Hime-chan No Ribbon - Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare
Da adolescente crebbi con il cartone animato "Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare" su Italia1 e, alla veneranda età di 35 anni, mi venne la piccola vena nostalgica e la curiosità di immergermi in una lettura che mi facesse riaffiorare ricordi felici legati a una età spensierata: quindi, nonostante non legga quasi mai shojo, ho recuperato due serie tipicamente di questo genere : "Hime-chan no ribbon" di Megumi Mizusawa appunto e "Saint Tail" di Megumi Tachikawa; scelte in quanto sono cresciuta con le serie anime dedicate andate in onda negli anni 90 (ah che ricordi!).
Il manga "Hime-chan no Ribbon" uscì in patria tra il 1990-1993 tuttavia la trama gode di una certa freschezza anche al giorno d'oggi.
Le caratteristiche della protagonista Himeko la rendono irresistibile e ricordano vagamente un altro personaggio iconico, Sana Kurata del famoso anime "Rossana" e del bellissimo manga "Il giocattolo dei bambini": parliamo di una protagonista luminosa, estremamente vivace, molto altruista, corre sempre per aiutare il prossimo, con un'aria gioiosa capace di avvolgere chi le sta intorno e il lettore donando allegria! Un personaggio che trasmette il buon umore, insomma, col suo sorriso contagioso!
La trama è semplice e lineare: quante volte, guardandoci allo specchio, pensiamo che vorremmo essere diverse? Himeko, la nostra protagonista, darebbe qualsiasi cosa per essere più bella e piacere al ragazzo di cui è innamorata. Un giorno, per uno scherzo del destino, avrà davvero il potere di trasformarsi in chi desidera... grazie a un fiocco magico donatole da Erika, una ragazza identica a lei ma in un mondo parallelo, quello della magia dove lei è principessa; il compito di Erika sarà sorvegliarla per un anno e, in cambio, le dona questo fiocco che cambierà nettamente la vita a Hikemo, irrimediabile maschiaccio combina guai!
Il fiocco è molto potente ma ha dei limiti: la trasformazione dura un ora esatta dopodiché , se Himeko non ritorna al suo aspetto originario, rischia di rimanere trasformata per tutta la vita.
Al suo fianco avrà Pokota, il leoncino di peluche animato da Erika per l'occasione, un confidente fidato, discreto e amorevole che diventerà il suo migliore amico... ma Himeko ha anche due amiche a scuola, una famiglia come tante, unita e serena, una vita semplice, tipica da tredicenne in cui è facile immedesimarsi.
Daichi Kobayachi è un altro personaggio importantissimo nella storia, irresistibile ragazzo allegro, sportivo, dinamico e compagno di scuola di Himeko, verrà tirato in ballo casualmente da quest'ultima in alcuni casini che la nostra protagonista crea costantemente, ed essendo un tipo acuto e a suo modo saggio, sospetterà dell'esistenza di qualcuno che può prendere le sembianze di un altra persona, trovandosi casualmente persino davanti un altro se stesso, ovvero Himeko trasformata in lui!
Come farà la nostra protagonista a mantenere il segreto del fiocco al mondo esterno? Un altra regola è infatti non far sapere a nessun'altro dell'esistenza della magia del fiocco: pena la cancellazione della memoria a tutti quelli che ne sono venuti a conoscenza, Himeko compresa; Riuscirà, distratta e combinaguai com'è a usare il fiocco saggiamente?
Il tono narrativo resta genericamente ironico e leggero ma coi giusti punti drammatici.
Il fiocco è anche una metafora di crescita interiore, della capacità di accettare se stessi e amarsi così come si è.
Ricordavo vagamente che l'anime introduceva altri oggetti magici oltre al Fiocco: un astuccio che permetteva a Himeko di sdoppiarsi, creare un suo clone che rimaneva a casa a tranquillizzare la famiglia mentre lei fuggiva dalla finestra, questo e altri oggetti non sono presenti nel manga poiché la serie animata venne avviata quando la serie cartacea era ancora in corso; il finale dell'anime non lo ricordo, ma dicono che sia differente dal manga, io posso solo dire a riguardo, e senza fare spoiler, che per me il finale cartaceo è esaustivo e appagante.
Nell'ultimo numero ci sono tre capitoli extra che vale la pena leggere, soprattutto l'ultimo dei tre dove la nostra protagonista fa un viaggio nel futuro per avere risposte ad alcuni dubbi, è un capitolo molto bello.
Vale la pena anche leggere le lunghe pagine di ringraziamento dell'autrice, che racconta la sua avventura con quest'opera: l'emozione provata nel vedere per la prima volta l'anime in tv, l'affetto dei lettori, l'impegno messo per finire il manga senza rimpianti. E' carino vedere Megumi Mizusawa autoritratta vicino alla protagonista della sua opera, come fossero amiche, nell'ultimo volume addirittura l'autrice si disegna con il costume di Pokota! Sicuramente ha molta autoironia come Himeko. Si capisce benissimo quanto la Mizusawa sia legata a questo personaggio, alla cura che ha messo nel realizzarla, si riferisce spesso a lei dolcemente come "la mia bambina".
L'autrice crea una trama ricca, soprattutto nei primi volumi, gli avvenimenti sono molto dinamici e ben calibrati, senza momenti morti, anche se a volte scivola in errori che penalizzano e rendono poco credibile la trama: tipo nel volume 1 (perciò niente spoiler) a un certo punto subentra un rapitore che chiede con l'estorsione una cifra altissima senza sapere realmente chi ha rapito e la famiglia a cui chiedere il riscatto! Insomma ha rapito il primo che capita cadendo dal pero quando scopre che i genitori della vittima sono poliziotti! Ma quando mai!? Un rapitore visto il rischio, si studia il colpo con calma e chiede il riscatto alle persone giuste, tipicamente facoltose, morale: questo passaggio risulta complessivamente poco credibile.
In un'altra scena nei volumi successivi, Himeko usa il Fiocco per trasformarsi in vari personaggi famosi ad una manifestazione scolastica, lei inizialmente ne doveva portare uno solo come da accordi con la scuola, ma poi si fece prendere la mano e si trasformò in molti personaggi televisivi senza dare preavviso creando un delirio in platea; disse poi che queste celebrità erano state raccomandate dal padre (che fa il regista), e vista la confusione e il delirio ne segue una ramanzina tremenda dall'insegnante ma solo a Himeko, non viene convocato il padre! Quando mai con un tale avvenimento in un istituto scolastico non vengono convocati anche i genitori, soprattutto se da essi raccomandati senza preavvisare la scuola? Bastava poco per rendere tutto più credibile: far trasformare Himeko nel padre e farlo parlare con le istituzioni e gli insegnanti... anche qui non è molto credibile.
A parte qualche scivolone narrativo, la trama è genericamente ben strutturata, godibile e soprattutto l'autrice si è impegnata a chiudere tutti i cerchi narrativi senza lasciare nulla in sospeso.
Il tratto dell'autrice è molto curato e preciso, senza sbavature, a me è piaciuto, se posso fare una nota personale mi spiace che i volti siano un po' tutti uguali, cambia solo l'acconciatura sennò non li riconosceresti, ma a questo ci si abitua dopo un po'.
La Planet manga l'ha portato in Italia tra il 2011 e 2012 e ha fatto una bellissima e originale POCKET EDITION: formato piccolino 10,5 x 15 cm, lo si può tenere tranquillamente in borsa, ma con una qualità di carta (lucida) e stampa molto alta. Sei volumetti totali compresi di sovraccopertina, peccato non siano incluse le pagine a colori.
Nel complesso un'edizione carinissima e interessante.
Peccato che non siano mai state fatte ristampe, i prezzi oggigiorno sono schizzati in alto, ma tra l'usato si può ancora trovare qualcosa con un po' di pazienza.
Consigliato, indubbiamente, a un pubblico adolescenziale, la protagonista è una tredicenne con problemi e gioie tipiche della sua età, ma anche a chi è cresciuto con l'anime "Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare" negli anni 90 e vorrebbe farsi un giro nel mondo dei ricordi con una lettura leggera, allegra e nostalgica.
Il manga "Hime-chan no Ribbon" uscì in patria tra il 1990-1993 tuttavia la trama gode di una certa freschezza anche al giorno d'oggi.
Le caratteristiche della protagonista Himeko la rendono irresistibile e ricordano vagamente un altro personaggio iconico, Sana Kurata del famoso anime "Rossana" e del bellissimo manga "Il giocattolo dei bambini": parliamo di una protagonista luminosa, estremamente vivace, molto altruista, corre sempre per aiutare il prossimo, con un'aria gioiosa capace di avvolgere chi le sta intorno e il lettore donando allegria! Un personaggio che trasmette il buon umore, insomma, col suo sorriso contagioso!
La trama è semplice e lineare: quante volte, guardandoci allo specchio, pensiamo che vorremmo essere diverse? Himeko, la nostra protagonista, darebbe qualsiasi cosa per essere più bella e piacere al ragazzo di cui è innamorata. Un giorno, per uno scherzo del destino, avrà davvero il potere di trasformarsi in chi desidera... grazie a un fiocco magico donatole da Erika, una ragazza identica a lei ma in un mondo parallelo, quello della magia dove lei è principessa; il compito di Erika sarà sorvegliarla per un anno e, in cambio, le dona questo fiocco che cambierà nettamente la vita a Hikemo, irrimediabile maschiaccio combina guai!
Il fiocco è molto potente ma ha dei limiti: la trasformazione dura un ora esatta dopodiché , se Himeko non ritorna al suo aspetto originario, rischia di rimanere trasformata per tutta la vita.
Al suo fianco avrà Pokota, il leoncino di peluche animato da Erika per l'occasione, un confidente fidato, discreto e amorevole che diventerà il suo migliore amico... ma Himeko ha anche due amiche a scuola, una famiglia come tante, unita e serena, una vita semplice, tipica da tredicenne in cui è facile immedesimarsi.
Daichi Kobayachi è un altro personaggio importantissimo nella storia, irresistibile ragazzo allegro, sportivo, dinamico e compagno di scuola di Himeko, verrà tirato in ballo casualmente da quest'ultima in alcuni casini che la nostra protagonista crea costantemente, ed essendo un tipo acuto e a suo modo saggio, sospetterà dell'esistenza di qualcuno che può prendere le sembianze di un altra persona, trovandosi casualmente persino davanti un altro se stesso, ovvero Himeko trasformata in lui!
Come farà la nostra protagonista a mantenere il segreto del fiocco al mondo esterno? Un altra regola è infatti non far sapere a nessun'altro dell'esistenza della magia del fiocco: pena la cancellazione della memoria a tutti quelli che ne sono venuti a conoscenza, Himeko compresa; Riuscirà, distratta e combinaguai com'è a usare il fiocco saggiamente?
Il tono narrativo resta genericamente ironico e leggero ma coi giusti punti drammatici.
Il fiocco è anche una metafora di crescita interiore, della capacità di accettare se stessi e amarsi così come si è.
Ricordavo vagamente che l'anime introduceva altri oggetti magici oltre al Fiocco: un astuccio che permetteva a Himeko di sdoppiarsi, creare un suo clone che rimaneva a casa a tranquillizzare la famiglia mentre lei fuggiva dalla finestra, questo e altri oggetti non sono presenti nel manga poiché la serie animata venne avviata quando la serie cartacea era ancora in corso; il finale dell'anime non lo ricordo, ma dicono che sia differente dal manga, io posso solo dire a riguardo, e senza fare spoiler, che per me il finale cartaceo è esaustivo e appagante.
Nell'ultimo numero ci sono tre capitoli extra che vale la pena leggere, soprattutto l'ultimo dei tre dove la nostra protagonista fa un viaggio nel futuro per avere risposte ad alcuni dubbi, è un capitolo molto bello.
Vale la pena anche leggere le lunghe pagine di ringraziamento dell'autrice, che racconta la sua avventura con quest'opera: l'emozione provata nel vedere per la prima volta l'anime in tv, l'affetto dei lettori, l'impegno messo per finire il manga senza rimpianti. E' carino vedere Megumi Mizusawa autoritratta vicino alla protagonista della sua opera, come fossero amiche, nell'ultimo volume addirittura l'autrice si disegna con il costume di Pokota! Sicuramente ha molta autoironia come Himeko. Si capisce benissimo quanto la Mizusawa sia legata a questo personaggio, alla cura che ha messo nel realizzarla, si riferisce spesso a lei dolcemente come "la mia bambina".
L'autrice crea una trama ricca, soprattutto nei primi volumi, gli avvenimenti sono molto dinamici e ben calibrati, senza momenti morti, anche se a volte scivola in errori che penalizzano e rendono poco credibile la trama: tipo nel volume 1 (perciò niente spoiler) a un certo punto subentra un rapitore che chiede con l'estorsione una cifra altissima senza sapere realmente chi ha rapito e la famiglia a cui chiedere il riscatto! Insomma ha rapito il primo che capita cadendo dal pero quando scopre che i genitori della vittima sono poliziotti! Ma quando mai!? Un rapitore visto il rischio, si studia il colpo con calma e chiede il riscatto alle persone giuste, tipicamente facoltose, morale: questo passaggio risulta complessivamente poco credibile.
In un'altra scena nei volumi successivi, Himeko usa il Fiocco per trasformarsi in vari personaggi famosi ad una manifestazione scolastica, lei inizialmente ne doveva portare uno solo come da accordi con la scuola, ma poi si fece prendere la mano e si trasformò in molti personaggi televisivi senza dare preavviso creando un delirio in platea; disse poi che queste celebrità erano state raccomandate dal padre (che fa il regista), e vista la confusione e il delirio ne segue una ramanzina tremenda dall'insegnante ma solo a Himeko, non viene convocato il padre! Quando mai con un tale avvenimento in un istituto scolastico non vengono convocati anche i genitori, soprattutto se da essi raccomandati senza preavvisare la scuola? Bastava poco per rendere tutto più credibile: far trasformare Himeko nel padre e farlo parlare con le istituzioni e gli insegnanti... anche qui non è molto credibile.
A parte qualche scivolone narrativo, la trama è genericamente ben strutturata, godibile e soprattutto l'autrice si è impegnata a chiudere tutti i cerchi narrativi senza lasciare nulla in sospeso.
Il tratto dell'autrice è molto curato e preciso, senza sbavature, a me è piaciuto, se posso fare una nota personale mi spiace che i volti siano un po' tutti uguali, cambia solo l'acconciatura sennò non li riconosceresti, ma a questo ci si abitua dopo un po'.
La Planet manga l'ha portato in Italia tra il 2011 e 2012 e ha fatto una bellissima e originale POCKET EDITION: formato piccolino 10,5 x 15 cm, lo si può tenere tranquillamente in borsa, ma con una qualità di carta (lucida) e stampa molto alta. Sei volumetti totali compresi di sovraccopertina, peccato non siano incluse le pagine a colori.
Nel complesso un'edizione carinissima e interessante.
Peccato che non siano mai state fatte ristampe, i prezzi oggigiorno sono schizzati in alto, ma tra l'usato si può ancora trovare qualcosa con un po' di pazienza.
Consigliato, indubbiamente, a un pubblico adolescenziale, la protagonista è una tredicenne con problemi e gioie tipiche della sua età, ma anche a chi è cresciuto con l'anime "Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare" negli anni 90 e vorrebbe farsi un giro nel mondo dei ricordi con una lettura leggera, allegra e nostalgica.
Ho atteso con trepidazione la pubblicazione di questo fumetto dopo aver adorato la serie televisiva "Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare" e la sua protagonista. Himeko è una adolescente con un proprio carattere in formazione, che inizia a misurarsi con le sue coetanee e il contesto che la circonda. In Himeko coesistono l'energia, talvolta mascolina, e l'insicurezza legata al desiderio di essere bella come la sorella maggiore. Ciascuno di noi può essere Himeko: chi non desidera almeno una volta nella vita essere quell'altra/o?.
Così entra in scena Erika, principessa venuta dal Regno della Magia per offrire a Himeko quello che desidera: la possibilità di cambiare le sue sembianze attraverso un un fiocco magico. Non si tratta solo di un regalo, ma di un vero "strumento magico" creato dalla principessa con l'obiettivo di essere promossa alla scuola di magia. Il successo della sua promozione dipenderà dai comportamenti adottati dalla fruitrice del fiocco e dal modo in cui Erika li trascriverà nel suo diario giornaliero. Himeko quindi lascerà che Erika la osservi per un anno senza intervenire nella sua vita quotidiana.
Senza darlo per scontato, Himeko dal primo uso del fiocco vivrà una serie di avventure paradossali, esilaranti, critiche e allo stesso tempo formative. Il guaio lascerà il posto all'apprendimento, le paure al coraggio e l'irruenza alla dolcezza. La storia non avrebbe lo stesso peso se non subentrasse anche il personaggio di Daichi, immancabile compagno di disavventure di Himeko. Il contatto con lui che spingerà la protagonista a conoscere e accrescere le proprie capacità di leggere le emozioni (oltre che a liberarsi dai guai).
Il "Fiocco" è la metafora del desiderio di evolvere ma anche della capacità di amare se stessi e di accettarsi. Quella di Megumi Mizusawa è un'opera completa, che ha poco a che vedere con le avventure delle "maghette" alle quali siamo abituati. Himeko è un personaggio pieno di difetti: contorto, burrascoso, energico, curioso, mascolino... che più desidera essere perfetta, meno vi riesce. E questo conflitto interiore emerge con prepotenza quando entrano in gioco i sentimenti per Daichi. In tutto questo costante ondeggiare di insicurezze e affetto, non mancano l'azione, la comicità, le scene ambigue. Alla fine di questo percorso, forse, in maniera inconsapevole, la nostra protagonista avrà raggiunto l'obiettivo di cambiare come vorrebbe? Lo lascio scoprire a voi.
L'edizione della Panini si presenta con sovraccoperta e micro-volumi dal carattere di scrittura piccolo, munitevi di lenti e/o occhiali. Questo ne abbassa la mia valutazione, perché una storia oltre ad essere bella deve anche poter essere leggibile da tutte le gradazioni.
Così entra in scena Erika, principessa venuta dal Regno della Magia per offrire a Himeko quello che desidera: la possibilità di cambiare le sue sembianze attraverso un un fiocco magico. Non si tratta solo di un regalo, ma di un vero "strumento magico" creato dalla principessa con l'obiettivo di essere promossa alla scuola di magia. Il successo della sua promozione dipenderà dai comportamenti adottati dalla fruitrice del fiocco e dal modo in cui Erika li trascriverà nel suo diario giornaliero. Himeko quindi lascerà che Erika la osservi per un anno senza intervenire nella sua vita quotidiana.
Senza darlo per scontato, Himeko dal primo uso del fiocco vivrà una serie di avventure paradossali, esilaranti, critiche e allo stesso tempo formative. Il guaio lascerà il posto all'apprendimento, le paure al coraggio e l'irruenza alla dolcezza. La storia non avrebbe lo stesso peso se non subentrasse anche il personaggio di Daichi, immancabile compagno di disavventure di Himeko. Il contatto con lui che spingerà la protagonista a conoscere e accrescere le proprie capacità di leggere le emozioni (oltre che a liberarsi dai guai).
Il "Fiocco" è la metafora del desiderio di evolvere ma anche della capacità di amare se stessi e di accettarsi. Quella di Megumi Mizusawa è un'opera completa, che ha poco a che vedere con le avventure delle "maghette" alle quali siamo abituati. Himeko è un personaggio pieno di difetti: contorto, burrascoso, energico, curioso, mascolino... che più desidera essere perfetta, meno vi riesce. E questo conflitto interiore emerge con prepotenza quando entrano in gioco i sentimenti per Daichi. In tutto questo costante ondeggiare di insicurezze e affetto, non mancano l'azione, la comicità, le scene ambigue. Alla fine di questo percorso, forse, in maniera inconsapevole, la nostra protagonista avrà raggiunto l'obiettivo di cambiare come vorrebbe? Lo lascio scoprire a voi.
L'edizione della Panini si presenta con sovraccoperta e micro-volumi dal carattere di scrittura piccolo, munitevi di lenti e/o occhiali. Questo ne abbassa la mia valutazione, perché una storia oltre ad essere bella deve anche poter essere leggibile da tutte le gradazioni.
Ho acquistato questo manga perché da bambino avevo dei ricordi positivi della serie animata, che però quando ho rivisto mi ha molto deluso. Infatti credo che l’anime sia piuttosto scarso, pieno zeppo di episodi filler e con un tratto che non riesce (per quanto somigliante) a rendere giustizia ai deliziosi disegni della Mizusawa.
Il manga di Hime-Chan no ribon infatti gode di un tratto molto pulito, omogeneo, delicato e preciso; perfetto per una storia majokko come questa. La semplicità dei disegni non tralascia comunque i dettagli, come sfondi, abiti e oggetti. Stesso dicasi per le espressioni dei personaggi, decisamente funzionali e d’effetto in ogni circostanza.
Senza soffermarmi troppo sulla trama, mi limito a indicare ciò che rende questa storia speciale. La nostra protagonista, Himeko, riceve in dono un fiocco incantato che le permette di trasformarsi ogni volta in una persona realmente esistente. Tuttavia c’è un limite a questa magia: Himeko deve riprendere le proprie sembianze entro un’ora dalla trasformazione, o manterrà il nuovo aspetto per sempre. Questo limite dato dal fiocco contribuirà a creare parecchia tensione all’interno delle vicende, dato che non sempre Himeko avrà la possibilità di ritrasformarsi entro lo scadere del tempo senza essere vista da qualcuno. Ed è proprio su questo limite che la serie riesce a dare il meglio di sé, raggiungendo l’apice e la drammaticità: Himeko infatti, a storia inoltrata, non riesce a ripristinare il proprio aspetto entro lo scadere del tempo ed è costretta a mantenere le sembianze della sua rivale in amore, Hikaru. Probabilmente non c’era persona peggiore della quale Himeko avrebbe preferito mantenere le sembianze e questo contribuisce a frustrarla. Questa parte della storia dà il suo meglio anche nella versione animata, proprio perché la situazione precipita e riguarda la sorti di diversi personaggi, fra i quali Erika, la ragazza magica che le ha donato il fiocco e prossima al trono di regina, che per aiutarla prenderà il suo posto in famiglia essendo anche la sua sosia in versione magica. Insieme ad Erika anche Daichi, il migliore amico di Himeko, la sosterrà come mai aveva fatto prima e le sarà sempre accanto. Stesso dicasi per Pokotà, il peluche di infanzia di Himeko che da quando ha ricevuto il fiocco ha preso vita. La tristezza di Himeko, l’autocommiserazione, la paura di non poter riprendere mai più in mano la propria vita, trasmettono al lettore delle emozioni forti. Che culminano quando Himeko sacrificherà la propria vita per salvare Erika da un incidente stradale, recuperando però al tempo stesso le proprie sembianze. Fortunatamente la situazione si risolverà con l’aiuto del regno magico e Himeko tornerà in vita.
Un’altra dinamica molto interessante riguarda il viaggio nel tempo che Himeko farà nei tre anni successivi, dove incontrerà la se stessa del futuro che senza anticiparle nulla, le dirà di stare tranquilla e che tutto andrà bene. Questa storia verrà poi ripresa in un fuori serie e verrà di nuovo raccontata ma dal punto di vista della Himeko del futuro. Vedere due punti di vista dello stesso personaggio in due momenti diversi della propria vita è molto originale e interessante.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e anche i rapporti fra gli stessi. Abbiamo una tenera amicizia fra Himeko e Pokotà, il peluche della sua infanzia che però dovrà perdere la facoltà di muoversi e parlare quando il fiocco dovrà essere restituito a Erika. Il già citato Daichi, ragazzo molto popolare nella scuola con cui Himeko avrà un rapporto molto forte e ambiguo, che sfocerà in un amore corrisposto nel finale. Hikaru la rivale in amore di Himeko, che mostrerà la propria umanità e lealtà alla nostra protagonista nei momenti più impensabili. Infine c’è Erika, forse il personaggio meno riuscito nonostante il ricco spazio all’interno della serie. Infatti fra lei e Himeko nasce quest’amicizia forte e leale, che però non è ben giustificata dagli eventi dato che trascorreranno la maggior parte del tempo divise e senza la possibilità di contattarsi. Il loro sembra un sentimento di affetto nato più per la circostanza che per reali motivi, forse dettato dalla giovane età di entrambe.
Un’altra critica che purtroppo devo muovere alla serie è il non aver saputo rispettare i propri stessi limiti all’interno della storia. Posso chiudere un occhio sul procrastinare la durata di utilizzo del fiocco da un anno a un anno e mezzo, così come sul tollerare che Daichi venga a conoscenza del segreto di Himeko senza apportare particolari conseguenze nonostante i patti fossero molto chiari sin dall’inizio. Però non giustifico due cose: la prima è che i ricordi di Himeko e Daichi sarebbero dovuti essere cancellati come pattuito, ma questo non accade per via un’assemblea nel regno magico che in via del tutto eccezionale farà quest’eccezione senza particolari motivi. La seconda è la sorte di Pokotà: dovendo lui tornare a essere un normale peluche, Himeko pensa bene di farlo andare nel mondo della magia separandosi da lui per sempre, ma permettendogli di avere la possibilità di parlare e muoversi e di vivere l’amore. Secondo me questo era il giusto compromesso da raggiungere per non riservare un destino troppo crudele al povero peluche. Tuttavia, qualche tempo dopo, Pokotà si ripresenterà di nuovo a casa di Himeko, dicendo che sempre in via del tutto eccezionale è stato ripristinato un varco segreto fra la terra e il mondo magico che lui potrà percorrere quando vuole per incontrarla. Inoltre Pokotà aveva la possibilità di muoversi solo quando Himeko indossava il fiocco, ma anche questo elemento viene eliminato senza particolari ragioni.
Io credo che queste soluzioni tendano a sminuire tutte le emozioni che i personaggi hanno provato proprio perché sapevano che si sarebbero dovuti dividere per sempre e rinunciare ai propri ricordi. Rinnegare le condizioni che l’autrice stessa ha imposto durante lo scorrere della storia, significa snaturare il tutto, scadendo in un finale troppo smielato. Anche se mi rendo conto che è molto difficile prendere delle decisioni crudeli nei confronti dei personaggi, un autore deve cercare di rimanere il più distaccato possibile e tutelare l’integrità della storia.
L’edizione bunko di Planet Manga è ben fatta, con pagine satinate, sovraccoperta e buon lettering. Nulla da dire, un piccolo gioiello a un buon rapporto qualità prezzo considerato il numero di pagine.
Il manga di Hime-Chan no ribon infatti gode di un tratto molto pulito, omogeneo, delicato e preciso; perfetto per una storia majokko come questa. La semplicità dei disegni non tralascia comunque i dettagli, come sfondi, abiti e oggetti. Stesso dicasi per le espressioni dei personaggi, decisamente funzionali e d’effetto in ogni circostanza.
Senza soffermarmi troppo sulla trama, mi limito a indicare ciò che rende questa storia speciale. La nostra protagonista, Himeko, riceve in dono un fiocco incantato che le permette di trasformarsi ogni volta in una persona realmente esistente. Tuttavia c’è un limite a questa magia: Himeko deve riprendere le proprie sembianze entro un’ora dalla trasformazione, o manterrà il nuovo aspetto per sempre. Questo limite dato dal fiocco contribuirà a creare parecchia tensione all’interno delle vicende, dato che non sempre Himeko avrà la possibilità di ritrasformarsi entro lo scadere del tempo senza essere vista da qualcuno. Ed è proprio su questo limite che la serie riesce a dare il meglio di sé, raggiungendo l’apice e la drammaticità: Himeko infatti, a storia inoltrata, non riesce a ripristinare il proprio aspetto entro lo scadere del tempo ed è costretta a mantenere le sembianze della sua rivale in amore, Hikaru. Probabilmente non c’era persona peggiore della quale Himeko avrebbe preferito mantenere le sembianze e questo contribuisce a frustrarla. Questa parte della storia dà il suo meglio anche nella versione animata, proprio perché la situazione precipita e riguarda la sorti di diversi personaggi, fra i quali Erika, la ragazza magica che le ha donato il fiocco e prossima al trono di regina, che per aiutarla prenderà il suo posto in famiglia essendo anche la sua sosia in versione magica. Insieme ad Erika anche Daichi, il migliore amico di Himeko, la sosterrà come mai aveva fatto prima e le sarà sempre accanto. Stesso dicasi per Pokotà, il peluche di infanzia di Himeko che da quando ha ricevuto il fiocco ha preso vita. La tristezza di Himeko, l’autocommiserazione, la paura di non poter riprendere mai più in mano la propria vita, trasmettono al lettore delle emozioni forti. Che culminano quando Himeko sacrificherà la propria vita per salvare Erika da un incidente stradale, recuperando però al tempo stesso le proprie sembianze. Fortunatamente la situazione si risolverà con l’aiuto del regno magico e Himeko tornerà in vita.
Un’altra dinamica molto interessante riguarda il viaggio nel tempo che Himeko farà nei tre anni successivi, dove incontrerà la se stessa del futuro che senza anticiparle nulla, le dirà di stare tranquilla e che tutto andrà bene. Questa storia verrà poi ripresa in un fuori serie e verrà di nuovo raccontata ma dal punto di vista della Himeko del futuro. Vedere due punti di vista dello stesso personaggio in due momenti diversi della propria vita è molto originale e interessante.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e anche i rapporti fra gli stessi. Abbiamo una tenera amicizia fra Himeko e Pokotà, il peluche della sua infanzia che però dovrà perdere la facoltà di muoversi e parlare quando il fiocco dovrà essere restituito a Erika. Il già citato Daichi, ragazzo molto popolare nella scuola con cui Himeko avrà un rapporto molto forte e ambiguo, che sfocerà in un amore corrisposto nel finale. Hikaru la rivale in amore di Himeko, che mostrerà la propria umanità e lealtà alla nostra protagonista nei momenti più impensabili. Infine c’è Erika, forse il personaggio meno riuscito nonostante il ricco spazio all’interno della serie. Infatti fra lei e Himeko nasce quest’amicizia forte e leale, che però non è ben giustificata dagli eventi dato che trascorreranno la maggior parte del tempo divise e senza la possibilità di contattarsi. Il loro sembra un sentimento di affetto nato più per la circostanza che per reali motivi, forse dettato dalla giovane età di entrambe.
Un’altra critica che purtroppo devo muovere alla serie è il non aver saputo rispettare i propri stessi limiti all’interno della storia. Posso chiudere un occhio sul procrastinare la durata di utilizzo del fiocco da un anno a un anno e mezzo, così come sul tollerare che Daichi venga a conoscenza del segreto di Himeko senza apportare particolari conseguenze nonostante i patti fossero molto chiari sin dall’inizio. Però non giustifico due cose: la prima è che i ricordi di Himeko e Daichi sarebbero dovuti essere cancellati come pattuito, ma questo non accade per via un’assemblea nel regno magico che in via del tutto eccezionale farà quest’eccezione senza particolari motivi. La seconda è la sorte di Pokotà: dovendo lui tornare a essere un normale peluche, Himeko pensa bene di farlo andare nel mondo della magia separandosi da lui per sempre, ma permettendogli di avere la possibilità di parlare e muoversi e di vivere l’amore. Secondo me questo era il giusto compromesso da raggiungere per non riservare un destino troppo crudele al povero peluche. Tuttavia, qualche tempo dopo, Pokotà si ripresenterà di nuovo a casa di Himeko, dicendo che sempre in via del tutto eccezionale è stato ripristinato un varco segreto fra la terra e il mondo magico che lui potrà percorrere quando vuole per incontrarla. Inoltre Pokotà aveva la possibilità di muoversi solo quando Himeko indossava il fiocco, ma anche questo elemento viene eliminato senza particolari ragioni.
Io credo che queste soluzioni tendano a sminuire tutte le emozioni che i personaggi hanno provato proprio perché sapevano che si sarebbero dovuti dividere per sempre e rinunciare ai propri ricordi. Rinnegare le condizioni che l’autrice stessa ha imposto durante lo scorrere della storia, significa snaturare il tutto, scadendo in un finale troppo smielato. Anche se mi rendo conto che è molto difficile prendere delle decisioni crudeli nei confronti dei personaggi, un autore deve cercare di rimanere il più distaccato possibile e tutelare l’integrità della storia.
L’edizione bunko di Planet Manga è ben fatta, con pagine satinate, sovraccoperta e buon lettering. Nulla da dire, un piccolo gioiello a un buon rapporto qualità prezzo considerato il numero di pagine.
Ammetto di aver deciso di acquistare il manga "Hime-chan no Ribbon" perché da piccola adoravo guardare l'anime che né è stato tratto. Temevo che l'elemento magico sarebbe stato il fulcro della trama del manga, il motore trainante delle varie avventure della protagonista ma il ricordo così vivo della mia infanzia trascorsa guardando "Un fiocco per sognare" in tv ha avuto la meglio, e nonostante i miei dubbi circa il carattere troppo "infantile" della tematica ho deciso di leggerlo. Mi sono sbagliata di grosso e il manga è quanto di più lontano si possa immaginare rispetto ad un banale majokko a tinte rosa sbarazzino e leggero.
L'edizione della Planet Manga, che è la bunko giapponese, non mi ha causato difficoltà nella lettura; i piccoli volumetti risultano ben rilegati, con sovracopertina e un ottimo rapporto qualità-prezzo, considerato il numero di pagine di ciascuno. Unico neo: la carta leggermente trasparente.
Il manga parla di Hime, una tredicenne piena di vita che si comporta come un maschiaccio ma nel profondo desidererebbe essere più femminile, e della sua avventura più emozionante: sopravvivere all'adolescenza, a quel periodo così magico pieno di continue trepidazioni e dolorosi distacchi, infinita causa di insicurezze.
I disegni sono semplici ma di un'espressività autentica, niente occhioni né deformed, ma puliti ed essenziali senza risultare spogli.
I personaggi, dal primo all'ultimo, sono tutti ottimamente caratterizzati, dimostrano un'evoluzione lenta ma coerente, ognuno di essi è funzionale alla maturazione di Himeko e non possono che far affezionare il lettore che può facilmente trovare in ognuno di essi varie sfaccettature del proprio passato, quando il "voler essere grande" era un'incognita della quale non si vedeva l'ora di scoprire le conseguenze.
Il fiocco col suo potere trasformista e il mondo della magia lungi dall'essere l'anima della storia sono la cartina tornasole dell'importanza dei sentimenti, veri protagonisti del manga, che superano le apparenze racchiuse dall'aspetto fisico di Hime e la lontananza di due mondi così diversi.
La commovente amicizia di Hime verso Pokota, peluche poi compagno di avventure, il legame speciale con Erica, i vari incontri con i tanti amici coinvolti nelle peripezie della protagonista riscaldano il cuore per la loro spontaneità e tenerezza; l'intesa con Daichi è il rapporto che più di ogni altro si vede nascere e crescere lentamente, con sincera partecipazione da parte del lettore.
"Hime-chan no Ribbon" è un manga dai toni dolci con tematiche profonde e personaggi incisivi che consiglio a tutti coloro che desiderano leggere la storia di un racconto di formazione di una ragazzina che fra avventure, amicizie e un pizzico di magia capirà cosa è veramente importante.
L'edizione della Planet Manga, che è la bunko giapponese, non mi ha causato difficoltà nella lettura; i piccoli volumetti risultano ben rilegati, con sovracopertina e un ottimo rapporto qualità-prezzo, considerato il numero di pagine di ciascuno. Unico neo: la carta leggermente trasparente.
Il manga parla di Hime, una tredicenne piena di vita che si comporta come un maschiaccio ma nel profondo desidererebbe essere più femminile, e della sua avventura più emozionante: sopravvivere all'adolescenza, a quel periodo così magico pieno di continue trepidazioni e dolorosi distacchi, infinita causa di insicurezze.
I disegni sono semplici ma di un'espressività autentica, niente occhioni né deformed, ma puliti ed essenziali senza risultare spogli.
I personaggi, dal primo all'ultimo, sono tutti ottimamente caratterizzati, dimostrano un'evoluzione lenta ma coerente, ognuno di essi è funzionale alla maturazione di Himeko e non possono che far affezionare il lettore che può facilmente trovare in ognuno di essi varie sfaccettature del proprio passato, quando il "voler essere grande" era un'incognita della quale non si vedeva l'ora di scoprire le conseguenze.
Il fiocco col suo potere trasformista e il mondo della magia lungi dall'essere l'anima della storia sono la cartina tornasole dell'importanza dei sentimenti, veri protagonisti del manga, che superano le apparenze racchiuse dall'aspetto fisico di Hime e la lontananza di due mondi così diversi.
La commovente amicizia di Hime verso Pokota, peluche poi compagno di avventure, il legame speciale con Erica, i vari incontri con i tanti amici coinvolti nelle peripezie della protagonista riscaldano il cuore per la loro spontaneità e tenerezza; l'intesa con Daichi è il rapporto che più di ogni altro si vede nascere e crescere lentamente, con sincera partecipazione da parte del lettore.
"Hime-chan no Ribbon" è un manga dai toni dolci con tematiche profonde e personaggi incisivi che consiglio a tutti coloro che desiderano leggere la storia di un racconto di formazione di una ragazzina che fra avventure, amicizie e un pizzico di magia capirà cosa è veramente importante.
Hime-chan no Ribbon è, in assoluto, il mio Manga Preferito. Lo considero come uno tra i più bei Shoujo della storia Majokko, impossibile non amarlo.
La storia narra di una tredicenne normalissima, il cui nome è Himeko (che nella lingua giapponese significa "principessa") che, a differenza di ciò che significa il suo dolcissimo nome, sembra un vero e proprio maschiaccio, non solo nell'aspetto (porta i capelli molto corti e veste come un ragazzino) ma anche nei comportamenti e nei modi di fare. E' una ragazzina molto energica, solare e positiva, poco incline allo studio ma davvero simpaticissima nella sua semplicità. Contrariamente alle sue compagne di classe, preferisce giocare a calcio o praticare sport prevalentemente maschili, perciò molto spesso è definita una "uomessa". Proprio per questo motivo, il suo più grande desiderio è quello di assomigliare a sua sorella maggiore, Aiko, praticamente il suo opposto (molto femminile, dolce, pacata e bravissima donna di casa), perchè tutti i ragazzi che conosce non la considerano mai una donna, ma la vedono sempre come un ragazzino, e proprio per questo motivo non riesce a trovare il coraggio di confessare il suo amore nei confronti del sempai della sua scuola, che segretamente ama da molto tempo. Un bel giorno, però, mentre Himeko è tutta presa da una partita di calcio, arriva sulla Terra una ragazza in sella ad una scopa, di nome Erika, che altri non è che la sua sosia, principessa del paese della magia (con i capelli lunghi però, abiti molto femminili e comportamenti regali). Erika dona a Hime-chan un magico fiocco rosso, che indossato può permettere alla nostra protagonista di trasformarsi in chiunque essere umano lei desideri. Himeko è stata scelta da Erika per testare la funzionalità e l'utilità di tale fiocco magico, perchè la principessa, per poter divenire la degna erede al trono, deve superare una prova: osservare un essere umano, per la durata di un anno, usufruire della magia del suo fiocco da poter utilizzare a suo piacimento e in base ai suoi bisogni, inoltre annotando su un taccuino tutto ciò che accade, aggiungendo alla fine le sue considerazioni in merito a ciò che apprende. Hime-chan, nonostante lo scetticismo iniziale, accetta volentieri l'incarico assegnatole, soprattutto perchè grazie al fiocco di Erika il suo peluche, un leoncino di nome Pokota, nonché suo migliore amico dalla nascita, potrà parlare e interagire con Himeko per tutta la durata della prova, vivendo insieme a lei tutte le avventure che l'aspettano e aiutandola anche in diverse situazioni di pericolo o di difficoltà. L'unica regola, che Himeko non deve infrangere, è quella di non far scoprire a nessun altro essere umano il segreto del fiocco. Se ciò dovesse accadere, per volontà del re del Paese della magia e di tutti i suoi abitanti, immediatamente perderebbe tutti i ricordi collegati al fiocco, dimenticando tutto, anche di aver conosciuto Erika e di aver parlato con Pokota. Così la nostra piccola protagonista, per evitare che questo accada, cercherà di rispettare la legge in tutti i modi, ma la tranquillità durerà ben poco: il segreto del fiocco è in pericolo a causa di Daichi, il ragazzo più popolare della sua scuola, un tipo simpatico e solare, all'apparenza superficiale ma in realtà dall'animo gentile e generoso, che comincerà a insospettirsi e a indagare sugli strani comportamenti di Hime-chan. Per fortuna, tra i due nascerà una bellissima amicizia, destinata a diventare qualcosa di molto di più importante per la nostra Himeko...
Non vi dico altro, non voglio rovinarvi la lettura.
L'edizione Planet mi è piaciuta molto, non disprezzo affatto i mini formati, anzi trovo che siano molto più pratici per chi ha mancanza di spazio nella propria collezione. Ho amato l'utilizzo della carta patinata per tutte le pagine dei 6 volumi, di ottima qualità, e adoro le copertine che sono state scelte. Il disegno della Mizusawa è, secondo il mio umilissimo parere, tra i migliori in circolazione. Il suo è uno stile luminoso, pulito e semplice, capace di rendere a pieno la dolcezza e la freschezza dei personaggi, con linee morbide e tavole ben proporzionate.
Per concludere, consiglio questo manga a tutti, sia ai più giovani che ai meno giovani (come me), magari nostalgici degli anni '90, che sicuramente sapranno apprezzare a pieno la magia di questa straordinaria storia. Era ora che uscisse in Italia, lo desideravo da una vita... e finalmente adesso fa preziosamente parte della mia collezione, con immensa gioia per me (accanto al peluche di Pokota, acquistato direttamente dal Giappone).
Questo manga è stato per me un regalo unico, una riscoperta graditissima e preziosa, costituisce un raro tesoro inestimabile, da rileggere e rivivere nel tempo, da conservare per sempre nel mio cuore.
Di sicuro in futuro lo rileggerò sempre volentieri, perchè è impossibile per me smettere di amare quella dolcissima protagonista, che ha ispirato anche il mio nome, e tutti i suoi amici, personaggi eccezionali e indimenticabili.
Grazie Megumi, grazie davvero di cuore per aver permesso tutto questo! Leggetelo, mi raccomando.
La storia narra di una tredicenne normalissima, il cui nome è Himeko (che nella lingua giapponese significa "principessa") che, a differenza di ciò che significa il suo dolcissimo nome, sembra un vero e proprio maschiaccio, non solo nell'aspetto (porta i capelli molto corti e veste come un ragazzino) ma anche nei comportamenti e nei modi di fare. E' una ragazzina molto energica, solare e positiva, poco incline allo studio ma davvero simpaticissima nella sua semplicità. Contrariamente alle sue compagne di classe, preferisce giocare a calcio o praticare sport prevalentemente maschili, perciò molto spesso è definita una "uomessa". Proprio per questo motivo, il suo più grande desiderio è quello di assomigliare a sua sorella maggiore, Aiko, praticamente il suo opposto (molto femminile, dolce, pacata e bravissima donna di casa), perchè tutti i ragazzi che conosce non la considerano mai una donna, ma la vedono sempre come un ragazzino, e proprio per questo motivo non riesce a trovare il coraggio di confessare il suo amore nei confronti del sempai della sua scuola, che segretamente ama da molto tempo. Un bel giorno, però, mentre Himeko è tutta presa da una partita di calcio, arriva sulla Terra una ragazza in sella ad una scopa, di nome Erika, che altri non è che la sua sosia, principessa del paese della magia (con i capelli lunghi però, abiti molto femminili e comportamenti regali). Erika dona a Hime-chan un magico fiocco rosso, che indossato può permettere alla nostra protagonista di trasformarsi in chiunque essere umano lei desideri. Himeko è stata scelta da Erika per testare la funzionalità e l'utilità di tale fiocco magico, perchè la principessa, per poter divenire la degna erede al trono, deve superare una prova: osservare un essere umano, per la durata di un anno, usufruire della magia del suo fiocco da poter utilizzare a suo piacimento e in base ai suoi bisogni, inoltre annotando su un taccuino tutto ciò che accade, aggiungendo alla fine le sue considerazioni in merito a ciò che apprende. Hime-chan, nonostante lo scetticismo iniziale, accetta volentieri l'incarico assegnatole, soprattutto perchè grazie al fiocco di Erika il suo peluche, un leoncino di nome Pokota, nonché suo migliore amico dalla nascita, potrà parlare e interagire con Himeko per tutta la durata della prova, vivendo insieme a lei tutte le avventure che l'aspettano e aiutandola anche in diverse situazioni di pericolo o di difficoltà. L'unica regola, che Himeko non deve infrangere, è quella di non far scoprire a nessun altro essere umano il segreto del fiocco. Se ciò dovesse accadere, per volontà del re del Paese della magia e di tutti i suoi abitanti, immediatamente perderebbe tutti i ricordi collegati al fiocco, dimenticando tutto, anche di aver conosciuto Erika e di aver parlato con Pokota. Così la nostra piccola protagonista, per evitare che questo accada, cercherà di rispettare la legge in tutti i modi, ma la tranquillità durerà ben poco: il segreto del fiocco è in pericolo a causa di Daichi, il ragazzo più popolare della sua scuola, un tipo simpatico e solare, all'apparenza superficiale ma in realtà dall'animo gentile e generoso, che comincerà a insospettirsi e a indagare sugli strani comportamenti di Hime-chan. Per fortuna, tra i due nascerà una bellissima amicizia, destinata a diventare qualcosa di molto di più importante per la nostra Himeko...
Non vi dico altro, non voglio rovinarvi la lettura.
L'edizione Planet mi è piaciuta molto, non disprezzo affatto i mini formati, anzi trovo che siano molto più pratici per chi ha mancanza di spazio nella propria collezione. Ho amato l'utilizzo della carta patinata per tutte le pagine dei 6 volumi, di ottima qualità, e adoro le copertine che sono state scelte. Il disegno della Mizusawa è, secondo il mio umilissimo parere, tra i migliori in circolazione. Il suo è uno stile luminoso, pulito e semplice, capace di rendere a pieno la dolcezza e la freschezza dei personaggi, con linee morbide e tavole ben proporzionate.
Per concludere, consiglio questo manga a tutti, sia ai più giovani che ai meno giovani (come me), magari nostalgici degli anni '90, che sicuramente sapranno apprezzare a pieno la magia di questa straordinaria storia. Era ora che uscisse in Italia, lo desideravo da una vita... e finalmente adesso fa preziosamente parte della mia collezione, con immensa gioia per me (accanto al peluche di Pokota, acquistato direttamente dal Giappone).
Questo manga è stato per me un regalo unico, una riscoperta graditissima e preziosa, costituisce un raro tesoro inestimabile, da rileggere e rivivere nel tempo, da conservare per sempre nel mio cuore.
Di sicuro in futuro lo rileggerò sempre volentieri, perchè è impossibile per me smettere di amare quella dolcissima protagonista, che ha ispirato anche il mio nome, e tutti i suoi amici, personaggi eccezionali e indimenticabili.
Grazie Megumi, grazie davvero di cuore per aver permesso tutto questo! Leggetelo, mi raccomando.
La storia parla di una ragazzina di 13 anni, Himeko, soprannominata Hime-chan (Himi nell'anime italiano) che un po' per i modi di fare, un po' per come si veste è vista da tutti come un maschiaccio e per questo motivo subisce il fascino della bella sorella maggiore; è una ragazzina molto insicura, anche nei rapporti con l'altro sesso.
Un giorno viene avvicinata da una ragazza a cavallo di una scopa magica che scopre essere la principessa del regno della magia. Erika, così si chiama, le donerà per un periodo di tempo un fiocco rosso magico che permetterà ad Himeko di trasformarsi in qualsiasi persona voglia solamente grazie ad uno specchio e ad una formula magica (parallel parallel voglio diventare...); in più sarà accompagnata durante quest'esperienza da un suo amico che la conosce da quando è nata: un simpatico leone (o gatto o tasso! Chi l'ha già letto capirà) peluche, Pokotà! Unica condizione per tenere il fiocco e non farsi cancellare la memoria è che nessuno scopra i poteri magici e l'esistenza del paese della magia.
Grazie a questo espediente Hime-chan vivrà moltissime avventure, si caccerà molto spesso nei casini, rischierà più e più volte di non poter più tornare se stessa; fatto importante: durante le sue avventure farà conoscenza di Daichi, un ragazzo molto popolare a scuola, da cui poco alla volta si sentirà attratta.
Proprio grazie a queste difficoltà Himeko sarà in grado di crescere e maturare, metterà da parte le insicurezze che l'avevano accompagnata e riuscirà anche a capire in una piccola parte cos'è l'amicizia e cos'è l'amore.
Vorrei raccontare altro della trama perché l'ho trovata appassionante, ma non voglio rivelare null'altro a chi ancora non ha letto.
Per quanto riguarda i disegni non sono fan dello stile shojo che trovo troppo poco preciso e un po' "fumoso", però in questo caso li ho trovati appropriati alla storia, chiari e capibili, e con una suddivisione in vignette pulita.
Concludendo: è un manga che ho trovato molto molto bello, per quanto rincorrano i temi classici degli shojo come l'amore spesso questa tematica passa in secondo piano lasciando spazio all'avventura, a momenti divertenti e altri momenti più cupi e tristi in grado di far stringere un po' il cuore.
È un manga di crescita e che fa riflettere molto durante la lettura sui temi dell'amicizia, dell'amore, delle difficoltà che si possono incontrare durante la vita e su quanto non ci sia nulla meglio di essere sempre se stessi in ogni occasione.
È un manga in cui tutto viene sempre affrontato positivamente dalla nostra piccola protagonista, a colpi di "Forza forza, vai vai! (jump)"
Mi sento di consigliarlo un po' a tutti, anche ai maschietti, va letto perché alla fine lascia "pieni" e arricchiti.
Un giorno viene avvicinata da una ragazza a cavallo di una scopa magica che scopre essere la principessa del regno della magia. Erika, così si chiama, le donerà per un periodo di tempo un fiocco rosso magico che permetterà ad Himeko di trasformarsi in qualsiasi persona voglia solamente grazie ad uno specchio e ad una formula magica (parallel parallel voglio diventare...); in più sarà accompagnata durante quest'esperienza da un suo amico che la conosce da quando è nata: un simpatico leone (o gatto o tasso! Chi l'ha già letto capirà) peluche, Pokotà! Unica condizione per tenere il fiocco e non farsi cancellare la memoria è che nessuno scopra i poteri magici e l'esistenza del paese della magia.
Grazie a questo espediente Hime-chan vivrà moltissime avventure, si caccerà molto spesso nei casini, rischierà più e più volte di non poter più tornare se stessa; fatto importante: durante le sue avventure farà conoscenza di Daichi, un ragazzo molto popolare a scuola, da cui poco alla volta si sentirà attratta.
Proprio grazie a queste difficoltà Himeko sarà in grado di crescere e maturare, metterà da parte le insicurezze che l'avevano accompagnata e riuscirà anche a capire in una piccola parte cos'è l'amicizia e cos'è l'amore.
Vorrei raccontare altro della trama perché l'ho trovata appassionante, ma non voglio rivelare null'altro a chi ancora non ha letto.
Per quanto riguarda i disegni non sono fan dello stile shojo che trovo troppo poco preciso e un po' "fumoso", però in questo caso li ho trovati appropriati alla storia, chiari e capibili, e con una suddivisione in vignette pulita.
Concludendo: è un manga che ho trovato molto molto bello, per quanto rincorrano i temi classici degli shojo come l'amore spesso questa tematica passa in secondo piano lasciando spazio all'avventura, a momenti divertenti e altri momenti più cupi e tristi in grado di far stringere un po' il cuore.
È un manga di crescita e che fa riflettere molto durante la lettura sui temi dell'amicizia, dell'amore, delle difficoltà che si possono incontrare durante la vita e su quanto non ci sia nulla meglio di essere sempre se stessi in ogni occasione.
È un manga in cui tutto viene sempre affrontato positivamente dalla nostra piccola protagonista, a colpi di "Forza forza, vai vai! (jump)"
Mi sento di consigliarlo un po' a tutti, anche ai maschietti, va letto perché alla fine lascia "pieni" e arricchiti.
Esistono a questo mondo eventi che comunemente riteniamo piuttosto rari e improbabili, poiché necessitano di un gran numero di coincidenze per sperare di poter venire all'esistenza. Un esempio calzante di tale tipologia di fenomeni potrebbe essere costituito dal passaggio occasionale di una cometa o da una mia vittoria alla lotteria, magari al primo tentativo. Eppure converrete con me che sia possibile immaginare eventi che si riferiscono ad una scala di improbabilità enormemente più vasta rispetto ai precedenti, tanto che li definiremmo assurdi o miracolosi: ad esempio una mucca che con un sol balzo riesca a raggiungere la luna, o l'eventualità che il David di Michelangelo ci saluti improvvisamente con una mano. Ecco, in questo secondo insieme può forse essere ricompresa l'eventualità che io riesca ad apprezzare quello che si potrebbe definire un majokko puro e semplice.
Almeno, questo era ciò che pensavo prima di leggere "Hime-chan no ribbon", ed è per cercare di spiegare tale fenomeno, apparentemente troppo bizzarro per essere vero, che ho deciso di scrivere questa recensione.
Hime-chan no ribbon ("Il fiocco di Himeko") si presenta ai suoi lettori come un titolo piuttosto semplice e privo di pretese. Megumi Mizusawa, ad una prima occhiata, sembra volerci narrare la spassosa e "magicosa" storiella di una pimpante tredicenne (un maschiaccio combina-guai) sempre vivace ad allegra. Ad una seconda occhiata, beh, ci accorgiamo che la prima era più che sufficiente: "Himechan no ribbon" non è altro che il panorama della vita di una studentessa delle medie un po' speciale. L'esposizione si contraddistingue per una disarmante ingenuità e semplicità, tuttavia viene imbastita una rappresentazione piuttosto efficace e divertente, ricca di punti salienti e di colpi di scena. I dialoghi si rivelano corposi e ben gestiti, le vicende narrate sono semplici ma quasi mai banali o scialbe: se si può trovare infatti un pregio molto grande di Hime-chan è che non annoia mai, ma proprio mai. Inoltre, come era prevedibile, si assortiscono temi quali l'amicizia, il primo amore e la maturazione della propria personalità, in una amalgama piuttosto coerente con le sue premesse. Ovviamente ciò viene costruito nel modo più leggero ed innocente possibile, l'unica cosa che sorprende è il fatto che la magia non sia per nulla il centro di tutto, ma solo il motore di un qualcosa di più vasto.
La domanda che mette in moto tutte le vicende si potrebbe riassumere nella locuzione: "Cosa faresti se, improvvisamente, scoprissi che la magia esiste e che puoi utilizzarla per assumere l'aspetto di chiunque tu voglia?" Noi forse saremmo tentati di utilizzarla nelle guise più disparate e varie, cercando di trarne profitto, magari per giocare un brutto scherzo o qualsiasi altra cosa solletichi la nostra immaginazione. Non è di questo avviso Himeko, che tende ad utilizzare questa sua fortuna più per aiutare le altre persone che per sé stessa, riuscendo comunque a combinare un sacco di guai. Il leitmotiv è quello del desiderio di voler assomigliare agli altri, poiché questi sembrano sempre avere ciò che a noi manca. Le altre persone hanno pregi, qualità, talenti che noi non sentiamo o crediamo di non possedere, questo ci può rendere invidiosi o desiderosi di emulare e raggiungere tali idoli. Anche Hime-chan non è esente da questo dilemma e desidera, per esempio, di essere come sua sorella, di avere la sua stessa femminilità, per la quale nutre molta ammirazione (non penso sia un caso che il fiocco magico sia proprio un fiocco, ovvero un tipico strumento per adornare il corpo e donare più femminilità a chi lo indossa). Nel corso di tutte le sue peripezie Himeko, grazie al suo amico Pokota, lentamente cresce e matura, acquisendo una propria forma e dimensione caratteriale, ed anche una sua femminilità. Questo percorso avviene passo passo, ed è forse una delle cose che più ho apprezzato dell'intero manga: la progressione quasi palpabile della caratterizzazione e personalità di Himeko, la quale si nota particolarmente grazie all'apporto della figura di Daichi e alla susseguente situazione sentimentale che si viene a delineare.
Non è affatto una cosa senza importanza il modo in cui si adopera la propria gioventù, e lo scopo ultimo della persona in questa età è lo sviluppo di un proprio carattere. Il potere della personalità non è da sottovalutare, poiché solo sviluppandola si è in grado di manifestarsi. Solo chi è in grado di manifestarsi è in grado di amare e chi non può amare è l'individuo più infelice che esista. Per questo possiamo prendere a prestito le parole di un grande pensatore come Kierkegaard ed affermare con lui che "La grandezza non risiede nell'essere questo o quello, ma nell'essere se stessi, e questo ciascuno lo può, se lo vuole."
Per evitare malintesi dirò subito (come è ovvio che sia) che non ci si deve certo aspettare di vedere in Himeko un esistenzialista in gonnella, ne si deve avere il timore di imbattersi in disquisizioni strane. Himechan è un fumetto molto dolce e curato, narrato con il cuore. Privo di elementi zuccherosi e smielati che potrebbero renderlo pesante e fastidioso e si lascia leggere facilmente. Si tratta di una lettura fresca, briosa, coinvolgente, in ultima analisi: piacevole. Il disegno, inoltre, è particolarmente gradevole ed improntato ai canoni estetici del suo tempo.
Voto: 7
Almeno, questo era ciò che pensavo prima di leggere "Hime-chan no ribbon", ed è per cercare di spiegare tale fenomeno, apparentemente troppo bizzarro per essere vero, che ho deciso di scrivere questa recensione.
Hime-chan no ribbon ("Il fiocco di Himeko") si presenta ai suoi lettori come un titolo piuttosto semplice e privo di pretese. Megumi Mizusawa, ad una prima occhiata, sembra volerci narrare la spassosa e "magicosa" storiella di una pimpante tredicenne (un maschiaccio combina-guai) sempre vivace ad allegra. Ad una seconda occhiata, beh, ci accorgiamo che la prima era più che sufficiente: "Himechan no ribbon" non è altro che il panorama della vita di una studentessa delle medie un po' speciale. L'esposizione si contraddistingue per una disarmante ingenuità e semplicità, tuttavia viene imbastita una rappresentazione piuttosto efficace e divertente, ricca di punti salienti e di colpi di scena. I dialoghi si rivelano corposi e ben gestiti, le vicende narrate sono semplici ma quasi mai banali o scialbe: se si può trovare infatti un pregio molto grande di Hime-chan è che non annoia mai, ma proprio mai. Inoltre, come era prevedibile, si assortiscono temi quali l'amicizia, il primo amore e la maturazione della propria personalità, in una amalgama piuttosto coerente con le sue premesse. Ovviamente ciò viene costruito nel modo più leggero ed innocente possibile, l'unica cosa che sorprende è il fatto che la magia non sia per nulla il centro di tutto, ma solo il motore di un qualcosa di più vasto.
La domanda che mette in moto tutte le vicende si potrebbe riassumere nella locuzione: "Cosa faresti se, improvvisamente, scoprissi che la magia esiste e che puoi utilizzarla per assumere l'aspetto di chiunque tu voglia?" Noi forse saremmo tentati di utilizzarla nelle guise più disparate e varie, cercando di trarne profitto, magari per giocare un brutto scherzo o qualsiasi altra cosa solletichi la nostra immaginazione. Non è di questo avviso Himeko, che tende ad utilizzare questa sua fortuna più per aiutare le altre persone che per sé stessa, riuscendo comunque a combinare un sacco di guai. Il leitmotiv è quello del desiderio di voler assomigliare agli altri, poiché questi sembrano sempre avere ciò che a noi manca. Le altre persone hanno pregi, qualità, talenti che noi non sentiamo o crediamo di non possedere, questo ci può rendere invidiosi o desiderosi di emulare e raggiungere tali idoli. Anche Hime-chan non è esente da questo dilemma e desidera, per esempio, di essere come sua sorella, di avere la sua stessa femminilità, per la quale nutre molta ammirazione (non penso sia un caso che il fiocco magico sia proprio un fiocco, ovvero un tipico strumento per adornare il corpo e donare più femminilità a chi lo indossa). Nel corso di tutte le sue peripezie Himeko, grazie al suo amico Pokota, lentamente cresce e matura, acquisendo una propria forma e dimensione caratteriale, ed anche una sua femminilità. Questo percorso avviene passo passo, ed è forse una delle cose che più ho apprezzato dell'intero manga: la progressione quasi palpabile della caratterizzazione e personalità di Himeko, la quale si nota particolarmente grazie all'apporto della figura di Daichi e alla susseguente situazione sentimentale che si viene a delineare.
Non è affatto una cosa senza importanza il modo in cui si adopera la propria gioventù, e lo scopo ultimo della persona in questa età è lo sviluppo di un proprio carattere. Il potere della personalità non è da sottovalutare, poiché solo sviluppandola si è in grado di manifestarsi. Solo chi è in grado di manifestarsi è in grado di amare e chi non può amare è l'individuo più infelice che esista. Per questo possiamo prendere a prestito le parole di un grande pensatore come Kierkegaard ed affermare con lui che "La grandezza non risiede nell'essere questo o quello, ma nell'essere se stessi, e questo ciascuno lo può, se lo vuole."
Per evitare malintesi dirò subito (come è ovvio che sia) che non ci si deve certo aspettare di vedere in Himeko un esistenzialista in gonnella, ne si deve avere il timore di imbattersi in disquisizioni strane. Himechan è un fumetto molto dolce e curato, narrato con il cuore. Privo di elementi zuccherosi e smielati che potrebbero renderlo pesante e fastidioso e si lascia leggere facilmente. Si tratta di una lettura fresca, briosa, coinvolgente, in ultima analisi: piacevole. Il disegno, inoltre, è particolarmente gradevole ed improntato ai canoni estetici del suo tempo.
Voto: 7
1990. Nata dalla matita di Megumi Mizusawa, "Hime-chan no Ribbon" ha segnato un'epoca nell'ambito majokko, quel genere spesso etichettato come cose da bambine, solo bacchette magiche e nient'altro. No, "Hime-chan no Ribbon" è molto altro, è qualcosa di più profondo, la magia passa in secondo piano qui. La nostra protagonista crescerà, maturerà con noi, man mano le pagine vengono sfogliate. "Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare", nome che riconoscerete più facilmente (visto che l'anime è conosciuto così in Italia) è davvero una gemma preziosa, da conservare con cura.
La storia è focalizzata sulla vita quotidiana di una tredicenne, Himeko, "piccola principessa" che a differenza del suo nome, si comporta da vero maschiaccio, essendo una ragazzina vivace e tutto pepe. Un giorno Erika, la sua sosia del mondo della magia (la sosia porta i capelli lunghi, mentre Hime ha i capelli corti), le affida un magico fiocco rosso, grazie al quale può trasformarsi in chiunque voglia. Hime dovrà collaudarlo per far sì che Erika passi la prova, e quindi sia la legittima erede al trono del regno della magia. Grazie al fiocco, il suo peluche preferito, un leoncino di nome Pokota, potrà parlare e interagire con Hime, aiutandola anche in diverse situazioni. L'unica regola imposta è quella di non farsi assolutamente scoprire da nessuno... facile a dirsi eh? L'unica persona (o quasi) che scopre il segreto del fiocco è Daichi, un ragazzo simpatico e solare, dall'animo gentile ma celato in atteggiamenti da duro. Tra i due nascerà un'amicizia profonda e pura, sono davvero bellissimi insieme!
I disegni sono davvero molto carini e spassosi, proprio in puro stile anni '90, gli anni in cui sono cresciuta, e quindi non possono che esserne davvero legata! Un motivo in più è che il mio primo caro peluche, a cui diedi per la prima volta un nome, un cagnolino blu, si chiama proprio Pokota. Per aver dato un nome così ad un peluche, vuol dire che quando uscì l'anime, me ne innamorai follemente! Ringrazio con tutto il cuore la Panini per aver portato finalmente in Italia il manga, in 6 volumi davvero molto curati! Finalmente la Panini ha fatto un lavoro eccellente anche in rapporto qualità/prezzo. Questo manga è consigliato a tutti indistintamente, va letto e fatto proprio, non vi deluderà! E' un elogio all'amicizia, alla lealtà, alla voglia di aiutare qualcuno, elogio di quei sentimenti puri che difficilmente oggi continuano esistere in noi, a causa della società, a causa di diversi fattori. "Hime-chan no Ribbon" è l'elogio alla semplicità, ma badate bene, semplicità non dovuta alla magia, ma alla nostra volontà. Voto: 10 e lode!
E ricordate, "Parallel Parallel... voglio diventare..." chiunque vogliate! La magia sta nel vostro cuore e nei vostri sentimenti, potete diventare qualunque persona, basta crederci! E' questo il grande insegnamento che mi ha trasmesso questo manga. Grazie Himeko!
La storia è focalizzata sulla vita quotidiana di una tredicenne, Himeko, "piccola principessa" che a differenza del suo nome, si comporta da vero maschiaccio, essendo una ragazzina vivace e tutto pepe. Un giorno Erika, la sua sosia del mondo della magia (la sosia porta i capelli lunghi, mentre Hime ha i capelli corti), le affida un magico fiocco rosso, grazie al quale può trasformarsi in chiunque voglia. Hime dovrà collaudarlo per far sì che Erika passi la prova, e quindi sia la legittima erede al trono del regno della magia. Grazie al fiocco, il suo peluche preferito, un leoncino di nome Pokota, potrà parlare e interagire con Hime, aiutandola anche in diverse situazioni. L'unica regola imposta è quella di non farsi assolutamente scoprire da nessuno... facile a dirsi eh? L'unica persona (o quasi) che scopre il segreto del fiocco è Daichi, un ragazzo simpatico e solare, dall'animo gentile ma celato in atteggiamenti da duro. Tra i due nascerà un'amicizia profonda e pura, sono davvero bellissimi insieme!
I disegni sono davvero molto carini e spassosi, proprio in puro stile anni '90, gli anni in cui sono cresciuta, e quindi non possono che esserne davvero legata! Un motivo in più è che il mio primo caro peluche, a cui diedi per la prima volta un nome, un cagnolino blu, si chiama proprio Pokota. Per aver dato un nome così ad un peluche, vuol dire che quando uscì l'anime, me ne innamorai follemente! Ringrazio con tutto il cuore la Panini per aver portato finalmente in Italia il manga, in 6 volumi davvero molto curati! Finalmente la Panini ha fatto un lavoro eccellente anche in rapporto qualità/prezzo. Questo manga è consigliato a tutti indistintamente, va letto e fatto proprio, non vi deluderà! E' un elogio all'amicizia, alla lealtà, alla voglia di aiutare qualcuno, elogio di quei sentimenti puri che difficilmente oggi continuano esistere in noi, a causa della società, a causa di diversi fattori. "Hime-chan no Ribbon" è l'elogio alla semplicità, ma badate bene, semplicità non dovuta alla magia, ma alla nostra volontà. Voto: 10 e lode!
E ricordate, "Parallel Parallel... voglio diventare..." chiunque vogliate! La magia sta nel vostro cuore e nei vostri sentimenti, potete diventare qualunque persona, basta crederci! E' questo il grande insegnamento che mi ha trasmesso questo manga. Grazie Himeko!
Hime-chan no ribbon è un manga del 1990 di Megumi Mizusawa noto in Italia per il relativo anime "Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare". Planet Manga lo propone al pubblico nostrano in una edizione (la cosiddetta bunko, più spessa e più piccola di un normale tankobon) per una volta pregevole, con tanto di sovraccoperta a colori e pagine bianchissime, lucidissime e, unica pecca, trasparentissime. Ne valeva la pena, dopo tanti anni? Secondo il mio giudizio sì: "Hime-chan" si conferma un majokko eccezionale, capace di non invecchiare di un giorno e al tempo stesso di incarnare le migliori qualità della sua generazione.
La trama è risaputa, ma vale sempre la pena elencarla: Himeko Nonohara è una ragazzina di tredici anni molto vivace e intraprendente, che però si duole per essere reputata un maschiaccio. Un giorno viene avvicinata dalla principessa del regno della magia Erika che le propone un patto: la fanciulla sarà osservata a distanza per un anno, in cambio riceverà in prestito un fiocco magico che le consentirà di trasformarsi e di parlare con l'amico di sempre Pokota. È solo l'inizio di una serie di rocambolesche avventure che coinvolgeranno Himeko, i suoi amici e i suoi improvvisati rivali.
Hime-chan no ribbon è quindi un majokko convenzionale, erede di Stilly/Atsuko, Yu e Mai, ragazze ugualmente capaci di assumere identità a lungo sospirate con un pizzico di magia. La morale di questo tipo di storie è ovvia: imparare a accettare sé stessi passando per l'aspetto di altri, accantonare così la voglia di crescere in fretta tipica di un'età così incerta, segnata da improvvisi ardori e cocenti delusioni.
Ciò che permette a "Hime-chan" di emergere, a volte perfino di superare la concorrenza, è il sapiente dosaggio dei seguenti ingredienti: un disegno curato, una protagonista trascinante, una storia genuina e priva di malizia. Con il tacito consenso del lettore andrò ad approfondire ciascuno di essi.
Sui disegni c'è poco da dire: sono quanto di meglio abbia mai offerto il genere di appartenenza. Si può amare o meno il lo stile anni '90, ma bisogna riconoscere alla Mizusawa un segno perfetto, delicato e perfettamente in linea con le storie che racconta. I personaggi sono caratterizzati con pochi elementi distintivi, privi di feticci estetizzanti che con gli anni hanno portato a distinguere la popolazione shoujo tra bellocci e tenerelli/e. Meritano lodi pure le assistenti per la perizia nell'applicazione dei retini e nella rappresentazione di prospettive e ambientazioni non semplici. La composizione delle tavole è piuttosto ordinata e facilita la lettura senza risultare artificiosa.
Per parlare di Himeko Nonohara dovrei iniziare da me e da tutte coloro che alla sua età si sono sentite come lei, esuberanti ma poco femminili e per questo scarsamente desiderabili. E' una ragazzina goffa e capricciosa, dotata però di una purezza e di una spontaneità che altre eroine più "giovani" (in termini di pubblicazione) e leziose possono solo invidiare. Il suo percorso verso la maturità è reso in maniera estremamente naturale e ciò la rende empatica in classe come tra i lettori; difficile quindi non appassionarsi di fronte alle sue vicende, specie quando riguardano l'amicizia indissolubile con Pokota o la tenera complicità con Kobayashi. I comprimari, sebbene un filo stereotipati, sono simpatici e tratteggiati con adeguata cura, ma la principessa del manga è senza dubbio lei.
Ultima, per ordine ma non per rilevanza, è la storia. Hime-chan no ribbon offre una panoramica ariosa e frizzante sulla vita alle scuole medie giapponesi, ancor prima di una scoppiettante storia di magia; questo perché la protagonista non ha nemici da sconfiggere oltre sé stessa. Sebbene le difficoltà poste sul suo cammino siano numerose hanno spesso una dimensione intima, familiare: realizzare un bello spettacolo teatrale, riappacificarsi con un amico, sconfiggere i pettegolezzi, risolvere una questione amorosa e via dicendo, imprese che ai lettori più grandicelli possono sembrare banali, ma che per un adolescente hanno un valore immenso. Himeko, con il suo infinito entusiasmo per la vita e la capacità di non arrendersi mai, offre un esempio valido a tutte le generazioni senza cadere nella pedagogia, anzi strappando a più riprese grasse risate.
Si possono trovare dei difetti nella narrazione, come il reiterarsi di certi concetti per marcarli a fuoco nella testa dei lettori - "a Pokota mancano X mesi per tornare un peluche inanimato","Daichi è buono e gentile" - o la sterzata buonista del finale, ma sono invero poca cosa rispetto a quanto di buono questo manga ha da offrire. Se vi piacciono minimamente le storie di maghette, o anche solo avete la curiosità di provare uno shoujo di altri tempi non fatevi fuggire Hime-chan no ribbon. Girella a parte, è davvero delizioso.
La trama è risaputa, ma vale sempre la pena elencarla: Himeko Nonohara è una ragazzina di tredici anni molto vivace e intraprendente, che però si duole per essere reputata un maschiaccio. Un giorno viene avvicinata dalla principessa del regno della magia Erika che le propone un patto: la fanciulla sarà osservata a distanza per un anno, in cambio riceverà in prestito un fiocco magico che le consentirà di trasformarsi e di parlare con l'amico di sempre Pokota. È solo l'inizio di una serie di rocambolesche avventure che coinvolgeranno Himeko, i suoi amici e i suoi improvvisati rivali.
Hime-chan no ribbon è quindi un majokko convenzionale, erede di Stilly/Atsuko, Yu e Mai, ragazze ugualmente capaci di assumere identità a lungo sospirate con un pizzico di magia. La morale di questo tipo di storie è ovvia: imparare a accettare sé stessi passando per l'aspetto di altri, accantonare così la voglia di crescere in fretta tipica di un'età così incerta, segnata da improvvisi ardori e cocenti delusioni.
Ciò che permette a "Hime-chan" di emergere, a volte perfino di superare la concorrenza, è il sapiente dosaggio dei seguenti ingredienti: un disegno curato, una protagonista trascinante, una storia genuina e priva di malizia. Con il tacito consenso del lettore andrò ad approfondire ciascuno di essi.
Sui disegni c'è poco da dire: sono quanto di meglio abbia mai offerto il genere di appartenenza. Si può amare o meno il lo stile anni '90, ma bisogna riconoscere alla Mizusawa un segno perfetto, delicato e perfettamente in linea con le storie che racconta. I personaggi sono caratterizzati con pochi elementi distintivi, privi di feticci estetizzanti che con gli anni hanno portato a distinguere la popolazione shoujo tra bellocci e tenerelli/e. Meritano lodi pure le assistenti per la perizia nell'applicazione dei retini e nella rappresentazione di prospettive e ambientazioni non semplici. La composizione delle tavole è piuttosto ordinata e facilita la lettura senza risultare artificiosa.
Per parlare di Himeko Nonohara dovrei iniziare da me e da tutte coloro che alla sua età si sono sentite come lei, esuberanti ma poco femminili e per questo scarsamente desiderabili. E' una ragazzina goffa e capricciosa, dotata però di una purezza e di una spontaneità che altre eroine più "giovani" (in termini di pubblicazione) e leziose possono solo invidiare. Il suo percorso verso la maturità è reso in maniera estremamente naturale e ciò la rende empatica in classe come tra i lettori; difficile quindi non appassionarsi di fronte alle sue vicende, specie quando riguardano l'amicizia indissolubile con Pokota o la tenera complicità con Kobayashi. I comprimari, sebbene un filo stereotipati, sono simpatici e tratteggiati con adeguata cura, ma la principessa del manga è senza dubbio lei.
Ultima, per ordine ma non per rilevanza, è la storia. Hime-chan no ribbon offre una panoramica ariosa e frizzante sulla vita alle scuole medie giapponesi, ancor prima di una scoppiettante storia di magia; questo perché la protagonista non ha nemici da sconfiggere oltre sé stessa. Sebbene le difficoltà poste sul suo cammino siano numerose hanno spesso una dimensione intima, familiare: realizzare un bello spettacolo teatrale, riappacificarsi con un amico, sconfiggere i pettegolezzi, risolvere una questione amorosa e via dicendo, imprese che ai lettori più grandicelli possono sembrare banali, ma che per un adolescente hanno un valore immenso. Himeko, con il suo infinito entusiasmo per la vita e la capacità di non arrendersi mai, offre un esempio valido a tutte le generazioni senza cadere nella pedagogia, anzi strappando a più riprese grasse risate.
Si possono trovare dei difetti nella narrazione, come il reiterarsi di certi concetti per marcarli a fuoco nella testa dei lettori - "a Pokota mancano X mesi per tornare un peluche inanimato","Daichi è buono e gentile" - o la sterzata buonista del finale, ma sono invero poca cosa rispetto a quanto di buono questo manga ha da offrire. Se vi piacciono minimamente le storie di maghette, o anche solo avete la curiosità di provare uno shoujo di altri tempi non fatevi fuggire Hime-chan no ribbon. Girella a parte, è davvero delizioso.
Nel 1996 il giovane pubblico italiano era intrappolato nel fenomeno "Sailor Moon" e proprio in questo periodo arrivò per la prima volta sui teleschermi del bel paese il maho shoujo "Un fiocco per cambiare, un fiocco per sognare" tratto dall'opera originale di Megumi Mizusawa.
Dopo 21 anni dalla sua pubblicazione originale, finalmente "Hime-Chan no Ribbon" arriva sugli scaffali italiani con tutta la sua dolce magia, per la gioia dei fan del genere e non solo.
Nel Paese Della Magia i futuri sovrani devono affrontare dei compiti durante la loro formazione, tra questi c'è quello di seguire attentamente per un intero anno un umano, annotando su un diario i comportamenti di quest'ultimo.
Questo è esattamente quello che succederà alla giovane ed esuberante Himeko quando la principessa Erika gli chiede il permesso di osservarla, dandole però in cambio un fiocco con importanti poteri: quando lo indossa Himeko sarà in grado di trasformarsi in chi desidera e Pokota (il peluche che la accompagna da sempre) potrà muoversi e parlare!
Un piccolo ma importante potere magico da vita ad una marea di avventure - alcune con aspetti situazioni inaspettatamente dure da affrontare - per Himeko che, nel corso della storia, saprà riflettere sui propri errori portando così ad una spontanea crescita personale, mentre una piccola vena sentimentale prende sempre più piede in modo leggero e naturale. Trovano posto anche piccoli ma importanti messaggi che riescono ad arricchire la lettura, mostrando con efficacia alcune riflessioni legate all'amicizia e l'importanza di essere se stessi, due temi perfettamente legati all'età della protagonista e al pubblico al quale in teoria è indirizzata la lettura, ma che anche ad un pubblico più maturo (o cosiddetto tale) può insegnare qualcosa.
Il ricco cast di personaggi risulta simpatico nella sua immediatezza, anche quelli che dovrebbero risultare una sorta di nemesi, portando così una commedia semplice ma efficace che rende la lettura più leggera e frizzante. La protagonista da maggior varietà alle gag grazie ai suoi poteri, infatti trasformandosi in neonati, coetanei ed adulti da vita a situazioni esilaranti, assurdi fraintendimenti e, soprattutto, diverte vedere uomini e ragazzi che si comportano come una ragazzina gelosa. Un classico dei maho shoujo dove la protagonista ha tali poteri.
Tutto questo lavoro svolto da Megumi Mizusawa, però, non avrebbe senso se al centro delle vicende non ci fosse stata la "sua" Himeko. La protagonista è più che mai la colonna portante dell'opera, perché con la sua esuberante spontaneità e la sua energica solarità riesce a ritagliarsi uno spazio nel cuore del lettore, al quale risulterà impossibile non prendere in simpatia questa dolcissima figura, è sarà proprio in virtù di questo che ci si sentirà maggiormente coinvolti a livello emotivo nelle avventure di Himeko, ancor di più quando ci sono le piccole parentesi sentimentali maggiormente emotive.
Questa particolarità va a riflettersi soprattutto sul finale, dove gli ultimi piccoli drammi già ampiamente annunciati fanno leva sull'empatia creata, denotando una grande tristezza complessiva. Ma a questo punto il cuore del lettore e dell'autrice si permettono di chiudere un occhio sulla netta forzatura intrapresa, che si perdona facilmente in cambio di un finale felice ed allegro.
I disegni sono strettamente legato allo stile generazionale a cavallo tra gli anni '80 e '90, uno stile semplice e pulito ma molto espressivo, che sfrutta un leggero uso dei retini per valorizzare le scene maggiormente importanti.
Nel suo complesso sottolinea perfettamente la natura dell'opera e la valorizza efficacemente, grazie anche alla regia che ben si confà all'energica Himeko, mostrandola sempre in azione tra corse e calci volanti, o impazienti movimenti di mani e piedi.
In Italia, ad arrivare per la prima volta, è la riedizione in formato Bunko. La Panini ha posto una grande cura nei 6 corposi volumetti di formato tascabile - che raggruppano i 10 originali - utilizzando ottimi materiali per un prezzo più che onesto. Nonostante la mole di pagine risultano molto compatti e maneggevoli, grazie alla solida rilegatura, mentre la carta patinata vanta un'ottima resa di stampa pur tradendo qualche trasparenza.
Risate, momenti dolci ed altri tristi, avventure magiche e tanti personaggi simpatici. Questi sono gli elementi che vivacizzano la storia zuccherosa dell'esuberante Himeko, che cresce e matura ritagliandosi sempre più uno spazio nel cuore del lettore con la sua vivace personalità, contagiandolo con il suo brio e dando vita ad una forte empatia e comunicando efficacemente al bambino che si è stati, mostrando la spontaneità dei primi amori e sottolineando l'importanza di un piccolo amico di pezza che ha accompagnato l'infanzia e che mai si dimenticherà.
Questa è la magia di "Hime-chan no Ribbon" , in grado di deliziare ed emozionare il lettore dal cuore più sensibile senza barriere di età, ma anche il meno avvezzo ai sentimentalismi potrà trovare una lettura appagante che non delude.
Dopo 21 anni dalla sua pubblicazione originale, finalmente "Hime-Chan no Ribbon" arriva sugli scaffali italiani con tutta la sua dolce magia, per la gioia dei fan del genere e non solo.
Nel Paese Della Magia i futuri sovrani devono affrontare dei compiti durante la loro formazione, tra questi c'è quello di seguire attentamente per un intero anno un umano, annotando su un diario i comportamenti di quest'ultimo.
Questo è esattamente quello che succederà alla giovane ed esuberante Himeko quando la principessa Erika gli chiede il permesso di osservarla, dandole però in cambio un fiocco con importanti poteri: quando lo indossa Himeko sarà in grado di trasformarsi in chi desidera e Pokota (il peluche che la accompagna da sempre) potrà muoversi e parlare!
Un piccolo ma importante potere magico da vita ad una marea di avventure - alcune con aspetti situazioni inaspettatamente dure da affrontare - per Himeko che, nel corso della storia, saprà riflettere sui propri errori portando così ad una spontanea crescita personale, mentre una piccola vena sentimentale prende sempre più piede in modo leggero e naturale. Trovano posto anche piccoli ma importanti messaggi che riescono ad arricchire la lettura, mostrando con efficacia alcune riflessioni legate all'amicizia e l'importanza di essere se stessi, due temi perfettamente legati all'età della protagonista e al pubblico al quale in teoria è indirizzata la lettura, ma che anche ad un pubblico più maturo (o cosiddetto tale) può insegnare qualcosa.
Il ricco cast di personaggi risulta simpatico nella sua immediatezza, anche quelli che dovrebbero risultare una sorta di nemesi, portando così una commedia semplice ma efficace che rende la lettura più leggera e frizzante. La protagonista da maggior varietà alle gag grazie ai suoi poteri, infatti trasformandosi in neonati, coetanei ed adulti da vita a situazioni esilaranti, assurdi fraintendimenti e, soprattutto, diverte vedere uomini e ragazzi che si comportano come una ragazzina gelosa. Un classico dei maho shoujo dove la protagonista ha tali poteri.
Tutto questo lavoro svolto da Megumi Mizusawa, però, non avrebbe senso se al centro delle vicende non ci fosse stata la "sua" Himeko. La protagonista è più che mai la colonna portante dell'opera, perché con la sua esuberante spontaneità e la sua energica solarità riesce a ritagliarsi uno spazio nel cuore del lettore, al quale risulterà impossibile non prendere in simpatia questa dolcissima figura, è sarà proprio in virtù di questo che ci si sentirà maggiormente coinvolti a livello emotivo nelle avventure di Himeko, ancor di più quando ci sono le piccole parentesi sentimentali maggiormente emotive.
Questa particolarità va a riflettersi soprattutto sul finale, dove gli ultimi piccoli drammi già ampiamente annunciati fanno leva sull'empatia creata, denotando una grande tristezza complessiva. Ma a questo punto il cuore del lettore e dell'autrice si permettono di chiudere un occhio sulla netta forzatura intrapresa, che si perdona facilmente in cambio di un finale felice ed allegro.
I disegni sono strettamente legato allo stile generazionale a cavallo tra gli anni '80 e '90, uno stile semplice e pulito ma molto espressivo, che sfrutta un leggero uso dei retini per valorizzare le scene maggiormente importanti.
Nel suo complesso sottolinea perfettamente la natura dell'opera e la valorizza efficacemente, grazie anche alla regia che ben si confà all'energica Himeko, mostrandola sempre in azione tra corse e calci volanti, o impazienti movimenti di mani e piedi.
In Italia, ad arrivare per la prima volta, è la riedizione in formato Bunko. La Panini ha posto una grande cura nei 6 corposi volumetti di formato tascabile - che raggruppano i 10 originali - utilizzando ottimi materiali per un prezzo più che onesto. Nonostante la mole di pagine risultano molto compatti e maneggevoli, grazie alla solida rilegatura, mentre la carta patinata vanta un'ottima resa di stampa pur tradendo qualche trasparenza.
Risate, momenti dolci ed altri tristi, avventure magiche e tanti personaggi simpatici. Questi sono gli elementi che vivacizzano la storia zuccherosa dell'esuberante Himeko, che cresce e matura ritagliandosi sempre più uno spazio nel cuore del lettore con la sua vivace personalità, contagiandolo con il suo brio e dando vita ad una forte empatia e comunicando efficacemente al bambino che si è stati, mostrando la spontaneità dei primi amori e sottolineando l'importanza di un piccolo amico di pezza che ha accompagnato l'infanzia e che mai si dimenticherà.
Questa è la magia di "Hime-chan no Ribbon" , in grado di deliziare ed emozionare il lettore dal cuore più sensibile senza barriere di età, ma anche il meno avvezzo ai sentimentalismi potrà trovare una lettura appagante che non delude.
Hime-chan no ribbon è un'opera di Megumi Mizusawa ed è l'unica opera (almeno per adesso) che si possa leggere nel nostro paese.
La storia ruota attorno ad Himeko, simpatica e buffa ragazzina di 13 anni, la cui vita cambia dal giorno in cui riceve da Erika, sua sosia del regno della magia, un fiocco rosso in grado di trasformarla in qualunque persona lei voglia, per un periodo di un anno.
Quando seguivo le avventure di Himeko e del suo animaletto di pezza, Pokota, non avevo idea dell'esistenza del manga. Adesso che ho avuto la possibilità di leggerlo, non posso non dire che sono rimasta più che affascinata. Anche se all'inizio sembra "simile" all'anime, la storia già nel terzo volume assume tutta un'altra piega. Volume dopo volume vediamo che Himeko cresce sempre di più, e grazie alle esperienze accumulate con il fiocco, riesce a capire e a riscoprire tanti valori della vita. Il finale di questo manga, ci fa anche da morale, e cioè che è inutile impiegare forze ed energie per cercare di essere quello che non si è, ma investire tutto il proprio coraggio ed essere se stessi, in quanto solo così si riescono a raggiungere, con maggior soddisfazione, gli obbiettivi.
Questo manga a mio parere, è davvero incantevole, perché pagina dopo pagina riesce a trasportarti in quel mondo e a viverlo in prima persona.. un mix di dolcezza, semplicità, tenerezza, nostalgia, traspare in ogni vignetta di quest'opera. Il personaggio di Himeko non può non coinvolgerti con la sua sprizzante vitalità e gioia di vivere che manca in molte protagoniste di varie altre opere.
Dato che è un'opera di qualche annetto fa, lo scenario non è del tutto "moderno" ma non ha niente da invidiare alle altre opera odierne. Credo che altre opere, con queste caratteriste, non ci saranno più, e leggendo l'ultimo volume non si può non essere tristi sul sipario che cala su questa storia.
La consiglio a tutti coloro che cercano una storia piena di semplicità e allegria! Non posso non votare che 10!
La storia ruota attorno ad Himeko, simpatica e buffa ragazzina di 13 anni, la cui vita cambia dal giorno in cui riceve da Erika, sua sosia del regno della magia, un fiocco rosso in grado di trasformarla in qualunque persona lei voglia, per un periodo di un anno.
Quando seguivo le avventure di Himeko e del suo animaletto di pezza, Pokota, non avevo idea dell'esistenza del manga. Adesso che ho avuto la possibilità di leggerlo, non posso non dire che sono rimasta più che affascinata. Anche se all'inizio sembra "simile" all'anime, la storia già nel terzo volume assume tutta un'altra piega. Volume dopo volume vediamo che Himeko cresce sempre di più, e grazie alle esperienze accumulate con il fiocco, riesce a capire e a riscoprire tanti valori della vita. Il finale di questo manga, ci fa anche da morale, e cioè che è inutile impiegare forze ed energie per cercare di essere quello che non si è, ma investire tutto il proprio coraggio ed essere se stessi, in quanto solo così si riescono a raggiungere, con maggior soddisfazione, gli obbiettivi.
Questo manga a mio parere, è davvero incantevole, perché pagina dopo pagina riesce a trasportarti in quel mondo e a viverlo in prima persona.. un mix di dolcezza, semplicità, tenerezza, nostalgia, traspare in ogni vignetta di quest'opera. Il personaggio di Himeko non può non coinvolgerti con la sua sprizzante vitalità e gioia di vivere che manca in molte protagoniste di varie altre opere.
Dato che è un'opera di qualche annetto fa, lo scenario non è del tutto "moderno" ma non ha niente da invidiare alle altre opera odierne. Credo che altre opere, con queste caratteriste, non ci saranno più, e leggendo l'ultimo volume non si può non essere tristi sul sipario che cala su questa storia.
La consiglio a tutti coloro che cercano una storia piena di semplicità e allegria! Non posso non votare che 10!
C'era una volta il majokko. E c'era una volta il 1990.
Erano ormai passati i tempi delle maghette dello Studio Pierrot, bambine che si trasformavano per magia in bellissime adolescenti dai corpi proporzionati e dai capelli di colori vivaci, destinate a diventare stelle del mondo dello spettacolo o misteriose e affascinanti fate che accorrevano in aiuto dei bisognosi, ma che in ogni caso facevano battere i cuori di molte persone.
Dovevano ancora arrivare i tempi delle fascinose guerriere Sailor, bellissime adolescenti capaci di trasformarsi in battagliere paladine dotate di mistici poteri che useranno per combattere contro demoni e mostri malvagi per il bene della razza umana.
Dopo il loro avvento, il genere majokko non sarebbe più stato lo stesso, ma questo avvento nel 1990 era ancora lontano.
Come si presenta, dunque, il majokko del 1990? Quali sono le caratteristiche di un manga di questo genere che appare sulla scena in quest'anno di transizione, lontano sia dai palcoscenici dello Studio Pierrot sia dai combattimenti in marinaretta di Naoko Takeuchi?
Himechan no ribbon ("Il fiocco di Himechan"), il manga che Megumi Mizusawa ci dà come risposta alla nostra domanda, ci mostra un modo di fare majokko puro, sincero, semplice, che
usa un po' di magia per raccontarci i tredici anni, le scuole medie, quel particolare periodo che, esattamente come il nostro anno 1990, si trova a metà fra due diverse fasi della vita.
Forse ancor più che i loro coetanei del resto del mondo, i tredicenni giapponesi si ritrovano ancor più in bilico. Usciti da sei anni di scuole elementari e proiettati, con un notevole ritardo rispetto alle altre nazioni, nel differente mondo della scuola media, i tredicenni giapponesi ancora non sanno poi molto di se stessi. E', del resto, il periodo dell'incertezza, della scoperta del proprio corpo, delle prime cotte, della voglia di crescere ma, al tempo stesso, dell'incapacità di staccarsi dal calore e dalla sicurezza della famiglia e dai giochi e i sogni dell'infanzia.
La storia narrata dall'autrice è quella di Himeko, detta Himechan, e dei suoi tredici anni. Una storia che parla sì di magia, ma non ne fa il suo cardine, quanto piuttosto il tramite per parlare di crescita, d'amicizia e d'amore, senza mai rinunciare a una rappresentazione molto realistica del periodo della vita che sceglie di mettere in scena.
Himeko ha un fiocco magico che le permette di trasformarsi. Non diventerà una bellissima pop star adolescente dai capelli colorati né una guerriera con l'uniforme alla marinaretta, ma lo userà per trasformarsi nella sorella, negli amici, nei professori, ora per puro capriccio personale ora per cercare di risolvere i piccoli ma grandi guai e problemi che affliggono lei e le persone che la circondano. Del resto, Himeko è una ragazzina normale, che non ha nemici intergalattici da combattere né regni magici congelati da salvare. Il suo unico avversario è la crescita, con le paure e i problemi che questa comporta.
Uno dei maggiori punti di forza di Himechan no ribbon è infatti la sua protagonista, tratteggiata in maniera molto naturale e in continua evoluzione caratteriale. Himeko è un maschiaccio allegro e pieno di vita, che vorrebbe, in cuor suo, essere più femminile, ma che proprio non ci riesce, preferendo le salopette alle gonne e i giochi con la palla ai pettegolezzi. Avrà modo, nel corso della storia, di crescere a piccoli passi, maturando pian piano la sua femminilità e scoprendo l'amore, oltre che l'amicizia, in una maniera molto delicata e poetica che non mancherà di coinvolgere e toccare il lettore.
Himeko cresce imparando dai mille pasticci che combinerà col suo fiocco magico, perchè, impulsiva com'è, nove volte su dieci si metterà in guai più o meno grossi ogni volta che si trasformerà, ma anche traendo numerosi insegnamenti dal confronto con le altre persone che popolano la sua vita quotidiana, e che, potendosi trasformare in loro, riuscirà a comprendere in maniera più profonda.
Adorabile è Himeko e adorabili sono anche loro, tutti gli altri personaggi che la circondano, a cominciare da Daichi Kobayashi, il protagonista maschile. Che, conformemente alla sua partner, non è un bellissimo principe delle favole e nemmeno un amico più grande di lei, ma un semplice ragazzo tredicenne, non particolarmente attraente nonostante quello che pensano le sue compagne di classe, che ama fare le cose che fanno normalmente tutti i ragazzi della sua età: fare sport, gironzolare, studiare poco, divertirsi, parlare con gli amici maschi, viaggiare.
C'è un doppio filo che lega, fra le pagine di Himechan no ribbon, la magia e i sentimenti, come se l'autrice in un certo senso volesse suggerire che la magia esiste davvero, anche se non è rappresentata da fiocchi magici, scope volanti, sfere di cristallo, incantati bon bon, peluches e animali parlanti, ma si trova nel cuore delle persone e scaturisce dai sentimenti che queste provano e dalle relazioni che intrecciano fra di loro.
La cosa che più fa felice la dolce Himeko è infatti non quella di potersi trasformare in chiunque ella voglia, quanto più di poter finalmente parlare tutti i giorni con Pokota, il leoncino di peluche che la ragazza conserva sin dall'infanzia come un prezioso amico e che ha ottenuto la vita diventando il suo partner e la sua guida nella sua avventura magica. A più riprese, la ragazza mostrerà la sua preoccupazione perché lo scadere dell'anno prefissato per l'uso del fiocco magico segnerà la perdita di questo dono da parte del suo piccolo amico, che tornerà ad essere un inanimato peluche, oltre che la fine dello speciale legame che unisce a doppio filo Himeko ed Erika, la principessina del regno magico che diventa nel corso della storia un'insostituibile amica e confidente per la protagonista.
Con molta tenerezza e delicatezza, ma senza rinunciare a diversi momenti di crisi o di dramma, Himechan no ribbon mette in scena una storia che racconta di sentimenti usando come mezzo la magia e non sarà difficile trovare il filo conduttore della vicenda nella maturazione del rapporto fra Himeko e Daichi, che da litigiosa amicizia si trasforma pian piano in una dolce complicità e in un tenero primo amore. Sarà davvero toccante vedere come una ragazzina maschiaccio sempre pronta a rotolarsi nel fango e un ragazzo dal cuore d'oro ma decisamente impacciato con l'altro sesso maturino pian piano consapevolezza del loro reciproco amore, scaturito in primis da una grande amicizia, in maniera molto delicata e naturale. Non si preoccupino comunque gli amanti della fantasia, perché non mancheranno diversi momenti dedicati a trasformazioni e magie, con tanto di sosia, rimpicciolimenti e persino un regno magico di stampo fantasy/medievale governato dal più classico dei sovrani baffoni ed austeri ma in fondo gentili. Himechan no ribbon da questo punto di vista non è molto originale, poiché di ragazze che potevano trasformarsi in chiunque e di regni della magia il fumetto e l'animazione giapponese avevano già abbondantemente parlato in opere precedenti, ma l'autrice, appassionata di vecchi majokko, riesce a utilizzare questi elementi in maniera personale e a creare una storia decisamente gradevole.
Decisamente adatto al tipo di storia narrata è anche lo stile di disegno dell'autrice, molto pulito e garbato, conforme agli shojo che in quel periodo venivano pubblicati sulla stessa rivista e capace di donare gran tenerezza a tutti i personaggi, che risultano tutti quanti molto amabili e simpatici.
Molto buona, inaspettatamente, l'edizione bunko proposta per la pubblicazione italiana, in sei volumetti di formato più piccolo ma con un cospicuo numero di pagine. L'edizione italiana è deliziosa alla vista, perfettamente in linea col tipo di storia e disegno che racchiude e ha l'unico difetto, ormai purtroppo sin troppo frequente, di non avere alcun adattamento delle onomatopee.
Nel grande mare dei manga di genere majokko, Himechan no ribbon è una piccola perla: un majokko "puro", che non strizza in alcun modo l'occhio ad un pubblico maschile proponendo fascinose trasformazioni o combattimenti da shonen manga, ma si limita a svolgere alla perfezione il compito primario di ogni buon majokko, quello di affascinare, coinvolgere e dare piccoli ma importanti insegnamenti ai suoi piccoli lettori. Un manga che sì, probabilmente è un po' infantile, ma è per questo tipo di pubblico che nasce, e questo pubblico lo adorerà, trovandovi una storia deliziosa, toccante, romantica che gli insegnerà molto, gli farà dipingere sul viso numerosi sorrisi e sgorgare qualche lacrimuccia.
L'amicizia, il primo amore, i problemi della crescita, le scuole medie, i tredici anni e tutte le cose belle e brutte che questa età comporta sono tutti qui, fra le pagine della storia dell'adorabile Himeko, che con un pizzico di magia e tanta dolcezza riuscirà senza alcun dubbio a toccare il cuoricino di qualsiasi piccolo lettore. E, perché no, anche di qualche adulto che è rimasto col cuore un po' bambino e ogni tanto ripensa agli agrodolci ricordi del primo amore e della prima adolescenza.
Ricordi che immancabilmente riaffioreranno con un po' di tenera nostalgia sfogliando le pagine di questa bella storia, che donerà al lettore importanti insegnamenti, ma sarà anche capace di farlo ridere, emozionare, piangere, commuovere e sorridere in maniera un po' stupida, ma gioiosa e spontanea, con le guance tinte di rosso per l'imbarazzo e la felicità, come quando, da bambino, pensava al suo primo amore.
Erano ormai passati i tempi delle maghette dello Studio Pierrot, bambine che si trasformavano per magia in bellissime adolescenti dai corpi proporzionati e dai capelli di colori vivaci, destinate a diventare stelle del mondo dello spettacolo o misteriose e affascinanti fate che accorrevano in aiuto dei bisognosi, ma che in ogni caso facevano battere i cuori di molte persone.
Dovevano ancora arrivare i tempi delle fascinose guerriere Sailor, bellissime adolescenti capaci di trasformarsi in battagliere paladine dotate di mistici poteri che useranno per combattere contro demoni e mostri malvagi per il bene della razza umana.
Dopo il loro avvento, il genere majokko non sarebbe più stato lo stesso, ma questo avvento nel 1990 era ancora lontano.
Come si presenta, dunque, il majokko del 1990? Quali sono le caratteristiche di un manga di questo genere che appare sulla scena in quest'anno di transizione, lontano sia dai palcoscenici dello Studio Pierrot sia dai combattimenti in marinaretta di Naoko Takeuchi?
Himechan no ribbon ("Il fiocco di Himechan"), il manga che Megumi Mizusawa ci dà come risposta alla nostra domanda, ci mostra un modo di fare majokko puro, sincero, semplice, che
usa un po' di magia per raccontarci i tredici anni, le scuole medie, quel particolare periodo che, esattamente come il nostro anno 1990, si trova a metà fra due diverse fasi della vita.
Forse ancor più che i loro coetanei del resto del mondo, i tredicenni giapponesi si ritrovano ancor più in bilico. Usciti da sei anni di scuole elementari e proiettati, con un notevole ritardo rispetto alle altre nazioni, nel differente mondo della scuola media, i tredicenni giapponesi ancora non sanno poi molto di se stessi. E', del resto, il periodo dell'incertezza, della scoperta del proprio corpo, delle prime cotte, della voglia di crescere ma, al tempo stesso, dell'incapacità di staccarsi dal calore e dalla sicurezza della famiglia e dai giochi e i sogni dell'infanzia.
La storia narrata dall'autrice è quella di Himeko, detta Himechan, e dei suoi tredici anni. Una storia che parla sì di magia, ma non ne fa il suo cardine, quanto piuttosto il tramite per parlare di crescita, d'amicizia e d'amore, senza mai rinunciare a una rappresentazione molto realistica del periodo della vita che sceglie di mettere in scena.
Himeko ha un fiocco magico che le permette di trasformarsi. Non diventerà una bellissima pop star adolescente dai capelli colorati né una guerriera con l'uniforme alla marinaretta, ma lo userà per trasformarsi nella sorella, negli amici, nei professori, ora per puro capriccio personale ora per cercare di risolvere i piccoli ma grandi guai e problemi che affliggono lei e le persone che la circondano. Del resto, Himeko è una ragazzina normale, che non ha nemici intergalattici da combattere né regni magici congelati da salvare. Il suo unico avversario è la crescita, con le paure e i problemi che questa comporta.
Uno dei maggiori punti di forza di Himechan no ribbon è infatti la sua protagonista, tratteggiata in maniera molto naturale e in continua evoluzione caratteriale. Himeko è un maschiaccio allegro e pieno di vita, che vorrebbe, in cuor suo, essere più femminile, ma che proprio non ci riesce, preferendo le salopette alle gonne e i giochi con la palla ai pettegolezzi. Avrà modo, nel corso della storia, di crescere a piccoli passi, maturando pian piano la sua femminilità e scoprendo l'amore, oltre che l'amicizia, in una maniera molto delicata e poetica che non mancherà di coinvolgere e toccare il lettore.
Himeko cresce imparando dai mille pasticci che combinerà col suo fiocco magico, perchè, impulsiva com'è, nove volte su dieci si metterà in guai più o meno grossi ogni volta che si trasformerà, ma anche traendo numerosi insegnamenti dal confronto con le altre persone che popolano la sua vita quotidiana, e che, potendosi trasformare in loro, riuscirà a comprendere in maniera più profonda.
Adorabile è Himeko e adorabili sono anche loro, tutti gli altri personaggi che la circondano, a cominciare da Daichi Kobayashi, il protagonista maschile. Che, conformemente alla sua partner, non è un bellissimo principe delle favole e nemmeno un amico più grande di lei, ma un semplice ragazzo tredicenne, non particolarmente attraente nonostante quello che pensano le sue compagne di classe, che ama fare le cose che fanno normalmente tutti i ragazzi della sua età: fare sport, gironzolare, studiare poco, divertirsi, parlare con gli amici maschi, viaggiare.
C'è un doppio filo che lega, fra le pagine di Himechan no ribbon, la magia e i sentimenti, come se l'autrice in un certo senso volesse suggerire che la magia esiste davvero, anche se non è rappresentata da fiocchi magici, scope volanti, sfere di cristallo, incantati bon bon, peluches e animali parlanti, ma si trova nel cuore delle persone e scaturisce dai sentimenti che queste provano e dalle relazioni che intrecciano fra di loro.
La cosa che più fa felice la dolce Himeko è infatti non quella di potersi trasformare in chiunque ella voglia, quanto più di poter finalmente parlare tutti i giorni con Pokota, il leoncino di peluche che la ragazza conserva sin dall'infanzia come un prezioso amico e che ha ottenuto la vita diventando il suo partner e la sua guida nella sua avventura magica. A più riprese, la ragazza mostrerà la sua preoccupazione perché lo scadere dell'anno prefissato per l'uso del fiocco magico segnerà la perdita di questo dono da parte del suo piccolo amico, che tornerà ad essere un inanimato peluche, oltre che la fine dello speciale legame che unisce a doppio filo Himeko ed Erika, la principessina del regno magico che diventa nel corso della storia un'insostituibile amica e confidente per la protagonista.
Con molta tenerezza e delicatezza, ma senza rinunciare a diversi momenti di crisi o di dramma, Himechan no ribbon mette in scena una storia che racconta di sentimenti usando come mezzo la magia e non sarà difficile trovare il filo conduttore della vicenda nella maturazione del rapporto fra Himeko e Daichi, che da litigiosa amicizia si trasforma pian piano in una dolce complicità e in un tenero primo amore. Sarà davvero toccante vedere come una ragazzina maschiaccio sempre pronta a rotolarsi nel fango e un ragazzo dal cuore d'oro ma decisamente impacciato con l'altro sesso maturino pian piano consapevolezza del loro reciproco amore, scaturito in primis da una grande amicizia, in maniera molto delicata e naturale. Non si preoccupino comunque gli amanti della fantasia, perché non mancheranno diversi momenti dedicati a trasformazioni e magie, con tanto di sosia, rimpicciolimenti e persino un regno magico di stampo fantasy/medievale governato dal più classico dei sovrani baffoni ed austeri ma in fondo gentili. Himechan no ribbon da questo punto di vista non è molto originale, poiché di ragazze che potevano trasformarsi in chiunque e di regni della magia il fumetto e l'animazione giapponese avevano già abbondantemente parlato in opere precedenti, ma l'autrice, appassionata di vecchi majokko, riesce a utilizzare questi elementi in maniera personale e a creare una storia decisamente gradevole.
Decisamente adatto al tipo di storia narrata è anche lo stile di disegno dell'autrice, molto pulito e garbato, conforme agli shojo che in quel periodo venivano pubblicati sulla stessa rivista e capace di donare gran tenerezza a tutti i personaggi, che risultano tutti quanti molto amabili e simpatici.
Molto buona, inaspettatamente, l'edizione bunko proposta per la pubblicazione italiana, in sei volumetti di formato più piccolo ma con un cospicuo numero di pagine. L'edizione italiana è deliziosa alla vista, perfettamente in linea col tipo di storia e disegno che racchiude e ha l'unico difetto, ormai purtroppo sin troppo frequente, di non avere alcun adattamento delle onomatopee.
Nel grande mare dei manga di genere majokko, Himechan no ribbon è una piccola perla: un majokko "puro", che non strizza in alcun modo l'occhio ad un pubblico maschile proponendo fascinose trasformazioni o combattimenti da shonen manga, ma si limita a svolgere alla perfezione il compito primario di ogni buon majokko, quello di affascinare, coinvolgere e dare piccoli ma importanti insegnamenti ai suoi piccoli lettori. Un manga che sì, probabilmente è un po' infantile, ma è per questo tipo di pubblico che nasce, e questo pubblico lo adorerà, trovandovi una storia deliziosa, toccante, romantica che gli insegnerà molto, gli farà dipingere sul viso numerosi sorrisi e sgorgare qualche lacrimuccia.
L'amicizia, il primo amore, i problemi della crescita, le scuole medie, i tredici anni e tutte le cose belle e brutte che questa età comporta sono tutti qui, fra le pagine della storia dell'adorabile Himeko, che con un pizzico di magia e tanta dolcezza riuscirà senza alcun dubbio a toccare il cuoricino di qualsiasi piccolo lettore. E, perché no, anche di qualche adulto che è rimasto col cuore un po' bambino e ogni tanto ripensa agli agrodolci ricordi del primo amore e della prima adolescenza.
Ricordi che immancabilmente riaffioreranno con un po' di tenera nostalgia sfogliando le pagine di questa bella storia, che donerà al lettore importanti insegnamenti, ma sarà anche capace di farlo ridere, emozionare, piangere, commuovere e sorridere in maniera un po' stupida, ma gioiosa e spontanea, con le guance tinte di rosso per l'imbarazzo e la felicità, come quando, da bambino, pensava al suo primo amore.
Ho appena finito di leggere questo manga, che mi è piaciuto moltissimo quanto l'anime, la cui storia è abbastanza fedele.
Himechan no ribbon non è semplicemente una storia fantasy, che parla di una ragazzina umana che gioca a trasformarsi trovandosi in tante divertenti situazioni, ma è anche e soprattutto una storia di amicizia: l'amicizia fra Himechan ed Erika, ma soprattutto quella così tenera fra Himechan e Pokotà... Ed è anche una storia di maturazione e di crescita, perché pian piano Himeko si innamora, ma soprattutto lo è per via degli insegnamenti che trae dal periodo di sperimentazione del fiocco che, dice lei stessa alla fine, non è stata una sorta di apprendistato solo per Erika, ma anche per lei...
Nonostante io sia particolarmente affezionata ai manga/anime anni '70-'80, devo ammettere che nel caso del genere majokko faccio un'eccezione: Mai, Yu e le altre che hanno accompagnato la mia infanzia non mi hanno mai colpita particolarmente, anzi, qualcuna di loro mi era pure antipatica, ma la piccola Himechan rappresenta davvero un piccolo raggio di sole: è allegra, divertente ma anche tanto dolce e sensibile da risultare commovente in più scene. Non mi capita spesso quando leggo l'ultima tavola di un manga, ma stavolta sento che la nostra piccola protagonista mi mancherà.
Oltre ad Himeko, sono tanti i personaggi simpatici nella storia, a cominciare dal fantastico Pokotà (chi non vorrebbe un amico come lui?) anzi, devo dire che nessuno risulta totalmente odioso, nemmeno la stessa Hibino, che è troppo comica e che comunque ha anche delle virtù nascoste!
La storia dunque scorre piacevolmente dalla prima all'ultima pagina, senza subire mai cali di tono, alternando fasi di divertimento puro a momenti di grande commozione, quanto non mi sarei mai aspettata da una storia di questo genere.
Inoltre la bravissima autrice ha uno stile di disegno molto grazioso, che si adatta perfettamente alla storia ed alla caratterizzazione dei suoi personaggi.
Nonostante diversi lettori abbiano storto un po' il naso per l'edizione italiana, a me è piaciuta: sì, forse la carta è un po' lucida, ma non così tanto da ostacolare la lettura, ed il formato così piccolo rende il volume più maneggevole e soprattutto fa sì che occupi meno spazio sullo scaffale (il che non è da poco, per i collezionisti come noi); inoltre i volumi, con sovraccoperta, sono ben rilegati, il che consente di dire che i tempi delle sottilette che tendevano a sfogliarsi da un momento all'altro, una volta tipiche di questa casa editrice, sono ormai finiti. L'unico piccolo neo dell'edizione bunko scelta per l'Italia è che mi piacciono di più le copertine della prima edizione giapponese (queste dell'edizione bunko si somigliano un po' tutte), ma in compenso ne abbiamo tratto il vantaggio di avere avuto meno numeri (dunque un tempo di attesa quasi dimezzato, 6 volumi invece di 10) e più corposi!
Credo di aver detto tutto, ovviamente il mio voto finale è 10!
Himechan no ribbon non è semplicemente una storia fantasy, che parla di una ragazzina umana che gioca a trasformarsi trovandosi in tante divertenti situazioni, ma è anche e soprattutto una storia di amicizia: l'amicizia fra Himechan ed Erika, ma soprattutto quella così tenera fra Himechan e Pokotà... Ed è anche una storia di maturazione e di crescita, perché pian piano Himeko si innamora, ma soprattutto lo è per via degli insegnamenti che trae dal periodo di sperimentazione del fiocco che, dice lei stessa alla fine, non è stata una sorta di apprendistato solo per Erika, ma anche per lei...
Nonostante io sia particolarmente affezionata ai manga/anime anni '70-'80, devo ammettere che nel caso del genere majokko faccio un'eccezione: Mai, Yu e le altre che hanno accompagnato la mia infanzia non mi hanno mai colpita particolarmente, anzi, qualcuna di loro mi era pure antipatica, ma la piccola Himechan rappresenta davvero un piccolo raggio di sole: è allegra, divertente ma anche tanto dolce e sensibile da risultare commovente in più scene. Non mi capita spesso quando leggo l'ultima tavola di un manga, ma stavolta sento che la nostra piccola protagonista mi mancherà.
Oltre ad Himeko, sono tanti i personaggi simpatici nella storia, a cominciare dal fantastico Pokotà (chi non vorrebbe un amico come lui?) anzi, devo dire che nessuno risulta totalmente odioso, nemmeno la stessa Hibino, che è troppo comica e che comunque ha anche delle virtù nascoste!
La storia dunque scorre piacevolmente dalla prima all'ultima pagina, senza subire mai cali di tono, alternando fasi di divertimento puro a momenti di grande commozione, quanto non mi sarei mai aspettata da una storia di questo genere.
Inoltre la bravissima autrice ha uno stile di disegno molto grazioso, che si adatta perfettamente alla storia ed alla caratterizzazione dei suoi personaggi.
Nonostante diversi lettori abbiano storto un po' il naso per l'edizione italiana, a me è piaciuta: sì, forse la carta è un po' lucida, ma non così tanto da ostacolare la lettura, ed il formato così piccolo rende il volume più maneggevole e soprattutto fa sì che occupi meno spazio sullo scaffale (il che non è da poco, per i collezionisti come noi); inoltre i volumi, con sovraccoperta, sono ben rilegati, il che consente di dire che i tempi delle sottilette che tendevano a sfogliarsi da un momento all'altro, una volta tipiche di questa casa editrice, sono ormai finiti. L'unico piccolo neo dell'edizione bunko scelta per l'Italia è che mi piacciono di più le copertine della prima edizione giapponese (queste dell'edizione bunko si somigliano un po' tutte), ma in compenso ne abbiamo tratto il vantaggio di avere avuto meno numeri (dunque un tempo di attesa quasi dimezzato, 6 volumi invece di 10) e più corposi!
Credo di aver detto tutto, ovviamente il mio voto finale è 10!
Hime-chan è una di quelle creazioni conosciuta tramite l'anime. Come tutte le trasposizioni in serie tv ti mette la voglia e il dubbio di leggere il manga che spesso non lo rispecchia nei dettagli. L'ho cercato per mari e monti e non appena è uscito l'ho comprato senza esitazione!
Quale manga figlio del suo tempo ha quei valori che oggi non ritrovi quasi più e sono molto più realistici i caratteri e le reazioni dei protagonisti che frequentano le elementari. Hime, come Daichi, ha tante reazioni tipiche dei bambini, ma allo stesso tempo è forte ed impara a conoscere il sentimento dell'amore in modo genuino. Il potere che le viene concesso, quello di potersi trasformare in chi vuole, è molto impegnativo e pericoloso e lo capirà a sue spese maturando sempre di più.
Consigliare questo manga a chi conosce solo le storie di oggi, però, non me la sento perchè potrebbe apparire banale ed infantile. Ma resta comunque uno dei più belli e va letto con lo spirito di quei tempi.
Quale manga figlio del suo tempo ha quei valori che oggi non ritrovi quasi più e sono molto più realistici i caratteri e le reazioni dei protagonisti che frequentano le elementari. Hime, come Daichi, ha tante reazioni tipiche dei bambini, ma allo stesso tempo è forte ed impara a conoscere il sentimento dell'amore in modo genuino. Il potere che le viene concesso, quello di potersi trasformare in chi vuole, è molto impegnativo e pericoloso e lo capirà a sue spese maturando sempre di più.
Consigliare questo manga a chi conosce solo le storie di oggi, però, non me la sento perchè potrebbe apparire banale ed infantile. Ma resta comunque uno dei più belli e va letto con lo spirito di quei tempi.
Hime-Chan no Ribbon è uno dei manga che ultimamente leggo con maggiore interesse e così eccomi qui a farne una recensione.
Ovviamente ero una grande fan dell'anime che guardavo sempre in TV e non mi sono lasciata sfuggire l'opera originale!
L'edizione che la Planet ci offre è davvero molto carina, pocket e con tutte le pagine patinate... Inoltre ogni volume è pienissimo di pagine.
La storia ormai nota a tutti è incentrata su Himeko, una ragazzina allegra e spensierata che riceve un giorno dalla principessa del Regno della Magia un dono: un fiocco magico. Il fiocco in questione è in grado di trasformare Hime in chiunque lei voglia ma con un limite di tempo. Hime dovrà mantenere il segreto e non rivelarlo a nessuno... Ma in seguito ad una serie di guai il compagno di classe Daichi finirà per venire a conoscenza della cosa e si impegnerà ad aiutarla.
Il tratto è veramente gradevole ed apprezzabile, e molto simile a quello della Yoshizumi (che sembrerebbe essere stata una sua assistente).
Riguardo la storia secondo me come già detto è una delle migliori che sto leggendo ultimamente, e mi lascia sempre con una tremenda voglia di proseguire la lettura.
Un manga veramente ben fatto, ben narrato con una storia semplice e che trasmette un'intensa dolcezza e allegria. Ci si affeziona inevitabilmente alla protagonista seguendola nelle sue avventure e nel suo percorso di crescita. Una di quelle protagoniste che non può risultare antipatica tanto è caratterizzata bene e realistica da considerarla vicina a noi. La Mizusawa riesce inoltre perfettamente a legare la vita quotidiana della protagonista con l'elemento magia.
Nonostante però il titolo sia leggero non significa che sia anche superficiale, anzi, è una storia interessantissima ed è sicuramente uno dei migliori shojo in circolazione.
Sono sicurissima che gli ultimi due volumi non mi deluderanno, e detto ciò non posso che consigliarlo a tutti!
Ovviamente ero una grande fan dell'anime che guardavo sempre in TV e non mi sono lasciata sfuggire l'opera originale!
L'edizione che la Planet ci offre è davvero molto carina, pocket e con tutte le pagine patinate... Inoltre ogni volume è pienissimo di pagine.
La storia ormai nota a tutti è incentrata su Himeko, una ragazzina allegra e spensierata che riceve un giorno dalla principessa del Regno della Magia un dono: un fiocco magico. Il fiocco in questione è in grado di trasformare Hime in chiunque lei voglia ma con un limite di tempo. Hime dovrà mantenere il segreto e non rivelarlo a nessuno... Ma in seguito ad una serie di guai il compagno di classe Daichi finirà per venire a conoscenza della cosa e si impegnerà ad aiutarla.
Il tratto è veramente gradevole ed apprezzabile, e molto simile a quello della Yoshizumi (che sembrerebbe essere stata una sua assistente).
Riguardo la storia secondo me come già detto è una delle migliori che sto leggendo ultimamente, e mi lascia sempre con una tremenda voglia di proseguire la lettura.
Un manga veramente ben fatto, ben narrato con una storia semplice e che trasmette un'intensa dolcezza e allegria. Ci si affeziona inevitabilmente alla protagonista seguendola nelle sue avventure e nel suo percorso di crescita. Una di quelle protagoniste che non può risultare antipatica tanto è caratterizzata bene e realistica da considerarla vicina a noi. La Mizusawa riesce inoltre perfettamente a legare la vita quotidiana della protagonista con l'elemento magia.
Nonostante però il titolo sia leggero non significa che sia anche superficiale, anzi, è una storia interessantissima ed è sicuramente uno dei migliori shojo in circolazione.
Sono sicurissima che gli ultimi due volumi non mi deluderanno, e detto ciò non posso che consigliarlo a tutti!
Finalmente possiamo leggere le avventure della dolcissima Hime! Quante di noi hanno sognato di avere inaspettatamente qualche potere magico? E quante eroine famose hanno fatto breccia nei nostri cuori grazie alla loro dolce magia? Hime con il suo fiocco magico, in grado di darle l'aspetto di chiunque volesse, è sicuramente tra di loro! Ricordo da bambina quanto mi appassionò l'anime e ora riviverlo leggendo il manga è anche meglio.
Questa edizione della Planet Manga è molto ben studiata, sia le copertine che il formato già ci introducono nel mondo e nelle idee della protagonista, la trama è ricca di equivoci e piccoli guai da risolvere,affari di cuore, gelosia e tenerezza, e un amico del cuore che ha tenuto compagnia a ogni adolescente...Un peluche, che per Hime prende vita!
Questa edizione della Planet Manga è molto ben studiata, sia le copertine che il formato già ci introducono nel mondo e nelle idee della protagonista, la trama è ricca di equivoci e piccoli guai da risolvere,affari di cuore, gelosia e tenerezza, e un amico del cuore che ha tenuto compagnia a ogni adolescente...Un peluche, che per Hime prende vita!
È uno dei miei manga preferiti. La storia parla di Himeko Nonohara, per gli amici Hime Chan, che un giorno riceve dalla principessa Erika (che vive in un mondo magico fatto di sosia delle persone terrestri, Erika è la stessa sosia di Himeko) un fiocco con cui può trasformarsi in qualsiasi persona, ma solo entro un certo limite di tempo. Da quando indossa il fiocco, Pokota, l'animale di pezza preferito della ragazza, prende vita a l'aiuta a gestire questo "fardello magico".
A scuola Hime ha un rapporto conflittuale con Daichi Kobayashi, un ragazzo scapestrato che fa infuriare sempre il preside. I due condividono una specie di rifugio segreto, una casa semi abbandonata. Ovviamente non era una cosa voluta, una volta Hime trova il posto e comincia ad usarlo, non sapendo che è anche il posto preferito di Daichi. Da qui nasce un amicizia.
Ci sono poi personaggi secondari che fanno ridere come Hikaru, rivale di Hime un po' antipatica ma che regala grasse risate.
L'edizione Planet non mi piace per niente poiché odio i mini formati (in questo caso 10,5 x 15,5). Credo non renda giustizia ai bellissimi disegni ariosi della Mizusawa, che in pagine striminzite ovviamente ne risentono. Essendo un mega fan della serie tv, mi ero comprato il blocco di 10 volumi in lingua giapponese, che hanno un formato più grande, quindi ho potuto godere appieno della bellezza del tratto di quest'autrice. Per l'edizione italiana i volumi saranno 6 poiché ogni volume avrà circa 250-300 pagine.
Consiglio questo manga davvero a tutti, anche se è uno shoujo sentirei di consigliarlo pure ai maschi. Era proprio ora che uscisse in Italia, io lo aspettavo dal 1997 quando sulla rivista "Amici" uscirono i manga di "Saint Tail" e "Miracle Girls", che insieme a "Sailor Moon" erano anche i cartoni animati più gettonati del periodo. Mancava appunto all'appello "Hime chan" e non mi spiegherò mai di così tanto ritardo. Mi raccomando leggetelo!
A scuola Hime ha un rapporto conflittuale con Daichi Kobayashi, un ragazzo scapestrato che fa infuriare sempre il preside. I due condividono una specie di rifugio segreto, una casa semi abbandonata. Ovviamente non era una cosa voluta, una volta Hime trova il posto e comincia ad usarlo, non sapendo che è anche il posto preferito di Daichi. Da qui nasce un amicizia.
Ci sono poi personaggi secondari che fanno ridere come Hikaru, rivale di Hime un po' antipatica ma che regala grasse risate.
L'edizione Planet non mi piace per niente poiché odio i mini formati (in questo caso 10,5 x 15,5). Credo non renda giustizia ai bellissimi disegni ariosi della Mizusawa, che in pagine striminzite ovviamente ne risentono. Essendo un mega fan della serie tv, mi ero comprato il blocco di 10 volumi in lingua giapponese, che hanno un formato più grande, quindi ho potuto godere appieno della bellezza del tratto di quest'autrice. Per l'edizione italiana i volumi saranno 6 poiché ogni volume avrà circa 250-300 pagine.
Consiglio questo manga davvero a tutti, anche se è uno shoujo sentirei di consigliarlo pure ai maschi. Era proprio ora che uscisse in Italia, io lo aspettavo dal 1997 quando sulla rivista "Amici" uscirono i manga di "Saint Tail" e "Miracle Girls", che insieme a "Sailor Moon" erano anche i cartoni animati più gettonati del periodo. Mancava appunto all'appello "Hime chan" e non mi spiegherò mai di così tanto ritardo. Mi raccomando leggetelo!
<b>[Possibili spoiler.]</b>
Ho trovato la lettura del manga di Hime chan no ribbon non solo molto interessante, dolce e divertente. L'anime segue fedelmente le orme del manga, anche se nel manga è evidente una maggiore intesa fra Himeko e Daichi che scopriranno i loro sentimenti solo alla fine del manga (dato che nell'anime il tutto non è rivelato). Le situazioni che si vengono man mano a creare sono spiritose e allo stesso tempo coinvolgenti. Alcune parti del racconto sono alquanto inaspettate. Consiglio comunque di leggere il manga, che considero in un certo senso più completo. Il mio voto è 8!
Ho trovato la lettura del manga di Hime chan no ribbon non solo molto interessante, dolce e divertente. L'anime segue fedelmente le orme del manga, anche se nel manga è evidente una maggiore intesa fra Himeko e Daichi che scopriranno i loro sentimenti solo alla fine del manga (dato che nell'anime il tutto non è rivelato). Le situazioni che si vengono man mano a creare sono spiritose e allo stesso tempo coinvolgenti. Alcune parti del racconto sono alquanto inaspettate. Consiglio comunque di leggere il manga, che considero in un certo senso più completo. Il mio voto è 8!
Il manga di Hime-chan no Ribbon è bello quanto l'anime che ne è stato tratto. Leggendo i primi capitoli si può notare quanto la versione animata (almeno nelle fasi iniziali) sia rimasta fedele alla storia originale. I disegni sono semplici e puliti, ma i personaggi risultano davvero carinissimi. In particolare la piccola Himeko è dotata di un sorriso contagioso. La storia è scorrevole e piacevole, e nelle prime battute racconta dell'approccio di Himeko con il fiocco magico. Dopo aver usato il potere di trasformarsi in altre persone solo per gioco, Hime-chan imparerà che con la magia non si scherza e che va usata con cautela! Peccato soltanto che in Italia difficilmente lo vedremo pubblicato questo tenero manga...
Hime-chan no Ribbon è un manga shojo dalle tonalità vive e molto carino. La storia non è di per se particolarmente coinvolgente o appassionante, ma comunque merita una lettura perchè simpatico e tanto dolce (^^).
L'anime edito in Italia con il nome di "Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare" è ben realizzato anche se Mediaset non rende mai giustizia a ciò che manda in onda... Resta comunque il fatto che sia molto carino e romantico. Voto: 7
L'anime edito in Italia con il nome di "Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare" è ben realizzato anche se Mediaset non rende mai giustizia a ciò che manda in onda... Resta comunque il fatto che sia molto carino e romantico. Voto: 7