Battle Club
"Battle club" è un'opera di Yūji Shiozaki, salito alla ribalta grazie ad "Ikkitousen", che anche qui si cimenta con belle ragazze e combattimenti.
Al contrario di "Ikkitousen" però chi sceglie di leggere "Battle Club" deve avere ben chiaro cosa stia iniziando a leggere: più che un manga di combattimenti, che anche qui comunque sono presenti, "Battle Club" è un manga da prendere con l'intento di farsi delle sane risate e apprezzare il fan service accentuato alla sua massima espressione.
La storia ruota infatti attorno a Mokichi e ai componenti del club di lotta della scuola, tra cui ovviamente figurano ragazze bellissime come Tamako (che potrebbe a volte essere considerata la vera protagonista dell'opera) e Higuchi.
Mokichi per sfuggire agli atti di bullismo che subiva nella scuola precedente cerca di partire con un piede diverso e per questo appena trasferito sfida i bulli della nuova scuola così da guadagnarsi subito il loro rispetto, ovviamente le cose andranno nell'esatto contrario di come lui si aspettava ed è proprio per cercare di diventare più forte che finirà per iscriversi nel club di lotta.
Assisteremo quindi al duro addestramento a cui verranno sottoposti i membri del club, le battaglie e le sconfitte che Mokichi, Tamako e Higichi dovranno superare, il tutto condito da una marea di fan service, momenti imbarazzi e totalmente senza senso.
E' un'opera che, se presa con lo spirito giusto, riesce senz'altro a colpire nel segno, regalando una buona mezz'ora di buon umore per ogni volume letto, non lo consiglio invece a chi cerca un classico manga incentrato sui combattimenti. Non vedo l'ora di leggere anche i 3 volumi che vanno a comporre la seconda parte dell'opera.
Al contrario di "Ikkitousen" però chi sceglie di leggere "Battle Club" deve avere ben chiaro cosa stia iniziando a leggere: più che un manga di combattimenti, che anche qui comunque sono presenti, "Battle Club" è un manga da prendere con l'intento di farsi delle sane risate e apprezzare il fan service accentuato alla sua massima espressione.
La storia ruota infatti attorno a Mokichi e ai componenti del club di lotta della scuola, tra cui ovviamente figurano ragazze bellissime come Tamako (che potrebbe a volte essere considerata la vera protagonista dell'opera) e Higuchi.
Mokichi per sfuggire agli atti di bullismo che subiva nella scuola precedente cerca di partire con un piede diverso e per questo appena trasferito sfida i bulli della nuova scuola così da guadagnarsi subito il loro rispetto, ovviamente le cose andranno nell'esatto contrario di come lui si aspettava ed è proprio per cercare di diventare più forte che finirà per iscriversi nel club di lotta.
Assisteremo quindi al duro addestramento a cui verranno sottoposti i membri del club, le battaglie e le sconfitte che Mokichi, Tamako e Higichi dovranno superare, il tutto condito da una marea di fan service, momenti imbarazzi e totalmente senza senso.
E' un'opera che, se presa con lo spirito giusto, riesce senz'altro a colpire nel segno, regalando una buona mezz'ora di buon umore per ogni volume letto, non lo consiglio invece a chi cerca un classico manga incentrato sui combattimenti. Non vedo l'ora di leggere anche i 3 volumi che vanno a comporre la seconda parte dell'opera.
Battle Club, più o meno come accade in Ikkitousen, sfrutta il pretesto dei combattimenti per presentarci qualcosa di ben diverso: in pratica è un grosso agglomerato di fanservice ed ecchi ad un livello tale da sfiorare l'hentai, e di tante, tantissime gag esilaranti. Al suo interno troviamo disegni di ottima fattura e donne tra le più sexy che si possano trovare in un manga. Del resto il paragone con Ikkitousen è supportato non solo dalla tipologia dell'opera, ma anche dal fatto che l'autore delle due serie è il medesimo, Yuji Shiozaki, che in quanto a disegnare corpi femminili può essere tranquillamente definito tra i migliori mangaka in assoluto.
Potremmo dire che Ikkitousen è più incentrato sui combattimenti mentre Battle Club riesce a far ridere di gusto molto più frequentemente con scenette assurde, divertentissime, spesso ben oltre la verosimilità e abbracciando frequentemente fasi no sense. Oltre a questo, per quanto possa sembrare impossibile, in Battle Club i corpi femminili vengono mostrati e denudati ancor più di quanto non accada in Ikkitousen! Alcune scene potrebbero apparire persino “volgarotte”, ma sono inserite in un contesto principalmente ironico.
Dal punto di vista di Mokichi è lui ad essere il protagonista del manga, ma sono solo le "misere" fantasie di un personaggio secondario con troppe ambizioni. Mokichi è un ragazzetto desideroso di mettersi in mostra nel suo nuovo liceo e di conquistarsi con la "forza" una posizione di prestigio ma, beh, le cose non andranno proprio come immaginava… Nel vano tentativo di acquisire maggior forza, s'iscrive al club di lotta della scuola dove farà la conoscenza delle splendide e fortissime protagoniste dell'opera, che lo trascineranno nelle loro folli imprese. Mokichi se ne farà una ragione, non sarà lui ad attirare l'interesse dei lettori (ne tantomeno quello del mangaka) ma si rivelerà senza ombra di dubbio l'elemento cardine di tante tra le situazioni più esilaranti e, alla fin fine (forse), riuscirà anche a togliersi qualche soddisfazione!
La serie si era conclusa inizialmente con il sesto volumetto ma lasciava già trasparire chiaramente le intenzioni di crearne un seguito. E così è stato con l'uscita di Battle Club 2nd Stage: sono solo tre volumetti, ma proprio grazie a loro l'opera si completa, visto e considerato che i fatti narrati in Battle Club restavano perlopiù inconclusi.
L'edizione ha il solito ottimo standard della J-Pop tranne forse per una rilegatura più delicata della norma.
Potremmo dire che Ikkitousen è più incentrato sui combattimenti mentre Battle Club riesce a far ridere di gusto molto più frequentemente con scenette assurde, divertentissime, spesso ben oltre la verosimilità e abbracciando frequentemente fasi no sense. Oltre a questo, per quanto possa sembrare impossibile, in Battle Club i corpi femminili vengono mostrati e denudati ancor più di quanto non accada in Ikkitousen! Alcune scene potrebbero apparire persino “volgarotte”, ma sono inserite in un contesto principalmente ironico.
Dal punto di vista di Mokichi è lui ad essere il protagonista del manga, ma sono solo le "misere" fantasie di un personaggio secondario con troppe ambizioni. Mokichi è un ragazzetto desideroso di mettersi in mostra nel suo nuovo liceo e di conquistarsi con la "forza" una posizione di prestigio ma, beh, le cose non andranno proprio come immaginava… Nel vano tentativo di acquisire maggior forza, s'iscrive al club di lotta della scuola dove farà la conoscenza delle splendide e fortissime protagoniste dell'opera, che lo trascineranno nelle loro folli imprese. Mokichi se ne farà una ragione, non sarà lui ad attirare l'interesse dei lettori (ne tantomeno quello del mangaka) ma si rivelerà senza ombra di dubbio l'elemento cardine di tante tra le situazioni più esilaranti e, alla fin fine (forse), riuscirà anche a togliersi qualche soddisfazione!
La serie si era conclusa inizialmente con il sesto volumetto ma lasciava già trasparire chiaramente le intenzioni di crearne un seguito. E così è stato con l'uscita di Battle Club 2nd Stage: sono solo tre volumetti, ma proprio grazie a loro l'opera si completa, visto e considerato che i fatti narrati in Battle Club restavano perlopiù inconclusi.
L'edizione ha il solito ottimo standard della J-Pop tranne forse per una rilegatura più delicata della norma.
"I loro calci attraversano le nuvole. Le loro mosse volteggiano magnifiche nell'aria. Le loro prese conducono alle Tenebre. I loro colpi frantumano le fiamme. Un sacro palcoscenico su cui si esibiscono giovani ragazze, mosse dal desiderio di diventare invincibili: questo è il Battle Club, il circolo della Lotta dello Shiratori!"
INTRODUZIONE
Battle Club è un manga ideato dal folle Yuji Shiozaki - autore celebre per Ikkitousen, ma anche conosciuto grazie al più recente GoDeath -, che tra l'aprile del 2004 al marzo del 2006 è riuscito a sfornare 6 volumi del suo Battle Club. Il manga in Giappone è stato serializzato da Shonen Gahosha. In Italia è stato pubblicato in 6 volumi dalla J-Pop, con dei volumi di ottima qualità (come sempre); sovra-copertina, ottima carta e con, in alcuni volumi, la copertina interna a colori o con le prime pagine dei volumi a colori (la J-Pop non ci tradirà mai).
TRAMA
Il manga ruota attorno principalmente a due personaggi, il primo, cioè Mokichi, maschile, il secondo, Tamako, femminile. Mokichi decide di dare un deciso taglio alla sua vita (da sfigato) passata e di ricominciare con una nuova vita nel nuovo istituto. Il suo piano era quello di sconfiggere tutti i bulli dell'istituto, così da proclamarsi leader indiscusso dei bulli e della scuola. Sfortunatamente per il povero Mokichi il suo piano va in fumo, in quanto viene miseramente sconfitto dall'altra nostra (vera) protagonista, Tamako. Tamako appartiene ad un club di lotta libera chiamato Shiratori. Brutalmente umiliato dalla giovane quanto prosperosa (e stupida) Tamako, il povero Mokichi cerca di iscriversi in questo particolare club dedito alle arti marziali. All'interno del club Mokichi incontrerà moltissimi nuovi quanto bizzarri personaggi. Cosa è disposto a fare Mokichi per diventare più forte? Chi è in realtà Tamako?
CONSIDERAZIONI
Dal piccolo riassunto della trama, il manga sembra quasi serio. Prima di tutto è decisamente vietato leggere questo manga a coloro che odiano il fan-service, in quanto in questo manga ce n'è a badilate. Ma se apprezzate le dolci curve di giovani ragazze prosperose dedite a combattimenti mozzafiato (in tutti i sensi), allora Battle Club fa per voi. Yuji Shiozaki grazie al fan-service è riuscito a diventare anche un noto mangaka, già apprezzabile in Ikkitousen. Ma quanto riguarda Battle Club, la trama è abbastanza lineare, con qualche colpo di scena qua e la, ma sopratutto con qualche scena osè qua e la. Parliamo dei disegni di Yuji Shiozaki, semplicemente divini e miglioreranno notevolmente nella seconda parte dell'opera "Battle Club 2nd Stage". Quindi non potrete mai apprezzare a pieno quest'opera se non partite con l'idea di vedere uno pseudo-hentai con qualche scena di combattimento. In definitiva il manga nel sua totalità mi è piaciuto molto, in certe scene è riuscito a commuovermi. Il mio voto finale è 10- che arrotondo a 10.
INTRODUZIONE
Battle Club è un manga ideato dal folle Yuji Shiozaki - autore celebre per Ikkitousen, ma anche conosciuto grazie al più recente GoDeath -, che tra l'aprile del 2004 al marzo del 2006 è riuscito a sfornare 6 volumi del suo Battle Club. Il manga in Giappone è stato serializzato da Shonen Gahosha. In Italia è stato pubblicato in 6 volumi dalla J-Pop, con dei volumi di ottima qualità (come sempre); sovra-copertina, ottima carta e con, in alcuni volumi, la copertina interna a colori o con le prime pagine dei volumi a colori (la J-Pop non ci tradirà mai).
TRAMA
Il manga ruota attorno principalmente a due personaggi, il primo, cioè Mokichi, maschile, il secondo, Tamako, femminile. Mokichi decide di dare un deciso taglio alla sua vita (da sfigato) passata e di ricominciare con una nuova vita nel nuovo istituto. Il suo piano era quello di sconfiggere tutti i bulli dell'istituto, così da proclamarsi leader indiscusso dei bulli e della scuola. Sfortunatamente per il povero Mokichi il suo piano va in fumo, in quanto viene miseramente sconfitto dall'altra nostra (vera) protagonista, Tamako. Tamako appartiene ad un club di lotta libera chiamato Shiratori. Brutalmente umiliato dalla giovane quanto prosperosa (e stupida) Tamako, il povero Mokichi cerca di iscriversi in questo particolare club dedito alle arti marziali. All'interno del club Mokichi incontrerà moltissimi nuovi quanto bizzarri personaggi. Cosa è disposto a fare Mokichi per diventare più forte? Chi è in realtà Tamako?
CONSIDERAZIONI
Dal piccolo riassunto della trama, il manga sembra quasi serio. Prima di tutto è decisamente vietato leggere questo manga a coloro che odiano il fan-service, in quanto in questo manga ce n'è a badilate. Ma se apprezzate le dolci curve di giovani ragazze prosperose dedite a combattimenti mozzafiato (in tutti i sensi), allora Battle Club fa per voi. Yuji Shiozaki grazie al fan-service è riuscito a diventare anche un noto mangaka, già apprezzabile in Ikkitousen. Ma quanto riguarda Battle Club, la trama è abbastanza lineare, con qualche colpo di scena qua e la, ma sopratutto con qualche scena osè qua e la. Parliamo dei disegni di Yuji Shiozaki, semplicemente divini e miglioreranno notevolmente nella seconda parte dell'opera "Battle Club 2nd Stage". Quindi non potrete mai apprezzare a pieno quest'opera se non partite con l'idea di vedere uno pseudo-hentai con qualche scena di combattimento. In definitiva il manga nel sua totalità mi è piaciuto molto, in certe scene è riuscito a commuovermi. Il mio voto finale è 10- che arrotondo a 10.
Nel valutare Battle Club non si deve commettere il passo falso di considerarla un'opera del tutto a sé stante. Le opere del maestro Yuji Shiozaki sono infatti strettamente correlate da un filo cronologico piuttosto rilevante. Il sensei cambia più volte stile di disegno: da un volume all'altro della sua opera principale, Ikkitousen, notiamo un progressivo miglioramento, a tratti molto accelerato. Battle Club si sovrappone proprio sul primo grande cambiamento di stile, riconducibile alla saga che mostra i preparativi alla battaglia di Sekiheki. Proprio come una sorta di Sandbox, troviamo in Battle Club continui elementi grafici, continue prove di nuovi stili, continui test su quanto ci si possa spingere in là col fan-service (del resto è un elemento chiave del manga, come spiegherò in seguito). Per fare degli esempi concreti, l'implementazione di elementi in grafica 3D è usata a volte senza un vero scopo apparente, si infilano poligoni in più anche se non servirebbero alla tavola. Questo dà un'idea di virtuosismo, di voglia di fare, ma personalmente lo intendo come un addestramento per poter usare più agilmente questi elementi in Ikkitousen. Un altro piccolo particolare è la forma degli occhi di Tamako, che viene usata come test per quelli di Sonsaku in Ikkitousen (guardate i rispettivi volumi sei e dodici). Inoltre sembra proprio grazie alla vasta possibilità di inserire tette in Battle Club che negli numeri dopo il decimo Ikkitousen si fa ancora più ecchi. Discorsi simili possono essere applicati anche alle scene d'azione e ai metodi di colorazione, oltre che a molti altri che vi lascio il piacere di scoprire.
Ora, se il manga è nato all'ombra di un'opera di ben altro livello, solo come tester, si potrebbe pensare ad una scarsa originalità. Nulla di più sbagliato: il genio di Shiozaki stupisce con i suoi elementi comici e di fan-service. Queste due cose costituiscono circa l'ottanta percento del manga, mentre il resto è costituito da azione e lotta libera. Un autore di tale calibro non avrebbe mai avuto la crudeltà di sfruttare la sua opera senza darle un adeguato "compenso". Dietro alla grande dose di gag e poppe al vento, è inserita infatti una storia con elementi anche drammatici, basati sul rispetto dell'avversario e su altre cose "alla Karate Kid" che culminano col sommo messaggio del "Ki-ai", l'unione dei kanji di "spirito" e "amore", a rappresentare la lotta come unione di due principi esistenziali. In questo modo si fanno contenti sia i lettori più frivoli sia quelli che sono alla ricerca di qualcosa di più maturo. Spero di avervi spinto a leggere il manga, e vi ricordo che esiste anche una seconda serie, "Battle Club 2nd Stage".
Ora, se il manga è nato all'ombra di un'opera di ben altro livello, solo come tester, si potrebbe pensare ad una scarsa originalità. Nulla di più sbagliato: il genio di Shiozaki stupisce con i suoi elementi comici e di fan-service. Queste due cose costituiscono circa l'ottanta percento del manga, mentre il resto è costituito da azione e lotta libera. Un autore di tale calibro non avrebbe mai avuto la crudeltà di sfruttare la sua opera senza darle un adeguato "compenso". Dietro alla grande dose di gag e poppe al vento, è inserita infatti una storia con elementi anche drammatici, basati sul rispetto dell'avversario e su altre cose "alla Karate Kid" che culminano col sommo messaggio del "Ki-ai", l'unione dei kanji di "spirito" e "amore", a rappresentare la lotta come unione di due principi esistenziali. In questo modo si fanno contenti sia i lettori più frivoli sia quelli che sono alla ricerca di qualcosa di più maturo. Spero di avervi spinto a leggere il manga, e vi ricordo che esiste anche una seconda serie, "Battle Club 2nd Stage".
Yuji Shiozaki è stato portato alla ribalta da Ikkitousen, una serie d’azione dove viene privilegiato soprattutto il fan service. In questa serie troviamo l’autore colto da totale autoironia che va a fare perno sui luoghi comuni spesso presenti nei manga di combattimento.
Un passato segnato da sofferenze e bullismo (ovviamente subito) sono macchie indelebili nella psiche del povero Mokichi che, arrivato nella nuova scuola, non perde tempo e compie la discutibile scelta di imporsi fisicamente sui compagni con risultati disastrosi, ma quando vede Tamako combattere capisce che vuole iscriversi al club di lotta per diventare più forte e conquistare l’ingenua quanto forte donzella.
Questa è l’idea di base di Battle Club, prendere una storia comune a moltissime altre opere dove l’obbiettivo è diventare più forti per un motivo particolare e personale mentre si intrecciano debolissime love story quasi inesistenti, il tutto condito da combattimenti, talvolta assurdi, che permettono plateali esibizioni delle curve femminili o gag demenziali creando continue situazioni dove è possibile permettere alle eroine di spogliarsi. Questa vena ironica è accentuata anche dagli interventi dell’autore e del responsabile che spesso e volentieri invitano il lettore a notare particolari assurdi come ad esempio una particolare “fase orinatoria” dove il coach e il presidente del club rimangono li per quasi un intero volumetto a parlare mentre si svolgono numerosi combattimenti, ricordando così con toni esagerati i dialoghi spezzati da numerosi intrecci narrativi diventando così incredibilmente lunghi.
Ovviamente anche i personaggi sono volutamente assurdi, si va da Tamako e Higuchi che ricordano le due protagoniste di Ikkitousen, al “caloroso” Mokichi che ricorda i classici protagonisti imbranati ma dal potenziale infinito, non dimenticando gli allenamenti assurdi che incredibilmente risultano efficaci o un travestito che non pare proprio tale, senza dimenticare personaggi dalle tendenze saffiche.
I disegni di Shiozaki sono già accuratamente modellati da anni di esperienza grazie ad Ikkitousen, avremo un tratto deciso, forte e pulito che crea un character design vario in grado di soddisfare i gusti di chiunque, sia che vi piacciano donne formose innocenti o le immancabili tsundere troverete chi più vi aggrada, senza mettere in disparte che preferisce personaggi dal fascino latino o quello più “giovane”.
Ottime le scene d’azione, che nonostante la natura dell’opera rendono giustizia ai combattimenti rendendoli dinamici ma anche divertenti grazie ad alcune uscite assurde dell’autore (quando scoprirete il punto debole di ogni essere umano rimarrete stupiti indubbiamente!).
Ottimi anche i fondali sempre curati e dettagliati.
L’edizione italiana della JPop è discreta, sotto l’immancabile sovraccoperta troviamo semplici pin-up a colori (talvolta riciclate) e una discreta qualità materiale e di stampa, ovvero pagine bianche dalla buona grammatura e tavole pulite e nitide. Se fosse stata leggermente più economica non sarebbe stata una cattiva scelta, vista anche la natura del prodotto e soprattutto la bassa quantità di pagine.
Battle Club è quindi un prodotto immancabile per chi adora i manga d’azione (come proprio Ikkitousen, nel quale è sempre facile trovare rimandi ed Inferno e Paradiso) talmente tanto da vederli con ironia e tanta commedia, perché è su questo che punta l’intera opera, farci ridere giocando sui luoghi comuni regalando tanto fan service e demenzialità a livelli grotteschi.
Nonostante tutto l’opera e la trama prendono lo stesso una propria personalità grazie alla storia fievole ma presente.
Un passato segnato da sofferenze e bullismo (ovviamente subito) sono macchie indelebili nella psiche del povero Mokichi che, arrivato nella nuova scuola, non perde tempo e compie la discutibile scelta di imporsi fisicamente sui compagni con risultati disastrosi, ma quando vede Tamako combattere capisce che vuole iscriversi al club di lotta per diventare più forte e conquistare l’ingenua quanto forte donzella.
Questa è l’idea di base di Battle Club, prendere una storia comune a moltissime altre opere dove l’obbiettivo è diventare più forti per un motivo particolare e personale mentre si intrecciano debolissime love story quasi inesistenti, il tutto condito da combattimenti, talvolta assurdi, che permettono plateali esibizioni delle curve femminili o gag demenziali creando continue situazioni dove è possibile permettere alle eroine di spogliarsi. Questa vena ironica è accentuata anche dagli interventi dell’autore e del responsabile che spesso e volentieri invitano il lettore a notare particolari assurdi come ad esempio una particolare “fase orinatoria” dove il coach e il presidente del club rimangono li per quasi un intero volumetto a parlare mentre si svolgono numerosi combattimenti, ricordando così con toni esagerati i dialoghi spezzati da numerosi intrecci narrativi diventando così incredibilmente lunghi.
Ovviamente anche i personaggi sono volutamente assurdi, si va da Tamako e Higuchi che ricordano le due protagoniste di Ikkitousen, al “caloroso” Mokichi che ricorda i classici protagonisti imbranati ma dal potenziale infinito, non dimenticando gli allenamenti assurdi che incredibilmente risultano efficaci o un travestito che non pare proprio tale, senza dimenticare personaggi dalle tendenze saffiche.
I disegni di Shiozaki sono già accuratamente modellati da anni di esperienza grazie ad Ikkitousen, avremo un tratto deciso, forte e pulito che crea un character design vario in grado di soddisfare i gusti di chiunque, sia che vi piacciano donne formose innocenti o le immancabili tsundere troverete chi più vi aggrada, senza mettere in disparte che preferisce personaggi dal fascino latino o quello più “giovane”.
Ottime le scene d’azione, che nonostante la natura dell’opera rendono giustizia ai combattimenti rendendoli dinamici ma anche divertenti grazie ad alcune uscite assurde dell’autore (quando scoprirete il punto debole di ogni essere umano rimarrete stupiti indubbiamente!).
Ottimi anche i fondali sempre curati e dettagliati.
L’edizione italiana della JPop è discreta, sotto l’immancabile sovraccoperta troviamo semplici pin-up a colori (talvolta riciclate) e una discreta qualità materiale e di stampa, ovvero pagine bianche dalla buona grammatura e tavole pulite e nitide. Se fosse stata leggermente più economica non sarebbe stata una cattiva scelta, vista anche la natura del prodotto e soprattutto la bassa quantità di pagine.
Battle Club è quindi un prodotto immancabile per chi adora i manga d’azione (come proprio Ikkitousen, nel quale è sempre facile trovare rimandi ed Inferno e Paradiso) talmente tanto da vederli con ironia e tanta commedia, perché è su questo che punta l’intera opera, farci ridere giocando sui luoghi comuni regalando tanto fan service e demenzialità a livelli grotteschi.
Nonostante tutto l’opera e la trama prendono lo stesso una propria personalità grazie alla storia fievole ma presente.
Sì, mi sono fermato già al volume 1 perché questo manga è orrendo. Non c'è storia, non si evolve nulla, personaggi che hanno zero spessore e situazioni davvero imbarazzanti. Solo il disegno si salva, ma se devo sfogliare pagine solo per vedere tettone e mutandine faccio prima a prendere un altro tipo di rivista. Non si sa come ma tutto è un pretesto per scene ambigue e soft-hentai senza un briciolo di moralità o motivo apparente. Si classifica come la solita lettura inutile di cui non abbiamo bisogno, ho letto solo il primo numero ma ho già ben capito l'andazzo e ho preferito spendere i miei soldi altrove, anche perché J-Pop non ha prezzi proprio bassi ma nulla da dire sulla qualità dell'editore. In conclusione, sconsiglio a tutti (anche ai più maniaci/depravati) di perdere tempo e soldi con prodotti nulli di questo tipo.
Visto che un mio amico lo leggeva, per curiosità ne ho sfogliato i volumi. Sicuramente i disegni sono ottimi, ma tutto il resto lascia altamente a desiderare...
E' un manga praticamente nullo, privo di contenuto, di trama, di morale, sentimento, azione o di qualunque cosa gli si voglia attribuire; anche se ogni tanto tenta di fare moralismo, per far credere a chi lo legge che vi sia qualcosa di profondo all'interno... mentre si tratta invece solo di mera apparenza, che non ha a che fare col manga.
Come dicevo, la trama è pressoché assente, la base è solo di un ragazzo un po' depravato che va a caccia di ragazze all'interno di un club di lotta, il battle club.
Qui conosce delle ragazze, di queste la protagonista tende all'ingenuità, mentre le altre sono depravate, inoltre il capo è in realtà un travestito.
L'ironia è praticamente assente, non fa mai ridere, le gag sono spesso squallide.
A tratti è hentai, e le situazioni sono spesso ai limiti del grottesco.
Non c'è mai veramente azione o situazioni interessanti, solo un miscuglio di porno e di maniaci.
Gli do 2 invece di 1 soltanto per il disegno, che è sicuramente di buona fattura. Per il resto è un manga praticamente nullo, solo un catalogo di illustrazione più o meno hentai collegate da una trama inesistente e priva di spunti. Sconsigliato a tutti, a parte ai lettori che cercano qualcosa di erotico ma non troppo spinto.
E' un manga praticamente nullo, privo di contenuto, di trama, di morale, sentimento, azione o di qualunque cosa gli si voglia attribuire; anche se ogni tanto tenta di fare moralismo, per far credere a chi lo legge che vi sia qualcosa di profondo all'interno... mentre si tratta invece solo di mera apparenza, che non ha a che fare col manga.
Come dicevo, la trama è pressoché assente, la base è solo di un ragazzo un po' depravato che va a caccia di ragazze all'interno di un club di lotta, il battle club.
Qui conosce delle ragazze, di queste la protagonista tende all'ingenuità, mentre le altre sono depravate, inoltre il capo è in realtà un travestito.
L'ironia è praticamente assente, non fa mai ridere, le gag sono spesso squallide.
A tratti è hentai, e le situazioni sono spesso ai limiti del grottesco.
Non c'è mai veramente azione o situazioni interessanti, solo un miscuglio di porno e di maniaci.
Gli do 2 invece di 1 soltanto per il disegno, che è sicuramente di buona fattura. Per il resto è un manga praticamente nullo, solo un catalogo di illustrazione più o meno hentai collegate da una trama inesistente e priva di spunti. Sconsigliato a tutti, a parte ai lettori che cercano qualcosa di erotico ma non troppo spinto.
Ho deciso di acquistare e leggere questo manga di Shiozaki, Battle Club, non tanto perchè spinto dalla trama, ma incuriosito molto dall'ottimo disegno e dal bisogno di un tema leggero e "frivolo". Sorvolando sulla trama che suppongo già conosciate, tengo a precisare che quest'opera ha un plot molto semplice, ed il tutto si concentra sulla lotta libera, ed il mangaka dimostra di avere la possibilità e l'intenzione di usufruire di tale strumento, per poter dar vita appena possibile a uan marea di situazioni in cui dar sfoggio di di tanto fan-service.
La trama comincia a svilupparsi solo dopo il primo capitolo, ed i personaggi sono sufficientemente caratterizzati, con qualche mistero qua e là giusto per far fantasticare un po' il lettore e tenerlo sulle spine. Purtroppo, per quanto il fan-service possa essere il punto forte del manga, alcune scene "ecchi" risultano forzate, e probabilmente il mangaka ne è cosciente e lo fa di proposito, ammettendo egli stesso che l'opera ha proprio questo intento frivolo, Il risultato di queste scelte, almeno da parte mia, è stato quello di provocare una sorta di repulsione causata dall'eccessiva presenza di questa componente, quindi ciò che è ritenuto il punto forte del manga, in alcuni casi ed in alcuni soggetti potrebbe essere anche il punto debole... questione di gusti insomma.
Niente da dire ovviamente sull'edizione Jpop, ottima come sempre.
In conclusione, il mio voto è 7.5, poichè nonostante l'eccessivo fan-service mi abbia dato un po' fastidio, per il resto ha soddisfatto le mie richieste iniziali, tanto che ho deciso anche di acquistarne il seguito, Battle Club 2nd stage.
Sconsigliato ovviamente a chi non ama molto il genere ecchi/fan-service.
La trama comincia a svilupparsi solo dopo il primo capitolo, ed i personaggi sono sufficientemente caratterizzati, con qualche mistero qua e là giusto per far fantasticare un po' il lettore e tenerlo sulle spine. Purtroppo, per quanto il fan-service possa essere il punto forte del manga, alcune scene "ecchi" risultano forzate, e probabilmente il mangaka ne è cosciente e lo fa di proposito, ammettendo egli stesso che l'opera ha proprio questo intento frivolo, Il risultato di queste scelte, almeno da parte mia, è stato quello di provocare una sorta di repulsione causata dall'eccessiva presenza di questa componente, quindi ciò che è ritenuto il punto forte del manga, in alcuni casi ed in alcuni soggetti potrebbe essere anche il punto debole... questione di gusti insomma.
Niente da dire ovviamente sull'edizione Jpop, ottima come sempre.
In conclusione, il mio voto è 7.5, poichè nonostante l'eccessivo fan-service mi abbia dato un po' fastidio, per il resto ha soddisfatto le mie richieste iniziali, tanto che ho deciso anche di acquistarne il seguito, Battle Club 2nd stage.
Sconsigliato ovviamente a chi non ama molto il genere ecchi/fan-service.
Per ben comprendere la realtà di Battle Club va fatta una piccola premessa sul suo autore, ovvero Yuji Shiozaki, lo si potrebbe quasi definire un’artista del fan service, e probabilmente molti si saranno imbattuti in quella che è la sua opera più famosa, Ikki Tousen. Detto ciò Battle Club è una delle sue ultime realizzazioni, una serie raccolta in 6 volumi portati in Italia dalla Jpop, e che più di recente ha visto pubblicare il primo volume del suo seguito, Battle Club Second Stage.
La trama iniziale è molto semplice: Mokichi Saito è un ragazzo come tanti che sta per incominciare il suo percorso di studi al liceo, un momento che agognava da tanto per poter dare un netto taglio con il passato e quindi cominciare una nuova vita sfoggiando una personalità rinnovata più forte e cool. Tutto sommato pensieri comuni a molti in quei frangenti, purtroppo (per lui) le sue intenzioni vanno ben oltre la razionalità e, per attuare i suoi piani, come prima cosa ritiene necessario “sottomettere” i bulli della scuola, scatenando una rissa da cui riuscirà ad uscire più o meno indenne, grazie all’intervento della bella e goffa Tamako Kaneda.
Il nostro povero Mokichi più avvilito che mai nel tentativo di diventare più forte decide allora di iscriversi al club di lotta libera dello Shiratori, proprio qui incontra di nuovo Tama-chan che sarà anche l’oggetto della sua prova di ingresso, la ben nota “bottarella”, come andrà a finire? Insomma senza andare oltre saranno proprio le vicende del club di lotta libera dello Shiratori, e dei sui componenti, al centro della storia, da qui appunto il nome Battle Club che richiama anche il più famoso film Fight Club, citazione rappresentata in modo palese con l’immagine presente nelle prime pagine.
Uno degli elementi caratterizzanti di Battle Club risiede nelle peculiarità dei suoi personaggi, tutti sono concepiti con un aspetto comico alla base, Mokichi che vuole diventare forte ma poi fa sempre figuracce, Tamako forte, bella e prosperosa che però si dimostra totalmente imbranata, la vice Higuchi con i suoi strani gusti e il suo soprannome “vampira” più che meritato, il capo Taki, che è una sorpresa in tutti i sensi, e infine il buon maestro Tondemon, una versione rielaborata del Maestro Muten di Dragonball.
Ciò detto in Battle Club Shiozaki riunisce molti generi, in primo luogo c’è una massiccia presenza di fan service, tuttavia gestiti e inseriti con abilità, mai forzati sono per lo più concepiti in chiave comica, e i commenti fuori campo dell’autore lo testimoniano. La realtà sportiva in qualche modo è presente, chiaramente tutte le scene sono concepite all’interno di una storia più o meno strampalata, come spesso sono evidenti le allusioni (e non solo) sessuali, infine costante è la presa in giro, a partire dai richiami a Dragonball, per finire con le massime sulla lotta libera del buon Tondemon, che insegnerà al lettore a seguire la via del Ki-ai.
Il disegno è fatto molto bene, soprattutto i personaggi sono estremamente curati a livello fisico.
L’edizione della J-pop è come al solito ottima e per altro conta anche un buon numero di tavole a colori quindi vale pienamente quel che costa.
Pertanto se siete alla ricerca di un manga leggero e piacevole Battle Club è l’ideale, in attesa che venga pubblicata la seconda serie le avventura di Mokichi e Tama-chan alla ricerca del Ki-ai regalano una lettura molto divertente.
La trama iniziale è molto semplice: Mokichi Saito è un ragazzo come tanti che sta per incominciare il suo percorso di studi al liceo, un momento che agognava da tanto per poter dare un netto taglio con il passato e quindi cominciare una nuova vita sfoggiando una personalità rinnovata più forte e cool. Tutto sommato pensieri comuni a molti in quei frangenti, purtroppo (per lui) le sue intenzioni vanno ben oltre la razionalità e, per attuare i suoi piani, come prima cosa ritiene necessario “sottomettere” i bulli della scuola, scatenando una rissa da cui riuscirà ad uscire più o meno indenne, grazie all’intervento della bella e goffa Tamako Kaneda.
Il nostro povero Mokichi più avvilito che mai nel tentativo di diventare più forte decide allora di iscriversi al club di lotta libera dello Shiratori, proprio qui incontra di nuovo Tama-chan che sarà anche l’oggetto della sua prova di ingresso, la ben nota “bottarella”, come andrà a finire? Insomma senza andare oltre saranno proprio le vicende del club di lotta libera dello Shiratori, e dei sui componenti, al centro della storia, da qui appunto il nome Battle Club che richiama anche il più famoso film Fight Club, citazione rappresentata in modo palese con l’immagine presente nelle prime pagine.
Uno degli elementi caratterizzanti di Battle Club risiede nelle peculiarità dei suoi personaggi, tutti sono concepiti con un aspetto comico alla base, Mokichi che vuole diventare forte ma poi fa sempre figuracce, Tamako forte, bella e prosperosa che però si dimostra totalmente imbranata, la vice Higuchi con i suoi strani gusti e il suo soprannome “vampira” più che meritato, il capo Taki, che è una sorpresa in tutti i sensi, e infine il buon maestro Tondemon, una versione rielaborata del Maestro Muten di Dragonball.
Ciò detto in Battle Club Shiozaki riunisce molti generi, in primo luogo c’è una massiccia presenza di fan service, tuttavia gestiti e inseriti con abilità, mai forzati sono per lo più concepiti in chiave comica, e i commenti fuori campo dell’autore lo testimoniano. La realtà sportiva in qualche modo è presente, chiaramente tutte le scene sono concepite all’interno di una storia più o meno strampalata, come spesso sono evidenti le allusioni (e non solo) sessuali, infine costante è la presa in giro, a partire dai richiami a Dragonball, per finire con le massime sulla lotta libera del buon Tondemon, che insegnerà al lettore a seguire la via del Ki-ai.
Il disegno è fatto molto bene, soprattutto i personaggi sono estremamente curati a livello fisico.
L’edizione della J-pop è come al solito ottima e per altro conta anche un buon numero di tavole a colori quindi vale pienamente quel che costa.
Pertanto se siete alla ricerca di un manga leggero e piacevole Battle Club è l’ideale, in attesa che venga pubblicata la seconda serie le avventura di Mokichi e Tama-chan alla ricerca del Ki-ai regalano una lettura molto divertente.