinario ed estremamente coinvolgente. Grazie a questo manga si può entrare nel mondo dei mangaka e perché no, viaggiare con la propria fantasia ed immedesimarsi nei personaggi ben descritti e ben caratterizzati. Si capiscono le difficoltà che si incontrano in questo mondo e le grandi soddisfazioni che si possono ottenere impegnandosi costantemente senza smettere mai di credere nei propri sogni e in se stessi. E' un'opera che a mio avviso ogni appassionato di manga dovrebbe avere nella propria collezione.
Mi sento di consigliarlo a tutti.
Mi sento di consigliarlo a tutti.
Io sono la fan numero uno dei sensei Obha e Obata, ma soprattutto del loro duo. Obha-Obata sono i creatori di un fenomeno mondiale come "Death Note" e, benché si tratti di progetti totalmente differenti tra di loro, nessuno di noi può parlare di "Bakuman" senza prima citare l'altro, oppure senza confrontarli indirettamente e inconsciamente. Eppure, per accorgersi dell'abissale differenza che intercorre tra l'uno e l'altro, sappiate che non è affatto necessaria neanche la lettura di un volume di "Bakuman". Ci possiamo accorgere immediatamente del fatto che "Death Note" è un prodotto e "Bakuman" è un altro. E non appena ci accorgiamo di questa netta differenza è il momento in cui capiamo che non possiamo paragonarli in alcun modo, perché differiscono non soltanto nei generi - totalmente diversi - ma anche nel modo di rapportarsi a nuovi personaggi, stavolta dotati dell'umanità e del calore che invece manca ai personaggi che si muovono all'interno di "Death Note" come marionette senza sentimenti di alcun tipo.
Non sto offendendo "Death Note". Esso è da me considerato un capolavoro odierno, ma non posso non ribadire la netta differenza che c'è tra i due prodotti, poiché ci sono persone che in modo ostinato continuano a paragonarli. Dimenticatevi del primo lavoro del duo Obha-Obata e, se decidete di leggere "Bakuman" allora prendete questo manga per ciò che realmente è: una brodaglia sentimentale in cui i sogni da realizzare e gli obiettivi da raggiungere la fanno da padroni.
"Death Note" è un manga che nasce morto, che parla di morte, in cui regna la morte. "Bakuman" è l'opposto, poiché è un manga in cui regna la vita, l'umorismo, l'impegno per la realizzazione dei propri progetti, l'amore, l'amicizia, i sentimenti e, stranamente, a me piace molto nonostante io non sia affatto il tipo di persona che si lascia "prendere" da lavori simili. Eppure questo manga mi piace e lo leggo molto volentieri, anche se la sensei Obha ha un problema di logorrea che dovrebbe risolvere al più presto per il bene di tutti noi - c'era nel suo precedente lavoro e c'è anche qui. Il sensei Obata - almeno a me sembra così - ha modificato il proprio stile e l'ha adattato ad una commedia scolastica, alleggerendolo, per così dire. Non essendo pratica - ma proprio per niente - di tecniche di disegno non posso parlare né da esperta né da conoscitrice, però sono una fan accanita del sensei Obata e quindi mi "è saltato all'occhio" il suo adattamento, per così dire - non ci sono altre parole in grado di definire il processo che ha visto modificare il suo stile perché si adeguasse al genere.
Il problema per cui "Bakuman" non piace, molto probabilmente, è che essendo abituati a "Death Note" non lo si prende per ciò che realmente è, ovvero un manga che narra le disavventure di due aspiranti magaka e delle loro vite sentimentali! È inutile pensare "comprerò Bakuman perché è del duo Obha-Obata" e poi odiarlo, spendendo soldi inutilmente. È meglio cancellare dalla propria mente il fatto che siano gli autori del sopracitato, amatissimo e famosissimo "Death Note" e poi leggerlo, perché altrimenti rimarrete delusi. Bisogna prendere i manga per ciò che sono, e saperli amare. "Bakuman" ha al proprio interno una dose massiccia - e quando dico massiccia intendo esattamente questo - di sentimenti, sogni, speranze, amore, amicizia e un po' di sana rivalità, anche se ci sono degli "intrighi" alla Beautiful, qualche volta.
Comunque, detto ciò, devo dire che il protrarsi così a lungo - come sta accadendo tutt'ora in madrepatria - non sono quanto possa essere un fattore positivo per questo manga che, secondo me, già ha dato abbastanza e non so quanto possa ancora dare in termini di "trama". Anche perché a mio parere rischierà di essere ripetitivo ed inconcludente, ma io ho piena fiducia nei sensei, sempre e comunque! Quindi mi limito a seguirlo e ad aspettare.
La storia è originale, o almeno lo è l'incipit, ecco. Il punto è che viene condensata dal miele che cola a palate. L'intera storia di "Bakuman" è compressa nel miele, così come i protagonisti e le loro vicende. Se non amate i sentimentalismi vi consiglio di girare al largo e lasciar perdere, anche perché oltretutto ci sono parti abbastanza banali che avevo previsto - come molti altri lettori. Se non amate i sentimentalismi ma siete, come me, dei grandissimi amanti dei due sensei, allora fate uno sforzo perché in fin dei conti ne vale la pena.
Un altro problema di questo manga, forse, è anche il fatto che ci sono millecinquecento personaggi. Per me che adoro le storie con molti personaggi è bello, ma per chi fa fatica a ricordare talvolta anche il nome di quelli principali non lo è affatto! Quasi in ogni volume escono fuori - come dal cilindro di un mago - nuovi personaggi pronti chi a rompere le scatole chi a supportare Takagi e Mashiro.
Insomma, questo è "Bakuman". Tanti personaggi legati dei propri sogni e dalle aspirazioni, amicizia, amore e miele. E ogni cosa si sviluppa all'interno del mondo dei manga, facendoci capire con quale meccanismo funziona tutto.
Non sto offendendo "Death Note". Esso è da me considerato un capolavoro odierno, ma non posso non ribadire la netta differenza che c'è tra i due prodotti, poiché ci sono persone che in modo ostinato continuano a paragonarli. Dimenticatevi del primo lavoro del duo Obha-Obata e, se decidete di leggere "Bakuman" allora prendete questo manga per ciò che realmente è: una brodaglia sentimentale in cui i sogni da realizzare e gli obiettivi da raggiungere la fanno da padroni.
"Death Note" è un manga che nasce morto, che parla di morte, in cui regna la morte. "Bakuman" è l'opposto, poiché è un manga in cui regna la vita, l'umorismo, l'impegno per la realizzazione dei propri progetti, l'amore, l'amicizia, i sentimenti e, stranamente, a me piace molto nonostante io non sia affatto il tipo di persona che si lascia "prendere" da lavori simili. Eppure questo manga mi piace e lo leggo molto volentieri, anche se la sensei Obha ha un problema di logorrea che dovrebbe risolvere al più presto per il bene di tutti noi - c'era nel suo precedente lavoro e c'è anche qui. Il sensei Obata - almeno a me sembra così - ha modificato il proprio stile e l'ha adattato ad una commedia scolastica, alleggerendolo, per così dire. Non essendo pratica - ma proprio per niente - di tecniche di disegno non posso parlare né da esperta né da conoscitrice, però sono una fan accanita del sensei Obata e quindi mi "è saltato all'occhio" il suo adattamento, per così dire - non ci sono altre parole in grado di definire il processo che ha visto modificare il suo stile perché si adeguasse al genere.
Il problema per cui "Bakuman" non piace, molto probabilmente, è che essendo abituati a "Death Note" non lo si prende per ciò che realmente è, ovvero un manga che narra le disavventure di due aspiranti magaka e delle loro vite sentimentali! È inutile pensare "comprerò Bakuman perché è del duo Obha-Obata" e poi odiarlo, spendendo soldi inutilmente. È meglio cancellare dalla propria mente il fatto che siano gli autori del sopracitato, amatissimo e famosissimo "Death Note" e poi leggerlo, perché altrimenti rimarrete delusi. Bisogna prendere i manga per ciò che sono, e saperli amare. "Bakuman" ha al proprio interno una dose massiccia - e quando dico massiccia intendo esattamente questo - di sentimenti, sogni, speranze, amore, amicizia e un po' di sana rivalità, anche se ci sono degli "intrighi" alla Beautiful, qualche volta.
Comunque, detto ciò, devo dire che il protrarsi così a lungo - come sta accadendo tutt'ora in madrepatria - non sono quanto possa essere un fattore positivo per questo manga che, secondo me, già ha dato abbastanza e non so quanto possa ancora dare in termini di "trama". Anche perché a mio parere rischierà di essere ripetitivo ed inconcludente, ma io ho piena fiducia nei sensei, sempre e comunque! Quindi mi limito a seguirlo e ad aspettare.
La storia è originale, o almeno lo è l'incipit, ecco. Il punto è che viene condensata dal miele che cola a palate. L'intera storia di "Bakuman" è compressa nel miele, così come i protagonisti e le loro vicende. Se non amate i sentimentalismi vi consiglio di girare al largo e lasciar perdere, anche perché oltretutto ci sono parti abbastanza banali che avevo previsto - come molti altri lettori. Se non amate i sentimentalismi ma siete, come me, dei grandissimi amanti dei due sensei, allora fate uno sforzo perché in fin dei conti ne vale la pena.
Un altro problema di questo manga, forse, è anche il fatto che ci sono millecinquecento personaggi. Per me che adoro le storie con molti personaggi è bello, ma per chi fa fatica a ricordare talvolta anche il nome di quelli principali non lo è affatto! Quasi in ogni volume escono fuori - come dal cilindro di un mago - nuovi personaggi pronti chi a rompere le scatole chi a supportare Takagi e Mashiro.
Insomma, questo è "Bakuman". Tanti personaggi legati dei propri sogni e dalle aspirazioni, amicizia, amore e miele. E ogni cosa si sviluppa all'interno del mondo dei manga, facendoci capire con quale meccanismo funziona tutto.
Bakuman, opera di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, ci trasporta nel mondo dei Mangaka del Sol Levante, attraverso la storia di Mashiro e Takagi, che intraprendono il loro cammino per la realizzazione dei loro sogni fin dalle scuole medie. L'opera in sé non merita il voto che le ho assegnato, ma non posso fare altrimenti dopo aver letto "Death Note" e "Hikaru No Go", quest'ultimo citato ovviamente per i disegni, che in Bakuman reputo di qualità assolutamente inferiore, così come li reputo inferiori a quelli di Death Note. I disegni, sia chiaro, non sono affatto male, ma da estimatore di Obata quale sono non posso che rimanere deluso dal cambio di stile avvenuto in quest'opera, soprattutto dalla metà dei volumi che ho letto in poi.
Ma questo difetto passa senza dubbio in secondo piano di fronte alla trama, affatto innovativa, poiché già trattata in Manga Bomber, sebbene quest'ultimo sia un gag manga. Inizialmente la trama potrebbe risultare interessante, ma finisce col diventare piatta, ripetitiva e prevedibile. In conclusione, Bakuman meriterebbe senz'altro la sufficienza, ma paragonata alla precedente opera dei due autori non riesco a non rimanere più che deluso e non posso che catalogare questo manga tra i peggiori che ho letto finora.
Ma questo difetto passa senza dubbio in secondo piano di fronte alla trama, affatto innovativa, poiché già trattata in Manga Bomber, sebbene quest'ultimo sia un gag manga. Inizialmente la trama potrebbe risultare interessante, ma finisce col diventare piatta, ripetitiva e prevedibile. In conclusione, Bakuman meriterebbe senz'altro la sufficienza, ma paragonata alla precedente opera dei due autori non riesco a non rimanere più che deluso e non posso che catalogare questo manga tra i peggiori che ho letto finora.
Bakuman, manga di Takeshi Obata e Tsugumi Ohba che ci racconta l'avventura di Mashiro e di Takagi nel lavoro di mangaka. Innanzitutto molti ritengono che questo sia il primo manga a parlare di questa professione in sé, e li inviterei a leggersi un manga bellissimo come Manga Bomber. La storia, che ne primi tre volume sembra molto interessante, si rivela in seguito prolissa, ripetitiva e stancante: a malapena riesco a leggere un intero volume. I personaggi sono fatti bene, ma dopo un po' risultano parecchio scontati. Inoltre la storia di fondo riguardante Azuki e Mashiro scompare quasi del tutto col passare del tempo, salvo eccezioni nelle quali la coppietta si scambia Un sms ad esempio per congratularsi di un qualche successo. Per quanto riguarda i disegni io sono un adoratore del tratto di Obata, ma si può notare dal quinto volume in poi una sorta di passaggio ad un tratto caricaturale, il che mi ha dato molto fastidio. Non posso credere che gli stessi autori abbiano scritto un manga per niente monotono come Death Note. Ricapitolando, posso dare una sufficienza ai disegni, ma la storia e i personaggi si beccano uno: in totale il manga in sé si merita questo voto.
Personalmente amo questo manga, lo trovo molto dolce, divertente ed appassionante. Ha una trama originale e nei vari volumi vengono svelati i segreti della Shueisha e le tecniche narrative usati dai mangaka. Durante la storia si nota un peggioramento dei disegni che all'inizio erano molto più realistici e curati,ma viene esplicata anche questa scelta mostrando la struttura del manga. E' il mio manga preferito non posso che parlarne bene, ve lo consiglio calorosamente, chi si aspetta il tipico shounen rimarrà deluso, c'è poca azione e le tavole sono piene degli arguti testi di Ohba.
Allora, prima di tutto un breve introduzione...
"Bakuman" è "un manga che parla di manga". Proprio così, niente shinigami, ninja, pirati, mafiosi, samurai e chi più ne ha più ne metta: i due protagonisti della nuova serie a fumetti degli autori di Death Note sono due studenti delle scuole medie intenzionati a diventare i più famosi mangaka del Giappone! Con il primo capitolo disponibile on-line e presto anche su rivista, "Bakuman" parte con il piede giusto, raccontando la storia di Moritaka e Tagaki alle prese con il loro sogno nel cassetto…
Questo manga è pubblicato sulla rivista Shonen Jump della Shueisha dall'agosto 2008.
La trama è un intreccio tra le relazioni sentimentali dei due protagonisti con le proprie fidanzate e la ricerca del successo nel mondo dei manga. Ora, oltre essendo pieno di frasi ad effetto e, se possiamo dire così, quasi filosofiche, avendo dei disegni molto realistici e coinvolgenti e ostentando anche qualche discorso umoristico, questo manga ti cattura. L'impatto sui lettori è molto forte, già che è nelle prime posizioni nelle classifiche settimanali di Jump.
Che dire, "Bakuman." è un manga che va sicuramente letto. Non è il migliore della coppia Ohba/Obata ma è sicuramente notevole e ben organizzato. Un bel 9 è il voto adatto. Consiglio anche l'anime.
"Bakuman" è "un manga che parla di manga". Proprio così, niente shinigami, ninja, pirati, mafiosi, samurai e chi più ne ha più ne metta: i due protagonisti della nuova serie a fumetti degli autori di Death Note sono due studenti delle scuole medie intenzionati a diventare i più famosi mangaka del Giappone! Con il primo capitolo disponibile on-line e presto anche su rivista, "Bakuman" parte con il piede giusto, raccontando la storia di Moritaka e Tagaki alle prese con il loro sogno nel cassetto…
Questo manga è pubblicato sulla rivista Shonen Jump della Shueisha dall'agosto 2008.
La trama è un intreccio tra le relazioni sentimentali dei due protagonisti con le proprie fidanzate e la ricerca del successo nel mondo dei manga. Ora, oltre essendo pieno di frasi ad effetto e, se possiamo dire così, quasi filosofiche, avendo dei disegni molto realistici e coinvolgenti e ostentando anche qualche discorso umoristico, questo manga ti cattura. L'impatto sui lettori è molto forte, già che è nelle prime posizioni nelle classifiche settimanali di Jump.
Che dire, "Bakuman." è un manga che va sicuramente letto. Non è il migliore della coppia Ohba/Obata ma è sicuramente notevole e ben organizzato. Un bel 9 è il voto adatto. Consiglio anche l'anime.
Ragazzi...Il manga è decisamente uno dei migliori! C'è poco da fare. Disegni ottimi e veramente coinvolgenti. La trama è semplice ed è un bene che sia così perchè tratta di argomenti complicati tutto sommato, cioè come sia strutturato il mondo dei mangaka!
Ho letto alcuni commenti del tipo "i mangaka vengono rappresentati come dei pagliacci"...Ma secondo me è questo che dà vivacità al manga! Sennò apparirebbe come un manga piatto e freddo! Inoltre la cosa migliore di questo manga è che tratta tutti i sentimenti che una persona può provare. I personaggi sono vivi e vengono raffigurati con una propria personalità, molto più profonda e varia di personaggi di altre serie; dei personaggi vengono proposti sia i pregi che i difetti. Quindi un dieci ci sta!
Ho letto alcuni commenti del tipo "i mangaka vengono rappresentati come dei pagliacci"...Ma secondo me è questo che dà vivacità al manga! Sennò apparirebbe come un manga piatto e freddo! Inoltre la cosa migliore di questo manga è che tratta tutti i sentimenti che una persona può provare. I personaggi sono vivi e vengono raffigurati con una propria personalità, molto più profonda e varia di personaggi di altre serie; dei personaggi vengono proposti sia i pregi che i difetti. Quindi un dieci ci sta!
"Bakuman", un manga un po' insolito di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata. Molti dicono che sia stato fatto sulla scia del famosissimo "Death Note" - visto che gli autori sono gli stessi - e che è un manga adibito al puro guadagno. Io penso che si sbaglino.
"Bakuman" tratta la storia di Mashiro e Takagi, due giovani che decidono di intraprendere la ripida via dei mangaka (creatori di manga). Di certo non sarà facile ed i due dovranno impegnarsi al massimo per farsi accettare come aspiranti mangaka alla Jump Square e per iniziare a pubblicare una serie su Shonen Jump.
Manga pieno di peripezie con una trama di fondo che praticamente è sempre la stessa ma che ogni volta viene abbellita da situazioni e colpi di scena che rendono questo manga piacevole alla lettura e mai noioso.
Il bello di questo manga è che quello che racconta - e cioè la vita dei mangaka - corrisponde quasi completamente alla realtà. Le difficoltà che devono superare, le notti in bianco, le idee che scarseggiano sono pane quotidiano per i mangaka che si impegnano ogni giorno per farci leggere i nostro adorati manga.
Le tavole di Obata sono senza dubbio meritevoli, un po' insolite ma senza dubbio apprezzabili. La storia come al solito non fa una piega visto che alla sensei Ohba non manca di certo immaginazione.
L'unica pecca di questo manga è l'edizione, che si scolla, scricchiola e perde inchiostro. Ma niente di così invalicabile.
Il mio voto non può superare l'8 perchè nonostante la storia mi piaccia e la trovo molto innovativa i balloons all'interno di ogni pagina sono veramente eccessivi tanto che alcune volte mi sembra di leggere un romanza piuttosto che un manga!
E' comunque consigliato a coloro che magari sono curiosi di scoprire un po' di più sulla vita dei mangaka o che sono amanti degli slice of life.
"Bakuman" tratta la storia di Mashiro e Takagi, due giovani che decidono di intraprendere la ripida via dei mangaka (creatori di manga). Di certo non sarà facile ed i due dovranno impegnarsi al massimo per farsi accettare come aspiranti mangaka alla Jump Square e per iniziare a pubblicare una serie su Shonen Jump.
Manga pieno di peripezie con una trama di fondo che praticamente è sempre la stessa ma che ogni volta viene abbellita da situazioni e colpi di scena che rendono questo manga piacevole alla lettura e mai noioso.
Il bello di questo manga è che quello che racconta - e cioè la vita dei mangaka - corrisponde quasi completamente alla realtà. Le difficoltà che devono superare, le notti in bianco, le idee che scarseggiano sono pane quotidiano per i mangaka che si impegnano ogni giorno per farci leggere i nostro adorati manga.
Le tavole di Obata sono senza dubbio meritevoli, un po' insolite ma senza dubbio apprezzabili. La storia come al solito non fa una piega visto che alla sensei Ohba non manca di certo immaginazione.
L'unica pecca di questo manga è l'edizione, che si scolla, scricchiola e perde inchiostro. Ma niente di così invalicabile.
Il mio voto non può superare l'8 perchè nonostante la storia mi piaccia e la trovo molto innovativa i balloons all'interno di ogni pagina sono veramente eccessivi tanto che alcune volte mi sembra di leggere un romanza piuttosto che un manga!
E' comunque consigliato a coloro che magari sono curiosi di scoprire un po' di più sulla vita dei mangaka o che sono amanti degli slice of life.
Ohba e Obata questa volta cambiano genere e raccontano la storia normale di due ragazzi che hanno un sogno, diventare mangaka, e stavolta fanno centro.
Non ho mai amato molto "Death Note" ma mi piace moltissimo "Bakuman", che ci fa scoprire i meccanismi del mercato dei manga e ci racconta la vita dei fumettisti, stressante se vogliamo (come il fatto che i personaggi lavorino fino a tarda notte oppure a natale e capodanno) ma anche piena di soddisfazioni.
Qualcuno ha obiettato che il manga non è realistico e anzi la vita dei mangaka è ancora peggio, ma secondo me l' obiettivo degli autori non era quello di fare una critica sul mondo dei manga ma di raccontare una bella storia.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e folli (Eiji Niizuma o Hiramaru, tanto per citarne alcuni), gag e situazioni sempre diversi ci fanno fare il tifo per Saiko e Shujin affinché il loro sogno si avveri perché Bakuman in fondo è proprio questo, un invito a credere nei propri sogni e ad impegnarsi a far sì che si avverino.
Non ho mai amato molto "Death Note" ma mi piace moltissimo "Bakuman", che ci fa scoprire i meccanismi del mercato dei manga e ci racconta la vita dei fumettisti, stressante se vogliamo (come il fatto che i personaggi lavorino fino a tarda notte oppure a natale e capodanno) ma anche piena di soddisfazioni.
Qualcuno ha obiettato che il manga non è realistico e anzi la vita dei mangaka è ancora peggio, ma secondo me l' obiettivo degli autori non era quello di fare una critica sul mondo dei manga ma di raccontare una bella storia.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e folli (Eiji Niizuma o Hiramaru, tanto per citarne alcuni), gag e situazioni sempre diversi ci fanno fare il tifo per Saiko e Shujin affinché il loro sogno si avveri perché Bakuman in fondo è proprio questo, un invito a credere nei propri sogni e ad impegnarsi a far sì che si avverino.
E' davvero una delle serie più belle che abbia mai letto.
La storia è basata sul sogno di Mashiro e Takagi di diventare mangaka di successo, e questo sogno è condizione necessaria e sufficiente per Mashiro per potersi vedere e sposare con la sua amata Miho. Nasce tutto per caso,in una magica ed indimenticabile giornata.
Il manga è disegnato divinamente e la storia è personalmente perfetta in quanto è un intreccio tra sogno e realtà!
Infatti il sogno di diventare mangaka di successo non è nulla di irreale e viene non solo rappresentato, ma anche spiegato tecnicamente e in una maniera specifica e dettagliata in maniera più che sublime!
Il sogno è l'atmosfera che viene riprodotta: l'amicizia tra Takagi e Mashiro che è pura e sincera tanto da pensare che loro stessi ormai siano un'unica anima! Inoltre lo studio dove lavorano,è il loro rifugio dove lavorare, ridere, piangere...E' il covo dei loro sentimenti! L'amore tra Mashiro e Miho è un sogno romantico, di quelli che non ne esistono più e anche Takagi, anche se ha un amore più realista e meno romantico riesce a viverlo magicamente con Kaya, la migliore amica di Miho.
Inoltre l'ambiente lavorativo in cui si tuffano è davvero tranquillo, nel senso più profondo della parola. Mi spiego meglio: le difficoltà lavorative ci sono sempre e per tutti, e infatti ci sono anche nel manga! Il bello però è che il rapporto lavorativo tra editor, mangaka e caporedattore e di rispetto, pulito, senza raccomandazioni eo prepotenze varie! Infatti tra mangaka e assistenti si crea una vera e propria amicizia condita da quel tono di rivalità necessario a migliorarsi sempre e anche tra mangaka, editor e capo redazione c'è un rapporto di fiducia e serietà reciproca che ho davvero gradito e apprezzato!
Questa storia mi rievoca in mente con tanta nostalgia quello ce ormai non esiste più: sogni e amore. Per questo lo consiglio davvero a tutti!
Non trovo difetti per sconsigliarlo, magari può dar fastidio a volte l'eccessiva quantità di balloon con tantissime spiegazione, e quindi la lettura non è scorrevole, anzi è quanto più possibile dettagliata e richiede la massima attenzione, ma a me piace anche questo aspetto, quindi non mi sento di porlo come un difetto assoluto, ma lo faccio comunque presente perché è un qualcosa che va giudicato in base ai propri gusti personali!
La storia è basata sul sogno di Mashiro e Takagi di diventare mangaka di successo, e questo sogno è condizione necessaria e sufficiente per Mashiro per potersi vedere e sposare con la sua amata Miho. Nasce tutto per caso,in una magica ed indimenticabile giornata.
Il manga è disegnato divinamente e la storia è personalmente perfetta in quanto è un intreccio tra sogno e realtà!
Infatti il sogno di diventare mangaka di successo non è nulla di irreale e viene non solo rappresentato, ma anche spiegato tecnicamente e in una maniera specifica e dettagliata in maniera più che sublime!
Il sogno è l'atmosfera che viene riprodotta: l'amicizia tra Takagi e Mashiro che è pura e sincera tanto da pensare che loro stessi ormai siano un'unica anima! Inoltre lo studio dove lavorano,è il loro rifugio dove lavorare, ridere, piangere...E' il covo dei loro sentimenti! L'amore tra Mashiro e Miho è un sogno romantico, di quelli che non ne esistono più e anche Takagi, anche se ha un amore più realista e meno romantico riesce a viverlo magicamente con Kaya, la migliore amica di Miho.
Inoltre l'ambiente lavorativo in cui si tuffano è davvero tranquillo, nel senso più profondo della parola. Mi spiego meglio: le difficoltà lavorative ci sono sempre e per tutti, e infatti ci sono anche nel manga! Il bello però è che il rapporto lavorativo tra editor, mangaka e caporedattore e di rispetto, pulito, senza raccomandazioni eo prepotenze varie! Infatti tra mangaka e assistenti si crea una vera e propria amicizia condita da quel tono di rivalità necessario a migliorarsi sempre e anche tra mangaka, editor e capo redazione c'è un rapporto di fiducia e serietà reciproca che ho davvero gradito e apprezzato!
Questa storia mi rievoca in mente con tanta nostalgia quello ce ormai non esiste più: sogni e amore. Per questo lo consiglio davvero a tutti!
Non trovo difetti per sconsigliarlo, magari può dar fastidio a volte l'eccessiva quantità di balloon con tantissime spiegazione, e quindi la lettura non è scorrevole, anzi è quanto più possibile dettagliata e richiede la massima attenzione, ma a me piace anche questo aspetto, quindi non mi sento di porlo come un difetto assoluto, ma lo faccio comunque presente perché è un qualcosa che va giudicato in base ai propri gusti personali!
Questo è un manga atipico, visto che è fatto per far vedere cosa si cela dietro una pubblicazione di un manga (un Metamanga), insomma tutti i retroscena le gioie ed i dolori che dei giovani mangaka sono costretti a sopportare e vivere per vedere realizzato il sogno di vedere pubblicata una loro serie su jump.
Premesso che gli autori sono gli stessi di "Death Note" (ma che non c'entra nulla con questo fumetto), e si vede visto che i disegni sono simili quindi belli, e la storia è stata scritta da un professionista, che sa come mettere i momenti di pathos, e come far stare sulle spine i lettori alla fine di ogni capitolo.
Praticamente la storia può risultare semplice (due autori di manga cercano di pubblicare un manga su Jump) si complica, grazie all'abilità dell'autore, con l'aggiunta di una schiera di personaggi secondari, tutti caratterizzati abbastanza bene, ci sono gli editor i capiredattori, i mangaka, etc.
Non sono totalmente d'accordo con chi (leggendo qua e là le varie recensioni) dice che questo manga è una commercialata in cui vengono pubblicizzati i manga della casa editrice di Jump (non è che c'era molto altro da fare: se vuoi mettere a confronto dei manga realmente esistenti devi averne i diritti, non puoi mettere nomi veri ci sarebbero problemi legali, tipo sulle cuffie di uno dei protagonisti non puoi scrivere Sony, ma devi inventarti una marca fittizia quindi hanno usato quelli della casa editrice). Inoltre il manga in sé non è che parla bene di Jump e del suo metodo dei sondaggi e le classifiche per decidere o no se il manga andrà continuato o chiuso. Infatti i protagonisti criticano sempre molto apertamente Jump, dove a loro dire i manga che fanno più successo sono quelli con combattimenti ed effetti speciali (infatti se io in un manga pubblicato in Italia vedo scritto Jump nella copertina parto sempre prevenuto), ed il loro stile molto più realistico, non viene compreso (forse perché più adatto ad una rivista seinen?). Ma cercando di pubblicare su Jump che è una grande vetrina cercano di adeguarsi, per cosi un giorno cercare di pubblicare quello che vogliono realmente.
Quindi non un manga con una storiella semplice semplice, ma invece una storia di formazione, fatta per spiegare come funziona una rivista come Jump e i suoi meccanismi interni che determinano la pubblicazione o no di un manga e di come può essere dura la vita di un mangaka.
PREGI:
- Bella storia
- Si impara a pubblicare un manga e le dinamiche sono dietro ad una rivista come Jump
- Bei disegni
DIFETTI:
- Essendo un manga molto tecnico e specifico, potrebbe non piacere a chi cerca una storia più "Normale"
- potrebbe essere serializzato ancora a lungo...
Premesso che gli autori sono gli stessi di "Death Note" (ma che non c'entra nulla con questo fumetto), e si vede visto che i disegni sono simili quindi belli, e la storia è stata scritta da un professionista, che sa come mettere i momenti di pathos, e come far stare sulle spine i lettori alla fine di ogni capitolo.
Praticamente la storia può risultare semplice (due autori di manga cercano di pubblicare un manga su Jump) si complica, grazie all'abilità dell'autore, con l'aggiunta di una schiera di personaggi secondari, tutti caratterizzati abbastanza bene, ci sono gli editor i capiredattori, i mangaka, etc.
Non sono totalmente d'accordo con chi (leggendo qua e là le varie recensioni) dice che questo manga è una commercialata in cui vengono pubblicizzati i manga della casa editrice di Jump (non è che c'era molto altro da fare: se vuoi mettere a confronto dei manga realmente esistenti devi averne i diritti, non puoi mettere nomi veri ci sarebbero problemi legali, tipo sulle cuffie di uno dei protagonisti non puoi scrivere Sony, ma devi inventarti una marca fittizia quindi hanno usato quelli della casa editrice). Inoltre il manga in sé non è che parla bene di Jump e del suo metodo dei sondaggi e le classifiche per decidere o no se il manga andrà continuato o chiuso. Infatti i protagonisti criticano sempre molto apertamente Jump, dove a loro dire i manga che fanno più successo sono quelli con combattimenti ed effetti speciali (infatti se io in un manga pubblicato in Italia vedo scritto Jump nella copertina parto sempre prevenuto), ed il loro stile molto più realistico, non viene compreso (forse perché più adatto ad una rivista seinen?). Ma cercando di pubblicare su Jump che è una grande vetrina cercano di adeguarsi, per cosi un giorno cercare di pubblicare quello che vogliono realmente.
Quindi non un manga con una storiella semplice semplice, ma invece una storia di formazione, fatta per spiegare come funziona una rivista come Jump e i suoi meccanismi interni che determinano la pubblicazione o no di un manga e di come può essere dura la vita di un mangaka.
PREGI:
- Bella storia
- Si impara a pubblicare un manga e le dinamiche sono dietro ad una rivista come Jump
- Bei disegni
DIFETTI:
- Essendo un manga molto tecnico e specifico, potrebbe non piacere a chi cerca una storia più "Normale"
- potrebbe essere serializzato ancora a lungo...
Ritengo Bakuman davvero un ottimo Manga e non lo dico per sembrare una bambina viziata che giudica così tanto per fare qualcosa.
Al contrario di alcune critiche negative ricevute, è un Manga davvero impressionante che sa mischiare la realtà a quale pizzico di umorismo e di fantasia che servono per goderselo dal primo all'ultimo volume.
I personaggi non solo sono ben disegnati, ma il Manga è in generale ben strutturato.
Cosa dire sulla storia? La storia è stata sviluppata su una trama che si avvicina ampiamente alla realtà e proprio per questo lo ritengo un buon Manga... I due autori hanno saputo spiegarci ottimamente le funzioni delle case editrici, i sistemi di lavorazione ad un Manga, i rapporti tra autore/i ed editor e le difficoltà che si interpongono per ottenere una storia di successo.
Introducendo personaggi misti tra realtà e fantasia come Eiji Niizuma e personaggi più realistici come Tagaki e Mashiro, mischiano romanticismo, umorismo e realtà che lasciano davvero a bocca aperta.
I disegni sono ben fatti, ben retinati e le vignette ben impostate: insomma un ottimo Manga.
Al contrario di alcune critiche negative ricevute, è un Manga davvero impressionante che sa mischiare la realtà a quale pizzico di umorismo e di fantasia che servono per goderselo dal primo all'ultimo volume.
I personaggi non solo sono ben disegnati, ma il Manga è in generale ben strutturato.
Cosa dire sulla storia? La storia è stata sviluppata su una trama che si avvicina ampiamente alla realtà e proprio per questo lo ritengo un buon Manga... I due autori hanno saputo spiegarci ottimamente le funzioni delle case editrici, i sistemi di lavorazione ad un Manga, i rapporti tra autore/i ed editor e le difficoltà che si interpongono per ottenere una storia di successo.
Introducendo personaggi misti tra realtà e fantasia come Eiji Niizuma e personaggi più realistici come Tagaki e Mashiro, mischiano romanticismo, umorismo e realtà che lasciano davvero a bocca aperta.
I disegni sono ben fatti, ben retinati e le vignette ben impostate: insomma un ottimo Manga.
La storia parla di due ragazzi con due qualità interessanti: uno scrittore, Takagi Akito, e di un mangaka, Mashiro Moritaka, che cercano di entrare nel mondo della pubblicazione dei manga, una trama molto ben strutturata ed avvincente, non vi annoierete mai.
Ottima storia, totalmente diversa da Death Note o Blue Dragon disegnato sempre da Takeshi Obata. Stavolta è una storia del tutto realistica, anzi, si potrebbe dire una storia "Documentario" su come funziona il complesso metodo editoriale giapponese dei manga e su come vive un mangaka questa esperienza. Per un disegnatore invece, questo manga può risultare un'ottima guida per sapere come scrivere una storia.
I disegni di Takeshi Obata come al solito sono magnifici, e perfetti per questo tipo di storia.
L'unica pecca è il formato di stampa che ha adottato la Planet Manga, che si rivela la solita rilegatura poco curata e molto fragile. Ma pur avendo questo difetto, è un manga che consiglio a tutti.
Ottima storia, totalmente diversa da Death Note o Blue Dragon disegnato sempre da Takeshi Obata. Stavolta è una storia del tutto realistica, anzi, si potrebbe dire una storia "Documentario" su come funziona il complesso metodo editoriale giapponese dei manga e su come vive un mangaka questa esperienza. Per un disegnatore invece, questo manga può risultare un'ottima guida per sapere come scrivere una storia.
I disegni di Takeshi Obata come al solito sono magnifici, e perfetti per questo tipo di storia.
L'unica pecca è il formato di stampa che ha adottato la Planet Manga, che si rivela la solita rilegatura poco curata e molto fragile. Ma pur avendo questo difetto, è un manga che consiglio a tutti.
Bakuman è un manga che attira subito l'attenzione grazie ai due famosi autori reduci dal successo di Death Note e grazie ad un tema molto originale.
STORIA
Il manga ci racconta l'ascesa di due giovani promesse del fumetto giapponese, Mashiro (disegnatore) e Tagaki (sceneggiatore). Il loro sogno è poter pubblicare una serie su Weekly Shonen Jump, ma la questione ovviamente si complica col passare dei capitoli grazie ad una nutrita serie di rivali, di amori, di editor e di sondaggi. Il risultato è davvero appassionante grazie all'ottimo lavoro svolto da Ohba: più scorrevole di Death Note ma comunque coinvolgente, seppur in modo diverso. I primi volumi sono bellissimi e si leggono tutti d'un fiato; segue una fase di stanca, dove il peso dei sondaggi sul pubblico ha un ruolo preponderante; poi finalmente riprende il ritmo incalzante grazie a nuove e accese rivalità.
Anche il lavoro svolto sui personaggi è ottimo: tanti e tutti degnamente caratterizzati.
DISEGNI
A me il lavoro svolto da Obata piace tantissimo. In Death Note era sempre su livelli altissimi, qui si concede molte vignette più stilizzate, ma il tema più rilassato lo permette decisamente.
EDIZIONE PLANET MANGA
Solita edizione "standard" di Panini, senza infamia e senza lode. Anzi, stranamente più robusta e meno sporca del solito. Io consiglio Bakuman a chiunque voglia uno shonen leggermente più complesso della media e con un tema differente dal solito. Simpatica anche la possibilità di addentrarsi nei particolarissimi meccanismi di Jump.
STORIA
Il manga ci racconta l'ascesa di due giovani promesse del fumetto giapponese, Mashiro (disegnatore) e Tagaki (sceneggiatore). Il loro sogno è poter pubblicare una serie su Weekly Shonen Jump, ma la questione ovviamente si complica col passare dei capitoli grazie ad una nutrita serie di rivali, di amori, di editor e di sondaggi. Il risultato è davvero appassionante grazie all'ottimo lavoro svolto da Ohba: più scorrevole di Death Note ma comunque coinvolgente, seppur in modo diverso. I primi volumi sono bellissimi e si leggono tutti d'un fiato; segue una fase di stanca, dove il peso dei sondaggi sul pubblico ha un ruolo preponderante; poi finalmente riprende il ritmo incalzante grazie a nuove e accese rivalità.
Anche il lavoro svolto sui personaggi è ottimo: tanti e tutti degnamente caratterizzati.
DISEGNI
A me il lavoro svolto da Obata piace tantissimo. In Death Note era sempre su livelli altissimi, qui si concede molte vignette più stilizzate, ma il tema più rilassato lo permette decisamente.
EDIZIONE PLANET MANGA
Solita edizione "standard" di Panini, senza infamia e senza lode. Anzi, stranamente più robusta e meno sporca del solito. Io consiglio Bakuman a chiunque voglia uno shonen leggermente più complesso della media e con un tema differente dal solito. Simpatica anche la possibilità di addentrarsi nei particolarissimi meccanismi di Jump.
Magnifico. Non l'avrei mai detto.
Ho apprezzato molto Death Note e quando ho scoperto di cosa si sarebbe trattato il loro nuovo lavoro ci sono rimasto male.
Ma ho veramente sbagliato a giudicare solo dall'incipit. Bakuman è semplicemente magnifico, spiega molto bene la creazione e la pubblicazione dei manga, i metodi di sondaggio, gli editor eccetera eccetera. Mi ha preso sin dal primo volume, e per fortuna (per altri è una sfortuna a quanto ho capito) è scritto molto, ma soprattutto bene, non è assolutamente noioso e ci sono anche delle (rare) scene simpatiche. Infatti ogni volta che mi capita in mano il nuovo volume sono sempre 2 ore no-stop di lettura,è veramente difficile staccarsi, e aspettare il nuovo numero ancora peggio.
I disegni sono molto belli, comunque se proprio devo trovare un difetto (ma neanche troppo), è una parte della trama, cioè la relazione tra Mashiro e Azuki. È così fottutamente stupido questo fatto che ogni volta che ne parlano non posso fare altro che ridere. Ma si può anche spiegare razionalmente questo fatto: giapponesi.
Consiglio a tutti questo meraviglioso manga.
Ho apprezzato molto Death Note e quando ho scoperto di cosa si sarebbe trattato il loro nuovo lavoro ci sono rimasto male.
Ma ho veramente sbagliato a giudicare solo dall'incipit. Bakuman è semplicemente magnifico, spiega molto bene la creazione e la pubblicazione dei manga, i metodi di sondaggio, gli editor eccetera eccetera. Mi ha preso sin dal primo volume, e per fortuna (per altri è una sfortuna a quanto ho capito) è scritto molto, ma soprattutto bene, non è assolutamente noioso e ci sono anche delle (rare) scene simpatiche. Infatti ogni volta che mi capita in mano il nuovo volume sono sempre 2 ore no-stop di lettura,è veramente difficile staccarsi, e aspettare il nuovo numero ancora peggio.
I disegni sono molto belli, comunque se proprio devo trovare un difetto (ma neanche troppo), è una parte della trama, cioè la relazione tra Mashiro e Azuki. È così fottutamente stupido questo fatto che ogni volta che ne parlano non posso fare altro che ridere. Ma si può anche spiegare razionalmente questo fatto: giapponesi.
Consiglio a tutti questo meraviglioso manga.
Ma quanto scrive Tsugumi Ohba? Leggere Bakuman (come per altro Death Note) mette alla prova le capacità di resistenza e di attenzione del lettore, perciò se soffrite di DDA io lascerei stare.
Dialoghi, monologhi, dialoghi e ancora monologhi. Estenuante.
Tendendo conto anche della complessità degli argomenti sui cui vertono suddetti discorsi, è davvero un'impresa arrivare a fine volumetto senza tirare un sospiro di sollievo.
Ho comprato i primi due volumi affascinata e incuriosita dalla tematica trattata, ma alla fine non ce l'ho fatta. La mia mente vagava mentre cercavo di comprendere i vari ragionamenti: manovre, calcoli, tattiche su come sopravvivere nel mondo difficile dei manga, un ambiente presentato come una vasca piena di squali pronti a sbranare la facile preda. A leggere tutte queste strategie mi girava la testa.
Il primo volume in verità è piuttosto piacevole, si lascia leggere e si intravede un abbozzo molto carino della storia di base, ma col secondo non ci siamo proprio. Noiosissimo. Nei volumi a seguire la situazione, per me, precipita, difatti ho finito col ringraziare la mia decisione di fermarmi con l'acquisto del manga. A parte qualche raro capitolo interessante, il resto è una barba pazzesca.
Per quanto riguarda il disegno, questo non riesce a rendere giustizia all'effettiva bravura di Obata che, secondo me, dà il meglio di sé negli artbooks. Il tratto di Bakuman è elementare, piuttosto scarno, insomma niente di che. Non so come mai ci sia questa enorme differenza tra manga e artbooks, forse una precisa scelta dell'autore.
I protagonisti stessi li ho trovati anonimi quanto i disegni e non c'è nemmeno nessun personaggio secondario che abbia attirato la mia attenzione.
Per me un flop totale e non posso non pensare (probabilmente anche sbagliando) che l'enorme trionfo del titolo in questione, più che ai suoi contenuti, sia dovuto all'accoppiata vincente dei due autori che lo firmano. Se lo stesso manga fosse appartenuto a dei mangaka totalmente sconosciuti avrebbe riscosso lo stesso successo? Chissà. Io ne dubito.
Dialoghi, monologhi, dialoghi e ancora monologhi. Estenuante.
Tendendo conto anche della complessità degli argomenti sui cui vertono suddetti discorsi, è davvero un'impresa arrivare a fine volumetto senza tirare un sospiro di sollievo.
Ho comprato i primi due volumi affascinata e incuriosita dalla tematica trattata, ma alla fine non ce l'ho fatta. La mia mente vagava mentre cercavo di comprendere i vari ragionamenti: manovre, calcoli, tattiche su come sopravvivere nel mondo difficile dei manga, un ambiente presentato come una vasca piena di squali pronti a sbranare la facile preda. A leggere tutte queste strategie mi girava la testa.
Il primo volume in verità è piuttosto piacevole, si lascia leggere e si intravede un abbozzo molto carino della storia di base, ma col secondo non ci siamo proprio. Noiosissimo. Nei volumi a seguire la situazione, per me, precipita, difatti ho finito col ringraziare la mia decisione di fermarmi con l'acquisto del manga. A parte qualche raro capitolo interessante, il resto è una barba pazzesca.
Per quanto riguarda il disegno, questo non riesce a rendere giustizia all'effettiva bravura di Obata che, secondo me, dà il meglio di sé negli artbooks. Il tratto di Bakuman è elementare, piuttosto scarno, insomma niente di che. Non so come mai ci sia questa enorme differenza tra manga e artbooks, forse una precisa scelta dell'autore.
I protagonisti stessi li ho trovati anonimi quanto i disegni e non c'è nemmeno nessun personaggio secondario che abbia attirato la mia attenzione.
Per me un flop totale e non posso non pensare (probabilmente anche sbagliando) che l'enorme trionfo del titolo in questione, più che ai suoi contenuti, sia dovuto all'accoppiata vincente dei due autori che lo firmano. Se lo stesso manga fosse appartenuto a dei mangaka totalmente sconosciuti avrebbe riscosso lo stesso successo? Chissà. Io ne dubito.
L'acquisto di questo manga è legato al fatto che i sensei Ohba e Obata erano gli autori di Death Note, un manga fantastico.
A mio parere la storia nei primi numeri non è molto degna di Tsugumi Ohba. Devo dire che se avessi dato un voto per i primi tre numeri avrei dato 6. Ma dal quarto in poi la storia inizia ad essere accattivante e lascia il lettore a bocca aperta. Ora siamo arrivati al numero 9 ma tra un po' uscirà il numero 10. Per ora il mio tankobon preferito è il 9.
La trama dei primi numeri è di stabilizzazione. Ma dal numero quattro e cinque la storia si fa più movimentata, perché escono nuovi personaggi e ci sono nuovi ostacoli per Mashiro e Takagi. Secondo me questa storia, come fu per Death Note, ha una trama originale: un manga che parla di due ragazzi che fanno un manga, incredibile. Poi i disegni sono magnifici come sempre, ma con un tratto leggermente diverso. Molte persone si lamentano perché nei tankobon di Bakuman ci sono troppi dialoghi e per leggerlo ci vuole un'ora. Ma secondo me è proprio questo il punto forte di questa opera dei sensei.
<b>ATTENZIONE SPOILER</b>
Il mio numero preferito come ho detto è il numero 9 perché entra in azione la vecchia rivale di Takagi, che con Eiji Niizuma crea un manga perfetto. È allora che inizia lo scontro tra gli Ashirogi, Iwase e Eiji. In questo punto Mashiro e Takagi decidono di sospendere la serie comica che avevano iniziato ("Tanto") perché per Moritaka il genere cupo e misterioso era fatto per Akito. Allora il caporedattore gli dà l'ultima possibilità di creare una serie poiché le altre due erano state interrotte. Per gli ashirogi questa è l'ultima possibilità! Non vedo l'ora che esca il numero dieci per sapere come si svolgerà la vicenda.
<b>FINE SPOILER</b>
Questo manga mi è piaciuto molto e ve lo consiglio vivamente, certamente la carta come sempre fa schifo e l'inchiostro macchia le mani, oltretutto il copertina è più flessibile di quella di Death Note.
Io ho personalmente dato 9 a questa opera e non 10 perché voglio leggerne la fine. Appena la serie sarà conclusa sono sicuro che scriverò un'altra recensione, e magari il prossimo voto sarà 10!
A mio parere la storia nei primi numeri non è molto degna di Tsugumi Ohba. Devo dire che se avessi dato un voto per i primi tre numeri avrei dato 6. Ma dal quarto in poi la storia inizia ad essere accattivante e lascia il lettore a bocca aperta. Ora siamo arrivati al numero 9 ma tra un po' uscirà il numero 10. Per ora il mio tankobon preferito è il 9.
La trama dei primi numeri è di stabilizzazione. Ma dal numero quattro e cinque la storia si fa più movimentata, perché escono nuovi personaggi e ci sono nuovi ostacoli per Mashiro e Takagi. Secondo me questa storia, come fu per Death Note, ha una trama originale: un manga che parla di due ragazzi che fanno un manga, incredibile. Poi i disegni sono magnifici come sempre, ma con un tratto leggermente diverso. Molte persone si lamentano perché nei tankobon di Bakuman ci sono troppi dialoghi e per leggerlo ci vuole un'ora. Ma secondo me è proprio questo il punto forte di questa opera dei sensei.
<b>ATTENZIONE SPOILER</b>
Il mio numero preferito come ho detto è il numero 9 perché entra in azione la vecchia rivale di Takagi, che con Eiji Niizuma crea un manga perfetto. È allora che inizia lo scontro tra gli Ashirogi, Iwase e Eiji. In questo punto Mashiro e Takagi decidono di sospendere la serie comica che avevano iniziato ("Tanto") perché per Moritaka il genere cupo e misterioso era fatto per Akito. Allora il caporedattore gli dà l'ultima possibilità di creare una serie poiché le altre due erano state interrotte. Per gli ashirogi questa è l'ultima possibilità! Non vedo l'ora che esca il numero dieci per sapere come si svolgerà la vicenda.
<b>FINE SPOILER</b>
Questo manga mi è piaciuto molto e ve lo consiglio vivamente, certamente la carta come sempre fa schifo e l'inchiostro macchia le mani, oltretutto il copertina è più flessibile di quella di Death Note.
Io ho personalmente dato 9 a questa opera e non 10 perché voglio leggerne la fine. Appena la serie sarà conclusa sono sicuro che scriverò un'altra recensione, e magari il prossimo voto sarà 10!
Dopo la conclusione di "Death Note", celeberrimo capolavoro che in questi ultimi anni ha letteralmente sconvolto l'intero mondo dei manga, generando un vero e proprio fenomeno di culto che ancora oggi fa molto discutere, ecco che l'infaticabile coppia Takeshi Obata e Tsugumi Ohba si rimette nuovamente al lavoro, dando vita ad un nuova creatura dal nome apparentemente insolito: Bakuman!
Chi di noi non ha mai sognato almeno una volta di diventare mangaka?! Ma soprattutto, possiamo veramente realizzare qualunque tipo di sogno, anche se apparentemente impossibile, con l'ausilio della sola forza di volontà?
Sono questi i 2 pilastri fondamentali su cui si poggia la storia dei due protagonisti del manga, Mashiro Moritaka e Akito Takagi, entrambi quattordicenni; il primo, abile disegnatore dal carattere piuttosto timido, il secondo invece sceneggiatore dalla fervida fantasia e laboriosa creatività, e sarà proprio quest'ultimo a trascinare Mashiro nell'impervio cammino con il fine ultimo di diventare i migliori mangaka dell'intero Giappone.
All'ambizioso obbiettivo, inoltre, si affianca la bizzarra promessa d'amore tra il giovane Mashiro e Miho Azuki, compagna di classe di cui è perdutamente innamorato fin dalle elementari, sentimento, di cui è preda anche la coprotagonista, che coltiva il sogno di diventare una famosa doppiatrice.
Bizzarra promessa, in quanto i due si promettono di sposarsi una volta realizzati i loro sogni, ma fino ad allora non potranno né vedersi né frequentarsi come una normale coppia, anche se potranno mantenere una minima forma di contatto, tramite delle email per incoraggiarsi l'uno con l'altro.
Potrà sembrare una cosa totalmente banale e che l'autore poteva benissimo evitare di inserire, ma è solo un elemento di contorno alla storia, un banale pretesto per rafforzare il desiderio di Mashiro nel diventare un affermato mangaka e di ottenere un anime in modo che la sua promessa sposa ne possa doppiare la parte dell'eroina.
Gli autori ci mostrano fin dal primo volumetto, una panoramica ben approfondita della grande casa editrice giapponese Shueisha e dei suoi meccanismi interni: il rapporto tra il mangaka e il suo editore e il grande peso che ha nella vita lavorativa di quest'ultimo, le riunioni per le serializzazioni dei piani alti, i questionari pubblici, tramite i quali si decide la sorte di una serie in corso ecc…… senza poi dimenticare di quanto sia difficile diventare un vero e proprio mangaka e nel mantenerne lo "status" una volta ottenuto; un vero e proprio gioco d'azzardo!
Sfortunatamente, dopo i primi volumi, questo particolare aspetto va sempre più scemando, facendo perdere tutto quell'interesse iniziale e trasformando il manga in una banale commedia di adolescenti, con trame e sottotrame noiose che allungano di gran lunga la storia.
A mio parere, questo manga doveva originariamente essere concepito per essere una serie dalla limitata durata, altrimenti rischia di trasformarsi sempre più in un allungabrodo infinito.
I disegni sono ben fatti, anche se molto diversi rispetto a Death Note (ahhhhhhh, bei tempi quelli) con molta meno minuzia nella tratteggiatura dei particolari, che si avvicinano molto di più al genere shonen.
Altro elemento che si discosta è il profilo psicologico dei personaggi che appaiono ben caratterizzati pur nella loro semplicità, anche se però manca loro quel qualcosa tale da renderli dei personaggi unici, cosa che possiedono tutti gli altri eroi shonen. Qui siamo proprio agli antipodi rispetto ai personaggi di Light Yagami e di Elle, che avevano un profilo psicologico ben più complesso ed intrigante.
In conclusione, come voto avrei dato un sincero 8 per la parte iniziale, ma allo stato attuale delle cose, per le cose che ho evidenziato qui sopra, sono costretto ad abbassargli il voto fino a 6.
Tuttavia lo consiglio per chi vuole farsi una lettura diversa e staccare dai comuni shonen odierni.
Chi di noi non ha mai sognato almeno una volta di diventare mangaka?! Ma soprattutto, possiamo veramente realizzare qualunque tipo di sogno, anche se apparentemente impossibile, con l'ausilio della sola forza di volontà?
Sono questi i 2 pilastri fondamentali su cui si poggia la storia dei due protagonisti del manga, Mashiro Moritaka e Akito Takagi, entrambi quattordicenni; il primo, abile disegnatore dal carattere piuttosto timido, il secondo invece sceneggiatore dalla fervida fantasia e laboriosa creatività, e sarà proprio quest'ultimo a trascinare Mashiro nell'impervio cammino con il fine ultimo di diventare i migliori mangaka dell'intero Giappone.
All'ambizioso obbiettivo, inoltre, si affianca la bizzarra promessa d'amore tra il giovane Mashiro e Miho Azuki, compagna di classe di cui è perdutamente innamorato fin dalle elementari, sentimento, di cui è preda anche la coprotagonista, che coltiva il sogno di diventare una famosa doppiatrice.
Bizzarra promessa, in quanto i due si promettono di sposarsi una volta realizzati i loro sogni, ma fino ad allora non potranno né vedersi né frequentarsi come una normale coppia, anche se potranno mantenere una minima forma di contatto, tramite delle email per incoraggiarsi l'uno con l'altro.
Potrà sembrare una cosa totalmente banale e che l'autore poteva benissimo evitare di inserire, ma è solo un elemento di contorno alla storia, un banale pretesto per rafforzare il desiderio di Mashiro nel diventare un affermato mangaka e di ottenere un anime in modo che la sua promessa sposa ne possa doppiare la parte dell'eroina.
Gli autori ci mostrano fin dal primo volumetto, una panoramica ben approfondita della grande casa editrice giapponese Shueisha e dei suoi meccanismi interni: il rapporto tra il mangaka e il suo editore e il grande peso che ha nella vita lavorativa di quest'ultimo, le riunioni per le serializzazioni dei piani alti, i questionari pubblici, tramite i quali si decide la sorte di una serie in corso ecc…… senza poi dimenticare di quanto sia difficile diventare un vero e proprio mangaka e nel mantenerne lo "status" una volta ottenuto; un vero e proprio gioco d'azzardo!
Sfortunatamente, dopo i primi volumi, questo particolare aspetto va sempre più scemando, facendo perdere tutto quell'interesse iniziale e trasformando il manga in una banale commedia di adolescenti, con trame e sottotrame noiose che allungano di gran lunga la storia.
A mio parere, questo manga doveva originariamente essere concepito per essere una serie dalla limitata durata, altrimenti rischia di trasformarsi sempre più in un allungabrodo infinito.
I disegni sono ben fatti, anche se molto diversi rispetto a Death Note (ahhhhhhh, bei tempi quelli) con molta meno minuzia nella tratteggiatura dei particolari, che si avvicinano molto di più al genere shonen.
Altro elemento che si discosta è il profilo psicologico dei personaggi che appaiono ben caratterizzati pur nella loro semplicità, anche se però manca loro quel qualcosa tale da renderli dei personaggi unici, cosa che possiedono tutti gli altri eroi shonen. Qui siamo proprio agli antipodi rispetto ai personaggi di Light Yagami e di Elle, che avevano un profilo psicologico ben più complesso ed intrigante.
In conclusione, come voto avrei dato un sincero 8 per la parte iniziale, ma allo stato attuale delle cose, per le cose che ho evidenziato qui sopra, sono costretto ad abbassargli il voto fino a 6.
Tuttavia lo consiglio per chi vuole farsi una lettura diversa e staccare dai comuni shonen odierni.
Bakuman è una serie manga di genere shounen, avente attualmente 14 volumi ancora in corso, e se il titolo non vi dirà molto, gli autori di certo lo faranno: Takeshi Obata e Tsugumi Ohba, vi dice qualcosa "Death Note"?
Se partiamo dal presupposto che il primo manga in questione sia ormai conosciuto ovunque, lodato e disprezzato, odiato e amato da tanti, Bakuman non ha di certo raggiunto il successo del suo precedente, ma è un chiaro esempio di come la fama ottenuta possa svolgere un ruolo chiave nella carriera lavorativa successiva all'opera avente ottenuto così tanta fama degli autori.
Bakuman, a mio avviso, è una serie interessante, trattante svariate tematiche quali la vita quotidiana, i rapporti sociali tra gli adolescenti e non, e soprattutto, il mondo dell'animazione e del disegno giapponese a cui tutti noi siamo molto affezionati.
La storia ruota attorno, ad appunto, due liceali ancora agli inizi del nuovo anno scolastico: Takagi Akito e Mashiro Moritaka.
Il primo citato è un vero genio, mentre il secondo altro non è che un ragazzo nella media, uno non in vista ma nemmeno scartabile, innamorato da sempre della sua compagna di classe, e, fattore chiave, possiede una grande passione per il disegno manga.
Quando però Akito lo sorprenderà con l'insolita e folle idea di realizzare una serie insieme, Mashiro non saprà che pesci pigliare e dopo lunghe riflessioni si deciderà nel dare una svolta alla sua vita ed intraprendere un lungo viaggio, con la speranza un giorno di poter vedere realizzata una serie animata della sua opera.
Un tragitto composto da varie difficoltà, case editrici, mangaka esordienti ed esperti, l'ampio lavoro presente nei retroscena di ciò che più amiamo leggere durante le nostre giornate: i manga.
In primo piano è possibile notare, per chi come me avesse letto Death Note, l'incredibile somiglianza di alcuni personaggi con l'altra serie; se anche in copertina non vi sia riportato che gli autori sono i medesimi di Death Note, anche solo dal disegno è facilmente comprensibile.
Il tratto presenta delle linee estremamente leggere, alternate da durezza a semplicità, caratteristiche classiche alternate ironiche e non, e se ciò non dovesse darvi un'idea della qualità del disegno, posso spiegarvelo così: Obata riesce a districarsi al meglio in qualunque situazione, maneggiando a proprio piacimento quella serie infinita di punti adimensionali ravvicinati chiamati nel loro insieme "linea".
Il fattore peggiore di questa serie è sicuramente la lunga durata necessaria ad una persona per la lettura di un volumetto, di un capitolo, di una pagina e di ogni singola vignetta: troppo spesso ho affermato che sarebbe stato meglio se Bakuman fosse divenuto una Novel, piuttosto che un manga. Impiego solitamente meno di un'ora per la lettura di qualsiasi manga, ma Bakuman rappresenta una vera sfida anche per me, portandomi ad impiegare circa dai 60 minuti in poi. Non menzionando il fatto che spesso, alcune parti, possono risultare molto noiose e, come se non bastasse, anche colme di dialoghi infiniti.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi posso affermare che, seppur vi sia un accenno in ciascuno di loro, i caratteri sono così tanti che credo stiano faticando a dare profondità a tutti, e questo lo si percepisce fra le righe.
Buona idea quella del mostrare i retroscena, è vero, ma non sono stati i primi a creare un manga basato su ciò, spero sia noto a tutti. Se Bakuman venisse elogiato, così come feci io, solamente per un caso di "idea innovativa", ebbene bisogna soffermarsi a sospendere la lettura per documentarsi meglio al riguardo.
In conclusione, il mio voto globale è la sufficienza, infatti ritengo Bakuman un buon manga e, seppur vada a rilento, lo consiglio a chi predilige le letture un po' impegnative a quelle leggere.
Se partiamo dal presupposto che il primo manga in questione sia ormai conosciuto ovunque, lodato e disprezzato, odiato e amato da tanti, Bakuman non ha di certo raggiunto il successo del suo precedente, ma è un chiaro esempio di come la fama ottenuta possa svolgere un ruolo chiave nella carriera lavorativa successiva all'opera avente ottenuto così tanta fama degli autori.
Bakuman, a mio avviso, è una serie interessante, trattante svariate tematiche quali la vita quotidiana, i rapporti sociali tra gli adolescenti e non, e soprattutto, il mondo dell'animazione e del disegno giapponese a cui tutti noi siamo molto affezionati.
La storia ruota attorno, ad appunto, due liceali ancora agli inizi del nuovo anno scolastico: Takagi Akito e Mashiro Moritaka.
Il primo citato è un vero genio, mentre il secondo altro non è che un ragazzo nella media, uno non in vista ma nemmeno scartabile, innamorato da sempre della sua compagna di classe, e, fattore chiave, possiede una grande passione per il disegno manga.
Quando però Akito lo sorprenderà con l'insolita e folle idea di realizzare una serie insieme, Mashiro non saprà che pesci pigliare e dopo lunghe riflessioni si deciderà nel dare una svolta alla sua vita ed intraprendere un lungo viaggio, con la speranza un giorno di poter vedere realizzata una serie animata della sua opera.
Un tragitto composto da varie difficoltà, case editrici, mangaka esordienti ed esperti, l'ampio lavoro presente nei retroscena di ciò che più amiamo leggere durante le nostre giornate: i manga.
In primo piano è possibile notare, per chi come me avesse letto Death Note, l'incredibile somiglianza di alcuni personaggi con l'altra serie; se anche in copertina non vi sia riportato che gli autori sono i medesimi di Death Note, anche solo dal disegno è facilmente comprensibile.
Il tratto presenta delle linee estremamente leggere, alternate da durezza a semplicità, caratteristiche classiche alternate ironiche e non, e se ciò non dovesse darvi un'idea della qualità del disegno, posso spiegarvelo così: Obata riesce a districarsi al meglio in qualunque situazione, maneggiando a proprio piacimento quella serie infinita di punti adimensionali ravvicinati chiamati nel loro insieme "linea".
Il fattore peggiore di questa serie è sicuramente la lunga durata necessaria ad una persona per la lettura di un volumetto, di un capitolo, di una pagina e di ogni singola vignetta: troppo spesso ho affermato che sarebbe stato meglio se Bakuman fosse divenuto una Novel, piuttosto che un manga. Impiego solitamente meno di un'ora per la lettura di qualsiasi manga, ma Bakuman rappresenta una vera sfida anche per me, portandomi ad impiegare circa dai 60 minuti in poi. Non menzionando il fatto che spesso, alcune parti, possono risultare molto noiose e, come se non bastasse, anche colme di dialoghi infiniti.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi posso affermare che, seppur vi sia un accenno in ciascuno di loro, i caratteri sono così tanti che credo stiano faticando a dare profondità a tutti, e questo lo si percepisce fra le righe.
Buona idea quella del mostrare i retroscena, è vero, ma non sono stati i primi a creare un manga basato su ciò, spero sia noto a tutti. Se Bakuman venisse elogiato, così come feci io, solamente per un caso di "idea innovativa", ebbene bisogna soffermarsi a sospendere la lettura per documentarsi meglio al riguardo.
In conclusione, il mio voto globale è la sufficienza, infatti ritengo Bakuman un buon manga e, seppur vada a rilento, lo consiglio a chi predilige le letture un po' impegnative a quelle leggere.
Bakuman è un manga che appena uscito sembrava quasi rivoluzionario perché trattava del tema dell'editoria manga basato sulla celeberrima casa editrice Shueisha, rivelando cosi i vari aspetti di una produzione manga attraverso la storia di due giovani liceali, Mashiro Moritaka e Takagi Akito, il cui sogno era quello di sfondare nel mondo dei manga, formando un duo chiamato Ashirogi Muto di cui Takagi è l'autore delle storie e Mashiro si occupa di trasformale in disegni.
Tutto sembra andare bene e riescono ad entrare nella famosa Shueisha ma i pericoli sono in agguato e si trovano a dover affrontare fin da subito i primi ostacoli, inizialmente rappresentati da Eiji, che, di un solo anno più grande, è considerato un fenomeno perché da solo riesce a sfornare dei manga incredibili e che conquistano sempre le prime posizioni delle classifiche di gradimento; ci saranno le sfide per la posizione tra i due autori e in seguito si aggiungeranno molti rivali/amici che si daranno sempre battaglia ma che non perderanno l'occasione di unirsi per poter cambiare il mondo dei manga.
Il punto forte del manga è senz'altro la storia, molto originale ma che secondo me sta andando troppo per le lunghe, già poteva avere l'occasione di essere conclusa almeno una cinquantina di capitoli fa, infatti ora vediamo sempre i soliti personaggi che vengono rimessi in scena senza aggiungere niente alla trama, che al contrario sembra essersi fermata da molto tempo.
Con il passare della storia anche i disegni, che prima risultavano belli e precisi, stanno piano piano andando stilizzandosi e le pagine risultano molto spesso troppo piene di dialoghi - cosa che va in contrasto con la storia stessa visto che nei primi volumi una cosa su cui avevano insistito i protagonisti è che nei manga non dovrebbero essercene molti.
La storia molto spesso fa riferimenti a manga realmente pubblicati ma pecca per il fatto che scelgono solo quelli usciti dalla Shueisha.
Il voto complessivo del manga è un 8, proprio perché, tolte alcune pecche, rimane pur sempre una storia godibile anche dopo 150 capitoli.
Tutto sembra andare bene e riescono ad entrare nella famosa Shueisha ma i pericoli sono in agguato e si trovano a dover affrontare fin da subito i primi ostacoli, inizialmente rappresentati da Eiji, che, di un solo anno più grande, è considerato un fenomeno perché da solo riesce a sfornare dei manga incredibili e che conquistano sempre le prime posizioni delle classifiche di gradimento; ci saranno le sfide per la posizione tra i due autori e in seguito si aggiungeranno molti rivali/amici che si daranno sempre battaglia ma che non perderanno l'occasione di unirsi per poter cambiare il mondo dei manga.
Il punto forte del manga è senz'altro la storia, molto originale ma che secondo me sta andando troppo per le lunghe, già poteva avere l'occasione di essere conclusa almeno una cinquantina di capitoli fa, infatti ora vediamo sempre i soliti personaggi che vengono rimessi in scena senza aggiungere niente alla trama, che al contrario sembra essersi fermata da molto tempo.
Con il passare della storia anche i disegni, che prima risultavano belli e precisi, stanno piano piano andando stilizzandosi e le pagine risultano molto spesso troppo piene di dialoghi - cosa che va in contrasto con la storia stessa visto che nei primi volumi una cosa su cui avevano insistito i protagonisti è che nei manga non dovrebbero essercene molti.
La storia molto spesso fa riferimenti a manga realmente pubblicati ma pecca per il fatto che scelgono solo quelli usciti dalla Shueisha.
Il voto complessivo del manga è un 8, proprio perché, tolte alcune pecche, rimane pur sempre una storia godibile anche dopo 150 capitoli.
Lo presi perché era dello stesso autore di Death Note, all'inizio non pensavo che sarebbe stato altrettanto bello ma ho dovuto ricredermi: è un manga stupendo che parla di due studenti che voglio disegnare un manga con cui diventare famosi, e hanno tutte le carte in regola per riuscirci, ma non sanno quanto sia spietato il mondo dei manga; la prima volta falliranno, ci riprovano di nuovo, falliscono di nuovo ma non si arrendono.
I personaggi sono ben disegnati, inoltre trovo divertenti le continue citazioni di altri manga; non mancano poi scene divertenti e le rivalità tra i personaggi, poi si possono imparare molte cose sulla realizzazione dei manga - il disegno, le fasi di un buon manga oppure a chi si deve rivolgersi per pubblicare e altre cose.
Protagonisti: 8
Trama: 9, è difficile da capire perché quando stanno per pubblicare un manga si penserà subito che diventeranno famosi e il manga finirà ma non è vero e non mancano neanche i colpi di scena.
Personaggi: 8
Disegni: 9
Lo consiglio a tutti, soprattutto agli amanti del disegno manga.
I personaggi sono ben disegnati, inoltre trovo divertenti le continue citazioni di altri manga; non mancano poi scene divertenti e le rivalità tra i personaggi, poi si possono imparare molte cose sulla realizzazione dei manga - il disegno, le fasi di un buon manga oppure a chi si deve rivolgersi per pubblicare e altre cose.
Protagonisti: 8
Trama: 9, è difficile da capire perché quando stanno per pubblicare un manga si penserà subito che diventeranno famosi e il manga finirà ma non è vero e non mancano neanche i colpi di scena.
Personaggi: 8
Disegni: 9
Lo consiglio a tutti, soprattutto agli amanti del disegno manga.
Il manga più appassionante che abbia letto, nonostante ci sia molto testo l'ho riletto due volte tutto d'un fiato.
La trama tratta di due ragazzi che hanno come sogno diventare mangaka, Saiko e Shujin. Saiko (che illustra le storie) si impegnerà moltissimo per poter stare con Miho, perché si sono promessi che si potranno vedere solo una volta realizzati i loro rispettivi sogni - Mangaka per lui, Doppiatrice per lei. Ma non mancheranno le occasioni in cui si incontreranno anche prima della realizzazione dei sogni, nel frattempo si mandano E-mail dai cellulari.
Nella storia non mancano di certo i colpi i scena. Nel manga l'autore punta sul fatto che per avere successo non bisogna di creare per forza battle-manga (tutti i generi verranno spiegati nel manga), ma anche manga di nicchia,
ed è ciò che proveranno a fare i nostri protagonisti; ed è ciò che fa l'autrice stessa di Bakuman, in cui le uniche botte sono quelle che prende Shujin dalla sua ragazza.
I disegni mi sono piaciuti molto e gli sfondi sono molto curati. La storia è abbastanza appassionante e ogni singolo capitolo di fa venire voglia di leggere il seguito. I personaggi sono tutti ben studiati, ognuno con un ruolo specifico.
Consiglio questo manga a tutti per conoscere meglio il mondo dei manga in Giappone, e in particolare la rivista di Jump.
La trama tratta di due ragazzi che hanno come sogno diventare mangaka, Saiko e Shujin. Saiko (che illustra le storie) si impegnerà moltissimo per poter stare con Miho, perché si sono promessi che si potranno vedere solo una volta realizzati i loro rispettivi sogni - Mangaka per lui, Doppiatrice per lei. Ma non mancheranno le occasioni in cui si incontreranno anche prima della realizzazione dei sogni, nel frattempo si mandano E-mail dai cellulari.
Nella storia non mancano di certo i colpi i scena. Nel manga l'autore punta sul fatto che per avere successo non bisogna di creare per forza battle-manga (tutti i generi verranno spiegati nel manga), ma anche manga di nicchia,
ed è ciò che proveranno a fare i nostri protagonisti; ed è ciò che fa l'autrice stessa di Bakuman, in cui le uniche botte sono quelle che prende Shujin dalla sua ragazza.
I disegni mi sono piaciuti molto e gli sfondi sono molto curati. La storia è abbastanza appassionante e ogni singolo capitolo di fa venire voglia di leggere il seguito. I personaggi sono tutti ben studiati, ognuno con un ruolo specifico.
Consiglio questo manga a tutti per conoscere meglio il mondo dei manga in Giappone, e in particolare la rivista di Jump.
Devo ammettere che il primo volume di Bakuman lo comprai solo perché era degli stessi autori di Death Note, perché la trama, seppur innovativa, mi sembrava abbastanza debole per sostenere un intero manga. Ed invece devo ricredermi, perché questo è davvero un ottimo manga: è realistico (nella storia vengono nominati vari manga ed anime esistenti nella realtà), è divertente, ma anche molto triste in dei momenti, ci sono colpi di scena, rivalità fra i personaggi, insomma, ha tutte le carte in regola per essere un manga degno di essere letto, anche solo per le curiosità che contiene; io ho scoperto un sacco di cose che non sapevo sul pubblicare un manga in Giappone. Vi consiglio caldamente di leggerlo quindi, ne vale davvero la pena.
Il mio voto non è basato alla singola storia ma a un insieme di elementi che vanno al di là del semplice apprezzamento. Ne illustro volentieri alcuni.
Ormai si sa che la maggior parte, anzi diciamo pure tutte, le opere manga (e non solo ovviamente) contengono dei cliché. Non è una cosa negativa, ma oggigiorno si tende a notare molto questi cliché rendendo l'opera pesante ai nostri occhi.
Io ho visto in Bakuman questi cliché. Il carattere dei personaggi, l'uso dei sentimenti e delle emozioni e la trama semplice. Ciò che mi ha colpito però è stata la capacità dei due autori di rendere questi cliché molto leggeri grazie all'uso di idee che mi hanno portato ad inserirmi in maniera ottimale nella storia. Hanno reso tutto molto coinvolgente sotto il punto di vista narrativo e figurativo, e ciò a mio parere è molto importante perché non importa se vengono ripresi concetti già visti e rivisti, ma importa come sei in grado di trasmetterli, e per essere un'opera manga, dove spesso il coinvolgimento si perde a lungo andare, il risultato è ottimo.
A mio parere l'idea di ambientare un manga proprio nel suo mondo è una cosa che io non avevo mai sentito prima. Inoltre si parla di argomenti quali la salute, il lavoro di un mangaka, la scuola e i rapporti interpersonali in un mix di gag e serietà che si amalgamano bene senza pesare troppo l'un l'altro.
Una cosa che invece potrebbe risultare un po' pesante, come molti avranno già detto, è il fatto che c'è molto testo. Ebbene io credo che la lettura sia una sorta di rilassamento, qualunque essa sia. Dunque la stessa cosa vale per i manga. Per Bakuman occorre un po' più di attenzione nei dialoghi rispetto ad altri manga, ma è proprio questo ciò che lo rende particolare. Le molte spiegazioni riguardanti il mondo dei manga e le continue congetture dei due protagonisti portano il lettore a dover seguire i loro ragionamenti venendone coinvolti, e ciò è una buona cosa.
Sotto l'aspetto letterario, dunque, questo manga secondo me è per lo più orientato verso persone che, come me, apprezzano la lettura in più forme e l'abilità degli autori nel comunicare emozioni ai lettori.
Essendo una persona che adora moltissimo l'arte, ho sempre considerato i manga come vere e proprie opere. Lo stile di disegno di un mangaka mi sta influenzando sempre di più ultimamente anche perché ora mi ritrovo a vedere un sacco di serie in fumetteria che hanno sempre qualcosa in comune, e dunque cerco nel disegno proprio quell'elemento unico del mangaka.
Come ho già detto prima gli autori di Bakuman sono stati molto bravi a comunicare tramite la narrazione e il disegno. L'uso del deforming (come viene chiamato nel manga appunto) è una delle cose che ho apprezzato di più nel disegno. Il tratto è pulito e per niente pesante inoltre il disegnatore ha curato ogni minimo dettaglio: dagli elementi dei vestiti e degli sfondi alle espressioni, anche quelle semplici, da gag, dei personaggi.
In poche parole, questo manga è uno di quelli che potrebbero venire ricordati a lungo. L'unico vero peccato, a mio parere, è che Bakuman è opera degli autori del già conosciuto Death Note e dunque verrà sempre paragonato e posto all'ombra di esso, impedendo di farne risaltare le qualità come si dovrebbe.
Ormai si sa che la maggior parte, anzi diciamo pure tutte, le opere manga (e non solo ovviamente) contengono dei cliché. Non è una cosa negativa, ma oggigiorno si tende a notare molto questi cliché rendendo l'opera pesante ai nostri occhi.
Io ho visto in Bakuman questi cliché. Il carattere dei personaggi, l'uso dei sentimenti e delle emozioni e la trama semplice. Ciò che mi ha colpito però è stata la capacità dei due autori di rendere questi cliché molto leggeri grazie all'uso di idee che mi hanno portato ad inserirmi in maniera ottimale nella storia. Hanno reso tutto molto coinvolgente sotto il punto di vista narrativo e figurativo, e ciò a mio parere è molto importante perché non importa se vengono ripresi concetti già visti e rivisti, ma importa come sei in grado di trasmetterli, e per essere un'opera manga, dove spesso il coinvolgimento si perde a lungo andare, il risultato è ottimo.
A mio parere l'idea di ambientare un manga proprio nel suo mondo è una cosa che io non avevo mai sentito prima. Inoltre si parla di argomenti quali la salute, il lavoro di un mangaka, la scuola e i rapporti interpersonali in un mix di gag e serietà che si amalgamano bene senza pesare troppo l'un l'altro.
Una cosa che invece potrebbe risultare un po' pesante, come molti avranno già detto, è il fatto che c'è molto testo. Ebbene io credo che la lettura sia una sorta di rilassamento, qualunque essa sia. Dunque la stessa cosa vale per i manga. Per Bakuman occorre un po' più di attenzione nei dialoghi rispetto ad altri manga, ma è proprio questo ciò che lo rende particolare. Le molte spiegazioni riguardanti il mondo dei manga e le continue congetture dei due protagonisti portano il lettore a dover seguire i loro ragionamenti venendone coinvolti, e ciò è una buona cosa.
Sotto l'aspetto letterario, dunque, questo manga secondo me è per lo più orientato verso persone che, come me, apprezzano la lettura in più forme e l'abilità degli autori nel comunicare emozioni ai lettori.
Essendo una persona che adora moltissimo l'arte, ho sempre considerato i manga come vere e proprie opere. Lo stile di disegno di un mangaka mi sta influenzando sempre di più ultimamente anche perché ora mi ritrovo a vedere un sacco di serie in fumetteria che hanno sempre qualcosa in comune, e dunque cerco nel disegno proprio quell'elemento unico del mangaka.
Come ho già detto prima gli autori di Bakuman sono stati molto bravi a comunicare tramite la narrazione e il disegno. L'uso del deforming (come viene chiamato nel manga appunto) è una delle cose che ho apprezzato di più nel disegno. Il tratto è pulito e per niente pesante inoltre il disegnatore ha curato ogni minimo dettaglio: dagli elementi dei vestiti e degli sfondi alle espressioni, anche quelle semplici, da gag, dei personaggi.
In poche parole, questo manga è uno di quelli che potrebbero venire ricordati a lungo. L'unico vero peccato, a mio parere, è che Bakuman è opera degli autori del già conosciuto Death Note e dunque verrà sempre paragonato e posto all'ombra di esso, impedendo di farne risaltare le qualità come si dovrebbe.
"Quando si comincia a pubblicare ci vogliono forza fisica, forza mentale e infine forza di volontà, per non arrendersi mai di fronte a niente."
INTRODUZIONE
Bakuman è un manga ideato dalla coppia Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, rispettivamente responsabili della storia e il secondo dei disegni. La coppia è diventata nota per un manga che ormai ha segnato il panorama internazionale manga, ovvero il celeberrimo "Death Note". Il manga è iniziato nel 2008 ed attualmente è in corso, e conta all'attuale 13 volumi. In Giappone è pubblicato su Shueisha, mentre in Italia è attualmente pubblicato dalla Planet Manga (Panini Comics), che fino ad oggi ha pubblicato i suoi primi 9 volumi, nel classico formato da 3,90€.
TRAMA
I protagonisti sono due studenti: Takagi Akito, studente modello delle superiori, con grandi abilità da scrittore, e Mashiro Moritake, suo compagno di classe, dalle grandi abilità nel disegno. Il destino li ha portati ad incontrarsi e li porterà a iniziare il loro sogno: pubblicare il proprio manga. Nella trama vi sono diverse sfaccettature, diversi personaggi, ma tutto sommato secondari alla trama.
CONSIDERAZIONI
Il manga nel primo volume riesce un po' a stupire, ma già dal secondo si va verso il ripetitivo ed addirittura al banale. Mi dispiace, ma questo manga per me è stato una delusione su tutti i fronti. Forse perché il precedente Death Note è insuperabile, ma trovo la la trama di Bakuman penosa ed il tratto di Takeshi Obata, pur non essendo peggiorato, è diventato "più infantile", forse perché il manga è indirizzato ad un pubblico giovanile. Proprio non riesco a spiegarmi come possa essere così sopravvalutato questo manga, che alla fine dei conti non presenta nulla di nuovo, anzi qualcosa di già visto, oltretutto visto male. Quindi alla fine sconsiglio a tutti questo manga. Il mio voto finale a questo manga-delusione è 5, anche un po' sforzato.
INTRODUZIONE
Bakuman è un manga ideato dalla coppia Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, rispettivamente responsabili della storia e il secondo dei disegni. La coppia è diventata nota per un manga che ormai ha segnato il panorama internazionale manga, ovvero il celeberrimo "Death Note". Il manga è iniziato nel 2008 ed attualmente è in corso, e conta all'attuale 13 volumi. In Giappone è pubblicato su Shueisha, mentre in Italia è attualmente pubblicato dalla Planet Manga (Panini Comics), che fino ad oggi ha pubblicato i suoi primi 9 volumi, nel classico formato da 3,90€.
TRAMA
I protagonisti sono due studenti: Takagi Akito, studente modello delle superiori, con grandi abilità da scrittore, e Mashiro Moritake, suo compagno di classe, dalle grandi abilità nel disegno. Il destino li ha portati ad incontrarsi e li porterà a iniziare il loro sogno: pubblicare il proprio manga. Nella trama vi sono diverse sfaccettature, diversi personaggi, ma tutto sommato secondari alla trama.
CONSIDERAZIONI
Il manga nel primo volume riesce un po' a stupire, ma già dal secondo si va verso il ripetitivo ed addirittura al banale. Mi dispiace, ma questo manga per me è stato una delusione su tutti i fronti. Forse perché il precedente Death Note è insuperabile, ma trovo la la trama di Bakuman penosa ed il tratto di Takeshi Obata, pur non essendo peggiorato, è diventato "più infantile", forse perché il manga è indirizzato ad un pubblico giovanile. Proprio non riesco a spiegarmi come possa essere così sopravvalutato questo manga, che alla fine dei conti non presenta nulla di nuovo, anzi qualcosa di già visto, oltretutto visto male. Quindi alla fine sconsiglio a tutti questo manga. Il mio voto finale a questo manga-delusione è 5, anche un po' sforzato.
Al momento, è il manga che leggo più volentieri, anche se dal voto che ho deciso di dargli non sembrerebbe. Il problema è che secondo me, nonostante alcuni pregi che me lo fanno apprezzare molto, ha anche delle pecche che gli impediscono di essere migliore.
La trama è piuttosto semplice: Takagi è uno scrittore di talento che vuole fare il mangaka e per questo coinvolge Mashiro, suo compagno di classe abile nel disegno. Quest'ultimo all'inizio non vorrebbe, ma si convince quando scopre che la ragazza di cui è innamorato vuole fare la doppiatrice: viene così deciso che quando il manga che i due ragazzi avranno scritto avrà un anime lei sarà la doppiatrice dell'eroina, e solo allora Mashiro si potrà sposare con lei.
Detta così, la trama sembra parecchio brutta, invece due cose sono interessanti: la descrizione di come funziona Jump e quello che io, arbitrariamente, ho definito 'meta-manga'.
Ora, per quanto riguarda la prima parte, la cosa essenziale da dire è che Bakuman non è un manga realistico, quindi ci sono parecchie cose decisamente romanzate tipiche di uno shonen, però ho apprezzato comunque il voler inserire alcune di quelle che sono, da quello che ho visto in giro, le problematiche tipiche dei mangaka (lo stress, le consegne, i soldi, i problemi di salute), pur senza approfondirle in maniera reale. Inoltre, mi è piaciuta molto tutta la spiegazione su Jump e anche i momenti in cui si spiegavano alcune tattiche da manga maistream e cose simili.
La parte che in assoluto mi fa piacere Bakuman è quello che ho definito 'meta-manga', prendendo impropriamente la definizione da 'metateatro'. Con questa definizione non mi riferisco solamente al fatto che all'interno di Bakuman siano presenti tantissimi altri manga inventati dagli autori all'interno del manga (con tanto di stili di disegno diversi, cosa che ho molto apprezzato), ma anche al fatto che il manga sembra faccia di tutto per dimostrarsi realistico, per far credere al lettore che tutto quello che accade è vero, salvo poi smascherarsi in più occasioni per quello che è, cioè esso stesso un manga di quel Jump di cui si parla tanto. Un esempio per far capire meglio quello che intendo: gli occhi di Mashiro vengono ad un certo punto paragonati a quelli di un protagonista di manga shonen tipico di Jump. Peccato che Mashiro sia a tutti gli effetti un protagonista di manga shonen!
Teniamo presente che questo serve anche, però, per fare una pubblicità 'occulta' agli autori più famosi di Jump, ma è una cosa così spudorata da far sorridere.
Purtroppo, però, quando la trama esaurisce questi due aspetti, finisce per diventare pesante e ripetitiva, piena di dialoghi a volte eccessivi, senza effettivi spunti, e sembra frutto di un allungamento fine a se stesso che non trovo adatto ad un manga di questo genere, che secondo me dovrebbe finire in non troppi numeri.
I personaggi in generale mi piacciono, però le caratterizzazioni non le ho trovate proprio il massimo: la protagonista femminile non ha molto carattere, molti dei personaggi che ruotano attorno ai protagonisti sono o estremamente assurdi oppure un po' piatti, pochi riescono veramente a spiccare e sicuramente non sono i protagonisti.
Ora, i difetti che ho trovato, oltre a quello già citato sopra della trama. Innanzitutto, i disegni. Ho letto sia Hikaru no Go che Death Note e, benché non sia esperta, mi sembra di aver notato un deciso calo. Trovo fatte meglio alcune pagine dei manga inventati che quelle del manga vero.
Inoltre, quello che davvero non mi piace di Bakuman è la parte romantica, e dire che dovrebbe essere una parte fondamentale del manga dato che Mashiro accetta di diventare mangaka per riuscire a sposarsi con la sua bella. Ora, i personaggi si amano così, a prescindere, senza che davvero questo amore sembri essere dimostrato in qualche maniera; le volte che lo è, si scade in una sdolcinatezza assurda che personalmente non mi convince per niente. Stessa cosa per Takagi e la sua ragazza, si amano ma non si capisce perché visto che soprattutto lui non sembra far niente per dimostrarlo. E se all'inizio la storia 'non ci vediamo finché non avremo realizzato i nostri sogni' era talmente assurda da far sorridere, tirandola per le lunghe non fa più divertire, fa solo arrabbiare e 'spreca' pagine del manga.
In sostanza, è un manga che ha dei buoni spunti, ma a parer mio sarebbe potuto risultare migliore.
La trama è piuttosto semplice: Takagi è uno scrittore di talento che vuole fare il mangaka e per questo coinvolge Mashiro, suo compagno di classe abile nel disegno. Quest'ultimo all'inizio non vorrebbe, ma si convince quando scopre che la ragazza di cui è innamorato vuole fare la doppiatrice: viene così deciso che quando il manga che i due ragazzi avranno scritto avrà un anime lei sarà la doppiatrice dell'eroina, e solo allora Mashiro si potrà sposare con lei.
Detta così, la trama sembra parecchio brutta, invece due cose sono interessanti: la descrizione di come funziona Jump e quello che io, arbitrariamente, ho definito 'meta-manga'.
Ora, per quanto riguarda la prima parte, la cosa essenziale da dire è che Bakuman non è un manga realistico, quindi ci sono parecchie cose decisamente romanzate tipiche di uno shonen, però ho apprezzato comunque il voler inserire alcune di quelle che sono, da quello che ho visto in giro, le problematiche tipiche dei mangaka (lo stress, le consegne, i soldi, i problemi di salute), pur senza approfondirle in maniera reale. Inoltre, mi è piaciuta molto tutta la spiegazione su Jump e anche i momenti in cui si spiegavano alcune tattiche da manga maistream e cose simili.
La parte che in assoluto mi fa piacere Bakuman è quello che ho definito 'meta-manga', prendendo impropriamente la definizione da 'metateatro'. Con questa definizione non mi riferisco solamente al fatto che all'interno di Bakuman siano presenti tantissimi altri manga inventati dagli autori all'interno del manga (con tanto di stili di disegno diversi, cosa che ho molto apprezzato), ma anche al fatto che il manga sembra faccia di tutto per dimostrarsi realistico, per far credere al lettore che tutto quello che accade è vero, salvo poi smascherarsi in più occasioni per quello che è, cioè esso stesso un manga di quel Jump di cui si parla tanto. Un esempio per far capire meglio quello che intendo: gli occhi di Mashiro vengono ad un certo punto paragonati a quelli di un protagonista di manga shonen tipico di Jump. Peccato che Mashiro sia a tutti gli effetti un protagonista di manga shonen!
Teniamo presente che questo serve anche, però, per fare una pubblicità 'occulta' agli autori più famosi di Jump, ma è una cosa così spudorata da far sorridere.
Purtroppo, però, quando la trama esaurisce questi due aspetti, finisce per diventare pesante e ripetitiva, piena di dialoghi a volte eccessivi, senza effettivi spunti, e sembra frutto di un allungamento fine a se stesso che non trovo adatto ad un manga di questo genere, che secondo me dovrebbe finire in non troppi numeri.
I personaggi in generale mi piacciono, però le caratterizzazioni non le ho trovate proprio il massimo: la protagonista femminile non ha molto carattere, molti dei personaggi che ruotano attorno ai protagonisti sono o estremamente assurdi oppure un po' piatti, pochi riescono veramente a spiccare e sicuramente non sono i protagonisti.
Ora, i difetti che ho trovato, oltre a quello già citato sopra della trama. Innanzitutto, i disegni. Ho letto sia Hikaru no Go che Death Note e, benché non sia esperta, mi sembra di aver notato un deciso calo. Trovo fatte meglio alcune pagine dei manga inventati che quelle del manga vero.
Inoltre, quello che davvero non mi piace di Bakuman è la parte romantica, e dire che dovrebbe essere una parte fondamentale del manga dato che Mashiro accetta di diventare mangaka per riuscire a sposarsi con la sua bella. Ora, i personaggi si amano così, a prescindere, senza che davvero questo amore sembri essere dimostrato in qualche maniera; le volte che lo è, si scade in una sdolcinatezza assurda che personalmente non mi convince per niente. Stessa cosa per Takagi e la sua ragazza, si amano ma non si capisce perché visto che soprattutto lui non sembra far niente per dimostrarlo. E se all'inizio la storia 'non ci vediamo finché non avremo realizzato i nostri sogni' era talmente assurda da far sorridere, tirandola per le lunghe non fa più divertire, fa solo arrabbiare e 'spreca' pagine del manga.
In sostanza, è un manga che ha dei buoni spunti, ma a parer mio sarebbe potuto risultare migliore.
Devo dire che mi ha molto colpito. Pare un'enciclopedia fatta su manga. Come volevasi dimostrare è stato ideato e prodotto da niente di meno che Tsugumi Ohba e Takeshi Obata.
La storia è particolare e molto accattivante, i personaggi semplici ma efficaci, i disegni incriticabili.
Un altro capolavoro del duo a mio parere, non ai livelli di Death Note ma la stoffa e sempre quella, i ricami sono altri. L'unica pecca è il fatto delle molte persone che arrivano di numero in numero e risulta difficile associare i nomi ai volti. Credo che si fermeranno, se l'abbiamo capito noi, figuriamo se non l'hanno capito i due geni!
La storia è particolare e molto accattivante, i personaggi semplici ma efficaci, i disegni incriticabili.
Un altro capolavoro del duo a mio parere, non ai livelli di Death Note ma la stoffa e sempre quella, i ricami sono altri. L'unica pecca è il fatto delle molte persone che arrivano di numero in numero e risulta difficile associare i nomi ai volti. Credo che si fermeranno, se l'abbiamo capito noi, figuriamo se non l'hanno capito i due geni!
Manga frutto della cooperazone fra Obha e Obata, già autori di Death Note, Bakuman è, secondo me, uno fra i più bei manga attualmente in corso. La storia ha come protagonista Moritaka Mashiro, che si presenta come un mediocre ragazzo delle medie che ha poche prospettive per il suo futuro, e Akito Takagi, un brillante studente che frequenta la sua stessa classe. Quest'ultimo proporrà a Moritaka di debuttare nel mondo dei manga insieme a lui. Moritaka all'inizio riluttante, si convincerà in seguito dopo che Takagi lo avrà fatto parlare con Miho Azuki una loro compagna di classe di cui Moritaka è follemente innamorato. Moritaka scoprirà di essere ricambiato e prometterà ad Azuki di sposarla quando avranno realizzato i loro sogni: lui un famoso mangaka, lei una celebre doppiatrice. Azuki aggiungerà la clausola che non gli permetterà di vedersi fino alla completa realizzazione dei loro sogni. Da qui nasceranno le affascinanti avventure dell'affiatato duo verso il successo, attraveerso il quale Obha descrive in modo esauriente tutto ciò che si cela dietro la realizzazione di un manga. Fidatevi, dopo aver letto un paio di tankobon di Bakuman non leggerete più gli altri manga come prima e molte cose vi saranno più chiare. insomma per quanto riguarda la storia Bakuman si merita il massimo dei voti.
Ora arriviamo ai disegni. Takeshi Obata è, a mio avviso, uno dei più grandi illustratori giapponesi che ci siano in circolazione, :) un tratto pulito, sottile e accattivante, l'unica pecca è che l'abilissimo sensei Obata non sa mantenere questo stile a lungo, infatti dopo 3 o 4 volumetti lo stile di disegno, non peggiora, ma perde quella strana armonia che aveva soprattutto nei primi numeri. Se avessi potuto avrei dato un 9 e mezzo, ma dato che i voti possono essere solo pieni opto per il 9. :)
Ora arriviamo ai disegni. Takeshi Obata è, a mio avviso, uno dei più grandi illustratori giapponesi che ci siano in circolazione, :) un tratto pulito, sottile e accattivante, l'unica pecca è che l'abilissimo sensei Obata non sa mantenere questo stile a lungo, infatti dopo 3 o 4 volumetti lo stile di disegno, non peggiora, ma perde quella strana armonia che aveva soprattutto nei primi numeri. Se avessi potuto avrei dato un 9 e mezzo, ma dato che i voti possono essere solo pieni opto per il 9. :)
Dai creatori di Death note arriva questa nuova serie targata Ohba-Obata. Il manga parla di due giovani liceali che hanno un sogno in comune: diventare mangaka. Bakuman è bello perché ti fa vedere passo passo come si sviluppa un manga e quanto sia difficile che riesca ad ottenere successo. Ovviamente non c'è solo questo, la vicenda è contornata tra le varie vicende dei protagonisti sotto il punto di vista relazionale e dei loro rivali mangaka. I disegni del maestro Obata sono eccezionali, forse non al livello di quelli raggiunti con Death note, ma comunque un tratto piacevole e leggero.
Non mancano i difetti: Bakuman è una manga che deve prenderti, a molte persone può risultare noioso perché le pagine sono veramente tanto, ma tanto scritte, ci metti più di un'ora a leggere un volumetto, per molti questa cosa può risultare pesante ed annoiare subito, comunque la storia è piacevole e alla fine di ogni volume viene voglia di sapere come continua l'avventura di questi due ragazzi.
Un manga che consiglio a chi vuole leggere qualcosa di diverso, e magari saperne un po' di più su come vengono sviluppati i manga. Per chi è in cerca di manga con molto movimento ed azione, non è questo il manga per voi. Bakuman si merita un bel 7 pieno, sperando che vada migliorando man mano che va avanti.
Non mancano i difetti: Bakuman è una manga che deve prenderti, a molte persone può risultare noioso perché le pagine sono veramente tanto, ma tanto scritte, ci metti più di un'ora a leggere un volumetto, per molti questa cosa può risultare pesante ed annoiare subito, comunque la storia è piacevole e alla fine di ogni volume viene voglia di sapere come continua l'avventura di questi due ragazzi.
Un manga che consiglio a chi vuole leggere qualcosa di diverso, e magari saperne un po' di più su come vengono sviluppati i manga. Per chi è in cerca di manga con molto movimento ed azione, non è questo il manga per voi. Bakuman si merita un bel 7 pieno, sperando che vada migliorando man mano che va avanti.
Opera del fantastico duo Obata/Ohba, piacevole e scorrevole, che trova l'apice della bellezza con alcuni momenti davvero emozionati.
I primi volumi erano proprio belli. Esatto, erano: alcune scene degli ultimi volumi letti di fanno rimanere veramente di sasso, alcuni scontanti, altri superficiali. Niente da dire per la storia, innovativa e piacevole, mai banale e con delle punte di profondità in alcuni ragionamenti.
In poche parole, Akito e Moritaka sognano entrambi di diventare mangaka, anche se Moritaka lo nasconde, e, quando viene il momento dove Akito gli propone espressamente di diventare mangaka con lui, Moritaka lo prende in giro e si rifiuta categoricamente, cambiando poi idea grazie a Miho Azuki, ragazza di cui è innamorato che lo sprona implicitamente a darci dentro coi manga, e uno stratagemma di Akito, palesemente (e giustamente) convinto che fosse la cosa giusta da fare. Non si sbaglia affatto, e da qui parte l'opera vera, quella che racconta il sangue e il sudore di un mangaka, e ci svela i segreti di questo spietato mondo.
I personaggi sono fatti bene, ognuno col suo carattere e il suo stile, ed ecco che la bravura del maestro Obata viene fuori: disegnare tanti manga in un solo manga, in un contesto che ti lascia immaginare se quelli fossero storyborad o serie cestinati del duo. Ovviamente, tutti i manga nascono anche dalla penna sublime della sensei Ohba.
La Planent ha fatto un'ottima edizione di Bakuman, mettendola a prezzo basso (comunque giusto, e non lo dico perché sono di parte) e conveniente, carta resistente, copertine lucide e buona maneggiabilità.
Il voto è puramente indicativo, infatti avrebbe dovuto essere un 8, ma, trattandosi di un'opera ancora non conclusa, non posso dare voti precisi.
Mi aspetto un finale degno e ben fatto per Bakuman, direi quasi che lo pretendo.
I primi volumi erano proprio belli. Esatto, erano: alcune scene degli ultimi volumi letti di fanno rimanere veramente di sasso, alcuni scontanti, altri superficiali. Niente da dire per la storia, innovativa e piacevole, mai banale e con delle punte di profondità in alcuni ragionamenti.
In poche parole, Akito e Moritaka sognano entrambi di diventare mangaka, anche se Moritaka lo nasconde, e, quando viene il momento dove Akito gli propone espressamente di diventare mangaka con lui, Moritaka lo prende in giro e si rifiuta categoricamente, cambiando poi idea grazie a Miho Azuki, ragazza di cui è innamorato che lo sprona implicitamente a darci dentro coi manga, e uno stratagemma di Akito, palesemente (e giustamente) convinto che fosse la cosa giusta da fare. Non si sbaglia affatto, e da qui parte l'opera vera, quella che racconta il sangue e il sudore di un mangaka, e ci svela i segreti di questo spietato mondo.
I personaggi sono fatti bene, ognuno col suo carattere e il suo stile, ed ecco che la bravura del maestro Obata viene fuori: disegnare tanti manga in un solo manga, in un contesto che ti lascia immaginare se quelli fossero storyborad o serie cestinati del duo. Ovviamente, tutti i manga nascono anche dalla penna sublime della sensei Ohba.
La Planent ha fatto un'ottima edizione di Bakuman, mettendola a prezzo basso (comunque giusto, e non lo dico perché sono di parte) e conveniente, carta resistente, copertine lucide e buona maneggiabilità.
Il voto è puramente indicativo, infatti avrebbe dovuto essere un 8, ma, trattandosi di un'opera ancora non conclusa, non posso dare voti precisi.
Mi aspetto un finale degno e ben fatto per Bakuman, direi quasi che lo pretendo.
Un manga piacevole, molto bello. Il motivo per cui non ho messo più di 7 è l'unica pecca del manga: la trama regge poco. La storia d'amore tra Mashiro e Miho è piuttosto improbabile: l'amore per una donna dovrebbe essere uno sprone per il mangaka, ma non un fondamento. Per non parlare del fatto che il "romanticismo" di Miho e Mashiro non è molto verosimile. Inoltre uno dei protagonisti guarda caso è nipote di un mangaka, come se non bastasse riceve il suo studio, una volta morto.
Oltre questi 2 elementi che non mi convincono molto, il resto è ben fatto: i disegni, la caratterizzazione dei personaggi. Soprattutto gli argomenti trattati: un appassionato di manga, o ancora meglio, un autore di manga non può non apprezzare quest'opera sotto questo punto di vista.
Nonostante i difetti elencati prima, comunque, consiglio questo manga. Non è iniziato da molto, e magari potrebbe migliorare.
Oltre questi 2 elementi che non mi convincono molto, il resto è ben fatto: i disegni, la caratterizzazione dei personaggi. Soprattutto gli argomenti trattati: un appassionato di manga, o ancora meglio, un autore di manga non può non apprezzare quest'opera sotto questo punto di vista.
Nonostante i difetti elencati prima, comunque, consiglio questo manga. Non è iniziato da molto, e magari potrebbe migliorare.
Takagi Akito è uno studente modello, molto abile nello scrivere. Un giorno Takagi nota lo strepitoso talento nel disegnare, di un suo compagno di classe di nome Mashiro Moritaka. A Takagi viene un idea, ovvero di chiedere a Mashiro di diventare insieme dei mangaka, ma Mashito è indeciso. Mashiro è innamorato perdutamente di una ragazza di nome Azuki, che un giorno vorrebbe diventare una famosa doppiatrice di anime. E’ solo così che Mashiro si decide a diventare Mangaka insieme a Takagi, così Azuki potrà diventare doppiatrice degli anime che realizzeranno. solo così , secondo Mashiro potrà sposarsi con Azuki.
Davvero un bellissimo manga. La storia è molto originale e la trama non si presenta mai scontata o banale. La lettura dei volumi è davvero molto piacevole e rilassante e credo che sia proprio bello passare un po’ di tempo a leggere questi interessantissimi volumi. I disegni a mio parere sono davvero molto belli, e credo che siano anche migliori di quelli della precedente opera di Tsugumi ohba e Takeshi Obata, ovvero Death Note.
Come voto finale gli do otto, anche se meriterebbe otto e mezzo, ma nove è un po’ troppo.
In conclusione consiglio la lettura di questo manga a tutti. Complimenti agli autori e buona lettura a tutti gli interessati.
Davvero un bellissimo manga. La storia è molto originale e la trama non si presenta mai scontata o banale. La lettura dei volumi è davvero molto piacevole e rilassante e credo che sia proprio bello passare un po’ di tempo a leggere questi interessantissimi volumi. I disegni a mio parere sono davvero molto belli, e credo che siano anche migliori di quelli della precedente opera di Tsugumi ohba e Takeshi Obata, ovvero Death Note.
Come voto finale gli do otto, anche se meriterebbe otto e mezzo, ma nove è un po’ troppo.
In conclusione consiglio la lettura di questo manga a tutti. Complimenti agli autori e buona lettura a tutti gli interessati.
Ora sto per recensire uno dei manga che mi ha colpito di più, insieme a Psyren, come novità manga del 2010: parlo del tanto discusso Bakuman.
A me Bakuman piace tantissimo, perché mi ha trasportato in una delle redazioni di punta del settore manga: sto parlando della casa editrice giapponese più famose di tutte per le grandi opere che continua a proporre, la Shueisha. Davvero molto interessante conoscere come funziona questo fantastico mondo legato ai manga, fa davvero capire quanto può essere dura la vita da mangaka, che non ha niente da invidiare ai normali noiosi lavori, anzi, è molto più appagante e soddisfacente di altri lavori comuni.
Ora passiamo a parlare un po' della trama, senza spoilerare nulla a chi ancora non dovesse averlo letto. Quest'opera parla di Mashiro Moritaka e Akito Takagi, due ragazzi che aspirano a diventare i mangaka più famosi e migliori del Giappone, cosa, come loro sanno benissimo, quasi impossibile. Vivono molto vicissitudini belle e meno belle, ma tutte, secondo me, molto coinvolgenti e che ti tengono con il fiato sospeso; questo è uno dei motivi per cui amo Bakuman, che mi porta a conoscere meglio questo fantastico universo dei manga, che davvero non pensavo potesse essere così crudele prima di leggere Bakuman.
Solo una cosa non mi è piaciuta: <b>[INIZIO SPOILER]</b> quando Saiko e Shujin sono stati praticamente costretti a cambiare il loro editor, e difatti guarda caso da lì iniziano i loro problemi. <b>[FINE SPOILER]</b>.
Ora parlo dei disegni di Obata, secondo me davvero fantastici e davvero vivi (gli occhi dei vari protagonisti mi sembrano davvero vivi!), alcuni addirittura superiori, secondo me, al tanto famoso e decantato Death Note. La storia, a volte, è un po' confusionaria dato che è molto realistica, forse ci può stare, ma tutto sommato non so se qualcun altro avrebbe potuto far meglio con un'opera così. Infine, consiglio questo manga a gente come me, curiosa di conoscere e approfondire come nasce e viene sviluppato un manga, perché quest'opera in questo senso è proprio come un "manuale d'istruzioni" per come diventare mangaka. Consigliato anche a chi vuole provare un manga molto diverso dal "solito mondo fantastico" o "mainstream", che sono appunto i famosi manga di combattimento quali Dragon Ball, Naruto ecc. Piccola nota finale: secondo me il manga è moooolto più bello dell'anime, se dovete iniziare vi consiglio se potete di leggere prima il manga e poi vedere l'anime, perché l'anime ha un atmosfera un po' pesante e a volte noiosa.
A me Bakuman piace tantissimo, perché mi ha trasportato in una delle redazioni di punta del settore manga: sto parlando della casa editrice giapponese più famose di tutte per le grandi opere che continua a proporre, la Shueisha. Davvero molto interessante conoscere come funziona questo fantastico mondo legato ai manga, fa davvero capire quanto può essere dura la vita da mangaka, che non ha niente da invidiare ai normali noiosi lavori, anzi, è molto più appagante e soddisfacente di altri lavori comuni.
Ora passiamo a parlare un po' della trama, senza spoilerare nulla a chi ancora non dovesse averlo letto. Quest'opera parla di Mashiro Moritaka e Akito Takagi, due ragazzi che aspirano a diventare i mangaka più famosi e migliori del Giappone, cosa, come loro sanno benissimo, quasi impossibile. Vivono molto vicissitudini belle e meno belle, ma tutte, secondo me, molto coinvolgenti e che ti tengono con il fiato sospeso; questo è uno dei motivi per cui amo Bakuman, che mi porta a conoscere meglio questo fantastico universo dei manga, che davvero non pensavo potesse essere così crudele prima di leggere Bakuman.
Solo una cosa non mi è piaciuta: <b>[INIZIO SPOILER]</b> quando Saiko e Shujin sono stati praticamente costretti a cambiare il loro editor, e difatti guarda caso da lì iniziano i loro problemi. <b>[FINE SPOILER]</b>.
Ora parlo dei disegni di Obata, secondo me davvero fantastici e davvero vivi (gli occhi dei vari protagonisti mi sembrano davvero vivi!), alcuni addirittura superiori, secondo me, al tanto famoso e decantato Death Note. La storia, a volte, è un po' confusionaria dato che è molto realistica, forse ci può stare, ma tutto sommato non so se qualcun altro avrebbe potuto far meglio con un'opera così. Infine, consiglio questo manga a gente come me, curiosa di conoscere e approfondire come nasce e viene sviluppato un manga, perché quest'opera in questo senso è proprio come un "manuale d'istruzioni" per come diventare mangaka. Consigliato anche a chi vuole provare un manga molto diverso dal "solito mondo fantastico" o "mainstream", che sono appunto i famosi manga di combattimento quali Dragon Ball, Naruto ecc. Piccola nota finale: secondo me il manga è moooolto più bello dell'anime, se dovete iniziare vi consiglio se potete di leggere prima il manga e poi vedere l'anime, perché l'anime ha un atmosfera un po' pesante e a volte noiosa.
Prima di dire la mia su Bakuman vorrei scrivervi qui una delle più frequenti situazioni quando mi ritrovo a parlare di tale titolo ad un mio amico: "Ehi, sai chi sono Tsugumi Ohba e Takeshi Obata?" - "Che domande, è la coppia che ha scritto e disegnato Death Note" - "Esatto! E sai che ora sta uscendo il nuovo loro manga?" "Oddioooo Death Note 2? Shinigami? Torna in vita L?!?!?" - "No, niente di tutto questo, parla dell'unico sogno di due ragazzini delle medie ovvero quello di diventare 2 mangaka" - "AHAHAHAH ma scherzi? - "No" - "Che m****!!!". Sarà che i miei amici sono quasi tutti fissati di Naruto e Bleach, se non ci sono combattimenti e fan service tutto il resto non va bene. Ma torniamo al manga e partiamo come ormai di consueto dalla trama.
Moshiro Moritaka, 14enne studente delle scuole medie ha due grandi passioni: il disegno e i manga. Quest'ultima è talmente forte dentro di sé che riesce ad alimentare un sogno assai proibito, dare vita ad una storia tutta sua per poi riuscirla a pubblicare su Shonen Jump, la famosissima rivista shounen giapponese di fama internazionale. Tagagi Akito, compagno di classe di Moshiro nonché scrittore provetto, deciderà di unire le loro forze per realizzare il sogno di tutti i ragazzi della terra del sol levante. Come se non bastasse a spronare l'abile disegnatore Moritaka sarà la studentessa Azuki, promettente ragazza anche lei col suo sogno nel cassetto: diventare un grandissima doppiatrice di anime. Se i due riusciranno a coronare tutti i loro progetti allora si potranno sposare.
Questo più o meno può essere considerato come il là del manga, dove ogni volume può rivelarsi un'autentica sorpresa con colpi di genio da parte della Ohba. Peccato non sia così, o per meglio dire c'è dell'ottimo lavoro fino ai volumi 4-5, dopodiché diventa quanto più di noioso poteva diventare. Certo, sono il primo a dire che conoscere da vicino il mondo dell'editoria di Jump sia molto interessante, ma una storia che in terra madre è arrivata al volume 12 e non si sa né come né quando possa finire, che come unico tema principale presenta l'editoria allora no, fa calare le palpebre dopo un po'. Il tutto poi viene sgradevolmente condito da varie sotto trame fini a se stesse che non sanno né di carne né di pesce e che non vanno ad aggiungere assolutamente nulla di costruttivo e piacevole al manga.
In conclusione Bakuman non è Death Note, una cosa che va ripetuta fino all'esaurimento nervoso per tutte le persone stupide convinte ancora che i due titoli (avendo la stessa coppia di autori) siano uguali. Sono due realtà completamente diverse (chissà quando lo capirete). Personalmente il mio voto personale fino a qualche mese fa si aggirava (e lo dico senza problemi) su un 9 pieno: era fresco, innovativo, interessantissimo e a tratti molto divertente. Ora il massimo che può avere è un 7, e il gran merito è per il tratto di Obata. I discorsi della Ohba sono sempre più interminabili e vengono introdotti personaggi sempre più caratterizzati all'interno di un manga che nei primi 2 volumi appare già confusionario per ovvi motivi. Giusto spendere due parole per l'edizione Planet Manga, standard col suo classico prezzo da 3.90 euro, ottime pagine con poca trasparenza anche se la rilegatura e la colla come al solito sono parecchio scarse.
Concludo dicendo che Bakuman è stata in parte una forte delusione e una mossa sbagliatissima di marketing. Diciamolo, non si può pubblicizzare fino alla morte un manga che poi si rivela tutt'altro. "Pubblicità? lo stai facendo nel modo sbagliato". Un manga che poteva e a questo punto doveva dare molto molto di più ai tanti lettori che come me lo seguiranno fino a fine pubblicazione italiana sperando in qualche (improbabile) stravolgimento in meglio di tutta la vicenda. Consigliato esclusivamente a chi vuole capire di più e andare a vedere quasi in prima persona tutto il mondo e il lavoro che c'è dietro alla pubblicazione di un fumetto giapponese. Non comprate assolutamente l'opera se non vi interessa nulla di tutto ciò e cercate qualcosa di più accattivante e adrenalinico, credetemi, di accattivante Bakuman ha solo le copertine.
Moshiro Moritaka, 14enne studente delle scuole medie ha due grandi passioni: il disegno e i manga. Quest'ultima è talmente forte dentro di sé che riesce ad alimentare un sogno assai proibito, dare vita ad una storia tutta sua per poi riuscirla a pubblicare su Shonen Jump, la famosissima rivista shounen giapponese di fama internazionale. Tagagi Akito, compagno di classe di Moshiro nonché scrittore provetto, deciderà di unire le loro forze per realizzare il sogno di tutti i ragazzi della terra del sol levante. Come se non bastasse a spronare l'abile disegnatore Moritaka sarà la studentessa Azuki, promettente ragazza anche lei col suo sogno nel cassetto: diventare un grandissima doppiatrice di anime. Se i due riusciranno a coronare tutti i loro progetti allora si potranno sposare.
Questo più o meno può essere considerato come il là del manga, dove ogni volume può rivelarsi un'autentica sorpresa con colpi di genio da parte della Ohba. Peccato non sia così, o per meglio dire c'è dell'ottimo lavoro fino ai volumi 4-5, dopodiché diventa quanto più di noioso poteva diventare. Certo, sono il primo a dire che conoscere da vicino il mondo dell'editoria di Jump sia molto interessante, ma una storia che in terra madre è arrivata al volume 12 e non si sa né come né quando possa finire, che come unico tema principale presenta l'editoria allora no, fa calare le palpebre dopo un po'. Il tutto poi viene sgradevolmente condito da varie sotto trame fini a se stesse che non sanno né di carne né di pesce e che non vanno ad aggiungere assolutamente nulla di costruttivo e piacevole al manga.
In conclusione Bakuman non è Death Note, una cosa che va ripetuta fino all'esaurimento nervoso per tutte le persone stupide convinte ancora che i due titoli (avendo la stessa coppia di autori) siano uguali. Sono due realtà completamente diverse (chissà quando lo capirete). Personalmente il mio voto personale fino a qualche mese fa si aggirava (e lo dico senza problemi) su un 9 pieno: era fresco, innovativo, interessantissimo e a tratti molto divertente. Ora il massimo che può avere è un 7, e il gran merito è per il tratto di Obata. I discorsi della Ohba sono sempre più interminabili e vengono introdotti personaggi sempre più caratterizzati all'interno di un manga che nei primi 2 volumi appare già confusionario per ovvi motivi. Giusto spendere due parole per l'edizione Planet Manga, standard col suo classico prezzo da 3.90 euro, ottime pagine con poca trasparenza anche se la rilegatura e la colla come al solito sono parecchio scarse.
Concludo dicendo che Bakuman è stata in parte una forte delusione e una mossa sbagliatissima di marketing. Diciamolo, non si può pubblicizzare fino alla morte un manga che poi si rivela tutt'altro. "Pubblicità? lo stai facendo nel modo sbagliato". Un manga che poteva e a questo punto doveva dare molto molto di più ai tanti lettori che come me lo seguiranno fino a fine pubblicazione italiana sperando in qualche (improbabile) stravolgimento in meglio di tutta la vicenda. Consigliato esclusivamente a chi vuole capire di più e andare a vedere quasi in prima persona tutto il mondo e il lavoro che c'è dietro alla pubblicazione di un fumetto giapponese. Non comprate assolutamente l'opera se non vi interessa nulla di tutto ciò e cercate qualcosa di più accattivante e adrenalinico, credetemi, di accattivante Bakuman ha solo le copertine.
Quando ho cominciato a leggere Bakuman non ero ancora al corrente del fatto che fosse un manga creato dal magnifico duo di autori di Death Note. Nonostante ciò però non ho mai dubitato della validità di questo manga.
La prima cosa che mi ha colpita solo stati senza dubbio i disegni: decisamente fantastici, forse pure migliori di quelli di Death Note; ma non voglio mettere a paragone queste due serie, Bakuman è Bakuman, Death Note è Death Note! Se vogliamo citare qualche somiglianza c'è la presenza di dialoghi stralunghi, cosa che francamente, proprio come in Death Note, ho apprezzato moltissimo.
La trama di per sé non è articolata anche se già di partenza non sembra male: due ragazzi tentano di diventare mangaka.
Non amo le storie d'amore nei manga e quelle qui presenti certo non mi hanno affascinata, tuttavia ho apprezzato molto il fatto che non ci fossero i soliti intrecci a non finire, tipici dei manga shoujo. In poche parole per quanto possa sembrare forzata o irreale agli occhi di molti lettori, a me la storia d'amore tra Mashiro e Azuki mi è piaciuta proprio per il fatto di essere totalmente irreale. Mi pare che la cosa più criticata di Bakuman sia l'irrealtà nella quale è immerso; beh e chi ha detto che debba essere per forza un manga realistico? L'unica cosa che davvero ritengo di troppo è il costante sentimentalismo, forse è proprio questo ad abbassare il voto che magari sarebbe potuto essere un 9.
Pazienza, il mio voto è 8 e a mio parere è davvero meritato visto che sono pochi i manga che si fanno leggere piacevolmente quanto Bakuman. In conclusione, un bel manga dal quale però non bisogna aspettarsi una storia realistica, con dei disegni veramente belli e piacevoli e un costo abbastanza contenuto. Consigliato!
La prima cosa che mi ha colpita solo stati senza dubbio i disegni: decisamente fantastici, forse pure migliori di quelli di Death Note; ma non voglio mettere a paragone queste due serie, Bakuman è Bakuman, Death Note è Death Note! Se vogliamo citare qualche somiglianza c'è la presenza di dialoghi stralunghi, cosa che francamente, proprio come in Death Note, ho apprezzato moltissimo.
La trama di per sé non è articolata anche se già di partenza non sembra male: due ragazzi tentano di diventare mangaka.
Non amo le storie d'amore nei manga e quelle qui presenti certo non mi hanno affascinata, tuttavia ho apprezzato molto il fatto che non ci fossero i soliti intrecci a non finire, tipici dei manga shoujo. In poche parole per quanto possa sembrare forzata o irreale agli occhi di molti lettori, a me la storia d'amore tra Mashiro e Azuki mi è piaciuta proprio per il fatto di essere totalmente irreale. Mi pare che la cosa più criticata di Bakuman sia l'irrealtà nella quale è immerso; beh e chi ha detto che debba essere per forza un manga realistico? L'unica cosa che davvero ritengo di troppo è il costante sentimentalismo, forse è proprio questo ad abbassare il voto che magari sarebbe potuto essere un 9.
Pazienza, il mio voto è 8 e a mio parere è davvero meritato visto che sono pochi i manga che si fanno leggere piacevolmente quanto Bakuman. In conclusione, un bel manga dal quale però non bisogna aspettarsi una storia realistica, con dei disegni veramente belli e piacevoli e un costo abbastanza contenuto. Consigliato!
Sinceramente avrei dato un voto più basso a questo manga, che ritengo assolutamente sopravvalutato. Ma allora perché dargli la sufficienza? Beh, fondamentalmente perché è un manga leggero, senza praticamente nessuna pretesa, e quindi adatto per staccare un po'. Alcuni trovano problematico la grande mole di testo presente nei manga della coppia, ma sarà perché sono abituato a leggere libri ma a me non risulta poi così pesante.
Ormai la trama la conoscono tutti, non mi sembra il caso si star qui a ripeterla, dico solo che parla di due ragazzi (Takagi e Mashiro) che decidono di addentrarsi nel mondo dei mangaka e diventare professionisti, avendo come obiettivo una serie di successo e un anime.
La cosa che mi ha stupito di più in assoluto è che quando questo manga è uscito molti hanno gridato al miracolo, dicendo che il manga era un assoluta novità... ma Manga Bomber non se lo ricorda nessuno?
La cosa carina di questo manga comunque è che ci fa vedere (forse in un modo un po' semplicistico) i retroscena di un manga, cioè quello che succede nella redazione di casa Shueisha, ma la cosa più assurda in assoluto, invece, è la storia tra Mashiro e Azuki! Questa storia è ai limiti della realtà, anzi, probabilmente li ha già superati tutti, e non riesce proprio a stare in piedi; per fortuna grazie a Takagi qualche sintomo di normalità c'è (soprattutto il fatto che dà a Mashiro del malato), ma ciò non riesce a risollevare il tutto: il fatto che due persone che non si siano mai parlate e che si guardavano solo da lontano la prima volta che si rivolgono la parola è per scambiarsi una promessa di matrimonio non sta in piedi, se pensiamo poi che decidono di comune accordo di non vedersi finché entrambi non abbiano raggiunto i proprio obiettivo (Mashiro di diventare un mangaka affermato e Azuki una doppiatrice professionista), beh, la cosa si commenta da sola.
Ormai la trama la conoscono tutti, non mi sembra il caso si star qui a ripeterla, dico solo che parla di due ragazzi (Takagi e Mashiro) che decidono di addentrarsi nel mondo dei mangaka e diventare professionisti, avendo come obiettivo una serie di successo e un anime.
La cosa che mi ha stupito di più in assoluto è che quando questo manga è uscito molti hanno gridato al miracolo, dicendo che il manga era un assoluta novità... ma Manga Bomber non se lo ricorda nessuno?
La cosa carina di questo manga comunque è che ci fa vedere (forse in un modo un po' semplicistico) i retroscena di un manga, cioè quello che succede nella redazione di casa Shueisha, ma la cosa più assurda in assoluto, invece, è la storia tra Mashiro e Azuki! Questa storia è ai limiti della realtà, anzi, probabilmente li ha già superati tutti, e non riesce proprio a stare in piedi; per fortuna grazie a Takagi qualche sintomo di normalità c'è (soprattutto il fatto che dà a Mashiro del malato), ma ciò non riesce a risollevare il tutto: il fatto che due persone che non si siano mai parlate e che si guardavano solo da lontano la prima volta che si rivolgono la parola è per scambiarsi una promessa di matrimonio non sta in piedi, se pensiamo poi che decidono di comune accordo di non vedersi finché entrambi non abbiano raggiunto i proprio obiettivo (Mashiro di diventare un mangaka affermato e Azuki una doppiatrice professionista), beh, la cosa si commenta da sola.
Ed ecco di nuovo Ohba e Obata uniti in una serie.
Da dove iniziare? Prima di tutto vorrei dire che i disegni sono belli come al solito. Il tratto di Obata mi piace molto, i dettagli sono realizzati con attenzione e precisione ma il disegno non risulta praticamente mai troppo pieno o pesante, il che di per sé rende la lettura molto più gradevole.
La storia per quel che mi riguarda è davvero originale, non ne avevo mai letto nulla di simile. Anche se di solito prediligo il genere di azione e con caratteristiche fantasy questa trama mi ha subito incuriosito. Penso che i vari procedimenti per realizzare un manga e tutto ciò che riguarda la parte della fumettistica sia reso molto bene e in modo chiaro, questo rende la storia più interessante.
La pecca sono forse i personaggi a mio parere. Sono piatti. Non hanno molta personalità ecco, Saiko e Shujin si interessano praticamente solo ai manga, Azuki a fare la doppiatrice e le attenzioni della ragazza di Shujin sono rivolte unicamente a lui. In più la ragione dell'amore di Azuki non viene spiegata o se sì a quanto pare non l'ho colta io. Nemmeno la ragione per cui Saiko ama lei è del tutto chiara.
Di certo continuerò ancora la serie però sono perplessa. Era partita molto bene ma negli ultimi numeri le complicazioni e i colpi di scena sono esagerati e portati allo stremo.
Da dove iniziare? Prima di tutto vorrei dire che i disegni sono belli come al solito. Il tratto di Obata mi piace molto, i dettagli sono realizzati con attenzione e precisione ma il disegno non risulta praticamente mai troppo pieno o pesante, il che di per sé rende la lettura molto più gradevole.
La storia per quel che mi riguarda è davvero originale, non ne avevo mai letto nulla di simile. Anche se di solito prediligo il genere di azione e con caratteristiche fantasy questa trama mi ha subito incuriosito. Penso che i vari procedimenti per realizzare un manga e tutto ciò che riguarda la parte della fumettistica sia reso molto bene e in modo chiaro, questo rende la storia più interessante.
La pecca sono forse i personaggi a mio parere. Sono piatti. Non hanno molta personalità ecco, Saiko e Shujin si interessano praticamente solo ai manga, Azuki a fare la doppiatrice e le attenzioni della ragazza di Shujin sono rivolte unicamente a lui. In più la ragione dell'amore di Azuki non viene spiegata o se sì a quanto pare non l'ho colta io. Nemmeno la ragione per cui Saiko ama lei è del tutto chiara.
Di certo continuerò ancora la serie però sono perplessa. Era partita molto bene ma negli ultimi numeri le complicazioni e i colpi di scena sono esagerati e portati allo stremo.
Bakuman è un’opera realizzata a seguito dell’ennesima collaborazione fra due “grandissimi” della storia del manga: Tsugumi Ohba (idea e scripture) e Takeshi Obata (disegno). Per chi non lo sapesse l’unione fra questi due mangaka ha portato alla luce il celeberrimo Death Note.
A parte le note di rito, i due suddetti autori abbandonano completamente l’ambito thriller/psicologico/soprannaturale per dedicarsi a qualcosa di completamente inedito. Alzi la mano chi conosce il ruolo che hanno gli editors all’interno dell’immenso e complicato meccanismo della serializzazione dei manga, oppure chi è al corrente di come funzionano i questionari per definire le gerarchie all’interno di una rivista.
Nessuno? Allora vi posso dire che, se vi interessa come si diventa un vero mangaka e le modalità che regolano una rivista settimanale come Shonen Jump, Bakuman è il lavoro che fa per voi.
Il manga segue le avventure del duo di protagonisti (che come gli autori sono dedicati, uno alla scrittura, e l’altro al disegno) Moritaka Mashiro e Akito Takagi, i quali vengono più volte serializzati su Jump sotto lo pseudonimo di Ashirogi Muto. Non fatevi ingannare dai primi sviluppi della storia, basati essenzialmente sul solito amore fra adolescenti, poiché la base della narrazione è totalmente diversa. Essenzialmente Bakuman è un manga che parla di manga: come si fanno, i tempi di completamento, le leve che gli artisti devono utilizzare per avere successo e molto altro.
Penso che a questo punto vi starete chiedendo: ma non è, forse, un filo ripetitivo e noioso? Vi posso assicurare che fino al quinto volumetto è assolutamente interessante, poiché il suo genere (pur trattando e analizzando temi particolari) è in tutto e per tutto shonen: protagonisti che diventano sempre più bravi, avversari che sono inizialmente imbattibili ma che col tempo risultano competitors alla portata, storie “d’amore” e così via (anche se tutto è rapportato all’ambito editoriale e professionistico).
Mi duole però dirvi che non è tutto rose e fiori.
Prima di tutto il livello artistico del manga risulta solo sufficiente e questo è grave se chi disegna è Obata (un vero e proprio maestro negli sfondi e nella gestione delle slide). Troppo spesso si vedono tratti che, a mio parere (assolutamente soggettivo), sono frettolosi e poco curati, quasi come non si avesse in mente (o non si credesse) la sostanza di ciò che si sta realizzando.
Proseguendo con gli aspetti negativi devo sottolineare l’eccessiva lunghezza dei dialoghi, va bene che ci sono da spiegare parecchie cose tecniche, ma vignette che durano tutta una pagina sono un po’ eccessive.
La pecca più evidente però, si trova nell’avanzare della narrazione. La storia è inizialmente fresca e piacevole, ma, man mano che il lavoro procede, sembra proprio che in alcuni punti manchino le idee agli autori!
Concludo consigliando Bakuman solo a coloro veramente interessati al mondo della realizzazione manga, mentre a quelli indecisi o disinteressati raccomando di non incominciare l’opera (anche se solo per pura curiosità, rimarreste delusi).
A parte le note di rito, i due suddetti autori abbandonano completamente l’ambito thriller/psicologico/soprannaturale per dedicarsi a qualcosa di completamente inedito. Alzi la mano chi conosce il ruolo che hanno gli editors all’interno dell’immenso e complicato meccanismo della serializzazione dei manga, oppure chi è al corrente di come funzionano i questionari per definire le gerarchie all’interno di una rivista.
Nessuno? Allora vi posso dire che, se vi interessa come si diventa un vero mangaka e le modalità che regolano una rivista settimanale come Shonen Jump, Bakuman è il lavoro che fa per voi.
Il manga segue le avventure del duo di protagonisti (che come gli autori sono dedicati, uno alla scrittura, e l’altro al disegno) Moritaka Mashiro e Akito Takagi, i quali vengono più volte serializzati su Jump sotto lo pseudonimo di Ashirogi Muto. Non fatevi ingannare dai primi sviluppi della storia, basati essenzialmente sul solito amore fra adolescenti, poiché la base della narrazione è totalmente diversa. Essenzialmente Bakuman è un manga che parla di manga: come si fanno, i tempi di completamento, le leve che gli artisti devono utilizzare per avere successo e molto altro.
Penso che a questo punto vi starete chiedendo: ma non è, forse, un filo ripetitivo e noioso? Vi posso assicurare che fino al quinto volumetto è assolutamente interessante, poiché il suo genere (pur trattando e analizzando temi particolari) è in tutto e per tutto shonen: protagonisti che diventano sempre più bravi, avversari che sono inizialmente imbattibili ma che col tempo risultano competitors alla portata, storie “d’amore” e così via (anche se tutto è rapportato all’ambito editoriale e professionistico).
Mi duole però dirvi che non è tutto rose e fiori.
Prima di tutto il livello artistico del manga risulta solo sufficiente e questo è grave se chi disegna è Obata (un vero e proprio maestro negli sfondi e nella gestione delle slide). Troppo spesso si vedono tratti che, a mio parere (assolutamente soggettivo), sono frettolosi e poco curati, quasi come non si avesse in mente (o non si credesse) la sostanza di ciò che si sta realizzando.
Proseguendo con gli aspetti negativi devo sottolineare l’eccessiva lunghezza dei dialoghi, va bene che ci sono da spiegare parecchie cose tecniche, ma vignette che durano tutta una pagina sono un po’ eccessive.
La pecca più evidente però, si trova nell’avanzare della narrazione. La storia è inizialmente fresca e piacevole, ma, man mano che il lavoro procede, sembra proprio che in alcuni punti manchino le idee agli autori!
Concludo consigliando Bakuman solo a coloro veramente interessati al mondo della realizzazione manga, mentre a quelli indecisi o disinteressati raccomando di non incominciare l’opera (anche se solo per pura curiosità, rimarreste delusi).
Avendo amato Death Note come potevo farmi sfuggire questo manga creato dai medesimi autori? Per quanto mi riguarda è un manga dai tanti punti a suo favore, che partono dai disegni, come al solito eccellenti, e la trama di per sé non molto innovativa ma carina e condita con personaggi ben caratterizzati. L'unico personaggio che per ora proprio non son riuscita a digerire è Azuki: boh, sarà solo un parere personale, ma per ora è un personaggio semplicemente senza spessore, spero che con l'avanzare della serie cambi un minimo! Nonostante non godano di un grande apprezzamento a me i dialoghi interminabili piacciono, quindi per ora non trovo molti punti a sfavore, motivo per cui avevo pensato al 9 come voto finale, ma non voglio dargli un voto così alto dopo appena 3 volumetti. Ad ogni modo, consigliato!
Questo manga è quanto di più di diverso ci si può aspettare dai creatori di Death Note. Niente mistero, niente morti, niente assassini, niente dei della morte. Flop assoluto? Delusione per i lettori? Ma neanche per sogno! E ora vi spiego il perché.
Bakuman parla di due adolescenti il cui sogno più grande è quello di creare una serie manga ed essere pubblicati sulla rivista di manga per ragazzi più famosa di tutto il Giappone: Weekly Shonen Jump! Senza andare troppo a fondo nella trama il manga parla praticamente della vita dei mangaka e dei lavori che stanno dietro alla rivista che pubblica le serie del calibro di One Piece, Naruto e Bleach.
A questo punto la trama potrebbe sembrare banale, ma non c'è nulla di più sbagliato. Quando i due ragazzi cercano di pubblicare il manga su Jump entrano in gioco altri mangaka che vogliono fare lo stesso e allora nasce anche un po' di rivalità fra colleghi, che però non sfocia mai (per ora) nella rivalità spudorata; anzi. Ho notato che l'autore del manga tende a evidenziare la solidarietà che c'è fra mangaka nell'ultimo numero che ho letto, cosa che ho apprezzato davvero molto.
L'unica cosa che non ho apprezzato, anzi, ho trovato davvero irritante, è la "storia d'amore" fra Takagi, uno dei due protagonisti, e la ragazza che gli piace, Azuki. I due ragazzi hanno deciso di comune accordo di non vedersi e non parlarsi mai fino a che i loro sogni non si saranno realizzati, ovvero diventare lui mangaka professionista e lei doppiatrice famosa; e lei, qualunque cosa succeda, lo aspetterà per sempre. Questo intreccio amoroso è a dir poco surreale e non rispecchia minimamente la realtà, come invece è intenzione del manga. Questo è il motivo per cui il manga non merita 10.
In sintesi:
TRAMA: 9, storia semplice e lineare ma davvero molto interessante per conoscere i retroscena di questo mondo che ci piace tanto; condita con qualche leggero colpo di scena.
PERSONAGGI: 8, caratterizzati molto bene anche se Azuki la trovo parecchio insulsa e senza spina dorsale.
DISEGNI: 10, a mio parere Obata non ha perso per nulla il suo tocco.
EDIZIONE: 9, normale edizione Planet Manga da 3,90 euro.
CONCLUSIONE: 9. Manga leggero, si lascia leggere che è un piacere e interessante dal punto di vista delle conoscenze che dà. Da leggere senza alcun timore se si amano le storie tranquille.
Bakuman parla di due adolescenti il cui sogno più grande è quello di creare una serie manga ed essere pubblicati sulla rivista di manga per ragazzi più famosa di tutto il Giappone: Weekly Shonen Jump! Senza andare troppo a fondo nella trama il manga parla praticamente della vita dei mangaka e dei lavori che stanno dietro alla rivista che pubblica le serie del calibro di One Piece, Naruto e Bleach.
A questo punto la trama potrebbe sembrare banale, ma non c'è nulla di più sbagliato. Quando i due ragazzi cercano di pubblicare il manga su Jump entrano in gioco altri mangaka che vogliono fare lo stesso e allora nasce anche un po' di rivalità fra colleghi, che però non sfocia mai (per ora) nella rivalità spudorata; anzi. Ho notato che l'autore del manga tende a evidenziare la solidarietà che c'è fra mangaka nell'ultimo numero che ho letto, cosa che ho apprezzato davvero molto.
L'unica cosa che non ho apprezzato, anzi, ho trovato davvero irritante, è la "storia d'amore" fra Takagi, uno dei due protagonisti, e la ragazza che gli piace, Azuki. I due ragazzi hanno deciso di comune accordo di non vedersi e non parlarsi mai fino a che i loro sogni non si saranno realizzati, ovvero diventare lui mangaka professionista e lei doppiatrice famosa; e lei, qualunque cosa succeda, lo aspetterà per sempre. Questo intreccio amoroso è a dir poco surreale e non rispecchia minimamente la realtà, come invece è intenzione del manga. Questo è il motivo per cui il manga non merita 10.
In sintesi:
TRAMA: 9, storia semplice e lineare ma davvero molto interessante per conoscere i retroscena di questo mondo che ci piace tanto; condita con qualche leggero colpo di scena.
PERSONAGGI: 8, caratterizzati molto bene anche se Azuki la trovo parecchio insulsa e senza spina dorsale.
DISEGNI: 10, a mio parere Obata non ha perso per nulla il suo tocco.
EDIZIONE: 9, normale edizione Planet Manga da 3,90 euro.
CONCLUSIONE: 9. Manga leggero, si lascia leggere che è un piacere e interessante dal punto di vista delle conoscenze che dà. Da leggere senza alcun timore se si amano le storie tranquille.
Devo dire che Bakuman mi ha sorpreso, inizialmente non volevo prenderlo perché la storia la trovavo un po' banale, ma appena ho preso il numero 1 mi sono ricreduto. La lettura è stata abbastanza piacevole, anche se talvolta è lungo da leggere io ci impiego un po', e alcuni numeri devo dire che li ho trovati proprio belli.
I disegni mi piacciano molto, e sono molto differenti dalla precedente opera degli autori, Death Note, e li trovo anche migliori. La storia sta procedendo bene.
Comunque non capisco tutti questi voti negativi, ognuno ha le sue opinioni e ok, però questo manga è da leggere, secondo me. E per questo gli do un bel 9, non ho voluto dare 10 perché ci sono altri manga che piacciono più di Bakuman.
I disegni mi piacciano molto, e sono molto differenti dalla precedente opera degli autori, Death Note, e li trovo anche migliori. La storia sta procedendo bene.
Comunque non capisco tutti questi voti negativi, ognuno ha le sue opinioni e ok, però questo manga è da leggere, secondo me. E per questo gli do un bel 9, non ho voluto dare 10 perché ci sono altri manga che piacciono più di Bakuman.
È difficile leggere Bakuman senza paragonarlo all'altra opera del duo Ohba-Obata, il fenomeno Death Note, anche perché si sono degli elementi che li accomunano. E non è solo la somiglianza di Akito con Light, o quella di Azuki con Misa, o almeno non solo. Anche da questo manga, molto più soft di Death Note e con molta meno tensione psicologica, capiamo che Ohba-sensei ama il periodare lungo, prolisso.
Nonostante di solito, in ogni manuale del buon mangaka, si consiglino dialoghi brevi per non stancare il lettore, Ohba parte come un treno e continua con le sue conversazioni interminabili e baloon enormi, che se in Death Note servivano per spiegare le complesse ipotesi dei protagonisti vista la particolare sfida a cui partecipavano, qui vengono utilizzati per spiegare dettagliatamente il percorso per diventare un mangaka.
Perché Moritaka e Akito, il primo bravissimo nel disegno e il secondo un genio dalla fervida fantasia, questo vogliono diventare: mangaka, e dal loro manga vogliono ricavarne un anime. Anche qui c'è una sorta di sfida, dal momento che Moritaka ha promesso alla sua bella Azuki di diventare un mangaka famoso prima dei 18 anni, dopodiché potrà sposarla, mentre il sogno di lei è quello di diventare una doppiatrice.
La grafica è sempre eccezionale, la bravura e la precisione di Obata-sensei non si mettono in discussione. Quello che a volte mi fa leggermente girare la testa sono i dialoghi estenuanti e lunghi della Ohba, che non sa cosa sia la sintesi né l'essenziale.
Bel manga, storia appassionante - perché tutti vogliamo sapere se i due realizzeranno il loro sogno -, ornata di personaggi carini e un po' pazzi, come Miyoshi e il mitico Nizuma. Quello che rende però la storia irreale è la relazione (se così si può chiamare) di Mashiro e Azuki: non si sono mai parlati ma si amano e si fidanzato, e non potranno comunicare se non attraverso il cellulare, fin quando non avranno realizzato i loro sogni. Questo è un difetto che la Ohba ha spesso, ovvero quello di privare i suoi personaggi di sentimenti e voglie umane: come possono, due FIDANZATI (Azuki non ho nemmeno capito come faccia ad innamorarsi di Mashiro...) essere d'accordo sul non vedersi, non parlarsi, ma essere convinti di rimanere fedeli l'uno all'altra? Dai, Ohba-sensei, stavolta è un po' troppo forzata.
Nonostante di solito, in ogni manuale del buon mangaka, si consiglino dialoghi brevi per non stancare il lettore, Ohba parte come un treno e continua con le sue conversazioni interminabili e baloon enormi, che se in Death Note servivano per spiegare le complesse ipotesi dei protagonisti vista la particolare sfida a cui partecipavano, qui vengono utilizzati per spiegare dettagliatamente il percorso per diventare un mangaka.
Perché Moritaka e Akito, il primo bravissimo nel disegno e il secondo un genio dalla fervida fantasia, questo vogliono diventare: mangaka, e dal loro manga vogliono ricavarne un anime. Anche qui c'è una sorta di sfida, dal momento che Moritaka ha promesso alla sua bella Azuki di diventare un mangaka famoso prima dei 18 anni, dopodiché potrà sposarla, mentre il sogno di lei è quello di diventare una doppiatrice.
La grafica è sempre eccezionale, la bravura e la precisione di Obata-sensei non si mettono in discussione. Quello che a volte mi fa leggermente girare la testa sono i dialoghi estenuanti e lunghi della Ohba, che non sa cosa sia la sintesi né l'essenziale.
Bel manga, storia appassionante - perché tutti vogliamo sapere se i due realizzeranno il loro sogno -, ornata di personaggi carini e un po' pazzi, come Miyoshi e il mitico Nizuma. Quello che rende però la storia irreale è la relazione (se così si può chiamare) di Mashiro e Azuki: non si sono mai parlati ma si amano e si fidanzato, e non potranno comunicare se non attraverso il cellulare, fin quando non avranno realizzato i loro sogni. Questo è un difetto che la Ohba ha spesso, ovvero quello di privare i suoi personaggi di sentimenti e voglie umane: come possono, due FIDANZATI (Azuki non ho nemmeno capito come faccia ad innamorarsi di Mashiro...) essere d'accordo sul non vedersi, non parlarsi, ma essere convinti di rimanere fedeli l'uno all'altra? Dai, Ohba-sensei, stavolta è un po' troppo forzata.
Bakuman è un manga all'inizio pieno di buone idee, con una trama potenzialmente interessante e personaggi ben caratterizzati. Detto questo soffre a mio avviso di un'eccessiva linearità della storia, che con l'avanzare dei numeri diventa sempre più noiosa e monotona.
Il fatto di raccontare le vicende di due ragazzi che sognano di diventare mangaka può affascinare il lettore, ma a causa di una sostanziale mancanza di idee originali finisce ben presto per stancarlo, o almeno questo è successo nel mio caso. Colpi di scena che non sono tali, dialoghi lunghi e piatti, disegno non certo sbalorditivo : un insieme di cose che contribuisce notevolmente ad abbassare il voto al tutto.
Peccato davvero, perché il primo volume prometteva un perfetto alternarsi tra emozioni, sentimenti e colpi di scena per nulla banali. Purtroppo la realtà è che già dalla seconda uscita la mancanza di idee è palese e la noia prenderà presto il sopravvento. Un'occasione sprecata.
La sufficienza riesce comunque a prenderla, onestamente però non mi sentirei di consigliare la lettura di questo manga ad altri. Se amate le storie lineari e i dialoghi molto lunghi potreste farci un pensierino.
Il fatto di raccontare le vicende di due ragazzi che sognano di diventare mangaka può affascinare il lettore, ma a causa di una sostanziale mancanza di idee originali finisce ben presto per stancarlo, o almeno questo è successo nel mio caso. Colpi di scena che non sono tali, dialoghi lunghi e piatti, disegno non certo sbalorditivo : un insieme di cose che contribuisce notevolmente ad abbassare il voto al tutto.
Peccato davvero, perché il primo volume prometteva un perfetto alternarsi tra emozioni, sentimenti e colpi di scena per nulla banali. Purtroppo la realtà è che già dalla seconda uscita la mancanza di idee è palese e la noia prenderà presto il sopravvento. Un'occasione sprecata.
La sufficienza riesce comunque a prenderla, onestamente però non mi sentirei di consigliare la lettura di questo manga ad altri. Se amate le storie lineari e i dialoghi molto lunghi potreste farci un pensierino.
Strano leggere una serie scritta da Ohba e Obata estremamente diversa da Death Note. I disegni sono davvero ben fatti e la trama è ben sviluppata a mio avviso, le pecche sono la lentezza dei dialoghi e il numero elevato dei Baloon, che sì, a volte sono belli da leggere, ma ti rovinano la scena. A volte inoltre è un po' ripetitivo e il passare veloce dei giorni rende la storia incompleta durante i giorni di lavoro, quindi non ti permette di vedere i disegni fatti. Consiglio questo manga a chi ama il genere "Scolastico-senza-studio".
Devo dire che Bakuman mi ha sorpreso, non ero molto propenso al suo acquisto, mi dicevo "sarà la solita bolla di sapone", invece come dicevo sopra mi ha stupito. Partiamo dalla trama, promosso. Mi piace, è avvincente e interessante, ci voleva proprio un manga che spiegasse un po' quello che succede dietro le quinte di una rivista che pubblica manga, anche se immagino il tutto elevato alla ennesima potenza.
Nei dialoghi però è nettamente bocciato. Come avevo notato anche per Death Note, opera dei medesimi autori, non si può spiegare e parlare per filo e per segno ogni semplice movimento dei personaggi, sembra di leggere un libro, che venga lasciato ogni tanto all'immaginazione sarebbe gradito, che parlino i disegni ogni tanto! Troppi, troppi e ancora troppi baloon per i miei gusti. Nei disegni, promosso. Molto buoni, mi sono piaciuti e noto un miglioramento di stile nel passare dei numeri. Per quanto riguarda la storia d'amore: bocciato. Lascerei stare questo tasto se non fosse perché vedo questa storia creata ad hoc per farlo leggere anche al pubblico femminile, solo che a mio parere nell'insieme non ci voleva. Né quella riguardante Takagi né quella riguardante Mashiro. In generale comunque il prodotto mi soddisfa, quindi lo consiglio a tutti.
Nei dialoghi però è nettamente bocciato. Come avevo notato anche per Death Note, opera dei medesimi autori, non si può spiegare e parlare per filo e per segno ogni semplice movimento dei personaggi, sembra di leggere un libro, che venga lasciato ogni tanto all'immaginazione sarebbe gradito, che parlino i disegni ogni tanto! Troppi, troppi e ancora troppi baloon per i miei gusti. Nei disegni, promosso. Molto buoni, mi sono piaciuti e noto un miglioramento di stile nel passare dei numeri. Per quanto riguarda la storia d'amore: bocciato. Lascerei stare questo tasto se non fosse perché vedo questa storia creata ad hoc per farlo leggere anche al pubblico femminile, solo che a mio parere nell'insieme non ci voleva. Né quella riguardante Takagi né quella riguardante Mashiro. In generale comunque il prodotto mi soddisfa, quindi lo consiglio a tutti.
Bakuman è il nuovo manga di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, i creatori del famosissimo Death Note.
La storia parla di Mashiro, uno studente delle scuole medie molto bravo a disegnare, e di Takagi, il primo della classe con un talento nella scrittura che sogna però di diventare un mangaka, sogno ovviamente non appoggiato dai professori e dai genitori che vorrebbero che il ragazzo scegliesse un lavoro più serio. Takagi un giorno chiede a Mashiro di diventare mangaka insieme a lui: inizialmente il ragazzo rifiuta ma poi, spinto dalla passione per i manga ereditata dallo zio, un mangaka, decide di accettare. Mashiro è perdutamente innamorato di Azuki, una loro compagna di classe che invece vorrebbe diventare una seiyuu, cioè una doppiatrice di anime. Anche la ragazza è innamorata di Mashiro, e così decidono di sposarsi non appena Azuki avrebbe doppiato la protagonista del manga dei due, tutto questo entro i diciotto anni! Mashiro è molto motivato e vuole assolutamente raggiungere il suo scopo: una serie di successo, e quindi poi un anime. Per di più i due decidono di frequentare scuole diverse e molto distanti tra di loro e comunicano solo tramite e-mail. Inizia così la scalata verso il successo di Takagi e Mashiro, che dovranno vedersela con molti rivali prima di riuscire ad avere una serie nella prestigiosa rivista 'Shonen Jump'.
La serie scorre piacevolmente, i due protagonisti si spingono sempre oltre i propri limiti per riuscire ad arrivare al successo e migliorano di capitolo in capitolo. Si dedicano interamente al loro sogno - Takagi sceglierà un liceo meno prestigioso per stare con Mashiro e continuare il loro progetto - e passano notti in bianco per cercare di migliorare e finalmente riuscire a creare qualcosa con cui avere molto successo. Ecco, secondo me Bakuman insegna anche questo: cercare sempre di migliorare, non fermarsi mai e fare di tutto per realizzare i propri sogni, senza però dimenticare gli amici e chi ti ha aiutato a diventare ciò che sei. Questo è inoltre un ottimo manga per aspiranti mangaka, infatti vengono svelati tutti i retroscena di questa affascinante professione, e vediamo anche come sia competitivo il mondo dei manga, tenendo presente anche che non è una professione semplice come si potrebbe pensare.
I disegni sono diversi rispetto Death Note, ed è comunque ovvio visto il diverso genere, tuttavia non mi piacciono particolarmente; alcune vignette sembrano addirittura degli schizzi, anche se i visi sono molto espressivi. Mi sono piaciute comunque molto le tavole a colori, vivaci e particolari.
Consigliato a chi vorrebbe sapere di più sulla professione del mangaka, e nel frattempo farsi quattro risate e tifare per i nostri due eroi.
La storia parla di Mashiro, uno studente delle scuole medie molto bravo a disegnare, e di Takagi, il primo della classe con un talento nella scrittura che sogna però di diventare un mangaka, sogno ovviamente non appoggiato dai professori e dai genitori che vorrebbero che il ragazzo scegliesse un lavoro più serio. Takagi un giorno chiede a Mashiro di diventare mangaka insieme a lui: inizialmente il ragazzo rifiuta ma poi, spinto dalla passione per i manga ereditata dallo zio, un mangaka, decide di accettare. Mashiro è perdutamente innamorato di Azuki, una loro compagna di classe che invece vorrebbe diventare una seiyuu, cioè una doppiatrice di anime. Anche la ragazza è innamorata di Mashiro, e così decidono di sposarsi non appena Azuki avrebbe doppiato la protagonista del manga dei due, tutto questo entro i diciotto anni! Mashiro è molto motivato e vuole assolutamente raggiungere il suo scopo: una serie di successo, e quindi poi un anime. Per di più i due decidono di frequentare scuole diverse e molto distanti tra di loro e comunicano solo tramite e-mail. Inizia così la scalata verso il successo di Takagi e Mashiro, che dovranno vedersela con molti rivali prima di riuscire ad avere una serie nella prestigiosa rivista 'Shonen Jump'.
La serie scorre piacevolmente, i due protagonisti si spingono sempre oltre i propri limiti per riuscire ad arrivare al successo e migliorano di capitolo in capitolo. Si dedicano interamente al loro sogno - Takagi sceglierà un liceo meno prestigioso per stare con Mashiro e continuare il loro progetto - e passano notti in bianco per cercare di migliorare e finalmente riuscire a creare qualcosa con cui avere molto successo. Ecco, secondo me Bakuman insegna anche questo: cercare sempre di migliorare, non fermarsi mai e fare di tutto per realizzare i propri sogni, senza però dimenticare gli amici e chi ti ha aiutato a diventare ciò che sei. Questo è inoltre un ottimo manga per aspiranti mangaka, infatti vengono svelati tutti i retroscena di questa affascinante professione, e vediamo anche come sia competitivo il mondo dei manga, tenendo presente anche che non è una professione semplice come si potrebbe pensare.
I disegni sono diversi rispetto Death Note, ed è comunque ovvio visto il diverso genere, tuttavia non mi piacciono particolarmente; alcune vignette sembrano addirittura degli schizzi, anche se i visi sono molto espressivi. Mi sono piaciute comunque molto le tavole a colori, vivaci e particolari.
Consigliato a chi vorrebbe sapere di più sulla professione del mangaka, e nel frattempo farsi quattro risate e tifare per i nostri due eroi.
Ecco un altro centro della coppia targata Ohba/Obata. Dopo essersi fatti conoscere col capolavoro Death Note, i 2 tornano alla carica con un nuovo manga geniale completamente fuori dagli schemi.
È la storia di due talentuosi ragazzini aspiranti mangaka, il primo abile scrittore, il secondo disegnatore eccezionale. Insieme decidono, grazie ad una serie di circostanze se vuoi fortuite (ma esiste poi il caso?), di intraprendere la dura strada per divenire mangaka di successo.
Innanzitutto c'è da dire, come già accennato precedentemente, che questo è uno shounen completamente fuori dai canoni standard, a tratti quasi documentaristico, vista l'accuratezza descrittiva di certi passaggi "tecnici" che i 2 si trovano ad affrontare nel mestiere. Probabilmente gran parte della narrazione e delle varie vicende sarà autobiografica, e riesce a mettere in luce i molti aspetti in ombra che chi decide di affrontare questo mestiere si trova davanti. I vari sacrifici, le ore passate su di una scrivania a buttare giù idee e disegnare tavole, le poche ore di sonno... Insomma, la vita reale di un mangaka a 360° probabilmente anche per farci capire che non proprio tutto ciò che luccica è oro.
Interessante, vedremo col tempo fin quanto la trama sarà scontata, ma sicuramente consigliato a chi è anche solamente curioso di conoscere determinati tecnicismi che stanno alla base dei nostri amati manga.
È la storia di due talentuosi ragazzini aspiranti mangaka, il primo abile scrittore, il secondo disegnatore eccezionale. Insieme decidono, grazie ad una serie di circostanze se vuoi fortuite (ma esiste poi il caso?), di intraprendere la dura strada per divenire mangaka di successo.
Innanzitutto c'è da dire, come già accennato precedentemente, che questo è uno shounen completamente fuori dai canoni standard, a tratti quasi documentaristico, vista l'accuratezza descrittiva di certi passaggi "tecnici" che i 2 si trovano ad affrontare nel mestiere. Probabilmente gran parte della narrazione e delle varie vicende sarà autobiografica, e riesce a mettere in luce i molti aspetti in ombra che chi decide di affrontare questo mestiere si trova davanti. I vari sacrifici, le ore passate su di una scrivania a buttare giù idee e disegnare tavole, le poche ore di sonno... Insomma, la vita reale di un mangaka a 360° probabilmente anche per farci capire che non proprio tutto ciò che luccica è oro.
Interessante, vedremo col tempo fin quanto la trama sarà scontata, ma sicuramente consigliato a chi è anche solamente curioso di conoscere determinati tecnicismi che stanno alla base dei nostri amati manga.
Contrariamente a quanto si possa pensare, non è affatto vero che questo manga abbia successo solo per il fatto che abbia gli stessi autori di Death Note. Certo, chi per shounen intende azione e combattimenti allora è davvero fuori strada, ma se volete una lettura ricca di emozioni, colpi di scena e personaggi ben caratterizzati e divertenti allora questo manga fa al caso vostro. Devo anche dire che è migliorato molto lo stile di disegno rispetto al precedente Deaht Note, anzi, definirei i disegni quasi perfetti e ricchissimi di dettaglio, sopratutto negli sfondi. Sicuramente non è una manga per tutti, ma quelli che sapranno apprezzarlo non ne rimarranno affatto delusi. Se anche solo per un'istante avete sognato di realizzare un vostro manga, allora sarà una lettura davvero interessante, ricca di curiosità ed approfondimenti riguardanti redazioni e mangaka.
Che dire, un altro bellissimo manga, rivolto a un vasto pubblico, proprio come lo stesso Death Note! La trama è molto particolare, gli autori hanno deciso di parlare in tal modo della loro storia, che si rispecchia nel manga stesso. Inserisce i giovani nel mondo dei mangaka, e mette in luce tutti i pro e i contro e in particolare la difficoltà nel perseguire un tale sogno. Ma spinge ugualmente i giovani a realizzare i propri sogni e a non arrendersi alle prime difficoltà. Lo stile di disegno è molto particolare, è tutto rifinito nei dettagli, perfino le bozze e gli schizzi dei disegni che fanno parte dei manga ideati.
Ci sono però anche delle carenze. Il manga a mio parere è un po' troppo ripetitivo, scene che si ripetono continuamente e la storia diventa un po' monotona. Forse dovrebbe essere un po' più ramificata e complessa, questo darebbe un tocco in più. Ciò non toglie che è un manga molto ben fatto. Il voto è quindi 7.
Ci sono però anche delle carenze. Il manga a mio parere è un po' troppo ripetitivo, scene che si ripetono continuamente e la storia diventa un po' monotona. Forse dovrebbe essere un po' più ramificata e complessa, questo darebbe un tocco in più. Ciò non toglie che è un manga molto ben fatto. Il voto è quindi 7.
Sono rimasta letteralmente travolta da Bakuman! Ho cominciato a seguirlo tramite le scan, quando ancora era inedito in Italia e, nonostante segua la pubblicazione italiana, continuo a leggere le scan.
Credo sia inutile commentare i disegni, parlano da soli, anche se, giustamente, lo stile è diverso da quello di Death Note ed è giusto che sia così.
La storia è avvincente, ben strutturata, ricca di colpi di scena, sa tenerti incollata alle pagine, porta a chiederti cosa succederà nel prossimo capitolo e ti fa pesare quei due mesi (o quella settimana, per chi segue le scan) che passano da l'uscita di un volume all'altra (o di un capitolo all'altro).
Finalmente grazie a Tsugumi Ohba e Takeshi Obata possiamo scoprire i segreti che ci sono dietro la serializzazione di un manga, da come nascono a come arrivano a noi, e devo ammettere che la cosa mi ha incuriosito moltissimo! Noi leggiamo il manga bello che finito ma... che lavoro c'é dietro quelle 200 pagine che leggiamo ogni due mesi (se siamo fortunati!)
Le difficoltà dei mangaka nel farsi pubblicare, nell'avere idee chiare e originali che possano arrivare a tutti, creare personaggi che siano nuovi e freschi, cercare un proprio stile, tutte le problematiche riguardanti i termini di consegna, gli incontri con gli editori, la ricerca di assistenti, perché certi manga terminano e altri continuano, perché certi manga vengono pubblicati e altri meno, quale tipo ti storia avrebbe più successo o quale meno successo, quale "strada" seguire per avere un anime, ecc...
Questo manga è come le ciliege: un capitolo tira l'altro!
Gli ho dato 7 solo perché secondo me sta prendendo una piega un po' troppo noiosa, gli ultimi capitoli stanno perdendo punti... non vorrei che i sensei stiano allungando la storia inutilmente, e anche perché hanno fatto troppa pubblicità in giro prima della sua uscita, gonfiandolo un po'. È un buon manga, sono d'accordo, ma, personalmente, non lo ritengo un "capolavoro". Mi affido ai sensei e spero che siano capaci di stupirci ancora una volta!
Credo sia inutile commentare i disegni, parlano da soli, anche se, giustamente, lo stile è diverso da quello di Death Note ed è giusto che sia così.
La storia è avvincente, ben strutturata, ricca di colpi di scena, sa tenerti incollata alle pagine, porta a chiederti cosa succederà nel prossimo capitolo e ti fa pesare quei due mesi (o quella settimana, per chi segue le scan) che passano da l'uscita di un volume all'altra (o di un capitolo all'altro).
Finalmente grazie a Tsugumi Ohba e Takeshi Obata possiamo scoprire i segreti che ci sono dietro la serializzazione di un manga, da come nascono a come arrivano a noi, e devo ammettere che la cosa mi ha incuriosito moltissimo! Noi leggiamo il manga bello che finito ma... che lavoro c'é dietro quelle 200 pagine che leggiamo ogni due mesi (se siamo fortunati!)
Le difficoltà dei mangaka nel farsi pubblicare, nell'avere idee chiare e originali che possano arrivare a tutti, creare personaggi che siano nuovi e freschi, cercare un proprio stile, tutte le problematiche riguardanti i termini di consegna, gli incontri con gli editori, la ricerca di assistenti, perché certi manga terminano e altri continuano, perché certi manga vengono pubblicati e altri meno, quale tipo ti storia avrebbe più successo o quale meno successo, quale "strada" seguire per avere un anime, ecc...
Questo manga è come le ciliege: un capitolo tira l'altro!
Gli ho dato 7 solo perché secondo me sta prendendo una piega un po' troppo noiosa, gli ultimi capitoli stanno perdendo punti... non vorrei che i sensei stiano allungando la storia inutilmente, e anche perché hanno fatto troppa pubblicità in giro prima della sua uscita, gonfiandolo un po'. È un buon manga, sono d'accordo, ma, personalmente, non lo ritengo un "capolavoro". Mi affido ai sensei e spero che siano capaci di stupirci ancora una volta!
Anche se in Italia sono usciti per adesso 4 volumi, io ho proseguito la lettura di questo manga, arrivando molto avanti con la storia. La storia di Bakuman permette a molto di comprendere meglio il duro lavoro dei mangaka nella realizzazione dei manga che oggi ci fanno sognare. Un lavoro duro, un lavoro che rischia di essere interrotto da un momento all'altro. Ed è grazie a questa storia, scritta da Takeshi Obata e disegnata da Tsugumi Ohba, che possiamo scoprirne tutti i retroscena, da come tutto nasce. Qui gli autori rappresentano la storia di Moritaka Mashiro, studente di 14 anni, che vede la sua vita cambiare quando un suo compagno di classe e studente modello gli chiede di collaborare con lui nella realizzazione di un manga. Da qui in poi entreremo in modo più dettagliato nel mondo dei manga, una lotta continua per la serializzazione. I vari capitoli ti coinvolgono nelle vicende e nei sentimenti dei protagonisti, continui costante nella lettura, condividi i loro sentimenti, fai il tifo per loro e speri insieme a loro.
Personaggi: i due protagonisti, Mashiro e Takagi, inseguono il sogno di diventare mangaka. Entrambi molto riflessivi, più calcolatore Takagi, che cerca di pensare a qualcosa che possa piacere. Entrambi sono molti legati e affiatati, sostenendosi sempre a vicenda. I disegni si differenziano molto dal precedente manga degli autori, ma sono comunque molto particolari. Lo consiglio vivamente, poiché è una storia molto coinvolgente, in grado di tenerti sempre sulle spine.
Personaggi: i due protagonisti, Mashiro e Takagi, inseguono il sogno di diventare mangaka. Entrambi molto riflessivi, più calcolatore Takagi, che cerca di pensare a qualcosa che possa piacere. Entrambi sono molti legati e affiatati, sostenendosi sempre a vicenda. I disegni si differenziano molto dal precedente manga degli autori, ma sono comunque molto particolari. Lo consiglio vivamente, poiché è una storia molto coinvolgente, in grado di tenerti sempre sulle spine.
Bakuman è un manga che fa capire agli amanti dei manga cosa c'è sotto la creazione e alla serializzazione di un'opera.
È realizzato dalla coppia formata da Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, gli stessi creatori di Death Note, ma non ci sono aspetti comuni tra le due opere tranne gli stupendi disegni di Takeshi Obata e la genialità nella costruzione della trama di Tsugumi Ohba.
Trama: Akito Takagi, soprannominato Shujin, ragazzo molto intelligente, sogna di diventare mangaka, ma non sa disegnare bene. Scopre che un suo compagno di classe, Moritaka Mashiro, soprannominato Saiko, è molto bravo a disegnare e, sotto ricatto, gli chiede di formare con lui una coppia per cercare di diventare mangaka. È grazie all'amicizia con Takagi che Mashiro abbandona la sua vita passiva e riesce a trovare un sogno che lo sproni a vivere.
Inoltre questi è innamorato di Miho Azuki, una sua compagna di classe il cui sogno è quello di diventare una seiyou, cioè una doppiatrice. L'ultimo giorno delle scuole medie i due ragazzi si scambiano la promessa che si sposeranno quando entrambi avranno realizzato i loro sogni.
Così Takagi e Mashiro si impegnano a realizzare name da proporre alla Shueisha. Riescono a mettersi in contatto con Akira Hattori, editor di Jump, che sorpreso dalle loro capacità diventerà da quel momento il loro editor. Comincia così l'avventura dei ragazzi nel mondo dei mangaka per ottenere una serie caratterizzata dai ritrovi nello studio dello zio di Mashiro, da tante delusioni e sconfitte, da incomprensioni e da tosti "avversari", ma anche di grandi soddisfazioni.
Penso che questo manga sia molto interessante perché finalmente una persona lontana dalla realizzazione dei manga come me, che si limita soltanto a leggerli e a dilettarsi in qualche disegno, può capire come avviene la creazione di opere che ammira tanto. Si tratta quindi di un argomento interessante. Inoltre i disegni sono molto belli e curati nel dettaglio, e anche gli sfondi non sono lasciati a se stessi, ma sono molto particolareggiati.
I personaggi sono ben caratterizzati; infatti è interessante anche mettere a confronto la relazione di Takagi con Miyoshi, la sua ragazza, grande amica di Miho, e quella tra quest'ultima e Mashiro. La prima è una relazione normale tra adolescenti, la seconda è una sorta di adorazione platonica.
Pian piano, con lo svilupparsi della vicenda, vengono introdotti altri personaggi, che come i protagonisti sognano di diventare mangaka o che lo sono già, come rispettivamente Shinta Fukuda e Takuro Nakai e Eiji Niizuma.
Questo manga presenta sia serietà, sia comicità, sia romanticismo e per questo motivo a mio parere ha tutte le qualità per essere un manga dal successo sicuro.
L'unica cosa che mi preoccupa è che col tempo la trama possa diventare ripetitiva.
Per il resto lo consiglio caldamente, anche se ci si impiega molto a leggere un tankoubon.
È realizzato dalla coppia formata da Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, gli stessi creatori di Death Note, ma non ci sono aspetti comuni tra le due opere tranne gli stupendi disegni di Takeshi Obata e la genialità nella costruzione della trama di Tsugumi Ohba.
Trama: Akito Takagi, soprannominato Shujin, ragazzo molto intelligente, sogna di diventare mangaka, ma non sa disegnare bene. Scopre che un suo compagno di classe, Moritaka Mashiro, soprannominato Saiko, è molto bravo a disegnare e, sotto ricatto, gli chiede di formare con lui una coppia per cercare di diventare mangaka. È grazie all'amicizia con Takagi che Mashiro abbandona la sua vita passiva e riesce a trovare un sogno che lo sproni a vivere.
Inoltre questi è innamorato di Miho Azuki, una sua compagna di classe il cui sogno è quello di diventare una seiyou, cioè una doppiatrice. L'ultimo giorno delle scuole medie i due ragazzi si scambiano la promessa che si sposeranno quando entrambi avranno realizzato i loro sogni.
Così Takagi e Mashiro si impegnano a realizzare name da proporre alla Shueisha. Riescono a mettersi in contatto con Akira Hattori, editor di Jump, che sorpreso dalle loro capacità diventerà da quel momento il loro editor. Comincia così l'avventura dei ragazzi nel mondo dei mangaka per ottenere una serie caratterizzata dai ritrovi nello studio dello zio di Mashiro, da tante delusioni e sconfitte, da incomprensioni e da tosti "avversari", ma anche di grandi soddisfazioni.
Penso che questo manga sia molto interessante perché finalmente una persona lontana dalla realizzazione dei manga come me, che si limita soltanto a leggerli e a dilettarsi in qualche disegno, può capire come avviene la creazione di opere che ammira tanto. Si tratta quindi di un argomento interessante. Inoltre i disegni sono molto belli e curati nel dettaglio, e anche gli sfondi non sono lasciati a se stessi, ma sono molto particolareggiati.
I personaggi sono ben caratterizzati; infatti è interessante anche mettere a confronto la relazione di Takagi con Miyoshi, la sua ragazza, grande amica di Miho, e quella tra quest'ultima e Mashiro. La prima è una relazione normale tra adolescenti, la seconda è una sorta di adorazione platonica.
Pian piano, con lo svilupparsi della vicenda, vengono introdotti altri personaggi, che come i protagonisti sognano di diventare mangaka o che lo sono già, come rispettivamente Shinta Fukuda e Takuro Nakai e Eiji Niizuma.
Questo manga presenta sia serietà, sia comicità, sia romanticismo e per questo motivo a mio parere ha tutte le qualità per essere un manga dal successo sicuro.
L'unica cosa che mi preoccupa è che col tempo la trama possa diventare ripetitiva.
Per il resto lo consiglio caldamente, anche se ci si impiega molto a leggere un tankoubon.
Questo è un manga della coppia Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, che dopo il capolavoro Death Note tornano con questo nuovo manga, che racconta il sogno di due ragazzi che vogliono diventare Mangaka e le difficoltà che questo comporta. Mashiro è quello che disegna il manga ed è innamorato di Azuki, anche se però non le ha mai nemmeno parlato. Quando lui le fa una dichiarazione le dice che lo sposerà solo quando lui diventerà Mangaka e dal suo manga verrà tratto un anime e lei sarà diventata una doppiatrice, però fino ad allora non potranno parlarsi. Takagi invece è colui che inventa i name e anche lui è innamorato di una ragazza, ma la loro è una relazione normale. Attualmente la serie conta 9 volumi ed è tutt'ora in corso di pubblicazione. Da esso sta per essere tratto un anime.
I disegni sono ottimi. I personaggi sono creati molto bene e anche le relazioni fra essi sono un po' fuori dal normale, ma proprio per questo sono spiritose ed originali. La storia fa capire i metodi e le difficoltà dei mangaka introducendo redattori di Shonen Jump e rivali con i quali c'è competizione.
A questo manga ho messo 10 in primis perché se lo merita in quanto la qualità è molto alta, ma anche perché riguarda alcuni giovani che hanno un sogno e decidono di farlo realizzare mettendo tutti loro stessi affrontando difficoltà e litigi. Il manga diventa sempre più bello man mano che si va avanti nel leggerlo. Un Must da non lasciarsi sfuggire.
I disegni sono ottimi. I personaggi sono creati molto bene e anche le relazioni fra essi sono un po' fuori dal normale, ma proprio per questo sono spiritose ed originali. La storia fa capire i metodi e le difficoltà dei mangaka introducendo redattori di Shonen Jump e rivali con i quali c'è competizione.
A questo manga ho messo 10 in primis perché se lo merita in quanto la qualità è molto alta, ma anche perché riguarda alcuni giovani che hanno un sogno e decidono di farlo realizzare mettendo tutti loro stessi affrontando difficoltà e litigi. Il manga diventa sempre più bello man mano che si va avanti nel leggerlo. Un Must da non lasciarsi sfuggire.
Questo è un manga per chi legge manga. Ed è fatto magistralmente dal duo Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, diventati celebri per il loro capolavoro Deathnote. Come quest'ultimo, anche Bakuman risulta essere diverso dagli altri manga mainstream, termine imparato proprio con la lettura di Bakuman. Consigliato a tutti, a chi vuole leggere semplicemente una bella storia, ma in particolare ai tanti lettori di manga che si chiedono come venga realizzata la storia che puntualmente si recano a comprare in fumetteria. Forte di bellissimi disegni, e di una storia coinvolgente ed interessante davvero per molti aspetti, è un manga da leggere assolutamente, da provare, almeno il primo volume. Ricco anche di molte citazioni a manga ben più famosi come Dragonball, Bleach, Naruto, One Piece e tanti altri, svela anche, in parte minore, dei piccoli segreti su di essi. Straconsigliato dunque anche per l'ottima edizione italiana e il buon rapporto qualità/prezzo.
Bisogna dire che in questo manga i due Mangaka hanno puntato molto sulla loro popolarità, perché creare una storia basata su due personaggi che puntano a divenire mangaka è veramente difficile. Bisogna dire che forse grazie un po' alla loro popolarità e la loro abilità stanno riuscendo nell'impresa. La storia e ben strutturata e scorre molto bene, dandoti la voglia di continuare a sapere cosa succederà, secondo me riescono a portarti verso un ragionamento e poi ti stravolgono rendendoti la storia imprevedibile, questo e un punto a loro favore. In più mi sembra quasi un'autobiografia dei due mangaka, come volessero far vedere a tutti noi lettori che fatica che fanno per poter pubblicare un manga. Finora il manga e interessante e lo consiglio.
Bakuman è il nuovo lavoro della coppia che ha dato vita al famoso Death Note. Questo fumetto cerca di presentarsi come una cronaca di due ragazzi che desiderano diventare mangaka; l'idea non è male, anzi, i primi volumi non sono per niente brutti, un connubio di informazioni sulla vita dei fumettisti, sui loro strumenti, condito il tutto con una trama normale, sentimentale e divertente; bei disegni...
Dopo un po' l'intero fumetto si va via via rovinando, diventando una storia che arriva ai limiti del banale, perché? Beh, semplice: Bakuman parla di ragazzini, ragazzi che si buttano nel mondo dei fumetti, e nella storia non sono gli unici, anzi ne spuntano altri. Tutti questi però hanno un carattere particolare, dipingono i fumettisti come un ammasso di pagliacci, che tra di loro non fanno altro che sfidarsi, combattersi, sedursi... una pagliacciata! Cosa può rovinare ancora quest'opera se non la propria trama e, chiariamoci, la pseudo pubblicità che fanno alla Shueisha? Per ordine:
- La trama, che prima era solo decorata con la vena sentimentale, con l'amore, in fine diventa il carburante per far muovere il fumetto in questione, se non c'è amore non c'è niente... blablabla, smielato e noioso.
- La pubblicità, chissà come mai per questo manga i grandi fumettisti sono solo quelli che hanno pubblicato le proprie storie sul Jump o su altre riviste della Shueisha... Chissà, fatto sta che secondo gli autori le opere più rilevanti, le opere da tener conto per diventare mangaka sono Naruto, One Piece o altri manga commerciali fino al midollo che tanto piacciono alla maggioranza, ditemi se non è pubblicità.
Per questi vari motivi io sconsiglio questo manga.
Dopo un po' l'intero fumetto si va via via rovinando, diventando una storia che arriva ai limiti del banale, perché? Beh, semplice: Bakuman parla di ragazzini, ragazzi che si buttano nel mondo dei fumetti, e nella storia non sono gli unici, anzi ne spuntano altri. Tutti questi però hanno un carattere particolare, dipingono i fumettisti come un ammasso di pagliacci, che tra di loro non fanno altro che sfidarsi, combattersi, sedursi... una pagliacciata! Cosa può rovinare ancora quest'opera se non la propria trama e, chiariamoci, la pseudo pubblicità che fanno alla Shueisha? Per ordine:
- La trama, che prima era solo decorata con la vena sentimentale, con l'amore, in fine diventa il carburante per far muovere il fumetto in questione, se non c'è amore non c'è niente... blablabla, smielato e noioso.
- La pubblicità, chissà come mai per questo manga i grandi fumettisti sono solo quelli che hanno pubblicato le proprie storie sul Jump o su altre riviste della Shueisha... Chissà, fatto sta che secondo gli autori le opere più rilevanti, le opere da tener conto per diventare mangaka sono Naruto, One Piece o altri manga commerciali fino al midollo che tanto piacciono alla maggioranza, ditemi se non è pubblicità.
Per questi vari motivi io sconsiglio questo manga.
Non è un manga che ha voti molto alti, eh? Beh, io mi dissocio con un bel 10, per ora a me sta piacendo davvero tanto! I personaggi hanno personalità ben delineate, ci sono alternanze di parti comiche e drammatiche e i disegni del mitico Obata sono come al solito fantastici. Per ora si può dire che non mi sembra di aver trovato qualcosa di negativo, e ogni volta che leggo un capitolo mi mette una suspense che non posso fare a meno che leggere quello dopo (lo finisco appena lo compro infatti), spero che la Tsugumi continuerà a tenere il manga su una buona strada e non lo faccia cadere nella ripetitività, già il fatto che in Giappone sono usciti più di 9 volumi non mi piace, è una serie che secondo me non deve allungarsi troppo. Infine dico che questo manga a molti può non piacere semplicemente perché non è un manga per tutti, ad un tipo che piace leggere solo shounen action questo manga farà solo annoiare, ma per le persone che sono innamorate del mondo dei manga e dei mangaka, curiose di sapere cosa c'è dietro al volumetto che hanno sulla mensola, è il massimo! Saluti da Vash e viva Shujin!
Bakuman è un manga straordinario, un ottimo ritorno di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata dopo il capolavoro di Death Note. Chi non ha mai sognato di diventare mangaka un giorno? credo molti.
La trama la trovo spiegata abbastanza bene e ben dettagliata, divertente, umoristica, seria e a volte mostra anche un quel pizzico di romanticismo tra i protagonisti. I disegni sono fatti molto bene a mio parere, non hanno imperfezioni per i personaggi e lo stesso vale per gli sfondi.
Lo consiglio a chi cerca un manga tranquillo e divertente senza troppe pretese, ma sopratutto a chi vuole scoprire il lavoro dei mangaka e per chi insegue questo sogno.
La trama la trovo spiegata abbastanza bene e ben dettagliata, divertente, umoristica, seria e a volte mostra anche un quel pizzico di romanticismo tra i protagonisti. I disegni sono fatti molto bene a mio parere, non hanno imperfezioni per i personaggi e lo stesso vale per gli sfondi.
Lo consiglio a chi cerca un manga tranquillo e divertente senza troppe pretese, ma sopratutto a chi vuole scoprire il lavoro dei mangaka e per chi insegue questo sogno.
Non è un manga classico, questo è sicuro! Anzi, ritengo che sia quasi un azzardo anche se so dell'esistenza di serie più o meno simili.
Mi sono avvicinato a questo manga per i suoi autori: all'inizio ero un po' titubante, ma alla fine mi ha catturato e catapultato in un mondo reale del quale non sapevo l'esistenza o per lo meno come funzionasse. Ovvio, il tratto non è come su Death Note e sinceramente non ce lo avrei visto, questa è una storia reale e merita dei disegni che facciano trasparire l'emozioni dei personaggi, non mascherare un assassino rendendo l'atmosfera più dark possibile (nulla contro Death Note).
Ritengo che sia un ottimo manga che è riuscito ad affascinarmi nonostante talvolta i dialoghi siano un po' troppo pesanti, anche se giustificati dal loro significato. È un manga che mi ha emozionato come pochi ci sono riusciti, sarà perché si riesce ad immedesimarsi nel personaggi e a capire i loro stati d'animo. Secondo me hanno fatto Jackpot, complimenti!
Mi sono avvicinato a questo manga per i suoi autori: all'inizio ero un po' titubante, ma alla fine mi ha catturato e catapultato in un mondo reale del quale non sapevo l'esistenza o per lo meno come funzionasse. Ovvio, il tratto non è come su Death Note e sinceramente non ce lo avrei visto, questa è una storia reale e merita dei disegni che facciano trasparire l'emozioni dei personaggi, non mascherare un assassino rendendo l'atmosfera più dark possibile (nulla contro Death Note).
Ritengo che sia un ottimo manga che è riuscito ad affascinarmi nonostante talvolta i dialoghi siano un po' troppo pesanti, anche se giustificati dal loro significato. È un manga che mi ha emozionato come pochi ci sono riusciti, sarà perché si riesce ad immedesimarsi nel personaggi e a capire i loro stati d'animo. Secondo me hanno fatto Jackpot, complimenti!
Un manga davvero fantastico, che secondo me ha le potenzialità per superare Death Note, il manga più famoso degli stessi autori. La storia sembra quasi stupida, ma viene sviluppata benissimo e a me ha davvero preso. I disegni sono molto belli e curati, e in molti casi raffigurano fedelmente le copertine, le immagini o i poster di altre opere come Dragonball, Naruto, One Piece e Death Note. La trama come dicevo è sviluppata molto bene, e tiene alta l'attenzione dei lettori, o almeno così ha fatto con me. Senza contare la storia d'amore che fa da sfondo al tutto, e anche la storia di Azuki, la ragazza che piace al protagonista che cerca di diventare una doppiatrice, seppur portata avanti lentamente è altrettanto bella.
Nei primi tre volumi devo dire che la storia è davvero ben organizzata, ma avendo letto le scans fino al capitolo 72 mi sembra che in certe parti la trama perda un po' di originalità anche se non ricordo con precisione lo sviluppo della storia.
La cosa più interessante è tutta la parte che parla della realizzazione di un manga e della sua pubblicazione, che risulta raramente noiosa, ma anzi spesso attraente e ben spiegata nonostante possa sembrare una cosa un po' noiosa a chi non è interessato.
In conclusione consiglio il manga, perché i 3,90 euro del prezzo li vale tutti abbondantemente, e vale la pena di leggere una storia del genere, anche solo per la sua diversità dalle altre opere.
Nei primi tre volumi devo dire che la storia è davvero ben organizzata, ma avendo letto le scans fino al capitolo 72 mi sembra che in certe parti la trama perda un po' di originalità anche se non ricordo con precisione lo sviluppo della storia.
La cosa più interessante è tutta la parte che parla della realizzazione di un manga e della sua pubblicazione, che risulta raramente noiosa, ma anzi spesso attraente e ben spiegata nonostante possa sembrare una cosa un po' noiosa a chi non è interessato.
In conclusione consiglio il manga, perché i 3,90 euro del prezzo li vale tutti abbondantemente, e vale la pena di leggere una storia del genere, anche solo per la sua diversità dalle altre opere.
Akito e Mashiro sono due normalissimi ragazzi, il primo è il migliore della classe, il secondo non ha ambizioni per il futuro se non diventare il classico impiegato giapponese, ma cosa succede quando Mashiro lascia a scuola il quaderno sul quale ha fatto dei disegni di Miho, la ragazza che gli piace?
Che Akito lo trova e gli propone di diventare un mangaka insieme a lui, ecco cosa succede!
Akito scriverà le trama, mentre Mashiro le illustrerà, ma il viaggio verso la fama è molto più lungo e tortuoso di quanto i due si aspettano... Perché è proprio alla fama che i due giovani mangaka mirano grazie ad una promessa... un po' particolare.
Veramente un ottimo manga, interessante e ben illustrato.
La trama è scorrevole e riesce a proiettarti in quella dimensione che c'è dietro al confezionamento dei tankobon che noi quotidianamente teniamo in mano.
I personaggi sono ben strutturati, hanno un loro spessore che si basa principalmente sul presente dei due personaggi, senza essere eccessivamente influenzato dal passato dei due (fatta eccezione per lo zio di Mashiro che spesso compare nei loro discorsi; era un mangaka il quale è morto per eccesso di lavoro).
Il tema del sogno da realizzare è ben affrontato, il manga si incentra su quello e non tende a divagare su altri argomenti ponendo il principale nel dimenticatoio, come spesso accade; si trattano sì anche altri temi, ma tutti in qualche maniera collegati al principale.
I disegni sono gradevoli, non sono i soliti ragazzi da "oh-mio-dio-che-figo", ma le vignette sono comprensibili e pulite, evitando di rendere così la pagina eccessivamente incasinata.
È un manga molto lento, ma la storia è ben distribuita nei volumi e non fa pesare i molti dialoghi, che spesso sono anche di una notevole lunghezza.
Nonostante sia degli stessi autori di Death Note e per questo uno tende, tristemente, a fare un paragone fra le due storie, del celeberrimo manga non ci sono che due citazioni nel primo volume.
Personalmente penso che gli autori abbiano fatto bene a distaccarsi dal genere, poiché il rimanere sullo stesso genere avrebbe potuto portare a confronti fra le due storie che sarebbero potuti risultare estremamente pesanti anche per gli autori stessi, così facendo invece si sono rilanciati con un'idea originale e capace al contempo di eliminare pregiudizi dalla mente delle persone.
I volumi costano 3,90 euro, piuttosto cari se uno considera quanto costavano un tempo i manga, ma il prezzo più economico in circolazione.
Consiglio il manga a chiunque cerchi un nuovo genere da sfogliare o a chi necessita di una boccata di aria fresca.
Che Akito lo trova e gli propone di diventare un mangaka insieme a lui, ecco cosa succede!
Akito scriverà le trama, mentre Mashiro le illustrerà, ma il viaggio verso la fama è molto più lungo e tortuoso di quanto i due si aspettano... Perché è proprio alla fama che i due giovani mangaka mirano grazie ad una promessa... un po' particolare.
Veramente un ottimo manga, interessante e ben illustrato.
La trama è scorrevole e riesce a proiettarti in quella dimensione che c'è dietro al confezionamento dei tankobon che noi quotidianamente teniamo in mano.
I personaggi sono ben strutturati, hanno un loro spessore che si basa principalmente sul presente dei due personaggi, senza essere eccessivamente influenzato dal passato dei due (fatta eccezione per lo zio di Mashiro che spesso compare nei loro discorsi; era un mangaka il quale è morto per eccesso di lavoro).
Il tema del sogno da realizzare è ben affrontato, il manga si incentra su quello e non tende a divagare su altri argomenti ponendo il principale nel dimenticatoio, come spesso accade; si trattano sì anche altri temi, ma tutti in qualche maniera collegati al principale.
I disegni sono gradevoli, non sono i soliti ragazzi da "oh-mio-dio-che-figo", ma le vignette sono comprensibili e pulite, evitando di rendere così la pagina eccessivamente incasinata.
È un manga molto lento, ma la storia è ben distribuita nei volumi e non fa pesare i molti dialoghi, che spesso sono anche di una notevole lunghezza.
Nonostante sia degli stessi autori di Death Note e per questo uno tende, tristemente, a fare un paragone fra le due storie, del celeberrimo manga non ci sono che due citazioni nel primo volume.
Personalmente penso che gli autori abbiano fatto bene a distaccarsi dal genere, poiché il rimanere sullo stesso genere avrebbe potuto portare a confronti fra le due storie che sarebbero potuti risultare estremamente pesanti anche per gli autori stessi, così facendo invece si sono rilanciati con un'idea originale e capace al contempo di eliminare pregiudizi dalla mente delle persone.
I volumi costano 3,90 euro, piuttosto cari se uno considera quanto costavano un tempo i manga, ma il prezzo più economico in circolazione.
Consiglio il manga a chiunque cerchi un nuovo genere da sfogliare o a chi necessita di una boccata di aria fresca.
Bakuman è un manga strano.
La trama: due ragazzi Giapponesi, uno bravo nel disegno, l'altro nel creare e scrivere storie, decidono di unire le loro forze e i loro talenti per diventare un giorno dei mangaka di successo; fanno da sfondo alcune scene d'amore che alla lunga lasciano comunque il tempo che trovano.
Il duo autore di Death Note torna questa volta a confezionare un manga che fondamentalmente racconta una storia quasi di vita quotidiana: la strada lunga e faticosa per raggiungere la vetta di acclamati mangaka, riservata davvero a pochi. Sono assenti ovviamente combattimenti e colpi di scena particolarmente eclatanti, sostituiti da dialoghi piuttosto lunghi e da disegni fatti discretamente bene.
Nel complesso Bakuman è un manga che è un grande monito all'impegno per realizzare i propri sogni, per diventare un giorno quello per cui siamo nati e per cui da giovani abbiamo fantasticato, immaginato e sperato tanto.
L'edizione è molto buona.
Ritengo che questo manga sia un buon titolo, ma che ad alcuni possa risultare noioso; peraltro in patria sta ancora andando avanti e sinceramente, letta la storia, penso che procederà ancora per molto.
Consigliato, ma senza eccessive aspettative, sperando vivamente che la storia regga fino alla fine.
Storia:7 Disegni:8 Edizione:9 Qualità/Prezzo:9
La trama: due ragazzi Giapponesi, uno bravo nel disegno, l'altro nel creare e scrivere storie, decidono di unire le loro forze e i loro talenti per diventare un giorno dei mangaka di successo; fanno da sfondo alcune scene d'amore che alla lunga lasciano comunque il tempo che trovano.
Il duo autore di Death Note torna questa volta a confezionare un manga che fondamentalmente racconta una storia quasi di vita quotidiana: la strada lunga e faticosa per raggiungere la vetta di acclamati mangaka, riservata davvero a pochi. Sono assenti ovviamente combattimenti e colpi di scena particolarmente eclatanti, sostituiti da dialoghi piuttosto lunghi e da disegni fatti discretamente bene.
Nel complesso Bakuman è un manga che è un grande monito all'impegno per realizzare i propri sogni, per diventare un giorno quello per cui siamo nati e per cui da giovani abbiamo fantasticato, immaginato e sperato tanto.
L'edizione è molto buona.
Ritengo che questo manga sia un buon titolo, ma che ad alcuni possa risultare noioso; peraltro in patria sta ancora andando avanti e sinceramente, letta la storia, penso che procederà ancora per molto.
Consigliato, ma senza eccessive aspettative, sperando vivamente che la storia regga fino alla fine.
Storia:7 Disegni:8 Edizione:9 Qualità/Prezzo:9
Quando ho letto la notizia che stava per uscire un manga che parlava della storia di due aspiranti mangaka mi sono incuriosito subito.
Ho recuperato le scan del primo capitolo su internet e mi sono immerso nella lettura. Con il risultato che ho deciso che avrei comprato il manga che aveva un’uscita imminente in Italia. Quindi non ho proseguito nella lettura delle scan. Poi il fatto che fossero gli autori di Death Note mi intrigava ancora di più.
Ora, ho letto soltanto i primi due numeri, ma ho deciso di recensire comunque, onde evitare che mi scappino spoiler, con il proseguire della pubblicazione.
Bakuman è un bel manga. Si vede che dietro ci stanno dei professionisti. La sceneggiatura è molto ben scritta, forse troppo ben scritta e disegni per ora non possono fare altro che rendermi felice.
La caratteristica di un buon manga, ma come di qualsiasi altro prodotto del genere, è la capacità di mantenere incollato il lettore/spettatore davanti al prodotto. Anche se questo è sempre soggettivo, devo ammettere che Bakuman mi ha tenuto incollato alle vignette per tutta la lettura.
Il mio giudizio è senz’altro positivo, la serie mi piace molto. I personaggi credo siano caratterizzati molto bene, seppure siano sottoposti ad evidenti gerarchie: Mashiro è nettamente più considerato del suo collega Takagi. Mentre per i personaggi secondari o di contorno, penso che siano stati resi per come li vedono i protagonisti. Infatti, la reazione dei due ragazzi è spesso simile a quella del lettore. Proprio perché si tratta di una narrazione dal punto di vista dei due aspiranti mangaka.
Ma con una lettura critica si trovano diversi difetti, che tra l’altro trovai già nella serie di Death Note. Prima di tutto: i personaggi fanno dei ragionamenti troppo alti e complicati per la loro età. Inoltre, questi due non fanno veramente altro dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina se non disegnare e scrivere? Non sono mai stanchi? Alcune volte ci viene mostrato questo lato più realistico, soprattutto nel secondo numero, ma i dubbi comunque vengono.
Poi, è curioso leggere determinate cose riguardanti la rivista di cui si parla nel manga, “Jump”, che è la stessa che pubblica Bakuman e vedere che molte delle cose che vengono dette non ci sono nel manga stesso. Soprattutto la storia dell’elemento comune tra i diversi manga di successo: la spada. Probabilmente questo dubbio è dettato dalla mia ignoranza in materia di manga (sì, li leggo, ma nemmeno tanti), ma mi viene da pensare che “la spada” di Bakuman sia il pennino di Mashiro. La qual cosa potrebbe anche essere geniale come idea.
Un’altra cosa che, secondo me fa un po’ attrito, è il comportamento dell’editor Hattori (nel secondo volume). Possibile che un editor che riceve chissà quante proposte alla settimana si prenda così a cuore due ragazzini di 14 anni? Probabilmente sì, ma personalmente sono un po’ scettico.
Infine, la prima cosa che ho pensato, dopo aver letto il primo numero è stata: ma cosa può succedere ancora? Troppe informazioni, troppi eventi per un solo numero riguardante quel mondo. Nel secondo volume effettivamente la questione va avanti, ma ancora: cosa può succedere di più? Ecco, questo è ciò che Bakuman, a mio parere, ha in comune con Death Note: partire in sesta e tenere subito incollati i lettori, ma poi? Spero che la serie non rallenti come aveva fatto quella precedente e che ci siano degli spunti intelligenti per far continuare una storia che ritengo davvero interessante e ben costruita.
Ho recuperato le scan del primo capitolo su internet e mi sono immerso nella lettura. Con il risultato che ho deciso che avrei comprato il manga che aveva un’uscita imminente in Italia. Quindi non ho proseguito nella lettura delle scan. Poi il fatto che fossero gli autori di Death Note mi intrigava ancora di più.
Ora, ho letto soltanto i primi due numeri, ma ho deciso di recensire comunque, onde evitare che mi scappino spoiler, con il proseguire della pubblicazione.
Bakuman è un bel manga. Si vede che dietro ci stanno dei professionisti. La sceneggiatura è molto ben scritta, forse troppo ben scritta e disegni per ora non possono fare altro che rendermi felice.
La caratteristica di un buon manga, ma come di qualsiasi altro prodotto del genere, è la capacità di mantenere incollato il lettore/spettatore davanti al prodotto. Anche se questo è sempre soggettivo, devo ammettere che Bakuman mi ha tenuto incollato alle vignette per tutta la lettura.
Il mio giudizio è senz’altro positivo, la serie mi piace molto. I personaggi credo siano caratterizzati molto bene, seppure siano sottoposti ad evidenti gerarchie: Mashiro è nettamente più considerato del suo collega Takagi. Mentre per i personaggi secondari o di contorno, penso che siano stati resi per come li vedono i protagonisti. Infatti, la reazione dei due ragazzi è spesso simile a quella del lettore. Proprio perché si tratta di una narrazione dal punto di vista dei due aspiranti mangaka.
Ma con una lettura critica si trovano diversi difetti, che tra l’altro trovai già nella serie di Death Note. Prima di tutto: i personaggi fanno dei ragionamenti troppo alti e complicati per la loro età. Inoltre, questi due non fanno veramente altro dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina se non disegnare e scrivere? Non sono mai stanchi? Alcune volte ci viene mostrato questo lato più realistico, soprattutto nel secondo numero, ma i dubbi comunque vengono.
Poi, è curioso leggere determinate cose riguardanti la rivista di cui si parla nel manga, “Jump”, che è la stessa che pubblica Bakuman e vedere che molte delle cose che vengono dette non ci sono nel manga stesso. Soprattutto la storia dell’elemento comune tra i diversi manga di successo: la spada. Probabilmente questo dubbio è dettato dalla mia ignoranza in materia di manga (sì, li leggo, ma nemmeno tanti), ma mi viene da pensare che “la spada” di Bakuman sia il pennino di Mashiro. La qual cosa potrebbe anche essere geniale come idea.
Un’altra cosa che, secondo me fa un po’ attrito, è il comportamento dell’editor Hattori (nel secondo volume). Possibile che un editor che riceve chissà quante proposte alla settimana si prenda così a cuore due ragazzini di 14 anni? Probabilmente sì, ma personalmente sono un po’ scettico.
Infine, la prima cosa che ho pensato, dopo aver letto il primo numero è stata: ma cosa può succedere ancora? Troppe informazioni, troppi eventi per un solo numero riguardante quel mondo. Nel secondo volume effettivamente la questione va avanti, ma ancora: cosa può succedere di più? Ecco, questo è ciò che Bakuman, a mio parere, ha in comune con Death Note: partire in sesta e tenere subito incollati i lettori, ma poi? Spero che la serie non rallenti come aveva fatto quella precedente e che ci siano degli spunti intelligenti per far continuare una storia che ritengo davvero interessante e ben costruita.
Premessa: a me non piace recensire le serie basandomi soltanto su un volume. È decisamente troppo poco, sopratutto se la serie in questione è ancora in corso o conta diversi volumetti all'attivo. Questo perché si potrebbero fare errori: la serie potrebbe migliorare all'improvviso dopo un inizio caracollante, così come dopo un inizio strepitoso potrebbe precipitare. Il problema qui è che Bakuman parte male e continua male; nonostante abbia letto per intero solo un volume, mi sono permessa di leggere anche qualche scan su internet degli ultimi capitoli usciti.
La storia la sappiamo tutti, quindi non starò a ripeterla; e non è nemmeno male, sebbene non troppo originale. Dico "non troppo originale" perché, checché ne dica Planet Manga, un sacco di altre serie hanno protagonisti mangaka. Qualche esempio: Spicy Pink di Wataru Yoshizumi, dove la professione di mangaka della protagonista darà il via alla vicenda; Uno zoo d'Inverno di Jiro Taniguchi, dove nell'omonimo luogo il personaggio principale si eserciterà nel disegno; Manga Bomber di Kazuhiko Shimamoto, che parla proprio della vita del mangaka; e tanti altri che non conosco, ma sono sicura che ci siano. Un po' come tutti i libri con protagonisti scrittori: il fatto che Stephen King ne abbia scritti diversi non significa che sia stato l'unico ad utilizzare questa formula. Quello che cambia è il modo con cui viene affrontata la cosa, e in Bakuman il risultato è deludente.
La fatica della vita del mangaka vive soltanto nelle parole di Mashiro Moritaka, voce narrante del manga. La vita del mangaka è talmente faticosa che i nostri protagonisti hanno: da subito disposizione di uno studio, poiché lo zio di Moritaka era mangaka a sua volta; quasi nessuna difficoltà a convincere i rispettivi parenti (nonostante lo zio di Mashiro sia morto per colpa della professione, il nonno paterno gli dà il proprio benestare senza battere ciglio!); e l'affetto della Jump, dove verranno seguiti con dedizione per tanti anni. E questa sarebbe fatica? È decisamente più faticosa la vita del protagonista di Manga Bomber, che rischia letteralmente la vita per i propri lavori. Certamente è un'esagerazione, ma è sempre più realistica di vedere due adolescenti con la pappa pronta.
Parliamo ora di questi due adolescenti, Takagi Akito e Moritaka Mashiro. Cosa posso dire? Hanno una caratterizzazione che definire "a colabrodo" è un complimento. Prima affermano una cosa e poco tempo dopo l'esatto contrario. Si lasciano prendere dallo sconforto e poi si galvanizzano per un nonnulla. Prima Moritaka non sa nemmeno dove è seduto il suo compagno di classe e poi comincia a chiamarlo per soprannome. E per gli altri personaggi la cosa non cambia, anzi, è peggio. Miho Azuki, ad esempio, non ha nemmeno la schizofrenia dalla sua, bensì il nulla totale. Il suo amore per Mashiro è totalmente ingiustificato, sia da una parte che dall'altra, così come il suo sogno di diventare doppiatrice (mattugguardailcaso...). Amore, tra l'altro, anacronistico e tristissimo. Lei aspetterà fedelmente che lui realizzi il suo sogno, e lei cercherà di fare lo stesso. Non si potranno neanche vedere, ma solo sentirsi per email. Ma stiamo parlando dell'Odissea, scritta nell'antica Grecia, o di un manga creato nel ventunesimo secolo? E se Azuki si innamorasse di un altro? Ma no, no. Azuki non può, semplicemente non può scegliere nessuno al di fuori del disegnatore. E perché? Perché lo dice Tsugumi Ohba. E Tsugumi Ohba si sente in totale diritto di calpestare i suoi personaggi per mandare avanti la serie. Sono fermamente convinta che l'autore debba "parlare" con i propri personaggi, deve trattarli come amici, e chiedersi se questa o quella mossa sia adatta a loro. Deve conoscere la loro psicologia, deve affezionarsi a loro: non deve usarli solo come pedine. Cosa che Tsugumi Ohba, purtroppo, fa. Ne viene fuori un intreccio forzatissimo; i personaggi vengono travolti da ciò, andando persino contro la loro stessa natura. Il rapporto tra Takagi e Mashiro ne è il perfetto esempio. Sono troppo diversi per essere amici, e Moritaka non avrebbe bisogno di nessuna compagnia. Però lo diventano. Non c'è nessuna volontà dell'autrice di andare incontro ai personaggi, e soprattutto di non fare fessi i lettori. Sì, perché io mi sento presa in giro da questo manga. Ho il diritto di avere un buon prodotto, con tutte le caratteristiche che un manga di tale caratura deve avere. Ho il diritto di avere una storia realistica, ho il diritto di avere dei personaggi ben caratterizzati, ho il diritto di chiedermi cosa succederà senza che mi venga spiattellato con mala grazia, ho il diritto di avere un disegno accurato.
Trovo che il tratto di Obata sia parecchio peggiorato: la cura maniacale per i dettagli, che mesi fa mi ha fatto adorare il suo tratto, ora è sparita. Tanto per dirne una, il tratto di Eiji Niizuma, cosiddetto rivale di Takagi e Mashiro, varia pesantemente da volume a volume. E va bene che non è un particolare di vitale importanza (o forse sì?), ma pretendo precisione da parte del disegnatore. Non mi è mai capitato di dirlo per un manga di Obata, ma purtroppo in Bakuman ho visto dei disegni orrendi. Tratti caricaturali, espressioni vuote, sfondi scarni e vagonate di retini, anche sui capelli (cosa che io trovo orribile, e non solo in Obata).
Quindi, in sostanza, per cosa dovrei pagare? Per una storia farraginosa, per dei personaggi-marionetta, per uno stile di disegno abbozzato? No, grazie. Sono solo tre euro e novanta, ma bastano e avanzano. Non sono per il boicottaggio, ma questa volta sì: Bakuman non merita soldi, che risulteranno sprecati per un prodotto che ha molte carenze, a cui sembra che gli autori non abbiano la minima intenzione di ovviare.
La storia la sappiamo tutti, quindi non starò a ripeterla; e non è nemmeno male, sebbene non troppo originale. Dico "non troppo originale" perché, checché ne dica Planet Manga, un sacco di altre serie hanno protagonisti mangaka. Qualche esempio: Spicy Pink di Wataru Yoshizumi, dove la professione di mangaka della protagonista darà il via alla vicenda; Uno zoo d'Inverno di Jiro Taniguchi, dove nell'omonimo luogo il personaggio principale si eserciterà nel disegno; Manga Bomber di Kazuhiko Shimamoto, che parla proprio della vita del mangaka; e tanti altri che non conosco, ma sono sicura che ci siano. Un po' come tutti i libri con protagonisti scrittori: il fatto che Stephen King ne abbia scritti diversi non significa che sia stato l'unico ad utilizzare questa formula. Quello che cambia è il modo con cui viene affrontata la cosa, e in Bakuman il risultato è deludente.
La fatica della vita del mangaka vive soltanto nelle parole di Mashiro Moritaka, voce narrante del manga. La vita del mangaka è talmente faticosa che i nostri protagonisti hanno: da subito disposizione di uno studio, poiché lo zio di Moritaka era mangaka a sua volta; quasi nessuna difficoltà a convincere i rispettivi parenti (nonostante lo zio di Mashiro sia morto per colpa della professione, il nonno paterno gli dà il proprio benestare senza battere ciglio!); e l'affetto della Jump, dove verranno seguiti con dedizione per tanti anni. E questa sarebbe fatica? È decisamente più faticosa la vita del protagonista di Manga Bomber, che rischia letteralmente la vita per i propri lavori. Certamente è un'esagerazione, ma è sempre più realistica di vedere due adolescenti con la pappa pronta.
Parliamo ora di questi due adolescenti, Takagi Akito e Moritaka Mashiro. Cosa posso dire? Hanno una caratterizzazione che definire "a colabrodo" è un complimento. Prima affermano una cosa e poco tempo dopo l'esatto contrario. Si lasciano prendere dallo sconforto e poi si galvanizzano per un nonnulla. Prima Moritaka non sa nemmeno dove è seduto il suo compagno di classe e poi comincia a chiamarlo per soprannome. E per gli altri personaggi la cosa non cambia, anzi, è peggio. Miho Azuki, ad esempio, non ha nemmeno la schizofrenia dalla sua, bensì il nulla totale. Il suo amore per Mashiro è totalmente ingiustificato, sia da una parte che dall'altra, così come il suo sogno di diventare doppiatrice (mattugguardailcaso...). Amore, tra l'altro, anacronistico e tristissimo. Lei aspetterà fedelmente che lui realizzi il suo sogno, e lei cercherà di fare lo stesso. Non si potranno neanche vedere, ma solo sentirsi per email. Ma stiamo parlando dell'Odissea, scritta nell'antica Grecia, o di un manga creato nel ventunesimo secolo? E se Azuki si innamorasse di un altro? Ma no, no. Azuki non può, semplicemente non può scegliere nessuno al di fuori del disegnatore. E perché? Perché lo dice Tsugumi Ohba. E Tsugumi Ohba si sente in totale diritto di calpestare i suoi personaggi per mandare avanti la serie. Sono fermamente convinta che l'autore debba "parlare" con i propri personaggi, deve trattarli come amici, e chiedersi se questa o quella mossa sia adatta a loro. Deve conoscere la loro psicologia, deve affezionarsi a loro: non deve usarli solo come pedine. Cosa che Tsugumi Ohba, purtroppo, fa. Ne viene fuori un intreccio forzatissimo; i personaggi vengono travolti da ciò, andando persino contro la loro stessa natura. Il rapporto tra Takagi e Mashiro ne è il perfetto esempio. Sono troppo diversi per essere amici, e Moritaka non avrebbe bisogno di nessuna compagnia. Però lo diventano. Non c'è nessuna volontà dell'autrice di andare incontro ai personaggi, e soprattutto di non fare fessi i lettori. Sì, perché io mi sento presa in giro da questo manga. Ho il diritto di avere un buon prodotto, con tutte le caratteristiche che un manga di tale caratura deve avere. Ho il diritto di avere una storia realistica, ho il diritto di avere dei personaggi ben caratterizzati, ho il diritto di chiedermi cosa succederà senza che mi venga spiattellato con mala grazia, ho il diritto di avere un disegno accurato.
Trovo che il tratto di Obata sia parecchio peggiorato: la cura maniacale per i dettagli, che mesi fa mi ha fatto adorare il suo tratto, ora è sparita. Tanto per dirne una, il tratto di Eiji Niizuma, cosiddetto rivale di Takagi e Mashiro, varia pesantemente da volume a volume. E va bene che non è un particolare di vitale importanza (o forse sì?), ma pretendo precisione da parte del disegnatore. Non mi è mai capitato di dirlo per un manga di Obata, ma purtroppo in Bakuman ho visto dei disegni orrendi. Tratti caricaturali, espressioni vuote, sfondi scarni e vagonate di retini, anche sui capelli (cosa che io trovo orribile, e non solo in Obata).
Quindi, in sostanza, per cosa dovrei pagare? Per una storia farraginosa, per dei personaggi-marionetta, per uno stile di disegno abbozzato? No, grazie. Sono solo tre euro e novanta, ma bastano e avanzano. Non sono per il boicottaggio, ma questa volta sì: Bakuman non merita soldi, che risulteranno sprecati per un prodotto che ha molte carenze, a cui sembra che gli autori non abbiano la minima intenzione di ovviare.
Bakuman non è il classico shounen, non vedrete mai personaggi tirare fuori mosse dai nomi strani e lunghe chilometri o qualsiasi genere di combattimento fisico. Infatti la storia si concentra su due ragazzi e sul loro sogno, quello di diventare dei mangaka affermati, condito da una classica narrazione “slice of life”.
Strada ardua e cosparsa di difficoltà: dalla necessità di affermare il proprio stile di disegno a quella di creare una trama convincente, capace di conquistare i gusti del pubblico e quindi riuscire a ritagliarsi una fetta di appassionati.
Il manga ha un disegno forse un po’ scarno rispetto al lavoro passato (Death Note), rimanendo pur piacevolissimo e pulito nelle varie pagine dei capitoli.
La trama unisce la commedia romantica con la vera e propria “guerra” che può avvenire in una qualsiasi redazione di giornale, mostrandoci la struttura e i movimenti che guidano le varie azioni di ogni membro dello staff.
Vengono anche approfondite le metodiche di lavoro del mangaka e dei loro collaboratori, con intrecci assolutamente non superficiali tra autori e aiutanti.
Le relazioni tra i personaggi della storia sono un punto fortissimo di questo manga, col passare dei numeri le vicende dei due protagonisti andranno a mischiarsi con quelle degli altri autori, creando una situazione di competizione/amicizia capace di svolte esplosive e inaspettate.
Il punti deboli del manga riguardano i due protagonisti, che alla fine risultano amorfi e stereotipati come tanti altri personaggi già visti in precedenza: lo scrittore intraprendente ma troppo impaziente e il disegnatore silenzioso e dotato di talento che tende a scoraggiarsi con facilità. Fine, ecco a voi i “protagonisti della storia”.
Per fortuna nel corso della serie questi due vengono affiancati da una serie di personaggi dotati di sfaccettature particolari, Nakai ne è un esempio lampante. Infatti questo personaggio secondario si ritrova al centro di vicende e di errori personali che lo porteranno a prendere una strada inaspettata.
Aoki e Nizuma ne sono un altro esempio, rivali che acquistano molto più valore e spessore dei protagonisti nel corso della storia.
In breve, una serie da 8 per chi vorrebbe vedere almeno una volta i retroscena e le attività di una redazione come quella di “Shonen Jump”, un 7 per coloro che cercano una storia che offra trama e spessore. Per tutti gli altri che cercano azione e avventura, questo manga è da evitare come la peste.
Volumi letti: 7, a quota 2 di quelli italiani.
Strada ardua e cosparsa di difficoltà: dalla necessità di affermare il proprio stile di disegno a quella di creare una trama convincente, capace di conquistare i gusti del pubblico e quindi riuscire a ritagliarsi una fetta di appassionati.
Il manga ha un disegno forse un po’ scarno rispetto al lavoro passato (Death Note), rimanendo pur piacevolissimo e pulito nelle varie pagine dei capitoli.
La trama unisce la commedia romantica con la vera e propria “guerra” che può avvenire in una qualsiasi redazione di giornale, mostrandoci la struttura e i movimenti che guidano le varie azioni di ogni membro dello staff.
Vengono anche approfondite le metodiche di lavoro del mangaka e dei loro collaboratori, con intrecci assolutamente non superficiali tra autori e aiutanti.
Le relazioni tra i personaggi della storia sono un punto fortissimo di questo manga, col passare dei numeri le vicende dei due protagonisti andranno a mischiarsi con quelle degli altri autori, creando una situazione di competizione/amicizia capace di svolte esplosive e inaspettate.
Il punti deboli del manga riguardano i due protagonisti, che alla fine risultano amorfi e stereotipati come tanti altri personaggi già visti in precedenza: lo scrittore intraprendente ma troppo impaziente e il disegnatore silenzioso e dotato di talento che tende a scoraggiarsi con facilità. Fine, ecco a voi i “protagonisti della storia”.
Per fortuna nel corso della serie questi due vengono affiancati da una serie di personaggi dotati di sfaccettature particolari, Nakai ne è un esempio lampante. Infatti questo personaggio secondario si ritrova al centro di vicende e di errori personali che lo porteranno a prendere una strada inaspettata.
Aoki e Nizuma ne sono un altro esempio, rivali che acquistano molto più valore e spessore dei protagonisti nel corso della storia.
In breve, una serie da 8 per chi vorrebbe vedere almeno una volta i retroscena e le attività di una redazione come quella di “Shonen Jump”, un 7 per coloro che cercano una storia che offra trama e spessore. Per tutti gli altri che cercano azione e avventura, questo manga è da evitare come la peste.
Volumi letti: 7, a quota 2 di quelli italiani.
Bakuman è la dimostrazione lampante di quanto si possa rendere estremamente commerciale un'ottima idea.
Si parte dal presupposto che il duo di autori-disegnatori sia lo stesso del tanto osannato Death Note, e quindi non mancano i soliti ed inutili parallelismi triti e ritriti.
Bakuman è Bakuman, Death Note è Death Note.
La storia: Mashiro Moritaka è un ragazzino che ha una grande passione per i manga, a tal punto da volerne crearne uno tutto suo in modo da essere pubblicato su Weekly Shonen Jump, la rivista shonen più venduta in Giappone e più conosciuta al mondo. Il suo talento per il disegno viene notato dal compagno di classe, Takagi Akito, abile scrittore incuriosito dal mondo dei manga. I due uniranno le proprie forze per produrre una storia originale e proporla ai vertici di Jump.
Mashiro, inoltre, è nipote di un compianto autore di manga, il quale, dopo aver ottenuto il successo con una delle sue opere prime, morirà qualche tempo dopo cercando di risalire la cresta dell'onda.
Ad alimentare la voglia di emergere, la creatività e le abilità di Mashiro, ci penserà anche Azuki: infatti i due si promettono solennemente di sposarsi una volta che i loro sogni si saranno realizzati: lui diventare un disegnatore affermato di manga, lei una doppiatrice famosa di anime.
Fin qui la storia è abbastanza carina, abbastanza sul classico, infatti non è niente di così originale. Capitolo dopo capitolo, però, il lettore viene a conoscenza di tutti quei meccanismi che animano le classifiche di Shonen Jump, che saranno di certo utili a capire dall'interno il mondo di questa rivista, ma allo stesso tempo getta forti dubbi sulla qualità generale delle opere in essa presenti. Infatti, come presto i due protagonisti si accorgeranno, i manga che vanno per la maggiore sono quei manga zeppi di combattimenti con qualche gag umoristica. Ogni altra soluzione creativa, diverse da quelle sopra elencate, è destinata ad un rapido declino, e quindi alla cancellazione dalla rivista.
E qui, l'opera in sé, ha finito di dire quello che aveva da dire. E invece no, il tutto viene allungato con sotto trame inverosimili, personaggi secondari di poco spessore se non nullo, storie d'amore improbabili e monotone.
In breve: Bakuman è un manga che alla lunga potrebbe stancare, visto che è ancora ongoing e non si riesce ad intravedere nessun tipo di finale che possa concludere la serie in maniera dignitosa. Consigliato solo a chi vorrebbe capirne di più del microuniverso Jumpesco. Altre riviste contenitore, tipo Shonen Sunday, funzionano in maniera diversa.
Per chi invece vuole risparmiare qualcosina ed investirla su altri manga shonen più meritevoli, Bakuman è assolutamente un manga da lasciare sullo scaffale della fumetteria.
Si parte dal presupposto che il duo di autori-disegnatori sia lo stesso del tanto osannato Death Note, e quindi non mancano i soliti ed inutili parallelismi triti e ritriti.
Bakuman è Bakuman, Death Note è Death Note.
La storia: Mashiro Moritaka è un ragazzino che ha una grande passione per i manga, a tal punto da volerne crearne uno tutto suo in modo da essere pubblicato su Weekly Shonen Jump, la rivista shonen più venduta in Giappone e più conosciuta al mondo. Il suo talento per il disegno viene notato dal compagno di classe, Takagi Akito, abile scrittore incuriosito dal mondo dei manga. I due uniranno le proprie forze per produrre una storia originale e proporla ai vertici di Jump.
Mashiro, inoltre, è nipote di un compianto autore di manga, il quale, dopo aver ottenuto il successo con una delle sue opere prime, morirà qualche tempo dopo cercando di risalire la cresta dell'onda.
Ad alimentare la voglia di emergere, la creatività e le abilità di Mashiro, ci penserà anche Azuki: infatti i due si promettono solennemente di sposarsi una volta che i loro sogni si saranno realizzati: lui diventare un disegnatore affermato di manga, lei una doppiatrice famosa di anime.
Fin qui la storia è abbastanza carina, abbastanza sul classico, infatti non è niente di così originale. Capitolo dopo capitolo, però, il lettore viene a conoscenza di tutti quei meccanismi che animano le classifiche di Shonen Jump, che saranno di certo utili a capire dall'interno il mondo di questa rivista, ma allo stesso tempo getta forti dubbi sulla qualità generale delle opere in essa presenti. Infatti, come presto i due protagonisti si accorgeranno, i manga che vanno per la maggiore sono quei manga zeppi di combattimenti con qualche gag umoristica. Ogni altra soluzione creativa, diverse da quelle sopra elencate, è destinata ad un rapido declino, e quindi alla cancellazione dalla rivista.
E qui, l'opera in sé, ha finito di dire quello che aveva da dire. E invece no, il tutto viene allungato con sotto trame inverosimili, personaggi secondari di poco spessore se non nullo, storie d'amore improbabili e monotone.
In breve: Bakuman è un manga che alla lunga potrebbe stancare, visto che è ancora ongoing e non si riesce ad intravedere nessun tipo di finale che possa concludere la serie in maniera dignitosa. Consigliato solo a chi vorrebbe capirne di più del microuniverso Jumpesco. Altre riviste contenitore, tipo Shonen Sunday, funzionano in maniera diversa.
Per chi invece vuole risparmiare qualcosina ed investirla su altri manga shonen più meritevoli, Bakuman è assolutamente un manga da lasciare sullo scaffale della fumetteria.
Bakuman è un manga da non perdere assolutamente, soprattutto se vi piace il mondo dei manga giapponesi e volete approfondire il sistema di promozione dei manga sulla rivista Shonen Jump della Shueisha.
Il duo formato da Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, anche questa volta ci porta un ottimo manga.
La storia si basa sulle esperienze "lavorative" vissute da due ragazzi, Takagi e Mashiro, che tentano la carriera di mangaka. Non manca inoltre l'elemento romantico, grazie alla promessa scambiata tra Mashiro e Azuki.
Il duo formato da Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, anche questa volta ci porta un ottimo manga.
La storia si basa sulle esperienze "lavorative" vissute da due ragazzi, Takagi e Mashiro, che tentano la carriera di mangaka. Non manca inoltre l'elemento romantico, grazie alla promessa scambiata tra Mashiro e Azuki.
Bakuman è un manga straordinario, parla di un universo, quello dei mangaka, che viene trattato in maniera ultrarealistica e molto dettagliata; il ritmo della storia è molto piacevole e l'argomento è interessante, anche se forse non piacerà a tutti.
Consiglio caldamente questo manga che vedrà iniziare la sua pubblicazione italiana a Marzo.
Consiglio caldamente questo manga che vedrà iniziare la sua pubblicazione italiana a Marzo.
Di sicuro molto originale e i disegni sono molto belli. Poi apprezzo molto questa coppia di protagonisti, perciò sono sicuro che comprerò questo manga non appena uscirà, anche se dovesse avere un prezzo elevato; una cosa è sicura, questo manga merita di essere letto. Tuttavia non posso dargli 10 poichè ci sono delle situazioni poco realistiche e in alcuni frangenti può risultare piatto.
Un manga veramente originale che ci racconta la storia di due ragazzi con il sogno di fare i mangaka. I ragazzi per realizzare questo sogno dovranno fregarsene della scuola per dedicarsi in tutto per tutto ai manga, anche se sanno che xosì rischiano di fare una vita da falliti.
La storia intreccia anche episodi amorosi ed uno di questi sarà l'elemento fondamentale del sogno di uno dei 2 ragazzi.
I disegni sono spettacolari e, anche se si parla di un manga molto realistico, leggendolo sembra quasi di venire proiettati in un mondo di battaglie a colpi di pennellate...
Bakuman è sicuramente un titolo interessante sotto ogni punto di vista, ed io l'ho trovato molto simile al romanzo di Calvino "Se una Notte d'Inverno un Viaggiatore" dove si parla del piacere di leggere romanzi... nel nostro caso Bakuman ci parla del piacere di scrivere, vivere e fare MANGA!
La storia intreccia anche episodi amorosi ed uno di questi sarà l'elemento fondamentale del sogno di uno dei 2 ragazzi.
I disegni sono spettacolari e, anche se si parla di un manga molto realistico, leggendolo sembra quasi di venire proiettati in un mondo di battaglie a colpi di pennellate...
Bakuman è sicuramente un titolo interessante sotto ogni punto di vista, ed io l'ho trovato molto simile al romanzo di Calvino "Se una Notte d'Inverno un Viaggiatore" dove si parla del piacere di leggere romanzi... nel nostro caso Bakuman ci parla del piacere di scrivere, vivere e fare MANGA!
Un altra opera fantastica di Ohba e Obata, autori di Death Note. Questo è un manga spettacolare che mostra tutto ciò che c'è dietro alla realizzazione di un manga. Una storia che narra di passioni e sogni che si trasformano in realtà capitolo dopo capitolo, due ragazzi appassionati di manga provano a diventare mangaka. Intanto una loro compagna di scuola tenterà di diventare una doppiatrice di anime, e auspica di poter doppiare l'anime derivato da un loro manga.
Finalmente un manga che ci svela i retroscena editoriali di Shonen Jump!
La storia è tanto semplice quanto inusuale, specie per un fumetto: due compagni di scuola decidono di mettersi insieme al lavoro per farsi pubblicare sulla rivista di manga più ambita del Giappone, solo che Mashiro (il disegnatore dei due) fa' una promessa alla amata compagna di classe Miho Azuki, ovvero di riuscire ad avere così tanto successo da far produrre una serie anime in cui lei avrebbe potuto doppiare un personaggio (coltiva questo sogno da sempre), continuando così una relazione amorosa molto particolare...
La storia d'amore prosegue tra un successo e l'altro, e tra varie scelte difficili da prendere, e nessuno può trascurare gli impegni scolastici, cosa che porterà molti problemi...
Anche i personaggi di contorno (altri mangaka, editori e amici) hanno un carattere ben delineato, con le loro vicende personali spesso in primo piano. Anche le opere di fantasia trattate sono molto particolareggiate, soprattutto come stili grafici differenti e con buoni incipit per i manga prodotti dai personaggi.
Graficamente e stilisticamente potrebbe non sembrare affatto un'opera fatta dagli autori di Death Note, eppure i lunghi dialoghi e le concatenazioni logiche degli avvenimenti sanno sempre tenere alta l'attenzione del lettore, seppur è un'opera decisamente diversa da ciò che li ha resi famosi (tratto più grezzo, lieve fanservice, atmosfera generalmente tranquilla), insomma se amate i manga e volete conoscere meglio questo mondo, è un acquisto obbligato, altrimenti dategli una possibilità, essendo un tema trattato in modo originale (infatti non è certo il primo caso: l'anime Mainichi Kasan e il manga Hoero Pen/Manga Bomber ne sono un esempio).
La storia è tanto semplice quanto inusuale, specie per un fumetto: due compagni di scuola decidono di mettersi insieme al lavoro per farsi pubblicare sulla rivista di manga più ambita del Giappone, solo che Mashiro (il disegnatore dei due) fa' una promessa alla amata compagna di classe Miho Azuki, ovvero di riuscire ad avere così tanto successo da far produrre una serie anime in cui lei avrebbe potuto doppiare un personaggio (coltiva questo sogno da sempre), continuando così una relazione amorosa molto particolare...
La storia d'amore prosegue tra un successo e l'altro, e tra varie scelte difficili da prendere, e nessuno può trascurare gli impegni scolastici, cosa che porterà molti problemi...
Anche i personaggi di contorno (altri mangaka, editori e amici) hanno un carattere ben delineato, con le loro vicende personali spesso in primo piano. Anche le opere di fantasia trattate sono molto particolareggiate, soprattutto come stili grafici differenti e con buoni incipit per i manga prodotti dai personaggi.
Graficamente e stilisticamente potrebbe non sembrare affatto un'opera fatta dagli autori di Death Note, eppure i lunghi dialoghi e le concatenazioni logiche degli avvenimenti sanno sempre tenere alta l'attenzione del lettore, seppur è un'opera decisamente diversa da ciò che li ha resi famosi (tratto più grezzo, lieve fanservice, atmosfera generalmente tranquilla), insomma se amate i manga e volete conoscere meglio questo mondo, è un acquisto obbligato, altrimenti dategli una possibilità, essendo un tema trattato in modo originale (infatti non è certo il primo caso: l'anime Mainichi Kasan e il manga Hoero Pen/Manga Bomber ne sono un esempio).